band: faun fables
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::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 1 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 2 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 3 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 4 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 5 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 6 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 7 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 8 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 9 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 10 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 11 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 12 DEBASER http://www.debaser.it/recensionidb/ID_20099/Jens_Lekman_Night_Falls_Over_Kortedala.htm Ne è già stato scritto ma non era sufficiente. Non sarà mai sufficiente ammutolirmi nella zona rosa dove le parole sono troppe, dove ogni cosa è superflua. La voce, gli arrangiamenti, i testi. Jens Lekman è attualmente il compendio più aggiornato sul movimento della musica popolare. Burt Bacharach lo inviderebbe, Elvis Costello lo copierebbe, Dylan sciorinerebbe accordi su "Night Falls Over Kortedala". Il massimo attualmente. Se non vi siete mai chiesti dove stia la felicità, beh, chiedetevelo e mentre cercate la risposta fate colare i vostri minuti nell'abbacinante distesa di luci e saliscendi cromatici scanditi da archi e mammasantissima di fiatelle di "Sipping On The Sweet Nectar"; se non ve lo siete ancora chiesti chiedetevelo dopo il tum tum tum cha che profuma di meraviglie e primi baci, petali, dedali, Europe e Americhe a braccetto nella giga autunnale che suona in "The Opposite of Halleluja", tambureggiante jam session con triangolazioni di rime e un pianoforte suonato dai polpastrelli di un angelo. Se ancora state esitando, se tentennate ancora sul senso e sul luogo, allora "A postcard To Nina" vi farà trovare coraggio e risposte: dindin di campanelli lesbici in una storia di amori simulati e dissimulazione d'omosessualità colorite da coretti provenienti direttamente da un certo soulman caffèlatte perfettamente barocco e di gran lusso, come fosse una lettera imbucata dalla stazione del cuore che finisce e quando noi siamo in ginocchio, roteanti di stelline come nel cartone animato, lui fa: "yours truly, Jens Lekman". BRIVIDI. E poi, anche i cuori di cemento con le spine crolleranno, i violini apostroferanno il collasso e tutti fluttueremo ebbri di gas nobili che euforizzano tra gli uccellini e i ninnoli di "Shirin", straordinaria storia d'amore dal parruchiere raccontata dai passettini di una vocina che saltella, sale e scende tra costellazioni, accelerazioni e frenate su un brucomela all'ossigeno. E poi quando tutti ci saremo chiesti che cosa sia la felicità, allora, solo allora staremo ballando "Friday Night At The Drive-In Bingo", coi capelli del Travolta, con i popcorn in mano, cullati dal sassofono che non smette, appiattiti sulla Cadi di papà, tanti finti romanzi in bachelite di uno screenplay in technicolor diretto da quest'uomo a cui, volens aut nolens, ci si inchina. La felicità è questo: felicità nelle piccole cose. Jens Lekman: poeta, francescano, scultore di suoni: ti amo. Ps: la lunghezza delle frasi è voluta. Il talento di Jens Lekman è tale da farmi scrivere queste cose, a me, paninaro-metallaro-pankabbestia. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 13 INDIERIVIERA BLOG http://indieriviera.blogspot.com/2007/10/jens-lekman-night-falls-over-cortedala.html Jens Lekman c'è chi sostiene se ne stia beato sotto le mani della parrucchiera citata in Shirin (...when Shirin cuts my hair it's just a love affair...). In realtà, in quell'espressione, io ci vedo l'aria assente e beata della trasfigurazione dei martiri. Sì, un martire, costretto a pubblicar un nuovo album quando quello che ama fare sono EP, EP e solo EP. Se all'indomani di When I Said I Wanted To Be Your Dog, ci eravamo detti, "ok, come esordio vale anche una raccolta di singoli", ora nulla sembra esser cambiato da allora: di fatto una nuova raccolta di pezzi (dal 2004 al 2007, ancora dedicati alla migliore amica Lisa) La reticenza mi fa pensare al peso di un successo non ancora metabolizzato. Il primo posto nella classifica dei dischi più venduti nel suo paese, la Svezia, non è una cosa che ti aiuta a mantenere i piedi per terra, tanto che in certi periodi si parlava addirittura di un ritiro. "...things get more complicated when you're older..." Non solo, oltre ad un post-debutto difficoltoso, Jens ha dovuto fare i conti con il ritorno a Cortedala il quartiere di Goteborg che lui chiama casa. Cortedala, citata nel titolo, non è esattamente un posto adatto ai giovani, dice Jens: "What a depressing suburban hell this place is. Everyone goes to bed at nine, after that you can't see one single window lit up. You can walk for hours without meeting one single person." Eppure il mood di Night Falls Over Cortedala risulta ancora romantico e vivace più che malinconico. L'iniziale And I Remeber Every Kiss, parte con una rullata altisonante che, nel suo volgere sinfonico, è già un manifesto d'intenti, è una dichiarazione d'amore al chamber pop. Fin dai primi versi "..I remember evry kiss just like the first kiss...", è di scena il romanticismo. A Postcard to Nina, con xilofoni e fiati che ne imoreziosiscono la trama, è uno dei pezzi più briosi del disco. Novella biografico-o-inventata su Nina "che può essere la ragazza di Jens", almeno ufficialmente, per nascondere, in realtà, altri gusti che il babbo evidentemente farebbe proprio fatica ad accettare. Fra i brani migliori infine, doveroso menzionare l' "infant joy" It Was Strange Time In My Life. Violini, arpa, flauto e le voci di Jens e di El Perro Del Mar, ci ricordano che esistono ancora dischi che si lasciano ascoltare dall'inizio alla fine. Una particolarità di rilievo è la presenza dei testi nel booklet. In When I Sai I Wanted To Be Your Dog, Jens aveva optato per alcune citazioni, senza le lyrics per intero. Bello sì, ma poco fruibile. Molto meglio questa seconda scelta. Disco delizioso e raffinato, appendice naturale di When I Sai I Wanted To Be Your Dog, nulla di più nulla di meno. Similar Artist: Morrissey, Magnetic Field, Belle And Sebastian, Burt Bacharach ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 14 ONDAROCK http://www.ondarock.it/recensioni/2007_lekman.htm “I vecchi che scrutano col binocolo per strada in cerca di qualcosa di sospetto, i gatti morti che mi ritrovo in giardino, il sentir bussare alla mia porta alle 4 del mattino e poi delle voci dire 'quando apre dagli una botta in testa'…” Kortedala, sobborgo di Goteborg, stranezze e paranoie di una metropoli. In mezzo a queste storie di ordinaria alienazione suburbana, Jens Lekman si sente rifiutato, a volte viene persino picchiato, allora se ne sta nel suo studio a registrare o nella sua casa con i grandi muri che rimbombano dal suono dei fantasmi e della sua voce. Malessere, certo, ma anche affetto per quelle piccole cose che ci rendono la vita un po’ più bella, volti e situazioni a cui ci stringiamo per non sentirci diversi, legame di amore e odio verso il posto in cui sei nato ma che ti fa sentire estraneo. La musica di Jens ha sempre posseduto la caratteristica di saper comunicare una levità velata di tristezza che riflette bene la sua personalità, e in questo disco questa particolarità esprime perfettamente i sentimenti che il cantautore svedese prova verso il borgo natio. Dopo l’esordio di “When I Said I Wanted To Be Your Dog” e l’eccellente raccolta di Ep “Oh, You’re So Silent, Jens”, “Night Falls Over Kortedala” arriva frutto dei pensieri maturati negli ultimi tre anni e mette a fuoco alcuni elementi che, allo stato embrionale, si trovavano anche nei dischi precedenti. Dando spazio alla passione per i crooner romantici, per le orchestrazioni raffinate e complesse di Bacharach e per le melodie facili e languide della Motown, mescolando il tutto con un po’ di elettronica e ornando con i soliti testi ironici e originali, Lekman crea il suo capolavoro di perfetto pop, qualitativamente ineccepibile ed eccezionalmente orecchiabile. Basterebbero le prime quattro canzoni per sancire l’altissimo livello di questo disco: “And I Remember Every Kiss” si libra letteralmente in volo sulle ali di archi e timpani per poi arrivare all’orchestrazione imponente del ritornello, “Sipping On The Sweet Nectar”, con il suo basso pulsante che crea una base funk in cui s’insinuano fiati, violini e percussioni, è irresistibile sotto il profilo ritmico, e non da meno è “The Opposite Of Hallelujah”, da una parte gli archi richiamano il ritornello, dall’altra Jens canta languido su un fanciullesco piano, il tutto amalgamato da un ripetitivo tempo di batteria. Dove però Lekman si avvicina di più alla perfezione (e a Bacharach) è in “A Postcard To Nina”, la leggerezza dei rintocchi di un triangolo, una chitarra evanescente, cori soul e un ritornello punteggiato da fiati dipingono splendidamente il resoconto surreale di un’imbarazzante cena col padre di un’amica lesbica per la quale Jens deve fingersi il fidanzato. La capacità del cantautore svedese di costruire orchestrazioni complesse ma non ridondanti è rimarchevole; si senta “Into Eternity”, tropical-ballad in cui coesistono accordion, flauto, timbali, handclapping… Brasile e Cuba suonano affacciate sul mare del Nord. “Night Falls Over Kortedala” è un disco sull’amore, ma il sentimento nell’album non è mai bolso e banale; “I’m Leaving You Because I Don’t Love You” e “If I Could Cry (It Would Feel Like This)” potrebbero essere melense, ma Lekman rinforza la prima con una drum machine che, insieme a un piano insistente, stempera lo zucchero nel canto, nella seconda invece lo svedese si serve di percussioni e di un call and response singhiozzante per rendere figurata la sensazione descritta nel titolo, mentre soavi ed eterei violini finiscono storpiati elettronicamente. Il resto del disco non sbaglia un colpo, “Your Arms Around Me” è di una dolcezza splendida con l’ukulele a unirsi ai soliti giri d’archi, “Shirin”, dedicata al proprio barbiere (“when Shirin cuts my hair/ it’s like a love affair”), è sognante cantar d’amore stile gruppo giovanile fine 50-inizio 60, “It Was A Strage Time In My Life” un agrodolce ritratto dell’artista da giovane per chitarra e violino, reso bucolico da un flauto e dal sampling di una registrazione di Jens bambino. A concludere il disco due pezzi che confermano, se ce ne fosse bisogno, la passione di Lekman per le melodie oldfashioned, il doo-wop di “Kanske Ar Jag Kar I Dig” e il twist-pop “Friday Night At The Drive-in Bingo”, melodia fifties più che mai con il sassofono a fare da protagonista. Divertente e romantico, coinvolgente e ricco, vero classico contemporaneo, “Night Falls Over Kortedala” è un disco che non stanca, un album che è segno di una maturazione artistica importante e innegabile, col quale Jens Lekman dimostra di potersi imporre come uno dei nomi su cui fare affidamento per la musica dei prossimi anni. Forse alcuni lo tralasceranno nella classifica dei migliori del 2007, dando spazio a dischi più impegnativi e intellettualmente stimolanti, ma “Night Falls Over Kortedala” è un album che si ripescherà anche tra qualche anno, per svagarsi la mente o per pacificarsi da un infortunio di cuore. “A Kortedala tutti si fanno gli affari propri. E visto che sto lentamente diventando così anch’io, appena finisco il disco me ne vado via di qui” dice Jens; se gli stimoli che il suo quartiere gli fornisce contribuiscono a creare dischi come questo, c’è da augurarsi che lo svedesino cambi rapidamente idea. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 15 STORIA DELLA MUSICA http://www.storiadellamusica.it/Jens_Lekman_-_Night_Falls_Over_Kortedala_(Secretly_Canadian,_2007).p0r1049 Dopo vari cd-r, ep, 7” in edizione limitata e di scarsa reperibilità, nel 2004 l’uscita di When I Said I Wanted To Be Your Dog spinge il nome di Jens Lekman tra i papabili al trono di “rivelazione dell’anno”. Subito incastonato come una pietra preziosa tra Morrissey e Jonathan Richman, Lekman si impone come acuto songwriter di indie pop da camera; ora trascorsi tre anni e mezzo dalla sua ultima full lenght release, intercalata da qualche ep in edizione limitata, le speranze di un gran ritorno si erano affievolite notevolmente, tanto da non farmi scommettere grosse somme su una sua plausibile rifioritura: scommessa persa malamente la mia. Questo Night Falls Over Kortedala non solo è un ulteriore testimonianza del talento del ragazzo svedese, ma è il disco di un artista all’apice della (prima) completezza intellettuale, perfettamente consapevole delle proprie potenzialità. L'album estende considerevolmente il raggio d'azione già segnato dal precedente lavoro, Lekman assorbe e rielabora tutto ciò che ha sempre amato spillando idee ovunque: curiosa a tal proposito la cover, inserita in un recente ep, di un vecchio pezzo scritto nel bel mezzo del secondo conflitto mondiale, dal compositore napoletano Cesare Andrea Bixio, "La strada nel bosco", portata al successo da vari interpreti tra cui Claudio Villa ed in tempi più recenti Pavarotti, ed in cui Lekman si cimenta accompagnato da ukulele e armonica con una buona padronanza della lingua nostrana. Queste sue attenzioni maniacali per la forma canzone classica, per il pop, per la melodia, nonchè l'interesse autentico per la varietà di coloriture offerta dai suoni campionati, confluiscono in modo cospicuo in questa sua ultima fatica senza mai risultare straripanti, è il caso dei brani più vicini a quel filone kaleidopop molto in voga negli ultimi tempi, dai Concretes agli I'm From Barcelona, fino ai più blasonati Architecture In Helsinki (quando nomini gli AIH automaticamente i numi tutelari sono i Belle & Sebastian) ed ovviamente Patrick Wolf: tracce come Your Arms Around Me o It Was A Strange Time In My Life, ma anche I’m Leaving You Because I Don’t Love You, sono gioiellini pop splendidamente cantati, nutriti da un ampio uso di archi, handclapping e campionamenti che entrano ed escono di scena sempre al momento giusto, in Shirin ed Into Eternity rivivono l’estro di Van Dyke Parks e la magniloquenza di Burt Bacharach, un pò ovunque si scorge l’attitudine eccentrica del John Cale primi ’70. L'impronunciabile Kanske Ar Jag Kar I Dig è un tripudio di fantasia pop, spumeggiante il singolo apripista Friday Night At The Drive-In Bingo, do la- fa sol, un riff solare di sax e via per un giro armonico twist che sa di Crocodile Rock del terzo millennio. Sarebbe imperdonabile non approfondire l’irresistibile poker iniziale, l’apertura con And I Remember Every Kiss, una pioggia d’archi e timpani tuonanti da far ghignare Scott Walker e Phil Spector, grandi vocalizzi sempre adeguati al contesto (nell’album il backing vocals tra gli altri puo’ contare su El Perro Del Mar sigla dietro la quale si cela Sarah Assbring), Sipping On The Sweet Nectar ti porta dritto nelle piste da discoteca stile Saturday Night Fever, una sorta di Barry White scandinavo, The Opposite Of Hallelujah e A Postcard To Nina si avvicinano pericolosamente alla canzone pop perfetta! Dimenticavamo …Kortedala è una zona della città di Lekman, Goteborg. Lavoro che fin d'ora si candida a misurarsi con quello di Patrick Wolf nella top5 di fine anno. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 16 INDIE FOR BUNNIES http://www.indieforbunnies.com/2007/10/15/jens-lekman-night-falls-over-kortedala/ Quello che mi butta giù sono i rapporti interpersonali e le loro difficoltà. Quello che mi spezza in due è l’impossibilita ad andare avanti senza inciampare, avendo il coraggio di dirsi le cose in faccia. Potrei stare a guardare il soffitto sciogliersi e crollarmi addosso, ma questa volta ho la medicina per guarire. Ho bisogno di questo disco molto spesso, per ingranare la marcia giusta, per incamminarmi nella mia giornata o per andare a letto meno scontento. Ho bisogno di iniettarmi queste canzoni direttamente nel sangue e risvegliare i miei neuroni depressi e demotivati. Erano almeno due anni e mezzo che aspettavo il nuovo lavoro di Jens Lekman, proprio per vedere come avrebbe suonato con una band vera e propria, con qualche mezzo in più, visto che il primo disco non era altro che una raccolta di canzoni ripescate dai cassetti della sua cameretta. L’approccio non è poi tanto differente nemmeno qui, perché si preferisce sempre una produzione abbastanza lo-fi, anche se il tutto risulta molto più coeso. Ad un primo ascolto si può essere leggermente frastornati da quello che ogni canzone ci sputa addosso: melodie acustiche, pop orchestrale, campionamenti di vecchi vinili, attitudine soul, armonie agrodolci ed esplosioni sonore carnevalesche e abbaglianti. Ad un certo punto ti fermi e dici: “no, forse tutto questo è troppo”, ma poi lo rimetti nel lettore e scopri che non c’è niente di sbagliato. Le canzoni poi ti si incollano addosso, e tu che sei schiavo della melodia inizi a consumare il disco in ogni dove: a casa, nel tuo ipod, in auto, e soprattutto nella tua testa per schiacciare i fantasmi della quotidianità. Come potrei non amare qualcuno che scrive una canzone dedicata alla sua parrucchiera? (Shirin) E non è perché ho un ricordo quasi sfocato e romantico di quando avevo un numero sufficiente di capelli per farmeli addirittura tagliare da un parrucchiere. E’ solo perché è tutto così melodicamente perfetto che ipnotizza i miei sensi. Come anticipato, Jens ama ripescare campionamenti da vecchi vinili ed aggiungerli alle sue canzoni; in tal senso sono evidenti certi passaggi di vecchi motivi tradizionali africani e sudamericani in brani come “Into Eternity” e “If I Could Cry”. L’album è una festa che si apre dolce e soffusa con “And I Remember Every Kiss”, e che ha i picchi melodici più gratificanti in “The Opposite Of Hallelujah”, la già citata “Shirin” e la travolgente popsong da balera “Friday Night At The Drive–In Bingo” . Non mancano i momenti più malinconici, interpretati sempre con un piglio divertito e disilluso, tipico di chi non ama troppo piangersi addosso. Vi basti pensare ad “I’m Leaving You Because I Dont’ Love You”, un titolo abbastanza significativo , così crudo e reale, o anhce al pigro andamento di “It Was A Strange Time In My Life”, condita dal suono di un fiato e di un violino piangente. A volte sembra di trovarsi di fronte ad un nuovo Bacharach, altre volte ad un Barry White nordico, o meglio ancora ad un Morrissey meno serioso. Poi se guardi bene ci trovi solo Jens Lekman e le sue canzoni perfette, uno che, al secondo disco, proprio quando tutti hanno i fucili puntati contro, pronti a far crollare il bel castello di sabbia, ti inchioda il disco al lettore, e semplicemente scrive il tuo disco pop dell’anno. Ho sempre pensato che cinque stelle sarebbero state troppe, ma sarò ripetitivo, “Night Falls Over Kortedala” nel suo genere è un disco fantastico, e la cosa incredibile è che ovunque io ne abbia letto un parere, i consensi sono unanimi. O ci siamo tutti omologati, o davvero questo è davvero un disco a cinque stelle. Propenderei per la seconda ipotesi. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 17 INDIEROCK http://www.indie-rock.it/recensioni_look.php?id=278 GENERE: bitter-sweet pop baritonale. PROTAGONISTI: Jens Lekman, che scrive, canta, suona e produce. In 'It Was A Strange Time In My Life' El Perro Del Mar canta i cori. SEGNI PARTICOLARI: giovane svedese (26 anni) di Goteborg, alla terza 'raccolta di canzoni' (come egli stesso definisce i propri album). 'Kortedala' è un quartiere-dormitorio della seconda città della Svezia, dove Jens vive in un piccolo monolocale. INGREDIENTI: voce da crooner, Jens costruisce le sue canzoni con un approccio estremamente moderno, farcendole di campioni come neanche se producesse elettronica. Il risultato è comunque estremamente originale, e ricorda, giusto per dare un idea a chi non l'avesse mai ascoltato, un Morrissey che si prende meno sul serio remixato da Peter Bjorn And John. Difatti, c'è un utilizzo abbondante di percussioni, parte fondamentale di arrangiamenti accuratissimi. I testi sono tutti molto personali ed ironici, e muovono da storie di vita vissuta dallo stesso Jens, che la racconta quasi fosse un mondo a sè. DENSITA' DI QUALITA': questo ragazzo adora fare musica: lo si capisce da quanta passione e cura Jens ha messo in ogni singola canzone di questo album. Che è un deciso passo in avanti rispetto alle sue produzioni precedenti, comunque ottime. Per cui, si potrà facilmente intuire che ci troviamo di fronte a livelli di assoluta eccellenza. Jens scrive testi in cui racconta storie a cui ci si affezziona al primo ascolto, ha una bella voce calda e un senso della melodia straordinario. I ricchi arrangiamenti che sceglie per i suoi brani meriterebbero un capitolo a parte, e potrebbero essere materia di studio per generazioni di musicisti futuri. Consigliamo di ascoltare il disco per intero, perché davvero se lo merita, e perché l'ultima traccia, 'Friday Night At The Drive-In Bingo', è quanto più capace di mettere di buon umore che ci sia in giro in questo momento. VELOCITA': andatura spesso allegra, che a volte diviene triste, ma che non smette mai di far schioccare le dita. IL TESTO: "Nina I can be your boyfriend / So you can stay with your girlfriend", è l'incipit di 'A Postcard To Nina', canzone dedicata ad un'amica omosessuale, a cui Jens offre di fare da finto fidanzato per salvare le apparenze di fronte al padre di lei, persona di mentalità piuttosto chiusa. LA DICHIARAZIONE: "Mi piacerebbe che le canzoni si componessero da sole durante la notte, e che si facessero trovare la mattina seguente sedute sul mio letto, con in mano una tazza di te dicendo: 'Salve, sono la tua nuova canzone'." IL SITO: Jenslekman.com, dove c'è un interessantissimo ed esilerante blog dell'artista, che spesso regala qualche canzone gratis (andate nella sezione 'presents', dove potete persino trovare una cover di Claudio Villa, 'La Strada Nel Bosco'). ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 18 FARDROCK BLOG http://fard-rock.blog.excite.it/permalink/502387 Night Falls Over Kortedala s'arroga il compito di arrivare al Settimo Cielo utilizzando poco più che un soldo di cacio. Jens Lekman, alla seconda prova discografica sulla lunga distanza ha deciso di provare ad esagerare. L’idea di partire dai sobborghi di Göteborg (Kortedala, per l’esattezza) per dar vita a un universo easy listening spazzolato di superclassici pop come Supremes, Cole Porter, Sinatra e Tony Bennett, è già sulla carta una bella idea che Jens, entusiasta ed iperbolico, riesce con difficoltà a mantenere nei ranghi. Tema dell’album, manco a dirlo, l’amore e, manco a dirlo, inteso come forma di rispetto e benevolenza globale. Il gioco interpretativo è quello già collaudato nel precedente album e ripercorre la vocalità intensa dell’autore mentre gioca (ci si augura) a fare il crooner sfigato. La sua interpretazione intensa rischia sempre di essere sopra le righe e lui, gliene dobbiamo dar atto, riesce sempre a rientrare in carreggiata appena in tempo, solo un frammento prima che l’impostazione arrivi alla parodia di se stessa. Dodici canzoni in puro stile Lekman che, come sempre, si stabilizzano a metà tra un ispirato Morrissey e un sovrabbondante Phil Spector (I’m Leaving You Because I Don’t Love You). And I Remember Every Kiss, epica apertura dell’album, ha un’orchestrazione quasi da Big Band e mette immediatamente in chiaro le intenzioni del disco: l’ambizione è quella di realizzare un piccolo capolavoro della musica moderna e poco importa se non ci si riuscirà fino in fondo. Finiremo per accontentarci di alcuni piccoli gioielli musicali come Sipping On The Sweet Nectar e il suo incedere leggiadro e allegro, con un retrogusto un po’ Four Tops, smorzato dall’indolenza della voce di Lekman, oppure Into Eternity che, col suo groove percussivo un po’ afro, pesca a piene mani dalle analoghe esperienze di Paul Simon di vent’anni fa. È un album che non si pone il problema di raggiungere qualcosa o qualcuno ma che è semplicemente l’opera di un autore che straborda di idee e che cerca di servirsene completamente senza il timore dei rischi che si corrono a mettere in gioco le decine e decine di riferimenti, di brani copiati o fortemente ispirati e nemmeno degli affetti e delle passioni musicali dichiarate apertamente come modelli. Night Falls Over Kortedala, assieme ad un’evidente voglia di riesumare atmosfere pop desuete e irripetibili, non arriva mai a sminuire la personalità di Jens Lekman che, ancora una volta, si tuffa nel suo fanatismo senza che il suo carattere venga minimamente scalfito. Edito da Secretly Canadian, che in contemporanea rende disponibili per il download gratuito ben due tracce dell’album, Night Falls Over Kortedala sta già al primo posto della classifica in Svezia dove, evidentemente, si sta meglio che altrove. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 19 INDIE-EYE http://www.indie-eye.it/recensore/2007/10/04/jens-lekman-night-falls-over-kortedala/ Dal particolare all’universale. Dalle miserie e dalla solitudine di un quartiere di Göteborg (Kortedala, il suo quartiere) Jens Lekman si proietta di nuovo verso il mondo con dodici canzoni e un tema da svolgere: l’amore – ovvero quanto di più globale, condiviso e soprattutto, nel bene e nel male, cantato. Il concept si presta certamente bene all’attitudine romantica e disillusa del crooner svedese che ha buon gioco nel proporne un’interpretazione intensa, diretta e mai banale (e quando si canta l’amore il rischio è altissimo). Il timbro vocale forte e suadente di Jens Lekman disegna melodie irresistibili che nei momenti più vigorosi ricordano da vicino l’ispirazione di Morrisey (personaggio con cui probabilmente condivide anche diversi ascolti) e che marchiano a fuoco i brani di “Night Falls Over Kortedala”. L’album si apre con le orchestrazioni imponenti di “And I Remember Every Kiss”, epica e classica, e già si capisce che Jens Lekman è in stato di grazia. Opinione rafforzata dalla successiva “Sipping On The Sweet Nectar”, traccia dall’incedere disco e dal groove contagioso. “Into Eternity”, esotica e percussiva, dà ragione a quanti ravvedono affinità col Paul Simon di “Graceland”, mentre “I’m Leaving You Because I Don’t Love You” e “Kanske Ar Jag Kar I Dig” ci mostrano Jens ugualmente a suo agio anche su percussioni elettroniche e suoni più sintetici. “Night Falls Over Kortedala” raccoglie molteplici suggestioni che vengono abilmente ricondotte a unità dalla voce del suo autore. Ne esce un album semplicemente perfetto, dolce e amaro al tempo stesso, che canta la vita e chiama alla vita. Nel bene e nel male. Pubblicato da Secretly Canadian, che mette anche a disposizione il download gratuito di due brani (“The Opposite Of Halleluja” e “Friday Night At The Drive-In Bingo”), “Night Falls Over Kortedala” ha facilmente raggiunto il numero 1 nelle classifiche di vendita svedesi. Non stupirebbe affatto scoprire una simile affermazione a livello internazionale di Jens Lekman. COOLCLUB [record of the week] http://www.coolclub.it/ Disco della settimana: Jens Lekman, Night falls Over Kortedala. C’è un artigianato nordico di ottima fattura, sopraffina. C’è talento da vendere da quelle parti dove il freddo è spazzato da dischi come questi che non possono che scaldare il cuore. Ci sono poi persone che sembrano non appartenere a questo tempo, a questo mondo. Jens Lekman è uno di questi. Questa sorta di Bacharach dei tempi moderni compone tutto in casa, si affida a campioni che recupera in po’ qua e un po’ là tra i suoi ascolti e ci suona su per legarli insieme. Il risultato è esaltante, orchestre anni 50 incontrano beat soul, la sua voce calda come quella di un Morrisey che gioca a fare il crooner è irresistibile. Per gli inguaribili romantici è un invito a nozze, un viaggio in dodici tappe che parte dal suo quartiere Kortedala a Goteborg e viaggia tra le latitudini del suo sentire e concepire l’amore. Si affida al ricordo di una parrucchiera, quella del Kortedala beauty center, alle sue carezze, alla sua infanzia, agli attimi di felicità ( da qui la bella copertina). Il resto è una manciata di canzoni di una bellezza spiazzante orgogliose di sfoggiare il vestito pop più bello dell’armadio. I fiati nel taschino, il fazzoletto gonfio di campanelli la musica di Jens Lekman si affida alle piccole cose, in queste cerca la bellezza e puntuale la trova. Solo lui riesce a unire ritmiche calipso a tappeti da tastierina casio, arpe, finendo per incontrare fisarmoniche bretoni, flauti dal sapore di oriente, tutto in una canzone. Molti dicono sia un genio, sicuramente è l’autore di uno dei dischi più interessanti, romantici, ispirati dell’anno. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 20 KALPORZ http://www.kalporz.com/recensioni/night-falls-over-kortedala-jens-lekman.htm Lo stereotipo indie pop prevede cuori sempre troppo piccoli per: contenere emozioni di commozione e meraviglia per le piccole bellezze che gli altri ignorano, esprimere rancore e indignazione verso le piccole meschinità che gli altri ignorano, sopportare astinenze sessuali pluriennali nell'attesa o nel ricordo del vero amore, provare empatia nei confronti dei propri amici e conoscenti che hanno un lavoro schifoso o devono fare coming out di fronte ai genitori bacchettoni: insomma bisogna essere degli sfigati, e portare anche un po' sfiga. Bene, Jens Lekman da Kortedala, Svezia con questo secondo album sembra volersi agguantare la corona di Re degli Sfigati con tutte e due le mani. Ha tutto l'armamentario del caso: una voce da crooner calda e melodrammatica, una passione per gli arrangiamenti zuccherosi da pop primi anni '60, e un ampio corredo di battimani, vibrafoni, cori femminili e tutto il resto. Quello che lo salva è che spesso la superficie levigata del muro sonoro tutto violini e campanellini si squarcia per rivelare una estetica fai-da-te, le sontuose tappezzerie retrò rivelano un bricolage di campionamenti che il mite Jens assembla nella sua cameretta Ikea tra una tristezza qui e una malinconia là. È il caso dei “cali” degli archi in “If I Could Cry”, dei coretti accelerati di “I'm Gonna Leave You Because I Don't Love You”, del vecchio disco soul inceppato di “Kanske Ar Jag Kar I Dig”. Sparandola grossa, potrei dire che Lekman è uno che vorrebbe scrivere testi alla Stuart Murdoch, cantare alla Morrissey e mettere tutto insieme con la colla di Beck (e un pochino di Magnetic Fields). Sto facendo il cinico, ma in verità il tenero Jens ha confermato di essere bravo, sul serio. Ha una sensibilità pop cristallina, padroneggia il vocabolario di decenni di easy listening e lo usa per costruire un racconto assieme privato e teatralizzato, sempre in bilico tra la pagina di diario e l'uscita da primadonna: alcuni episodi sono veramente memorabili, come il singolo “The Opposite of Hallelujah”, melodia leggerissima per raccontare un complicato rapporto tra fratello maggiore e sorellina, che finisce direttamente nella mia top 10 delle canzoni dell'anno. È solo che a volte melassa sonora e impacci emozionali raggiungono il livello di guardia, e tra una fidanzata scaricata che si attacca al puff anti-asma per soffocare i singhiozzi e una canzoncina infantile campionata per cinque minuti mi viene quasi paura a riascoltare l'album. Si sa mai la sfiga sia contagiosa. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 21 SENTIREASCOLTARE http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Monografie/JensLekman.htm#nig Il caro, vecchio Jens. Strano, eppure nascono proprio sensazioni di questo tipo ascoltando il nuovo lavoro lungo - appena il secondo - del giovane cantautore svedese, così forte la sensazione che procura l'imbattersi nuovamente con questa calligrafia tanto ciondolante quanto marcata, languida e frondosa, cazzona e sofisticata. Una scaletta che nei soli primi due pezzi squaderna afrori da Scott Walker in dormiveglia (And I Remember Every Kiss) e dance soul da Bacharach sul love boat (Sipping On The Sweet Nectar), senza tralasciare quella certa inclinazione post-wave da Morrissey scarabocchiato sul diario (la malinconia dolcissima e strapazzata di Shirin). Palpiti e tremori stemperati tra sogni esotici (A Postcard To Nina) e rigurgiti disparati (i REM di Near Wild Heaven nella struggente Your Arms Around Me, una inopinata La Colegiala nell'ineffabile Into Eternity) fino a una geniale regressione nella ninna nanna belleandsebastiana di It Was A Strange Time In My Life. Certo, la scrittura paga pegno inevitabilmente ad una certa ripetitività, forse anche un po' di quella freschezza raffazzonata e carbonara si disperde nel cesello sempre più definito degli arrangiamenti (archi e trombe, vibrafonini e percussioni, strani campioni come miraggi al ralenti), quasi che il Nostro avesse messo sul serio il maestro Stephen Merritt nel mirino. Alla fine però tocca capitolare di fronte all'evidenza, perché è un lavoro che ti ci tuffi come nella rete di sicurezza, scoprendo ad ogni rimbalzo possibilità nuove, sfaccettature tanto insospettabili quanto inusuali, come nelle conclusive Kanske Är Jag Kär I Dig - funky soul pervaso di strane allucinazioni TV On The Radio - e Friday Night At The Drive-In Bingo, il sax da orchestrina di periferia per un piccolo inno al disimpegno trafelato. Ad accompagnarlo in questa straordinaria cavalcata altre due teste pensanti della contemporanea scena pop svedese, le amiche El Perro Del Mar e Frida Hyvonen, che hanno inciso sulla gestazione dell’album molto di più di quanto si possa intendere e pensare. Ovvero, in quel modo particolare che non può non caratterizzare tutto ciò che circonda l'universo scombiccherato e ineffabile del caro Jens. Il quale ha infatti dichiarato: “El Perro e Frida) sono due geni. El Perro doveva produrre l’intero album ma alla fine ha deciso lei stessa che si sarebbe trovata molto più a suo agio in un ruolo più defilato. Ci siamo ritrovati nel suo studio, lei si è seduta dietro di me limitandosi ad annuire con la testa, sorseggiando una tazza di caffè…Era tutto quello di cui avevo realmente bisogno.” Che dite, c'è bisogno di commentare? (7.2/10) ROCKLAB http://www.rocklab.it/recensioni.php?id=2049 Non male questo ritorno del cantautore svedese Jens Lekman, anche se a tratti un po’ noioso. A tre anni dalla pubblicazione di 'When I Said I Wanted To Be Your Dog' e a due dalla raccolta di e.p. 'Oh, You’re So Silent, Jens' la Secretly Canadian licenzia questo nuovo ed interessante put pourri ad opera del nostro, dove compare praticamente tutto l’armamentario sonoro del Bacharach ‘70/’80, compresa la stessa attitudine all’arrangiamento barocco, studiato nei minimi particolari, dai risvolti complessi ed in qualche modo complementari all’essenzialità fanciullesca della composizione. Sul mondo del sobborgo di Goteborg scende così la notte di Lekman: tonda, romantica, talvolta eccessivamente levigata. Le scelte del nostro volgono ad un’impostazione sonora al limite dell’artefatto, e, se da un lato convince la decisione compositiva con cui il risultato viene conseguito, delude una certa ripetitività e la pesantezza del suo involucro patinato. Restano comunque alcuni spunti veramente interessanti, soprattutto a livello testuale come per la smithsiana Shirin, dedicata al barbiere di Jens, o per la dolce Your arms around me, con i suoi tocchi chitarristici alla R.E.M., il funkettino melodico di Kanske Ar Jag Kar I Dig o la bella canzone di chiusura Friday Night At The Drive-In Bingo, a metà tra Raoul Casadei in Svezia e la dolcezza seminale dei Belle and Sebastian; episodi in grado di sostenere l’album e restituirlo alle mie orecchie come sufficientemente interessante e personale. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 22 ROCKLINE http://www.rockline.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=2567 Artista acclamato e costantemente applaudito per la sua musica scanzonata e lievemente adornata di malinconia, Jens Lekman è senza ombra di dubbio uno dei personaggi più influenti e, relativamente, peculiari del pop rock moderno. Guarda caso è svedese, lontano dai canoni di qualsiasi forma di pop, sia esso il brit o il pop a stelle e strisce, sperimentatore di nuove commistioni stilistiche e personalità bizzarra, un figlio raffinato della bohemè: insomma, la faccia azzeccata per dare una nuova spinta creativa ad una musica leggera che Lekman non rende tale, presentando un registro compositivo dalle mille sfaccettature, arricchito da arrangiamenti al limite del barocco, e in molti casi fin troppo ridondante. Il bisogno dell'artista svedese di particolarizzare e innovare la dimensione pop è infatti da una parte interessante e apprezzabile, dall'altra parecchio criticabile per le sue scelte che da semplicemente raffinate diventano, penso involontariamente, aristocratiche. Questo perchè Lekman ha un gusto elegante nel comporre, si tratti di brani scanzonati o di ballate impegnate, una peculiarità compositiva fuori dalla norma, che dall'altra parte rovescia però una discreta mole di ridondanza e di quegli aspetti musicali che vengono volgarmente, ma altrettanto giustamente, definiti "pacchiani". Night Falls Over Kortedela, ultima fatica dello scanzonato svedese, è tutto questo calderone di elementi e schizzi pittorici avvolti nella sua strana personalità che sempre tende ad uscire dal convenzionale e dal già utilizzato per approdare ad una musica che è fresca tanto quanto stancante. Ma non si tratta di complessità nel comporre o nel disporre l'ensamble strumentale, nè di uno slancio compositivo di eccessiva difficoltà d'apprendimento, bensì, ciò che in primo luogo mi fa criticare questo album, è il suo volersi divincolare a tutti i costi dai clichè moderni per farsi incatenare da altri da esso stesso creati. Quando infatti And I Remember Every Kiss apre il disco già si vede la buca in cui Lekman inciamperà: questo dipinto fatto da barocchismo quasi orchestrale e melodie scivolose. Se si va avanti di una traccia il discorso non cambia perchè Sipping On The Sweet Nectar prosegue sulla stessa scia della precedente, con le solite atmosfere pompose e terribilmente irritanti, eccezionali non tanto nell'emozionare quanto nel far innervosire. Una prima sterzata di umiltà si ha invece con The Opposite Of Hallelujah, brano che si scrolla di dosso i ridondanti arrangiamenti piano/violino/synth (che ritorneranno senza fatica con la pessima Into Eternity) e si dimostra una delle più significative del lotto per la sua schiettezza espressiva, forse troppo ancorata ad un sound molto alla The Shins. Il problema di Lekman è che non solo a livello stilistico presenti cali di una profondità sconcertante, ma anche per quanto riguarda la sfera emotiva che da questa musica esce a brandelli: refrain scontati e melodie monotone che si abbinano in egregia maniera solo e soltanto alla mascherata borghesia estetica di questa musica. Eppure Jens Lekman è un personaggio che spesso viene descritto come solitario, come rifiutato, un reietto che nella sua arte immette la malinconia proveniente da questo status esistenziale, una malinconia però difficile da chiamare tale, anzi impossibile, perchè non c'è in tutto Night Falls Over Kortedala un solo frammento capace di commuovere o almeno di emozionare come si deve: un'atmosfera così volgarmente raffinata in cui Lekman si diverte a sfoggiare la sua pelliccia ricoperta di diamanti fasulli. Se non fosse per qualche piccolo spezzone di livello leggermente superiore al resto che caratterizza quest'album (qualche breve parte di It Was A Strange Time In My Life e della già citata The Opposite Of Hallelujah), il mio personale giudizio sarebbe vertiginosamente sprofondato più di quanto lo è già. Certamente, si sta parlando di una delle più importanti peculiari del pop, un cantautore moderno ed elegante che però a me da tanto l'idea di un animatore da circo americano. Si può essere barocchi e raffinati quanto si vuole ma quando dietro a tutte queste sfarzose decorazioni c'è soltanto il vuoto, allora l'amarezza comincia a venir fuori. Night Falls Over Kortedala, per quanto sia anche riflessivo per le suggestioni evocate dai suoi testi, è puro esercizio esteriore, un disco che fa dell'apparenza la sua arma e che delude fortemente per la sua mancanza di emozioni e atmosfere godibili. Se il pop si deve innovare staccandosi dai suoi stessi stilemi per autoincatenarsi a clichè tutti nuovi e ancora più irritanti, vale la pena lasciare questo genere così com'è: penso che converrebbe sul serio. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 23 TROUBLEZINE http://www.troublezine.it/view.php/Lekman-Jens/Night-Falls-OverKortedala/pagina/recensioni/id/1341/unique/65f614eecb757ce27f5cb43586a4f8e4/ La colonnina di mercurio che devia precipitevolissimevolmente verso il basso negli ultimi giorni non può fare altro che facilitarmi il compito di recensire la nuova fatica di Jens Lekman, non fosse altro che almeno entro in clima nazione. Capirai direte voi, quei diavolo di svedesi cacciano fuori talmente tanti bei dischi, prendi nel 2007 quello dei Cats On Fire, che dovresti avere i termosifoni accesi anche in agosto. Bene, vero, però mi andava così, come anche far notare che ormai il Nord Europa è la vera fabbrica del pop, come quella dei mostriciattoli poco più di 20 anni fa, e oltre alla Volvo e i 22 Pistepirkko, che sono finlandesi ma ho deciso di citare a sfregio e per buffoneria, impacchetta diverse altre cose. Devo essere onesto, a me Mr.Lekman non ha mai detto molto, non saprei nemmeno dare una motivazione valida, semplicemente non mi ha mai stuzzicato più di tanto. PEEEEEE!!!!! Spia rossa lampeggiante, male, male. Il buon caro Jens, tutto coperto nella coltre suburbana di Gothenburg, sbatte la testa contro un iceberg fatto di Scott Walker, Belle & Sebastian, Burt Bacharach, romanticherie e ritmi electrolatini che giudicare godibile, " apperò " o carino è un eufemismo. Maneggiare con cura: fortemente cinematografico e suggestivo. Già dall'opening orchestrale, una score perfetta, e la gaiezza blaxpoitation di Sipping on the Sweet Nectar. Se standard dal sapore glaswegiano è The Opposite of Hallelujah, uno dei tanti EP, cattura la dolce e bizarra storia di A Postcard to Nina, un motivo, ennesima rivincita del softcore soul, farcito di letali scontri tra fiati che lascia basito l'ascoltatore. Stessa reazione suscita in generale il saper passare dalla pomposità, alla malinconia, ai ritmi ballabili di brani come Into the Eternity, o creare sequenze tipo It Was a Strange Time in My Life, un carillon vagamente lo-fi e più vicino a sue registrazioni passate, seguita dalla metropolitan white soul dance di Kanske Är Jag Kär I Dig e la chiusura da psicotica giostra di Friday Night at the Drive-In Bingo. Jens è un ragazzo che vive la sua realtà in chiave tragicomica e che fa di tutto per far sentire chiunque a proprio agio nel suo personalissimo quartiere in stile twee-northern soul. E lo fa benissimo. KRONIC http://www.kronic.it/artGet.aspx?aID=2&sID=15798 Cantautori. Oggi? Jens Lekman, idolo di grandi e piccini dell`indi(e)pendenza, accogliente e malinconico, svedese per di più e, diciamolo, anche bravo. Perchè, se nell`esordio le qualità erano intuibili e l`Ep successivo andava in parte a confermarle, con "Night Falls Over Kortedala" queste escono clamorosamente, senza alcuna maschera a nasconderle. Poi, permettelo, dipende le qualità che uno cerca: una volta, ma mica si parla di secoli fa, inquietudine ed malessere erano descritti da Oldham e Smog a modo loro. Lekman è altra roba: moderna, forse, attuale, presumiamo, più semplice ed immediata, lo garantiamo. Ma è altra roba. Non la prendamo a male i seguaci, ma la forza del nostro è una ripetitività ricercata e voluta, non solo nei temi trattati. Ogni canzone, in cui è la tematica del piccolo (siano momenti o cose) a dominare, gode di sensibilità concreta esaltata da arrangiamenti complessi e ricercati, anche quando sembrano effimeri. Ogni aggiunta, qui, è ingrediente indispensabile per il piatto finale. Sembrano (sono) troppi, eppure senza questi si perderebbe qualcosa. Il minimalismo cantautorale viene annebbiato da un pop gommoso, tratteggiato da sofisticazioni in cui c`è spazio per archi ed elettronica. Annebbiato, non cancellato, perchè poi vai a leggere i testi e trovi quel gusto per il piccolo che quasi avevi dimenticato. Allora comprendi il perchè dell`album e resti perplesso su cosa, nel concreto, sia in effetti Jens. O forse su cosa, anche solo nella forma, venga cercato oggi. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 24 DIRADIO http://www.diradio.it/files/index.cfm?id_rst=6&id_art=28&idr=34559 Giunge al secondo disco ed è veramente una chicca molto complessa ed elaborata. Può crescere un dandy in Svezia? La cosa sembra(va) assolutamente improbabile, anche se questi tempi imprevedibili e sconvolgenti qualsiasi abitudine o rassicurante luogo comune, ci hanno insegnato a non meravigliarci di nulla. E Jens Lekman un dandy lo deve essere di sicuro. Quantomeno quanto lo possono essere artisti quali Rufus Wainwright, Sufjan Stevens, Anthony o, per andare più indietro nel tempo, Morrissey. Stesso incanto efebico, stessi colori pastello (anche nell'artwork), stessa attitudine preraffaellita, stessa ambiguità sessuale (al di là di qualsiasi genere o classificazione). Ma anche stessa penna intinta nell'inchiostro drastico della sottile e candida crudeltà che inchioda questi personaggi ad una rivincita piccata contro il cinismo imperante. Giunge al secondo disco ed è veramente una chicca molto complessa ed elaborata. Però, badate bene, niente di stucchevole se non la forma barocca, sempre comunque organica ad un progetto di reale sostanza creativa. Un "improbabile" crooner tardo moderno. IL MUCCHIO ONLINE http://www.ilmucchio.it/contents.php?id=227&sezione=recensioni L’impressione che ci siamo fatti di Jens Lekman è che sia un tipo tutto sommato schivo, e che le attenzioni ricevute all’uscita di "When I Said I Wanted To Be Your Dog" (2004) lo abbiano disorientato ancor prima che gratificato. A confermarlo, le voci che lo volevano in preda a una pericolosa mancanza di ispirazione e motivazioni. Timori che lo svedese, dopo un salutare periodo di pausa, smentisce nel migliore dei modi: coi fatti o, meglio, con le canzoni. Quelle contenute in un’opera seconda che, se al primo ascolto può suscitare qualche perplessità, con il passare del tempo si rivela pienamente all’altezza del lavoro precedente. Kortedala è il quartiere di Göteborg dove Lekman ha il propro studio di registrazione: una zona residenziale che al calare delle tenebre si trasforma in un pericoloso ricettacolo di delinquenza e indifferenza. Forse proprio per reazione a un contesto non esattamente amichevole, "Night Falls Over Kortedala" è un disco nell’insieme più solare e lieve del predecessore, meno propenso all’introspezione - per lo meno nelle musiche - e a suo modo più vario e ballabile. Tra ritmiche caraibiche e percussioni assortite, infatti, emergono con forza influenze latino-americane in passato solo accennate ("Sipping On The Sweet Nectar", una "Into Eternity" al gusto di lambada), ove invece l’incalzante "The Opposite Of Hallelujah" si tinge di soul e "If I Could Cry (It Would Feel Like This)" si spinge dalle parti della blaxploitation. E se l’iniziale "And I Remember Every Kiss" è una imponente ballata orchestrale da far morire di invidia i Divine Comedy, in chiusura "Friday Night At The Drive-In Bingo" è un infallibile antidoto per le giornate più fredde e grigie. Il tutto realizzato grazie al solito campionario a fedeltà medio-bassa di plettri, fiati e archi, batterie elettroniche d’epoca e frammenti sonori riciclati da vecchi vinili (per dire, il coro che si sente nella deliziosa "A Postcard To Nina" è lo stesso dell’inizio di "Kanske Är Jag Kär i Dig"). A dimostrazione di come spesso il pop migliore sia quello più artigianale. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JENS LEKMAN TITLE: NIGHT FALLS OVER KORTEDALA LABEL: SECRETLY CANADIAN PAG. 25 ROCK ACTION http://www.rockaction.it/articles.asp?id=552 Svezia, città di Goteborg, quartiere Kortedala. Anni 50, anni 60, anni 80, o giù di lì. Qui, come in tutto il mondo, voci limpide di cantautori come Jonathan Richman o Burt Bacharach si sollevavano da preziosi vinili e deliziavano le orecchie dei più romantici. Oggi, a Kortedala come in tutti i quartieri, un venticinquenne svedese incide il suo talento sui più moderni cd, deliziando i nostri sensi. Eh sì, perché ascoltando il suo terzo lavoro ci sembrerà di trovarci all’ombra di un grosso albero, a gustare dolci frutti e guardare il paesaggio bucolico fra un sorriso e una lacrima. Un ritorno alla natura quindi e alle sensazioni che si provano da bambino, quando ci si sente curiosi, capricciosi o anche estranei. E si vive d’amore. L’amore trasparente che ha riempito le opere del Romanticismo, lo stesso amore e le stesse esperienze che sa far sue e sa raccontarci con ironia Jens, l’ultimo dei romantici. Night Falls Over Kortedala si apre con And I remember every kiss, in cui Jens ricorda, recita, canta mentre si fa inseguire e sorreggere in volo da un’orchestra che esplode ad ogni ritornello. Sipping on the sweet nectar è molto ritmata. Il funk in sottofondo si sposa benissimo con la voce accompagnata da flauti e violini, in un contrasto inaspettatamente armonioso. Il terzo brano è The opposite of Hallelujah, che segue la spensieratezza della canzone precedente ed è uno dei momenti in cui possiamo alzarci e saltare, battendo le mani al ritmo di una batteria e un piano. A postcard to Nina continua a farci sorridere: la comica atmosfera di una situazione paradossale viene resa perfettamente dall’incedere lento dei flauti mentre sotto la batteria sembra voler trascinare la melodia in un momento che sembra non finire mai. Una dichiarazione d’amore ci aspetta subito dopo: Into eternity affianca un testo dolcissimo a una ritmica brasiliana, tanto che alla fine ci sembra che si concluda con ballerini che battono le mani e musicisti che fanno suonare cucchiaini su bicchieri di vetro. Le tre canzoni successive sono più lente, ma non sdolcinate. Jens riesce sempre a ravvivare tutto con un testo simpatico (I’m leaving you because I don’t love you) o con stratagemmi melodici originali (If i could cry, it would feel like this). Shirin è dedicata al proprio barbiere, argomento ripreso anche in copertina. Altre tre canzoni ci restano da ascoltare: It was a strange time in my life, Kanske Ar Jag Kar I Dig e Friday night at the Drive-in bingo, tutte belle, tutte con qualcosa da raccontare. Eppure, mi piacerebbe chiudere con la prima. È stato un periodo strano nella sua vita. Sì, quando era imbranato, quando era sfortunato, insomma, normale. Si prende in giro ma non è superficiale, e riesce, nella canzone, a dialogare con un bimbo. Un bimbo che ride e canta, nato nel quartiere di Kortedala. Sarebbe davvero bello se anche noi riuscissimo a parlare col bambino che abbiamo lasciato dietro di noi qualche anno fa. E sarebbe bello ascoltare con lui questo album. Perché l’amore è una cosa seria e solo il suo gioco può farcelo scoprire. DISCOCLUB65 http://www.discoclub65.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1749&Itemid=1 Jens, che certo non è anziano, l’anno scorso è andato in pensione. Dopo due album ha deciso di abbandonare la musica, motivazioni non chiarissime ma decisione irrevocabile. Aveva pure trovato lavoro, in una sala da bingo. Quello che rimane oggi di quei propositi è Friday Night At The Drive-In Bingo, spumeggiante ultima traccia del disco del grande ritorno. È stato meglio così, con buona pace dei giocatori di tombola. Jens Lekman, svedese, è tra le voci più smaccatamente melodiche e accattivanti del pop moderno. Melodie a presa sicura, arrangiamenti vari ma facili e immediati, rimandi a tempi lontani e luccicanti in cui la musica pop era un pianeta strano e multicolore. Musica senza pretese, per fischiettare qualche melodia, innamorasi di un motivetto e nulla più. Sembra facile e non lo è.