Questionario

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Questionario
Pedagogia sperimentale
Il questionario
Pierpaolo Limone
Università degli Studi di Foggia
ERID Lab - Educational Research & Interaction Design • University of Foggia, Department of Human Sciences
Che cos’è il questionario
“Eʼ
uno strumento che contiene un certo numero di domande
organizzate in modo tale da ottenere informazioni precise e
confrontabili”!
Lucisano P., Salerni A., Metodologia delle ricerca in educazione e formazione, Carocci, Roma 2002, p. 192.!
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I vantaggi del questionario
-può essere utilizzato da un vasto campione di soggetti in un tempo
limitato;!
-evita differenze di approccio tra intervistatori nellʼambito di una
stessa indagine e di controllo dellʼattendibilità dei dati.!
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La costruzione del questionario
1) Obiettivo del tema su cui si è costruito il questionario
2) Descrizione delle variabili dell’intervistato (dati personali)
3) Studio esplorativo sui soggetti a cui il questionario è destinato
4) La formulazione delle domande
5) L’ordine delle domande e la strutturazione delle domande in sezioni
6) La predisposizione delle modalità di presentazione del questionario
7) La somministrazione pilota (pretest) del questionario
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La somministrazione del questionario
1) Se il questionario è consegnato all’intervistato, deve
essere corredato di una lettera che ne spiega gli obiettivi
2) Ciascun questionario deve essere contrassegnato da
un codice (es. LOR1A01 allievo numero 1 della classe 1A
della scuola “Lorenzo il Magnifico”, LOR)
3) E’ necessario prevedere un tasso di non risposta che
diventa più elevato se il questionario non è compilato in
presenza dell’intervistatore.
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Regole per costruire questionario valido ed
attendibile
1) Prestare particolare attenzione al modo in cui si
formulano le domande
2) Fare in modo che sia il più breve possibile
3) Curare la presentazione grafica e l’impaginazione
4) Fornire istruzioni precise e dettagliate
5) Precodificare le risposte, laddove possibile
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1) Formulazione delle domande:
-evitare
con una sola domanda di chiedere due o più
cose;
-eliminare ogni genere di ambiguità;
-controllare la possibile influenza che la domanda
esercita sul rispondente;
-eliminare le domande di cui non si ha chiaro in che
modo debbano essere analizzate;
-evitare le domande di formulazione incompleta;
-verificare che la risposta sia in grado
di poter
rispondere alla domanda;
-evitare che le domande poste possano ledere il diritto
o la riservatezza di chi deve rispondere.
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2) Brevità del questionario
“In generale quanto più sono lunghe e impegnative le
domande tanto minori sono le probabilità di ottenere
risposte affidabili”.
Lucisano P., Salerni A., Metodologia delle ricerca in educazione e formazione, op. cit. p. 194-195.
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3) Curare la presentazione grafica
-è errato fare in modo che le domande di un questionario entrino in
ogni caso in una sola pagina diminuendo i margini del foglio;
-è bene porre le risposte una sotto l’altra;
-nel caso di domande aperte, è bene lasciare uno spazio adeguato per
scrivere le risposte;
-è necessario numerare le domande per facilitare la tabulazione delle
risposte ed evitare errori.
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4) Fornire istruzioni precise e
dettagliate:
“Un questionario deve prevedere sempre una
presentazione dello strumento in cui spiegare e
chiarire sinteticamente gli obiettivi dell’indagine”.
Lucisano P., Salerni A.,Metodologia delle ricerca in educazione e formazione, op. cit., p. 196.
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5) Precodificare le risposte
“Alcune domande trattano gli argomenti per i quali la codifica è ovvia, altre
presentano invece una gamma di risposte possibili. In questi casi è possibile
prevedere delle categorie più ampie”.
Lucisano P., Salerni A.., Metodologia delle ricerca in educazione e formazione, op. cit., p. 196.
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L’ordine delle domande
-collocare nell’ultima parte del questionario le domande delicate e
potenzialmente imbarazzanti;
-presentare per prime le domande a cui è facile rispondere;
-porre le domande aperte alla fine del questionario perché richiedono
più impegno e concentrazione e tempi maggiori di risposta;
-seguire un ordine logico nella collocazione delle domande;
-evitare di favorire le risposte in serie;
-separare le coppie di domande che fungono da controllo di
attendibilità;
-cercare di variare le modalità e il tipo di domande;
-applicare la tecnica dell’imbuto: formulare domande generali (anche
aperte) e poi domande più specifiche.
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Tipologia di domande
APERTE: non
prevedono
alternative
predefinite di
risposta
CHIUSE:
le alternative
sono predefinite
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Le domande aperte:!
Domande aperte
Perché hai scelto questa scuola superiore?!
……!
Cosa ne pensi dellʼidea di prolungare lʼobbligo scolastico fino
a 18 anni?!
……!
ERID Lab - Educational Research & Interaction Design • University of Foggia, Department of Human Sciences!
Le domande chiuse:!
A scelta tra due alternative di risposta:!
Vivi con i tuoi genitori?!
1.  SI!
2.  NO!
Esempi di domande di
scelta. (Trinchero, 2002,
p.200)!
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Le domande chiuse:!
Esempi di domande
con
alternativa
di
risposta.
(Trinchero,
2002, p.201)!
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Le domande chiuse:!
Esempi di domande con
una lista di espressioni.
(Trinchero, 2002, p.201)!
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Le domande chiuse:!
Esempi di domande a
ordinamento forzato e
parziale.
(Trinchero,
2002, p.202)!
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Le domande chiuse:!
Esempi di domande con
scala
di
Guttman.
(Trinchero, 2002, p.201)!
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Le domande chiuse!
Esempi di domande di grado di
accordo e di posizionamento con
scale discrete. (Trinchero, 2002,
p.204)
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Le domande chiuse!
Esempi di domande di
grado di accordo e di
posizionamento con scale
continue. (Trinchero, 2002,
p.204)
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L’interpretazione delle risposte
LE VARIABILI
LE SCALE DI
MISURA
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La variabile
“Nel linguaggio della ricerca consideriamo
variabili per riferirci a un concetto che
possiamo classificare o misurare dato che al
suo interno contiene duo o più categorie” .
Lucisano, (2002), p. 59.
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La variabile
DIPENDENTE (variabile che deve essere spiegata)
INDIPENDENTE (spiegazione ipotizzata)
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Altri esempi di variabili
TESTUALE (appartenenti alle domande aperte)
CATEGORIALI (assegnata ad una categoria: genere
maschile/femminile). Se le categorie sono ordinabili, le
variabili saranno categoriali ordinate altrimenti categoriali
non ordinate (nominali).
CARDINALI (quantificazione del carattere in questione:
età). Possono essere di punto zero assoluto (punto con un
preciso significato nella realtà empirica). Se il punto zero è
relativo, si possono stabilire degli intervalli (stabilendo
degli intervalli uguali). In caso contrario, (punto zero
assoluto), è possibile definire dei rapporti tra i punti della
scala.
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Le scale di misura
“La misurazione è un processo nel quale
vengono collegati concetti astratti ad
indicatori empirici, cioè un processo che
comporta un esplicito ed organizzato piano
per classificare e/o quantificare”.
Lucisano, (2002), p. 61.
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Le scale di misura
NOMINALE (categorizzazione tra elementi diversi)
ORDINALE (se è possibile stabilire una relazione di
ordinamento)
A INTERVALLI (quando è possibile stabilire una distanza tra
ciascuna coppia di elementi)
DI RAPPORTI (quando esiste un punto zero assoluto)
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Altri esempi di scale:
LIKERT (1932): consente di rilevare l’intensità di un
atteggiamento. Le domande che compongono questa scala
presentano una serie di di affermazioni rispetto alle quali si
chiede al soggetto di esprimere il proprio grado di accordo.
Generalmente la scala ha 5 livelli di risposta.
THURSTONE (1929): consiste in un esempio di affermazioni
che esprimono una gamma di opinioni relative all’oggetto
dell’atteggiamento.
OSGOOD (1957): cerca di rilevare il grado di tensione
emotiva, positiva o negativa verso un dato concetto o termine.
GUTTMAN (1944): denominata comulativa o scalogramma
(le domande rappresentano un crescendo o un diminuendo
su un determinato atteggiamento).
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Le prove sociometriche
“Il test sociometrico prevede che si chieda a
ciuscun membro di un gruppo di indicare, in
ordine di preferenza, con quali membri
all’interno del gruppo vorrebbe svolgere una
determinata attività”.
Lucisano, (2002), p. 273.
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Le prove oggettive di profitto
“Una prova oggettiva è costituita da un elenco
strutturato di domande, la cui risposta corretta
da parte del soggetto è indicatore del
possesso di determinate conoscenze ed
abilità”.
Trinchero R., I metodi di ricerca educativa,, Laterza, Roma-Bari, 2009, p. 41.
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I test
PERSONALITA’: valutano tutti gli aspetti della personalità del
soggetto distinti dalle abilità intellettive come la motivazione, i
sentimenti ed i rapporti interpersonali.
ATTITUDINI:
si
basano
sulle
concezioni
fattoriali
dell’intelligenza e forniscono punteggi separati per le diverse
attitudini.
INTELLIGENZA: misurano abilità intellettive apprese senza un
insegnamento specifico come, ad esempio, la capacità logica,
l’intuizione, le correlazioni tra simboli e numeri ecc.
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