II serie/anno 5 - n.12 - Giugno 2008

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II serie/anno 5 - n.12 - Giugno 2008
Centro Forestazione Urbana
Sentieri in città
IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL CMP ROSERIO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2, DCB Milano
Notiziario di Boscoincittà e Parco delle Cave
II serie/anno 5
•
n. 12
•
giugno 2008
editoriale
Dire, fare, partecipare
I
cantieri di lavoro volontario sono un
appuntamento ormai noto alle famiglie
dell’area milanese che, la domenica, decidono di dedicare qualche ora del proprio tempo libero alla cura del parco
(prossimi appuntamenti a pagina 3). Il tema è altrettanto caro a quelle classi che
ogni anno aderiscono all’attività di educazione ambientale Il parco cresce con
noi: piantagioni, pulizie, piccoli lavori di
carpenteria. È invece meno conosciuto
da quelle aziende che propongono ai
propri dipendenti giornate di volontariato in campo sociale o ambientale, abbinando al ‘servizio’ un’occasione di socializzazione tra persone che, pur fre-
quentando lo stesso ambiente di lavoro,
possono realmente avere poche occasioni per conoscersi a causa dei più svariati motivi come, ad esempio, le dimensioni aziendali, i diversi ruoli ricoperti, il
decentramento delle sedi. Il Community
Day di Levi’s o il Google Serve sono le
due esperienze che hanno avvicinato il
nostro Centro a questa esperienza, dimostrando che il parco, grazie alla regia
e all’impegno dei suoi operatori, è un
luogo ideale, un laboratorio flessibile,
adattabile alle esigenze di coloro che organizzano giornate di volontariato aziendale: una buona occasione, dunque, per
le aziende e per il parco stesso.
Questa modalità di interazione tra aziende e realtà locali è molto interessante,
come del resto lo è quella più conosciuta delle sponsorizzazioni che, negli anni,
hanno consentito a enti e associazioni di
fare ricerca, organizzare campagne e
promuovere iniziative in campo ambientale, culturale o socio-assistenziale, al
fine di migliorare la qualità della vita dei
cittadini. Con le sponsorizzazioni le
aziende hanno contribuito, e contribuiscono ancora, alla vita culturale e associativa del Paese, con il volontariato
aziendale costruiscono relazione con la
società.
MILENA BERTACCHI
Lavori in corso
Per fare un bosco
Ci vogliono i terreni, gli alberi e gli arbusti, le persone
che lo piantano e lo curano: a novembre con i cantieri
di volontariato che coinvolgeranno famiglie,
scuole e scout pianteremo oltre 13.000 nuove piante
on è la festa degli alberi ma un bosco vero per i milanesi intitolavano
le locandine utilizzate a metà degli anni
’70 per chiedere ai cittadini di partecipare alle piantagioni organizzate dal Gruppo giovani di Italia Nostra per cominciare a realizzare quello che in pochi anni
sarebbe diventato il Boscoincittà. Un’area di trentacinque ettari e una cascina
disabitata sono, nel 1974, il nucleo originario del parco che oggi si estende su
una superficie di oltre centoventi ettari.
Il primo progetto è datato 1973: mentre
un’equipe di Italia Nostra (agronomi, forestali, architetti, paesaggisti e urbanisti)
lo produce, il Comune di Milano concede all’associazione il fondo San Romano per realizzarlo.
Il bosco costituisce l’elemento principale
del progetto che si connota come la prima esperienza di forestazione urbana in
Italia, antesignana della normativa di riferimento e di molte altre esperienze suc-
N
cessivamente realizzate sul territorio nazionale. Nelle attività di piantagione vengono coinvolte soprattutto le scuole e gli
scout, ma anche i cittadini che singolarmente o in famiglia partecipano alle domeniche di volontariato. Vengono utilizzate le piante disponibili presso i vivai del
Corpo Forestale dello Stato, in particolare quelle specie caratterizzate da un rapido accrescimento come la quercia rossa,
l’acero montano, l’acero negundo, l’olmo
e il frassino. Parallelamente viene allestito un semenzaio e un vivaio per la raccolta di semi e la produzione di piante autoctone da impiegare nella realizzazione dei
successivi lotti di bosco. È così che, pian
piano, viene messa a punto la tecnica di
forestazione urbana poi sempre utilizzata
nel parco, tecnica che prevede l’impiego
di specie dell’associazione vegetale
querco-carpineto essendo il modello di riferimento quello del bosco planiziale a
dominanza di quercia.
2
La struttura di un bosco è generalmente
suddivisa in uno strato principale di alberi
ad alto fusto (50%), in uno strato intermedio di alberi di media grandezza (25%) e
in uno strato arbustivo (25%). Nello strato principale vengono piantate farnie, cerri, frassini, pioppi neri, ciliegi selvatici, olmi campestri e tigli nostrani; in quello intermedio carpini bianchi, aceri campestri,
padi, meli e peri selvatici; in quello arbustivo prugnoli, noccioli, sanguinelli, viburni, rose canine, ligustri, saliconi, frangole,
evonimi e biancospini. Dunque, il prossimo autunno, le piantagioni saranno occasione di partecipazione e volontariato, ma
anche di conoscenza delle specie arboree e arbustive che compongono i nostri
boschi. Pianteremo giovani piante di uno
o due anni di età che all’inizio avranno bisogno di alcune cure colturali a garanzia
del proprio sviluppo: nell’immediato e nel
corso dei primi tre/quattro anni dall’impianto avranno bisogno di interventi di
lotta contro le infestanti e di irrigazioni,
negli anni successivi anche di diradamenti selettivi per permettere al bosco di
svilupparsi in maniera equilibrata e di raggiungere una piena maturità, caratterizzata dalla capacità di ospitare un grande
A fronte: volontari al lavoro in una foto degli anni ’70.
Oggi come allora le piantagioni sono occasione
di partecipazione alla vita del parco. Sopra: 1974,
la prima locandina realizzata per invitare i cittadini
a piantare gli alberi di Boscoincittà. A destra:
indicazioni per effettuare una corretta piantagione
numero di interazioni tra organismi vegetali e animali e di rinnovarsi naturalmente:
il bosco è un ambiente vivo, dove alberi,
arbusti, erbe spontanee e fiori ospitano
uccelli e altri animali selvatici. Ma nel parco non ci sono solo boschi, ci sono anche
prati, corsi d’acqua, zone umide, aree
agricole coltivate, orti assegnati ai cittadini che li coltivano con grande cura. C’è
anche un laghetto. Numerosi sentieri conducono alla sua scoperta: alcuni si inoltrano tra i campi coltivati di Trenno e Figino, altri congiungono il Bosco con il Parco delle Cave e di Trenno. Vi invitiamo a
visitarlo, utilizzando la mappa a pagina
14, oppure partecipando alla campagna
di volontariato di novembre, quando, dopo le piantagioni vi proporremo alcuni
percorsi di visita guidata.
MILENA BERTACCHI
Cantieri di lavoro volontario
■ Per tutti
domenica 9 e 16 novembre 2008
appuntamento: ore 9 - Boscoincittà,
cascina San Romano, via Novara 340 Milano
■ Per scolaresche e gruppi scout
prenota il tuo cantiere telefonando al
Centro per la Forestazione Urbana (02 4522401)
3
Appunti di viaggio
Paris nature: la natura diffusa
nella capitale francese
Paris Nature rappresenta un complesso di iniziative di educazione alla cittadinanza
promosse a partire dalla metà degli anni ’80 da un Servizio dedicato
dell’amministrazione parigina. In ragione della più che ventennale esperienza,
Paris Nature offre una serie di spunti interessanti in termini
di innovazione, organizzazione, creatività e integrazione delle proposte
La natura diffusa:
una prospettiva per la città
Belleville, Parigi: un quartiere noto perlopiù per l’ambientazione delle poco ordinarie vicende di Malaussène e della sua
bizzarra famiglia, raccontate da Daniel
Pennac. Comincia qui questo breve resoconto di ricerca di cui si vuole dare notizia. È qui infatti che ‘flaneggiando’ per le
strade del quartiere è possibile visitare
tre Jardins partagés1 (Giardini condivisi),
sorti molto vicini tra loro ma alquanto diversi: ci offrono vari spunti per illustrare
una delle iniziative di Paris Nature.
Si tratta di piccoli-grandi luoghi di aggregazione sociale e di natura diffusa,
un poco nascosti tra i palazzi: occupano spazi lasciati inconsapevolmente liberi dagli edifici e dal cemento, spesso
abbandonati, in attesa di nuove progettualità, dismessi ed emarginati. Grazie al
programma comunale Main Verte, la comunità locale organizzata in associazione, si impegna ad animare tali luoghi
tramite l’organizzazione di varie attività:
orticoltura, floricoltura, allevamento di
piccoli animali, di api con la produzione
di miele, riciclo di rifiuti e realizzazione di
compost, corsi, concerti, incontri di
scambi di semi, educazione ambientale, etc. Non solo i residenti sono impegnati in questa iniziativa: una convenzione sottoscritta con il Comune di Parigi assicura la concessione in uso dello
spazio, la preparazione del suolo per
adattarlo alle esigenze colturali, l’eventuale bonifica, l’approvvigionamento
idrico, etc. Su iniziativa dei residenti, sono stati creati 30 Jardins partagés, diffusi soprattutto nei quartieri periferici, dimostrando ancora una volta la vitalità e
la risposta di questi margini cittadini
spesso non adeguatamente considerati. L’incontro con gli estensori del progetto ha permesso di evidenziare i punti
di forza dell’esperienza: la volontarietà,
le potenzialità di aggregazione e di in-
clusione sociale e la funzione per così
dire auto-educativa di piccoli spazi gestiti in condivisione. Pare che, nonostante alcuni scetticismi iniziali, l’autogestione di tali luoghi, accompagnata
dalla creazione implicita di una convivialità sulle attività di coltivazione, abbia
creato una maggior conoscenza vicendevole e della natura stessa, tanto da incrementare il rispetto nei confronti della
componente vegetale e della risorsa
condivisa. L’apertura alla cittadinanza
viene promossa indirettamente evitando, laddove possibile, la parcellizzazione del terreno (che di fatto ne comporterebbe l’appropriazione individuale), organizzando l’accessibilità in alcuni giorni della settimana e ogniqualvolta un
membro dell’associazione incaricata
4
della gestione si trovi all’interno dell’area. Infine, non solo la realizzazione dei
Giardini condivisi è stata l’occasione
per la nascita di nuovi attori associativi
e quindi di nuove comunanze, ma anche
un’opportunità raccolta da soggetti locali già attivi nel territorio.
Le prime esperienze di Jardins partagés
emergono verso la metà degli anni ’90.
Non sono estemporanee, nascono piuttosto nel quadro di un processo di evoluzione del Servizio Paris Nature che, in
questo percorso, ha coinvolto tutta la Direzione Spazi Verdi e Ambiente2 del Comune di Parigi, alla quale afferisce.
Nella capitale dell’Hexagone, sebbene rinomata per i giardini all’italiana, tanto curati quanto frutto di ‘artificializzazione’
permanente, sono stati sperimentati altri
approcci, volti a una gestione ecologica
degli ambienti, favorendo la crescita
spontanea e le specie vegetali più comuni. Si è così constatato, a fronte delle iniziali resistenze rispetto a una natura meno ‘ordinata’, un manifesto consenso da
parte dei cittadini che ha coinciso, di fatto incrementandone la misura, con un
aumento dell’interesse rispetto al giardinaggio3 e alla conoscenza delle tematiche naturalistiche.
L’aspetto in questione attiene alle trasformazioni del ‘percepito’ da parte delle società urbane: dal pittoresco al sauvage apprivoisé (selvaggio addomesticato), dall’ammirazione per i ‘quadri’ bucolici ai rapporti culturali, sportivi, comunque consapevoli con la natura laddove
essa si mostri più spontanea. Così anche
nei giardini storici (Jardin des Plantes,
Bois de Boulogne) la Direzione del Verde
ha avviato sperimentazioni in tal senso:
ecosistemi acquatici che ospitano specie migratrici, aree destinate al bird watching, etc. L’obiettivo è quello, quindi, di
ricreare una ‘natura di prossimità’ che favorisca la circolazione non solo degli
umani, ma anche delle specie animali
(cfr. Donadieu et al., 2001).
Appunti di viaggio
“
Siamo un servizio pubblico che lavora per i parigini. Parliamo loro della natura che esiste a Parigi. Il nostro compito è quello di individuare questa natura e
in seguito di renderla evidente agli abitanti, affinché essi possano sul lungo periodo prendersene carico
”
Claude Frison, vice-direttrice della Division à l’écologie urbaine; in Lizet et al., 1997
All’origine dell’esperienza
L’evoluzione dell’idea di natura che ha
generato i Giardini condivisi è da ricercare
in una maggior conoscenza delle componenti vegetali e animali promossa da Paris Nature a partire dalla metà degli anni
Ottanta. Una vera passione e dedizione
per la biodiversità di Parigi, ritenuta una
delle città più ‘minerali’ d’Europa, ha animato i primi passi, con la realizzazione di
inventari4 e di Sentieri Natura (attualmente
una ventina), itinerari alla scoperta della
natura in città. Questa operazione ha permesso di conferire pari dignità di ‘patrimonio’ alla vegetazione spontanea e non
solo ai più tradizionali giardini.
Un progetto di Casa della natura è all’origine dell’istituzione di Paris Nature che
negli anni si è sviluppato a tal punto da
gestire una rete di 14 siti (tra i quali bus
e barconi attrezzati, orti e giardini, ecomusei, biblioteche, etc.) e da accogliere
annualmente fino a mezzo milione di
persone (circa un quarto della popolazione registrata nel comune parigino),
delle quali 26.000 tra bambini e ragazzi
(anno scolastico 2006-2007) nell’ambito di attività offerte gratuitamente alle
scuole e ai centri di aggregazione e di
vacanza.
Negli anni l’esperienza ha ampliato il
proprio pubblico di riferimento, dalle
scuole a tutte le fasce della popolazio5
ne, e ha notevolmente diversificato le
attività toccando temi variegati, come
l’atmosfera nella Casa dell’aria a Belleville o il risparmio delle risorse nella gestione casalinga come nel caso delle
due strutture denominate Clos des
Blancs Manteaux e Pavillon à clé. La potenzialità di Paris Nature è espressa anche dalla volontà di fare rete tra varie iniziative sociali, culturali e naturalistiche,
alla ricerca di un benessere condiviso e
diffuso. Molteplici, ad esempio, sono le
iniziative che coinvolgono eventi musicali e teatrali ambientati nei vari spazi (si
cita il caso del Paris Jazz Festival) oppure i momenti di coordinamento e di formazione tra le numerose associazioni
Appunti di viaggio
Per approfondire
■ Baudelet L., Les jardins
partagés: un nouveau espace
public?, Urbanisme, n. 343,
2005, pp.42-43
■ Donadieu P., Loridan S.,
La production de la nature
dans les villes. Une
construction materielle et
symbolique, in Chapuis J.L.,
Barre V., Barnaud G. (a cura
di), Récréer la nature –
Réhabilitation, restauration et
création d’écosystèmesPrincipaux résultats
scientifiques et opérationnels,
Ministère de l’Aménagement
du Territoire et de
■ Lizet B., Frison C., Nature
urbaine, pédagogie et
communication, Paris-Nature,
Direction des Parcs, Jardins et
Espaces Verts, in dossier Lizet
B. (a cura di), Sauvages dans
la ville, Journal d’agriculture
traditionnelle et de Botanique
Appliquée, Muséum national
d’histoire naturelle, vol.39, n.
2, 1997, pp. 357-371
■ Mariotti A., Gli spazi verdi
nella città globale – il caso di
Parigi, in Gaddoni S. (a cura
di), Spazi verdi e paesaggio
urbano, Geografia e
organizzazione dello sviluppo
l’Environnement-Muséum
National d’Histoire Naturelle,
Juillet 2001, pp. 166-172
■ Cottino P., La città
imprevista. Il dissenso nell’uso
dello spazio urbano, Eleuthera,
Milano, 2003
■ Illich I., La convivialità,
(edizione originale 1973), RED,
Como, 1993
■ IGVP-Inspection générale de
la Ville de Paris, Rapport
annuel de l’Inspection
générale de la Ville de Paris –
Audit organisationnel de la
Direction des Parcs, Jardins et
Espaces Verts, 2006, pp. 1-54
territoriale, Studi regionali e
monografici, n. 28, Patron
Editore, Bologna, 2002,
pp. 283- 295
■ Moret J., J’ai déjà vu des
renards et des orchidées à
Paris, intervista a cura della
redazione del Journal du Net,
http://www.journaldunet.com/
science/environnement/intervi
ews/06/moret/chatmoret.shtml, 2007
■ Région Île de France,
Charte régionale de la
biodiversité et des milieux
naturels, Région Île de France,
décembre 2003
Climat) e in una procedura interna di
Agenda 21, con la finalità di adeguare il
proprio stile di vita lavorativa prima di
proporne la diffusione al pubblico. In
conclusione, il contesto parigino risulta
molto ricco di risorse territoriali di qualità (in termini di diversità degli ambienti, di ricchezza in specie, di strutture)
nell’ambito delle quali è possibile realizzare un’offerta articolata come quella
proposta da Paris Nature.
nate in molte città francesi con la finalità
di promuovere la gestione di spazi verdi
in condivisione.
In questi mesi è in corso una riorganizzazione all’interno dell’amministrazione
parigina che vedrà l’esperienza di Paris
Nature 5 confluire in una più articolata
struttura denominata Educazione all’Ecologia Urbana. Tale operazione avrebbe la finalità di coordinare meglio il
complesso di attività, offrendo così un
migliore servizio alla cittadinanza. Si segnala, inoltre, che gli uffici sono attualmente impegnati nel percorso cittadino
volto all’adozione di misure di contenimento delle emissioni di gas serra (Plan
CHIARA PIROVANO
Geografa, si occupa
di processi partecipati
[email protected]
Paris Nature: un’esperienza educativa e sociale
Ricerca realizzata nell’ambito del
progetto Per una gestione partecipata nell’ovest Milano: integrazione del sistema irriguo e volontariato cittadino (Centro per la Forestazione Urbana - Italia Nostra
per Fondazione CARIPLO). L’articolo costituisce una breve sintesi
dell’indagine, disponibile presso
la Biblioteca del CFU. Ai fini della
sua realizzazione sono stati effettuati sopralluoghi e interviste
(2007 e 2008). Si ringrazia, in particolare, l’équipe di Paris Nature:
Hélène Strag, Claude Frison, Magali Drutinus, Michel Giry, Antoine
Cassard e George Lehou, oltre ai
referenti della DEVE (Direction
des Espaces Verts et Environne-
ment) Ghislaine Jeffroy e Murièle
Le Marquand
1 Creati sull’esempio del modello
nord americano dei community
garden (cfr. Baudelet, 2005) e dei
jardins familiaux (nati nei primi decenni del XX secolo, “concepiti
come strumenti di azione igienica, atti a fronteggiare i numerosi
problemi sociali della classe operaia”, terreni concessi alle famiglie per la coltivazione di prodotti
per l’autoconsumo, Mariotti,
2002, p. 284)
2 La Direzione Spazi Verdi e Ambiente è incaricata della gestione
di 455 giardini, oltre degli arredi di
20 cimiteri e di 1.500 spazi verdi
interni a strutture pubbliche. Il
personale alle sue dipendenze
conta 4.230 effettivi, dei quali
2.600 tecnici del verde, giardinieri e potatori (IGVP, 2006)
3 In questa luce, il giardinaggio
viene considerato come “una
modalità moderna di prendersi
carico della natura” e aree come il
Jardin naturel e il Jardin sauvage
risultano particolarmente graditi
ai visitatori che hanno iniziato ad
apprezzare il contenuto ecologico e non solo estetizzante degli
ambienti, manifestando interesse
e curiosità anche per le specie
minori
4 Risulta molto complesso disporre di un quadro completo
della biodiversità a Parigi: se-
6
condo il botanico del Museo di
Storia Naturale, Jacques Moret,
ogni giorno si scoprono specie
nuove: tra il 2001 e il 2005 sono
state segnalate 217 specie animali e 981 vegetali (Moret, 2007).
In rapporto alle altre città, sembra che Parigi sia particolarmente permeabile all’introduzione di
nuove specie, in ragione della
forte circolazione di persone e di
merci che giungono da ogni parte del mondo
5 Gli investimenti complessivi
ammontano a 12.210.591 euro
(1986-2007). Il personale coinvolto consta di 85 impiegati nel complesso, dei quali 45 educatori ambientali
Itinerari
Un piano per Milano
Il censimento dei ciclisti milanesi è un’iniziativa di FIAB Ciclobby per monitorare
l’andamento dei flussi di biciclette a Milano. Dal 2007 viene realizzata
in sinergia con il Comune di Milano e con il supporto tecnico dell’Agenzia Milanese
Mobilità Ambiente, autori anche del piano ciclistico per la città
Quando, come e dove
I risultati
Mercoledì 19 settembre 2007, settima
edizione: l’area interna alla cerchia dei
Navigli è stata suddivisa in venti sezioni
dove, dalle 7.30 alle 9.30 e dalle 10.30 alle 12.30, sono stati raccolti i dati tramite
schede di rilevazione compilate da volontari, opportunamente formati nel corso di tre incontri preparatori. In sette sezioni il monitoraggio è stato prolungato
fino alle 19.30. Il censimento 2008 è stato
effettuato mercoledì 14 maggio. I risultati verranno pubblicati prossimamente sul
sito internet www.ciclobby.it
Nell’arco della mattinata (13 sezioni) sono
state contate 9.582 biciclette, con una flessione del 10,7% rispetto all’anno precedente (2006). Tuttavia, considerando solo
la fascia oraria di punta del mattino (7.309.30) la diminuzione è meno significativa a
riprova che gli spostamenti sistematici in
bicicletta (recarsi al posto di lavoro, a scuola o all’università) non sono variati significativamente rispetto allo scorso anno.
Nell’arco dell’intera giornata (7 sezioni) sono state contate 27.000 biciclette circa,
con un calo del 12,9% rispetto al 2006.
Ciclisti in ingresso e in uscita dalla cerchia dei Navigli
(7.30-9.30 e 10.30-12.30): andamento 2002-2007
Confrontando l’analisi dei sei anni di censimento (2002 - 2007), a parità di condizioni atmosferiche, si evidenzia una iniziale
tendenza alla crescita dei flussi di biciclette
che si è assestata a partire dal 2004, quando si raggiunsero 30.000 passaggi in entrata e uscita. D’altra parte, in tutta l’area
urbana, il numero dei ciclisti è complessivamente aumentato come risulta da un’indagine svolta nel 2005 dall’Agenzia Milanese Mobilità Ambiente, dove emerge che
rispetto al 1995 (indagine similare svolta
dall’ATM) il numero dei milanesi che usano
la bicicletta è passato dal 2% al 6,4% rispetto al totale degli spostamenti. Resta
Ciclisti in ingresso e in uscita dalla cerchia dei Navigli
(7.30-19.30): andamento 2002-2007
Andamento del flusso di biciclette (7.30-19.30): somma dei passaggi
relativi alle 7 postazioni rilevate
7
Itinerari
In Italia, ogni giorno, sempre più persone usano la bici. Il solo rispetto del Codice della
strada non garantisce l’incolumità di chi usa la bicicletta. Prudenza e buon senso
aiutano ad evitare i pericoli presenti sulle strade come suggerisce FIAB Ciclobby
a ciclisti, pedoni e automobilisti
a cura di Donata Schiannini
attivista Fiab CICLOBBY
COSA PUOI FARE TU CICLISTA
■ Buona norma è considerarsi alla pari di tutti gli
altri mezzi circolanti. Hai gli stessi diritti e doveri.
Evita incertezze, soggezioni e senso di inferiorità:
sono causa di manovre incomprensibili agli altri veicoli perciò a volte pericolose
■ Indossa il casco: protegge la parte più preziosa di te stesso. È particolarmente raccomandato ai più piccoli
■ Controlla costantemente il perfetto funzionamento dei freni, delle luci (anteriori e posteriori), dei catadiottri (posteriori e laterali su ruote
e pedali), del campanello e dei pneumatici della
tua bicicletta
■ Invia segnali precisi e con buon anticipo agli
altri utenti della strada:
- usa il braccio destro/sinistro per segnalare una
svolta, ma soprattutto quando ti sposti al centro
della strada per superare auto parcheggiate
- usa il campanello: scegline uno molto rumoroso che possa essere udibile a distanza
■ Sii sempre vigile nel traffico:
- cerca di prevenire le manovre degli altri veicoli stabilendo un contatto visivo con i guidatori
e assicurandoti che ti abbiano visto
- tieni sotto controllo con la coda dell’occhio o con
l’udito anche ciò che avviene alle tue spalle
- non distrarti con cuffie, iPod, cellulare
■ In un incrocio semaforizzato difficile puoi
svoltare a sinistra anche in due tempi: attraversa l’incrocio stando sulla destra, attendi il verde
nell’altra direzione e prosegui. Non passare mai
con il semaforo rosso
■ Cerca di non percorrere strade dissestate o
molto trafficate: preferisci un percorso più lungo
ma sicuro
■ Usa i marciapiedi solo se sono larghi a sufficienza, educatamente, andando piano e fermandoti tutte le volte che è necessario: sei un ospite.
Ogni volta che condividi degli spazi con i pedoni
non dimenticare che anche loro, proprio come te,
sono utenti deboli della strada: presta loro attenzione e non spaventarli
■ Renditi ben visibile anche quando l’illuminazione è scarsa, magari indossando qualcosa di
fluorescente
■ Tieniti a distanza dai mezzi pesanti come furgoni, autocarri, autobus: spesso non ti vedono
■ Attenzione!
- alle rotaie: la tua ruota può incastrarsi dentro e
farti cadere. Passaci sopra di traverso, con un
angolo di almeno 30 gradi, senza frenare bruscamente quando piove
- ai veicoli parcheggiati con qualcuno alla guida
che potrebbe aprire la portiera o muoversi in quel
momento
- a scooter e motorini che spesso superano a
destra
COSA PUOI FARE TU AUTOMOBILISTA
■ Ricorda che il mezzo metro adiacente al
marciapiede è normalmente lo spazio per il
transito delle bici: lascialo sempre libero e comunque prima di accostare verifica se hai un ciclista sul fianco destro
■ Non parcheggiare in seconda fila perché così obblighi i ciclisti ad andare in mezzo alla strada, con il rischio di essere investiti da dietro
■ Prima di aprire la portiera non limitarti a verificare che non arrivino macchine: nel solito mezzo metro, alla tua destra e alla tua sinistra, passano anche i ciclisti e una ‘sportellata’ può fare
molto male, oltre a danneggiare la portiera
■ Prima di ripartire controlla se hai un ciclista
alla tua sinistra
■ Rispetta i limiti di velocità: la velocità uccide
■ Ricorda che il modo più ‘sicuro’ per ammazzare un ciclista (e un motociclista) è guidare un
mezzo a motore, avere il ciclista alla propria
destra al semaforo e svoltare a destra mentre
lui procede dritto. Fino a quando non ci saranno
anche a Milano le linee d’arresto delle biciclette
avanzate rispetto a quelle dei mezzi a motore,
per favore guarda
■ E infine due richieste ai pedoni, anche se ‘disarmati’ come i ciclisti:
- non considerate il primo mezzo metro di carreggiata come un prolungamento del marciapiede, sul quale potete scendere senza guardare: è il solito mezzo metro nel quale passano i ciclisti
- se volete camminare sulle poche piste ciclabili esistenti, fatelo pure, ma non in gruppi che
le occupano completamente, non con i cani
anche se al guinzaglio o con i bambini non tenuti per mano
l’impressione che si stia consolidando una fase di assestamento nel trasferimento
modale a favore della bicicletta rispetto ad altri mezzi
di trasporto.
Il risultato complessivo del
censimento 2007 non deve
essere considerato negativo,
bensì una conferma dell’importanza della bicicletta come mezzo ideale per spostarsi in città. In effetti, si tratta di un risultato positivo se si
considera che in questi anni
poco è stato fatto dall’amministrazione comunale per favorire l’uso della bicicletta.
Analizzando i dati raccolti per
ogni singola sezione di conteggio è possibile rilevare alcune particolarità.
Il calo dei flussi ha riguardato
molte postazioni di conteggio, fatta eccezione corso
Italia (+10%), via Mercato e
corso di Porta Ticinese.
La diminuzione dei transiti è
rilevante, in termini percentuali, in via Brera (-27,9 %), in
via Correnti (-20,9%), in corso Monforte (-21%) e in via
Wittgens – via della Chiusa
(-30%).
La sezione più trafficata in
assoluto dalle biciclette è
corso di Porta Venezia dove
in quattro ore di conteggio
sono stati totalizzati 1.191
passaggi; nell’ora di punta
(8.30-9.30) sono stati rilevati
547 passaggi, di cui 402 in
entrata.
GIAN PIETRO VISCONTI
Fiab CICLOBBY
8
Itinerari
IL PIANO DELLA MOBILITÀ
CICLISTICA MILANESE
È il documento di indirizzo inerente le tematiche della ciclabilità: oltre a porre le basi per la
realizzazione di una rete cittadina diffusa e interconnessa, costituisce la base di partenza
per una politica della ciclabilità in costante
sviluppo e miglioramento, sia per quanto riguarda l’estensione della rete ciclabile che
per le iniziative collaterali e di supporto alla ciclabilità in senso più esteso. Il Piano ha coinvolto l’Agenzia per la Mobilità, il Politecnico di
Milano, la Fondazione CARIPLO e FIAB Ciclobby. Il programma degli interventi prevede
la realizzazione di una rete di percorsi ciclabili che, entro il 2011, prolungherà gli attuali 67
chilometri fino a 130. La realizzazione del primo tratto di ampliamento (16,3 km) è previsto
nel 2008.
Il progetto di maglia ciclabile di Milano risulta
articolato in quattro componenti con differenti funzioni e/o ambiti di pertinenza:
■ rete dei Raggi Verdi
e dei Sistemi Verdi di Cintura:
maglia di itinerari dedicati alla mobilità
pedonale e ciclabile, finalizzati oltre che
alla fruizione delle zone verdi anche al
soddisfacimento dei collegamenti ciclabili tra centro e periferia
■ rete del centro storico:
itinerari radiali di relazione piazza Duomoperimetro centro storico, itinerari tangenziali e di gronda, associati a interventi viabilistici finalizzati a creare condizioni tali da
permettere una ciclabilità diffusa
■ rete di adduzione e supporto:
maglia finalizzata a coadiuvare in termini
di connettività la rete radiale individuata
dai Raggi Verdi e a completarne il sistema delle relazioni
■ rete di completamento:
maglia di distribuzione della mobilità ciclistica caratterizzata dalla realizzazione
di interventi di moderazione del traffico
sulla viabilità locale
II Piano prevede anche la posa di nuove rastrelliere diffuse su tutto il territorio cittadino
e l’attivazione del bike sharing, servizio noleggio biciclette con punti di accesso distribuiti capillarmente: saranno messe a disposizione 5.000 biciclette in 250 stazioni. Il servizio, già diffuso in molte città europee, permetterà a milanesi e turisti di muoversi nel rispetto dell’ambiente, ma anche in modo pratico, noleggiando una bicicletta solo per il
periodo di tempo necessario allo sposta-
Le mappe sono state estratte
dal Piano della Mobilità Ciclistica,
a cura di Comune di Milano
e Agenzia Milanese Mobilità
Ambiente.
In alto: rete ciclabile esistente.
A lato: rete ciclabile di progetto
per il centro storico.
Interventi prioritari:
Duomo - Porta Monforte
Duomo - Porta Nuova
Castello - Porta Nuova
Duomo - Porta Sempione
Castello - Porta Ticinese
Duomo - Porta Ticinese
Duomo - Porta Romana
Università Statale - Porta Romana.
Trattasi di raccordi ciclabili
con gli itinerari radiali attestati
alla cerchia dei Bastioni
e di interventi finalizzati
a favorire la ciclabilità diffusa
su tutto il centro storico milanese
mento. Negli intenti del Comune di Milano resta anche la realizzazione di velostazioni intese come strutture attrezzate per offrire al
ciclista servizi di manutenzione e riparazione, noleggio e sosta custodita; come prime
localizzazioni sono state ipotizzate Lambrate F.S., Greco Pirelli F.S. e Certosa F.S.
G.P.V.
9
Il libro della giungla
Le vespe
Con i loro nidi che assomigliano a veri capolavori di architettura
sono, contrariamente alla loro reputazione, insetti
dall’indole mite che diventano aggressivi solo se minacciati
e vespe sono fra gli insetti più conosciuti e famigerati, benchè la quasi
L
totalità delle persone sappia in realtà
pochissimo su questi insetti appartenenti all’ordine degli imenotteri e spesso non sia in grado di riconoscerli correttamente.
Esistono infatti moltissimi insetti appartenenti a vari ordini (ditteri, lepidotteri,
coleotteri) che imitano nella colorazione
e anche nei movimenti le vespe, sfruttando proprio questa somiglianza per
difendersi dai predatori, dato che il pungiglione delle vespe è ben noto e temuto
In alto: vespa cartonaia.
Sopra, in senso orario:
nido di calabrone,
nido di vespa germanica
e nido di vespa cartonaia
10
nel regno animale. Il fenomeno è noto
come mimetismo batesiano.
Anche quando ci imbattiamo in una vera vespa dobbiamo ricordarci che questi insetti sono aggressivi solo in prossimità del nido (3-4 mt), diversamente sono di indole più mite di quanto si pensi e
pungono solo se vengono maneggiati
incautamente. Le comunità di vespe sono sempre annuali: la regina fecondata,
dopo avere superato l’inverno in un luogo riparato, fonda la nuova colonia in
primavera che si sviluppa sempre più
rapidamente con il procedere della stagione calda, aumentando il numero di
operaie (tutte femmine sterili) che partecipano alla sua costruzione; raggiunge il
massimo nella tarda estate (agosto-settembre) quando nel nido vi possono essere anche alcune migliaia di vespe. A
questo punto compaiono i maschi, destinati ad accoppiarsi con le nuove regine, e comincia il rapido declino della colonia, dovuto alla morte dei suoi membri
che non vengono più rimpiazzati. I vecchi nidi non vengono mai riutilizzati.
I nidi di vespa sono costituiti da cellulosa
impastata e sono dei veri capolavori di architettura. A seconda delle specie variano
le dimensioni, la forma e anche la posizione. Possono essere appesi in zone visibili
come rami di alberi o grondaie oppure all’interno di cavità (cavi di grandi alberi, tane sotterranee di animali). La scarsità di
vecchi alberi ricchi di anfratti fa sì che nelle
aree urbane alcune specie spesso usino
spazi artificiali (cassonetti delle tapparelle,
intercapedini dei muri, camini, solai, cassette nido per uccelli), creando non poca
preoccupazione fra gli abitanti delle case
‘prescelte’. In realtà molte volte è possibile convivere per tutta l’estate con una colonia di vespe nelle vicinanze senza correre particolari pericoli.
Le vespe adulte si cibano di alimenti zuccherini (nettare, frutti maturi), mentre alimentano le proprie larve con prede vive;
sono quindi da considerarsi utili per la
grande quantità di insetti molesti che catturano, soprattutto mosche, bruchi e cavallette.
La puntura delle vespe è certamente dolorosa ma non pericolosa, eccetto nelle
rare persone allergiche che possono incorrere in gravi shock anafilattici. In ogni
Il libro della giungla
Regina
di calabrone
(Vespa crabro)
Testi e foto sono
dell’entomologo
Nicola Pilon
(via Capri, 11/3 20153 Milano)
che sul sito
www.elitron.mi.it
propone un’ampia
galleria di
immagini
e informazioni
relative a vespe
e altri insetti
caso il loro veleno non è più tossico di
quello delle api che da sempre possiedono un migliore ‘ufficio stampa’. L’applicazione di ghiaccio rimane il rimedio migliore in caso di incontri sfortunati.
Situazioni realmente pericolose e meno
rare di quanto si creda possono capitare
quando questi insetti si introducono all’interno di lattine di bibite o cibi lasciati
momentaneamente incustoditi, con rischio di punture all’interno della bocca.
NICOLA PILON
[email protected]
Vespa cartonaia
Vespa germanica
Calabrone
(Polistes dominulus)
operaie mm 13-15
regine mm 13-17
(Vespula germanica)
operaie mm 12-16
regine mm 17-20
(Vespa crabro)
S
L’
È
i distingue dalle altre vespe per
l’addome affusolato, dal contorno ovale e raccordato al torace da un
peduncolo ben visibile.
Ancora più facile da riconoscere è il
suo nido, di piccole dimensioni (1015 centimetri di diametro massimo),
senza involucro esterno (le cellette
sono quindi ben visibili), appeso a
qualsiasi sporgenza che possa fornire riparo dalla pioggia (davanzali,
cornicioni, tettoie, tegole).
Le comunità sono sempre composte
da poche decine di individui, in compenso, nei posti favorevoli si possono trovare anche parecchi nidi vicini.
È una specie molto mansueta, tanto
che muovendosi con cautela è possibile avvicinarsi fino a pochi centimetri dal suo nido senza suscitarne
la reazione.
aspetto generale è molto più
tozzo, con l’addome troncato di
netto anteriormente e quasi ‘saldato’
al torace. Esistono molte specie simili, distinguibili da piccoli particolari
del capo e della colorazione, ma questa è la più comune. Il nido, di forma
sferica, è fatto di diversi favi sovrapposti rivestiti da un involucro ed è posto sempre all’interno di una cavità
(fori nel terreno, intercapedini di muri); il più delle volte non è visibile ma si
osserva il continuo ‘via-vai’ di insetti
dal foro di comunicazione con l’esterno. All’apice della stagione in una colonia possono esserci oltre 3.000 individui. Questa specie è attratta da
sostanze sia zuccherine che carnee
ed è quella che più spesso si rende
molesta nei pic nic all’aperto o anche
in pasticcerie, mercati del pesce, etc.
11
operaie mm 18-24
regine mm 25-35
il gigante fra le vespe europee, le
sue dimensioni e il forte ronzio
generano spesso il panico fra le persone, ma si tratta in realtà di una bestiola tranquilla, salvo quando sente
minacciato il proprio nido. La colorazione della parte anteriore del corpo
è bruno-rossiccia, senza alcun disegno giallo. È un instancabile cacciatore di insetti, soprattutto mosche, ed
è indifferente all’uomo e ai suoi cibi. Il
nido, che può superare i 60 cm di diametro, di solito è realizzato nel cavo
di un albero, ma più spesso in cavità
artificiali (cassonetti delle tapparelle,
camini, intercapedini); eccezionalmente può essere posto fra i rami di
alberi o cespugli. A fine estate una
colonia ospita in media 500 individui.
In alcuni paesi europei il calabrone è
specie protetta.
Per approfondire
ome si presenta oggi al viaggiatore
frettoloso, o all’osservatore meticoC
loso, o al fotografo intenzionato a registrare la sostanza, il paesaggio a sud di
Milano che comprende quella vasta
area situata tra Adda e Ticino? La fine
del millennio, ormai prossima, ci fa assistere alla sua ultima trasformazione.
La bassa pianura, che è la tipologia costante e omogenea di questo territorio,
una volta quasi esclusivamente dedicato alla coltivazione, ha via va nel tempo
cambiato fisionomia.
L’era dell’industrializzazione, sviluppata
in modo intensivo nell’immediato dopoguerra, e poi l’era post-industriale con il
fenomeno recente della città diffusa,
hanno modificato parzialmente l’identità
di questa vasta pianura, saldando lungo
le grandi strade di accesso, in uniche
grandi conurbazioni di cemento, periferie urbane, medi e piccoli comuni, frazioni e villaggi, frantumando così le aree
agricole e boschive, occultando alla vista i corsi d’acqua e sovrapponendo ai
luoghi una ragnatela intricata di percorsi
stradali.
Depositi, falsamente provvisori, di manufatti e materiali abbandonati, addossati a magazzini o capannoni artigianali, piccole discariche abusive che si possono scorgere zigzagando per la campagna, sono ormai segni che insieme alla segnaletica stradale, sempre di più
marcano il paesaggio.
Le cascine, un tempo luoghi di intensa
vita sociale e collettiva, soffrono l’aggressione fisica dell’espansione urbana
e i rari casi di manutenzione e di restauro di alcune, sommati allo stato di abbandono e di incuria di altre, dimostrano una patologica difficoltà alla convivenza col nuovo.
Non vi è più traccia della campagna felice, oggetto delle orgogliose esternazioni di Carlo Cattaneo e dell’ammirazione estetica per il paesaggio lombardo di Stendhal, né dell’ordine geometrico dei campi coltivati, di memoria rinascimentale, che aveva incantato il viaggiatore inglese Charles Burney.
L’identità del paesaggio, che da sempre
poggia sul rapporto dialettico tra natura
e cultura, ci presenta oggi un equilibrio
alterato che vede lentamente la sparizione della natura ad opera di una cultura che riusciamo a stento a definire ancora tale.
GABRIELE BASILICO, 1999
Gianni Berengo Gardin: dintorni della cascina Guzzafame, Gaggiano
In bianco e nero
Dedicato al Parco Agricolo Sud Milano, un reportage
fotografico che racconta, con immagini suggestive
raccolte in un libro, il paesaggio di un parco in divenire
Gabriele Basilico: Conterico, Paullo
12
Per approfondire
Gabriele Basilico: cascina Castello, Settala (sopra). Gianni Berengo Gardin: paesaggio di Zibido San Giacomo, Noviglio (sotto)
ella mia lunga esperienza di fotografo
in giro per il mondo ho avuto modo di
N
vedere una infinità di periferie di grandi
città e di quei territori agricoli che ancora
sopravvivono intorno alla cintura urbana,
e il più delle volte l’impressione è stata negativa. Quando mi è stato proposto dalla
Provincia di Milano di fare questo lavoro
di documentazione sul Parco Sud avevo
dunque qualche fondato timore su quello
che mi aspettava.
Invece con mio grandissimo piacere ho
scoperto a pochissimi chilometri dal centro di Milano una vitale realtà agricola e
umana, probabilmente sconosciuta, come
lo era a me, alla maggioranza dei milanesi.
Una campagna ricca e curata, cascine di
straordinaria bellezza architettonica e conservate in modo esemplare (ad essere sincero però anche alcune in stato di grande
abbandono e in rovina), boschi bellissimi,
rogge, canali, mulini, allevamenti.
Il mio lavoro è stato dunque facilitato dalla suggestione dei luoghi che ho visitato e
dall’interesse per la possibilità di documentare una realtà ancor così viva.
Devo però segnalare come unico dato negativo lo sconforto di molti agricoltori per
le difficoltà che incontrano nel fare il loro
lavoro, perché ostacolati da una burocrazia pesante e dai problemi legati ai prezzi
di mercato, e quindi decisi ad abbandonare la campagna. Sarebbe un vero peccato
che tutti gli sforzi del Parco Sud per mantenere questo straordinario patrimonio
agricolo, architettonico e umano si rivelassero alla fine vani.
GIANNI BERENGO GARDIN, 1999
Parco Agricolo Sud Milano
Fotografie di Gabriele Basilico
e Gianni Berengo Gardin
Provincia di Milano
Parco Agricolo Sud Milano
Prometheus Editrice, Milano 1999
Il libro, che contiene
100 fotografie d’autore
in bianco e nero,
è disponibile presso:
• il Centro Forestazione Urbana
Boscoincittà
cascina San Romano
via Novara 340, 20123 Milano
tel. 02 4522401
[email protected] - www.cfu.it
• la rete dei Punti Parco
(www.provincia.milano.it/parco
sud/punti_parco/index.html)
(fino ad esaurimento scorte)
13
P
Fermate mezzi pubblici
Campi basket
Parcheggi
Campi calcio
Boschi
Orti urbani
Campi bocce
Area giochi bimbi
Prati e radure
Aree cani
µ
ƒ Servizi igienici
Aree agricole
✁
Boscoincittà, Parco delle Cave e Parco di Trenno sono parchi pubblici del Comune di Milano, inseriti nel
perimetro del Parco agricolo sud Milano. I primi due
sono curati quotidianamente dal Centro per la forestazione urbana (associazione ItaliaNostra).
Il Bosco è aperto tutti i giorni dell’anno, nelle ore diurne, secondo gli orari affissi agli ingressi. Il Parco delle
Cave e il Parco di Trenno sono sempre aperti.
Notizie in breve
■■ Papaveri e fiordalisi
La reintroduzione di fioriture spontanee
nelle aree coltivate a cereale è un tema
di grande attualità in tutta Europa; nel
biennio 2006-2007 è stato avviato un test anche in alcune aree di Boscoincittà
che a maggio si sono colorate di rosso,
blu e bianco entusiasmando persone di
tutte le età con le splendide fioriture di
papavero, fiordaliso e camomilla. Il test,
avviato dal Centro per la Forestazione
Urbana in concerto con l’ente Parco
Sud, il Comune di Milano e il Centro per
la Flora Autoctona del Parco del Monte
Barro, è ancora in corso. In autunno
hanno aderito 19 aziende che hanno
messo a disposizione fasce di terreno
per seminare papaveri e fiordalisi con lo
scopo di favorire la biodiversità negli
ambienti agricoli periurbani, migliorare
persone al paesaggio agrario attraverso
la scoperta della cultura contadina, delle aziende agricole e dei loro prodotti.
la qualità del paesaggio, sensibilizzare
amministratori e cittadini sul tema del
consumo del suolo causato da una eccessiva urbanizzazione, riavvicinare le
Aziende agricole
che hanno aderito al progetto:
• cascina Isola Maria, Albairate
• cascina Murnee, Busto Garolfo
• agriturismo l’Aia, Cassinetta di Lugagnano
• cascina Nuova, Cesano Boscone
• cascina Forestina, Cisliano
• cascina Roncaglia, Cisliano
• cascina Scanna, Cisliano
• cascina Guzzafame, Gaggiano
• Tre cascine, Lodi
• cascina Maiocca, Mediglia
• cascina Gaggioli, Milano
• cascina Selva, Ozzero
• cascina Roverbella, Pantigliate
• G. A. Borromeo, Peschiera Borromeo
• G. C. Borromeo, Trucazzano
• cascina Bullona, Pontevecchio Magenta
• cascina Cirenaica, Robecchetto con Induno
• podere la Vigna 27, Settimo milanese
• cascina Resta, Vittuone
Appuntamenti
Avventure nel Bosco
Vacanze di natura in città per bambini
e bambine dai 6 ai 10 anni
Alcuni posti ancora disponibili
nel turno di settembre
Iscrizione obbligatoria
Contributo 135 euro
L’avventura dura cinque giorni, da lunedì 1 a venerdì 5 settembre, ma può re-
Sentieri in città
Quadrimestrale
Tiratura: 7.000 copie
Editore: ItaliaNostra Onlus, via Sicilia 66
Roma. A cura del Centro per la Forestazione
Urbana – Boscoincittà, cascina San Romano
via Novara 340 20153 Milano tel 02 4522401
Direttore responsabile: Luca Carra
Comitato di redazione:
Milena Bertacchi (coordinamento),
Silvia Cestaro, Giovanni Fossati, Anty Pansera,
Sergio Pellizzoni, Maria Luisa Sangiorgio
Hanno collaborato a questo numero:
ItaliaNostra Milano: Luca Carra (presidente)
Centro Forestazione Urbana: Silvio Anderloni,
Milena Bertacchi, Silvia Cantù,
Paola Pirelli, Silvia Rondina
Fiab CICLOBBY: Vanna Bartesaghi,
Donata Schiannini, Gian Pietro Visconti
e inoltre: Nicola Pilon (Elitron srl),
Chiara Pirovano
Foto e tavole: Archivio CFU,
Chiara Pirovano (pp. 4, 5, 6)
Nicola Pilon (pp. 10, 11)
Illustrazioni: Roberta Ferrario (pag. 8),
Elena Pelizzoli (pag. 14)
Grafica: Stefano Montagnana/Laboratorio srl
Stampa: Arti grafiche Passoni,
via Monti Sabini 11, Milano. Registrazione n. 118
del 01/03/2004 del Tribunale di Milano
stare nei ricordi anche per
tutta la vita: arrampicarsi su
un albero, costruire oggetti
con i materiali naturali, trascorrere una giornata in bicicletta sui sentieri che attraversano il parco, preparare il
pranzo e la merenda, trascorrere una notte in tenda o in
foresteria sono esperienze
‘straordinarie’ per chi vive in
città, uniche nella loro estrema semplicità. Quale migliore occasione dei giorni prima
dell’apertura delle scuole per
riempire le giornate con un
po’ di avventura?
Da ottobre a maggio
Educazione ambientale
Iscrizione obbligatoria
Per alcune attività è richiesto un contributo
I grandi spazi di natura e agricoltura che
caratterizzano gli 800 ettari di verde della periferia ovest di Milano rendono Bo-
scoincittà e Parco
delle Cave luoghi
privilegiati per l’educazione ambientale.
I numerosi sentieri, la diversità degli
ambienti naturali,
le aree attrezzate
permettono
a
scuole e gruppi di
auto-organizzare
la propria giornata. Ma è possibile
scoprire i due parchi anche con gli
animatori del CFU. I percorsi proposti
possono impegnare da poche ore a
un’intera giornata, alternano momenti di
esplorazione, gioco e studio per scoprire l’ambiente naturale e il paesaggio
agricolo, con l’obiettivo di far della natura e dei parchi pubblici urbani.
La possibilità di pernottare presso la foresteria rende interessante l’esperienza anche per le classi che provengono da lontano e intendono fermarsi qualche giorno
per approfondire i temi della natura in
città e del paesaggio agricolo della pianura padana.
Il calendario completo
degli appuntamenti è disponibile sul sito
www.cfu.it
Per informazioni e iscrizioni:
[email protected] • www.cfu.it • tel. 02 4522401
CFU-Boscoincittà - cascina San Romano,
via Novara 340 - 20153 Milano
15
PARCO
DELLE
CAVE
natura, agricoltura, spazi di libertà
Parco delle Cave è un parco
del Comune di Milano.
Insieme a Boscoincittà
è progettato e curato
dal Centro Forestazione Urbana
dell’Associazione
ItaliaNostra, con il contributo
del volontariato cittadino
Si trova a pochi chilometri
dal Duomo, nella cintura verde
ovest Milano. È facilmente
raggiungibile con i mezzi pubblici
■ Per sostenere la realizzazione
di questi due parchi cittadini
puoi diventare socio di ItaliaNostra
■ Per disdire il proprio abbonamento
si prega di inviare una comunicazione
alla segreteria del CFU
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basta inviare una richiesta
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Il notiziario è consultabile anche
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CFU-Boscoincittà, cascina San Romano
via Novara 340, 20153 Milano