Le Virtù teramane
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Le Virtù teramane
Le Virtù teramane - Rassegna stampa 2011 – Sommario Agenzie Astra (2) Ansa.it Stampa locale Ekuo Il Tempo La Città (2) La Discussione Il Messaggero C come magazine Il Centro (2) Web nazionale Tiguido a tavola Vini e sapori.net Cibus Luciano Pignataro Wine Blog Oliovinopeperoncino Scattidigusto.it Web locale Pescaraonline.net C come magazine Quotidiano d’Abruzzo Abruzzo tv news Piazzagrande.it L’impronta L’Aquila NotizieAbruzzo Abruzzoweb Storieabruzzesi.it Cityrumors Ilcapoluogo.it Abruzzoquotidiano.it Pressonweb Il giornale di Montesilvano Abruzzoblog.it Terre Marsicane Abruzzo nel mondo Tuttoabruzzo.it Quiteramo.it (2) Ekuo.it Altrimenti (blog teramano) Giulianova.it Agricoltura Oggi TeramoNews Abruzzo24ore.tv Pagine Abruzzo Chietiscalo.it Cityservices.it Giulianovanews.it Corriere Peligno Video Sul dvd Tv6 – 27 aprile 2011 Tgt Tvteramo – 26 aprile 2011 Tg3 Rai Abruzzo – 30 aprile 2011 Già in possesso: Teleponte – Primaditutto – 20 aprile 2011 Teleponte – Primaditutto – 27 aprile 2011 Teleponte – settimanale 29 aprile 2011 Segnalazione su: Eat Parade Tg2 -29 aprile 2011 Le Virtù teramane sulle agenzie TRADIZIONI VIRTU’: UN COMITATO PER LA GIUSTA RICETTA DEL PIATTO TERAMANO (ASTRA) - 15 apr - Teramo – Un decalogo che stabilisce ingredienti e modalità di preparazione di una delle specialità della cucina abruzzese. Dodici esperti si riuniscono in un comitato per scrivere le regole precise da seguire nella preparazione delle “Virtù”, storico piatto a base di verdure della cucina teramana. Attualmente la Regione sta valutando di inserirlo nell‟Atlante dei prodotti tradizionali abruzzesi. Il consorzio “Le Virtù teramane” è composto da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandro Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e da alcuni dei capisaldi della ristorazione tradizionale (Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa). Con loro i rappresentanti della Camera di commercio (Alfredo BArnabei) e dell‟agenzia per lo sviluppo agricolo A.r.s.s.a (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini). A questi si aggiungono esponenti della stampa (Roberto Pelillo) e degli organi di controllo (il Difensore civico Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della Asl Tommaso Migale). Con l‟istituzione di questo organismo, da oggi i ristoratori che esibiscono il marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano a proporre nel loro locale questo piatto in tutti i fine settimana del mese di maggio. http://www.agenziastra.it/notizia.php?action=visualizza_notizia&id=74861 Gastronomia, ecco il disciplinare delle Virtu' Teramane E a maggio 20 ristoranti locali lo propongono nei menu' (ANSA) - PESCARA, 15 APR - Ecco il disciplinare delle ''Virtu' teramane''. Lo hanno stilato 12 esperti del settore con un rigido elenco di ingredienti e di modalita' di ricerca e preparazione. Il comitato e' formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana. Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio ''Qui si fanno le vere Virtu' della tradizione teramana'' si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico.(ANSA). http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/abruzzo/2011/04/15/visualizza_new.html_901481120.html ENOGASTRONOMIA_ «LE VIRTÙ TERAMANE? SI FANNO COSÌ» UN COMITATO DI ESPERTI E RISTORATORI FORNISCE TEORIA E PRATICA DEL PIATTO TRADIZIONALE OLTRE VENTI RISTORATORI DELLA PROVINCIA PROPONGONO L’ANTICA RICETTA DURANTE TUTTO IL MESE DI MAGGIO (ASTRA) - 18 apr - Teramo - Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. © Copyright ASTRA Tutti i diritti riservati 18-04-2011 13:57 http://www.agenziastra.it/notizia.php?action=visualizza_notizia&id=74884 Le Virtù teramane sulla stampa locale Aprile 2011 Sabato 16 aprile 2011, estratto da prima pagina Sabato 16 aprile 2011, estratto da pag. 2, Regione Sabato 16 aprile 2011, estratto da pagina 15, Territorio Giovedì 28 aprile 2011, estratto da pag. 9, Teramo Venerdì 29 aprile 2011, estratto da pag. V, Teramo Lunedì 1 maggio 2011, estratto da pag 37, Teramo Maggio/giugno 2011 Mercoledì 4 maggio 2011, estratto da pag. 14, Cultura e spettacoli Le Virtù teramane sul web nazionale NEWS Le Virtù teramane? Si fanno così Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio Fave e piselli freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro. Ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. Oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. Per conoscere i locali dove saranno preparate e servite le Virtù teramane nei fine settimana di maggio [email protected] Associazione ristoratori dentro le Mura –Via dentro le Mura 15- Teramo La Redazione http://www.tiguido.org/ti-guido-alla-gastronomia/?page_id=239 15 Aprile 2011 - 16:39 DEGUSTAZIONI ED ITINERARI ENOGASTRONOMICI - Letto: 176 volte Le Virtù teramane? Si fanno così Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l'antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato "Le Virtù teramane". Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell'Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le "vere Virtù teramane". Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell'A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato - racconta Marcello Schillaci, già presidente dell'Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato - abbiamo stabilito che l'origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L'unica pasta un po' diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune "varianti sul tema", non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell'antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro "Virtutes". DOCUMENTI ALLEGATI ALL'ARTICOLO I ristoranti dove saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio (236,50 Kb) Il disciplinare delle 'Virtù teramane' (647,74 Kb) http://www.viniesapori.net/articolo/le-virtu-teramane-si-fanno-cosi-1504.html Le Virtù teramane? Si fanno così dal 15 April 2011 su www.viniesapori.net Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l'antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto d [...leggi] tags :igienericettaverdurestampamanzovinifavegranospinacipiselli http://www.cibvs.com/post/222/152462/le-virtu-teramane-si-fanno-cosi Le vere Virtù della tradizione teramana: oltre venti ristoratori le propongono nel mese di maggio 15 aprile 2011 «Le Virtù teramane? Si fanno così» Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. L’ufficio stampa del Comitato – Cristina Mosca – Modiv snc – tel 328/9379969 – [email protected] Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio: La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257) Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774) Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416) Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394) Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881) I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019) Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251) Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136) Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319) Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140) La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535) Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant‟Angelo (TE) – tel. 085.8071021) La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422) Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620) La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590) New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290) Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010) Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228) Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043) Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848) Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945) Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144) Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255) http://www.lucianopignataro.it/a/le-vere-virtu-della-tradizione-teramana-oltre-ventiristoratori-le-propongono-nel-mese-di-maggio/22994/ 26/04/11 Le Virtù teramane? Si fanno così Postato da Francesco Turri on Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l‟antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. Con preghiera di diffusione. L‟ufficio stampa del Comitato - Cristina Mosca – Modiv snc – tel 328/9379969 – [email protected] Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio: La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257) Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774) Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416) Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394) Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881) I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019) Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251) Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136) Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319) Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140) La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535) Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant'Angelo (TE) – tel. 085.8071021) La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422) Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620) La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590) New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290) Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010) Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228) Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043) Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848) Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945) Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144) Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255) http://www.oliovinopeperoncino.com/index.php?action=view&id=4417&module=weblogmo dule&src=%40random45ddd0a02db8f Ma lo vogliamo dire che il Pollo di Civitella è trendy più delle Virtù teramane? DI Vincenzo Pagano - CANALE Ristorantimartedì, 3 maggio 2011 | ore 18:45 TAG Big Picture civitella del tronto eventi food porn galleria fotografica pollo sotto sale recensioni Ristoranti virtù teramane zunica 1880 Civitella è Civitella del Tronto. Il pollo è quello che pasce insieme alle strabilianti uova utilizzate da Daniele Zunica, owner gourmet dell‟albergo più strafico del circondario affacciato com‟è sull‟ultima terrazza panoramica del Regno delle Due Sicilie (Civitella fu l‟ultimo baluardo a cadere al tempo dell‟unità d‟Italia) e di cui abbiamo già apprezzato una ricetta tradizionale. L‟evento è quello che qualcuno vorrebbe costruire come marketing del territorio. Dare nuovo spolvero alle Virtù Teramane, ossia il piatto che veniva preparato al cambio di stagione quando si vuotavano le madie e nei campi spuntavano diverse erbe. Un piatto che veniva preparato secondo la tradizione il 1 maggio. Ed ecco l‟evidente assurdità di incentrare un‟azione promozionale su una sola giornata. E infatti la tradizione delle virtù teramane dovrebbe essere stesa con un matterello per coprire tutto il mese di maggio ed essere ben più appetibile da un punto di vista turistico. Un mese su 12, o meglio 4 domeniche su 52 alla faccia della de-stagionalizzazione. A questo ci si aggiunge l‟idea un po‟ bislacca di codificare un piatto diciamo “di risulta” con un disciplinare. Il marchio così generato diventerebbe un attrattore dei flussi turistici per 20 ristoratori che assicureranno la presenza in carta del piatto per tutte le domeniche di maggio. Premetto che le virtù assaggiate da Zunica 1880 sono buone, buonissime. Qualcuno degli abruzzesi al tavolo avrebbe richiesto una maggiore presenza di aneto e maggiorana. Ma siamo alla specifica che poco interesserà i nuovi flussi turistici attratti (che si presuppone non saranno teramani ben consci delle differenti virtù). Non mi soffermerò sull‟antipasto modernista che ha messo insieme pecorino, fave e guanciale lasciando invariati addendi ma cambiando consistenze con ottimo risultato. Nè vi tedierò sull‟evoluzione della panzanella che ha sconvolto l‟idea antica utilizzando centrifuga di pomodoro, pesto di basilico, gelo di mozzarella e potrebbe lasciare perplessi causa temperature da gazpacho poco ortodosso. Preferisco deviare i flussi turistici dei naviganti di queste pagine sulle squisite polpette di agnello convolate a giuste nozze con lo zafferano (ma invece delle virtù, non sarebbe meglio puntare su un prodotto disponibile lungo tutto l‟arco dell‟anno e festeggiarlo con una punta di eventi nel tempo di raccolta?). E vorrei che tutti quelli in transito sulla Roma-L’Aquila-Teramo o sulla Bologna-Taranto salissero su questa terrazza affacciata sul verde per addentare la vera rivelazione del pranzo: il Pollo di Civitella sotto sale. Una tradizione purtroppo dimenticata perché non serve agli esperti di marketing del territorio in quanto troppo semplice e per giunta disponibile in ogni giorno dell’anno, Natale-Pasqua e Ferragosto compresi. Ci vogliono solo un pollo che stazzi intorno ai 6 kg da vivo, una bella coltre di sale e una cottura che asciughi la pelle a renderla sottile e croccante lasciando morbida e sapida la carne. Uno spettacolo. Ci vorrebbe il pollo dell’Agip a sei zampe, ops cosce. Superlativo! Come le rigaglie belle sode con il pomodoro. Obiettava qualcuno sulle potenzialità delle virtù teramane che sarebbe come cercare di far vincere il Giro d’Italia al gregario cococciola invece che ai capitani Montepulciano o Trebbiano (di cui era ingrediente della ricetta). Ne uscirebbe un messaggio deleterio per l’Abruzzo! Già, vi domanderete, perché far correre il Giro d’Italia a un buon ciclista della domenica quando in scuderia ci sono Coppi e Bartali? Per carità, anche le squadre di serie C sono composte da validissimi professionisti, come spesso si ricorda nella blogosfera. Ma Daniele, per cortesia, tieni bello in alto il vessillo delle virtù per 4 giorni 4. E per gli altri 361 porta in tavola il Pollo di Civitella. Forse non lo sai ma è di antichissima tradizione, addirittura viene dal Paleolitico. E non te ne sarai accorto, ma è il più gastrofigo dell’intero Abruzzo. http://www.scattidigusto.it/2011/05/03/ma-lo-vogliamo-dire-che-il-pollo-di-civitella-e-trendypiu-delle-virtu-teramane/ Le Virtù teramane sul web locale Gastronomia d’eccellenza -Le “Virtù teramane” ora hanno un disciplinare Pubblicato in: Gastronomia il 15 aprile 2011 at 18:21 | Da Cristina Mosca ricevo il comunicato che segue con preghiera di pubblicazione sul mio Blog amatoriale. Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l‟antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. L‟ufficio stampa del Comitato – Cristina Mosca – Modiv snc– [email protected] DISCIPLINARE LE “ VIRTU‟ ” TERAMANE (…pubblicazione del disciplinare) Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio: La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257) Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774) Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416) Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394) Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881) I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019) Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251) Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136) Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319) Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140) La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535) Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant‟Angelo (TE) – tel. 085.8071021) La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422) Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620) La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590) New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290) Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010) Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228) Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043) Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848) Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945) Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144) Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255) http://www.pescaraonline.net/2011/04/15/gastronomia-d%E2%80%99eccellenza-le%E2%80%9Cvirtu-teramane%E2%80%9D-ora-hanno-un-disciplinare/ «Le Virtù teramane? Si fanno così» Posted on 15 aprile 2011 by La redazione Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l‟antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio: La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257) Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774) Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416) Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394) Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881) I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019) Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251) Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136) Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319) Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140) La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535) Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant‟Angelo (TE) – tel. 085.8071021) La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422) Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620) La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590) New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290) Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010) Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228) Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043) Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848) Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945) Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144) Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255) http://www.ccomemagazine.it/2011/04/%C2%ABle-virtu-teramane-si-fanno-cosi%C2%BB/ Un disciplinare per le Virtù teramane TERAMO. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato "Le Virtù teramane". Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell'Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le "vere Virtù teramane". Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell'A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell'Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l'origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L'unica pasta un po' diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune "varianti sul tema", non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell'antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro "Virtutes". Redazione 15 aprile 2011 http://www.quotidianodabruzzo.it/cultura/4087/un-disciplinare-per-le-virtu-teramane.html A tavola 2011 15 apr. Le Virtù teramane? Un comitato di esperti e ristoratori spiega come si fanno Fave e piselli per i legumi freschi, fagioli e lenticchie tra i legumi secchi, verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci, carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro ed erbe aromatiche. Sono questi i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara il Primo maggio. Sono stati stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali d’Abruzzo, in modo da ottenere un’unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), ma ci sono anche rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. Il comitato ha anche scoperto una cosa curiosa alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, è stato confermato infatti che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. http://www.abruzzo.tv/news/le-virtu-teramane-un-comitato-di-esperti-e-ristoratori-spiegacome-si-fanno-11717 «Le Virtù teramane? Si fanno così» Venerdì 15 Aprile 2011 Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia di Teramo propongono l‟antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. http://www.piazzagrande.info/rubriche/33909/virtu-teramane-si-fanno-cosi A 15 persone piace questo elemento. Le Virtù teramane? Si fanno così 15 aprile 2011Abruzzo, Attualita' Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. http://www.improntalaquila.org/2011/04/15/articolo19784/ Gastronomia: in arrivo disciplinare per virtù teramane Venerdì 15 Aprile 2011 Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato "Le Virtù teramane". Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell'Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le "vere Virtù teramane". Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell'A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. http://www.notizieabruzzo.com/cultura/news/cultura-e-spettacolo/gastronomia-in-arrivodisciplinare-per-virtu-teramane TERAMO: UN DISCIPLINARE PER PREPARARE LE VIRTU' TERAMO - Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica pasta un po’ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. 15 Aprile 2011 - 16:01 - © RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.abruzzoweb.it/contenuti/teramo-un-disciplinare-per-preparare-le-virtu/24122-1/ «Le Virtù teramane? Si fanno così» Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il 1° maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. http://www.storieabruzzesi.it/2011/04/15/%C2%ABle-virtu-teramane-si-fannocosi%C2%BB/ Teramo, le Virtù: nasce un comitato e un disciplinare sulla tipicità VENERDÌ 15 APRILE 2011 15:50 DANIELE GALLI TERAMO - CULTURA & SPETTACOLO Teramo. Maggio, mese di Virtù: la tipica pietanza teramana a base di legumi e verdure. Nasce un comitato di esperti e ristoratori che fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia proporranno, durante tutto il mese di maggio, la leccornia cucinata secondo il disciplinare appena redatto. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. “Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato” racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato, “abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune „varianti sul tema‟, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano”. Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. Per informazioni sui ristoranti aderenti: www.arteramo.it Daniele Galli http://www.cityrumors.it/teramo/cultura-a-spettacolo/comitato-disciplinare-virtu-piattotipico-31443.html Le virtù teramane, i piatti tipici della tradizione Gli esperti stilano rigido elenco di ingredienti e modalità di ricerca e preparazione Teramo 15 apr - Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato „Le Virtù teramane‟. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune „varianti sul tema‟, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro „Virtutes‟. Il prodotto (specialità gastronomica) si presenta come una minestra di colore verde di base in cui si apprezza la totalità degli ingredienti ben distinti tra loro. E‟ il piatto tipico del I° maggio (nel passato veniva preparato in tutto il mese di maggio). Il sapore è unico e particolare dato dalla commistione degli ingredienti ed in particolar modo è esaltato dagli odori delle erbe degli orti familiari. E‟ un piatto unico che si fregia della piacevole comparazione tra le varie preparazioni e si presta ad esaltare il gesto della fratellanza essendo offerto a vicini e conoscenti. Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio: La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257) Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774) Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416) Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394) Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881) I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019) Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251) Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136) Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319) Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140) La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535) Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant'Angelo (TE) – tel. 085.8071021) La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422) Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620) La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590) New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290) Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010) Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228) Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043) Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848) Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945) Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144) Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255) Aggiornato al 15/04/2011 15:59 TAG: tradizione culinaria, virtù, Teramo, esperti http://www.ilcapoluogo.it/News/Eventi/Le-virtu-teramane-i-piatti-tipici-della-tradizione50241 Le virtù teramane ora diventano doc AltroCULTURA | pubblicato sabato 16 aprile alle 18.55 | nessun commento di Filippo Marfisi Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara Le virtù nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica pasta un po’ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. Ultima rappresentazione della stagione del Teatro dell’Uovo Alla ricerca del grande e terribile mago di oz, la produzione di punta del repertorio 2010/2011 de L’Uovo Teatro Stabile di Innovazione, chiude domani, 17 aprile, la stagione aquilana di teatro ragazzi A teatro con mamma e papà, organizzata quest’anno nella Sala Teatro della Parrocchia di Pettino intitolata a San Francesco d’Assisi. Lo spettacolo di Maria Cristina Giambruno ha debuttato in novembre a Magione e conclude a L’Aquila la lunga tournée nazionale con ben 74 repliche all’attivo, effettuate con grande ed unanime consenso di pubblico e di critica in 37 città di dieci regioni. Particolarmente significativa è stata la scelta di programmare la pièce, al suo rientro dalla tournée, per la chiusura della festosa stagione aquilana di teatro ragazzi: il successo riscosso in campo nazionale dalla originale versione scenica di Oz si coniuga alla perfezione con la trionfale ripartenza di A teatro con mamma e papà nel martoriato capoluogo di regione, nel quale i bambini e le famiglie sono infine tornati a vivere i sogni e le emozioni del teatro, grazie alla dedizione dell’équipe de L’Uovo e alla preziosa ospitalità di Don Pino, parroco di Pettino. Alla ricerca del grande e terribile mago di Oz è una messinscena in chiave decisamente moderna, caratterizzata dalla combinazione di molteplici forme e linguaggi, anche multimediali, che meglio possono tradurre e comunicare ai ragazzi di oggi la poeticità e la sublime intelligenza delle pagine di Frank L. Baum, l’impareggiabile autore della mitica figura di Oz e del suo fantastico e fantasmagorico regno dei colori. Lo spettacolo ripropone visivamente ed emozionalmente tutta la freschezza creativa di Baum attraverso l’uso sapiente che la Giambruno fa di tutte le forme e le peculiarità dell’arte scenica, supportata da una équipe artistica straordinaria: dallo scenografo Antonio Massena alla costumista (anche autore di maschere e pupazzi) Chiara Defant, al Maestro Raffaello Angelini, autore delle musiche originali, al videomaker Enzo Testa, all’autore delle luci Raffaello Mastrorilli e ai bravissimi interpreti Fiorenza Fusari, Guido D’Ascenzo e Alessia Siani. L’ultimo appuntamento di quest’anno con A teatro con mamma e papà è quindi alle 16.30 di domenica 17 nella Sala Teatro della Parrocchia di Pettino in via Canada. La programmazione aquilana di A teatro con mamma e papà 2010/2011 ha presentato un cartellone di nove titoli, de L’Uovo e di quattro compagnie ospiti, tutti applauditissimi da un pubblico – di bambini e non – vivace e reattivo al massimo che ha decretato il successo della formula e di ognuna delle rappresentazioni. La replica aquilana di Oz conclude più in generale la programmazione regionale di A teatro con mamma e papà, che aveva avuto inizio il 5 dicembre 2010 a Città San’Angelo e che ha interessato, oltre al comune angolano e L’Aquila, i teatri di Atri, Lanciano e Pineto, presentando complessivamente 23 spettacoli di 17 compagnie per un totale di 28 rappresentazioni domenicali. Avezzano, rievocazione della Passione nella parrocchia Madonna del Passo di Borgo Pineta Domani, alle 21, sul piazzale antistante la chiesa Madonna del Passo di Borgo Pineta, si svolgerà la XXª edizione della Rappresentazione della Passione di Gesù. Un appuntamento che da anni viene seguito da migliaia di fedeli provenienti da tutta la Marsica. Non mancheranno le autorità. Come nelle passate edizioni, saranno disponibili gratuitamente oltre cinquecento posti a sedere. La regia, per la prima volta, è stata affidata a Massimiliano De Foglio e Gianfranco Fortuna. Una novità che darà un taglio diverso dalle precedenti edizioni. “L’idea di fondo”, ha commentato Massimiliano De Foglio, “è quella di dare come chiave di lettura l’Eucarestia, sintesi del mistero cristiano. Essa non è solo espressione di comunione ma è anche progetto di solidarietà per l’intera comunità”. La narrazione ha in programma scene teatrali del Gesù storico e immagini video del Gesù odierno. L’organizzazione è stata curata dall’Associazione Culturale Madonna del Passo con l’assistenza del parroco Don Vincenzo De Mario. “La rappresentazione, ormai una tradizione per la parrocchia, è un appuntamento importante”, ha precisato il parroco, “che aiuta le persone a vivere più intensamente il periodo pasquale”. Parteciperà il balletto della scuola di danza Harmony con l’insegnante Candida Giffi.Oltre 100, compresi tecnici e organizzatori, sono le persone impegnate in questa manifestazione religiosa. Le figure più rappresentative saranno interpretate da : Loreto D’Angelo(Gesù), Giulia Martini(Madonna), Eliso Maurizi(Pilato), Alessandro De Blasis(Barabba), Gianni Di Loreto(Caifa), Alessio Di Stefano(Centurione). Apostoli: Fabio Di Giulio, Iacopo Della Pasqua, Antonio Giancola, Ivo Pecce, Martini Diego, Andrea Di Folco, Simone Pistilli, Matteo Chicarella, Simone Chicarella, Pietro Cipollone, Mattia Di Marino, Valentino Protopapa. Pie donne: Marta Donatelli, Lucia Ugoletti, Giordana Cisternino, Marta Sorgi, Chiara Michetti. ©2011 AbruzzoQuotidiano.it Tutti i Diritti Riservati http://www.abruzzoquotidiano.it/altro/2011/04/16/le-virtu-teramane-ora-diventano-doc.html Enogastronomia - «Le Virtù teramane? Si fanno così» SABATO 16 APRILE 2011 06:56 Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. http://www.pressonweb.org/index.php?option=com_content&view=article&id=3261%3Alaq auila-i-sindaci-protagonisti-nella-ricostruzione&Itemid=103 "Le Virtù teramane? Si fanno così" Sabato 16 Aprile 2011 13:28 | Scritto da Administrator Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. -Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. http://www.giornaledimontesilvano.com/cultura/34-cultura/7085-qle-virtu-teramane-sifanno-cosiq.html sabato 16 aprile 2011 «Le Virtù teramane? Si fanno così»: arriva il disciplinare Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il primo maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. 12 esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia». Pubblicato daAbruzzo Blogalle02:23 http://abruzzoblog.blogspot.com/2011/04/le-virtu-teramane-si-fanno-cosi-arriva.html Le Virtù teramane? Si fanno così 18 April, 2011Autore Mara Pitari Abruzzo. Le “virtù teramane”? Passano dalla cucina tradizionale: è qui che prodotti degli orti di famiglia come fagioli e lenticchie, piselli e fave, verdure fresche ed erbe aromatiche unite alla carne di manzo diventano gli ingredienti dell’identità locale. Ma il piatto principe della cucina teramana, che sembra nascere dall’esperienza della nonna e da un po’ di buon senso casalingo, da oggi risponde in realtà ad un codice ben preciso: dodici esperti del settore gastronomico ne hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità preparazione, che è ora al vaglio della Regione per la registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali d’Abruzzo. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana e capisaldi della ristorazione tradizionale, così come rappresentanti della Camera di Commercio e dell’A.r.s.s.a. di Teramo, della stampa e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana”, in ogni fine settimana di maggio (mese caratteristico proprio per la preparazione delle “virtù”) si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale la storica minestra. Per maggiori informazioni scarica qui il disciplinare: Anteprima Allegato Dimensione DISCIPLINARE sulle Virtù Teramane.pdf 652,14 KB http://www.terremarsicane.it/node/14499 «LE VIRTÙ TERAMANE? SI FANNO COSÌ» UN COMITATO DI ESPERTI E RISTORATORI FORNISCE TEORIA E PRATICA DEL PIATTO TRADIZIONALE NEWS ENOGASTRONOMICHE Lunedì 18 Aprile 2011 12:58 Teramo - Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. (ASTRA) http://www.abruzzonelmondo.net/html/news-enogastronomiche/le-virt-teramane-si-fannocosi-un-comitato-di-esperti-e-ristoratori-fornisce-teoria-e-pratica-del-piatto-tradizionale.html Ricette originali per le Virtù Teramane lunedì 18 aprile 2011 le virtù teramane «Le Virtù teramane? Si fanno così». Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l‟antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. Ultimo aggiornamento ( lunedì 18 aprile 2011 ) http://www.tuttoabruzzo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=17129&Itemid=7 57 Un Comitato a difesa delle “VIRTU’ TERAMANE” Non poteva esserci luogo più idoneo, per mettere intorno ad un tavolo (di pomeriggio !!!) della „Cantina di Porta Romana‟ esperti ed amanti delle buone tradizioni teramane. Promotore ed anfitrione Marcello Schillaci che ha riunito ben 11 persone che, a vario titolo e con diverse esperienze, hanno potuto dire la loro per un ambizioso (all‟apparenza) ma più che logico „progetto‟ per pervenire ad un vero e proprio „Disciplinare‟ , da far pubblicare sull‟ATLANTE DEI PRODOTTI TRADIZIONALI, delle “VIRTU‟ teramane”. Dal grande esperto Elio Pompa (attivo e lucidissimo ultranovantenne), allo studioso Dirigente ASL Migale, da Alessandra Gasparroni a Gabriele Costantini e Cipolletti (ARSSA), da Giuliano Grossi (Difensore Civico della Regione) a Tiziana Fidanza (CCIAA), a Rosita Di Antonio, dalla storica dell‟arte Di Ferdinando a Roberto Pelillo, ognuno ha dato un proprio contributo di idee, di riferimenti e di nozioni, per la prima redazione della bozza di „Disciplinare‟. Superate alcune difficoltà interpretative dell‟origine del grande „piatto‟, si è convenuto che: certamente l‟origine è strettamente teramana, addirittura cittadina , con orti di famiglia; pur avendo la migliore predisposizione d‟animo, si è convenuto che „varianti sul tema‟ possono essere considerate solo a fini „statistici‟. Ad esempio, la pasta colorata era solo quella „verde‟ perché la massa era impastata con gli spinaci, tortellini ed agnolotti saranno di per sé buoni ma non hanno a che vedere con il piatto tradizionale così come il parmigiano; il Comitato promotore non ha „cancelli‟ chiusi ma auspica che, purchè con le stesse finalità, ci sia il contributo di altri; si è stilato un rigido elenco di ingredienti che da sempre hanno caratterizzato questo piatto del 1° maggio teramano; una volta ottenuta l‟accettazione del „Disciplinare‟, tutti i Ristoratori ed i privati dovranno attenervisi SE vogliono preparare o offrire le VERE...“VIRTU‟ TERAMANE “. Una nota di colore! Forse non voleva far dire che tutto andava a finire a “tarallucci e vino”, però il buon Marcello Schillaci, ha offerto tarallucci e vino cotto, con gradimento di tutti i presenti. ropel Letto 126 volte http://www.quiteramo.it/item/167-un-comitato-a-difesa-delle-“virtu’-teramane”.html ….ancora sulle “VIRTU’ TERAMANE” In una recentissima nota, ho brevemente raccontato di un pomeriggio di studio e di confronto – tra esperti ed amanti del buon mangiare -riuniti, nella “Cantina di Porta Romana“, per stilare la bozza del Disciplinare inerente le famosissime “VIRTU‟“ di Teramo. Ebbene, alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, è stato confermato che nell‟antica Roma – proprio il 1° maggio – i Romani usavano consumare le loro „Virtutes‟, cioè …..Virtù, quasi a confermare che stiamo trattando di un piatto le cui origini veramente affondano nella notte dei tempi. Allora, ben venga l‟iniziativa di quel gruppo di volenterosi (riuniti da Marcello Schillaci), che ha voluto correttamente etichettare le „nostre‟ virtù come „TERAMANE‟ proprio per difendere una loro precisa connotazione e localizzazione e per evitare…confusione con altri tentativi di imitazione che – qua e là - sempre più spesso si intravvedono. SE tutto procederà per il verso giusto, a parte qualche eventuale correzione in corso d‟opera, già dal prossimo 1° maggio 2011, il piatto che si potrà etichettare “VIRTU‟ TERAMANE" sarà solo ed unicamente quello che rispetterà alla lettera il „Disciplinare‟. Ed allora non vedremo pasta colorata (escluso quella verde con gli spinaci), non ci saranno tortellini ed agnolotti, neanche il parmigiano ecc.. Voglia partire – anche da questo sito - un invito ai Ristoranti della zona perchè ci si adegui con vantaggio per tutti. Un turista verrà a Teramo e sa che troverà, in ogni Ristorante o Trattoria del posto, le certificate “VIRTU‟ TERAMANE “. Al Comune di Teramo, in primis, ma anche agli altri “soggetti” istituzionali fino ai teramani della Giunta Regionale, il messaggio per un doveroso sostegno all‟iniziativa per la tutela di una prelibatezza di TERAMO. Resto fiducioso ma anche attento a registrare …gli eventi! ropel Letto 86 volte http://www.quiteramo.it/item/168.html?date=2011-05-01&lang=it Virtù teramane, dagli orti di "Cazzit" ai ristoranti di Manhattan Eventi Mercoledì 27 Aprile 2011 12:58 Le Virtù ottengono il disciplinare che le tutela e Schillaci prepara lo sbarco in America Teramo - Dagli orti di "Cazzitt" al piatto. Nascono le uniche e vere Virtù teramane. Diffidare dalle imitazioni, prego. Il piatto tipico teramano finalmente ha avuto il suo riconoscimento nell‟Atlante dei Prodotti Tradizionali d‟Abruzzo. E a partire dal Primo Maggio per tutto il mese, ben 23 ristoratori della città offriranno il piatto secondo le regole e il disciplinare redatto dal Comitato promotore dell‟iniziativa. Non solo: sempre il Primo Maggio tornerà a Teramo la trasmissione di Rai Uno, Linea Verde, per documentare l‟evento. Un successo anche di Art, l‟Associazione dei ristoratori dentro le mura, al cui vertice Marcello Schillaci per primo ha mosso le fila per arrivare a questo risultato. E' arrivato il tanto atteso documento dalla Regione, l‟Assessorato alle Politiche Agricole e di Sviluppo Rurale e dalla sede ARSSA. Dopo la riunione che ha definito la composizione del comitato rappresentativo lo scorso 3 febbraio e dopo avere redatto un disciplinare specifico che documenta la ricetta originaria e attesta la tipicità sia degli ingredienti e sia della ricetta del piatto teramano, ora si è in attesi del riconoscimento. Che a breve arriverà anche dal Ministero delle Politiche Agricole. Nel protocollo regionale si definiscono prodotti agroalimentari tradizionali quei prodotti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo. Più dettagliatamente, devono risultare praticate sul territorio di riferimento in maniera omogenea secondo le regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore ai 25 anni. Sono esclusi i prodotti agroalimentari registrati come Dop e Igp. In merito alle Virtù sappiamo che già Giuseppe Savini ne parlava nel 1830 – spiega Schillaci – tutto questo è emerso da una ricerca dell‟esperto gastronomo Roberto Pelillo, membro del comitato. Senza poi risalire alla notte dei tempi sappiamo che il piatto aveva delle premesse storiche già tra le due guerre mondiali. Il piatto, secondo il famoso ristoratore Elio Pompa, ha assunto la sua veste definitiva nel dopoguerra. Trae la sua fondamentale caratteristica dalla stagione in cui è possibile utilizzare la varia gamma di verdure e legumi. Il suo nome Virtù deriva dalla natura degli ingredienti, che allora, contrariamente a quanto avviene oggi, erano i prodotti più poveri della terra”. La prenotazione e la ricerca delle materie prima inizia nei vari fornitori o nei mercati contadini almeno una decina di giorni prima del primo maggio. La cottura degli alimenti è effettuata alimento per alimento. “Questo è importante – sottolinea Schillaci – bisogna diffidare dalle imitazioni. Le Virtù non sono un minestrone qualsiasi. Ma è il frutto di una tradizione tipica del centro storico teramano”. Tradizione che ora si pensa di esportarla anche all'estero. E se il Sindaco pensa di "sfruttare"il gemellagio "virtuoso" con Cirpo e Memmingen, Schillaci sta preparando lo sbarco negli States. Le Virtù arriveranno a Manhattan! http://www.ekuo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3296:virtu-teramanedagli-orti-di-qcazzitq-ai-ristoranti-di-manhattan&catid=28:eventi&Itemid=74 Le Virtù teramane in un disciplinare Postato il 27 aprile 2011 da Antonella Gaita Il I maggio è ormai alle porte e, come da tradizione, nella città di Teramo si possono gustare le famose Virtù. Da sinistra: Giampiero Sardi, Mario Cozzi, Maurizio Brucchi e Marcello Schillaci Un comitato di esperti e ristoratori ha fornito teoria e pratica del piatto tradizionale in un disciplinare, mentre oltre venti ristoratori della provincia hanno proponsto l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio (http://altrimenti.wordpress.com/2011/04/15/qui-sifanno-le-vere-virtu-della-tradizione-teramana/). “Grazie all’ART (Associazione Ristoratori Teramani – dentro le mura) – ha affermato il Sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi – vengono messi in risalto gli aspetti della nostra tradizione culinaria che fanno conoscere il nostro territorio”. “Il piatto delle Virtù – spiega Marcello Schillaci, Presidente dell’ART – nasce nel centro di Teramo e fa parte della nostra tradizione, quindi, va tutelato e lo abbiamo fatto con un disciplinare”. “Per portare avanti tali iniziative – ha affermato l’assessore al commercio, Mario Cozzi – bisogna avere solide basi, formate da strette collaborazioni con associazioni ed enti. Le virtù non devono essere considerate un minestrone e devono essere legate ad una continuità abbinandole alla cultura”. http://altrimenti.wordpress.com/2011/04/27/le-virtu-teramane-in-un-disciplinare/ 27 aprile 2011 1°maggio: Le virtù teramane si fanno così... Una manifestazione per imparare a conoscere la tradizione culinaria teramana. Il 1° maggio un appuntamento da non perdere per chi ama la cucina tipica teramana o vuole imparare tutti i segreti di una fra le ricette più conosciute del territorio: le virtù teramane. Il Comitato di esperti (antropologi, storici e studiosi della tradizione culinaria abruzzese) infatti proporranno a Teramo un excursus storico sulla ricetta a base di legumi ed erbe aromatiche consumata in particolare il primo maggio, già conosciuta e apprezzata ai tempi dell'antica Roma, mentre i ristoratori teramani che aderiscono al progetto proporranno per tutto il mese di maggio le “vere virtù teramane” nei loro menù. Un modo per valorizzare gli antichi sapori della tradizione e scoprire luoghi della memoria spesso dimenticati. Per maggiori informazioni si può contattare l'Associazione Ristoratori Teramani Dentro le Mura all'indirizzo [email protected] http://www.giulianova.it/ita/news/eventi-in-abruzzo/teramo/1-maggio-le-virtu-teramane-sifanno-cosi-27-01-2011.html "Le Virtù": il piatto simbolo della gastronomia teramana Mercoledì 27 Aprile 2011 "Le Virtù": il piatto simbolo della gastronomia teramana, il cibo rituale del primo maggio in cui convergono le antiche tradizioni che cadenzavano l‟incerta esistenza contadina fin dal tempo dei Romani. Sembra, infatti, che questo “minestrone” si colleghi alla consuetudine di festeggiare la dea Maia – da cui deriverebbe il vocabolo maggio – per propiziare l‟abbondanza dei nuovi raccolti. Era il passaggio che, attraverso le sapienti mani femminili, sublimava i resti dell´inverno nella dispensa e le primizie della bella stagione. “Le Virtù” teramane ci rammentano, in questa quotidianità consumistica e distratta, la società che le ha generate e che insegnava il valore del risparmio, del riuso, quando si doveva "fare di necessità virtù". Una volta, infatti, non si buttava via niente e anche il pane vecchio garantiva i periodi di bisogno. Non c‟erano frigoriferi e, nel proteggere i cibi, protagoniste erano le donne, le cui abilità, le virtù, quindi, consistevano nel saper preparare un piatto gustoso utilizzando tutti gli avanzi della stagione fredda: legumi secchi, pasta di varie tipologie, pezzetti di maiale – essiccati con cura perché si conservassero il più a lungo possibile – abbinandoli alle nuove fioriture dell´orto, alle verdi speranze della primavera. Si tratta di un piatto povero che, pur se tipico della provincia di Teramo, è diffuso, con varianti, un po‟ in tutto l´Abruzzo. Attraverso lo scambio reciproco della pietanza fra parenti e amici, le famiglie rinsaldavano – o in qualche caso rompevano – i vincoli di fratellanza e condivisione. L‟antico rito si rinnova ogni anno nella sua attualità e nel sapore unico, derivante dalla miscela dei diversi ingredienti, la cui preparazione richiede tempi lunghissimi, perché cotti quasi tutti separatamente prima di essere mescolati in modo tale che il gusto di nessun componente emerga in modo particolare. Al piatto “Le Virtù” è stato dedicato uno specifico progetto sostenuto dalla Condotta Pretuziana di Slow Food, con la partecipazione della Regione Abruzzo, dell‟Arssa, della Provincia, del Comune e della Camera di Commercio di Teramo, teso a valorizzare l‟enogastronomia e il territorio abruzzesi. Sarà realizzato dal regista Marco Chiarini un documentario promozionale destinato a divulgare ulteriormente in Abruzzo e fuori regione il profilo antropologico e culturale di questa ricetta di origine teramana. "Come Assessorato alle Politiche Agricole – ha dichiarato l‟Assessore Mauro Febbo – abbiamo voluto sostenere questa interessante iniziativa che si pone l‟obiettivo di esaltare una eccellenza del nostro territorio. Tra gli impegni che ci siamo prefissati c‟è quello di promuovere, sostenere e valorizzare gli straordinari prodotti enogastronomici che la nostra regione può vantare. Si tratta di una reale ricchezza per il comparto agricolo e per l‟economia abruzzese”. Daniela Quieti http://www.agricolturaoggi.com/site/index.php?option=com_content&view=article&id=849: qle-virtuq-il-piatto-simbolo-della-gastronomia-teramana&catid=43:newsdallabruzzo&Itemid=61 “Virtù teramane” un piatto prelibato della cucina teramana... e da oggi è anche un comitato 28-04-2011 Ore 00:21 Il primo maggio per tutti è un giorno di festa. La festa dei lavoratori per l'esattezza. Per Teramo però, non è solo questo. Teramo, che mette da sempre al centro di questa ricorrenza, un aspetto che ha a che fare con la propria storia e la propria tradizione. Parliamo delle virtù, piatto tipico, che da quest'anno ha un vero e proprio disciplinare, volto a salvaguardare un caposaldo della nostra cultura che ultimamente è stato oggetto di imitazioni e modifiche. Un disciplinare voluto fortemente da "virtù teramane", comitato composto da undici persone, che con diverse esperienze e a vario titolo lavorano a difesa di questa antica tradizione: "Abbiamo voluto fortemente questo disciplinare perchè le virtù sono un piatto storico, che ultimamente sta diventando alla portata di tutti - ha dichiarato Marcello Schillaci durante un'apposita conferenza stampa -. La nostra tradizione va assolutamente tutelata, per questo ringrazio tutte le istituzioni che ci hanno aiutato e i 22 ristoratori teramani che hanno aderito a questo progetto e che, per tutto il mese di maggio, continueranno a fare virtù su richiesta". Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco Brucchi: "Stiamo andando verso la strada giusta per quanto riguarda l'enogastronomia. Negli ultimi anni stiamo dando molto risalto a questo aspetto, perciò sono molto contento di quanto sta facendo l'amministrazione e anche della risposta del territorio. Abbiamo anche altri progetti in questo senso, soprattutto per esportare all'estero la nostra cultura". Luca Graziani http://www.teramonews.com/virtu_teramane_un_piatto_prelibato_della_cucina_teramana_ e_da_oggi_e_anche_un_comitato-21504.html Il disciplinare delle vere virtù teramane Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell'Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le "vere Virtù teramane". Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell'A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. "Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato" racconta Marcello Schillaci, già presidente dell'Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato, "abbiamo stabilito che l'origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L'unica pasta un po' diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune 'varianti sul tema', non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano". Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell'antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro "Virtutes". IL DISCIPLINARE DELLE VERE VIRTU' TERAMANE Descrizione delle metodiche di lavorazione e conservazione La preparazione inizia con la ricerca degli ingredienti. Legumi secchi Fagioli: “spagnolo”, “cannellini”, “borlotto”, “tondini”, “fagioli neri” a piacimento altre specie; Ceci; Lenticchie; Cicerchia a piacimento Legumi freschi Piselli, fave. Verdure fresche - ortaggi Varia qualità e di stagione; bietola, indivia, scarola, lattuga, borragine, cicoria, spinaci, misericordia, carciofi, zucchine, carote Odori, erbe aromatiche Aglio, cipolla, aneto, maggiorana, prezzemolo, menta, salvia, timo (pipirella), sedano, basilico, pepe bianco, noce moscata e chiodi di garofano. Prosciutto crudo, osso di maiale, orecchie, cotenne e piedini di maiale Carne di manzo Macinata Pasta di grano duro Mista, sia di formato corto che lungo (spezzettata); maccheroni, la zita, tubetti, tubettoni, pennette, mezzi rigatoni, spaghetti, linguine ecc. . Pasta fresca “acqua e farina” “Tajulin” e “Patellette” Pasta fresca all‟uovo Vari formati, maltagliati, pappardelle; parte della pasta è preparata con spinaci con conseguente colorazione verde. Olio extra vergine d‟oliva Sale, farina e uovo La prenotazione e la ricerca delle materie prime inizia nei vari fornitori o nei mercati contadini almeno una decina di giorni prima del I° maggio. La cottura degli ingredienti è totalmente effettuata alimento per alimento. La prima fase è la pulitura e la mondatura delle verdure. I legumi secchi vengono messi in ammollo con acqua almeno dodici ore prima e vengono successivamente preparati singolarmente con un battuto di sedano aglio, cipolla, carote tagliate a dadini, olio extra vergine d‟oliva un po‟ di pepe bianco ed eventualmente altri odori a piacimento, coperti con acqua e con cottura per un tempo che dipende dalla tipologia del legume. I legumi freschi vengono cotti con abbondante trito di cipolla, prezzemolo ed olio extra vergine d‟oliva (Acqua e sale q.b.) Pulitura, preparazione e bollitura delle orecchie, cotenne e piedini di maiale. Si effettua la sbollentatura (cottura parziale) di alcune verdure quali la misericordia, l‟indivia, la cicoria, la scarola, la lattuga, la borragine e gli spinaci e successivamente si procede allo sminuzzamento delle stesse. Si preparano piccole polpettine (“pallottine”) con la carne di manzo macinata, battuto di aglio, pepe ed uovo e si soffriggono in olio extra vergine d‟oliva. I carciofi e le zucchine vengono mondati e tagliati in piccoli pezzi, passati nella farina e fritti in olio extravergine d‟oliva. Sia i carciofi che le zucchine, in molti casi vengono aggiunti solo alla fine della cottura o anche eventualmente serviti a parte e da aggiungere nel piatto già finito. Si costituisce quindi una base con olio extra vergine d‟oliva, cipolla, aglio e sedano e si soffrigge il poco prosciutto crudo (eventualmente i resti attaccati all‟osso), l‟osso di maiale ed un poco di salsa di pomodoro. Si aggiungono gli odori, acqua, e si lascia cuocere per qualche minuto. Si inizia quindi a formare il piatto finale aggiungendo via via i legumi (sia freschi che secchi già cotti in precedenza), le verdure, le “pallottine” e successivamente i vari tipi di pasta (prima la pasta di grano duro e poi quella all‟uovo e per finire quella acqua e farina stando attenti ai singoli tempi di cottura), aggiungendo sempre acqua e manipolando continuamente migliorando l‟amalgama degli elementi. Il piatto offre il meglio di se stesso se lasciato riposare per circa un ora. Come primo elemento storico non si può omettere la citazione del “Cucchiaio D‟argento” (prima edizione 1950), edito da Editoriale Domus dove compare una primordiale ricetta scritta delle “virtù” a firma di Amina Panzeri – Teramo. Altro testo storico è “Gastronomia Teramana” edito nel 1978 in cui si legge: “Una delle ricette tipicamente teramane, entrate nella più radicata e tenace delle tradizioni, è senza dubbio quella delle Virtù. La sua origine affonda nella notte dei tempi, comprovando come, anche in tempi remoti, la gente del luogo avesse, unitamente al gusto della buona tavola, il senso e la pratica della parsimonia, esercitati con l‟utilizzazione dei semplici prodotti della terra”. Questo è quanto raccontava il giornalista Franco D‟Ignazio nel libro del 1978 “Gastronomia Teramana” del Prof. Rino Faranda che ne declinava ordinatamente la ricetta. Senza risalire alla notte dei tempi ed affidandosi alla tradizione orale del famoso ristoratore teramano, Elio Pompa, sappiamo che il piatto aveva delle premesse storiche già tra le due guerre mondiali, probabilmente con una connotazione simile a tanti altri piatti regionali a base di legumi (ndr: i “Granati del 1° Maggio a Torricella Peligna, i “Risucci e Suffitelli” di Civitella AlfedenaCocullo o la “Pignata” di maggio nella Valle Peligna se non i “Totemajje” di Pescocostanzo). Sempre secondo Pompa, che ha portato le “Virtù” nella ristorazione pubblica, il piatto ha assunto la sua veste definitiva nel dopoguerra, a cavallo tra gli anni 40 e 50 e con diffusione a partenza dalla città di Teramo. Il piatto, a base di legumi, verdure e paste di vario genere, trae la sua fondamentale caratteristica dalla stagione in cui è possibile utilizzare la varia gamma di verdure e legumi. Il suo nome (“Virtù”) deriva innanzitutto dalla natura degli ingredienti, che allora, contrariamente a quanto avviene oggi, erano i prodotti più poveri della terra e frutto dell‟essere parsimoniosi raccogliendo i resti delle provviste cerealicole della stagione fredda. Oltre agli ingredienti derivati dalla natura, la pasta secca ha radici molto antiche (i pastifici sono presenti sul territorio teramano sin dalla fine del XVIII secolo). venerdì 29 aprile 2011, 08:27 http://www.abruzzo24ore.tv/news/Il-disciplinare-delle-vere-virtu-teramane/31644.htm «Le Virtù teramane? Si fanno così» Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica CITTÀ SANT'ANGELO - OLTRE VENTI RISTORATORI DELLA PROVINCIA PROPONGONO L’ANTICA RICETTA DURANTE TUTTO IL MESE DI MAGGIO. 13.05.11 15:35 By Redcan CITTA' SANT'ANGELO - Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. 13.05.11 15:35 - REDCAN - LETTO 392 http://www.pagineabruzzo.it/notizie/news/Pescara/39770/_le_virt_teramane_si_fanno_cos_un_comitato_di_esperti_e_ristoratori_fornisce_teoria_e_pratica. html «LE VIRTÙ TERAMANE? SI FANNO COSÌ» UN COMITATO DI ESPERTI E RISTORATORI FORNISCE TEORIA E PRATICA DEL PIATTO TRADIZIONALE. Scritto da Redazione - Venerdì 13 Maggio 2011 14:48 Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica pasta un po’ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio: La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257) Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774) Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416) Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394) Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881) I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019) Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251) Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136) Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319) Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140) La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535) Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant'Angelo (TE) – tel. 085.8071021) La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422) Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620) La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590) New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290) Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010) Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228) Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043) Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848) Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945) Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144) Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255) http://www.chietiscalo.it/video/amianto/8474-lle-virtu-teramane-si-fanno-cosir-un-comitato-di-esperti-e-ristoratori-fornisce-teoria-e-pratica-del-piattotradizionale-.html 13/05/2011 - ENOGASTRONOMIA "Le Virtù teramane? Si fanno così": stabiliti da un disciplinare gli ingredienti Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l'antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato "Le Virtù teramane". Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell'Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le "vere Virtù teramane". Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell'A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. "Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell'Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l'origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L'unica pasta un po' diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune "varianti sul tema", non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano". Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell'antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro "Virtutes". La Redazione - (13/05/2011) Visualizzazioni: 69 http://www.cityservices.it/pagine/frontend/notizie/visualizzaNotizia.seam?id=10075 Teramo. «Le Virtù teramane? Si fanno così» Postato da admin Il maggio - 13 - 2011 «Le Virtù teramane? Si fanno così» Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio. Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica pasta un po’ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. http://www.giulianovanews.it/2011/05/teramo-%C2%ABle-virtu-teramane-si-fannocosi%C2%BB/ Le virtù teramane? Si fanno così SUNDAY, 15 MAY 2011 08:03 REDAZIONE CRONACA -la prima volta quest’anno il piatto delle Virtù Teramane sarà preparato per tutto il resto del mese di maggio presso gli oltre venti ristoratori che hanno aderito all’iniziativa- Teramo,15 maggio.-Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale.Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio.Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica pasta un po’ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. (h.8,15) http://www.corrierepeligno.it/cronaca/le-virt-teramane-si-fanno-cosi