Le Virtù teramane

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Le Virtù teramane
Le Virtù teramane
- Rassegna stampa 2011 –
Sommario
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Astra (2)
Ansa.it
Stampa locale
Ekuo
Il Tempo
La Città (2)
La Discussione
Il Messaggero
C come magazine
Il Centro (2)
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Tiguido a tavola
Vini e sapori.net
Cibus
Luciano Pignataro Wine Blog
Oliovinopeperoncino
Scattidigusto.it
Web locale
Pescaraonline.net
C come magazine
Quotidiano d’Abruzzo
Abruzzo tv news
Piazzagrande.it
L’impronta L’Aquila
NotizieAbruzzo
Abruzzoweb
Storieabruzzesi.it
Cityrumors
Ilcapoluogo.it
Abruzzoquotidiano.it
Pressonweb
Il giornale di Montesilvano
Abruzzoblog.it
Terre Marsicane
Abruzzo nel mondo
Tuttoabruzzo.it
Quiteramo.it (2)
Ekuo.it
Altrimenti (blog teramano)
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Agricoltura Oggi
TeramoNews
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Pagine Abruzzo
Chietiscalo.it
Cityservices.it
Giulianovanews.it
Corriere Peligno
Video
Sul dvd
Tv6 – 27 aprile 2011
Tgt Tvteramo – 26 aprile 2011
Tg3 Rai Abruzzo – 30 aprile 2011
Già in possesso:
Teleponte – Primaditutto – 20 aprile 2011
Teleponte – Primaditutto – 27 aprile 2011
Teleponte – settimanale 29 aprile 2011
Segnalazione su:
Eat Parade Tg2 -29 aprile 2011
Le Virtù teramane sulle agenzie
TRADIZIONI
VIRTU’: UN COMITATO PER LA GIUSTA RICETTA DEL PIATTO
TERAMANO
(ASTRA) - 15 apr - Teramo – Un decalogo che stabilisce ingredienti e modalità di preparazione
di una delle specialità della cucina abruzzese. Dodici esperti si riuniscono in un comitato per
scrivere le regole precise da seguire nella preparazione delle “Virtù”, storico piatto a base di
verdure della cucina teramana. Attualmente la Regione sta valutando di inserirlo nell‟Atlante dei
prodotti tradizionali abruzzesi. Il consorzio “Le Virtù teramane” è composto da antropologi,
ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandro Gasparroni, Daniela Di
Ferdinando e Rosita Di Antonio) e da alcuni dei capisaldi della ristorazione tradizionale
(Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa). Con loro i rappresentanti della Camera di
commercio (Alfredo BArnabei) e dell‟agenzia per lo sviluppo agricolo A.r.s.s.a (Marco Cipolletti
e Gabriele Costantini). A questi si aggiungono esponenti della stampa (Roberto Pelillo) e degli
organi di controllo (il Difensore civico Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli
alimenti e nutrizione della Asl Tommaso Migale). Con l‟istituzione di questo organismo, da oggi
i ristoratori che esibiscono il marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si
impegnano a proporre nel loro locale questo piatto in tutti i fine settimana del mese di maggio.
http://www.agenziastra.it/notizia.php?action=visualizza_notizia&id=74861
Gastronomia, ecco il disciplinare delle Virtu'
Teramane
E a maggio 20 ristoranti locali lo propongono nei menu'
(ANSA) - PESCARA, 15 APR - Ecco il disciplinare delle ''Virtu' teramane''. Lo hanno stilato 12
esperti del settore con un rigido elenco di ingredienti e di modalita' di ricerca e preparazione. Il
comitato e' formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana.
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio ''Qui
si fanno le vere Virtu' della tradizione teramana'' si impegnano, per la prima volta, a proporre nel
loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico.(ANSA).
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/abruzzo/2011/04/15/visualizza_new.html_901481120.html
ENOGASTRONOMIA_
«LE VIRTÙ TERAMANE? SI FANNO COSÌ» UN COMITATO DI
ESPERTI E RISTORATORI FORNISCE TEORIA E PRATICA DEL
PIATTO TRADIZIONALE
OLTRE VENTI RISTORATORI DELLA PROVINCIA PROPONGONO L’ANTICA RICETTA DURANTE
TUTTO IL MESE DI MAGGIO
(ASTRA) - 18 apr - Teramo - Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi
secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci;
carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali
ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio,
stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici
esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e
insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori
storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando
e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed
Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei)
e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto
Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del
Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla
base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si
fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel
loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È
consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta
Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e
promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è
strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di
famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli
spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere
con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di
altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani
usavano consumare le loro “Virtutes”.
© Copyright ASTRA Tutti i diritti riservati
18-04-2011 13:57
http://www.agenziastra.it/notizia.php?action=visualizza_notizia&id=74884
Le Virtù teramane sulla stampa locale
Aprile 2011
Sabato 16 aprile 2011, estratto da prima pagina
Sabato 16 aprile 2011, estratto da pag. 2, Regione
Sabato 16 aprile 2011, estratto da pagina 15, Territorio
Giovedì 28 aprile 2011, estratto da pag. 9, Teramo
Venerdì 29 aprile 2011, estratto da pag. V, Teramo
Lunedì 1 maggio 2011, estratto da pag 37, Teramo
Maggio/giugno 2011
Mercoledì 4 maggio 2011, estratto da pag. 14, Cultura e spettacoli
Le Virtù teramane sul web nazionale
NEWS
Le Virtù teramane? Si fanno così
Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il
mese di maggio
Fave e piselli freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; bietola, indivia, lattuga, borragine,
cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro. Ed erbe aromatiche. Sono i
principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I
maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e
insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della
ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come
rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e
Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il
difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della
nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Alla luce di studi più accurati e di esame di
altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani
usavano consumare le loro “Virtutes”.
Oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della
tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine
settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.
Per conoscere i locali dove saranno preparate e servite le Virtù teramane nei fine
settimana di maggio [email protected] Associazione ristoratori dentro le Mura –Via
dentro le Mura 15- Teramo
La Redazione
http://www.tiguido.org/ti-guido-alla-gastronomia/?page_id=239
15 Aprile 2011 - 16:39
DEGUSTAZIONI ED ITINERARI ENOGASTRONOMICI - Letto: 176 volte
Le Virtù teramane? Si fanno così
Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti
ristoratori della provincia propongono l'antica ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come
bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed
erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di
Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato "Le Virtù teramane".
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione,
che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell'Atlante dei prodotti tradizionali
Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le "vere Virtù
teramane".
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra
Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso
Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero
Barnabei) e dell'A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e
degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli
Alimenti
e
della
nutrizione
della
Asl
di
Teramo
Tommaso
Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui si fanno le
vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine
settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato - racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell'Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato - abbiamo stabilito
che l'origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della
diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L'unica pasta un po' diversa dalle altre era quella verde, perché
impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune "varianti sul tema", non hanno a che
vedere
con
il
piatto
originale,
e
tantomeno
il
parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell'antica Roma,
proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro "Virtutes".
DOCUMENTI ALLEGATI ALL'ARTICOLO
I ristoranti dove saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio (236,50 Kb)
Il disciplinare delle 'Virtù teramane' (647,74 Kb)
http://www.viniesapori.net/articolo/le-virtu-teramane-si-fanno-cosi-1504.html
Le Virtù teramane? Si fanno così
dal 15 April 2011 su www.viniesapori.net
Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori
della provincia propongono l'antica ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione
come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di
grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si
prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto d [...leggi]
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Le vere Virtù della tradizione teramana: oltre
venti ristoratori le propongono nel mese di
maggio
15 aprile 2011
«Le Virtù teramane? Si fanno così»
Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale.
Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di
stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta
mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per
tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto
dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e
insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della
ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come
rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e
Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il
difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della
nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio
“Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a
proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto
storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo
stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per
via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era
quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti
sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
L’ufficio stampa del Comitato – Cristina Mosca – Modiv snc – tel 328/9379969 –
[email protected]
Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio:
La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257)
Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774)
Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416)
Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394)
Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881)
I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019)
Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251)
Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136)
Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319)
Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140)
La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535)
Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant‟Angelo (TE) – tel. 085.8071021)
La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422)
Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620)
La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590)
New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290)
Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010)
Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228)
Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043)
Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848)
Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945)
Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144)
Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255)
http://www.lucianopignataro.it/a/le-vere-virtu-della-tradizione-teramana-oltre-ventiristoratori-le-propongono-nel-mese-di-maggio/22994/
26/04/11
Le Virtù teramane? Si fanno così
Postato da Francesco Turri on
Un comitato di esperti e
ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale.
Oltre venti ristoratori della provincia propongono l‟antica
ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di
stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta
mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per
tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo
costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e
insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione
tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della
Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini)
di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale
Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di
Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui
si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel
loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata
la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo
stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per
via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era
quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti
sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
Con preghiera di diffusione.
L‟ufficio stampa del Comitato - Cristina Mosca – Modiv snc – tel 328/9379969 –
[email protected]
Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio:
La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257)
Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774)
Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416)
Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394)
Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881)
I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019)
Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251)
Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136)
Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319)
Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140)
La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535)
Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant'Angelo (TE) – tel. 085.8071021)
La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422)
Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620)
La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590)
New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290)
Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010)
Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228)
Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043)
Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848)
Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945)
Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144)
Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255)
http://www.oliovinopeperoncino.com/index.php?action=view&id=4417&module=weblogmo
dule&src=%40random45ddd0a02db8f
Ma lo vogliamo dire
che il Pollo di
Civitella è trendy più
delle Virtù
teramane?
DI Vincenzo Pagano - CANALE Ristorantimartedì, 3 maggio 2011 | ore 18:45
TAG Big Picture civitella del tronto eventi food
porn galleria fotografica pollo sotto sale recensioni
Ristoranti virtù teramane zunica 1880
Civitella è Civitella del Tronto. Il pollo è quello che pasce insieme alle strabilianti uova utilizzate da
Daniele Zunica, owner gourmet dell‟albergo più strafico del circondario affacciato com‟è
sull‟ultima terrazza panoramica del Regno delle Due Sicilie (Civitella fu l‟ultimo baluardo a cadere
al tempo dell‟unità d‟Italia) e di cui abbiamo già apprezzato una ricetta tradizionale.
L‟evento è quello che qualcuno vorrebbe costruire come marketing del territorio. Dare nuovo
spolvero alle Virtù Teramane, ossia il piatto che veniva preparato al cambio di stagione quando si
vuotavano le madie e nei campi spuntavano diverse erbe. Un piatto che veniva preparato secondo la
tradizione il 1 maggio. Ed ecco l‟evidente assurdità di incentrare un‟azione promozionale su una
sola giornata. E infatti la tradizione delle virtù teramane dovrebbe essere stesa con un matterello per
coprire tutto il mese di maggio ed essere ben più appetibile da un punto di vista turistico. Un mese
su 12, o meglio 4 domeniche su 52 alla faccia della de-stagionalizzazione.
A questo ci si aggiunge l‟idea un po‟ bislacca di codificare un piatto diciamo “di risulta” con un
disciplinare. Il marchio così generato diventerebbe un attrattore dei flussi turistici per 20 ristoratori
che assicureranno la presenza in carta del piatto per tutte le domeniche di maggio.
Premetto che le virtù assaggiate da Zunica 1880 sono buone, buonissime. Qualcuno degli abruzzesi
al tavolo avrebbe richiesto una maggiore presenza di aneto e maggiorana. Ma siamo alla specifica
che poco interesserà i nuovi flussi turistici attratti (che si presuppone non saranno teramani ben
consci delle differenti virtù).
Non mi soffermerò sull‟antipasto modernista che ha messo insieme pecorino, fave e guanciale
lasciando invariati addendi ma cambiando consistenze con ottimo risultato. Nè vi tedierò
sull‟evoluzione della panzanella che ha sconvolto l‟idea antica utilizzando centrifuga di pomodoro,
pesto di basilico, gelo di mozzarella e potrebbe lasciare perplessi causa temperature da gazpacho
poco ortodosso.
Preferisco deviare i flussi turistici dei naviganti di queste pagine sulle squisite polpette di agnello
convolate a giuste nozze con lo zafferano (ma invece delle virtù, non sarebbe meglio puntare su un
prodotto disponibile lungo tutto l‟arco dell‟anno e festeggiarlo con una punta di eventi nel tempo di
raccolta?).
E vorrei che tutti quelli in transito sulla Roma-L’Aquila-Teramo o sulla Bologna-Taranto
salissero su questa terrazza affacciata sul verde per addentare la vera rivelazione del
pranzo: il Pollo di Civitella sotto sale. Una tradizione purtroppo dimenticata perché non
serve agli esperti di marketing del territorio in quanto troppo semplice e per giunta
disponibile in ogni giorno dell’anno, Natale-Pasqua e Ferragosto compresi.
Ci vogliono solo un pollo che stazzi intorno ai 6 kg da vivo, una bella coltre di sale e una
cottura che asciughi la pelle a renderla sottile e croccante lasciando morbida e sapida la
carne. Uno spettacolo. Ci vorrebbe il pollo dell’Agip a sei zampe, ops cosce. Superlativo!
Come le rigaglie belle sode con il pomodoro.
Obiettava qualcuno sulle potenzialità delle virtù teramane che sarebbe come cercare di far
vincere il Giro d’Italia al gregario cococciola invece che ai capitani Montepulciano o
Trebbiano (di cui era ingrediente della ricetta). Ne uscirebbe un messaggio deleterio per
l’Abruzzo! Già, vi domanderete, perché far correre il Giro d’Italia a un buon ciclista della
domenica quando in scuderia ci sono Coppi e Bartali? Per carità, anche le squadre di serie
C sono composte da validissimi professionisti, come spesso si ricorda nella blogosfera. Ma
Daniele, per cortesia, tieni bello in alto il vessillo delle virtù per 4 giorni 4. E per gli altri
361 porta in tavola il Pollo di Civitella. Forse non lo sai ma è di antichissima tradizione,
addirittura viene dal Paleolitico. E non te ne sarai accorto, ma è il più gastrofigo dell’intero
Abruzzo.
http://www.scattidigusto.it/2011/05/03/ma-lo-vogliamo-dire-che-il-pollo-di-civitella-e-trendypiu-delle-virtu-teramane/
Le Virtù teramane sul web locale
Gastronomia d’eccellenza -Le “Virtù teramane” ora hanno un
disciplinare
Pubblicato in: Gastronomia il 15 aprile 2011 at 18:21 |
Da Cristina Mosca ricevo il comunicato che segue con
preghiera di pubblicazione sul mio Blog amatoriale.
Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e
pratica del piatto tradizionale.
Oltre venti ristoratori della provincia propongono l‟antica
ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i
legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola,
indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche.
Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I
maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che
attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da
ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra
Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso
Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero
Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e
degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e
della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno
le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in
ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione
Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non
solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica
pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in
alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il
1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
L‟ufficio stampa del Comitato – Cristina Mosca – Modiv snc– [email protected]
DISCIPLINARE LE “ VIRTU‟ ” TERAMANE (…pubblicazione del disciplinare)
Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio:
La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257)
Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774)
Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416)
Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394)
Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881)
I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019)
Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251)
Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136)
Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319)
Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140)
La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535)
Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant‟Angelo (TE) – tel. 085.8071021)
La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422)
Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620)
La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590)
New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290)
Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010)
Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228)
Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043)
Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848)
Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945)
Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144)
Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255)
http://www.pescaraonline.net/2011/04/15/gastronomia-d%E2%80%99eccellenza-le%E2%80%9Cvirtu-teramane%E2%80%9D-ora-hanno-un-disciplinare/
«Le Virtù teramane? Si fanno così»
Posted on 15 aprile 2011 by La redazione
Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale.
Oltre venti ristoratori della provincia propongono l‟antica ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di
stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta
mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per
tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo
costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e
insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione
tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della
Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini)
di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale
Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di
Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui
si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel
loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata
la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo
stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per
via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era
quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti
sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio:
La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257)
Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774)
Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416)
Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394)
Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881)
I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019)
Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251)
Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136)
Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319)
Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140)
La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535)
Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant‟Angelo (TE) – tel. 085.8071021)
La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422)
Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620)
La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590)
New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290)
Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010)
Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228)
Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043)
Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848)
Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945)
Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144)
Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255)
http://www.ccomemagazine.it/2011/04/%C2%ABle-virtu-teramane-si-fanno-cosi%C2%BB/
Un disciplinare per le Virtù teramane
TERAMO. Fave e piselli per i legumi freschi;
fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure
fresche di stagione come bietola, indivia,
lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di
manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed
erbe aromatiche.
Sono i principali ingredienti di questo piatto,
che per tradizione si prepara nella città di
Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato "Le Virtù
teramane". Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di
ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione
nell'Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida,
imprescindibile e insindacabile, per le "vere Virtù teramane".
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione
tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della
Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell'A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini)
di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale
Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di
Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui
si fanno le vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre nel
loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata
la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci,
già presidente dell'Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del
Comitato – abbiamo stabilito che l'origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma
addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L'unica pasta un po'
diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi
usati in alcune "varianti sul tema", non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il
parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell'antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro "Virtutes".
Redazione
15 aprile 2011
http://www.quotidianodabruzzo.it/cultura/4087/un-disciplinare-per-le-virtu-teramane.html
A tavola
2011
15 apr.
Le Virtù teramane? Un comitato di esperti e
ristoratori spiega come si fanno
Fave e piselli per i legumi freschi, fagioli e lenticchie tra i legumi secchi, verdure fresche di
stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci, carne di manzo
macinata, pasta mista di grano duro ed erbe aromatiche. Sono questi i principali
ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara il Primo maggio. Sono stati
stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di
ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione
nell’Atlante dei prodotti tradizionali d’Abruzzo, in modo da ottenere un’unica linea guida,
imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica
teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi
della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), ma ci
sono anche rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a.
(Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli
organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio
igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del
marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima
volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio,
questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.
Il comitato ha anche scoperto una cosa curiosa alla luce di studi più accurati e di esame di
altre fonti, è stato confermato infatti che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani
usavano consumare le loro “Virtutes”.
http://www.abruzzo.tv/news/le-virtu-teramane-un-comitato-di-esperti-e-ristoratori-spiegacome-si-fanno-11717
«Le Virtù teramane? Si fanno così»
Venerdì 15 Aprile 2011
Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale.
Oltre venti ristoratori della provincia di Teramo propongono l‟antica ricetta durante tutto il mese di
maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione
come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di
grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si
prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito
Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti
tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le
“vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione
tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della
Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di
Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano
Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso
Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si
fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro
locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la
prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo
stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via
della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde,
perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non
hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica
Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
http://www.piazzagrande.info/rubriche/33909/virtu-teramane-si-fanno-cosi
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Le Virtù teramane? Si fanno così
15 aprile 2011Abruzzo, Attualita'
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come
bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe
aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo
il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici
esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che
attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in
modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Il comitato
è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni,
Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello
Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e
dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli
organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti
e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno
le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in
ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che
l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a
Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli
spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto
originale, e tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha
inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
http://www.improntalaquila.org/2011/04/15/articolo19784/
Gastronomia: in arrivo disciplinare
per virtù teramane
Venerdì 15 Aprile 2011
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i
legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria
e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i
principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il
I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato "Le Virtù
teramane". Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di
modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua
registrazione nell'Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica
linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le "vere Virtù teramane". Il comitato è
formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della
ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come
rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell'A.r.s.s.a. (Marco
Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di
controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene
degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di
questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui si
fanno le vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre
nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico.
http://www.notizieabruzzo.com/cultura/news/cultura-e-spettacolo/gastronomia-in-arrivodisciplinare-per-virtu-teramane
TERAMO: UN DISCIPLINARE
PER PREPARARE LE VIRTU'
TERAMO - Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di
stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista
di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si
prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito
Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti
tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le
“vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione
tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera
di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo,
della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il
dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno
le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in
ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito
che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della
diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica pasta un po’ diversa dalle altre era quella verde, perché
impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che
vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica
Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
15 Aprile 2011 - 16:01 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.abruzzoweb.it/contenuti/teramo-un-disciplinare-per-preparare-le-virtu/24122-1/
«Le Virtù teramane? Si fanno così»
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi;
verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine,
cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed
erbe aromatiche.
Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara
nella città di Teramo il 1° maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto
dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e
insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione
tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della
Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini)
di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale
Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di
Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui
si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel
loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata
la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo
stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per
via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era
quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti
sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
http://www.storieabruzzesi.it/2011/04/15/%C2%ABle-virtu-teramane-si-fannocosi%C2%BB/
Teramo, le Virtù: nasce un comitato e un
disciplinare sulla tipicità
VENERDÌ 15 APRILE 2011 15:50 DANIELE GALLI TERAMO - CULTURA & SPETTACOLO
Teramo. Maggio, mese di Virtù: la tipica pietanza teramana a base di legumi e verdure.
Nasce un comitato di esperti e ristoratori che fornisce teoria e pratica del piatto
tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia proporranno, durante tutto il mese di
maggio, la leccornia cucinata secondo il disciplinare appena redatto.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di
stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo
macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di
questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un
disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di
ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione
nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida,
imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica
teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e
capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo
Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e
dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto
Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il
dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso
Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano
del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per
la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese
di maggio, questo piatto storico.
“Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato” racconta Marcello Schillaci, già
presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del
Comitato, “abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente
teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia.
L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci.
Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune „varianti sul tema‟, non hanno a che vedere con
il piatto originale, e tantomeno il parmigiano”.
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
Per informazioni sui ristoranti aderenti: www.arteramo.it
Daniele Galli
http://www.cityrumors.it/teramo/cultura-a-spettacolo/comitato-disciplinare-virtu-piattotipico-31443.html
Le virtù teramane, i piatti tipici della
tradizione
Gli esperti stilano rigido elenco di ingredienti e modalità di ricerca e preparazione
Teramo 15 apr - Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e
lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come
bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di
manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche.
Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per
tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti
da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato „Le Virtù teramane‟.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e
insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della
ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come
rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e
Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il
difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della
nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio
“Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a
proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto
storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo
stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per
via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era
quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune „varianti
sul tema‟, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro „Virtutes‟.
Il prodotto (specialità gastronomica) si presenta come una minestra di colore verde di base in cui si
apprezza la totalità degli ingredienti ben distinti tra loro.
E‟ il piatto tipico del I° maggio (nel passato veniva preparato in tutto il mese di maggio).
Il sapore è unico e particolare dato dalla commistione degli ingredienti ed in particolar modo è
esaltato dagli odori delle erbe degli orti familiari.
E‟ un piatto unico che si fregia della piacevole comparazione tra le varie preparazioni e si presta ad
esaltare il gesto della fratellanza essendo offerto a vicini e conoscenti.
Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine settimana di maggio:
La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel. 0861.252257)
Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774)
Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416)
Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394)
Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881)
I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019)
Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251)
Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136)
Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319)
Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140)
La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535)
Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant'Angelo (TE) – tel. 085.8071021)
La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422)
Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620)
La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590)
New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290)
Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010)
Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228)
Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043)
Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848)
Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945)
Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144)
Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255)
Aggiornato al 15/04/2011 15:59
TAG: tradizione culinaria, virtù, Teramo, esperti
http://www.ilcapoluogo.it/News/Eventi/Le-virtu-teramane-i-piatti-tipici-della-tradizione50241
Le virtù teramane ora diventano doc
AltroCULTURA | pubblicato sabato 16 aprile alle 18.55 | nessun commento
di Filippo Marfisi
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di
stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta
mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per
tradizione si prepara
Le virtù
nella città di Teramo il I
maggio,
stabiliti
da
un
disciplinare sottoscritto dal
neo costituito Comitato “Le
Virtù
teramane”.
Dodici
esperti del settore hanno
stilato un rigido elenco di
ingredienti e di modalità di
ricerca e preparazione, che
attualmente è al vaglio della
Regione
per
la
sua
registrazione nell’Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo,
in modo da ottenere una unica
linea guida, imprescindibile e
insindacabile, per le “vere
Virtù teramane”. Il comitato è
formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra
Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione
tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti
della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele
Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore
civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della
nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre
venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione
teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana
del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie
ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato –
abbiamo stabilito che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma
addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica pasta un
po’ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti,
oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e
tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato
ha inoltre confermato che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare
le loro “Virtutes”.
Ultima rappresentazione della stagione del Teatro dell’Uovo
Alla ricerca del grande e terribile mago di oz, la produzione di punta del repertorio 2010/2011
de L’Uovo Teatro Stabile di Innovazione, chiude domani, 17 aprile, la stagione aquilana di
teatro ragazzi A teatro con mamma e papà, organizzata quest’anno nella Sala Teatro della
Parrocchia di Pettino intitolata a San Francesco d’Assisi. Lo spettacolo di Maria Cristina
Giambruno ha debuttato in novembre a Magione e conclude a L’Aquila la lunga tournée
nazionale con ben 74 repliche all’attivo, effettuate con grande ed unanime consenso di
pubblico e di critica in 37 città di dieci regioni. Particolarmente significativa è stata la scelta di
programmare la pièce, al suo rientro dalla tournée, per la chiusura della festosa stagione
aquilana di teatro ragazzi: il successo riscosso in campo nazionale dalla originale versione
scenica di Oz si coniuga alla perfezione con la trionfale ripartenza di A teatro con mamma e
papà nel martoriato capoluogo di regione, nel quale i bambini e le famiglie sono infine tornati a
vivere i sogni e le emozioni del teatro, grazie alla dedizione dell’équipe de L’Uovo e alla
preziosa ospitalità di Don Pino, parroco di Pettino. Alla ricerca del grande e terribile mago di
Oz è una messinscena in chiave decisamente moderna, caratterizzata dalla combinazione di
molteplici forme e linguaggi, anche multimediali, che meglio possono tradurre e comunicare ai
ragazzi di oggi la poeticità e la sublime intelligenza delle pagine di Frank L. Baum,
l’impareggiabile autore della mitica figura di Oz e del suo fantastico e fantasmagorico regno dei
colori. Lo spettacolo ripropone visivamente ed emozionalmente tutta la freschezza creativa di
Baum attraverso l’uso sapiente che la Giambruno fa di tutte le forme e le peculiarità dell’arte
scenica, supportata da una équipe artistica straordinaria: dallo scenografo Antonio Massena
alla costumista (anche autore di maschere e pupazzi) Chiara Defant, al Maestro Raffaello
Angelini, autore delle musiche originali, al videomaker Enzo Testa, all’autore delle luci
Raffaello Mastrorilli e ai bravissimi interpreti Fiorenza Fusari, Guido D’Ascenzo e Alessia
Siani. L’ultimo appuntamento di quest’anno con A teatro con mamma e papà è quindi alle
16.30 di domenica 17 nella Sala Teatro della Parrocchia di Pettino in via Canada. La
programmazione aquilana di A teatro con mamma e papà 2010/2011 ha presentato un
cartellone di nove titoli, de L’Uovo e di quattro compagnie ospiti, tutti applauditissimi da un
pubblico – di bambini e non – vivace e reattivo al massimo che ha decretato il successo della
formula e di ognuna delle rappresentazioni. La replica aquilana di Oz conclude più in generale
la programmazione regionale di A teatro con mamma e papà, che aveva avuto inizio il 5
dicembre 2010 a Città San’Angelo e che ha interessato, oltre al comune angolano e L’Aquila, i
teatri di Atri, Lanciano e Pineto, presentando complessivamente 23 spettacoli di 17 compagnie
per un totale di 28 rappresentazioni domenicali.
Avezzano, rievocazione della Passione nella parrocchia Madonna del Passo di
Borgo Pineta
Domani, alle 21, sul piazzale antistante la chiesa Madonna del Passo di Borgo Pineta, si
svolgerà la XXª edizione della Rappresentazione della Passione di Gesù. Un appuntamento che
da anni viene seguito da migliaia di fedeli provenienti da tutta la Marsica. Non mancheranno le
autorità. Come nelle passate edizioni, saranno disponibili gratuitamente oltre cinquecento
posti a sedere. La regia, per la prima volta, è stata affidata a Massimiliano De Foglio e
Gianfranco Fortuna. Una novità che darà un taglio diverso dalle precedenti edizioni. “L’idea di
fondo”, ha commentato Massimiliano De Foglio, “è quella di dare come chiave di lettura
l’Eucarestia, sintesi del mistero cristiano. Essa non è solo espressione di comunione ma è
anche progetto di solidarietà per l’intera comunità”. La narrazione ha in programma scene
teatrali del Gesù storico e immagini video del Gesù odierno. L’organizzazione è stata curata
dall’Associazione Culturale Madonna del Passo con l’assistenza del parroco Don Vincenzo De
Mario. “La rappresentazione, ormai una tradizione per la parrocchia, è un appuntamento
importante”, ha precisato il parroco, “che aiuta le persone a vivere più intensamente il periodo
pasquale”. Parteciperà il balletto della scuola di danza Harmony con l’insegnante Candida
Giffi.Oltre 100, compresi tecnici e organizzatori, sono le persone impegnate in questa
manifestazione religiosa. Le figure più rappresentative saranno interpretate da : Loreto
D’Angelo(Gesù), Giulia Martini(Madonna), Eliso Maurizi(Pilato), Alessandro De
Blasis(Barabba), Gianni Di Loreto(Caifa), Alessio Di Stefano(Centurione). Apostoli: Fabio Di
Giulio, Iacopo Della Pasqua, Antonio Giancola, Ivo Pecce, Martini Diego, Andrea Di Folco,
Simone Pistilli, Matteo Chicarella, Simone Chicarella, Pietro Cipollone, Mattia Di Marino,
Valentino Protopapa. Pie donne: Marta Donatelli, Lucia Ugoletti, Giordana Cisternino, Marta
Sorgi, Chiara Michetti.
©2011 AbruzzoQuotidiano.it Tutti i Diritti Riservati
http://www.abruzzoquotidiano.it/altro/2011/04/16/le-virtu-teramane-ora-diventano-doc.html
Enogastronomia - «Le Virtù teramane? Si fanno così»
SABATO 16 APRILE 2011 06:56
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come
bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di
manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe
aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per
tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da
un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù
teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di
ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che
attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione
nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da
ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile,
per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra
Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso
Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero
Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e
degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli
Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le
vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine
settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che
l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a
Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con
gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il
piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma,
proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
http://www.pressonweb.org/index.php?option=com_content&view=article&id=3261%3Alaq
auila-i-sindaci-protagonisti-nella-ricostruzione&Itemid=103
"Le Virtù teramane? Si fanno così"
Sabato 16 Aprile 2011 13:28 | Scritto da Administrator
Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica
del piatto tradizionale. -Oltre venti ristoratori della provincia
propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi;
verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine,
cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro;
ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto,
che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio,
stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato
“Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di
ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione
nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida,
imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra
Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo
stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio
(Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa
(Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del
Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si
fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro
locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la
prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che
l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a
Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con
gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il
piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
http://www.giornaledimontesilvano.com/cultura/34-cultura/7085-qle-virtu-teramane-sifanno-cosiq.html
sabato 16 aprile 2011
«Le Virtù teramane? Si fanno così»: arriva il
disciplinare
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e
lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga,
borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; erbe
aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara
nella città di Teramo il primo maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo
costituito Comitato “Le Virtù teramane”. 12 esperti del settore hanno stilato un rigido
elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio
della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in
modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere
Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti
della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di
Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e
Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e
dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto
Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il
dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo
Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi
si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si
impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del
prossimo mese di maggio, questo piatto storico. «Dopo varie ricerche, sia personali sia
del Comitato – racconta Marcello Schillaci, promotore del Comitato – abbiamo stabilito
che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura
cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia».
Pubblicato daAbruzzo Blogalle02:23
http://abruzzoblog.blogspot.com/2011/04/le-virtu-teramane-si-fanno-cosi-arriva.html
Le Virtù teramane? Si fanno così
18 April, 2011Autore Mara Pitari
Abruzzo. Le “virtù teramane”?
Passano dalla cucina tradizionale: è
qui che prodotti degli orti di famiglia
come fagioli e lenticchie, piselli e
fave, verdure fresche ed erbe
aromatiche unite alla carne di manzo
diventano gli ingredienti dell’identità
locale. Ma il piatto principe della
cucina teramana, che sembra
nascere dall’esperienza della nonna
e da un po’ di buon senso casalingo,
da oggi risponde in realtà ad un
codice ben preciso: dodici esperti del
settore gastronomico ne hanno stilato
un rigido elenco di ingredienti e di
modalità preparazione, che è ora al
vaglio della Regione per la
registrazione nell’Atlante dei prodotti
tradizionali d’Abruzzo.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana e capisaldi della
ristorazione tradizionale, così come rappresentanti della Camera di Commercio e dell’A.r.s.s.a. di Teramo, della stampa
e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e
della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale). Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da
oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana”, in ogni fine settimana di maggio (mese
caratteristico proprio per la preparazione delle “virtù”) si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale la
storica minestra.
Per maggiori informazioni scarica qui il disciplinare:
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Allegato
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DISCIPLINARE sulle Virtù Teramane.pdf 652,14 KB
http://www.terremarsicane.it/node/14499
«LE VIRTÙ TERAMANE? SI FANNO COSÌ» UN COMITATO DI ESPERTI E RISTORATORI FORNISCE
TEORIA E PRATICA DEL PIATTO TRADIZIONALE
NEWS ENOGASTRONOMICHE
Lunedì 18 Aprile 2011 12:58
Teramo - Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione
come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe
aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti
da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”. Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido
elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione
nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le
“vere Virtù teramane”. Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello
Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco
Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico
regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della
tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di
maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione. «Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta
Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato –
abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della
diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli
spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e
tantomeno il parmigiano». Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. (ASTRA)
http://www.abruzzonelmondo.net/html/news-enogastronomiche/le-virt-teramane-si-fannocosi-un-comitato-di-esperti-e-ristoratori-fornisce-teoria-e-pratica-del-piatto-tradizionale.html
Ricette originali per le Virtù
Teramane
lunedì 18 aprile 2011
le virtù teramane
«Le Virtù teramane? Si fanno così». Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e
pratica del piatto tradizionale. Oltre venti ristoratori della provincia propongono l‟antica
ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di
stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo
macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di
questo piatto, che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un
disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di
ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione
nell‟Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida,
imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”. Sulla base di questo
disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le
vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro
locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È
consigliata la prenotazione. Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il
comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani
usavano consumare le loro “Virtutes”.
Ultimo aggiornamento ( lunedì 18 aprile 2011 )
http://www.tuttoabruzzo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=17129&Itemid=7
57
Un Comitato a difesa delle “VIRTU’
TERAMANE”
Non poteva esserci luogo più idoneo, per mettere intorno ad un tavolo (di pomeriggio !!!) della „Cantina di Porta
Romana‟ esperti ed amanti delle buone tradizioni teramane.
Promotore ed anfitrione Marcello Schillaci che ha riunito ben 11 persone che, a vario
titolo e con diverse esperienze, hanno potuto dire la loro per un ambizioso
(all‟apparenza) ma più che logico „progetto‟ per pervenire ad un vero e proprio
„Disciplinare‟ , da far pubblicare sull‟ATLANTE DEI PRODOTTI TRADIZIONALI, delle
“VIRTU‟ teramane”.
Dal grande esperto Elio Pompa (attivo e lucidissimo ultranovantenne), allo studioso Dirigente ASL Migale, da Alessandra
Gasparroni a Gabriele Costantini e Cipolletti (ARSSA), da Giuliano Grossi (Difensore Civico della Regione) a Tiziana
Fidanza (CCIAA), a Rosita Di Antonio, dalla storica dell‟arte Di Ferdinando a Roberto Pelillo, ognuno ha dato un proprio
contributo di idee, di riferimenti e di nozioni, per la prima redazione della bozza di „Disciplinare‟.
Superate alcune difficoltà interpretative dell‟origine del grande „piatto‟, si è convenuto che:

certamente l‟origine è strettamente teramana, addirittura cittadina , con orti di famiglia;

pur avendo la migliore predisposizione d‟animo, si è convenuto che „varianti sul tema‟ possono essere
considerate solo a fini „statistici‟. Ad esempio, la pasta colorata era solo quella „verde‟ perché la massa era
impastata con gli spinaci, tortellini ed agnolotti saranno di per sé buoni ma non hanno a che vedere con il piatto
tradizionale così come il parmigiano;

il Comitato promotore non ha „cancelli‟ chiusi ma auspica che, purchè con le stesse finalità, ci sia il contributo di
altri;

si è stilato un rigido elenco di ingredienti che da sempre hanno caratterizzato questo piatto del 1° maggio
teramano;

una volta ottenuta l‟accettazione del „Disciplinare‟, tutti i Ristoratori ed i privati dovranno attenervisi SE vogliono
preparare o offrire le VERE...“VIRTU‟ TERAMANE “.
Una nota di colore!
Forse non voleva far dire che tutto andava a finire a “tarallucci e vino”, però il buon Marcello Schillaci, ha offerto
tarallucci e vino cotto, con gradimento di tutti i presenti.
ropel
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http://www.quiteramo.it/item/167-un-comitato-a-difesa-delle-“virtu’-teramane”.html
….ancora sulle “VIRTU’ TERAMANE”
In una recentissima nota, ho brevemente raccontato di un pomeriggio di studio e di confronto – tra esperti ed
amanti del buon mangiare -riuniti, nella “Cantina di Porta Romana“, per stilare la bozza
del Disciplinare inerente le famosissime “VIRTU‟“ di Teramo.
Ebbene, alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, è stato confermato che nell‟antica Roma – proprio il 1°
maggio – i Romani usavano consumare le loro „Virtutes‟, cioè …..Virtù, quasi a confermare che stiamo trattando di un
piatto le cui origini veramente affondano nella notte dei tempi.
Allora, ben venga l‟iniziativa di quel gruppo di volenterosi (riuniti da Marcello Schillaci), che ha voluto correttamente
etichettare le „nostre‟ virtù come „TERAMANE‟ proprio per difendere una loro precisa connotazione e localizzazione e per
evitare…confusione con altri tentativi di imitazione che – qua e là - sempre più spesso si intravvedono.
SE tutto procederà per il verso giusto, a parte qualche eventuale correzione in corso d‟opera, già dal prossimo 1° maggio
2011, il piatto che si potrà etichettare “VIRTU‟ TERAMANE" sarà solo ed unicamente quello che rispetterà alla lettera il
„Disciplinare‟.
Ed allora non vedremo pasta colorata (escluso quella verde con gli spinaci), non ci saranno tortellini ed agnolotti,
neanche il parmigiano ecc..
Voglia partire – anche da questo sito - un invito ai Ristoranti della zona perchè ci si adegui con vantaggio per tutti. Un
turista verrà a Teramo e sa che troverà, in ogni Ristorante o Trattoria del posto, le certificate “VIRTU‟ TERAMANE “.
Al Comune di Teramo, in primis, ma anche agli altri “soggetti” istituzionali fino ai teramani della Giunta Regionale, il
messaggio per un doveroso sostegno all‟iniziativa per la tutela di una prelibatezza di TERAMO.
Resto fiducioso ma anche attento a registrare …gli eventi!
ropel
Letto 86 volte
http://www.quiteramo.it/item/168.html?date=2011-05-01&lang=it
Virtù teramane, dagli orti di "Cazzit" ai
ristoranti di Manhattan
Eventi
Mercoledì 27 Aprile 2011 12:58
Le Virtù ottengono il disciplinare che le tutela e Schillaci
prepara lo sbarco in America
Teramo - Dagli orti di "Cazzitt" al piatto. Nascono le uniche e
vere Virtù teramane. Diffidare dalle imitazioni, prego. Il piatto
tipico teramano finalmente ha avuto il suo riconoscimento
nell‟Atlante dei Prodotti Tradizionali d‟Abruzzo.
E a partire dal Primo Maggio per tutto il mese, ben 23
ristoratori della città offriranno il piatto secondo le regole e il
disciplinare redatto dal Comitato promotore dell‟iniziativa. Non solo: sempre il Primo Maggio tornerà a Teramo la
trasmissione di Rai Uno, Linea Verde, per documentare l‟evento. Un successo anche di Art, l‟Associazione dei ristoratori
dentro le mura, al cui vertice Marcello Schillaci per primo ha mosso le fila per arrivare a questo risultato. E' arrivato il
tanto atteso documento dalla Regione, l‟Assessorato alle Politiche Agricole e di Sviluppo Rurale e dalla sede ARSSA.
Dopo la riunione che ha definito la composizione del comitato rappresentativo lo scorso 3 febbraio e dopo avere redatto
un disciplinare specifico che documenta la ricetta originaria e attesta la tipicità sia degli ingredienti e sia della ricetta del
piatto teramano, ora si è in attesi del riconoscimento. Che a breve arriverà anche dal Ministero delle Politiche Agricole.
Nel protocollo regionale si definiscono prodotti agroalimentari tradizionali quei prodotti le cui metodiche di lavorazione,
conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo. Più dettagliatamente, devono risultare praticate sul
territorio di riferimento in maniera omogenea secondo le regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque per un
periodo non inferiore ai 25 anni. Sono esclusi i prodotti agroalimentari registrati come Dop e Igp. In merito alle Virtù
sappiamo che già Giuseppe Savini ne parlava nel 1830 – spiega Schillaci – tutto questo è emerso da una ricerca
dell‟esperto gastronomo Roberto Pelillo, membro del comitato. Senza poi risalire alla notte dei tempi sappiamo che il
piatto aveva delle premesse storiche già tra le due guerre mondiali. Il piatto, secondo il famoso ristoratore Elio Pompa,
ha assunto la sua veste definitiva nel dopoguerra. Trae la sua fondamentale caratteristica dalla stagione in cui è
possibile utilizzare la varia gamma di verdure e legumi. Il suo nome Virtù deriva dalla natura degli ingredienti, che allora,
contrariamente a quanto avviene oggi, erano i prodotti più poveri della terra”. La prenotazione e la ricerca delle materie
prima inizia nei vari fornitori o nei mercati contadini almeno una decina di giorni prima del primo maggio. La cottura degli
alimenti è effettuata alimento per alimento. “Questo è importante – sottolinea Schillaci – bisogna diffidare dalle imitazioni.
Le Virtù non sono un minestrone qualsiasi. Ma è il frutto di una tradizione tipica del centro storico teramano”. Tradizione
che ora si pensa di esportarla anche all'estero. E se il Sindaco pensa di "sfruttare"il gemellagio "virtuoso" con Cirpo e
Memmingen, Schillaci sta preparando lo sbarco negli States. Le Virtù arriveranno a Manhattan!
http://www.ekuo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3296:virtu-teramanedagli-orti-di-qcazzitq-ai-ristoranti-di-manhattan&catid=28:eventi&Itemid=74
Le Virtù teramane in un disciplinare
Postato il 27 aprile 2011 da Antonella Gaita
Il I maggio è ormai alle porte e, come da tradizione, nella città di Teramo si possono
gustare le famose Virtù.
Da sinistra: Giampiero Sardi, Mario Cozzi, Maurizio Brucchi e Marcello Schillaci
Un comitato di esperti e ristoratori ha fornito teoria e pratica del piatto tradizionale in un
disciplinare, mentre oltre venti ristoratori della provincia hanno proponsto l’antica ricetta
durante tutto il mese di maggio (http://altrimenti.wordpress.com/2011/04/15/qui-sifanno-le-vere-virtu-della-tradizione-teramana/).
“Grazie all’ART (Associazione Ristoratori Teramani – dentro le mura) – ha affermato il
Sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi – vengono messi in risalto gli aspetti della nostra
tradizione culinaria che fanno conoscere il nostro territorio”.
“Il piatto delle Virtù – spiega Marcello Schillaci, Presidente dell’ART – nasce nel centro
di Teramo e fa parte della nostra tradizione, quindi, va tutelato e lo abbiamo fatto con un
disciplinare”.
“Per portare avanti tali iniziative – ha affermato l’assessore al commercio, Mario Cozzi
– bisogna avere solide basi, formate da strette collaborazioni con associazioni ed enti. Le
virtù non devono essere considerate un minestrone e devono essere legate ad una
continuità abbinandole alla cultura”.
http://altrimenti.wordpress.com/2011/04/27/le-virtu-teramane-in-un-disciplinare/
27 aprile 2011
1°maggio: Le virtù teramane si fanno
così...
Una manifestazione per imparare a conoscere la tradizione culinaria teramana.
Il 1° maggio un appuntamento da non perdere per chi ama la
cucina tipica teramana o vuole imparare tutti i segreti di una fra le
ricette più conosciute del territorio: le virtù teramane.
Il Comitato di esperti (antropologi, storici e studiosi della tradizione
culinaria abruzzese) infatti proporranno a Teramo un excursus
storico sulla ricetta a base di legumi ed erbe aromatiche
consumata in particolare il primo maggio, già conosciuta e
apprezzata ai tempi dell'antica Roma, mentre i ristoratori teramani che aderiscono al progetto
proporranno per tutto il mese di maggio le “vere virtù teramane” nei loro menù.
Un modo per valorizzare gli antichi sapori della tradizione e scoprire luoghi della memoria spesso
dimenticati.
Per maggiori informazioni si può contattare l'Associazione Ristoratori Teramani Dentro le Mura
all'indirizzo [email protected]
http://www.giulianova.it/ita/news/eventi-in-abruzzo/teramo/1-maggio-le-virtu-teramane-sifanno-cosi-27-01-2011.html
"Le Virtù": il piatto simbolo della gastronomia teramana
Mercoledì 27 Aprile 2011
"Le Virtù": il piatto simbolo della gastronomia teramana, il cibo rituale del
primo maggio in cui convergono le antiche tradizioni che cadenzavano l‟incerta esistenza contadina fin dal tempo dei
Romani. Sembra, infatti, che questo “minestrone” si colleghi alla consuetudine di festeggiare la dea Maia – da cui
deriverebbe
il
vocabolo
maggio
–
per
propiziare
l‟abbondanza
dei
nuovi
raccolti.
Era il passaggio che, attraverso le sapienti mani femminili, sublimava i resti dell´inverno nella dispensa e le primizie della
bella stagione. “Le Virtù” teramane ci rammentano, in questa quotidianità consumistica e distratta, la società che le ha
generate e che insegnava il valore del risparmio, del riuso, quando si doveva "fare di necessità virtù". Una volta, infatti,
non si buttava via niente e anche il pane vecchio garantiva i periodi di bisogno. Non c‟erano frigoriferi e, nel proteggere i
cibi, protagoniste erano le donne, le cui abilità, le virtù, quindi, consistevano nel saper preparare un piatto gustoso
utilizzando tutti gli avanzi della stagione fredda: legumi secchi, pasta di varie tipologie, pezzetti di maiale – essiccati con
cura perché si conservassero il più a lungo possibile – abbinandoli alle nuove fioriture dell´orto, alle verdi speranze della
primavera.
Si tratta di un piatto povero che, pur se tipico della provincia di Teramo, è diffuso, con varianti, un po‟ in tutto l´Abruzzo.
Attraverso lo scambio reciproco della pietanza fra parenti e amici, le famiglie rinsaldavano – o in qualche caso
rompevano
–
i
vincoli
di
fratellanza
e
condivisione.
L‟antico rito si rinnova ogni anno nella sua attualità e nel sapore unico, derivante dalla miscela dei diversi ingredienti, la
cui preparazione richiede tempi lunghissimi, perché cotti quasi tutti separatamente prima di essere mescolati in modo
tale
che
il
gusto
di
nessun
componente
emerga
in
modo
particolare.
Al piatto “Le Virtù” è stato dedicato uno specifico progetto sostenuto dalla Condotta Pretuziana di Slow Food, con la
partecipazione della Regione Abruzzo, dell‟Arssa, della Provincia, del Comune e della Camera di Commercio di Teramo,
teso a valorizzare l‟enogastronomia e il territorio abruzzesi. Sarà realizzato dal regista Marco Chiarini un documentario
promozionale destinato a divulgare ulteriormente in Abruzzo e fuori regione il profilo antropologico e culturale di questa
ricetta
di
origine
teramana.
"Come Assessorato alle Politiche Agricole – ha dichiarato l‟Assessore Mauro Febbo – abbiamo voluto sostenere questa
interessante iniziativa che si pone l‟obiettivo di esaltare una eccellenza del nostro territorio. Tra gli impegni che ci siamo
prefissati c‟è quello di promuovere, sostenere e valorizzare gli straordinari prodotti enogastronomici che la nostra regione
può vantare. Si tratta di una reale ricchezza per il comparto agricolo e per l‟economia abruzzese”.
Daniela Quieti
http://www.agricolturaoggi.com/site/index.php?option=com_content&view=article&id=849:
qle-virtuq-il-piatto-simbolo-della-gastronomia-teramana&catid=43:newsdallabruzzo&Itemid=61
“Virtù teramane” un piatto prelibato della cucina teramana... e da oggi è
anche un comitato
28-04-2011 Ore 00:21
Il primo maggio per tutti è un giorno di festa. La festa dei lavoratori per l'esattezza. Per
Teramo però, non è solo questo. Teramo, che mette da sempre al centro di questa
ricorrenza, un aspetto che ha a che fare con la propria storia e la propria tradizione.
Parliamo delle virtù, piatto tipico, che da quest'anno ha un vero e proprio disciplinare,
volto a salvaguardare un caposaldo della nostra cultura che ultimamente è stato oggetto di
imitazioni e modifiche.
Un disciplinare voluto fortemente da "virtù teramane", comitato composto da undici
persone, che con diverse esperienze e a vario titolo lavorano a difesa di questa antica
tradizione: "Abbiamo voluto fortemente questo disciplinare perchè le virtù sono un piatto
storico, che ultimamente sta diventando alla portata di tutti - ha dichiarato Marcello
Schillaci durante un'apposita conferenza stampa -. La nostra tradizione va assolutamente
tutelata, per questo ringrazio tutte le istituzioni che ci hanno aiutato e i 22 ristoratori
teramani che hanno aderito a questo progetto e che, per tutto il mese di maggio,
continueranno a fare virtù su richiesta".
Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco Brucchi: "Stiamo andando verso la strada giusta
per quanto riguarda l'enogastronomia. Negli ultimi anni stiamo dando molto risalto a
questo aspetto, perciò sono molto contento di quanto sta facendo l'amministrazione e
anche della risposta del territorio. Abbiamo anche altri progetti in questo senso,
soprattutto per esportare all'estero la nostra cultura".
Luca Graziani
http://www.teramonews.com/virtu_teramane_un_piatto_prelibato_della_cucina_teramana_
e_da_oggi_e_anche_un_comitato-21504.html
Il disciplinare delle vere virtù teramane
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido
elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della
Regione per la sua registrazione nell'Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere
una unica linea guida, imprescindibile e
insindacabile, per le "vere Virtù teramane".
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori
storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e
Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione
tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e
Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e
dell'A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e
degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio
igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui
si fanno le vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre nel
loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico.
"Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato" racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell'Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato, "abbiamo
stabilito che l'origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina,
per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L'unica pasta un po' diversa dalle altre era
quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune 'varianti
sul tema', non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano".
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che
nell'antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro "Virtutes".
IL DISCIPLINARE DELLE VERE VIRTU' TERAMANE
Descrizione delle metodiche di lavorazione e conservazione
La preparazione inizia con la ricerca degli ingredienti.
Legumi secchi Fagioli: “spagnolo”, “cannellini”, “borlotto”, “tondini”, “fagioli neri” a piacimento altre
specie;
Ceci; Lenticchie; Cicerchia a piacimento
Legumi freschi Piselli, fave.
Verdure fresche - ortaggi Varia qualità e di stagione; bietola, indivia, scarola, lattuga, borragine,
cicoria, spinaci, misericordia, carciofi, zucchine, carote
Odori, erbe aromatiche Aglio, cipolla, aneto, maggiorana, prezzemolo, menta, salvia, timo
(pipirella), sedano, basilico, pepe bianco, noce moscata e chiodi di garofano.
Prosciutto crudo, osso di maiale, orecchie, cotenne e piedini di maiale
Carne di manzo Macinata
Pasta di grano duro Mista, sia di formato corto che lungo (spezzettata); maccheroni, la zita, tubetti,
tubettoni, pennette, mezzi rigatoni, spaghetti, linguine ecc. .
Pasta fresca “acqua e farina” “Tajulin” e “Patellette”
Pasta fresca all‟uovo Vari formati, maltagliati, pappardelle; parte della pasta è preparata con
spinaci con conseguente colorazione verde.
Olio extra vergine d‟oliva
Sale, farina e uovo
La prenotazione e la ricerca delle materie prime inizia nei vari fornitori o nei mercati contadini
almeno una decina di giorni prima del I° maggio.
La cottura degli ingredienti è totalmente effettuata alimento per alimento. La prima fase è la
pulitura e la mondatura delle verdure.
I legumi secchi vengono messi in ammollo con acqua almeno dodici ore prima e vengono
successivamente preparati singolarmente con un battuto di sedano aglio, cipolla, carote tagliate a
dadini, olio extra vergine d‟oliva un po‟ di pepe bianco ed eventualmente altri odori a piacimento,
coperti con acqua e con cottura per un tempo che dipende dalla
tipologia del legume.
I legumi freschi vengono cotti con abbondante trito di cipolla, prezzemolo ed olio extra vergine
d‟oliva (Acqua e sale q.b.)
Pulitura, preparazione e bollitura delle orecchie, cotenne e piedini di maiale.
Si effettua la sbollentatura (cottura parziale) di alcune verdure quali la misericordia, l‟indivia, la
cicoria, la scarola, la lattuga, la borragine e gli spinaci e successivamente si procede allo
sminuzzamento delle stesse.
Si preparano piccole polpettine (“pallottine”) con la carne di manzo macinata, battuto di aglio, pepe
ed uovo e si soffriggono in olio extra vergine d‟oliva.
I carciofi e le zucchine vengono mondati e tagliati in piccoli pezzi, passati nella farina e fritti in olio
extravergine d‟oliva. Sia i carciofi che le zucchine, in molti casi vengono aggiunti solo alla fine della
cottura o anche eventualmente serviti a parte e da aggiungere nel piatto già finito.
Si costituisce quindi una base con olio extra vergine d‟oliva, cipolla, aglio e sedano e si soffrigge il
poco prosciutto crudo (eventualmente i resti attaccati all‟osso), l‟osso di maiale ed un poco di salsa
di pomodoro.
Si aggiungono gli odori, acqua, e si lascia cuocere per qualche minuto.
Si inizia quindi a formare il piatto finale aggiungendo via via i legumi (sia freschi che secchi già cotti
in precedenza), le verdure, le “pallottine” e successivamente i vari tipi di pasta (prima la pasta di
grano duro e poi quella all‟uovo e per finire quella acqua e farina stando attenti ai singoli tempi di
cottura), aggiungendo sempre acqua e manipolando continuamente migliorando l‟amalgama degli
elementi.
Il piatto offre il meglio di se stesso se lasciato riposare per circa un ora.
Come primo elemento storico non si può omettere la citazione del “Cucchiaio D‟argento” (prima
edizione 1950), edito da Editoriale Domus dove compare una primordiale ricetta scritta delle “virtù”
a firma di Amina Panzeri – Teramo.
Altro testo storico è “Gastronomia Teramana” edito nel 1978 in cui si legge: “Una delle ricette
tipicamente teramane, entrate nella più radicata e tenace delle tradizioni, è senza dubbio quella
delle Virtù.
La sua origine affonda nella notte dei tempi, comprovando come, anche in tempi remoti, la gente
del luogo avesse, unitamente al gusto della buona tavola, il senso e la pratica della parsimonia,
esercitati con l‟utilizzazione dei semplici prodotti della terra”.
Questo è quanto raccontava il giornalista Franco D‟Ignazio nel libro del 1978 “Gastronomia
Teramana” del Prof. Rino Faranda che ne declinava ordinatamente la ricetta.
Senza risalire alla notte dei tempi ed affidandosi alla tradizione orale del famoso ristoratore
teramano, Elio Pompa, sappiamo che il piatto aveva delle premesse storiche già tra le due guerre
mondiali, probabilmente con una connotazione simile a tanti altri piatti regionali a base di legumi
(ndr: i “Granati del 1° Maggio a Torricella Peligna, i “Risucci e Suffitelli” di Civitella AlfedenaCocullo o la “Pignata” di maggio nella Valle Peligna se non i “Totemajje” di Pescocostanzo).
Sempre secondo Pompa, che ha portato le “Virtù” nella ristorazione pubblica, il piatto ha assunto la
sua veste definitiva nel dopoguerra, a cavallo tra gli anni 40 e 50 e con diffusione a partenza dalla
città di Teramo.
Il piatto, a base di legumi, verdure e paste di vario genere, trae la sua fondamentale caratteristica
dalla stagione in cui è possibile utilizzare la varia gamma di verdure e legumi. Il suo nome (“Virtù”)
deriva innanzitutto dalla natura degli ingredienti, che allora, contrariamente a quanto avviene oggi,
erano i prodotti più poveri della terra e frutto
dell‟essere parsimoniosi raccogliendo i resti delle provviste cerealicole della stagione fredda. Oltre
agli ingredienti derivati dalla natura, la pasta secca ha radici molto antiche (i pastifici sono presenti
sul territorio teramano sin dalla fine del XVIII secolo).
venerdì 29 aprile 2011, 08:27
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Il-disciplinare-delle-vere-virtu-teramane/31644.htm
«Le Virtù teramane? Si fanno così» Un comitato di
esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica
CITTÀ SANT'ANGELO - OLTRE VENTI RISTORATORI DELLA PROVINCIA PROPONGONO L’ANTICA RICETTA DURANTE TUTTO IL MESE DI
MAGGIO.
13.05.11 15:35
By Redcan
CITTA' SANT'ANGELO - Fave e piselli per i legumi
freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure
fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga,
borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata,
pasta mista di grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i
principali ingredienti di questo piatto, che per
tradizione si prepara nella città di Teramo il I
maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal
neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido
elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della
Regione per la sua registrazione nell‟Atlante dei
prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una
unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per
le “vere Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni,
Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed
Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell‟A.r.s.s.a. (Marco
Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore
civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo
Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio “Qui si fanno le
vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine
settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell‟Associazione
Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l‟origine di questa ricetta non
solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L‟unica
pasta un po‟ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in
alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell‟antica Roma, proprio il 1°
maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
13.05.11 15:35 - REDCAN - LETTO 392
http://www.pagineabruzzo.it/notizie/news/Pescara/39770/_le_virt_teramane_si_fanno_cos_un_comitato_di_esperti_e_ristoratori_fornisce_teoria_e_pratica.
html
«LE VIRTÙ TERAMANE? SI FANNO COSÌ» UN COMITATO DI ESPERTI E RISTORATORI FORNISCE
TEORIA E PRATICA DEL PIATTO TRADIZIONALE.
Scritto da Redazione - Venerdì 13 Maggio 2011 14:48
Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi;
verdure fresche di stagione come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e
spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed erbe
aromatiche.
Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si
prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare
sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di
modalità di ricerca e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione
per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo
da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere
Virtù teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina
antica teramana (Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita
Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello
Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di
Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele
Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di
controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del
Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso
Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi
si fregiano del marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione
teramana” si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro locale,
in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto
storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello
Schillaci, già presidente dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura
(Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l’origine di questa
ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via
della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica pasta un po’ diversa
dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci. Tortellini ed
agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che vedere con
il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre
confermato che nell’antica Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano
consumare le loro “Virtutes”.
Qui saranno preparate e servite le vere Virtù teramane nei fine
settimana di maggio:
La Cantina di Porta Romana (C.so Porta Romana, 105 – Teramo – tel.
0861.252257)
Ristorante Duomo (Via Irelli, 27 – Teramo – tel. 0861.241774)
Capolinea (Viale Francesco Crispi, 30 – Teramo – tel. 0861.415416)
Da Catia (Via Porta Carrese, 18 – Teramo – tel. 0861.240394)
Antico Cantinone (Via Ciotti, 5 – Teramo – tel. 0861.250881)
I Carati di Bacco (Via Duca Aosta – Teramo – tel. 0861.243019)
Il Fortino (C.da Specola – Teramo – tel. 0861.241835, 320.0530251)
Ristorante Pizzeria Italia (C.da Specola, 70 – Teramo – tel. 0861.246136)
Zunica 1880 (P.zza Filippi Pepe – Civitella del Tronto – tel. 0861.91319)
Ristorante 3 Archi (C.da Piane Vomano – tel. 085.898140)
La Stazione (Via Gammarana, 8 – Teramo – tel. 0861.417528, 393.7282535)
Borgo Spoltino (C.da Selva Alta – Mosciano Sant'Angelo (TE) – tel.
085.8071021)
La Resistenza (Viale della Resistenza, 33 – Teramo – tel. 0861.415422)
Accipicchia (Via Sauro, 55 – Teramo – tel. 327.5825438, 328.3252620)
La Buca dei Sapori (Via Coste S. Agostino – Teramo – tel. 0861.220590)
New Galadhrim (Via Madonna del Riparo – Teramo – tel. 0861.252290)
Da Mauro (Via Cesare Battisti, 69 – Teramo – tel. 0861.240010)
Fattoria Fabiocchi ( Via Nazionale, 62 – Teramo – tel. 0861.328228)
Ristorante I Tigli (Viale Mazzini, 18 – Teramo – tel. 0861.241043)
Corte dei Tini (Strada statale 81 – Villa Vomano – tel. 0861.329848)
Ristorante Chez Roberto (C.da Scapriano Basso – Teramo – tel. 0861.286945)
Villa Nerina (Fraz. Miano – Teramo – tel. 0861.327144)
Cibaria (Via De Albentiis – Teramo – tel. 0861.250255)
http://www.chietiscalo.it/video/amianto/8474-lle-virtu-teramane-si-fanno-cosir-un-comitato-di-esperti-e-ristoratori-fornisce-teoria-e-pratica-del-piattotradizionale-.html
13/05/2011 - ENOGASTRONOMIA
"Le Virtù teramane? Si fanno così": stabiliti da un disciplinare gli
ingredienti
Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale. Oltre venti
ristoratori della provincia propongono l'antica ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione
come bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di
grano duro; ed erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara nella
città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato "Le Virtù
teramane".
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e
preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell'Atlante dei prodotti tradizionali
Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le "vere Virtù teramane".
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra Gasparroni,
Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio
e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell'A.r.s.s.a. (Marco
Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico
regionale Giuliano Grossi e il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso
Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio "Qui si
fanno le vere Virtù della tradizione teramana" si impegnano, per la prima volta, a proporre nel loro
locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto storico. È consigliata la
prenotazione.
"Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente dell'Associazione
Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito che l'origine di questa
ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo
degli orti di famiglia. L'unica pasta un po' diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci.
Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune "varianti sul tema", non hanno a che vedere con il piatto originale, e
tantomeno
il
parmigiano".
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell'antica
Roma, proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro "Virtutes".
La Redazione - (13/05/2011)
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Teramo. «Le Virtù teramane? Si fanno così»
Postato da admin Il maggio - 13 - 2011
«Le Virtù teramane? Si fanno così»
Un comitato di esperti e ristoratori fornisce teoria e pratica del piatto tradizionale.
Oltre venti ristoratori della provincia propongono l’antica ricetta durante tutto il mese di maggio.
Fave e piselli per i legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi secchi; verdure fresche di stagione come
bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e spinaci; carne di manzo macinata, pasta mista di grano duro; ed
erbe aromatiche. Sono i principali ingredienti di questo piatto, che per tradizione si prepara
nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un disciplinare sottoscritto dal neo costituito
Comitato “Le Virtù teramane”.
Dodici esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca e preparazione,
che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione nell’Atlante dei prodotti tradizionali
Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù
teramane”.
Il comitato è formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana (Alessandra
Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della ristorazione tradizionale
(lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come rappresentanti della Camera di
Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo,
della stampa (Roberto Pelillo), e degli organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e
il dirigente del Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del marchio
“Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la prima volta, a
proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di maggio, questo piatto
storico. È consigliata la prenotazione.
«Dopo varie ricerche, sia personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato – abbiamo stabilito
che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana, ma addirittura cittadina, per via della
diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica pasta un po’ diversa dalle altre era quella verde, perché
impastata con gli spinaci. Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che
vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».
Alla luce di studi più accurati e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica Roma,
proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”.
http://www.giulianovanews.it/2011/05/teramo-%C2%ABle-virtu-teramane-si-fannocosi%C2%BB/
Le virtù teramane? Si fanno così
SUNDAY, 15 MAY 2011 08:03 REDAZIONE CRONACA
-la prima volta quest’anno il piatto delle Virtù Teramane sarà preparato per tutto il resto del
mese di maggio presso gli oltre venti ristoratori che hanno aderito all’iniziativa-
Teramo,15 maggio.-Un comitato di esperti
e ristoratori fornisce teoria e pratica del
piatto tradizionale.Oltre venti ristoratori della
provincia propongono l’antica ricetta durante
tutto il mese di maggio.Fave e piselli per i
legumi freschi; fagioli e lenticchie tra i legumi
secchi; verdure fresche di stagione come
bietola, indivia, lattuga, borragine, cicoria e
spinaci; carne di manzo macinata, pasta
mista di grano duro; ed erbe aromatiche.
Sono i principali ingredienti di questo piatto,
che per tradizione si prepara nella città di Teramo il I maggio, stabiliti da un
disciplinare sottoscritto dal neo costituito Comitato “Le Virtù teramane”.Dodici
esperti del settore hanno stilato un rigido elenco di ingredienti e di modalità di ricerca
e preparazione, che attualmente è al vaglio della Regione per la sua registrazione
nell’Atlante dei prodotti tradizionali Abruzzo, in modo da ottenere una unica linea
guida, imprescindibile e insindacabile, per le “vere Virtù teramane”.Il comitato è
formato da antropologi, ricercatori storici ed esperti della cucina antica teramana
(Alessandra Gasparroni, Daniela Di Ferdinando e Rosita Di Antonio) e capisaldi della
ristorazione tradizionale (lo stesso Marcello Schillaci ed Elio e Paolo Pompa), così come
rappresentanti della Camera di Commercio (Alfiero Barnabei) e dell’A.r.s.s.a. (Marco
Cipolletti e Gabriele Costantini) di Teramo, della stampa (Roberto Pelillo), e degli
organi di controllo (il difensore civico regionale Giuliano Grossi e il dirigente del
Servizio igiene degli Alimenti e della nutrizione della Asl di Teramo Tommaso Migale).
Sulla base di questo disciplinare, gli oltre venti ristoratori che da oggi si fregiano del
marchio “Qui si fanno le vere Virtù della tradizione teramana” si impegnano, per la
prima volta, a proporre nel loro locale, in ogni fine settimana del prossimo mese di
maggio, questo piatto storico. È consigliata la prenotazione.«Dopo varie ricerche, sia
personali sia del Comitato – racconta Marcello Schillaci, già presidente
dell’Associazione Ristoratori Teramani dentro le mura (Art) e promotore del Comitato
– abbiamo stabilito che l’origine di questa ricetta non solo è strettamente teramana,
ma addirittura cittadina, per via della diffusione a Teramo degli orti di famiglia. L’unica
pasta un po’ diversa dalle altre era quella verde, perché impastata con gli spinaci.
Tortellini ed agnolotti, oggi usati in alcune “varianti sul tema”, non hanno a che
vedere con il piatto originale, e tantomeno il parmigiano».Alla luce di studi più accurati
e di esame di altre fonti, il comitato ha inoltre confermato che nell’antica Roma,
proprio il 1° maggio, i Romani usavano consumare le loro “Virtutes”. (h.8,15)
http://www.corrierepeligno.it/cronaca/le-virt-teramane-si-fanno-cosi