"Impariamo a pregare alla scuola di Gesù"

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"Impariamo a pregare alla scuola di Gesù"
Anno XXVII (XLIII) • N°6 - G I U G N O 2011 • Via S. Lucia Filippini n° 25 • Tel. 0 7 6 1 . 8 2 6 0 5 0 - Montefiascone (VI) • "Poste Italiane SpA • Sped. in A.P. • Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 2 4 / 1 2 / 2 0 0 3 - DCB Centro Viterbo"
«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli
Direzione, redazione: 0 1 0 2 7 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 0 7 6 1 . 8 2 6 0 5 0 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 2 7 2 del 4-12-1982
Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. • Via Paternocchio, 35 - Montefiascone • Tel. e Fax: 0761.826297 • e-mail: [email protected]
Nuova
serie di catechesi
da parte
del Papa
"Impariamo
a
alla scuola di
Benedetto
XVI
pregare
Gesù"
Cari fratelli e sorelle, quest'oggi vorrei iniziare una nuova serie di catechesi. Dopo le catechesi sui Padri della Chiesa, sui grandi teologi del Medioevo, sulle grandi donne, vorrei adesso scegliere un tema che sta molto a cuore a tutti noi: è il tema della preghiera, in modo specifico di quella cristiana, la preghiera, cioè, che ci ha insegnato Gesù e che continua ad insegnarci la Chiesa.
È in Gesù, infatti, che l'uomo diventa capace di accostarsi a Dio con la profondità e l'intimità del rapporto di paternità e di figliolanza. Insieme ai primi discepoli, con umile confidenza ci rivolgiamo allora al Maestro e Gli chiediamo: "Signore, insegnaci a pregare" (Le 11,1).
Nelle prossime catechesi, accostando la Sacra Scrittura, la grande tradizione dei Padri
della Chiesa, dei maestri di spiritualità, della liturgia, vogliamo imparare a vivere ancora più
intensamente il nostro rapporto con il Signore, quasi una "Scuola della preghiera". Sappiamo
bene, infatti, che la preghiera non va data per scontata: occorre imparare a pregare, quasi
acquisendo sempre di nuovo quest'arte, anche coloro che sono molto avanzati nella vita spirituale sentono sempre il bisogno di mettersi alla scuola di Gesù per apprendere a pregare
con autenticità. Riceviamo la prima lezione dal Signore attravarso il Suo esempio. I Vangeli
ci descrivono Gesù in dialogo intimo e costante con il Padre: è una comunione profonda di
colui che è venuto nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre che lo ha inviato per la salvezza dell'uomo. In questa prima catechesi, come introduzione, vorrei proporre
alcuni esempi di preghiera presenti nelle antiche culture, per rilevare come, praticamente
sempre e dappertutto si siano rivolti a Dio. Comincio con l'antico Egitto, come esempio. Qui
un uomo cieco, chiedendo alla divinità di restituirgli la vista, attesta qualcosa di universalmente umano, qual è la pura e semplice preghiera di domanda da parte di chi si trova nella sofferenza, quest'uomo prega: "Il mio cuore desidera vederti... Tu che mi hai fatto vedere le tenebre, crea la luce per me. Che io ti veda! China su di me il tuo volto diletto" (A. Barucq - F.
Daumas, Hymnes et prières de l'Egypte ancienne - Paris 1980, trad. it in Preghiere dell'umanità, Brescia 1993, p. 30). Che io ti veda; qui sta il nucleo della preghiera!
Presso le religioni della Mesopotamia dominava un senso di colpa arcano, e paralizzante, non privo, però, della speranza di riscatto e liberazione da parte di Dio. Possiamo così
apprezzare questa supplica da parte di un credente di quegli antichi culti, che suona così: "O
Dio che sei indulgente anche nella colpa più grave, assolvi il mio peccato... Guarda, Signore,
al tuo servo spossato, e soffia la tua brezza su di lui: senza indugio perdonagli. Allevia la tua
punizione severa. Sciolto dai legami, fa'che io torni a respirare; spezza la mia catena, scioglimi dai lacci" (M. - J. Seux, Hymnes et prières aux Dieux de Babylone et d'Assyrie, Paris
1976, trad. it. in Preghiere dell'umanità, op. cit. p. 37). Sono espressioni che dimostrano come
l'uomo, nella sua ricerca di Dio, ne abbia intuito, sia pur confusamente, da una parte la sua
colpa, dall'altra aspetti di misericordia e di bontà divina.
All'interno della religione pagana dell'antica Grecia si assiste a un'evoluzione molto
significativa: le preghiere, pur continuando a invocare l'aiuto divino per ottenere il favore celeste in tutte le circostanze della vita quotidiana e per conseguire dei benefici materiali, si orientano progressivamente verso le richieste più disinteressate, che, consentono all'uomo credente di approfondire il suo rapporto con Dio e di diventare migliore.
Per esempio, il grande filosofo Platone riporta una preghiera del suo maestro, Socrate,
ritenuto giustamente uno dei fondatori del pensiero occidentale. Così pregava Socrate: "Fate
che io sia bello di dentro. Che io ritenga ricco chi è sapiente e che di denaro ne possegga
solo quanto ne può prendere e portare il saggio. Non chiedo di più" (Opere I. Fedro 279c.,
trad. it. P. Pucci, Bari 1966). Vorrebbe essere soprattutto bello di dentro e sapiente, e non
ricco di denaro.
In quegli eccelsi capolavori della letteratura di tutti i tempi che sono le tragedie greche,
ancor oggi, dopo venticinque secoli, lette, meditate e rappresentate, sono contenute delle
preghiere che esprimono il desiderio di conoscere Dio e di adorare la sua maestà. Una di queste recita così: Sostegno della terra, che sopra la terra hai sede, chiunque tu sia, difficile a
intendersi, Zeus, sia tu legge di natura o di pensiero dei mortali, a te mi rivolgo: giacché tu,
procedendo per vie silenziose, guidi le vicende umane secondo giustizia" (Euripide, Troiane,
884 - 886, trad. it. G. Mancini, in Preghiere dell'umanità, op. cit., p. 54). Dio rimane un po'
nebuloso e tuttavia l'uomo conosce questo Dio sconosciuto e prega colui che guida le vie
della terra. Anche presso i Romani, che costituirono quel grande impero in cui nacque e si
diffuse in gran parte il cristianesimo delle origini, la preghiera, anche se associata a una concontinua a pag. 2
Montefiascone
il suo nuovo
ha scelto
Sindaco
LUCIANO CIMARELLO
a consacrare la vittoria
della lista civica che ha un
nome emblematico "La Città
Nuova", ben 3559 voti contro i
2827 della coalizione guidata
da Anna Rita Foscarini e i
2399 del gruppo Pdl di Luca
Bellacanzone.
"Sarò il sindaco di tutti ha dichiarato entusiasta del
risultato il primo cittadino - e mi
impegnerò
con i nuovi
amministratori per realizzare
il prima possibile ogni punto
di programma presentato
durante la campagna elettorale. Non abbiamo infatti stilato per gli elettori solo un elenco
di buoni propositi ma abbiamo pensato a progetti seri ed
attuabili nel breve e lungo termine per rilanciare il nostro
paese ed avviare il miglioramento economico e socioculturale che merita". "Per far questo - annuncia - avremo bisogno di
tutti, anche delle forze di opposizione con le quali abbiamo
intenzione di aprire una nuova stagione fatta di confronto e
collaborazione con l'unico obiettivo comune di pensare al
bene di Montefiascone". "È necessario - ha continuato
Cimarello - recuperare il tempo perduto in questi ultimi mesi
con il commissariamento del Comune e dare nuovo vigore
all'attività amministrativa programmando tutti gli interventi
che da troppo tempo i cittadini aspettano di veder realizzati e
che non sono più rimandabili". "Punti fondanti del nostro operato - prosegue - saranno la trasparenza amministrativa, la
legalità ed il massimo coinvolgimento nella gestione della
cosa pubblica dell'intera cittadinanza, che sarà chiamata a
partecipare alla gestione del Comune e a giudicare l'operato
anche di chi lo amministra. Particolare attenzione sarà rivolta
alle fasce più deboli, agli anziani, ai bambini, ai giovani.
Abbiamo intenzione ad esempio di istituire il consiglio comunale dei giovani, un organismo importante per dare voce alle
nuove generazioni e portare all'interno del comune le loro
istanze".
Intanto sono avvenuti anche due significativi incontri con gli
anziani: il primo giorno di lavoro della nuova amministrazione, il
neo sindaco e tutti i consiglieri della maggioranza si sono recati a
Villa Serena per salutare gli ospiti e domenica 22 maggio Cimarello
ha visitato il centro anziani di via Bandita e incontrato tutti gli iscritti.
"La più grande soddisfazione durante la campagna elettorale e in questi primi giorni di amministrazione - ammette poi è aver avuto accanto tanti giovani, aver sentito il loro sostegno e il loro entusiasmo. Credo fermamente che siano stati e
siano il punto di forza della nostra coalizione e prometto che
ci impegneremo per renderli partecipi e protagonisti delle
scelte amministrative". "Attraverso La Voce - conclude - che
raggiunge tutte le case e le famiglie di Montefiascone voglio
ringraziare, insieme a tutti i candidati de "La Città Nuova"
quanti hanno dato fiducia alla nostra lista e al nostro programma. Ci impegneremo per raggiungere gli obiettivi prefissati e
per dare le risposte che tutti I montefiasconesi attendono.
Grazie!".
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 2
segue da pag. 1
Il
Vescovo
Lino si congratula c o n Sr. A n n a
Stefanoni, che è
cezione utilitaristica e fondamentalmente legata alla richiesta
della protezione divina sulla vita della comunità civile, si apre
talvolta a invocazioni ammirevoli per il fervore della pietà personale, che si trasforma in lode e ringraziamento. Ne è testimone un autore dell'Africa romana del II secolo dopo Cristo,
Apuleio. Nei suoi scritti egli manifesta l'insoddisfazione dei
contemporanei nei confronti della religione tradizionale e il
desiderio di un rapporto più autentico con Dio. Nel suo capolavoro, intitolato Le metamorfosi, un credente si rivolge a una
divinità femminile con queste parole: "Tu si sei santa, tu sei in
ogni tempo salvatrice dell'umana specie, tu, nella tua generosità, porgi sempre aiuto ai mortali, tu offri ai miseri in travaglio
il dolce affetto che può avere una madre. Né giorno né notte
né attimo alcuno, per breve che sia, passa senza che tu lo
colmi dei tuoi benefici" (Apuleio di Madaura, Metamorfosi IX,
25, trad. it. C. Annaratone, in Preghiere dell'umanità, op. cit. p.
79).
e n t r a t a negli a n n i
97
e desidera
arrivare a l m e n o a
100!
do
Vive ricordansempre
il
Vescovo
Luigi
B o c c a d o r o di cui
è s t a t a al servizio
per tanti a n n i e
s o p r a t t u t t o il s u o
fratello
D.
Domenico,
l'an-
gelo, c h e i n s i e m e
ai suoi genitori, la
protegge
dal
cielo!
Nello stesso periodo l'imperatore Marco Aurelio - che era
pure filosofo pensoso della condizione umana - afferma la
necessità di pregare per stabilire una cooperazione fruttuosa
tra azione divina e azione umana. Scrive nei suoi Ricordi: "Chi
ti ha detto che gli dèi non ci aiutino anche in ciò che che dipende da noi? Comincia dunque a pregarli, e vedrai" (Dictionnaire
de Spiritualità XII, col. 2213).
Auguroni,
Sr. A n n a !
CALENDARIO PARROCCHIALE
le altre Associazioni cittadine che non stiamo a nominare.
È l'omaggio che vogliamo e dobbiamo
dare a Cristo Gesù presente nell'ostia
santa.
Sabato 11 giugno:
S. Barnaba, Apostolo - Il nome significa
"figlio di consolazione". Fu amico e compagno di Paolo di Tarso. Poi si divisero e
Barnaba prese come compagno San
Marco. Nato a Cipro, vi morì martire.
Domenica 12 giugno: PENTECOSTE
Alle ore 10,30 in S. Margherita il Vescovo
Lino conferirà la cresima a 21 giovani,
alcuni dei quali sono prossimi ad involarsi
a nozze.
Con questa festa termina il tempo di
Pasqua.
Cari amici, in questi esempi di preghiere delle diverse epoche e civiltà emerge la consapevolezza che l'essere umano
ha della sua condizione di creatura e della sua dipendenza da un Altro a luì superiore e fonte di ogni bene. L'uomo
di tutti i tempi prega perchè non può fare a meno di chiedersi quale sia il senso della sua esistenza, che rimane
oscuro e sconfortante, se non viene messo in rapporto
con il mistero di Dio e del suo disegno sul mondo. La vita
umana è un intreccio di bene e male, di sofferenza immeritata
e di gioia e bellezza, che spontaneamente e irresistibilmente
ci spinge a chiedere a Dio quella luce e quella forza interiore
che ci soccorrano sulla terra e dischiudano una speranza che
vada oltre i confini della morte. Le religioni pagane rimangono
un'invocazione che dalla terra attende una parola dal Cielo.
Uno degli ultimi grandi filosofi pagani, vissuto già in piena
epoca cristiana, Proclo di Costantinopoli, dà voce a questa
attesa, dicendo: "Inconoscibile, nessuno ti contiene. Tutto ciò
che pensiamo ti appartiene. Sono da te i nostri mali e i nostri
beni, da te ogni nostro anelito dipende, o Ineffabile, che le
nostre anime sentono presente, a te elevando un inno di silenzio" (Hymni, ed. E. Vogt, Wiesbaden 1957, in Preghiere dell'umanità, op. cit., p. 61).
Lunedì 13 giugno:
S. Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa. Nel 1926 veniva beatificata S. Lucia Filippini, mentre il 22 giugno
1930 veniva proclamata Santa.
Domenica 19 giugno: Santissima
Trinità
Domenica 26 giugno: Corpus Domini
ore 10,30: Celebrazione della S. Messa in
S. Margherita.
ore 11,15: Processione eucaristica, per
le vie: S. Lucia, Piazza, Via Nazionale, Via
O. Borghesi, Via della Croce, Cavour,
Piazza, Indipendenza, Car. Barbarigo,
Cripta S. Lucia. Benedizione eucaristica.
Segue la celebrazione della S. Messa
delle ore 12,00.
Invitati in particolare i ragazzi di tutte le
parrocchie che hanno celebrato la confessione, la Prima Comunione e i giovani
della Cresima, con i loro genitori e parenti. Saranno presenti naturalmente le autorità Religiose: i parroci, i religiosi e le religiose, tutti gli iscritti all'A.C. ed altre associazioni: P. Pio, ecc. e Civili: la nuova
giunta cittadina, i rappresentanti dei
carabinieri, possibilimente due in alta uniforme, l'Associazione Carabinieri e tutte
7,30
Questo consiglio dell'imperatore filosofo è stato effettivamente messo in pratica da innumerevoli generazioni di uomini prima di Cristo, dimostrando così che la vita umana senza
la preghiera, che apre la nostra esistenza al mistero di Dio,
diventa priva di senso e di riferimento. In ogni preghiera, infatti, si esprime sempre la verità della creatura umana, che da
una parte sperimenta debolezza e indigenza, e perciò chiede
aiuto al Cielo, e dall'altra è dotata di una straordinaria dignità,
perchè, preparandosi ad accogliere la Rivelazione divina, si
scopre capace di entrare in comunione con Dio.
Il mese di Giugno è dedicato da tanti anni
alla conoscenza - amore del Sacro Cuore.
La funzione giornaliera si svolgerà,
nella chiesa di S. Francesco:
- ore 17,30: Coroncina; - ore 18,00: S. Messa.
La Vergine Maria ci assista e ci incoraggi.
Nel mese di Luglio la Messa vespertina sarà
celebrata nella basilica di S. Margherita,
ore 18,00, anche per prepararci alla festa
della Santa Patrona, che quest'anno sarà
mercoledì 20 luglio.
Divino Amore
S. Maria delle Grazie
Corpus Domini (Le Coste)
S. Pietro - Benedettine
Villa S. Margherita
Negli esempi di preghiera delle varie culture, che
abbiamo considerato, possiamo vedere una testimonianza della dimensione religiosa e del desiderio di Dio iscritto nel cuore di ogni uomo, che ricevono compimento e
piena espressione nell'Antico e nel Nuovo Testamento. La
Rivelazione, infatti, purifica e porta alla sua pienezza
l'anelito originario dell'uomo a Dio, offrendogli, nella preghiera, la possibilità di un rapporto più profondo con il
Padre celeste. All'inizio di questo nostro cammino nella
"Scuola della preghiera" vogliamo allora chiedere al
Signore che illumini la nostra mente e il nostro cuore perchè il rapporto con Lui nella preghiera sia sempre più
intenso, affettuoso e costante. Ancora una volta
diciamoGli: "Signore, insegnaci a pregare" (Le 11,1).
S. MARGHERITA
MONTEFIASCONE
S. Flaviano
Corpus Domini (Le Coste)
S. Giuseppe - Le Mosse
S. Maria del Giglio (Zepponami)
8,15
S. Maria del Riposo (Fiordini)
Santuario S. Lucia Filippini
9
S. Francesco
Villa S. Margherita
S. Flaviano
9,30
Corpus Domini (Le Coste)
S. Maria del Giglio (Zepponami)
10
S. Flaviano
S. Giuseppe - Le Mosse
S. Maria della Vittoria (Cappuccini)
Villa S. Margherita
S. Francesco
S. MESSA VESPERTINA FESTIVA del sabato
"I 6 , 3 0
S. Maria del Giglio - Zepponami
19,00
S- M a r g h e r i t a
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 13
VECCHIE FOTO
FESTA DEGLI ALBERI
21 novembre 1951
Nella foto si riconoscono tra gli altri (da sinistra) il
direttore didattico Ranucci, il maestro Geremia
Tarantello, il decano Latino Salotti, il maestro
Vittorio Giusti e Attilio Bizzarri.
N O M I , COGNOMI E SOPRANNOMI
NELLA M O N T E F I A S C O N E DEL TARDO MEDIOEVO
di GIANCARLO
° MALATESTA
Nella sua storia di Montefiascone, Luigi Pieri Buti afferma come, nel 1383, un
certo Galeotto Novello Malatesta nascesse a Montefiascone. 1 L'indicazione è
ripresa da un testo di Francesco Sansovino, Della origine, et de'fatti delle famiglie illustri d'Italia, stampato a Venezia nel 1582 e nel 1609, che così la formula,
Galeotto Novello chiamato, anco Belfiore, il quale nato a Montefiascone
to al battesimo dal Cardinal di Mongioia.
fu tenu-
La notizia è scarsamente verosimile e la sua infondatezza trova conferma in una
cronaca dell'epoca che specifica come nell'anno 1375, una domenica a dì 5 de
luglio nacque un altro figliolo maschio al sopraddetto nostro signore [Galeotto I] e
nacque in lo castello di Montefiore, el qua! ebbe nome Galaotto Novello; e mandolio a battizzare uno cardinale di Mongioia.2
E sempre il Pieri Buti, facendo riferimento ad un breve pontificio di Leone X datato 30 agosto 1515, scrive che un altro Malatesta - stavolta si tratta però di un
nome e non di un cognome - figlio di Gian Paolo Baglioni celebre tiranno di
Perugia [era] domiciliato in Montefiascone.3 Certamente Malatesta Baglioni aveva
sposato Monaldesca Monaldeschi di Orvieto, e pertanto frequentava le terre del
Patrimonio, 4 ma il documento citato non conferma un suo domicilio a
Montefiascone in quanto il testo in questione semplicemente dice quam in primum domu redeas, senza specificare quale fosse la residenza alla quale
Malatesta Baglioni sarebbe dovuto ritornare. Aurelio di Ser Luciano
Malatesta,
che compare nell'astiludio del 1538, è invece con certezza figlio del notaio
Lucianus quondam Malatesta de Monteflaschone, notaio in Montefiascone nei
primi decenni del XVI secolo. 5 Un suo fratello, Delio, notaio a Viterbo, si sposò in
quella città nel 1553 con Camilla Alessandri. 6 Successivamente, nella visita
pastorale del 1583, si annota come la cappella sotto l'invocazione di Maria
Maddalena, nella chiesa di San Francesco, fosse stata eretta dagli antenati del
signor Malatesta de Malatesti. 7 Lo stesso Malatesta a cui, il 14 luglio 1585, la
comunità chiede di anticipare i soldi per realizzare gli stemmi di Sisto V e del cardinale Farnese, nonché la sfera dell'orologio; 8 che, nel 1599, con nomina di
Clemente Vili, ricopre l'incarico di commissario del Comune; 9 e che, nel 1603, si
aggiudica la tenuta della Guardata per quattro anni impegnandosi a pagare 1.000
BRECCOLA
si elementi di quelle famiglie scomparse nelle quali ci siamo già imbattuti come i
Pinieri, i Pennoni, i Petrucci, i Falisci e i Bisenzi; ed altre ancora presenti a
Montefiascone come i Giusti, i Renzi, i Teodori, i Cherubini e i Martini. Ci sono poi
dei soprannomi, alcuni dei quali, probabilmente, con funzione di cognome:
Trabussa, Battaglino, Zuccarino, Scianetti, Menchiarello, Malagrascia, Tinozo e
Fanfaloni.
7. Fonti non scritte
Oltre alle archivistiche è opportuno considerare anche quelle fonti che potremmo
definire alternative - quali l'epigrafia, l'araldica e la pittura - comunque in grado di
trasmetterci informazioni d'altro genere.
0
ALIOTTI
In una stanza del palazzo Pennoni, sopra considerato,
esiste
un
camino con architrave
decorato da due putti
reggistemma, di stile
'quattrocentesco, e dal
relativo
blasone
Putti reggistemma con stemmo della famiglia ALIOTTI
¡probabile)
che,
oltre alla figura araldica, mostra le iniziali G.A.
La decorazione, in quanto di epoca antecedente la costruzione del palazzo in cui
è collocata, potrebbe provenire dal vecchio edificio che esisteva nell'area in cui
sorse, verso la metà del 'cinquecento, il palazzo Pennoni. Lo stemma sembra riferirsi ad una casata Aliotti probabilmente originaria del luogo. L'attribuzione trova
conferma, oltre che dalla figura araldica sostanzialmente costituita da un'ala
armata di artiglio, dalla "A" presente, riferibile al cognome, e dal fatto che il cognome Aliotti era presente nel territorio. Troviamo infatti uno Scambio Aliotti, vescovo
di Viterbo dal 1245 al 1253, che forse non è riferibile a Montefiascone, ma pochi
scudi annui.' 0
anni dopo, il 29 giugno 1279, un Ranieri d'Aliotto da Montefiascone,
Giudice*
L'indicazione è importante perchè ci conferma la derivazione patronimica del
cognome e il suo carattere poligenetico. Si ritrova menzione dello stesso perso-
Ritroviamo Malatesta Malatesti nel dicembre 1606, quando ottiene la licenza per
naggio in un documento del 23 luglio 1282, dove Raniero Aliotti di
prendere a censo da Galeotto Baglione 2.000 scudi per completare l'approvvigionamento frumentario;" e poi, il 14 giugno 1607, come depositano in carica della
caneva"
nel suo ruolo di giudice generale, è incaricato dal rettore della Marca di istituire
un processo contro alcuni abitanti di Camerino. 16
Montefiascone,
(9-segue)
Nel 1633 muore Evangelista Lisi, aromatario di Montefiascone, e gli subentra il
viterbese Girolamo Sterparelli che, già accasato a Montefiascone, sposa in
seconde nozze con la montefiasconese Luisa Malatesta.' 3 Ed infine, negli anni
1649 e 1650, troviamo il montefiasconese frate Giovan Battista Malatesta regi4
strato come residente nel locale convento di Sant'Agostino.' La residenza della
che
dal
Corso
conduce
a
Ringrazio Claudio Mancini per l'indicazione.
ASV, Notarile Montefiascone 87,1505 - 1520,1524 - 1528.
6
ANGELI 2003, p. 25.
7
ACVM, Visite pastorali, II, v. 6,1583.
8
ASCM, Riformarne, 1585 - 1587, f. 32v; "E per fare l'arme e la spesa come nella proposta, la
Città preghi M. Malatesta vogli imprestarsi quanto per talconto sarà bisogno, e che tutto poi se li
faccia bono nel rendere li suoi conti".
3
ASCM, Riformarne, 1596 -1600, f. 116; Lettera di Mons. Tiberio Cerosi in data di Roma 17 aprile 1599, diretta al Malatesta.
"> ASCM, Riformarne 1600 - 1609, f. 65v.
" ASCM, Riformarne 1600 - 1609, f. 156r.
12
Cantina.
via
° SBARDELLA
Nell'astiludio del 1534 compare anche un certo
Baldassarre Sbardella che potrebbe avere qualche riferimento con uno stemma posto sulla
chiave d'arco di un portale in via Trento. Nello
stemma in questione, oltre alla figura araldica, è
infatti presente la scritta "1579 GASP SBAFT.
13
ANGELI 2 0 0 3 , p p . 5 1 1 - 5 1 2 .
CORDOVANI, RINALDO, Affreschi quattrocenteschi in una Chiesa adibita a magazzino, in
"Biblioteca e Società", Vili, n. 1 gennaio 1981, p. 13.
15
Muzzi, SALVATORE, Annali della città di Bologna, Bologna 1840, p. 129.
' 6 MAZZATINTI, GIUSEPPE, Gli archivi della storia d'Italia, v.l, Rocca San Casciano 1 8 9 7 - 1 8 9 8 , pp.
14
^ Stemma di Gaspare
Compaiono, tra i partecipanti alle giostre, diver-
PIERI BUTI 1 8 7 0 , p . 2 0 3 .
5
Nazionale.
° ALTRE FAMIGLIE E SOPRANNOMI
Cronichetta dei Malatesti scritta nel sec. XIV, Faenza 1846, pp. 62 - 63.
ANONIMO RIMINESE,
3
4
famiglia, volendo dar fede alla toponomastica
del paese, doveva essere ubicata lungo quella
piccola strada, da sempre nota come via
Malatesta,
' PIERI BUTI 1 8 7 0 , p . 5 1 .
2
Iprobabile)
Sbardella
|
167-
168.
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 10
FRANCESCO PICCIONE, merita d'essere ricordato, perchè
quando è libero dai suoi impegni è un nostro concittadino
D e v o q u e s t o libro ai
miei maestri, ai poeti idoli
FRANCESCO PICCIONE
di cui m i nutro. L a s c i o al
lettore l ' a p p r e z z a m e n t o di
quanto ho imparato d a
Sotto Mentite Spoglie
Elegie del Tempo Lontano
Con introduzione e postfazione dell'Autore
s i o n e italiana, h a t e n u t o lezioni in v a r i e U n i v e r s i t à
e s t e r e ( K i n s h a s a , 1 9 8 2 ; Il Cairo, 1 9 8 9 ; Dakar,
1 9 9 8 ; Bastia, 2 0 0 6 ) e Italiane ( B o c c o n i , Milano,
q u e s t o , l'umile l a v o r o di
un artigiano che, attraver-
Edizione del Consolato d'Italia - Recife
so la m e m o r i a , in Elegie
d e l T e m p o L o n t a n o , si
v e s t e dei G r a n d i . Q u a l i ?
Posso ancora avvenire, diradato negli anni obliqui,
Posso ancora salpare, vago,
Per ombre colorate del mondo, insicuro.
Blake
a
Pound,
da
Pasolini a Luzi, d a Eliot a
Stevens, da Montale a
Fortini, d a Villon a Chair,
d a K a v a f i s a Seferis.
Poeta, scrittore e d editore, h a p u b b l i c a t o o p e r e
di narrativa, s a g g i s t i c a , t e a t r o e p o e s i a .
S p e c i a l i s t a di letteratura i n t e r e t n i c a di e s p r e s -
essi, dalle a s s i d u e letture
delle loro p o e s i e . Ecco,
Sotto M e n t i t e S p o g l i e è
Nessuno
e
tutti:
da
Rimbaud a Bonnefoy, da
Francesco Piccione (Mogadiscio, Somalia,
1952), dirigente del M i n i s t e r o Affari Esteri, dal
2 0 0 9 è C o n s o l e d'Italia in R e c i t e (Brasile).
Non temo il passo profondo, i consumati rancori,
Se di rado, dai boschi di querce e di acque,
Un vento convince che irrequietezza si appaga.
2 0 0 2 ; Statale, S i e n a , 2 0 0 5 ) . L a s u a u l t i m a o p e r a
p o e t i c a è in c o r s o di p u b b l i c a z i o n e c o n t e s t o a
f r o n t e in brasiliano.
È dal 2 0 0 9 , C o n s o l e d'Italia in Recife, a c a p o della c i r c o s c r i z i o n e c o n s o l a r e d e l N o r d e N o r d Est del Brasile. È stato in p r e c e d e n z a C o n s o l e
d'Italia a Bastia, in C o r s i c a e nella s u a c a r r i e r a ministeriale h a ricoperto vari
incarichi dirigenziali, s o p r a t t u t t o c o n s o l a r i e culturali all'estero e in Italia, per
c o n t o del M i n i s t e r o Affari Esteri di R o m a .
Anni scomparsi ci attendono, ritrovati giorni di luce,
Nelle sere di sempre, nell'eco che torna,
Dalie vie di fuga un giorno guariti.
È l'artigianale o m a g gio che, sotto m i a intera
responsabilità,
il
MOMENTO
ITALIA
BF ASILI
2011
-3012
Anno dell'Italia in Brasile
C o n s o l a t o di R e c i t e d e d i c a a l l ' A n n o dell'Italia in
B r a s i l e , al M I B 2 0 1 1 2 0 1 2 c h e c e l e b r a l'italia-
H a p u b b l i c a t o o p e r e di narrativa, saggistica, p o e s i a e teatro. H a c u r a t o
l'edizione di v a r i e o p e r e e d a ultimo è a p p a r s a l'antologia c o m p l e t a 1 9 8 0 -
2010.
Postfazione
modesta
ìntima di
importanza
da "Sotto Mentite Spoglie" pag.
nità in/del Brasile, in coinc i d e n z a c o n il 150° A n n i v e r s a r i o d e l l ' U n i t à d'Italia. S o n o g r a t o all'ami-
46/47
c o scrittore R o b e r t o R a v e r a C h i o n c h e h a p o e t i c a m e n t e f o t o g r a f a t o i
p a e s a g g i e le a t m o s f e r e n o r d e s t i n e . A l l a Collettività Italiana e d alla
C o m u n i t à Italo B r a s i l i a n a del N o r d e N o r d Est, c h e v i v e e d o p e r a nella
Che senso può avere il "far poesia" per un dirigente pubblico, per un console? Nessuno, mi verrebbe da dire, se non sapessi quanto conta per me il
"quadro poetico" delle cose e degli eventi, la metafora poetica della vita che è
c i r c o s c r i z i o n e del C o n s o l a t o , v a l'affettuoso p e n s i e r o dei miei c o l l a b o -
per me comprensione
ratori e m i o p e r s o n a l e .
ricerca ossessiva dell'equilibrio
poetico e della bellezza di una frase che imiti
la purezza di un cielo, la prima stella della sera - come lanterna tremolante
alla
ricerca delle cose perdute - le forme cangianti delle nuvole in corsa, il disegno
delle foglie e la calma improvvisa del vento... tutto è in me motore che smuo-
Francesco
Piccione
- Console
d'Italia
in Recite - marzo
Che fatica amare
2011
Bastia!
C h e fatica a m a r e Bastia,
lo c h e ho l'Africa, R o m a e Parigi fin d e n t r o al midollo,
10 c h e n o n ho isola s e n o n nella m e m o r i a del p a d r e !
Sotto u n cielo d ' i m m e n s o a c q u a r e l l o c h e
Si s t e n d e dietro i c a m p a n i l i di S. G i o v a n n i ,
11 v e c c h i o porto a c c o g l i e a n c o r a i miei passi,
Fra ciechi palazzi levigati di sole.
O gioie d o m e s t i c h e , o c o n f u s e solitudini: già s a l e
Dalle valli del c u o r e alle c i m e della m e n t e
L ' a r g e n t a t a f o s c h i a dei rimpianti, dei d i s t a c c h i
Dalla c o m p l i c i t à di o g n i g i o r n o di attesa.
L à è la vita, lieve; là s o n o le c h i e s e , d a P i e t r a b u g n o al m a r e ;
E le finestre gialle e rosa a s p e c c h i a r s i s u l l ' a c q u a .
Le b a r c h e , il m a r i n a i o c u r v o al lavoro;
La lastra s c u r a e l u c e n t e del m a r e , le t e n d e scarlatte.
C h e f a t i c a a m a r e Bastia,
Q u a n d o v i e n e m e n o il t e m p o della felicità,
Q u a n d o s c o l o r a n o i s o g n i e i d e s i d e r i n o n h a n n o futuro!
Piccala strada del centro
V i c o l o s p o s s a t o , p i c c o l a s t r a d a del c e n t r o
C h e u n p a s s o a z z u r r o u s u r a nel t e m p o .
S c a l e s e n z a ringhiera, porte s b a r r a t e
Nascondono stanchezza e voci rapprese.
La luce o c r a dei m u r i si s t e n d e
F r e d d a nella m e m o r i a di chi è a s s o p i t o .
P r o c e d e solitario il v i a n d a n t e ,
S i c u r o c h e volto al cielo c o n t i n u e r a n n o a g u a r d a r s i .
di fatti e persone.
Lo spazio
della creazione
poetica,
la
ve le forze assopite, un sentimento che sfugge al dire, difficile a definire,
quasi
fosse anteriore alle parole ed alla comprensione.
Non è solo amore per la
scrittura, bisogna volere ciò che si ama, volerlo di una volontà profonda,
senza
tracce d'impazienza,
quasi sconosciuta
a se stessa. Un desiderio
smodato
minaccerebbe
nel quotidiano
le forze che sono in noi, tanto quanto l'oblio prolungato. Di serio
ci sono le questioni da trattare, le occupazioni
e
preoccupazio-
ni d'ufficio: la creazione letteraria non ha alcuna importanza.
La
tuttavia si nutre dei sentimenti che il far poesia smuove: sensibilità,
umana
e rispetto,
comprensione
e
professione
attenzione
giudizio.
A ognuno il suo metro e il suo metodo, il suo filo che lo aiuta a
nelle turbolenze della vita, a ritrovare l'unica gioia del mondo, la gioia
ritrovarsi
elemen-
tare dell'universo,
quella che oscuriamo ogni volta che pretendiamo
di
qualcuno, di sapere qualcosa. Da questa gioia mai dovremmo prender
do, l'incoscienza
che ci consente di vegliare sull'essenziale,
l'intelligenza
ci consente di accettare la vita come viene, all'ora che vuole. Qualcosa
essere
congeche
che
attraversa la scrittura e porta oltre, combinazione
perfetta di estrema
solitudine che giunge alle soglie dell'estrema
presenza, dove la solitudine si colma di
tutte le cose che in noi ritrovano il proprio nome, per essere dette e risorgere.
Nient'altro
che questo...
poiché
fuori è così tenero il cielo! Dopo queste
pagi-
ne, altre certamente
verranno: altre lettere che sono il mio modo di vivere, di
ricaricare lo spirito e riprendere forze. Leggerò molto: romanzi, saggi,
racconchiaramenti e poesie. Mescolerò tutto per orientarmi e capire, per vederci più
te nella fitta foresta
della letteratura
del mondo,
e trovare
un mio
cammino.
Brucerò nelle mie pagine le pagine lette, un vento ne solleverà le fiamme
che si vedranno a distanza. Scrivere sarà ancora il nascondersi
sotto le coltri
della lingua materna per sfuggire alla morte che brilla, alle rughe del tempo.
Nel panico che trasformiamo
in saggezza, nella pausa meditativa
ra si compie talvolta un miracolo, fulgido come una resurrezione
della scrittuma di miste-
ro inverso: non è la materia che si trasforma in spirito, ma attraverso lo spirito
si tocca con stupore la materia pura: la dolcezza della sera, una luce tenue
che avvolge la freschezza
dell'aria come per attardare l'istante di una fine.
Qualcosa allora sorge, qualcosa di sottile che attraversa
dei silenzi e della notte, qualcosa che il minimo rumore
lo spazio
immenso
farebbe fuggire per
sempre. Perché scrivere, perché leggere quando il mondo si gela ogni giorno
di più nell'oscurità
di se stesso? Non c'è risposta, credo, a meno che le parole, nella loro evidente impotenza, non inizino a dirci
qualcosa.
L'autore
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
NOTA DI AGRICOLTURA
a cura di GIMBERTO
I contadini moderni sono i
giovani agricoltori con tante idee
L'agricoltura dei nostri
nonni era un'agricoltura di
sussistenza, in quanto riusciva a produrre cibo
poco più che sufficiente
per s f a m a r e le famiglie
numerose degli agricoltori.
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P*
Il n o n n o
"Faciolo",
buon'anima, coltivava una
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o/^MÈm
piccola vigna, e d o p o aver
raccolto l'uva necessaria
per soddisfare l'esigenza
della propria famiglia, riusciva ad accantonarne una "soma" per vendere agli artigiani del paese cui
piaceva produrre personalmente una botticella di vino per casa. Egli caricava
i bigonci colmi di uva in groppa alla somaretta e tutto soddisfatto si recava al
paese per venderla ad un amico falegname che aveva la bottega proprio
all'imbocco dell'Osina c o n a n n e s s a una cantinella.
Jjjk^
A
C o n s e g n a t a l'uva ed incassati i soldi in contanti, a n d a v a a fare s p e s a
all'emporio di alimentari di "Pisolo" riempiendo i bigonci di baccalà che portav a al casale in c a m p a g n a e li attaccava ben ammazzettati al soffitto del tinaio, c o m e cibo di riserva per l'inverno. Per riuscire a mangiare un pollo nella
ricorrenza delle feste "ricordatore", le povere massaie contadine, pur non
avendo uno spazio a disposizione, riuscivano a ricavare un pollaietto dove
capitava, poi andavano dalle "comari" nei poderi con il pollaio ben fornito di
galline e di galli di razza, ed acquistavano le uova "ingallate" per farle covare
dall'unica, spelacchiata e m a g r a gallinella che possedevano.
Con la memorabile data del 31 dicembre del 1999 è passato alla storia il
secondo millennio ed è passato alla storia anche il contadino e l'agricoltura di
sussistenza. Dopo circa 6 0 anni è stato cambiato l'articolo del Codice Civile
che identifica il conduttore di una azienda agricola o zootecnica. Dal primo
gennaio 2000, chi trae utile dalla terra o alleva animali è definito imprenditore agricolo. M a c'è di più, recentemente è stata anche varata la cosiddetta
Legge di Orientamento che estende la qualifica di imprenditore agricolo
anche a chi svolge attività di agriturismo o di valorizzazione dei prodotti tipici.
È estesa anche a chi trasforma e commercializza i prodotti della propria
azienda.
L'effetto di tale rivoluzione è che, in controtendenza rispetto ad altri settori, nelle c a m p a g n e l'occupazione è salita del due per cento. La sorpresa è che
tale incremento è dato d a giovani sotto i 3 5 anni. Nella nostra Italia, dove
abbiamo tanti "bamboccioni" e con il record di giovani nullafacenti, tanti altri
giovani si sono dedicati all'agricoltura, riuscendo a far fruttare al meglio le loro
aziende, realizzando un reddito superiore del 4 0 % a quello medio del settore.
O v v i a m e n t e non sono giovani sprovveduti: sono tutti laureati o diplomati e riescono a dimostrare che con il lavoro delle c a m p a g n e si c a m p a bene. A n c h e
se le regole principali per la sopravvivenza di un'azienda sono la capacità di
concorrenza e di penetrazione del mercato, e l'azienda agricola, c o m e tale, è
soggetta a tali ferree regole di mercato. Nell'anno 2 0 1 0 sono nate circa
28.000 nuove imprese condotte d a giovani imprenditori agricoli, con un incremento occupazionale di circa il 2 % a fronte di un calo generale dello 0,7%. Il
lavoro agricolo non vuol dire andare in c a m p a g n a a respirare aria pura o passeggiare per i campi in fiore, m a bisogna lavorare sodo ed avere idee nuove
e buone, anche se non si può avere un successo garantito e subito. Tuttavia
stanno nascendo e prosperando fattorie didattiche per avvicinare i bambini
alla natura, agriturismo specializzati per ospitare anziani e c'è a n c h e chi si
dedica alla produzione di energia verde.
Due giovani amici, uno ben preparato in zootecnia e d un altro che parla in
giapponese, hanno avviato un allevamento di asine per la produzione del latte
di asina. H a n n o iniziato la produzione di cosmetici a base di latte equino, conquistando lo specifico mercato giapponese per tali prodotti. A n c h e nel settore
della frutta ci sono novità apportate dalle iniziative di giovani imprenditori agricoli. D a un po' di tempo, nei negozi sono in bella mostra scatole di mirtilli e
lamponi di dimensioni notevoli di aspetto appetitoso ed anche molto saporiti.
Tali frutti provengono d a colture innovative di piante che hanno le s e m b i a n z e
di un albero piuttosto che quelle dei piccoli arbusti di sottobosco che tutti
conosciamo. Queste piante selezionate sono di origine americana; nelle
nuove aziende agricole italiane si cerca di mantenere l'altezza a circa un
metro e m e z z o per facilitare la raccolta dei frutti. Il sapore dei frutti è migliore
di quelli spontanei e c'è differenza nelle produttività; d a un terreno di duemila
metri quadrati si riesce a raccogliere fino a 50 quintali di mirtilli o lamponi. Le
giovani d o n n e si fanno s e m p r e più onore nella conduzione dei vigneti e nella
gestione delle cantine.
pag. 13
I viaggi della SPERANZA
"Anche se quanto mi accingo a scrivere, costituisce un problema
scottante, sento la necessità, non so se condivisa o meno, di trattarlo data la forte attualità e serietà del problema in questione.
Mi riferisco a queste continue ondate di profughi che sono giunte, arrivano e, credo proprio, arriveranno ancora dal continente africano ed in particolare dalla Libia, in cui la maggioranza del popolo è
in guerra contro il Regime oppressore che, fino ad ora, li ha tenuti in
uno stato molto simile ad una vera schiavitù. O r a ci si pone un trem e n d o dilemma: la nostra è vera solidarietà, od ipocrisia? Ci troviam o a dover compiere vere azioni di guerra, facendo parte della
NATO, colpendo spesso, purtroppo, anche obiettivi non solo militari,
c o m e nella ll a Guerra Mondiale del secolo scorso, ci rimette solo la
povera gente indifesa.. C o s a devono pagare, bambini, d o n n e indifese? Qual'è il loro scotto, ed infine, c o m e in tutte le guerre, ci si chiede il perchè.
Possibile che, per liberare i Popoli dagli oppressori, sia per forza
necessario spargere sangue innocente? Ci si chiede inoltre: cosa
offriamo loro?
A b b i s o g n a n o dalla A alla Z, non escludendo un lavoro. Ne abbiam o d a offrire loro, quando assistiamo ad una triste migrazione di giovani verso altri paesi per trovarne, mentre l'Italia d a ' loro solo la
disoccupazione, disinteressandosi spesso dei loro problemi che,
sommati alle n u m e r o s e famiglie che non arrivano al termine del
mese, fanno della nostra bella Penisola, un Paese povero, ricco di
litigiosità politica, d'interessi atti a tutelare solo le classi più elevate!... Dov'è la tutela dei cittadini in una Nazione dove esistono quasi
esclusivamente "interessi di caste e privati" il Popolo c o s a sta a fare
se non essere chiamato ad esprimere il suo voto?
Dunque, siamo dovuti entrare indirettamente e s e n z a dubbio non
voluto da alcuno, in un vero conflitto e poi assistiamo e salviamo i
profughi che fuggono dalle b o m b e nemiche per rifugiarsi in un
Paese, ricco, è vero, ma di problemi di ogni sorta, per lo più irrisolti.
Allora si dovrebbe proprio dire: perchè prima non troviamo una
democratica soluzione, a l m e n o alle questioni più basilari che riguard a n o i cittadini, in primis i ceti m e n o abbienti.... o vogliamo rischiare,
in un futuro che, di questo passo, t e m o non tanto lontano si rischierà una vera "guerra tra poveri": i "poveri profughi e gli altrettanto
poveri italiani", s e n z a lavoro.
Vediamo d u n q u e di risolvere detti problemi, e dare, c o m e ci si
auspica, l'assoluta precedenza a quelli del Popolo, ovviamente non
escludendo di aprire le braccia a questa gente che arriva, m a anche
a fornir loro qualcosa che costituisca una civile abitazione e non
costringerli, c o m e si vedono molti africani, a vagare c o m e vere
anime in pena, cercando di vendere la loro merce, per lo più di
mediocre qualità, pur di "sbarcare il lunario" e fornire alla propria
famiglia un "tozzo" di pane per pranzo o per cena, salvo i più fortunati che capitano nelle varie ONLUS...
Riceviamoli d u n q u e con animo cristiano, ma, a parer mio, a questa gente, devono essere forniti gli elementi basilari per u n ' u m a n a
"sopravvivenza", in un Mondo più simile ad una jungla, che ad una
società di uomini.
Ricevere d u n q u e i profughi di una guerra che ci si auspica,
termini prima possibile e nel migliore dei modi, è da veri
Cristiani, ma, dar loro il necessario, è sacrosanto".
Paparello
Gianluigi
Iniziative scolastiche
di fine anno
La Prot.ssa Silvia Somigli ringrazia i genitori della classe l a B
della Scuoia Secondarla di I Grado per la fattiva collaborazione
dimostrata nell'arco dell'A.S., in particolare durante la preparazione
della drammatizzazione eseguita brillantemente da tutti gli studenti
in occasione della Festa del Libro!
Eccezionale
mostra
La Prot.ssa Pascucci ha allestito una mostra nei locali della
Scuola Secondaria di I Grado attraverso la quale i ragazzi hanno
dimostrato di aver brillantemente saputo rielaborare le sollecitazioni
didattiche puntualmente date dalla professoressa nell'arco di tutto
l'Anno Scolastico!
Complimenti vivissimi alla Professoressa Pascucci!
Prof. Silvia
Somigli
pag. 10
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
Taccuino economico
e tributario
a cura della Dott.ssa Paola Ciripicchio
e del Dott. Luca Radicati
È stato pubblicato venerdì 13 maggio il nuovo Decreto sviluppo
2011, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 5 maggio, contenente le norme per lo sviluppo economico che daranno attuazione al prog r a m m a delle riforme concordato con l'Europa. Moltissime le novità
interessanti, volte a rilanciare lo sviluppo del Paese, con una serie di
misure volte a ridurre gli oneri sostenuti dai cittadini e dalle imprese per
adempiere a obblighi di comunicazione alle Amministrazioni pubbliche.
Iniziamo a d illustrare quali sono gli interventi di maggiore interesse.
Rinegoziazione dei mutui: fino al 31 d i c e m b r e 2012 è possibile rinegoziare i mutui a tasso variabile di importo non superiore a 150mila
euro, stipulati per l'acquisto o la ristrutturazione di abitazioni, a condizione che il soggetto richiedente presenti una attestazione Isee non superiore a 30mila euro e non abbia avuto ritardi nei precedenti pagamenti.
È possibile inoltre l'allungamento del piano di rimborso del mutuo per un
periodo m a s s i m o di cinque anni, purché la durata residua del mutuo
all'atto della rinegoziazione non diventi superiore a venticinque anni. In
caso di rinegoziazione è prevista la surroga di diritto delle banche nelle
garanzie ipotecarie s e n z a il c o m p i m e n t o di alcuna formalità o annotazione.
Edilizia: nell'ambito degli interventi volti a rilanciare l'edilizia privata è
previsto che per il rilascio del "permesso di costruire", ex licenza edilizia, viene introdotto il principio del silenzio-assenso entro un m a s s i m o
di 90 giorni (che diventano 150 per le città di oltre 100mila abitanti)m
salvo che siano presenti vincoli ambientali, paesaggistici e culturali.
Qualora si rendano necessarie integrazioni alla d o c u m e n t a z i o n e o qualora il responsabile del procedimento richieda "modifiche di m o d e s t a
entità" alla richiesta originaria, il termine del silenzio-assenso potrà in
questi casi dilatarsi di 60 giorni. Tra le opere per le quali è indispensabile il permesso di costruire, rientrano le nuove costruzioni, le ristrutturazioni urbanistiche e le ristrutturazioni edilizie, a u m e n t o del volume,
modifica della sagoma, variazione dei prospetti o modifica delle superfici, c a m b i a m e n t o di destinazione d'uso per i soli centri storici. Il DI ribadisce altresì la possibilità di applicare la Scia (Segnalazione certificata
di inizio attività) al posto della Dia per opere di restauro, risanamento
conservativo, ristrutturazione edilizia e manutenzione straordinaria e di
iniziare subito i lavori e non più d o p o 3 0 giorni.
Mezzogiorno: Per ridurre gli elevati tassi di disoccupazione nell'Italia
meridionale è stato introdotto il bonus assunzioni per il sud. Tutte le
a z i e n d e che a s s u m e r a n n o lavoratori a t e m p o indeterminato nel
Mezzogiorno otterranno un credito d'imposta. Questo bonus verrà concesso per l'inserimento di lavoratori svantaggiati ad esempio coloro che
si trovano senza un impiego d a almeno sei mesi o sono privi di un diplom a di scuola media superiore oppure persone con più di 50 anni di età
o adulti che vivono soli con una o più persone a carico, nonché lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità u o m o - d o n n a che supera almeno del 2 5 % la disparità media in tutti i
settori economici dello Stato.
Il credito d'imposta riconosciuto ai datori di lavoro che a s s u m e r a n n o
lavoratori svantaggiati sarà nella misura del 5 0 % dei costi salariali
sostenuti nei dodici mesi successivi all'assunzione. Lo sgravio avrà una
durata superiore ad un anno se ad essere assunto sarà personale molto
svantaggiato, ad esempio lavoratori s e n z a occupazione d a a l m e n o 24
mesi, oppure disabili.
Ricerca scientifica: per le imprese che finanziano progetti di ricerca in
Università, enti pubblici di ricerca e altri soggetti che saranno individuati dall'Istruzione e dall'Economia è previsto un incentivo pari al 9 0 %
della maggiore s p e s a rispetto alla media degli investimenti effettuati nel
triennio 2008-2010 e sarà spendibile in compensazione, con esclusione
dei contributi.
Scuola: viene previsto un piano triennale di assunzione di personale
docente e Ata, che consentirebbe la copertura totale dei posti vacanti e
disponibili nell'anno 2011-2012 per circa sessantacinquemila persone.
Successivamente entro il 31 agosto di ogni anno è fissato il termine per
l'adozione dei provvedimenti in materia di assunzioni a t e m p o indeterminato, utilizzazione, assegnazione provvisoria e di ogni altro atto di
durata annuale riguardante il personale di ruolo. Si prevede che l'aggiornamento delle graduatorie scolastiche a esaurimento a v v e n g a con
c a d e n z a triennale e che contestualmente possa essere disposto il trasferimento in un'unica provincia. I docenti immessi in ruolo infine
dovranno rimanere nella provincia di titolarità per almeno cinque anni di
effettivo servizio.
Lo Psicologo
risponde...
Depressione e...
farmaci
Gentile
dottoressa,
Sono ormai tanti anni che soffro di depressione.
Ho girato tanti medici
e psichiatri ma senza mai risolvere nulla. Ho preso tanti farmaci ma senza
risultati. Ma si può curare la depressione
con i farmaci?
Grazie.
Cortese lettore,
la sua è una d o m a n d a molto specifica e diretta. È questa una questione vecchia quanto gli stessi psicofarmaci. La d o m a n d a può essere posta
anche in un altro modo, ovvero se sia meglio curare la d e p r e s s i o n e c o n
il f a r m a c o o c o n la psicoterapia.
È ormai assodato che, una volta affrontata e risolta la crisi acuta sono
s e m p r e possibili le ricadute.
A fornire nuovi elementi cito uno studio statunitense in cui psicoterapia
e farmaci v e n g o n o messi a confronto proprio sul versante delle ricadute.
La ricerca è stata condotta in un m o d o originale. È stato selezionato un
campione di persone che soffrivano di depressione medio-grave, avviati ai
due tipi di trattamento. Del gruppo iniziale sono stati selezionati quelli che
avevano risposto positivamente al trattamento assegnato, farmaci o psicoterapia che fosse, che sono risultati il 5 7 % del totale, pari a 104 persone.
Quelli finora trattati con i farmaci sono stati suddivisi a loro volta in due
gruppi, uno che ha continuato ad a s s u m e r e i farmaci a dosaggio pieno e
un altro cui sono stati sostituiti col placebo e che, quindi, ha interrotto l'assunzione pur senza saperlo. A coloro cui era stata interrotta la psicoterapia
erano c o n c e s s e tre sedute "di rinforzo".
A questo punto restava d a vedere se e q u a n d o si sarebbero presentate le ricadute. Queste ultime erano definite c o m e il ripresentarsi dei sintomi depressivi per un periodo di almeno due settimane. Questa fase di
osservazione è durata 12 mesi. Al termine del periodo la conclusione era
abbastanza semplice: dopo l'interruzione, chi era stato sottoposto a psicoterapia era molto m e n o e s p o s t o alle ricadute di chi aveva assunto e
sospeso i farmaci; tra i primi, infatti, la risposta sostenuta si presentava soltanto in poco più del 16% dei pazienti, mentre era del 3 7 % circa nel secondo gruppo. Chi continuava ad assumere farmaci a v e v a una risposta sostenuta nel 2 7 % circa. Tuttavia la differenza tra chi aveva sostenuto la psicoterapia e chi continuava ad assumere i farmaci non era ritenuta significativa. In definitiva, anche un ciclo di 4 mesi di terapia, se ha successo, protegge dalle ricadute almeno quanto continuare a prendere farmaci.
Inoltre: coloro che avevano superato s e n z a ricadute un periodo di
richiamo, sono stati osservati per un altro anno, interrompendo però qualsiasi terapia. A questo punto, se si fosse ripresentata la depressione non si
sarebbe trattato di una ricaduta ma di un nuovo episodio. In questa seconda fase, la d e p r e s s i o n e si è ripresentata soltanto nel 1 7 , 3 % dei pazienti trattati dallo psicoterapeuta e nel 5 3 % di quelli trattati soltanto c o n
i farmaci.
Tale ricerca dimostra c o m e la psicoterapia sia superiore - quanto ad
efficacia - rispetto agli psicofarmaci antidepressivi.
C o n questo non voglio assolutamente dire che il f a r m a c o non serve o
non sia utile m a voglio sottolineare c o m e una b u o n a cura sia quella combinata con farmaci e psicoterapia.
Mi scrive che non ha avuto risultati e questo forse per un mancato supporto psicoterapeutico. Il farmaco infatti d a solo non risolve patologie c o m e
la depressione. Allevia sintomi e a u m e n t a il tono dell'umore m a tante abitudini quotidiane, mentali e pratiche un f a r m a c o non riesce a toglierle.
La depressione purtroppo è una malattia molto diffusa che se non trattata con il giusto trattamento diventa c o m e un vortice s e m p r e più profondo
dal quale non si riesce più ad uscire. Leggendo la sua lettera mi s e m b r a un
po' il suo caso, lo penso s e m p r e che oltre le malattie esiste la nostra forza,
la nostra voglia di guarire, la nostra voglia di ritornare a provare quella
spensieratezza, quella allegria che magari si provava prima della malattia.
Lei non si è arreso... Se ha deciso di scrivermi, se legge questo articolo e
ci prende il t e m p o per pensarci allora lei è vivo... vuole uscirne e questo è
un motore.
La forza di vivere, la voglia di uscirne c'è... la sfrutti e la potenzi!! Conti
su se stesso e le sue forze con o s e n z a psicoterapeuta, m a si fidi di se
stesso e non solo di un farmaco.
Le faccio tanti auguri.
Dott.ssa Monia
Cosimi
(Psicologo, Consulente familiare, Psicoterapeuta Training)
Potete scrivere a: Dott.ssa Monia Cosimi
Via Z e p p o n a m i n. 6/F - 0 1 0 2 7 Montefiascone - email: [email protected]
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 13
Echi dell'omelia di S. Ecc. Mons. Lino Fumagalli
durante la professione di sr. M. Teresa
C'è una vocazione comune alla santità, imperniata sull'amore di Dio e sull'amore dei
fratelli, speso nella costruzione della Chiesa: ogni battezzato a questo è chiamato e deve
rispondere con il suo impegno. La dignità che discende dalla consacrazione del
Battesimo abilita ciascuno all'apostolato che si gioca nel servire. I laici sono chiamati ed
abilitati a costruire una società lievitata dal vangelo: è una vera vocazione la loro e all'interno di essa, per i più, si apre la via del matrimonio nel Signore.
La Chiesa che vive nel mondo è però in cammino verso l'incontro definitivo con il
Signore. Ecco allora il senso della vita consacrata secondo i consigli evangelici: essa
ricorda a tutti che la nostra patria è il Cielo. In paradiso si vive come vivono o come
dovrebbero vivere (dobbiamo tenere conto delle fragilità inevitabili su questa terra) le
benedettine. Esse professano la castità per il regno dei cieli: lo Sposo è infatti il Signore
Gesù; professano la povertà: Lui è la loro sicurezza; professano obbedienza: Lui è il
"regista" della loro vita. Vivono in comunità, il che è difficile se si insinua l'individualismo;
ma in tal caso il Cristo Gesù non è più al centro dell'esistenza. Invece, nella gioia della
donazione totale, esse testimoniano: "Cristo ci basta e ci avanza, all'infuori di Lui nessun'altra eredità e sicurezza "I
Questa è la gioia della consacrazione religiosa e monastica.
Venerdì 29/04/2011
Sr. M. Teresa ha
il suo "sì" al
• ore
16,30
professato
Signore
La comunità delle benedettine del Monastero di San Pietro, a qualche mese di
distanza dalla professione temporanea di sr. M. Veronica, ha accolto il "sì" detto al
Signore di sr. M. Teresa, che ora ha aggiunto al suo nome di Battesimo il "cognome"
monastico: della Passione. Nessun contrasto tra il nome (quasi) nuovo e il tempo
pasquale. In realtà, la candidata in famiglia e da tutti era sempre stata chiamata con qualche diminutivo, per cui di fatto da ora sperimenterà la bellezza di essere chiamata con il
nome impostole nel suo Battesimo. La celebrazione si è svolta nell'esultanza del Venerdì
di Pasqua, tra una profusione di fiori, canti e foto (notate anche da Mons. Vescovo...): la
gioia pasquale non fa dimenticare la durezza di certi "passaggi" della vita ma per significare che essi sono trasfigurati quando sono vissuti con il Signore, che, essendo Risorto,
è più forte di ogni difficoltà. Erano presenti: i genitori, Luis e Teresa; un fratello della professa, Luis, con la moglie, Soraya; due cugini venuti dalla Spagna; altri parenti e amici
dell'Ecuador e molti altri conoscenti ormai stabilitisi in Italia; quattro comunità del
"Cammino Catecumenale": due di Grotte e due di Roma, quella dei "Santi Martiri
Canadesi" e quella di "San Giuseppe Benedetto Labre"; tre équipes di responsabili del
"Cammino" in Catania; due famiglie in missione in Austria; tre seminaristi dei seminari
"Redemptoris Mater": uno da Firenze, due da quello di Cosenza; tre giovani dal centro
vocazionale di Napoli. Due monache del monastero "san Giuseppe" di Roma ugualmente hanno condiviso la preghiera e la letizia della nostra comunità; a loro si sono unite,
della nostra cittadina di Montefiascone, le suore del "Divino Amore" e una rappresentanza delle Maestre Pie. Molta altra gente del luogo ha voluto essere presente con la sua
partecipazione e simpatia. Via internet gli altri familiari hanno seguito lo svolgimento del
rito, che ha la sua parte più toccante nel mutamento dell'abito, segno esterno del cammino di conversione che la candidata ha già vissuto e a cui si impegna ancora: infatti, la
conoscenza dell'amore di Dio è un'avventura che non finisce mai per chi si lascia provocare dalla Sua parola e dalle emozioni dello Spirito Santo.
II Vescovo Lino, la Madre Superiora del Monastero e Sr. Maria Teresa,
prima dell'inizio della cerimonia
Il brano dei discepoli di Emmaus - il vangelo scelto per il rito di professione - non è
solo un testo pasquale per eccellenza, ma è una parola che si è compiuta in sr. M.
Teresa: infatti essa, dopo averlo udito tante volte quando si recava in chiesa con i suoi
familiari, rimanendo ogni volta impressionata dall'esperienza del cuore che arde, di cui lì
si narra, ha sperimentato la stessa grazia una volta entrata in monastero; quella parola
è diventata così una chiave per riconoscere il passaggio e la presenza del Signore vicino a lei.
Dopo la cerimonia e la S. Messa, Sr. M. Teresa posa insieme al Vescovo, alla
Priora, e ai suoi genitori
Sono le Suore che dal 2008 ad oggi hanno professato.Sr. Veronica a gennaio,
Sr. M. Teresa ora, Sr. Paola tre anni fa,
Sr. Maria Hortencia, Sr. Jolanda e Sr. Miriam sono novizie e postulanti
Tra i celebranti i nostri carissimi don Agostino e don Eustache, Padre Augusto Lotti
di Bolsena, Padre Michele di Bagnoregio, Padre Filippo Sanzi della Curia vescovile di
Rieti. La benedizione finale è stata impartita da S. Ecc. Mons. Lino Fumagalli, assieme
a Mons. Basii Mve Engone, Arcivescovo di Libreville (Gabon), amico della comunità.
Sr. M. Teresa., dopo la professione, insieme ai suoi genitori,
al fratello Luis e alla cognata Soraya
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 10
I risultati delle elezioni comunali - 15/16 maggio 2011
Il Popolo della Libertà
Lista Civica per Montefiascone
URSO AGATA in DAINELLI
La Città N u o v a
32,17%
27,30%
40,51%
voti
voti
voti
2.827
2.399
3.559
141
PAOLINI MASSIMO
676
CECCARELLI MASSIMO
BRACOLONI AUGUSTO
BRAGUTI A N N A
5,69%
BUSA' ANGELO CESARE
213
10,77%
FUMAGALLI N A N D O
322
10,68%
BACCHIARRI GIOVANNI
194
6,47%
6,57%
27,31%
CAPOTOSTO GABRIELE
95
4,80%
333
13,45%
•RIPICCHIO AMERICO
79
3,99%
BALESTRI MARCO
197
141
5,69%
CONTI GIANPAOLO
183
9,26%
CACALLORO GIORGIO
209
6,97%
94
3,79%
DELLA CASA UMBERTO
64
3,23%
CIUCCI MASSIMO
171
5,70%
BARTOLOZZI ROSSANA
161
6,50%
DELLA ROSA FRANCESCO
56
2,83%
CONTESTABILE UMBERTO
164
5,47%
FABENE SANTE
107
4,32%
MERLO ANGELO
145
7,33%
DI T O M M A S O ALESSANDRA
126
4,20%
M A N Z I PAOLO DOMENICO
160
6,46%
MIRARCHI CINZIA
109
5,51%
MENGHINI SONIA
42
1,40%
SCOPONI PAOLO
189
7,63%
M O C I N I LODOVICO
97
4,90%
MOSCETTI GIULIA
268
8,94%
ANGELI ANDREA
73
2,94%
MORLESCHI RAFFAELE
286
14,47%
PAGLIACCIA FABIANA
108
3,60%
CAMPAGNOLA DIMITRI
58
2,34%
MOSCETTI FRANCESCO
18
0,91%
TASSONI GIOVANNI DETTO
CIORBA GIOVANBATTISTA
55
2,22%
NOTAZIO FABIO
143
7,23%
TITTA
44
1,46%
TARANTELLO ADRIANA
59
2,38%
PROIETTI PEIRETTI DAVID
264
13,36%
TISBO MARCO
280
9,34%
ROCCHI PATRIZIA
72
2,90%
RANUCCI CARLO
61
3,08%
TRAPE' RENATO
167
5,57%
SOMIGLI SILVIA
87
3,51%
SCHIAVONE MICHELE
BATINELLI DOMENICO
231
7,71%
ANTONIO
106
5,36%
FRALLICCIARDI VINCENZO
137
4,57%
69
2,78%
TOFANICCHIO DONATELLA
57
2,88%
TRAPE' MARIO
338
11,28%
BRONZETTI PIETRO
VINCENZO
Nuc
o
C o n s i q l io
Com
u n o 1l e
OPPOSIZIONE
Il Sindaco
Luciano
CIMARELLO
Luca
Annarita
BELLACANZONE
FOSCARINI
Fernando (detto Nando)
Giovanni
Marco
Giorgio
FUMAGALLI
BACCHIARRI
BALESTRI
CACALLORO
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Massimo
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CIUCCI
É
Umberto
Marco
Renato
CONTESTABILE
TISBO
TRAPÈ
Domenico
Giulia
Mario
BATINELLI
MOSCETTI
TRAPÈ
l
Massimo
Massimo
Raffaele (Lelle)
PAOLI NI
CECCARELLI
MORLESCHI
C'era da aspettarsela una soluzione del genere, soprattutto per due
motivi: il centro destra si presentava con due schieramenti (sommando i
voti abbiamo n. 5216) - Sono stati in parte eliminati coloro che hanno fatto
cadere l'Amministrazione Danti.
La Lista vincente si può dire che è di centro sinistra, in realtà vuole "La
città Nuova", ci sono elementi schierati da sempre a sinistra, ma ci
sono tanti altri che amano la città falisca, prescindendo dalla loro collocazione (destra - sinistra).
Il nuovo Sindaco è molto esperto in problemi amministrativi
venendo da una lunga esperienza presso il Comune di Capodimonte
e speriamo che questo giovi alla nostra città, facendole riacquistare
quella dignità in parte compromessa e l'importanza che merita anche
per la sua posizione geografica. Ce l'auguriamo di cuore.
Solo diciamo alla Nuova Amministrazione: lavorate sul serio,
tenendo conto delle reali necessità della nostra città e del suo popolo, senza la preoccupazione di gestire interessi personali e di settore. L'opposizione sia animata da pensieri costruttivi acquistando
dignità e rispetto di fronte a tutti.
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 13
È l'obiettivo del presidio centrale di Belcolle
dopo Vattivazione del punto infermieristico
"Un Ospedale vicino alla gente"
Ecco il Painf: lunedì e giovedì mattina
È un avvenimento rarissimo quello che si è verificato nella basilica di S.
Margherita il 30 aprile scorso. Si tratta delle nozze d'argento (25°) di Amanzio
Manzi e Sabrina Cipriani sposati dinanzi allo zio sacerdote D. Virginio, (ora in
cielo, il 20 aprile 1986 nella basilica di S. Margherita), aventi come testimoni i figli
Daniele, dottore in ingegneria informatica, con la prospettiva della specializzazione,
e Paolo, studente della scuola superiore; dei genitori della sposa Sabrina: Vittorio
Cipriani e Clorinda Corba che 50 anni fa andavano sposi nella parrocchia di S.
Giuseppe alle Mosse, con il sacerdote D. Giovanni Firmani, ora in cielo.
Erano presenti tre sacerdoti: D. Agostino, P. Terenzio e D. Eustachio e un buon
gruppo di parenti ed amici. Che bella cerimonia! Quando il Signore ha istituito il
matrimonio pensava proprio alla gioia, pur in mezzo a diverse difficoltà, della vita
affrontata in due, e prolungatesi nel tempo attraverso i figli e i nipoti. Complimenti,
cari sposi, siate benedetti dal cielo, dai vostri genitori e dai due sacerdoti che non
potete dimenticare, perchè hanno accolto il vostro eterno consenso!
Tempo che fuggi,
adagio mi sfioravi negli acerbi giorni,
ora, mi avvolgi come un turbine,
spegni le luci, offuschi la mia immagine,
rincorri i mesi, gli anni,
e poi guardingo e altero,
le poche forse che mi restano,
come le foglie al vento
ti trascini via...
Eppure ancora sono qui,
attendo che il fuoco del tramonto
tinga di rosso, la chioma al melograno,
in questa tarda magia,
di una silente sera,
ancora ti ringrazio,
perché mi hai fatto dono
di un'altra primavera...
S. Pasqua 2011
Gent.mo Don Agostino,
auguro a Lei ed ai nostri concittadini un mare di bene e tanta serenità. Gesù
risorto porti la pace nei nostri cuori ed il suo grande sconfinato amore, redima il
mondo dalle guerre, dalla sofferenza, dalla povertà. Distinti saluti. Devotissima.
Scaglini
MONTEFIASCONE - Da lunedì 18 aprile è attivo all'ospedale il punto
di assistenza infermieristico (primo piano dell'ospedale, sopra al Cup). "Il
Painf è un ambulatorio organizzato e gestito da infermieri che vuole fornire risposte concrete ai tanti bisognosi assistenziali dei cittadini", dicono dal
Saio, il servizio di assistenza infermieristica e ostetrica del Poe, il presidio ospedaliero centrale di Belcolle - Montefiascone - Ronciglione. Il
Painf "nasce per rispondere ai bisogni dell'utente attraverso l'erogazione di
prestazioni infermieristiche programmabili e non urgenti".
Un'attività significativa riguarda poi la consulenza e le informazioni in
materia di prevenzione, cura e mantenimento del livello di salute e autonomia. Questo nuovo modello, nel quale è diverso l'approccio all'utente, permette di affrontare in modo più incisivo le esigenze che derivano dalle condizioni di cronicità, polipatologia, disabilità e progressivo invecchiamento
che caratterizzano l'attuale richiesta assistenziale del sistema sanitario.
"Il personale infermieristico - precisano dal Saio - opera in piena autonomia e è direttamente responsabile di organizzare e gestire l'assistenza
secondo quanto disciplinato dalla normativa che regola l'esercizio professionale (decreto 739/94, legge 42/1999, codice deontologico 2009)". Il
Painf è un progetto realizzato dal Saio (Servizio assistenza infermieristica
e ostetrica) della AsI di Viterbo, diretto da Roberto Riccardi e coordinato
dall'infermiera Erina Proietti.
L'obiettivo del Painf è che l'infermiere, attraverso la presa in carico
degli assistiti, garantisca la continuità assistenziale nel proprio contesto
sociale, sia creando un punto di riferimento, per le necessità assistenziali
dei cittadini/utenti e le loro famiglie, sia dando un'appropriata risposta a
quesiti di carattere infermieristico che l'assistito pone.
A chi è rivolto? A tutti i cittadini della AsI di Viterbo che necessitano di
prestazione ambulatoriale infermieristica programmabile e non urgente.
"Per maggiori informazioni relative alle altre prestazioni
infermieristiche
di cui il cittadino ha bisogno - dicono dal Saio - rivolgersi direttamente al
Painf nei giorni e negli orari di apertura al pubblico al recapito telefonico
0761.833263".
Come si accede? Per accedere al Painf è sempre necessaria la
richiesta del medico curante o dello specialista. Si può accedere senza
prenotazione presentandosi direttamente all'ambulatorio infermieristico;
telefonando direttamente al Painf allo 0761.833263 nei giorni e orari di
apertura: lunedì e giovedì dalle 8,00 alle 13,00.
Alessandro Quami
Giuseppina
Auguri...
Mons. D'Ascenzi Giovanni
Vescovo emerito
ELLEGRI
Si è felicemente svolto anche quest'anno il pellegrinaggio suoi luoghi di Padre
Pio del Gruppo di preghiera "Stella del mattino", qui fotografato stretto intorno alla
croce, prima di intraprendere la Via Crucis. Percorso di riscoperta della propria
devozione a San Pio e del suo esempio di vita cristiana, il pellegrinaggio si è snodato fra i luoghi dell'infanzia e della scelta vocazione di Pietrelcina e quelli della
maturità umana e spirituale di San Giovanni Rotondo; città che custodisce non solo
le sue reliquie, ma soprattutto il segno tangibile delle sue opere di carità, eloquentemente testimoniate dall'imponente mole della "Casa sollievo della sofferenza".
Tappe complementari, ma assolutamente non di minore importanza, sono state le
visite a tre santuari - tutti dalla storia plurimillenaria - dedicati al culto mariano, angelico ed eucaristico: la Madonna dell'Incoronata, la Basilica di San Michele Arcangelo
e il Miracolo eucaristico di Lanciano. Il ringraziamento del Gruppo va a tutti i partecipanti che hanno reso possibile la migliore riuscita del pellegrinaggio con la loro
puntualità, partecipazione e pazienza; mentre un "Grazie" singolare e personale
deve essere rivolto alla Presidente del gruppo Armida Saraca, la quale, pur assente fisicamente, è stata presente spiritualmente in ogni momento, accompagnando le
azioni di quanti conoscono la sua profonda dedizione alla diffusione dell'opera di
Padre Pio e - di sicuro le mie.
li segretario del Gruppo
Sua Ecc.za ha ora 91 anni.
Superati gli 83 anni scriveva:
Signore, insegnami ad invecchiare!
Convincimi che la comunità non
compie alcun torto verso di me se
mi va esonerando da responsabilità, se non mi chiede più pareri, se
ha indicato altri a subentrare al mio
posto. Togli da me l'orgoglio dell'esperienza fatta ed il senso della
mia indispensabilità.
Che io colga, in questo graduale distacco dalle cose, unicamente
la legge del tempo e avverta in questo avvicendamento di compiti, una delle espressioni più interessanti della
vita che si rinnova sotto l'impulso della Tua Provvidenza.
Fa, o Signore, che io riesca ancora utile al mondo contribuendo con
l'ottimismo e con la preghiera alla gioia e al coraggio di chi è di turno nelle
responsabilità, vivendo uno stile di contatto umile e sereno con il mondo in
trasformazione, senza rimpianti sul passato, facendo delle mie sofferenze
umane un dono di riparazione sociale, che la mia uscita dal campo di azione sia semplice e naturale come un felice tramonto di sole.
Perdona, se solo oggi, nella tranquillità, riesco a capire quanto Tu mi
abbia dato soccorso. Che almeno ora io abbia viva e penetrante la percezione del destino di gioia che mi hai preparato e verso il quale mi hai
incamminato dal primo giorno di vita. Signore, insegnami ad invecchiare
così!
+ Giovanni Vescovo
pag.10
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
il Mondo
L'uomo che ha
di Paolo
Pezzato
Che altro dire o cercare ancora di voler spiegare su Giovanni Paolo II? Milioni di fotografie, migliaia di filmati di ogni tipo, fictions, libri, raccolte di poesie, di riflessioni, musiche composte per lui, ritratti, statue, l'uso
degli aggettivi migliori per cercare di descriverne la complessità e la grandezza della persona nel modo umanamente più consono e rispettoso. Qualsiasi cosa si cerchi d'aggiungere per qualificare un uomo del genere,
credo che diventi superfluo a questo punto.
Eppure ogni volta che si torna a parlare di Giovanni Paolo II, si risveglia l'interesse di tutti e di tutta
l'umanità.
Questo fenomeno è quello che sempre mi ha portato a riflettere sull'impressionante potere di aggregazione che suscita ogni volta la figura di Karol Wojtyla. Credo che nessun individuo, credente o no, possa rimanere neutrale di fronte a tale figura eroica di Uomo e di Pontefice, anche al di là del concetto o meno di "Santo".
La forza aggregante ed il carisma di quest'Uomo non sono stati scalfiti minimamente dalla morte corporale; anzi, ogni volta la figura acquista forza e potenza sulle masse. Ogni volta è come se il cielo si
illuminasse della grandezza di quest'Uomo. Proprio come è accaduto il giorno della sua beatificazione che,
dalle previsioni di pioggia, per singolare combinazione, si è aperto un cielo terzo e pieno di luce solare. Questo
è ciò che sempre mi ha colpito. Questo ho avvertito il 1 ° maggio scorso, quando Wojtyla è stato proclamato
Beato a tempo di record, a soli sei anni dalla scomparsa. Si è di nuovo innescato quel gigantesco fenomeno di
migrazione di masse e di umanità disposta a qualsiasi sacrificio pur di essere presenti all'avvenimento storico
in Piazza S. Pietro. Ho rivisto di nuovo il trionfo della Cristianità a livello planetario, come da tempo non
se ne vedeva più. Ho riavvertito il primato indiscusso della comunità e della religione basata sulla figura di Cristo.
Ho rivisto decine di visi appartenenti a persone di varie etnie piangere a singhiozzi al momento della scoperta del drappo sull'immagine di Giovanni Paolo II sulla faccita di S. Pietro, un'immagine che lo ritrae nel
miglior momento di forma fisica nel lungo Pontificato. Che prova tutta questa moltitudine di popolo per reagire
ogni volta così di fronte alla figura di un uomo, di un proprio simile? Qui è la straordinarietà di Karol Wojtyla,
l'Uomo, l'essere umano che ha letteralmente illuminato il mondo, le vite, la fede, il cammino di ognuno
che ha saputo capirlo ed amarlo.
Credo che se avessero lasciato quella bara spartana di legno di cipresso agli onori della gente, solo di baci
e di carezze, si sarebbe consumata nel giro di qualche giorno. Talvolta abbiamo l'abitudine di dire che le masse
di popolo sono stupide e spesso
agiscono come branchi di pecore
che vanno dietro a un capobranco. In tal caso la moltitudine di
persone è stata mossa tutta da
uno stesso amore verso un
Uomo, un amore
smodato,
filiale, condiviso, riconoscente, senza condizioni e senza
richieste miracolistiche.
Meglio di così i popoli e i singoli individui di ogni ceto sociale
e cultura non potevano dimostrare di aver capito in tutte le sue
sfaccettature la figura potentissima di Karol Wojtyla, l'Uomo chiamato "di lontano", l'Uomo che ci
avrebbe illuminato la via, che
sarebbe stato capace di convincere come
n e s s u n
altro, anche
se tutto questo lo avrebbe costretto
diva di fronte a
folle oceaniche, ma si
commuoveva
quasi sempre
di fronte a un
bambino. E,
per finire, si
ricordi
sempre la sua
eccezionale
capacità
di
mobilitare
g i o v a n i ,
come nessun
altro prima o
dopo di Lui.
Le
maggiori
concentrazioni di persone
che si siano
mai viste in
Oriente e in
Occidente
hanno avuto come protagonista Lui e i giovani: tre milioni a Roma (agosto 2000), più
di quattro milioni a Manila
(gennaio 1995). Lui li chiamò
con grande affetto "le sentinelle del mattino", quelli
che riusciranno perfino a
farlo ballare col bastone in
mano nel momento in cui già
non aveva più nemmeno la
forza per parlare al microfono. Quale vecchio avrebbe
questa capacità di riuscire ad
attirare tanti giovani verso di
sè? Proprio quei giovani che
si contraddistinguono, nella
loro età, per essere portati
spontaneamente alla ribellione, all'irruenza e per la spiccata inclinazione alla diffidenza verse
ti irresistibilmente da un vecchio malato e, per giunta, Prelato? 1
gli ha neppure nascosto le esigenze e le rigidità che richiede uni
malattia avanzata, nell'ora della sua morte, l'ultimo pensiero fu
uman
finest
all'ulti
ti tutti
LI
naie
ades
ringr,
tino" !
ringra
Grane
incori
a resistere a tutti gli aspetti ed i mali dell'esistenza fino all'estrema ma serena consunzione per il bene dell'umanità. Ecco, al di là dei mille aspetti, quello veramente degno di profonda riflessione. È come se Gesù Cristo, ogni tanto si serva di un nostro simile per
incantarci con la straordinarietà delle proprie opere e con l'esempio di vita, al fine di
mantenere viva in noi la speranza di non essere soli. In Karol Wojtyla non c'è stato mai
cedimento, incertezza o debolezza di sorta. Questa tenacia ed ostinazione nel proprio pensiero e nei propri atti ha abbattuto muri ben più robusti di quello di Berlino come, ad esempio, il muro invalicabile e difficilmente abbattibiie del dubbio che da sempre ha costituito per tutti (credenti compresi) il grande ostacolo all'accoglienza del Cristo. Per
questo la famosa frase "Non abbiate paura" ripetuta innumerevoli volte, che Lui ha
messo in pratica fino all'ultimo respiro.
La storia, se la si considera, ad esempio, nell'arco di un secolo, sembra incisa e scritta solo dai grandi eventi; nel caso di Wojtyla sono bastati un paio di decenni e mezzo per
determinare una storia eccezionale che ha chiuso nella maniera migliore un già straordinario Novecento. Si è compreso tramite Giovanni Paolo II, come già con Francesco
d'Assisi, che la Chiesa e le nazioni non sono rappresentate ed impersonate dalle alte figure e dai propri politici ma dalla propria gente. Wojtyla aveva capito "l'Uomo", l'Umanità, la
natura umana nei suoi più profondi aspetti. In poche parole, aveva capito che la chiave di tutto sta nell'essere
umano comune e nel suo travaglio terreno. Probabilmente per questo incoraggiava sempre a lottare per "una
società in cui nessuno sia cosi povero da non avere nulla da dare agli altri e nessuno sia così ricco da
non potere ricevere nulla dagli altri". Wojtyla era dunque concentrato solo sull'essenza dell'Uomo. Ha
veramente messo in pratica l'insegnamento di Cristo agli Apostoli e cioè "Andate ed ammestiate tutte le genti".
Quando si diceva che era un grande comunicatore e si trovava a suo agio proprio quando comunicava con la
gente, in realtà tutta la Sua Persona smaniava nel cercare di trasmettere la propria verità. Qualcuno ipotizzò
che "Il Papa domina la televisione semplicemente ignorandola". Ignorava le telecamere e i riflettori perchè
aveva a cuore solo gli interlocutori. Il suo portavoce, Joaquin Navarro-Valls, sosteneva che "il Papa ha mostrato ad un'intera generazione che il tema di Dio è inevitabile".
Era convinto che "Non è possibile comprendere l'essere umano se si prescinde da Dio".
Istintivamente si rendeva conto che, "Senza Dio, l'uomo è solo un triste animale ingegnoso". Non si intimi-
Tramite loro aveva rivissuto la migliore età dell'uomo, tramite ¡piccoli si era reso conto della bontà
e della grandezza dell'essere umano privo di condizionamenti ed infine, tramite la Madre di Cristo,
aveva trovato in chi poter riversare tutto se stesso
con tutto quell'amore smisurato tenuto dentro per
tutta la vita verso la madre terrena che, purtroppo,
non aveva potuto conoscere. Tra tutte le parole e le
frasi pronunciate da Papa Wojtyla, io concludo queste
riflessioni con quella che a me è saputa la più significativa: "Prendete in mano la vostra vita e fatene un
capolavoro!". È tutto.
i
pag. 11
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
'Aprite, spalancate le porte a Cristo"
Giovanni Paolo II, dopo il calvario la luce
di Laura Benedetti
Esposito
Il Papa dei giovani e delle folle, approdò alla Casa del Padre il 2
aprile 2005. È stato Beatificato il 1° maggio, alcuni mesi prima della
beatificazione della sua amata Madre Teresa di Calcutta. Due beati a
solo 6 anni dalla morte, due giganti della fede che ancora e sempre ci
emozionano fino alle lacrime.
L'amato predecessore di Benedetto XVI, rivive nei ricordi di questo Papa la cui "splendida, sorprendente, tenera amicizia", li ha legati
oltre la morte. "Seguimi" dice il Signore risorto a Pietro, il discepolo
scelto per pascere le sue pecore - scrive Papa Benedetto - "Seguimi"
- questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave
per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto e amato Giovanni Paolo II. Con voi fratelli e sorelle, oggi sedici ottobre 2006, in cui commemoriamo l'elezione di Karol Wojtyla alla
Sede di Pietro, con voi voglio tornare con la memoria all'indimenticabile giorno della sua elezione. Sento ancora l'eco delle sue parole,
umili, sagge e piene di dedizione. Ho davanti agli occhi la sua figura,
forte e serena, sulla loggia della basilica di S. Pietro, quando per la
prima volta diede la benedizione "Urbi et Orbi", affidandosi alla protezione della Madonna e all'amore di coloro dei quali doveva prendersi
cura come pastore e guida. Non ho mai dimenticato il suo profetico
richiamo: "Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!".
chiunque... come possono essere stati attratittavia, il Papa non ha mai mentito loro e non
vita cristiana. Alla fine, fragile e debole per la
roprio per tutta quella moltitudine di giovane
à che era riunita in preghiera sotto la sua
Ì in Piazza S. Pietro per stare vicino fino
no al vecchio "Papa amico" che li aveva capiultime parole, a chiusura della Sua ecceziosistenza, furono per loro: "Vi ho cercato,
o voi siete venuti da me e per questo vi
zio". Così, il 1 maggio "le sentinelle del mat)no ritornate festose in Piazza del Vaticano a
iare ancora una volta, con immutato affetto, il
3 Vecchio che li aveva compresi, apprezzati,
jgiati e amati profondamente.
Ringrazio Dio, che con queste immagini nel cuore ho potuto trascorrere più di due decenni al suo fianco, godendo della sua benevolenza e amicizia, e che oggi posso continuare la sua opera
sotto il suo sguardo protettore dalla casa del Padre. Ringrazio Dio per la sua vita spesa nell'amore di Cristo e degli uomini, per
la testimonianza della sua sofferenza unita alla tribolazione di Cristo fino alla morte.
A soli due anni dalla sua elezione,
Benedetto XVI si recò in Polonia a Cracovia,
"Volevo respirare l'aria della sua patria"ebbe
a dire il Papa ai suo arrivo nel luogo dove più
volte celebrò l'Eucarestia Giovanni Paolo II
nei suoi viaggi apostolici nel Paese natale.
"Qui tornava - continua Papa Benedetto con II pensiero e con il cuore alle radici, alle
fonti della fede e del suo servizio nella
Chiesa. Nel 10 giugno 1979 terminando la
sua omelia su questa spianata di Blonie, Egli
disse con nostalgia: "Permettete che, prima
di lasciarvi, rivolga ancora uno sguardo su
Cracovia, questa Cracovia della quale ogni
pietra e ogni mattone mi sono cari, e che
guardi ancora da qui la mia
Polonia".
Cracovia, la città di Karol Wojtyla e di
Giovanni Paolo II, ma è anche la mia
Cracovia! Desideravo incontrare i suoi connazionali, sperimentare la vostra fede dalla
La falisca Lampani Violetta, bambina, e il beato Giovanni Paolo II
quale Egli trasse la linfa vitale, e assicurarmi
che siate saldi in essa. Qui prego Dio, di conservare in voi il retaggio della fede, della speranza e della carità lasciato al mondo,
e in particolare a voi, da Giovanni Paolo II. Ricordare queste parole pronunciate da Papa Benedetto nei confronti di Papa
Wojtyla, sono state la più bella e significativa premessa alla sua beatificazione. Si può immaginare la gioia, la partecipazione
intensa di questo Papa, nell'elevare il suo amato predecessore verso l'apoteosi della santità. La folla ha esultato con lui e ancora una volta ha gridato il suo nome. Ha ricordato il combattente della fede e della giustizia, i giorni del dolore e dell'ansia, la
voce forte e imperiosa spegnersi a poco a poco in un silenzio sofferto e donato per amore. Una luce più grande ora lo avvolge.
E, come dice il Salmo: "... E ti solleverà su ali d'aquila... ti farà brillare come il sole e così nelle sue mani vivrai".
Il m o n d o i n u n a
pia
Oltre un milione. e mezzo di pellegrini domenica
a Roma per4a beatjfitqporie iti ^CfpffXjiqvam
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 10
"LA VOCE" E' GRATA Al SUOI
CAVALIERI: (Presi i nomi di quelli che hanno versato alla Banca Cattolica dal
22/11/2010), Cesarini Cesare, Pancianeschi Fiorina, Ceccariglia Vania - Riccio
C., De Dominicis Eleonora, Ev' Ginevra, Cappannella Augusto, Ubaldi Enzo Ricci Donatella, Scarponi Salvatore, Tarantello Antonio - Cacalloro Anna, Del
Vecchio Rosita e Graziella, Brachino Orfelia, Sciarra Maria - Salvatori Elio,
Sodano Stefano, Signorelli Alessandro, Fanali Giuseppe - Scoponi Anna,
Rastrello Cesare, Paradisi Fiorella e Mario • Berardi Paolo - Marianello Roberto,
Maurizi Bruno, Scarponi Silvia, Savelli Lina, Radicati Alberto, Pigliavento Rosella
- Zampetta Luigi, Leonetti Corrado.
BENEMERITI: Cicoria Luciano - Cacalloro Maria, Maiucci Guido, Piacentini
Maria, Fé Antonio, Simombelli Elena, Zeppa Gemma, Durantini Giuseppe Cionci Francesca - Catteruccia Giovanna, Proietti Maria, Bartoccini Giuseppe,
Zampetta Elia - Pepponi Gabriele - Settimio - Mauro, Bellacima Alessandro,
Moisè Santina, Angeli M. Anna - Stefanoni Renato.
AMICI: Rubeca Luigi, Azienda Agricola Mocini Angelo, Gatti Margherita, Saraca
Felice, Mecali Enzo.
Abbiamo voluto riprodurli a parte, per dire a tutti: anche se non vedete il vostro
nome nella rubrica, sappiate che quello che versate tramite la Banca Cattolica va
sicuramente a vantaggio de "La Voce".
Cavalieri: Filiè Loretta, Ludovisi Giancarlo, Barbini Mario, Spiezio Antonio,
Fortunio Pasquale, Cannavacciolo Raimondo, Pepponi Mauro, Basili Silvia,
Graffietti Ida - Edicola, Presciuttini Domenico, Pezzato Pietro.
Benemeriti: Chiricotto Lidia Assunta, Vitangeli Attilio, Angeloni Valerio, Sensi
Luigi, Porroni Gaetano, Manzi Roberto, Lozzi Anna Maria, Bartoli Ester,
Catteruccia Renzo - Crocetti Rita, Bartoleschi Giovannina, Ferlicca Mimmo,
Salmistraro Pier Luigi, Llverziani Massimo, Zappalà Vito, Pezzato Elsa, Mariotti
Roberta, Paoletti Iolanda.
Amici: Ceccarini Annita, Parlanti Domenico, Ugolini Arcangelo, Latini Pietro,
Pelabasto Bruna, Cacalloro Vittorio, Cevolo Sante, Ticconi Anna, Conti Latino,
Notazio Duilio, Pezzato Enrico, Antonelli Teodoro.
Amici della Cattedrale
Sono entrati a far parte degli "Amici della Cattedrale": Ragazzi di prima
Comunione: euro 485,00 + contributo del sarto dei vestiti, Braguti Anna, De
Angelis Francesca, Volpini Luciana, Marsiglioni Antonina, Bacchiarri Aldo e Anita,
Severini Radicati Irene, Monanni Dante e Famiglia, Filiè Antonio, Mecali
Valentino, Sguazzino Iolanda, Felicita ..., De Grossi Maria Nerina, Fumagalli
Anna, Maccaroni Rita - madre, Pontificio Istituto Teutonico, Di Carmine Girolama,
i bambini di prima confessione: euro 100,00, Davide Ribelli, Manzi Amanzio e
Cipriani Sabrina, Cipriani Vittorio e Corba Clorinda, Ranaldi Leonide (Bartoli),
Demma Donato, Piciollo Adalgisa, Lucchi Giorgia .
ASTRONOMIA
a cura di A. Cempanari
15 GIUGNO 2011
Eclissi totale di luna
Tutti sono invitati ad osservare in diretta il fenomeno della luna rossa presso
l'agriturismo "Colle di Montisola" a Zepponami a partire dalle ore 20,30. Sarà allestito un percorso eno-gastronomico all'aperto contestualmente alla osservazione.
L'osservazione
di questa eclisse
sarà piuttosto complessa, in particolare
per
quanto
riguarda le fasi iniziali.
All'ingresso
nella penombra la
Luna si trova ancora sotto l'orizzonte. Al sorgere della Luna in teoria sarà possibile
osservare l'ingresso nell'ombra, ma il nostro satellite sarà molto basso sull'orizzonte e
soprattutto il cielo non sarà ancora del tutto oscuro.
Alla luce del crepuscolo serale non sarà facile percepire chiaramente l'avanzare dell'ombra della Terra, fino all'inizio della totalità. La seconda parte del fenomeno, ovviamente condizioni meteo permettendo, sarà invece osservabile senza particolari difficoltà.
Questa eclisse sarà particolarmente lunga e vedrà la Luna attraversare il cono
d'ombra della Terra passando dal centro di quest'ultimo. In molte eclissi la Luna attraversa un'area marginale e meno estesa del cono d'ombra, tanto che l'oscuramento del
disco lunare non è uniforme, essendo parte di esso vicino al limite dell'ombra. In una
eclisse "centrale" come questa la Luna tocca il centro del cono d'ombra: dovremmo
quindi assistere ad una più scura!
Le eclissi lunari centrali sono relativamente rare. La prossima si verificherà il 27
luglio del 2018. L'eclisse si verificherà mentre la Luna si trova nella costellazione
dell'Ofiuco, nei pressi del limite con la costellazione del Sagittario, nella quale farà il suo
ingresso nel corso della notte.
Anagrafe cittadina
NATI: Giordani Sara di Dino e Capitini Maria Cristina (19/4), De Martino
Gabriele di Federico e Mariani Monia (26/4), Donnino Alice di Luca e Pallini
Caterina (23/4), Tassoni Lia di Domenico e Laseroux Veronique Regine (2/5),
Santi Giorgia di Daniele e Porroni Letizia (13/5), Cimarello Maria Bianca di
Daniele e Falchi Maria Claudia (20/5), Ugolini Miriam di Marco e Bartoli Ester
(5/4), Zuniga Hernandez Frida Sofia di Baltazar e Napoli Lucia (5/4),
Guazzaroni Eva di Federico e Morelli Martina (10/4), Teodori Beatrice di
Alessio e Ruzzi Sonia (17/4), Cortonesi Damiano di Massimo e Cevolo Monia
(6/5).
MORTI: Bartoleschi Settimia (n.25/8/13 m.22/4), Moscetti Settimio (n.20/8/20
m.27/4), Rocca Sante (n.27/8/61 m.27/4), Tarantello Maria (n.9/11/21 m.29/4),
Giovannoni Elena (n.30/3/14 m.14/5), Coralloni Leonide (n.23/3/18 m.15/5),
Moscetti Velia (n.26/9/11 m.16/5), Isidori Giuseppe (n.1/7/26 m.25/5), Manzi
Valentino (n.14/11/25 m.6/4), lacino Anna (n.17/10/57 m.7/4), Boccolini Giusto
(n.25/1/36 m.14/4), Pascucci Giulio (n.3/8/31 m.14/4), Cappannella Silvia
(n.25/4/20 m.12/5), Guerrini Sante (n.15/11/20 m.12/5), Magnani Tullio (n.1/5/34
m.14/5), Martella Maria (n.9/5/34 m.17/5), Sacco Carolina (n.16/9/46 m.12/4),
Aiazzi Giancarlo (n.15/3/34 m.13/4), Menghini Fidalma (n.19/2/12 m.19/4),
Fetoni Franco (n.1/10/49 m.20/4), Pieretti Mario (n.5/4/37 m.22/4), Pascucci
Linda (n. 16/4/20 m.6/5), Rosetta Livio (n.9/5/17 m.6/5), Ranucci Quinto
(n. 15/2/23 m.16/5), Chiricotto Anna (n.23/8/24 m.24/5).
MATRIMONI: Pezzato Alessandro e Grasso Ilenia (30/4), Coralloni Raffaele e
Briglianti Silvia (14/5).
LIVIO TRAPE' SU EBAY
La gloria olimpica montefiasconese Livio Trapè è approdata
anche su EBay, il più importante
sito internazionale di aste online I
In questi giorni infatti molti collezionisti di fotografie e autografi d'epoca si stanno disputando all'incanto
del web l'immagine che pubblichiamo.
L'occasione è ottima per un
ricordo glorioso ed un saluto affettuoso da parte di tutti noi de "La
Voce".
Giacomo
Carioti
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4
4 - Sagra della Ricatta
Un successa
La Sagra della Ricotta, manifestazione organizzata dall'Associazione culturale "li
Giglio", si è tenuta il 25 aprile, per Pasquetta, e l'8 maggio, riscuotendo un successo
ancor maggiore degli anni passati. La ricotta è stata prodotta secondo il metodo artigianale usato dai pastori, con tanto di dimostrazione pubblica.
Un modo per non perdere un prezioso bagaglio di esperienze e conoscenze che
altrimenti rischia di venire dimenticato. La degustazione del prodotto tipico caseario è
stato un'occasione per valorizzare una specialità locale e allo stesso tempo un prezioso momento di aggregazione, dove potersi prendere una pausa dalla frenesia quotidiana, riscoprendo un aspetto della propria memoria storica.
Quest'anno la kermesse si è svolta nell'oratorio parrocchiale di Zepponami dove a
completare la manifestazione è stato allestito un mercatino, mentre la musica di un
piano bar accompagnava i visitatori. La manifestazione, giunta ormai alla sua quarta
edizione, è ormai diventata un appuntamento fisso che i montefiasconesi sentono entrata a far parte del proprio folklore.
David Sciuga
GAME FAIR AWARD 2M:
PREMIATI ANDREA DANTI
E GIACOMO CARIOTI
Nel corso della presentazione della edizione della 21a edizione del "Game Fair" - la
grande manifestazione dedicata alla natura e alle attività collegate, che ogni anno si
svolge nella splendida tenuta di Tarquinia - sono stati assegnati i prestigiosi premi
"Game Fair Award 2011 " a personalità della politica e della comunicazione che si sono
distinte nella valorizzazione del territorio, della cultura e delle tradizioni.
Fra i premiati di quest'anno, segnaliamo con soddisfazione due conoscenze della
nostra Voce: Andrea Danti, ex Sindaco di Montefiascone, nella sua attuale qualità di
Assessore al Turismo della Provincia di Viterbo, e Giacomo Carioti, il nostro
"Scrapante", giornalista che oltre alla sua specifica attività professionale - oggi è direttore dell'agenzia giornalistica Distampa - si è sempre impegnato in difesa della Tuscia
e dei suoi valori. Insieme a Danti e Carioti sono stati premiati esponenti delle istituzioni locali e giornalisti di RAM, RAI2, RAI3, SKY, Mediaset, Ansa, ADN Kronos, AGI,
Corrirere della Sera, Il Tempo, Libero e Folk Nostrum.
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
LA PAGINA
DI
SCRAPANTE
NUCLEARE, AEROPORTO, FERROVIE E DROGA:
PROBLEMI ABBONDANTI E SOLUZIONI SCARSE
di Giacomo Carioti
C'è tanta confusione nei nostri ragionamenti
sociali, nei nostri convincimenti pubblici. Ci sono
delle contraddizioni gravi intorno a noi, frutto di una
comunicazione assordante e dell'assenza di tempo
per capire a fondo e meditare sulle proprie certezze.
Una prima contraddizione riguarda l'atteggiamento verso due ipotetiche realtà contigue, orientate
verso il "progresso": Nucleare e Aeroporto.
NUCLEARE E AEROPORTO, QUANTA
CONTRADDIZIONE!
È curioso vedere come nel viterbese la stragrande maggioranza delle persone sia decisamente contraria alla realizzazione di centrali nucleari - e, nello
specifico, alla riattivazione di quella di Montalto di
Castro -, mentre le posizioni quasi si invertono sulla
questione dell'aeroporto di Viterbo, ove le pressioni
degli ambienti speculativi alimentano e diffondono
una pericolosissima illusione che fa smarrire ai più
quella saggezza che giustamente induce ad estrema
prudenza e decisa avversione sul nucleare. Ma
come si può ancora credere alla chimera dell'aeroporto? Per capire quanto sia malsana, basta
cominciare a subire, in questi mesi di bella stagione,
l'odissea domenicale del rientro verso Roma dei
gitanti del fine settimana: le file estenuanti sono tornate ai livelli degli anni '80. Come si può pensare, a
parte ogni altra riserva, di fare un aeroporto turistico
in una zona che non ha infrastrutture degne di questo nome, né collegamenti stradali e ferroviari che
assicurino spostamenti decenti a medio raggio? Ci
rendiamo conto che oggi ci si impiega di più, in treno,
da Roma a Montefiascone, che non da Roma a
Venezia, o a Milano? E in queste condizioni ci vogliamo far sedurre in nome di fantomatici posti di lavoro,
dei quali, quand'anche ci fossero, nemmeno uno
sarebbe di qualità, ma solo di manovalanza?
Il turismo nel viterbese ha bisogno di essere alimentato dalla comodità del medio raggio, non dalla
pletorica e improduttiva abbuffata di low cost: adoperiamoci per migliorare le strade e le ferrovie:
dopo di che, semmai, si avrà il diritto di parlare
d'altro.
FERROVIE DELLA TUSCIA,
CHE VERGOGNA!
Il giornalismo è ormai un mestieruccio senza
passione, legato solo agli interessi, al carrierismo,
alla cura dei carrozzoni che lo sostengono in contraddizione con la sua storia e con la sua etica originaria. Ci sono delle eccezioni, che vengono ovviamente relegate ai margini del grande mercato. Una di
queste è Gianfranco Lelmi, appassionato difensore
degli interessi collettivi, come ogni vero giornalista
dovrebbe essere. Negli ultimi tempi ha svolto, e sta
tuttora svolgendo, una appassionata campagna per
segnalare i pericoli del traffico ferroviario, in particolare per la linea Roma Nord, inadeguata e rischiosa:
se lo avessero ascoltato sarebbe stato evitato il
recente deragliamento di un treno che solo per miracolo non ha avuto tragiche conseguenze.
È tuttora in corso la sua battaglia per l'adeguamento dei passaggi a livello. Con i suoi interventi, diffusi sul web e per email, ha addirittura previsto i
recenti deragliamenti, e sicuramente sta contribuendo ad evitare, con il suo pungolo, qualche catastrofe
incombente. Onore a questo bravo giornalista.
LA DROGA NEI NOSTRI CAMPI
Un'altra grave contraddizione riguarda l'atteggiamento, o meglio ancora, la reale conoscenza, sul
fenomeno droga. Abbiamo letto nei giorni scorsi
quanto siano state glorificate le forze dell'ordine per
avere scoperto una piccola coltivazione di canapa
indiana, ossia l'ipotetica materia prima per confezionare "spinelli". Per carità, merito a chi ha effettuato i
sequestri di cose nocive alla integrità psicofisica
delle persone. Ma quello che sorprende è che, a
fronte di questa iniziativa di repressione, non corrisponda un adeguato grado di cultura specifica, capace di razionalizzare e focalizzare ben altri pericoli
incombenti e, chissà, forse in pieno sviluppo.
Nessuno si è accorto, infatti, che i campi del viterbese pullulano di coltivazioni "finto spontanee"
di Datura Stramonium, ossia lo "Stramonio", che
i nostri padri conoscevano come antidoto alle malattie polmonari. Nelle farmacie, specie quelle dei
paesi, si vendevano un tempo le "sigarette di stramonio", indicate per chi aveva delle disfunzioni respiratorie (io stesso ne ho comprate molte nelle due farmacie di Montefiascone, per mio Padre, negli anni
70). Ma se il fumo delle foglie di Stramonio può
essere benefico, i suoi semi sono uno dei più potenti allucinogeni: una droga allucinogena tra le più
pesanti, insomma. Poiché si tratta di una pianta
anche spontanea, si gioca molto sull'equivoco e si
punta sulla ignoranza diffusa fra i nostri "tutori", per
giocare ad un gioco che a volte può essere estremamente pericoloso. Proprio giocando su questi equivoci, qualche anno fa, a Parigi, alcuni cultori di questa droga ne hanno disseminato piantine nelle aiole
degli Champs Elisèes: le autorità se ne sono accorte, e le hanno estirpate, solo dopo che un turista
botanico lo ha fatto notare agli scettici gendarmi di
ronda...! E poi, sentite cosa è successo qualche
giorno fa in Trentino: "una donna di 65 anni e ia figlia
di 35 sono rimaste intossicate dallo stramonio, scambiato per comuni spinaci. Dopo averne mangiati,
madre e figlia si sono sentite male, colte da improvvise vampate di calore. La madre, addirittura, ha iniziato a comportarsi in maniera strana slacciando e
riallacciando di continuo i pantaloni, poi spalmando
la crema per il corpo sui sanitari del bagno e altre
stravaganze. La figlia si è resa conto che le reazioni
erano dovute a quanto mangiato, cercando di mantenere il controllo, si e'recata con la madre all'ospedale con un campione della pianta coltivata nell'orto.
I sanitari hanno quindi constatato che non si trattava
di spinaci ma di stramonio, detta anche 'erba delle
streghe' o erba del demonio', che contiene un
potente alcaloide capace di provocare allucinazioni
e, in dosaggi elevati, persino la morte per soffocamento. Si tratta di una pianta ornamentale molto gradevole, ma ogni sua parte, il fusto come le foglie e
soprattutto i semi, è tossica per l'uomo. Le due
donne sono state curate al pronto soccorso con una
lavanda gastrica e dimesse qualche ora dopo. Ma
dell'origine di quelle piante si sono interessati i carabinieri della compagnia di Rovereto, i quali hanno
appreso dal racconto della madre ai medici che gli
"spinaci" erano nati da una confezione di sementi
acquistata in un supermercato vicino casa."Fin qui la
notizia: infatti, dello Stramonio esistono anche le
varietà ornamentali, bellissime (e largamente diffuse
nei nostri terrazzi), che hanno, in misura ridotta, le
stesse "proprietà" della specie "selvatica". Ebbene,
se giriamo un po' nei nostri campi, ci capiterà senz'altro di vedere grandi distese di Datura
Stramonium, di cui è difficile pensare ad una origine
naturale, tanto sono concentrate... E poi, riteniamo
che sia una grande notizia il sequestro di una pianticella di canapa coltivata in casa...
Vanagloria ed ignoranza, anche in questo delicatissimo settore, la fanno da padrone.
pag. 11
6° SAGGIO
INFINITY DANCE:
uno spettacolo
sempre nuovo!
Il 18 giugno, alle ore 21,00, presso il palazzetto dello sport di Montefiascone, la scuola di
ballo INFINITY DANCE, diretta dalla Maestra
Ester Bartoli, concluderà la sua stagione di corsi
con il saggio.
Vi aspettiamo numerosi alla nostra manifestazione che sarà ricca di novità e sorprese, infatti,
oltre agli spettacolari show interpretati dalle
nostre coppie di spicco, che ormai caratterizzano
da anni questo evento, verrà proposta al pubblico
un'altra nuova e particolare iniziativa. Durante la
serata gli allievi della scuola interpreteranno attraverso la danza la rivisitazione di un famosissimo
film - musical del 2001 : Moulin Rouge del regista
Baz Luhrmann, dando modo ai presenti di assaporare l'atmosfera bohémien che imperversava a
Parigi nel 1899, e di calarsi in una realtà fatta di
piume, strass, paillettes, scenografie favolose e
musiche originali... quella del più celebre cabaret
del mondo.
Le coreografie sono state sviluppate mescolando i balli tipici del periodo, come il Can Can e
il Charleston, con le discipline studiate all'interno
della scuola, come le danze latino americane e
standard, la sincro dance, la baby dance, la
danza classica e la danza moderna. I nostri saggi
hanno sempre riscosso un grande successo, e
sono ormai un appuntamento fisso che dà lustro
alla città di Montefiascone, coinvolgendo un elevato numero di giovani del nostro paese e del
resto della provincia.
L'obiettivo è sempre stato quello di presentare uno spettacolo di qualità tecnica e artistica, che
potesse coinvolgere gli appassionati del settore
ma anche chi non vive a diretto contatto con il
mondo della danza sportiva.
Ci auguriamo anche questa volta di superare
noi stessi offrendo a chi ci guarda una serata indimenticabile. L'ingresso sarà come sempre gratuito e a coloro che interverranno verrà offerto un
dono di benvenuto. Ringraziamo il comune di
Montefiascone che ci ha concesso il suo patrocinio, il CONI che ha riconosciuto la nostra manifestazione quale evento sportivo da includere nel
programma
della
"PRIMAVERA
DELLO
SPORT" e tutti gli sponsor che ci hanno aiutato a
sostenere le spese di organizzazione. Non mancate!
Tutti i ballerini dell'I. D.
M e n t r a a n d i a m o in s t a m p a ci g i u n g e la t r a g i c a notizia c h e h a colpito la f a m i g l i a d e l l ' a m i c o e
c o l l a b o r a t o r e d e l giornale, Pietro Brigliozzi; la morte - per incidente stradale - del figlio
Marco, di 24 anni. P a r l e r e m o di q u e s t o g r a v e episodio, nel p r o s s i m o n u m e r o del giornale.
La nostra s i n c e r a p a r t e c i p a z i o n e al d o l o r e d e l l a famiglia.
pag. 10
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
E' giunto
il momento
Giuseppa Farina
7.2.22
-
in Brachino
2 3 . 1 2 . 2 0 1 0
È stata la sposa dell'ex sacrestano della Basilica di S.
Margherita, Domenico Brachino, rimasta sempre affezionata alla
sua parrocchia, dove - con vero sacrificio - s'erano costruiti una
bella casa in via Giovanni XXIII. Fedelissima alla Messa domenicale, non è mai mancata, fino alla fine, quando arrivava un po'
incurvata, poggiandosi sul suo bastoncino. Poi - non riuscendo più
a farcela da sola - s'è ritirata con le persone anziane presso Villa
S. Margherita, dove è deceduta Tanti vigilia natalizia e dove ha
ricevuto anche i funerali il giorno di Natale.
1.2.32
-
24.1.2011
Lidia
Chiricotto
Gentilissimo Don Agostino,
dopo tre mesi trovo il coraggio di comunicarle il decesso della mia adorata m a m m a , se ne è
andata in punta di piedi c o m e aveva vissuto,
lasciandoci nel vuoto più totale.
Lei la conosceva e sapeva che grande
donna è stata, sempre dedita alla famiglia, sempre pronta a sacrificarsi. Se ne è andata dopo
una brevissima d e g e n z a presso l'ospedale di
Montefiascone, per una patologia curabile, infatti ancora oggi non riesco a capire c o m e sia potuto accadere il peggio.
10 purtroppo non sono omertosa e con grande amarezza devo dire di non poter ringraziare
nessuno, né per la competenza né per l'assistenza che non ha ricevuto mia madre.
11 lavoro presso gli ospedali è duro e lo capisco ma so anche che deve essere svolto nella
maniera più umile possibile, cosa che non ho
constatato, anzi, totale superficialità, purtroppo
anche d a parte dei medici ho riscontrato uno
scarso se non nullo interesse nell'aggravarsi
della patologia di m a m m a , lo hanno fatto quando
la situazione è precipitata e così hanno agito
solo per mettere fine ad una vita.
Si parla di vita, di attimi, Dio ce l'ha donata e
chi di dovere la dovrebbe salvaguardare. Con
grande tristezza devo dire che nella società di
oggi la troppa superficialità, il potere, sovrastano
i valori più importanti.
Con questo concludo ringraziando Lei che
andava sia da mio Padre che da mia Madre portandogli Gesù Eucarestia. Allego anche un piccolo contributo per il nostro meraviglioso giornalino, dove secondo il mio modesto parere alcune
cose v a n n o dette e discusseli!
Cordiali saluti.
Chiricotto
E giugno 1993. Viene
inaugurata la statua originale, veramente
bella
A
dell'artista
Maccheroni
(3)
Antonio. Non è il solito
San P. Pio che vediamo
1
altrove, è un S. Pio che
incarna ia sua vita e la
sua offerta a Dio Padre.
C'è una grande Croce
dietro le sue spalle, lui è
inginocchiato con il rosario in mano che prega per
tutti, soprattutto per i
malati del corpo e dello
spirito, guardando verso l'ospedale di fronte a lui. Ebbene a quella inaugurazione era presente
in prima fila la sig.ra Giuseppa Farina (1), la sig.ra Giovannoni Elena in Caporali (2) e la
sig.ra Paoletti Lucia (3), Scoponi Massimo (4) di Fastello, organizzatore dei pellegrinaggi che
ogni anno si facevano da S. Padre Pio. Ora sono con lui in cielo.
M a resa M a r t e l l a
in Ludovisi
9.5.34 - 17.5.201 1
Attimi,
piccoli attimi,
p i c c o l a
voce,
piccole impressioni
di
un
mondo
piccolo di una
piccola vita.
Vorrei
inoltre ricordarle di pubblicare la lett e r a c h e le
ho inviato da
qualche settimana. Grazie di vero cuore.
Lidia
Assunta
le vele (2 Tm
uü
Così è stato il "dies natalis" anche per lei, andata a congiungersi con suo marito Domenico e tutti i suoi cari. Grazie, signora
Giuseppa, per il sincero affetto sempre dimostrato verso la sua
parrocchia e i suoi sacerdoti. Una S. Messa sarà celebrata per lei
a S. Francesco - giovedì 23 giugno ore 18,00.
Giulia Fanali
di sciogliere
C i a o
M a re s a ,
amica cara,
compagna
insostituibie
di tante piacevoli giornate rallegrate dalla
tua
risata
coinvolgente e dalla
tue
acute
osservazioni. Ci mancherai tanto
anche se sarai sempre nelle nostre menti e nei
nostri cuori. Ti sentiremo più vicina e ti penseremo più intensamente, soprattuto per San
Bartolomeo, giorno in cui, da anni, ti prodigavi
per offrire a tutti gli amici la speciale colazione
che concludeva festosamente le vacanze estive.
Sei stata moglie, mamma, amica impagabile.
Ora, che sei nella pienezza dell'essere, tra le
braccia del Padre, sta vicino a tutti noi, specialmente a Stefano e ad Alessio. Aiutaci a capire,
aiutaci a sopportare ed affrontare il peso della
quotidianità che ora sarà più grigia e più triste.
Ciao Maresa.
Gli amici di sempre
Giancarlo Ludovisi
16.9.39
-
17.10.2010
Solo ora
abbiamo
saputo della
sua salita al
cielo, conosciuto da noi
perché nipote della indimenticabile
sig.ra Rubbi
Iolanda.
Le parole che leggiamo dietro
il suo ricordino gentilmente datoci dalla sposa che ringraziamo di cuore, sono il suo elogio più bello.
Grazie per averci insegnato come percorrere la giusta via della rettitudine, della bontà, della
sincerità, amandoci ogni giorno della tua esistenza. Resterai sempre nei nostri cuori.
Giusto Boccalini
25.1.36
-
14.4.2011
Caro nonno, hai
amato così tanto la
natura che noi ti ricorderemo in ogni bosco,
in ogni pianta e in ogni
fiore.
Continuerai a vivere nel cuore della natura e anche nei nostri
cuori.
Sara,
Eleonora
Ricci
Un uomo di poche parole, grande lavoratore, custode
premuroso della famiglia, generoso con gli amici, è ora
sicuramente nelle braccia del Signore per tutta l'eternità.
Giancarlo Aiazzi
16.9.39
-
17.10.2010
Giancarlo è ritornato
alla casa del Padre dopo
una vita dedicata completamente alla famiglia
ed al lavoro. Lascia un
gran vuoto tra le tante
persone che lo hanno
conosciuto ed apprezzato per la sua serietà, la
disponibilità, la gentilezza. Per noi familiari la
mancanza della sua presenza sarà un dolore
incolmabile, anche se
faremo tesoro dei suoi insegnamenti, dei suoi consigli, del
suo profondo senso della famiglia, per sentirlo sempre il
più possibile vicino e tra di noi.
. ,
. ,.
La famiglia
Fidalma Menghini
19.2.12
Una madre, sposa
d'altri tempi, rimasta
sempre affezionata a
tutti i suoi cari,assistita
amorevolmente in questi ultimi anni dalla figlia
Agatina.
Riceveva
ogni
mese Gesù Eucarestia,
offrendo al Signore le
sue ansie per tutta la
famiglia. Si è spenta
serenamente alla bella
età di 99 anni!
-
19.4.2011
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
Norma Bellacima
20.11.35 - 6.5.2011
Cara M a m m a ,
in questi ultimi giorni ho ricevuto su di me
tutto l'affetto e il calore che i tuoi tanti amici e
parenti provavano per te... e di questo ringrazio tutti, anche a n o m e della mia famiglia.
Sei stata una D o n n a meravigliosa in ogni
vissuto della tua vita: c o m e Figlia, c o m e
Moglie, c o m e M a m m a , c o m e Suocera, c o m e
Nonna... Aiutaci ad essere un po' simili a te.
Rimani con noi e aiutaci in ogni giorno,
stacci vicino perchè è proprio ora che abbiamo bisogno di Te, e della tua
presenza. Grazie M a m m a .
Marina,
Sergio, Renato, Enrico,
Mattias, Luca, Thomas,
Paola,
Andrea
pag. 11
Suor Armenia
Menichelli
di Gaetano e Albucci Lucia; nata a
Tessennano il 3 novembre 1922, il 3
novembre 1949 ha emesso l'oblazione
nell'Istituto delle Maestre Pie Filippini a
Montefiascone. È stata catechista e
maestra di scuola materna in varie località: Ischia e Grotte di Castro, Onano,
Canino, Marta, Montefiascone
(Le
Grazie).
I ^ — — — • — — —
Si sentiva onorata di essere Maestra Pia, e non perdeva l'occasione di
rivolgere, a chiunque incontrasse e spesso con insistenza, parole che invitavano alla preghiera e alla carità. Ha nutrito un grande amore per Santa
Lucia, per la Madonna e per l'Eucaristia e nella sua preghiera non mancava il ricordo dei sacerdoti e della Chiesa intera.
Ha offerto la sofferenza della malattia, rimanendo in comunione di affetto con le consorelle e con i parenti tutti.
"Abbà Padre" lo ha gridato, meravigliata ed estasiata quando si è trovata dinanzi al Padre.
"È lo Spirito che attesta che siamo figli di Dio, se figli anche eredi, eredi
di Dio, eredi di Cristo, se veramente partecipiamo alla sua sofferenza, per
partecipare alla sua gloria".
A tutti noi Gesù dice: "Siate pronti!". "Anche voi tenetevi pronti, perchè il
Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pesante".
Sguazzino Svezia
Maestra Maria
Mezzetti
Il 6 maggio scorso, presso il civico
Ospedale di Montefiascone, città dove
era nata, ci ha lasciato c o n quella discrezione che l'aveva caratterizzata, la maestra Maria Mezzetti Mezzera. La s u a è
stata una vita intensa trascorsa tra la
famiglia e la scuola, impegni che ha
saputo coniugare, c o m e la d o n n a descritta nel libro dei Proverbi della Bibbia, che
d à gioia e serenità alla sua famiglia.
Proprio questo ha donato alla s u a
famiglia, che ha rallegrato e rassicurato
c o n il suo carattere buono e gioviale,
sereno e dinamico. D o n n a forte, ha saputo confortare e sostenere anche q u a n d o l'estate scorsa ha perduto uno
dei suoi figli. La scuola è stata la sua passione e quasi la sua s e c o n d a
famiglia.
All'insegnamento elementare ha dedicato ben 43 anni di servizio,
spesi in tante località del viterbese, c o m p r e s e le scuole della nostra città.
O v u n q u e si è fatta apprezzare non solo per le qualità didattiche, ma
anche per la sua capacità educativa nel saper trasmettere i valori essenziali della vita. Per tanti anni è stata tra le prime maestre ad impegnarsi a
Villa S. Giuseppe alle Mosse, a Villa Buon Respiro e a Villa Immacolata,
nel sostegno dei bambini con qualche problema, ai quali ha saputo dare
tanto amore, e la sua c a s a è divenuta, per alcuni di loro, la famiglia dove
trascorrere feste e momenti di serenità. L'impegno didattico a questi bambini era l'espressione della sua attenzione verso chi a v e v a più bisogno di
aiuto e di affetto.
Vivacità, intelligenza e concretezza, gentilezza del tratto erano caratteristiche subito evidenti in chi l'avvicinava. Queste doti non l'hanno
lasciata n e m m e n o nella sua breve malattia, durante la quale ha espresso
gratitudine verso tutti coloro che l'hanno assistita. Da qui la famiglia vuole
ancora esprimere il proprio grazie al dott. Luigi Cricco, agli altri medici
dell'Ospedale di Montefiascone e agli infermieri per la premura e d attenzione con le quali l'hanno seguita, c o m e anche a P. Terenzio e a tutto il
personale di Villa S. Margherita, dove ha trascorso s e r e n a m e n t e l'ultimo
periodo della s u a vita terrena. Lo stesso grazie a tante amiche ed amici
che le sono stati vicino, e che ha saputo ricambiare con la stessa generosa amicizia e benevolenza. C o n le parole del libro dell'Apocalisse, che
risuonano in questo t e m p o di Pasqua: "Beati i morti che m u o i o n o nel
Signore, le loro opere li seguiranno, gli diciamo "Riposa in pace!" e gli
esprimiamo la gratitudine per tutto quello, e d è tanto, che ci ha donato.
In ricordo di una donna semplice e
serena; in ricordo di una donna giusta e
comprensiva, sempre affettuosamente
disposta verso il prossimo; in ricordo di
una vera madre.
Il 5 maggio 2011 è mancata ai suoi
cari la signora SGUAZZINO SVEZIA - di
anni 83. L'alba di ogni dì ti porta il bacio di
chi ti ha voluto tanto bene e prega Iddio
per noi di dare conforto e rassegnazione
al nostro grande dolore.
Il figlio
Serafino
Il Mondo, il 14 giugno,
festeggia le Donatrici e i
Donatori di sangue per il Loro
contributo alla e per la salute,
contributo che non ha prezzo.
L'OMS
(Organizzazione
Mondiale della Sanità) ha
indetto, la Giornata Mondiale
della Donazione di Sangue,
appunto il 14 giugno; Giornata che è sostenuta, come da molti anni,
dal Consiglio d'Europa. Nella nostra Provincia sono previste varie manifestazioni per questa grande e importante Giornata, il programma delle
manifestazioni è in fase di messa a punto, e verrà adeguatamente pubblicizzata.
Inform
AVIS
Adesso torniamo nel nostro piccolo grande mondo, Montefiascone, per
ricordare che qui da noi è possibile donare il primo e terzo lunedì di
ogni mese; nel terzo lunedì è possibile effettuare anche la donazione del
solo plasma, la plasmaferesi, chi fosse intenzionato a farla ci contatti perchè, per un fatto tecnico; necessita una specie di prenotazione. Il posto
dove si dona è sempre lo stesso, il Centro Fisso di Prelievo AVIS, a Villa
S. Margherita; la "nostra" nuova sezione è in piazza V. Emanuele 9, sotto
l'arco che porta in Comune, tel./fax 0761.826288, vi aspettiamo numerosi,
anzi di più. Vogliamo ricordare anche che a Belcolle, presso il Centro trasfusionale, si può donare IL FLUIDO DELLA VITA ogni giorno dell'anno.
Per completezza di informazione, a Montefiascone, durante l'arco dell'anno, si può donare anche in alcuni giorni festivi e/o particolari, giorni che
vengono sempre resi noti con congruo anticipo.
Per la sezione avis Montefiascone
Carlo
GIANVINCENZI
Signora del B U R U N D I , domiciliata a Montefiascone presso Suore
Benedettine, ex badante del Dottore Franco Maria De Simone.
C o n esperienza, cerca lavoro (assistenza per anziani) giorno e notte
con giorno di riposo qualche volta, il sabato o lunedì, invece della
domenica. Telefono: 329.0729680.
Maria Luisa
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 10
Il Papa Benedetto XVI conversa con gli astronauti della
Stazione spaziale internazionale in orbita intorno alla Terra
21 maggio
Preceduto
que domande
tiamo le parti
- sabato - tarda mattinata.
da una introduzione del Papa, il colloquio si è articolato in cinrivolte agli astronauti e nella loro rispettive risposte. Noi ne riporessenziali.
Dalla Stazione Spaziale voi avete una prospettiva molto diversa sulla Terra.
Voi sorvolate molte volte al giorno i differenti continenti e nazioni. Credo che
per voi debba essere evidente il fatto che noi tutti viviamo su di un unico pianeta e che è assurdo combatterci e ucciderci gli uni gli altri. So che la moglie
di Mark Kelly è stata vittima di un grave attentato e spero che la sua salute continui a migliorare. Quando voi contemplate la Terra da lassù, vi capita di pensare al modo in cui le nazioni e i popoli vivono insieme quaggiù, o a come la
scienza può contribuire alla causa della pace?
Mark Kelly (USA)
"Grazie per le gentili parole, Santià e grazie - ha risposto lo statunitense
Marlk Kelly - per aver menzionato mia moglie Gabby. È un'ottima domanda.
Sorvoliamo quasi tutta la terra e non si vedono confini, ma allo stesso tempo ci
rendiamo conto che le persone combattono le une contro le altre e che c'è
tanta violenza nel mondo. Di solito le persone si combattono per molte cose
diverse, come possiamo vedere adesso in Medio Oriente. Di solito la gente
lotta per ie risorse. È interessante che sulla terra la gente combatta per l'energia, mentre nello spazio utilizziamo l'energia solare e pile a combustibile.
La scienza e la tecnologia che mettiamo nella stazione spaziale servono a
sviluppare una capacità di energia solare per fornirci una quantità di energia
illimitata. Se si riuscisse ad adottare tecnologie simili sulla terra, forse potremmo ridurre un po'quella
violenza".
Uno dei temi sui quali ritorno spesso nei miei discorsi è quello della responsabilità che tutti abbiamo per l'avvenire del nostro pianeta. Richiamo i seri
rischi che si prospettano per l'ambiente e per la sopravvivenza delle future
generazioni. Gli scienziati ci dicono che dobbiamo essere vigili e, da un punto
di vista etico, dobbiamo ugualmente sviluppare la nostra coscienza. Dal vostro
straordinario punto di osservazione come vedete la situazione sulla Terra?
Vedete segni o fenomeni ai quali dobbiamo prestare maggiore attenzione?
Ron Garan (USA)
"Santità, è davvero - è stata la seconda risposta di Ron Garan, statunitense - un punto di osservazione privilegiato. È un grande onore parlare con lei ed
ha ragione che da quassù si gode di uno straordinario punto di osservazione.
Da una parte possiamo vedere quanto il nostro pianeta sia
indescrivibilmente
bello, dall'altro possiamo capire quanto sia estremamente fragile. L'atmosfera,
per esempio, se vista dallo spazio è sottile come un foglio. E fa riflettere il fatto
che questo strato tanto sottile è ciò che separa ogni essere vivente dal vuoto
dello spazio ed è tutto ciò che ci protegge. Ci sembra incredibile osservare la
terra che è sospesa nello scuro dello spazio e pensare che noi siamo qui insieme, viaggiando attraverso l'universo in questa bella e fragile oasi. E ci riempie
di speranza pensare che tutti noi a bordo di questa incredibile stazione orbitante, costruita grazie al partenariato internazionale di motte nazioni, compiamo
questa sorprendente
impresa.
Ciò dimostra che lavorando insieme e cooperando possiamo
superare
molti dei problemi del nostro pianeta e risolvere molte delle sfide che i suoi abitanti devono affrontare. Ed è un posto bellissimo per lavorare e osservare il
nostro bellissimo lavoro".
L'esperienza che ora state facendo è straordinaria e importantissima,
anche se alla fine dovrete ritornare giù su questa terra come tutti noi. Quando
tornerete, sarete molto ammirati e trattati come eroi che parlano e agiscono
con autorità. Sarete invitati a raccontare le vostre esperienze. Quali saranno i
messaggi più importanti che vorreste trasmettere, specialmente ai giovani, che
vivranno in un mondo profondamente influenzato dalle vostre esperienze e
scoperte?
Mike Finchke (USA)
"La stazione Spaziale Internazionale è solo un simbolo, un esempio di ciò
che possono fare gli esseri umani quando lavorano insieme in modo costruttivo. Quindi uno dei nostri messaggi più importanti è quello di far sapere ai giovani, che c'è un intero universo per noi da esplorare e se ci impegniamo insieme non c'è nulla che non riusciamo a fare".
L'esplorazione dello spazio è un'avventura scientifica affascinante. So che
siete stati occupati nell'installazione di nuove strumentazioni per l'ulteriore
ricerca scientifica e lo studio delle radiazioni che giungono dagli spazi più lontani. Credo però che si tratti anche di un'avventura dello spirito umano, uno stimolo fortissimo a riflettere sulle origini e sul destino dell'universo e dell'umanità. I credenti spesso rivolgono lo sguardo in alto verso gli spazi sconfinati dei
cieli e, meditando su Colui che ha creato tutto ciò, sono colpiti dal mistero della
sua grandezza. È per questo motivo che la medaglia che ho affidato a Roberto
(Vittori) come segno della mia partecipazione alla vostra missione, rappresenta la creazione dell'uomo, così come l'ha dipinta Michelangelo sulla volta della
Cappella Sistina. Nel mezzo del vostro intenso lavoro e ricerca, vi capita mai
di fermarvi e fare simili pensieri, magari anche di rivolgere una preghiera al
Creatore? Oppure vi sarà più facile riflettere su questi temi una volta ritornati
sulla Terra?
Roberto Vittori (nato a Viterbo
dell'Aeronautica Militare)
nel 1964,
Colonnello
"Santità, il lavoro di astronauta - ha detto Vittori
- è molto intenso. Abbiamo tutti la possibilità di guardare fuori. Quando sopraggiunge la notte possiamo
guardare in giù, verso il nostro pianeta, il pianeta blu.
È bellissimo.
Il blu è il colore del nostro pianeta, blu è il colore
del cielo, blu è il colore dell'aeronautica italiana che
mi ha dato l'opportunità
di unirmi
all'Agenzia
Spaziale Europea. Siamo riusciti a vedere la bellezza tridimensionale del nostro pianeta. Prego per me,
per le nostre famiglie, per il nostro futuro. Ho portato con me questa medaglia per dimostrare la mancanza di gravità. La ringrazio
per questa opportunità, e adesso la farò fluttuare verso il mio collega e amico
Paolo. L'ho portata, con me nello spazio e la riporterò giù per darla a lei".
La mia ultima domanda è per Paolo (Nespoli). Caro Paolo, so che nei giorni scorsi la tua mamma ti ha lasciato e quando fra pochi giorni tornerai a casa
non la troverai più ad aspettarti. Tutti ti siamo stati vicini, anche io ho pregato
per lei... Come hai vissuto questo tempo di dolore?
Nella vostra Stazione vi sentite lontani e isolati e soffrite un senso di separazione, o vi sentite uniti fra voi e inseriti in una comunità che vi accompagna
con attenzione e affetto?
Paolo Nespoli
"Santo Padre - ha risposto Nespoli - ho sentito le
sue preghiere, le vostre preghiere arrivare fin quassù: è vero, siamo fuori da questo mondo, orbitiamo
intorno alla Terra e abbiamo un punto di vantaggio
per guardare la Terra e per sentire tutto quello che ci
sta attorno. I miei colleghi qui, a bordo della Stazione
- Dmitry, Kelly, Ron, Alexander e Andrei - mi sono
stati vicini in questo momento importante per me,
molto intenso, cosi come i miei fratelli, le mie sorelle, le mie zie, i miei cugini, i miei parenti sono stati
vicini a mia madre negli ultimi momenti. Sono grato di tutto questo. Mi sono
sentito lontano ma anche molto vicino, e sicuramente il pensiero di sentire tutti
voi vicino a me, uniti in questo momento, è stato di estremo sollievo. Ringrazio
anche l'Agenzia spaziale americana che ha messo a disposizione le risorse
affinché io abbia potuto parlare con lei negli ultimi momenti".
Il Papa conclude:
Cari astronauti,
vi ringrazio di cuore per questa bellissima opportunità di incontro e
dialogo con voi. Avete aiutato me e tante altre persone a riflettere insieme su argomenti importanti che riguardano l'avvenire dell'umanità. Vi
faccio i migliori auguri per il vostro lavoro e per il successo della vostra
grande missione al servizio della scienza, della collaborazione internazionale, dell'autentico progresso e in favore della pace nel mondo.
Continuerò a seguirvi con il pensiero e la preghiera e volentieri vi
imparto la Benedizione Apostolica.
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 11
Musica e«.« cambiamento
Nel rinnovato clima spirituale e culturale dei primi anni del Novecento, l'attenzione non si volse soltanto agli esempi stranieri,
Debussy, Ravel, Stravinski, hinde mith, ma anche a quelli che nel passato glorioso avevano scritto opere strumentali e vocali del Sei
e Settecento, da Monteverdi a Vivaldi, con una particolare predilezione per le musiche ancor più antiche del gregoriano, e ciò per spezzare l'abitudine di continuare ad accettare quelle forme stilistiche ormai sancite ed accettate dal pubblico come superate dai tempi ed
entrare a far parte della cultura europea.
Superata una prima fase di isolamento, dopo la conseguita unità d'Italia e l'importanza assunta dalla Nazione nel Congresso degli
Stati Europei, la musica Italiana si inserì prima dignitosamente nel quadro Internazionale, per assumere, poi una sua fisionomia quindi un peso di primissimo ordine. In questa nuova atmosfera va ricordata la maestria dei nostri compositori che pur partendo in ritardo
non si fermarono come gli stranieri a Debussy, Ravel e Stravinski ma rivisitarono le opere del sei-settecento e fra queste le opere da
Monteverdi a Vivaldi, con una particolare predilezione per quelle più antiche del gregoriano.
Una quasi rivoluzione che desiderava ripartire da una musica piena di ideali e spiritualità nonché misticismo.
Presentiamo, quindi, Franco Alfano (1876-1954) che
dopo aver superato la fase Verista modificò e rinvigorì con la sua
esuberante vivacità tipicamente mediterranea per concludere con
forme più classiche e tradizionali nelle quali trasferì la sua vena
melodica, di gusto pucciniano; in proposito si ricorda che gli venne
affidato di terminare la Turandot quando scomparve Puccini.
L'Opera "Resurrezione" (1904) è ancora influenzata dal Verismo
mentre già, nell'ombra di "Don Giovanni" (1914) è invece sensibile la sua ultima tendenza.
Di maggior rilievo è invece la
figura di Ottorino Respighi
(1879 - 1936) che portato dalla
sua estetica dannunzianeggiante
a coltivare ogni espressione di
sensualità sonora, da quelle delicate e suggestive dell'impressionismo finì con arie più arcaiche
stilizzate ma saporose del gregoriano, raggiungendo
elevate
espressioni nei grandi e fantasiosi poemi sinfonici dove potè maggiormente espandersi.
C'è in proposito da ricordare il
più importante suo poema sinfonico rimasto praticamente insuperato (1916) cui seguirono "I Pini
di Roma" (1924), "Feste romane" (1928), mentre Vetrate di Chiesa
(1927) e "trittico botticelliano" rivelano il suo autore nel lato artistico e intimo con una melodia chiara, vivente in una atmosfera ingenua e contemplativa.
Scrisse anche numerose opere teatrali - "Il Belfagor" (1923), di
una piacevolezza superficiale, e "Maria Egiziaca" (1912) dove
l'ispirazione mistica si rifà alle semplici tonalità, alle semplici e
nude tonalità della musicalità gregoriana.
Anche Ildebrando Pizzitti (1880) assimilò il gregoriano
non per ricercare modi e sonorità ed effetti inconsueti da inserire
nel proprio linguaggio, bensì come espressione del proprio spirito,
portato per naturale tendenza ad alti ideali estetici e religiosi.
La sua aspirazione fu quella di risollevare l'opera dagli effetti
plateali del dramma verista ed elevarla ad alto valore simbolico di
una vita superiore retta da principi evangelici. Ma non sempre
questo ideale fu raggiunto, anche perchè l'argomento e l'atmosfera dei suoi drammi erano spesso tratti da D'Annunzio - La nave
(1905), Fedra (1911), La Figlia di Iorio (1954) ma appare attuato
nel dramma biblico in tre atti "Debora e Jaele" (1922) il cui testo
preparato dallo stesso musicista e attinto al "Libro dei Giudici",
narra le sofferenze del popolo ebraico in lotta con i Cananei.
L'atmosfera mistica del racconto è pienamente raggiunta nelle
pagine corali. La produzione di questo autore è vastissima tra
"Concerti", "Preludio", "Messe da Requiem", "L'Assassino
nella Cattedrale" (1957), "De Profundis, quartetti" oltre alle sue
liriche da camera e pianoforte che sono considerate le più belle
affermazioni della mirabile vocalità di questo musicista.
Un altro ottimo musicista che fonde una sensibilità moderna
con l'antica musica melodica del Monteverdi, dei Madrigalisti del
500 e del gregoriano è Gian Francesco Malipiero (1862)
che fu un autore alquanto libero da scuola e programmi portato
per sua natura ad una estetica, dove confluiscono programmi in
un linguaggio unanimamente riconosciuto, dove i pensieri musicali si susseguono con estrema libertà come le voci di un madrigale
cinquecentesco. Nel 1918, dopo aver subito l'influsso russo e francese, compose le "Sette canzoni".
Desiderò, poi, tentare un nuovo tipo di dramma musicale nel
quale ogni canzone è rappresentata da un tema; una via ripresa
più tardi nel "Torneo Notturno" (1929) dove il fatidico 'sette' ritorna nel numero dei notturni intorno alla "Canzone del Tempo"; è
un clima quello di queste due composizioni al quale si può accostare quello di "Pantea" (1919) dramma sinfonico di tendenza
espressionista convulso che si placò sino ad acquistare una calma
serenità nelle composizioni religiose successive come nella
"Passione".
Si accostò prima alla "Favola del figlio cambiato" musicando lo
scritto del Pirandello e poi, affrontò la grandiosità del dramma
classico nel "Giulio Cesare" (1935), "Antonio e Cleopatra"
(1938), "Ecuba" (1939), per ritornare al suo divagare libero e
melodico come nell' "Allegra Brigata" dando prova di grande
sensibilità moderna nella libertà tonale e nella nuova concezione
teatrale.
Ma è con la musica di Alfredo Casella (1883 - 1947) che
la musica italiana si accostò al linguaggio internazionale e liberandosi dalla influenza delle musiche russe e francesi fuse ciò che
era assimilabile alla sua natura italiana ricorrendo alla musica
strumentale settecentesca da Vivaldi a Scarlatti.
Ritornò a comporre seguendo un nuovo indirizzo che concretò
nel Concerto per Quartetto d'archi (1924) da lui considerato come
la sua prima opera di "Stile italiano moderno" che nella sua ricerca di uno stile nazionale, ritrovò nei ritmi delle danze meridionali
che lo stesso autore definì "il suo terzo stile".
Da questa fase nazionalista evolse verso una fase neo classica seguendo il naturale processo di sviluppo al quale contribuirono le musiche scritte tra le due guerre da Casella.
Parliamo ora della musica di Federico Giorgio Ghedini
che per lo spirito e i suoi studi umanisti può essere annoverato fra
la generazione del Novecento. La sua produzione va alla predilezione per Frescobaldi e gli autori del Cinque Seicento. La componente arcaica del suo linguaggio musicale si esprime liberamente
ricordando le modulazioni e la sonorità frescobaldiana ma non
esclude esperienze modernissime come la tecnica dodecafonica
che inserisce nelle sue architetture musicali. Notevoli e da ricordare "Il Concerto grosso per cinque flauti e archi" (1927) quasi
neoclassico nelle sue moderne trasfigurazioni di forme antiche, "il
Concerto spirituale dell'incarnazione del Verbo Divino" (1943)
per voci e piccola orchestra, su testo di Jacopone da Todi e altre
opere teatrali quali "La Baccanti" (1943) e altre composizioni.
Ed eccoci giunti alla vera e propria generazione del Novecento,
quella dei discepoli dell'ottanta, che trovando un pubblico appassionato più di concerti che di musica d'opera composero e trovarono il modo di costruire musica su solide basi sinfoniche.
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
pag. 10
Assemblea
Centro Diurno
del
Anziani
Il giorno 1 6 aprile 2011, presso il Centro Diurno Anziani di
Montefiascone - Associazione di promozione sociale, si è svolta l'ass e m b l e a per l'approvazione del Consuntivo 2010 c h e è stato
a p p r o v a t o con voto unanime, senza nessun astenuto.
A seguire si è tenuta una cerimonia per la donazione di un elettrocardiografo Aspel Me Grey all'Ospedale di Montefiascone.
L'acquisto è stato possibile sia per l'impegno di alcune signore del
Centro che hanno organizzato, con i manufatti da loro realizzati, una
pesca di beneficenza, che grazie al volontariato svolto d a alcune iscritte nella gestione delle attività sociali. Si ringraziano anche i soci del
Centro che ancora una volta hanno dimostrato sensibilità sociale a
f a v o r e d i iniziate b e n e f i c h e a v a n t a g g i o della c i t t a d i n a n z a d i
Montefiascone.
Il Presidente
Ugolini
Arcangelo
Terza "LAUREA"
per mio nipote Luigi
Il
dott.
Luigi
Palumbo si è laureato c o n l o d e p e r l a
terza
volta
in
"Economia
e
Management" presso
l'Università di Siena.
Tanti auguri dalla
zia
Ornella,
zio
Gianfranco,
Luisa,
L e o n a r d o Lanzi.
La facciata che vediamo è
un insieme di diversi stili, ben
armonizzati tra loro, che, pur
nella loro diversità, offrono allo
sguardo una vista abbastanza
piacevole c h e c r e a notevole
attrazione e stimola un'attenta
analisi per coglierne la storia e
le motivazioni più disparate del
suo essere tale.
L'arco lungo, per una parte
anche in piano, è stato sicuramente realizzato d a un muratore professionista che s e n e
intendeva dei diversi problemi
dell'edilizia e delle tecniche del
costruire. È bene ricordare che
la facciata, che si trova in Via
Malatesta, risale molto indietro
nei secoli ed in quel tempo, per
l'edilizia spicciola, il muratore
capo mastro, a differenza di
oggi, era quello che f u n g e v a d a ingegnere, architetto, direttore di cantiere.
Certamente i muratori contemporanei, nonostante tutta la tecnologia a
disposizione difficilmente riescono a realizzare in muratura pura, s e n z a lo
scheletro in c e m e n t o armato, una struttura del genere. Basti recarsi presso una frazione del contado per vedere una struttura simile, m a perfettamente puntellata perchè rischia il crollo. L'intera facciata, in muro incerto, è
stata ben ristrutturata nel suo recupero. I portoncini che si vedono, realizzati in zoccoli di terracotta, ben si addicono a tutto il complesso.
a cura di P. B.
Domenica 12 GIUGNO
Chiesa
a cura di Pietro Brigliozzi
Le Ricette di Nonna Orlanda
Ed ora la q u a r t a
quando sarà?
nella
Facciate storiche falische
di S. Maria
a
alle ORE 11,30
5. M e s s a per i caduti in
Montedoro
guerra
N e i 1 SO a n n i dell'Unità d ' I t a l i a
t a l e celebrazione assume
un significato particolare
LA CITTADINANZA
È PREGATA D'INTERVENIRE
Un avvenimento!
14 m a g g i o : Festa della M a d o n n a d e l
M o n t e a Marta (volgarmente detta Barabbata).
Quest'anno non sono riuscito a d andare
perchè s'erano prenotati per venire a celebrare
nella Basilica di S. Margherita i sacerdoti
appartenenti al "Pontificio Istituto Teutonico di
S. Maria dell'Anima" - Roma, con il loro rettore
Franz Xaver B r a n d m a y z .
S o n o stati puntualissimi e alle ore 10,05 già
erano sull'altare. Sacerdoti di diverse nazionalità, due soltanto italiani, avevano al seguito 5
suore per le necessità pratiche e immediate.
È stato un vero avvenimento!
La nostra basilica si presta a queste originali celebrazioni.
Si avvicina l'estate, una ricetta rinfrescante; Nonna O r l a n d a cosa possiamo fare? Il cibo più rinfrescante per l'estate è sicuramente quello a base
di zucchine. Allora c o m e d o b b i a m o farle queste zucchine. Direi... ripiene al
tonno.
Ingredienti: zucchine, mollica del pane possibilmente casereccio, olio,
prezzemolo, sale, aglio, pepe, tonno tritato, pomodoro.
C o n f e z i o n a m e n t o : svuotare 5 zucchine, mettere a bagno la mollica del
pane; una volta bagnata, strizzarla dall'acqua e d asciugarla sul fuoco in un
pentolino; metterla quindi in una scodella e condirla c o n olio, prezzemolo,
sale e pepe, aggiungere una scatoletta di tonno tritato; riempire le zucchine con questo impasto. In un t e g a m e fare un sughetto con aglio, olio e
p o m o d o r o e mettere le zucchine a cuocere nel forno a 180°.
Il sugo di p o m o d o r o deve essere lento perché, cuocendo, si a d d e n s a d a
sé, eventualmente, s e le zucchine stentano a cuocersi aggiungere u n
pochino di acqua.
Rimanendo sull'elemento base "Zucchine" possiamo farle anche alla
griglia. Basta prendere delle zucchine un pochino grandicelle, tagliarle a
fette, metterle su un vassoio, condirle con sale, pepe, aglio, origano, menta
e peperoncino, aggiungere olio e lasciarle marinare per un quarto d'ora.
Cuocerle quindi sulla griglia bella calda per circa quindici minuti. Ben cotte
rimetterle sul vassoio e bagnarle con il restante olio del primo condimento.
Fanno leccare le dita.
LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
"La fame dell'Anima.
Una storia di Anoressia"
È stato presentato il libro di Maria Vittoria Strappafelci: "La fame dell'Anima. Una
storia di Anoressia". Alla cerimonia di presentazione organizzata dall'Associazione
Culturale "13 Maggio", con il patrocinio dell'Amministrazione provinciale, erano presenti oltre all'autrice ed alla dottoressa Alessia Casciola, Presidente dell'Associazione culturale ed operatrice psicologa presso la USL VT1 di Montefiascone, anche il dott. Marco
Scipionl, Responsabile del Centro di Psicologia e Psichiatria della USL VT1, il prof.
Antonio Ciocca, docente di Psicologia Clinica all'Università Cattolica del Sacro Cuore di
Roma, il prof. Gianni Cutolo, docente di Psicoterapia all'Università di Siena, il prof.
Aurelio Rizzacasa, docente di Filosofia della Storia presso l'Università di Perugia.
Le scienze psicologiche e psichiatriche e tutte le altre scienze correlate ed interdisciplinari che si sforzano di comprendere e risalire alle cause ed alle origini di un male
così oscuro tra la gioventù, ma così presente e diffuso come ai nostri giorni, vogliono
capire soprattutto perchè "la magrezza sia diventata un ideale culturale dominante nel
ventesimo secolo". L'anoressia (ma con essa anche la bulimia, la bigoressia e l'ortoressia) rappresenta uno degli estremi di un continuum sul quale oggi si trovano tutte le
donne (e non solo!) in quanto tutte più o meno vulnerabili alle esigenze della costruzione culturale della femminilità, per cui "la cultura, la quale opera non solo attraverso
l'ideologia e le immagini, ma anche mediante l'organizzazione della famiglia, la costruzione della personalità, l'educazione della percezione, non concorre semplicemente
all'insorgere dei disturbi alimentari ma addirittura ha un ruolo preminente nel produrli.
In primo luogo essi sono molto frequenti nella popolazione femminile (circa il 90%
delle persone che ne soffrono è composto da ragazze o donne); in secondo luogo i
disturbi alimentari rappresentano un fenomeno culturalmente e storicamente situato:
nelle società industriali ed avanzate degli ultimi cento anni. Nel corso della storia, sporadicamente sono stati documentati diversi casi isolati, ma è solo nella seconda metà
dell'Ottocento che una sorta di contenuta epidemia di anoressia mentale viene menzionata per la prima volta nei resoconti medici; e una tale frequenza scompare di fronte
allo straordinario dilagare dell'anoressia e della bulimia negli anni ottanta e novanta del
secolo scorso.
Ma come può un'analisi culturale spiegare il fatto che i disturbi del comportamento
alimentare si manifestano solo in alcuni individui, benché tutti siamo soggetti alle stesse pressioni socio culturali? L'identità di ognuno di noi si costruisce a partire da vincoli
genetici, morfologici, culturali, familiari, psichici, che insieme determinano la nostra
posizione nel mondo e la nostra libertà.
Particolarmente toccante e fulcro di tutto l'incontro è stata la testimonianza di Maria
Vittoria Strappafelci, autrice e protagonista insieme al suo male oscuro. È stato, come
lei stessa ha confessato, durante l'incontro, un motivo terapeutico ed il bisogno stesso
di ritrovare attraverso un percorso dell'anima la sua identità di donna, prima malata e
poi successivamente sanata non solo con l'aiuto delle scienze psicologiche e psichiatriche, ma anche con la ferrea volontà di uscire da un tunnel maledetto anche con la
forza della fede per diciannove lunghissimi anni - racconta nel suo libro Maria Vittoria
Strappafelci, ha dovuto convivere con un male oscuro che le divorava l'anima ed il
corpo, la isolava da tutti gli affetti più cari, arrivando a pesare soltanto 34 chilogrammi.
Infine quel colpo di reni, l'orgoglio e la fede l'hanno aiutata ad uscire dal tunnel. Come
lei stessa ha confessato: la famiglia innanzitutto, la volontà di guarire ed operatori specializzati sono stati i protagonisti di una rinascita che ora ha voluto raccontare e donare al pubblico dei lettori. Un libro che merita di essere letto da parte di tutti: adolescenti, adulti e famiglie, perchè imparino da certe testimonianze ad apprendere e ad amare
l'essenza della vita per se stessi e per i loro figli.
Giuseppe
Pessimi adulti
Molto spesso sulle pagine di questo mensile ci siamo soffermati a parlare
di... scarsa educazione giovanile, che si nota soprattutto quando si cammina in
strada o si viaggia sugli autobus. Linguaggio triviale, al limite della maleducazione degli altri viaggiatori, anche se con qualche annetto in più sulle spalle.
Ora, però, se a tutto questo aggiungiamo anche la complicità, più o meno silenziosa, più o meno esplicita degli adulti in certe circostanze, potremo mai lamentarci in futuro, se i nostri ragazzi cresceranno con il sistema... impunitario ben
saldo ed inattaccabile nel DNA?
Tempo addietro, di ritorno verso Montefiascone su di un autobus di linea
COTRAL, ho assistito - mio malgrado - ad una scena davvero incresciosa ai
danni di chi in quel momento non stava facendo altro che svolgere il suo lavoro, vale a dire quello di controllare che tutti i viaggiatori, in quel preciso istante
presenti sull'autobus, fossero in possesso del titolo di viaggio regolarmente obliterato. Cosa è accaduto, in buona sostanza? L'autobus giunto alla prevista fermata, insieme a pochi passeggeri, ha fatto salire anche i famigerati ed "odiati"...
controllori. A questo punto, alcuni giovincelli, ritenendosi dei... furbetti di quartiere, (o, almeno, in tal guisa, costoro si reputavano), hanno pensato bene, con
uno scatto felino, di alzarsi dal proprio posto e di recarsi di volata verso la macchinetta obliteratrice per compiere ciò che avrebbero dovuto compiere al
momento della loro salita sull'autobus, ovvero obliterare il titolo di viaggio. Ma è
qui che... cadde l'asino, come avrebbe detto loro quel famoso personaggio del
film, "Mi manda Picone". Già, perchè costoro, in men che non si dica, si sono
trovati la strada giustamente sbarrata dal controllore di turno, che con un gesto
secco e, tuttavia garbato, ha fatto presente ai furbastri in questione di accomodarsi al proprio posto e di preparare i loro documenti per procedere alla notificazione di una giusta e sacrosanta multa.
È stato a quel punto che da alcuni posti, si è levata qualche voce, non dico
Bracchi
pag. 11
Giovinezze d'amore
nelle poesie degli studenti
Il
graduale
procedere
di
Michelina Panichi
negli spazi della
poesia, oltre a svilupparsi in una
raffinata e personale crescita stilistica, si caratterizza per l'apertura a
sperimentazioni
privilegiate, talvolta in grado di coinvolgere insospettate risorse liriche.
Liceo Classico Statale
TERENZIO MAMIANI
di Roma
Poesie
Esemplare, a
questo proposito,
è il piccolo volume
"Poesie" - presentato il 13 maggio
2011
nell'Aula
Magna del Liceo
classico Terenzio
Mamiani
in
a cura di
Michelina Panichi
quanto risultato di
un originale progetto
collettivo
curato dalla stessa professoressa Panichi.
Nel libro sono raccolte 113 poesie di studenti del celebre liceo che,
oltre alle prevedibili tematiche amorose, trattano e svelano, con insoliti
approcci linguistici, il difficile mondo dei ragazzi, le loro realtà, le problematiche dell'esistere e del rapportarsi con gli altri.
Il lavoro, oltre ai lusinghieri giudizi di Lina Sergi, presidente
dell'Accademia nazionale di poesia, e del dirigente scolastico Carlo
Mari, è stato molto apprezzato da alcuni importanti esponenti del
mondo letterario intervenuti alla presentazione. Tra questi lo scrittore
Andrea Camilleri e il poeta Elio Pecora, curatore, quest'ultimo, del laboratorio di poesia attivo presso il liceo.
Non nuova a questo tipo di esperienza, la professoressa Panichi
aveva in precedenza coordinato un progetto didattico interdisciplinare,
sempre rivolto ai giovani, dal titolo "Laboratorio di scrittura creativa:
poesia per il dialogo tra le culture".
Ricordiamo che la manifestazione Michelina Panichi, insegnante di
italiano e latino presso il liceo classico Terenzio Mamiani di Roma, nel
2006 ha vinto il 1° premio letterario internazionale U.N.L.A.U.C.S.A.sezione poesia - con il volume L'angolo delle Muse (ed. L'Oleandro
Arga), nel 2007 è risultata vincitrice del "Certamen di poesia latina"
indetto dall'Accademia Nazionale di Poesia e, nel 2008, ha presentato
alla Fiera del libro italiano a Parigi presso il complesso Blanc Manteau
la sua ultima pubblicazione, Coscienza del tempo.
a sostegno di quei furbastri, ma sicuramente con un intento benevolo, quasi
indulgente, finalizzata a far capire a chi di dovere che, forse, era meglio soprassedere alla multa, visto e considerato che, tutto sommato, i furbetti incriminati,
erano comunque in possesso del titolo di viaggio.
Devo confessare che è dispiaciuto non poco al sottoscritto dover assistere
ad una scena così pietosa? Non trovo neppure le parole per esprimere tutto il
mio disappunto per l'intrusione inopportuna quanto ingiusta di chi, invece, proprio in virtù del colore dei capelli, forse sarebbe dovuto intervenire con ben altri
intendimenti, per rimarcare, invece, il comportamento dei furbastri ed approvare quello dei controllori.
Cari lettori, educare oggi è tanto difficile, che perfino un illustre Vescovo ha
scritto, di recente, un libro dal titolo provocatorio: "Educare si deve, ma si
può?", alludendo, forse, con tale titolo, per l'appunto, a tutta una serie di lacci
e lacciuoli, che come, nel caso sopra descritto, non farebbero altro che impedire, o quanto meno ostacolare o ritardare un'opera di buona educazione, dovesse trattarsi anche di una multa.
Tutti sanno, anche i giovani sopra menzionati, che una volta acquistato il
biglietto, saliti sull'autobus, il titolo in questione deve essere obliterato. E allora
perchè non farlo? Evidentemente perchè si è in malafede, perchè si vuole
risparmiare sugli acquisti di ulteriori biglietti, alla faccia di chi invece osserva le
regole, vale a dire la maggioranza dei viaggiatori, giovani o meno giovani che
siano. E non si tiri in ballo, per carità di Dio la solita sbadataggine o dimenticanza! I doveri non si dimenticano o se accade lo si fa proprio rischio e pericolo.
Anche quello di una multa.
Allora cari furbetti la prossima volta, obliterate il vostro
Eviterete così delle pessime figure e avrete compiuto, invece, un
di buona educazione e di civiltà. E soprattutto, fate a meno di
certe sirene, che nonostante i capelli canuti, dimostrano di avere
il cervello che dicono di avere. In pratica, zero tituli.
biglietto!
bel gesto
ascoltare
appena...
G. B.
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LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011
La nuova
vita, arricchita dalla grazia, è il dono più grande
riceviamo da Dio Padre - Figlio - Spirito
Santo
Campane a festa... Ormai è grande
che
Che gioia!
È il battesimo
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di
Martina
Petrose/li, sor-
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Tripudio di cuori, nella notte di
Resurrezione,
il piccolo
Alessio
Bronzetti ha ricevuto il Santo
Battesimo,
circondato
dai
nonni
Giovanna e Stefano, Angelo e Antonella,
gli zii Francesco e Andrea, ed una cerchia di bisnonni, Angelo e Anna, Antonio
e Zena, Erasmo, tutti vicini ai genitori
Paolo e Debora, felici di poter contare
sulla protezione divina nel crescerlo e
guidarlo bene.
Partecipando alla felicità e dolcezza
di quel momento, preghiamo affinchè il
ricordo di questo puro e lieto giorno
possa essere la guida della vita del piccolo Alessio.
Nozze
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Il 29 maggio ha compiuto un anno Caterina
dal giorno del suo battesimo, mentre è
nata il 20 dicembre 2009, da Emanuele e da
Monia Ovidi.
In braccio al sacerdote, guarda estasiata sua
madre, sicura d'essere protetta, perchè è l'unica
vera ricchezza per papà e mamma.
Auguroni!
Cianchi,
d'argento
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Sono gli sposi Gianfranco Lucchi e Antonella Salvatori, che festeggiano
le nozze d'argento, 12 aprile 1986. Hanno voluto ricordarle nella chiesa di S.
Pietro - Benedettine - sabato 16 aprile, perchè la sposa è la brava cuoca, ormai
da tempo, del monastero. Testimoni i due figli: Michela e Alessandro, insieme
a diversi parenti ed amici. Presenti naturalmente anche i genitori degli sposi:
Paolino e Pierina, Vittorio e Anna. Una bella cerimonia, che è servita per rafforzare il loro amore, la loro serietà di vita, benedetta da Dio, tanto da essere di
esempio a tante altre coppie di sposi, in una società che si dice cristiana, ma che
non sopporta più quelle che sono le caratteristiche d'un matrimonio civile e cristiano (concordatario) fonte di vera e grande gioia.
retta
dalla
mamma
Maria
Adele Notazio e
dal papà Marco,
mentre il padrino
e la madrina,
Andrea
e
Federica, guardano estasiati.
A fianco c'è
Martina,
ormai
cristiana e decisa
ad affrontare la
vita, circondata
dall'affetto di tutti
i suoi cari.
Il 25 marzo mio nonno
Filiè Antonio ha festeggiato 86 anni. Accudito
amorevolmente
dalla
moglie Cecilia e dai suoi
figli Fausto e Sandro, le
nuore Carla e Laura e le
adorate nipoti Giulia e
Ambra che con la loro allegria allietano le sue giornate, non dimentichiamo
però il fratello Giuseppe.
8 6 CANDELINE!
Un uomo che ha sempre lavorato e affrontato la
vita con grinta.
Grazie di tutto e tanti
auguri dalla tua famiglia
per tante altre candeline.
Nonno ti voglio tanto bene.
La nipote Giulia
È un grande
beato!
Auguroni, cari sposi e avanti si vada nel nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo.
PER COMODITÀ' DEI LETTORI DE "LA VOCE
Potete versare:
- sul c.c. n° 1853/76 presso la Banca Cattolica
- sul c.c. n° 10/61268 presso la Cassa di Risparmio di
Montefiascone
o inviare tramite conto corrente postale n. 12158010 intestato
Parrocchia S. Margherita - 01027 Montefiascone
o consegnare ad Angelo Menghini presso il negozio in Via S.
Lucia Filippini preoccupandovi di mettere il vostro nome per
essere inseriti nella rubrica "La Voce è grata ai suoi".
Fra Bartolomeo Coladonato, che vive a Perugia, insieme al nostro caro concittadino Fr. Callisto Liberti ha la gioia di stringere la mano e baciarla al nuovo
beato Papa Giovanni Paolo II.