"Impariamo a pregare alla scuola di Gesù"
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"Impariamo a pregare alla scuola di Gesù"
Anno XXVII (XLIII) • N°6 - G I U G N O 2011 • Via S. Lucia Filippini n° 25 • Tel. 0 7 6 1 . 8 2 6 0 5 0 - Montefiascone (VI) • "Poste Italiane SpA • Sped. in A.P. • Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 2 4 / 1 2 / 2 0 0 3 - DCB Centro Viterbo" «La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 0 1 0 2 7 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 0 7 6 1 . 8 2 6 0 5 0 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 2 7 2 del 4-12-1982 Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. • Via Paternocchio, 35 - Montefiascone • Tel. e Fax: 0761.826297 • e-mail: [email protected] Nuova serie di catechesi da parte del Papa "Impariamo a alla scuola di Benedetto XVI pregare Gesù" Cari fratelli e sorelle, quest'oggi vorrei iniziare una nuova serie di catechesi. Dopo le catechesi sui Padri della Chiesa, sui grandi teologi del Medioevo, sulle grandi donne, vorrei adesso scegliere un tema che sta molto a cuore a tutti noi: è il tema della preghiera, in modo specifico di quella cristiana, la preghiera, cioè, che ci ha insegnato Gesù e che continua ad insegnarci la Chiesa. È in Gesù, infatti, che l'uomo diventa capace di accostarsi a Dio con la profondità e l'intimità del rapporto di paternità e di figliolanza. Insieme ai primi discepoli, con umile confidenza ci rivolgiamo allora al Maestro e Gli chiediamo: "Signore, insegnaci a pregare" (Le 11,1). Nelle prossime catechesi, accostando la Sacra Scrittura, la grande tradizione dei Padri della Chiesa, dei maestri di spiritualità, della liturgia, vogliamo imparare a vivere ancora più intensamente il nostro rapporto con il Signore, quasi una "Scuola della preghiera". Sappiamo bene, infatti, che la preghiera non va data per scontata: occorre imparare a pregare, quasi acquisendo sempre di nuovo quest'arte, anche coloro che sono molto avanzati nella vita spirituale sentono sempre il bisogno di mettersi alla scuola di Gesù per apprendere a pregare con autenticità. Riceviamo la prima lezione dal Signore attravarso il Suo esempio. I Vangeli ci descrivono Gesù in dialogo intimo e costante con il Padre: è una comunione profonda di colui che è venuto nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre che lo ha inviato per la salvezza dell'uomo. In questa prima catechesi, come introduzione, vorrei proporre alcuni esempi di preghiera presenti nelle antiche culture, per rilevare come, praticamente sempre e dappertutto si siano rivolti a Dio. Comincio con l'antico Egitto, come esempio. Qui un uomo cieco, chiedendo alla divinità di restituirgli la vista, attesta qualcosa di universalmente umano, qual è la pura e semplice preghiera di domanda da parte di chi si trova nella sofferenza, quest'uomo prega: "Il mio cuore desidera vederti... Tu che mi hai fatto vedere le tenebre, crea la luce per me. Che io ti veda! China su di me il tuo volto diletto" (A. Barucq - F. Daumas, Hymnes et prières de l'Egypte ancienne - Paris 1980, trad. it in Preghiere dell'umanità, Brescia 1993, p. 30). Che io ti veda; qui sta il nucleo della preghiera! Presso le religioni della Mesopotamia dominava un senso di colpa arcano, e paralizzante, non privo, però, della speranza di riscatto e liberazione da parte di Dio. Possiamo così apprezzare questa supplica da parte di un credente di quegli antichi culti, che suona così: "O Dio che sei indulgente anche nella colpa più grave, assolvi il mio peccato... Guarda, Signore, al tuo servo spossato, e soffia la tua brezza su di lui: senza indugio perdonagli. Allevia la tua punizione severa. Sciolto dai legami, fa'che io torni a respirare; spezza la mia catena, scioglimi dai lacci" (M. - J. Seux, Hymnes et prières aux Dieux de Babylone et d'Assyrie, Paris 1976, trad. it. in Preghiere dell'umanità, op. cit. p. 37). Sono espressioni che dimostrano come l'uomo, nella sua ricerca di Dio, ne abbia intuito, sia pur confusamente, da una parte la sua colpa, dall'altra aspetti di misericordia e di bontà divina. All'interno della religione pagana dell'antica Grecia si assiste a un'evoluzione molto significativa: le preghiere, pur continuando a invocare l'aiuto divino per ottenere il favore celeste in tutte le circostanze della vita quotidiana e per conseguire dei benefici materiali, si orientano progressivamente verso le richieste più disinteressate, che, consentono all'uomo credente di approfondire il suo rapporto con Dio e di diventare migliore. Per esempio, il grande filosofo Platone riporta una preghiera del suo maestro, Socrate, ritenuto giustamente uno dei fondatori del pensiero occidentale. Così pregava Socrate: "Fate che io sia bello di dentro. Che io ritenga ricco chi è sapiente e che di denaro ne possegga solo quanto ne può prendere e portare il saggio. Non chiedo di più" (Opere I. Fedro 279c., trad. it. P. Pucci, Bari 1966). Vorrebbe essere soprattutto bello di dentro e sapiente, e non ricco di denaro. In quegli eccelsi capolavori della letteratura di tutti i tempi che sono le tragedie greche, ancor oggi, dopo venticinque secoli, lette, meditate e rappresentate, sono contenute delle preghiere che esprimono il desiderio di conoscere Dio e di adorare la sua maestà. Una di queste recita così: Sostegno della terra, che sopra la terra hai sede, chiunque tu sia, difficile a intendersi, Zeus, sia tu legge di natura o di pensiero dei mortali, a te mi rivolgo: giacché tu, procedendo per vie silenziose, guidi le vicende umane secondo giustizia" (Euripide, Troiane, 884 - 886, trad. it. G. Mancini, in Preghiere dell'umanità, op. cit., p. 54). Dio rimane un po' nebuloso e tuttavia l'uomo conosce questo Dio sconosciuto e prega colui che guida le vie della terra. Anche presso i Romani, che costituirono quel grande impero in cui nacque e si diffuse in gran parte il cristianesimo delle origini, la preghiera, anche se associata a una concontinua a pag. 2 Montefiascone il suo nuovo ha scelto Sindaco LUCIANO CIMARELLO a consacrare la vittoria della lista civica che ha un nome emblematico "La Città Nuova", ben 3559 voti contro i 2827 della coalizione guidata da Anna Rita Foscarini e i 2399 del gruppo Pdl di Luca Bellacanzone. "Sarò il sindaco di tutti ha dichiarato entusiasta del risultato il primo cittadino - e mi impegnerò con i nuovi amministratori per realizzare il prima possibile ogni punto di programma presentato durante la campagna elettorale. Non abbiamo infatti stilato per gli elettori solo un elenco di buoni propositi ma abbiamo pensato a progetti seri ed attuabili nel breve e lungo termine per rilanciare il nostro paese ed avviare il miglioramento economico e socioculturale che merita". "Per far questo - annuncia - avremo bisogno di tutti, anche delle forze di opposizione con le quali abbiamo intenzione di aprire una nuova stagione fatta di confronto e collaborazione con l'unico obiettivo comune di pensare al bene di Montefiascone". "È necessario - ha continuato Cimarello - recuperare il tempo perduto in questi ultimi mesi con il commissariamento del Comune e dare nuovo vigore all'attività amministrativa programmando tutti gli interventi che da troppo tempo i cittadini aspettano di veder realizzati e che non sono più rimandabili". "Punti fondanti del nostro operato - prosegue - saranno la trasparenza amministrativa, la legalità ed il massimo coinvolgimento nella gestione della cosa pubblica dell'intera cittadinanza, che sarà chiamata a partecipare alla gestione del Comune e a giudicare l'operato anche di chi lo amministra. Particolare attenzione sarà rivolta alle fasce più deboli, agli anziani, ai bambini, ai giovani. Abbiamo intenzione ad esempio di istituire il consiglio comunale dei giovani, un organismo importante per dare voce alle nuove generazioni e portare all'interno del comune le loro istanze". Intanto sono avvenuti anche due significativi incontri con gli anziani: il primo giorno di lavoro della nuova amministrazione, il neo sindaco e tutti i consiglieri della maggioranza si sono recati a Villa Serena per salutare gli ospiti e domenica 22 maggio Cimarello ha visitato il centro anziani di via Bandita e incontrato tutti gli iscritti. "La più grande soddisfazione durante la campagna elettorale e in questi primi giorni di amministrazione - ammette poi è aver avuto accanto tanti giovani, aver sentito il loro sostegno e il loro entusiasmo. Credo fermamente che siano stati e siano il punto di forza della nostra coalizione e prometto che ci impegneremo per renderli partecipi e protagonisti delle scelte amministrative". "Attraverso La Voce - conclude - che raggiunge tutte le case e le famiglie di Montefiascone voglio ringraziare, insieme a tutti i candidati de "La Città Nuova" quanti hanno dato fiducia alla nostra lista e al nostro programma. Ci impegneremo per raggiungere gli obiettivi prefissati e per dare le risposte che tutti I montefiasconesi attendono. Grazie!". LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 2 segue da pag. 1 Il Vescovo Lino si congratula c o n Sr. A n n a Stefanoni, che è cezione utilitaristica e fondamentalmente legata alla richiesta della protezione divina sulla vita della comunità civile, si apre talvolta a invocazioni ammirevoli per il fervore della pietà personale, che si trasforma in lode e ringraziamento. Ne è testimone un autore dell'Africa romana del II secolo dopo Cristo, Apuleio. Nei suoi scritti egli manifesta l'insoddisfazione dei contemporanei nei confronti della religione tradizionale e il desiderio di un rapporto più autentico con Dio. Nel suo capolavoro, intitolato Le metamorfosi, un credente si rivolge a una divinità femminile con queste parole: "Tu si sei santa, tu sei in ogni tempo salvatrice dell'umana specie, tu, nella tua generosità, porgi sempre aiuto ai mortali, tu offri ai miseri in travaglio il dolce affetto che può avere una madre. Né giorno né notte né attimo alcuno, per breve che sia, passa senza che tu lo colmi dei tuoi benefici" (Apuleio di Madaura, Metamorfosi IX, 25, trad. it. C. Annaratone, in Preghiere dell'umanità, op. cit. p. 79). e n t r a t a negli a n n i 97 e desidera arrivare a l m e n o a 100! do Vive ricordansempre il Vescovo Luigi B o c c a d o r o di cui è s t a t a al servizio per tanti a n n i e s o p r a t t u t t o il s u o fratello D. Domenico, l'an- gelo, c h e i n s i e m e ai suoi genitori, la protegge dal cielo! Nello stesso periodo l'imperatore Marco Aurelio - che era pure filosofo pensoso della condizione umana - afferma la necessità di pregare per stabilire una cooperazione fruttuosa tra azione divina e azione umana. Scrive nei suoi Ricordi: "Chi ti ha detto che gli dèi non ci aiutino anche in ciò che che dipende da noi? Comincia dunque a pregarli, e vedrai" (Dictionnaire de Spiritualità XII, col. 2213). Auguroni, Sr. A n n a ! CALENDARIO PARROCCHIALE le altre Associazioni cittadine che non stiamo a nominare. È l'omaggio che vogliamo e dobbiamo dare a Cristo Gesù presente nell'ostia santa. Sabato 11 giugno: S. Barnaba, Apostolo - Il nome significa "figlio di consolazione". Fu amico e compagno di Paolo di Tarso. Poi si divisero e Barnaba prese come compagno San Marco. Nato a Cipro, vi morì martire. Domenica 12 giugno: PENTECOSTE Alle ore 10,30 in S. Margherita il Vescovo Lino conferirà la cresima a 21 giovani, alcuni dei quali sono prossimi ad involarsi a nozze. Con questa festa termina il tempo di Pasqua. Cari amici, in questi esempi di preghiere delle diverse epoche e civiltà emerge la consapevolezza che l'essere umano ha della sua condizione di creatura e della sua dipendenza da un Altro a luì superiore e fonte di ogni bene. L'uomo di tutti i tempi prega perchè non può fare a meno di chiedersi quale sia il senso della sua esistenza, che rimane oscuro e sconfortante, se non viene messo in rapporto con il mistero di Dio e del suo disegno sul mondo. La vita umana è un intreccio di bene e male, di sofferenza immeritata e di gioia e bellezza, che spontaneamente e irresistibilmente ci spinge a chiedere a Dio quella luce e quella forza interiore che ci soccorrano sulla terra e dischiudano una speranza che vada oltre i confini della morte. Le religioni pagane rimangono un'invocazione che dalla terra attende una parola dal Cielo. Uno degli ultimi grandi filosofi pagani, vissuto già in piena epoca cristiana, Proclo di Costantinopoli, dà voce a questa attesa, dicendo: "Inconoscibile, nessuno ti contiene. Tutto ciò che pensiamo ti appartiene. Sono da te i nostri mali e i nostri beni, da te ogni nostro anelito dipende, o Ineffabile, che le nostre anime sentono presente, a te elevando un inno di silenzio" (Hymni, ed. E. Vogt, Wiesbaden 1957, in Preghiere dell'umanità, op. cit., p. 61). Lunedì 13 giugno: S. Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa. Nel 1926 veniva beatificata S. Lucia Filippini, mentre il 22 giugno 1930 veniva proclamata Santa. Domenica 19 giugno: Santissima Trinità Domenica 26 giugno: Corpus Domini ore 10,30: Celebrazione della S. Messa in S. Margherita. ore 11,15: Processione eucaristica, per le vie: S. Lucia, Piazza, Via Nazionale, Via O. Borghesi, Via della Croce, Cavour, Piazza, Indipendenza, Car. Barbarigo, Cripta S. Lucia. Benedizione eucaristica. Segue la celebrazione della S. Messa delle ore 12,00. Invitati in particolare i ragazzi di tutte le parrocchie che hanno celebrato la confessione, la Prima Comunione e i giovani della Cresima, con i loro genitori e parenti. Saranno presenti naturalmente le autorità Religiose: i parroci, i religiosi e le religiose, tutti gli iscritti all'A.C. ed altre associazioni: P. Pio, ecc. e Civili: la nuova giunta cittadina, i rappresentanti dei carabinieri, possibilimente due in alta uniforme, l'Associazione Carabinieri e tutte 7,30 Questo consiglio dell'imperatore filosofo è stato effettivamente messo in pratica da innumerevoli generazioni di uomini prima di Cristo, dimostrando così che la vita umana senza la preghiera, che apre la nostra esistenza al mistero di Dio, diventa priva di senso e di riferimento. In ogni preghiera, infatti, si esprime sempre la verità della creatura umana, che da una parte sperimenta debolezza e indigenza, e perciò chiede aiuto al Cielo, e dall'altra è dotata di una straordinaria dignità, perchè, preparandosi ad accogliere la Rivelazione divina, si scopre capace di entrare in comunione con Dio. Il mese di Giugno è dedicato da tanti anni alla conoscenza - amore del Sacro Cuore. La funzione giornaliera si svolgerà, nella chiesa di S. Francesco: - ore 17,30: Coroncina; - ore 18,00: S. Messa. La Vergine Maria ci assista e ci incoraggi. Nel mese di Luglio la Messa vespertina sarà celebrata nella basilica di S. Margherita, ore 18,00, anche per prepararci alla festa della Santa Patrona, che quest'anno sarà mercoledì 20 luglio. Divino Amore S. Maria delle Grazie Corpus Domini (Le Coste) S. Pietro - Benedettine Villa S. Margherita Negli esempi di preghiera delle varie culture, che abbiamo considerato, possiamo vedere una testimonianza della dimensione religiosa e del desiderio di Dio iscritto nel cuore di ogni uomo, che ricevono compimento e piena espressione nell'Antico e nel Nuovo Testamento. La Rivelazione, infatti, purifica e porta alla sua pienezza l'anelito originario dell'uomo a Dio, offrendogli, nella preghiera, la possibilità di un rapporto più profondo con il Padre celeste. All'inizio di questo nostro cammino nella "Scuola della preghiera" vogliamo allora chiedere al Signore che illumini la nostra mente e il nostro cuore perchè il rapporto con Lui nella preghiera sia sempre più intenso, affettuoso e costante. Ancora una volta diciamoGli: "Signore, insegnaci a pregare" (Le 11,1). S. MARGHERITA MONTEFIASCONE S. Flaviano Corpus Domini (Le Coste) S. Giuseppe - Le Mosse S. Maria del Giglio (Zepponami) 8,15 S. Maria del Riposo (Fiordini) Santuario S. Lucia Filippini 9 S. Francesco Villa S. Margherita S. Flaviano 9,30 Corpus Domini (Le Coste) S. Maria del Giglio (Zepponami) 10 S. Flaviano S. Giuseppe - Le Mosse S. Maria della Vittoria (Cappuccini) Villa S. Margherita S. Francesco S. MESSA VESPERTINA FESTIVA del sabato "I 6 , 3 0 S. Maria del Giglio - Zepponami 19,00 S- M a r g h e r i t a LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 13 VECCHIE FOTO FESTA DEGLI ALBERI 21 novembre 1951 Nella foto si riconoscono tra gli altri (da sinistra) il direttore didattico Ranucci, il maestro Geremia Tarantello, il decano Latino Salotti, il maestro Vittorio Giusti e Attilio Bizzarri. N O M I , COGNOMI E SOPRANNOMI NELLA M O N T E F I A S C O N E DEL TARDO MEDIOEVO di GIANCARLO ° MALATESTA Nella sua storia di Montefiascone, Luigi Pieri Buti afferma come, nel 1383, un certo Galeotto Novello Malatesta nascesse a Montefiascone. 1 L'indicazione è ripresa da un testo di Francesco Sansovino, Della origine, et de'fatti delle famiglie illustri d'Italia, stampato a Venezia nel 1582 e nel 1609, che così la formula, Galeotto Novello chiamato, anco Belfiore, il quale nato a Montefiascone to al battesimo dal Cardinal di Mongioia. fu tenu- La notizia è scarsamente verosimile e la sua infondatezza trova conferma in una cronaca dell'epoca che specifica come nell'anno 1375, una domenica a dì 5 de luglio nacque un altro figliolo maschio al sopraddetto nostro signore [Galeotto I] e nacque in lo castello di Montefiore, el qua! ebbe nome Galaotto Novello; e mandolio a battizzare uno cardinale di Mongioia.2 E sempre il Pieri Buti, facendo riferimento ad un breve pontificio di Leone X datato 30 agosto 1515, scrive che un altro Malatesta - stavolta si tratta però di un nome e non di un cognome - figlio di Gian Paolo Baglioni celebre tiranno di Perugia [era] domiciliato in Montefiascone.3 Certamente Malatesta Baglioni aveva sposato Monaldesca Monaldeschi di Orvieto, e pertanto frequentava le terre del Patrimonio, 4 ma il documento citato non conferma un suo domicilio a Montefiascone in quanto il testo in questione semplicemente dice quam in primum domu redeas, senza specificare quale fosse la residenza alla quale Malatesta Baglioni sarebbe dovuto ritornare. Aurelio di Ser Luciano Malatesta, che compare nell'astiludio del 1538, è invece con certezza figlio del notaio Lucianus quondam Malatesta de Monteflaschone, notaio in Montefiascone nei primi decenni del XVI secolo. 5 Un suo fratello, Delio, notaio a Viterbo, si sposò in quella città nel 1553 con Camilla Alessandri. 6 Successivamente, nella visita pastorale del 1583, si annota come la cappella sotto l'invocazione di Maria Maddalena, nella chiesa di San Francesco, fosse stata eretta dagli antenati del signor Malatesta de Malatesti. 7 Lo stesso Malatesta a cui, il 14 luglio 1585, la comunità chiede di anticipare i soldi per realizzare gli stemmi di Sisto V e del cardinale Farnese, nonché la sfera dell'orologio; 8 che, nel 1599, con nomina di Clemente Vili, ricopre l'incarico di commissario del Comune; 9 e che, nel 1603, si aggiudica la tenuta della Guardata per quattro anni impegnandosi a pagare 1.000 BRECCOLA si elementi di quelle famiglie scomparse nelle quali ci siamo già imbattuti come i Pinieri, i Pennoni, i Petrucci, i Falisci e i Bisenzi; ed altre ancora presenti a Montefiascone come i Giusti, i Renzi, i Teodori, i Cherubini e i Martini. Ci sono poi dei soprannomi, alcuni dei quali, probabilmente, con funzione di cognome: Trabussa, Battaglino, Zuccarino, Scianetti, Menchiarello, Malagrascia, Tinozo e Fanfaloni. 7. Fonti non scritte Oltre alle archivistiche è opportuno considerare anche quelle fonti che potremmo definire alternative - quali l'epigrafia, l'araldica e la pittura - comunque in grado di trasmetterci informazioni d'altro genere. 0 ALIOTTI In una stanza del palazzo Pennoni, sopra considerato, esiste un camino con architrave decorato da due putti reggistemma, di stile 'quattrocentesco, e dal relativo blasone Putti reggistemma con stemmo della famiglia ALIOTTI ¡probabile) che, oltre alla figura araldica, mostra le iniziali G.A. La decorazione, in quanto di epoca antecedente la costruzione del palazzo in cui è collocata, potrebbe provenire dal vecchio edificio che esisteva nell'area in cui sorse, verso la metà del 'cinquecento, il palazzo Pennoni. Lo stemma sembra riferirsi ad una casata Aliotti probabilmente originaria del luogo. L'attribuzione trova conferma, oltre che dalla figura araldica sostanzialmente costituita da un'ala armata di artiglio, dalla "A" presente, riferibile al cognome, e dal fatto che il cognome Aliotti era presente nel territorio. Troviamo infatti uno Scambio Aliotti, vescovo di Viterbo dal 1245 al 1253, che forse non è riferibile a Montefiascone, ma pochi scudi annui.' 0 anni dopo, il 29 giugno 1279, un Ranieri d'Aliotto da Montefiascone, Giudice* L'indicazione è importante perchè ci conferma la derivazione patronimica del cognome e il suo carattere poligenetico. Si ritrova menzione dello stesso perso- Ritroviamo Malatesta Malatesti nel dicembre 1606, quando ottiene la licenza per naggio in un documento del 23 luglio 1282, dove Raniero Aliotti di prendere a censo da Galeotto Baglione 2.000 scudi per completare l'approvvigionamento frumentario;" e poi, il 14 giugno 1607, come depositano in carica della caneva" nel suo ruolo di giudice generale, è incaricato dal rettore della Marca di istituire un processo contro alcuni abitanti di Camerino. 16 Montefiascone, (9-segue) Nel 1633 muore Evangelista Lisi, aromatario di Montefiascone, e gli subentra il viterbese Girolamo Sterparelli che, già accasato a Montefiascone, sposa in seconde nozze con la montefiasconese Luisa Malatesta.' 3 Ed infine, negli anni 1649 e 1650, troviamo il montefiasconese frate Giovan Battista Malatesta regi4 strato come residente nel locale convento di Sant'Agostino.' La residenza della che dal Corso conduce a Ringrazio Claudio Mancini per l'indicazione. ASV, Notarile Montefiascone 87,1505 - 1520,1524 - 1528. 6 ANGELI 2003, p. 25. 7 ACVM, Visite pastorali, II, v. 6,1583. 8 ASCM, Riformarne, 1585 - 1587, f. 32v; "E per fare l'arme e la spesa come nella proposta, la Città preghi M. Malatesta vogli imprestarsi quanto per talconto sarà bisogno, e che tutto poi se li faccia bono nel rendere li suoi conti". 3 ASCM, Riformarne, 1596 -1600, f. 116; Lettera di Mons. Tiberio Cerosi in data di Roma 17 aprile 1599, diretta al Malatesta. "> ASCM, Riformarne 1600 - 1609, f. 65v. " ASCM, Riformarne 1600 - 1609, f. 156r. 12 Cantina. via ° SBARDELLA Nell'astiludio del 1534 compare anche un certo Baldassarre Sbardella che potrebbe avere qualche riferimento con uno stemma posto sulla chiave d'arco di un portale in via Trento. Nello stemma in questione, oltre alla figura araldica, è infatti presente la scritta "1579 GASP SBAFT. 13 ANGELI 2 0 0 3 , p p . 5 1 1 - 5 1 2 . CORDOVANI, RINALDO, Affreschi quattrocenteschi in una Chiesa adibita a magazzino, in "Biblioteca e Società", Vili, n. 1 gennaio 1981, p. 13. 15 Muzzi, SALVATORE, Annali della città di Bologna, Bologna 1840, p. 129. ' 6 MAZZATINTI, GIUSEPPE, Gli archivi della storia d'Italia, v.l, Rocca San Casciano 1 8 9 7 - 1 8 9 8 , pp. 14 ^ Stemma di Gaspare Compaiono, tra i partecipanti alle giostre, diver- PIERI BUTI 1 8 7 0 , p . 2 0 3 . 5 Nazionale. ° ALTRE FAMIGLIE E SOPRANNOMI Cronichetta dei Malatesti scritta nel sec. XIV, Faenza 1846, pp. 62 - 63. ANONIMO RIMINESE, 3 4 famiglia, volendo dar fede alla toponomastica del paese, doveva essere ubicata lungo quella piccola strada, da sempre nota come via Malatesta, ' PIERI BUTI 1 8 7 0 , p . 5 1 . 2 Iprobabile) Sbardella | 167- 168. LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 10 FRANCESCO PICCIONE, merita d'essere ricordato, perchè quando è libero dai suoi impegni è un nostro concittadino D e v o q u e s t o libro ai miei maestri, ai poeti idoli FRANCESCO PICCIONE di cui m i nutro. L a s c i o al lettore l ' a p p r e z z a m e n t o di quanto ho imparato d a Sotto Mentite Spoglie Elegie del Tempo Lontano Con introduzione e postfazione dell'Autore s i o n e italiana, h a t e n u t o lezioni in v a r i e U n i v e r s i t à e s t e r e ( K i n s h a s a , 1 9 8 2 ; Il Cairo, 1 9 8 9 ; Dakar, 1 9 9 8 ; Bastia, 2 0 0 6 ) e Italiane ( B o c c o n i , Milano, q u e s t o , l'umile l a v o r o di un artigiano che, attraver- Edizione del Consolato d'Italia - Recife so la m e m o r i a , in Elegie d e l T e m p o L o n t a n o , si v e s t e dei G r a n d i . Q u a l i ? Posso ancora avvenire, diradato negli anni obliqui, Posso ancora salpare, vago, Per ombre colorate del mondo, insicuro. Blake a Pound, da Pasolini a Luzi, d a Eliot a Stevens, da Montale a Fortini, d a Villon a Chair, d a K a v a f i s a Seferis. Poeta, scrittore e d editore, h a p u b b l i c a t o o p e r e di narrativa, s a g g i s t i c a , t e a t r o e p o e s i a . S p e c i a l i s t a di letteratura i n t e r e t n i c a di e s p r e s - essi, dalle a s s i d u e letture delle loro p o e s i e . Ecco, Sotto M e n t i t e S p o g l i e è Nessuno e tutti: da Rimbaud a Bonnefoy, da Francesco Piccione (Mogadiscio, Somalia, 1952), dirigente del M i n i s t e r o Affari Esteri, dal 2 0 0 9 è C o n s o l e d'Italia in R e c i t e (Brasile). Non temo il passo profondo, i consumati rancori, Se di rado, dai boschi di querce e di acque, Un vento convince che irrequietezza si appaga. 2 0 0 2 ; Statale, S i e n a , 2 0 0 5 ) . L a s u a u l t i m a o p e r a p o e t i c a è in c o r s o di p u b b l i c a z i o n e c o n t e s t o a f r o n t e in brasiliano. È dal 2 0 0 9 , C o n s o l e d'Italia in Recife, a c a p o della c i r c o s c r i z i o n e c o n s o l a r e d e l N o r d e N o r d Est del Brasile. È stato in p r e c e d e n z a C o n s o l e d'Italia a Bastia, in C o r s i c a e nella s u a c a r r i e r a ministeriale h a ricoperto vari incarichi dirigenziali, s o p r a t t u t t o c o n s o l a r i e culturali all'estero e in Italia, per c o n t o del M i n i s t e r o Affari Esteri di R o m a . Anni scomparsi ci attendono, ritrovati giorni di luce, Nelle sere di sempre, nell'eco che torna, Dalie vie di fuga un giorno guariti. È l'artigianale o m a g gio che, sotto m i a intera responsabilità, il MOMENTO ITALIA BF ASILI 2011 -3012 Anno dell'Italia in Brasile C o n s o l a t o di R e c i t e d e d i c a a l l ' A n n o dell'Italia in B r a s i l e , al M I B 2 0 1 1 2 0 1 2 c h e c e l e b r a l'italia- H a p u b b l i c a t o o p e r e di narrativa, saggistica, p o e s i a e teatro. H a c u r a t o l'edizione di v a r i e o p e r e e d a ultimo è a p p a r s a l'antologia c o m p l e t a 1 9 8 0 - 2010. Postfazione modesta ìntima di importanza da "Sotto Mentite Spoglie" pag. nità in/del Brasile, in coinc i d e n z a c o n il 150° A n n i v e r s a r i o d e l l ' U n i t à d'Italia. S o n o g r a t o all'ami- 46/47 c o scrittore R o b e r t o R a v e r a C h i o n c h e h a p o e t i c a m e n t e f o t o g r a f a t o i p a e s a g g i e le a t m o s f e r e n o r d e s t i n e . A l l a Collettività Italiana e d alla C o m u n i t à Italo B r a s i l i a n a del N o r d e N o r d Est, c h e v i v e e d o p e r a nella Che senso può avere il "far poesia" per un dirigente pubblico, per un console? Nessuno, mi verrebbe da dire, se non sapessi quanto conta per me il "quadro poetico" delle cose e degli eventi, la metafora poetica della vita che è c i r c o s c r i z i o n e del C o n s o l a t o , v a l'affettuoso p e n s i e r o dei miei c o l l a b o - per me comprensione ratori e m i o p e r s o n a l e . ricerca ossessiva dell'equilibrio poetico e della bellezza di una frase che imiti la purezza di un cielo, la prima stella della sera - come lanterna tremolante alla ricerca delle cose perdute - le forme cangianti delle nuvole in corsa, il disegno delle foglie e la calma improvvisa del vento... tutto è in me motore che smuo- Francesco Piccione - Console d'Italia in Recite - marzo Che fatica amare 2011 Bastia! C h e fatica a m a r e Bastia, lo c h e ho l'Africa, R o m a e Parigi fin d e n t r o al midollo, 10 c h e n o n ho isola s e n o n nella m e m o r i a del p a d r e ! Sotto u n cielo d ' i m m e n s o a c q u a r e l l o c h e Si s t e n d e dietro i c a m p a n i l i di S. G i o v a n n i , 11 v e c c h i o porto a c c o g l i e a n c o r a i miei passi, Fra ciechi palazzi levigati di sole. O gioie d o m e s t i c h e , o c o n f u s e solitudini: già s a l e Dalle valli del c u o r e alle c i m e della m e n t e L ' a r g e n t a t a f o s c h i a dei rimpianti, dei d i s t a c c h i Dalla c o m p l i c i t à di o g n i g i o r n o di attesa. L à è la vita, lieve; là s o n o le c h i e s e , d a P i e t r a b u g n o al m a r e ; E le finestre gialle e rosa a s p e c c h i a r s i s u l l ' a c q u a . Le b a r c h e , il m a r i n a i o c u r v o al lavoro; La lastra s c u r a e l u c e n t e del m a r e , le t e n d e scarlatte. C h e f a t i c a a m a r e Bastia, Q u a n d o v i e n e m e n o il t e m p o della felicità, Q u a n d o s c o l o r a n o i s o g n i e i d e s i d e r i n o n h a n n o futuro! Piccala strada del centro V i c o l o s p o s s a t o , p i c c o l a s t r a d a del c e n t r o C h e u n p a s s o a z z u r r o u s u r a nel t e m p o . S c a l e s e n z a ringhiera, porte s b a r r a t e Nascondono stanchezza e voci rapprese. La luce o c r a dei m u r i si s t e n d e F r e d d a nella m e m o r i a di chi è a s s o p i t o . P r o c e d e solitario il v i a n d a n t e , S i c u r o c h e volto al cielo c o n t i n u e r a n n o a g u a r d a r s i . di fatti e persone. Lo spazio della creazione poetica, la ve le forze assopite, un sentimento che sfugge al dire, difficile a definire, quasi fosse anteriore alle parole ed alla comprensione. Non è solo amore per la scrittura, bisogna volere ciò che si ama, volerlo di una volontà profonda, senza tracce d'impazienza, quasi sconosciuta a se stessa. Un desiderio smodato minaccerebbe nel quotidiano le forze che sono in noi, tanto quanto l'oblio prolungato. Di serio ci sono le questioni da trattare, le occupazioni e preoccupazio- ni d'ufficio: la creazione letteraria non ha alcuna importanza. La tuttavia si nutre dei sentimenti che il far poesia smuove: sensibilità, umana e rispetto, comprensione e professione attenzione giudizio. A ognuno il suo metro e il suo metodo, il suo filo che lo aiuta a nelle turbolenze della vita, a ritrovare l'unica gioia del mondo, la gioia ritrovarsi elemen- tare dell'universo, quella che oscuriamo ogni volta che pretendiamo di qualcuno, di sapere qualcosa. Da questa gioia mai dovremmo prender do, l'incoscienza che ci consente di vegliare sull'essenziale, l'intelligenza ci consente di accettare la vita come viene, all'ora che vuole. Qualcosa essere congeche che attraversa la scrittura e porta oltre, combinazione perfetta di estrema solitudine che giunge alle soglie dell'estrema presenza, dove la solitudine si colma di tutte le cose che in noi ritrovano il proprio nome, per essere dette e risorgere. Nient'altro che questo... poiché fuori è così tenero il cielo! Dopo queste pagi- ne, altre certamente verranno: altre lettere che sono il mio modo di vivere, di ricaricare lo spirito e riprendere forze. Leggerò molto: romanzi, saggi, racconchiaramenti e poesie. Mescolerò tutto per orientarmi e capire, per vederci più te nella fitta foresta della letteratura del mondo, e trovare un mio cammino. Brucerò nelle mie pagine le pagine lette, un vento ne solleverà le fiamme che si vedranno a distanza. Scrivere sarà ancora il nascondersi sotto le coltri della lingua materna per sfuggire alla morte che brilla, alle rughe del tempo. Nel panico che trasformiamo in saggezza, nella pausa meditativa ra si compie talvolta un miracolo, fulgido come una resurrezione della scrittuma di miste- ro inverso: non è la materia che si trasforma in spirito, ma attraverso lo spirito si tocca con stupore la materia pura: la dolcezza della sera, una luce tenue che avvolge la freschezza dell'aria come per attardare l'istante di una fine. Qualcosa allora sorge, qualcosa di sottile che attraversa dei silenzi e della notte, qualcosa che il minimo rumore lo spazio immenso farebbe fuggire per sempre. Perché scrivere, perché leggere quando il mondo si gela ogni giorno di più nell'oscurità di se stesso? Non c'è risposta, credo, a meno che le parole, nella loro evidente impotenza, non inizino a dirci qualcosa. L'autore LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 NOTA DI AGRICOLTURA a cura di GIMBERTO I contadini moderni sono i giovani agricoltori con tante idee L'agricoltura dei nostri nonni era un'agricoltura di sussistenza, in quanto riusciva a produrre cibo poco più che sufficiente per s f a m a r e le famiglie numerose degli agricoltori. m jT m iT S X P* Il n o n n o "Faciolo", buon'anima, coltivava una T o/^MÈm piccola vigna, e d o p o aver raccolto l'uva necessaria per soddisfare l'esigenza della propria famiglia, riusciva ad accantonarne una "soma" per vendere agli artigiani del paese cui piaceva produrre personalmente una botticella di vino per casa. Egli caricava i bigonci colmi di uva in groppa alla somaretta e tutto soddisfatto si recava al paese per venderla ad un amico falegname che aveva la bottega proprio all'imbocco dell'Osina c o n a n n e s s a una cantinella. Jjjk^ A C o n s e g n a t a l'uva ed incassati i soldi in contanti, a n d a v a a fare s p e s a all'emporio di alimentari di "Pisolo" riempiendo i bigonci di baccalà che portav a al casale in c a m p a g n a e li attaccava ben ammazzettati al soffitto del tinaio, c o m e cibo di riserva per l'inverno. Per riuscire a mangiare un pollo nella ricorrenza delle feste "ricordatore", le povere massaie contadine, pur non avendo uno spazio a disposizione, riuscivano a ricavare un pollaietto dove capitava, poi andavano dalle "comari" nei poderi con il pollaio ben fornito di galline e di galli di razza, ed acquistavano le uova "ingallate" per farle covare dall'unica, spelacchiata e m a g r a gallinella che possedevano. Con la memorabile data del 31 dicembre del 1999 è passato alla storia il secondo millennio ed è passato alla storia anche il contadino e l'agricoltura di sussistenza. Dopo circa 6 0 anni è stato cambiato l'articolo del Codice Civile che identifica il conduttore di una azienda agricola o zootecnica. Dal primo gennaio 2000, chi trae utile dalla terra o alleva animali è definito imprenditore agricolo. M a c'è di più, recentemente è stata anche varata la cosiddetta Legge di Orientamento che estende la qualifica di imprenditore agricolo anche a chi svolge attività di agriturismo o di valorizzazione dei prodotti tipici. È estesa anche a chi trasforma e commercializza i prodotti della propria azienda. L'effetto di tale rivoluzione è che, in controtendenza rispetto ad altri settori, nelle c a m p a g n e l'occupazione è salita del due per cento. La sorpresa è che tale incremento è dato d a giovani sotto i 3 5 anni. Nella nostra Italia, dove abbiamo tanti "bamboccioni" e con il record di giovani nullafacenti, tanti altri giovani si sono dedicati all'agricoltura, riuscendo a far fruttare al meglio le loro aziende, realizzando un reddito superiore del 4 0 % a quello medio del settore. O v v i a m e n t e non sono giovani sprovveduti: sono tutti laureati o diplomati e riescono a dimostrare che con il lavoro delle c a m p a g n e si c a m p a bene. A n c h e se le regole principali per la sopravvivenza di un'azienda sono la capacità di concorrenza e di penetrazione del mercato, e l'azienda agricola, c o m e tale, è soggetta a tali ferree regole di mercato. Nell'anno 2 0 1 0 sono nate circa 28.000 nuove imprese condotte d a giovani imprenditori agricoli, con un incremento occupazionale di circa il 2 % a fronte di un calo generale dello 0,7%. Il lavoro agricolo non vuol dire andare in c a m p a g n a a respirare aria pura o passeggiare per i campi in fiore, m a bisogna lavorare sodo ed avere idee nuove e buone, anche se non si può avere un successo garantito e subito. Tuttavia stanno nascendo e prosperando fattorie didattiche per avvicinare i bambini alla natura, agriturismo specializzati per ospitare anziani e c'è a n c h e chi si dedica alla produzione di energia verde. Due giovani amici, uno ben preparato in zootecnia e d un altro che parla in giapponese, hanno avviato un allevamento di asine per la produzione del latte di asina. H a n n o iniziato la produzione di cosmetici a base di latte equino, conquistando lo specifico mercato giapponese per tali prodotti. A n c h e nel settore della frutta ci sono novità apportate dalle iniziative di giovani imprenditori agricoli. D a un po' di tempo, nei negozi sono in bella mostra scatole di mirtilli e lamponi di dimensioni notevoli di aspetto appetitoso ed anche molto saporiti. Tali frutti provengono d a colture innovative di piante che hanno le s e m b i a n z e di un albero piuttosto che quelle dei piccoli arbusti di sottobosco che tutti conosciamo. Queste piante selezionate sono di origine americana; nelle nuove aziende agricole italiane si cerca di mantenere l'altezza a circa un metro e m e z z o per facilitare la raccolta dei frutti. Il sapore dei frutti è migliore di quelli spontanei e c'è differenza nelle produttività; d a un terreno di duemila metri quadrati si riesce a raccogliere fino a 50 quintali di mirtilli o lamponi. Le giovani d o n n e si fanno s e m p r e più onore nella conduzione dei vigneti e nella gestione delle cantine. pag. 13 I viaggi della SPERANZA "Anche se quanto mi accingo a scrivere, costituisce un problema scottante, sento la necessità, non so se condivisa o meno, di trattarlo data la forte attualità e serietà del problema in questione. Mi riferisco a queste continue ondate di profughi che sono giunte, arrivano e, credo proprio, arriveranno ancora dal continente africano ed in particolare dalla Libia, in cui la maggioranza del popolo è in guerra contro il Regime oppressore che, fino ad ora, li ha tenuti in uno stato molto simile ad una vera schiavitù. O r a ci si pone un trem e n d o dilemma: la nostra è vera solidarietà, od ipocrisia? Ci troviam o a dover compiere vere azioni di guerra, facendo parte della NATO, colpendo spesso, purtroppo, anche obiettivi non solo militari, c o m e nella ll a Guerra Mondiale del secolo scorso, ci rimette solo la povera gente indifesa.. C o s a devono pagare, bambini, d o n n e indifese? Qual'è il loro scotto, ed infine, c o m e in tutte le guerre, ci si chiede il perchè. Possibile che, per liberare i Popoli dagli oppressori, sia per forza necessario spargere sangue innocente? Ci si chiede inoltre: cosa offriamo loro? A b b i s o g n a n o dalla A alla Z, non escludendo un lavoro. Ne abbiam o d a offrire loro, quando assistiamo ad una triste migrazione di giovani verso altri paesi per trovarne, mentre l'Italia d a ' loro solo la disoccupazione, disinteressandosi spesso dei loro problemi che, sommati alle n u m e r o s e famiglie che non arrivano al termine del mese, fanno della nostra bella Penisola, un Paese povero, ricco di litigiosità politica, d'interessi atti a tutelare solo le classi più elevate!... Dov'è la tutela dei cittadini in una Nazione dove esistono quasi esclusivamente "interessi di caste e privati" il Popolo c o s a sta a fare se non essere chiamato ad esprimere il suo voto? Dunque, siamo dovuti entrare indirettamente e s e n z a dubbio non voluto da alcuno, in un vero conflitto e poi assistiamo e salviamo i profughi che fuggono dalle b o m b e nemiche per rifugiarsi in un Paese, ricco, è vero, ma di problemi di ogni sorta, per lo più irrisolti. Allora si dovrebbe proprio dire: perchè prima non troviamo una democratica soluzione, a l m e n o alle questioni più basilari che riguard a n o i cittadini, in primis i ceti m e n o abbienti.... o vogliamo rischiare, in un futuro che, di questo passo, t e m o non tanto lontano si rischierà una vera "guerra tra poveri": i "poveri profughi e gli altrettanto poveri italiani", s e n z a lavoro. Vediamo d u n q u e di risolvere detti problemi, e dare, c o m e ci si auspica, l'assoluta precedenza a quelli del Popolo, ovviamente non escludendo di aprire le braccia a questa gente che arriva, m a anche a fornir loro qualcosa che costituisca una civile abitazione e non costringerli, c o m e si vedono molti africani, a vagare c o m e vere anime in pena, cercando di vendere la loro merce, per lo più di mediocre qualità, pur di "sbarcare il lunario" e fornire alla propria famiglia un "tozzo" di pane per pranzo o per cena, salvo i più fortunati che capitano nelle varie ONLUS... Riceviamoli d u n q u e con animo cristiano, ma, a parer mio, a questa gente, devono essere forniti gli elementi basilari per u n ' u m a n a "sopravvivenza", in un Mondo più simile ad una jungla, che ad una società di uomini. Ricevere d u n q u e i profughi di una guerra che ci si auspica, termini prima possibile e nel migliore dei modi, è da veri Cristiani, ma, dar loro il necessario, è sacrosanto". Paparello Gianluigi Iniziative scolastiche di fine anno La Prot.ssa Silvia Somigli ringrazia i genitori della classe l a B della Scuoia Secondarla di I Grado per la fattiva collaborazione dimostrata nell'arco dell'A.S., in particolare durante la preparazione della drammatizzazione eseguita brillantemente da tutti gli studenti in occasione della Festa del Libro! Eccezionale mostra La Prot.ssa Pascucci ha allestito una mostra nei locali della Scuola Secondaria di I Grado attraverso la quale i ragazzi hanno dimostrato di aver brillantemente saputo rielaborare le sollecitazioni didattiche puntualmente date dalla professoressa nell'arco di tutto l'Anno Scolastico! Complimenti vivissimi alla Professoressa Pascucci! Prof. Silvia Somigli pag. 10 LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 Taccuino economico e tributario a cura della Dott.ssa Paola Ciripicchio e del Dott. Luca Radicati È stato pubblicato venerdì 13 maggio il nuovo Decreto sviluppo 2011, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 5 maggio, contenente le norme per lo sviluppo economico che daranno attuazione al prog r a m m a delle riforme concordato con l'Europa. Moltissime le novità interessanti, volte a rilanciare lo sviluppo del Paese, con una serie di misure volte a ridurre gli oneri sostenuti dai cittadini e dalle imprese per adempiere a obblighi di comunicazione alle Amministrazioni pubbliche. Iniziamo a d illustrare quali sono gli interventi di maggiore interesse. Rinegoziazione dei mutui: fino al 31 d i c e m b r e 2012 è possibile rinegoziare i mutui a tasso variabile di importo non superiore a 150mila euro, stipulati per l'acquisto o la ristrutturazione di abitazioni, a condizione che il soggetto richiedente presenti una attestazione Isee non superiore a 30mila euro e non abbia avuto ritardi nei precedenti pagamenti. È possibile inoltre l'allungamento del piano di rimborso del mutuo per un periodo m a s s i m o di cinque anni, purché la durata residua del mutuo all'atto della rinegoziazione non diventi superiore a venticinque anni. In caso di rinegoziazione è prevista la surroga di diritto delle banche nelle garanzie ipotecarie s e n z a il c o m p i m e n t o di alcuna formalità o annotazione. Edilizia: nell'ambito degli interventi volti a rilanciare l'edilizia privata è previsto che per il rilascio del "permesso di costruire", ex licenza edilizia, viene introdotto il principio del silenzio-assenso entro un m a s s i m o di 90 giorni (che diventano 150 per le città di oltre 100mila abitanti)m salvo che siano presenti vincoli ambientali, paesaggistici e culturali. Qualora si rendano necessarie integrazioni alla d o c u m e n t a z i o n e o qualora il responsabile del procedimento richieda "modifiche di m o d e s t a entità" alla richiesta originaria, il termine del silenzio-assenso potrà in questi casi dilatarsi di 60 giorni. Tra le opere per le quali è indispensabile il permesso di costruire, rientrano le nuove costruzioni, le ristrutturazioni urbanistiche e le ristrutturazioni edilizie, a u m e n t o del volume, modifica della sagoma, variazione dei prospetti o modifica delle superfici, c a m b i a m e n t o di destinazione d'uso per i soli centri storici. Il DI ribadisce altresì la possibilità di applicare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al posto della Dia per opere di restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e manutenzione straordinaria e di iniziare subito i lavori e non più d o p o 3 0 giorni. Mezzogiorno: Per ridurre gli elevati tassi di disoccupazione nell'Italia meridionale è stato introdotto il bonus assunzioni per il sud. Tutte le a z i e n d e che a s s u m e r a n n o lavoratori a t e m p o indeterminato nel Mezzogiorno otterranno un credito d'imposta. Questo bonus verrà concesso per l'inserimento di lavoratori svantaggiati ad esempio coloro che si trovano senza un impiego d a almeno sei mesi o sono privi di un diplom a di scuola media superiore oppure persone con più di 50 anni di età o adulti che vivono soli con una o più persone a carico, nonché lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità u o m o - d o n n a che supera almeno del 2 5 % la disparità media in tutti i settori economici dello Stato. Il credito d'imposta riconosciuto ai datori di lavoro che a s s u m e r a n n o lavoratori svantaggiati sarà nella misura del 5 0 % dei costi salariali sostenuti nei dodici mesi successivi all'assunzione. Lo sgravio avrà una durata superiore ad un anno se ad essere assunto sarà personale molto svantaggiato, ad esempio lavoratori s e n z a occupazione d a a l m e n o 24 mesi, oppure disabili. Ricerca scientifica: per le imprese che finanziano progetti di ricerca in Università, enti pubblici di ricerca e altri soggetti che saranno individuati dall'Istruzione e dall'Economia è previsto un incentivo pari al 9 0 % della maggiore s p e s a rispetto alla media degli investimenti effettuati nel triennio 2008-2010 e sarà spendibile in compensazione, con esclusione dei contributi. Scuola: viene previsto un piano triennale di assunzione di personale docente e Ata, che consentirebbe la copertura totale dei posti vacanti e disponibili nell'anno 2011-2012 per circa sessantacinquemila persone. Successivamente entro il 31 agosto di ogni anno è fissato il termine per l'adozione dei provvedimenti in materia di assunzioni a t e m p o indeterminato, utilizzazione, assegnazione provvisoria e di ogni altro atto di durata annuale riguardante il personale di ruolo. Si prevede che l'aggiornamento delle graduatorie scolastiche a esaurimento a v v e n g a con c a d e n z a triennale e che contestualmente possa essere disposto il trasferimento in un'unica provincia. I docenti immessi in ruolo infine dovranno rimanere nella provincia di titolarità per almeno cinque anni di effettivo servizio. Lo Psicologo risponde... Depressione e... farmaci Gentile dottoressa, Sono ormai tanti anni che soffro di depressione. Ho girato tanti medici e psichiatri ma senza mai risolvere nulla. Ho preso tanti farmaci ma senza risultati. Ma si può curare la depressione con i farmaci? Grazie. Cortese lettore, la sua è una d o m a n d a molto specifica e diretta. È questa una questione vecchia quanto gli stessi psicofarmaci. La d o m a n d a può essere posta anche in un altro modo, ovvero se sia meglio curare la d e p r e s s i o n e c o n il f a r m a c o o c o n la psicoterapia. È ormai assodato che, una volta affrontata e risolta la crisi acuta sono s e m p r e possibili le ricadute. A fornire nuovi elementi cito uno studio statunitense in cui psicoterapia e farmaci v e n g o n o messi a confronto proprio sul versante delle ricadute. La ricerca è stata condotta in un m o d o originale. È stato selezionato un campione di persone che soffrivano di depressione medio-grave, avviati ai due tipi di trattamento. Del gruppo iniziale sono stati selezionati quelli che avevano risposto positivamente al trattamento assegnato, farmaci o psicoterapia che fosse, che sono risultati il 5 7 % del totale, pari a 104 persone. Quelli finora trattati con i farmaci sono stati suddivisi a loro volta in due gruppi, uno che ha continuato ad a s s u m e r e i farmaci a dosaggio pieno e un altro cui sono stati sostituiti col placebo e che, quindi, ha interrotto l'assunzione pur senza saperlo. A coloro cui era stata interrotta la psicoterapia erano c o n c e s s e tre sedute "di rinforzo". A questo punto restava d a vedere se e q u a n d o si sarebbero presentate le ricadute. Queste ultime erano definite c o m e il ripresentarsi dei sintomi depressivi per un periodo di almeno due settimane. Questa fase di osservazione è durata 12 mesi. Al termine del periodo la conclusione era abbastanza semplice: dopo l'interruzione, chi era stato sottoposto a psicoterapia era molto m e n o e s p o s t o alle ricadute di chi aveva assunto e sospeso i farmaci; tra i primi, infatti, la risposta sostenuta si presentava soltanto in poco più del 16% dei pazienti, mentre era del 3 7 % circa nel secondo gruppo. Chi continuava ad assumere farmaci a v e v a una risposta sostenuta nel 2 7 % circa. Tuttavia la differenza tra chi aveva sostenuto la psicoterapia e chi continuava ad assumere i farmaci non era ritenuta significativa. In definitiva, anche un ciclo di 4 mesi di terapia, se ha successo, protegge dalle ricadute almeno quanto continuare a prendere farmaci. Inoltre: coloro che avevano superato s e n z a ricadute un periodo di richiamo, sono stati osservati per un altro anno, interrompendo però qualsiasi terapia. A questo punto, se si fosse ripresentata la depressione non si sarebbe trattato di una ricaduta ma di un nuovo episodio. In questa seconda fase, la d e p r e s s i o n e si è ripresentata soltanto nel 1 7 , 3 % dei pazienti trattati dallo psicoterapeuta e nel 5 3 % di quelli trattati soltanto c o n i farmaci. Tale ricerca dimostra c o m e la psicoterapia sia superiore - quanto ad efficacia - rispetto agli psicofarmaci antidepressivi. C o n questo non voglio assolutamente dire che il f a r m a c o non serve o non sia utile m a voglio sottolineare c o m e una b u o n a cura sia quella combinata con farmaci e psicoterapia. Mi scrive che non ha avuto risultati e questo forse per un mancato supporto psicoterapeutico. Il farmaco infatti d a solo non risolve patologie c o m e la depressione. Allevia sintomi e a u m e n t a il tono dell'umore m a tante abitudini quotidiane, mentali e pratiche un f a r m a c o non riesce a toglierle. La depressione purtroppo è una malattia molto diffusa che se non trattata con il giusto trattamento diventa c o m e un vortice s e m p r e più profondo dal quale non si riesce più ad uscire. Leggendo la sua lettera mi s e m b r a un po' il suo caso, lo penso s e m p r e che oltre le malattie esiste la nostra forza, la nostra voglia di guarire, la nostra voglia di ritornare a provare quella spensieratezza, quella allegria che magari si provava prima della malattia. Lei non si è arreso... Se ha deciso di scrivermi, se legge questo articolo e ci prende il t e m p o per pensarci allora lei è vivo... vuole uscirne e questo è un motore. La forza di vivere, la voglia di uscirne c'è... la sfrutti e la potenzi!! Conti su se stesso e le sue forze con o s e n z a psicoterapeuta, m a si fidi di se stesso e non solo di un farmaco. Le faccio tanti auguri. Dott.ssa Monia Cosimi (Psicologo, Consulente familiare, Psicoterapeuta Training) Potete scrivere a: Dott.ssa Monia Cosimi Via Z e p p o n a m i n. 6/F - 0 1 0 2 7 Montefiascone - email: [email protected] LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 13 Echi dell'omelia di S. Ecc. Mons. Lino Fumagalli durante la professione di sr. M. Teresa C'è una vocazione comune alla santità, imperniata sull'amore di Dio e sull'amore dei fratelli, speso nella costruzione della Chiesa: ogni battezzato a questo è chiamato e deve rispondere con il suo impegno. La dignità che discende dalla consacrazione del Battesimo abilita ciascuno all'apostolato che si gioca nel servire. I laici sono chiamati ed abilitati a costruire una società lievitata dal vangelo: è una vera vocazione la loro e all'interno di essa, per i più, si apre la via del matrimonio nel Signore. La Chiesa che vive nel mondo è però in cammino verso l'incontro definitivo con il Signore. Ecco allora il senso della vita consacrata secondo i consigli evangelici: essa ricorda a tutti che la nostra patria è il Cielo. In paradiso si vive come vivono o come dovrebbero vivere (dobbiamo tenere conto delle fragilità inevitabili su questa terra) le benedettine. Esse professano la castità per il regno dei cieli: lo Sposo è infatti il Signore Gesù; professano la povertà: Lui è la loro sicurezza; professano obbedienza: Lui è il "regista" della loro vita. Vivono in comunità, il che è difficile se si insinua l'individualismo; ma in tal caso il Cristo Gesù non è più al centro dell'esistenza. Invece, nella gioia della donazione totale, esse testimoniano: "Cristo ci basta e ci avanza, all'infuori di Lui nessun'altra eredità e sicurezza "I Questa è la gioia della consacrazione religiosa e monastica. Venerdì 29/04/2011 Sr. M. Teresa ha il suo "sì" al • ore 16,30 professato Signore La comunità delle benedettine del Monastero di San Pietro, a qualche mese di distanza dalla professione temporanea di sr. M. Veronica, ha accolto il "sì" detto al Signore di sr. M. Teresa, che ora ha aggiunto al suo nome di Battesimo il "cognome" monastico: della Passione. Nessun contrasto tra il nome (quasi) nuovo e il tempo pasquale. In realtà, la candidata in famiglia e da tutti era sempre stata chiamata con qualche diminutivo, per cui di fatto da ora sperimenterà la bellezza di essere chiamata con il nome impostole nel suo Battesimo. La celebrazione si è svolta nell'esultanza del Venerdì di Pasqua, tra una profusione di fiori, canti e foto (notate anche da Mons. Vescovo...): la gioia pasquale non fa dimenticare la durezza di certi "passaggi" della vita ma per significare che essi sono trasfigurati quando sono vissuti con il Signore, che, essendo Risorto, è più forte di ogni difficoltà. Erano presenti: i genitori, Luis e Teresa; un fratello della professa, Luis, con la moglie, Soraya; due cugini venuti dalla Spagna; altri parenti e amici dell'Ecuador e molti altri conoscenti ormai stabilitisi in Italia; quattro comunità del "Cammino Catecumenale": due di Grotte e due di Roma, quella dei "Santi Martiri Canadesi" e quella di "San Giuseppe Benedetto Labre"; tre équipes di responsabili del "Cammino" in Catania; due famiglie in missione in Austria; tre seminaristi dei seminari "Redemptoris Mater": uno da Firenze, due da quello di Cosenza; tre giovani dal centro vocazionale di Napoli. Due monache del monastero "san Giuseppe" di Roma ugualmente hanno condiviso la preghiera e la letizia della nostra comunità; a loro si sono unite, della nostra cittadina di Montefiascone, le suore del "Divino Amore" e una rappresentanza delle Maestre Pie. Molta altra gente del luogo ha voluto essere presente con la sua partecipazione e simpatia. Via internet gli altri familiari hanno seguito lo svolgimento del rito, che ha la sua parte più toccante nel mutamento dell'abito, segno esterno del cammino di conversione che la candidata ha già vissuto e a cui si impegna ancora: infatti, la conoscenza dell'amore di Dio è un'avventura che non finisce mai per chi si lascia provocare dalla Sua parola e dalle emozioni dello Spirito Santo. II Vescovo Lino, la Madre Superiora del Monastero e Sr. Maria Teresa, prima dell'inizio della cerimonia Il brano dei discepoli di Emmaus - il vangelo scelto per il rito di professione - non è solo un testo pasquale per eccellenza, ma è una parola che si è compiuta in sr. M. Teresa: infatti essa, dopo averlo udito tante volte quando si recava in chiesa con i suoi familiari, rimanendo ogni volta impressionata dall'esperienza del cuore che arde, di cui lì si narra, ha sperimentato la stessa grazia una volta entrata in monastero; quella parola è diventata così una chiave per riconoscere il passaggio e la presenza del Signore vicino a lei. Dopo la cerimonia e la S. Messa, Sr. M. Teresa posa insieme al Vescovo, alla Priora, e ai suoi genitori Sono le Suore che dal 2008 ad oggi hanno professato.Sr. Veronica a gennaio, Sr. M. Teresa ora, Sr. Paola tre anni fa, Sr. Maria Hortencia, Sr. Jolanda e Sr. Miriam sono novizie e postulanti Tra i celebranti i nostri carissimi don Agostino e don Eustache, Padre Augusto Lotti di Bolsena, Padre Michele di Bagnoregio, Padre Filippo Sanzi della Curia vescovile di Rieti. La benedizione finale è stata impartita da S. Ecc. Mons. Lino Fumagalli, assieme a Mons. Basii Mve Engone, Arcivescovo di Libreville (Gabon), amico della comunità. Sr. M. Teresa., dopo la professione, insieme ai suoi genitori, al fratello Luis e alla cognata Soraya LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 10 I risultati delle elezioni comunali - 15/16 maggio 2011 Il Popolo della Libertà Lista Civica per Montefiascone URSO AGATA in DAINELLI La Città N u o v a 32,17% 27,30% 40,51% voti voti voti 2.827 2.399 3.559 141 PAOLINI MASSIMO 676 CECCARELLI MASSIMO BRACOLONI AUGUSTO BRAGUTI A N N A 5,69% BUSA' ANGELO CESARE 213 10,77% FUMAGALLI N A N D O 322 10,68% BACCHIARRI GIOVANNI 194 6,47% 6,57% 27,31% CAPOTOSTO GABRIELE 95 4,80% 333 13,45% •RIPICCHIO AMERICO 79 3,99% BALESTRI MARCO 197 141 5,69% CONTI GIANPAOLO 183 9,26% CACALLORO GIORGIO 209 6,97% 94 3,79% DELLA CASA UMBERTO 64 3,23% CIUCCI MASSIMO 171 5,70% BARTOLOZZI ROSSANA 161 6,50% DELLA ROSA FRANCESCO 56 2,83% CONTESTABILE UMBERTO 164 5,47% FABENE SANTE 107 4,32% MERLO ANGELO 145 7,33% DI T O M M A S O ALESSANDRA 126 4,20% M A N Z I PAOLO DOMENICO 160 6,46% MIRARCHI CINZIA 109 5,51% MENGHINI SONIA 42 1,40% SCOPONI PAOLO 189 7,63% M O C I N I LODOVICO 97 4,90% MOSCETTI GIULIA 268 8,94% ANGELI ANDREA 73 2,94% MORLESCHI RAFFAELE 286 14,47% PAGLIACCIA FABIANA 108 3,60% CAMPAGNOLA DIMITRI 58 2,34% MOSCETTI FRANCESCO 18 0,91% TASSONI GIOVANNI DETTO CIORBA GIOVANBATTISTA 55 2,22% NOTAZIO FABIO 143 7,23% TITTA 44 1,46% TARANTELLO ADRIANA 59 2,38% PROIETTI PEIRETTI DAVID 264 13,36% TISBO MARCO 280 9,34% ROCCHI PATRIZIA 72 2,90% RANUCCI CARLO 61 3,08% TRAPE' RENATO 167 5,57% SOMIGLI SILVIA 87 3,51% SCHIAVONE MICHELE BATINELLI DOMENICO 231 7,71% ANTONIO 106 5,36% FRALLICCIARDI VINCENZO 137 4,57% 69 2,78% TOFANICCHIO DONATELLA 57 2,88% TRAPE' MARIO 338 11,28% BRONZETTI PIETRO VINCENZO Nuc o C o n s i q l io Com u n o 1l e OPPOSIZIONE Il Sindaco Luciano CIMARELLO Luca Annarita BELLACANZONE FOSCARINI Fernando (detto Nando) Giovanni Marco Giorgio FUMAGALLI BACCHIARRI BALESTRI CACALLORO imm^ ¿¿MI IT Massimo m CIUCCI É Umberto Marco Renato CONTESTABILE TISBO TRAPÈ Domenico Giulia Mario BATINELLI MOSCETTI TRAPÈ l Massimo Massimo Raffaele (Lelle) PAOLI NI CECCARELLI MORLESCHI C'era da aspettarsela una soluzione del genere, soprattutto per due motivi: il centro destra si presentava con due schieramenti (sommando i voti abbiamo n. 5216) - Sono stati in parte eliminati coloro che hanno fatto cadere l'Amministrazione Danti. La Lista vincente si può dire che è di centro sinistra, in realtà vuole "La città Nuova", ci sono elementi schierati da sempre a sinistra, ma ci sono tanti altri che amano la città falisca, prescindendo dalla loro collocazione (destra - sinistra). Il nuovo Sindaco è molto esperto in problemi amministrativi venendo da una lunga esperienza presso il Comune di Capodimonte e speriamo che questo giovi alla nostra città, facendole riacquistare quella dignità in parte compromessa e l'importanza che merita anche per la sua posizione geografica. Ce l'auguriamo di cuore. Solo diciamo alla Nuova Amministrazione: lavorate sul serio, tenendo conto delle reali necessità della nostra città e del suo popolo, senza la preoccupazione di gestire interessi personali e di settore. L'opposizione sia animata da pensieri costruttivi acquistando dignità e rispetto di fronte a tutti. LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 13 È l'obiettivo del presidio centrale di Belcolle dopo Vattivazione del punto infermieristico "Un Ospedale vicino alla gente" Ecco il Painf: lunedì e giovedì mattina È un avvenimento rarissimo quello che si è verificato nella basilica di S. Margherita il 30 aprile scorso. Si tratta delle nozze d'argento (25°) di Amanzio Manzi e Sabrina Cipriani sposati dinanzi allo zio sacerdote D. Virginio, (ora in cielo, il 20 aprile 1986 nella basilica di S. Margherita), aventi come testimoni i figli Daniele, dottore in ingegneria informatica, con la prospettiva della specializzazione, e Paolo, studente della scuola superiore; dei genitori della sposa Sabrina: Vittorio Cipriani e Clorinda Corba che 50 anni fa andavano sposi nella parrocchia di S. Giuseppe alle Mosse, con il sacerdote D. Giovanni Firmani, ora in cielo. Erano presenti tre sacerdoti: D. Agostino, P. Terenzio e D. Eustachio e un buon gruppo di parenti ed amici. Che bella cerimonia! Quando il Signore ha istituito il matrimonio pensava proprio alla gioia, pur in mezzo a diverse difficoltà, della vita affrontata in due, e prolungatesi nel tempo attraverso i figli e i nipoti. Complimenti, cari sposi, siate benedetti dal cielo, dai vostri genitori e dai due sacerdoti che non potete dimenticare, perchè hanno accolto il vostro eterno consenso! Tempo che fuggi, adagio mi sfioravi negli acerbi giorni, ora, mi avvolgi come un turbine, spegni le luci, offuschi la mia immagine, rincorri i mesi, gli anni, e poi guardingo e altero, le poche forse che mi restano, come le foglie al vento ti trascini via... Eppure ancora sono qui, attendo che il fuoco del tramonto tinga di rosso, la chioma al melograno, in questa tarda magia, di una silente sera, ancora ti ringrazio, perché mi hai fatto dono di un'altra primavera... S. Pasqua 2011 Gent.mo Don Agostino, auguro a Lei ed ai nostri concittadini un mare di bene e tanta serenità. Gesù risorto porti la pace nei nostri cuori ed il suo grande sconfinato amore, redima il mondo dalle guerre, dalla sofferenza, dalla povertà. Distinti saluti. Devotissima. Scaglini MONTEFIASCONE - Da lunedì 18 aprile è attivo all'ospedale il punto di assistenza infermieristico (primo piano dell'ospedale, sopra al Cup). "Il Painf è un ambulatorio organizzato e gestito da infermieri che vuole fornire risposte concrete ai tanti bisognosi assistenziali dei cittadini", dicono dal Saio, il servizio di assistenza infermieristica e ostetrica del Poe, il presidio ospedaliero centrale di Belcolle - Montefiascone - Ronciglione. Il Painf "nasce per rispondere ai bisogni dell'utente attraverso l'erogazione di prestazioni infermieristiche programmabili e non urgenti". Un'attività significativa riguarda poi la consulenza e le informazioni in materia di prevenzione, cura e mantenimento del livello di salute e autonomia. Questo nuovo modello, nel quale è diverso l'approccio all'utente, permette di affrontare in modo più incisivo le esigenze che derivano dalle condizioni di cronicità, polipatologia, disabilità e progressivo invecchiamento che caratterizzano l'attuale richiesta assistenziale del sistema sanitario. "Il personale infermieristico - precisano dal Saio - opera in piena autonomia e è direttamente responsabile di organizzare e gestire l'assistenza secondo quanto disciplinato dalla normativa che regola l'esercizio professionale (decreto 739/94, legge 42/1999, codice deontologico 2009)". Il Painf è un progetto realizzato dal Saio (Servizio assistenza infermieristica e ostetrica) della AsI di Viterbo, diretto da Roberto Riccardi e coordinato dall'infermiera Erina Proietti. L'obiettivo del Painf è che l'infermiere, attraverso la presa in carico degli assistiti, garantisca la continuità assistenziale nel proprio contesto sociale, sia creando un punto di riferimento, per le necessità assistenziali dei cittadini/utenti e le loro famiglie, sia dando un'appropriata risposta a quesiti di carattere infermieristico che l'assistito pone. A chi è rivolto? A tutti i cittadini della AsI di Viterbo che necessitano di prestazione ambulatoriale infermieristica programmabile e non urgente. "Per maggiori informazioni relative alle altre prestazioni infermieristiche di cui il cittadino ha bisogno - dicono dal Saio - rivolgersi direttamente al Painf nei giorni e negli orari di apertura al pubblico al recapito telefonico 0761.833263". Come si accede? Per accedere al Painf è sempre necessaria la richiesta del medico curante o dello specialista. Si può accedere senza prenotazione presentandosi direttamente all'ambulatorio infermieristico; telefonando direttamente al Painf allo 0761.833263 nei giorni e orari di apertura: lunedì e giovedì dalle 8,00 alle 13,00. Alessandro Quami Giuseppina Auguri... Mons. D'Ascenzi Giovanni Vescovo emerito ELLEGRI Si è felicemente svolto anche quest'anno il pellegrinaggio suoi luoghi di Padre Pio del Gruppo di preghiera "Stella del mattino", qui fotografato stretto intorno alla croce, prima di intraprendere la Via Crucis. Percorso di riscoperta della propria devozione a San Pio e del suo esempio di vita cristiana, il pellegrinaggio si è snodato fra i luoghi dell'infanzia e della scelta vocazione di Pietrelcina e quelli della maturità umana e spirituale di San Giovanni Rotondo; città che custodisce non solo le sue reliquie, ma soprattutto il segno tangibile delle sue opere di carità, eloquentemente testimoniate dall'imponente mole della "Casa sollievo della sofferenza". Tappe complementari, ma assolutamente non di minore importanza, sono state le visite a tre santuari - tutti dalla storia plurimillenaria - dedicati al culto mariano, angelico ed eucaristico: la Madonna dell'Incoronata, la Basilica di San Michele Arcangelo e il Miracolo eucaristico di Lanciano. Il ringraziamento del Gruppo va a tutti i partecipanti che hanno reso possibile la migliore riuscita del pellegrinaggio con la loro puntualità, partecipazione e pazienza; mentre un "Grazie" singolare e personale deve essere rivolto alla Presidente del gruppo Armida Saraca, la quale, pur assente fisicamente, è stata presente spiritualmente in ogni momento, accompagnando le azioni di quanti conoscono la sua profonda dedizione alla diffusione dell'opera di Padre Pio e - di sicuro le mie. li segretario del Gruppo Sua Ecc.za ha ora 91 anni. Superati gli 83 anni scriveva: Signore, insegnami ad invecchiare! Convincimi che la comunità non compie alcun torto verso di me se mi va esonerando da responsabilità, se non mi chiede più pareri, se ha indicato altri a subentrare al mio posto. Togli da me l'orgoglio dell'esperienza fatta ed il senso della mia indispensabilità. Che io colga, in questo graduale distacco dalle cose, unicamente la legge del tempo e avverta in questo avvicendamento di compiti, una delle espressioni più interessanti della vita che si rinnova sotto l'impulso della Tua Provvidenza. Fa, o Signore, che io riesca ancora utile al mondo contribuendo con l'ottimismo e con la preghiera alla gioia e al coraggio di chi è di turno nelle responsabilità, vivendo uno stile di contatto umile e sereno con il mondo in trasformazione, senza rimpianti sul passato, facendo delle mie sofferenze umane un dono di riparazione sociale, che la mia uscita dal campo di azione sia semplice e naturale come un felice tramonto di sole. Perdona, se solo oggi, nella tranquillità, riesco a capire quanto Tu mi abbia dato soccorso. Che almeno ora io abbia viva e penetrante la percezione del destino di gioia che mi hai preparato e verso il quale mi hai incamminato dal primo giorno di vita. Signore, insegnami ad invecchiare così! + Giovanni Vescovo pag.10 LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 il Mondo L'uomo che ha di Paolo Pezzato Che altro dire o cercare ancora di voler spiegare su Giovanni Paolo II? Milioni di fotografie, migliaia di filmati di ogni tipo, fictions, libri, raccolte di poesie, di riflessioni, musiche composte per lui, ritratti, statue, l'uso degli aggettivi migliori per cercare di descriverne la complessità e la grandezza della persona nel modo umanamente più consono e rispettoso. Qualsiasi cosa si cerchi d'aggiungere per qualificare un uomo del genere, credo che diventi superfluo a questo punto. Eppure ogni volta che si torna a parlare di Giovanni Paolo II, si risveglia l'interesse di tutti e di tutta l'umanità. Questo fenomeno è quello che sempre mi ha portato a riflettere sull'impressionante potere di aggregazione che suscita ogni volta la figura di Karol Wojtyla. Credo che nessun individuo, credente o no, possa rimanere neutrale di fronte a tale figura eroica di Uomo e di Pontefice, anche al di là del concetto o meno di "Santo". La forza aggregante ed il carisma di quest'Uomo non sono stati scalfiti minimamente dalla morte corporale; anzi, ogni volta la figura acquista forza e potenza sulle masse. Ogni volta è come se il cielo si illuminasse della grandezza di quest'Uomo. Proprio come è accaduto il giorno della sua beatificazione che, dalle previsioni di pioggia, per singolare combinazione, si è aperto un cielo terzo e pieno di luce solare. Questo è ciò che sempre mi ha colpito. Questo ho avvertito il 1 ° maggio scorso, quando Wojtyla è stato proclamato Beato a tempo di record, a soli sei anni dalla scomparsa. Si è di nuovo innescato quel gigantesco fenomeno di migrazione di masse e di umanità disposta a qualsiasi sacrificio pur di essere presenti all'avvenimento storico in Piazza S. Pietro. Ho rivisto di nuovo il trionfo della Cristianità a livello planetario, come da tempo non se ne vedeva più. Ho riavvertito il primato indiscusso della comunità e della religione basata sulla figura di Cristo. Ho rivisto decine di visi appartenenti a persone di varie etnie piangere a singhiozzi al momento della scoperta del drappo sull'immagine di Giovanni Paolo II sulla faccita di S. Pietro, un'immagine che lo ritrae nel miglior momento di forma fisica nel lungo Pontificato. Che prova tutta questa moltitudine di popolo per reagire ogni volta così di fronte alla figura di un uomo, di un proprio simile? Qui è la straordinarietà di Karol Wojtyla, l'Uomo, l'essere umano che ha letteralmente illuminato il mondo, le vite, la fede, il cammino di ognuno che ha saputo capirlo ed amarlo. Credo che se avessero lasciato quella bara spartana di legno di cipresso agli onori della gente, solo di baci e di carezze, si sarebbe consumata nel giro di qualche giorno. Talvolta abbiamo l'abitudine di dire che le masse di popolo sono stupide e spesso agiscono come branchi di pecore che vanno dietro a un capobranco. In tal caso la moltitudine di persone è stata mossa tutta da uno stesso amore verso un Uomo, un amore smodato, filiale, condiviso, riconoscente, senza condizioni e senza richieste miracolistiche. Meglio di così i popoli e i singoli individui di ogni ceto sociale e cultura non potevano dimostrare di aver capito in tutte le sue sfaccettature la figura potentissima di Karol Wojtyla, l'Uomo chiamato "di lontano", l'Uomo che ci avrebbe illuminato la via, che sarebbe stato capace di convincere come n e s s u n altro, anche se tutto questo lo avrebbe costretto diva di fronte a folle oceaniche, ma si commuoveva quasi sempre di fronte a un bambino. E, per finire, si ricordi sempre la sua eccezionale capacità di mobilitare g i o v a n i , come nessun altro prima o dopo di Lui. Le maggiori concentrazioni di persone che si siano mai viste in Oriente e in Occidente hanno avuto come protagonista Lui e i giovani: tre milioni a Roma (agosto 2000), più di quattro milioni a Manila (gennaio 1995). Lui li chiamò con grande affetto "le sentinelle del mattino", quelli che riusciranno perfino a farlo ballare col bastone in mano nel momento in cui già non aveva più nemmeno la forza per parlare al microfono. Quale vecchio avrebbe questa capacità di riuscire ad attirare tanti giovani verso di sè? Proprio quei giovani che si contraddistinguono, nella loro età, per essere portati spontaneamente alla ribellione, all'irruenza e per la spiccata inclinazione alla diffidenza verse ti irresistibilmente da un vecchio malato e, per giunta, Prelato? 1 gli ha neppure nascosto le esigenze e le rigidità che richiede uni malattia avanzata, nell'ora della sua morte, l'ultimo pensiero fu uman finest all'ulti ti tutti LI naie ades ringr, tino" ! ringra Grane incori a resistere a tutti gli aspetti ed i mali dell'esistenza fino all'estrema ma serena consunzione per il bene dell'umanità. Ecco, al di là dei mille aspetti, quello veramente degno di profonda riflessione. È come se Gesù Cristo, ogni tanto si serva di un nostro simile per incantarci con la straordinarietà delle proprie opere e con l'esempio di vita, al fine di mantenere viva in noi la speranza di non essere soli. In Karol Wojtyla non c'è stato mai cedimento, incertezza o debolezza di sorta. Questa tenacia ed ostinazione nel proprio pensiero e nei propri atti ha abbattuto muri ben più robusti di quello di Berlino come, ad esempio, il muro invalicabile e difficilmente abbattibiie del dubbio che da sempre ha costituito per tutti (credenti compresi) il grande ostacolo all'accoglienza del Cristo. Per questo la famosa frase "Non abbiate paura" ripetuta innumerevoli volte, che Lui ha messo in pratica fino all'ultimo respiro. La storia, se la si considera, ad esempio, nell'arco di un secolo, sembra incisa e scritta solo dai grandi eventi; nel caso di Wojtyla sono bastati un paio di decenni e mezzo per determinare una storia eccezionale che ha chiuso nella maniera migliore un già straordinario Novecento. Si è compreso tramite Giovanni Paolo II, come già con Francesco d'Assisi, che la Chiesa e le nazioni non sono rappresentate ed impersonate dalle alte figure e dai propri politici ma dalla propria gente. Wojtyla aveva capito "l'Uomo", l'Umanità, la natura umana nei suoi più profondi aspetti. In poche parole, aveva capito che la chiave di tutto sta nell'essere umano comune e nel suo travaglio terreno. Probabilmente per questo incoraggiava sempre a lottare per "una società in cui nessuno sia cosi povero da non avere nulla da dare agli altri e nessuno sia così ricco da non potere ricevere nulla dagli altri". Wojtyla era dunque concentrato solo sull'essenza dell'Uomo. Ha veramente messo in pratica l'insegnamento di Cristo agli Apostoli e cioè "Andate ed ammestiate tutte le genti". Quando si diceva che era un grande comunicatore e si trovava a suo agio proprio quando comunicava con la gente, in realtà tutta la Sua Persona smaniava nel cercare di trasmettere la propria verità. Qualcuno ipotizzò che "Il Papa domina la televisione semplicemente ignorandola". Ignorava le telecamere e i riflettori perchè aveva a cuore solo gli interlocutori. Il suo portavoce, Joaquin Navarro-Valls, sosteneva che "il Papa ha mostrato ad un'intera generazione che il tema di Dio è inevitabile". Era convinto che "Non è possibile comprendere l'essere umano se si prescinde da Dio". Istintivamente si rendeva conto che, "Senza Dio, l'uomo è solo un triste animale ingegnoso". Non si intimi- Tramite loro aveva rivissuto la migliore età dell'uomo, tramite ¡piccoli si era reso conto della bontà e della grandezza dell'essere umano privo di condizionamenti ed infine, tramite la Madre di Cristo, aveva trovato in chi poter riversare tutto se stesso con tutto quell'amore smisurato tenuto dentro per tutta la vita verso la madre terrena che, purtroppo, non aveva potuto conoscere. Tra tutte le parole e le frasi pronunciate da Papa Wojtyla, io concludo queste riflessioni con quella che a me è saputa la più significativa: "Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro!". È tutto. i pag. 11 LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 'Aprite, spalancate le porte a Cristo" Giovanni Paolo II, dopo il calvario la luce di Laura Benedetti Esposito Il Papa dei giovani e delle folle, approdò alla Casa del Padre il 2 aprile 2005. È stato Beatificato il 1° maggio, alcuni mesi prima della beatificazione della sua amata Madre Teresa di Calcutta. Due beati a solo 6 anni dalla morte, due giganti della fede che ancora e sempre ci emozionano fino alle lacrime. L'amato predecessore di Benedetto XVI, rivive nei ricordi di questo Papa la cui "splendida, sorprendente, tenera amicizia", li ha legati oltre la morte. "Seguimi" dice il Signore risorto a Pietro, il discepolo scelto per pascere le sue pecore - scrive Papa Benedetto - "Seguimi" - questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto e amato Giovanni Paolo II. Con voi fratelli e sorelle, oggi sedici ottobre 2006, in cui commemoriamo l'elezione di Karol Wojtyla alla Sede di Pietro, con voi voglio tornare con la memoria all'indimenticabile giorno della sua elezione. Sento ancora l'eco delle sue parole, umili, sagge e piene di dedizione. Ho davanti agli occhi la sua figura, forte e serena, sulla loggia della basilica di S. Pietro, quando per la prima volta diede la benedizione "Urbi et Orbi", affidandosi alla protezione della Madonna e all'amore di coloro dei quali doveva prendersi cura come pastore e guida. Non ho mai dimenticato il suo profetico richiamo: "Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!". chiunque... come possono essere stati attratittavia, il Papa non ha mai mentito loro e non vita cristiana. Alla fine, fragile e debole per la roprio per tutta quella moltitudine di giovane à che era riunita in preghiera sotto la sua Ì in Piazza S. Pietro per stare vicino fino no al vecchio "Papa amico" che li aveva capiultime parole, a chiusura della Sua ecceziosistenza, furono per loro: "Vi ho cercato, o voi siete venuti da me e per questo vi zio". Così, il 1 maggio "le sentinelle del mat)no ritornate festose in Piazza del Vaticano a iare ancora una volta, con immutato affetto, il 3 Vecchio che li aveva compresi, apprezzati, jgiati e amati profondamente. Ringrazio Dio, che con queste immagini nel cuore ho potuto trascorrere più di due decenni al suo fianco, godendo della sua benevolenza e amicizia, e che oggi posso continuare la sua opera sotto il suo sguardo protettore dalla casa del Padre. Ringrazio Dio per la sua vita spesa nell'amore di Cristo e degli uomini, per la testimonianza della sua sofferenza unita alla tribolazione di Cristo fino alla morte. A soli due anni dalla sua elezione, Benedetto XVI si recò in Polonia a Cracovia, "Volevo respirare l'aria della sua patria"ebbe a dire il Papa ai suo arrivo nel luogo dove più volte celebrò l'Eucarestia Giovanni Paolo II nei suoi viaggi apostolici nel Paese natale. "Qui tornava - continua Papa Benedetto con II pensiero e con il cuore alle radici, alle fonti della fede e del suo servizio nella Chiesa. Nel 10 giugno 1979 terminando la sua omelia su questa spianata di Blonie, Egli disse con nostalgia: "Permettete che, prima di lasciarvi, rivolga ancora uno sguardo su Cracovia, questa Cracovia della quale ogni pietra e ogni mattone mi sono cari, e che guardi ancora da qui la mia Polonia". Cracovia, la città di Karol Wojtyla e di Giovanni Paolo II, ma è anche la mia Cracovia! Desideravo incontrare i suoi connazionali, sperimentare la vostra fede dalla La falisca Lampani Violetta, bambina, e il beato Giovanni Paolo II quale Egli trasse la linfa vitale, e assicurarmi che siate saldi in essa. Qui prego Dio, di conservare in voi il retaggio della fede, della speranza e della carità lasciato al mondo, e in particolare a voi, da Giovanni Paolo II. Ricordare queste parole pronunciate da Papa Benedetto nei confronti di Papa Wojtyla, sono state la più bella e significativa premessa alla sua beatificazione. Si può immaginare la gioia, la partecipazione intensa di questo Papa, nell'elevare il suo amato predecessore verso l'apoteosi della santità. La folla ha esultato con lui e ancora una volta ha gridato il suo nome. Ha ricordato il combattente della fede e della giustizia, i giorni del dolore e dell'ansia, la voce forte e imperiosa spegnersi a poco a poco in un silenzio sofferto e donato per amore. Una luce più grande ora lo avvolge. E, come dice il Salmo: "... E ti solleverà su ali d'aquila... ti farà brillare come il sole e così nelle sue mani vivrai". Il m o n d o i n u n a pia Oltre un milione. e mezzo di pellegrini domenica a Roma per4a beatjfitqporie iti ^CfpffXjiqvam LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 10 "LA VOCE" E' GRATA Al SUOI CAVALIERI: (Presi i nomi di quelli che hanno versato alla Banca Cattolica dal 22/11/2010), Cesarini Cesare, Pancianeschi Fiorina, Ceccariglia Vania - Riccio C., De Dominicis Eleonora, Ev' Ginevra, Cappannella Augusto, Ubaldi Enzo Ricci Donatella, Scarponi Salvatore, Tarantello Antonio - Cacalloro Anna, Del Vecchio Rosita e Graziella, Brachino Orfelia, Sciarra Maria - Salvatori Elio, Sodano Stefano, Signorelli Alessandro, Fanali Giuseppe - Scoponi Anna, Rastrello Cesare, Paradisi Fiorella e Mario • Berardi Paolo - Marianello Roberto, Maurizi Bruno, Scarponi Silvia, Savelli Lina, Radicati Alberto, Pigliavento Rosella - Zampetta Luigi, Leonetti Corrado. BENEMERITI: Cicoria Luciano - Cacalloro Maria, Maiucci Guido, Piacentini Maria, Fé Antonio, Simombelli Elena, Zeppa Gemma, Durantini Giuseppe Cionci Francesca - Catteruccia Giovanna, Proietti Maria, Bartoccini Giuseppe, Zampetta Elia - Pepponi Gabriele - Settimio - Mauro, Bellacima Alessandro, Moisè Santina, Angeli M. Anna - Stefanoni Renato. AMICI: Rubeca Luigi, Azienda Agricola Mocini Angelo, Gatti Margherita, Saraca Felice, Mecali Enzo. Abbiamo voluto riprodurli a parte, per dire a tutti: anche se non vedete il vostro nome nella rubrica, sappiate che quello che versate tramite la Banca Cattolica va sicuramente a vantaggio de "La Voce". Cavalieri: Filiè Loretta, Ludovisi Giancarlo, Barbini Mario, Spiezio Antonio, Fortunio Pasquale, Cannavacciolo Raimondo, Pepponi Mauro, Basili Silvia, Graffietti Ida - Edicola, Presciuttini Domenico, Pezzato Pietro. Benemeriti: Chiricotto Lidia Assunta, Vitangeli Attilio, Angeloni Valerio, Sensi Luigi, Porroni Gaetano, Manzi Roberto, Lozzi Anna Maria, Bartoli Ester, Catteruccia Renzo - Crocetti Rita, Bartoleschi Giovannina, Ferlicca Mimmo, Salmistraro Pier Luigi, Llverziani Massimo, Zappalà Vito, Pezzato Elsa, Mariotti Roberta, Paoletti Iolanda. Amici: Ceccarini Annita, Parlanti Domenico, Ugolini Arcangelo, Latini Pietro, Pelabasto Bruna, Cacalloro Vittorio, Cevolo Sante, Ticconi Anna, Conti Latino, Notazio Duilio, Pezzato Enrico, Antonelli Teodoro. Amici della Cattedrale Sono entrati a far parte degli "Amici della Cattedrale": Ragazzi di prima Comunione: euro 485,00 + contributo del sarto dei vestiti, Braguti Anna, De Angelis Francesca, Volpini Luciana, Marsiglioni Antonina, Bacchiarri Aldo e Anita, Severini Radicati Irene, Monanni Dante e Famiglia, Filiè Antonio, Mecali Valentino, Sguazzino Iolanda, Felicita ..., De Grossi Maria Nerina, Fumagalli Anna, Maccaroni Rita - madre, Pontificio Istituto Teutonico, Di Carmine Girolama, i bambini di prima confessione: euro 100,00, Davide Ribelli, Manzi Amanzio e Cipriani Sabrina, Cipriani Vittorio e Corba Clorinda, Ranaldi Leonide (Bartoli), Demma Donato, Piciollo Adalgisa, Lucchi Giorgia . ASTRONOMIA a cura di A. Cempanari 15 GIUGNO 2011 Eclissi totale di luna Tutti sono invitati ad osservare in diretta il fenomeno della luna rossa presso l'agriturismo "Colle di Montisola" a Zepponami a partire dalle ore 20,30. Sarà allestito un percorso eno-gastronomico all'aperto contestualmente alla osservazione. L'osservazione di questa eclisse sarà piuttosto complessa, in particolare per quanto riguarda le fasi iniziali. All'ingresso nella penombra la Luna si trova ancora sotto l'orizzonte. Al sorgere della Luna in teoria sarà possibile osservare l'ingresso nell'ombra, ma il nostro satellite sarà molto basso sull'orizzonte e soprattutto il cielo non sarà ancora del tutto oscuro. Alla luce del crepuscolo serale non sarà facile percepire chiaramente l'avanzare dell'ombra della Terra, fino all'inizio della totalità. La seconda parte del fenomeno, ovviamente condizioni meteo permettendo, sarà invece osservabile senza particolari difficoltà. Questa eclisse sarà particolarmente lunga e vedrà la Luna attraversare il cono d'ombra della Terra passando dal centro di quest'ultimo. In molte eclissi la Luna attraversa un'area marginale e meno estesa del cono d'ombra, tanto che l'oscuramento del disco lunare non è uniforme, essendo parte di esso vicino al limite dell'ombra. In una eclisse "centrale" come questa la Luna tocca il centro del cono d'ombra: dovremmo quindi assistere ad una più scura! Le eclissi lunari centrali sono relativamente rare. La prossima si verificherà il 27 luglio del 2018. L'eclisse si verificherà mentre la Luna si trova nella costellazione dell'Ofiuco, nei pressi del limite con la costellazione del Sagittario, nella quale farà il suo ingresso nel corso della notte. Anagrafe cittadina NATI: Giordani Sara di Dino e Capitini Maria Cristina (19/4), De Martino Gabriele di Federico e Mariani Monia (26/4), Donnino Alice di Luca e Pallini Caterina (23/4), Tassoni Lia di Domenico e Laseroux Veronique Regine (2/5), Santi Giorgia di Daniele e Porroni Letizia (13/5), Cimarello Maria Bianca di Daniele e Falchi Maria Claudia (20/5), Ugolini Miriam di Marco e Bartoli Ester (5/4), Zuniga Hernandez Frida Sofia di Baltazar e Napoli Lucia (5/4), Guazzaroni Eva di Federico e Morelli Martina (10/4), Teodori Beatrice di Alessio e Ruzzi Sonia (17/4), Cortonesi Damiano di Massimo e Cevolo Monia (6/5). MORTI: Bartoleschi Settimia (n.25/8/13 m.22/4), Moscetti Settimio (n.20/8/20 m.27/4), Rocca Sante (n.27/8/61 m.27/4), Tarantello Maria (n.9/11/21 m.29/4), Giovannoni Elena (n.30/3/14 m.14/5), Coralloni Leonide (n.23/3/18 m.15/5), Moscetti Velia (n.26/9/11 m.16/5), Isidori Giuseppe (n.1/7/26 m.25/5), Manzi Valentino (n.14/11/25 m.6/4), lacino Anna (n.17/10/57 m.7/4), Boccolini Giusto (n.25/1/36 m.14/4), Pascucci Giulio (n.3/8/31 m.14/4), Cappannella Silvia (n.25/4/20 m.12/5), Guerrini Sante (n.15/11/20 m.12/5), Magnani Tullio (n.1/5/34 m.14/5), Martella Maria (n.9/5/34 m.17/5), Sacco Carolina (n.16/9/46 m.12/4), Aiazzi Giancarlo (n.15/3/34 m.13/4), Menghini Fidalma (n.19/2/12 m.19/4), Fetoni Franco (n.1/10/49 m.20/4), Pieretti Mario (n.5/4/37 m.22/4), Pascucci Linda (n. 16/4/20 m.6/5), Rosetta Livio (n.9/5/17 m.6/5), Ranucci Quinto (n. 15/2/23 m.16/5), Chiricotto Anna (n.23/8/24 m.24/5). MATRIMONI: Pezzato Alessandro e Grasso Ilenia (30/4), Coralloni Raffaele e Briglianti Silvia (14/5). LIVIO TRAPE' SU EBAY La gloria olimpica montefiasconese Livio Trapè è approdata anche su EBay, il più importante sito internazionale di aste online I In questi giorni infatti molti collezionisti di fotografie e autografi d'epoca si stanno disputando all'incanto del web l'immagine che pubblichiamo. L'occasione è ottima per un ricordo glorioso ed un saluto affettuoso da parte di tutti noi de "La Voce". Giacomo Carioti ,Of Aih, | r ^ S K . 4 4 - Sagra della Ricatta Un successa La Sagra della Ricotta, manifestazione organizzata dall'Associazione culturale "li Giglio", si è tenuta il 25 aprile, per Pasquetta, e l'8 maggio, riscuotendo un successo ancor maggiore degli anni passati. La ricotta è stata prodotta secondo il metodo artigianale usato dai pastori, con tanto di dimostrazione pubblica. Un modo per non perdere un prezioso bagaglio di esperienze e conoscenze che altrimenti rischia di venire dimenticato. La degustazione del prodotto tipico caseario è stato un'occasione per valorizzare una specialità locale e allo stesso tempo un prezioso momento di aggregazione, dove potersi prendere una pausa dalla frenesia quotidiana, riscoprendo un aspetto della propria memoria storica. Quest'anno la kermesse si è svolta nell'oratorio parrocchiale di Zepponami dove a completare la manifestazione è stato allestito un mercatino, mentre la musica di un piano bar accompagnava i visitatori. La manifestazione, giunta ormai alla sua quarta edizione, è ormai diventata un appuntamento fisso che i montefiasconesi sentono entrata a far parte del proprio folklore. David Sciuga GAME FAIR AWARD 2M: PREMIATI ANDREA DANTI E GIACOMO CARIOTI Nel corso della presentazione della edizione della 21a edizione del "Game Fair" - la grande manifestazione dedicata alla natura e alle attività collegate, che ogni anno si svolge nella splendida tenuta di Tarquinia - sono stati assegnati i prestigiosi premi "Game Fair Award 2011 " a personalità della politica e della comunicazione che si sono distinte nella valorizzazione del territorio, della cultura e delle tradizioni. Fra i premiati di quest'anno, segnaliamo con soddisfazione due conoscenze della nostra Voce: Andrea Danti, ex Sindaco di Montefiascone, nella sua attuale qualità di Assessore al Turismo della Provincia di Viterbo, e Giacomo Carioti, il nostro "Scrapante", giornalista che oltre alla sua specifica attività professionale - oggi è direttore dell'agenzia giornalistica Distampa - si è sempre impegnato in difesa della Tuscia e dei suoi valori. Insieme a Danti e Carioti sono stati premiati esponenti delle istituzioni locali e giornalisti di RAM, RAI2, RAI3, SKY, Mediaset, Ansa, ADN Kronos, AGI, Corrirere della Sera, Il Tempo, Libero e Folk Nostrum. LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 LA PAGINA DI SCRAPANTE NUCLEARE, AEROPORTO, FERROVIE E DROGA: PROBLEMI ABBONDANTI E SOLUZIONI SCARSE di Giacomo Carioti C'è tanta confusione nei nostri ragionamenti sociali, nei nostri convincimenti pubblici. Ci sono delle contraddizioni gravi intorno a noi, frutto di una comunicazione assordante e dell'assenza di tempo per capire a fondo e meditare sulle proprie certezze. Una prima contraddizione riguarda l'atteggiamento verso due ipotetiche realtà contigue, orientate verso il "progresso": Nucleare e Aeroporto. NUCLEARE E AEROPORTO, QUANTA CONTRADDIZIONE! È curioso vedere come nel viterbese la stragrande maggioranza delle persone sia decisamente contraria alla realizzazione di centrali nucleari - e, nello specifico, alla riattivazione di quella di Montalto di Castro -, mentre le posizioni quasi si invertono sulla questione dell'aeroporto di Viterbo, ove le pressioni degli ambienti speculativi alimentano e diffondono una pericolosissima illusione che fa smarrire ai più quella saggezza che giustamente induce ad estrema prudenza e decisa avversione sul nucleare. Ma come si può ancora credere alla chimera dell'aeroporto? Per capire quanto sia malsana, basta cominciare a subire, in questi mesi di bella stagione, l'odissea domenicale del rientro verso Roma dei gitanti del fine settimana: le file estenuanti sono tornate ai livelli degli anni '80. Come si può pensare, a parte ogni altra riserva, di fare un aeroporto turistico in una zona che non ha infrastrutture degne di questo nome, né collegamenti stradali e ferroviari che assicurino spostamenti decenti a medio raggio? Ci rendiamo conto che oggi ci si impiega di più, in treno, da Roma a Montefiascone, che non da Roma a Venezia, o a Milano? E in queste condizioni ci vogliamo far sedurre in nome di fantomatici posti di lavoro, dei quali, quand'anche ci fossero, nemmeno uno sarebbe di qualità, ma solo di manovalanza? Il turismo nel viterbese ha bisogno di essere alimentato dalla comodità del medio raggio, non dalla pletorica e improduttiva abbuffata di low cost: adoperiamoci per migliorare le strade e le ferrovie: dopo di che, semmai, si avrà il diritto di parlare d'altro. FERROVIE DELLA TUSCIA, CHE VERGOGNA! Il giornalismo è ormai un mestieruccio senza passione, legato solo agli interessi, al carrierismo, alla cura dei carrozzoni che lo sostengono in contraddizione con la sua storia e con la sua etica originaria. Ci sono delle eccezioni, che vengono ovviamente relegate ai margini del grande mercato. Una di queste è Gianfranco Lelmi, appassionato difensore degli interessi collettivi, come ogni vero giornalista dovrebbe essere. Negli ultimi tempi ha svolto, e sta tuttora svolgendo, una appassionata campagna per segnalare i pericoli del traffico ferroviario, in particolare per la linea Roma Nord, inadeguata e rischiosa: se lo avessero ascoltato sarebbe stato evitato il recente deragliamento di un treno che solo per miracolo non ha avuto tragiche conseguenze. È tuttora in corso la sua battaglia per l'adeguamento dei passaggi a livello. Con i suoi interventi, diffusi sul web e per email, ha addirittura previsto i recenti deragliamenti, e sicuramente sta contribuendo ad evitare, con il suo pungolo, qualche catastrofe incombente. Onore a questo bravo giornalista. LA DROGA NEI NOSTRI CAMPI Un'altra grave contraddizione riguarda l'atteggiamento, o meglio ancora, la reale conoscenza, sul fenomeno droga. Abbiamo letto nei giorni scorsi quanto siano state glorificate le forze dell'ordine per avere scoperto una piccola coltivazione di canapa indiana, ossia l'ipotetica materia prima per confezionare "spinelli". Per carità, merito a chi ha effettuato i sequestri di cose nocive alla integrità psicofisica delle persone. Ma quello che sorprende è che, a fronte di questa iniziativa di repressione, non corrisponda un adeguato grado di cultura specifica, capace di razionalizzare e focalizzare ben altri pericoli incombenti e, chissà, forse in pieno sviluppo. Nessuno si è accorto, infatti, che i campi del viterbese pullulano di coltivazioni "finto spontanee" di Datura Stramonium, ossia lo "Stramonio", che i nostri padri conoscevano come antidoto alle malattie polmonari. Nelle farmacie, specie quelle dei paesi, si vendevano un tempo le "sigarette di stramonio", indicate per chi aveva delle disfunzioni respiratorie (io stesso ne ho comprate molte nelle due farmacie di Montefiascone, per mio Padre, negli anni 70). Ma se il fumo delle foglie di Stramonio può essere benefico, i suoi semi sono uno dei più potenti allucinogeni: una droga allucinogena tra le più pesanti, insomma. Poiché si tratta di una pianta anche spontanea, si gioca molto sull'equivoco e si punta sulla ignoranza diffusa fra i nostri "tutori", per giocare ad un gioco che a volte può essere estremamente pericoloso. Proprio giocando su questi equivoci, qualche anno fa, a Parigi, alcuni cultori di questa droga ne hanno disseminato piantine nelle aiole degli Champs Elisèes: le autorità se ne sono accorte, e le hanno estirpate, solo dopo che un turista botanico lo ha fatto notare agli scettici gendarmi di ronda...! E poi, sentite cosa è successo qualche giorno fa in Trentino: "una donna di 65 anni e ia figlia di 35 sono rimaste intossicate dallo stramonio, scambiato per comuni spinaci. Dopo averne mangiati, madre e figlia si sono sentite male, colte da improvvise vampate di calore. La madre, addirittura, ha iniziato a comportarsi in maniera strana slacciando e riallacciando di continuo i pantaloni, poi spalmando la crema per il corpo sui sanitari del bagno e altre stravaganze. La figlia si è resa conto che le reazioni erano dovute a quanto mangiato, cercando di mantenere il controllo, si e'recata con la madre all'ospedale con un campione della pianta coltivata nell'orto. I sanitari hanno quindi constatato che non si trattava di spinaci ma di stramonio, detta anche 'erba delle streghe' o erba del demonio', che contiene un potente alcaloide capace di provocare allucinazioni e, in dosaggi elevati, persino la morte per soffocamento. Si tratta di una pianta ornamentale molto gradevole, ma ogni sua parte, il fusto come le foglie e soprattutto i semi, è tossica per l'uomo. Le due donne sono state curate al pronto soccorso con una lavanda gastrica e dimesse qualche ora dopo. Ma dell'origine di quelle piante si sono interessati i carabinieri della compagnia di Rovereto, i quali hanno appreso dal racconto della madre ai medici che gli "spinaci" erano nati da una confezione di sementi acquistata in un supermercato vicino casa."Fin qui la notizia: infatti, dello Stramonio esistono anche le varietà ornamentali, bellissime (e largamente diffuse nei nostri terrazzi), che hanno, in misura ridotta, le stesse "proprietà" della specie "selvatica". Ebbene, se giriamo un po' nei nostri campi, ci capiterà senz'altro di vedere grandi distese di Datura Stramonium, di cui è difficile pensare ad una origine naturale, tanto sono concentrate... E poi, riteniamo che sia una grande notizia il sequestro di una pianticella di canapa coltivata in casa... Vanagloria ed ignoranza, anche in questo delicatissimo settore, la fanno da padrone. pag. 11 6° SAGGIO INFINITY DANCE: uno spettacolo sempre nuovo! Il 18 giugno, alle ore 21,00, presso il palazzetto dello sport di Montefiascone, la scuola di ballo INFINITY DANCE, diretta dalla Maestra Ester Bartoli, concluderà la sua stagione di corsi con il saggio. Vi aspettiamo numerosi alla nostra manifestazione che sarà ricca di novità e sorprese, infatti, oltre agli spettacolari show interpretati dalle nostre coppie di spicco, che ormai caratterizzano da anni questo evento, verrà proposta al pubblico un'altra nuova e particolare iniziativa. Durante la serata gli allievi della scuola interpreteranno attraverso la danza la rivisitazione di un famosissimo film - musical del 2001 : Moulin Rouge del regista Baz Luhrmann, dando modo ai presenti di assaporare l'atmosfera bohémien che imperversava a Parigi nel 1899, e di calarsi in una realtà fatta di piume, strass, paillettes, scenografie favolose e musiche originali... quella del più celebre cabaret del mondo. Le coreografie sono state sviluppate mescolando i balli tipici del periodo, come il Can Can e il Charleston, con le discipline studiate all'interno della scuola, come le danze latino americane e standard, la sincro dance, la baby dance, la danza classica e la danza moderna. I nostri saggi hanno sempre riscosso un grande successo, e sono ormai un appuntamento fisso che dà lustro alla città di Montefiascone, coinvolgendo un elevato numero di giovani del nostro paese e del resto della provincia. L'obiettivo è sempre stato quello di presentare uno spettacolo di qualità tecnica e artistica, che potesse coinvolgere gli appassionati del settore ma anche chi non vive a diretto contatto con il mondo della danza sportiva. Ci auguriamo anche questa volta di superare noi stessi offrendo a chi ci guarda una serata indimenticabile. L'ingresso sarà come sempre gratuito e a coloro che interverranno verrà offerto un dono di benvenuto. Ringraziamo il comune di Montefiascone che ci ha concesso il suo patrocinio, il CONI che ha riconosciuto la nostra manifestazione quale evento sportivo da includere nel programma della "PRIMAVERA DELLO SPORT" e tutti gli sponsor che ci hanno aiutato a sostenere le spese di organizzazione. Non mancate! Tutti i ballerini dell'I. D. M e n t r a a n d i a m o in s t a m p a ci g i u n g e la t r a g i c a notizia c h e h a colpito la f a m i g l i a d e l l ' a m i c o e c o l l a b o r a t o r e d e l giornale, Pietro Brigliozzi; la morte - per incidente stradale - del figlio Marco, di 24 anni. P a r l e r e m o di q u e s t o g r a v e episodio, nel p r o s s i m o n u m e r o del giornale. La nostra s i n c e r a p a r t e c i p a z i o n e al d o l o r e d e l l a famiglia. pag. 10 LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 E' giunto il momento Giuseppa Farina 7.2.22 - in Brachino 2 3 . 1 2 . 2 0 1 0 È stata la sposa dell'ex sacrestano della Basilica di S. Margherita, Domenico Brachino, rimasta sempre affezionata alla sua parrocchia, dove - con vero sacrificio - s'erano costruiti una bella casa in via Giovanni XXIII. Fedelissima alla Messa domenicale, non è mai mancata, fino alla fine, quando arrivava un po' incurvata, poggiandosi sul suo bastoncino. Poi - non riuscendo più a farcela da sola - s'è ritirata con le persone anziane presso Villa S. Margherita, dove è deceduta Tanti vigilia natalizia e dove ha ricevuto anche i funerali il giorno di Natale. 1.2.32 - 24.1.2011 Lidia Chiricotto Gentilissimo Don Agostino, dopo tre mesi trovo il coraggio di comunicarle il decesso della mia adorata m a m m a , se ne è andata in punta di piedi c o m e aveva vissuto, lasciandoci nel vuoto più totale. Lei la conosceva e sapeva che grande donna è stata, sempre dedita alla famiglia, sempre pronta a sacrificarsi. Se ne è andata dopo una brevissima d e g e n z a presso l'ospedale di Montefiascone, per una patologia curabile, infatti ancora oggi non riesco a capire c o m e sia potuto accadere il peggio. 10 purtroppo non sono omertosa e con grande amarezza devo dire di non poter ringraziare nessuno, né per la competenza né per l'assistenza che non ha ricevuto mia madre. 11 lavoro presso gli ospedali è duro e lo capisco ma so anche che deve essere svolto nella maniera più umile possibile, cosa che non ho constatato, anzi, totale superficialità, purtroppo anche d a parte dei medici ho riscontrato uno scarso se non nullo interesse nell'aggravarsi della patologia di m a m m a , lo hanno fatto quando la situazione è precipitata e così hanno agito solo per mettere fine ad una vita. Si parla di vita, di attimi, Dio ce l'ha donata e chi di dovere la dovrebbe salvaguardare. Con grande tristezza devo dire che nella società di oggi la troppa superficialità, il potere, sovrastano i valori più importanti. Con questo concludo ringraziando Lei che andava sia da mio Padre che da mia Madre portandogli Gesù Eucarestia. Allego anche un piccolo contributo per il nostro meraviglioso giornalino, dove secondo il mio modesto parere alcune cose v a n n o dette e discusseli! Cordiali saluti. Chiricotto E giugno 1993. Viene inaugurata la statua originale, veramente bella A dell'artista Maccheroni (3) Antonio. Non è il solito San P. Pio che vediamo 1 altrove, è un S. Pio che incarna ia sua vita e la sua offerta a Dio Padre. C'è una grande Croce dietro le sue spalle, lui è inginocchiato con il rosario in mano che prega per tutti, soprattutto per i malati del corpo e dello spirito, guardando verso l'ospedale di fronte a lui. Ebbene a quella inaugurazione era presente in prima fila la sig.ra Giuseppa Farina (1), la sig.ra Giovannoni Elena in Caporali (2) e la sig.ra Paoletti Lucia (3), Scoponi Massimo (4) di Fastello, organizzatore dei pellegrinaggi che ogni anno si facevano da S. Padre Pio. Ora sono con lui in cielo. M a resa M a r t e l l a in Ludovisi 9.5.34 - 17.5.201 1 Attimi, piccoli attimi, p i c c o l a voce, piccole impressioni di un mondo piccolo di una piccola vita. Vorrei inoltre ricordarle di pubblicare la lett e r a c h e le ho inviato da qualche settimana. Grazie di vero cuore. Lidia Assunta le vele (2 Tm uü Così è stato il "dies natalis" anche per lei, andata a congiungersi con suo marito Domenico e tutti i suoi cari. Grazie, signora Giuseppa, per il sincero affetto sempre dimostrato verso la sua parrocchia e i suoi sacerdoti. Una S. Messa sarà celebrata per lei a S. Francesco - giovedì 23 giugno ore 18,00. Giulia Fanali di sciogliere C i a o M a re s a , amica cara, compagna insostituibie di tante piacevoli giornate rallegrate dalla tua risata coinvolgente e dalla tue acute osservazioni. Ci mancherai tanto anche se sarai sempre nelle nostre menti e nei nostri cuori. Ti sentiremo più vicina e ti penseremo più intensamente, soprattuto per San Bartolomeo, giorno in cui, da anni, ti prodigavi per offrire a tutti gli amici la speciale colazione che concludeva festosamente le vacanze estive. Sei stata moglie, mamma, amica impagabile. Ora, che sei nella pienezza dell'essere, tra le braccia del Padre, sta vicino a tutti noi, specialmente a Stefano e ad Alessio. Aiutaci a capire, aiutaci a sopportare ed affrontare il peso della quotidianità che ora sarà più grigia e più triste. Ciao Maresa. Gli amici di sempre Giancarlo Ludovisi 16.9.39 - 17.10.2010 Solo ora abbiamo saputo della sua salita al cielo, conosciuto da noi perché nipote della indimenticabile sig.ra Rubbi Iolanda. Le parole che leggiamo dietro il suo ricordino gentilmente datoci dalla sposa che ringraziamo di cuore, sono il suo elogio più bello. Grazie per averci insegnato come percorrere la giusta via della rettitudine, della bontà, della sincerità, amandoci ogni giorno della tua esistenza. Resterai sempre nei nostri cuori. Giusto Boccalini 25.1.36 - 14.4.2011 Caro nonno, hai amato così tanto la natura che noi ti ricorderemo in ogni bosco, in ogni pianta e in ogni fiore. Continuerai a vivere nel cuore della natura e anche nei nostri cuori. Sara, Eleonora Ricci Un uomo di poche parole, grande lavoratore, custode premuroso della famiglia, generoso con gli amici, è ora sicuramente nelle braccia del Signore per tutta l'eternità. Giancarlo Aiazzi 16.9.39 - 17.10.2010 Giancarlo è ritornato alla casa del Padre dopo una vita dedicata completamente alla famiglia ed al lavoro. Lascia un gran vuoto tra le tante persone che lo hanno conosciuto ed apprezzato per la sua serietà, la disponibilità, la gentilezza. Per noi familiari la mancanza della sua presenza sarà un dolore incolmabile, anche se faremo tesoro dei suoi insegnamenti, dei suoi consigli, del suo profondo senso della famiglia, per sentirlo sempre il più possibile vicino e tra di noi. . , . ,. La famiglia Fidalma Menghini 19.2.12 Una madre, sposa d'altri tempi, rimasta sempre affezionata a tutti i suoi cari,assistita amorevolmente in questi ultimi anni dalla figlia Agatina. Riceveva ogni mese Gesù Eucarestia, offrendo al Signore le sue ansie per tutta la famiglia. Si è spenta serenamente alla bella età di 99 anni! - 19.4.2011 LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 Norma Bellacima 20.11.35 - 6.5.2011 Cara M a m m a , in questi ultimi giorni ho ricevuto su di me tutto l'affetto e il calore che i tuoi tanti amici e parenti provavano per te... e di questo ringrazio tutti, anche a n o m e della mia famiglia. Sei stata una D o n n a meravigliosa in ogni vissuto della tua vita: c o m e Figlia, c o m e Moglie, c o m e M a m m a , c o m e Suocera, c o m e Nonna... Aiutaci ad essere un po' simili a te. Rimani con noi e aiutaci in ogni giorno, stacci vicino perchè è proprio ora che abbiamo bisogno di Te, e della tua presenza. Grazie M a m m a . Marina, Sergio, Renato, Enrico, Mattias, Luca, Thomas, Paola, Andrea pag. 11 Suor Armenia Menichelli di Gaetano e Albucci Lucia; nata a Tessennano il 3 novembre 1922, il 3 novembre 1949 ha emesso l'oblazione nell'Istituto delle Maestre Pie Filippini a Montefiascone. È stata catechista e maestra di scuola materna in varie località: Ischia e Grotte di Castro, Onano, Canino, Marta, Montefiascone (Le Grazie). I ^ — — — • — — — Si sentiva onorata di essere Maestra Pia, e non perdeva l'occasione di rivolgere, a chiunque incontrasse e spesso con insistenza, parole che invitavano alla preghiera e alla carità. Ha nutrito un grande amore per Santa Lucia, per la Madonna e per l'Eucaristia e nella sua preghiera non mancava il ricordo dei sacerdoti e della Chiesa intera. Ha offerto la sofferenza della malattia, rimanendo in comunione di affetto con le consorelle e con i parenti tutti. "Abbà Padre" lo ha gridato, meravigliata ed estasiata quando si è trovata dinanzi al Padre. "È lo Spirito che attesta che siamo figli di Dio, se figli anche eredi, eredi di Dio, eredi di Cristo, se veramente partecipiamo alla sua sofferenza, per partecipare alla sua gloria". A tutti noi Gesù dice: "Siate pronti!". "Anche voi tenetevi pronti, perchè il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pesante". Sguazzino Svezia Maestra Maria Mezzetti Il 6 maggio scorso, presso il civico Ospedale di Montefiascone, città dove era nata, ci ha lasciato c o n quella discrezione che l'aveva caratterizzata, la maestra Maria Mezzetti Mezzera. La s u a è stata una vita intensa trascorsa tra la famiglia e la scuola, impegni che ha saputo coniugare, c o m e la d o n n a descritta nel libro dei Proverbi della Bibbia, che d à gioia e serenità alla sua famiglia. Proprio questo ha donato alla s u a famiglia, che ha rallegrato e rassicurato c o n il suo carattere buono e gioviale, sereno e dinamico. D o n n a forte, ha saputo confortare e sostenere anche q u a n d o l'estate scorsa ha perduto uno dei suoi figli. La scuola è stata la sua passione e quasi la sua s e c o n d a famiglia. All'insegnamento elementare ha dedicato ben 43 anni di servizio, spesi in tante località del viterbese, c o m p r e s e le scuole della nostra città. O v u n q u e si è fatta apprezzare non solo per le qualità didattiche, ma anche per la sua capacità educativa nel saper trasmettere i valori essenziali della vita. Per tanti anni è stata tra le prime maestre ad impegnarsi a Villa S. Giuseppe alle Mosse, a Villa Buon Respiro e a Villa Immacolata, nel sostegno dei bambini con qualche problema, ai quali ha saputo dare tanto amore, e la sua c a s a è divenuta, per alcuni di loro, la famiglia dove trascorrere feste e momenti di serenità. L'impegno didattico a questi bambini era l'espressione della sua attenzione verso chi a v e v a più bisogno di aiuto e di affetto. Vivacità, intelligenza e concretezza, gentilezza del tratto erano caratteristiche subito evidenti in chi l'avvicinava. Queste doti non l'hanno lasciata n e m m e n o nella sua breve malattia, durante la quale ha espresso gratitudine verso tutti coloro che l'hanno assistita. Da qui la famiglia vuole ancora esprimere il proprio grazie al dott. Luigi Cricco, agli altri medici dell'Ospedale di Montefiascone e agli infermieri per la premura e d attenzione con le quali l'hanno seguita, c o m e anche a P. Terenzio e a tutto il personale di Villa S. Margherita, dove ha trascorso s e r e n a m e n t e l'ultimo periodo della s u a vita terrena. Lo stesso grazie a tante amiche ed amici che le sono stati vicino, e che ha saputo ricambiare con la stessa generosa amicizia e benevolenza. C o n le parole del libro dell'Apocalisse, che risuonano in questo t e m p o di Pasqua: "Beati i morti che m u o i o n o nel Signore, le loro opere li seguiranno, gli diciamo "Riposa in pace!" e gli esprimiamo la gratitudine per tutto quello, e d è tanto, che ci ha donato. In ricordo di una donna semplice e serena; in ricordo di una donna giusta e comprensiva, sempre affettuosamente disposta verso il prossimo; in ricordo di una vera madre. Il 5 maggio 2011 è mancata ai suoi cari la signora SGUAZZINO SVEZIA - di anni 83. L'alba di ogni dì ti porta il bacio di chi ti ha voluto tanto bene e prega Iddio per noi di dare conforto e rassegnazione al nostro grande dolore. Il figlio Serafino Il Mondo, il 14 giugno, festeggia le Donatrici e i Donatori di sangue per il Loro contributo alla e per la salute, contributo che non ha prezzo. L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha indetto, la Giornata Mondiale della Donazione di Sangue, appunto il 14 giugno; Giornata che è sostenuta, come da molti anni, dal Consiglio d'Europa. Nella nostra Provincia sono previste varie manifestazioni per questa grande e importante Giornata, il programma delle manifestazioni è in fase di messa a punto, e verrà adeguatamente pubblicizzata. Inform AVIS Adesso torniamo nel nostro piccolo grande mondo, Montefiascone, per ricordare che qui da noi è possibile donare il primo e terzo lunedì di ogni mese; nel terzo lunedì è possibile effettuare anche la donazione del solo plasma, la plasmaferesi, chi fosse intenzionato a farla ci contatti perchè, per un fatto tecnico; necessita una specie di prenotazione. Il posto dove si dona è sempre lo stesso, il Centro Fisso di Prelievo AVIS, a Villa S. Margherita; la "nostra" nuova sezione è in piazza V. Emanuele 9, sotto l'arco che porta in Comune, tel./fax 0761.826288, vi aspettiamo numerosi, anzi di più. Vogliamo ricordare anche che a Belcolle, presso il Centro trasfusionale, si può donare IL FLUIDO DELLA VITA ogni giorno dell'anno. Per completezza di informazione, a Montefiascone, durante l'arco dell'anno, si può donare anche in alcuni giorni festivi e/o particolari, giorni che vengono sempre resi noti con congruo anticipo. Per la sezione avis Montefiascone Carlo GIANVINCENZI Signora del B U R U N D I , domiciliata a Montefiascone presso Suore Benedettine, ex badante del Dottore Franco Maria De Simone. C o n esperienza, cerca lavoro (assistenza per anziani) giorno e notte con giorno di riposo qualche volta, il sabato o lunedì, invece della domenica. Telefono: 329.0729680. Maria Luisa LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 10 Il Papa Benedetto XVI conversa con gli astronauti della Stazione spaziale internazionale in orbita intorno alla Terra 21 maggio Preceduto que domande tiamo le parti - sabato - tarda mattinata. da una introduzione del Papa, il colloquio si è articolato in cinrivolte agli astronauti e nella loro rispettive risposte. Noi ne riporessenziali. Dalla Stazione Spaziale voi avete una prospettiva molto diversa sulla Terra. Voi sorvolate molte volte al giorno i differenti continenti e nazioni. Credo che per voi debba essere evidente il fatto che noi tutti viviamo su di un unico pianeta e che è assurdo combatterci e ucciderci gli uni gli altri. So che la moglie di Mark Kelly è stata vittima di un grave attentato e spero che la sua salute continui a migliorare. Quando voi contemplate la Terra da lassù, vi capita di pensare al modo in cui le nazioni e i popoli vivono insieme quaggiù, o a come la scienza può contribuire alla causa della pace? Mark Kelly (USA) "Grazie per le gentili parole, Santià e grazie - ha risposto lo statunitense Marlk Kelly - per aver menzionato mia moglie Gabby. È un'ottima domanda. Sorvoliamo quasi tutta la terra e non si vedono confini, ma allo stesso tempo ci rendiamo conto che le persone combattono le une contro le altre e che c'è tanta violenza nel mondo. Di solito le persone si combattono per molte cose diverse, come possiamo vedere adesso in Medio Oriente. Di solito la gente lotta per ie risorse. È interessante che sulla terra la gente combatta per l'energia, mentre nello spazio utilizziamo l'energia solare e pile a combustibile. La scienza e la tecnologia che mettiamo nella stazione spaziale servono a sviluppare una capacità di energia solare per fornirci una quantità di energia illimitata. Se si riuscisse ad adottare tecnologie simili sulla terra, forse potremmo ridurre un po'quella violenza". Uno dei temi sui quali ritorno spesso nei miei discorsi è quello della responsabilità che tutti abbiamo per l'avvenire del nostro pianeta. Richiamo i seri rischi che si prospettano per l'ambiente e per la sopravvivenza delle future generazioni. Gli scienziati ci dicono che dobbiamo essere vigili e, da un punto di vista etico, dobbiamo ugualmente sviluppare la nostra coscienza. Dal vostro straordinario punto di osservazione come vedete la situazione sulla Terra? Vedete segni o fenomeni ai quali dobbiamo prestare maggiore attenzione? Ron Garan (USA) "Santità, è davvero - è stata la seconda risposta di Ron Garan, statunitense - un punto di osservazione privilegiato. È un grande onore parlare con lei ed ha ragione che da quassù si gode di uno straordinario punto di osservazione. Da una parte possiamo vedere quanto il nostro pianeta sia indescrivibilmente bello, dall'altro possiamo capire quanto sia estremamente fragile. L'atmosfera, per esempio, se vista dallo spazio è sottile come un foglio. E fa riflettere il fatto che questo strato tanto sottile è ciò che separa ogni essere vivente dal vuoto dello spazio ed è tutto ciò che ci protegge. Ci sembra incredibile osservare la terra che è sospesa nello scuro dello spazio e pensare che noi siamo qui insieme, viaggiando attraverso l'universo in questa bella e fragile oasi. E ci riempie di speranza pensare che tutti noi a bordo di questa incredibile stazione orbitante, costruita grazie al partenariato internazionale di motte nazioni, compiamo questa sorprendente impresa. Ciò dimostra che lavorando insieme e cooperando possiamo superare molti dei problemi del nostro pianeta e risolvere molte delle sfide che i suoi abitanti devono affrontare. Ed è un posto bellissimo per lavorare e osservare il nostro bellissimo lavoro". L'esperienza che ora state facendo è straordinaria e importantissima, anche se alla fine dovrete ritornare giù su questa terra come tutti noi. Quando tornerete, sarete molto ammirati e trattati come eroi che parlano e agiscono con autorità. Sarete invitati a raccontare le vostre esperienze. Quali saranno i messaggi più importanti che vorreste trasmettere, specialmente ai giovani, che vivranno in un mondo profondamente influenzato dalle vostre esperienze e scoperte? Mike Finchke (USA) "La stazione Spaziale Internazionale è solo un simbolo, un esempio di ciò che possono fare gli esseri umani quando lavorano insieme in modo costruttivo. Quindi uno dei nostri messaggi più importanti è quello di far sapere ai giovani, che c'è un intero universo per noi da esplorare e se ci impegniamo insieme non c'è nulla che non riusciamo a fare". L'esplorazione dello spazio è un'avventura scientifica affascinante. So che siete stati occupati nell'installazione di nuove strumentazioni per l'ulteriore ricerca scientifica e lo studio delle radiazioni che giungono dagli spazi più lontani. Credo però che si tratti anche di un'avventura dello spirito umano, uno stimolo fortissimo a riflettere sulle origini e sul destino dell'universo e dell'umanità. I credenti spesso rivolgono lo sguardo in alto verso gli spazi sconfinati dei cieli e, meditando su Colui che ha creato tutto ciò, sono colpiti dal mistero della sua grandezza. È per questo motivo che la medaglia che ho affidato a Roberto (Vittori) come segno della mia partecipazione alla vostra missione, rappresenta la creazione dell'uomo, così come l'ha dipinta Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina. Nel mezzo del vostro intenso lavoro e ricerca, vi capita mai di fermarvi e fare simili pensieri, magari anche di rivolgere una preghiera al Creatore? Oppure vi sarà più facile riflettere su questi temi una volta ritornati sulla Terra? Roberto Vittori (nato a Viterbo dell'Aeronautica Militare) nel 1964, Colonnello "Santità, il lavoro di astronauta - ha detto Vittori - è molto intenso. Abbiamo tutti la possibilità di guardare fuori. Quando sopraggiunge la notte possiamo guardare in giù, verso il nostro pianeta, il pianeta blu. È bellissimo. Il blu è il colore del nostro pianeta, blu è il colore del cielo, blu è il colore dell'aeronautica italiana che mi ha dato l'opportunità di unirmi all'Agenzia Spaziale Europea. Siamo riusciti a vedere la bellezza tridimensionale del nostro pianeta. Prego per me, per le nostre famiglie, per il nostro futuro. Ho portato con me questa medaglia per dimostrare la mancanza di gravità. La ringrazio per questa opportunità, e adesso la farò fluttuare verso il mio collega e amico Paolo. L'ho portata, con me nello spazio e la riporterò giù per darla a lei". La mia ultima domanda è per Paolo (Nespoli). Caro Paolo, so che nei giorni scorsi la tua mamma ti ha lasciato e quando fra pochi giorni tornerai a casa non la troverai più ad aspettarti. Tutti ti siamo stati vicini, anche io ho pregato per lei... Come hai vissuto questo tempo di dolore? Nella vostra Stazione vi sentite lontani e isolati e soffrite un senso di separazione, o vi sentite uniti fra voi e inseriti in una comunità che vi accompagna con attenzione e affetto? Paolo Nespoli "Santo Padre - ha risposto Nespoli - ho sentito le sue preghiere, le vostre preghiere arrivare fin quassù: è vero, siamo fuori da questo mondo, orbitiamo intorno alla Terra e abbiamo un punto di vantaggio per guardare la Terra e per sentire tutto quello che ci sta attorno. I miei colleghi qui, a bordo della Stazione - Dmitry, Kelly, Ron, Alexander e Andrei - mi sono stati vicini in questo momento importante per me, molto intenso, cosi come i miei fratelli, le mie sorelle, le mie zie, i miei cugini, i miei parenti sono stati vicini a mia madre negli ultimi momenti. Sono grato di tutto questo. Mi sono sentito lontano ma anche molto vicino, e sicuramente il pensiero di sentire tutti voi vicino a me, uniti in questo momento, è stato di estremo sollievo. Ringrazio anche l'Agenzia spaziale americana che ha messo a disposizione le risorse affinché io abbia potuto parlare con lei negli ultimi momenti". Il Papa conclude: Cari astronauti, vi ringrazio di cuore per questa bellissima opportunità di incontro e dialogo con voi. Avete aiutato me e tante altre persone a riflettere insieme su argomenti importanti che riguardano l'avvenire dell'umanità. Vi faccio i migliori auguri per il vostro lavoro e per il successo della vostra grande missione al servizio della scienza, della collaborazione internazionale, dell'autentico progresso e in favore della pace nel mondo. Continuerò a seguirvi con il pensiero e la preghiera e volentieri vi imparto la Benedizione Apostolica. LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 11 Musica e«.« cambiamento Nel rinnovato clima spirituale e culturale dei primi anni del Novecento, l'attenzione non si volse soltanto agli esempi stranieri, Debussy, Ravel, Stravinski, hinde mith, ma anche a quelli che nel passato glorioso avevano scritto opere strumentali e vocali del Sei e Settecento, da Monteverdi a Vivaldi, con una particolare predilezione per le musiche ancor più antiche del gregoriano, e ciò per spezzare l'abitudine di continuare ad accettare quelle forme stilistiche ormai sancite ed accettate dal pubblico come superate dai tempi ed entrare a far parte della cultura europea. Superata una prima fase di isolamento, dopo la conseguita unità d'Italia e l'importanza assunta dalla Nazione nel Congresso degli Stati Europei, la musica Italiana si inserì prima dignitosamente nel quadro Internazionale, per assumere, poi una sua fisionomia quindi un peso di primissimo ordine. In questa nuova atmosfera va ricordata la maestria dei nostri compositori che pur partendo in ritardo non si fermarono come gli stranieri a Debussy, Ravel e Stravinski ma rivisitarono le opere del sei-settecento e fra queste le opere da Monteverdi a Vivaldi, con una particolare predilezione per quelle più antiche del gregoriano. Una quasi rivoluzione che desiderava ripartire da una musica piena di ideali e spiritualità nonché misticismo. Presentiamo, quindi, Franco Alfano (1876-1954) che dopo aver superato la fase Verista modificò e rinvigorì con la sua esuberante vivacità tipicamente mediterranea per concludere con forme più classiche e tradizionali nelle quali trasferì la sua vena melodica, di gusto pucciniano; in proposito si ricorda che gli venne affidato di terminare la Turandot quando scomparve Puccini. L'Opera "Resurrezione" (1904) è ancora influenzata dal Verismo mentre già, nell'ombra di "Don Giovanni" (1914) è invece sensibile la sua ultima tendenza. Di maggior rilievo è invece la figura di Ottorino Respighi (1879 - 1936) che portato dalla sua estetica dannunzianeggiante a coltivare ogni espressione di sensualità sonora, da quelle delicate e suggestive dell'impressionismo finì con arie più arcaiche stilizzate ma saporose del gregoriano, raggiungendo elevate espressioni nei grandi e fantasiosi poemi sinfonici dove potè maggiormente espandersi. C'è in proposito da ricordare il più importante suo poema sinfonico rimasto praticamente insuperato (1916) cui seguirono "I Pini di Roma" (1924), "Feste romane" (1928), mentre Vetrate di Chiesa (1927) e "trittico botticelliano" rivelano il suo autore nel lato artistico e intimo con una melodia chiara, vivente in una atmosfera ingenua e contemplativa. Scrisse anche numerose opere teatrali - "Il Belfagor" (1923), di una piacevolezza superficiale, e "Maria Egiziaca" (1912) dove l'ispirazione mistica si rifà alle semplici tonalità, alle semplici e nude tonalità della musicalità gregoriana. Anche Ildebrando Pizzitti (1880) assimilò il gregoriano non per ricercare modi e sonorità ed effetti inconsueti da inserire nel proprio linguaggio, bensì come espressione del proprio spirito, portato per naturale tendenza ad alti ideali estetici e religiosi. La sua aspirazione fu quella di risollevare l'opera dagli effetti plateali del dramma verista ed elevarla ad alto valore simbolico di una vita superiore retta da principi evangelici. Ma non sempre questo ideale fu raggiunto, anche perchè l'argomento e l'atmosfera dei suoi drammi erano spesso tratti da D'Annunzio - La nave (1905), Fedra (1911), La Figlia di Iorio (1954) ma appare attuato nel dramma biblico in tre atti "Debora e Jaele" (1922) il cui testo preparato dallo stesso musicista e attinto al "Libro dei Giudici", narra le sofferenze del popolo ebraico in lotta con i Cananei. L'atmosfera mistica del racconto è pienamente raggiunta nelle pagine corali. La produzione di questo autore è vastissima tra "Concerti", "Preludio", "Messe da Requiem", "L'Assassino nella Cattedrale" (1957), "De Profundis, quartetti" oltre alle sue liriche da camera e pianoforte che sono considerate le più belle affermazioni della mirabile vocalità di questo musicista. Un altro ottimo musicista che fonde una sensibilità moderna con l'antica musica melodica del Monteverdi, dei Madrigalisti del 500 e del gregoriano è Gian Francesco Malipiero (1862) che fu un autore alquanto libero da scuola e programmi portato per sua natura ad una estetica, dove confluiscono programmi in un linguaggio unanimamente riconosciuto, dove i pensieri musicali si susseguono con estrema libertà come le voci di un madrigale cinquecentesco. Nel 1918, dopo aver subito l'influsso russo e francese, compose le "Sette canzoni". Desiderò, poi, tentare un nuovo tipo di dramma musicale nel quale ogni canzone è rappresentata da un tema; una via ripresa più tardi nel "Torneo Notturno" (1929) dove il fatidico 'sette' ritorna nel numero dei notturni intorno alla "Canzone del Tempo"; è un clima quello di queste due composizioni al quale si può accostare quello di "Pantea" (1919) dramma sinfonico di tendenza espressionista convulso che si placò sino ad acquistare una calma serenità nelle composizioni religiose successive come nella "Passione". Si accostò prima alla "Favola del figlio cambiato" musicando lo scritto del Pirandello e poi, affrontò la grandiosità del dramma classico nel "Giulio Cesare" (1935), "Antonio e Cleopatra" (1938), "Ecuba" (1939), per ritornare al suo divagare libero e melodico come nell' "Allegra Brigata" dando prova di grande sensibilità moderna nella libertà tonale e nella nuova concezione teatrale. Ma è con la musica di Alfredo Casella (1883 - 1947) che la musica italiana si accostò al linguaggio internazionale e liberandosi dalla influenza delle musiche russe e francesi fuse ciò che era assimilabile alla sua natura italiana ricorrendo alla musica strumentale settecentesca da Vivaldi a Scarlatti. Ritornò a comporre seguendo un nuovo indirizzo che concretò nel Concerto per Quartetto d'archi (1924) da lui considerato come la sua prima opera di "Stile italiano moderno" che nella sua ricerca di uno stile nazionale, ritrovò nei ritmi delle danze meridionali che lo stesso autore definì "il suo terzo stile". Da questa fase nazionalista evolse verso una fase neo classica seguendo il naturale processo di sviluppo al quale contribuirono le musiche scritte tra le due guerre da Casella. Parliamo ora della musica di Federico Giorgio Ghedini che per lo spirito e i suoi studi umanisti può essere annoverato fra la generazione del Novecento. La sua produzione va alla predilezione per Frescobaldi e gli autori del Cinque Seicento. La componente arcaica del suo linguaggio musicale si esprime liberamente ricordando le modulazioni e la sonorità frescobaldiana ma non esclude esperienze modernissime come la tecnica dodecafonica che inserisce nelle sue architetture musicali. Notevoli e da ricordare "Il Concerto grosso per cinque flauti e archi" (1927) quasi neoclassico nelle sue moderne trasfigurazioni di forme antiche, "il Concerto spirituale dell'incarnazione del Verbo Divino" (1943) per voci e piccola orchestra, su testo di Jacopone da Todi e altre opere teatrali quali "La Baccanti" (1943) e altre composizioni. Ed eccoci giunti alla vera e propria generazione del Novecento, quella dei discepoli dell'ottanta, che trovando un pubblico appassionato più di concerti che di musica d'opera composero e trovarono il modo di costruire musica su solide basi sinfoniche. LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 pag. 10 Assemblea Centro Diurno del Anziani Il giorno 1 6 aprile 2011, presso il Centro Diurno Anziani di Montefiascone - Associazione di promozione sociale, si è svolta l'ass e m b l e a per l'approvazione del Consuntivo 2010 c h e è stato a p p r o v a t o con voto unanime, senza nessun astenuto. A seguire si è tenuta una cerimonia per la donazione di un elettrocardiografo Aspel Me Grey all'Ospedale di Montefiascone. L'acquisto è stato possibile sia per l'impegno di alcune signore del Centro che hanno organizzato, con i manufatti da loro realizzati, una pesca di beneficenza, che grazie al volontariato svolto d a alcune iscritte nella gestione delle attività sociali. Si ringraziano anche i soci del Centro che ancora una volta hanno dimostrato sensibilità sociale a f a v o r e d i iniziate b e n e f i c h e a v a n t a g g i o della c i t t a d i n a n z a d i Montefiascone. Il Presidente Ugolini Arcangelo Terza "LAUREA" per mio nipote Luigi Il dott. Luigi Palumbo si è laureato c o n l o d e p e r l a terza volta in "Economia e Management" presso l'Università di Siena. Tanti auguri dalla zia Ornella, zio Gianfranco, Luisa, L e o n a r d o Lanzi. La facciata che vediamo è un insieme di diversi stili, ben armonizzati tra loro, che, pur nella loro diversità, offrono allo sguardo una vista abbastanza piacevole c h e c r e a notevole attrazione e stimola un'attenta analisi per coglierne la storia e le motivazioni più disparate del suo essere tale. L'arco lungo, per una parte anche in piano, è stato sicuramente realizzato d a un muratore professionista che s e n e intendeva dei diversi problemi dell'edilizia e delle tecniche del costruire. È bene ricordare che la facciata, che si trova in Via Malatesta, risale molto indietro nei secoli ed in quel tempo, per l'edilizia spicciola, il muratore capo mastro, a differenza di oggi, era quello che f u n g e v a d a ingegnere, architetto, direttore di cantiere. Certamente i muratori contemporanei, nonostante tutta la tecnologia a disposizione difficilmente riescono a realizzare in muratura pura, s e n z a lo scheletro in c e m e n t o armato, una struttura del genere. Basti recarsi presso una frazione del contado per vedere una struttura simile, m a perfettamente puntellata perchè rischia il crollo. L'intera facciata, in muro incerto, è stata ben ristrutturata nel suo recupero. I portoncini che si vedono, realizzati in zoccoli di terracotta, ben si addicono a tutto il complesso. a cura di P. B. Domenica 12 GIUGNO Chiesa a cura di Pietro Brigliozzi Le Ricette di Nonna Orlanda Ed ora la q u a r t a quando sarà? nella Facciate storiche falische di S. Maria a alle ORE 11,30 5. M e s s a per i caduti in Montedoro guerra N e i 1 SO a n n i dell'Unità d ' I t a l i a t a l e celebrazione assume un significato particolare LA CITTADINANZA È PREGATA D'INTERVENIRE Un avvenimento! 14 m a g g i o : Festa della M a d o n n a d e l M o n t e a Marta (volgarmente detta Barabbata). Quest'anno non sono riuscito a d andare perchè s'erano prenotati per venire a celebrare nella Basilica di S. Margherita i sacerdoti appartenenti al "Pontificio Istituto Teutonico di S. Maria dell'Anima" - Roma, con il loro rettore Franz Xaver B r a n d m a y z . S o n o stati puntualissimi e alle ore 10,05 già erano sull'altare. Sacerdoti di diverse nazionalità, due soltanto italiani, avevano al seguito 5 suore per le necessità pratiche e immediate. È stato un vero avvenimento! La nostra basilica si presta a queste originali celebrazioni. Si avvicina l'estate, una ricetta rinfrescante; Nonna O r l a n d a cosa possiamo fare? Il cibo più rinfrescante per l'estate è sicuramente quello a base di zucchine. Allora c o m e d o b b i a m o farle queste zucchine. Direi... ripiene al tonno. Ingredienti: zucchine, mollica del pane possibilmente casereccio, olio, prezzemolo, sale, aglio, pepe, tonno tritato, pomodoro. C o n f e z i o n a m e n t o : svuotare 5 zucchine, mettere a bagno la mollica del pane; una volta bagnata, strizzarla dall'acqua e d asciugarla sul fuoco in un pentolino; metterla quindi in una scodella e condirla c o n olio, prezzemolo, sale e pepe, aggiungere una scatoletta di tonno tritato; riempire le zucchine con questo impasto. In un t e g a m e fare un sughetto con aglio, olio e p o m o d o r o e mettere le zucchine a cuocere nel forno a 180°. Il sugo di p o m o d o r o deve essere lento perché, cuocendo, si a d d e n s a d a sé, eventualmente, s e le zucchine stentano a cuocersi aggiungere u n pochino di acqua. Rimanendo sull'elemento base "Zucchine" possiamo farle anche alla griglia. Basta prendere delle zucchine un pochino grandicelle, tagliarle a fette, metterle su un vassoio, condirle con sale, pepe, aglio, origano, menta e peperoncino, aggiungere olio e lasciarle marinare per un quarto d'ora. Cuocerle quindi sulla griglia bella calda per circa quindici minuti. Ben cotte rimetterle sul vassoio e bagnarle con il restante olio del primo condimento. Fanno leccare le dita. LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 "La fame dell'Anima. Una storia di Anoressia" È stato presentato il libro di Maria Vittoria Strappafelci: "La fame dell'Anima. Una storia di Anoressia". Alla cerimonia di presentazione organizzata dall'Associazione Culturale "13 Maggio", con il patrocinio dell'Amministrazione provinciale, erano presenti oltre all'autrice ed alla dottoressa Alessia Casciola, Presidente dell'Associazione culturale ed operatrice psicologa presso la USL VT1 di Montefiascone, anche il dott. Marco Scipionl, Responsabile del Centro di Psicologia e Psichiatria della USL VT1, il prof. Antonio Ciocca, docente di Psicologia Clinica all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, il prof. Gianni Cutolo, docente di Psicoterapia all'Università di Siena, il prof. Aurelio Rizzacasa, docente di Filosofia della Storia presso l'Università di Perugia. Le scienze psicologiche e psichiatriche e tutte le altre scienze correlate ed interdisciplinari che si sforzano di comprendere e risalire alle cause ed alle origini di un male così oscuro tra la gioventù, ma così presente e diffuso come ai nostri giorni, vogliono capire soprattutto perchè "la magrezza sia diventata un ideale culturale dominante nel ventesimo secolo". L'anoressia (ma con essa anche la bulimia, la bigoressia e l'ortoressia) rappresenta uno degli estremi di un continuum sul quale oggi si trovano tutte le donne (e non solo!) in quanto tutte più o meno vulnerabili alle esigenze della costruzione culturale della femminilità, per cui "la cultura, la quale opera non solo attraverso l'ideologia e le immagini, ma anche mediante l'organizzazione della famiglia, la costruzione della personalità, l'educazione della percezione, non concorre semplicemente all'insorgere dei disturbi alimentari ma addirittura ha un ruolo preminente nel produrli. In primo luogo essi sono molto frequenti nella popolazione femminile (circa il 90% delle persone che ne soffrono è composto da ragazze o donne); in secondo luogo i disturbi alimentari rappresentano un fenomeno culturalmente e storicamente situato: nelle società industriali ed avanzate degli ultimi cento anni. Nel corso della storia, sporadicamente sono stati documentati diversi casi isolati, ma è solo nella seconda metà dell'Ottocento che una sorta di contenuta epidemia di anoressia mentale viene menzionata per la prima volta nei resoconti medici; e una tale frequenza scompare di fronte allo straordinario dilagare dell'anoressia e della bulimia negli anni ottanta e novanta del secolo scorso. Ma come può un'analisi culturale spiegare il fatto che i disturbi del comportamento alimentare si manifestano solo in alcuni individui, benché tutti siamo soggetti alle stesse pressioni socio culturali? L'identità di ognuno di noi si costruisce a partire da vincoli genetici, morfologici, culturali, familiari, psichici, che insieme determinano la nostra posizione nel mondo e la nostra libertà. Particolarmente toccante e fulcro di tutto l'incontro è stata la testimonianza di Maria Vittoria Strappafelci, autrice e protagonista insieme al suo male oscuro. È stato, come lei stessa ha confessato, durante l'incontro, un motivo terapeutico ed il bisogno stesso di ritrovare attraverso un percorso dell'anima la sua identità di donna, prima malata e poi successivamente sanata non solo con l'aiuto delle scienze psicologiche e psichiatriche, ma anche con la ferrea volontà di uscire da un tunnel maledetto anche con la forza della fede per diciannove lunghissimi anni - racconta nel suo libro Maria Vittoria Strappafelci, ha dovuto convivere con un male oscuro che le divorava l'anima ed il corpo, la isolava da tutti gli affetti più cari, arrivando a pesare soltanto 34 chilogrammi. Infine quel colpo di reni, l'orgoglio e la fede l'hanno aiutata ad uscire dal tunnel. Come lei stessa ha confessato: la famiglia innanzitutto, la volontà di guarire ed operatori specializzati sono stati i protagonisti di una rinascita che ora ha voluto raccontare e donare al pubblico dei lettori. Un libro che merita di essere letto da parte di tutti: adolescenti, adulti e famiglie, perchè imparino da certe testimonianze ad apprendere e ad amare l'essenza della vita per se stessi e per i loro figli. Giuseppe Pessimi adulti Molto spesso sulle pagine di questo mensile ci siamo soffermati a parlare di... scarsa educazione giovanile, che si nota soprattutto quando si cammina in strada o si viaggia sugli autobus. Linguaggio triviale, al limite della maleducazione degli altri viaggiatori, anche se con qualche annetto in più sulle spalle. Ora, però, se a tutto questo aggiungiamo anche la complicità, più o meno silenziosa, più o meno esplicita degli adulti in certe circostanze, potremo mai lamentarci in futuro, se i nostri ragazzi cresceranno con il sistema... impunitario ben saldo ed inattaccabile nel DNA? Tempo addietro, di ritorno verso Montefiascone su di un autobus di linea COTRAL, ho assistito - mio malgrado - ad una scena davvero incresciosa ai danni di chi in quel momento non stava facendo altro che svolgere il suo lavoro, vale a dire quello di controllare che tutti i viaggiatori, in quel preciso istante presenti sull'autobus, fossero in possesso del titolo di viaggio regolarmente obliterato. Cosa è accaduto, in buona sostanza? L'autobus giunto alla prevista fermata, insieme a pochi passeggeri, ha fatto salire anche i famigerati ed "odiati"... controllori. A questo punto, alcuni giovincelli, ritenendosi dei... furbetti di quartiere, (o, almeno, in tal guisa, costoro si reputavano), hanno pensato bene, con uno scatto felino, di alzarsi dal proprio posto e di recarsi di volata verso la macchinetta obliteratrice per compiere ciò che avrebbero dovuto compiere al momento della loro salita sull'autobus, ovvero obliterare il titolo di viaggio. Ma è qui che... cadde l'asino, come avrebbe detto loro quel famoso personaggio del film, "Mi manda Picone". Già, perchè costoro, in men che non si dica, si sono trovati la strada giustamente sbarrata dal controllore di turno, che con un gesto secco e, tuttavia garbato, ha fatto presente ai furbastri in questione di accomodarsi al proprio posto e di preparare i loro documenti per procedere alla notificazione di una giusta e sacrosanta multa. È stato a quel punto che da alcuni posti, si è levata qualche voce, non dico Bracchi pag. 11 Giovinezze d'amore nelle poesie degli studenti Il graduale procedere di Michelina Panichi negli spazi della poesia, oltre a svilupparsi in una raffinata e personale crescita stilistica, si caratterizza per l'apertura a sperimentazioni privilegiate, talvolta in grado di coinvolgere insospettate risorse liriche. Liceo Classico Statale TERENZIO MAMIANI di Roma Poesie Esemplare, a questo proposito, è il piccolo volume "Poesie" - presentato il 13 maggio 2011 nell'Aula Magna del Liceo classico Terenzio Mamiani in a cura di Michelina Panichi quanto risultato di un originale progetto collettivo curato dalla stessa professoressa Panichi. Nel libro sono raccolte 113 poesie di studenti del celebre liceo che, oltre alle prevedibili tematiche amorose, trattano e svelano, con insoliti approcci linguistici, il difficile mondo dei ragazzi, le loro realtà, le problematiche dell'esistere e del rapportarsi con gli altri. Il lavoro, oltre ai lusinghieri giudizi di Lina Sergi, presidente dell'Accademia nazionale di poesia, e del dirigente scolastico Carlo Mari, è stato molto apprezzato da alcuni importanti esponenti del mondo letterario intervenuti alla presentazione. Tra questi lo scrittore Andrea Camilleri e il poeta Elio Pecora, curatore, quest'ultimo, del laboratorio di poesia attivo presso il liceo. Non nuova a questo tipo di esperienza, la professoressa Panichi aveva in precedenza coordinato un progetto didattico interdisciplinare, sempre rivolto ai giovani, dal titolo "Laboratorio di scrittura creativa: poesia per il dialogo tra le culture". Ricordiamo che la manifestazione Michelina Panichi, insegnante di italiano e latino presso il liceo classico Terenzio Mamiani di Roma, nel 2006 ha vinto il 1° premio letterario internazionale U.N.L.A.U.C.S.A.sezione poesia - con il volume L'angolo delle Muse (ed. L'Oleandro Arga), nel 2007 è risultata vincitrice del "Certamen di poesia latina" indetto dall'Accademia Nazionale di Poesia e, nel 2008, ha presentato alla Fiera del libro italiano a Parigi presso il complesso Blanc Manteau la sua ultima pubblicazione, Coscienza del tempo. a sostegno di quei furbastri, ma sicuramente con un intento benevolo, quasi indulgente, finalizzata a far capire a chi di dovere che, forse, era meglio soprassedere alla multa, visto e considerato che, tutto sommato, i furbetti incriminati, erano comunque in possesso del titolo di viaggio. Devo confessare che è dispiaciuto non poco al sottoscritto dover assistere ad una scena così pietosa? Non trovo neppure le parole per esprimere tutto il mio disappunto per l'intrusione inopportuna quanto ingiusta di chi, invece, proprio in virtù del colore dei capelli, forse sarebbe dovuto intervenire con ben altri intendimenti, per rimarcare, invece, il comportamento dei furbastri ed approvare quello dei controllori. Cari lettori, educare oggi è tanto difficile, che perfino un illustre Vescovo ha scritto, di recente, un libro dal titolo provocatorio: "Educare si deve, ma si può?", alludendo, forse, con tale titolo, per l'appunto, a tutta una serie di lacci e lacciuoli, che come, nel caso sopra descritto, non farebbero altro che impedire, o quanto meno ostacolare o ritardare un'opera di buona educazione, dovesse trattarsi anche di una multa. Tutti sanno, anche i giovani sopra menzionati, che una volta acquistato il biglietto, saliti sull'autobus, il titolo in questione deve essere obliterato. E allora perchè non farlo? Evidentemente perchè si è in malafede, perchè si vuole risparmiare sugli acquisti di ulteriori biglietti, alla faccia di chi invece osserva le regole, vale a dire la maggioranza dei viaggiatori, giovani o meno giovani che siano. E non si tiri in ballo, per carità di Dio la solita sbadataggine o dimenticanza! I doveri non si dimenticano o se accade lo si fa proprio rischio e pericolo. Anche quello di una multa. Allora cari furbetti la prossima volta, obliterate il vostro Eviterete così delle pessime figure e avrete compiuto, invece, un di buona educazione e di civiltà. E soprattutto, fate a meno di certe sirene, che nonostante i capelli canuti, dimostrano di avere il cervello che dicono di avere. In pratica, zero tituli. biglietto! bel gesto ascoltare appena... G. B. pag. 10 LA VOCE - n° 6 - Giugno 2011 La nuova vita, arricchita dalla grazia, è il dono più grande riceviamo da Dio Padre - Figlio - Spirito Santo Campane a festa... Ormai è grande che Che gioia! È il battesimo £ di Martina Petrose/li, sor- i Tripudio di cuori, nella notte di Resurrezione, il piccolo Alessio Bronzetti ha ricevuto il Santo Battesimo, circondato dai nonni Giovanna e Stefano, Angelo e Antonella, gli zii Francesco e Andrea, ed una cerchia di bisnonni, Angelo e Anna, Antonio e Zena, Erasmo, tutti vicini ai genitori Paolo e Debora, felici di poter contare sulla protezione divina nel crescerlo e guidarlo bene. Partecipando alla felicità e dolcezza di quel momento, preghiamo affinchè il ricordo di questo puro e lieto giorno possa essere la guida della vita del piccolo Alessio. Nozze — » . . .-• t « :t Il 29 maggio ha compiuto un anno Caterina dal giorno del suo battesimo, mentre è nata il 20 dicembre 2009, da Emanuele e da Monia Ovidi. In braccio al sacerdote, guarda estasiata sua madre, sicura d'essere protetta, perchè è l'unica vera ricchezza per papà e mamma. Auguroni! Cianchi, d'argento =.--m ! * t , . T ! SI {ti l ì, Sono gli sposi Gianfranco Lucchi e Antonella Salvatori, che festeggiano le nozze d'argento, 12 aprile 1986. Hanno voluto ricordarle nella chiesa di S. Pietro - Benedettine - sabato 16 aprile, perchè la sposa è la brava cuoca, ormai da tempo, del monastero. Testimoni i due figli: Michela e Alessandro, insieme a diversi parenti ed amici. Presenti naturalmente anche i genitori degli sposi: Paolino e Pierina, Vittorio e Anna. Una bella cerimonia, che è servita per rafforzare il loro amore, la loro serietà di vita, benedetta da Dio, tanto da essere di esempio a tante altre coppie di sposi, in una società che si dice cristiana, ma che non sopporta più quelle che sono le caratteristiche d'un matrimonio civile e cristiano (concordatario) fonte di vera e grande gioia. retta dalla mamma Maria Adele Notazio e dal papà Marco, mentre il padrino e la madrina, Andrea e Federica, guardano estasiati. A fianco c'è Martina, ormai cristiana e decisa ad affrontare la vita, circondata dall'affetto di tutti i suoi cari. Il 25 marzo mio nonno Filiè Antonio ha festeggiato 86 anni. Accudito amorevolmente dalla moglie Cecilia e dai suoi figli Fausto e Sandro, le nuore Carla e Laura e le adorate nipoti Giulia e Ambra che con la loro allegria allietano le sue giornate, non dimentichiamo però il fratello Giuseppe. 8 6 CANDELINE! Un uomo che ha sempre lavorato e affrontato la vita con grinta. Grazie di tutto e tanti auguri dalla tua famiglia per tante altre candeline. Nonno ti voglio tanto bene. La nipote Giulia È un grande beato! Auguroni, cari sposi e avanti si vada nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. PER COMODITÀ' DEI LETTORI DE "LA VOCE Potete versare: - sul c.c. n° 1853/76 presso la Banca Cattolica - sul c.c. n° 10/61268 presso la Cassa di Risparmio di Montefiascone o inviare tramite conto corrente postale n. 12158010 intestato Parrocchia S. Margherita - 01027 Montefiascone o consegnare ad Angelo Menghini presso il negozio in Via S. Lucia Filippini preoccupandovi di mettere il vostro nome per essere inseriti nella rubrica "La Voce è grata ai suoi". Fra Bartolomeo Coladonato, che vive a Perugia, insieme al nostro caro concittadino Fr. Callisto Liberti ha la gioia di stringere la mano e baciarla al nuovo beato Papa Giovanni Paolo II.