Light Cat

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Light Cat
Michele Fasson ("Walter")
LIGHT CAT
Una nuova prospettiva della pesca con artificiali
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Vi incoraggio a passare questo testo agli amici, in accordo ai termini della licenza.
Per un uso commerciale dello stesso o di parti, sono disponibile all'indirizzo email indicato sopra.
Ringraziamenti
In primis, ringrazio i pesci per la loro collaborazione!!!
Ringrazio tutti coloro che hanno creduto in me, in particolare gli staff e gli utenti dei siti e forum a cui
partecipo; scusate se non faccio nomi, ma sarebbe una bella fila!!! :)
Ringrazio il Gruppo Italia Fishing, titolare dei marchi Alcedo e DIP, per la fiducia nei miei confronti e per le
generose forniture di materiale, senza cui non avrei potuto fare i test che hanno portato a questo scritto.
Infine, un ringraziamento speciale va ai compianti Giordano Massari e Mauro Patrucco, a cui devo
moltissimo non solo per il loro preziosissimo aiuto, ma soprattutto per esser stati dei Maestri non solo di
pesca ma anche di vita.
Convenzioni usate nel testo
Le misure, salvo dove diversamente indicato, sono in unita' del Sistema Internazionale e relativi
multipli/sottomultipli.
Per le attrezzature, il riferimento che utilizzero' saranno i prodotti a marchio Alcedo e Dip, sia perche' ho
utilizzato queste, sia per la validita' che hanno dimostrato sul campo.
Utilizzo l'apice al posto delle lettere accentate per semplice abitudine personale.
Ho cercato di ridurre al minimo l'utilizzo di parole inglesi per semplificare la comprensione a tutti, anche a chi
non conosca quella lingua.
Clausola di non responsabilita'
Declino qualsiasi responsabilita' per qualsiasi conseguenza spiacevole. Il lettore accetta di assumersi ogni
responsabilita', e di non rivalersi in nessun caso sull'autore.
Proprieta' dell'opera
La proprieta' dell'opera e i diritti sulla stessa restano dell'autore (Michele Fasson, "Walter"), che la rilascia al
pubblico secondo la licenza Creative Commons BY NC ND come specificato sopra.
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Una premessa...
E' strano pensare che, dopo tante pescate, quello che faccio ad ogni uscita sia talmente
definito nella mia mente da poterlo ben identificare e delimitare. Ma, a conti fatti, non si
tratta solo di una classificazione sistematica, ma del dover "racchiudere" dentro confini
spesso troppo stretti una propria passione.
Cosi', mi trovo a scrivere queste righe, pensando ai "miei" amici di pinna a una quarantina
di km da qua e cercando di trasmettere il mio approccio a loro e alle "mie" acque.
Cosa non e' il Light Cat
Questa e' la domanda piu' facile. Intanto, non vuole essere solo una nuova variante o
sottocategoria dello spinning. Il nome "cat" tradisce che si parla di siluri, ma vi assicuro
che non vuole essere neppure una ennesima versione del catfishing, ne' essere legata
strettamente a questo pesce, ne' tanto meno vuole essere una tecnica codificata in modo
rigoroso (come il carpfishing o il feeder fishing), per mia precisa scelta, e il perche' lo
spieghero' nel prosieguo. E, soprattutto, non vuole essere la tecnica miracolosa che fa
prendere milioni di pesci enormi e pronti per la foto. No, sul serio, se e' questo che cercate
vi consiglio di cancellare questo file e rivolgervi altrove. Qua pensero' ai pesci e parlero' di
tecnica, ma dal mio punto di vista, non da quello della smania del pesce in piu' o del big a
tutti i costi, ma quello di poter divertirsi e imparare anche in altre situazioni.
Cosa e' il Light Cat
Questa e' la domanda difficile. Qualcuno, filosoficamente, disse: "se incontri il Buddha
sulla tua strada, uccidilo". Ed e' quello che voglio fare, simbolicamente, nelle prossime
righe.
Ok, mi limitero' a dire cosa vorrei che fosse il Light Cat. Vorrei che fosse un nuovo
approccio alle nostre acque, rivolto ad una visione ad ampio raggio della fauna ittica
presente, alla conoscenza ed al rispetto delle stesse. Vorrei che fosse un cambio di
mentalita', una rottura rispetto ai canoni consueti dello spinning e della pesca in genere.
Vorrei che fosse un modo diverso di vedere il mondo delle acque dolci, e anche l'ambiente
che le circonda. Vorrei che fosse la liberta' di non vincolarci a prescindere solo ad un
pesce o ad un'esca, ma di seguire il nostro istinto verso una "nostra" via di avvicinamento
ai pesci ed alla pesca prima, e poi alla natura in genere. Vorrei che fosse il riconoscimento
che non esistono pesci o acque "di serie A" e "di serie B".
Questo e' quel che voglio quando pesco a Light Cat. Voglio sentirmi parte di un tutt'uno
con quel che ho attorno, voglio poter frequentare qualsiasi ambiente pescabile, voglio
poter puntare a pesci di taglia interessante senza negarmi sorprese e comunque
apprezzando anche pesci piu' piccoli, voglio la possibilita' di praticare questa passione con
un impegno fisico, logistico ed economico alla portata di tutti. E voglio che il Light Cat sia
una via per arrivare a tutto questo nel modo piu' semplice, divertente e istruttivo possibile.
In breve, dal puro (ed ingiusto) punto di vista tecnico: il Light Cat e' un modo di praticare la
pesca con esche artificiali ad esemplari di siluro di taglia medio piccola, in piccole acque,
senza escludere la cattura di altri predatori che vivano nello stesso ambiente.
Oltre a questo, vuole essere un modo di conoscere meglio gli ecosistemi acquatici
secondari, spesso bistrattati e semisconosciuti anche da una buona parte dei pescatori, e
di rapportarsi con essi e con il mondo che li circonda.
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Qualcosa sul siluro, ma non il solito qualcosa...
La presenza ormai consolidata del siluro ("baffone" per gli amici, Silurus glanis, Linnaeus,
1758 per gli addetti ai lavori) nelle acque italiane ha dato luogo ad un certo interesse,
alieutico e non solo, nei suoi confronti.
L'attivita' dei pescatori nei suoi confronti ha fatto si che nelle nostre acque si siano quindi
applicate o anche sviluppate tecniche apposite per la sua cattura, soprattutto nell'ottica
"specimen" della ricerca dell'esemplare di taglia, complici anche le misure molto grandi del
pesce in questione e il fascino della ricerca in grandi ambienti, un vero e proprio "tiro alla
fune" sognando il record. Questa pesca mirata, ovviamente, tende all'utilizzo di
attrezzature dimensionate per la massima resistenza possibile, fino all'uso di attrezzi
dedicati a tecniche di pesca in mare, oppure a prodotti specifici di dimensioni consone.
Questa ricerca del pesce della vita, d'altro canto, ha fatto danni anche gravi. Ha fatto si
che qualche fanatico ignorante lo immettesse a casaccio, causando seri problemi a chi
invece rispetta veramente sia questo che gli altri pesci (sono dell'opinione che, se davvero
ti piace un pesce, vai te da lui e non viceversa). Ha generato l'idea che contasse solo la
taglia fine a se stessa, tanto da far dimenticare il fatto che ogni pesce merita rispetto, al di
la' di specie e misura, e che anche i piccoli pesci vanno trattati bene. E ha fatto passare in
secondo piano il fatto che questo animale, come ovvio, nasca piccolo, spesso in piccoli
ambienti, e prima di crescere e di trasferirsi in habitat di maggiori dimensioni possa restare
per un bel po' in queste zone. Anzi, a volte ci resta per tutta la vita, e le dimensioni ristrette
di questi habitat e la relativa disponibilita' di cibo ne limitano la crescita a taglie molto piu'
classiche ed alla portata di tutti. Piccole acque che pero' possono dare grandi sorprese,
anche perche' la resistenza del baffone all'inquinamento, unita al suo rapporto alimentare
con i gamberi della Louisiana e con altra ittiofauna alloctona, fa si' che piccole acque,
spopolate da qualche anno per il pessimo intervento antropico, possano tornare ad essere
interessanti per i pescatori. Quanto piccole? Veramente piccole, dato che, con qualche
difficolta', ho avuto catture perfino in fossi larghi sul mezzo metro e fondi una spanna...
Questi pesci, in queste piccolissime acque e ovviamente anche in canali di portata piu'
consueta, vengono cosi' a rappresentare un ottimo "bersaglio", fisicamente alla portata di
tutti. Non solo, le loro taglie limitate e gli spazi ristretti permettono l'uso di attrezzatura piu'
comune e meno pesante, per quanto comunque bisogni puntare su prodotti di una certa
tenuta e qualita', ma non necessitando della spesa necessaria per un'attrezzatura rivolta
agli esemplari di grosse dimensioni presenti nei grandi bacini.
E poi, il bello della pesca e' la sorpresa. In quelle acque non ci sono solo baffoni, ma
spesso ci sono piccoli ecosistemi con altre specie con comportamento predatorio. Quindi,
perche' escluderle dalla possibilita' di cattura? L'uso di esche e montature enormi taglia
fuori questi predatori piu' piccoli ma ugualmente interessanti. Ok, capisco la selezione di
specie o di taglia, ma non mi va di precludermi possibilita' di cattura alternative.
Da questo nasce la mia filosofia del "light cat", ovvero un approccio leggero per piccoli
ambienti e "baffetti" di taglia media o piccola, per permettere la riscoperta di questi
ambienti bistrattati senza negarsi buone possibilita' di successo e un discreto margine di
sicurezza e, perche' no, anche qualche simpatica sorpresa.
Curiosi? Per le spiegazioni tecniche e non solo, andate avanti con la lettura! Se pensate
che non vi interessi, no problem, premete la x nell'angolo in alto a destra della finestra e
amici come prima, restano piu' pess per me ;)
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Safety first!!! Ovvero, indicazioni di sicurezza
Sicurezza innanzitutto, sia per noi che per i nostri amici di pinna... Per primissima cosa,
teniamo conto che comunque, per quanto non si tratti di misure record, non abbiamo
comunque a che fare con "portachiavi", quindi bisogna guardarsi bene intorno e valutare la
situazione.
Per primissima cosa: cercate un punto stabile, con spazio di manovra sufficiente per voi e
per la vostra attrezzatura, e che vi permetta di andarvene in tutta calma. Dalla vostra
posizione dovete poter essere in grado non solo di lanciare e pescare, ma soprattutto di
raggiungere e salpare il pesce in tutta tranquillita', ed eventualmente di seguirlo nelle sue
fughe. C'e' da dire che quasi tutti i fossati e canaletti di pianura, soprattutto se con
pochissimo dislivello tra acqua e riva, sono adattissimi allo scopo.
Prendete le debite misure soprattutto per il salpaggio. Il momento generato da un carico di
alcuni kg ad un metro di distanza, se non si e' attenti, puo' far rovesciare anche persone di
stazza notevole... specie se il carico si muove e non vuole saperne di collaborare. Avere
un punto stabile che permetta di raggiungere l'acqua e risalire comodamente e' la chiave
del successo.
La sicurezza e' fondamentale. Posso assicurare per esperienza diretta che e' piuttosto
imbarazzante essere ripescati dai VV.FF., e dover spiegare che si e' finiti a mollo per
inseguire un pesce...
Infine, attenzione agli artificiali e ai pesci una volta portati a riva. I pesci non stanno fermi,
e c'e' il rischio di piantarsi una punta di un'ancoretta. Un paio di pinze apposite e un buon
paio di guanti da lavoro sono indispensabili. Attenti anche alla faccia, ogni tanto i nostri
simpatici amici decidono di dedicarci una scodata, e se te la becchi in pieno fa male...
Presupposti ambientali
Questa particolare interpretazione dello spinning nasce per tutti quei piccoli ambienti in cui
il baffone non riesce a raggiungere taglie di rilievo: canaletti e fossati di campagna, laghetti
con salti di profondita' o al contrario troppo poco profondi, ecc...
Partiamo quindi da un ambiente con queste caratteristiche:
1) dimensioni piu' o meno ridotte (per i canali, non piu' di qualche metro di larghezza) e
presenza di punti comodi per il lancio, e soprattutto per il recupero delle catture;
2) taglia massima dei siluri non oltre il metro (importantissima!!! altrimenti tocca andare su
combo di ben altra misura e costo, con i pesci non si scherza!!!);
3) presenza di altri pesci insidiabili a spinning, di dimensione tale da permetterci di usare
esche di dimensione intermedia, adatte a piu' di una specie.
Se avete a disposizione un posto simile, tenetevelo stretto!!! Sara' molto piacevole iniziare
ad usufruirne con un'ottica diversa.
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Attrezzatura
Qui il gioco si fa interessante. Se abbiamo la certezza assoluta che i siluri non siano
grossi, e magari che siano mescolati con altri predatori, non abbiamo un bisogno
eccessivo di canne da 100 e oltre gr di potenza. Si puo' comodamente scendere a misure
e potenze ben piu' facili da gestire e maneggiare, solitamente 2.70 m ma anche qualche
2.40 (e, in certi fossi molto piccoli, oserei pure una buona 2.10, ma si tratta di casi
specifici).
La potenza, indicativamente, dovra' aggirarsi sulla cinquantina o sessantina di grammi. Le
classiche Alcedo Green Line Power Spin e Fast Spin da 2.70 m sono le mie canne di
riferimento. Ultimamente sto provando con soddisfazione anche la Modularis 50; e' ottima
per approcci leggeri, mentre consiglio la 70 in posti in cui e' frequente incontrare lucci o
siluretti di taglia gia' seria.
Carbonio o fibra di vetro? Ormai si trovano canne in carbonio a prezzi molto bassi, ma
anche le ultime canne in fibra di vetro sono migliorate parecchio rispetto ad alcuni anni fa.
Per i nostri scopi serve qualcosa di robusto e affidabile, piu' che reattivo, per cui anche
una buona canna in fibra di vetro (come l'Astral Spin) potrebbe andar bene; l'importante e'
che sia ben bilanciata con il mulinello a seconda delle nostre preferenze. Se preferite
mulinelli leggeri, potrebbe essere necessaria una canna in carbonio. Una impugnatura
lunga non e' necessaria, ma puo' far comodo per avere una leva maggiore quando c'e' da
sforzare un po' per sollevare il muso del pesce dal fondo.
Telescopica, innesti o due pezzi? Vedete voi, personalmente per questo uso attualmente
sto usando le canne di cui sopra, in due pezzi, mentre i primi tentativi mirati li ho fatti con
la fida Pride Tele Spin 2 da 2.40 (ottima canna e stupendamente versatile, ma preferisco
avere un po' piu' di margine di sicurezza).
Il mulinello dovra' essere di misura da 4000 a 6000, abbinato alla canna in modo da
bilanciarla bene (lo ripeto), robusto e con una buona frizione ed un buon antiritorno.
Personalmente, la mia combo specifica per questo utilizzo e' composta da una Fast Spin
abbinata ad un Black 6508 F: e' solido ed affidabile, costa poco, resiste ai maltrattamenti,
e anche se lo rompessi per uno scivolone il danno economico non sarebbe eccessivo.
Ultimamente sto provando con buoni risultati l'Elect 5008 FX e il Modularis 3510 LX. Nelle
mie combo migliori, e per gli usi piu' impegnativi, solitamente uso gli Alu Spin o gli
Aluminum Pro.
E per il casting? Lo ammetto, non sono un gran lanciatore con questa tecnica, ma
qualcosa ci faccio. Si, e' possibile usare anche il casting, con una canna di potenza
adeguata all'utilizzo, e ovviamente per esche pesanti che facciano resistenza in acqua. La
mia unica combo in merito e' costituita da una Hokkaido Cast da 6' 6" abbinata ad un Pride
BC206 con su una treccia economica da 0.25 mm. L'ho usata poco, ma devo dire con
soddisfazione.
Sul filo, nylon o treccia dipende da vari fattori, non ultima la presenza di ostacoli e gli spazi
a disposizione, e la preferenza personale di ognuno. Ho altre combo con la treccia, ma, in
quella apposita per questo utilizzo, la bobina principale monta il monofilo Titanium Soft da
0.40 mm. In passato ho usato per altre tecniche anche monofili da 0.45 e 0.50 mm, e, pur
essendo molto spessi e quindi relativamente rigidi, li sto attualmente utilizzando in un paio
di bobine destinate al Light Cat perche' a volte tornano molto comodi; sto provando anche
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la treccia DIP Master Fight II Evo, con risultati interessanti. Ovviamente per la treccia
servono anellature apposite!!!
E' importante assicurarsi che i nodi siano ben eseguiti e il filo sia in ottimo stato. Il nylon,
pur avendo un minor carico di rottura, ha dei vantaggi, in particolare dati dalla resistenza
all'abrasione e dall'elasticita'. Quest'ultima, in particolare, e' utilissima pescando in spazi
ristretti, oppure quando il pesce si agita sottoriva, per ridurne le probabilita' di slamatura e
per assorbire gli strattonamenti, diminuendo la pericolosita' delle fughe. Non bisogna
spaventarsi dai diametri piuttosto elevati. Un filo da 0.40 o, al limite, 0.50 mm, in piccoli
spazi dove non si lancia lontano, non e' troppo penalizzante; il diametro comunque non e'
un problema con i siluri, e ci permettera' di affrontare in relativa sicurezza esemplari sul
metro. Se vi servisse maggior resistenza a trazione, o se sono presenti molti canneti e
rami, meglio passare alla treccia. Per inciso, in condizioni adatte, con sezioni simili ci ho
preso pure cavedani...
Per i terminali, se usate il nylon consiglio un buon terminale in acciaio, di quelli classici da
lucci e abbastanza lungo, altrimenti o fluorocarbon di grosso diametro o kevlar. Ad
intervalli regolari e dopo ogni cattura o incaglio e' indispensabile controllare gli ultimi metri
di filo, ripulirlo dall'eventuale muco rimasto e tagliare e riannodare in caso di danni da
abrasione o snervamenti. Controlli anche piu' frequenti vanno fatti al terminale, data la sua
continua sollecitazione all'abrasione. Se il cavetto risulta danneggiato, decisamente
snervato o arrugginito, allora va sostituito immediatamente e senza remore. I cavetti
devono sempre essere di ottima qualita' e in ottimo stato, dato che sono l'elemento piu'
stressato di tutta la catena che va dal pesce al pescatore.
Per quanto riguarda le esche, penso che, bass a parte, il baffone sia quello che permette
la maggior varieta' di approcci e di artificiali da utilizzare. Le esche utilizzabili sono un po'
tutte, a seconda delle nostre preferenze. Sul serio, ci si puo' sbizzarrire, possiamo usare
tutto quel che ci piace, dai soliti cucchiaini o minnow, agli spinnerbait e popper, fino agli
streamer o alle gomme innescate esattamente come si farebbe con i bass, ovviamente
aumentando i diametri e le misure in gioco.
Personalmente, ho una preferenza spassionata ed irrazionale per i cucchiaini rotanti. A
livello di attrattivita', non c'e' una misura che mi sento di consigliare a prescindere. Ho
avuto catture su cucchiaini di misura 1 e su Martin 4, come su Martin 28 e cucchiaini di
misura 6. Il grosso delle mie catture l'ho fatto con cucchiaini del 2, ma solo perche' li ho
usati moltissimo (erano quelli che trovavo a minor prezzo, dati i numerosi incagli a causa
dell'acqua bassa); mi sento di consigliare la misura 4, o in alternativa il Martin 15. Questa
taglia si lancia ad una discreta distanza, tiene bene la corrente e ha un'ancoretta
sufficiente solida, se non si forza troppo, per pesci fino al metro. I vantaggi di un
cucchiaino rotante sono molteplici: e' vero che e' un'esca abusata e dal rendimento non
eccelso, ma costante, ed e' facilissima da usare. Ha solitamente un basso prezzo, tale da
renderlo sacrificabile in zone a rischio incaglio. Produce molte vibrazioni e un notevole
spostamento di acqua, utilissimi per l'individuazione notturna da parte dei pesci.
Altre ottime alternative possono essere ondulanti, grub o altre esche siliconiche montati su
jig head, minnow, e pure montature prese pari pari dal bassfishing e semplicemente
sovradimensionate. Esche topwater come popper o rane in gomma vanno molto bene,
soprattutto per passare vicino a pietraie o canneti, o sopra ostacoli sommersi;
contrariamente a quanto si pensi, vanno bene anche al buio o in corrente lenta, come
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quella dei canali di scolo. Su streamer, jig, spinnerbait, esche in gomma e affini non mi
pronuncio, mi limito solo a consigliare modelli di misura non troppo piccola; la classica
taglia "bass e lucci" spesso va bene anche per siluretti di stazza non eccessiva.
Per tutte le esche artificiali "a pesciolino" (minnow, crankbait, lipless, popper ecc),
assicuratevi che abbiano l'armatura passante. Non c'e' nulla di peggiore di un artificiale
senza armatura e con la paletta incollata e gli anellini fissati su un perno, perche' la
resistenza meccanica di questi non e' sufficiente a sopportare le trazioni di questi pesci; ci
troveremmo con un'esca inutilizzabile o addirittura a recuperare la sola paletta, e, peggio
ancora, il pesce se ne andrebbe via con la bocca cucita dall'ancoretta. Attenzione che
questo non e' solo una prerogativa di artificiali economici, ad esempio anche il Rapala
Dives To ha questo inconveniente.
Un appunto va sulle ancorette: pesci di questa misura riescono gia' a "masticarle", e
possono aprirle. In questi casi, il pesce si slama facilmente. Quasi tutte le ancorette, con
un po' di calma ed una pinza a becco piatto, si possono sistemare, ma l'apertura e il
successivo schiacciamento tendono ad indebolire il metallo di cui e' composta. Si possono
cambiare ancorette con modelli piu' solidi, ma l'esigenza e' meno forte che non con
esemplari di taglia maggiore.
In compenso, solitamente a questa misura non aprono ancora gli anellini ne' i
moschettoni. Consiglio comunque l'utilizzo di minuteria adeguatamente sovradimensionata
e di qualita', in quanto, assieme al filo e al terminale, tutta la catena dal pesce al cimino
della canna e' in tensione sotto carico.
Nell'attrezzatura vanno aggiunti obbligatoriamente dei guanti da lavoro, una forbice a
becchi piatti lunga, e un guadino. I guanti sono necessari per il salpaggio del pesce, che
deve avvenire per scivolamento su un ipotetico piano orizzontale o comunque poco
inclinato, e non di peso come una borsa della spesa. Un trucchetto per vedere se il pesce
e' pronto al salpaggio e' di guardare i baffi, se sono alti e' ancora pronto a reagire; se sono
bassi solitamente e' stanco. Basta toccare il "naso" del pesce, e se non scappa spesso e'
il momento giusto. Ricordatevi sempre di lasciare un po' di filo, e di aprire la frizione in
quei momenti, non e' raro che il pesce si liberi proprio all'ultima fuga improvvisa sottoriva,
magari rompendo la canna o il filo. Il guadino e' utile per gli esemplari piu' piccoli, e anche
in questo caso bisogna ricordarsi di farlo lavorare a trazione e non a flessione. La forbice
(o pinza) a becchi piatti deve essere lunga, in quanto un artificiale da alcuni cm ci mette un
attimo a sparire tra le fauci del baffone, e dovremo andare a "ripescarlo" abbastanza a
fondo. Torna utilissima anche per slamare altri pesci che potremmo potenzialmente
incontrare nelle nostre uscite, e posso assicurarvi che, con questa tecnica, la probabilita'
non e' affatto remota. Una torcia puo' fare molto comodo, personalmente la uso per
aiutarmi in fase di slamatura in orari notturni. Non serve qualcosa di potentissimo, ma
qualcosa in grado di fare un buon fascio di luce, abbastanza focalizzato e luminoso.
Come detto sopra, nella mia paranoia uso spesso degli occhiali da officina. Questi,
siccome frequento zone con alto rischio di incagli, offrono tre vantaggi: proteggono la
faccia nel caso di artificiali che, liberandosi di colpo da un incaglio, ci finiscano addosso,
riducono la superficie a disposizione di eventuali insetti, e sono abbastanza trasparenti da
permettermi di indossarli anche al buio.
Infine, mi permetto di consigliare vivamente del repellente per le zanzare e una camicia
leggera a maniche lunghe, e qualcosa per coprirsi il collo e la testa. Non serve che vi
spieghi perche'...
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Azione di pesca
Su questo punto, massima liberta' di azione. Anche in tal senso, intendo il Light Cat come
una filosofia di pesca, piu' che una particolare tecnica codificata in senso ristretto. A
seconda dell'ambiente, delle nostre necessita' e preferenze in fatto di attrezzature ed
esche, dovremo interpretare la situazione in modo funzionale alla cattura, adeguando
recuperi ed artificiali in modo adeguato. Sarebbe inutile in questa sede dare dei canoni,
dato che anche le piccole acque hanno una diversita' assurda, e quindi a prescindere si
possono dare solo i consigli classici: cercate i rigiri di acqua, i correntoni, gli ostacoli, e se
sentite scodate lanciate nei paraggi e recuperate lentamente ma tenendo la canna ben
stretta. Personalmente, se vedo la scodata, lancio in un punto a un paio di m dietro e poco
a fianco, e recupero lentamente, non sono rari gli attacchi in questi momenti.
Sugli orari, mi permetto una constatazione: ovviamente le ore del tramonto e serali sono le
piu' classiche e redditizie per il baffone, ma ne ho presi in altri orari, anche a mezzogiorno.
Le condizioni delle acque giocano un ruolo importante. Mi permetto anche di consigliare di
provare lo stesso anche con orari e climi che possano sembrare poco favorevoli, perche'
non si sa mai!!! E poi, come detto, se invece di un siluro mi capita dell'altro, a me fa
piacere lo stesso.
Posso assicurarvi che pescare a vista in acqua bassa, con le scodate che rompono la
superficie nel buio, fin quasi sotto i piedi, e la canna che si piega di colpo mentre il nostro
artificiale e' sommerso da un'esplosione di acqua, e' a dir poco adrenalinico!!! Ma lo e'
anche vedere le scie e i salti di piccoli predatori che si contendono la nostra esca.
Per inciso, ho volutamente deciso di codificare il Light Cat in modo da lasciare ampie
possibilita' di cattura di altri pesci. A me piace il gusto della sorpresa, di non sapere
sempre a priori cosa stai catturando, e mi piace anche non tralasciare possibilita'
alternative di cattura. Voglio che non sia solo una tecnica da applicare metodicamente e
basta, ma un modo di raggiungere un nuovo contatto con il mondo che ci circonda, in
particolare con gli abitanti delle nostre acque. Proprio per questo, invito chiunque a non
fossilizzarsi a priori su un solo recupero o artificiale, ma a sperimentare, fino a trovare la
combinazione che piu' gradisce o che rende meglio.
E dopo la cattura?
Ammetto che questo forse e' il problema maggiore. A livello legale, sappiamo tutti quali
siano le normative relative al siluro e ad altri alloctoni. Personalmente, dato che vivo e
pesco in una zona in cui notoriamente abbiamo ben altri problemi, e il siluro non e' troppo
invasivo, ammetto di rilasciarli immediatamente.
In ogni caso, spero vivamente in un cambio di ottica da parte dei gestori delle acque in
merito alla possibilita' di rilascio degli alloctoni, e spero altrettanto vivamente in un
cambiamento simile tra i pescatori, che capiscano che se vogliamo un pesce piuttosto che
un altro dobbiamo andare noi da lui e non il contrario. E che non esistono pesci piu' o
meno degni, o una graduatoria di onore. Il rispetto per loro, di qualsiasi specie e
dimensione, per le acque e per il resto dell'ambiente deve venire prima di tutto il resto.
Mi fido di voi, e spero che riusciremo a costruire insieme qualcosa di buono per le nostre
acque.
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Tirando le somme...
Bene, direi che sono giunto al termine di questa mia piccola opera personale.
Ho ideato e voluto codificare (circa...) questa mia personale idea e condividerla con tutti
soprattutto per fornire degli spunti di riflessione a chiunque voglia recepirli, e per
"costringere" comunque a riflettere sull'importanza delle piccole cose e sul piacere della
scoperta e delle sorprese, nella vita come nella pesca. E ho voluto lasciare molto di libero
perche' ritengo che la libera espressione delle proprie capacita' creative, e costruttive nei
rapporti con gli altri, sia una delle cose piu' belle della vita.
A livello tecnico, sarebbe molto piu' facile dire "usa l'esca tale, con la canna tale e il
mulinello tale, nell'ambiente tale e nel modo tale". Ci metterei mezza facciata al massimo,
e sono sicuro che avrei buoni riscontri lo stesso. Ma non lo trovo giusto (e consumerei
inutilmente la tastiera a forza di "tale"). Preferisco quindi complicarmi la vita per garantire
maggiori spazi di movimento, perche' non voglio presentare semplicemente una tecnica di
pesca, ma, come gia' detto sopra, voglio presentare un punto di vista diverso, una filosofia
alternativa nel nostro rapportarci a pesci e acque.
Bene, penso di aver detto tutto. Vi invito caldamente a sperimentare, e ancora piu'
caldamente ad essere curiosi, ad interessarvi di quel che succede dentro i fiumi e i laghi, e
anche fuori. Penso che sia voi che io dobbiamo non smettere mai di guardarci attorno, di
stupirci e di apprezzare quel che abbiamo a disposizione, e di tutelarlo al meglio.
In bocca al siluro, o a quel che capita!!!
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