dï Scandiccï - Chianti Banca
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dï Scandiccï - Chianti Banca
r T ; ' azione Taglio del nastro al Centro Rogers, 3 anni dopo la prima pietra. Ora la vera sfida è far vivere il maxi auditorium - », d Scand cc ï i ï Apre oggi la galler ia conll erciale: rlegozi, banca e libreria. Ma troppiuffici vuoti, per la crisi SCANDICCI - Dal loro nuovo negozio, Silvia e Marco vedono i tram che ricordano «i treni di quando eravamo bambini» fermarsi in una stazione che sembra arrivata dal futuro. Si devono ancora abituare a questo nuovo Centro stile Beaubourg. Tutto vetri e acciaio, con tiranti e scale esterne colorate e in bella vista, ma gli piace. «Rispetto alla "nostra" Scandicci è uno stile futurista, ma bisogna guardare avanti» dicono. Silvia Pagano e Marco Cardini sono i titolari di una delle 15 attività che aprono oggi nella galleria commerciale del Centro Rogers. «E il nuovo cuore di Scandicci, volevamo esserci» spiegano. II «Centre Pompidou scandiccese», firmato dall'archistar Richard Rogers prende forma e si anima, 15 anni dopo la nascita del progetto, ma solo 3 anni dopo la posa della prima pietra. E una delle (poche) opere che non sono rimaste solo sulla carta: dopo gli appartamenti, abitati da aprile, ora aprono i negozi. Poi toccherà alla sala polivalente dell'auditorium, agli uffici e alla grande piazza pedonale che sarà pronta a dicembre. Ma l'inaugurazione di oggi (alle 16) della galleria di negozi (ïibreria, oreficeria, ottica, erboristeria, abbigliamento, bar ristorante, caffè e una banca, tutte attività diverse, per scelta) è già una grande festa, due giorni prima dell'inizio della Fiera. Ad aprire qui sono comercianti storici di Scandicci, che hanno esteso la rete di punti vendita o si sono trasferiti in un punto più strategico, ma anche imprenditori venuti da fuori, attirati dallo stile del Centro. Nicola Petrignano aveva negozi a Sesto e Campi, ma quando ha visto lo spazio al piano terra della Torre direzionale se ne è innamorato: «Nonostante il periodo non sia il migliore per gli investimenti, non ho saputo resistere». Dal soffitto del suo negozio di abbigliamento spuntano le travi in acciaio dipinte di giallo con i bulloni che caratterizzano la struttura. «E un sogno uno spazio così» dice. Gli uffici ai piani superiori però sono ancora quasi tutti vuoti, anche se sono in corso trattative per vendere o affittare gli spazi: la crisi non ha rallentato i lavori dell'opera, ma si fa sentire ora. Nell'Auditorium, il futuro polo culturale della città, trovano posto la storica libreria Centro Libro, il ristorante Over Glass e Chianti Banca. Ma la sala pubblica al piano superiore, un open space (da ultimare) con pavimento in legno «galleggiante» e pareti a pannelli smontabili e movibili per modellare gli spazi a seconda delle funzioni, non ha ancora un inquilino. Il bando pubblicato dall'amministrazione comunale per la sua gestione è andato deserto, ne verrà fatto una altro, nel frattempo, verrà utilizzato dal Comune per eventi. II Centro è (quasi) pronto, il tram che lo collega al resto del mondo c'è, ora va riempito di attività, persone, idee, perché non sia solo un progetto architettonico innovativo o un centro commerciale originale ma una «vera città» e uno «spazio vivo», come era nei progetti di Rogers fin dai primi bozzetti. Ivana uliani 0 RIPRODUZIONE RISERVATA La festa L'inaugurazione è fissata pE oggi alle 16, alla presenza del sindaco Simone Gheri. Nella foto grande: il tram passa nel cuore del nuovo Centro Rogers. Sopra: gli ultimi ritocchi dei commessi prima dell'apertura dei negozi e la panoramica del nuovo auditorium e degli appartamenti Pino Brugellis « Anche F irenze dovrebbe farlo » «Urbanisticamente la trovo una cosa straor- blici, dove ci sono reti, lasciando meno vuoti dinaria. In una città che non arriva a 5o mila urbanistici possibili, rimpicciolendo le dimenabitanti ma ha un territorio estesissimo, com- sioni della città e concedendo spazio alla campagna, mantenendo nel saldo finapattare e densificare il tessuto urbano è un'idea geniale». Per l'architetle le stesse volumetrie. Scandicci, to Pino Brugellis il Centro Rogers è con il Centro Rogers, sembra seguiuna «bella sorpresa» e un buon re questa strada, già intrapresa da città come Chicago. «Anche Firenesempio di urbanistica. Per due motivi: «Primo, hanno capito che quelze dovrebbe farlo» commenta Brugellis. Poco importa, di fronte a l'area, alla fermata della tramvia, un'intuizione urbanistica così, se andava densificata, come dovrebbe essere fatto lungo tutti i percorsi esteticamente il nuovo centro cittadei mezzi pubblici, creando una re- f dino risulta «leggermente datato». te tra piazza, abitazioni e tram che Archite .%o In un progetto «bisogna vedere se fa sintesi. Secondo, in questo mo- Pino Brugellis ci vanno ad abitare le persone, se do Scandicci riuscirà ad avere una si trovano a loro agio. E secondo sorta di centro che prima non c'era». me, una volta che lo vedremo abitato e funzioBrugellis è un difensore della «città compat- nante, il centro Rogers sarà pieno di gente. ta» e dei «volumi zero», che non significa pe- Funziona». I.Z. rò non costruire in assoluto, ma costruire in luoghi facili da raggiungere con i mezzi pub.J RIPRODUZIONE RISERVATA — I - ._w_ ' Pietro Basilio Giorgeri . . £11ì " X T£1" , A . no-n stupís ce ,?2 «Con un architetto come Richard Rogers, trasporti su ferro» commenta Giorgeri «ma uno si sarebbe potuto immaginare qualcosa l'architettura degli edifici è ordinaria, per esdi meglio». A Pietro Basilio Giorgeri docente sere il nuovo centro di Scandicci mi sarei imdi urbanistica all'Università di Fimaginato un'architettura più inrenze, il Centro Rogers proprio novativa, la morfologia non la tronon piace. Esteticamente il «cuovo soddisfacente. L'idea è ottima, ma la realizzazione non è suffire di Scandicci» non stupisce, non suscita il suo interesse. «Deciente, anche perché si tratta di vo dire che non è bello» sottoliun progetto importante». nea senza il minimo dubbio. SePer l'urbanista, forse, si poteva condo l'urbanista, nel nuovo cenosare di più. L'idea che ha animato il progetto andrebbe tuttavia retro scandiccese l'idea c'è, ma la qualità dell'architettura è «scarplicata lungo tutto l'asse della Ti, sa»» e la forma «non interessan- Urbanista da Firenze a Scandicci, soprattutte». Pietro Giorgeri to a Ponte a Greve dove c'è una E non è finita. Secondo Giorgefermata della tramvia, ma intorno ri, l'auditorium «è pesante, massiccio», solo un centro commerciale e «non si arriva l'estetica dell'intero complesso è «un po' vec- neanche all'ospedale». Ma «nel replicarla chia, superata», uno stile Centre Pompidou penso si passa fare di meglio» conclude. I.Z. già visto, che non ha molto di innovativo. «La scelta è corretta, costruire dove ci sono 0 RIPRODUZIONE RISERVATA