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Mensile dei dipendenti di ENAV SpA - Controllo e sicurezza della navigazione aerea Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB - Roma anno IV aprile 2007 Risultati ENAV 2006: un bilancio all’insegna della qualità e dell’efficienza PREVAER – Fondo pensione Costruire la sicurezza per il domani Torino Aeritalia - AFIS LIMA: dove volano gli alianti Statistiche di sicurezza ed informazione al pubblico: come aiutare il passeggero a fare una scelta consapevole 4 EDITORIALE TEMPO DI BILANCI I RISULTATI DEL 2006 L’ Assemblea degli azionisti di ENAV SpA ha recentemente approvato il Bilancio 2006 di cui sintetizziamo qui di seguito alcuni dei risultati gestionali. Così come richiesto dalla legge, ENAV ha messo a segno nel 2006 un recupero di produttività del 5%, evidenziando in questo modo la grande attenzione posta alla politica di gestione e di recupero dei costi. QUALITÀ E SICUREZZA: MIGLIORAMENTO DEL SERVIZIO Nonostante l’incremento del numero dei movimenti, si evidenzia una riduzione dei ritardi a 0,28 minuti per volo assistito rispetto agli 0,32 minuti del 2005. Ciò equivale ad un miglioramento della puntualità pari al 12,5%. Per quanto riguarda la Safety, nel 2006 si è registrata una diminuzione (4 rispetto ai 5 del 2005) dell’incidenza degli eventi molto significativi, vale a dire di quegli inconvenienti in cui si verifica un’inosservanza dei parametri di sicurezza. RIDUZIONE DELLE TARIFFE Con la riduzione delle tariffe 2006, circostanza questa che consolida una tendenza già registrata negli ultimi tre anni di gestione, ENAV ha inteso dare – anche su sollecitazione del Governo – un tangibile contributo al settore del trasporto aereo attenuando gli MANUTENZIONE: UNA SVOLTA STORICA Foto di René Juncker OBIETTIVI DI EFFICIENZA finalizzati alla sicurezza costituiscono il 75% dell’intera spesa. oneri a carico delle compagnie. Le tariffe unitarie 2006 praticate da ENAV ai vettori sono diminuite del 3% per la rotta (67,50 euro contro i 69,39 del 2005) e di ben il 25% per il terminale (2,23 euro rispetto ai 2,97 del 2005). Recentemente anche la IATA e la IACA hanno espresso vivo apprezzamento per lo sforzo compiuto da ENAV e riconosciuto espressamente che l’Italia è stata uno dei pochi paesi membri di Eurocontrol ad aver ridotto le tariffe e che il nostro Paese è quindi da additare come esempio ai fornitori di servizi degli altri stati membri. INGENTE PIANO DI INVESTIMENTI Nel corso dell’esercizio è proseguita la realizzazione dell’ingente programma di investimenti (superiore al miliardo di euro) deciso tre anni fa dall’attuale gestione. Nel 2006, in particolare, sono stati completati molti importanti interventi infrastrutturali su alcuni dei principali aeroporti e sugli ACC e sviluppate iniziative volte a rilanciare il sistema ATM nazionale in ambito europeo. Gli investimenti 2 Il 31 dicembre 2006 è stato stipulato il contratto definitivo per l’acquisizione di Vitrociset Sistemi srl, oggi Techno Sky srl. Si è così chiuso il percorso che ha consentito ad ENAV di assumere il presidio diretto delle attività di conduzione e manutenzione degli impianti e dei sistemi per il controllo del traffico aereo, con garanzie di massima sicurezza dei servizi resi. Tale svolta – definita storica dalla stessa Corte dei conti – ha suggellato l’impegno profuso negli ultimi anni dal CdA ENAV in esecuzione delle univoche direttive parlamentari e dei ministeri azionista e vigilante. GIUDIZIO POSITIVO DELLA CORTE DEI CONTI Nella sua relazione al Parlamento del 25 ottobre 2006, la magistratura contabile ha riconosciuto alla Società di aver consolidato, dopo tre anni di gestione, “una governance funzionale ed efficiente, una direzione operativa espressione delle alte professionalità interne, una pianificazione degli investimenti finalizzata al raggiungimento di sempre più elevati livelli di sicurezza del controllo del traffico aereo, un efficientamento gestionale capace di contenere i costi e la misura delle tariffe, un controllo interno organizzato ed efficace”. ● Foto di Marcus Kroegel SECURITY TARGATA UE È entrato nel vivo, in Europa, il dibattito sull’applicazione dei common requirements imposti dal Regolamento comunitario 2096/ 2005, nella parte dedicata alla Security (art. 4 dell’allegato 1). Il regolamento, com’è noto, impone per la prima volta ai fornitori nazionali di servizi per la navigazione aerea (ATM provider) di dotarsi di un Security Management System che definisca i livelli qualitativi e quantitativi per la garanzia dei servizi prestati. La scelta del legislatore europeo di dedicare uno specifico capitolo alla sicurezza (intesa come tutela della sicurezza fisica delle cose e delle persone e non come sicurezza del volo) corrisponde alla necessità di definire con precisione un aspetto del trasporto aereo considerato essenziale dalla Convenzione di Chicago ed in particolare dall’Annesso 17 (Security). È evidente che la sicurezza del trasporto aereo ha oggi a che vedere con una serie di minacce - non solo quelle legate alla pur seria probabilità di attacchi terroristici - che pongono interrogativi sulla resistenza e sulla resilienza dei sistemi e circa la capacità effettiva di garantire il servizio, in condizioni adeguate, nel più ampio contesto dell’interesse nazionale ed europeo. Eventi recenti hanno messo in evidenza come le infrastrutture che consentono di erogare i servizi per la navigazione aerea rappresentino elementi sensibili, sia perché in grado di incidere sulla capacità operativa sia per il possibile impatto me- di Francesco Di Maio Responsabile Funzione Security LA FUTURA IMPLEMENTAZIONE DEI BLOCCHI TRANSNAZIONALI DI SPAZIO AEREO E LA DELICATEZZA DELLE INFRASTRUTTURE PER LA NAVIGAZIONE AEREA PORTANO IL TEMA DELLA “SICUREZZA FISICA” AL CENTRO DEL DIBATTITO EUROPEO SULL’ATM diatico sull’immaginario collettivo e quindi sulla credibilità del sistema-Paese. Aspetti questi ultimi non pericolosi di per sé ma di certo non marginali. Basti pensare, ad esempio, al risalto che gli organi di stampa hanno dato a due eventi, relativamente marginali e certamente non collegati tra loro, che hanno recentemente interessato due stazioni VOR site in luoghi molto distanti tra loro. La delicatezza delle infrastrutture citate e la riforma nota come Cielo Unico Europeo, che dovrà portare alla costituzione di blocchi funzionali e transnazionali di spazio aereo (FAB), hanno contribuito a proiettare queste riflessioni in sede comunitaria. L’attuale confronto tra la Commissione UE e la comunità dei provider ATM mira a definire una matrice comune di approccio che 3 parta da un’analisi del rischio adeguata. La consapevolezza comune è che, quando si parla di Security, la cosiddetta “dottrina del precedente”, ossia la previsione di verificabilità di un evento basata sull’analisi delle serie statistiche pregresse, non può essere applicata: la sicurezza fisica delle cose e delle persone attiene ad eventi dipendenti dalla volontà umana che, come tristemente noto, è capace di ricercare obiettivi appetibili in ragione dell’effetto dannoso che l’azione dolosa può provocare; a rischio persino della propria vita. Si riconferma la necessità di alzare la soglia di consapevolezza circa il fatto che l’intero sistema del trasporto aereo è stato, e potrà ancora essere, oggetto di interesse da parte di organizzazioni antagoniste. Inoltre, proprio la straordinaria connotazione tecnologica del settore può esercitare un’attrazione irresistibile in quanto densa di simbologie; ne è testimonianza il forte impatto emotivo che hanno le vicende legate al trasporto aereo ed alla parallela spettacolarizzazione che di esse fanno gli organi di pubblica informazione. Lo sforzo in atto in ENAV è quello di definire, in stretta sinergia con tutte le componenti aziendali, un modello di analisi del rischio e di ciò che la core area, cioè l’Area Operativa, si aspetta dal Security Management System adottato al fine di poter esercitare correttamente la missione affidata dalla legge ad ENAV. ● TORINO AERITALIA – AFIS LIMA DOVE VOLANO GLI ALIANTI L a storia dell’aeroporto di Torino Aeritalia affonda le sue radici agli inizi del Novecento. Situato alla periferia nord-ovest della città, lo scalo lega le sue vicende a varie aziende tra le quali, da ultimo, la FIAT che denominò questo complesso “FIAT Aeronautica d’Italia S.A.” (da cui appunto l’abbreviazione Torino Aeritalia). Dal “Campo Volo Aeritalia”, infatti, decollarono alcuni dei velivoli più in voga all’epoca che montavano motori FIAT A12/1, poi adottati anche dalla RAF britannica per i suoi bombardieri. Attualmente lo scalo piemontese di Torino Aeritalia “Edoardo Agnelli” è aperto al traffico turistico internazionale in ambito Schengen ma è soprattutto l’approdo ideale per l’aviazione generale in arrivo e in partenza dalla città. La sua vicinanza al centro della stessa (pochi minuti da Porta Nuova) e di una vasta rete di collegamenti esalta la naturale vocazione di city airport dello scalo; il tutto anche grazie ai vari servizi disponibili. L’aeroporto vanta anzitutto un’intensa attività di scuola di volo a vela e a motore gestita dallo storico Aeroclub Torino che richiama qui ogni anno centinaia di velivoli impegnati in importanti competizioni aeronautiche di livello nazionale ed internazionale. Volo in termica, volo dinamico, volo in onda. Ogni giorno, sono di Luca Morelli moltissimi gli alianti che volano sfruttando le masse d’aria che dalle pendici delle vicine Alpi Pennine risalgono verso nord. Ancora più numerosi sono gli allievi piloti che seguono le lezioni di volo a motore ed elicottero per conseguire le relative licenze. Una delle caratteristiche dell’aeroporto è la presenza di due circuiti di traffico ben separati (2 km circa l’uno dall’altro): uno dedicato al volo a vela, più interno rispetto alla pista 10R/28L, ed uno dedicato al volo a motore, più esterno rispetto all’aeroporto. In entrambi i casi la normativa prevede che nel circuito non siano presenti in contemporanea più di tre alianti e tre aeromobili e non più di due nel tratto sottovento. La presenza di due piste parallele, la 10L/28R in asfalto per il traffico a motore e la 10R/28L in erba per l’attività aliantistica, più una cosiddetta glider area dedicata esclusivamente agli alianti, garantiscono la separazione tra le diverse tipologie di velivoli e quindi la sicurezza. “Dobbiamo fare i conti con un traffico estremamente eterogeneo la cui intensità raggiunge il fine settimana picchi anche di 180 movimenti giornalieri”, sottolinea Pasquale Izzo, responsa- Foto di gruppo del personale dell'impianto ENAV di Torino Aeritalia. Da sinistra: Nicola Ciarlitto, Gianfranco Sensi, Antimo Bertolino, Giovanni Fierro. Seduto, il responsabile dell'impianto Pasquale Izzo 4 bile dell’AFIS ENAV di Torino Aeritalia. “Nonostante la densa attività di volo a vela, a motore ed il traffico elicotteri, non si sono mai verificati conflitti. Ciò grazie alle norme di sicurezza create a protezione dei due circuiti di traffico ma anche alla capacità dei nostri di agire quali tutori dello spazio aereo di competenza. A tal fine sono di grande rilevanza sia l’ottimo rapporto con l’Aeroclub di Torino sia la grande sintonia con i colleghi del servizio Avvicinamento (APP) di Torino Caselle, sempre pronti in caso di difficoltà a vettorare fino alla verticale del campo il traffico che perde la posizione”, aggiunge Izzo. In questo contesto aeroportuale operano i cinque esperti di assistenza al volo ENAV (più naturalmente il capo impianto) i quali forniscono all’interno dell’ATZ di Torino Aeritalia il servizio AFIS ed il servizio di allarme. “La contemporaneità di operazioni ed il mix di traffico – sottolinea l’EAV Antimo Bertolino – richiedono da parte nostra una particolare attenzione soprattutto in considerazione della presenza dei molti alianti che, come noto, hanno la precedenza su tutti”. “Il confine tra informazione ed autorizzazione è una sottile linea che non possiamo oltrepassare; ma la bravura di un operatore AFIS – precisa Bertolino - sta nel prevedere prima quello che succederà dopo e portare il pilota a dirci quello che noi vorremo suggerirgli. Ecco il trucco di questo mestiere”. Un’importante base di eliambulanze del 118 - presente in virtù di una convenzione tra l’Aeroclub e la regione Piemonte già dal 1998 – completa l’eterogeneo cocktail di traffico che utilizza lo scalo. Nel solo 2006, l’aeroporto ha registrato un traffico elicotte- Elicottero del 118 di rientro da una delle numerose missioni di soccorso svolte giornalmente. Sullo sfondo, a destra, la torre dell’impianto ENAV di Torino Aeritalia ri pari a 3.200 movimenti. “A fine carriera, è un’enorme soddisfazione voltarsi indietro ed accorgersi che il lavoro svolto grazie alla dedizione di tutti quelli che prestano servizio qui è stato apprezzato soprattutto dai capi dell’Area Operativa di ENAV, sempre attenti alle nostre richieste”, conclude Izzo – ormai ad un passo dalla pensione – non senza un piccolo groppo in gola. ● Torino Aeritalia. Le manifestazioni aliantistiche nazionali ed internazionali attraggono centinaia di appassionati del volo a vela 5 PREVAER - FONDO PENSIONE COSTRUIRE LA SICUREZZA PER IL DOMANI L a necessità di ricorrere ad una “pensione integrativa” in grado di garantire un futuro più sereno ai lavoratori è scaturita dalle riforme legislative dell’ultimo decennio tese a rendere il sistema sostenibile; ciò a fronte delle modifiche socio-demografiche che hanno quindi comportato l’introduzione legislativa di un sistema di calcolo basato sui contributi versati da ciascuno nell’arco della propria vita lavorativa. Tali provvedimenti, insieme all’ingresso sempre più ritardato dei di Giancarlo Gugliotta Responsabile Funzione Normativa, Contenzioso del Lavoro e Privacy ASSEGNATA AD ENAV, PER IL TRIENNIO 20072010, LA PRESIDENZA DEL FONDO DI PREVIDENZA INTEGRATIVO DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE AEROPORTUALE E SETTORI AFFINI 6 giovani nel mondo del lavoro ed alla spada di Damocle del possibile prolungamento dell’età pensionabile, hanno reso improcrastinabile la necessità di accantonare, unitamente alla contribuzione del datore di lavoro, una quota parte della propria retribuzione da destinare ad una forma previdenziale integrativa della pensione obbligatoria. Per tale motivo, anche se non del tutto tempestiva, è giunta opportuna la legge 27 dicembre 2006, n° 296 (legge finanziaria 2007) che obbliga nei fatti i dipendenti a prendere oggi una decisione che sarà determinante per l’ammontare complessivo della futura pensione. Secondo la norma, i lavoratori che entro il 30 giugno 2007 non abbiano optato per il mantenimento in azienda del proprio Trattamento di Fine Rapporto (che nel caso di aziende con più di 49 dipendenti significa il trasferimento di tali somme presso un apposito fondo INPS) dovranno destinare il proprio TFR ad un Fondo di previdenza integrativa sia esso chiuso (ossia di categoria) oppure aperto (es. fondi bancari, assicurativi ecc.). Nato nel 1999, il Fondo di previdenza integrativa delle aziende di gestione, servizi aeroportuali e settori affini PREVAER è il fondo pensione di categoria dei dipendenti ENAV. PREVAER, cui ENAV è associato dal 2002, deve in parte proprio alla nostra Azienda la sua operatività in virtù dell’adesione massic- che consentano ai soci una maggiore gamma di profili di rischio. In futuro infatti si potrà scegliere tra una gestione prudente (90% obbligazioni e 10% azioni), una bilanciata (la cosiddetta linea-crescita che, come l’attuale, prevede il 30% di azioni ed il 70% di obbligazioni) ed una dinamica (60% azioni e 40% obbligazioni). DIPENDENTI ENAV NEL CDA PREVAER: GIANCARLO GUGLIOTTA (PRESIDENTE DEL FONDO) ED ALDO CICCARELLA IN RAPPRESENTANZA DELL’AZIENDA; MICHELE BUFO E IACOPO PRISSINOTTI IN RAPPRESENTANZA DEI LAVORATORI A tali linee si aggiunge - in virtù della vigente normativa in materia di Fondi pensione (D. Lgs. 252/2005 e la citata Legge finan- Foto di Léonard Ortuso cia dei suoi dipendenti. Su 7.000 aderenti, circa 2.400 sono infatti dipendenti ENAV (dato al 28 febbraio 2007). Ancora più significativo è il dato relativo al patrimonio amministrato che è pari a circa 48 milioni di euro ed al quale ENAV contribuisce per il 75%. Il tutto in virtù della maggiore contribuzione versata (2% della retribuzione annua lorda utile per il calcolo del TFR da parte del lavoratore e 3% della stessa da parte dell’Azienda). In questi anni PREVAER ha affidato la contribuzione dei lavoratori e delle aziende a gestori (banche ed assicurazioni) che la hanno investita in prodotti finanziari mediante una gestione bilanciata monocomparto formata per il 30% da azioni e per il 70% da obbligazioni. Tale gestione, dal 2003 al febbraio 2006, ha consentito un rendimento del 27,2% che è di gran lunga superiore a quello ottenuto con il tradizionale TFR (si veda Il Sole 24 Ore del 15 luglio 2006). Ovviamente, trattandosi di gestione collegata all’andamento dei mercati finanziari, non ci può essere certezza o garanzia di rendimento; di fatto però, anche nella restante parte del 2006, a fronte di un andamento borsistico altalenante con momenti di notevole ribasso, il Fondo ha dimostrato di poter reggere vittoriosamente il confronto con il TFR. Oltretutto è un dato assolutamente consolidato - e finora mai smentito dai fatti - che in un orizzonte di lungo e lunghissimo periodo, cioè i quindici, venti, trent’anni di permanenza nel Fondo di un giovane lavoratore, l’investimento finanziario si è sempre dimostrato vincente. Nei progetti di PREVAER c’è adesso l’attivazione di nuove forme di gestione finanziaria (espressamente previste dallo statuto a partire dal quarto anno di vita del Fondo) 7 ziaria 2007) – una linea garantita nella quale confluirà il TFR cosiddetto inoptato, cioè quello destinato al Fondo a seguito del silenzioassenso (è questo il caso del lavoratore che non abbia manifestato all’azienda alcuna volontà entro il termine del 30 giugno). La gestione di tali somme sarà tale da garantire comunque la restituzione del capitale ed un’alta possibilità di rendimento comparabile al tasso di rivalutazione attuale del TFR. Il nuovo consiglio di amministrazione PREVAER, nominato il 12 marzo 2007 e nel quale ENAV è presente con quattro consiglieri su 18 (metà di parte aziendale e metà di parte sindacale in rappresentanza di tutti i comparti del trasporto aereo), è impegnato in questa nuova e sfidante impresa: traghettare il Fondo dalla gestione monocomparto a quella pluricomparto, creando in tal modo le condizioni per accrescere l’interesse ed ottenere un sempre maggiore impatto negoziale di PREVAER: un fondo che ha un potenziale bacino d’utenza di 30.000 lavoratori. ● OPERAZIONE SIMPATIA INIZIATIVA CONGIUNTA ASSAEROPORTI-ENAV-ENAC-AIG PER FAR CONOSCERE AI PASSEGGERI LA COMPLESSA REALTÀ AEROPORTUALE E PROMUOVERE L’UTILIZZO DEL MEZZO AEREO TRA I GIOVANI A due anni dal debutto de “la Scuola in Torre”, il progetto didattico ENAV rivolto agli studenti del IV e V anno degli istituti superiori, la Società riapre ai giovani le porte delle torri di controllo con una nuova iniziativa. Si è trattato questa volta dell’Operazione simpatia, un progetto promosso da Assaeroporti con il patrocinio di Enac, ENAV e AIG (l’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù). L’iniziativa, finalizzata a far conoscere la complessità degli aeroporti e dei processi che stanno dietro ad ogni volo, si è articolata in due momenti distinti: • il concorso Maturi per volare destinato a promuovere lo sviluppo della mobilità aerea – che in Italia è tra le più basse d’Europa – ed incentivare i giovani al volo; il concorso ha assegnato 600 biglietti aerei per destinazioni europee; • l’Airport Day, una giornata (4 aprile) dedicata all’informazione dei passeggeri ed alla distribuzione presso gli scali di opuscoli finalizzati a rendere più trasparenti le tariffe aeroportuali; in questa occasione ENAV ha invitato i vincitori del concorso a visitare le sale operative delle torri di controllo degli aeroporti di Firenze, Bari, Olbia, Palermo, Torino, Cuneo, Pescara e Bergamo. L’Operazione simpatia è stata voluta dagli organizzatori per far comprendere la complessità dei di Alessandro Pasquali sistemi aeroportuali, spesso visti come realtà distanti e poco familiari, ed è stata anche un’occasione per ENAV per continuare a far conoscere ai giovani la delicata professione di controllore del traffico aereo. “I passeggeri non sono del tutto consapevoli di quanta organizzazione e di quanta precisione debbano esserci dietro la macchina aeroportuale; si danno per scontate e, nello stesso tempo, quando invece vi è un disagio qualunque, il primo accusato a torto o a ragione è l’aeroporto”, dice Domenico Di Paola, presidente di Assaeroporti. “Abbiamo partecipato volentieri a questa iniziativa – aggiunge il responsabile dell’Area Operativa ENAV, Massimo Garbini – perché riteniamo che anche attraverso il lavoro dei nostri professionisti si contribuisca a ridurre le distanze tra i cittadini ed il mondo aeronautico”. La cerimonia finale si è svolta a Roma in Campidoglio dove il vicesindaco della capitale, Mariapia Garavaglia, ha premiato i giovani risultati vincitori del concorso. I biglietti aerei non sono stati però il solo premio: alla fine della manifestazione i ragazzi hanno visitato le sale operative della torre di controllo di Roma Fiumicino, l’aeroporto più grande d’Italia. ● Il vice-sindaco di Roma, Mariapia Garavaglia, interviene alla cerimonia conclusiva dell’Operazione simpatia. Alla sua sinistra Anita Baldi, segretario nazionale AIG e Domenico Di Paola, presidente Assaeroporti.Alla sua destra, il presidente Enac,Vito Riggio, il responsabile EURICE, Pierluigi Di Palma ed il responsabile dell’Area Operativa ENAV, Massimo Garbini 8 50 ANNI DI EUROPA E DI AVIAZIONE I l 2007 è stato per l’Europa l’anno delle celebrazioni. Attraverso mostre, convegni e campagne di comunicazione, i 27 stati membri hanno festeggiato i 50 anni del Trattato di Roma: ossia il documento con il quale, il 25 marzo 1957 in Campidoglio, Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo fondarono, per mano dei rispettivi ministri degli Esteri, la Comunità Economica Europea. Da quel giorno è stata percorsa molta strada attraverso una serie di tappe che hanno trasformato l’integrazione economica dei sei nell’unione politica e sociale dei 27: dagli accordi di Schengen del 1985, che hanno eliminato i controlli doganali in oltre la metà degli stati, al Trattato di Maastricht del 1992 che ha istituito l’Unione Europea, cioè una realtà politica oltre che economica; dall’adozione della moneta unica da parte di 13 stati membri sino all’ingresso nell’UE, il primo gennaio di quest’anno, di Bulgaria e Romania. L’UE è oggi abitata da “500 milioni di cittadini che da 50 anni vivono senza guerre e godono di una condizione di sviluppo sociale ed economico senza precedenti nella storia”. Lo ricorda il dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri nella sua campagna di comunicazione “Vivi italiano, cresci europeo” con la quale l’Italia ha celebrato i 50 anni insieme ai partner comunitari. 1961. La torre di controllo dell’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Roma in una foto di quasi 50 anni fa. In primo piano, sul piazzale, un DC6 Dakota dell’Alitalia (Archivio Nevio Mazzocco ed Eleodoro Vergati - per gentile concessione) di Rosa Maria Di Martino Responsabile Funzione Editoria e C.I. Norme comuni hanno inoltre consentito il rispetto di standard qualitativi sempre più alti in quasi tutti i settori, pari opportunità per le imprese, una crescente liberalizzazione ed una sempre maggiore integrazione socio-politica, precisa inoltre il dipartimento. L’UE è oggi la più grande area di libero scambio al mondo, un mercato unico senza dazi e senza frontiere che garantisce la libera circolazione di persone, merci, capitali e servizi. Una filosofia questa che, dalla nascita del concetto di vettore comunitario sino all’accordo Open Skies siglato recentemente da UE ed USA, ha profondamente permeato anche il trasporto aereo europeo. Dalla costituzione dell’Unione Europea – dice la Commissione UE – il trasporto aereo è passato attraverso un consistente programma di liberalizzazione ed integrazione che ha fuso una serie di singoli mercati in un mercato “interno” dell’aviazione. Il primo passo è stato quello dell’adozione, nel 1992, di alcu- 9 ni regolamenti UE, noti con il nome di Terzo pacchetto, che applicavano i principi del programma comunitario sul mercato unico al comparto dell’aviazione, liberalizzando la prestazione dei servizi e consentendo a tutte le compagnie aeree della Comunità di trasportare merci e passeggeri in tutto il territorio dell’Unione. Le compagnie aeree esistenti potevano entrare in mercati che prima erano chiusi alla concorrenza e nuove compagnie potevano stabilirsi sulla base di principi e regole comuni eliminando norme protezionistiche ed interventi statali. Le attività dell’UE in questo settore non si sono tuttavia limitate alle problematiche legate all’accesso al mercato. L’integrazione ha significato anche l’istituzione di una serie di norme destinate a garantire standard comuni in tema di sicurezza, di tutela ambientale, di protezione dei passeggeri e di gestione del traffico aereo. La riforma comunitaria del controllo del traffico aereo Cielo Unico Europeo (che 12 anni dopo l’introduzione del concetto di vettore comunitario ha di fatto introdotto quello di provider ATM comunitario), così come la Carta europea dei diritti del passeggero, sono solo alcuni esempi di come, anche nel trasporto aereo, l’Europa sia diventata soggetto politico oltre che economico. ● C ome possono i viaggiatori saDATI DI SICUREZZA ED INFORMAZIONE AL PUBBLICO. PERCHÉ IL TASSO DI INCIDENTI OCCORSI AD UNA COMPAGNIA AEREA NON È DI PER SÉ INDICE DI AFFIDABILITÀ E SICUREZZA di Roberto Di Carlo Responsabile Funzione Safety,Validazione e Qualità Tecnico-Operativa Foto di Wingnut pere che le compagnie X, Y e Z sono sicure? E quali sono i dati in grado di orientare una scelta oculata? Basta solo un click del mouse ed il web snocciola una pletora di dati forniti da una molteplicità di soggetti pubblici e privati, governativi e no. È il metodo giusto? Se ci si basa solo sulle statistiche di sicurezza – escludendo da tali considerazioni le liste nere di compagnie interdette dall’utilizzo degli scali di alcuni paesi – si potrà solo constatare che gli incidenti di una linea aerea sono estremamente rari. Bastano alcuni numeri per rendere tale considerazione evidente. Secondo Arnold Barnett, docente presso il MIT Center for Transportation and Logistics di Boston, il sistema aeroportuale statunitense tratta giornalmente più di 175.000 tra decolli ed atterraggi e consente, ogni anno, il trasporto in sicurezza di 170 milioni di passeggeri sino alle rispettive destinazioni. Pertanto, sulla base dei dati di sicurezza che vanno dal 1987 al 1996, lo studioso ha concluso che un ipotetico passeggero che ha volato ogni giorno su una tratta nazionale USA deve continuare a percorrere quotidianamente almeno una tratta domestica per i successivi 21.000 anni prima di perire in un incidente fatale. Il sistema è così sicuro che scegliere una compagnia aerea al posto di un’altra per migliorare le chance di sopravvivenza è una lotta senza esito dato che, nell’arco di una vita umana, non c’è modo di apprezzare le differenze statistiche in termini di rischio. Lo stesso Barnett, inoltre, nota che l’incidente della Swissair, volo 111, occorso nel settembre 1998 al largo della coste di Halifax, è stato particolarmente “stridente” perché quella compagnia aerea veniva ritenuta “l’incarnazione stessa della sicurezza”. Così come ciascuno di noi potrebbe morire in un incidente aereo è altrettanto certo che a quasi nessuno di noi capiterà mai. Non ha senso dunque cercare di sconfiggere le “probabilità” attraverso scelte effettuate a tavolino. Eppure, all’accadere di uno di questi rari e drammatici eventi, i media intervistano i soliti esperti di sicurezza mentre, come è giusto ed umano che sia, l’opinione pubblica chiede a gran voce un maggior controllo sulle compagnie aeree e reclama regolazioni più stringenti. E, naturalmente, fioccano le richieste affinché vengano resi disponibili tutti i dati necessari a mettere i passeggeri in condizione di scegliere una compagnia aerea in modo informato ed intelligente. Tuttavia, posti così i termini della 10 questione, la selezione della compagnia avviene spesso in un modo che ricorda la scelta del consumatore tra due marche di automobili e che, se applicato alla sicurezza delle compagnie, può risultare un po’ naïf. Mentre probabilmente non c’è modo per gli utenti dell’aviazione di sfruttare statisticamente le differenze di rischio in termini di sicurezza, rimane tuttavia sacrosanto il diritto dei consumatori all’informazione. Ma quali informazioni dovrebbero pretendere di conoscere? Anzitutto quelle relative alle politiche di mitigazione dei rischi di sicurezza da parte delle compagnie commerciali. Il passeggero ha legittimamente Foto di Manuel Luis Ramos Garcia diritto di sapere se, ad esempio, la società dispone o meno di una Safety Policy di compagnia che specifichi, tra l’altro, il titolo ed il grado del responsabile della sicurezza, gli elementi del programma di sicurezza in modo chiaro, la natura dell’organizzazione che deve realizzare il citato programma e la partecipazione dei dipendenti a programmi di formazione sul tema. Al di fuori dei dati statistici sugli incidenti che, come abbiamo visto, sono scarsamente indicativi, vi sono varie informazioni che possono dare un’idea circa la “cultura della sicurezza” vigente in una determinata compagnia. Ad esempio, il fatto che una linea aerea richieda ai suoi meccanici di effettuare la verifica degli strumenti all’inizio di ciascun turno (processo questo implementato dalla Boeing nel 1998) servirebbe a sottolineare un aspetto della cultura di sicurezza della compagnia. Naturalmente una tale prassi non costituisce da sola garanzia contro il verificarsi di un incidente ma è certamente un buon indizio che permette di comprendere se una compagnia realizza, in parte o in tutto, ciò che viene chiamato il contratto sociale tra coloro che creano rischi e coloro che li devono sopportare. Molte realtà pubbliche e private forniscono volumi e volumi di dati statistici mentre non c’è alcuna dichiarazione di policy che spieghi perchè pubblicano quei dati. Anche assumendo che ne abbia il tempo, il più grande problema per il passeggero è quello di scegliere intelligentemente tra un diluvio di documenti, regolamenti, mappe e dati grezzi che sono stati indiscriminatamente scaricati da Internet. Il fatto che i dati non siano assemblati in una cornice che renda l’informazione significativa e comprensibile può avere sul consumatore medio l’involontario effetto di minare alla base gli sforzi che tendono a comunica- IL PIÙ GRANDE PROBLEMA PER IL PASSEGGERO È QUELLO DI VALUTARE LA SICUREZZA DI UN VETTORE ORIENTANDOSI TRA MIRIADI DI DOCUMENTI E DATI NON CONTESTUALIZZATI re i rischi per la sicurezza (quelli reali) o di creare inutili effetti dannosi. Per esempio, un’ipotetica “graduatoria di sicurezza” delle compagnie aeree – basata esclusivamente sul numero di incidenti – oltre ad essere portatrice, come abbiamo visto prima, di una logica intrinsecamente difettosa può allarmare il pubblico senza alcun motivo ed infliggere gravi danni economici alle “ultime della lista”. In aviazione, così come negli altri comparti, l’assenza o il bassissimo rateo di incidenti – l’abbiamo ripetuto più volte – non sono di per sé prova positiva che il sistema sia sicuro. La comunicazione di informazioni circa il rischio relativo alla sicurezza deve invece essere 11 oggetto di uno sforzo operativo congiunto tra costruttori di aeromobili, management delle compagnie aeree, organismi di regolazione, associazioni industriali, piloti e gruppi di interesse. Tale cooperazione dovrebbe comprendere anche la condivisione di iniziative strategiche di pianificazione della sicurezza tra i regolati ed i regolatori. Non è infatti sufficiente che i dirigenti dell’industria siano invitati ad esprimere le loro idee su un piano strategico dell’autorità di aviazione civile allorché non esiste una reciprocità circa le informazioni sui piani strategici dell’industria che possono avere un impatto sulla sicurezza. Per sua natura, infatti, la sicurezza in aviazione è uno sforzo operativo che trascende la nozione di affidamento esclusivo alle politiche di regolazione ed alla verifica del loro rispetto. Realisticamente cosa ci si può aspettare dai regolatori – nello sviluppo di piani strategici sensibili – senza specifiche connessioni al riguardo con ciò che i regolati stanno pianificando, particolarmente in termini di previsti aumenti del traffico e concomitanti strategie di mitigazione del rischio? ● LA PAROLA A... PIERLUIGI DI PALMA RESPONSABILE EURICE A vvocato dello Stato, ex consiglie- c l e a r e d re giuridico di tre ministri dei Trasporti, già direttore generale dell’Enac dove ha altresì assunto l’incarico di presidente del Comitato Interministeriale di Sicurezza (CIS), Pierluigi Di Palma è attualmente il responsabile dell’Ufficio Unitario di Rappresentanza Enac – ENAV presso le Istituzioni Comunitarie ed Europee (EURICE). A lui, autore di diverse pubblicazioni sulla liberalizzazione del trasporto aereo ed esperto giuridico del settore, abbiamo chiesto un parere sulle norme che in Italia regolano il comparto. Dal 30 marzo 2008, grazie all’accordo Open Skies, le compagnie aeree USA e UE potranno collegare qualsiasi aeroporto statunitense con qualsiasi aeroporto comunitario. Cioè, in sostanza, la British Airways potrà collegare Roma con New York. L’Italia è pronta? Credo che questo accordo non possa che essere valutato positivamente dal nostro Paese e dalle imprese italiane che compongono la complessa filiera del trasporto aereo. I passeggeri, in ragione della competizione che si svilupperà tra vettori, potranno usufruire di maggiori servizi a minor prezzo. Naturalmente, per evitare di trovarsi schiacciati dai competitor americani, i vettori comunitari e, soprattutto, quelli nazionali, dovranno elaborare nuove strategie aziendali ed investire capitali non facili da recuperare. Editore: ENAV SpA Consiglio di Amministrazione: Bruno Nieddu (Presidente), Guido Pugliesi (Amministratore Delegato), Riccardo Gabellini, Carlo Griselli, Fabrizio Franco Testa, Giuseppe Vallone, Luciano Vannozzi Liberalizzazioni e privatizzazioni nel trasporto aereo. Come si comporta l’Italia? In Italia, varie resistenze culturali e la difesa di interessi consolidati hanno fortemente rallentato l’apertura al mercato – seppur governato da regole – di ispirazione comunitaria. Negli ultimi anni, tuttavia, è stata acquisita una maggior consapevolezza. È evidente che questo processo non può ancora ritenersi concluso e che lo Stato deve decretare il definitivo superamento del vecchio regime di tipo protettivo, vero ostacolo alla piena attuazione della liberalizzazione e privatizzazione del trasporto aereo in Italia. Dalla riforma del Codice della Navigazione alla legge sui Requisiti di Sistema. La normativa nazionale sul trasporto aereo è adeguata? Sebbene adottate con l’intento di razionalizzare e modernizzare la confusa ed antiquata disciplina giuridica di settore, credo che nessuna delle due abbia apportato, almeno sino ad oggi, i benefici tanto auspi- cati. In ogni caso è necessario distinguere il giudizio. La riforma del Codice, pur risultando inadeguata a fornire una solida base per la disciplina del trasporto aereo, ha comunque introdotto alcuni principi di grande importanza come ad es. il riconoscimento dell’Enac quale autorità di settore e delle società di gestione quali responsabili del coordinamento aeroportuale, pur nel rispetto, in particolare, delle competenze tecniche di ENAV. Al contrario, la legge n. 248/2005 ha rotto un equilibrio di sistema, operando dei drastici tagli alle entrate delle società di gestione aeroportuale, con riflessi negativi anche nei confronti dell’Enac e di ENAV, senza peraltro riuscire a risollevare le sorti del vettore di riferimento. Alitalia sta per essere ceduta, forse ad investitori stranieri. L’italianità è ancora un valore? Per quanto il processo di liberalizzazione del trasporto aereo porti a ritenere del tutto superato il modello della compagnia di bandiera, credo che il brand Alitalia sia un valore. Qualora dovesse essere rilevata da investitori stranieri, lo Stato italiano dovrà comunque verificare il mantenimento di alcuni collegamenti aerei da e per l’Italia e, se del caso, intervenire normativamente con la costituzione di un fondo per la mobilità per sostenere la continuità di alcuni servizi a tutela del passeggero e dei traffici economici del nostro Paese. ● Cleared Direttore editoriale:Alessandro Di Giacomo Direttore responsabile: Rosa Maria Di Martino Comitato editoriale: Roberto Di Carlo, Massimo Garbini, Elvira Savini Nicci, Maurizio Scholtze Redazione:Via Salaria, 716 – 00138 Roma. 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