Rassegna Stampa

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Rassegna Stampa
Rassegna Stampa
Domenica 29 novembre
Lunedì 30 novembre 2009
TREVISO
Domenica 29 novembre, pag. 16 edizione NAZIONALE
LE RICHIESTE Serve una legge che incentivila nascita di consorzi
L’ASSEMBLE A Domani a Padova cinquecento delegati da tutta la regione
In un anno chiuse 4500 aziende
Massimo Rossignati
Gli imprenditori: il crollo peggiore dal dopoguerra
Così rischiamo di perdere il "made in Veneto
Vogliamo una legge per l’agricoltura italiana. Non intendiamo rassegnarci a chiudere le nostre
aziende». Non usa mezzi termini Guidalberto Di Canossa, presidente veneto di Confagricoltura,
nello spiegare il perché della manifestazione che domani, lunedì 30, riunirà a Limena di Padova
(ore 10, Hotel Crowne Plaza), 500 quadri delle sette province venete in un’assemblea straordinaria
davanti a parlamentari, consiglieri regionali, istituzioni. «Siamo di fronte alla crisi più grave del
settore dal dopoguerra. Stimiamo che quest’anno in Veneto abbiano chiuso i battenti o dovranno
chiuderli 4500 aziende agricole», afferma Di Canossa.
Confagricoltura regionale lancia l’allarme per cercare di salvare quel patrimonio di 130 mila
imprese del comparto attive sul territorio, delle quali il 3,5 % quest’anno ha già chiuso o sta per
farlo. «Il Governo dà fondi alle banche, alla Fiat, all’Alitalia e diminuisce i contributi a sostegno
dell’agricoltura, che nel 2009 ha visto calare di 1 miliardo la somma destinata al settore - attacca Di
Canossa - Ma la crisi la sentiamo anche noi come gli altri; anzi, direi che la avvertiamo più degli
altri perché se andiamo a guardare le quotazioni dei prezzi in agricoltura vediamo che non c’è
coltura che non abbia visto scendere quanto pagato all’agricoltore, con un calo in un anno del
10-15%».
Secondo Di Canossa «serve una legge di settore che incentivi la fusione tra aziende agricole, la
nascita di consorzi di produttori, lo sviluppo di unioni di imprese. Oggi, infatti, uno dei problemi
del comparto è la grande parcellizzazione: 130 mila aziende agricole solo in Veneto, sono troppe e
spesso troppo piccole per resistere alla crisi, soprattutto per potersi confrontare con la grande
distribuzione».
È questo, dunque, il piano che Confagricoltura chiederà domani da Padova a governo e
Regione, alla presenza anche del presidente nazionale Federico Vecchioni; il Veneto, va ricordato,
per importanza agricola è la terza regione in Italia. «Non chiediamo altri fondi, anche se a noi li
hanno tagliati, considerando l’agricoltura come un comparto che si autoequilibra – riprende Di
Canossa - Chiediamo che gli investimenti non vengano più assegnati a pioggia, perdendosi così
inutilmente in mille rivoli, ma si selezionino le aziende da sostenere, premiando quelle che possono
rappresentare il futuro della nostra agricoltura». Soprattutto gli imprenditori agricoli chiedono che si
dia corso a una legge di ristrutturazione del settore che spinga all’aggregazione di imprese. «Ma
servono subito nuovi strumenti legislativi - osserva Di Canossa - per combattere calo degli
investimenti, crisi dell’occupazione, aumento dei costi di produzione e calo dei prezzi all’origine.
Serve chiarezza sulle energie rinnovabili che possono diventare veramente una leva di reddito e
sviluppo per le imprese agricole, ma che oggi restano sulla carta perché ogni volta che presentiamo
un progetto che sfrutta le biomasse c’è un sindaco che dice di no, o un comitato che si solleva».
«In pericolo – conclude il presidente di Confagricoltra - c’è la nostra imprenditoria, indotto
compreso, e i grandi prodotti agricoli del made in Veneto, dal vino all’ortofrutta».
Domenica 29 novembre, pag. 16 edizione NAZIONALE
DALLA REGIONE
Misure anti-crisi, prestiti
agevolati per cento milioni
VENEZIA - Le misure anti-crisi che la Regione ha attivato a favore delle imprese agricole
permetteranno di mettere a disposizione delle aziende circa 100 milioni di euro, sotto forma di
prestiti agevolati a breve termine. In risposta all'azione regionale, ha sottolineato il vicegovernatore
Franco Manzato, sono state presentate oltre 2800 domande di agevolazione creditizia, per una
media che si aggira tra i 65 e i 70 mila euro per domanda. La richiesta complessiva di contributo
regionale sugli interessi si aggira sui 4,5 milioni di euro, rispetto a una disponibilità di 4 milioni. La
graduatoria sarà pronta entro il 22 dicembre.
Domenica 29 novembre, pag. 16
Grandinate: danni a carico delle imprese
Dalla legge Finanziaria sarebbero "spariti" gli aiuti per il Fondo di solidarietà in agricoltura, che
copre una parte cospicua del premio per le assicurazioni contro le grandinate (230 milioni di euro
per il 2009), e non mette nemmeno quelli per il 2008 (90 milioni). E a dover pagare saranno gli
agricoltori. Lanciano l’allarme due consorzi veronesi che hanno chiesto aiuto al prefetto, il quale ha
assicurato che «mi interesserò con il ministro Luca Zaia, per verificare la fattibilità di un
emendamento correttivo in Finanziaria». (M.R.)
Domenica 29 novembre, pag. 35
Veleni tra le vigne, scattano i divieti
Vidor, Provincia e Comune vietano le passeggiate ecologiche
(FRANCESCO DAL MAS)
VIDOR. Vietato passeggiare tra i vigneti di prosecco da aprile ad agosto. Il motivo? I
trattamenti fito-sanitari. Lo prevedono il Comune e la Provincia, con tanto di avvisi
istituzionali. Ma non dovunque, ma sull’itinerario storico e naturalistico «Dal sacro al
pro...secco».
Il divieto pubblico riguarda il percorso panoramico, da poter fare a piedi o in bici, nelle zone umide
della foce del torrente Teva e lungo gli sterrati poderali fra i vigneti.
Attrezzato di tavole e di panche, l’itinerario è stato realizzato da volontari e dal Comune per far
conoscere angoli particolarmente suggestivi di Vidor.
Ma i cartelli e i volantini sono chiari: «Il transito nel percorso non è consentito da aprile ad agosto
compresi di ogni anno, a causa dei trattamenti fito-sanitari alle coltivazioni».
Il divieto si estende per due chilometri, mentre la lunghezza del tragitto arriva a circa 9 chilometri.
Il sindaco di Vidor, Albino Cordiali, spiega che gli avvisi sono stati voluti dai proprietari dei terreni
«per evitare conseguenze nel caso qualche escursionista manifesti problemi di salute dopo aver
percorso il sentiero».
Non si tratta di una precauzione banale, tanto meno inutile, perché agli stessi proprietari dei terreni
trattati e, in ogni caso, a quanti vi operano è consigliato, anzi negato di entrare nei vigneti prima che
siano trascorse 48 ore dall’irrorazione del trattamento fitosanitario.
Le ricadute a rischio dei trattamenti fito-sanitarie sono note da tempo. E non solo a Vidor. Neppure
nella sola area di produzione del prosecco e del cartizze. Ma che fosse direttamente
un’amministrazione comunale a certificare pubblicamente che il pericolo esiste e a fare divieto di
passaggio nei territori sottoposti a trattamento, per quanto se ne sa è la prima volta che accade.
I vigneti degli altri comuni, dunque, si troverebbero nelle stesse condizioni, quindi formalmente
dovrebbero diventare off limits.
E’ pur vero - si osserva in municipio a Vidor - che non tutte le colline del prosecco sono
attraversate da piste pedonali o per mountain bike come quella appena inaugurata in questo comune.
A lanciare l’allarme è il settimanale della diocesi di Vittorio Veneto, L’Azione. «Cosa dovrebbero
dire tutti coloro che risiedono a ridosso di vigneti? E coloro che si ritrovano sopra la testa
l’elicottero «che pompa»? Fino ad oggi è prevalsa la strategia del «minimizzare» o peggio
dell’«ignorare». Ora, per fortuna, si comincia a discutere pubblicamente di questi argomenti. Si
chiedono agli enti pubblici dati scientifici e informazioni precise. Fornirli è più che doveroso. Ne va
di mezzo la nostra salute». Non mancheranno reazioni e su questa cosa saranno sicuramente forti.
Domenica 29 novembre, pag. 22
«Consorzio bonifica a rischio chiusura»
«Futuro legato alle elezioni; le bollette aumenteranno»
Erica Bet
Consorzio di Bonifica sinistra Piave a rischio chiusura. La comunità della Sinistra Piave rischia di
perdere il servizio con sede a Cimavilla di Codognè. La decisione potrebbe arrivare all’indomani
delle votazioni del 6 dicembre. Ad urne chiuse e a spoglio completo, verranno eletti i dirigenti che
saranno a capo del nuovo maxi consorzio che riunirà Sinistra Piave, Destra Piave e Brentella. A
conti fatti, si prospetta la chiusura della sede di Codognè e il suo trasferimento a Montebelluna,
nuovo centro di comando. Il sindaco di Codognè, Roberto Bet interviene: “La sede a Codognè non
si tocca – e riferendosi al macro consorzio spiega – comprenderà quasi 90 comuni della provincia di
Treviso, all’interno del quale un consiglio, un direttivo e un presidente decideranno le politiche di
sicurezza idraulica del nostro territorio, la manutenzione dei canali, il ripristino delle frane,
l’approvvigionamento per l’irrigazione, le opere idrauliche fondamentali per la gestione del
territorio. Investimenti per milioni di euro che dovranno essere ripartiti in opere nel territorio”. Il
nuovo consorzio deciderà anche le tariffe dei contribuenti con il rischio, spiega Bet, di un aumento:
“Il nostro Consorzio sinistra Piave ha delle entrate per la contribuenza pari ad oltre 3milioni di euro,
con tariffe mediamente più basse rispetto a quelle degli altri due Consorzi. Si prospetta l’ipotesi di
un aumento generalizzato verso l’alto delle tariffe anche per i nostri contribuenti”. All’allarme per
le bollette più salate si aggiunge quello della chiusura della sede di Codognè con le ripercussioni sul
personale impiegato: “Ci sono rischi di ridimensionamenti e accorpamenti e la sede di Cimavilla
potrebbe ridursi ad uno sportello. Una struttura che ha svolto egregiamente la propria attività, vicina
alle esigenze del territorio”. Per scongiurare l’ipotesi, il sindaco chiama al voto gli elettori: “Invito
tutti gli elettori, oltre 68mila del Consorzio sinistra Piave ad andare a votare”. Ci saranno 3 liste:
Coldiretti con Campagna amica per la bonifica, Cia con Liberi agricoltori del Piave ed Acque
venete, ciascuna divisa in 3 fasce.
Domenica 29 novembre, pag. 37
Roberto Bet difende la sede di Codognè
Consorzio di bonifica La Lega fa barricate
CODOGNE’. Non solo rischia di scomparire la sede del consorzio di bonifica Sinistra Piave di
Codognè ma l’accorpamento dei tre consorzi potrebbe portare a degli aumenti tariffari. «Ricordo
che il nostro consorzio Sinistra Piave ha delle entrate per la contribuenza pari ad oltre 3.000.000 di
euro, con tariffe più basse rispetto agli altri due consorzi - afferma Roberto Bet, rappresentante della
Regione nella Sinistra Piave e sindaco di Codognè - si prospetta l’ipotesi di un aumento
generalizzato verso l’alto delle tariffe anche per i nostri contribuenti della Sinistra Piave». C’è una
levata di scudi per difendere il proprio territorio tra i componenti del consorzio che oggi rappresenta
una quarantina di Comuni. «Oltre al rischio di aumento delle tariffe c’è il rischio che a Codognè
venga chiusa la sede che da anni ospita il consorzio di bonifica, struttura che ha svolto egregiamente
la propria attività - aggiunge Roberto Bet - l’ipotesi di concentrare tutto in altra sede lontano dal
nostro territorio va combattuta, per questo motivo invito tutti gli elettori del consorzio Sinistra Piave
ad andare a votare e a esprimere la preferenza per i rappresentanti del territorio». (di.b.)
Domenica 29 novembre, pag. 20
La Pedemontana dei sindaci
Trincee e gallerie in testa alle richieste dei sindaci.
Riguardano in particolare delle modifiche alle caratteristiche del tracciato della Pedemontana le
osservazioni che i Comuni del Montebellunese e della Castellana hanno effettuato in Regione nei
giorni scorsi.
Dopo aver presentato, alcune settimane fa, il tracciato dell'arteria, Venezia ha convocato uno per
uno i vari centri. Trevignano, fra i più toccati, chiede in particolare un raddoppio delle gallerie ma
anche un allungamento di quella, fra le due, che era già prevista.
«In sostanza - sostiene il sindaco Franco Bonesso - chiediamo che venga prolungata di qualche
centinaio di metri quella che attraversa il centro di Trevignano. Un'altra, invece, la vorremmo nella
zona dei Prai, per mascherare una delle aree naturalistiche più significative del Comune». Ma
Trevignano chiede anche altri tipi di interventi. Più in generale, Bonesso accenna ad una
«Pedemontana verde, come esiste il Passante verde».
Anche le richieste di Volpago puntano a mitigare l'impatto della Pedemontana. «Abbiamo
chiesto che l'opera venga realizzata il più possibile in trincea - dice il sindaco Roberto Toffoletto Difficile però prevedere tale tipo di intervento per tutto il tratto, pari a sei chilometri, anche perché
questo richiede uno sbancamento più ampio. Ci sono poi vari incroci problematici: uno di questi è
l'incrocio all'altezza della Chiesetta di San Rocco, dove, oltre a varie strade, si trova pure il canale».
Anche Altivole ha visto la bozza dell'opera. «Abbiamo fatto richiesta di mitigazioni - la parola
d'ordine del sindaco Silvia Rizzotto- e di ridurre l'impatto verso le abitazioni, ma anche l'impatto
dello msvincolo di Caselle che va rimodulato. Verrà pure allungata la galleria presente a San Vito.
Restano poi altri dettagli altimetrici da definire, chiediamo in particolare meno tratti in rilevato
possibile.
Nel
complesso,
abbiamo
trovato
Venezia
disponibile».
Roberto Vendrasco, sindaco di Loria, è interessato per quanto riguarda la bretella di
collegamento fra Pedemontana e Statale del Santo. «Stiamo verificando la disponibilità a rivedere il
tracciato per Rossano, Loria e Cassola - dice Roberto Vendrasco - Fra un paio di settimane
verificheremo la possibilità di migliorare il tracciato».
Domenica 29 novembre, pag. 20
LAURA PUPPATO
«Per noi la circonvallazione è più importante»
(L.Bon) «Prima di tutto la circonvallazione». Il sindaco Puppato a Venezia non ha fatto richieste
relative alla Pedemontana. Si è concentrata invece sulla circonvallazione. «Per noi è tutto ok ma
prima della Pedemontana bisogna riuscire a realizzare la circonvallazione. È prioritario. In caso
contrario, la Pedemontana sarà solamente un problema per la nostra città. Entro il primo semestre
2010 andranno ultimate tutte le procedure, completando il progetto esecutivo. Poi bisogna partire».
Il primo stralcio riguarderà la fascia compresa fra via Castellana e la Feltrina.
Domenica 29 novembre, pag. 35
Cento bottiglie di Bisol diventano opere d’arte
VALDOBBIADENE. Cento bottiglie di prosecco «Crede» di Bisol trasformate in altrettante opere
d’arte da venti artisti europei. Questa la singolare iniziativa di «Art&advice» che ha scelto la
famiglia di viticoltori di Valdobbiadene per personalizzare e reinterpretare il contenitore di vetro.
Da oggi le cento bottiglie di prosecco brut «Crede», rielaborate dagli artisti, saranno esposte a
Bruxelles. Bisol sarà presente fino a domani alla fiera francese di Vannes. (g.z.)
Domenica 29 novembre, pag. 35
Il caso dell’azienda agroalimentare
Maia, Beltrame a Sforza «Riordina le idee per ridurre
i disagi»
(GLAUCO ZUAN)
PIEVE DI SOLIGO. Dopo aver proposto un dialogo costruttivo e sereno tra i protagonisti per
affrontare e cercare di risolvere la querelle delle vie Busolli e Lubin, il consigliere di minoranza
Jacopo Beltrame punta ora i riflettori su un altro caso spinoso del territorio: i disagi ambientali
arrecati alle popolazioni di Pieve e di Villanova dall’azienda agroalimentare «Maia» di via
Sernaglia. Proprio per rendersi conto delle dinamiche produttive, il portavoce del Gruppo misto,
insieme al sindaco Fabio Sforza, ha fatto visita agli stabilimenti in cui si allevano galline da uova,
effettuando il primo accurato sopralluogo esplorativo dopo la campagna elettorale della scorsa
primavera e ad un anno esatto dall’incendio che arse migliaia di capi. «Intendiamo affrontare anche
la questione Maia con serietà e cognizione - dichiara il consigliere Jacopo Beltrame - affinché, a
distanza di decenni dai primi evidenti disagi ambientali patiti dai residenti, si possa giungere
definitivamente a una soluzione. Magari non aspettando l’arrivo della prossima estate». Così, in
attesa che gli organi preposti rilevino competenze e responsabilità «di chi ha permesso di arrivare a
tutto questo», il capogruppo di minoranza invita la maggioranza «a riordinare le idee, fare proposte
e porre in atto i progetti, risolvendo una situazione estremamente sgradevole per chi vive nel
territorio e decisamente precaria per chi ha investito per decenni su quella occupazione». Per questo
Beltrame rilancia l’opzione del dialogo con i titolari della Maia. «Le difficoltà sulla strada della
soluzione non mancheranno - continua il consigliere - però dobbiamo evidenziare i modi per
risolvere il problema, attraverso un serrato monitoraggio delle fasi di sviluppo e un dialogo
continuo».
Domenica 29 novembre, pag. 42
Super degustazione domani a Ca’ di Rajo
SAN POLO. Lunedì alle 18.30 la cantina Ca’ di Rajo, a Rai di San Polo, in collaborazione con
«Wine & Food Rappresentanze» e «Vino e Design» organizza una degustazione per operatori del
settore. Simone Cecchetto guiderà la degustazione presentando i migliori vini dell’azienda,
proponendo - tra i tanti - in anteprima il Prosecco Spumante Doc Treviso Millesimato Dry 2009 e il
Raboso Doc Piave Riserva «Notti di Luna Piena» 2005.
Domenica 29 novembre, pag. 42
LA CONFRATERNITA
«Incrocio Manzoni» I confratelli onorari
MOTTA DI LIVENZA. La Confraternita dell’Incrocio Manzoni si è ritrovata al ristorante
«Disarò» a Motta per ribadire l’impegno dell’associazione a promuovere e divulgare l’autoctono
che oltre a rappresentare un’evoluzione genetica della vite è autorevole realtà del territorio.
L’incontro ha permesso alla confraternita di presentarsi al sindaco di Motta, Paolo Speranzon, a
Severina Cancellier, autorevole figura istituzionale dell’Istituto Sperimentale per l’Agricoltura di
Conegliano, e dell’assessore di Oderzo Ermes Campigotto. La Confraternita ha ribadito la volontà
di affrontare problematiche sociali che destabilizzano i concetti del bere e poco sano. Nella serata
sono stati intronizzati dieci nuovi confratelli; confratelli onorari il sindaco Paolo Speranzon,
Severina Cancellier e Paola Disarò.
Lunedì 30 novembre, pag. 8
LA MARCA A TAVOLA
Unici «stellati» ancora Gellius e Dal Vero
La Guida Michelin promuove buone tavole a piccoli prezzi
«Guida Michelin 2010 alberghi e ristoranti»: le buone notizie per la Marca non riguardano gli
stellati (sempre Gellius di Oderzo e Dal Vero di Badoere, una stella), ma le new entry nella speciale
classifica «Bib Gourmand», che segnala «pasti accurati a prezzi contenuti». Categoria in cui la
«Michelin» ha inserito due «esordienti): «Strada Vecchia» di Tezze di Vazzola (in foto il titolare
Mario De Luca) e l’«Hosteria Antica Contrada delle Due Torri» a Treviso. Il terzo «Bib Gourmand»
è il Ristorante Tre Noghere a Bigolin, già in guida. Tra i «Bib Hotel» (sistemazione di qualità a
piccoli prezzi) a rappresentare la Marca c’è solo l’agriturismo «Il Cascinale» di Treviso. Le sezioni
speciali «alberghi e ristoranti ameni» annovera gli hotel Villa Abbazia di Follina (nonchè il suo
ristorante «La Corte»), Villa Cipriani di Asolo, Villa Giustinian di Portobuffolè, l’agriturismo Duca
di Dolle a Rolle e il Maso di Villa a Susegana. Sul fronte ristorazione, la «Michelin» segnala come
ameni Locanda da Lino a Solighetto, Gellius di Oderzo e Toni del Spin a Treviso. Le segnalazioni
della «Guida» per la Marca sono una quarantina. Oltre agli hotel già citati, per trascorrere un
soggiorno al viaggiatore vengono indicati: Al Sole e Duse (Asolo); Col delle Rane (Caerano); Fior,
Roma, Al Moretto, Alla Torre (Castelfranco); Locanda al Sole (Castello di Godego); Locanda alla
Posta (Cavaso); Castelbrando (Cison); Villa Toderini (Codognè); Relais Betulle e Canon d’Oro
(Conegliano); Villa Revedin (Gorgo); Villa Stucky e Duca D’Aosta (Mogliano); Bellavista
(Montebelluna); Postumia Hotel e PrimHotel (Oderzo); Contà (Pieve di Soligo); Relais Monaco
(Ponzano); Park Hotel Villa Palace, Villa Vicini, Crystal, Magnolia e Sole (Preganziol); Bhr Hotel
(Quinto); Giulia (Revine); Locanda e Ristorante Parco Gambrinus (San Polo); Ca’ del Galletto, Al
Giardino e Focolare (Treviso); Vecchio Municipio (Valdobbiadene); Hotel Terme e Alice Relais alle
Vigne (Vittorio Veneto). Tra ristoranti e trattorie alle «buone forchette» vengono segnalati: San
Nicolò, Alla Pasina, Rino Fior, Barbesin, Locanda alla Posta, La Tartare, Città di Venezia, Casa
Rossa, Locanda Marinelli, Da Condo, La Giraffa, Gigetto, Menegaldo, Da Gerry, Tiglio d’Oro,
Bertacco, Miron, Osteria Bellavista, Le Rive, Ombre Rosse, Locanda Righetto, Casa Caldart, da
Nano, Ca’ Busatti, Marcandole, da Dino, Alla Torre, La Vigna, All’Antica Torre, L’Incontro. (c.s.)
Domenica 29 novembre, pag. 8
Perenzin, Astoria e Carpenè Malvolti Primi premi a
formaggi e bollicine
La qualità dell’enogastronomia Made in Treviso brilla nei concorsi di tutto il mondo. I formaggi
della Latteria Perenzin di Bagnolo di San Pietro di Feletto alla 7ª edizione del concorso «Le forme
del Bio 2009» hanno vinto il 1º premio della categoria «caprini freschi» con la Robiola di Capra e
un altro 1º posto nella sezione «caprini stagionati e semistagionati» con al Caciottona di capra al
pepe e olio extravergine d’oliva. La Gold Medal nella categoria Vini Spumanti è il riconoscimento
ricevuto dal Prosecco di Valdobbiadene Doc Millesimato 2008 Astoria di Refrontolo al AWC
International Wine Challenge di Vienna, con un punteggio di 91/100. In questo concorso
internazionale 5.850 vini di 1.423 produttori di oltre trenta paesi vengono valutati da una giuria
esperta, non solo dal punto di vista organolettico, ma anche attraverso analisi di laboratorio.
Ottime performance anche per la casa spumantistica Carpené Malvolti di Conegliano, che si è
distinta in Francia: si è, infatti, aggiudicata due premi nella patria dello champagne (medaglia d’oro
e d’argento9 al 7º concorso «Effervescents du Monde 2009», competizione internazionale di Dijon
riservata ai migliori spumanti del mondo. La medaglia d’oro è andata al Cserszegi Brut Carpenè
Malvolti, mentre l’argento è andato al Prosecco di Conegliano Cuvèe Brut Carpenè Malvolti,
ottenuto con selezione delle uve di vendemmia raccolte solamente nelle alte colline della zona
DOC.
VENETO E ALTO ADIGE
Le ricette di «Incontri di sapori»
«Incontro di Sapori» è il titolo del ricettario appena pubblicato che ha come protagonisti prodotti
DOP e IGP dell’Alto Adige e Veneto: Casatella Trevigiana DOP, Speck Alto Adige IGP, Radicchio
Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP. La raccolta di 20 ricette è stata creata da due chef
che hanno rivisitato la tradizione culinaria dei loro territori: per l’Alto Adige, Herbert Hintner ha
proposto ricette semplici per tutti i giorni, aggiungendo anche ingredienti ed essenze di piatti
«alpini»; Alessandro Breda del Gellius di Oderzo per il Veneto, ha proposto un gemellaggio tra
cucina tradizionale e «tecnica». Il ricettario sarà distribuito durante le degustazioni dei Consorzi di
tutela dei prodotti, in fiere e manifestazioni.
SUL MONTELLO
Corsi di cucina da Sbeghen
Il Ristorante Sbeghen di Volpago del Montello organizza dei corsi di cucina per bambini (iscrizione
gratuita) martedì 8 dicembre alle 16. I piccoli cuochi seguiranno le lezioni dello chef di casa;
impareranno, divertendosi, a fare un dolcetto che poi mangeranno. Necessaria la prenotazione.
Massimo 20 iscritti (bambini dai 4 anni in su). Ma il ristorante pensa anche ai grandi e sta
proponendo corsi di cucina tradizionale e montelliana, con spunti per le feste natalizie: mercoledì 2
dicembre lezione sui piatti di carne e selvaggina; mercoledì 9 pesce d’acqua dolce (ore 20.30
-22.30). Lezione facoltativa sui dessert il 16 dicembre. Costo totale 50,00 euro. Prenotazione
obbligatoria: Sbeghen via San Martino 10 tel. 0423.23570.
Prosecco Passito di Roèr all’Osteria al Ponte
Giovedì 3 dicembre alle 20, l’Osteria Al Ponte di Conegliano inaugura una serie di eventi
enogastrononmici e lo fa con la degustazione dedicata al Passito di Prosecco dell’Azienda Roèr di
Valdobbiadene che presenterà le annate del 2005, 2006 e 2007 abbinate ad una selezione di
formaggi erborinati tra i quali Blu del Moncenisio, Valdeon spagnolo e Blu Stilton inglese, con due
piatti caldi a sorpresa. Il Passito è prodotto da uve prosecco, «bianchetta» e «perera», dei colli di
Valdobbiadene e lasciate appassire sette mesi, per ottenere mosto dai profumi delicati di fiori
d’acacia e dal sapore di miele e mandorla tostata. L’Osteria al Ponte è gestita da Nicoletta Rizzante
e Massimo Milan di Mestre, specializzati in piatti di pesce, già alla guida de «La Terrazza» a
Valdobbiadene. Una volta al mese, insieme a Placido Mareso (chef con esperienza di 8 anni a
Tokyo), propongono una giornata dedicata al sushi. Cena del 3 dicembre (ore 20) solo su
prenotazione (tel 393-9061801), costo 35,00 euro.
Risi e Vigneti da Eat’s. Le cene con l’autore di Eat’s Store e Bistrò a Conegliano sabato 5
dicembre (ore 21) ospitano un tris «straordinario»: il Timorasso Vigneti di Massa delle valli
alessandrine, i vini di Casa Coste Pian da Guia di Valdobbiadene e il riso della Pila Vecia di Ferron,
antica
riseria
di
Isola
della
Scala.
Solo
su
prenotazione
al
393.4571991.
Profumo di Marsala a La Candola. Proseguono le cene a tema alla Locanda La Candola di
Soligo (via San Gallo 43): giovedì 3 dicembre (ore 20) si degusta il Marsala abbinato ai piatti dello
chef
Nicola
Dinato.
Prenotazioni
allo
0438.900006
o
[email protected].
Degustazione a Ca’ di Rajo. Lunedì 30 novembre (ore 18.30) la cantina Ca’ di Rajo, a Rai di San
Polo, in collaborazione con «Wine & Food Rappresentanze» e «Vino e Design» organizza una
degustazione riservata solo agli operatori del settore. Simone Cecchetto presenta i migliori vini
dell’azienda, proponendo in anteprima il Prosecco Spumante Doc Treviso Millesimato Dry 2009, il
Raboso Doc Piave Riserva «Notti di Luna Piena» 2005 con un 30% di uve appassite in fruttaio,
«Nina» Incrocio Manzoni 6.0.13, Marinò blend di tre vini. Con Massimo Maccianti, direttore
commerciale di «Vino e Design», gli ospiti potranno assaggiare i cinque grandi «Riesling della
Mosella».
Gustosa Custoza al Vecio Fritoin. Martedì 1º dicembre (ore 20) nuovo appuntamento con la
rassegna che abbina cucina di mare e lago con i vini della Cantina di Custoza. L’evento curato dalla
rivista Papageno fa tappa al Vecio Fritoin di Venezia: le creazioni dello chef di casa, Daniele
Zennaro, si affiancano a quelle di Franco Favaretto del Baccalà Divino di Mestre, abbinati alle
etichette della Doc Custoza. Costo 60,00 euro, prenotazioni allo 041.5222881.
Domencia 29 novembre, pag. 27
Lunedì 30 novembre, pag. 13
Domencia 29 novembre, pag. 29
Lunedì 30 novembre, pag. 4 edizione di UDINE
TAGLI
La Regione ha dimezzato i fondi ai parchi
Siamo proprio in Riserva
grifoni potranno sempre volar via, a cercare cibo altrove, ma i turisti sceglieranno altre più attente e
sensibili regioni per praticare il birdwatching, l’escursionismo e la vacanza in natura. Gli enti e i
ricercatori stranieri che ora hanno progetti in comune con le aree protette del Friuli Venezia Giulia
rafforzeranno i loro giudizi negativi sull’affidabilità degli italiani. Una cinquantina di persone
rimarranno senza lavoro e senza paracadute sociali. Esperimenti di successo e di prospettiva come
la riabilitazione psichica attraverso il lavoro in natura cesseranno. La tanto (e giustamente, finora)
celebrata e straordinaria biodiversità della regione piano piano si omologherà alle zone più
insignificanti dal punto di vista naturalistico e compromesse ambientalmente. Nemmeno i cacciatori
potranno essere contenti: gli animali che trovavano nei parchi e nelle riserve delle formidabili
nursey per poi espandersi nelle zone venatorie diminuiranno drasticamente, senza veder aumentare i
territori adibiti alla caccia, o all’agricoltura, dal momento che comunque saranno protetti dalle
leggi.
Un bel quadro, no? Lo sta dipingendo l’assessore all’agricolture Claudio Violino, che ha la
delega
per
le
aree
protette
e
la
caccia,
tagliando
drasticamente
i
fondi
relativi.
Le previsioni di spesa per il 2010, infatti, indicano un taglio del 50% per i due parchi regionali e
dall’80 al 100% per le riserve regionali. Il parco delle Dolomiti Friulane riceverà probabilmente 630
mila euro (attualmente il finanziamento era di un milione e 400 mila euro), quello delle Prealpi
Giulie 570 mila (disponeva di un milione 140 mila euro). le riserve raccoglieranno le briciole.
«Per il mantenimento del delicatissimo sistema dei prati stabili - accusa il presidente del Wwf
regionale, Roberto Pizzutti - i fondi passano da 110 mila euro a zero. Da 50 mila a nulla passano
anche le spese per studi e attività tecnico-faunistiche, finalizzate, tra l’altro, alla predisposizione del
Piano faunistico, strumento strategico per la gestione faunistica regionale. La stazione biologica
dell’isola della Cona vede le proprie risorse falcidiate: da 100 mila a 20 mila euro».
«Detto in altri termini: viene di fatto smantellata, con una contrazione dell’80% dello
stanziamento, la rete di tutela ambientale presente in Friuli Venezia Giulia - continua Pizzutti - già
sottodimensionata rispetto alla media nazionale, nonostante il fatto che la Regione sia caratterizzata
per un verso da modesta pressione antropica e dall’altro da eccezionale biodiversità».
Le risorse destinate a finanziare le Riserve naturali regionali (piani di conservazione e sviluppo,
attività di gestione), ad acquisire al patrimonio regionale biotopi e altre aree di interesse
naturalistico, e a svolgere attività rivolte al mantenimento e incremento della biodiversità, alla
fruizione didattica del patrimonio naturalistico e alla ricerca, semplicemente crollano: da circa
1.766.000 euro nel 2009 a 130 mila nel 2010.
Un lavoro di decenni rischia di venire vanificato e la stessa ricollocazione dell’agricoltura
sostenibile e di tipo europeo è potrebbe essere cancellata. Con ricadute occupazionali ancora tutte
da verificare. Soprattutto nel campo del turismo: rischiano di rimanere chiuse le molte strutture di
accoglienza, i centri visita e le strutture didattiche e espositive. Strutture che sono state finanziate
con i soldi pubblici.
E qui si raggiunge il paradosso. Parchi e riserve vengono accusati di non creare sufficiente
economia e reddito, di vivere di assistenza pubblica, ma per decenni la Regione ha praticamente
finanziato solo opere strutturali, ristrutturazioni di casere e stavoli, costruzione di strade e centri
visite, a beneficio degli artigiani e delle piccole imprese. Un modo per far accettare alla comunità
locali la presenza delle aree protette. Assistenza pura, in realtà, dal momento che queste opere non
hanno prodotto economia, ma tolto risorse per lo sviluppo turistico e naturalistico di parchi e
riserve.
Questa politica ha anche precluso e ritardato l’imprenditorialità privata nel territorio, deviando
le risorse a favore di un comparto statico.
«Se poi confrontiamo i dati relativi alla politica di tutela della natura - conclude il presidente del
Wwf regionale, Roberto Pizzutti - con quelli, per dire, dello sviluppo sciistico, meglio
comprendiamo la logica sottostante. La precedente amministrazione regionale ha finanziato il piano
industriale Promotur SpA 2006-2010 per 200 milioni di euro. Il nuovo esecutivo ha poi dichiarato
di essere pronta a far fronte ad un investimento di circa 63 milioni per lo sviluppo di Pramollo, non
compreso tra i cinque poli Promotur e di 5 milioni e 400mila euro per la stazione sciistica di Sauris,
anch’essa fuori dai poli Promotur, mentre è appena partito, sempre sotto auspici Promotur, ma
anche in questo caso in aggiunta al piano industriale, il progetto Mauria Varmost che prevede un
intervento pubblico regionale di 13 milioni».
E il 2010 sarà l’anno della biodiversità.
Lunedì 30 novembre, pag. 4 edizione di PORDENONE
Coldiretti, crisi senza precedenti
In 40 anni aziende raddoppiate, ma non basta
Bertoia: «Chance di ripresa con la vendita diretta»
PORDENONE - Rispetto a quattro decenni fa hanno una superficie media aziendale più che
raddoppiata, il doppio della manodopera dipendente e detengono primati quale quello mondiale per
la coltivazione delle barbatelle. Eppure le aziende agricole della provincia attraversano una crisi che
non ha precedenti nei 40 anni di vita della Coldiretti, celebrati ieri in Fiera: aggravata sì dalla
congiuntura economica ma che, come ha sottolineato Giorgio Piazza, membro della giunta
nazionale,
sconta
anche
difficili
rapporti
con
il
credito
e
con
la
politica.
La Coldiretti pordenonese rappresenta attualmente 6.634 aziende, con 9.045 soci. La superficie
utilizzata è passata dai circa 80mila ettari del 1970 agli attuali 76mila: un calo fisiologico,
determinato dall’urbanizzazione e dall’abbandono dei terreni in zone montane e svantaggiate. La
superficie media aziendale è passata dai 3,5 ettari di quarant’anni fa agli 8 attuali e vanno
scomparendo le imprese di media dimensione mentre tengono quelle piccole ma fortemente
specializzate e le grandi. Un altro dato è l’aumento delle imprese con manodopera extrafamiliare,
che nel decennio 1990-2000 sono raddoppiate e proseguono nello stesso trend. «Questo per
evidenziare quanto la provincia sia un territorio importante per il settore primario in regione»,
commenta il presidente Cesare Bertoia, che individua in vendita diretta, cooperazione e consorzi
agrari le chiavi per la ripresa. Da parte delle istituzioni locali, ferma restando la scarsità delle
risorse, l’assessore regionale Elio De Anna ha auspicato che il 2010 possa essere «un anno proficuo
per riforme e sburocratizzazione», mentre il presidente Alessandro Ciriani e l’assessore Michele
Boria hanno espresso l’intento della Provincia di supportare l’agricoltura nei limiti delle scarse
competenze assegnate.
Lara Zani