CORSO DI I MOMENTO
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CORSO DI I MOMENTO
Corso allenatori I momento Il ruolo dell’educatore e la missione (modulo 1) Chi è il principiante, quale rugby e quale approccio Corso allenatori I momento La formazione dell’allenatore L’alto Livello La specializzazione L’attività seniores La Formazione L’avviamento III° Livello Brevetto Federale II° Livello I° Momento II° Momento I Livello II Livello Corso allenatori I momento III Livello IV Livello L’obiettivo del formatore nel rugby Missione: Formare uomini-atleti che sappiano competere ai massimi livelli sportivi e siano capaci di reagire positivamente sottopressione in ogni situazione della vita (missione sportivo-educativa) Corso allenatori I momento Quale formatore, quali competenze Area personale Area specifica del gioco • • • • • • Regolamento • Metodologia d’insegnamento • Principi fondamentali del gioco • Relazione attacco difesa • Capacità tecnico-tattiche Disponibile Entusiasta Rispettoso Centrato sugli apprendimenti Motivato a migliorare Area relazionale Area organizzativa • Comunicazione • Sviluppo della consapevolezza nell’atleta • Gestione del singolo • Gestione del gruppo • Programmazione • Lavoro per obiettivi • Gestione lavoro in staff Corso allenatori I momento Quale formazione Un processo continuo, quantitativo e qualitativo, fondato sul bambino-ragazzo/atleta che parta dalle esigenze (motorie-cognitive-attitudinali-tattiche e tecniche) e arrivi alla possibilità dell’alta prestazione U6 U10 • Avviamento U12 U14 • Formazione Corso allenatori I momento U16 U18 • Specializzazione Quale gioco: il rugby dei valori Corso allenatori I momento Chi è il principiante • Il “principiante” è colui che sia avvicina al gioco del rugby per la prima volta, al di là dell’età anagrafica. • Il “principiante”, deve scoprire il gioco e le sue regole. • Il “principiante bambino” oltre alla scoperta del gioco, ha la necessità di uno sviluppo motorio e di uno sviluppo della personalità, specifici dalla sua età. Corso allenatori I momento Il principiante bambino • ESIGENZE MOTORIE: PRIORITA’ Sviluppo delle capacità motorie di base e delle capacità coordinative • ESIGENZE AFFETTIVE/SOCIALI: PRIORITA’ Relazione, fiducia, affiliazione nel gruppo • ESIGENZE COGNITIVE: PRIORITA’ Conoscenza del gioco e del regolamento • ESIGENZE TECNICHE: Sviluppo delle capacità polivalenti Corso allenatori I momento Quale approccio Il termine “educatore” nel minirugby chiarisce di per sé che la prima finalità del ruolo non sia quella di allenare in relazione all’ottenimento di una vittoria sportiva, quanto quello di contribuire allo sviluppo psicofisico del bambino. Da questa premessa seguono una serie di comportamenti che l’educatore deve tenere in allenamento come in partita. Corso allenatori I momento Quale approccio Aspetti metodologici • Non dare soluzioni ma facilitare l’apprendimento (rinforzare la personalità) • Stimolare il bambino alla scoperta del gioco e delle proprie abilità (adeguarsi al livello) Aspetti pedagogici Cosa evitare • Stimolare l’iniziativa personale • Rinforzare i comportamenti positivi verso il gruppo e l’esterno • Educare al rispetto delle regole (non solo di gioco) • Seguire tutti e non solo i più dotati • Urlare sempre ed essere autoritari nei confronti dei bambini • Offendere la persona (focus sul comportamento) • Esaltare le vittorie • Demonizzare le sconfitte Corso allenatori I momento Come percepiamo l’educatore? Un facilitatore d’apprendimento Corso allenatori I momento Quale gioco: il rugby Il gioco del rugby è lo stesso per il principiante e per il giocatore evoluto, ma le esigenze degli uni e degli altri sono differenti, quindi si differenzia per: • Le regole del gioco • Le dimensioni del campo • Le capacità fisiche dei giocatori • Le capacità mentali dei giocatori • Le capacità tecnico/tattiche dei giocatori 1. Il principiante 2. Alto livello Corso allenatori I momento Il Rugby DEFINIZIONE: il Rugby è un gioco di squadra, di situazione e di combattimento, regolato da norme ben precise Caratteristiche del rugby sono quindi: • L’opposizione con l’avversario (dialogo continuo tra attacco e difesa) • La cooperazione tra i compagni Corso allenatori I momento Il Rugby per il principiante bambino • Il rugby per il principiante bambino non può essere considerato il rugby degli adulti semplicemente ridotto quantitativamente, in quanto il bambino NON E’ un adulto in miniatura. • In relazione alle esigenze del principiante bambino, l’EDUCATORE, dovrà proporre un gioco in forma semplificata, utilizzando un metodo adatto all’età e alle capacità del gruppo. Corso allenatori I momento Il Rugby per il principiante bambino • Le regole: limitate a quelle fondamentali, per un gioco semplice, divertente e per un gioco svolto in regime di sicurezza per il bambino. • Le dimensioni del campo: ridotte e adattate alle capacità motorie e cognitive dell’età ed alle competenze del bambino. • Il numero dei giocatori: ridotto, in modo che il singolo sia coinvolto in misura maggiore con la conseguente scoperta di un gioco sempre più efficace e rispondente ai principi dello stesso. Corso allenatori I momento Le regole fondamentali Il rispetto delle regole nel gioco, determina i diritti e i doveri dei giocatori. Le regole fondamentali del gioco nascono dall’obiettivo del gioco stesso: segnare la META (toccato del pallone a terra) per la squadra con il possesso del pallone (in attacco), viceversa per la squadra senza il possesso (squadra in difesa) impedire di segnare attraverso il PLACCAGGIO (portare il terra il portatore del pallone). 3 la meta Corso allenatori I momento Le regole fondamentali Il gioco, al fine di dare pari opportunità all’attacco e alla difesa di segnare la meta, regola che il giocatore placcato (cioè portato a terra) non possa tenere il pallone ma lo debba lasciare a disposizione di chiunque lo possa raccogliere. La regola del TENUTO quindi, determina, collegata al placcaggio, la possibilità di ogni squadra di poter segnare la meta. A questo punto la squadra in attacco scoprirà la possibilità, per non essere placcati, di passare il pallone e introducendo la regola di trovarsi dietro al pallone (ossia non in fuori gioco) sarà più facile far rispettare l’ultima regola fondamentale che il passaggio non sia fatto IN AVANTI. 4. Placcaggio tenuto 5 Passaggio Corso allenatori I momento Le regole ed i principi del gioco Dalle regole, che caratterizzano il gioco del rugby, ne derivano dei “principi fondamentali” ossia comportamenti individuali e collettivi nel rispetto dei quali, sia in attacco che in difesa, si possa sempre raggiungere lo scopo del gioco: segnare la meta. Avanzare Pressare Sostenere Corso allenatori I momento Continuare I principi fondamentali Il forte legame tra regole e principi, connaturato nel gioco, si evidenzia proprio nell’osservazione del gioco: • Per segnare la meta ogni giocatore dovrà AVANZARE • Per impedire di segnare la meta anche l’avversario avrà la necessità di AVANZARE • Sull’incontro tra attaccante e difensore gli opposti obiettivi porteranno a PRESSARE l’uno sull’altro • Sull’incontro la necessità di CONTINUARE ad avanzare per l’attacco, di placcare per recuperare in difesa, determineranno l’esigenza di SOSTENERE i propri compagni. 6. Principi fondamentali Corso allenatori I momento In sintesi REGOLE PRINCIPI La meta Avanzare Placcaggio/tenuto Pressare Fuorigioco Sostenere Passaggio non in avanti Continuare Corso allenatori I momento Il cicli d’apprendimento (modulo 2) Chi è il principiante, quale rugby e quale approccio Corso allenatori I momento I cicli di apprendimento L’apprendimento evolve a partire dal “saper fare” individuale cioè dal vissuto del bambino, che prescinde dall’età del soggetto e che dipende, quasi esclusivamente, dallo sviluppo della motricità di base e dalla sua motivazione ad apprendere. Quindi anziché parlare di categorie struttureremo la progressione di obiettivi d’insegnamento del rugby in cicli. Se il principiante tredicenne mostra comportamenti analoghi al principiante di dieci anni, dettati da vissuti analoghi, gli obiettivi da perseguire saranno gli stessi per entrambi. Corso allenatori I momento Primo ciclo (il principiante) Comportamenti Osservabili • • • • • • • • “Grappoli” di giocatori intorno al pallone Paura del contatto fisico Giocatori “satelliti” (non coinvolti nel gioco) Sostegno presente ma solo in attesa del passaggio Rifiuto della perdita di equilibrio Aggiramenti e corse laterali Passaggi non necessari Giocatori dominanti sul piano fisico motorio 7. Comportamenti I ciclo Corso allenatori I momento Evoluzione del gioco del principiante • • • Assembramento anarchico (nessuna percezione del compagno o avversario, nessuna comprensione della direzione verso la meta, ricerca unica del pallone, spinte contrarie). Assembramento differenziato (inizio della percezione della differenza tra compagno e avversario). Assembramento che diventa “grappolo” (inizio dell’orientamento nello spazio in seguito alla costruzione dell’avversario e dell’acquisizione del principio dell’avanzamento). Parallelamente e in complementarità proporre esercitazioni di 1 contro 1 con grande variabilità di avvii (vicini, lontani, campo stretto, largo, pallone a terra, in aria etc…). 8. Grappolo Corso allenatori I momento Evoluzione del gioco del principiante • • Raggruppamento orientato (in seguito alla costruzione del sostegno si avvia la cooperazione nella spinta per avanzare verso la meta). Nascita del gioco nello spazio vicino Favorire e valorizzare l’idea del giocatore che rilancia dal raggruppamento verso lo spazio, prima da solo e poi con un compagno (uso del secondo pallone per stimolare). L’opposizione in difesa si costituisce come un specchio in relazione al comportamento degli attaccanti. Quindi parallelamente e in complementarità proporre esercitazioni di 1v1 e 2v2 con grande variabilità di avvii. Migliorare la liberazioni di palla sui raggruppamenti con il concetto di “corpo ostacolo”. 9. Scoperta spazio 10bis. 1+1 v 1+1 10. Confronto individuale Corso allenatori I momento OBIETTIVI PRIMO CICLO Piano affettivo/cognitivo/motorio Piano affettivo/cognitivo/motorio Piano affettivo: Regole fondamentali del rugby: Socializzare; vincere la paura del contatto con il Segnare la meta; placcare e tenuto; passaggio in suolo e l’avversario; favorire l’iniziativa individuale avanti e fuori gioco Piano cognitivo: Organizzare un progetto individuale tenendo conto di spazio e tempo; conoscere e rispettare le regole Piano motorio: Schemi motori di base, capacità coordinative e rapidità Principi fondamentali del rugby In attacco: Avanzare per segnare la meta dapprima individualmente poi collettivamente; • Battere l’avversario nell’1vs1 e avanzare al contatto; • Iniziare a sostenere per continuare ad avanzare In difesa : Avanzare per non far avanzare il portatore del pallone; Placcare e cercare di recuperare lo stesso e avanzare per segnare la meta Corso allenatori I momento Metodologia e metodo (modulo 3) Come insegnare il rugby Corso allenatori I momento Il Rugby DEFINIZIONE: il Rugby è un gioco di squadra, di situazione e di combattimento, regolato da norme ben precise Caratteristiche del rugby sono quindi: • L’opposizione con l’avversario (dialogo continuo tra attacco e difesa) • La cooperazione tra i compagni Corso allenatori I momento Quale metodo per l’insegnamento Sulla base delle caratteristiche del gioco del rugby il modo migliore per insegnarlo è partendo dal gioco stesso. Così facendo infatti l’atleta prima di tutto comprenderà il gioco: le regole, i principi che gli permettono di essere efficace (segnare la meta o impedire a farlo) ed i mezzi (le abilità) per farlo. Comprenderà che nell’opposizione con l’avversario per batterlo si dovrà cercare il suo debole. Corso allenatori I momento Il metodo APPRENDERE GIOCANDO Dal bambino ALL’ADULTO Dal principiante AL GIOCATORE D’ ALTO LIVELLO Realizzato attraverso un processo di apprendimento continuo nel rispetto del metodo da parte del formatore per la comprensione del gioco nel rispetto dell’essenza Corso allenatori I momento Genesi del gioco E’ importante che il bambino prenda coscienza sin dai primi approcci al gioco del rugby in attacco ed in difesa: ATTACCO DIFESA Di avanzare per segnare e di continuare ad avanzare attraverso l’utilizzo del sostegno Di avanzare per bloccare e placcare chi avanza con il pallone per entrarne in possesso e segnare Corso allenatori I momento Quale metodo per l’insegnamento Inizialmente ciò avverrà in maniera individuale (legata all’egocentrismo del bambino ed al suo scarso vissuto), e via via in forma più cooperativa con i compagni. Quindi il nostro metodo parte prima di tutto dalla comprensione da parte del bambino del gioco per poi dare lui i mezzi (le abilità) per realizzarlo in maniera sempre migliore in base alla crescenti richieste determinate dal gioco. Corso allenatori I momento Come presentare il rugby al principiante bambino Facendo riferimento alle esigenze del bambino (quali il bisogno di divertimento, l’apprendimento realizzato principalmente attraverso il gioco, lo sviluppo di una motricità di base più ampia possibile), al rapporto tra regole e principi insiti nella natura del rugby e alle caratteristiche del gioco (costituito da situazioni differenti, innumerevoli e variabili) il modo migliore per apprendere il gioco è attraverso il gioco stesso. Corso allenatori I momento Quale metodo d’allenamento Come conseguenza la proposta di allenamenti nei confronti di principianti bambini deve essere inserita in una progettualità che tenda a soddisfare i bisogni prioritari (affettivi, motori, cognitivi, ludici), utilizzando un metodo ludico e competitivo (cioè basato perennemente sul gioco) e basato sul confronto tra i giocatori (il rapporto di opposizione dovrebbe essere il più possibile omogeneo). MAI PROPOSTE A VUOTO! Corso allenatori I momento Quale metodo “Metodo” vuol dire il modo di operare (ossia attraverso quali procedimenti) per ricercare uno scopo. L’educatore nel presentare il “gioco” al bambino principiante deve semplificarlo senza snaturarlo, avvalendosi di un metodo che si basa su alcuni principi fondamentali: • dal generale al particolare (partendo dalla comprensione della situazione del gioco per arrivare al come realizzarla) • dal conosciuto all’ignoto (cioè dalle attività che il bambino conosce, ossia i giochi, verso quelle che sono le esigenze fondamentali del gioco: regole e principi fondamentali) Corso allenatori I momento Quale metodo • dal semplice al complesso (per poter far ottenere al bambino momenti di successo ed un apprendimento progressivo). • dal grezzo al fine (cioè non aspettando l’esecuzione perfetta per poter poi utilizzarla nel gioco, bensì ricercando l’efficacia del rispetto dei principi anche nella sua forma più grezza per poi raffinarla). Ogni proposta di allenamento dovrà essere fatta in regime di opposizione al fine di sottolineare nel gioco il rapporto causa/effetto che lega attacco e la difesa, e in regime di altissima velocità d’esecuzione. 11 Gruppo vs gruppo Corso allenatori I momento Il metodo Competenze Esigenze del gioco del giocatore Corretta presa d’informazione EDUCATORE Situazione tattica Principi Essenza Affettive/Relazionali Cognitive Mentali Fisiche Tecniche/Tattiche Efficacia Specifiche di ruolo Polivalenti Osserva – Valuta - Interviene per facilitare l’apprendimento Dal generale al particolare Dal conosciuto all’ignoto Dal semplice al complesso Corso allenatori I momento Dal grezzo al fine Gioco Evoluzione della situazione pedagogica Osservazione dei comportamenti Individuali e collettivi Situazione pedagogica Definizione degli obiettivi Corso allenatori I momento La situazione di apprendimento • Chi sono i miei giocatori? (motivazioni, capacità, vissuto, esigenze) • Quali sono gli obiettivi da perseguire? • Quali sono le attività da proporre? • Quali mezzi di allenamento utilizzare (ossia quale tipologia di esercitazioni)? • Come verificare se gli obiettivi sono raggiunti? (ossia come valutare) Corso allenatori I momento I mezzi di allenamento Seguendo il principio dal generale al particolare il ciclo dell’allenamento sarà il seguente: Collettivo totale (es 15vs15) Collettivo parziale (es 7vs7; 8vs8 …) Ranghi ridotti (es 1vs1; 2vs1, 2+1vs 2 …) 12 Collettivo totale 13 Collettivo parziale 14 Ranghi ridoti L’allenatore in base al processo precedentemente indicato valuta quali mezzi utilizzare nella singola seduta e nella programmazione di più sedute Corso allenatori I momento I mezzi di allenamento La scelta di quale mezzo di allenamento utilizzare dipenderà dall’”obiettivo” stabilito in seguito all’osservazione, in quanto ogni mezzo sarà più indicato di altri al raggiungimento dell’obiettivo. Collettivo totale • Comprensione legata all’utilità del giocatore ed alla logica del gioco. (Dove sono? Cosa faccio?) Collettivo parziale • Comprensione legata all’utilità ed alla logica del gioco. (Dove sono? Cosa faccio?) Ranghi ridotti • Qualità di realizzazione delle varie situazioni di gioco. (Come lo faccio?) Corso allenatori I momento La seduta efficace In base all’obiettivo la strutturazione di una seduta di allenamento deve tener conto di: Numero dei giocatori a disposizione. Spazio: in relazione agli obiettivi. Tempo: durata totale e delle singole esercitazioni (il tempo comunque è un riferimento di massima in quanto la durata dovrebbe essere stabilita dalla valutazione dell’apprendimento dei giocatori). Materiale a disposizione (palloni, conetti ed altro). Corso allenatori I momento Fondamentale da rispettare • Un elevata percentuale di tempo dedicata all’obiettivo (rapporto parlato-pratica ). • Un tasso elevato di comportamenti degli allievi in rapporto diretto con il compito da apprendere. • Un adeguamento ottimale dei contenuti della proposta alle competenze (saper fare) dei giocatori. • Una evoluzione (miglioramento) del comportamento dei singolo giocatori in relazione all’obiettivo proposto. • Clima positivo per tutta la durata della seduta. Corso allenatori I momento L’errore Quello che conta in un processo pedagogico come l’allenamento non è la correttezza formale della descrizione dell’errore, ma l’efficacia dell’intervento Correggere significa soprattutto saper scegliere bene verso cosa indirizzare il punto focale dell’attenzione dell’atleta in maniera che possa modificare il proprio comportamento (IN MEGLIO) comprendendo ciò che sta facendo. Corso allenatori I momento Gli interventi dell’educatore Non esistono bambini che “non sappiano nulla”, né dal punto di vista cognitivo né motorio. Ogni bambino è in possesso di abilità che ha sviluppato (il proprio “vissuto”), chi più chi meno, che se adeguatamente stimolate utilizzerà al servizio delle esigenze del gioco; così facendo “apprenderà giocando”. È compito dunque dell’educatore di proporre delle situazioni di gioco o più vicine possibili al gioco, a cui il bambino dovrà dare una risposta a livello sia cognitivo che motorio. Corso allenatori I momento Gli interventi dell’educatore Se il bambino non dovesse trovare le giuste risposte l’educatore dovrà allora modificare la propria proposta rendendola più semplice rispetto alla precedente o più vicina al vissuto del giocatore. L’educatore deve sollecitare in continuazione il bambino a porre la propria attenzione sul proprio comportamento all’interno della situazione di gioco, ponendo domande, variando le situazioni proposte e supportando il giocatore nel raggiungimento della “risposta adeguata” senza dare le soluzioni ma permettendo al bambino di arrivare alle soluzioni. Corso allenatori I momento Gli interventi dell’educatore Importante che l’educatore non dovrà mai intervenire su un errore dettato da non abilità, al fine di evitare di innescare nel giocatore principiante il “timore di provare”. L’educatore piuttosto dovrà utilizzare l’errore come stimolo e strumento per facilitare l’apprendimento gestendolo in un clima positivo (apprendimento per “prove ed errori”). Errore causato da non comprensione Errore causato da non abilità gestuale o motoria • Utilizzare domande e far arrivare il bambino alla soluzione • Non intervenire e stimolare il bambino a continuare ed a provare sempre Corso allenatori I momento Come percepiamo i giocatori? Corso allenatori I momento IN SINTESI PER L’EDUCATORE • Utilizzare sempre il regime di opposizione in qualsiasi proposta (sia collettiva che individuale). • Stimolare la comprensione da parte del bambino del suo comportamento in relazione: - All’avversario (all’inizio): costruzione dell’avversario per il rapporto di affrontamento/evitamento - Allo spazio a disposizione - Al compagno (in seguito): costruzione del sostegno • Stimolare comportamenti creativi individuali attuati in regime di altissima velocità (anche se ciò comporta più errori d’esecuzione). Corso allenatori I momento IN SINTESI PER L’EDUCATORE • Risolvere il problema affettivo del contatto al suolo e contatto con l’avversario con la giusta progressione. • Osservare ed intervenire sul rispetto dei principi fondamentali e non farsi distrarre da errori gestuali. • Negli interventi non dare soluzioni ma proporre situazioni per arrivare alla soluzione. • Gli interventi devono essere sintetici: i bambini devono giocare e non ascoltare. • Offrire molti feedback positivi e gestire i richiami solo su comportamenti non conformi all’educazione. • Allenare sempre in condizioni di massima sicurezza. Corso allenatori I momento La sicurezza nel rugby (modulo 4) Cultura e prevenzione. Il placcaggio Corso allenatori I momento La cultura della sicurezza Il rugby è sport di combattimento e come tale presenta il rischio di traumi che nell’avviamento al gioco (minirugby) ha un’ incidenza assai bassa (è inferiore a quella del gioco del calcio). In età adulta la traumatologia nel rugby aumenta e, purtroppo sono presenti pochi casi, ma purtroppo drammatici, di lesioni spinali. Far finta che questa eventualità, seppure remota, non esista è l’atteggiamento più sbagliato. Corso allenatori I momento Sicurezza da che punto di vista La sicurezza può essere approcciata da vari punti di vista: Assistenza sanitaria • Organizzazione staff medico • Rispetto dei regolamenti • Mezzi per la prevenzione ed il primo soccorso Sicurezza degli ambienti • Qualità dei campi di gioco (superficie, assenza ostacoli) • Qualità delle strutture (spogliatoi, docce) Corso allenatori I momento Sicurezza nel gioco • Competenze nella proposta tecnico/tattica • Competenze nella proposta fisico/motoria • Competenze nella gestione della gara Sicurezza nel gioco Tralasciando i primi due aspetti della sicurezza che vedono maggiormente un coinvolgimento della società sportiva, analizziamo il concetto di “sicurezza nel gioco” che diventa una responsabilità diretta dell’educatore/allenatore come dell’arbitro (durante le partite). Spesso non viene data la giusta attenzione sull’importanza del ruolo dell’educatore/allenatore per la sicurezza del giocatore. Corso allenatori I momento Le fasi di contatto Le situazioni più pericolose per traumi gravi quali quelli spinali (frattura delle vertebre che può portare alla tetraplegia) sono: - Il momento del placcaggio (sia per il placcatore che per il portatore) - Il momento della mischia ordinata Una serie di precauzioni possono altamente ridurre i rischi sia nella fase di prevenzione sia in quella di primo intervento. 15.SICUREZZA placcaggio pericolosi 16. SICUREZZA mischia Corso allenatori I momento Le fasi di contatto Prevenzione -Utilizzo del paradenti: oltre che per la protezione per i denti è un ottimo mezzo per assorbire traumi. Responsabilità dell’educatore è richiedere e controllare che i propri atleti portino il paradenti sia in allenamento che in partita. -Scegliere zone del campo idonee: libere da ostacoli (lontano dai pali, dalle recinzioni, dai tombini dell’acqua) -Proporre esercitazioni idonee: la proposta dell’educatore deve adeguarsi al livello dei giocatori non solo per un apprendimento ottimale, ma anche per prevenire rischi d’infortunio. Corso allenatori I momento Le fasi di contatto Prevenzione - Gestire le disomogeneità: soprattutto nelle categorie minirugby è frequente avere gruppi non omogenei. Ragazzi con maggior anticipo nello sviluppo, con conformazioni fisiche diverse, con diverso livello di competenze, non devono essere buttati nel “mucchio” senza precauzioni ma essere gestiti con attenzione allo scopo di non aumentare il rischio. - Allenare i gesti tecnici nel momento del contatto: utilizzare la corretta progressione didattica nell’insegnare la tecnica del placcaggio, del recupero, dell’ingaggio in mischia. Corso allenatori I momento Le fasi di contatto Primo soccorso - Non improvvisarsi medici: in caso di trauma alla testa non intervenire muovendo il giocatore in terra, mantenere la calma e chiamare immediatamente il 118 per un0intervento di un autoambulanza. - Non sottovalutare le concussioni: non tutti i traumi alla testa determinano sintomi evidenti quali svenimento o forti dolori. Nel caso di collisione violenta della testa è opportuno far arrestare il giocatore dal continuare l’allenamento e tenerlo sotto osservazione di un adulto per monitorare eventuali sintomi (cefalea, vomito, disturbo alla vista). Comunque far visitare il giocatore da un medico. Corso allenatori I momento Il placcaggio Una definizione di placcaggio: azione con cui il difensore, tramite un contatto dinamico, cerca sacrificando il proprio equilibrio, una perdita di equilibrio del portatore, per obbligarlo cadendo in terra a lasciare il pallone (nel rispetto della regola del tenuto) permettendone il recupero”. L’apprendimento in sicurezza impone, quindi, una risoluzione di alcune problematiche relative a varie aree di sviluppo del bambino. Corso allenatori I momento Il placcaggio • Sfera cognitiva: permettere al bambino prima di tutto di capire a cosa serva placcare (per recuperare il pallone) sulla base delle regole e dei principi del gioco. • Sfera affettiva: intesa come attitudine e determinazione all’affrontamento fisico (contatto con terreno e avversario) • Capacità coordinativa relativa all’equilibro: intesa come capacità di effettuare un contatto dinamico efficace (partire da giochi individuali di contatto e di lotta e con coinvolgimenti dell’equilibrio dinamico) • Capacità di gestione spazio temporale: capacità di costringere il portatore ad entrare nel proprio spazio d’intervento per un placcaggio efficace ed in sicurezza Corso allenatori I momento Prima del placcaggio: giochi di lotta Come conseguenza sarà importante introdurre sin dai primi incontri con i principianti una sere di giochi di lotta che facilitino l’abitudine al contatto e che siano propedeutici all’insegnamento del placcaggio vero e proprio che sarà inserito successivamente. Questi giochi devono avere queste caratteristiche: - Vicinanza tra i giocatori e omogeneità tra loro - Posizioni di partenza a terra, in ginocchio infine in piedi - Durata non superiore ai 5/8 sec. 17.Togli calzini 17 BIS la tartaruga 18. Corpo a corpo Corso allenatori I momento 18 BIS. Lotta in piedi Il placcaggio Quindi acquisiti i presupposti cognitivi, affettivi e coordinativi, dal punto di vista tecnico-tattico la progressione dell’insegnamento del placcaggio in sicurezza seguirà metodologicamente dal generale al particolare una fase in cui al gioco si affiancheranno degli esercizi individuali (1vs1) in cui sarà importante l’attenzione a formare coppie omogenee (sia sotto l’spetto fisico, che motorio che affettivo). Inoltre seguendo il principio metodologico dal semplice al complesso la proposta seguirà una serie di passaggi (progressione). Corso allenatori I momento La progressione 19. Progressione placcaggio Entrambi a terra o in ginocchio con distanza minima: - Eliminazione del problema della caduta e dell’impatto in velocità Attaccante in piedi cammina ed il placcatore è in ginocchio: - Facilita il placcatore a bassa velocità ad impattare l’avversario all’altezza delle cosce Entrambi in piedi ma a distanza ridotta: - La distanza limitata determina una velocità ridotta Entrambi in piedi aumentando la distanza ma in uno spazio stretto: - Lo spazio stretto facilità il compito del difensore in quanto l’attaccante ha poca possibilità di evitarlo Corso allenatori I momento Tipologie di placcaggio Partire dal placcaggio laterale (più semplice e meno traumatico), passare poi al placcaggio frontale e per ultimo il placcaggio da dietro (in cui si deve fare attenzione a far approcciare il placcatore più alto (altezza del bacino) degli altri due tipi per evitare calci sul volto e poi scivolare più in basso per chiudere le braccia all’altezza delle cosce. In tutti i casi seguire il principio metodologico dal grezzo al fine (non aspettare l’esecuzione perfetta!!!) ma dare feedback correttivi sui fattori chiave legati alla sicurezza: 20 BIS. Placcaggio tecnicamente non corretto Corso allenatori I momento Fattori chiave del placcaggio - Approccio: bassi piegando le gambe (non il busto), schiena dritta tramite lo sguardo al bersaglio (ossia i pantaloncini) in modo da evitare iperestensione del collo, braccia non troppo aperte (placca la spalla), passi non troppo lunghi (controllo per i cambi di direzione). - Impatto: spalle e testa a stretto contatto con le cosce dell’avversario (non deve passare nulla in mezzo) e dalla parte opposta alla caduta (avversario “cuscino”) e contemporanea spinta delle gambe (continuare a correre) e chiusura delle braccia (mani che si chiudono tipo trappola per animali). Non tuffarsi mai. Corso allenatori I momento Fattori chiave del placcaggio 20. Placcaggio - Caduta: mantenere nella caduta la testa aderente al corpo dell’avversario e le braccia strette (no mani per attenuare la caduta), dominare nella caduta il corpo dell’avversario, finiti in terra lasciare il placcato e permettere di far vivere il pallone e rialzarsi prima possibile per tentare il recupero (rispetto della regola). Indossare il paradenti sempre anche in allenamento!!!!!! Rispettare il regolamento!!!! Corso allenatori I momento Le esigenze motorie (modulo 5) Alcuni riferimenti per l’educatore Corso allenatori I momento Le qualità fisiche del giocatore • Corsa (spostamenti, ripiazzamenti…) • Corsa Veloce (inserimenti, recuperi…..) • Corsa con Accelerazioni (frenare, cambio direzione, cambio intensità e ritmo) • Lotta (placcaggio, ruck, maul, mischia…) • Agilità (andare a terra e rialzarsi) • Forza (lotta, tirare, spingere, placcare) 21. Abilità del giocatore di rugby Premessa LA PREPARAZIONE FISICO-ATLETICA, intesa come attività atta al miglioramento delle capacità condizionali, è prevista a partire dall’ U15.. Per tutte le altre categorie, dall’U6 all’U14, si parla di FORMAZIONE MOTORIA del giocatore (processo a lungo termine). L’interesse dell’educatore neI minirugby deve essere concentrato, soprattutto inizialmente, sulla scoperta del gioco attraverso l’ATTIVITÀ LUDICA. La motricità del fanciullo • • • • • • • • 5-10 anni consegue gli schemi motori di base 5-9 anni aumenta la precisione dei movimenti finalizzati 7-10 anni realizza una maggiore rapidità di movimento 7-10 anni migliora la sensibilità muscolare (maggiori informazioni dai propriocettori) 6-7 anni migliora l’equilibrio rapidamente, 7-8 anni ha una notevole stabilità nel movimento, 11-12 anni raggiunge il livello più alto, dopo 11-12 anni progredisce in modo limitato 11-12 anni completa lo sviluppo della lateralizzazione 8-10 anni matura l’attitudine a prevedere la velocità e la direzione di un oggetto in movimento in rapporto al proprio corpo 9-11 anni rapidi progressi nella coordinazione senso-motoria Gli schemi motori di base Sono le basi del movimento che il bambino dovrebbe apprendere naturalmente attraverso il gioco libero, purtroppo la sedentarietà riduce di molto la quantità di esperienze che oggi i bambini riescono a compiere. Essi sono: - Camminare - Correre - Saltare - Rotolare - Strisciare - Arrampicare ed altri… Le capacità coordinative Nel rugby c’è la necessità e l’esigenza di effettuare movimenti coordinati, rapidi ed efficaci, mirati all’adattabilità del gesto nelle varie situazioni tattiche Le capacità coordinative dipendono direttamente dallo sviluppo e dalla maturazione del SNC, che riceve, elabora e memorizza le informazioni esterne/interne e le mette a disposizione dello sviluppo della motricità, per risolvere tutti le situazioni che richiedono di agire rapidamente e in modo finalizzato La fase più sensibile al miglioramento delle varie capacità coordinative va dai 6 ai 14 anni (6-11/11-14); successivamente, nel periodo pre-puberale, il miglioramento sarà riferito a sviluppo di capacità già acquisite, piuttosto che a grandi nuove acquisizioni. La classificazione Cap. coord. generali Cap. coord. speciali Cap.di accoppiamento e combinazione dei movimenti Cap. di direzione e controllo Cap.di differenziazione cinestesica Cap.di equilibrio Cap. di apprendimento motorio Cap.di orientamento spaziotemporale Cap.di ritmo Cap. di adattamento Cap.di reazione motoria Cap.di trasformazione Cap. di fantasia motoria Corso allenatori I momento Corso allenatori I momento U6-U8 Obiettivi motori: schemi motori di base capacità coordinative rapidità/agilità Metodo operativo: proporre esercizi sotto forma di gioco, con pallone da rugby o con palloni differenti gli esercizi devono essere svolti in velocità e devono sviluppare gli schemi motori di base: correre, saltare, lanciare, afferrare, arrampicarsi, rotolarsi, ecc.. U9-U10 Obiettivi motori: capacità coordinative velocità/rapidità/agilità mobilità articolare Metodo operativo: proporre esercizi e giochi in regime di velocità, con pallone da rugby e/o attrezzi differenti gli esercizi devono tendere a potenziare tutti gli schemi motori di base esercizi combinati di forza ed equilibrio (es: giochi di lotta) U11-U12 Obiettivi motori: capacità coordinative in situazioni dinamiche velocità/rapidità/agilità mobilità articolare Metodo operativo: gli esercizi devono mirare al miglioramento e al consolidamento di tutto ciò che è stato appreso nei cicli precedenti Si possono proporre esercizi per lo sviluppo della forza (incremento accompagnato dallo sviluppo e cambiamento biologico) U13-U14 Obiettivi motori: capacità coordinative e condizionali velocità/rapidità mobilità articolare Inizio apprendimento lavori di forza specifici Metodo operativo: Si possono proporre esercizi specifici per lo sviluppo della forza (incremento legato all’aumento della massa muscolare) (Es: piegamenti sulle braccia, trazioni, dips ,piegamenti sulle gambe, balzi in estensione e in elevazione, addominali e dorsali, lanci di palle mediche, lavori in quadrupedia, affondi, trasporto dei compagni) Come allenare Quindi lo sviluppo delle capacità motorie (schemi motori di base e capacità coordinative) è un primario obiettivo dell’educatore di minirugby, e lo è ancora di più oggi in presenza di uno stile di vita “sedentario” da parte di molti bambini che si avvicinano al nostro sport. La proposta dell’educatore deve quindi contenere stimoli vari per sollecitare il Sistema Nervoso Centrale ad un continuo adattamento, attraverso giochi motori che, con la scusa del rugby, facciano fare varie esperienze motorie ai bambini. Nel caso in cui l’educatore non abbia le necessarie competenze deve cercare l’aiuto di un esperto (insegnante di educazione fisica/laureato in scienze motorie). 21.2 21.3 Corso allenatori I momento 2.1.4 21.5 Il secondo ciclo (modulo 6) Alcuni riferimenti per l’educatore Corso allenatori I momento Il secondo ciclo Parlando di secondo ciclo ci spostiamo dalla fase dell’avviamento al gioco del rugby del principiante all’inizio della formazione vera e propria, che continuerà nel terzo ciclo (ipoteticamente la under 14). Ricordiamo che ci riferiamo a cicli e non a categorie di età in quanto ci interessa verificare quale sia il livello di conoscenze e competenze del giocatore per adeguare una proposta idonea e ciò non sempre corrisponde all’età anagrafica. Corso allenatori I momento Comportamenti osservabili • Coinvolgimento maggiore dei giocatori • Il portatore di palla utilizza per la continuità • Acquisizione del concetto di corpo ostacolo e liberazione a contatto o prima del contatto • Il bloccaggio si evolve in placcaggio • Il sostegno interviene per continuare • Il grappolo si trasforma in raggruppamento • Prime forme di gioco sullo spazio • Si formano delle linee difensive di occupazione 22. Comportamenti osservabili Corso allenatori I momento OBIETTIVI DEL II CICLO Educativo Didattico Piano affettivo: sentire il bisogno dell’altro e la ricerca della competizione, sicurezza in sé stesso e nelle proprie capacità, supermento del problema dell’impatto sull’avversario Regole fondamentali del rugby: Segnare la meta e placcare; tenuto; passaggio in avanti; fuori gioco Piano cognitivo: esigenza dell’organizzazione per un compito comune; elaborazione di progetti comuni che tengano conto dei compagni e degli avversari: prevedere situazioni, elaborare programmi, realizzare azioni adeguate al compito; iniziativa individuale / compito di gruppo; Principi fondamentali del rugby In attacco: Stimolazione della determinazione finalizzata all’avanzamento efficace individuale e collettivo. Ricerca continua della velocità di utilizzo (forma prioritaria, continuità diretta). Comprensione del concetto d’utilità d’intervento pallone/spazio; In difesa: avanzamento collettivo per mettere pressione (linea); placcaggio e recupero del pallone Abilità individuali: finalizzate alle esigenze del gioco Piano motorio: capacità coordinative; velocità, mobilità articolare Corso allenatori I momento Cosa stimoliamo nel II ciclo IN ATTACCO Un gioco semplice, dinamico e divertente in cui la proposta deve essere svolta sempre in regime di “opposizione” ed in cui l’obiettivo è finalizzato alla continuità dell’avanzamento in velocità nel rapporto portatore sostegno. Privilegiare una proposta ed un metodo che porti il bambino a “comprendere” il gioco nel rapporto di causalità tra attacco difesa e che esalti la capacità del bambino alla “sfida individuale” Corso allenatori I momento Cosa stimoliamo nel II ciclo Stimolare la comprensione da parte del giocatore della propria utilità sul pallone o sullo spazio. Stimolare la comprensione della continuità di avanzamento nel ritmo (priorità alla continuità diretta), sia nei momenti di gioco collettivo che nelle esercitazioni a ranghi ridotti, giocando in piedi. Stimolare la velocità di esecuzione in tutto ciò che viene fatto (l’errore fa parte della crescita). 23. la continuità Corso allenatori I momento Cosa stimoliamo nel II ciclo IN DIFESA E AL PIEDE In difesa arrivare al concetto collettivo di rete che avanza insieme per mettere pressione. Stimolare il placcaggio recupero del placcatore. Stimolare il recupero del pallone da parte dei difensori più vicini e l’attenzione sullo spazio di quelli più lontani. Stimolare la scoperta dell’uso del piede (fornita dal regolamento con limitazioni) secondo una logica relativa al rapporto attacco/difesa quindi in base ad una presa d’informazione. 24. Difesa II ciclo Corso allenatori I momento 25. Gioco al piede Ricordiamoci sempre che… Nel rugby è fondamentale L’INIZIATIVA INDIVIDUALE Incoraggiamola, stimoliamola, premiamola 24. Iniziativa individuale Corso allenatori I momento Il principio di utilità Far rendere coscienti i giocatori che nel dialogo tra attacco e difesa ogni giocatore, nel rispetto dei principi (avanzare/pressare, sostenere, continuare) dovrà comprendere dove può essere utile per raggiungere l’obiettivo in attacco (fare meta) ed in difesa (placcare per recuperare) e cosa fare per raggiungerlo. Questa utilità vive attraverso la comprensione del concetto di utilità sul pallone e sullo spazio (dove sono, cosa, faccio, come lo faccio) Corso allenatori I momento Il principio di utilità Ovviamente la comprensione dell’utilità non si svilupperà tutta in un momento ma attraverso un percorso che parte dal principiante attirato dal pallone e che non concepisce l’utilità sullo spazio, e via via si sviluppa facendo vivere progressivamente, con una proposta adeguata, la comprensione dell’utilità sullo spazio (più difficile). Quindi l’educatore dovrà far nascere ai propri giocatori attraverso la proposta l’esigenza di “giocare sullo spazio”. 27. Villepreux intervento sull’utilità Corso allenatori I momento L’essenza L’educatore quindi dovrà far comprendere ai giocatori che si ottiene l’efficacia nel gioco se si rispetta ciò che definiamo l’”essenza del gioco” ossia, nel rapporto di dialogo tra l’attacco e la difesa, il rispetto dei principi fondamentali del gioco, il principio di utilità e la capacità collettiva di un equilibrio di distribuzione sul pallone e sullo spazio. Ogni volta che uno di questi principi non viene rispettato la squadra perde efficacia. Corso allenatori I momento Una squadra è efficace se… Movimento offensivo Movimento difensivo Rispetta “l’ESSENZA” del gioco Rispetta il “principio d’utilità” (dove sono, cosa faccio, come lo faccio) Rispetta i “principi fondamentali” (avanzare, pressare, sostenere, continuare) Mantiene un equilibrio di distribuzione sul campo In relazione al “pallone” ed allo “spazio” Corso allenatori I momento Principio di utilità Come Dove Cosa lo sono? faccio? faccio? Corso allenatori I momento Il metodo Dal generale al particolare: partire dalla gestione del gioco negli allenamenti con il mezzo di allenamento collettivo (totale o parziale) per migliorare la comprensione dei comportamenti utili da parte dei giocato(dove sono? Cosa faccio?) per poi passare ad esercizi a ranghi ridotti per allenare la qualità di realizzazione (come lo faccio?) Dal semplice al complesso: partire nel “movimento del gioco” (ossia l’esercitazione collettiva) semplificando gli avvii lavorando su condizionamenti alla difesa (se si lavora l’attacco) o sull’attacco (se si lavora la difesa) per facilitare le possibilità di riuscita e via via complicare. 28. Avvio facilitato Corso allenatori I momento Il metodo Proporre esercizi sempre in regime di opposizione reale e non dimenticarsi di sollecitare la comprensione della situazione da parte del giocatore (con domande, con valutazioni dei giocatori stessi) e via via le sua realizzazione sempre più qualitativa. L’attenzione dell’educatore deve poi rivolgersi ai comportamenti dei giocatori e non alla forma dell’esercitazione. La quantità di situazioni proposte dovrà essere elevata e gli interventi dovranno essere sintetici, precisi e indirizzati ai comportamenti su cui far porre l’attenzione del giocatore per il miglioramento. Corso allenatori I momento Qualità d’intervento in attacco: quali mezzi di allenamento Sul pallone Sullo spazio • Esercizi sulla “continuità di gioco” ad esempio: • Esercizi sulla • 1+1 vs 1+1 • 1+2 vs 1+2 • 2 vs1+1 • 3 vs1+1 “superiorità numerica” ad esempio: 29. 1+1 1+1 30. 2v1 Corso allenatori I momento 31. 2v1+1 Cosa osserviamo Sul pallone Sullo spazio • Determinazione del portatore nel battere l’avversario con cambio di direzione, accelerazione e attitudine a rimanere in piedi proteggendo il pallone o mettendolo a disposizione se a terra. • Immediatezza d’intervento dei sostegni (i più vicini) che convergono verso il portatore e con determinazione si preoccupano di portare avanti il pallone se visibile o il compagno se il pallone non è visibile. • Capacità dei giocatori di prendere lo spazio in larghezza profondità. • Presa d’informazione del comportamento dei difensori (guardare avanti). • Per il portatore di iniziare a comprendere il concetto di “fissare” (impegnare) il diretto avversario attraverso la direzione di corsa e la velocità adeguata. • Per il giocatore sullo spazio giocare in accelerazione. Corso allenatori I momento Un’esercitazione di un 2vs1 I Corso allenatori I momento II Qualità d’intervento in difesa: quali mezzi di allenamento Sul pallone Sullo spazio • Esercizi sul “placcaggio recupero” ad esempio: • Esercizi sulla “salita • 1+1 vs 1+1 • 1+2 vs 1+2 • La rete • 3 vs 3 insieme” ad esempio: 32. salite 3V3 Corso allenatori I momento Cosa osserviamo Sul pallone Sullo spazio • Determinazione del placcatore nel momento del placcaggio a portare velocemente in terra l’avversario imponendosi sull’incontro (accelerare sul placcaggio). • Immediatezza d’intervento dei sostegni (i più vicini) che convergono verso il placcato e con determinazione tentano di recuperare il pallone in base alla situazione con le mani o con la spinta. • Capacità dei giocatori di prendere lo spazio utile nella larghezza senza allargarsi troppo (concetto di muro). • Prendere informazioni sull’attacco (numero, schieramento, spazio occupato). • Avanzare insieme (concetto di linea che sale) per mettere pressione agli avversari facendo attenzione a non creare spazi nella linea. Corso allenatori I momento