Shazie GURI La promozióne dell`eredità biblio

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Shazie GURI La promozióne dell`eredità biblio
Shazie GURI
Biblioteca dell’Accademia Albanese delle Scienze
La promozióne dell’eredità biblio-documentàrio della biblioteca
dell’Accademia delle Scienze come una possibilità in più per conoscere la
cultura albanese
La storia e la lingua albanese, anche se sono un pezzo inseparabile della storia millenaria
dell’Europa e tante volte magari anche fondamentali in questo percorso, sono state
conosciute abbastanza tardi. Tutto questo per causa dei limiti che metteva a tale processo
un fattore politico molto importante: l’Albania di quei tempi non era ancora un paese
indipendente e automono e di conseguenza la sua storia e la sua cultura sono state viste
solo nel quadro dell’Impero Ottomano, dentro il quale lei faceva parte. Anche se sono
stati numerosi gli albanesi che hanno dato un grosso contributo nello sviluppo della
cultura e della tecnologia già dai tempi del Anticita fino al Rinascimento Europeo,
nonostante avessero dato un considerevole contributo e avuto un ruolo importante nei
destini dell’Impero Romano e di quello Bizantino, nonostante le guerre antiottomane
degli albanesi nel XV sec. erano divenute un fattore importante nella determinazione
delle conseguenze in Europa dell’invasione ottomana, l’Albania era rimasta ancora un
paese poco conosciuto dall’Europa. Ma l’Europa stessa, che finalmente capí che il mondo
nel quale viviamo varia nel tempo, si stava interessando a conoscere il suo passato.
L’Europa che ormai aveva liberato la sua mente dai pregiudizi, entrava nel periodo
dell’Illuminismo buttandosi sull’idea dello sviluppo progressivo nella storia dell’umanità,
idea questa, che influenzò nella svolta iniziata dalla scienza storica nel XVIII sec.
Sapendo che la storia, la cultura e la lingua degli albanesi erano poco conosciuti e, però,
consapevoli dell’importanza che aveva la loro conoscenza per riuscire a capire meglio la
storia e la cultura dell’Europa, verso la fine del XVIII sec. e l’inizio del XIX sec., molti
studiosi europei hanno iniziato le ricerche per vari aspetti della vita materiale e della
cultura del popolo albanese e dell’Albania. Questi sono gli inizi della conoscenza della
storia e della lingua degli albanesi dalla scienza europea, dunque gli inizi degli studi
albanologici. Il termine albanologia, quindi, include tutti gli studi che sono stati fatti e
che continuano a fare gli studiosi sia stranieri che albanesi sulla storia, la cultura e la
lingua albanese. Gli studi albanologici iniziano proprio verso la fine del XVIII sec. e
l’inizio del XIX sec. E opportuno, qui, ricordare alcune delle figure italiane più
importanti dell’albanologia come: Carlo Tagliavini, Giuseppe Valentini, Leotti, Fulvio
Cordiniano, Gaetano Petrotta, Giovan Battista Pellegrini, Italo Costante Fortino etc.,i
quali hanno dato un grosso contributo nella lingua, nella letteratura e nella cultura
albanese, come in tal modo continuano a dare anche nei nostri giorni gli altri albanologici
italiani.
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E adesso invece vorrei concentrarmi di più in quella parte del bollettino preparato dalla
biblioteca dell’Accademia delle Scienze nel quadro del Progetto Interreg III A Italia Albania 2000 - 2006 BiblioDoc-inn., per spiegare meglio il contenuto delle edizioni
albanesi qua riflessi. Qualunque fosse interessato a conoscersi con una prima selezione di
queste edizioni basta cercare sul sito della biblioteca Teca del Mediterraneo :
http//www.bcr.puglia.it.
Gli articoli e le monografie scelte per questo bollettino, che riguardano i campi di
albanologia, tentano a far conoscere a chi è interessato all’etnogenesi del popolo
albanese, la storia, la lingua, la letteratura, l’arte e la cultura antica di questo popolo.
Analizzando i due grandi gruppi delle scienze albanologiche, che sarebbero le scienze
storiche e quelle linguistiche, si nota che in esse, l’eredità scientifica linguistica è più
ricca di quella storica. Questa ricchezza si determina dalla nascita e dallo sviluppo della
linguistica storica comparativa, particolarmente dai successi della linguistica
indoeuropea. La lingua albanese, come unico rappresentante di un ramo molto vecchio
della famiglia delle lingue indoeuropee, rappresenta un particolare interesse per gli
indoeuropei ed ha un ruolo decisivo nella soluzione di alcuni problemi chiave della
balcanistica.
Attraverso gli studi albanologici condotti in questi campi, si è fatta luce sul chiarimento
di tanti problemi, come: l’etnogenesi del popolo albanese, la sua autoctonia nelle terre di
oggi e anche l’origine della lingua albanese. Per il chiarimento di questi problemi, la
linguistica albanese è sempre stata aiutata, e tutt’oggi va aiutata, dalla preistoria, la storia,
la paleografia, la paleontologia, l’antropologia, la mitologia, l’epigrafia, l’archeologia, la
numismatica, la toponimia, l’etnografia, il folclore, l’onomastica. Sono tanti gli studi che
sono stati fatti e le edizioni realizzate per questo problema, e in questo bollettino ne
troverete una piccola parte di loro.
Il bollettino informa gli interessati della possibilità dell’uso su siti internet di riviste, che
sono edizioni degli istituti dell’Accademia delle Scienze ed hanno un carattere
albanologico come: Studia Albanica, Studi Storici, Studi Filologici, Cultura Popolare
etc., dove si riflettono articoli scelti da queste riviste che trattano problemi di questi
campi. Negli articoli delle riviste e nelle monografie che si trovano nel bollettino nr. 1/2
gennaio-dicembre 2005, si accèntuano alcuni dei problemi, come l’origine e l’autoctonia
degli albanesi nelle terre che vivono adesso, l’origine della lingua albanese, etc. etc..
Cosí l’articolo della rivista “Gjuha Jonë”: ”La lingua albanese standard nel trapasso del
secolo”, del professore Emil Lafe, parla della strada percorsa dalla lingua albanese
durante questi quattro secoli della sua storia di tutto lo spazio etnico albanese, iniziando
dall’alfabeto della lingua albanese, alle regole dell’ortografia, alla conoscenza della
lingua albanese come unica lingua del popolo albanese, e dell’ulteriore sviluppo della
lingua letteraria albanese durante i vari periodi della storia e degli svilupi politici
dell’Albania, fino agli sviluppi della norma nei principali piani della struttura della lingua
albanese standard.
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La monografia intitolata ”Grammatica storica della lingua albanese” del famoso
linguista albanese prof. Shaban Demiraj, tratta l’evoluzione storica della struttura
grammaticale della lingua albanese, accompagnata da elementi della sintassi; le strade
che ha percorso dalla fase documentata fino alle sue fasi più recenti. Per questi motivi è
stato tenuto conto dei dati della linguistica comparativa indoeuropea, comparando quei
dati con quelli dell’albanese documentato per vedere se i cambiamenti verificati sono
stati fatti in concordanza con le leggi dell’evoluzione del sistema fonologico e della
struttura grammaticale della lingua albanese. Sono stati osservati anche principali
fenomeni grammaticali di carattere balcanico.
Il famoso archeologo Neritan Ceka, nell’articolo pubblicato nella rivista “Candavia”
intitolato “Dark Ages, i principali fattori nella formazione delle antiche comunitá
albanesi”, dà un quadro della genesi degli albanesi in base all’etnos illirico, cercando
questa genesi nella Tarda Antichità, quindi alcuni secoli avanti da quello che era stato
affermato dalla storia tradizionale. Basato su fonti sicure, documentazioni scritte e
ricerche condotte, egli spiega i due fattori importanti che hanno fermentato questo
processo: la disintegrazione dell’Impero Romano e la sua civiltà globalizzata, e le
Crociate, che hanno offerto modelli semplici della creazione delle comunità dopo la
caduta delle strutture pesanti del dominio romano.
Cosi anche l’articolo scelto dalla rivista archeologica “Iliria”, intitolato “L’antico teatro
dell’Apollonia” dell’archeologa Aleksandra Mano ci fa conoscere le ricerche
archeologiche condotte durante tantissimi anni nella città antica Apolonia dell’Illiria. In
questa città sono stati scoperti tantissimi monumenti importanti della cultura illirica che
parlano del suo sviluppo urbanistico e del suo boom economico e culturale. L’autrice
dell’articolo si ferma nella scoperta e ricomposizione, in questa zona, di alcuni dei pezzi
importanti di un grande teatro, il quale si pensa che si usasse da 400-500 anni per
spettacoli dagli abitanti antichi dell’Apolonia, senza il quale è insensata la vita spirituale
e culturale di questa città.
La monografia dello storico prof. Kristo Frasheri intitolata “Gjergj Kastrioti Skenderbeu:
la vita e l’opera,1405-1468” è una considerazione basata soltanto su fonti documentari
contemporanei, della storia dell’eroe nazionale albanese Gjergj Kastrioti Skenderbeu e
dell’epoca della guerra degli albanesi che lui stesso ha condotto nel XV sec. contro gli
invasori ottomani. L’istoriografia europeene non si è mai smesso di scrivere su questo
nostro eroe. Su questa monografia si sente l’enorme opera di Skanderbeg, il quale non
viene trattato solo come stratega, ma anche come uomo di stato, come fattore
internazionale, come legislatore, come amministratore ma soprattutto come persona
umana. Credo che tutti sanno l’origine dei alcuni attuali abitanti d’Italia del Sud, i quali
noi gli chiamiamo arbëresh. Essi non sono altro che albanesi migrati da loro terre dopo la
morte di Gjergj Kastrioti Skanderbeg.
Altre edizioni scelte per questo bollettino trattano altri aspetti della cultura antica del
popolo albanese, come ad esempio l’articolo del prof. Moikom Zeqo che tratta alcuni
revisioni riguarda l’inizio dell’arte preistorico – albanese oppure la monografia scritta
dallo studioso Gjin Varfi sulla storia dell’Aràldica albanese, etc. Quest’ultima
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monografia pubblicata in forma di album dedicata all’aràldica albanese e ai suoi
problemi, ha come scopo di accumulare, classificare e ricostruire l’aràldica albanese, in
questo modo può riempire il vuoto creato dalla discontinuità della tradizione,
conservando quello che ne è rimasto di quella cultura in Albania, cercando cosí di
fermare la sua totale distruzione, distruzione che ha ormai iniziato 500 anni fa con
l’abbattimento dello stato albanese dall’Impero ottomano, e magari perchè no, ad aiutare
nella rianimazione dell’aràldica albanese.
La stesùra di questo bollettino, che contiene una racolta delli astrazioni di alcuni edizioni
albanesi, pensiamo che possa dare il suo modesto contributo nella promozióne
dell’eredità biblio-documentàrio della ricchezza di questa biblioteca.
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