Erminio Sertorelli, presidente del Collegio Nazionale Guide
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Erminio Sertorelli, presidente del Collegio Nazionale Guide
Linee tematiche dell’intervento di Erminio Sertorelli FUORIPISTA Intervento con commento su tre livelli di interpretazione dell’argomento. Non è possibile scindere nettamente i tre livelli, in quanto uno influenza l’altro. Aspetto personale. Presentazione personale delle esperienze, sempre positive in merito. NEVE = rappresenta un gioco per tutti, indipendentemente dall’età, sesso, stato sociale, cultura. Crea gioia comunque e a tutti. La neve fresca in particolare suscita EMOZIONI semplicemente infilandosi in mezzo. Citazione dal libro “Neve profonda” Sono stato toccato da vicino da incidenti che hanno coinvolto amici che hanno pagato pesantemente la loro passione. Uno per tutti voglio citare Ciondolo. Grande disagio personale nel sentire pareri e commenti assurdi da parte di persone che non hanno la minima competenza e conoscenza dell’argomento. Grande difficoltà di dialogo con la maggior parte delle persone. Aspetto professionale (Guida Alpina) L’attività svolta in ambiente naturale è il terreno d’azione delle Guide. La classica attività di accompagnamento si è adeguata, anche in questo settore, alle esigenze della clientela. La Guida Alpina esprime il meglio della sua professionalità in qualità di “gestore del rischio”. L’ambiente innevato ben si adatta a questa situazione. L’utente della montagna chiede questo tipo di servizio, ha bisogno dell’aiuto di una persona qualificata per praticare lo sci fuori pista o semplicemente per muoversi in un ambiente “difficile”. La Guida Alpina offre la sua professionalità anche a favore degli amministratori, per un supporto nel momento di decisioni importanti. Negli ultimi tempi dobbiamo affrontare sempre nuovi ostacoli che si aggiungono a quelli naturali; mi riferisco a ordinanze, divieti, regole, cartelli, denuncie, ecc. Ho riscontrato una personale difficoltà a spiegare quanto accade in Italia ai colleghi stranieri. La superiore cultura di montagna presente nei paesi confinanti evita che vengano prese decisioni “folkloristiche” come le nostre. Un esempio: la condanna penale a chi ha provocato una valanga senza conseguenze per nessuno e senza neanche aver allertato il soccorso talmente era evidente la situazione (Vallone di Bormio) pensano sia una barzelletta (anche per la mia non perfetta conoscenza della lingua straniera). Aspetto operatore turistico La mia attività professionale mi vede parte attiva nel comparto turistico da ben 32 anni. La neve fresca è uno dei due obbiettivi primari degli sciatori, assieme alla medaglia delle Olimpiadi. Demonizzare questo obbiettivo ha la naturale conseguenza di penalizzare tutto il movimento sciistico. A conferma di questo c’è l’uso delle immagini dello sci in neve profonda come veicolo pubblicitario preferito (associazioni e consorzi turistici, gestori di impianti a fune, alberghi e pensioni, scuole di sci e guide alpine, ecc.). Le effettive potenzialità offerte da questa pratica non sono adeguatamente sfruttate, anzi….. Ne consegue una perdita dei flussi turistici, principalmente dall’estero, ma anche dall’Italia. Chi ambisce a questa pratica si rivolge a stazioni adeguatamente attrezzate (es. Alagna in Italia o La Grave in Francia, per non citare stazioni extra europee). In particolare l’aspetto penale e sanzionatorio frena nella scelta del nostro territorio per attività di questo genere. Il collega austriaco che due anni fa ha avuto un problema in valanga sul S. Matteo, senza aver coinvolto nessuno, e che ha dovuto presentarsi dai Carabinieri per dare spiegazioni, certamente negli ultimi due anni ha dirottato la sua attività in altri comprensori con una perdita certa da parte dei nostri rifugi. Senza parlare della pessima immagine che abbiamo fatto nell’ambiente. Conclusioni Oggettiva difficoltà a confrontarsi e al dialogo con persone che rivestono cariche amministrative e non hanno cultura alpina, non conoscono il problema. Se praticano lo sci, ben si guardano dall’uscire da una pista battuta (nel caso lo facciano è per soddisfare impellenti bisogni fisiologici). Lo sci fuoripista, così come lo sci alpinismo, è un attività di tipo culturale che non ha niente da spartire con la pratica sportiva. Segue breve illustrazione sulla differenza. Il problema del soccorso è un falso problema (dedicato a coloro che portano questa motivazione a favore dei divieti) in quanto: 1. Il primo soccorso è un diritto garantito a tutti dallo Stato italiano, anche agli stranieri, ed è erogato in forma gratuita. 2. I soccorritori sono “volontari”. 3. Se il soccorso e i suoi costi dovesse essere un problema, potrebbe anche essere giusto, allora bisognerebbe sospendere l’assistenza sanitaria a chi fuma, a chi beve, ai tossico dipendenti, ecc. NO REGOLE + EDUCAZIONE nel lungo periodo I comuni di montagna spendono di più per corsi di calcio che per formazione e educazione di comportamento in montagna. Una buona notizia viene da una banca valtellinese (Credito Valt.): quest’anno ha sponsorizzato una spedizione all’Everest in occasione dei suoi 100 anni. Mi auguro che il prossimo anno una cifra analoga venga destinata a progetti di formazione e educazione al comportamento in montagna a favore dei giovani valtellinesi. I divieti non risolvono il problema, anzi si trasformano in un incentivo alla trasgressione molto caro ai ragazzi. Infine un auspicio: abbiamo bisogno di chiarezza. Es. Lo scorso marzo, negli stessi giorni, veniva realizzato nel comprensorio del Tonale un filmato promozionale sulla pratica del fuoripista e, contemporaneamente, a Bormio venivano comminate multe ai praticanti del medesimo. Stessa regione, stesse regole, medesimi organi di controllo. Perché?