una casa da cucirsi addosso
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una casa da cucirsi addosso
spazi trasformisti G UNA CASA DA CUCIRSI ADDOSSO IN UN PALAZZO DEI PRIMI DEL NOVECENTO, UNA INTERIOR DESIGNER GIOCA CON STOFFE COLORATE E TESSUTI ETNICI PER DARE UNA SECONDA VITA AI MOBILI CHE RECUPERA NEI SUOI VIAGGI IN GIRO PER IL MONDO. RISULTATO? L’ARTE DI CAMBIARE ABITO A OGNI STANZA SERVIZIO MARTINA D’AMICO FOTO JANA SEBESTOVA/LIVINGINSIDE NEL SOGGIORNO DI CARLOTTA ODDONE C’È UN’INVASIONE DI CUSCINI COLORATI E SCAMPOLI DI TESSUTO, FIRMATI MIMMA GINI E KENZO. ALLA PARETE È APPESA UN’OPERA FOTOGRAFICA DI PATRIZIA GUERRESI MAIMOUNA. G R A Z I A 241 G una casa da cucirsi addosso el cuore di Torino, l’interior designer Carlotta Oddone e suo marito Paolo Barroero hanno scelto di vivere con i figli Pietro e Nicola in una casa con una doppia anima. Lo spazio a disposizione è esattamente a metà tra il brusio di una via prestigiosa, ma molto trafficata, e un giardino alberato su cui si affacciano le finestre della zona interna e più riservata dell’edificio. Siamo in un palazzo dei primi del Novecento, uno di quelli a pianta classica, con i soffitti alti e stuccati, un corridoio centrale cieco e tante (forse troppe) porte che si aprono a destra e a sinistra su altrettante stanze. È questo ciò che si sono trovati davanti Paolo e Carlotta quando sono entrati qui per la prima volta. Ma lei, creativa e amante degli spazi ariosi, della luce che illumina i colori delle sue stoffe (materia prima nella sue trasformazioni di mobili e pezzi artigianali), aveva altri progetti. Così, con l’aiuto dell’architetto, Claudia Mottura, e qualche prezioso N SOPRA, IL CORRIDOIO ILLUMINATO DA LAMPADE MAROCCHINE ACQUISTATE A TORINO, NEL NEGOZIO “BAB AMNIL”.. A SINISTRA, VICINO A ROTOLI DI TESSUTO COLORATO E A UNA LAMPADA CON GLI UCCELLINI, CREATA DA CARLOTTA, UNA VECCHIA BERGÈRE IN ATTESA DI ESSERE RIELABORATA. LE CREAZIONI DELLA PADRONA DI CASA SONO FIRMATE “OFFICINA DELL’INVISIBILE” (WWW.OFFICINADELLINVISIBILE.IT). 242 G R A Z I A Foto JANA SEBESTOVA •Segue G una casa da cucirsi addosso A DESTRA, IL CORRIDOIO CON LA VETRATA DA OFFICINA CHE SI AFFACCIA SULLA CUCINA. SOTTO, UN TAVOLO DECAPPATO, CON INTORNO UN GRUPPO DI SEDIE MAROCCHINE. LA TOVAGLIA È DELLA LINEA DI BIANCHERIA DISEGNATA DA CARLOTTA, MENTRE L’ARMADIO È PRODOTTO DA “ORISSA”, SU DISEGNO DELLA PROPRIETARIA. LA GRANDE LAMPADA È “SONORA” DI VICO MAGISTRETTI PER OLUCE. SUL FRIGORIFERO, UN’OPERA DI GIULIANO ROMANO. L’IDEA PER TRASFORMARE UN CORRIDOIO LUNGO E BUIO? UNA PARETE DI VETRO SULLA CUCINA SHABBY CHIC consiglio di un altro professionista, Matteo Pastore, si è messa in moto la ristrutturazione. Le pareti divisorie delle stanze sono state abbattute, riducendo gli ambienti al numero necessario alla famiglia. Il corridoio cieco si è trasformato in un “sentiero” dove arriva la luce del sole, con sbocco sulla cucina e su una coloratissima zona living. Molte porte sono state eliminate e a terra è stato scelto il rovere a listoni: sbiancato in cucina, dove l’arredo si ispira allo shabbychic francese, marrone castagna nel resto della casa per un risultato che spazia da uno stile più classico e rigoroso a suggestioni etniche. Alle pareti, invece, vincono i colori a calce, ma anche smalti ad acqua che lasciano “venature” in rilievo. Ma quel che sorprende in questa casa è il cambio di scena. Tutto è in continuo movimento. Anche perché, questa, per Carlotta, oltre a essere la casa di famiglia, è la sua “base” creativa, il cuore di “Officina dell’invisibile”, il brand da lei creato. Poltrone, pouf, sedie, sofà, cuscini, lampade, coperte, tovaglie e ornamenti che definiscono questi ambienti sono, infatti, solo alcuni dei complementi a cui Carlotta regala una seconda vita. Le sedie della cucina, per •Segue 244 G R A Z I A Foto JANA SEBESTOVA œ G una casa da cucirsi addosso A SINISTRA, IL POUF MELANZANA DI “OFFICINA DELL’INVISIBILE” E, A TERRA, I TESSUTI MULTICOLOR FIRMATI MIMMA GINI, RUBELLI, SANDERSON E DESIGNERS GUILD. IN BASSO, LA CAMERA DA LETTO SI ACCENDE DI COLORE, CON LA COPERTA E I CUSCINI TRICOT LAVORATI DA CARLOTTA. Foto JANA SEBESTOVA esempio, sono marocchine e sono state rivisitate a tinte forti, secondo un gusto nomade che affascina la padrona di casa da sempre. Non a caso Paolo e Carlotta hanno in comune una vita di viaggi insieme, di pazienti pomeriggi trascorsi nel retrobottega dei rigattieri di tutto il mondo, a caccia di “materiale” pronto per essere trasformato. E il successo di questi nuovi mobili sta proprio nella sapiente sintesi tra passato, presente e futuro, con un tocco di colore e molta passione per l’arte di rendere unico ogni oggetto. «L’essenza di ogni cosa è spesso invisibile a un primo sguardo, ma la mia ricerca vuole restare in quel sottile confine sospeso tra artigianato e poesia», spiega Carlotta. Che ha un obiettivo: non lasciare mai la sua casa uguale a se stessa per più di una manciata di mesi. Cambiare vestito è uno di quei che gesti che fanno bene all’umore. Di una donna certamente, ma anche di una stanza. ■ 246 G R A Z I A