Il trapianto fecale nelle patologie acute e croniche gastrointestinali
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Il trapianto fecale nelle patologie acute e croniche gastrointestinali
CLINICAL SYSTEMATIC REVIEW a cura di Osvaldo Borrelli Il trapianto fecale nelle patologie acute e croniche gastrointestinali Fecal microbiota transplantation in acute and chronic gastrointestinal diseases Valentina Giorgio1 (foto) Gianluca Ianiro2 Anna Galimberti1 Piero Valentini1 Giovanni Cammarota2 Antonio Gasbarrini2 UOC di Pediatria, Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e della Vita Nascente, del Bambino e dell’Adolescente, Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli, Roma; 2 UOC di Medicina Interna, Gastroenterologia e Malattie del Fegato, Dipartimento di Scienze Mediche, Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli, Roma 1 Key words Gut microbiota • Clostridium Difficile infection • Fecal microbiota transplantation Abstract Fecal microbiota transplantation (FMT) involves the implantation of faeces taken from a healthy donor to a patient, in order to treat a specific disease. It was shown that FMT is an effective treatment of recurrent Clostridium Difficile infection (CDI). It is currently considered a promising therapeutic strategy for several pathological conditions associated with an imbalance of the intestinal flora. To optimize the transplantation of fecal microbiota and its effectiveness, future efforts should include the definition of specific protocols for each disease, the application of new techniques for the study of the composition of the microbiota (for example metagenomics techniques) and the development of large, welldesigned, randomized controlled studies. Indirizzo per la corrispondenza Valentina Giorgi largo Agostino Gemelli 8, 00168 Roma E-mail: [email protected] 98 INTRODUZIONE Il ruolo della flora batterica intestinale L’organismo umano è abitato da un numero enorme di microbi; la maggioranza di essi si trova nel tratto gastrointestinale e costituisce il microbiota intestinale 1. Il microbiota non è una semplice riserva di microorganismi, bensì deve essere considerato come un vero e proprio organo 2. La composizione del microbiota intestinale non è ancora completamente nota. I batteri sono i componenti principali della flora intestinale umana: Bacteroidetes e Firmicutes sono i phyla più rappresentati 3, 4, gli altri costituenti sono Archaea, Virus, Funghi e Protozoi 4. La maggior parte della “comunità microbica” che risiede nel nostro intestino non è coltivabile attraverso le tecniche microbiologiche standard. Studi di metagenomica, attualmente in corso in diversi centri di ricerca, stanno dando un contributo fondamentale alla comprensione della composizione del microbiota intestinale, sia in condizioni fisiologiche che patologiche 5. Il microbiota intestinale è coinvolto in numerose funzioni dell’organismo umano che comprendono lo sviluppo e la modulazione dell’immunità locale e sistemica, oltre alla regolazione di diverse vie metaboliche; svolge, inoltre, un’azione di barriera contro gli agenti esogeni che transitano nell’intestino 6. Numerose evidenze scientifiche suggeriscono che la disregolazione dell’omeostasi della flora intestinale può portare allo sviluppo sia di patologie digestive che extradigestive, tra cui la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) 7, le malattie infiammatorie intestinali (IBD) 8, il cancro del colon 9, le infezioni gastrointestinali 10, la steatosi epatica non alcolica 11, 12, il diabete, l’obesità, la sindrome metabolica 13, 14 e le allergie 15. In teoria, la ricosti- Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2015;VII:98-102 CLINICAL SYSTEMATIC REVIEW Trapianto fecale in età pediatrica tuzione di una flora intestinale “sana” rappresenta un valido approccio per la gestione delle malattie legate alla disregolazione del microbiota. Antibiotici, probiotici e prebiotici sono attualmente le opzioni terapeutiche più utilizzate. Il FMT ha già dimostrato indubbia efficacia nella gestione della infezione ricorrente da C. difficile (CDI) ed è anche considerato una strategia terapeutica promettente per altre malattie associate allo squilibrio della flora intestinale. Trapianto di microbiota fecale: cenni di storia Il FMT è l’infusione di feci da un donatore sano a un ricevente malato per la cura di una specifica patologia. L’uso di FMT in campo medico e veterinario è stato segnalato fin dall’antichità 16, 17, ma la prima documentazione clinica risale al 1958, quando Eiseman e la sua equipe chirurgica del Colorado hanno trattato con clisteri di feci un piccolo numero di soggetti con colite pseudomembranosa come terapia di salvataggio 18. Da allora sono state descritte diverse serie di casi sul FMT nella gestione delle CDI ricorrenti 19. La considerazione di FMT come un vero trapianto d’organo, invece che come una semplice infusione di feci, ha fornito le basi teoriche per testare il FMT anche in altre malattie legate al microbiota intestinale con risultati promettenti 20, 21. Obiettivo L’obiettivo di questo articolo è stato quello di eseguire una revisione della letteratura sul FMT, allo scopo di fornire una valutazione globale dell’efficacia e della sicurezza del trapianto di microbiota fecale, utilizzato come terapia clinica per varie malattie e condizioni pre-cliniche gastrointestinali METODOLOGIA Sono stati inclusi in questa revisione tutti gli articoli disponibili su MEDLINE in lingua inglese, inerenti all’efficacia clinica e alla sicurezza di FMT utilizzato come terapia clinica in soggetti umani. Questi studi hanno incluso studi randomizzati controllati (RCT) che hanno comparato il FMT con la terapia medica standard, con placebo o con nessun intervento, studi osservazionali compresi gli studi caso-controllo, studi di coorte e case-series (numero di pazienti trattati maggiore di uno). Le parole utilizzate per la ricerca sono state le seguenti: feces, stool o microbiota, combinati con transplantation, donor, donation, therapy, infusion, bacteriotherapy. La ricerca è stata limitata alle condizioni cliniche e pre-cliniche di tipo gastrointestinale L’efficacia di FMT è stata definita come miglioramento clinico secondo la definizione fornita dagli autori di ciascuno studio. Il miglioramento clinico è stato definito come risoluzione della diarrea nelle condizioni di CDI e, se disponibile, la proporzione di pazienti liberi da recidiva durante il periodo di follow-up, definito come remissione clinica nelle condizioni di colite ulcerosa (UC) e morbo di Crohn (CD), nonché come migliora- mento clinico nella pouchite, nella stipsi e nell’IBS. Sono stati riportati anche: la percentuale di pazienti che hanno sperimentato qualsiasi evento avverso (AE), l’esclusione dagli studi a causa di eventi avversi gravi (SAE) e gli eventi avversi potenzialmente associati con il FMT (perforazione, sepsi o batteri emiapost-trapianto e la trasmissione di malattie infettive). RISULTATI Sono stati individuati 1059 studi. 45 di essi hanno soddisfatto i criteri di inclusione e sono stati considerati per questa revisione. Solo 2 di questi studi sono RCT, tutti gli altri sono stati serie di casi o studi retrospettivi. Gli studi sono stati pubblicati tra il 1958 e il 2013. Sono stati sottoposti ad FMT un totale di 1029 pazienti. L’efficacia clinica di FMT è stata valutata in pazienti con: CDI 18, 22, 26 (n = 883), IBD 27 (n = 112), IBS (n = 13), pouchite (n = 8), stipsi 17 (n = 3) e sindrome metabolica 32. L’età dei pazienti inclusi varia ampiamente ed è compresa tra 6 e 94 anni. Il follow-up riportato nei diversi studi è molto variabile: da10 giorni fino ad 8 anni nella CDI, da 12 settimane a 16, 5 anni nelle IBD, da 6 a 18 mesi nell’IBS, intorno a 4 settimane nella pouchite, da 1 a 28 mesi nella stispi e intorno a 6 settimane nella sindrome metabolica. Dei 45 studi inclusi, 2 sono randomizzati (nella CDI e nella sindrome metabolica); in questi, il FMT è stato confrontato rispettivamente con altri farma- 99 V. Giorgio et al. ci o con placebo. Van Nood et al. 33 hanno condotto un RCT in aperto in pazienti con CDI in cui l’infusione di feci dei donatori è stata preceduta da un ciclo breve di vancomicina e lavaggio intestinale, o da un ciclo standard di vancomicina, o da un ciclo standard di vancomicina e lavaggio intestinale. Vrieze et al. 32 hanno condotto uno studio in doppio cieco controllato con placebo che ha confrontato il FMT da donatori magri con il FMT autologo in pazienti maschi affetti da sindrome metabolica. Gli altri 43 studi inclusi sono una serie di casi non controllati, in cui i pazienti sono stati trattati con FMT eseguito attraverso infusione di feci dal tratto gastrointestinale superiore (tubo di infusione attraverso stomaco, duodeno o digiuno, oppure ingestione orale di capsule rivestite contenenti materiale fecale ottenuto dopo centrifugazione di una sospensione di feci dei donatori), oppure attraverso infusioni dal tratto gastrointestinale inferiore (infusione per via endoscopica oppure infusione rettale tramite clisteri). Sono stati utilizzati diversi donatori nei vari studi: i donatori sono in genere scelti tra i componenti della famiglia del ricevente, ad esempio il partner o i parenti di primo grado, oppure sono scelti tra gli amici o, più raramente, sono soggetti sani non imparentati. Per quanto concerne l’efficacia del FMT nelle CDI, in una serie di 33 casi pubblicati l’efficacia del FMT(definita come risoluzione della diarrea) variava dall’87,8% al 90,0% dopo ripetuti FMT. Questo dato di efficacia è paragonabile a quello 100 riportato nell’unico RCT pubblicato sull’argomento che riporta una efficacia del FMT compreso tra l’81% ed il 94%. Una efficacia del FMT > 80% è stata ottenuta, inoltre, in altri studi che hanno incluso pazienti con CDI grave e complicata 25, pazienti ricoverati, pazienti immunocompromessi 24, pazienti con più di 3 episodi di CDI ()e pazienti con sottostante IBD 23. La risoluzione della diarrea e il follow-up libero da recidive (riportato in 21 studi su 34) sono stati dell’80,9% (range dal 46% al 100%). Per quanto riguarda, infine, l’efficacia del FMT nelle IBD, di tutti i pazienti trattati 6 sono stati trattati per CD e 106 per UC; 4 pazienti con UC trattati da Greenberg et al. avevano una CDI concomitante. Tutti i pazienti avevano malattia attiva al momento dell’inclusione con grado di attività variabile da lieve a malattia refrattaria alla terapia. L’estensione della IBD è stata segnalata in 3 studi su 7. Il CD era ileo-colico (n = 3) e limitato al colon (n = 1) nella serie pubblicata da Vermeire et al. 31. Le UC erano per lo più pancoliti 29, 30. La risposta al FMT è stata misurata mediante diversi metodi. Nei pazienti con UC sono stati utilizzati: un questionario dei sintomi pre e post-FMT; il punteggio di Mayo (clinico) 30; il punteggio totale di Mayo 28; il Pediatric UC Activity Index nei bambini 29; l’indice di Powell-Tuck modificato 27. Nel CD sono stati utilizzati due diversi strumenti di valutazione clinica: un questionario pre e post-FMT e il Crohn Disease Activity Index 31. Cinque degli studi inclusi hanno usato l’en- doscopia per la valutazione della risposta mucosale: i pazienti affetti da UC sono stati sottoposti ad endoscopia digestiva subito dopo il trattamento (range da 1 a 90 giorni) 28, 30 o più a lungo termine (da 1 a 198 mesi dopo il FMT) 27. I pazienti con CD sono stati valutati endoscopicamente 8 settimane dopo il FMT 31. In 3 dei 6 studi sulla UC che riportano dati sulla remissione clinica, la percentuale di pazienti che hanno raggiunto la remissione clinica varia dallo 0% al 68% 27, 29, 30. Il miglioramento clinico è stato segnalato nei 6 studi e varia tra il 20% e il 92% 27, 28. Nel CD, 4 pazienti trattati da Vermeire et al. 31 non hanno registrato un miglioramento clinico dopo FMT. Greenberget et al. hanno riportato una riduzione della frequenza delle riacutizzazioni della malattia nel 63% dei pazienti. Inoltre, 1 paziente su 2 con CD trattati ha riportato una diminuzione della frequenza di diarrea. Nei 4 pazienti con CD in cui è stata eseguita un’endoscopia 8 settimane dopo il trattamento, non è stata osservata nessuna guarigione endoscopica 31. Sicurezza del FMT Gli eventi avversi associati a FMT sono stati per lo più auto-limitantesi e si sono verificati spesso poche ore dopo l’infusione. I sintomi intestinali riportati sono stati: gonfiore addominale, flatulenza, eruttazione crampi addominali. Si è trattato per lo più di sintomi IBS-like dopo la clearance delle CDI post-FMT, disturbi addominali, irregolarità dei movimenti intestinali e vomito. In 11 pazienti (tutti trattati CLINICAL SYSTEMATIC REVIEW Trapianto fecale in età pediatrica per IBD, 3 per CD e 8 per UC) la febbre senza altri sintomi clinici o segni di sepsi è stata segnalata durante e fino a un giorno dopo il FMT 28-30, 31. Non sono stati identificati gli agenti causali di tali sintomi nelle emocolture eseguite ma è stato osservato un aumento della PCR in alcuni di questi pazienti. La febbre è scomparsa entro 3 giorni in tutti i pazienti. Un paziente adolescente è uscito dallo studio 29. Non è stata registrata nessuna trasmissione di malattie infettive dopo FMT. CONCLUSIONI E PROSPETTIVE DI RICERCA PER IL FUTURO I risultati esposti suggeriscono che il trapianto fecale è una terapia molto efficace nel trattamento delle CDI con tassi di risposta fino al 90% nella risoluzione della diarrea. Questo dato è stato confermato anche nell’unico studio randomizzato ad oggi disponibile che dimostra che le CDI si risolvono nell’81-94% dei casi dopo FMT. Tutti gli studi inclusi hanno riportato peraltro una efficacia di FMT > 50%, anche in pazienti immunocompromessi, gravemente malati e anziani, nei quali l’efficacia del trattamento di CDI con sola vancomicina non superava il 31% 33. Risultati analoghi sono stati ottenuti se l’infusione di materiale fecale veniva praticata nel tratto gastrointestinale superiore, nel colon o per ritenzione rettale tramite clistere. Gli studi disponibili sul FMT in UC hanno riportato tassi di remissione compresi tra lo 0% e il 68%. Il miglioramento clinico varia tra il 20% e il 92% ma è stato misurato utilizzando cinque diverse scale in sei studi. L’alto tasso di risposta del 92% riportata da Borody et al. 27 è un dato da considerarsi eccezionale, e lo studio eseguito è retrospettivo ed è soggetto a numerosi bias di selezione. Non è stato osservato nessun beneficio clinico di FMT in pazienti affetti da CD, sulla base dei dati ottenuti sui 6 pazienti riportati in letteratura. Risultati positivi sono stati ottenuti, invece, in una piccola serie di casi affetti da stipsi cronica (3 pazienti trattati) e in una serie di pazienti con IBS (risoluzione o miglioramento dei sintomi nel 70% di 13 pazienti). Il FMT non ha portato a remissione clinica 8 pouchiti croniche refrattarie, ma in 2 pazienti è stata osservata una modifica di sensibilità alla ciprofloxacina di batteri coliformi dopo trapianto. I FMT sono stati accompagnati da sintomi gastrointestinali lievi ed auto-limitanti nella maggior parte dei pazienti. Dati più robusti sul FMT saranno disponibili nei prossimi 2-3 anni. Attualmente sono in corso numerosi studi sull’argomento, di cui molti sono trial randomizzati controllati. Presso il nostro centro viene attualmente effettuato il FMT attraverso colonoscopia secondo un protocollo standard (34): abbiamo ottenuto dati estremamente incoraggianti nelle CDI, e il trapianto delle feci del donatore per via colonoscopica sembra ottimizzare la strategia di trapianto nei pazienti con colite pseudomembranosa. In conclusione, il FMT sembra essere molto efficace nelle CDI, e sembra essere una promettente terapia nella UC. Per quanto riguarda il CD, la stipsi cronica, la pouchite e l’IBS, i dati sono ancora troppo limitati per trarre conclusioni. Inoltre, il FMT viene attualmente eseguito secondo protocolli terapeutici non ancora standardizzati e, nonostante l’assenza di complicazioni infettive nei 1029 pazienti studiati, è necessario mantenere una vigile sorveglianza degli eventi avversi. Nuovi studi randomizzati controllati sull’efficacia a lungo termine del FMT, nonché la diffusione di dati traslazionali sull’impatto della modulazione del microbiota dei pazienti sottoposti ad infusioni di feci, sono ad oggi ancora necessari. Bibliografia Bäckhed F, Ley RE, Sonnenburg JL, et al. Host-bacterial mutualism in the human intestine. Science 2005;307:1915-20. 2 Turnbaugh PJ, Ley RE, Hamady M, et al. The human microbiome project. Nature 2007;449:804-10. 3 Qin J, Li R, Raes J, et al. A human gut microbial gene catalogue established by metagenomic sequencing. Nature 2010;464:59-65. 4 Lozupone CA, Stombaugh JI, Gordon JI, et al. Diversity, stability and resilience of the human gut microbiota. 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Randomised clinical trial: faecalmicrobiota transplantation by colonoscopy vs. vancomycin for the treatment of recurrent Clostridium difficileinfection. Aliment Pharmacol Ther 2015;41:835-43. • Il microbiota intestinale ha un ruolo importante nella omeostasi di tutto l’organismo. • Il trapianto fecale è efficace nel trattamento della colite da Clostridium Difficile (CDI). • Al momento sono necessari altri studi più estesi per definire meglio il ruolo terapeutico del trapianto fecale in altri disturbi gastrointestinali. 102