Pagina7 - Parrocchia S. Giovanni Maria Vianney

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SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY
Una vita al servizio del Signore e del prossimo.
In occasione della festa
patronale, abbiamo pensato di
provare a conoscere un po’
meglio San Giovanni Maria
Vianney. Le poche righe che
seguono non intendono essere
esaustive sulla vita e le opere
del Curato d’Ars, semmai un
punto di partenza per approfondire la nostra conoscenza
di una persona semplice nei
pensieri e nelle opere che
umilmente ha dedicato la sua
vita al servizio del Signore e
del prossimo.
Giovanni Maria Vianney
nasce a Dardilly, vicino a
Lione, l’8 maggio 1786 da una
famiglia di contadini. A
diciassette anni riesce per la
prima volta ad andare a
scuola, dove con l'
aiuto di un
prete amico che crede nella
sua vocazione - Don Balley -,
prova a seguire gli studi, ma
con scarsi risultati. Le
difficoltà divengono ancora
più grandi quando si tratta di
affrontare, in seminario, gli
studi di filosofia e di teologia.
A Grenoble, nel 1815, a
ventinove anni, viene finalmente ordinato sacerdote.
Inizialmente è vicario di Ecully accanto a Don Balley, che
lo ha sempre aiutato nel suo
percorso di studi. In questo
periodo completa la sua
formazione culturale e viene
iniziato al ministero sacerdotale. Da Don Balley impara
il profondo senso della tragicità del peccato e della
necessità della penitenza, in
uno stile di vita sobrio che
deve essere finalizzata all’incontro con Dio nella preghiera. Nel 1818 viene trasferito
ad Ars, un piccolo centro abitato di duecentocinquanta persone, prevalentemente di umili
condizioni, che vivono la
religione in modo superficiale.
La sua attività pastorale (oltre
alla costruzione di un orfanotrofio per bambine e poi di un
Istituto per l’istruzione dei
ragazzi) riguarda in modo
particolare alcuni aspetti della
vita parrocchiale particolarmente diffusi in quel periodo:
il lavoro nei giorni di festa e
l’abitudine di bestemmiare,
come segni emergenti di un
ateismo pratico con cui si nega
di fatto quel Dio a cui si dice
di credere.
Don Vianney si dedica interamente alla sua parrocchia, e
imposta la sua vita secondo
un regime ferreo di penitenza,
per lui una vera necessità, che
deriva dal sincero senso di
incapacità a svolgere il ministero pastorale. Sceglie come
strumento di espiazione principale il digiuno, ma anche il
letto fatto di pagliericcio senza
materasso, il rifiuto di ogni
comodità, solo poche ore
dedicate al riposo e anche
l’uso di strumenti per la
mortificazione corporale. La
penitenza può riparare le colpe
commesse suscitando il perdono di Dio, ma ha anche un
ruolo “preventivo” aiutando a
non perseverare nel peccato.
Egli riesce a superare i momenti di crisi interiore col
pensiero che grazie al suo
ministero può ricondurre a Dio
le anime che gli sono state
affidate. L’azione educativa di
Giovanni Maria Vianney avviene quindi nel confessionale.
Negli ultimi vent’anni della
sua vita ci resta in media diciassette ore al giorno. Le
uniche interruzioni sono per le
celebrazioni della messa, la
recita del breviario, il catechismo. Grazie al suo lavoro,
Ars diventa il modello per la
diocesi per i suoi frutti spirituali, ed è anche luogo di
prodigi e guarigioni. Non si
può infatti negare il dono delle
guarigioni fatto da Dio al
Curato d’Ars, ma lui stesso
cerca di nascondere questi avvenimenti distogliendo l’attenzione da sé. La sua santità si
fonda quindi non nelle grandi
cose, ma nella quotidianità e
semplicità del proprio ministero, nello zelo, la fedeltà,
l’umiltà e l’amore per la sua
missione. Giovanni Maria
Vianney è stato beatificato l’8
gennaio 1905 e poi canonizzato il 31 maggio 1925. E’
stato dichiarato patrono dei
sacerdoti di tutto il mondo.
Alessandra Testa
Foglia gialla
Ti stacchi dall’albero
al primo soffio di vento
e ti lasci trasportare senza resistenza
in luoghi e destino ignoti.
Sei leggera come una piuma,
voli come una farfalla
senza sapere dove ti fermerai.
Clelia
7
Inauguriamo in questo numero l’angolino della Poesia.
Attendiamo vostre composizioni che saremo lieti di
pubblicare (se ci piacciono!!)
La Redazione