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STAMPAGGIO DI ELASTOMERI Ecotronic EHG 290… by RPM La Ecotronic EHG 290 era posta al centro della sala che ha ospitato l’open house RPM, dal 28 al 30 aprile 2011 L’equilibrio fra risparmio e produttività di Augusto Vacchelli Per tutto il tempo di ciclo, le presse che lavorano la gomma hanno bisogno di coppie e pressioni d’iniezione elevate. Oggi RPM abbina un importante numero di motorizzazioni elettriche all’idraulica minimalista… ottenendo, rispetto a una pari macchina “solo” idraulica, un meno 60% nei consumi e un più 20% in produttività S i fa presto a dire gomma… ma quante cose ci sarebbero da raccontare su questo polimero. Nel 1770 il chimico e naturalista inglese Joseph Priestley scoprì che la gomma – sfregata sulla carta – ne cancellava i segni di matita. Da qui il nome inglese del nuovo materiale “India Rubber”; dal verbo to rub: sfregare! Che dire poi di Charles Goodyear che, il primo febbraio del 1839, durante la presentazione della sua formula gum-and-sulphur, per l’eccitazione fece volare il campione di gomma su una stufa calda… scopren- 22 • tecnoplast do casualmente il processo di vulcanizzazione? O ancora, chi mai conosce padre Newman, un giovane parroco dell’Indiana con la passione per la chimica che, assieme al professor Carothers, permise a DuPont di mettere in commercio nel 1934 il Neoprene? Infine, chi ha mai sentito nominare il danese Niels Christensen, un tornitore migrato in America nel 1891 che, nel 1937 a settantadue anni, registrò il brevetto degli o-ring? E l’elenco degli aneddoti sulla storia della gomma potrebbe continuare. Ma veniamo ai giorni nostri, ri- manendo pur sempre in tema di o-ring. Recentemente, abbiamo visto uno stampo a nove cavità per la fabbricazione di queste guarnizioni di tenuta montato su di una pressa “elettrica” per stampaggio a iniezione dove – a dire il vero - le potenze di chiusura e d’iniezione erano ottenute mediante approccio “elettro-idraulico”, seppur applicato ai minimi termini. Stiamo parlando di un’innovativa pressa della Casa bresciana RPM denominata “Ecotronic EHG 290” dove, appunto, elettricità & idraulica si legano in un’inN° 5 Giugno/Luglio 2011 teressante, e francamente inusuale, equilibrio dinamico fra risparmio energetico & produttività in termini di stampate. Breve “memo” introduttivo sulla nascita di RPM Per coloro che non lo sapessero ricordiamo che “RPM – Rubber and Plastic Machinery” nasce nel 2003 a Paderno Franciacorta, in provincia di Brescia, per volontà della famiglia Inverardi. Fin da subito l’obiettivo è quello di inserirsi nel comparto dello stampaggio per iniezione di termoindurenti e gomme, inizialmente nella veste di revisionatori e, successivamente, anche in quella di costruttori. “Molti identificano la zona del lago d’Iseo e della Franciacorta con il turismo e con il buon vino; il che è verissimo”, esordisce Fabrizio Inverardi, responsabile tecnico in RPM, “ma è pur vero che in tanti piccoli Comuni qui nei dintorni, nella cantina di ogni casa c’è una pressa per lo stampaggio di parti in gomma per conto terzi; un poco come avveniva nella Brianza lombarda dei primi Anni Sessanta. Questa capillarità artigianale, qui per fortuna ancora molto diffusa, va ad alimentare le necessità dei subfornitori più strutturati, all’interno dei quali si trovano parchi macchina di 50 o anche 100 presse a iniezione di vario tonnellaggio… i quali, a loro volta, soddisfano le commesse dei fornitori di primo equipaggiamento del settore automotive che, alla fin fine, operano a livello globale. È quindi realistico affermare che il 70% della produzione di parti in gomma del bresciano, lo ritroviamo all’interno delle au- Fabrizio Inverardi e Monica Bonometti www.tecnoedizioni.it tomobili circolanti in tutto il mondo”. A questo stato dell’arte manifatturiero locale fortemente orientato agli elastomeri va unita la significativa esperienza tecnica maturata da RPM in tema d’interpretazione dei macchinari dedicati allo stampaggio degli elastomeri, nonché la ventennale presenza della famiglia Inverardi tra gli stampatori sia italiani che vale la candela: ecco perché resta una seppur minima quantità d’olio. Alla fin fine abbiamo verificato che con questo calibrato mix fra elettricità e idraulica si ottengono risparmi addirittura del 60% a livello di consumo d’energia e un incremento della produttività del 20%, rispetto a una pressa tradizionale completamente idraulica”. Vista della Ecotronic e della HG 270 revisionata In evidenza: uno dei due semistampi per o-ring di grande dimensione esteri. Siamo nati come azienda di servizio e assistenza, lavorando fin da subito in tutto il mondo per clienti che avevano problemi nel reperire personale tecnico specializzato in grado di eseguire manutenzione ordinaria e straordinaria, riprende Fabrizio Inverardi. “Successivamente abbiamo iniziato a fornire la ricambistica per questi impianti e, ben presto, si è iniziato a intervenire in modo significativo a livello di aggiornamento… non tanto in termini strutturali meccanici - lì bastava una buona manutenzione - ma, ad esempio, aggiornando il PLC, piuttosto che rifacendo ex novo l’impianto idraulico o quello elettrico”. Quella esposta da Inverardi è – in sintesi - l’evoluzione dei primi anni di RPM. Poi arriva la scelta di abbinare al retrofitting anche l’attività di costruttori di nuove presse per elastomeri termoplastici e, ultimamente, anche per termoindurenti. www.tecnoedizioni.it Una “tre giorni” in fabbrica dedicata alla presentazione della nuova pressa elettrica “Che si approccino le materie plastiche oppure la gomma, in linea di massima la pressa a iniezione è concettualmente sempre quella, ma con opportuni distinguo metodologici”, prosegue Monica Bonometti, responsabile gestione clienti esteri. “Quando si lavorano le materie plastiche, la partenza è rappresentata da granuli che, per plastificare, necessitano di temperature elevate, e una volta iniettati nello stampo devono essere raffreddati. La gomma, invece, entra in macchina in forma di striscia che deve inizialmente essere portata a circa 70-80 gradi centigradi, per poter essere quindi iniettata verso la zona di stampaggio dove, mediante piani di riscaldo e un ulteriore innalzamento a circa 200 gradi centigradi viene vulcanizzata. In altre parole cambia so- stanzialmente il processo di stampaggio e, di conseguenza, la tipologia di presse da utilizzare. Le presse che lavorano la gomma hanno bisogno di pressioni d’iniezione e coppie molto elevate per tutto il ciclo e di un gruppo chiusura di tipo idraulico o hydroblock. “L’Ecotronic EHG 290 rappresenta una vera novità nel mondo dello stampaggio della gomma, in quanto è quasi completamente elettrica”, puntualizza Fabrizio Inverardi. “Abbiamo infatti utilizzato cilindri elettrici per la movimentazione del piano mobile, degli estrattori, del gruppo slitta iniezione e, infine, un motore elettrico per la rotazione della vite. Il bloccaggio della chiusura e l’iniezione sono invece azionati da un sistema elettroidraulico. Per questi specifici comandi la macchina Ecotronic utilizza comandi elettrici per moltiplicare la pressione idraulica, garantendo così pressioni specifiche e coppie tipiche della pressa convenzionale. In altre parole, qui la chiusura e l’iniezione rimangono ad azionamento idraulico ma con una piccola quantità di olio. All’interno di un comparto stagno abbiamo – in totale – una ventina di litri d’olio rispetto ai 200250 litri di una macchina idraulica standard. La parte idraulica che rimane è motivata dal fatto che servono forze di chiusura e d’iniezione talmente elevate che non si possono gestire dal punto di vista elettrico perché servirebbero dei motori troppo grossi, e quindi il gioco non N° 5 Giugno/Luglio 2011 Una scelta ponderata per un materiale importante, seppur di nicchia Quando abbiamo chiesto come mai RPM si è interessata del mondo della gomma, la risposta di Monica Bonometti è stata chiara e lampante: “Gomma è tutto… l’automobile in particolare richiede tanta gomma; oltre alle classiche guarnizioni ci sono tutti i soffietti per, ad esempio, convogliare l’aria del motore al condizionatore o all’abitacolo della macchina… poi cambiano le dimensioni e la complessità geometrica ma si parte sempre da una mescola di gomma sintetica o di cauc- gomma è stata per noi una scelta strategica, nel senso che mentre nella plastica – e qui parlo ovviamente come costruttore - vi sono colossi con i quali, oggettivamente, è difficile competere, nel mercato della gomma – che è più piccolo rispetto alla plastica – questa ridotta capacità di business inibisce i colossi a impegnarsi”, conclude Fabrizio Inverardi. “Anche perché nella gomma i clienti vogliono solo e soltanto la macchina su misura, e il costruttore che fa, ad esempio, 100 macchine al mese non può seguire in modo estremamente personalizzato un singolo cliente come possiamo fare noi”. E’ il caso di aggiungere che fino a qualche tempo fa anche per la gomma esistevano grandi case costruttrici di sistemi produttivi… ma con la recente crisi sono fallite o si sono fortemente ridimensionate, e così c’è la possibilità più volte ribadita da Inverardi e da Bonometti di poter acquisire sempre più quote di mercato in un settore che Un momento dell’open house: i titolari di RPM, Marco e Gianfranco Inverardi (rispettivamente a sinistra e al centro), parlano con un visitatore ciù. Sì, l’auto assorbe circa il 70% della produzione di gomma. E poi l’automobile è ancora l’unico vero comparto che vuole lotti elevati… magari frazionati per il just-in-time, ma pur sempre numericamente elevati. La catena non deve mai fermarsi. Non bisogna poi dimenticare il ruolo di “fabbricante di impianti su misura” che – da sempre – RPM si è scelto. “Entrare nel mercato della ha bisogno di costruttori flessibili e propositivi. “Oltre al nuovo, RPM fornisce pur sempre il revisionato anche per la gomma, e questo ci dà ulteriori potenzialità sia perché il cliente, al prezzo di una macchina nuova, ne compera due revisionate sia perché noi non rincorriamo necessariamente la vendita del nuovo ma, appunto, offriamo un ventaglio di soluzioni e servizi su misura per lo stampatore”. tecnoplast • 23