solemi02: speciale_3d-nova24-01

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Giovedì 14 Maggio 2009 n.
173)
www.ilsole24ore.com
Motto Perpetuo
Il vero indicatore di intelligenza
non è la conoscenza, ma l’immaginazione
Albert Einstein, fisico (1879-1955)
>RICERCA >INNOVAZIONE >CREATIVITÀ
(4... Piattaforme di esperti nella rete delle aziende (6... La rivoluzione del motore
computazionale della conoscenza (8... A spasso negli spazi cerebrali (15... La ricerca
sull’energia si dà la carica (20... Opere d’arte che rinascono dalla cenere
RIFORMA
MENTIS
COME I VIDEOGAME,
INTERNET E IL SOCIAL
NETWORKING
CI RENDERANNO DIVERSI
DI LUCA TREMOLADA
ome prendere le misure
di una generazione ormai
irrimediabilmente espostaainternet,videogiochi
esocialnetworking?Nei laboratoridi
tutto il mondo occidentale psicologi,
neuroscienziati,educatori e scienziati sociali hanno messo sotto il microscopio la mente ipertestuale dei natividigitali.Maperotteneredellerispostesuimeccanismidell’apprendimento di questa generazione che non ha
più di 32 anni ce ne vorranno almeno
dieci.Troppiperprovareadaddomesticarli.«Ancheseimaggioriscienziatidovesseroconcluderechel’impatto
diquestetecnologieènegativo,sarebbe troppo tardi», osserva Domenico
Parisi, ricercatore dell’Istituto di
scienze e tecnologie della cognizione
delCnr.Inquestoarcotemporale,inatividigitalisarannogiàparteintegrante della società e probabilmente
l’avranno già trasformata. In che modo non è dato sapere. Ma su un punto
scienziati ed educatori sono d’accordo:nonapprendonoenoncomunicano come i loro padri erano abituati.
«Inparticolaretrazeroeottoannicostruiscono la realtà creando connessioni completamente nuove – osservaPaoloFerri,espertodinewmediae
docente di Tecnologie didattiche
all’Università Bicocca di Milano –.
Mentre noi adulti cerchiamo sempre
un "manuale" o abbiamo bisogno di
strumentiperinquadrareconcettualmente un oggetto di studio prima di
dedicarci a esso, questi "nativi digitali" apprendono per esperienza e per
approssimazioni successive. Noi assorbiamo informazioni in sequenza
Supplemento al numero odierno del Sole 24 Ore - Poste Italiane - Sped. in A.p. - D.l. 353/ 2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c.1, Dcb Milano
C
logica, loro giocano con le informazioni,taglianoeincollanosaperidiversi,hannounaculturadelleimmagini più sviluppata, una "manualità"
nell’apprendere che si manifesta al
computer.Nonèdettochesiaundato
positivo ma è un fatto. Piuttosto che
interpretare configurano; piuttosto
checoncentrarsisuoggettistatici,vedonoilsaperecomeunprocessodinamico; piuttosto che essere lettori o
spettatorisonoattorieautori attivi».
Sia chiaro, ogni generazione ha il
privilegio di essere diversa da quella
precedentemaperlaprimavoltatecnologie e media digitali stanno plasmando il modo con cui impariamo,
lanostracapacitàdientrareinrelazionee, infuturo, forse, il modo di intendere il lavoro, la politica e la società.
Proprio per questo i sociologi hanno
prodotto a getto
continuo scatole
concettuali ed etichette accattivanti per catalogare
una "nuova specie
di mutanti", narcisista,facileallanoia, con un bassissima capacità di concentrazione. Sui giornali invece paper e studi scientifici puntano il dito
sui possibili rischi di dipendenza da
webe videogame. Senza però fornire
alcun tipo di certezza.
«Sui giochi elettronici – spiega Luca Chittaro professore di Interazione
uomo-macchinaall’UniversitàdiUdine-cisonomoltissimericercheearticoli scientifici. In particolare, la relazionetravideogameviolentieaggressivitàèmateriadistudionelladodicesimaedizionedelmanualedipsicologia sociale più autorevole degli Stati
ILLUSTRAZIONE DI
ANTONELLO SILVERINI
Cervelli ipertestuali
che apprendono con il fare.
I nativi digitali sono cresciuti
NON ACCONTENTATEVI
DI ESSERE GLOBAL.
>>>pagine 11-13
Inchiesta
Consigli a un genitore analogico
Software
Babysitter vegliano sul web
Uniti. Così come un articolo di Naturehaanalizzatolacapacitàdiattenzione eiriflessi concludendoche senormalmente riusciamo a concentrarci
almassimosutreoggettiinunistante,
un gamer incallito arriva fino a quattro». Gli studi sono solo all’inizio ed è
presto per preconizzare un nuovo tipodiintelligenza.Chittarospiegache
itestidellechate degli istantmessangersonoelaboratieanalizzatialcomputerpercapirel’efficaciadellacomunicazionemediata.«Èapparsochiaro
che chi risponde a una chat come se
rispondesse a una telefonata tende a
distrarsi maggiormente rispetto a chi
sièadattatoalnuovomedia.Chiintuiscelanaturaasincronadellostrumento di comunicazione modifica naturalmente i propri protocolli sociali
dando vita a una comunicazione mediata lineare priva di incomprensioni.Chiinvecescriveunamailcomese
parlasse rischia di caricare emotivamentedeipassaggi senzavolerlo».
L’adattamento a questi nuovi media che qualifica questa generazione
però non spiega la difficoltà che gli
educatori incontrano. «Chi ha più di
cinquant’anni e ignora la realtà di
schermi che compone la cameretta
di un adolescente rischia di non trovare terreno comune di confronto»,
sostiene Ferri. «Imparare attraverso
il fare è motivante e ha oggettivi vantaggi – sottolinea Parisi – ma più del
pianocognitivosonoicorollarisociali che appaiono più problematici.
Questagenerazionestudiaecollabora in rete, è sempre connessa, non ha
filtri,faticaariconoscereautoritàerifugge il conflitto. Sono menti meno
autonome». Eppure, sanno individuareiproprimaestriespessoliriconoscono non attraverso i ruoli o lo
status ma grazie alla capacità di trasmissione del sapere. «Vivono un
presenteorizzontaledovetuttosembrasullostessopiano»raccontaFrancesco Morace, sociologo e presidentedelFutureconceptlab.«Faticanoa
misurarsiconlaprofonditàdelpassato. Non è un caso che, come illustra
una ricerca internazionale sui teenager, la cartolina che più ricorda loro
un momento di felicità è quello che li
vede insieme ai nonni intenti ad
ascoltare una storia. In un certo sensosaltanounagenerazione.Lamentano difficoltà di comunicazione con i
genitori, ma trovano nel racconto
analogico dei nonni una prospettiva
cheildigitalenonèingradodidare».
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