CNCDNL69P19F032Q - Delibera CC n. 57bis_1907
Transcript
CNCDNL69P19F032Q - Delibera CC n. 57bis_1907
DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO, N. 57bis DEL 12 novembre 1907 Sciopero elettricisti – interrogazione Bellincioni. Chiesta ed ottenuta la parola il consigliere sig. avv. E. Andrea Bellincioni ricorda che è sorto un conflitto fra gli operai addetti alla locale officina elettrica e la società esercente il servizio di illuminazione elettrica. E poiché è a sua notizia che il Sindaco è intervenuto per cercare di dirimere il conflitto prega il Sindaco stesso di informare il Consiglio in proposito trattandosi di affare della massima importanza siccome quello che attiene ad un pubblico servizio. Il Sindaco [Niccolò Ciompi] si dichiara lieto di aderire all’invito che gli viene rivolto dal collega Bellincioni e fa noto come il giorno 7 corrente gli pervenne una lettera del segretario della Camera del Lavoro di Livorno il quale partecipava che gli operai dell’Officina elettrica si ponevano in sciopero dalle ore 16 di detto giorno per il contegno provocante della Direzione della Società. Di fronte a tale partecipazione egli si interessò per garantire specialmente l’illuminazione pubblica. La sera del giorno 9 si presentarono a lui i consiglieri signori Bellincioni avv. E. Andrea, Pacchiani Settimo, Melinossi Ferdinando, Cei Cesare i quali, nella loro qualità di consiglieri comunali, lo invitarono ad intervenire nella vertenza per tentare una pacifica soluzione dello sciopero. Aggiunge di aver aderito volentieri all’invito e di aver per la mattina del giorno 10 invitato nell’ufficio comunale il direttore locale delle officine sig. Umberto Casali da una parte ed il sig. Franz Rodano, segretario della Camera del Lavoro di Livorno dall’altra. Alla riunione intervenne ancora il sig. ing. Bonati della Unione Esercizi Elettrici. Nella riunione fu facilmente trovato l’accordo per la soluzione della vertenza nel senso che gli operai sarebbero rientrati in servizio fidenti che la promessa di aumento dei rispettivi salari si sarebbe mantenuto colla seconda metà di novembre. In tal senso ha inviato alla Direzione generale della Società, a Milano, un telegramma che non ha avuto finora una definitiva risposta. Conclude assicurando di avere rinnovato premure perché sia garantita l’illuminazione specialmente pubblica. Il consigliere sig. Settimo Pacchiani, ottenuta la parola, ricorda come l’illuminazione elettrica in Pontedera ha dato luogo a lamenti replicati da parte dei cittadini e della rappresentanza comunale. Lo sciopero si basava su richieste di aumenti di salari ritenute giuste ed eque e che furono presentate già da tempo. Si sa ancora che il Direttore generale aveva trovato giusto il domandato aumento che avrebbe concesso col 1 gennaio 1908. Senonché mentre le pratiche trovavansi a questo punto e il Direttore generale trovavasi a Pontedera, egli ripartì senza aver lasciato istruzioni: gli operai si sono risentiti di questo trattamento ed hanno scioperato. Per varie sere si è avuto o mancanza o sospensione di illuminazione e di fronte a questo stato anormale di cose egli e gli altri colleghi, senza alcun preconcetto politico, si recarono dal Sindaco perché si interessasse presso le parti contendenti il voto che alle proposte fattele la Direzione generale si mantiene muta e giova sperare che una risposta venga e sollecitamente. Frattanto egli propone il seguente ordine del giorno Il Consiglio In merito allo sciopero degli operai dell’officina elettrica, visto che la irregolarità o la sospensione del servizio di illuminazione arreca gravi danni al pubblico ed ai privati; considerato che le domande dei suddetti operai sono contenute nei limiti del giusto e che lo sciopero è stato preceduto da conciliative richieste, riuscite vane, approva l’invito dal Sindaco rivolto alla Direzione della Società Esercizi elettrici ed agli operai per una pronta definizione della vertenza e fa voto perché a detta definizione la buona volontà di ambo le parti conduca al più presto possibile; prega il Sindaco di continuare a sollecitare le opportune decisioni dalla Società e dagli scioperanti. Il Presidente non ha difficoltà a sottoporre al Consiglio comunale l’ordine del giorno presentato; ritiene però che per aver su di esso la necessaria unanimità convenga non entrare nel merito e chiede perciò che dall’ordine del giorno sia tolta l’aggiunta che si riferisce all’aumento di paga domandato dagli operai. Il consigliere avv. A. Bellincioni conviene col Sindaco che la discussione e l’approvazione dell’ordine del giorno debba mantenersi serena e senza ricorrere ad apprezzamenti, mentre il Consiglio comunale ha diritto e il dovere di fare i rilievi sul servizio della illuminazione. Conclude proponendo l’ordine del giorno modificato come appresso: il Consiglio in merito allo sciopero degli operai dell’officina elettrica, visto che la irregolarità o la sospensione del servizio di illuminazione arreca gravi danni al pubblico ed ai privati; considerato che la causa del dissidio è così tenue da apparire facilmente eliminabile, e che lo sciopero è stato preceduto da conciliative richieste, approva l’invito dal Sindaco rivolto alla Direzione della Società Esercizi elettrici ed agli operai per una pronta definizione della vertenza e fa voto perché a detta definizione la buona volontà di ambo le parti conduca al più presto possibile; prega il Sindaco di continuare a sollecitare le opportune decisioni della Società e degli scioperanti. Il Sindaco sottopone all’approvazione del Consiglio il sopracitato ordine del giorno proposto dal consigliere avv. Bellincioni che risulta approvato a voti unanimi resi per alzata e seduta.