INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Asia Europa 2012

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INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Asia Europa 2012
N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Asia Europa 2012
SCHEDA KOSOVO-RTM
Volontari richiesti : N 2
SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: Klina
INTRODUZIONE
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL
PROGETTO:
Volontari nel mondo - FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 35 anni lavora nei
sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato
ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al
superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potuti essere, sono o sono stati
fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di
prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di
sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, Volontari nel mondo FOCSIV in
collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel
febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa
al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto
(armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico…) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti
attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile
dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e
partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un
ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far
sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una
società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale e che le
conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento
della positività dell’altro.
KOSOVO
Dopo il collasso della Jugoslavia socialista, la regione del Kosovo era un’area della Repubblica serba,
rivendicando tuttavia a più riprese la propria volontà di autonomia.
Nel 1999 queste tensioni indipendentiste determinarono lo scoppio di un conflitto armato vero e proprio, che
vide l'intervento di diverse forze internazionali a protezione della popolazione albanese del Kosovo, presa di
mira dal governo centrale di Belgrado. La pulizia etnica fu fermata, e le due parti, quella serbo kosovara e
quella kosovaro albanese, furono invitate inutilmente a trovare una soluzione in comune.
In base alle Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1244 del 1999, il Kosovo fu
provvisto di un governo e un parlamento provvisori e posto sotto il protettorato internazionale della missione
ONU (UNMIK) e della NATO. Nonostante numerosissimi incontri tra le diverse parti, il piano per lo status
finale del Kosovo preparato dal mediatore ONU Ahtisaari non fu mai condiviso né dai serbi, che non
volevano perdere la sovranità sulla provincia, né dai kosovari, che ambivano alla piena indipendenza.
Il 10 dicembre 2007 è scaduto il periodo dei negoziati condotti dall'ONU, che hanno fatto registrare un
sostanziale nulla di fatto, con Serbia e Kosovo rimasti sulle rispettive posizioni. Le autorità kosovare hanno
insistito pertanto nel voler proclamare l'indipendenza in modo unilaterale (soluzione ovviamente preferita da
parte della maggioranza albanese e che ha come unico precedente il caso di Timor Est).
Il 16 febbraio 2008 l'Unione Europea ha approvato l'invio di una missione civile internazionale in Kosovo
(chiamata "EULEX"), in sostituzione della missione UNMIK, per accompagnare il Paese in questo periodo di
transizione, sebbene la missione sia stata malvista dalle autorità serbe, che l’hanno considerata priva di
legittimità.
Il 17 febbraio 2008 il Parlamento di Pristina, riunito in seduta straordinaria, approvò la dichiarazione
d'indipendenza del Kosovo letta dal premier Hashim Thaçi e il nuovo Stato è stato riconosciuto da alcuni
paesi, ma non dall’ONU né dall’UE.
Ad oggi sembra profilarsi ancora il rischio di una nuova separazione territoriale e conflitto ad opera della
comunità serba che risiede nella parte nord del Kosovo confinante con la Serbia (a nord del fiume Ibar). La
comunità serba, maggioranza in questa zona, minaccia infatti la separazione dal Kosovo e il
ricongiungimento con la Serbia.
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
In questo quadro politico ancora instabile, il Kosovo presente una difficile situazione socio economica,
caratterizzata da un alto tasso di povertà ed una preoccupante percentuale di disoccupazione (circa del
40%). E questo nonostante il massiccio afflusso di donazioni internazionali e di rimesse da parte della
diaspora albanese.
L’economia del Paese è cresciuta in maniera più dinamica nei settori edile e commerciale; mentre è di
recente emersione il settore privato (inizi del 2000), composto soprattutto da piccole imprese che si
affiancano ad un poco vitale settore industriale. Anche per quanto riguarda il settore agricolo, la produzione
risulta essere molto bassa a causa di aziende agricole di piccole dimensioni non adeguatamente
equipaggiate e professionalizzate, con scarsi capitali a disposizione.
Il problema principale che sia le autorità internazionali che quelle nazionali si trovano ad affrontare è
comunque legato alla presenza e difficile convivenza delle diverse minoranze etniche presenti in quest’area
(serba, rom, albanese, kossovara). Anche il rispetto dei diritti umani è ancora insufficiente e ne sono vittime
le comunità nomadi e le donne, complice anche una struttura sociale fortemente patriarcale, che condiziona
la vita sociale delle donne e le emargina sia dalla vita politica che produttiva. Le donne pertanto sono spesso
vittime di violenza familiare ed in caso di divorzio non sempre possono accedere ad assistenza legale,
soprattutto in tema di proprietà privata e questioni di eredità.
DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:
RTM è un'organizzazione non governativa di volontariato internazionale d'ispirazione cristiana che dal 1973
promuove progetti di cooperazione e solidarietà internazionale in Africa, America Latina e Medio Oriente per
promuovere la dignità della persona, tutelare i suoi diritti fondamentali e realizzare processi di sviluppo,
economico e sociale, attenti alle persone e all'ambiente. RTM è attiva e presente in Kosovo in maniera
ininterrotta sin dall’emergenza umanitaria del 1999. La scelta di operare a Klina, fu presa a seguito del
parere positivo dato da UNHCR e dal World Food Program, che ritennero l’area luogo idoneo per lo stato di
necessità e la possibilità effettiva di portare a termine iniziative di sostegno alla popolazione. Elemento
fondante della presenza di RTM in loco è l’investimento fatto nel rapporto diretto con la popolazione,
come dimostra la realizzazione di un progetto di visita alle famiglie. Inizialmente volto a condividere con le
famiglie le sofferenze del dopoguerra e creare relazioni amichevoli e di fiducia per alleviare il senso di
solitudine e abbandono, il progetto è stato successivamente determinante per capire in che modo orientare il
sostegno alla comunità locale nel suo difficile cammino verso l’autonomia. Quella della visita alle famiglie è
oggi una modalità portante dell’operare dell’organismo in loco e viene messa in atto periodicamente per
monitorare l’andamento dei progetti attraverso una piena condivisione con i beneficiari degli stessi.
Nel corso dei primi due anni gli interventi di RTM sono stati mirati a fronteggiare l’emergenza immediata
creata dal conflitto, attraverso progetti di riabilitazione e ricostruzione di abitazioni civili, animazione
con i bambini, visita alle famiglie.
In seguito, l’organismo ha indirizzato energie sempre maggiori per sostenere la ripresa economica
attraverso interventi in ambito agro-zootecnico, per strutturare un maturo cammino di pace attraverso un
progetto di educazione alla pace rivolto ai minori e al personale docente dell’area, per accrescere
l’empowerment delle donne in ambito rurale e delle vittime di violenza domestica.
Attualmente RTM è presente in due aree di intervento:
- Area diritti umani e sviluppo sociale in cui sono attivi tre filoni di interventi quali: educazione prescolare,
empowerment di donne in area rurale, violenza domestica.
- Area sicurezza alimentare in cui è attivo un intervento agro-zootecnico a sostegno di associazioni di
produttori di latte.
RTM dal 1999 ad oggi ha inviato in Kosovo 40 volontari di lungo periodo (più di un anno) e un centinaio di
volontari per periodi più brevi (da 15 gg a 6 mesi).
Dal 2003 invia volontari in servizio civile nei progetti di educativi ed agro-zootecnici. Ad oggi sono 12 i
volontari in sevizio civile che hanno potuto vivere questa esperienza.
Nella sede di Klina RTM collabora con:
¾ L’Associazione educativa Childproof - CIPOF ONG riconosciuta dal Ministero dei Servizi Pubblici
della Repubblica del Kosovo. L’Associazione, nata nel 2008, si prefigge obiettivi di sviluppo
comunitario in ambito educativo con particolare attenzione al settore prescolare. La mission di
CIPOF comprende lo sviluppo educativo di bambini in età prescolare attraverso il ricorso a metodi
educativi innovativi; lo sviluppo e l’applicazione dell’educazione alla pace e della gestione dei conflitti
in ambito educativo; la sensibilizzazione e formazione di insegnanti, educatori e famiglie; e la
sensibilizzazione della comunità locale sul tema dei diritti dei bambini. Lo staff di CIPOF è composto
da personale educativo con diverse mansioni in educazione, mediazione culturale e verifica, un
animatore e da un team di formatori locali riconosciuti dal Ministero dell’Educazione del Kosovo.
Collabora con RTM in base ad un accordo dal 2009.
¾ L’Associazione Indira ONG di donne nata con l’obiettivo di promuovere la donna e l’integrazione fra
le diverse etnie, fondata nel 2008 su iniziativa di 65 donne serbe, albanesi e rom del villaggio di
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Videja/Vidanie (Municipalità di Klina). Un primo gruppo informale di donne del villaggio prese forma
a partire dal 2006 presso il villaggio di Videja/Vidanie, grazie a occasioni di incontro e
socializzazione promosse da RTM presso il Centro della Comunità. Nel tempo Indira si è allargata
coinvolgendo anche donne provenienti dai villaggi limitrofi e dalla stessa città di Klina. Collabora con
RTM in base ad un accordo dal 2011.
¾ Il Kosovo Shelter Coalition (KSC) - Coalizione delle Case Sicure/Anti-Violenza del Kosovo:
ONG kosovara composta da una rete di otto associazioni di donne che hanno creato e attualmente
gestiscono otto Case Sicure/Anti-Violenza ospitanti donne e bambini vittime di violenza. La
Coalizione è stata formalmente registrata in Kosovo come ONG a fine 2011 al termine di un
percorso di collaborazione tra le associazioni che ne fanno parte iniziato già nel 2009. Obiettivi
principali della KSC sono standardizzare e armonizzare le procedure interne delle Case Sicure/AntiViolenza in materia di fornitura di servizi alle vittime di violenza domestica; e migliorare le capacità
professionali e la sostenibilità finanziaria delle associazioni di donne attraverso azioni congiunte di
formazione, advocacy, lobbying. KSC opera a livello nazionale e le otto associazioni hanno sede nei
principali capoluoghi di regione del Paese.
¾ In particolare invece, per il settore Sicurezza Alimentare, si collabora con il Gruppo di Azione
Locale Mirusha (GALM) di Klina_ ONG costituita nel corso del 2008 a Klina nel quadro del
programma di LDS – Local Development Strategy - dell’UE, composta in egual misura da
rappresentanti degli enti locali (50%, Municipalità di Klina) e da rappresentanti di organizzazioni della
società civile e del settore privato (50%). Il GALM rappresenta un raggruppamento di partner
comprendenti sia le popolazioni rurali - attraverso la presenza degli enti pubblici territoriali - sia gli
interessi economici locali - attraverso la presenza delle organizzazioni degli operatori economici.
Data la sua composizione, il GALM è il più notevole e importante tavolo di mediazione e confronto
sui temi dello sviluppo agricolo locale esistente nel territorio di Klina. Collabora con RTM in base ad
un accordo in essere dal 2010.
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35
GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:
I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
¾ elevato spirito di adattabilità;
¾ flessibilità oraria;
¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di
riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi
sociali, ambientali, e di tutela della salute;
¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e
previsti dal progetto;
¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
¾ trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di
assegnazione;
¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà
internazionale al termine della permanenza all’estero;
¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali
locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.
¾ partecipare alla valutazione finale progettuale.
Inoltre, si richiede:
Klina(Partner CIPOF- Associazione Indira-KSC-GALM)
¾ Disponibilità agli spostamenti sul territorio di Klina, secondo quanto previsto dalle attività di progetto.
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel presente progetto sono
soggetti alle seguenti condizioni di rischio:
¾ Rischi di ordine pubblico – ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una forte presenza di
microcriminalità;
¾ Rischi sanitari – ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali tifo, malaria, aids
e/o tubercolosi;
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Rischi politici: ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o
religiose
ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A
FRONTE:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari, nell’ambito di tutte le sedi di attuazione
progettuale, si adottano i seguenti protocolli:
¾ comunicazione alle Rappresentanze Diplomatiche d’Italia nel Paese d’invio dei volontari/e, la loro
residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati;
¾ l’inserimento dei giovani in servizio civile nel Paese d’invio è affidato agli operatori in loco e ai
responsabili paese delle ONG coinvolte nel progetto ed avviene in modo graduale.
¾ l’inserimento prevede l’accompagnamento dei giovani volontari alla scoperta e alla conoscenza del
contesto territoriale e ambientale, del partner locale, e del tipo di progetto nel quale saranno inseriti.
Questa metodologia di inserimento ha anche lo scopo di prevenire eventuali rischi/shock dovuti
all’impatto culturale con conseguenti disagi dal punto di vista relazionale, di ordine pubblico, sanitario,
interculturale, politico;
¾ In fase di formazione sia in Italia che all’arrivo nel paese d’invio ai giovani vengono fornite le informazioni
necessarie per capire gli usi e i costumi locali, i modi di relazionarsi e comportarsi nei diversi contesti
quotidiani in cui i giovani si ritroveranno a vivere dal contesto lavorativo a quello amicale/relazionale,
religioso, politico e sociale; i pericoli legati alla microcriminalità; gli orari e le zone del paese dove i rischi
sono più elevati.
¾ condivisione con i giovani volontari/e in SCV un vademecum in cui, paese per paese, vengono
identificate le azioni da compiere, le persone da contattare in caso di necessità e/o pericoli.
In particolar modo, si richiede ai volontari il rispetto delle seguenti indicazioni:
¾ ordine pubblico – al fine di evitare fenomeni di microcriminalità diffusa sul territorio locale ogni
spostamento locale del volontario/a è pianificato con gli operatori responsabili. Saranno evitati
spostamenti durante ore serali e notturne;
¾ sanitario – prima della partenza vengono eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o consigliate
dall’OMS. All’arrivo nei paesi d’invio vengono fornite informazioni necessarie sulle norme
igienico/sanitarie da seguire. Nella maggior parte dei paesi sia attraverso le Ambasciate e/o i Consolati
Italiani che le conoscenze delle controparti locali, vengono individuati medici e presidi sanitari a cui
rivolgersi in caso di necessità.
¾ politico – ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le varie posizione
politiche espresse nel paese d’invio.
Klina(Partner CIPOF- Associazione Indira-KSC-GALM)
¾ Dal punto di vista sanitario, è disponibile l’ospedale del “villaggio Italia”, ovvero della base dei militari
Italiani in Kosovo, che si trova presso Peja a circa 30’ di percorrenza in automobile da Klina. Per i casi
più difficili, a Pristina si trova l’ospedale a cui è possibile accedervi in circa 40’ in taxi o autobus
pubblico.
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero sono soggetti alle seguenti condizioni di
disagio:
¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà totalmente altra e non avere le giuste coordinate per
comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che
delle istituzioni locali;
¾ il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una forte presenza di microcriminalità;
¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali malaria, aids e/o
tubercolosi;
¾ il disagio di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose;
¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni ostacolare o/e
ridurre le attività previste dal progetto e/o le comunicazioni nazionali ed internazionali.
Klina(Partner CIPOF- Associazione Indira-KSC-GALM)
¾ Disponibilità agli spostamenti sul territorio di Klina, secondo quanto previsto dalle attività di progetto.
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DESCRIZIONE SEDE
DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
KLINA
Il progetto è coordinato e si realizza principalmente nella municipalità di Klina (Regione di Peja/Pec), area
situata nel Kosovo Centro-Occidentale che comprende 54 villaggi nel raggio di 310 km2. Appartiene all’area
di Drenica ed è stata il punto focale di numerosi e cruenti scontri durante il conflitto del 1999 tra UCK e forze
serbe. Nei primi mesi del 1999, prima della guerra, circa 70.000 persone vivevano nella Municipalità. Di
queste 55.000 erano di etnia albanese, 10.000 di etnia serba e circa 5.000 RAE (in prevalenza ashkali, cioè
rom con una tradizione culturale vicina a quella albanese). La popolazione attuale della Municipalità è pari a
circa 55.000 abitanti, di cui 10.000 residenti in città (Klina) e 45.000 nei villaggi limitrofi, in un raggio di circa
20 km dalla città . La popolazione è formata per il 95% da albanesi (divisi al loro interno tra musulmani e
cattolici), mentre il restante 5% è dato dalle comunità RAE (2000 persone) e da quella serba (900 unità). La
maggior parte della popolazione albanese, etnia dominate del territorio, professa religione musulmana,
anche se nella città di Klina è presente la comunità cattolica più numerosa del Paese (circa il 15-20% della
popolazione locale). Il 31% circa della popolazione rurale ha un’età inferiore ai 14 anni e il 67% ha meno di
29 anni.
Klina rappresenta una delle aree maggiormente colpite dal conflitto. In tutti i villaggi le abitazioni civili hanno
subito gravi danni nel 1999. La prevalenza etnica albanese si è rafforzata dopo il conflitto, anche se va
sottolineato un importante fenomeno di rientro della comunità serba sfollata a seguito dell’intervento NATO
del ‘99. I rientri sono iniziati nel biennio 2003-2004 e da quel momento si svolgono in modo regolare e
piuttosto costante. Non si segnalano particolari problemi legati alla sicurezza delle persone. Da notare il fatto
che il fenomeno differenzi l’area di Klina (e qualche municipalità circostante) dal resto del paese, dove non
esistono ancora condizioni di sicurezza minimali per dar vita a un processo del genere. Le tensioni tra la
comunità serba e quella albanese persistono, ma restano latenti e non hanno mai portato a episodi di
violenza aperta o su vasta scala dopo il ’99. Negli ultimi anni è stato così possibile registrare un graduale
miglioramento delle relazioni interetniche. Ciò è stato senza dubbio reso possibile dal crescente impegno
dell’amministrazione locale e delle diverse organizzazioni internazionali impegnate nella tutela delle
minoranze, in particolare, della comunità serba.
Territorio prevalente di intervento del progetto è Klina da cui si coordinano anche le attività che si svolgono
nel resto del Paese, in particolare nei 6 capoluoghi di regione che distano rispettivamente da Klina: Peja/Pec
26 km (80.000 abitanti), Prishtine/Pristina 60 km (500.000 abitanti), Gjakova/Djakovica 30 km (150.000
abitanti), Gjilan/Gnjilane 100 km (100.000 abitanti), Mitrovice/Mitrovica 40 km (300.000 abitanti) e
Prizren/Prizren 70 km (200.000 abitanti).
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:
Nel territorio di Klina si interviene nei settori Diritti umani e Sviluppo sociale e Sicurezza alimentare
DIRITTI UMANI E SVILUPPO SOCIALE
La situazione dei diritti umani e dello sviluppo sociale del territorio di Klina è molto complessa, in quanto
mancano servizi che promuovano in particolare i diritti dei bambini e della donne sia in ambito educativo (in
particolare in età prescolare), che in quello dell’empowerment delle donne in area rurale e della violenza
domestica.
Il sistema educativo dei minori si caratterizza per una forte rigidità e inadeguatezza nel campo del rispetto
dei diritti fondamentali del bambino. In particolare il sistema educativo familiare è centrato sull’autorità, se
non addirittura sull’autoritarismo (anche se gestito prevalentemente dalla madre), con l’utilizzo di punizioni
fisiche. Anche all’interno delle scuole si nota questa rigidità che rende i bambini da un lato aggressivi e
violenti tra di loro, e dall’altro passivi e poco assertivi. La fine del conflitto del 1999 ha offerto l’opportunità
alla comunità internazionale e alla popolazione kosovara di creare un sistema educativo moderno e
rispettoso delle diversità, nella consapevolezza che l’educazione possa essere lo strumento privilegiato per
costruire percorsi di pace e di riconciliazione. In pochi anni si è arrivati alla definizione di una nuova struttura
del sistema educativo, che inizia già in fase prescolare, ambito riconosciuto come prioritario dal Ministero
dell’Educazione nel quadro della Strategia di Sviluppo dell’Istruzione pre-universitaria 2007-2017. Nella
Municipalità di Klina sono presenti 1 asilo, 1 scuola superiore e 14 scuole primarie. Queste 16 scuole sono
dislocate in 25 strutture, danneggiate più o meno gravemente, durante la guerra. Molti sono stati gli sforzi da
parte delle organizzazioni internazionali per la loro riabilitazione, anche se la risposta delle strutture è
inadeguata al numero di bambini in età scolare e prescolare, pari a 7.161 unità. Per questi motivi nel 2002 si
è contribuito alla costruzione e gestione di un Centro Prescolare di Educazione alla Pace che accoglie
bambini albanese, serbi e rom presenti sul territorio.
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
Anche la situazione delle donne, che rappresentano il 50,14% della popolazione della Municipalità, è
complessa sotto il profilo dei diritti. Sebbene manchino dati specifici attendibili, gli standard relativi ai livelli
occupazionali e di istruzione delle donne si attestano nella media nazionale, che relega le kosovare agli
ultimi posti delle statistiche mondiali. Il tasso di analfabetismo è molto più elevato tra le donne (10%) che tra
gli uomini (2%), dato ancora più inquietante nelle aree rurali dove il 26% delle donne in età compresa tra i 16
e i 19 anni è semi-analfabeta e il 9,5% lo è totalmente. Il tasso di disoccupazione è pari al 70%, mentre il
60% della forza lavoro femminile è impegnata in categorie di lavoro non qualificato. Inoltre, il 99,3% delle
donne residenti nelle aree rurali e che hanno completato l'istruzione secondaria sono senza lavoro. Nella
territorio rurale di Klina, l’unica struttura sociale di cui le donne fanno parte è la cosiddetta famiglia allargata
dove rimangono chiuse in una rigida impostazione culturale, senza alcuna opportunità di incontro e di
socializzazione. Dal 2006 diverse donne di etnie diverse (serbe, albanesi e rom) si sono progressivamente
strutturati nell’Associazione Indira, per rafforzare la posizione sociale delle donne e la creazione di pari
opportunità nella società.
I minori e le donne sono infine accomunati dal fatto di essere le principali vittime della violenza. Il recente
conflitto, l’instabilità politica e la fase di transizione economica hanno infatti contribuito ad incrementare il
livello di violenza. Sebbene manchino dati specifici, a conferma del silenzio che copre il fenomeno, la media
nazionale rivela che oltre il 40% della popolazione concorda sul fatto che la violenza sia parte integrante di
qualsiasi relazione e che sia normale che si verifichino episodi di violenza all’interno delle mura domestiche
(AGE, Security Begins at Home). Nell’80% dei casi le vittime di violenza domestica sono persone di genere
femminile. Per arginare questo fenomeno si sono attivate 8 associazioni di donne kosovare promotrici e
responsabili di Case Sicure/Anti-Violenza nei 6 capoluoghi di regione del paese, il più distante da Klina
(Gjakova) dista 100 km. Il 46% delle vittime ospitate in queste case sicure sono donne con più di 18 anni, il
15% ragazzi/e dai 12-18 anni, mentre il restante 39% da bambini/e con meno di 12 anni che provengono da
tutto il territorio nazionale. In particolare le donne vittime di violenza domestica della Municipalità di Klina si
rivolgono all’associazione di donne di Peja, che ha a disposizione 14 posti letto.
Nel settore Diritti umani e Sviluppo sociale si interviene nel territorio di Klina con i seguenti destinatari diretti
e beneficiari. I destinatari diretti sono 40 bambini della Scuola d’Infanzia di Childproof; 200 adulti (famigliari
dei bambini e personale educativo) formati su tematiche educative; N°60 donne iscritte all’ONG Indira; N°5
gruppi informali e associazioni della società civile della regione di Peja/Pec, per un totale di 100 persone;
N°8 associazioni di donne kosovare promotrici e responsabili di Case Sicure/Anti-Violenza per vittime di
violenza domestica (200 persone); N°80 Assistenti sociali e psicologi del servizio pubblico; N°90 medici
professionisti del servizio pubblico e privato.
I beneficiari sono 1.500 persone dei 54 villaggi coinvolti; 400 persone tra le famiglie delle socie di Indira e dei
gruppi informali; 400 persone/anno vittime di violenza domestica (donne e bambini) e le Istituzioni pubbliche
e private competenti in materia di lotta alla violenza di genere.
SICUREZZA ALIMENTARE
L’economia locale di Klina è legata prettamente ad un’agricoltura di sussistenza, che risulta essere ancora
debole e contraddistinta da alti livelli di disoccupazione. La popolazione agricola è pari al 67,9% degli
abitanti complessivi della Municipalità, di questi una larga maggioranza pratica, o ha praticato, l’allevamento
familiare delle bovine. L'allevamento di bovini per la produzione di latte è infatti una delle attività più diffuse e
il settore primario svolge un ruolo fondamentale nell'economia locale. A causa degli eventi bellici del ’99, la
quasi totalità delle famiglie appartenenti alle associazioni di produttori di latte della Municipalità di Klina
avevano perso i propri animali, con gravi ripercussioni sulla sicurezza alimentare a breve termine e sul
reddito della famiglie stesse. L’importazione di animali selezionati di alto valore genetico ma ben adattabili
all’ambiente kosovaro, raccomandata dalle istituzioni internazionali preposte, è stata effettuata con successo
ed ora il numero di capi bovini censiti nel territorio sono circa 10.000.
Il fabbisogno in latte e derivati delle famiglie è in media di 170 litri/persona/anno, ciò significa che per un
nucleo familiare medio di 7,4 unità occorrono all’incirca 1.250 litri/anno ai fini dell’autoconsumo. Le vacche
importate hanno fatto registrare in media circa 4.500 litri/anno di produzione, quantità largamente eccedente
il fabbisogno familiare, ma di bassa qualità per essere assorbita dal mercato locale e per soddisfare le
esigenze nutrizionali. Non esistendo poi attività di trasformazione dei prodotti agricoli nella Municipalità di
Klina, è evidente che le potenzialità economiche e alimentare del settore zootecnico non siano pienamente
sfruttate dalle famiglie locali.
Secondo la FAO, l’UE e il Ministero dell’Agricoltura locale, il comparto zootecnico rappresenta un elemento
cruciale nell’economia delle famiglie rurali, sia per il suo contributo alla sicurezza alimentare, sia come fonte
di reddito per la sostenibilità. Per questi motivi, risulta fondamentale intervenire con il rafforzamento del
sistema cooperativo (5 associazioni) presenti sul territorio che mancano di conoscenze e di organizzazione e
l’attivazione di l’attività di trasformazione di prodotti lattiero caseari per garantire la sicurezza alimentare e lo
sviluppo del territorio.
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
Nel settore Sicurezza alimentare si interviene nel territorio di Klina con i seguenti destinatari diretti e
beneficiari. I destinatari diretti sono 5 associazioni di produttori di latte della Municipalità di Klina per un totale
di 350 membri e 2 casari selezionati e formati.
I beneficiari sono 2.500 persone tra le famiglie dei soci delle associazioni dei produttori di latte, i membri
delle latterie della zona, i rivenditori di prodotti lattiero-caseari e la popolazione.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:
Settore Diritti umani e Sviluppo sociale
¾ Supportare Childproof nel garantire l'accesso all'istruzione prescolare di 40 bambini provenienti da
aree rurali svantaggiate e l'educazione di 200 adulti (familiari dei bambini e personale educativo
degli istituti prescolari)
¾ Promuovere i diritti di 60 donne appartenenti a comunità di minoranza e provenienti da zone rurali
svantaggiate del territorio
¾ Migliorare la qualità dei servizi di supporto offerti a 400 donne e bambini ospitati nelle Case
Sicure/Anti-Violenza
¾ Rafforzare 8 associazioni di 200 donne kosovare nella loro azione di empowerment delle donne
vittime di violenza domestica
Settore Sicurezza alimentare
¾ Rafforzare le capacità produttive e finanziarie di 5 associazioni produttori di latte (350 membri) della
regione Peja/Pec.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO: SETTORE DIRITTI UMANI E SVILUPPO SOCIALE
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Azione 1 - Accesso all’istruzione prescolare a 200 bambini e formazione a 200 adulti:
1. Riunione di coordinamento per la gestione della Scuola d’infanzia per 40 bambini provenienti da
aree rurali svantaggiate della Municipalità di Klina e definizione dell’agenda priorità
2. Implementazione del programma formativo per 200 bambini.
3. Preparazione, gestione e follow-up di un corso annuale di formazione e aggiornamento rivolto ai
familiari dei bambini e al personale educativo (200 persone/anno) in collaborazione con Childproof
4. Incontri periodici con Childproof per coordinare attività di auto sostentamento, definire il piano di
comunicazione e sviluppare nuove progettualità
5. monitoraggio delle attività e del piano di comunicazione con visite sul campo e raccolta dati
(es.audiovisivi)
Azione 2 - Promozione e sviluppo della ONG Indira sui diritti delle donne:
1. Incontri periodici con 60 donne dell’ONG Indira per lo sviluppo di un piano di progettazione
quinquennale di attività micro imprenditoriali nell’area rurale di Klina e attuazione
2. Preparazione, gestione e follow-up di un corso annuale di alfabetizzazione rivolto a 20 donne
appartenenti a comunità di minoranza e provenienti da zone rurali
3. Organizzazione di 3 eventi di sensibilizzazione e divulgazione di materiale informativo sulla
condizione e i diritti della donna e delle minoranze in area rurale.
Azione 3 – Supporto alla qualità dei servizi di 8 associazioni/Case Sicure/Anti-Violenza:
1. Organizzazione e realizzazione di un corso di formazione su counseling e servizi innovativi di
supporto alle vittime di violenza domestica rivolta al personale delle Case Sicure/Anti-Violenza e 170
operatori sociali e sanitari delle agenzie pubbliche.
2. Ricerca materiale, editing e pubblicazione di un manuale contenente linee-guida sul counseling e
servizi di supporto per l’empowerment delle vittime di violenza.
3. Incontri di assistenza tecnica per l’armonizzazione delle procedure interne alle Case Sicure/AntiViolenza
4. Creazione e/o rafforzamento di tavoli di coordinamento a livello municipale sul tema della violenza
domestica con la partecipazione di 5 gruppi informali e associazioni della società civile della regione
di Peja/Pec.
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica
delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività.
¾ 1 Coordinatore della scuola d’infanzia e del programma formativo CIPOF
¾ 2 Educatrici di scuola d’infanzia
¾ 3 Ausiliari (cuoca, autista, logista)
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
¾
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¾
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¾
¾
¾
¾
Equipe di formatori esperti (4 persone)
1 Consulente pedagogico senior
1 Consulente pedagogico junior
1 Coordinatore gruppo donne
1 Insegnante di lingua albanese per adulti
1 Consulente agronomo senior
1 Coordinatore attività violenza domestica
2 Consulenti e formatori senior su violenza domestica
Equipe di formatori locali su violenza di genere (6 persone)
1 Responsabile amministrativo e di segreteria
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
Il volontario/a in Servizio Civile n°1 sarà coinvolto nelle seguenti attività:
¾ Supporto nella gestione e implementazione della una Scuola d’infanzia
¾ Supporto nell’organizzazione logistica e operativa di un corso annuale di formazione e
aggiornamento per familiari e personale educativo
¾ Supporto al monitoraggio sul campo del piano di comunicazione di Childproof
¾ Supporto nell’organizzazione logistica e operativa di un corso di alfabetizzazione rivolto a 20 donne
appartenenti a comunità di minoranza e provenienti da zone rurali
¾ Supporto nell’organizzazione logistica di 3 eventi di sensibilizzazione e nella produzione e diffusione
di materiale informativo sul condizione e diritti della donna e delle minoranze
¾ Supporto all’organizzazione logistica e operativa delle formazioni su counseling e servizi innovativi di
supporto alle vittime di violenza domestica
¾ Supporto alla redazione del manuale per il personale delle Case Sicure/Anti-violenza
¾ Supporto organizzativo al percorso di armonizzazione delle procedure interne alle Case Sicure/AntiViolenza
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:SETTORE SICUREZZA ALIMENTARE
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Azione 1- Rafforzamento sistema cooperativo di 5 associazioni produttori di latte:
1. organizzazione e realizzazione di un corso di formazione su sistema cooperativo rivolta ai
rappresentanti delle associazioni
2. incontri per la creazione e registrazione di una cooperativa agricola di secondo livello composta
dalle associazioni di produttori coinvolte.
3. Erogazione di un fondo di rotazione per la capitalizzazione della cooperativa agricola formata.
4. monitoraggio delle attività e del fondo di rotazione, con visite sul campo
Azione 2 – Avviamento di un caseificio gestito dalla cooperativa agricola:
1. individuazione di un edificio per la nascita di un caseificio
2. esecuzione di lavori di ricostruzione e adeguamento per la trasformazione di prodotti lattierocaseari.
3. Equipaggiamento con attrezzature idonee alla trasformazione di prodotti lattiero-caseari e
selezione del personale (2prs)
4. Organizzazione e realizzazione di un corso di formazione del personale su igiene degli ambienti,
qualità del latte, produzione di formaggio, utilizzo delle attrezzature e norme UE nel settore.
5. Organizzazione e attuazione di un corso di formazione professionale per i 350 membri delle
associazioni rurali su gestione piccole imprese, manutenzione attrezzature, metodi di
lavorazione del latte, analisi del latte e qualità del latte, standards igienici.
6. Servizio di assistenza tecnica alla cooperativa agricola per l’avvio e gestione del caseificio.
7. Erogazione di un fondo di rotazione per il pagamento del latte alle associazioni di produttori
coinvolte.
Azione 3 – Promozione e sensibilizzazione delle attività della cooperativa agricola:
1. Ideazione, realizzazione e registrazione di un marchio locale per la promozione dei prodotti.
2. Mappatura dei possibili utilizzatori dei prodotti e assistenza tecnica per la stipula di accordi di
fornitura dei prodotti lattiero-caseari
3. Elaborazione di una campagna promozionale sull’importanza del latte e sull’uso di prodotti locali
e dell’attività svolta sul territorio dalla cooperativa
4. Monitoraggio delle attività con raccolta dati e informazioni sul campo (es. audiovisivi), e scrittura
report.
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N. B. Il progetto è in attesa di approvazione dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica
delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività.
¾ 1 Coordinatore del caseificio
¾ 1 Veterinario
¾ 1 Esperto qualità latte
¾ 1 Consulente agro-zootecnico
¾ 1 Formatore per installazione e uso attrezzature
¾ 1 Responsabile amministrativo caseificio
¾ 1 Ingegnere edile
¾ 2 Casari
¾ 1 Consulente per trasformazione latte e caseificazione
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
Il volontario in Servizio Civile n°2 sarà coinvolto nelle seguenti attività:
¾ Supporto all’organizzazione logistica e operativa di formazioni sul sistema cooperativo
¾ Supporto organizzativo alle procedure per la registrazione della cooperativa agricola
¾ Supporto al monitoraggio sull’utilizzo del fondo di rotazione
¾ Supporto all’organizzazione logistica e operativa dei percorsi formativi (caseificio e gestione di
impresa) rivolti ai produttori locali
¾ Supporto nella mappatura dei possibili utilizzatori per lo sviluppo di un marchio locale
¾ Supporto all’ideazione di un marchio locale
¾ Supporto all’organizzazione di eventi promozionali sul territorio
¾ Supporto alla raccolta dati e informazioni sul campo per il monitoraggio e la valutazione delle
attività
REQUISITI
Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti
tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare,
preferibilmente i seguenti requisiti:
Generici:
¾ Esperienza nel mondo del volontariato;
¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da
questi promossi;
¾ Competenze informatiche di base e di Internet;
Specifici:
Klina(Partner CIPOF- Associazione Indira-KSC-GALM)
Volontario/a n° 1:
¾ preferibile formazione in campo educativo e sociale, promozione diritti della donna
¾ preferibile buona conoscenza lingua inglese
Volontario/a n° 2:
¾ preferibile formazione in campo economico e/o agro-zootecnico
¾ preferibile buona conoscenza lingua inglese.
DOVE INVIARE LA CANDIDATURA
ENTE
CITTA’
INDIRIZZO
TELEFONO
SITO
RTM
REGGIO EMILIA
Via Mogadiscio 1-42100
0522-514205
www.reggioterzomondo.org
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