PENNA QUATTRO COLORI E` all`ungherese László József Bíró

Transcript

PENNA QUATTRO COLORI E` all`ungherese László József Bíró
PENNA QUATTRO COLORI
E’ all’ungherese László József Bíró (1899-1985) che si deve l’invenzione della prima penna a sfera, da qui chiamata biro. Bíró, osservando un
gruppo di bambini che giocava a biglie negli anni trenta, ebbe una folgorante illuminazione: usare l’inchiostro delle rotative per la stampa dei
giornali e inserire una piccola sfera metallica nella punta della penna per renderlo più fluido. Nel 1943 esce il brevetto, ma considerato un
prodotto d'elite, non venne mai realizzato. Il barone francese Marcel Bich, che comprò il brevetto e riuscì a tirar fuori il primo esemplare, che
evoluto sarebbe diventato la penna Bic che tutti conosciamo. Il nome del brand, scelto dopo aver tolto la “h” dal cognome del suo inventore, è
legato ad una proficua attività che va avanti da più di cinquanta anni, lì nel quartier generale di Clichy, in Francia.
La penna Bic 4 colours shine è una penna 4 colori a sfera, costituita da tappini colorati, che spinti verso il basso, fanno fuoriuscire il pennino
del colore desiderato. Per ritornare nella condizione iniziale, basta far scattare un altro tappino. Oltre al design curato e confortevole, la
penna è dotata anche di un aggancio nella parte superiore, che può essere utilizzato per portarla sempre con sè. L'inchiostro è di qualità, con
una rapida asciugatura e permette una scrittura regolare che può durare dai 2 ai 3 km. è disponibile in diverse gamma di colori: grigio
metallizzato, blu metallizzato, viola metallizzato, rosa o verde metallizzato.
-Granulazione del metallo (Macchina a compressione) La sfera (3) è fatta in carburo di tungsteno, che è un metallo molto duro e resistente,
usato anche in ambito militare. La fine polvere metallica è introdotta in una macchina a compressione dove è ridotta in granelli di 1 mm:
piccole sfere metalliche.
-Lappatura delle sfere (Lappatrice) I granelli sono inseriti nei binari di una speciale macchina, la lappatrice, la quale è composta da due
superfici abrasive. Queste ultime ruotando in senso opposto levigano le superfici e compattano il metallo fino a creare sfere perfette.
-Controllo delle sfere (Microscopio industriale) Appena uscite dalla lappatrice, le sfere sono ispezionate da un operatore con l’aiuto di un
microscopio ottico. Ogni sfera presenta delle minuscole cavità dove verrà a posizionarsi l’inchiostro durante la scrittura.
-Trafilatura (Filiere di trafilatura) La punta (3) è costituita in alpacca. L’alpacca in barre è costretta a passare, mediante trazione, attraverso
un foro di diametro di un millimetro e mezzo, ricavandone lunghi fili di sezione circolare.
-Taglio del metallo (Tagliatrice) Una macchina con tolleranza in micron apre un canale di un millimetro all’interno della sezione per il
passaggio dell’inchiostro.
-Stampaggio a freddo della punta ( Pressa idraulica) La sezione è modellata velocemente venendo pressata con forza da due matrici. Tale
processo conferisce al pezzo la tipica forma conica della punta.
-Inserimento della sfera (Braccio meccanico a pressione) Una macchina colloca al centro la sfera precedentemente preparata. Telecamere ad
alta risoluzione seguono e controllano attentamente il processo perché la sfera sia ben inserita nella cavità dell’attacco.
-Estrusione idrostatica del propilene (Estrusore idrostatico) Il serbatoio (4) è il tubo trasparente in propilene in cui è contenuto
l’inchiostro. Il propilene in granuli viene riscaldato per essere estruso attraverso una matrice che gli conferisce una forma cava. Questa forza
è esercitata dall’acqua in pressione.
-Stampaggio ad iniezione (Macchina a vite punzonante) Il fusto e il separatore, realizzato in pvc, viene lavorato attraverso un sistema
denominato stampaggio ad iniezione, nella quale il pvc viene riscaldato ed introdotto nel processo di formatura. La plastica è spinta nello
stampo fino a prenderne la forma e ad esserne estratta.
-Stampaggio ad iniezione (Macchina a vite punzonante) I tappini colorati (7) , realizzati in pvc, vengono lavorati attraverso un sistema
denominato stampaggio ad iniezione, nella quale il pvc viene riscaldato ed introdotto nel processo di formatura. La plastica è spinta nello
stampo fino a prenderne la forma e ad esserne estratta.
-Avvolgimento. L’avvolgimento è la prima fase nella lavorazione di una molla. Durante questa fase, infatti, il filo sotto forma di bobina viene
avvolto a spirale in modo da conferirgli la classica forma della molla. Si tratta di un procedimento molto complesso in quanto qui si
stabiliscono la maggior parte delle caratteristiche della molla come la tipologia, il diametro, la lunghezza, il numero di spire e la grandezza
del passo.
-Riempimento del serbatoio (Iniettatrice) L’inchiostro, 0,4 gr per dose, è iniettato all’interno delle cannucce in propilene. È una miscela di
coloranti e pigmenti disciolti, in un solvenile, con caratteristiche tali da garantire un flusso continuo e omogeneo.
-Attacco della punta (Braccio meccanico con pressione) Attraverso una leggera pressione, la punta viene fatta incastrare perfettamente nel
serbatoio.
-Centrifuga dei pezzi (Centrifuga rotante) Per assicurare l’efficace inserimento dell’inchiostro e il suo contatto con la punta, i pezzi
assemblati sono sottoposti ad un processo di centrifuga che elimina le bolle d’aria che potrebbero ostruirne il flusso.
-Inserimento del fusto (Braccio meccanico con pressione) Un veloce macchinario infila ogni pezzo ottenuto nelle parte superiore del fusto
assicurando la perfetta giunzione tra gli elementi, a questo si fa avvitare la parte inferiore del fusto attraverso l’elemento di unione tra i 2
pezzi e che separa i 4 serbatoi. La penna è pronta ma si deve sottoporre ancora all’ultimo controllo finale; in particolare le punte devo superare
dei test che ne valutino la resistenza a pressione, la lunghezza di tratto e la fluidità dell’inchiostro.

Documenti analoghi

LA PENNA A SFERA Pagina per l`insegnante

LA PENNA A SFERA Pagina per l`insegnante La penna a sfera, chiamata spesso anche biro dal nome del suo inventore, è uno strumento per scrivere su carta. Si chiama penna perché, prima ancora che essa fosse inventata, per scrivere si usava ...

Dettagli

60 anni di Bíró - Città Nuova Editrice

60 anni di Bíró - Città Nuova Editrice era ebreo, in Ungheria. László József Bíró fu uno dei fortunati che riuscì a svignarsela prima che l’aria si facesse irrespirabile. Fuggì in Francia, poi in Sudamerica. Con in tasca il progetto d’u...

Dettagli