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137 Articolo originale Recenti Prog Med 2015; 106: 137-141 Effetti a breve termine della stimolazione in tratto di efflusso del ventricolo destro Giuseppe Coppola1, Rosa Grisanti1, Egle Corrado1, Claudia Luisa Visconti1, Eluisa La Franca1, Enrico Bronte1, Gabriele Giannola2, Gianfranco Ciaramitaro1, Salvatore Novo3, Pasquale Assennato1 Riassunto. Introduzione. La stimolazione in tratto di efflusso ventricolare destro (RVOT) ha dimostrato migliori dati clinici ed emodinamici, a breve, medio e lungo termine, rispetto alla stimolazione cronica in apice ventricolare destro. Metodi. Sono stati arruolati 30 pazienti sottoposti a impianto di pacemaker con posizionamento di elettrocatetere in RVOT alto o basso. Tutti hanno eseguito una valutazione clinica, elettrocardiografica ed ecocardiografica all’impianto e a un follow-up di 6 mesi. Risultati. Dopo 6 mesi di pacing, non è stata rilevata nessuna significativa variazione dei parametri ecocardiografici, mentre sono state riscontrate differenze tra la durata del QRS spontaneo e la durata del QRS stimolato già al momento dell’impianto in entrambi i gruppi di pazienti, con particolare beneficio dei pazienti con impianto dell’elettrocatetere in RVOT alto. Conclusioni. La stimolazione cronica in RVOT, soprattutto la sua porzione alta, può essere considerata una valida alternativa al pacing apicale destro in pazienti con attese elevate percentuali di stimolazione, soprattutto se giovani. Short-term effects of stimulation in the right ventricular outflow tract. Parole chiave. Pacing, RVOT, siti alternativi di stimolazione. Key words. Alternative stimulation site, pacing, RVOT. Introduzione In letteratura sono ormai numerose le evidenze a sostegno dei potenziali effetti avversi della stimolazione cronica in apice ventricolare destro1-5. Sono stati proposti dunque siti alternativi di stimolazione ventricolare per mimare un’attivazione ventricolare quanto più fisiologica possibile, soprattutto per pazienti giovani o destinati a elevate percentuali di stimolazione6,7. La stimolazione in tratto di efflusso ventricolare destro (RVOT) ha, infatti, dimostrato migliori dati clinici ed emodinamici, a breve, medio e lungo termine, rispetto alla stimolazione apicale8-10. Scopo dello studio è quello di valutare gli effetti della stimolazione cronica in RVOT, a breve e medio termine, in pazienti con elevate percentuali di pacing ventricolare, con particolare attenzione alle eventuali differenze presenti tra stimolazione in RVOT alto e stimolazione in RVOT basso. Metodi Nella nostra esperienza sono stati analizzati retrospettivamente dati relativi a pazienti, ricoverati presso Summary. Introduction. Stimulation in the right ventricular outflow tract (RVOT) showed better clinical and hemodynamic results at short, medium and long term than apical pacing. Methods. We enrolled 30 patients undergoing pacemaker implantation with positioning of electrocatheters in the high or low RVOT. All patients underwent clinical, echocardiographic and electrocardiographic evaluation after implantation and at 6-month follow-up. Results. After 6 months of pacing, no significant changes in echocardiographic parameters were observed, whereas differences were found between the duration of spontaneous QRS and the duration of QRS stimulated at the time of implantation. Electrocatheter implantation in the high RVOT showed a particular benefit. Conclusions. Chronic stimulation in RVOT, preferably in the high tract, can be considered a viable alternative to apical pacing in patients with likely high rates of stimulation, especially of young age. la nostra Unità Operativa in un periodo compreso tra gennaio 2010 e maggio 2011, sottoposti a impianto di pacemaker per disturbi della conduzione atrioventricolare, nei quali era prevista un’elevata percentuale di pacing ventricolare. Sono stati esclusi dall’analisi tutti i pazienti con aspettativa di vita inferiore a 1 anno e, inoltre, i pazienti con percentuali di stimolazione, al follow-up a 6 mesi, inferiori al 90%. Di tutti i pazienti sono stati raccolti dati clinici, anamnestici, laboratoristici. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a impianto di pacemaker, con posizionamento dell’elettrocatetere (EC) ventricolare in RVOT settale; la posizione finale è stata definita alta o bassa in accordo con la definizione proposta da Lieberman11. Sono stati così creati due gruppi in relazione alla sede di impianto dell’EC ed è stato avviato un follow-up clinico strumentale a 6 mesi, 1 anno e 3 anni. Sono stati pertanto raccolti dati relativi alla programmazione del dispositivo, alle soglie di pacing e di sensing, ottenuti dati elettrocardiografici prima e dopo l’impianto del pacemaker e, infine, è stata prevista l’esecuzione di un ecocardiogramma per ogni visita di follow-up oltre quello eseguito all’arruolamento. Sulla base dei dati elettrocardiografici sono stati ricavati i valori del QRS (calcolato come la differenza fra la durata del QRS basale e la durata del QRS post-impianto) e del Δ-QRS narrowing index (ottenuto tramite la formula: 1 UO di Cardiologia II, Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, AO Policlinico Universitario P. Giaccone, Università di Palermo; 2UO di Cardiologia, Ep Lab, AO Giglio, Cefalù; 3UO di Cardiologia, AO Policlinico Universitario P. Giaccone, Università di Palermo. Pervenuto il 29 dicembre 2012. Versione aggiornata il 12 febbraio 2015. 138 Recenti Progressi in Medicina, 106 (3), marzo 2015 QI = [(QRSd post impianto – QRSd pre-impianto)/QRSd pre-impianto] × 100)12,13. La misurazione computerizzata della durata dei complessi QRS è stata eseguita dalla macchina e, successivamente, validata dall’operatore. I dati presenti in questo report si riferiscono al gruppo di pazienti che ha già completato il primo follow-up semestrale. Tabella 1. Caratteristiche generali della popolazione in studio. N. pazienti 30 Età media (anni) 74±11 Maschi 19 (63%) Femmine 11 (36%) Analisi statistica Cardiopatia 25 (83%) I dati sono presentati come media (± deviazione standard) o numeri discreti e percentuali. Il t-test di Student è stato utilizzato per l’analisi univariata di variabili quantitative. Per variabili qualitative è stato utilizzato il test chi quadrato. Sono stati considerati significativi valori di p<0,05. Insufficienza renale cronica 8 (27%) Risultati Classe NYHA La tabella 1 riassume le caratteristiche generali della popolazione. L’età media dei pazienti era di 74±11 anni. Il 13% dei pazienti reclutati presentava al momento dell’impianto del pacemaker una classe NYHA II, i restanti erano classificabili in classe NYHA I; nessun paziente presentava sintomi inquadrabili in classe NYHA III-IV. All’ECG di base, la durata del QRS risultava aumentata con un valore medio di 151±41 msec (il 30% dei pazienti presentava durata del QRS molto aumentata compresa tra 181 e 200 msec). L’83% della popolazione presentava cardiopatia strutturale al momento del reclutamento; le caratteristiche ecocardiografiche sono riassunte nella tabella 2. All’impianto, i valori medi di frazione di eiezione, dei volumi telediastolico e telesistolico e del diametro telediastolico del ventricolo sinistro rientravano nel range della normalità; il 60% dei pazienti aveva all’ecocardiogramma una insufficienza mitralica lieve. Nel 73% dei soggetti l’EC ventricolare è stato posizionato in RVOT alto, mentre nel rimanente 27% è stato posizionato in RVOT basso senza particolari allungamenti dei tempi procedurali e/o di scopia, quest’ultima di durata mai superiore ai 3 minuti. In nessun caso sono state riscontrate Terapia Beta-bloccante Antiaritmici Diuretico Digitale 11 (36%) 3 (10%) 17 (56%) 2 (7%) I II III IV 26 (87%) 4 (13%) 0 (0%) 0 (0%) QRS pre (msec) 151±41 RVOT alto 22 (73%) RVOT basso 8 (27%) RVOT: tratto di efflusso del ventricolo destro. complicanze peri- e/o post-procedurali; buoni erano anche i valori riferiti alle soglie di pacing e il sensing all’impianto. Nel follow-up a 6 mesi sono stati nuovamente valutati parametri clinici, elettrocardiografici ed ecocardiografici. A fronte di una stimolazione ventricolare media del 95%, non sono state riscontrate variazioni della classe funzionale NYHA e delle condizioni cliniche dei pazienti. Come atteso, visto il breve periodo di pacing, non è stata rilevata nessuna variazione statisticamente significativa dei parametri ecocardiografici; in particolare, la frazione d’eiezione, i volumi telesistolico e telediastolico e il grado di insufficienza mitralica non hanno subito modificazioni significa- Tabella 2. Caratteristiche ecocardiografiche della popolazione in studio all’impianto e al follow-up. Impianto 6 mesi p FE (%) 52±10 52±10 NS VTDVS (ml) 98±34 98±34 NS VTSVS (ml) 49±27 49±27 NS DTD (mm) 49±7 49±7 NS 4 (13%) 18 (60%) 5 (17%) 3 (10%) 4 (13%) 18 (60%) 3 (10%) 5 (17%) NS NS NS NS Insufficienza mitralica Assente Lieve Lieve-moderata Moderata DTD: diametro telediastolico del ventricolo sinistro; FE: frazione di eiezione; VTDVS: volume telediastolico del ventricolo sinistro; VTSVS: volume telesistolico del ventricolo sinistro. G. Coppola et al.: Effetti a breve termine della stimolazione in tratto di efflusso del ventricolo destro Tabella 3. Caratteristiche ecocardiografiche dei sottogruppi RVOT alto e RVOT basso pre- e post-impianto. RVOT alto RVOT basso Pre Post p Pre Post p VTSVS (ml) 50±29 49±28 FE (%) 52±10 53±11 NS 50±26 48±22 NS NS 52±9,7 52±10 NS VTSVS: volume telesistolico del ventricolo sinistro; FE: frazione di eieizione. tive sia nel gruppo RVOT alto sia in quello RVOT basso (tabelle 2 e 3). Più interessante si è rivelata l’analisi dei dati elettrocardiografici (tabella 4); sono state riscontrate, infatti, differenze tra la durata del QRS spontaneo (pre-impianto) e la durata del QRS stimolato già al momento dell’impianto in entrambi i gruppi di pazienti; in particolare, la durata del complesso QRS nei pazienti che ricevevano l’EC in RVOT alto si riduceva a 144±33 msec mentre subiva un lieve incremento nei pazienti con impianto di EC in RVOT basso (QRS 124±26 msec). Tale differenza risultava statisticamente significativa e a beneficio dei pazienti con impianto dell’EC in RVOT alto (QRS index -10±9) (p=0,0002) (tabella 5). Dall’analisi dei due gruppi di pazienti è da notare, d’altra parte, che i soggetti che sono andati incontro a impianto di EC in RVOT alto presentavano, peraltro, QRS più largo all’ECG pre-impianto (valore medio di 163±38 msec) rispetto a quelli impiantati in RVOT basso (valore medio 118±29 msec), dato che riempie ulteriormente di significato la dimostrata riduzione della durata del QRS all’ECG di superficie. Discussione La stimolazione ventricolare apicale destra costituisce una modalità di pacing privilegiata perché caratterizzata da grande sicurezza e stabilità. Questa si accompagna però, come ormai noto, a effetti meccanici ed emodinamici avversi1-5. Sono stati quindi studiati siti alternativi di stimolazione ventricolare al fine di mimare un’attivazione miocardica più fisiologica e, dunque, di garantire una contrazione ventricolare più sincrona rispetto alla stimolazione apicale, soprattutto nei pazienti in cui è attesa un’elevata percentuale di stimolazione6,7. Il più studiato di questi siti è l’RVOT, in particolare la sua regione settale, che da un punto di vista anatomico dovrebbe essere in grado di offrire, quando utilizzata come sito di pacing, un pattern di attivazione simile a quello riscontrato fisiologicamente. A tali vantaggi teorici conseguono vantaggi emodinamici, modesti ma significativi, come riportato da de Cock et al.10, espressione di una più fisiologica contrazione ventricolare, dimostrata da una minore durata del QRS. Tuttavia, nonostante i vantaggi teorici e i vantaggi emodinamici, i risultati di studi clinici sul pacing in RVOT si sono dimostrati contraddittori18. Il Tabella 4. Caratteristiche elettrocardiografiche della popolazione totale e dei due sottogruppi RVOT alto e RVOT basso pree post-impianto. QRS pre (msec) QRS post (msec) p Totale 151±41 139±33 RVOT alto 163±38 144±34 <0,001 RVOT basso 118±29 122±24 0,02 RVOT: tratto di efflusso del ventricolo destro. Tabella 5. Confronto RVOT alto vs RVOT basso all’impianto. RVOT alto RVOT basso p QRS index −10±9 5±5 0,0002 Δ-QRS −19±15 5±5 0,0002 motivo di tale contraddizione è verosimilmente da ricercare nella modalità di esecuzione dei singoli studi: se l’RVOT è infatti il sito di pacing più studiato, è anche quello che è stato studiato peggio, rendendo così difficoltosa l’interpretazione dei dati di letteratura. In primo luogo per mancanza di una terminologia comune; il termine RVOT è stato utilizzato per descrivere una varietà di siti di pacing, confusione che persiste nonostante i tentativi di standardizzare la nomenclatura. Secondo la definizione di Lieberman, i limiti dell’RVOT sono rappresentati inferiormente da una linea parallela al margine inferiore del ventricolo destro che va dall’apice della valvola tricuspide al margine esterno del ventricolo destro, mentre il limite superiore è rappresentato dalla valvola polmonare. Queste linee delimitano una superficie trapezoidale i cui rimanenti limiti sono il setto interventricolare e la parete libera del ventricolo destro19. L’area così definita può essere suddivisa in quattro quadranti: RVOT settale alto e basso, RVOT parietale alto e basso; la corretta identificazione delle diverse aree di stimolazione è importante perché, mentre le regioni settali sono le prime zone a depolarizzarsi (e quindi una stimolazione di queste aree determinerebbe una contrazione quanto più simile a quella riscontrata fisiologicamente), la parete libera del ventricolo 139 140 Recenti Progressi in Medicina, 106 (3), marzo 2015 destro è l’ultima zona a essere depolarizzata (e questo potrebbe giustificare il mancato beneficio della stimolazione in RVOT riscontrato in alcuni lavori)11. Ma come identificare la corretta posizione del catetere? Fluoroscopicamente sono essenziali tre proiezioni. La proiezione anteroposteriore è la migliore per guidare l’EC in RVOT, mentre la proiezione anteriore obliqua destra è utilizzata per escludere posizionamenti in seno coronarico e grandi vene cardiache; la differenziazione fra posizione settale, anteriore, o in parete libera è definita attraverso una proiezione obliqua anteriore a 40°: la posizione settale è caratterizzata da un orientamento posteriore della punta dell’EC, mentre un orientamento anteriore identifica un posizionamento in parete libera. Conferma del corretto posizionamento può essere ottenuta tramite una proiezione laterale sinistra, al termine della procedura12. Ulteriore conferma può essere ottenuta tramite verifica elettrocardiografica: il pacing settale determina una minore durata del QRS e tipicamente un’onda negativa (o isoelettrica) in I derivazione; pur se tale riscontro non costituisce un marker molto sensibile, possiede un’elevata specificità, con un valore predittivo del 90%13. L’inconsistenza dei risultati clinici condotti sull’impianto in RVOT va ricondotta anche all’insufficiente durata del follow-up: benefici derivanti dalla stimolazione in RVOT non sono evidenti prima di 12-18 mesi, pertanto studi condotti per meno di 12 mesi risultano inconclusivi; per di più, anche una non univoca selezione dei pazienti può aver contribuito ai divergenti outcome tra i diversi studi e persino la valutazione stessa dell’outcome, facendo ricorso a differenti metodi di valutazione, ha contribuito alla confusione e alla inconcludenza dei lavori pubblicati11. Inoltre, a oggi, rimane abbastanza controversa e dibattuta la possibilità di predire l’eventuale beneficio anatomico indotto da un pacing non apicale sul cuore; è un dato di fatto che il pacing apicale determini una dissincronia elettrica che nel tempo induce un rimodellamento ventricolare sfavorevole. Benché siano stati proposti e studiati svariati indici soprattutto ecocardiografici di dissincronia ventricolare, la durata del QRS all’ECG di superficie costituisce da sempre il principale e più concreto elemento che esprime l’entità della dissincronia ventricolare sia meccanica sia elettrica14,15. Risulta, quindi, interessante nella nostra osservazione il riscontro di una significativa riduzione della durata del complesso QRS all’ECG di superficie, in termini di QRS narrowing index e di Δ-QRS, in seguito a stimolazione in RVOT, soprattutto nella sua porzione alta. La riduzione immediata della durata del QRS all’ECG di superficie in seguito all’impianto sarebbe dimostrazione di una più fisiologica contrazione ventricolare e, in qualche modo, anche di una minore dissincronia ventricolare. Più complessi risultano gli effetti a lungo termine di una stimolazione non canonica, in RVOT, sul rimodellamento dei ventricoli e sulla funzione globale ventricolare. La stimolazione apicale destra, infatti, si accompagna a effetti meccanici ed emodinamici avversi perché a una protratta antifisiologica attivazione ventricolare fanno seguito alterazioni istologiche e ultrastrutturali che esitano in un conseguente rimodellamento ventricolare sfavorevole tale da sviluppare disfunzione sistolica del ventricolo sinistro, scompenso cardiaco e fibrillazione atriale16-18. L’utilizzo di un sito alternativo di pacing come l’RVOT, sito più vicino alle normali vie di conduzione cardiache, permette un’attivazione ventricolare più fisiologica e potenziale rimodellamento ventricolare favorevole con conseguenti benefici emodinamici e strutturali, soprattutto a lungo termine19-21. Risulta dunque attesa la mancata variazione dei parametri ecocardiografici da noi riscontrata alla visita di follow-up a soli 6 mesi dall’impianto del pacemaker, a fronte comunque di un’elevata percentuale di stimolazione ventricolare. Possiamo quindi concludere, sulla scorta dei dati da noi raccolti, che la riduzione della durata del complesso QRS a livello elettrocardiografico, segno di una più sincrona attivazione ventricolare, sembra confermare i maggiori benefici della stimolazione in RVOT soprattutto nella sua porzione alta, come già osservato da altri gruppi di studio22,23. Conclusioni Nonostante l’esiguità della popolazione studiata e il breve periodo di follow-up, i dati da noi ottenuti sembrano confermare i potenziali benefici della stimolazione cronica in RVOT, che può essere considerata una valida alternativa al pacing apicale destro in pazienti con attese elevate percentuali di stimolazione, soprattutto se giovani. Un campione più numeroso e il completamento del follow-up previsto permetteranno di verificare la fondatezza di queste conclusioni quale, per esempio, la preferenza della porzione settale alta dell’RVOT. Rimane auspicabile l’istituzione di ampi studi randomizzati di confronto tra varie modalità di pacing ventricolare nonché l’adozione di una più austera definizione dei siti alternativi, quale l’RVOT, e, di conseguenza, una necessaria standardizzazione del posizionamento dell’EC ventricolare. Questo articolo è dedicato alla memoria del nostro amico e collega Aldo Naro. Bibliografia 1. Lister JW, Klots DH, Jomain SL, Stuckey JH, Hoffman BF. Effect of pacemaker site on cardiac output and ventricular activation in dogs with complete heart block. Am J Cardiol 1964; 14: 494-503. 2. Van Oosterhout MF, Prinzen FW, Arts T, et al. Asynchronous electrical activation induces asymmetrical hypertrophy of the left ventricular wall. Circulation 1998; 98: 588-95. G. Coppola et al.: Effetti a breve termine della stimolazione in tratto di efflusso del ventricolo destro 3. Prinzen FW, Hunter WC, Wyman BT, McVeigh ER. 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