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Bellaaaaaaaa
Eccoci, e che ritardo!
Vi risparmio la mia crisi dei 3 mesi, con un po’ di scontento, delusioni, paranoie e una dose massiccia di
stanchezza accumulata.
Terminò.
Indi poscia percui, ripartiamo con il Perù che va raccontato.
Prima però, è d’obbligo una parentesi molto, molto italiana:
Le hermanas cajamarquinas!
Jennifer, Marina, Chiara ed io, in una bellissima casa di jiron eten 155, in centro città. Condividiamo molto,
ci sfoghiamo quando il lavoro ci da preoccupazioni, esprimiamo tutta la nostra italianità in cucina e nel
canto, partono i cori su Patti Pravo, Mina e mò pure gli 883! Jiron Eten 155 è il nostro rifugio, quello che
sentiamo “casa”, dove sciabattiamo e sdivaniamo nei fin de semana, a volte ci sono anche le colazioni o le
merende sul terrazzo. Ci raccontiamo le nostre vite e, diciamolo, ci ammazziamo dal ridere. Bene, quindi,
altra fortuna alle innumerevoli fortune, un’altra famiglia si aggiunge alle meravigliose famiglie.
Torniamo al Perù, a tutto il mondo che c’è fuori dalla porta di Eten 155.
E torniamo al MANTHOC, con tutti gli sbattimenti ma le tante soddisfazioni e la stima che ho per questa
associazione.
Le mie calciatrici…
… e i miei calciatori
Confesso, non è sempre facile. Diciamo che il rispetto delle regole è poco sentito nella vita di alcuni di
questi ragazzi, e questo si rispecchia anche nella scuola, nel loro modo di apprendere e relazionarsi con i
compagni e gli adulti. Ma vedere che si divertono, si appassionano e imparano piano piano (moooooolto
piano) a capire cosa vuol dire appartenere ad una squadra, mi riempie il cuore!
I maschietti se la cavano molto bene e martedì 5
giugno disputeranno la prima amichevole contro la
squadra di una scuola media. Elementare “manthoc”
contro media “florida”. Squilibrata? Meno di quanto si
pensi, nella squadra manthoc ci sono 4 alunni di 5
elementare che hanno 16 anni (in realtà uno ne ha
17) e gli altri ne hanno 12. Quindi Aurelio, 17 anni, 1
metro e 60, spallato e con i piedoni, gioca in squadra
con Edwin, che di anni ne ha 10, è alto 1 metro e una
nocciolina e peserà meno di 30 kg. Meno male che
non giocano contro! Comunque non vedo l’ora, e loro
sono anche più impazienti di me! Che bellooooooo
E le ragazze altrettanto. Ho detto loro che più avanti giocheremo contro una squadra femminile del colegio
“Juan XXIII”, anche se le avversarie saranno un po’ più grandicelle (in realtà anche nella squadra femminile
del manthoc ci sono ragazze di 12 e 13 anni). Morale, Nancy mi chiede tutti i giorni quando facciamo la
partita, mi dice che vuole imparare bene a giocare e quindi si vuole allenare bene. Nancy è un personaggio,
una bimbetta piccolissima, 8 anni, una comicità naturale che la rende fantastica al primo sguardo. E
autoironica, insomma, vorrei che tutti voi la conosceste, è un mito! Poi, che non sia proprio portatissima
per l’attività fisica in qualunque suo aspetto, è un altro discorso. Ma vince il premio simpatia.
Poi ci sono le due stelle del pallone, Gladis (nella foto) e Luz Clarita,
fortissime. Solo che nell’ultimo allenamento si sono scontrate, Gladis ha
fatto un volo alla maidirebanzai, Karina si è lanciata in difesa di Gladis
gridando contro Luz, dandole della “mala” e dicendo che non poteva stare
in squadra con loro perché troppo grande. Immaginate il seguito, Luz che
scoppia a piangere e scappa in bagno, le compagne divise in schieramenti,
io che cerco di spiegare che nel pallone è normale farsi un po’ male, che è
stato un incidente, che tutte sono una squadra e presto giocheranno tutte
insieme e non divise in due gruppi come in allenamento, e chiedi a Karina
di scusarsi con Luz ma lei ha più orgoglio di un ulivo secolare salentino e
allora no, io non le chiedo scusa, la guardo male e basta, e dai Karina per
favore, e intervengono super Nancy e super Valeria “dai Karina perché
non le chiedi scusa?”, e alla fine eccallà, scuse fatte, lacrime asciugate. Allenamento finito. Che fatica!
Ma questa è una piccola, piccolissima parte dell’avventura.
Sono ormai 3 mesi che bazzico tra cucina, direzione, ufficio, patio e aule della scuola Jesus Trabajador.
Come tutte le esperienze fuori porta, si impara tantissimo, si riflette, ci si sfida ogni momento in qualcosa di
nuovo.
Ci sono giorni che va tutto liscio, giorni in cui gli imprevisti non finiscono mai! E allora ti trovi un venerdì in
cui le mamme che devono cucinare non si presentano, ed è proprio il giorno in cui Teresa è in vacanza con i
genitori e il menù è papas a la huancayna, che significa frullare 2 kg di peperone amarillo, e un tazzone
infinito di pane bagnato nel latte, con un frullatore ormai stanco, il tutto dopo le 9 perché fino alle 9 ho la
ora di ed. fisica, e prima delle 12 perché alle 12 del venerdì c’è l’organizzazione con i bambini che
costituiscono diversi gruppi, però no alle 10 perché c’è da andare a prendere il latte, e poi al mulino a
ritirare la farina e portarla dal fornaio perché ci consegni il pane il lunedì mattina. Poi si resta lì fino alle
15.30 per pulire la cucina, a casa un oretta e via, in ufficio fino alle 18.00!
Insomma, a volte è proprio una mazzulata!!!!!!!!!!!!
Meno male che c’è il week end, o meglio
il giorno libero a settimana, che cade nel
mese due volte al sabato e due volte la
domenica. E allora ci scappano le gite
domenicali: l’ultima a Llacanora, un bel
villaggetto con cascata, una bella
passeggiata con le chicas e un gruppo di
amici peruviani, un po’ tamarri data la
scalata di una montagna e l’arrivo al
crocione sempre con il cellulare che
sparava a palla musica metallara, ah i
suoni della natura!!!”
Poi ci sono i sabati sportivi, con la squadra di calcio del liceo
juan XXIII a giocare in un campo tutto buche, erba alta e
invasioni di campo da parte di pecore e galline. Poi,
diciamocelo, grandi dormite, chiacchiere con Ste e i famigliari e passeggiate al mercato centrale a comprare
qualcosina di sfizioso! Perché è necessario staccare da una realtà che ti prende tanto, corpo e cuore, e ti
sbatte in faccia delle situazioni che, senza remore, definisco veramente di merda.
Adesso al MANTHOC abbiamo un psicologo,Miguel, fisso tutti i gg a scuola. Un sollievo averlo li, davvero. Io
appoggio Miguel nel suo lavoro di suporte pedagogico, seguendo con lui i casi di bambini con problemi,
vedi I.C. delle news precedenti. Adesso abbiamo 3 casi urgenti e una decina un po’ meno. Visitiamo le
famiglie, cerchiamo di parlare con i genitori, che spesso non si fanno trovare, e adesso abbiamo chiesto
l’appoggio della DEMUNA, gli assistenti sociali della municipalità di Cajamarca. I tempi sono lenti, e non
potremo fare miracoli, ma citando Grazia, che a sua volte cita padre Angelo, e semina che ti semina, prima
o poi qualcosa raccogli. Anche se qui il terreno, c’è da dirlo, non è fertile per nulla.
L’UFFICIO:
I miei pomeriggi in ufficio, dietro una scrivania. Adesso sto lavorando ad una relazione riguardo a dei
questionari che sono stati fatti compilare ai NATs, bambini lavoratori, dei diversi gruppi del manthoc.
Parentesi: il manthoc spende molte energie sui temi della ORGANIZZAZIONE e PROTAGONISMO INFANTILE.
I collaboratori di questa associazione, spesso ex-bambini lavoratori, seguono 1 volta alla settimana gruppi
di NATs in diversi luoghi e che lavorano in diverse situazioni: al mercato guidando carriole per il trasporto
dei prodotti, al cimitero pulendo e affittando scale, sui combi vendendo caramelle… . Con il gruppo si
ragiona sui diritti del lavoratore, sui vantaggi che può avere un gruppo di lavoratori organizzato, si fanno
attività ludiche e di manualità. Si passa del tempo insieme. Ogni gruppo elegge un NAT DELEGADO, cioè il
rappresentante del , che partecipa anche a delle formazioni su diversi temi (la participaciòn de los niños y
adolescentes en la sociedad, la valoraciòn del trabajo infantil…). Esempio:
Josè Tito ha 14 anni e lavora nel cimitero di Cajamarca con altri 35 bambini. Puliscono nicchie, controllano
le macchine dei visitatori, noleggiano le scale a pioli, fanno manutenzione del verde etc etc. Josè Tito è il
delegado del gruppo del cementerio del manthoc. Adela e Daniela, le collaboratrici, vanno al cimitero tutte
le domeniche per stare con i ragazzi. Daniela fa lezione di inglese, Adela fa lavoretti di manualità come
braccialetti e insieme si confrontano sulle problematiche del loro lavoro cercando delle soluzioni. Le scale
sono troppo pesanti? Come sollevarle, come evitare di fasi male alla schiena?
Lo so che alla latitudini italiane questi discorsi possono spalancare bocche e suscitare incredulità, ma qui è
cosi, la realtà non permette troppi vizi e molti bambini per una ragione o per l’altra, si devono rimboccare
le maniche e lavorare. Poi, da questo punto partono tutti i dibattiti sul giusto, sbagliato, regolarizzare,
demonizzare, abolire, capire, organizzare etc etc etc etc etc etc.
Io non sto seguendo nessun gruppo, per il semplice motivo che dovrei seguirlo nel weekend. Il che
significherebbe neanche un giorno libero. Troppo. Se voglio amare il manthoc e quello che faccio, necessito
una pausa di almeno un giorno tutto per me. Anche se un po’ mi dispiace tralasciare questo bel lato del
lavoro. Datemi una settimana di 8 giorniiiiiiiiiiiiiiiiii!
Ecco, questo è tutto dal punto di vista lavorativo, sempre evitando quei bei mattoncioni che ogni tanto mi
visitano! Ma, ma, ma, voglio che prevalgano i sorrisi, gli abbracci e gli occhi grandi e neri di tutti i pargoli
della scuola!
Altro?
Domani, 31 di maggio, grande paro contro conga! Sciopero indefinito, con allerta “comprate tutti i viveri
che potete perché chiuderanno tutto”, poi alcuni parlano di manifestazioni pericolose, esercito pronto ad
assaltare i manifestanti, altri dicono che non sarà nulla di che... vi sarò sapere.
Per adesso è tutto, adesso vado a mangiare il pesce al ristorante con le hermanas!
Vi mando un abbraccio, invitando chi può permetterselo economicamente a fare un viaggetto a Cajamarca,
vale la pena!
A presto!