Il rapporto aureo - Fito

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Il rapporto aureo - Fito
ARBORICOLTURA
Il rapporto aureo
Anche il girasole si adegua al rapporto aureo?
I più attenti lettori della nostra rivista,
associando i termini Natura e Matematica, si ricorderanno di un articolo
da noi pubblicato qualche anno fa
che sottolineava l'importanza dello
studio scientifico del comportamento
statico degli alberi sottoposti a carico
di vento. Si scriveva infatti della metodica S.I.M. (Metodo Statico Integrato), che da anni è applicata e via via
perfezionata dal pool internazionale
di scienziati ed esperti, e che prende
in considerazione diversi fattori e variabili (morfologia dell'albero, ambiente, carichi esterni...), messi in relazione tramite complicate funzioni
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matematiche derivate dalle norme
che regolano la statica degli edifici.
Ma se da un lato l'approccio analitico rigoroso e il calcolo dettagliato
sono garanzie di accuratezza nella
diagnosi delle condizioni statiche
dell'albero, dall'altro non bisogna
ignorare che stiamo studiando un
organismo vivente e che la convivenza uomo-albero è spesso regolata anche da altri tipi di Leggi, di tipo
quasi 'sociale' e ben lontane dalla
matematica.
Tra i fattori di particolare rilevanza
nella valutazione di un albero vi sono anche quelli culturali, storici e
paesistici. Molte volte la presenza di
una pianta in un particolare contesto
è associata a eventi, vicende, episodi
della nostra storia più o meno recente che vanno ad intrecciarsi con personaggi, noti e non, alcune volte in
modo evidente e consapevole altre
in modo più anonimo.
Se un albero in città si accresce proprio in quel particolare posto è perché li è stato piantato da qualcuno, e
nell'arco della sua vita magari è stato
testimone silenzioso di fatti che hanno trovato posto nelle cronache o
magari anche nei libri di storia, o ancora nelle dicerie popolari e nella
tradizione non scritta. Alcuni alberi
sono nobilitati dall'aver associato il
proprio nome a quello di illustri uomini della storia; altri invece sono testimonianza di particolari impieghi e
usi, che sono poi andati scomparendo (si pensi all'importanza dei gelsi
nella economia lombarda, o dei castagni in alcune particolari nicchie
ecologiche...).
Quando ci si trova quindi di fronte
ad alberi speciali, oltre alle scienze
matematiche sono da considerare
anche le scienze umane, grazie alle
quali sarà possibile stimare un valore, anche economico, dell'albero,
calcolando appunto l'incidenza che
i diversi fattori esercitano sulla definizione del valore finale. La stima,
però, è di per se una valutazione approssimativa e non esatta, con una
incidenza, seppur da minimizzare,
di tipo soggettiva.
Tornando alla matematica, oltre alla
metodica di valutazione della statica
sopra citata, il panorama delle tecnologie disponibili annovera svariati
strumenti e metodi più o meno sofisticati che aiutano il professionista a
misurare il grado di pericolosità di
un albero e formulare un giudizio.
Ovviamente ogni strumento dovrà
essere impiegato con la consapevolezza che in Natura non possono
esistere mai confini netti - sano o
no, stabile o no - e chi individua un
valore o un numero (t/R ad esempio) che funga da spartiacque nella
definizione del destino degli alberi
applica un approccio piuttosto sommario ed incompleto.
L'incidenza della matematica pura
sul mondo della botanica è più opportuno che venga relegata allo studio della componente “strutturale”
del mondo vegetale. Nel parlare di
matematica non si può ignorare la figura dello scienziato italiano Fibonacci - al secolo Leonardo Pisani, figlio di Bonacci e da qui il nome con
il quale passò alla storia. Questo valente matematico pisano, vissuto dal
1170 al 1240 circa, fu prima ancora
commerciante e proprio a scopi
commerciali girò le regioni islamiche
fino a raggiungere Costantinopoli;
qui si dedicò, oltre che allo scambio
di merci, ad apprendere le scienze
matematiche note ai maestri arabi e
già in parte conosciute nel mondo
occidentale. La sua opera non fu
quindi solo quella di diffondere ulteriormente i vantaggi dell'uso delle
cifre arabe, ma contribuì a risolvere
egli stesso alcuni complicati problemi matematici irrisolti dagli studiosi
del tempo. A lui in particolare si associa la famosa successione di numeri che porta appunto il suo nome
e costituita da cifre che derivano dalla somma delle due precedenti cifre.
Se si valuta poi il rapporto che lega i
numeri componenti la successione
stessa, si nota che il rapporto tra due
cifre successive tende al numero fisso 1,61803 che è poi noto con il nome di “rapporto aureo o sezione aurea”. Questo rapporto ricorre in mo-
do impressionante nella misurazione
di particolari - strutturali appunto nel mondo della botanica, ma anche
della zoologia.
Fiori, frutti, steli fiorali... la sezione
aurea torna a regolare la disposizione dei petali sui fiori, dei semi nei
frutti, delle foglie sui rami... Ad esempio, spesso le foglie sono disposte in
modo spiralato sui rami così da minimizzare l'ombreggiamento reciproco e da ottimizzare l'efficienza di
intercettazione della luce solare, motore primo della fotosintesi. Ritroveremo sullo stesso ramo due foglie
con lo stesso orientamento, solo distanziate dal già citato numero del
rapporto di Fibonacci. Strutture riconducibili a questo schema perfetto
sono anche la disposizione dei petali
di alcuni fiori (nella famiglia delle
Compositae spesso il numero dei petali è un numero di Fibonacci), dei
semi di girasole (Helianthus), nelle
brattee legnose di pigne di varie conifere, nel frutto dell'Ananas... E' la
matematica che regola la Natura? O
semplicemente i vegetali, nell'arco
di millenni di evoluzione, hanno raggiunto la conformazione più efficace
e funzionale?
Nell'attesa che matematici, naturalisti, botanici e ingegneri definiscano
la formula perfetta per la migliore
convivenza - irrinunciabile - tra uomini e piante in ambito urbano, lasciamo che le regole siano “contaminate” da sentimentalismi e ragioni
umane!
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