Forum Unidi - Dental Tribune International

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Forum Unidi - Dental Tribune International
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB Torino - Contiene inserti pubblicitari
Marzo 2012 - anno VIII n. 3
www.dental-tribune.com
MEDICINA LEGALE
Le varie facce, odontoiatriche e legali
di un intervento implantare mal riuscito
Torino: due avvocati, un medico legale
e un affermato dentista compiono un’analisi
dettagliata “minuto per minuto” di un
intervento implantare seguito da gravi complicanze.
pagina 6
MEDICINA INTERDISCIPLINARE
Attenzione particolare nei primi anni
di vita all’apparato stomatognatico
Massima è l’attenzione nei primi anni di vita,
per ciò che può influenzare spesso in modo
indelebile, il futuro del neonato. Non fa
eccezione l’apparato stomatognatico.
Membrana amniotica
Uso possibile anche in Italia
Stefano<Fiorentino
Cos'è, a che serve
La membrana amniotica è la parte
più interna della placenta, quella a
contatto con il liquido amniotico
che avvolge e protegge il feto ed è
ricca di trofine, cellule staminali e
fattori di crescita. Morfologicamente è costituita da un singolo strato di
cellule epiteliali che poggiano su di
una membrana basale che a sua volta si perpetua in uno stroma privo
di innervazione sanguigna: per tale
sua struttura si presenta come una
Forum Unidi
FATTI E OPINIONI
ATTUALITÀ
Il comparto dentale
incontra i politici
DT ITA & FACEBOOK
MEDICINA
La
pagina Fb LEGALE
di Sicoi
Celiachiadegli Ordini e disposizioni3
Riforma
in materia sanitaria
5
Il Forum Unidi dell’11 febbraio non
è stata solo l’occasione per presentare il ritorno dell’Expodental
nella tradizionale sede della nuova
Fiera Milano City, ma un incontro
tra i rappresentanti di chi lavora
in (e per) un comparto di industrie, aziende distributrici, docenti,
igienisti, odontotecnici, assistenti,
professionisti pubblici e privati ed
editoria specializzata in presenza di
numerosi politici locali, nazionali
ed europarlamentari. La categoria è
di oltre 170 mila persone (per alcuni
240 mila con l’indotto), a fronte
di 1200 milioni di euro di prodotti
venduti, milioni di ore lavorate per la
salute di milioni di cittadini.
agli inizi degli anni ’40 ma, probabilmente a causa di tecniche poco
progredite nella preparazione del
tessuto, questi primi tentativi ebbero successo ridotto. Nel 1995 Kim
e Tseng hanno utilizzato il tessuto
come rigenerativo della superficie
oculare grazie all’azione delle cellule
staminali stellate presenti nel tessuto
connettivo embrionale. Sotto un profilo strettamente biologico la placenta appartiene al neonato. Di norma,
specie nell’ipotesi di parto naturale,
laddove il prelievo e l’utilizzo ai fini
citati risulta impossibile, la placenta
costituisce un “rifiuto ospedaliero”,
per la cui eliminazione non occorre
chiedere il consenso.
>< pagina 2
6
Analisi dettagliata di un intervento
implantare con gravi complicanze 6
NOVITÀ DALLE AZIENDE
Air-Flow kills biofilm
26
MEDICINA
INTERDISCIPLINARE27
Fear of injections
Prevenzione in culla
10
L‘INTERVISTA
INDUSTRY
Dentum
ronREPORT
kronem longe
18
Ipsum hansa
sentipente
Terapia
autolimitante
della carie 22
11
INFOPOINT
ipsum
hansa dolor
ILorem
prossimi
appuntamenti
sottile pellicola trasparente, elastica
e resistente. Grazie a tali caratteristiche è un tessuto non immunogenico,
dotato di proprietà antiadesive, batteriostatiche e anti-dolorifiche, che può
proteggere ulcere o ferite e stimolare
la riepitelizzazione, proprietà che le
hanno procurato numerose applicazioni in campo medico-chirurgico,
principalmente nel settore oftalmico.
Utilizzo finora
L’utilizzo in campo oculistico risale
Collegio dei Docenti Torino
Intervista a Stefano Carossa
Dal 12 al 14 aprile al Lingotto di Torino si svolge la XIX edizione del
Congresso del Collegio Docenti,
evento fondamentale non solo per
pagina 10
l’Accademia, di cui rappresenta indubbiamente il momento collettivo più qualificante, ma anche per
i riflessi sugli altri ambiti in cui si
Stefano Carossa
articola l’Odontostomatologia. Alla
vigilia dell’evento, alcune riflessioni
del Presidente del Corso di Laurea in
Odontoiatria e Protesi Dentaria di
Torino, Stefano Carossa, principale
curatore del Congresso.
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>< pagina 3
31
18
L’utilizzo del laser in ortodonzia
Riduce lo stress dell’operatore
e dei pazienti.
pagina 1
News & Commenti
2
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
WEB ARTICLE
Forum Unidi di Milano:
adesso bisogna affrontare i problemi e risolverli
WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM
LICENSING BY DENTAL TRIBUNE INTERNATIONAL
U
n comparto
che da anni
in punta
dei piedi e discontinuamente segnala
incoerenze e criticità, ma non viene
ascoltato. Dentista
e dentale s’identificano non per la
paura del dolore quanto per il costo della prestazione. Ora è tempo
di cambiare e la preoccupazione
sembra toccare tutti. Al Forum
promosso dall’Unidi sindacati di
odontoiatri, odontotecnici e igienisti, aziende di produzione e distribuzione, università, associazioni
scientifiche, testate specialistiche
si sono analiticamente confrontati con i politici su “Come garantire
la qualità delle cure odontoiatriche al tempo della crisi? Il settore
dentale e la politica creano un
percorso condiviso che passa per
l’Europa tutelando il Made in
Italy”. Il Presidente Unidi, Matteuzzi, dopo il benvenuto, ha analizzato antichi problemi acutizzati
dalla crisi illustrando cosa si può
e si deve fare per la categoria in un
percorso comune in Italia ed Europa. “I nostri prodotti sono ricercati
- ha spiegato - ma in un mercato
globalizzato la crisi non tocca solo
il nostro Paese. Se alla libera circolazione di pazienti e professionisti
in Europa, all’ingresso del capitale
negli studi, alle liberalizzazioni e al
mercato unico, non si contrappongono regole comuni e controlli più
attenti sulla sicurezza dei prodotti,
sulla rintracciabilità dei materiali,
la formazione dei professionisti,
l’aggiornamento degli abilitati,
la ricerca del low cost finirà con
l’esporre il cittadino a rischi per la
salute. Dovere nostro e delle istituzioni è invece garantire prestazioni
sicure”. In un’Italia in difficoltà
c’ è dunque un settore che sorride
ancora grazie ai lungimiranti investimenti in qualità e ricerca del
passato. “Si tratta ora di programmare il futuro per impedire che
tale qualità non vada dispersa. La
promozione del Made in Italy nel
mondo – ha concluso – è finanziata dalle aziende associate. Spiace
notare come nelle manifestazioni
mondiali gli stand dei concorrenti
hanno spazi di promozione del
loro Paese finanziati dai governi.
Più volte ma invano abbiamo
richiesto un sostegno al nostro.
So delle difficoltà di bilancio ma
non si richiedono nuovi fondi, solo
che quelli già stanziati tengano
conto anche dell’industria dentale
italiana”.
Nel box a fianco riportiamo le proposte in sintesi fatte dalla categoria. I politici hanno ascoltato con
attenzione, talvolta sorpresi dei
dati forniti, dai problemi sollevati, dal peso politico e sociale dei
partecipanti al Forum. L’europarlamentare Salvini, ha esortato
a mantenere saldi e unitari gli
intenti e il confronto con le lobby
sempre presenti a Strasburgo. Le
richieste di detrazioni fiscali, pur
nel loro valore intrinseco (porterebbero benefici a tutti, Stato
compreso) in quest’austerità non
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Innovazione, in modo accessibile.
potranno avere risposta in tempi
brevi. Qualcosa eppur si muove.
Altre interviste ed approfondimenti sul tema nei prossimi numeri.
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© Carestream Health, Inc., 2012.
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sono utilizzati su licenza concessa da Kodak.
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EDITOR - Claudia Salwiczek
EDITORIAL ASSISTANT - Yvonne Bachmann
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Peter Witteczek; Matthias Diessner; Vera Baptist
DIRECTOR OF FINANCE & CONTROLLING - Dan Wunderlich
MARKETING & SALES SERVICESE - Nadine Parczyk
LICENSE INQUIRIES - Jörg Warschat
ACCOUNTING - Manuela Hunger
Cosa viene richiesto e perché
Detraibilità completa delle spese sostenute dal paziente odontoiatrico.
Recenti ricerche indicano che gli italiani
disertano sempre più il dentista (nell’ultimo anno il 59,6% non vi si è recato
neppure per effettuare l’igiene orale –
Fonte Datanalys, gennaio 2012). Se i motivi possono essere ricercati in una miglior salute orale e in una scarsa cultura
della prevenzione, a incidere negativamente è la crisi essendo l’odontoiatria
una branca medica “out of pocket” (pagano i cittadini): il Ssn dà solo l’8% delle
prestazioni odontoiatriche. Consentire
al cittadino di detrarre interamente o
con una percentuale maggiore del 19%
(oltre i 200 euro) la spesa per le cure
odontoiatriche consentirebbe agli italiani di non trascurare la salute orale e di
abbattere l’evasione in un settore da
sempre giudicato poco attento alla fatturazione.
Maggiore deducibilità degli investimenti da parte degli studi odontoiatrici.
Lo studio odontoiatrico necessita, a differenza di altri, d’ingenti investimenti in
attrezzature ad alta tecnologia che lo
rendono simile a una piccola e media
impresa. A differenza delle quali hanno
piani d’ammortamento a 8 anni che penalizzano la sostituzione prima di tale
scadenza. Gli apparecchi elettromedicali dopo 2 o 3 anni sono obsoleti, penalizzando i dentisti che vogliano offrire terapie basate sulle più recenti tecnologie
ed evidenze scientifiche. Secondo l’Andi
il 64,8% dei dentisti farebbe investimenti in attrezzature a fronte di incentivi fiscali più equi. Se già oggi il mercato
di materiale e attrezzature dentali vale
in un anno 1.200 milioni di euro, l’investimento dei dentisti porterebbe a un
incremento di produzione e occupazione.
Lotta all’abusivismo professionale.
Riprendere al più presto la discussione
della norma (già approvata dalla Camera) contenuta nel DDL Salute che prevede la confisca dei beni utilizzati nell’esercizio abusivo della professione ma anche
un’Anagrafe dei Direttori Sanitari per
sapere in quanti studi operano. Oggi è
possibile per un iscritto all’Albo odontoiatri essere direttore sanitario di più
strutture rendendo di fatto impossibile
verificare gli operatori che esercitano in
quelle strutture. Una pratica spesso utilizzata dagli iscritti all’Albo Odontoiatri
per “coprire” i finti abusivi nelle pratiche
illegali.
Revisione dell'allegato B della legge 175
del 5 febbraio 1992 (legge Volponi).
L’allegato elenca una serie di materiali e
attrezzature vendibili esclusivamente
agli iscritti all’Albo Odontoiatri. In questi anni l’elenco non è mai stato aggiornato rendendo le imprese che vendono
prodotti, a rischio di sanzioni in quanto
la classificazione di nuovi materiali e attrezzature prodotte negli ultimi 20 anni
è differente a seconda di chi effettua la
verifica.
Esami 3D su
quadranti multipli
GROUP EDITOR - Daniel Zimmermann
COPY EDITORS - Sabrina Raaff; Hans Motschmann
Rispetto e armonizzazione delle norme
sulla sicurezza dei prodotti e delle strutture sanitarie in funzione del paziente.
In merito alla norme (europee) sulla
produzione e commercializzazione dei
dispositivi medici ed elettromedicali, si
chiede una miglior armonizzazione considerando quanto imposto da Paesi
come Usa e Canada e più controlli sui
prodotti da Paesi extra UE. Necessaria
anche un’armonizzazione delle delibere
regionali sulle autorizzazioni sanitarie
degli studi per i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi a garanzia del
paziente.
Ora disponibile con programma di Stitching
Il campo visivo esteso ugualmente ad un costo accessibile
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Prof Dr I. Krejci, Switzerland – Conservative Dentistry
Dr Edward Lynch, Ireland – Restorative
Dr Ziv Mazor, Israel – Implantology
Prof Dr Georg Meyer, Germany – Restorative
Prof Dr Rudolph Slavicek, Austria – Function
Dr Marius Steigmann, Germany – Implantology
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Anno VIII Numero 3, Marzo 2012
Registrazione Tribunale di Torino
n. 5892 del 12/07/2005
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Attualità
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Membrana amniotica
Uso possibile anche in Italia da parte degli odontoiatri
<< pagina 1
Nel momento, viceversa, in cui tale
tessuto risulta utilizzabile, ovvero
nelle ipotesi di parti in elezione (cesarei programmati), per il prelievo e
l’utilizzo necessita il consenso alla donazione, con la quale la disponibilità
del tessuto diventa a tutti gli effetti di
legge della Struttura (Banca o Centro
di conservazione o Istituto dei tessuti)
in grado di conservarla, “processarla”
distribuirla e certificarne la sicurezza,
assumendosi tutte le incombenze relative alla rintracciabilità.
Nel nostro Paese l’individuazione di
vere e proprie Banche della membrana amniotica è ancora agli inizi, dal
momento che l’istituzionalizzazione
di tali Centri è avvenuta solo in alcune regioni del nord Italia: oltre all’attività svolta nello specifico dalla Fondazione Banca dei Tessuti di Treviso,
la Giunta Regionale del Piemonte, con
deliberazione 17 marzo 2003, ha individuato l’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo quale sede di Riferimento regionale per la Banca delle
membrane amniotiche, in diretta
collaborazione con il Centro Regionale di Riferimento per i trapianti di organi e tessuti. Finora, le Banche della
membrana amniotica erano in grado
di fornire al medico, soprattutto oculista, membrane congelate (a -80°) o
crioconservate (in azoto liquido): tale
modalità di “fornitura” di fatto aveva
precluso l’utilizzo del tessuto dalle
interessanti proprietà rigenerative in
ambiti che non fossero l’oculistico e,
in forma più circoscritta, dermatologico e ginecologico, limitandone la
diffusione in chirurgie fortemente
indirizzate verso la rigenerazione tessutale.
La novità 2012
La grande novità del 2012 è che la Fondazione Banca dei Tessuti di Treviso
diretta da Adolfo Paolin ha sottoscritto con una società italiana un accordo
per l’importazione e la distribuzione,
sul territorio italiano, della membrana amniotica raccolta, “processata” e
validata da Surgical Biologics Inc., Primaria Banca del Tessuto californiana
(USA), specializzata nella lavorazione
del tessuto amniotico e facente parte
del Gruppo Mimedx. La particolarità
della convenzione riguarda il fatto
che la membrana di Surgical Biologics
verrà distribuita in forma liofilizzata/
essicata secondo un processo brevettato e coperto da segreto industriale,
che consente di gestire il tessuto con
le stesse modalità di un dispositivo
medico, pur mantenendo le caratteristiche rigenerative dell’amnion. Il
servizio di distribuzione, effettuato
in nome e per conto della Fondazione
Banca dei Tessuti di Treviso dalla società veronese Ver San & Dafne m.d.
srl, sarà dunque il primo, in Italia, nel
suo genere, visto che le caratteristiche del tessuto potranno spingere al
suo utilizzo anche medici di specialità diverse rispetto alla tradizionale
chirurgia oculistica. Infatti la possibilità di “stoccare” il tessuto senza dover
rispettare “la catena del freddo” e doversi preoccupare di effettuarne l’utilizzo nei normali tempi di scongelamento (visto che è liofilizzato), potrà
certamente favorirne la diffusione
terapeutica anche presso quei centri
privati che abbiano quantomeno la
qualifica di ambulatorio. Le “regole
d’ingaggio” saranno quelle già note
in ambito di utilizzo di tessuti umani
di Banca e in particolare:
- necessità di inoltrare alla Fondazione Banca dei Tessuti di Treviso
diretta da Paolin specifica richiesta per l’approvvigionamento del
prodotto (richiedibile per singolo
paziente ma anche per scorta);
- il servizio di consegna verrà effettuato dalla società italiana (convenzionata con Fondazione Banca
dei Tessuti di Treviso), alla quale
sarà riservata anche la promozione e l’informazione su questo
particolare tessuto nell’ambito
del territorio italiano, per tutti i
medici interessati all’utilizzo;
- obbligo per il chirurgo innestatore (rectius utilizzatore) di dar
corso al sistema di rintracciabilità
attraverso la compilazione della
3
scheda di avvenuto impianto già
compresa nella confezione del
tessuto.
Ricordiamo, infine, che nonostante
si tratti di tessuto di “origine fetale”,
da un punto di vista giuridico il suo
utilizzo non comporta limitazioni di
tipo etico, in quanto il prelievo della
membrana avviene solo dopo il parto e non comporta pericoli, né per la
madre, né, ovviamente, per il bimbo
già nato.
Stefano Fiorentino, avvocato
4
L‘Intervista
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Vigilia del Congresso del Collegio Docenti
Aspettative e considerazioni di Stefano Carossa
<< pagina 1
Il XIX Collegio si tiene all’insegna
dell’“L’high tech come supporto
alla ricerca, alla didattica e alla
clinica in Odontostomatologia”.
Perché è stato scelto proprio
questo tema?
Perchè l’high tech negli ultimi anni,
in continua evoluzione, è sempre più
presente in tutti i settori dell’odontostomatologia, un supporto ormai
indispensabile in fase diagnostica e terapeutica. Si considerino ad esempio
l’utilizzo della diagnostica radiologica
in tre dimensioni, della microscopia ad
alta risoluzione, della laserterapia, della chirurgia piezoelettrica o dei sistemi
Cad-Cam di progettazione e costruzione protesica. Nella ricerca di base e
traslazionale, basta citare il supporto
delle nanotecnologie, dell’ingegneria
tissutale o dell’utilizzo delle cellule
staminali. Anche nella formazione, la
tecnologia è un ausilio importante soprattutto nella componente preclinica
simulata su manichino.
Come definirebbe oggi
il Congresso del Collegio
Docenti nel quadro delle
manifestazioni riguardanti
l’odontostomatologia? Quale
la sua specificità? Ossia in che
cosa si stacca dagli altri, seppur
importanti, che caratterizzano
il panorama congressuale
italiano?
Il Congresso rappresenta da sempre il più importante appuntamento accademico annuale nel campo
dell’odontostomatologia sul territorio
nazionale. Il programma scientifico
dell’edizione 2012 prevede la presenza
di relatori tra i più prestigiosi provenienti dall’Università e dalle Società
scientifiche. Ritengo un fatto positivo
il connubio tra le due rappresentanze,
fortemente sostenuto anche da Antonella Polimeni. I relatori illustreranno
le più recenti acquisizioni accademiche nella ricerca e nella formazione
supportate da un’evoluzione tecnologica sempre più dinamica. Nel contempo vi sarà una sinergia tra gli oratori docenti e rappresentanti le società
scientifiche nel fornire un aggiornamento sulle fasi diagnostico terapeutiche in tutti i campi dell’odontostomatologia. Prevista anche una sessione
dedicata agli igienisti dentali, la cui attività di sostegno all’odontoiatra appare indispensabile per poter fornire
trattamenti adeguati. Il coinvolgere la
globalità dei settori consentirà di avere una panoramica multidisciplinare
per l’indicazione all’utilizzo e la conoscenza della versatilità d’uso delle tecnologie. Un’impostazione utile, oltre
che per confermare il ruolo insostituibile dell’Università nella ricerca e nella
formazione, per evidenziare come la
componente accademica sia fondamentale per stimolare, indirizzare e sostenere l’attività scientifica associativa
a cui aderiscono molti liberi professionisti. Come per le precedenti edizioni,
la quota d’iscrizione è estremamente
contenuta, in armonia con la finalità
universitaria di diffondere cultura e
aggiornamento al maggior numero
di utenti. In effetti, tra gli scopi più importanti dell’edizione di quest’anno, vi
è il massiccio coinvolgimento dei liberi
professionisti. Il congresso contempla
una tavola rotonda sul tema della formazione e della libera professione in
ambito nazionale ed europeo.
Come si pone il tema principale
in rapporto ai temi che ispirano
la sessione plenaria e quelle
parallele?
Viene evidenziato come l’high tech
offra strumenti molto utili in tutti i
campi dell’odontostomatologia, le cui
potenzialità e indicazioni di utilizzo
debbano essere ben conosciute senza
dimenticare tuttavia che rappresenta-
PEOPLE HAVE PRIORITY
no solo un supporto. La preparazione,
l’esperienza e le capacità dell’operatore sono insostituibili nel valutare e riabilitare ogni singolo paziente che presenta caratteristiche sue, individuali.
Messo a confronto con altre
edizioni da o per che cosa
vorreste questo Collegio fosse
ricordato?
Mi auguro che l’edizione di quest’anno abbia il successo delle precedenti:
con una massiccia partecipazione di
tutte le Scuole italiane e un’affluenza
significativa dei liberi professionisti.
Per la Scuola odontostomatologica
di Torino è motivo di grande orgoglio
l’essere stata designata come sede organizzatrice dall’evento. Ringrazio a
tal proposito Antonella Polimeni e il
Collegio dei Referenti di sede per la fiducia accordataci. La manifestazione
consentirà di fare conoscere la Dental
School presso la quale si terranno i corsi precongressuali. Data l’importanza
dell’evento è stata scelta una sede di
grande prestigio quale il Lingotto,
anch’essa all’avanguardia tecnologica, in accordo col tema del Congresso.
Nella prima sessione scientifica verrà utilizzato il sistema Digivote per
un’immediata interazione tra l’oratore e i partecipanti. Spero quindi che
questa edizione sia ricordata anche
per la validità della sede congressuale
oltrechè per i suoi contenuti scientifici.
Dental Tribune
W&H
Turbine Synea
LED+
W&H è stato il primo produttore a
incorporare la luce con tecnologia
LED negli strumenti, oggi è in grado
di offrire uno strumento con tecnologia più avanzata con una migliore illuminazione grazie alla serie
LED+.
Con questa illuminazione con luce
bianca naturale si riproduce esattamente il colore del dente e la zona
di lavoro viene illuminata molto
meglio rispetto agli strumenti che
utilizzano luce a LED tradizionale.
Le turbine Synea LED+ di W&H sono
quindi particolarmente indicate per
la rimozione di materiale carioso,
per la preparazione di cavità e corone, per la rimozione di otturazioni
nonché per la finitura superficiale
di denti e interventi restaurativi.
I vantaggi delle turbine Synea LED+
di W&H sono:
- Illuminazione ottimale: con una
temperatura di colore di 5.500 K
la luce LED+ delle turbine Synea
ha lo stesso spettro di emissione
della luce diurna.
- Indice con resa cromatica superiore a 90: l’indice di resa cromatica (IRC) incomparabilmente
elevato assicura una riproduzione naturale e fedele dei colori.
- Testina piccola: le dimensioni
estremamente ridotte della testina delle turbine Synea garantiscono la migliore condizione di
visibilità.
- Perfetta posizione del LED: con
il posizionamento del LED direttamente in corrispondenza della
testina W&H offre l’area di illuminazione più estesa.
- Un migliore raffreddamento
nelle 5 direzioni, grazie al sistema Penta Spray.
La combinazione esclusiva dei vantaggi della luce LED, offrono le migliori condizioni di visibilità, ma
anche una perfetta riproduzione
dei colori nella zona da trattare.
Non lasciare passare l’opportunità
di conoscere la vasta gamma di prodotti di W&H, che incorporano la
nuova tecnologia LED+.
Nuovamente, W&H investe sull’innovazione per offrire prodotti che
vi permettono di lavorare con la
massima qualità e affidabilità proprio perché per W&H: People Have
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Attualità
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
5
Sperimentazione
Riforma degli Ordini e disposizioni in materia sanitaria
WEB ARTICLE
WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM
Pubblichiamo, in sintesi, la nota
sull’audizione del 21 Febbraio presso
la Commissione Igiene e Sanità sul
DDL delega al Governo per il riassetto
della normativa su tali materie.
La componente odontoiatrica della
Fnomceo - dice la nota - si riconosce
nell’impostazione proposta dal presidente Fnomceo sul tema del DDL
che norma i principi base per una
corretta riforma degli ordini delle
professioni sanitarie. Per l’Albo degli
odontoiatri occorre che i decreti contengano disposizioni inequivocabili
per attuare la lettera r del comma 2
dell’art. 7, secondo cui occorre “prevedere le modalità con cui albi, elenchi e registri professionali compresi
in un medesimo Ordine, nel rispetto
della sua integrità funzionale, hanno
piena autonomia nelle funzioni di
rappresentanza, gestione e disciplinari”. È evidente - continua la nota
- che anche senza la previsione contenuta originariamente nella costituzione di un Ordine separato degli
odontoiatri, occorre garantirgli autonomia nell’ambito dell’unico Ordine
con precise disposizioni sugli aspetti
economico finanziari della gestione.
Quanto agli altri principi dell’art. 7 i
rappresentanti dell’Albo si riconoscono nell’impostazione da sempre prospettata dalla Federazione per una
necessaria riforma degli Ordini delle
professioni sanitarie, da rilanciare e
aggiornare alle sfide future. Quanto alle altre norme del DDL occorre
mantener fermo - continua la nota
- quanto previsto dall’art. 9 che, inserendo nel CP l’art. 348 bis, contempla
finalmente la confisca di cose e strumenti oggetto dell’esercizio abusivo
della professione. Il sequestro solo
temporaneo toglieva infatti ogni
capacità dissuasiva verso gli abusivi
e chi ne favorisce l’esercizio. L’abusivismo, piaga sociale e pericolo per la
salute pubblica, deve essere represso
con mezzi adeguati, non con una normativa poco incisiva. Occorre infine
mantenere la stesura dell’art. 14 del
DDL in esame che permette l’accesso
ai livelli dirigenziali del Ssn ai laureati in odontoiatria senza una specifica
specializzazione. Evidente la ratio di
una disposizione che riconosce il carattere specializzante di una laurea il
cui corso di formazione è ormai di sei
anni: impostazione già avvalorata da
sentenze del TAR anche se il CdS aveva riconfermato la tesi del possesso
d’una specializzazione per l’accesso
ai concorsi. Nella scorsa legislatura,
peraltro, era stata presentata una
proposta di legge per raggiungere i
risultati previsti nell’art. 14 del DDL
a garanzia del valore specializzante
della laurea magistrale in Odontoiatria, per nulla equiparabile - rileva la
nota - a quelle triennali delle nuove
professioni sanitarie.
Gli Stati generali
dell’Odontoiatria contro
il business della formazione
Gli Stati generali dell’Odontoiatria (Cao, Aio, Andi, Collegio Docenti e Conferenza Presidenti dei Corsi di Laurea di Odontoiatria) riunitisi il 17 febbraio prendono atto della proposta di istituzione dell’Università privata portoghese “Pessoa”
per la formazione in Odontoiatria. All’unanimità esprimono forte preoccupazione per il tentativo di istituire un corso di laurea privato per la formazione
di dottori in Odontoiatria e protesi dentaria, con accesso non programmato e
a quote di iscrizione molto elevate. Ritengono lesiva dell’interesse collettivo
e del diritto alla salute l’istituzione di un corso privo dei requisiti minimi di
qualità della formazione, mancando il controllo dello Stato, esprimendo la convinzione che configuri anche una lesione del diritto allo studio, perché premia
solo la capacità economica, non il merito. Auspicano una definizione omogenea a livello europeo della formazione in Odontoiatria per standard qualitativi
e regolamentazione degli accessi. Gli Stati generali plaudono all’iniziativa del
Ministro Francesco Profumo, che ha revocato l’autorizzazione all’istituzione
del corso e auspicano la definizione di una norma che escluda la possibilità ai
altre iniziative del genere.
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6
Medicina Legale
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Analisi dettagliata di un intervento
implantare con gravi complicanze
Nel caso in oggetto risulta come la
paziente nel 2004 era stata sottoposta a intervento di innesto osseo
nel mascellare superiore finalizzato
a riabilitazione implantoprotesica
eseguita nel 2005-2006. Nel dicembre 2009 la paziente iniziò ad avvertire disturbi nell’emiarcata superiore sinistra sede della riabilitazione
protesica; dopo l’esecuzione di una
Rx endorale il professionista rassicurava la paziente sull’esito positivo dell’intervento e la necessità di
sostituire la protesi con una nuova.
Nel febbraio 2009 venne rimossa la
protesi preesistente e allestita una
protesi provvisoria.
Nell’aprile del 2009 durante la prova
della travata metallica della protesi,
la paziente accusò un dolore violento in regione mascellare sinistra. La
persistenza del dolore e la comparsa
di gonfiore nell’emifaccia sinistra
portarono la paziente a tornare il
giorno dopo presso lo studio dentistico, dove venne rimosso il provvisorio unitamente all’impianto superiore sinistro. Nonostante questi
problemi si procedeva comunque al
posizionamento del definitivo.
I controlli specialistici effettuati
presso struttura pubblica dopo un
mese documentarono:
“riferisce algia all’arcata dentale superiore sinistra (successiva manovra
odontostomatologica circa 30 giorni
fa con perdita di impianto dentario).
Già in terapia. Si richiede TAC massiccio facciale”.
Nel maggio 2009 la TAC del massiccio facciale a sua volta segnalava:
“L’esame è stato condotto con ricostruzioni multiplanari. A sinistra il
seno mascellare è pressoché completamente occupato da tessuto
parenchimatoso, infiammatorio. In
corrispondenza del pavimento del
seno mascellare, si osserva una soluzione di continuo corrispondente
al canale del pregresso, riferito, impianto. La densità delle restanti cavità pneumiche paranasali è regolare.
Il setto nasale è leggermente deviato
verso destra. Si osserva un’ipertrofia
dei turbinati inferiori”.
Nell’aprile 2009 la visita specialistica ORL documentava un quadro di
sinusite acuta mascellare sinistra a
eziologia verosimilmente odontogena. All’endoscopia con f.o. flessi-
bile si apprezzava una sinusite acuta
mascellare sinistra con congestione
e iperemia del turbinato medio e
scolo di materiale mucopurulento a
provenienza dal COM omolaterale.
Nel luglio 2009 un nuovo controllo
confermò la sinusite cronica mascellare sinistra resistente alla terapia
medica. La paziente rimase in attesa
dell’intervento chirurgico di bonifica del seno mascellare sinistro. In altre parole la rimozione dell’impianto determinò una comunicazione
oro-antrale con successiva sinusite
acuta iatrogenica.
Non risulta che la comunicazione
bucco-sinusale sia stata diagnosticata al momento del suo determinismo; era sufficiente per identificarla
un sondaggio con specillo del tragitto residuato a carico dell’impianto
ed effettuare la manovra del Valsalva. Il non rilievo della lesione non
permise la necessaria chiusura chirurgica del tramite evitando l’infezione del seno. Venne posizionato il
manufatto definitivo. Tale oggettiva
circostanza costituisce un risultato
anomalo rispetto al convenuto esito
dell’intervento della cura e quindi
uno scostamento da una legge di
regolarità causale fondata sull’esperienza. Dovrà essere il medico a dare
prova che il fatto dipenda da un fatto a lui non imputabile in quanto
non ascrivibile alla condotta mantenuta in conformità alla diligenza dovuta, avuto riguardo alle specifiche
circostanze del caso concreto che era
intervento di routine. La carenza di
documentazione preoperatoria non
permette di fornire la prova, la cui
fonte è in prossimità dello specialista. Si è venuta così a determinare
una sinusite mascellare sinistra cronicizzata attualmente presente.
Va sottolineata la carenza di documentazione radiografica e clinica
pre-intervento che permetta di
identificare che l’evento dannoso in
questione si sia verificato per fatti
imprevisti o imprevedibili, in grado
di interrompere la catena causale
con la condotta professionale, o alla
stessa fosse preesistente.
Alla luce di quanto sopra esposto
può pertanto essere espressa una
valutazione di danno biologico permanente in misura del 5%.
Il quadro sinusitico ha comportato
una malattia da lesione di una sessantina di giorni di cui 30 a parziale
massima e 30 a parziale minima.
Venendo ora al piano risarcitorio, e
aderendo alla recente giurisprudenza della Corte di Cassazione e della
Corte Costituzionale (Cass. 8827/03,
Cass. 8828/03, C. Cost. 233/03, Cass.
S.U. 29672/08), i danni conseguenti
alla fattispecie sopra descritta potranno essere ricondotti alle categorie giuridiche del danno patrimoniale e del danno non patrimoniale
(a seconda che essi siano o meno suscettibili di valutazione economica in base a parametri di mercato).
Rispetto alla prima categoria è dato
ipotizzare nella specie tutta una serie di danni che solitamente conseguono a casi analoghi. Si pensi alle
spese mediche e di cura, presenti
e future, compresa quella relativa
alla consulenza medico legale, ma
si pensi ancora alla restituzione del
compenso versato al professionista,
come pure alle spese varie ed eventuali relative alla necessità di operare trasferte per le cure.
>> pagina 7
Le relazioni vincenti
nell’era digitale.
Nel settore medico ciò che fa la differenza è la capacità di stabilire
con ogni singolo paziente una relazione attraverso la quale possa
percepire la qualità del servizio offerto e l’importanza di poter essere
seguito da un professionista non focalizzato sul profitto.
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Medicina Legale
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
<< pagina 6
Il danno non patrimoniale è invece
l’insieme di tutti i molteplici riflessi
non patrimoniali che possono conseguire alla lesione del bene della
salute. L’interpretazione costituzionalmente orientata dell'art. 2059
cod. civile, consente di distinguere al
suo interno il pregiudizio biologico
(permanente e temporaneo), quello
morale ed esistenziale. Il pregiudizio
biologico è il pregiudizio dell’interesse, costituzionalmente garantito
(art. 32), all’integrità psichica e fisica
della persona, conseguente a un accertamento medico e può essere sia
permanente che temporaneo (la cd
malattia da lesione). Il pregiudizio
morale è il turbamento dello stato
d’animo e la sofferenza della vittima conseguente al fatto illecito,
mentre il pregiudizio esistenziale è
quello derivante dalla lesione di (altri) interessi di rango costituzionale
inerenti alla persona e che si ripercuotono esteriormente sulla vita di
relazione della vittima. La prova di
tali pregiudizi può essere fornita,
nel caso del biologico, mediante accertamento medico legale, nel caso
del morale e dell’esistenziale anche
attraverso il ricorso alle presunzioni e alla prova per testimoni. La
monetizzazione di tali pregiudizi è
rimandata in Italia, come in molti
altri paesi, a delle tabelle risarcitorie in cui i parametri di riferimento
sono la gravità della lesione all’integrità psico-fisica e l’età del danneggiato. Quelle maggiormente diffuse
in ambito nazionale sono le tabelle
usate dal Tribunale di Milano, recentemente ritenute valide su tutto il
territorio (Cass. 12408/2011). Gli importi risarcitori ivi contenuti sono
il frutto della media delle somme
liquidate nei precedenti giurisprudenziali. Avvicinando l’indagine al
caso concreto, si rileva che il danno
biologico permanente è stato nella
specie valutato nella misura del 5% e
che il valore per ogni punto di invalidità è in tali casi pari euro 1.374,57.
Il valore monetario così ottenuto è
poi percentualmente aumentato per
permettere l’inserimento nel valore
di liquidazione anche della componente morale del danno non patrimoniale. Le percentuali d’aumento
sono fisse: dall’1 al 9% di invalidità
l’aumento è del 25% fisso, dal 10 al
34% di invalidità l’aumento è progressivo per punto dal 26 al 50%, dal
35 al 100% di invalidità l’aumento
torna a essere fisso al 50%. All’indagine odierna, l’aumento previsto è
del 25% e il valore del punto danno
non patrimoniale (composto da biologico e morale) sarà conseguentemente di euro 1.632,30 (25% in più rispetto al valore base di euro 1.374,57),
che però andrà ridotto a 1.297,20 in
considerazione dell’età della vittima (nell’esempio 50 anni). Si ottie-
ne quindi l’importo di euro
6.486,00 (1.297,20 x 5 punti
percentuali), al quale potrà
essere ulteriormente aggiunto
il cd aumento personalizzato,
ossia una percentuale diretta
a dare ristoro ai quei pregiudizi esistenziali che hanno colpito la vittima (es. la perdita del
dito mignolo per il violinista).
La percentuale di personalizzazione prevista per il 5% di danno
biologico potrà arrivare sino al 50%
di quanto liquidato a titolo di dan-
no non patrimoniale (biologico e
morale). Per quanto riguarda invece
il danno biologico temporaneo (la
malattia da lesione), è prevista dalla
tabella una forbice oscillante tra un
minimo di euro 91,00 a un massimo di euro 136,00 per ogni giorno
di invalidità temporanea totale al
100% (es. il danneggiato è costretto
a letto tutto il giorno). Se si considera che la malattia da lesione è stata
quantificata in giorni 60, di cui 30 a
parziale massima (50%) e 30 a parziale minima (25%) e se si ipotizza
che non vi siano condizioni particolari che giustifichino l’aumento
sino all’importo massimo di euro
136,00, alla vittima dovranno essere riconosciuti euro 1.365,00 per
i primi trenta giorni (50% di euro
91,00 x 30 gg) ed euro 682,50 per i
rimanenti trenta (25% di euro 91,00
x 30 gg). In conclusione, l’importo
complessivo al quale avrà diritto il
danneggiato a titolo di risarcimento
del danno non patrimoniale, al netto delle eventuali personalizzazioni
ipotizzabili, potrà essere determina-
7
to nella somma di euro 8.533,00, su
cui saranno dovuti gli interessi e la
rivalutazione monetaria dal giorno
del fatto a quello del pagamento, e
ai quali dovrà aggiungersi anche il
risarcimento dei danni patrimoniali sopra indicati, comprese le spese
legali relative all’attività prestata
nell’interesse del danneggiato e finalizzata al recupero dei danni.
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Gestione dello Studio
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Paura del dentista? Comfort
e ambiente aiutano a superarla
In campo odontoiatrico, così come in altri
ambiti medici, l’interesse per la “guarigione”
si accompagna sempre più al “prendersi cura
del cliente”. Nella fase di progettazione di uno
studio dentistico, è importante quindi che l’architetto rivolga la sua attenzione a un aspetto
tutt’altro che secondario: la fobia del dentista,
presente in molti, ancorchè causata da motivi
psicologici differenti. Prendersi cura significa
studiare l’ambiente odontoiatrico in modo da
rendere la visita il più confortevole possibile.
Come può quindi l’ambiente influire positivamente
su una persona in tensione,
ansiosa, che attende di sottoporsi alle mani del dentista?
Ricerche psicologiche dicono
che un paziente “pauroso”
focalizza l’attenzione solo su
alcuni stimoli dell’ambiente
o che egli avverte nel proprio
corpo. Obiettivi dell’architetto saranno quindi il relax, la
distrazione, il comfort. Il che
significherà creare uno spazio dedicato al ricevimento
e all’attesa con, sempre più,
le sembianze di un salotto
domestico o di uno spazio
in cui il paziente si senta a suo agio. Ricreare
spazi che danno senso di protezione e di relax
minimizza infatti lo stato ansioso. L’arredo
della sala d’aspetto, il comfort della poltrona,
gli aspetti organizzativi degli spazi, l’illuminazione hanno un’importanza non inferiore
a quella degli strumenti di lavoro.
Uno studio medico all’avanguardia dovrà seguire le ultime tendenze in fatto di arredo,
perchè design ed eleganza non sono caratteristiche molto comuni negli studi dentistici:
si tende infatti a rispettare i contenuti, ma
non si guarda al gusto nell’arredo. Per creare un ambiente confortevole e professionale,
carico di personalità e prestigio servono cura
dei particolari, linee essenziali, quasi rigorose,
combinate a materiali costruttivi d’ultima generazione.
Un’ulteriore personalizzazione dell’ambiente
deriva dall’utilizzo di oggetti di design, dove
gli accessori divengono punti di riferimento
visivo, colpiscono l’occhio e creano attenzione. Una delle possibili soluzioni per conferire
l’approccio innovativo sarà l’abbinamento di
materiali non comuni per i mobili in contrasto con le tonalità fredde delle pareti. Una
volta definito il loro colore, sarà importante
“vestirle” con stampe che non rappresentino il
tipo di attività svolta (immagini di casi clinici,
malattie rare o interventi chirurgici al limite
della realtà) ma piuttosto qualsiasi forma di
rappresentazione artistica.
Per spazi che lo consentono potrà essere appropriato installare schermi che propongono
la visione di documentari naturalistici, per
catturare l’attenzione e ingannare l’attesa.
Giunto il proprio turno, sulla poltrona del
dentista potrebbe esser utile un sottofondo
musicale per allontanare la tensione. I benefici della musicoterapica sono ben noti e il pro-
gettare un impianto di domotica che consenta
al paziente di rilassarsi, ascoltando musica durante la seduta, può apportare benefici. Diverso il problema di “quale” musica mandare in
onda.
Oltre a essere architetto, chi scrive è anche
una paziente, che, nel progettare un ambiente
di lavoro delicato come quello odontoiatrico,
cerca di immaginare quel che vorrebbe trovare al suo arrivo in studio: accoglienza, calore,
pulizia, semplicità. Sicuramente, non un ambiente algido e senza personalità, dove, se per
merito del medico non si prova dolore durante
la visita, nessuna laurea in medicina potrà risparmiarle la sofferenza di sale d’aspetto sterili e tristi. A infliggere il colpo di grazia, magari anche qualche pianta di “vera plastica”.
Per la cura dei denti l’architettura non è certamente indispensabile, ma può sicuramente
offrire risposte concrete ai bisogni dei pazienti. Arriveranno i tempi in cui andare dal dentista probabilmente non sarà più un fastidio,
ma addirittura una piacevole abitudine. Offrire ai pazienti un ambiente ospitale, significa
anche comunicar loro “vieni a trovarmi più
spesso, perché qui sei il benvenuto”.
Angela Franco
arch.afranco @gmail.com
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Gestione dello Studio
WEB ARTICLE
9
WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM
Documento di Valutazione
dei Rischi obbligatorio
anche fi no a 10 lavoratori
Ai sensi dell’art. 29 comma 5 dopo il 30 giugno 2012 i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori non potranno più autocertificare l’effettuazione
della valutazione dei rischi. Con una recente sentenza la Corte di Cassazione
Penale ha inoltre rigettato il ricorso di un’azienda sanzionata per non avere
esibito durante un sopralluogo dell’Asl il Documento di Valutazione dei Rischi. La facoltà per le aziende fino a 10 lavoratori di ricorrere all’autocertificazione non esonera infatti il datore dal predisporre comunque una documentazione sulla valutazione effettuata, sia pure meno analitica.
La redazione di un Documento di
Valutazione dei Rischi, anche se in
forma semplificata, è sempre obbligatoria, come conferma il DLgs.
81/08, artt. 17 e 28. Il successivo
art. 29 del DLgs. 81/08, al comma
5, prevede modalità semplificate di
adempimento di tale obbligo per i
datori di lavoro che occupano fino
a 10 dipendenti. La sentenza sottolinea come l’obbligo di effettuare la
valutazione, posto a carico del datore di lavoro, sia comunque rivolto a
tutte le aziende, anche quelle piccole e non può essere liquidato come
mero atto burocratico, essendo di
alto valore tecnico e preventivo.
Protezione dei lavoratori dai campi
elettromagnetici
Il 30 aprile 2012 entra in vigore il Capo IV del Titolo VIII del
DLgs. 81/2008 sulla protezione dei lavoratori dai rischi di
esposizione a campi elettromagnetici. Le disposizioni riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dovuti
a effetti nocivi a breve termine conosciuti nel corpo umano
derivanti dalla circolazione di correnti indotte e dall’assorbimento di energia e da correnti di contatto. La scadenza del 30
aprile è riferita però in particolare alla definizione dei valori
limite di esposizione e dei valori di azione. Da considerare
tuttavia che sono già in vigore (con efficacia sanzionatoria dal
1 gennaio 2009) le disposizioni sulla protezione dagli agenti
fisici contenute nel Capo I del Titolo VIII del TU. In particolare l’articolo 180 definisce gli agenti fisici d’interesse della
norma e l’art. 181 - anche tramite il richiamo al più generale
art. 28 sulla valutazione dei rischi - richiede esplicitamente al
datore la valutazione dei rischi relativi a tutti gli agenti fisici e
l’adozione di opportune misure di prevenzione e protezione,
indipendentemente dall’entrata in vigore dei successivi capi
specifici con particolare riferimento alle norme di buona tecnica e alle buone prassi.
<Fonte :<www.Silaq.com
STABILITà
SFERE SINGOLE
E DIMENSIONI
FILETTATE
SONO UNA
Fonte :<www.Silaq.com
Uno su dieci
ha paura
di andare
dal dentista
Non tutti si recano volentieri dal
dentista. La paura spesso dissuade
le persone dall’effettuare dei controlli regolari; il che può tradursi in
una scarsa salute orale. La Dental
Health Foundation britannica ha
raccolto statistiche interessanti su
questa paura così diffusa. Calcola
infatti che nel Regno Unito uno
su 10 soffra di una forte ansia, le
donne più degli uomini. Secondo
la Fondazione, la paura potrebbe
nascere da brutte esperienze infantili oppure a spaventare è solo il
pensiero di subire un trattamento.
Capire dove sta il problema può
aiutare a vincere la paura, che nel
caso più comune si concentra sulla
cura di una carie (30%) e sull’iniezione di anestetico (28%). Non si
nasce tuttavia con questo terrore
che “si può metabolizzare e vincere
- dice un comunicato della Fondazione - visite abituali dal dentista
sin da bambini contribuiranno a
evitare l’ansia in età adulta”. E poi
l’odontoiatria moderna si è evoluta
a tal punto da essere quasi priva di
dolore: a superare la fobia del dentista contribuiscono tecniche di rilassamento e sedazione.Il sostegno
di un amico e l’ascolto di musica
può aiutare a smorzare la tensione.
Il paziente deve essere consapevole
che il dentista sa del loro disagio.
Deve sentirsi libero di prenotare
un appuntamento in un momento
della giornata in cui è più comodo.
Prima di iniziare il trattamento, ci
si può mettere d’accordo su un segnale di stop nel caso in cui si abbia
bisogno di una pausa.
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i n f o @ r h e i n 8 3 . c o m
10 Medicina Interdisciplinare
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Prevenzione in culla
I primi anni di vita rappresentano
un momento fondamentale per
lo sviluppo psico-fisico, emotivo e
cognitivo del bambino; massima è
quindi l’attenzione, in questa fase,
per tutto ciò che può influenzare
positivamente o negativamente,
spesso con un imprinting indelebile,
il futuro del nuovo nato. Non fa eccezione l’apparato stomatognatico
sebbene sia atteggiamento comune
tra i genitori affrontare l’argomento “denti” di norma all’inizio della
permuta, se non oltre.
L’odontoiatria infantile si occupa
a pieno titolo della dentatura decidua dal cui stato di salute dipende
in gran parte il futuro del cavo orale; infatti è da sempre impegnata
sul fronte della fluoroprofilassi,
dell’igiene orale, della divulgazione
di una corretta alimentazione e del
controllo delle abitudini viziate.
In realtà, le basi per un armonico
accrescimento si gettano ancora
prima, già dai primissimi giorni di
vita, educando e informando le future mamme.
Innanzitutto è di primaria importanza consigliare alle donne l’allattamento al seno; questo non solo
soddisfa requisiti nutrizionali, psicologici ed economici di comprovato vantaggio, ma aiuta il neonato a
esercitare tutta una serie di muscoli e abilità che molto pesano nello
sviluppo del cavo orale grazie alla
co-presenza di due attività fondamentali: il “suckling” (poppare) e il
“sucking” (succhiare).
Per poter spremere il latte dal ca-
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pezzolo senza perderlo dalla bocca,
deglutire e contemporaneamente
respirare il bambino contrae efficacemente i muscoli orbicolari delle
labbra e i muscoli buccinatori, innalza la mandibola e compie movimenti di protrusione e retropulsione della lingua.
Nell’allattamento artificiale, invece,
lingua e mandibola risultano dislocate posteriormente dalla tettarella,
la lingua spesso deve posizionarsi a
“chiudere” il foro per frenare la discesa a cascata del latte e l’attività
della muscolatura periorale risulta
molto scarsa perché è la conformazione della tettarella che assicura il
sigillo.
In una parola: il capezzolo si adatta
sempre alla bocca del neonato mentre nel caso del biberon è la bocca
che, comunque sia, si deve adattare
alla tettarella.
Dal momento che in questa primissima fase di crescita la volta palatina è estremamente malleabile, non
è secondario sapere che il capezzolo,
&info
ordini
premuto contro il palato dalla lingua, si allarga favorendo un modellamento a“U”, mentre la tettarella vi
imprime una forma a “V” dislocando verso l’alto il pavimento della
cavità nasale.
Naturalmente, per poter apprezzare
i suddetti benefici, l’allattamento
naturale deve protrarsi per almeno
6 mesi, come sottolinea la letteratura scientifica.
In sintesi, il bambino allattato artificialmente sarà maggiormente
esposto al rischio di sviluppare una
scorretta anatomia (palato ogivale,
mandibola retroposizionata) e/o
una scorretta funzione (deglutizione atipica, respirazione orale) con
conseguente sviluppo di malocclusioni caratterizzate da deficit trasversale del mascellare con o senza
morso crociato posteriore, openbite e II classe scheletrica.
L’allattamento al seno, specialmente se “a richiesta”, ha inoltre un effetto secondario di non trascurabile
importanza: soddisfacendo appieno l’innato bisogno di succhiare del
bambino riduce drasticamente il
rischio che questi contragga abitudini viziate.
Corso Sebastopoli, 225 - 10137 Torino
Tel.: 011 0463350 • Fax: 011 0463304 • www.tueorservizi.it
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TECNICHE DI ESTRAZIONE DENTARIA - Vol. 1
Una guida completa alle indicazioni all’estrazione dentaria, alla
valutazione del singolo caso clinico, alla scelta della tecnica più idonea
e alla gestione delle eventuali complicanze. Le diverse tecniche di
estrazione sono illustrate con filmati di casi clinici.
Indice
• Presentazione dell’opera
• Introduzione
• Indicazioni e controindicazioni
all’estrazione dentaria
• Strumentario
• Valutazione della difficoltà di
estrazione
• Tecniche di estrazione dentaria
• Tecniche di sutura ed emostasi
- Casi clinici
• Tecniche di estrazione dentaria
con gli ultrasuoni
- Casi clinici
• Protocolli di estrazione nei pazienti
in terapia con bifosfonati
- Casi clinici
• Complicanze intraoperatorie e
postoperatorie
• Guarigione dell’alveolo
postestrattivo
M. MOZZATI, L. BIANCHI, G. GALLESIO, L. MELA
90,00 euro + IVA
Anche uno svezzamento ben gestito
che eviti il passaggio del biberon e
che proponga cibi di adeguata consistenza, contribuisce a perpetuare
un buon tono muscolare e una corretta funzionalità linguale: presupposti fondamentali, come abbiamo
visto, di un buon allineamento
dentale. Attenzione, quindi, perché
troppo spesso, oggi più che mai, si
incontrano bambini che alla vigilia
della scuola elementare fanno ancora colazione con il biberon con buo-
na pace delle mamme soddisfatte
per la “comodità” della soluzione,
ma inconsapevoli di come questo
piccolo gesto quotidiano possa essere responsabile del ritardato o mancato passaggio dalla deglutizione
infantile a quella adulta.
Volendo occuparsi di prevenzione
molto precoce, però, non è sufficiente limitarsi all’occlusione; occorre
impegnarsi fin da subito anche sul
fronte della patologia cariosa.
È noto che alla nascita il cavo orale
del neonato è germ-free, ma immediatamente dopo inizia la colonizzazione a partire dalla mamma, dai
cibi (acqua, latte), dal personale che
accudisce il bambino e dall’ambiente: si parla di “batteri pionieri”. Negli ultimi anni è stato inoltre dimostrato che già prima dell’eruzione
dentale si trovano Streptococchi del
gruppo Mutans sulla linea mediana
della lingua sebbene il picco di massima colonizzazione si registri tra i
19 e i 31 mesi di vita (finestra d’infettività): è in questo periodo che vanno potenziati al massimo gli sforzi
nella prevenzione della carie in base
al principio che “quanto più precoce
è la colonizzazione tanto più alto è
il rischio di sviluppare un’elevata cariorecettività” (spesso
nonostante uno stretto controllo degli alimenti cariogeni della dieta e adeguate manovre di igiene orale!!).
Sarà pertanto fondamentale
abbattere la carica batterica
nel cavo orale della madre
(primo e privilegiato veicolo)
già in gravidanza con sedute
di igiene orale professionale e
istruzioni di igiene orale domiciliare perché, dopo la nascita, controlli accuratamente
la frequenza dell’inoculo scoraggiando abitudini comuni come quella di testare la
temperatura del latte direttamente dalla tettarella o la sapidità dei cibi dal cucchiaino,
non ultima quella di ripulire
il succhiotto dell’ignaro bebè
con una vigorosa leccata materna!
Concludendo richiamiamo quindi
l’attenzione sulla “primary-primary prevention”: missione che auspichiamo si possa efficacemente condividere in futuro con ginecologi,
ostetriche, pediatri e puericultrici
che assumono, alla luce di quanto
appena enunciato, un ruolo di fondamentale importanza per un armonico e sano accrescimento.
Federica Pescarmona
OrtHo TriBune
The World’s Orthodontic Newspaper • Italian Edition
Allegato n. 1
di Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012 - anno VIII n. 3
Marzo 2012 - anno VI n. 1
L’utilizzo del laser in ortodonzia
newS & commenti
Un riconoscimento all’ortodonzia italiana
Marco Rosa eletto presidente dell’Ase
F. Barzè, L . Savio, a. Bermond, M. Pulido
Introduzione
pagina 2
ScienZa & Storia
Zampetti e Caprioglio ricordano Hoffer
“padre nobile” dell’ortodonzia in Italia
Oscar Hoffer viene celebrato da Paolo Zampetti
e Damaso Caprioglio come fondatore, tra l’altro,
di una celebre Scuola e di un trattato (1949)
“Ortopedia dell’organo della masticazione”.
pagina 10
Intervista
al Presidente Sido
Damaso Caprioglio
Maurizio Manuelli
Ho incontrato a metà gennaio Maurizio Manuelli,
presidente Sido in carica nel 2012. Col nuovo statuto il
presidente viene eletto con 3 anni di anticipo e fa parte
stabile del Direttivo come presidente eletto per divenire presidente in carica per un anno e infine restare nel
Direttivo per altri due anni come Past President (Junior
e Senior). Durante l’intervista Manuelli ha ricordato
un particolare.
> pagina 4
In ricordo
di Ben Addiego,
maestro e pioniere
Erano gli anni ’60 quando Ben e
Antony Addiego vennero la prima
volta a Milano per tenere un corso
di ortodonzia. Alloggiarono all’hotel Duomo negli stessi giorni in cui
c’erano i Beatles che avevano in programma un concerto, l’unico forse,
che fecero in Italia. Il primo corso
di ortodonzia dei fratelli Addiego
si tenne alla Torre Velasca, nello
studio associato, tutt’ora di Franco
Poggio, già a quel tempo responsabile dell’attività ortodontica. Mi ero
interessato della parte organizzativa con entusiasmo, ma anche con
apprensione, perché dovevo tradurre due persone che parlavano un
inglese americanizzato, su un tema
allora a me completamente sconosciuto. Tutto andò bene perché i fratelli Addiego erano entrambi nati
negli Stati Uniti, ma erano figli di
immigrati italiani provenienti dalla
Lucania (da Rionero in Vulture, se
ben ricordo). Fortunatamente non
ci fu bisogno di tradurre, perché il
loro italiano, pur con l’inflessione
d’origine non solo era comprensibile ma anche un po’ divertente. Capii
subito che gli Addiego erano come
la manna dal cielo, per creare un
progresso ortodontico in un paese
in cui fino allora non si sapeva che
cosa fosse una banda e soprattutto
non esistevano centri di formazione
che, oltre alle basi culturali, insegnassero anche a muovere le mani,
per realizzare ciò che con la testa si
era pensato di fare. Non esistevano
ancora le bande preformate per i
molari: si doveva usare il nastro di
acciaio e stringerlo attorno al dente con le pinze della S.S.White i 3 e
i 4. Poi si faceva la cucitura con la
puntatrice, si tagliava l’eccedenza,
si ribatteva la coda e si ripuntava.
Pensate ai canini, con la loro forma
allungata e rotondeggiante; agli incisivi inferiori che bisognava “bandare” con unica cementazione, per
evitare che si creassero interferenze nei margini mesiodistali che ne
avrebbero impedito il corretto posizionamento.
> pagina 10
Le Radiazioni Elettromagnetiche,
RE, pluricromatiche e incoerenti
emesse dal sole (Fig. 2), così come
le RE monocromatiche, coerenti e
amplificate emesse dai laser (Fig.
3), trasportano energia alla velocità
della luce, sotto forma di pacchetti
indivisibili, detti quanti o fotoni;
questa energia elettromagnetica
non si disperde, viene assorbita
elettivamente da sostanze sensibili
dette cromofori e si trasforma in altre forme di energia. Nel nostro corpo ci sono numerosi cromofori che
reagiscono selettivamente a una
specifica RE. Le RE incoerenti del
sole inducono sui cromofori reazioni come l’aumento di produzione di
vitamina D3, fondamentale per il
metabolismo del calcio, per interazione con il 7-deidrocolesterolo presente nella cute. Un altro fenomeno
indotto dalle RE del sole, ben conosciuto fin dall’antichità è l’azione
antibatterica; la tubercolosi, prima
Fig. 1 - L’esposizione al sole dei pazienti.
dell’era degli antibiotici si curava
solo con l’esposizione al sole dei
pazienti (Fig. 1). La luce monocromatica, coerente e perfettamente
collimata emessa dal laser, concentrando selettivamente tutta l’energia che trasporta sul bersaglio, è in
grado di produrre anche reazioni
più importanti, fino all’eliminazione del cromoforo specifico.
> pagina 6
Fig. 2 - Luce incoerente, pluricromatica.
Emissione radiale a 360°.
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SABATO, 14 APRILE 2012
Verona - Palazzo della Ragione
terza PrimaVera
L’estetica del viso per un approccio multidisciplinare al benessere
8.30 Registrazione, welcome coffee
9.30 Presentazione della giornata: Dott. Ezio Costa
10.00 Un approccio creativo, psicologico e tecnologico alla riabilitazione
estetica
Prof. G. Preti, Prof. G. Gassino, moderatore Prof. A. Borracchini
www.poiesisweb.eu
La Angle Society of Europe (Ase), prestigiosa
Accademia d’ortodonzia con un centinaio di
membri, ha (per la prima volta) un presidente
italiano: Marco Rosa, eletto nel biennio 2012–13.
www.dental-tribune.com
11.30 La valenza del parodonto nell’estetica del sorriso: moda o valore
aggiunto?
Dott. Alberto Fonzar
12.15 pausa caffè
SESSIONE MEDICI
12.45 Odontoiatria estetica minimamente invasiva
nell’approccio multidisciplinare al viso
Dott. Angelo Putignano
SESSIONE ASSISTENTI
Workshop Teorico-praTico
Make-up professionale
Il viso come maggior indicatore del benessere
psico-fisico generale della persona
Dott. Filippo Ongaro
14.15 pausa pranzo
15.00 Lo studio del viso e della personalità del soggetto per un make-up
d’autore
Mo Stefano Anselmo
15.45 Possibilità e limiti del trattamento laser dei tessuti molli del viso
Dott. Matteo Tretti Clementoni
16.35 Ringiovanimento facciale minimamente invasivo: l’Oralift
Dott. Nick Mohindra
17.15 Tavola roTonda
Approccio multidisciplinare all’estetica del viso ed al benessere
della persona
8 crediti ECM per: Medici-Chirurghi, Odontoiatri, Igienisti (riservati ai primi 100 iscritti)
Info e Iscrizioni
Sponsor dell’evento
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Segreteria Organizzativa
Tel. 0583 952923 - Cell. 333 9069390
EDIL RAPID sas
Case in Legno
2
News & Commenti
Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2012
È utile o no raddrizzare i denti?
Sì, nell’ampio concetto di salute
U
n articolo
pubblicato su
un giornale
ad alta diffusione
nazionale ritiene l’ortodonzia una delle
prestazioni odontoiatriche spesso inutili:
affermazione che mi ha lasciato
perplesso e fatto riflettere. Non voglio
entrare nel merito dell’articolo, ma
comprenderne il significato di fondo,
farne tesoro. Pur accettando la scarsa
competenza di un certo giornalismo
scientifico, non tollero il termine “truffa” (“Dal test della saliva all’ortodonzia dieci prestazioni a rischio truffa”).
Seppur utilizzata solo nel titolo come
“hook” (aggancio) la traslazione è ovvia: alcuni ortodontisti imbrogliano i
loro pazienti. Importante sottolineare
la profonda etica, il valore terapeutico
e tecnologico, la preparazione che
contraddistinguono la categoria.
Le premesse da definire per affrontare razionalmente il tema della
necessità dei trattamenti ortodontici
sono numerose: il concetto di salute,
il bisogno di cura del paziente, il
trattamento estetico, il rapporto di
fiducia medico paziente, il consenso
informato (meglio “condiviso”), il
ruolo degli ordini nella salvaguardia
del cittadino. Ancora: limite e responsabilità nei trattamenti estetici
e riaffermazione del ruolo medico
LICENSING BY DENTAL TRIBUNE INTERNATIONAL
dell’odontoiatra.
Definita dall’OMS come “stato di
benessere fisico, psichico e sociale,
non semplice assenza di malattia”,
per la salute viene giustificata ogni
cura finalizzata al benessere fisico e
mentale e all’adeguamento sociale.
Il clinico, nel curare il paziente,
dovrebbe andare dunque oltre la
sofferenza e il malessere, per nutrirlo
di nuovi aspetti che lo fanno sentire
meglio. Quindi non più la storica
questione se la malocclusione sia
una patologia, ma benessere del
paziente indotto dal raddrizzamento dei denti. Se l’intervento dell’ortodontista porta emozioni positive,
maggior capacità di integrarsi e
interagire con gli altri, percezione
di miglior masticazione, basta per
ritenere “salutare” il trattamento,
importante per il paziente.
Il suo bisogno di cura stante l’intento medico di curare la patologia
rappresenta sempre un riferimento
nella pianificazione terapeutica. In
presenza di una patologia si deve curare ma anche andar oltre, “sentire”
esigenze e desideri oltre la malattia.
Il bisogno, inteso come necessità
soggettiva, si distingue in primario
e secondario: il primo viene riferito
spontaneamente dal paziente, il
motivo per cui spesso va dal dentista
(“dottore, ho i denti storti e desidero
raddrizzarli!”), l’altro è quello espres-
so dopo che ha interagito con il
medico nella prima visita. Dopo che
si è entrati con lui in un rapporto
empatico e si è in grado di leggerne
emozioni e aspirazioni. In entrambi
i casi è una manifestazione spontanea da gestire indipendentemente
dalla patologia clinica. Se, ad esempio, desidera ruotare di pochi gradi
un incisivo, lo si deve informare
dell’ininfluenza funzionale, ma il
suo desiderio merita attenzione
anche se ad altri potrebbe sembrare
un aspetto inutile.
Relativamente all’estetica, considerarla come “ciò che è bello” non
ha più ragione di essere; il modello
estetico aggiunge al bello soggettivo anche la salute, il tecnologico
e l’efficiente. Non ha più logica
Luca Levrini
Per la prima volta
La presidenza
della Angle Society
a un italiano
Marco Rosa ortodonzista della “vecchia e
gloriosa” Scuola di Cagliari
Quando si pone
sotto osservazione l’utilizzo
degli apparecchi ortodontici
Poco è stato scritto sull'uso degli apparecchi e la compliance del paziente. Per questo motivo Manish Valiathan, Assistant Professor presso la
Scuola di Ortodonzia Case Western
Reserve University of Dental Medicine, membro del Board of Orthodontics ha preso in esame con
alcuni colleghi i tipi di apparecchio
prescritti, l’uso che ne fanno i pazienti e cosa capita quando in ortodonzia non si utilizza l’apparecchio
per eseguire un lavoro.
In una prima indagine i ricercatori
hanno condotto un sondaggio di
2.000 ortodontisti scelti a caso nel
Paese per indagare quali sono gli
apparecchi che vengono prescritti.
La maggioranza (58,2%) dei 658 intervistati afferma di
optare per apparecchi mobili, circa il 40% dice di prescrivere il linguale fisso. Nota bene: la maggior parte
degli ortodontisti dice ai pazienti di portare l’apparecchio mobile a tempo pieno per i primi 9 mesi e poi parttime nei successivi, incoraggiando l’utilizzo part-time
per tutta la vita.
Secondo i ricercatori, alcune primarie situazioni specifiche si possono risolvere senza uso di apparecchi. Tuttavia sulle condizioni che richiedono un uso continuo
dell’apparecchio non sono state effettuate indagini definitive.
Un'altra ricerca si è concentrata sulla compliance del paziente. Valiathan e colleghi hanno scoperto che il 60%
proporre un trattamento estetico
solo per un bel sorriso, ma perché
gli strumenti utilizzati, tecnologicamente avanzati ed efficienti,
portano a una naturale salute e
prevenzione.
Il concetto di salute, di bisogno
personale di cura e la definizione
di estetica aiutano a comprendere
come sia possibile definire l’utilità
della cura ortodontica. La medicina
centrata sulla persona insegna che
si può vivere in modo soggettivo
l’aspetto clinico. Da parte nostra
l’obbligo dopo aver ascoltato il paziente, d’informarlo della presenza
o assenza di patologia e ininfluenza
funzionale.
dei 1.200 intervistati portava l’apparecchio per più di
10 ore al giorno nei primi tre mesi e il 69% li portava
la notte. Degli utenti interpellati
dopo un periodo variante da 19
a 24 mesi, il 19% aveva smesso di
portarlo, mentre l’81% lo aveva
ancora addosso, sebbene per una
sola notte alla settimana. Infine,
circa il 4% non lo ha mai portato.
Lo studio ha inoltre evidenziato
come età, sesso e tipo di apparecchio non incidono sulla compliance del paziente.
Una terza ricerca ha esaminato
le conseguenze dell’inutilizzo
dell’apparecchio entro le prime
quattro settimane dopo aver rimosso i dispositivi ortodontici. I ricercatori hanno misurato i denti dei pazienti prima e dopo riguardo alla
spaziatura, overbite e underbite e affollamento denti.
A trenta pazienti i dispositivi ortodontici sono stati rimossi ma gli apparecchi sono rimasti fissi ai denti per
monitorare eventuali modifiche dovute all’assenza
dell’apparecchio.
Quasi la metà dei pazienti non ha mostrato movimenti,
molti invece presentavano un assestamento positivo
anche dei molari. Per alcuni, alla fine delle quattro settimane si è reso necessario un ulteriore trattamento ortodontico. La conclusione di Valiathan è stata che sono
necessarie ulteriori indagini su un campione di popolazione più ampio.
Marco Rosa è
stato nominato presidente
della
Angle
Society
of
Europe (Ase)
per il biennio
2012–2013. Tra
le più prestigiose accademie internazionali di ortodonzia la Angle
Society of Europe conta circa 100
membri. Tra questi molti professori
universitari ed eccellenti liberi professionisti specialisti in ortodonzia.
Per la prima volta la presidenza viene data a un italiano. Marco Rosa
specializzato a Cagliari a cavallo
degli anni 80/90 è stato professore
a contratto a Parma fino al 2004 e
attualmente insegna all’Università
dell’Insubria. Libero professionista
a Trento, past President e fondatore dell’Asio, membro attivo delle
maggiori Associazioni scientifiche
internazionali, relatore in congressi
mondiali e autore di pubblicazioni
su riviste di grande valore scientifico, viene considerato oggi uno dei
migliori esperti di ortodonzia intercettiva. A nome di tutta la redazione di Ortho Tribune le felicitazioni
per la meritata presidenza, che viene a premiare una lunga dedizione
all’ortodonzia, con spirito di sacrificio e impegno ma al tempo stesso,
con semplicità e umiltà, una presidenza che onora l’ortodonzia italiana e gli appartenenti alla “vecchia e
gloriosa” Scuola di Cagliari che ha
aiutato i suoi esponenti a crescere in
scienza e umanità.
Damaso Caprioglio
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Anno VIII Numero 3, Marzo 2012
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Scienza & Attualità
Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Movimento dentale:
scienza della salute o eccessiva cosmetica?
R. Wijey
web article
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Il movimento dei denti tramite bracket è stato per lungo tempo considerato essere una cura permanente
in caso di denti affollati. Però, ora
sappiamo che questo approccio tradizionale non è nè permanente né
una cura. La letteratura accetta che
il solo modo per assicurare un allineamento soddisfacente è tramite
l’uso di una ritenzione fissa o mobile per tutta la vita1. L’ortodonzia ha
quindi provato la sua affidabilità in
questi interventi.
Quando ci siamo laureati e siamo
diventati dentisti o specialisti, ci
siamo tutti
implicitamente legati a onorare
la
fiducia
riposta in
noi
come
professionisti medici.
Però, l’ortodonzia tradizionale può
causare riassorbimento radicolare
o danni allo smalto, esacerbando la
malattia parodontale, aumentando
la possibilità di carie e devitalizzando i denti2. Dopo di che, inizia
la necessità della manutenzione dei
ritentori permanenti per tutta la
vita, a carico sia del paziente sia del
professionista.
Nonostante il nostro stato di professionisti medici, la professione ortodontica si è allontanata dall’essere
una scienza della salute e si è spostata verso il reame della cosmesi.
dietro alle estrazioni di premolari
si basano sll’affermazione di P.R.
Begg nel 1954 che la bassa incidenza di malocclusione nelle dentizioni primitive era dovuta a diete con
alimenti granulosi che causavano
attrito; Begg ha quindi suggerito
che questo portava a un’ampiezza
premolare in ogni quadrante4 .
La ricerca di Begg è stata ampiamente confutata in letteratura5, se non
altro perché la sua teoria contraddiceva i risultati: l’affollamento e l’attrito aumentavano con l’età.
Estrazioni dei premolari
Le estrazioni portano alla
stabilità?
Non c’è migliore esempio della prevalenza delle estrazioni di premolari negli studi privati. I dati epidemiologici sono scarsi ma, secondo
la più recente indagine condotta
in studi privati americani, dal 25
all’85% dei nostri bambini hanno
denti sani che sono stati estratti in
nome dell’ortodonzia3.
La giustificazione e il razionale
Le estrazioni dei premolari portano
a una maggiore stabilità? No. Lo studio definitivo di R.M. Little del 1981
ha rilevato un allineamento mandibolare anteriore soddisfacente in
meno del 30% dei casi di estrazioni a
10 anni post-ritenzione6, e in meno
del 10% dei casi a 20 anni post-ritenzione7. Molti altri studi hanno confermato questa conclusione.
Nonostante gli igienisti, i dentisti e
tutti gli altri specialisti si sforzino
per preservare i denti, questo principio sembra essere fuori dalla sfera
del pensiero della professione ortodontica.
Quali sono le cause della
malocclusione?
Ogni qualvolta vi sia una lotta tra il
muscolo e l’osso, l’osso “cede”, così
scrisse T.M. Graber nel suo manifesto seminale del 1963 sull’influenza
dei muscoli, sulla malformazione
e la malocclusione8. Nella loro revisione sull’influenza dei muscoli
mandibolari, Pepicelli et al (2005)
hanno confermato ciò, asserendo
che è “ben accettato” che la posizione e la funzione dei muscoli facciali
e mandibolari rappresentino “influenze critiche” sull’allineamento
e la stabilità9.
Il peso della letteratura si basa sul
fatto che la funzione muscolare e
la postura (il modo in cui i pazienti
deglutiscono e posizionano la loro
Rimuginando sulla verità
Fattori genetici
Lauc et al. (2003) affermano che i fattori genetici hanno un ruolo significativo nella malocclusione, citando un numero di studi su gemelli.
Però, le correlazioni genetiche tra fratelli sono
intrinsecamente fallaci in quanto non considerano l’influenza di movimenti condivisi, che
Garn et al. (1979) hanno definito come “effetto
co-abitazionale”.
Nonostante ciò, alcuni tratti sembrano essere
caratteristici tra membri della stessa famiglia, e
una possibile spiegazione è che tutti gli animali sembrano ereditare alcune funzioni muscolari. Wiley (1962) descrive il particolare rituale
di accoppiamento dello spinarello, affermando
“la struttura e la sequenza di questi movimenti
sono una parte del make-up genetico del pesce
e della forma del suo corpo”.
Gli studi epidemiologici sulla malocclusione dimostrano che questa non segue le leggi
di Mendel dell’ereditarietà. Mew (1986) cita
l’esempio dell’anemia falciforme, che fornisce
una sorta di immunità alla malaria. È diventata
endemica in popolazioni dove è un vantaggio
per la sopravvivenza, e mostra una progressiva
diffusione familiare e geografica.
La malocclusione, però, non ha mostrato alcun
tipo di diffusione progressiva, con ogni permutazione trovata in ogni angolo del globo. Una
modifica evoluzionaria di questa grandezza
Rohan Wijey vive e lavora in Australia, sulla Gold
Coast. Esercita nella sezione clinica della Myofunctional Research Company,
MRC Clinics, e insegna a
dentisti e ortodontisti di
tutto il mondo sul tema
dell’intervento precoce e
dei dispositivi ortodontici
miofunzionali.
lingua), rappresentano la causa più
significativa della malocclusione10.
È ora di cambiare?
Nei suoi 100 anni di storia, la tradizione ortodontica si è evoluta grazie
a grandi menti, come Angle, Frankel, Graber, Rickets, Garliner e Little.
Però, se aspiriamo a essere considerati una professione medica scientifica, l’ortodonzia deve continuare
a evolvere con la ricerca. Questo
significa un ri-orientamento verso
un più evidente approccio basato
sull’evidenza e orientato alla salute.
Continueremo ad accettare rilasci
o ritenzioni fino alla morte del paziente o dell’ortodontista? La scienza è questo:
La causa è la funzione muscolare e
la soluzione è l’ortodonzia miofunzionale.
Questo articolo è stato pubblicato in Ortho
Tribune Vol. 6 No. 3, giugno 2011.
La bibliografia è disponibile presso l’Editore.
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R. Wijey
Il dibattito sulle cause della malocclusione è in
auge fin dalla nascita della scienza ortodontica,
ma la risposta è stata trovata? Nella tradizione
ortodontica, sono diversi i fattori di cui si è valutata l’influenza sulle determinanti ambientali e genetiche della malocclusione. Vi è un
consenso comune sul fatto che la posizione dei
denti sia maggiormente influenzata dal punto
di vista ambientale e che lo sviluppo scheletrico lo sia dal punto di vista genetico.
3
richiederebbe anche milioni di anni, non una
sola generazione e, inoltre, quale vantaggio
genetico avrebbe la malocclusione perché si
concretizzi questa supposta modifica evoluzionaria? Certamente, vi è una qualità di irrazionalità al modello genetico per l’eziologia della
malocclusione, ma qual è la risposta?
Fattori ambientali
L’evidenza delle cause ambientali è formidabile.
Weiland et al. (1997) hanno confrontato i crani
di maschi austriaci del 19° secolo con quelli di
loro contemporanei, trovando che la modifica
nella dieta portava a mostrare livelli di malocclusione significativamente superiori.
Corruccini e Lee (1984) hanno riportato che la
malocclusione era significativamente peggiore
nei bambini cinesi in U.K. rispetto ai genitori
immigranti cresciuti in aree meno sviluppate.
Dato che i fattori genetici erano invariati, la
malocclusione della prole è stata attribuita alla
dieta, alla perdita prematura dei denti decidui
a causa di carie e respirazione orale.
Corruccini e Beecher (1981, 1983, 1984) hanno
anche dimostrato che la dieta con alimenti
morbidi aumenta significativamente le malocclusioni dentali e scheletriche in topi, macachi
e primati. Questo è dovuto soprattutto a una
minor tonicità dei muscoli della masticazione,
con il risultato di un’iperattività compensatoria dei muscoli dell’espressione facciale.
Probabilmente i più significativi sono stati gli
esperimenti di Harvold sui primate in cui la
respirazione orale indotta ha causato una serie
di malocclusioni e tutte includevano un’aumentata altezza facciale, uno spazio mandibolare più pronunciato e un angolo mandibolare
più ampio: in breve, discrepanze scheletriche
e dentali. La conclusione di Harvold era che la
respirazione orale era il fattore scatenante, ma
è un “reclutamento muscolare deviante” che
causa direttamente uno sviluppo anomalo.
Il peso dell’evidenza, sia che appartenga alla
scuola genetica o ambientale, sembra portare
al fatto che la disfunzione muscolare sia la causa della malocclusione. Il tipo e il valore nutrizionale della dieta hanno dimostrato di avere
un impatto sulla tonicità dei muscoli facciali,
la respirazione orale causa un “reclutamento
muscolare deviante” e anche dal punto di vista
genetico, il regno animale mostra una marcata tendenza all’ereditarietà della funzione (disfunzione) muscolare.
L’influente manifesto di P.R. Begg del 1954 affermava che una mancanza di alimenti duri
nelle diete moderne porta a una minor usura
interprossimale e di conseguenza a un maggior affollamento.
Sebbene Begg credesse che il fattore ambientale causasse affollamento dentale, la sua teoria si
basava sulla convinzione che la
forma scheletrica venga ereditata e non sia modificabile. Corruccini (1990), però, screditò la sua
ricerca e riconobbe che le cifre
di Begg rendono questa teoria
ridondante in quanto l’affollamento e l’attrito aumentano con
l’età. Nonostante non siano state
considerate, le affermazioni di
Begg servono ancora come razionale e giustificazione per gli
ortodontisti di oggi per accorciare le arcate dentarie mediante estrazioni. Il profilo di questa
ragazza di 13 anni (Fig. 1) mostra
una mandibola gravemente
sottosviluppata, con un conseguente overbite. La fatica dei
muscoli mentali mostra anche
una “deglutizione inversa” con
attività mentale, che è la causa della malocclusione scheletrica. Dopo sei mesi di applicazione
di un dispositivo miofunzionale di una terapia
miofunzionale, l’allentamento della tensione
muscolare ha permesso alla mandibola di traslare anteriormente, con un apparentemente
spontaneo allineamento inferiore come conseguenza positiva (Fig. 2).
Nonostante l’evidenza, l’industria sostiene il
concetto delle cause muscolari della malocclusione a lunghezza di braccio perché quando viene riconosciuto, allora vi è l’imperativo morale
che i grossi cambiamenti siano improrogabili.
Quel momento è ora.
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4
L‘Intervista
Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Intervista a vasto raggio a Maurizio Manuelli
Presidente della Sido in carica per il 2012
<< pagina 1
Quasi 30 anni fa tenne una conferenza a un congresso Sioi, lui neofita
e io chairman. Alla fine mi complimentai con lui con l’uditorio dicendo: “È nata una stella!”. Fui un buon
talent scout perché sarà certamente
un ottimo presidente.
Sei stato eletto Presidente
tre anni fa. Cosa significa
attendere tanto per la
presidenza attiva? Come
giudichi la nuova impostazione
del Direttivo Sido?
Si è resa necessaria innanzitutto per
la dimensione della società; prima, il
lo è ottima, è la prima volta che la
nostra società organizza un incontro
all’estero. Il Moip e la Feo partecipano anch’esse al Congresso e molte
società di area francofona hanno annullato i loro incontri per confluire a
Montecarlo. I temi sono il Cone Beam,
la terapia linguale e intercettiva. Il
primo è il tema scelto dalla Società
francese che organizzerà anche un
pre-corso. L’argomento di Sido sarà
la tecnica linguale. Il pre-corso sarà
tenuto da G. Scuzzo e da D. Fillion.
Una sezione del Convegno sarà dedicata alla tecnica linguale con esperti
italiani e francesi. La Feo e il Moip con
la Sido hanno scelto come proposta i
limiti della terapia intercettiva in
sarà un confronto fra tecniche ortodontiche fisse. Ho quindi invitato società affini a partecipare ai lavori. Da
un censimento delle Società vedremo
quali siano attive. In taluni casi, si è
ecceduto nel crearsi un orticello dove
cantarsela e suonarsela.
cialisti. Quindi l’obiettivo è indicare
ai giovani una strada verso l’eccellenza. Al di là di low cost e altre organizzazioni di vario tipo, l’eccellenza
sia da perseguire. Lottiamo per far
conoscere la Sido, spiegare chi siamo
e cosa facciamo.
Quali i temi, quali i relatori al
XXIV Congresso di Firenze, dal
10 al 13 di ottobre? Quali altre
Società come tecnici, igienisti,
assistenti sono state invitate?
Con quali obiettivi e relazioni?
Come aiutare gli specializzandi,
i giovanissimi specialisti, ad
aver fiducia e iniziare una vera
libera professione con propri
studi fissi e non costretti a
essere per sempre freelance?
Sto lavorando per realizzare l’evento
ortodontico di maggior impatto mai
organizzato nel Paese. Scherzo se
dico che non ho invitato Tweed, Begg,
Stiamo pensando a un progetto giovani durante il Congresso, che dovrebbe dilatarsi per più anni. È ovvio
che la formazione di base deve essere
fatta nelle scuole di specialità. Stiamo valutando l’idea migliore (tutor
sul territorio, corsi provinciali ecc.),
per una fidelizzazione del cliente. Le
ditte sono disponibili, si tratta di scegliere la formula migliore. Sul futuro
della professione andiamo verso lo
studio associato: lo schema del libero
professionista solo contro tutti finirà.
L’ortodontista fa molta fatica ad aver
soci perché libero professionista ed è
italiano. Si dice sempre infatti che di
2 soci uno è troppo! Ognuno è convinto di essere il più grande ortodontista vivente e questo, in una società,
potrebbe crear problemi. Ma costi e
pastoie burocratiche sono sempre
più gravose, da soli è dura. Sto anche
avviando accordi con banche e assicurazioni per offrire ai soci le migliori condizioni possibili.
Quanto spazio intendi dare e
quali futuri rapporti e supporti
conferire all’IBO (Italian Board
of Orthodontics)?
Presidente eletto doveva precipitarsi a prenotare la sede, che risultava
sempre già occupata. Lavorando in
anticipo si può ottenere un prezzo
migliore. Inoltre l’impegno del Presidente ora è limitato a un anno, ma
già così sembra una montagna da
scalare.
Quale sarà il “leitmotiv” della
tua Presidenza?
Organizzare eventi importanti, avvicinarmi il più possibile al socio e fargli capire che la società esiste e lavora
solo per lui.
Ad Aprile, dal 27 al 30, hai
organizzato lo Spring Meeting
Sido a Montecarlo in “liaison”
con la Societè Française. Perché
questa scelta? Quali i temi
affrontati, quali i relatori?
Si cerca una soluzione ideale per il
meeting primaverile. Fermo restando il convegno annuale, abbiamo
testato varie formule; le presidenze
precedenti (De Nuccio, Savastano,
Chimenti) hanno provato vari schemi. Avevamo un accordo con la Società francese per un incontro insieme
dopo Venezia. La scelta di Montecar-
senso antero-posteriore, verticale e
trasversale. Gli oratori scelti da Sido
saranno J.J. Aknin, U. Hägg, A. Darendilarer e P. Cozza. Nella sezione Feo e
Moip altri relatori di alto livello.
Quali gli incontri regionali nel
2012 e quali argomenti?
Li sospendiamo momentaneamente
poiché abbiamo altri progetti. Abbiamo pensato di realizzare protocolli
d’intesa con varie società mediche:
con la Sip (Società Italiana di Pediatria), stiamo per firmare un accordo
di formazione reciproca per 3 anni.
Poi cercheremo accordi con pediatri
di base, gli Orl, logopedisti, ecc.
Vi sono 15-16 società
“supersettoriali” nella
Sido: dall’ortodonzia
intercettiva sino a quella pre e
postchirurgica. Non si creano
così piccole ma agguerrite
lobbies interne?
Le Società nascono, con la gestione
Ronchin, come trasformazione dei
gruppi di studio. Uno sforzo, a mio
avviso, non felice. Se molte Società
sono attive, di altre si conosce il nome
e poco altro. L’argomento di Firenze
Roth solo perché non sono più tra
noi. Ma tutti gli altri ci saranno. Sarà
un confronto fra tecniche ortodontiche e filosofie esistenti al mondo. Una
parte sarà dedicata ai progetti futuri
più o meno imminenti. Abbiamo previsto uno spazio per tecnici, igienisti
e Aso e organizzato programmi con
l’accordo delle varie organizzazioni.
Una domanda mi sta molto
a cuore: quali rapporti pensi
di avere con l’Asio? Come
diffondere nei media la figura
dello specialista? (la Sido
consente di investire fino
al 3%, max centomila euro,
per l’immagine). A fronte di
campagne low cost indegne
non è opportuno diffondere
l’importanza dell’ortodonzia e
degli specialisti?
Socio Asio, ho lavorato perché Asio e
Sido si unissero per presentare la candidatura italiana al Congresso Mondiale 2020. L’Asio ha siglato una joint
venture con l’Accademia, di cui ho
cercato, invano, di farmi dare il testo
scritto. Un tale accordo vorrei fosse
siglato con Sido. Non è più possibile
fare “carriera” in Sido se non si è spe-
L’IBO è nella Sido, ma vorrei mantenesse autonomia. Ho un rapporto
continuo con il Presidente IBO 2012,
Redento Peretta, per un’azione comune. Vorrei che il socio giovane si specializzasse, facesse il “model display”
e poi l’IBO (prima possibile per rimanere giovani e attivi).
Quali programmi intendi
sviluppare con Eos (European
Orthodontic Society) e con
l’Aaos (America Orthodontic
Society)?
Un nostro socio F. Miotti, è stata eletta Presidente Eos nel 2015. Da sempre
i nostri rapporti con la Società sono
intensi: in passato, quando il presidente Eos era italiano la Sido ha sempre unito il convegno primaverile al
Congresso Eos (vedi Sorrento 2002).
Con l’Aao i rapporti sono molto buoni: il numero di speaker italiani in
questa fondamentale manifestazione è aumentato, segno dell’alto livello
raggiunto dall’ortodonzia italiana.
Come Past President Sioi e
fondatore della rivista sono
fiero che l’European Journal
of Paediatric Dentistry
abbia ottenuto a giugno
2011 l’Impact Factor come
Maurizio Manuelli
prima e unica rivista italiana.
Come intendi procedere con
Progress in Orthodontics per
ottenerlo pure voi? Il costo è
proporzionato? (sembra tre
volte più della nostra rivista).
Durante la presidenza Sfondrini,
dopo anni, siamo riusciti a fare entrare nell’Index, Progress in Orthodontics. Unitamente alla casa editrice Elsevier seguiamo un percorso per
ottenere nei prossimi anni l’Impact
Factor. Mi informerò sulla reale proporzione di costo tra le due riviste e
del sistema di spedizione di Elsevier.
Quali rapporti con l’Accademia
Italiana di Ortodonzia? Il terzo
congresso mondiale WIOC
a Verona ne ha sottolineato
la validità e stima in ambito
mondiale. Non è opportuno
pensare a una sinergia fra le
forze ortodontiche in vista delle
difficoltà economiche e sociali
e per ottenere nel 2020, Sido
e Asio insieme, il Congresso
Mondiale WFO (Federazione
Mondiale Specialisti in
Ortodonzia) in Italia?
Quanto all’Accademia Italiana di Ortodonzia ho invitato come speaker la
Presidente 2012 Ute Schneider-Moser.
La sinergia per il 2020 esiste con Asio
poichè Asio e Sido sono le due Società iscritte alla WFO. Sinceramente
l’Accademia è nata dal desiderio di
alcuni professionisti di uscire dalla
Sido, dove non si ritrovavano più e
crearsi un propria Società per puntare “all’eccellenza”. Non ho mai capito
questa divisione considerando che
entrambe puntano allo stesso obiettivo. Vedremo in futuro.
Come intendi proseguire
o modificare il bellissimo
programma Sido “Aprite i Vostri
Cuori!”?
Il nostro progetto di solidarietà si è
trasformato in un programma consolidato grazie all’avveduta gestione del prof. Gandolfini. L’iniziativa
“adotta un sorriso” ha un grande successo e sempre più colleghi aderiscono al progetto che segue lo schema
americano: “dona un sorriso” alla
società. Stiamo pensando ad altre
iniziative poiché in un momento in
cui la criticità si fa pressante anche
noi dobbiamo fare la nostra parte e
tendere una mano alle fasce meno
fortunate.
Quale messaggio daresti ai
giovani Sido?
L’ortodontista è il più bel mestiere del
mondo. Quindi auspico che i giovani
possano capirlo, al di là di tutte le
problematiche organizzative, economiche, logistiche e burocratiche
che tendono a ridurre il piacere che
dà questo mestiere. Il mio messaggio
è quindi “Dateci dentro ragazzi. Non
stancatevi”.
Damaso Caprioglio
Il Consulente
Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Tutte le novità sull’utilizzo
del denaro contante (o assimilato)
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In anni recenti, il Governo è intervenuto a più riprese per individuare dei
limiti all’utilizzo di denaro contante e
di libretti bancari e postali al portatore e altri titoli al portatore (es. assegni
trasferibili). Col cd. “Decreto Salva Italia” (Legislativo n. 201 del 6 dicembre
2011, convertito in Legge 214 del 22
dicembre), il Governo ha apportato
modifiche restrittive. Per la professione odontoiatrica, le conseguenze
riguardano i rapporti coi fornitori e
collaboratori e coi pazienti. Vediamo.
In sintesi, la legge dispone il divieto di
trasferire contanti (e, come detto, libretti e titoli al portatore) per importi
pari o superiori a € 1.000,00. Per gli
importi superiori ai € 999,99, bisognerà quindi comportarsi come spiegato nel box. La violazione del limite
verrà punita con una sanzione amministrativa tra l’1% e il 40% dell’importo, con un minimo di € 3.000,00,
aumentato al 5% per i trasferimenti
superiori ai € 50.000,00. Benché le
limitazioni citate siano formalmente
in vigore dalla data di pubblicazione
sulla GU, le violazioni, sanzionate dal
febbraio 2012, colpiscono sia chi effettua il pagamento sia chi lo riceve.
Il divieto di utilizzo dei contanti e dei
titoli al portatore riguarda il “valore
oggetto del trasferimento” riferito
all’intera operazione non a ciascun
singolo trasferimento di denaro. Sono
quindi vietati i pagamenti, anche inferiori a mille euro “artificiosamente frazionati”. Questo chiarimento
consente di ricevere ed effettuare
pagamenti frazionati in maniera non
artificiosa, ovvero perché espressione della libertà contrattuale (es. per
acquisti a rate) o derivanti dalla consuetudine. Di seguito ecco tre esempi
tipici di situazioni in cui il pagamento
di un importo complessivo superiore
alla soglia non è artificiosamente frazionato e si può corrispondere attraverso molteplici pagamenti, ciascuno
inferiore a mille euro. Per molti odontoiatri è abituale ricevere una somma
a titolo di acconto e successivamente
ulteriori acconti ad avanzamento del
trattamento. Pertanto sarà legittimo
incassare per contanti i pagamenti
per una prestazione che superi complessivamente la soglia, se vengono
corrisposti in versamenti separati
di valore inferiore a mille euro e con
una ripartizione temporale ragionevole, preferibilmente in corrispondenza delle visite in studio (meglio
ancora in presenza di un preventivo
che riporti le modalità di pagamento
pattuite). In maniera analoga, si può
pagare una singola fattura di un fornitore di importo superiore alla soglia, con dei pagamenti in contanti distinti nel tempo (es. a 30 e a 60 giorni)
purché ciascun pagamento sia inferiore ai mille euro e ci sia un espresso
accordo in merito (per esempio, con
l’indicazione in fattura dei termini di
pagamento o la sottoscrizione di un
contratto). Infine, la Fondazione Studi
ritiene che si possa anche pagare in contanti
lo stipendio ai collaboratori e ai dipendenti,
purché sia sottoscritto un accordo e avendo
cura di indicare nel cedolino che si tratta di
un acconto (o meglio, di istruire in merito il
consulente del lavoro). Poiché la norma è stata modificata ripetutamente ed è risultata a
volte di difficile interpretazione, si suggerisce
di non dare per scontato che una condotta accettabile in passato sia ancora consentita e di
rivolgersi al proprio consulente per gli opportuni chiarimenti.
-
-
-
alessandro Lanteri, commercialista
Come comportarsi
Denaro contante: per gli importi superiori a € 1.000,00 sarà
obbligatorio utilizzare i servizi degli intermediari finanziari
autorizzati (ovvero le banche e le Poste Italiane) o sistemi di
moneta elettronica.
Assegni bancari e postali: sarà obbligatorio indicare il nome o
la ragione sociale del beneficiario e riportare la dicitura “non
trasferibile”. Gli intermediari finanziari rilasciano già assegni
che riportano la clausola di non trasferibilità. Tuttavia, si può
richiedere per iscritto di ottenere assegni in forma libera, pagando un’imposta di bollo di € 1,50 cad.
Assegni circolari, vaglia cambiari e postali: vengono emessi con
la clausola di non trasferibilità. Tuttavia, si può chiedere per
iscritto che vengano emessi in forma libera, se sono di importo
inferiore a € 1.000,00.
Libretti bancari e postali al portatore: sarà obbligatorio ridurne
il saldo a una somma inferiore a € 1.000,00, oppure estinguerli.
Maestro 3D ORTHO System
Soluzioni innovative per applicazioni dentali
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Pratica & Clinica
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L’utilizzo del laser in ortodonzia
F. Barzè, L . Savio, A. Bermond, M. Pulido
<< pagina 1
Negli anni ’60 del secolo scorso Maiman ha
finalmente portato a termine il progetto del
laser che Einstein aveva teorizzato nel lontano
1916: un apparecchio in grado di selezionare
RE pure, monocromatiche, dotate di una singola lunghezza d’onda, di amplificarle attraverso l’emissione stimolata di fotoni coerenti
in fase tra di loro, di estrarle con una direzione
precisa, perfettamente collimate e di trasportar-le fino agli elementi bersaglio (Fig. 3).
Fig. 3 - Luce monocromatica, coerente. Emissione
modulata e collimata.
L’utilizzo del laser in medicina è stato suggerito da una ponderosa letteratura che si è
occupata della relazione tra la luce e il regno
vegetale e animale e dalla possibilità di scegliere laser capaci di selezionare una luce di
lunghezza d’onda e frequenza specifica, che
riconosce un bersaglio preciso, per avere il
massimo controllo degli effetti biologici che
induce.
Laser per odontoiatria
I laser che trovano applicazione in odontoiatria appartengono alla banda degli Infrarossi:
Diodi (808-980nm) e ER:YAG (1064 nm) emettono Infrarossi IR near, vicini alla luce rossa visibile (720 nm), per i tessuti molli della bocca.
ER:YAG (2.940 nm) emette IR far, per i tessuti
duri della bocca.
Grazie all’avvento di laser a diodi di piccole dimensioni (Figg. 4, 5) e a un costo relativamente
ridotto, questa tecnologia si sta facendo strada
anche in odontoiatria. Gli scettici e gli oppositori del laser sono ancora numerosi, tuttavia il
processo di diffusione è irreversibile, conside-
sutura e terapie farmacologiche di supporto,
che garantisce una guarigione per seconda intenzione, rapida, senza dolore e senza esiti cicatriziali, non potrà che essere apprezzato dai
pazienti e tenuto nella giusta considerazione
dall’operatore.
I laser a diodi emettono radiazioni infrarosse
IR che riconoscono elettivamente come cromofori: l’emoglobina e i pigmenti esogeni ed
endogeni di cui il principale è la melanina.
L’azione sul cromoforo emoglobina, nelle due
forme ossigenata e non, ci spiega il controllo
sul sanguinamento, che avviene sot-to forma
di una trombizzazione dei vasi di piccolo calibro; perciò il diodo viene impiegato efficacemente anche in flebologia.
L’azione sulla melanina ha esteso l’uso del
diodo anche nei trattamenti estetici per l’eliminazione di macchie solari della cute e la depilazione definitiva.
Secondo la potenza in Watt della macchina distinguiamo:
- diodi a bassa potenza: emettono IR di pochi mW, inducono reazioni biochimiche
sui cromofori sensibili. Sono essenzialmente terapeutici, biostimolanti; sono gli
apparecchi che ci consentono di prati-care
la LLLT (Low Level Laser Therapy).
- diodi ad alta potenza: emettono radiazioni
dotate di un’energia in grado di eliminare selettivamente il cromoforo specifico.
Gli IR ad alta potenza inducono, sugli atomi sensibili, aumento di energia cinetica.
L’effetto chirurgico è essenzialmente un
fenomeno foto termico e l’eliminazione
del tessuto trattato avviene per vaporizzazione dell’acqua, le cui molecole vengono
coinvolte per attrito e urti nei movimenti vibrorotazionali degli atomi eccitati. La
cessione di energia tra atomi e molecole e
l’aumento di temperatura all’interno del
tessuto avviene per conduzione, in tempi
di femto secondi 10 -15s.
In commercio sono reperibili diodi che emettono IR di varie lunghezza d’onda: 808, 810, 915,
940, 980 nm. La profondità dell’azione chirurgica, sostenuta dall’alta potenza, aumenta
progressivamente con la lunghezza d’onda: si
passa dai 2 mm del 808-810 ai 6 mm del 980.
Anche i diodi chirurgici, impostati alle potenze più basse, svolgono in profondità un’azione
antalgica, antinfiammatoria e biostimolante
su recettori specifici. La HLLT (High Level Laser
Therapy) è una forma di trattamento terapeutico relativamente recente
che si propone di ridurre i
tempi della LLLT usando potenze di alcuni Watt per 1-2
minuti, applicate con manipoli decentrati.
Si conoscono più di 500 cromofori presenti nel nostro
corpo, però è sufficiente tenere conto delle reazioni alla
luce dei più importanti per
elaborare le strategie terapeutiche sorprendenti che ci
Fig. 4 - Laser a diodi di ultima generazione.
rati i profondi cambiamenti che questa tecnologia ha provocato in altre branche mediche,
in primis l’oculistica.
Uno strumento come il laser a diodi, che
ha un’azione chirurgica poco invasiva, che
garantisce un ottimo controllo del sanguinamento, che contemporaneamente svolge
un’efficace azione decontaminante del campo
operatorio, che consente di evitare punti di
Fig. 5 - Dimensione della camera di amplificazione
di un diodo.
permette il laser.
Se osserviamo il diagramma di assorbimento
delle RE da parte dei principali cromofori: proteine, emoglobina, melanina e acqua (Fig. 6)
vediamo che a livello delle lunghezze d’onda
delle radiazioni emesse dai diodi (800-1000
nm) c’è una scarsa affinità per l’acqua.
Fig. 6 - Curva di assorbimento per acqua, emoglobina, proteine e melanina.
Questo significa che le RE non vengono assorbite completamente, non esauriscono la loro
azione su questo cromoforo, di cui sono ricchissimi i tessuti superficiali, ma arrivano più
in profondità a interagire con i cromofori specifici: melanina ed emoglobina per il fenomeno prevalente della dispersione o scattering.
Oltre i 1.100 nm il fenomeno di scattering si
attenua perché diventa prevalente l’affinità
dell’acqua e già a 1.500 nm tutto il fascio di luce
viene assorbito da questo cromoforo; infatti la
profondità d’azione del laser ER:YAG 2.940 nm
è di pochi micron.
Elencando i diversi tipi di diodi abbiamo riportato le profondità dell’azione chirurgica di ciascun diodo o lunghezza di estinzione (L) della
rispettiva RE emessa. Secondo la legge di Lambert e Beer la profondità di estinzione di una
luce è quella in cui la sua intensità diminuisce
di un fattore e=1/1,27 per assorbimento. Per cui
L=1/1,27=1/µa dove µa rappresenta il coefficiente di assorbimento, che esprime la probabilità
che i fotoni vengano assorbiti, durante il loro
percorso all’interno di un tessuto specifico. Per
le lunghezze d’onda della luce emessa dai diodi il calcolo si complica perché il fascio di luce
coerente non viene assorbito completamente,
per la maggior parte viene respinto, disperso
da atomi che non vibrano in sintonia: subisce il
fenomeno dello scattering per cui l’equazione
diventa L=1/µa+µs, dove µs rappresenta il coefficiente di dispersione o scattering. Alla fine
si ottiene una lunghezza di estinzione efficace:
Le=1/µe dove µe=µa+µs rappresenta il coefficiente di assorbimento efficace. Il fenomeno
dello scattering, per queste lunghezze d’onda,
interessa il 75% della RE incidente e porta l’azione terapeutica e chirurgica dei diodi molto al
di là del punto di estinzione della luce per il
solo fenomeno di assorbimento; in tutti i casi
la profondità dell’azione chirurgica viene calcolata nel rispetto di precise leggi e calcoli matematici.
Non spetta al clinico eseguire questi calcoli,
l’industria ci fornisce apparecchi corredati di
protocolli precisi, che ci permettono di usufruire di ricerche e sperimentazioni cliniche approfondite, però è importante conoscere i principi che regolano il funzionamento del laser e
come agisce l’energia che applichiamo.
Il laser ci offre altre possibilità, la scelta della
modalità di applicazione della luce: in modo
continuo o frazionato in più impulsi. Se applichiamo la luce in modo continuo (CW) sarà
sufficiente impostare sulla macchina la poten-
za in Watt. Con la seconda modalità dovremo
impostare anche la frequenza Hz di ripetizione dell’impulso e la percentuale di ON-OFF
o di Duty, ossia di emissione o interruzione
dell’emissione della luce. Possiamo così interporre tra un impulso e l’altro un intervallo
durante il quale i tessuti adiacenti all’area di
ablazione possono recuperare la temperatura
fisiologica per un’azione chirurgica ancor meno
aggressiva. La chirurgia laser sui tessuti molli della bocca è piuttosto semplice, si effettua
prevalentemente con la modalità a contatto in
CW utilizzando fibre di diametro 200, 300, 400
µm. La foto (Fig. 7) mostra l’impostazione dei
parametri di un diodo a luce continua: si imposta la potenza in Watt. La durata del tempo di
lavoro la impostiamo se abbiamo necessità di
rispettare protocolli rigidi; l’apparecchio smette di emettere luce al raggiungimento del tempo prestabilito. Le foto successive (Figg. 8, 9)
mostrano i parametri che si impostano con la
luce frazionata: potenza (W), frequenza di impulso (Hz) e Duty o On-Off, ossia la percentuale
di emissione della luce nell’unità di tempo.
>> pagina 7
Fig. 7 - Parametri della luce continua CW, è sufficiente impostare la potenza in Watt.
Figg. 8-9 - I parametri che si impostano con la luce
frazionata: potenza (W), frequenza di impulso
(Hz) e Duty o On-Off, ossia la percentuale di emissione della luce nell’unità di tempo.
Pratica & Clinica
Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2012
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Alla luce di quanto abbiamo visto fin qui possiamo riassumere le prerogative vincenti del
laser a diodo:
- Profondità di azione chirurgica predicibile, da calcoli matematici e leggi precise.
- Microinvasività per specificità di azione
sul cromoforo.
- Controllo efficace del sanguinamento grazie alla sensibilità dell’emoglobina agli IR
near.
- Decontaminazione delle aree trattate.
- Controllo del dolore a livello centrale per
stimolo alla produzione di endorfine che
bloccano la trasmissione del dolore a livello pre- e post-sinaptico.
- Controllo del dolore a livello delle terminazioni periferiche per blocco sinaptico da iperpolariz-zazione della membrana cellulare.
- Minor tensione sui margini della ferita per
aumento dell’efficienza del microcircolo
linfatico.
- Effetti antinfiammatorio e biostimolante
per una guarigione rapida e senza cicatrici.
Fig. 10 - Rappresentazione schematica dell’azione
del laser (da Miserendino: Laser in dentistry).
Nella Fig. 10 che rappresenta schematicamente gli effetti della radiazione chirurgica,
osserviamo che l’evaporazione avviene al
centro del fascio luminoso, dove si raggiunge
la temperatura massima. L’eliminazione del
tessuto incomincia a 100 °C per evaporazione
esplosiva, la temperatura aumenta in modo
progressivo e già a 300 °C iniziano fenomeni
di carbonizzazione, evidenti per il colore nerastro che assume il tessuto. Muovendo la fibra
con velocità adeguata cercheremo di evitare
eccessi di carbonizzazione rendendo più efficace e meno invasiva la nostra azione.
Se teniamo ferma la mano andiamo a svolgere l’azione chirurgica su una superficie fissa,
quella della fibra, ma muovendola in modo
più o me-no rapido, aumentiamo la superficie
su cui lavoriamo e riduciamo la densità di potenza (DP): W/cm2. Man mano che ci allontaniamo dal centro di incidenza del raggio verso
la periferia i fenomeni termici sono meno evidenti, i tessuti appaiono leggermente edematosi però sono vitali, beneficiano degli effetti
decontaminanti e biostimolanti indotti dalla luce dispersa e sono in grado di scatenare
immediatamente un processo di guarigione
ottimale. A tal fine è importante ricordare la
necessità di asportare i residui di tessuto carbonizzato, con una garza o una pinzetta, in
modo da avere una ferita senza detriti per ridurre la fase essudativa della guarigione, facilitando e accelerando il compito dei leucociti
neutrofili e dei macrofagi.
Gli interventi chirurgici all’interno della bocca e in altri distretti del corpo come l’orecchio
esterno, l’occhio, le cavità nasali, si eseguono in ambiente parzialmente settico, non
arriviamo mai a ottenere una vera e propria
sterilizzazione. Il laser, grazie all’estrema programmabilità dei fattori potenza, frequenza
e durata di impulso può essere considerato
lo strumento chirurgico di elezione per questo ambiente. È un’arma in più nelle mani
dell’operatore, capace di eliminare in pochi
secondi tutti i patogeni in modo mirato, senza
danneggiare l’individuo ospite e senza gli effetti collaterali che accompagnano l’uso massiccio di antibiotici. Il bisturi è sterile solo al
momento di estrarlo dalla custodia, la punta
della fibra rinnova la sterilità tutte le volte che
si attiva.
Sui tessuti duri della bocca, in particolare,
abbiamo la necessità di eliminare i batteri
dalle cavità pronte per il restauro in Conservativa e dai monconi pilastro in Protesi. Nella
complessa anatomia dell’endodonzio la luce,
grazie a fenomeni di riflessione, rifrazione e
scattering è in grado di garantire una decontaminazione efficace, in pochi secondi e con
protocolli collaudati.
Sui tessuti molli l’efficacia decontaminante
del laser a infrarossi ne fa lo strumento di elezione per la chirurgia soprattutto nei pazienti
defedati, perché è in grado di eliminare i patogeni a monte, prima che invadano il torrente
sanguigno. Nei pazienti con difetto della crasi
coagulativa o in terapia con anticoagulanti, il
laser ci consente di eseguire interventi senza
particolari precauzioni e senza interrompere
la terapia grazie al perfetto controllo del sanguinamento.
In Paradontologia il laser risulta risolutivo
nella maggioranza dei casi, in particolare è
efficacissimo nelle parodontiti giovanili; permette di evitare interventi a lembo e le sequele che ne derivano, eliminando i batteri che si
annidano nei tessuti molli, sulle pareti delle
radici e all’interno dei tubuli canalari esposti.
L’eliminazione dei batteri innesca immediatamente i fenomeni di guarigione delle lesioni.
Alla luce di quanto abbiamo visto, quale può
essere l’utilità del laser in ortodonzia?
Sicuramente può semplificare l’approccio chirurgico al trattamento ortodontico, permettendo di eseguire rapidamente interventi sui
frenuli patologici, in modo non invasivo, che
non richiede che una piccola dose di anestesia
e particolari accorgimenti nel postoperatorio.
Soprattutto il postoperatorio è privo di sequele per i piccoli pazienti che possono riprendere
ad alimentarsi senza particolari accorgimenti
da subito.
Il laser inoltre ci consente di intervenire su
alcune emergenze che si presentano nel corso
dei trattamenti ortodontici. Possiamo ridurre
efficacemente le ipertrofie gengivali, scappucciare elementi ritenuti per accelerarne l’eruzione e alla fine del trattamento ottimizzare
il risultato estetico con rifiniture sui tessuti
molli.
Ci consente di trattare efficacemente anche
le afte, frequenti durante il trattamento ortodontico. Nei disordini dell’ATM degli adulti,
che spesso richiedono un trattamento multidisciplinare che include l’ortodonzia, è d’aiuto
nel ridurre la fase infiammatoria acuta. Da ultimo voglio solo accennare alla accelerazione
dei tempi di trattamento che, secondo alcuni
autori, verrebbe favorito dall’azione biostimolante della luce infrarossa sull’osso in via
di rimaneggiamento, sotto la spinta di forze
calibrate.
Le lunghezze d’onda più efficaci nell’accelerare gli spostamenti vanno da 808 a 830 nm;
utilizziamo potenze di 100-200 mW per 2-3
minuti per arcata, con manipolo decentrato
e movimento a scansione. Ripetiamo il trattamento ogni quindici giorni.
Primo caso
Frenulectomia superiore (Figg. 11-16): l’intervento è stato eseguito con anestesia topica,
lidocaina 15% in crema, lasciata in situ per
3 minuti. Il laser è stato impostato a 2 W in
continua (CW) e ha richiesto circa 6 minuti
dall’applicazione dell’anestesia. Non sono stati applicati punti di sutura e non è stata prescritta terapia di supporto.
7
Figg. 17-22 - Frenulectomia inferiore. In Figg. 21,
22 si noti l’assenza totale di sanguinamento che
rende estremamente semplice l’intervento.
Figg. 11-16 - Frenulectomia superiore, l’intervento.
In Fig. 16 si noti la guarigione a 6 giorni.
Secondo caso
Frenulectomia inferiore (Figg. 17-24): è stato
necessario iniettare un quarto di tubo-fiala di
mepivacaina, 1% di adrenalina, CW, 2 W di potenza, per l’importanza del frenulo da asportare. Si noti la caratteristica lingua bifida e la
notevole riduzione della mobilità.
>> pagina 8
Figg. 23, 24 - Recupero immediato e completo
della mobilità della lingua.
8
Pratica & Clinica
Terzo caso
Urgenza per perdita di attacco su canino incluso (Figg. 25-31). Nelle prime foto si notino
gli esiti del primo intervento, eseguito con
elettrobisturi, che non si è potuto portare a
termine per il sanguinamento eccessivo e per
la reazione del piccolo paziente al dolore. Il
paziente inviato dal collega è stato sottoposto
a un secondo intervento con la sola anestesia
topica, lidocaina al 15%, eliminando dapprima
il tessuto necrotico, CW, 1,5 W.
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Quarto caso
Scappucciamento canino ritenuto con anestesia topica (Figg. 32-35), 2 W in CW.
Figg. 36-40 - Scappucciamento mucoso per accelerare l’estrusione del canino.
Sesto caso
Finalizzazione, riduzione ipertrofia gengivale
arcata superiore e desensibilizzazione (Figg.
41-47).
Occorre prima eseguire un sondaggio accurato per valutare la dimensione di tessuto da
asportare senza danneggiare osso. L’intervento è stato eseguito con anestesia topica, ripetuta 3 volte. Con una potenza di 3 W in modalità frazionata, 100 Hz e Duty 50%. La paziente
non ha riferito sensibilità postoperatoria, le
ferite sono state protette con Aminogam.
Figg. 41-47 - Finalizzazione, riduzione ipertrofia
gengivale arcata superiore e desensibilizzazione.
In Fig. 47 si noti la condizione a distanza di 8 giorni.
Sindrome disfunzionale dell’ATM (Figg. 48,49)
Si utilizza un manipolo decentrato con una
potenza di 1 W in CW. 60s transdermico, 30s
meato acustico esterno ripetuto due volte;
trattamento a giorni alterni fino alla risoluzione della sintomatologia.
Figg. 32-35 - Scappucciamento canino ritenuto con
anestesia topica.
Quinto caso
Scappucciamento mucoso per accelerare
l’estrusione del canino (Figg. 36-40), 2 W in CW.
Figg. 48, 49 - Sindrome disfunzionale dell’ATM.
Afta (Figg. 50,51)
Potenza di 1 W, CW. 60s non a contatto, 30 s
di pausa, ripetere fino ad asciugare la lesione;
poi sfiorare con la fibra per asportare la parte
superficiale della lesione.
Conclusioni
Figg. 25-31 - Urgenza per perdita di attacco su
canino incluso. In Figg. 30, 31 si noti lo stato di
guarigione.
Abbiamo visto in azione il laser: nei casi di
emergenza non occorre rimuovere i bandaggi,
è sufficiente un’anestesia topica, non occorre
applicare punti di sutura, non necessita farmaci di supporto. Riduce molto lo stress dell’operatore e dei piccoli pazienti anche nei casi di
frenulectomia più complessi. Il laser semplifica
molto le procedure, ci dà un perfetto controllo
del sanguinamento che ci permette una visione
eccellente del campo operatorio.
>> pagina 9
Pratica & Clinica
Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2012
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Figg. 50, 51 - Afta.
<< pagina 8
Se un bravo chirurgo può effettuare
un’ottima frenulectomia anche con
la tecnica a lama fredda, non può
neanche lontanamente assicurare
Il postoperatorio tranquillo e senza complicanze che ci garantisce il
laser. Dopo aver sbandato i denti il
laser ci è d’aiuto se dobbiamo procedere a uno sbiancamento efficace e
rapido, in quanto il fascio di luce coerente viene attratto selettivamente dal colore blu che aggiungeremo
preventivamente al gel di perossido
di idrogeno 37%.
Accentua l’effetto sbiancante grazie
all’apporto di calore concentrato
nella zona dove abbiamo spalmato il
gel e non va in profondità a danneggiare la polpa, perché si esaurisce sul
cromoforo. Il potere antalgico e desensibilizzante della luce ci assicura
contro eventuale sensibilizzazione
degli elementi trattati.
Da ultimo possiamo promuovere il
laser come lo strumento di elezione
per ridurre l’ipertrofia gengivale,
che è una costante dei trattamenti
ortodontici e per armonizzare le ogive, in modo minimamente invasivo,
senza sequele cicatriziali.
UPERIORE INCLUSO
Per informazioni riguardanti
i laser utilizzati, contattare
il dott. F. Barzè: [email protected]
bibliografia
1. Atkins P.V.: Physical Chemistry. Ed. 3,
New York: WH Freeman, 1986.
2. Widgor H.A. et al.: Lasers in Dentistry,
Lasers in Surgery and Medicine. Vol.
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Nd:Yag and Diode Laser; Oral presentation at First Congress of European Society
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maggio 2001: abstr. 66:26-27.
5. A.A. V.V. Laser in Clinica Odontoiatrica:
linee guida della Società Italiana di Laser
in Odonto-stomatologia. Milano: ed. RR
Adv. 2004.
6. Thomsong H.B.: Physic of Semiconductor
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7. Wolbarsht ML, Laser Applications in medicine and biology. Plenum Press, New
York 1971.
8. Gherlone E., Cattoni F.: Il laser in Protesi
Fissa e piccolo Chirurgia. Edizioni Martina Bologna 2005.
9. Maggioni M.,Attanasio T.,Scarpelli F.,
I laser in Odontoiatria PICCIN Padova
2009.
10. Maiorama C., Salinas S., Laser a Diodi: indicazioni e applicazioni cliniche in
Odontostomatolo-gia. Aris due srl 2004.
11. Pini R., Interazione Laser tessuti biologici. CNR.
12. Benedicenti A., Atlante di Laserterapia,
III edizione ReschEditriced 2005.
IL CANINO SUPERIORE INCLUSO
Diagnosi e Terapia basate sull’evidenza scientifica
Un libro dedicato a un argomento specifico come la mal posizione intraossea
dei canini superiori.
Capitoli
1.1
1.2
1.3
1.4
2.1
2.2
Definizione
Epidemiologia
Eziologia
Diagnosi e previsione di inclusione
Complicanze cliniche del canino incluso
Qual è il momento ideale per iniziare a
monitorare il canino mascellare?
2.3 Approccio terapeutico al canino
mascellare con malposizione
intraossea: fase intercettiva ortopedico-
P. COZZA, M. MUCEDERO,
M.R. RICCHIUTI, T. BACCETTI
ortodontica
3.1 La preparazione ortodonticoprechirurgica
4.1 La fase chirurgica
5.1 Analisi parodontale dopo terapia
combinata ortodontico-chirurgica
6.1 Durata e previsione del trattamento
7.1 Rischi e complicanze del trattamento
ortodontico-chirurgico
8.1 Linee guida
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Roma, convogliata in un manuale dai contenuti chiari e di facile lettura, che mette in collegamento
la Clinica con la Ricerca.
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9
10 Scienza & Storia
Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2012
In ricordo di Ben Addiego, maestro e pioniere, a cura di Domenico Arnone e Damaso Caprioglio
Due fratelli, una vera manna dal cielo
per un progresso ortodontico in Italia
< pagina 1
Quasi sempre occorreva fare ricorso a quel modo di lavorare che più
tardi R. Ricketts chiamò terapia bioprogressiva: in realtà si trattava di
un’esigenza determinata dall’uso
di fili di acciaio che costringevano
ad aumentare la distanza fra gli attacchi. Si evitava il coinvolgimento
iniziale dei denti troppo malposizionati o si doveva aumentare la
lunghezza del filo, interponendo
fra gli attacchi le anse da modellare nella forma più adatta per creare
una forza che portasse al progressivo allineamento. Non esistevano
archi preformati, non si aveva idea
di cosa fosse il nichel-titanio o la
superelasticità. Fermentava però
un interessamento per l’ortodonzia
in generale e soprattutto per quella
che consentiva di controllare lo spostamento corporeo degli elementi,
mediante la creazione di coppie di
forze. I fratelli Addiego fecero 14 corsi in Italia fra gli anni ’60 e ’70 in varie città. Intercalavano sempre una
stringata parte teorica a una seduta
di modellazione di archi e anse o alla
costruzione di un apparecchio sul
paziente. Ben si dedicava soprattutto alla parte teorica, mentre Antony
lavorava per bandare e posizionare
gli archi. Ben mi diceva spesso che
non capiva come potesse definirsi
ortodontista chi non sapeva piegare
un filo o curvare un’arco con l’aiuto
della torretta. Noi siamo debitori ai
due fratelli per le tante cose insegnate. Non tanto e non soltanto sul
piano professionale ma anche – e
forse soprattutto – su quello umano
e affettivo. L’ultima volta che sentii Ben fu l’anno scorso quando mi
chiamò per comunicarmi che era
morto Tony Gianelli. Anche per telefono si percepiva la commozione e
il dolore. Un figlio di Ben si chiama
Mimmo per dimostrarmi il suo affetto e la sua amicizia. Per me Ben
era come un fratello. Quando soggiornai nel New Jersey, ad Haddonfield, presso la famiglia dei genitori,
mi portava alla Temple University
dove insegnava, mentre il padre
andava per vongole veraci lungo la
Long Beach per condire gli spaghetti
in mio onore. Sono profondamente
amareggiato per aver appreso della
“Sono venuto in Italia per dare
ai bambini un sorriso e una
buona masticazione”
Foto del corso tenuto da Ben e Anthony Addiego alla Dental Children nel 1970. In
primo piano, da sinistra Anthony Addiego, Siervo, Ben, Caprioglio, La Rocca. Sul
retro, in centro, Scozzaro e Bracco. In piedi a destra, Giannì e Tenti.
sua dipartita con molto ritardo: ho
scritto alla moglie Karen per esprimerle tutto il mio dolore.
Voglio concludere il mio ricordo
lasciando un po’ di spazio a Maso
Caprioglio che ha condiviso con me
tale tristezza e che nel suo studio ha
ospitato l’ultimo corso tenuto in Italia dai fratelli Addiego dal 26 al 30
Aprile 1970. Quanto tempo è passato da allora!
Domenico arnone
Il contributo di Oscar Hoffer
(1907-1984) all’Ortognatodonzia
L’iniziatore di una
moderna concezione
ortodontica in Italia
può essere considerato Oscar Hoffer.
Nato a Trieste il 12
luglio 1907, iscritto
al corso di laurea in
Medicina
all’Università di Milano, si
laureò nel 1933 con
una tesi sull’importanza delle malattie
orofaringee nella patologia generale. Nel
1935 conseguì il titolo di specialista alla Scuola di
perfezionamento in odontoiatria e protesi dentale attiva presso l’Istituto Stomatologico Italiano e
divenne allievo di Gaetano Fasoli presso la Cinica
odontoiatrica dell’ateneo milanese, dove percorse tutti i gradini della carriera universitaria: assistente incaricato nel ’36, aiuto nel ’38, nel ’39 libera docenza in Odontoiatria e Protesi Dentaria.
Nel 1947, terminata la guerra, divenne docente di
Ortodonzia presso la Scuola di specializzazione
in Odontoiatria e Protesi dentaria dell’Università
milanese, assumendo la direzione dell’omonimo
reparto presso l’Istituto Stomatologico Italiano,
di cui divenne direttore nel ’54 e presidente nel
’66. In questo periodo iniziò la sua opera di ortodontista; si distinse infatti per l’introduzione
della gnatologia e dell’ortopedia funzionale. In
collaborazione con Silvio Palazzi introdusse in
Italia il metodo biomeccanico di Andresen e Hau-
pl. Nel ’49 diede alle stampe il trattato “Ortopedia
dell’organo della masticazione”, che riscosse entusiastici consensi a livello internazionale.
Ecco quanto scrive Hoffer nella prefazione: “I contributi clinici dei risultati ottenuti con il sistema
delle placche mobili secondo Schwarz e soprattutto l’orientamento funzionale dei principi di
Andresen-Haupl costituiscono oggi la più moderna e scientifica conquista nel campo terapeutico
dell’ortodonzia. L’impiego nella terapia ortodontica delle capacità di stimoli funzionali provocati e trasmessi dall’attività muscolare sul tessuto
parodontale costituisce l’essenza di questo nuovo
concetto terapeutico.
Scientificamente il sistema è saldamente sostenuto dalle ricerche istologiche di Haupl, dalle
quali risulta che le modificazioni tissutali possono esplicarsi solamente in seguito all’attività di
stimoli funzionali”.
È doveroso però ricordare che tale metodica era
già stata proposta sin dal 1937 presso la Clinica
Odontoiatrica dell’Università di Pavia con Silvio
Palazzi, il quale divenne, nel ’47, anche direttore
dell’Istituto Stomatologico Italiano e condusse,
con Hoffer, dirigente del reparto di Ortodonzia,
ricerche di ordine clinico con l’utilizzo di questo
sistema. Certamente per l’epoca una metodica
innovativa, che non mancò di sollevare critiche
da parte di esponenti del mondo accademico nazionale (Muzj, Armenio) ma che successivamente
si affermò in modo deciso. Nel ’55 Hoffer venne
nominato Professore incaricato di Clinica Odontoiatrica presso l’Ateneo Milanese: vincitore del
concorso per ordinario a Cagliari nel ’63; venne
chiamato in quello stesso anno come straordinario a Milano dove insegnò sino all’82, anno del
collocamento a riposo.
Autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche
a stampa, di 4 trattati su temi odontoiatrici, si
distinse soprattutto nei filoni clinici preferiti,
cioè l’ortodonzia e la gnatologia, con contributi
originali di natura sperimentale sullo sviluppo
dell’apparato masticatorio e dei distretti cervico-facciali, a orientamento etiopatogenetico e
clinico-terapeutico, tra cui meritano di essere
ricordati gli studi sulle modifiche istologiche indotte da terapia funzionale ortodontica sull’ATM
del Macacus Rhesus. Ulteriori sviluppi alla disciplina vennero forniti dagli studi, con indagini
teleradiografiche, sulla possibilità di accrescimento di una mandibola iposviluppata mediante
le stimolazioni indotte dalla terapia ortopedica
funzionale. Autore di due classificazioni; quella
sintomatologica e quella biogenetica, nel campo
delle anomalie ortodontiche, la scuola di ortopedia dento-facciale da lui impostata fu senza dubbio fra le migliori al mondo: il suo trattato “Ortopedia dell’organo della masticazione”, pubblicato
nel ’49 riscosse consensi a livello internazionale.
Fu anche membro di prestigiose società scientifiche italiane e straniere (europee e statunitensi),
presidente della Siocmf, dell’Associazione italiana di implantoprotesi orale e della Società italiana di studi e prevenzione della carie.
Morì a Milano il 28 gennaio 1984.
Paolo Zampetti
Damaso Caprioglio
Con Mimmo Arnone, al quale sin
dal 1960 mi lega una fraterna e
profonda amicizia, ho vissuto quasi tutta l’avventura italiana dei fratelli Addiego. Infatti, dopo il corso
alla Torre Velasca a metà maggio
1967 vennero alla Clinica Odontoiatrica dell’Università di Pavia,
ove allora ero assistente ordinario
e dirigevo i reparti di ortodonzia
e odontoiatria infantile. Credo sia
stato il primo corso tenuto presso
una clinica universitaria sulla tecnica Edgewise. Mi colpì subito una
frase di Ben: “Sono venuto in Italia
non solo per insegnare l’ortodonzia ma per veder ridurre le carie nei
bambini e solo dopo, per ridar loro
un sorriso e una buona masticazione!” I fratelli Addiego non erano
mai mossi da interessi economici,
avevano il piacere di ritornare nella terra dei loro avi e di diffondere l’ortodonzia coi concetti prima
esposti. Ci fu subito un feeling epidermico. Parlava “un suo” italiano, schietto, che andava al cuore:
di qui un’amicizia che durò tutta
la vita. Si era laureato col fratello
alla Temple University di Philadelphia, ove Ben continuò a insegnare part time. La sua didattica era
semplice immediata ma precisa
e meticolosa. Nell’aprile del ’70 lo
invitai a tenere un corso di tecnica
Edgewise nel mio studio a Milano
in Via Tadino (presso quella Dental
Children che oggi celebra i 52 anni,
nella stessa sede). Vi confluirono
una ventina tra i migliori ortodontisti italiani (fu un onore ospitare
Giannì, Bracco, Tenti, Continolo,
Scozzaro, Miclavez, Bacchin, Siervo, La Rocca, Mancini, Cattaneo,
De Mola e Calderone). Fu un corso
pratico e di grande utilità. Sapeva
infondere grande empatia verso
il paziente curando l’approccio
psicologico e trasmettendo gioia
e un entusiasmo contagioso. Formai con pochi altri il Giso (Gruppo
Italiano di Ortodonzia): Giuse Cozzani invitò Tony Gianelly e spostai
il centro dei miei studi all’Università di Boston. Con Ben tuttavia
non persi i contatti e l’ultima volta trascorremmo una “tre giorni”
bellissima. Vi era pure Mimmo
Arnone al Congresso dell’European Orthodontic Society (Eos) a Sorrento e con Roberto Martina, che
era presente, trascorremmo una
serata di luna piena, con chitarre,
mandolini e canzoni napoletane
che Ben adorava. Ora certamente
riposa nel sabato senza tramonto
e avrà ricevuto il premio dei buoni
e dei giusti che han saputo donare a piene mani la loro scienza per
ridare un sorriso e serenità a tanti
bambini.
Damaso Caprioglio
Notizie dalle Aziende 11
Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Approccio Ortodontico
Attivatori Pluri-Funzionali: il nuovo approccio
ortodontico globale
Gli Attivatori Pluri-Funzionali (APF),
sono apparecchi funzionali morbidi
che guidano e stimolano il ripristino dell’equilibrio della bocca e
dell’occlusione.
Questi apparecchi, inizialmente
in caucciù, nacquero negli anni ’50
in Francia, dalle idee dei Professori
René Soulet e André Besombes e furono chiamati apparecchi a doccia
Soulet Besombes. Dal 1983, grazie al
dott. Rodrigue Mathieu di Montpellier, collaboratore del Prof. Besombes, e allievo del prof. Pedro Planas
di Barcellona, gli attivatori hanno
subìto un’evoluzione straordinaria,
attraverso l’integrazione nella gamma di forme e materiali nuovi. Gli
APF hanno la particolarità di essere realizzati con materiali morbidi,
rispettosi del Meccanismo di Respirazione Primario MRP fisiologico:
caucciù, elastomero e staminalene
(silicone). Tutti questi materiali garantiscono una sicurezza sanitaria
totale e beneficiano delle norme CE,
BIO compatibilità, norme ISO medicali, FDA ed USP.
Esistono diversi tipi di APF: di I°, II°,
III° classe, espansori arrotondati ed
espansori e conformatori squadrati.
Le modalità di utilizzo degli APF,
permettono al paziente di continuare una vita sociale normale,
dovendo essere portati poche ore di
giorno e la notte.
Gli APF, rieducano le funzioni disturbate come deglutizione, masticazione, fonazione e respirazione nasale,
allineano i denti, sbloccano i ma-
scellari e modificano l’attività muscolare associata alla malocclusione. Gli APF hanno sempre un’azione
tridimensionale: verticale, sagittale
e trasversale. L’uso specifico degli
CAMPAGNA ABBONAMENTI
APF è insegnato, dal dott. Rodrigue
Mathieu nella Scuola di Formazione
OSB-Organizzazione Spaziale Della
Bocca, il metodo ortodontico-protesico funzionale globale.
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di protesi dentali e produzione di
protesi personalizzate. Maestro 3D
dental scanner permette di ottenere
in maniera semplice e intuitiva, con
una precisione di 10 microns, dei file
STL aperti che lasceranno all’utente
la libera scelta sia di applicativi CAD/
CAM sviluppati da terze parti per la
progettazione e costr uzione
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Industry Report 11
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
WEB ARTICLE
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Terapia autolimitante della carie
La durezza della fresa polimerica PolyBur P1 è minore rispetto a quella
della dentina sana, ma è maggiore rispetto alla dentina cariata da asportare. Per questo motivo la PolyBur
può essere d’aiuto durante l’escavazione per ottenere nella pratica una
terapia veramente riproducibile.
Ecco la teoria: dire addio al fondo
cavitario bianco candido e porre la
propria fiducia nella capacità di rimineralizzazione del dente.
Il Dott. Dominik Dortmann di Mülheim-Kärlich descrive le prime impressioni avute con l’escavazione
autolimitante, e pone domande talvolta scettiche a cui risponde il Prof.
Karl-Heinz Kunzelmann di Monaco,
che ha contribuito a sviluppare la
fresa a rosetta in polimero.
con la sonda. Devo ammettere che la
cosa mi trasmette a pelle una sensazione spiacevole. A prima vista sembra contraddire tutto quello che ho
imparato durante la mia formazione
e la mia esperienza pratica. Un nuovo
modello di pensiero per il medico!
Kunzelmann: la superficie più morbi-
da è un elemento estremamente importante nella valutazione dei procedimenti di escavazione autolimitanti,
che oltre alla PolyBur comprendono
per esempio anche gli enzimi proteolitici, il Carisolv e la fluorescenza laser.
><
pagina 12
Karl-Heinz
Kunzelmann
Dominik
Dortmann
La scelta della qualità
Maxillo Prep
all’IDS 2011 Komet ha
presentato una fresa a rosetta i cui
taglienti si smussano non appena
toccano la dentina sana dura. La teoria della “escavazione autolimitante”
mi è piaciuta in quanto noi medici
conosciamo quelle zone o quelle colorazioni ingannevoli che simulano una
carie, tutte situazioni in cui si perde la
propria sicurezza. Nel nostro studio
lavoriamo bene con il CariesDetector.
E osserviamo sempre che il colore rosso intenso non scompare improvvisamente dopo l’asportazione dello strato
dentinale successivo, bensì sbiadisce. È
difficile riconoscere un confine netto e
penso che la PolyBur possa aiutare in
questo caso.
Kunzelmann:< dobbiamo abbandonare l’idea di cercare il confine assoluto
tra “infected/affected layer” perché
non esiste in questi termini. Si tratta
piuttosto di processi di diffusione batterica non delimitabili. Sarebbe più
adeguato oggi parlare di gradienti,
che Lei Dott. Dortmann vede come un
gioco cromatico sfumato quando utilizza il CariesDetector. Deve immaginare una densità batterica che decresce in modo graduale partendo dalla
lesione in direzione della dentina non
modificata, con il risultato di un livello
crescente di mineralizzazione e durezza. Seguendo le ricerche scientifiche di
Fusayama, viene rimossa solo la colorazione rosso intensa, mentre le poche
tracce di colorazione rosa pallido vengono semplicemente ignorate. Con il
CariesDetector Lei non riesce quindi a
distinguere chiaramente tra le sezioni
di dentina, tuttavia posso assicurarLe
che dal punto di vista scientifico il concetto è valido.
Dortmann: per una verifica mi rimane
quindi il vecchio controllo con la sonda – il “cri dentaire”, il tintinnare della
sonda sul fondo bianco della cavità.
Esiste tuttavia questo strato dentinale
demineralizzato che non fa tintinnare
la sonda e che appare duro al contatto, ma che ha però la capacità di rimineralizzarsi. Quando utilizzo la PolyBur autolimitante per l’escavazione so
di poter mantenere questo strato. Nel
complesso tuttavia la fresa lascia un
fondo cavitario molto più morbido di
quanto si è abituati – così morbido da
rendere totalmente nullo il controllo
© 01/2012 · 406016V0
Dortmann:
Le soluzioni razionali in Pre-implantologia
Il chirurgo orale deve ragionare per sé in
termini di ergonomia e di efficacia operativa, e per i propri pazienti deve pensare
a soluzioni atraumatiche e sicure. Komet
ha voluto sviluppare uno strumentario
essenziale per il bone management preimplantologico, che consenta un lavoro
di alta qualità, in tempi ridotti e a minima
invasività.
La linea Maxillo Prep comprende tutta
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12 Industry Report
<< pagina 11
È assolutamente logico: ogni procedimento che opera con delicatezza
verso la sostanza del dente e che ha
nella dentina demineralizzata il suo
termine finale di trattamento deve
inevitabilmente lasciare una superficie più morbida. Per questo motivo
devono essere nuovamente valutati
anche tutti gli studi che trattano della
durezza della dentina. Per il futuro di
questi sistemi sarà decisivo un cambio
generale di mentalità in chi effettua il
trattamento. Eliminare la sovraterapia significa anche però riconoscere
finalmente la grande variabilità della
carie e cercare il termine terapeutico
finale da qualche parte nella sezione
della dentina demineralizzata ma
non ancora denaturata. Ogni medico dovrebbe essere consapevole che
quando la sonda tintinna e il fondo
cavitario risplende si è ormai proceduto definitivamente a una sovraterapia, ed è andata distrutta parte della
preziosa sostanza dura del dente.
Dortmann: quanto Lei afferma può
anche essere corretto, tuttavia diventa difficile allontanarsi così semplicemente da una scuola di pensiero
acquisita, per quanto antiquata essa
sia. Finora ho eseguito con successo le
escavazioni con frese a rosetta, acquisendo nel tempo una notevole sensibilità tattile. Posso affermare di procedere in modo estremamente prudente
e con la massima delicatezza. In generale però non ho neanche nessun problema ad abbandonare tutta questa
esperienza e ad affidarmi a una fresa polimerica. Manca sempre però il
motivo decisivo per il quale io dovrei
adattarmi e utilizzare in via supplementare la PolyBur.
Kunzelmann: naturalmente è possibile
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
eliminare la carie delicatamente utilizzando anche gli strumenti classici,
come gli escavatori manuali o le frese
a rosetta. Questi strumenti però sono
così duri che possono rimuovere anche la dentina sana. Un’applicazione
delicata si basa quindi esclusivamente
sulla Sua esperienza in qualità di utilizzatore. I procedimenti limitanti al
contrario offrono un termine finale
certificabile in modo obiettivo e riproducibile. Desidero sottolineare ancora
una volta che ritengo che la PolyBur sia
indicata solo per la carie morbida posta in prossimità della polpa nei denti
da latte e permanenti clinicamente
asintomatici, in particolare in caso
di carie nascosta. Dopo aver rimosso
le sezioni periferiche con lo strumentario classico, la PolyBur Le dà poi la
sicurezza di non aprire la polpa. Rispetto alle frese in carburo di tungsteno la PolyBur è in grado di proteggere
quei decisivi 0,5–0,7 mm, uno strato
rimineralizzabile che fa la differenza
tra un’otturazione conservativa e un
trattamento endodontico. Se tuttavia
si espone la polpa, questo significa che
non era possibile evitarlo.
Dortmann: penso che la PolyBur sia
assolutamente indicata anche per
l’odontoiatria infantile, perché si sa
che i denti da latte parzialmente mineralizzati hanno effettivamente la
capacità di rigenerarsi dopo un incapsulamento con idrossido di calcio.
Questo lo vediamo ogni giorno nel nostro studio con i nostri giovani pazienti! Per quanto riguarda però gli adulti
non sono ancora totalmente sicuro.
Chi mi garantisce che questo strato
parzialmente demineralizzato che è
rimasto sotto l’otturazione adesiva
grazie alla PolyBur non causi a medio
termine una pulpite?
Kunzelmann: oggi sappiamo che la
Analisi Micro-CT: si vede chiaramente quali zone sono state rimosse con la fresa in
carburo di tungsteno (rosso) e quali con la Polybur (verde). Il mantenimento della
sostanza è nettamente visibile.
dentina morbida posta sotto una
spessa otturazione adesiva è in grado
di rimineralizzarsi. La domanda da
porsi quindi non è più se decidere per
una terapia ultraconservativa della
carie o meno. Oggi mi devo chiedere:
come posso effettuare una terapia
della carie ultradelicata in modo affidabile, riproducibile ed efficiente? Le
Sue riserve sul fatto che la PolyBur non
rimuova abbastanza carie possono
essere attenuate per esempio grazie
agli studi fatti sul Carisolv. La PolyBur
rimuove molta meno dentina rispetto alle frese in metallo duro, ma ne
rimuove molta di più rispetto al Carisolv. E la stragrande maggioranza degli autori delle oltre 100 pubblicazioni
disponibili sul Carisolv valuta positivamente i risultati raggiunti. A livello
di logica si deve ammettere quindi che
la PolyBur rimuove dentina sufficiente
da evitare lo sviluppo di pulpite. Studi
sulla PolyBur sono in corso presso diverse università, e i risultati parziali
raggiunti sono molto promettenti.
Dortmann: dopo un trattamento con
la PolyBur lo strato demineralizzato
rimasto appare a un controllo radiologico come una recidiva della carie.
Io spiego la cosa ai miei pazienti e
sottolineo che in questo modo potrebbe essere eventualmente evitato un
intervento endodontico. Nel caso in
cui però il paziente dovesse cambiare
odontoiatra, potrebbe facilmente nascere il sospetto che non sia stato effettuato un lavoro pulito da parte mia.
Kunzelmann: sì, in effetti tutti i procedimenti autolimitanti comportano il
fatto che i raggi X vengano assorbiti
in misura minore in questo strato. Tuttavia Lei agisce correttamente: la migliore strategia è informare il paziente
di questa situazione.
Noi siamo ancora all’inizio del nostro
lavoro di “chiarificazione” – con noi
intendo 6 rinomati professori universitari tedeschi che a partire da ora
daranno un’accelerazione massiccia
alla tendenza per una maggiore protezione della sostanza del dente nella
terapia della carie.
I miei studenti di Monaco “stanno crescendo” con le possibilità della terapia
della carie autolimitante, e in un tempo non lontano questo principio uscirà dalle università per conquistare gli
studi medici.
A questo riguardo anche i suoi colleghi sapranno presto interpretare
correttamente l’immagine radiografica. Tra l’altro i miei studenti amano
la PolyBur blu perché riduce di molto
lo stress quando devono lavorare in
prossimità della polpa.
Dortmann: questo posso confermarlo
anch’io per quanto riguarda l’odontoiatria infantile. Tuttavia il trattamento con la PolyBur richiede sempre una
documentazione più ampia e un controllo successivo (test di vitalità). E se
per un adulto in un modo o nell’altro
mi sento più sicuro con un’estirpazione del nervo eseguita correttamente e
un successivo trattamento del canale
radicolare, in questo modo evito il rischio di una pulpite, è estremamente
spiacevole per il paziente...
Kunzelmann: allora si dovrebbe porre
questa domanda: vorrei veramente
che si effettuasse su di me un trattamento endodontico, se questo potesse
essere evitato con l’impiego di uno
strumento monouso supplementare?
Nella nostra cattedra di insegnamento tengo un “registro mentale della
polpa salvata” per ogni trattamento
endodontico risparmiato grazie alla
PolyBur.
Articolo pubblicato su “ZWR - Das Deutsche
Zahnärzteblatt”, Edizione 12/2011.
Sirona
Grandi novità nella tecnologia radiologica
Mars e Astra producono una qualità d’immagine eccellente
Ora con le immagini radiologiche degli apparecchi Sirona Orthophos
XG la diagnosi è più facile che mai. Gli algoritmi
software riducono gli
artefatti metallici nelL’algoritmo software Astra elabora
la DVT e migliorano la
un’immagine chiara e definita.
qualità dell’immagine
senza però aumentare
la dose emessa (Mars). Nel campo della radiologia panoramica 2D,
Astra garantisce immagini brillanti e ricche di contrasto, mentre
su Orthophos XG 3D il volume piccolo supplementare e la modalità High Definition permettono un impiego ancora più flessibile.
Bensheim, 23/01/2012. Con un importante e innovativo pacchetto
software Sirona mette nuovamente in evidenza il valore intrinseco della sua linea Orthophos. Tutti gli apparecchi Orthophos XG
3D, per esempio, possono essere aggiornati gratuitamente con il
pacchetto “Release 2”. Con l’ausilio di queste innovazioni vengono
ridotti efficacemente il rumore e gli artefatti. Un’altra caratteristica contenuta nel pacchetto rende possibile selezionare un campo
visivo più piccolo con una risoluzione di 100 µm.
Astra riduce il rumore dell’immagine
Tutti gli apparecchi radiologici della famiglia Orthophos XG lavorano, a partire dalla “Release 2”, con un nuovo algoritmo software
che migliora decisamente la qualità d’immagine delle radiografie
panoramiche 2D: Astra (Anatomically Structured Reconstruction
Algorithm) elabora un’immagine più chiara, con contrasti più elevati e meno rumore, senza che compaiano fastidiosi artefatti sui
bordi. La nuova qualità d’immagine di Astra crea in questo modo
la premessa ideale per una diagnosi sicura.
Mars riduce gli artefatti metallici
Il radiologico combinato Orthophos XG 3D con la “Release 2” registra già da subito diverse innovazioni: proprio come Galileos,
anche Orthophos XG 3D acquisisce ora i volumi 3D in modalità
Mars (Metall-Artefakt-Reduktions-Software). Mars è un algoritmo
che rileva automaticamente i fastidiosi artefatti metallici ed elimina per quanto possibile le loro ombre e i loro riflessi. Il risultato
è un’immagine più chiara e nitida che facilita la diagnosi. Proprio
come Astra, anche Mars ottimizza la qualità dell’immagine senza
aumentare la dose emessa o il lavoro necessario. “Sirona è a favore
di un uso responsabile dei raggi X. Per questo il nostro proposito è
di ottenere la migliore qualità d’immagine con la dose minima e
un flusso di lavoro perfetto”, afferma Wilhelm Schneider, responsabile marketing del settore Sistemi radiologici di Sirona.
La modalità HD, opzionale, aumenta la sicurezza della
diagnosi
Ci sono casi, come per esempio gli interventi chirurgici, nei quali
in cambio della necessaria sicurezza si deve accettare una maggiore dose di radiazioni. Per tali trattamenti altamente specifici l’uti-
Sirona Dental Systems S.r.l.
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lizzatore ha a disposizione da subito una modalità di acquisizione
ad alta definizione (HD), selezionabile opzionalmente. Orthophos
XG 3D esegue 500 riprese singole invece di 200, dalle quali viene
poi ricostruita l’immagine radiologica tridimensionale. Ne risulta
una maggiore precisione dei dettagli che insieme con il contrasto
più elevato facilitano la diagnosi. La modalità HD può essere attivata e disattivata in qualsiasi momento sul touch panel di Orthophos XG 3D.
Un volume supplementare ottimizza i trattamenti endodontici
Oltre al volume radiografico di forma cilindrica utilizzato finora di
8x8 cm (Ø x altezza), Orthophos XG 3D può riprodurre ora anche
un volume più piccolo di 5x5,5 cm (Ø x altezza). Questo volume è
particolarmente idoneo per l’endodonzia, poiché l’inquadratura
più piccola non solo minimizza la dose emessa ma consente anche
di risparmiare tempo in fase di diagnosi. Anche con questo volume radiografico più piccolo, il dentista può utilizzare, se necessario, la modalità HD. In questo caso si passa automaticamente alla
dimensione voxel di 100
µm. Questa risoluzione
d’immagine più elevata
è poi sempre indicata se
è importante riconoscere
anche il più piccolo dettaglio.
Con l’aggiunta del nuovo volume piccolo di 5x5,5 cm
(Ø x altezza), Orthophos XG 3D è ora perfetto per l’endodonzia.
Notizie dalle Aziende 13
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
K avo Italia
Ivoclar Vivadent
Nuova filiale
a Milano
Telio CS Inlay e Onlay
Show room, corsi di aggiornamento
e molto altro ancora!
Da settembre 2011 è operativa a
Sesto Marelli la nuova filiale di
KaVo Italia a Milano.
Situata all’interno di una moderna e accogliente palazzina, la
nuova struttura dispone di uffici commerciali, assistenza tecnica, aule corsi, show room e CBCT
Technology Application Center.
Collocato in una posizione geograficamente strategica, il nuovo branch office si integra con gli altri già esistenti: Genova, dove risiedono
gli uffici "storici" e una linea di produzione per l’Europa, Ancona e Napoli
dove si trovano uffici commerciali e show room per servire direttamente i
clienti delle zone limitrofe. I nuovi uffici, sede anche dell’assistenza Imaging
per il sud Europa, consentiranno a KaVo di essere più vicina ai propri clienti,
sia distributori sia utilizzatori finali, permettendo di mostrare loro negli eleganti spazi espositivi le ultime novità e offrendo loro diversi servizi in tempi
più brevi e, quindi, in maniera più efficace.
Con la nuova sede, KaVo Italia si pone l’obiettivo di offrire idee, soluzioni e
consulenza ad ampio raggio a odontoiatri e odontotecnici. Il gruppo KaVo
comprende, infatti, non solo i noti prodotti con tale marchio (riuniti, strumentazione rotante, CAD-CAM, articoli per il laboratorio, laser e molto altro
ancora), ma anche soluzioni per la radiologia del consolidato marchio Gendex e del prestigioso marchio Instrumentarium.
La nuova struttura costituisce, quindi, un ulteriore passo in avanti per rafforzare la presenza del gruppo KaVo sul mercato.
KaVo Italia srl
Via del Commercio 35 - 16167 Genova
Tel.: 010 8332.1 - Fax: 010 8332.210 - [email protected]
Telio CS Inlay e Telio CS Onlay sono i
nuovi materiali del sistema Telio di
Ivoclar Vivadent in sostituzione rispettivamente di Fermit e Fermit N.
Telio CS Inlay e Telio CS Onlay di Ivoclar Vivadent sono materiali monocomponenti fotoindurenti per la realizzazione di restauri provvisori di
Classe I e II senza l’ulteriore impiego
di un cemento provvisorio. I prodotti Telio CS Inlay e Onlay completano
Telio, il sistema integrato di materiali per restauri provvisori più completo attualmente sul mercato.
La morbida ed elastica consistenza
finale di Telio CS Inlay lo rende particolarmente indicato per la realizzazione di profonde preparazioni
inlay a pareti parallele anche in presenza di leggeri sottosquadri. Telio
CS Inlay è inoltre indicato per la ribasatura di corone preconfezionate
in policarbonato o per la sigillatura
reversibile dei canali di accesso di
viti implantari. La dura ed elastica
consistenza finale di Telio CS Onlay
fa di esso il materiale d’elezione per
la realizzazione di preparazioni più
estese o meno ritentive quali le preparazioni onlay.
Caratteristiche vincenti
Telio CS Inlay e Telio CS Onlay si contraddistinguono per le loro straordinarie proprietà umettanti del tessuto
dentale e per la loro bassa contrazio-
Carestream Dental
Annuncia l’identità
del marchio CS
Importante campagna pubblicitaria che coincide con la
ridenominazione dei prodotti
Stoccarda: Carestream Dental ha annunciato il lancio di
un’importante campagna pensata per rendere familiari ai clienti esistenti ed eventuali le caratteristiche distintive dell’azienda. Con le colonne portanti del flusso
di lavoro efficiente, dell’eccellenza diagnostica e della
tecnologia umanizzata, la campagna si propone di aiutare i clienti a comprendere la ricca tradizione e i molti
marchi fidati che costituiscono Carestream Dental. La
campagna pubblicitaria coincide con un’iniziativa strategica di re-branding, secondo la quale l'azienda inizierà
a ridenominare sotto il marchio Carestream Dental (CS)
diversi prodotti.
“Vantiamo un impegno di lunga data per la qualità su
tutti i nostri marchi - tanti sono i Ricercatori, i Clinici e
gli Specialisti della salute orale che per oltre un secolo
hanno contribuito allo sviluppo dei nostri prodotti”, ha
affermato Jody Rodney, Direttore Marketing, Carestream Dental. “Desideriamo unire questi prodotti d’avanguardia sotto un’unica bandiera ed esprimere con chiarezza i benefici e la natura d’integrazione lineare delle
soluzioni Carestream Dental di imaging digitale, software e gestione degli Studi odontoiatrici”.
I prodotti Carestream Dental esistenti sono stati commercializzati utilizzando marchi multipli, tra i quali
SoftDent, PracticeWorks, Kodak, OrthoTrac, RVG, Trophy
e Windent. Mentre essi sono conosciuti come prodotti
trainanti per varie specialità della salute orale, i differenti nomi dei marchi potenzialmente potrebbero rendere meno chiari, ai Medici e ai Manager delle strutture
per la salute orale, i rapporti tra i prodotti e la funzionalità integrata.
Il primo prodotto dell’azienda con il marchio CS, il CS
9300, è stato lanciato con successo nella primavera 2011.
A breve la maggior parte dei prodotti esistenti saranno
commercializzati con il marchio CS, ma conserveranno
gli stessi numeri identificativi dei modelli. I prodotti
chimici e del tipo pellicola continueranno a essere venduti con il marchio Kodak. Carestream Dental continuerà a supportare e a fornire parti di ricambio e accessori
per tutti i propri prodotti.
“La transizione al marchio CS ci offre l’opportunità di
ricordare esattamente ai clienti cosa rappresentiamo,
il che è molto semplice: immagini chiare, affidabili per
diagnosi precise; tecnologie di prossima generazione
facili da utilizzare e comprendere; e una progressione
armoniosa, profittevole nelle attività cliniche e di amministrazione”, ha aggiunto Rodney. “Carestream Dental cares, ossia si prende cura di, e il nostro impegno è
rivolto al successo dei clienti”.
Per ulteriori informazioni sulla gamma di prodotti Carestream Dental, chiamare il numero 00800-4567 7654 o visitare www.carestreamdental.com.
ne volumetrica. Inoltre entrambi i materiali da
restauro, contenenti un agente antimicrobico e cariostatico, mostrano un ridotto
assorbimento idrico. Queste proprietà
riducono il rischio di formazione di gap
marginali, carie, discromie e proliferazione batterica. Pertanto, è possibile
realizzare restauri provvisori cromaticamente stabili e a prova di batteri, con
ridottissima formazione di cattivi odori.
Applicazione semplice e rapida
Telio CS Inlay e Telio CS Onlay si applicano con semplicità e rapidità presentando una ridotta appiccicosità allo strumentario di modellazione.
La rimozione dei restauri provvisori è altrettanto semplice: grazie alla consistenza morbida-elastica o dura-elastica dei restauri provvisori realizzati con
Telio CS Inlay e Telio CS Onlay, questi possono essere rimossi facilmente in un
unico blocco.
Ivoclar Vivadent srl
Via Isonzo, 67/69 - 40033 Casalecchio di Reno (BO)
Tel.: +39 051 6113555 - Fax: +39 051 6113565 - www.ivoclarvivadent.it
Tepe
Un nuovo gel
interdentale
a base di clorexidina e fluoro
TePe, l’azienda svedese produttrice
di articoli per l’igiene orale, lancia il
TePe Gel Gengivale - un gel antibatterico sviluppato particolarmente
per l’utilizzo in concomitanza degli
scovolini TePe.
La parodontite è ora più conosciuta grazie a diversi fattori. Circa il
40% degli adulti soffre di questa
patologia, spesso senza esserne a
conoscenza. Le condizioni migliori
sarebbero una diagnosi e un trattamento precoce. Fortunatamente, ci
sono molte precauzioni che ognuno
può prendere per poter prevenire e
combattere le malattie parodontali.
La clorexidina è un forte agente antiplacca e antigengivite, mentre il
fluoro rinforza lo smalto, previene la
carie e protegge le superfici radicolari sensibili. La formula intelligente
adottata da TePe Gel Gengivale combina i vantaggi della clorexidina e
del fluoro per una doppia protezione delle gengive e dei denti.
“Si traggono grandi benefici dalla combinazione di clorexidina e
fluoro in un unico prodotto per ottenere simultaneamente un effetto
antiplacca, antigengivite e anticarie.
Io raccomando TePe Gel Gengivale ai pazienti affetti da gengivite e
parodontite per la propria igiene
orale domiciliare in aggiunta a cure
professionali”, ha affermato Annica
Carnemar, igienista dentale con diversi anni di esperienza nell’ambito
di terapie dentali e parodontali.
“Il gel è adatto a diversi tipi di pazienti. Nel mio lavoro, tratto persone con serie patologie e ho potuto
constatare che in definitiva questi
pazienti traggono beneficio dall’uso
di questo gel”, ha aggiunto. Le superfici interprossimali sono aree a
rischio per la formazione di carie e
malattie gengivali. Applicare TePe
Gel Gengivale in concomitanza
dello scovolino direttamente sulle
aree infette risulta essere un metodo semplice ed efficace grazie alla
viscosità del gel. Il sapore della clorexidina è difficile da nascondere,
così, il gusto rinfrescante alla menta risulta essere un altro vantaggio
in quanto può motivare il paziente
all’uso domiciliare. Il gel viene raccomandato quotidianamente sia
durante le cure professionali, sia
durante la fase di guarigione.
TePe dispone di una vasta gamma
di scovolini disponibili con la scelta
di differenti misure, strutture del
filamento e tipo di manico per poter soddisfare ogni esigenza. Tutti i
prodotti TePe sono sviluppati in collaborazione con esperti dentali.
TePe Italia
Tel.: +39 02 93291475 - [email protected] - Angelica Nilsson (Responsabile Commerciale)
14 Notizie dalle Aziende
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
Intervista: “La nostra crescita è decisamente
guidata dall’innovazione e dalla qualità”
fare buoni affari a lungo termine, non comprerà mai un
prodotto contraffatto.
D’altro canto, vediamo un
allarmante cambiamento di
tendenza in Europa. Ci sono
tanti prodotti contraffatti o
copie provenienti dalla Cina
e importate in Europa con un
falso codice CE o con una falsa certificazione ISO 9000.
I dazi doganali nella zona
di Shenzhen non bloccano
questi prodotti contraffatti,
e in questo modo tutti i tipi
di prodotti contraffatti possono entrare in Europa. Si
tratta di dispositivi di assistenza sanitaria per trattare
i pazienti e non li dovrebbero
mettere a rischio.
Gilles Pierson, Amministratore Delegato del Gruppo Acteon (DTI/Photo: Bernhard Moldenhauer).
In occasione della conferenza del 2011 dell’Association Française Dentaire (ADF) di Parigi,
Dental Tribune International (DTI) ha parlato con Gilles Pierson, amministratore delegato del Gruppo Acteon, della storia della
società, dei nuovi prodotti e delle strategie
per il futuro.
DTI: Le vostre Business Units Satelec,
Pierre Rolland e Sopro, sono state
unificate nel Gruppo Acteon nel 2003,
seguite dalla vostra Business Unit
italiana, De Götzen, che ha raggiunto il
gruppo nel 2006. Nel 2011, in occasione
dell’IDS di Colonia, avete presentato
la vostra nuova identità aziendale e il
nuovo logo Acteon. Qual è la principale
motivazione di questo cambiamento di
marchio?
Il cambiamento di nome del Gruppo è dovuto al
fatto che all’inizio, nel 1980, Satelec era la sola
azienda esistente. Pierre Rolland si è fusa con
Satelec nel 1985, per diventare Satelec - Pierre
Rolland. Dopo il 1995, abbiamo deciso di fare
crescere l’azienda grazie ad alcune acquisizioni,
quindi abbiamo acquisito diverse società, come
Sopro e De Götzen. Non sarebbe stato possibile
dare al Gruppo il nome: “Satelec, Pierre Roland,
Sopro, De Götzen” e via dicendo. Abbiamo quindi avuto la necessità di un nome di gruppo che
conservasse il nome delle singole aziende.
Pertanto, il Gruppo è ora denominato Acteon, ma
le diverse società che sono state acquisite e che si
sono fuse, sono identificate come società aventi
la loro personale storia e prodotti. Questo è un
bene anche per gli impiegati, che si identificano
ancora con la loro azienda d’origine, pur appartenendo a un grande gruppo. Abbiamo quindi
conservato la storia di ogni azienda, dando però
l’egida di Acteon. Satelec è sempre conosciuta in
paesi come la Francia. Pierre Rolland, un’azienda che ha 60 anni, è ancora conosciuta, quindi
è un po’ difficile introdurre il nome Acteon. Otto
anni dopo, sta crescendo la consapevolezza, anche se i nomi delle singole società Satelec e Pierre Rolland, mantengono ancora un’immagine
più forte di quella del gruppo di coordinamento
Acteon. In altri paesi, dove la nostra storia è più
recente, come Stati Uniti. Asia, o Australia, Acteon è attualmente riconosciuta come un’azienda
e le diverse società come Satelec, Pierre Rolland
e Sopro, come suoi reparti.
Abbiamo trovato un modo di preservare l’iden-
tità di ogni società del Gruppo, pur creando un
marchio che li inglobi tutti.
Con un giro d’affari di 113 miliardi di euro
e un tasso di crescita del 16% realizzato
nel 2010, l’anno scorso è stato un enorme
successo per il Gruppo Acteon. L’80%
delle vendite sono state realizzate fuori
dalla Francia. Com’è stato per voi il 2011 e
quali sono i mercati che considerate i più
importanti per il Gruppo?
Il 2010 è stato un altro anno di grandi successi,
con un aumento del 16%. Nel 2011 ci aspettiamo un altro aumento del 9% nelle vendite, che
è un buon risultato se si considera la situazione
economica. L’Europa sarà stabile al 2% e gli Stati Uniti rappresenteranno il 10%. Ma la crescita
più forte è in Cina, con circa il 20%. In generale
l’Asia rappresenta attualmente il 20% delle nostre vendite mondiali, pertanto se realizzeremo
un aumento del 20% saremo molto soddisfatti.
Paesi come il Giappone e l’India sono molto forti per noi, come lo era la Tailandia fino a prima
delle inondazioni che hanno colpito il paese.
Il 2011 e gli anni a venire saranno certamente
trainati dall’Asia e in particolare dalla Cina, in
cui siamo presenti dal 1987. Abbiamo attualmente una squadra di 40 persone là e ci aspettiamo una crescita media del 30% nel corso dei
prossimi cinque anni. La Cina è certamente un
paese in pieno boom.
Quando parliamo con altre aziende
europee che vendono sul mercato
cinese, spesso ci menzionano la
sensibilità ai prezzi e la necessità di
adattarsi al livello dei prezzi locali.
No, non penso che sia una questione di prezzi,
in Cina, è una questione di mentalità. Là hanno
copie a buon mercato di tutti i nostri prodotti.
Vent’anni fa perseguivamo i falsari. Tuttavia,
abbiamo realizzato che non era produttivo,
perché se una società chiude e riapre nel garage a fianco, ci si batte per una causa persa. Ancora più importante, abbiamo realizzato che le
copie cinesi sono la nostra migliore pubblicità,
perché la qualità è molto bassa e si riscontrano
quindi numerosi problemi. Coloro che hanno la
disponibilità economica per acquistare un prodotto europeo a un prezzo europeo lo faranno.
Il falso Rolex fabbricato in Cina è venduto in
Europa, ma il vero Rolex fabbricato in Svizzera,
è venduto in Cina. E il cliente cinese che vuole
Pensa che sarà ancora
in grado di produrre in
Francia o in Europa in futuro?
La politica di Acteon è di fabbricare e di condurre le ricerche nell’Europa occidentale, e di
non fabbricare in Cina, sud est asiatico, Brasile,
India o altrove. La nostra politica è la produzione continua in Europa occidentale. Le nostre
fabbriche sono in Francia, Italia, Germania e
non andiamo a fabbricare in Cina o in India.
Acteon si è stabilita in una nicchia del mercato
della salute. Questo mercato è influenzato dalla
qualità e dall’innovazione. L’Europa dell’ovest è
ben conosciuta per queste qualità e conseguentemente, bisogna avere qui in Europa le proprie
fabbriche, per produrre a un livello tale da generare innovazione basata sulla tecnologia.
Questa è la filosofia di Acteon. Nel corso degli
utlimi 30 anni, abbiamo investito gran parte
degli utili della società in R&D. Abbiamo attualmente un totale di 70 persone nel nostro dipartimento R&D nelle differenti società e la nostra
crescita è decisamente guidata dall’innovazione e dalla qualità.
Investite in particolare nel mercato
dell’odontoiatria digitale…
Investiamo molto nel mercato dell’odontoiatria
digitale, in effetti. È uno dei mercati più in rapida crescita oggi, e abbiamo raggiunto un punto
in cui siamo in grado di offrire, più o meno la
gamma completa dei prodotti. Solo la panoramica manca; tuttavia nei prossimi cinque anni
la panoramica potrà scomparire dal mercato
ed essere sostituita da schermo piatto al posto
della matrice lineare.
Quindi preferiamo concentrarci sullo schermo
piatto con una ricostruzione in 2D o 3D, piuttosto che sulla panoramica. Nessuno potrà negare a lungo che il futuro dell’odontoiatria sarà
digitale. Per esempio alla Sopro produciamo
una telecamera per rilevare le carie con la tecnologia a fluorescenza.
L’imaging è una cosa a sé, ma con l’imaging si
può arrivare a una diagnosi. L’imaging per la
diagnostica è il punto chiave dell’imaging e con
una buona diagnostica si possono avere buoni
trattamenti.
Il vostro nuovo sistema CBCT, White Fox,
ha ricevuto il “red dot design award” nel
2011, che gli riconosce un eccezionale
design industriale. Qual è la risposta del
mercato e quali sono le cifre di vendita e
di sviluppo per il sistema White Fox?
Noi in Acteon prestiamo molta attenzione al
design, per tre ragioni.
La prima è che le cliniche del dentale sono in
genere ben progettate esteticamente, perché il
paziente è sveglio durante i trattamenti. Non
è come un ospedale, in cui il paziente è sotto
anestesia e addormentato e non si preoccupa
quindi dell’ambiente circostante.
In una clinica dentale i pazienti amano trovarsi in un bell’ambiente per ridurre lo stress
dell’esperienza. Pertanto bisogna offrire un design piacevole. Un altro motivo è che l’assistente dentale partecipa sempre di più alle scelte dei
prodotti. L’equipe clinica ama un bel design e i
colori, mentre in genere il dentista è più attratto dalle caratteristiche tecniche. Ma l’assistente
gioca un ruolo importante nel processo decisionale quando si tratta di nuovi acquisiti.
Il prodotto White Fox è stato accolto bene dal
mercato. Il design è simpatico, ma la tecnologia è molto avanzata. Per esempio White Fox è
il solo scanner della sua categoria a disporre di
una calibrazione di Unità Hounsfield. Questa
calibrazione è utilizzata per misurare la densità
ossea, al fine di permettere una pianificazione
perfetta e se necessario un innesto osseo prima
dell’impianto.
Dal momento dell’introduzione della tecnologia a fascio conico in chirurgia maxillo-facciale
e odontoiatria generale, i chirurghi ORL sono
stati sempre più attratti da questa forma di tecnologia e gli specialisti ORL sono diventati un
segmento di mercato sempre più importante
per questo tipo di prodotto.
La grande superficie del display per orecchio,
naso e gola è particolarmente pratica. Dunque
vendiamo molti apparecchi sul mercato ORL.
Abbiamo bisogno di buone sinergie con la nostra divisione medica che è specializzata anche
nella sfera ORL. Vede, ci sono diversi ponti tra i
campi dentistico e medico, tra l’endoscopia in
campo medico e l’imaging in campo odontoiatrico, tra la radiologia dentale e l’imaging in
ospedali o in ORL. Noi siamo soddisfatti della
tecnologia a fascio conico e le cifre di vendita
rispettano le nostre aspettative.
Sarete Platinum Sponsor al Congresso di
Vienna, Europerio, il prossimo giugno.
Da Acteon cosa possono aspettarsi i
visitatori a Vienna?
Fondamentalmente, siamo molto coinvolti
nell’odontoiatria preventiva e conservativa.
La parodontologia ha sempre giocato un ruolo predominante in quest’ambito e Europerio
è considerato il Congresso leader di questa
specialità. Abbiamo scelto deliberatamente di
essere Platinum Sponsor del Congresso, in virtù della qualità del suo programma scientifico
e dell’eccellente posizionamento del Congresso
nella comunità del dentale. Acteon condurrà
delle sessioni sponsorizzate mercoledì 6 giugno
dalle ore 16 alle 17 (che includono un conferenza organizzata del Dott. Bennani: “Una nuova
tecnica di retrazione gengivale per gli impianti”). Venerdì 8 giugno dalle ore 12:15 alle 13:45, ci
sarà un’altra sessione per valutare lo stato della
placca e l’infiammazione di tessuti molli con
l’aiuto di una telecamera intra-orale. Queste
sessioni saranno d’interesse per igienisti dentali, dentisti e parodontisti.
L’elite dei relatori internazionali svelerà i suoi
trucchi e le astuzie della vita professionale e vi
invitiamo cordialmente a raggiungerci tutti a
Vienna.
Dental Tribune International
Notizie dalle Aziende 15
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
I camici Lifepreserve di Odontoiatrica
liquido, compreso il perossido
d’idrogeno, l’alcool e gli acidi
solforici e ortofosforici, lo
ritiene utile per qualsiasi tipo
d’intervento nel suo studio?
Certamente!
La sua assistente, in sala
sterilizzazione, indossa la casacca
Il direttore tecnico di Odontoiatrica
Claudio De Bei, intervista il Dr. Carmelo Musco sull’utilizzo dei dispositivi di protezione Lifepreserve prodotti e distribuiti da Odontoiatrica.
Dott. Musco, qual é la cosa più
importante quando sceglie un
camice per il suo studio, per lei
e i suoi collaboratori?
La priorità di scelta era dettata dalla
qualità del tessuto e dal colore, quindi avendo a disposizione sul mercato esclusivamente camici di cotone,
facevo attenzione soprattutto che i
camici in questione mi soddisfacessero dal punto di vista estetico. Ho
notato però che i camici della linea
Lifepreserve davano a me e ai miei
collaboratori una sicurezza di gran
lunga maggiore contro i rischi di
contaminazione e soprattutto non si
macchiavano né con i liquidi organici, né con l’ipoclorito.
Da quanto tempo utilizza i
nostri camici?
Da almeno un anno, e sono ancora
nuovi.
Sono comodi e traspiranti
come le fu detto durante
la presentazione dal nostro
specialist di zona?
Sono molto comodi e hanno un’ottima vestibilità e, pur essendo dei camici protettivi, hanno caratteristiche
traspiranti che li rendono unici anche
quando le temperature estive rendono poco sopportabile qualsiasi altro
camice. E qui in Sicilia il caldo in estate si fa sentire...
Qual é la cosa che l’ha
impressionata di più durante
il loro utilizzo?
Sicuramente il fatto che durante le
monconizzazioni o le sedute di igiene,
dove si utilizza molto l’aerosol delle
turbine, il camice nella zona proprio
di fronte all’area di lavoro si ricopriva
di un tappeto di micro gocce, assolutamente incapaci di penetrare all’interno del tessuto, facilmente asportabile da carta assorbente.
E le macchie di sangue?
Vanno via con il passaggio di una
semplice spugnetta umida.
Essendo il camice Lifepreserve
impermeabile alle gocce degli
aerosol, ma anche a qualsiasi
e i pantaloni Lifepreserve?
Ho testato il mio camice per un anno
e mi sono reso conto che è davvero
impenetrabile. Sostituirò a breve il suo
pesante grembiule in plastica con un
completo Lifepreserve, decisamente
più confortevole, esteticamente anche
più bello da vedere e poi quando le dirò
che si lava e non si stira, sarà sicura-
mente felice di indossarlo.
Consiglierebbe questi camici,
o meglio, questi dispositivi di
protezione, ai suoi colleghi?
Li consiglio vivamente! Quando testeranno la sicurezza, la comodità e la
praticità di questi camici, non ne potranno più fare a meno.
Carmelo<
muSCo, Medico Chirurgo
Specialista in
Odontostomatologia
(Università di
Catania). Master di 2° livello in Implantologia e Protesi
dentarie: nuove tecnologie (Università di Palermo).
Perfezionato in laser terapia nel distretto cranio facciale (Università di
Genova). Perfezionato in Odontoiatria Estetica con sistema Lumineers-Cerinate (California). Perfezionato in Ortodonzia DSAT Tip-Edge.
Perfezionato in Ortodonzia invisibile Invisalingn.
16 Meeting & Congressi
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
www.dental-tribune.com
EVENTS
Consulta sul nostro sito l’area Events, un aggiornamento continuo sui migliori eventi del dentale.
L’efficace sinergia
IV Congresso nazionale Sisio Aie Aiop
Le date importanti
Il momento più importante dell’anno per ogni società
scientifica è per la Sisio ormai alle porte, mancano infatti pochi mesi al Congresso Nazionale, che quest’anno approfondirà il tema della tecnologia.
Il Congresso, dal titolo “La tecnologia nelle mani del
professionista: un approccio scientifico e clinico”,
ospiterà relatori di fama nazionale e internazionale,
e sarà strutturato su due giornate, il venerdì 11 maggio si svolgeranno i workshop aziendali, il sabato 12 sarà dedicato alle
relazioni di professionisti di chiara
fama, con presentazioni di alto valore scientifico. I soci Sisio, Unid, Aidi,
Anid e Sidid potranno partecipare al
congresso con tariffe molto agevolate, ma per poter usufruire di sconti
ancora maggiori è fondamentale
iscriversi entro il 31 marzo.
Per maggiori informazioni visitate il
sito www.sisio.it dal quale è possibi-
le scaricare i moduli per l’iscrizione.
Il Presidente Sisio, Gianna Maria Nardi, con il supporto del Direttivo Sisio, si dice pronta ad affrontare la
sfida e replicare, se non accrescere, il successo dell’edizione 2011, e questo proprio grazie all’interesse degli
igienisti alla crescita professionale e all’interscambio
scientifico. E quale migliore occasione del Congresso
Nazionale?
in un corso svoltosi a Bologna
su temi di attualità
L’attività culturale 2012 dell’Aie (Accademia Italiana di Endodonzia) ha
avuto inizio l’11 febbraio con il corso
in cui l’Aiop (Accademia Italiana di
Odontoiatria Protesica) è stata chiamata a partecipare su tematiche
d’attualità; nonostante le avverse
condizioni atmosferiche, tutto il
Consiglio Direttivo dell’Accademia è
stato presente e ha seguito i lavori in
sala. Solo pochi iscritti hanno rinunciato a raggiungere Bologna. Molti
altri si sono presentati direttamente
sul posto. Tutti i relatori inoltre hanno confermato la presenza e trattato
argomenti attinenti l’attività clinica
quotidiana quali il mantenimento
della vitalità pulpare, il ritrattamento di elementi destinati a essere inseriti in una riabilitazione protesica, la
valutazione dei fattori biomeccanici
determinanti le fratture radicolari
e delle procedure adatte a ridurne
l’incidenza. I Presidenti delle due Accademie, Federica Fonzar e Maurizio
Zilli, hanno presenziato durante la
giornata esprimendo apprezzamento per la collaborazione fra le due
società scientifiche su temi d’interesse per il dentista generico. Gradito ospite del corso, Roberto Scotti
ha portato i saluti dell’Università di
Bologna. Coordinatori Paolo Ferrari
e Giuseppe De Caroli, moderatori
della discussione scaturita al termine di ogni sessione. Nella prima, il
confronto tra Angelo Fassi e Fabio
Carboncini, che hanno trattato dai
punti di vista endodontico e protesico vantaggi e non del mantenimento della vitalità pulpare del pilastro
protesico. Conclusione di entrambi:
il mantenimento è da considerare
un vantaggio in funzione della prognosi, ma anche la necrosi pulpare
di elementi protesizzati rappresenta
una complicanza che maggiormente
incide sulla durata di una riabilitazione anche complessa.
I relatori hanno quindi sottolineato
l’importanza della fase diagnostica
preliminare: raccolta dei dati anamnestici, esame clinico intra-orale con
rilevazione degli indici parodontali,
status radiografico e modelli di studio. Tutti momenti clou del processo
decisionale da cui scaturirà il piano di trattamento adatto. Fassi, in
particolare, ha spiegato come possa
essere difficile stimare le potenzialità riparative di una polpa dentale
e prevedere in modo attendibile la
sua risposta alle procedure proteiche, elencando indicatori utili per
indentificare gli elementi dentali a
rischio di necrosi pulpare post-protesica trattabili endodonticamente
a scopo preventivo. Sono l’evidenza
radiologica di alterazioni dello spazio camerale e canalare, l’estensione
e profondità di eventuali restauri, la
presenza di aree di dentina esposta
per lesioni cariose o di altra natura,
la storia di dolore riferito dal paziente, la sensibilità allo stimolo elettrico
e a quelli termici, alla pressione e alla
percussione. Carboncini ha evidenziato le situazioni che richiedono il
trattamento endodontico preventivo degli elementi da protesizzare:
dis-parallelismi, necessità di abbassare la dimensione verticale, denti
estrusi, necessità di rizectomie/emisezioni. In accordo con Fassi ha confermato l’esistenza di “indicatori di
polpe a rischio” da considerare nella
definizione del trattamento protesico, affermando che il protesista con
le sue manovre può influire sulla
vitalità della polpa. Ha quindi sottolineato la necessità di un adeguato
raffreddamento durante la preparazione protesica e le fasi di ribasatura
dei provvisori, l’importanza di manufatti precisi per evitare infiltrazione e decementazione e mantenere
vitalità. Sulla base dell’esperienza e
della letteratura, Carboncini ha concluso che il rischio a lungo termine
di necrosi post-protesica è basso se
si rispettano ed eseguono correttamente le procedure, dalla diagnosi
al manufatto, suggerendo l’ipotesi
che il trattamento endodontico attraverso una corona protesica possa
indebolire di più un manufatto in
zirconia e di meno uno in metalloceramica. Paolo Mareschi e Federico
Boni hanno invece affrontato il ritrattamento endodontico dei pilastri
protesici, valutandone indicazioni e
controindicazioni. Mareschi ha sottolineato la scarsa attendibilità della
valutazione del trattamento endodontico in base ai dati clinici o radiologici e la necessità di organizzare un
sistema di raccolta dati per stabilire
le percentuali di successo e quindi la
propria capacità nell’affrontare una
cura endodontica.
>> pagina 17
Meeting & Congressi 17
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
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EVENTS
Consulta sul nostro sito l’area Events, un aggiornamento continuo sui migliori eventi del dentale.
ri di rischio rispetto al passato. La
scelta ragionata di un piano di trattamento, dei materiali, le procedure
adeguate alla situazione clinica permettono una minor frequenza di
fratture e una riabilitazione di lunga
durata. Tra le tipologie di preparazione protesica, infine, Foce ha indicato
la preparazione a finire come la più
idonea alla conservazione di struttura dentale. Il pubblico ha vivacemente partecipato alla discussione
insorta al termine delle tre sessioni.
Il corso è stato caratterizzato dal taglio clinico-pratico dei temi in programma che conferma la specificità
della proposta culturale dell’Aie.
Al termine il sentito ringraziamento
del suo Consiglio direttivo al Consiglio Aiop per la significativa collaborazione, ai partecipanti per la conferma della loro presenza, ai relatori
per la preparazione ed esperienza
posta al servizio del tema proposto
e alle aziende che, col loro sostegno,
hanno reso possibile una giornata
d’approfondimento culturale.
Il Consiglio Direttivo Aie, i coordinatori e i relatori del corso.
<< pagina 16
Sulla base della sua esperienza clinica, delle percentuali di successo
in oltre 3000 denti trattati, il ritrattamento dei casi con lesioni asintomatiche ha una prognosi migliore
rispetto a un comportamento attendista. Fondamentale un rigoroso
protocollo operativo - ha sottolineato. E che sulla base degli stessi dati, il
trattamento effettuato impiegando
strumenti flessibili rotanti in Ni-Ti
non abbia modificato le percentuali
di successo ottenute con strumenti
manuali in acciaio con un risparmio
nell’esecuzione. Laddove sia necessario intervenire protesicamente,
Boni consiglia di eseguire sempre il
ritrattamento nei casi sintomatici,
quando la terapia endodontica incongrua sia stata eseguita da meno
di 5 anni e siano richiesti sbiancamenti. Sottolineata anche l’importanza di mantenere il sigillo coronale del moncone protesico trattato
endodonticamente nelle varie procedure protesiche. Nell’ultima sessione Marcoli e Foce hanno valutato dal punto di vista endodontico e
protesico i fattori determinanti e le
procedure per ridurre la frequenza delle fratture radicolari. Marcoli
ha detto che, rispetto all’utilizzo
degli strumenti manuali in acciaio,
l’impiego di quelli rotanti in Ni-Ti
consente di sagomare con netta riduzione dei tempi, maggior rispetto
dell’anatomia e minor rischio d’inconvenienti come la produzione di
tappi dentinali e di deformazioni
delle curvature canalari. La minor
asportazione di tessuto sano, grazie
a strumenti rotanti in lega superelastica e nuove tecniche di preparazione, conta per ridurre la probabilità di frattura radicolare. Foce ha
invece confermato che l’elemento
dentale trattato endodonticamente
risulta più fragile rispetto a quello
vitale e quindi più esposto al rischio
di frattura. Nella terapia riabilitativa
protesica possono e devono adottarsi procedure e strategie per ridurre
la complicanza. Allo stato attuale,
ha affermato Foce, non esistono o
non possono essere individuati uno
specifico materiale o una tecnica
ricostruttiva che di per sé evitino
la frattura di un elemento dentale
strutturalmente compromesso.
Oggi abbiamo vari materiali con
caratteristiche ottimali ai fini ricostruttivi, grazie all’elevata affidabilità e alle caratteristiche meccaniche
assimilabili ai tessuti dentali. Al pari
dei materiali, anche le tecniche e
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18 Meeting & Congressi
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012
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maggio - 6 giugno - 29 settembre 20 ottobre - 17 novembre
- Dove: Essemme Dental Studio
Via Trieste 1/A Piacenza
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- Tel.: 0523 331777
- Fax: 0523 578786
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CONGRESSO NAZIONALE
DEI DOCENTI DI DISCIPLINE
ODONTOSTOMATOLOGICHE
L’HIGH TECH COME SUPPORTO
ALLA RICERCA, ALLA
DIDATTICA E ALLA CLINICA DI
ODONTOSTOMATOLOGIA
- Data: 12-14 aprile
- Dove: Centro Congressi Lingotto
Torino
- Contatti: Gem - CCI
- Tel.: 011 2446911
- Fax: 011 2446950
- Web: www.congressiefiere.com
RESTAURI IN CERAMICA
INTEGRALE: DALLA SELEZIONE
DEL MATERIALE AL SUCCESSO
CLINICO
- Data: 28 aprile
- Dove: ACE Institute C. XI settembre 92 – Pesaro
- Contatti: ACE Institute
- Tel.: 0721 64359
- E-mail: [email protected]
APPROFONDIMENTO TEORICO
PER LA REALIZZAZIONE DI
OVERDENTURE BAR NOBEL/
PROCERA
- Data: 5 maggio
- Dove: Training center
Nobel Biocare – Vimercate (MI)
- Contatti: Anna Simonelli
Nobel Biocare Italiana
- Tel.: 029 6836271
- E-mail: anna.simonelli@
nobelbiocare.com
RICOSTRUZIONE
TRIDIMENSIONALE DEI
PROCESSI ALVEOLARI CON
MEMBRANE – CORSO TEORICO,
CHIRURGICO E PRATICO
- Data: 7-8 maggio
- Dove: Studio Dentistico Todisco
Via Agello 68. Rivoltella sul Garda
(BS)
- Contatti: De Ore
- Tel.: 045 6020924
- E-mail: [email protected]
VII INTERNATIONAL CONGRESS
IFFPSS
-
Data: 9-12 maggio
Dove: Crowne Plaza Hotel - Roma
Contatti: CQ Travel
Tel.: 02 4804951
Fax: 02 43911650
E-mail: [email protected]
Web: www.nosefaceworldrome2012.net
CONGRESSO DI PRIMAVERA
AIDOR-CEO
MITI E REALTÀ IN ORTODONZIA
- Data: 1-3 giugno
- Dove: Forte Village (CA)
- Contatti: Valeria Di Gravio - Aim
Group International
- Tel.: 06 33053228
- E-mail: [email protected]
RESTAURI ESTETICI ADESIVI:
ANTERIORI E POSTERIORI
DELLA PREPARAZIONE ALLA
CEMENTAZIONE
- Data:21-22 settembre
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dei Principi – Roma
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Colloquim
GENOVA 5 maggio 2012 - SHERATON GENOVA HOTEL
- Data: 3-5 maggio 2012
- Dove: Culture and Congress
Center - Lucerna (CH)
- Contatti: Camlog Foundation
- E-mail: [email protected]
- Web: www.camlogfoundation.org
implantologia
diagnosi e gestione
Programma
08.15 Registrazione dei partecipanti
08.45 Saluto delle autorità e del Presidente SIO Eugenio Romeo
Sessione pomeridiana
Per iscrizioni e informazioni:
www.osteointegrazione.it
14.30 Luigi GALASSO
Diagnosi e trattamento delle
complicanze protesiche
15.10 Stefano STORELLI
Diagnosi e trattamento delle
complicanze biologiche
15.50 Fabrizio MONTAGNA
Eventi avversi: complicanze ed errori
16.30 Discussione
17.00 Termine dei lavori
Sede del Corso:
SHERATON GENOVA HOTEL
& CONFERENCE CENTER
Via Pionieri e Aviatori d’Italia, 44
16154 Genova, Italy
T. +39.010.65491 - F. +39.010.6549055
Modalità di iscrizione:
La partecipazione è gratuita
per i Soci Sio in regola con la quota
di iscrizione per l’anno 2012.
Per iscriversi o rinnovare la quota:
www.osteointegrazione.it
Crediti Formativi ECM
È stato richiesto l’accreditamento ECM FAD
per la Categoria Odontoiatri.
Maggiori informazioni su
www.osteointegrazione.it
Segreteria Organizzativa e Delegata SIO
Via Marchesi 26 D - 43126 PARMA
Tel. 0521-290191 - Fax 0521-291314
[email protected] - www.mvcongressi.it
04 - Dental Tribune Genova SIO cod 1309 c 38290
GENOVA 2012
12.20 Antonio BARONE
Diagnosi e trattamento delle
complicanze nella chirurgia avanzata
13.00 Discussione
13.15 Pausa Lunch
> Cedesi avviato studio dentistico causa trasferimento sito a Rossano Scalo (CS). Avviamento 26 anni. Per contatti: 335 8334811.
Nome ________________________________________ Cognome _______________________________________________________________________
prevenzione del contenzioso medico-legale
11.40 Paolo CASENTINI
Diagnosi e trattamento delle
complicanze estetiche
STUDI
Offerte
Per gli abbonati la pubblicazione è gratuita, per i non abbonati il costo di un singolo annuncio è di 10,00 Euro. Pagamento da effettuarsi
sul c/c postale n. 65700361 o con assegno intestato a: TU.E.OR. da far giungere in redazione assieme all’annuncio, al seguente indirizzo:
TU.E.OR. Srl - C.so Sebastopoli, 225 - 10137 Torino - Tel. 011 0463350 - Fax 011 0463304
diagnosi e gestione delle
complicanze in implantologia
Sessione Mattino
> Ufficio Commerciale Italia - Doctor Smile Laser
Il candidato ideale, in possesso di diploma
o di laurea in discipline scientifiche, è una
persona organizzata che abbia maturato una
precedente esperienza in ruoli commerciali.
Età indicativamente intorno ai 30/35 anni.
Dovrà supportare e affiancare le trattative
commerciali apportando conoscenze tecniche e presenziare durante gli eventi che
l’azienda organizza per divulgare i prodotti
in Italia e che si tengono prevalentemente di
sabato. Sede di Lavoro Brendola (Vicenza).
Inviare CV a [email protected].
MODULO INSERZIONE
Corso di Aggiornamento SIO
09.10 Ugo COVANI
Identificazione e valutazione dei fattori
di rischio sistemici e locali
09.50 Giovanni LODI
Evidenza scientifica della prevalenza
delle complicanze implantari
10.30 Ruggero RODRIGUEZ
Y BAENA
Diagnosi e trattamento delle
complicanze chirurgiche nella
chirurgia di base
11.10 Coffee Break
com oppure sul sito www.dentsply.it / lavora
con noi.
CORSO PRATICO DI CHIRURGIA
AVANZATA. DISSEZIONE
ANATOMICA DELLA
BOCCA. IMPLANTOLOGIA
MININVASIVA. CONTINUING
EDUCATION. PIEZOCHIRURGIA.
SINUSISCOPIA
- Data: 10-12 maggio
- Dove: Institute d’Anatomia – Liege
- Contatti: Dott. Luigi Grivet
Brancot
- Tel.: 011 5629674
- E-mail: [email protected]
“Cari colleghi,
il giorno 5 maggio si terrà a Genova il
corso di aggiornamento organizzato dalla Sio sulla diagnosi e gestione delle
complicanze in implantologia.
Il corso, secondo gli obiettivi che la Società si è posta, vuole affrontare in maniera esaustiva l’analisi delle possibili
complicanze in implantologia, i criteri
diagnostici per limitarne l’insorgenza e
le possibilità di trattamento nel caso si
determinassero. I relatori sono di assoluta fama nazionale e internazionale e si
alterneranno per dare delle linee guida
comportamentali che devono guidare
l’odontoiatra nella gestione del caso clinico, anche complesso, in maniera ottimale per limitare al massimo l’insorgenza di complicanze.
Il Corso verrà accreditato come FAD e
quindi gli iscritti alla Società potranno
non solo ottenere i relativi crediti, ma
anche poter rivedere tutti i momenti del
corso per un anno. Ricordo inoltre, per
chi non fosse ancora iscritto alla Società
Sio, che l’iscrizione per il 2012 consente di
poter rivedere e ottenere anche i crediti
relativi al corso che si è tenuto a Como
nel maggio del 2011 sul rialzo del seno
mascellare, dove il dott. Testori ha eseguito un intervento di rialzo ad accesso
laterale in live surgery, e del corso tenuto
a Roma nel novembre 2011 sulla definizione del piano di trattamento”.
Arrivederci a Genova.
Eugenio Romeo
Ems-swissqualitY.com
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