Letta:lʼImusaràsuperata. Province:ilgovernociriprova

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Letta:lʼImusaràsuperata. Province:ilgovernociriprova
CON IL PDL
ANNO LXI N.156
Letta: lʼImu sarà superata.
Province: il governo ci riprova
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
La batosta elettorale
non è bastata: Scelta civica
diventa sempre più “cinica”,
anche su Imu e Fmi
Girolamo Fragalà
Prima si erano sistemati alla
corte reale della Merkel e
pendevano dalle sue labbra,
anche a costo di stringere gli
italiani in una morsa di tasse
e sacrifici. Ora abbracciano il
Fondo monetario, come se
fosse il Vangelo. I montiani
hanno sempre bisogno di
qualcuno a cui aggrapparsi e
da cui farsi in qualche modo
“benedire” perché – da cattedratici – non accettano lezioni
da nessuno e non ammettono
mai di aver sbagliato. La faccenda dellʼImu gli sta togliendo il sonno, considerano
lʼabolizione dellʼimposta sulla
prima casa come uno schiaffo
in pieno viso al capo, che ne
aveva fatto il fiore allʼocchiello
della sua azione di governo.
Di conseguenza, lʼuscita inelegante del Fondo monetario
sullʼImu gli ha rasserenato le
giornate, ora hanno una speranza in più che la tassa resti,
o almeno sʼilludono che ciò
accada. Non importa se lo
stesso Enrico Letta abbia
specificato che bisogna superare lʼattuale regime dellʼimposta, ancora meno importa se
Alfano abbia detto che non
sarà accettato il consiglio del
Fmi. E chissenefrega, sussurrano i montiani, se persino
lʼalleato Casini abbia avvertito
che «il Fondo monetario va
ascoltato ma la politica italiana non può privarsi del diritto di decidere». Non
vogliono saperne. Gli esponenti centristi si rifiutano di
ascoltare anche lʼurlo che arriva non solo dalle famiglie
ma da tutti i settori produttivi,
a cominciare da Confindustria
(«lʼImu è uno dei tanti balzelli
che devʼessere eliminato», ha
detto Squinzi). «Lascia veramente di stucco – ha dichiarato Gianfranco Librandi,
deputato di Scelta civica –
lʼattacco che molti esponenti
del Pdl hanno portato avanti
contro lʼindicazione dellʼFmi di
non abolire totalmente lʼImu».
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d’Italia
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sabato 6/7/2013
Con il gran rifiuto la Boldrini
fa felice solo il sindacato “rosso”.
Il Pd non sa più come giustificarla
BIANCHINI PAG.2
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BIANCHINI PAG.3
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Wojtyla e Roncalli santi:
è stato firmato il decreto
per la canonizzazione
Caro ministro, il bonus maturità,
così omʼè, penalizza i più bravi:
lettera aperta di una docente
AMBROSIONI PAG.4
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Sì, perché lui considera «affidabili i consigli del Fondo monetario». Più che una
questione di principio, però, per
i montiani è diventata una que-
stione di orgoglio e di supponenza, la stessa supponenza
che avevano quando occupavano le stanze di Palazzo Chigi
con lʼaria da professoroni, “guai
a chi ci contesta”. In nome di
quellʼorgoglio, Scelta civica sta
diventando sempre più cinica.
Come avevano previsto i navigatori del web.
Annalisa Terranova
Una pagina dissacrante e ingiuriosa verso la Madonna, ma per
Facebook non viola le regole e
non incita allʼodio. Dunque, benché offenda la sensibilità di moltissimi utenti che ne hanno
chiesto la rimozione, quella pagina resta lì, con oltre duemila fan
che evidentemente si divertono a
leggere blasfemìe su una figura
venerata dai cattolici e oggetto di
culto anche da parte dei musulmani. La notizia lʼha data oggi Avvenire, il quotidiano della Cei, in
prima pagina, con un titolo inequivocabile: “Pagina blasfema. E facebook tace”. La pagina si chiama
“Virgin Mary should have aborted”
(“La Vergine Maria avrebbe dovuto abortire”) e già il titolo è tutto
un programma, esplicitato in vari
post contro la Chiesa e contro la
religione e in fotomontaggi di pessimo gusto, come quello che rappresenta una Natività con San
Giuseppe che commenta rivolto a
Maria: “Ehi bitch, io non ho i capelli biondi e gli occhi azzurri…”.
E qui siamo alla bestemmia. Non
si capisce poi a cosa miri la pagina: dissacrazione, iconoclastia
a buon mercato, ateismo militante? Sulla pagina ci sono post
che invitano allʼaborto, che difendono i diritti degli omosessuali,
che ridicolizzano le tesi creazioniste, che attaccano i pro life e che
dipingono i credenti come un
branco di pecore. Ma soprattutto
cʼè lʼimmagine di copertina: la Vergine che fuma il sigaro. E la foto
del profilo completa lʼopera portando lʼirrisione al di sotto del cattivo gusto: cʼè il disegno di Maria
che si guarda il pancione e dice:
“Fuck!”. Un atto estremo di ribellione contro la sua maternità divina. Lʼoffesa peggiore che si
possa pronunciare contro i fedeli
cattolici. Il programma è tutto racchiuso in quellʼimmagine tra-
sgressiva che viola i canoni consolidati dellʼiconografia su Maria.
Non un prete viene preso di mira,
non il Papa, ma Colei che ha generato il figlio di Dio. È noto che
sui social si può trovare di tutto
ma è anche arcinoto che se si offendono altri simboli religiosi è corale la richiesta di colpire i
“provocatori”. Solo per Maria di
Nazareth, la madre di Gesù, vale
la libertà dʼinsulto. Solo i fedeli
cattolici devono tacere e subìre.
Alle segnalazioni di utenti infastiditi dalla pagina anticattolica Facebook ha risposto così:
“Abbiamo rivisto la pagina che hai
segnalato e troviamo che non violi
le nostre Regole in merito ai discorsi di odio”. Ma tra la bestemmia e lʼincitamento allʼodio
religioso qual è la differenza? Insultare quanto cʼè di più sacro per
gli appartenenti a una fede religiosa non è un atto di intollerabile
discriminazione?
Su Facebook insulti alla Madonna e ai fedeli cattolici,
ma la pagina non viene rimossa
SullʼImu Letta ribadisce: sarà superata.
Brunetta: abolizione entro Ferragosto
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Redazione
Dopo la reprimenda del
Fondo monetario sullʼImu
tutto il Pdl rispedisce al mittente lʼesortazione a non
cancellare la tassa sulla
prima casa. Poi allʼora di
pranzo ha finalmente parlato
anche Enrico Letta confermando lʼimpegno preso alla
Camera sul superamento
dellʼImu: ”Nel discorso che
ho fatto alla Camera cʼè
chiaramente scritto che noi
faremo un riforma che supera lʼImu così comʼè e riconfermo che questa è
lʼindicazione” del governo. Il
premier ha aggiunto che ci
sarà una discussione collegiale e che sarà coinvolto il
Parlamento. Inutile cercare
di strappare a Letta altre indicazioni anche perché il governo si trova a fronteggiare
lʼira di un Pdl compatto nel
ribadire che lʼImu sarà abolita. Renato Brunetta addirittura si sbilancia e annuncia
che la tassa sarà cancellata
prima di Ferragosto: ”Torneremo dalle vacanze senza
lʼImu? Assolutamente sì. La
riforma si farà prima di ferragosto, si cancellerà lʼImu
sulla prima casa, sarà per
tutti naturalmente, allʼinterno
di una grande riforma della
tassazione sugli immobili”.
Brunetta esterna anche un
sospetto: e cioè che il Fmi
abbia parlato perché “imbeccato” dal ministero dellʼEconomia: ”Voglio fare un cattivo
pensiero: magari qualcuno,
allʼinterno del ministero dellʼEconomia ha chiesto un
aiutino al Fondo Monetario
Internazionale: dicci questo,
piuttosto che questʼaltro…
per ragioni di politica interna”. Il vicepremier Alfano
affida a sua volte a twitter la
sua risposta al Fmi: “Non accetteremo il suo consiglio
sullʼImu”. Da fonti Ocse arriva invece un assist alla tesi
del Fmi: così si esprime Piercarlo Padoan secondo il
quale la tassa sulla proprietà
come lʼImu non danneggia la
crescita e la priorità dovrebbe essere quella di abbassare le tasse sul lavoro.
Ma né il Fmi né lʼOcse, fa notare Anna Maria Bernini del
Pdl, sono infallibili e soprattutto non sono loro ad avere
la responsabilità di governare lʼItalia.
dellʼUgl, Giovanni Centrella –
oltre che non corretto non accettare lʼinvito della Fiat lasciando
ad intendere che la maggioranza dei sindacati e dei lavoratori, sottoscrivendo lʼaccordo,
abbiano accettato di cancellare
importanti diritti. Sarebbe un gravissimo errore -– ha aggiunto –
ascoltare o accettare pedissequamente lʼopinione di una sola
delle parti in causa». Centrella
ha ricordato che il presidente
della Camera «rappresenta tutti
gli italiani, quindi anche tutti i lavoratori, i sindacati e le altre
forze sociali». In sostanza, dovrebbe ascoltare anche lʼaltra
campana, anche se a lei dei pareri degli altri interessa poco. Per
Federica Chiavaroli, senatrice
del Pdl, «la Boldrini potrebbe risparmiarsi le passerelle in
Abruzzo, con le visite istituzionali
non si risolvono i problemi, ma
solo con il lavoro». Nel Pd cresce lʼimbarazzo. Qualche timida
voce critica si fa sentire, sempre
però misurando le parole sulla
“compagna che sbaglia”: «Credo
sia stato un errore da parte di
Boldrini intervenire così nel merito, anche se sono dʼaccordo
che la concorrenza non si fa andando a ribasso sui diritti fondamentali ai lavoratori», ha detto
Sandro Gozi . «Credo però che
la terza carica dello Stato debba
ricordarsi sempre di essere la
terza carica dello Stato: Boldrini
lasci a noi e alle forze politiche il
dibattito sul merito».
Con il gran rifiuto la Boldrini fa felice solo il sindacato
“rosso”. Il Pd non sa più come giustificarla
Franco Bianchini
Ha fatto felici i sindacalisti più
“rossi”, quelli del Fiom. Ha
messo in imbarazzo gli esponenti del Pd che per ore hanno
sfiorato il ridicolo nel tentativo di
giustificarla. Laura Boldrini, il
personaggio che da settimane è
il più mitragliato dal web, con il
suo “gran rifiuto” a Sergio Marchionne – che lʼaveva invitata a
visitare lo stabilimento Sevel in
Val di Sangro – ha provocato
lʼennesima polemica. Ormai non
fa altro, cerca lʼuscita-choc che
le consenta di finire, senza il minimo sforzo, sulle prime pagine
dei giornali, i sorrisetti che provocano lʼira funesta degli avversari, le dichiarazioni che più a
sinistra non si può. Tutto ciò non
è assolutamente consono con il
ruolo di presidente della Camera, ma le fa gioco. E le reazioni sono dure. «La Fiat si può
amare o non amare, ma è uno
dei pochi grandi insediamenti industriali del paese e chi rappresenta le istituzioni ha lʼobbligo di
tenerne conto – ha detto Altero
Matteoli – Evidentemente Boldrini non è entrata ancora nel
ruolo importante che la politica
le ha affidato». Anche nel mondo
sindacale cʼè sconcerto. «È offensivo – ha dichiarato il leader
Wojtyla e Roncalli santi: è stato firmato
il decreto per la canonizzazione
Franco Banchini
Papa Francesco ha firmato il decreto per la canonizzazione di Giovanni Paolo II e ha ordinato anche
la canonizzazione di Giovanni
XXIII. I due Papi verranno proclamati santi insieme in una cerimonia la cui data sarà annunciata in
un prossimo concistoro. Ed è la
giornata in cui si ricordano i miracoli. Floribeth Mora Diaz è la
donna costaricana la cui guarigione miracolosa, avvenuta dopo
aver pregato a lungo Giovanni
Paolo II per ottenere la sua intercessione, è stata riconosciuta dalla
Chiesa cattolica come il secondo
miracolo che porta alla canonizzazione di papa Wojtyla. Nell'aprile
del 2011, Mora Diaz subì un grave
ictus cerebrale emorragico, e dopo
una serie di esami i medici le dissero che "non potevano fare nulla
per lei", come ha raccontato la
donna stessa, in una intervista al
canale messicano Televisa. «Dovevano chiudere una arteria con
un clip di alluminio per evitare
l'emorragia, ma non potevano fare
nulla perché si trovava in un posto
inaccessibile nel mio cervello», ha
detto Mora Diaz. Dal primo mo-
Papa Francesco
“benedice” il matrimonio,
unione stabile
«tra un uomo
e una donna»
mento sia Floribeth che suo marito
Edwin hanno pregato Dio e Wojtyla per chiedere aiuto: «Chiedevamo sempre a Giovanni Paolo II,
perché Dio è sempre stato accanto
a lui. Gli ho chiesto che intercedesse davanti a Dio, che mi aiutasse e mi desse la forza per
andare avanti con mia moglie»,
racconta Edwin. Tale era la devozione della coppia per Wojtyla che
poche settimane dopo l'ictus, il
primo maggio del 2011, Floribeth è
rimasta sveglia per seguire la cerimonia di beatificazione di Giovanni
Paolo II, mentre la famiglia era an-
data in uno stadio locale dove era
ritrasmessa. La mattina dopo, al
suo risveglio, la donna ha visto
una rivista accanto al letto con una
foto di Wojtyla in copertina e «sentivo una voce che mi diceva “Alzati, non avere paura” e con le
mani mi faceva un gesto. Sono rimasta sorpresa e continuavo a
guardarlo sulla rivista e gli ho detto
“Sì, Signore” e mi sono alzata». I
medici che seguivano il caso della
donna costaricana hanno poi certificato che il suo ictus cerebrale era
guarito in un modo non spiegabile
dalla scienza.
«Non temere, non hai più nulla»: il miracolo
di Giovanni XIII a Suor Caterina
Giorgio Sigona
«Non temere, tutto è finito, tu
stai bene, non hai più nulla».
Così, «con un sorrisetto sulle
labbra», in un viso di per sé
«molto bello e sorridente»,
Papa Giovanni annunciò il 25
maggio 1966 a suor Caterina
Capitani che era guarita dalle
conseguenze di una grave
emorragia, avvenuta dopo che,
oltre un anno prima, era stata
sottoposta a una resezione gastrica quasi totale. A poco più di
tre anni dalla morte della suora
– avvenuta a Napoli nella notte
tra il 31 marzo ed il primo aprile
2010 – il racconto autografo
della religiosa del miracolo ricevuto per intercessione del
“Papa buono” conserva per gli
storici della Chiesa il valore di
“documento eccezionale” e
resta uno dei pilastri fondamentali della causa ecclesiastica
che ha portato prima alla beati-
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ficazione e ieri al decreto di canonizzazione di Giovanni XXIII,
firmato da Papa Francesco.
Quel documento – di cui l'Ansa
ha potuto prendere visione – è
negli archivi della Curia Arcivescovile di Potenza. Suor Caterina fu operata a Napoli il 30
ottobre 1965, ma il 14 maggio
1966 ebbe una perforazione
della parte residua di stomaco e
la formazione di una fistola, con
copiosa emorragia: un caso di
estrema gravità, come constatarono i medici, al punto che alla
donna, non ancora suora, il 19
maggio fu concesso di “emettere i voti santi”. Quando tutti, a
cominciare dai medici, credevano che la morte di suor Caterina, ricoverata in un ospedale
di Napoli, fosse ormai imminente, ella cominciò una novena
a Papa Giovanni e poggiò «una
sua reliquia» sulla fistola. Era il
25 maggio 1966. «Mentre stavo
girata sul lato destro – scrive
suor Caterina – mi sentii poggiare una mano sullo stomaco in
direzione della fistola e una
voce che mi chiamav. Spaventata nel sentire una voce di
uomo mi voltai e vidi in piedi accanto al mio letto Papa Giovanni
che mi disse: “Suor Caterina mi
hai molto pregato ed anche
molte suore e persone lo hanno
fatto, pure le suore della tua
casa, ma specialmente una di
esse; me l'avete proprio strappato dal cuore questo Miracolo”.
Redazione
La fede che illumina la città
degli uomini, illumina anche
la famiglia, la «unione stabile
dell'uomo e della donna nel
matrimonio». Lo scrive papa
Francesco nella sua prima
enciclica, parlando di «riconoscimento e accettazione
della bontà della differenza
sessuale, per cui i coniugi
possono unirsi in una sola
carne e sono capaci di generare una nuova vita».
L'amore dei coniugi, scrive il
Papa, «coinvolge tutta la vita
e ricorda tanti tratti della
fede». ed è possibile
«quando si scopre un disegno più grande dei propri
progetti». Nella sua prima
enciclica il Papa rilancia il
suo invito a non «lasciarci rubare la speranza», indirizzandolo particolarmente ai
giovani, dei quali cita il «desiderio di una vita grande».
L'enciclica ripercorre l'incontro tra la fede cristiana e il
pensiero filosofico del mondo
antico, come «passaggio decisivo affinché il Vangelo arrivasse a tutti i popoli». Una
grande enciclica «contro la
fede light, senza contenuti,
che è tipica del New Age ma
penetra anche nel cristianesimo»". Questa la lettura
della "Lumen fidei" del sociologo Massimo Introvigne.
Caro ministro, il bonus maturità, così com'è,
penalizza i più bravi: lettera aperta di una docente
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Antonella Ambrosioni
Il nuovo sistema a percentili per
l'assegnazione del Bonus Maturità penalizzarebbe gli studenti
con voti medio-alti in commissione composte da pochi alunni:
questa è almeno la visione di una
docente del liceo classico Tacito
di Terni, che in una lettera aperta
al ministro dell'Istruzione Maria
Chiara Carrozza, pubblicata sul
sito Skuola.net, evidenzia nuove
criticità sul contestato Bonus. La
docente afferma che il decreto del
12 giugno corregge alcune criticità «ma crea nuove mostruosità», perché «la disparità di
trattamento dovuta al percentile si
sposta dalle scuole, che hanno
potuto indignarsi e protestare, alle
singole commissioni». Dato che i
voti dell'esame di Stato riferiti
all'80.mo percentile di riferimento
saranno pubblicati sul portale
Universitaly entro il 30 agosto
2013, «l'effetto sarà verificabile
solo dopo la conclusione degli
esami, rendendo quindi la protesta e l'indignazione inefficaci»,
dice l'insegnante. La soglia di
sbarramento per l'accesso al
bonus è 80/100 di voto minimo,
percentile riferito ai risultati conseguiti dai maturandi giudicati
dalla medesima commissione. Il
che vuol dire che comunque
vada, al massimo uno studente
su cinque in una classe potrà
aspirare al bonus. E questo secondo la docente, che si è cimentata a formulare alcuni scenari,
potrebbe portare ad alcune situazioni a suo dire paradossali: Giovanni che si diploma con 90/100
potrebbe non prendere nemmeno
un punto di bonus perché ha la
sfortuna di appartenere a una
classe di super bravi, in cui il 20%
dei compagni consegue un voto
superiore o uguale a 91/100;
mentre Michele che si diploma
con 90/100 nella classe accanto,
può portare a casa 4 punti perché
i suoi colleghi sono un po' meno
geniali, quindi l'80° percentile corrisponde a una soglia più bassa,
per esempio a 85/100. Secondo
la professoressa, l'ingiustizia risiede nel «fatto che applicando
un concetto statistico come il percentile a numeri piccoli si ottengono, nella migliore delle ipotesi,
risultati poco significativi, nella
peggiore, paradossali». E, quindi,
la docente domanda: «Non
crede, Ministro, che Giovanni con
98/100 sia un ragazzo di valore
notevole anche se i suoi “eccellenti” compagni sono più bravi di
lui e quindi non debba “correre”
con 8 punti di penalità?»
retti fino a chi lavora nelle navi,
passando per i bus fino ai piloti
degli aerei. Visto che le segnalazioni di comportamenti poco
urbani crescono – continua – ho
convocato il cda per proporre
test, anche a sorpresa, sui gondolieri. Non sappiamo se la cosa
sia praticabile, ma almeno cerchiamo di affrontare un problema che sta sempre più
montando». Non molto tempo fa
un gondoliere era salito alle cronache perché vogava in scarpe
bianche, mentre il regolamento
prevede tassativamente il totalblack di calzature e pantaloni.
Poi in epoca recente alcuni gondolieri sono finiti nel mirino della
protesta per dei prezzi gonfiati
e oltre alla punizione è scattato
l'obbligo di esporre le tariffe a
tempo lungo i canali della città.
Ma la vera bomba è esplosa nei
giorni scorsi con la vicenda, finita su Youtube con un video
successivamente rimosso e
bollato come un normalissimo
scherzo, nel quale alcuni gondolieri avrebbero offerto un
posto di lavoro a un conoscente
facendogli fare un esame di
nuoto in un canale. Il lavoro sarebbe stato quello del “gancer”,
ovvero di colui che aiuta, con un
palo con gancio, a ormeggiare
le gondole e a far salire e scendere i passeggeri.
A Venezia cade un simbolo: i gondolieri
sotto accusa, chiesto il test antidroga e alcol
Liliana Giobbi
Simbolo di Venezia, da qualche
tempo i gondolieri sono diventati
oltre che delizia anche croce
della città a causa di comportamenti considerati poco consoni
al loro ruolo e alle tradizioni
della Serenissima. Ecco che
l'Ente gondola, l'istituzione pubblica che governa il mestiere del
remo, impone la linea dura per
frenare gli indisciplinati con la
proposta di fare test anti droga
e alcol ai “pope”, magari a sorpresa. A lanciare l'idea è Nicola
Falconi, Presidente dell'Ente,
che ha convocato il cda
dell'«istituzione» per lunedì
prossimo, alla presenza dell'assessore comunale alla Mobilità
Ugo Bergamo: «Controlli sono
previsti – dice Falconi – per tutti
gli operatori del settore dei trasporti: si va da quelli dei vapo-
Pausa caffè
più amara:
il distributore
automatico
aumenta il prezzo
Antonio Lacaria
Dal primo gennaio 2014 "la
pausa caffé sarà più
amara" per 20 milioni di italiani. I prezzi alla macchinetta saliranno di 5
centesimi, così come quelli
di acqua, orzo e thé caldo,
e fino a dieci centesimi per
snack e bevande fredde. A
calcolare l'impatto dell'aumento dell'Iva dal 4% al
10% su merendine e bibite
venduti nei distributori automatici, decisa dal governo
per
finanziare
l'Ecobonus, è Confida, l'associazione italiana distribuzione automatica aderente
a Confcommercio. «Sorprende come lo Stato
abbia voluto colpire 20 milioni di consumatori che –
sottolinea il presidente di
Confida, Lucio Pinetta – in
particolare in questi anni di
crisi, grazie al favorevole
rapporto qualità prezzo,
nel distributore automatico,
hanno finora trovato una
valida soluzione di acquisto. Per oltre un decennio
sono stati mantenuti inalterati i prezzi al consumo,
nonostante il passaggio
dalla lira all'euro. Questo
provvedimento – aggiunge
– colpirà duramente il nostro settore, con riflessi
sull'occupazione. Ed é così
che si aggrava la crisi».
Ancora una volta, in sostanza, è il fisco a farla da
padrone chiedendo più risorse proprio mentre l'economia rallenta e i consumi
flettono. Così non si dà
certo una mano allo sviluppo. Il rischio è di ridurre
sempre di più la torta e
quindi di fare diventare gli
italiani sempre più poveri.
“Low cost” e corsa alle offerte: la crisi
ha depresso le abitudini degli italiani
Aldo Di Lello
Follie consumiste addio. L'impoverimento progressivo del ceto medio, la
percezione della crisi, la precarietà
diffusa stanno cambiando il volto
della nostra società. E il primo termometro del mutamento è costituito
dalla propensione al consumo. Interessante (e un po' preoccupante) è
quanto ad esempio emerge da un'indagine condotta da Eurispes e
Focus, in collaborazione con Dacia: il
70% degli italiani ha modificato le sue
abitudini di acquisto a causa della
crisi. Il dato risulta da un questionario on line compilato da 2.696 persone appartenenti alla community dei
lettori di Focus. L'indagine ha puntato
soprattutto sull'attenzione ai consumi
intelligenti ed al low cost e il il 70,7%
degli intervistati ha detto di aver cambiato i propri comportamenti d'acquisto rispetto al passato, prestando
maggiore attenzione alle offerte, agli
sconti e alle promozioni sui prodotti
pubblicizzati nei supermercati e nelle
attività commerciali (92,8%) e verificando la qualità del prodotto prima
dell'acquisto (82,5%). Acquisti on line
e low cost riguardano molte tipologie
commerciali con la chiara eccezione
del cibo: il 69,6% non intende comprare e quindi consumare alimenti di
basso valore economico, (più predisposti per l'abbigliamento e/o le
scarpe e viaggi e vacanze) e rispetto
alla ricerca di informazioni sui prodotti
alimentari, gli italiani dichiarano di ri-
Calano i turisti in cerca del mare,
anche la Sardegna è in crisi
Guglielmo Federici
Brutte notizie dalle nostre coste.
Calo delle presenze dell'8% tra
i turisti che scelgono il mare, più
accentuato tra gli italiani con
una flessione prevista del 10%
in termini di presenze e del 15%
in termini di spesa. Sono questi
i dati, citati da Astoi Confindustria Viaggi all'assemblea a
Porto Cervo, che da due anni
caratterizzano le vacanze nelle
località di mare italiane. «Questi
dati non ci sorprendono», commenta Nardo Filippetti, presidente dell'associazione di
categoria che rappresenta i
maggiori operatori turistici italiani. «Da anni, il prodotto “mare
Italia” è interessato da una debolezza intrinseca della propria
offerta dovuta principalmente a
scarsa competitività rispetto ad
altre destinazioni internazionali
come quelle mediterranee e del
Golfo arabico"», e secondo Filippetti, tra i fattori imputati del ri-
dimensionamento di uno dei
punti forti del turismo nostrano,
c'é sì «la ridotta capacità di
spesa degli italiani che ha provocato una forte contrazione di
tutti i consumi», ma pesano
anche «altri fattori concomitanti
che connotano da tempo l'andamento del mercato. Per citarne
solo alcuni: cattivo rapporto qualità-prezzo, scarsa innovazione
di prodotto, nuove logiche distributive, disintermediazione, mancato adeguamento alla rapida
evoluzione della domanda». In
questa situazione, spiega Astoi,
c'é chi resiste e chi soffre la crisi
più di altri. Alcune mete balneari
italiane mantengono comunque
il loro appeal e fanno registrare,
nonostante la crisi, buone performances, come il Salento, la
Riviera Romagnola, la Sicilia e
le isole Eolie. Preoccupa invece
la Sardegna, dove quest'anno si
svolge l'assemblea dell'associazione, che «invece, non riesce a
volgersi solo qualche volta ai forum o
siti (41,1%) oppure mai (40,7%).
Dall'indagine emergono due profili
molto caratterizzati: il campione si divide tra chi mette al primo posto il fattore economico e quindi il costo
(46,5%) del prodotto e chi la qualità
(44,4%) mentre, a sorpresa, la marca
è un fattore determinante negli acquisti solo nel 3,3% dei casi. Informarsi
sulle caratteristiche di un prodotto o
un servizio prima dell'acquisto è
un'abitudine diffusa nel 77,3% dei
casi, mentre il giudizio di altri consumatori influisce solo per il 48,8%. E
tra gli scaffali dei supermercati e dei
negozi italiani il consumatore appare
condizionato dalla scelta di un prodotto anzitutto da fattori quali il rispetto dell'ambiente e l'innovazione.
È uno dei pochi dati positivi in un quadro altrimenti rattristante. I bei temi
della società affluente, che nell'espansione dei consumi esprimeva
una notevole voglia di crescita e un
grande ottimismo sono lontani. Mai
come in questa fase è necessario
riavviare il motore della produzione di
ricchezza. Anche tra gli scaffali dei
supermarket deve al più presto tornare il sorriso.
risollevarsi da un calo di presenze che sembra essere ormai
strutturale». Pesa la crisi dei trasporti marittimi, con un calo del
traffico nei principali scali sardi di
quasi il 29% tra il 2010-2012, ma
anche un'offerta ricettiva che
dovrà necessariamente adattarsi
al mercato: i dati della Banca
d'Italia mostrano un calo globale
degli arrivi in Sardegna tra il
2009 e il 2012 del 21,70%, pari a
531.000 turisti in meno, di cui
466.000 sono italiani. Nello
stesso periodo sono andati in
fumo ben 2.780.000 pernotti sull'isola.
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Arriva una proposta
di legge in difesa
dei delfini: farli vivere
nelle vasche
è una vera barbarie
Redazione
«All'alba del XXI secolo, costringere i mammiferi marini, creature intelligenti e
sensibili, a vivere in vasche
e ad esibirsi per il divertimento della folla è pura barbarie. Per questa ragione ho
presentato una proposta di
legge che vieta nel nostro
paese la detenzione e l'addestramento di cetacei e
porterebbe, se approvata,
alla chiusura dei delfinari
esistenti». Lo annuncia l'ex
ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, lanciando un appello a non
visitare i delfinari. «Balene e
delfini sono animali molto intelligenti, che vivono in
gruppi sociali complessi e
hanno bisogno di relazioni.
Separarli ancora piccoli
dalle loro famiglie vuol dire
infliggere loro un trauma
gravissimo, in molti casi insuperabile», dice la Brambilla. «Come se non
bastasse questi animali devono imparare ed eseguire
numeri da circo di fronte a
spettatori paganti. Per questo – conclude la parlamentare del Pdl – faccio appello
a tutte le forze politiche affinché sostengano la mia
proposta di legge che vieta
nel nostro paese la detenzione e l'addestramento di
questi meravigliosi animali».
«Il Pdl incalza la Giunta sui tagli agli ospedali
toscani: non sfugga al confronto istituzionale
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Redazione
«Spiace che le informazioni
di dettaglio si debbano leggere dai giornali mentre in
commissione vengono a raccontarci i massimi sistemi,
ma purtroppo una volta di più
avevamo ragione noi: la
Giunta di centrosinistra intende trasformare i piccoli
ospedali della Toscana in poliambulatori». Questa la considerazione che arriva dal
vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl)
dopo aver appreso dalle cronache locali della nuova classificazione quadripartita per
gli ospedali toscani, che implicherà una riorganizzazione
della rete territoriale tale da ridurre di 1800 unità il numero
di posti letto. «Non lasceremo
– incalza lʼesponente del Pdl
– che su una partita così delicata, che si gioca sulla pelle
dei
cittadini-pazienti,
la
Giunta si sottragga al confronto con il Consiglio, con la
commissione e con gli enti locali. Su questo proprio non ci
piove, anche perché non tutte
le realtà sono uguali, ma esistono al contrario specificità
De Corato: nel campo
di via Barzaghi,
a Milano, i rom vivono
in pericolosa promiscuità
territoriali che necessitano di
riflessioni singole, puntuali.
Tagliare collocando arbitrariamente unʼasticella a 100 posti
letto con vari livelli di complessità di servizi erogati sulla
base dellʼutenza potenziale è
troppo facile, perché così non
si bada alle esigenze reali dei
territori. Questo è uno di quei
casi in cui aver avuto ragione
proprio non ci rende soddisfatti. Ne va della capacità di
rispondere ai bisogni della
popolazione». Anche perché
così non vale, sembra ammo-
nire Mugnai: «Oltre alla discussione sul taglio dei posti
letto e sulla riorganizzazione
della rete ospedaliera – sostiene – la Giunta dovrà porre
anche quella sul taglio di Asl
e Estav, con le relative superpoltrone. Ricordiamo tutti le
dichiarazioni con cui i vertici
regionali lasciavano intravvedere lʼintenzione di operare in
questo senso entro giugno.
Beh, giugno è finito e allʼorizzonte si profilano solo tagli
agli ospedali, non allʼapparato».
dia. Nel rilevare che diversi residenti lamentano la mancanza
di attenzione per le norme di
convivenza civile e quelle riguardanti le regole di pulizia
che, se non osservate, contribuiscono a determinare la proliferazione di topi e zecche,
con grave rischio per la salute
e in particolare per quella dei
bambini (secondo alcuni resi-
denti si sono registrate risse
notturne tra stranieri per la presenza di spacciatori di droga),
Leoni chiede maggiori controlli
sia delle autorità sanitarie sia
di quelle preposte alla sicurezza, e iniziative per mantenere in queste strutture un
clima di civile convivenza, responsabilizzando e ammonendo chi non rispetta le
normali procedure di igiene a
discapito delle persone che invece osservano le norme del
vivere civile. «Una situazione
che rischia di degenerare. Per
questo - conclude Leoni - è importante che vi siano continui
controlli sia sotto il profilo igienico-sanitario e sia sotto quello
della sicurezza».
Dopo terremoto nel Modenese: convivenza difficile
fra topi e droga. Servono maggiori controlli
Redazione
«A seguito del terremoto del 20
e 29 maggio 2012 circa 150 famiglie risiedono ancora nei
moduli abitativi provvisori di via
Mazzone, nel Comune di Mirandola, in provincia di Modena; molte di queste famiglie
vivono sulla loro pelle le difficoltà di una convivenza forzata
con usi, costumi, consuetudini
e culture frutto di numerose
etnie». Lo scrive il consigliere
del Pdl alla Regione Emilia,
Andrea Leoni, in una interrogazione rivolta alla Giunta di
centrosinistra per sapere se risponda al vero quanto denunciato
pubblicamente
dai
mirandolesi che vivono in via
Mazzone e quale giudizio ne
Redazione
«Nella struttura della Protezione civile di via Barzaghi a
Milano, creata un anno fa
dagli assessori Pierfrancesco
Majorino e Marco Granelli, di
notte vivono in totale promiscuità all'interno di tre saloni
uomini, donne e bambini rom
senza alcun controllo». È
quanto ha sostenuto Riccardo
De Corato (Fratelli d'Italia), vi-
cepresidente del Consiglio comunale, intervenuto nelle
commissioni Sicurezza e Servizi sociali sul Piano Rom.
«Sono nuclei familiari che tra
loro non si conoscono e che di
notte vivono uno accanto all'altro. Tutti sappiamo che all'interno di questi gruppi di
rom ci sono uomini che sono
stati autori anche di violenze
contro donne e bambini,
come dimostrano recenti e
passati arresti, perquisizioni e
denunce delle autorità di polizia. Nonostante tutto ciò – ha
proseguito De Corato – Granelli e Majorino fanno vivere a
Barzaghi e nei prossimi giorni
a Lombroso uno accanto all'altro decine di uomini con decine di donne e soprattutto
con decine di minori, dimenticando gli episodi di prostituzione femminile e minorile per
cui in passato ma anche di recente la polizia locale, quella
di Stato e i carabinieri hanno
proceduto a numerosi arresti.
Durante le amministrazioni di
centrodestra – ha ricordato
De Corato – soltanto donne e
bambini venivano ospitati nei
Centri di accoglienza proprio
per evitare questa pericolosa
promiscuità».
Alle Terme di Caracalla "Il gattopardo”
compie 50 anni e si veste in bianco e nero
Giorgio Sigona
Spira aria di Sicilia fra i monumentali resti
delle Terme di Caracalla, dove si svolge la
stagione estiva dell'Opera di Roma. La Sicilia di uno dei più celebri atti unici del melodramma italiano, “La Cavalleria
rusticana” di Pietro Mascagni completa
una serata che comincia con un nuovo
breve balletto di Micha van Hoeche dedicato alla Sicilia immaginata da Luchino Visconti e dalle musiche di Nino Rota per il
film amatissimo “Il Gattopardo” (1963),
che compie cinquant'anni. Il titolo è grandioso, “Terra e Cielo”. La regia di entrambi
i pezzi del dittico è di Pier Luigi Pizzi, che
ha anche disegnato la semplicissima
scena utile sia per Mascagni che per
Rota. La nuova creazione coreografica di
van Hoecke, in particolare, è molto semplice e a qualche spettatore parrà fin
troppo essenziale, nonostante gli applausi
che hanno accolto la prima. A molti mancherà infatti il brano musicale che conclude il film, il grande valzer che stronca il
principe di Salina. Ma la scelta è sia filologica (perché il brano non è di Nino Rota)
sia ballettistica, perché si è deciso di puntare su elementi più intimi e sulle pagine
d'amore fra Tancredi (che nel film aveva il
volto di Alain Delon) e Angelica (che era
una splendente Claudia Cardinale), entrambi protagonisti di una pellicola leggendaria, ispirata dal romanzo di Tomasi
di Lampedusa. Ecco dunque che il prota-
gonista di “Terra e Cielo” è un giovane artista, che con la fantasia torna all'epoca
del Risorgimento e si imbatte nel fantasma
di Tancredi (Alessio Carbone, primo ballerino dell'Opera di Parigi), di Angelica
(Alessandra Amato) e dei tanti altri personaggi del “Gattopardo”. I costumi sono in
gran parte in bianco e nero come un film
che aspetti i suoi colori. Quattro le repliche fino al 7 agosto.
Cultura moderna e suggestioni classiche al Teatro Festival "Magna Graecia"
Aldo Di Lello
Teatro, musica e antiche suggesioni classiche. Solo in Calabria, la regione italiana più ricca
delle vestigia della Magna Grecia, poteva svolgersi una manifestazione culturale capace di
far rivivere la memoria storico e
artistica più profonda. Si svolgerà infatti dal 13 luglio al 29
agosto il Teatro Festival dedicato alla “Magna Graecia”. Si
tratta di un itinerario che si snoderà attraverso 13 siti archeologici. La direzione artistica è di
Giorgio Albertazzi, che intitola
questa edizione Agorà, quale
luogo di incontro e centro della
Polis.
«Stiamo tentando una mutazione genetica: trasformare la
Calabria da terra che consuma
a terra che produce cultura e la
esporta, puntando sui grandi
beni archeologici della regione
e sulla promozione del libro e
della lettura come occasione di
sviluppo» spiega l'assessore
alla Cultura della Regione Mario
Caligiuri, che ha presentato l'iniziativa insieme con il Governatore Scopelliti.
Ad aprire il
festival sarà a Reggio il 13 luglio Enrico Montesano, appunto
con Agorà, un suo recital tra
pezzi di repertorio e cose nuove
in omaggio alla Calabria e per
discutere la situazione odierna.
A chiuderlo, Michele Placido
che, con due musicisti, due
danzatori e una cantante, con
Amor ch'a nullo amato... amar
perdona guiderà il pubblico in
un viaggio nel tempo sul filo
della poesia per sei serate. Ar-
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
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d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
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Ugo Lisi
7
riverà in Calabria anche Massimo Ranieri che vestirà i nuovi
panni shakespeariani di Riccardo III , di cui firma anche la
regia con musiche originali di
Ennio Morricone, coproduzione
tra il festival calabrese e quello
di Verona che farà 7 repliche,
dal 14 agosto a Sibari al 21 all'anfiteatro di Cirella. Magna
Graecia produce anche, tra l'altro, Pathos con Mariangela
D'Abbraccio, viaggio musicale
tra teatro, poesia e canzoni tra
Sudamerica e Italia e Medea
con Caterina Costantini anche
regista di una versione tra Seneca e Euripide per ritrovare la
dimensione umana e il destino
ineluttabile di questa donna (dal
22 luglio al parco di Scalacium
a Borgia al 26 al parco dell'antica Medma a Rosarno).
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7 agosto 1990 n. 250