- ISIS Pitagora

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A
Arrccoobbaalleen
noo
Giornalino scolastico
3° numero MAGGIO 2012
..”Somewhere over the rainbow
Way up high
And the dreams that you dreamed of
Once in a lullaby ii ii iii………………………”
Questa è la traduzione del testo
da cui abbiamo tratto il titolo del
nostro
giornalino:
..”Da qualche
parte sopra
l'arcobaleno
proprio lassù,
ci sono i sogni
che hai fatto
una volta durante la ninna nanna
da qualche parte sopra l'arcobaleno
volano uccelli blu e i sogni che hai fatto,
i sogni diventano davvero realtà
un giorno esprimerò un desiderio
su una stella cadente
mi sveglierò quando
le nuvole
saranno lontane
dietro di me
dove i problemi si
fondono come gocce
di limone
lassù in alto, sulle
cime dei camini
è proprio lì che mi troverai
da qualche parte sopra l'arcobaleno
volano uccelli blu e i sogni che hai osato fare,
oh perchè, perchè non posso io?
Beh vedo gli alberi del prato e
anche le rose rosse
le guarderò mentre fioriscono
per me e per te
e penso tra me e me
'che mondo meraviglioso!'
Beh vedo cieli blu e nuvole bianche
e la luminosità del giorno
mi piace il buio e penso tra me e me
'che mondo meraviglioso!'
I colori dell'arcobaleno così belli nel cielo
sono anche sui visi delle persone che passano
vedo degli amici che salutano
dicono 'come stai?'
in realtà stanno dicendo 'ti voglio bene’
ascolto i pianti dei bambini
e li vedo crescere
impareranno molto di più
di quello che sapremo
e penso tra me e me
'che mondo meraviglioso!'
Un giorno esprimerò un desiderio
su una stella cadente
mi sveglierò quando le nuvole
saranno lontane dietro di me
dove i problemi si fondono come gocce di limone
lassù in alto, sulle cime dei camini
è proprio lì che mi troverai
da qualche parte sopra l'arcobaleno
ci sono i sogni che hai osato fare,
oh perchè, perchè non posso io?”..
(Somewhere over the raimbow)
Perché è proprio questo quello che
esprime l’arcobaleno: serenità, pace,
armonia.. un insieme di colori uniti tra
loro formano uno spettacolo unico.
(Mullaj Jessika)
In questo articolo tratteremo i seguenti colori:
ARANCIONE
AZZURRO
Il colore dello spettro
della luce situato fra il
verde e l
'indaco;simboleggia la
comunicazione
attraverso la
creatività. Colore
emblema della lealtà e
dell’idealismo,
trasmette senso di
pacatezza aiutando la
meditazione e l’estroversione. Inoltre stimola il
sonno e favorisce i rapporti di diplomazia.
Associato al quinto Chackra il colore azzurro
tende, inoltre, a favorire l’abbassamento della
pressione arteriosa
Il colore arancione è simbolo di armonia
interiore, di creatività artistica, di fiducia in se
stessi e negli altri. Nello spettro luminoso si
colloca tra il colore rosso e il colore giallo ed è
abbinato al secondo Chackra. L’arancione inoltre
simboleggia la comprensione, la saggezza,
l’equilibrio e l’ambizione. Questo colore, spesso
associato alla salute del nostro corpo, agisce
sulla nostra vitalità e su tutto ciò che concerne
l’assorbimento di ciò che si mangia. Libera
inoltre da sintomi depressivi aumentando la
capacità di reagire alle avversità della vita in
modo repentino ed efficace.
(Mullaj Jessika)
In caso vogliate regalare un fiore a una persona a voi cara, ecco qui lo spunto su casa
prendergli.. .. … perché ogni singolo fiore ha il suo significato:
Agrifoglio: forza e resistenza.
Ambrosia: amore corrisposto.
Anemone: per la sua caducità simboleggia i
sentimenti effimeri, il senso di abbandono e
l'amore tradito, ma anche la speranza e
l'attesa. Da
regalare per
dire: mi
trascuri, torna
da me. Non solo
ad un amore ma
anche ad un
amico e un
parente.
Azalea: simbolo cinese della femminilità e della
temperanza, simboleggia anche la fortuna, un
fiore da regalare prima di affrontare una prova
importante
Begonia: fai attenzione.
Balsamina: fidanzamento. Da donare come se
fosse un invito a sciogliere i dubbi.
Biancospino: speranza, e prudenza. Si può
regalare in attesa di una risposta positiva.
Bucaneve: consolazione. Da donare per
attestare la propria solidarietà.
Calendula: dispiacere, gelosia, pena d'amore.
Camelia rossa: sei la fiamma nel mio cuore.
Camelia bianca: sei adorabile.
Ciclamino: rassegnazione e addio.
Crisantemo: dolore.
Felce: sincerità
Fiordaliso: delicatezza e primo amore
Fiori d'arancio: verginità, fecondità, purezza e
per i più coraggiosi richiesta di matrimonio.
Fiori di ciliegio: buona educazione
Fiori di pesco: amore immortale.
Gardenia: sincerità. Se qualcuno pensa che
abbiate mentito questo è il fiore giusto per dire
la vostra.
Garofano bianco: fedeltà. E' il simbolo di un
amore reciproco. Donatelo per dirle che è unica.
Garofano rosso: rabbia, risentimento, ma
anche energia.
Gelsomino bianco: amabilità, affetto, è il fiore
della timidezza da usare quando ci si vuole
esporre ma non troppo.
Gelsomino giallo: gentilezza, candore, eleganza
e nobiltà.
Giacinto blu: costanza.
Giacinto porpora: perdonami.
Giacinto rosso o rosa: gioco.
Giacinto giallo: gelosia.
Giglio: purezza. Una leggenda narra che Maria
abbia scelto Giuseppe tra tanti perché lo vide
con un giglio in mano. Nel significato dei fiori
oltre che rappresentare la purezza e la castità,
significato che ancora permane, il giglio oggi
simboleggia la nobiltà e la fierezza d'animo. E'
il fiore ideale da regalare ad una donna fiera,
onesta e di classe, per dirle che la consideriamo
una regina.
Giglio rosa: vanità.
Girasole: amore adorante, amore infelice.
Iris: simboleggia la fede e la speranza ma
anche la voglia di mandare un messaggio. Per
comunicare che ci sono novità o buone notizie
per fare gli auguri per chi sta per
intraprendere qualcosa d'importante.
Iris giallo: ardo di passione per te.
Lauro: gloria, trionfo, afrodisiaco.
Lavanda: buona fortuna, o diffidenza e
distacco.
Lillà bianco: purezza e verginità.
Lillà giallo: sono fra le nuvole.
Lillà tigre:orgoglio.
Lillà della valle: tenerezza, umiltà.
Margherita: semplicità, innocenza, spontaneità,
bontà, freschezza e purezza.
Mimosa: innocenza, libertà, autonomia.
Narciso:egotismo
Nontiscordardime: amore eterno e fedeltà
perpetua.
Orchidea: sensualità, passione. Il fiore da
regalare quando siete proprio sicuri che la
vostra passione sia corrisposta. Nel linguaggio
dei fiori l'orchidea significa "grazie per esserti
concessa!"
Palma: vittoria.
DEDICATO AL NOSTRO
DIRIGENTE SCOLASTICO
LA RABATANA ( 'A RAVATÈNE')
La Rabatana (da 'Rabhàdi',
borgo), è situata nel punto più
alto del paese ed è letteralmente
circondata per ogni lato da
profondi e inaccessibili burroni
che costituiscono il fantastico
Papavero rosa: serenità, vivacità.
Papavero rosso: orgoglio.
Primula: giovinezza, primo amore, speranza di
rinnovamento
Rododendro: primo amore
Rosa: la rosa meriterebbe un dizionario a
parte. Ogni colore porta con sè un messaggio
diverso. Importante però è conoscere il
significato che le accomuna tutte. La rosa è il
simbolo del segreto , delle cose da rivelare con
delicatezza. La rosa il cui bocciolo è ben
nascosto dai
petali incarna anche la castità femminile
mentre la rosa sbocciata rappresenta bellezza
della gioventù.
Rosa bianca: silenzio.
Rosa canina: delicatezza e piacere ma anche
sofferenza e dolore.
Rosa gialla: gelosia.
Rosa rosa: tenerezza.
Rosa rossa: passione, vero amore.
Tulipano: non tutti lo sanno ma il fiore che
rappresenta il vero amore è il tulipano, il fiore
perfetto per una dichiarazione d'amore in piena
regola. La leggenda popolare racconta che il
fiore sia nato dal sangue di un giovane
suicidatosi per amore. Perfetto per dire che
amate e amerete per sempre.
Tulipano rosso: dichiarazione d'amore.
Tulipano giallo: c'è il sole nel tuo sorriso.
Tulipano violetto: modestia.
Viola del pensiero: pensiero intenso e
romantico, è adatta per essere donata agli
anniversari.
Violetta: umiltà e modestia.
(Mullaj Jessika)
mondo delle 'Jaramme' di Albino Pierro. Situata a
305 m/slm, domina il suggestivo paesaggio ionico
della valle dell'Agri e del Sinni.
Il rione è stato il
primo
nucleo abitativo di
Tursi.
Per la sua posizione
dominante e
distac
cata
dal
resto del paese, ha saputo
conservare il dialetto e i
costumi più genuini del popolo di Tursi.
Fino a pochi decenni è stato un centro vitale
molto popolato e importante, custode di tradizioni
e propulsore di cultura. Rappresenta la memoria
Storica di Tursi, le radici di ogni Tursitano.
Anticamente l'accesso era regolato dal portone
di una torre situata presso il ponte denominato
'ponte della Rabatana', da una porta sistemata
presso il piccicarello e da una porta situata presso
il Castello.
Oggi il nucleo primitivo sotto il castello è
disabitato; la parte più recente, accessibile con gli
automezzi, è invece abitata da tenaci cittadini che
lì hanno la casa, i terreni, i ricordi.
Le origini della Rabatana risalgono alla
costruzione del castello da parte dei Visigoti di
Alarico nel V sec.d.c. I Goti infatti, dopo aver
semidistrutto Anglona, si ritirarono nella zona alta
di Tursi costruendo prima un castello e poi un
villaggio ove si rifugiarono anche i profughi di
Anglona. Fu abitata in seguito da arabi Saraceni,
che hanno dato il nome al
villaggio.
La Rabatana è collegata al
resto del paese tramite una strada
denominata in dialetto 'petrizze',
che spicca dal punto più alto del
rione S. Michele verso l'estremo
pizzo (piccicarello) della
Rabatana, elevandosi imponente
fra i burroni del fosso
S.Francesco e i burroni del fosso Cattedrale. In
dialetto Tursitano si dice 'petrizze' pronunciando
la parola con la 'e' muta. La 'Petrizza' è un'ampia e
ripida strada ricoperta da un selciato di pietre che
si estende sui burroni per oltre 200 metri di
lunghezza. Poggia su un costone di timpa e
all'origine era un selciato a gradini interamente
costruito in pietre calcare non squadrate, di varie
dimensioni, incastrate fra loro spesso senza
frapposizione di malta. Ai lati si alzavano
robusti muretti di protezione, di
pietre, finiti in superficie da un
piano di mattoni d'argilla murati
a coltello.
I gradini erano molto larghi
e bassi, tali da poter consentire
agevolmente il camminamento
a persone e animali. Oggi la
'petrizze' rimodernata non
genera più le emozioni di
una volta.
Le balze che circondano
la Rabatana creano effetti
suggestivi e
misteriosi:salendo la
'petrizza' si ha la sensazione che i burroni ruotino
paurosamente intorno e che la Rabatana si
avvicini quasi a venirci addosso. Scendendo si ha
la sensazione di precipitare nei profondi dirupi.
La sua posizione ci consente di godere il
paesaggio delle campagne limitrofe ed in
lontananza i colori dei paesi circostanti, il mare e i
monti del massiccio del Pollino.
Carlo Doria, nipote di Andrea Doria, signore di
Tursi, nel 1600 la fece costruire a sue spese in
sostituzione di un viottolo molto pericoloso.
La Petrizza, per volere di Carlo Doria, fu
costruita con lo stesso numero di gradini di un suo
Palazzo a Genova che in seguito denominò
'Palazzo Tursi'.
Il Palazzo, adibito a municipio della Città di
Genova, conserva ancora oggi, questa
denominazione.
In Rabatana si possono percorrere le strette
stradelle dei ruderi del nucleo primordiale e
visitare quel che resta delle umili abitazioni,
spesso di un solo vano a pianterreno, ove la gente
vi dimorava con gli animali domestici: cane,
gatto, asino, maiale, galline.
Le case, i vicoli, i palazzi, denotano
un'architettura semplice, povera, con appena
qualche cenno di barocco nei palazzi signorili di
cui si possono ammirare le
strutture.
La Rabatana è
argomento di seminari e
progetti di ripristino. Nella
parte abitata, si interviene
per migliorare i servizi, pur
sempre carenti, e la
viabilità molto difficile.
Nella parte più antica è
stato restaurata un'intera
casa nobiliare e ristrutturata
a centro di accoglienza con
albergo e ristorante da parte
della società 'Quadrifoglio'
dei fratelli Popia. Il complesso è in fase di
ultimazione.
É continua meta di turisti
e visitatori, locali, italiani e
stranieri soprattutto per merito
di Albino Pierro che ha saputo
trovare nella Rabatana la
fonte ispiratrice di tutta la sua
poesia fatta di ricordi della
fanciullezza, immagini,
evocazioni di momenti irripetibili. Il mondo di
Pierro e la Rabatana sono noti a tutto il mondo.
Il poeta è nato in una piccola casa della
Rabatana da Salvatore Pierro e Margherita
Ottomano, maestra elementare presso la scuola
del rione.
E proprio nel suo amato rione ha saputo trovare
l'ispirazione di tutta la sua poesia.
L'antico rione Rabatana, luogo compreso e
separato dal paese, disposto sull'altura di una zona
caratterizzata da jaramme e fossi arsi dal sole. La
notte il vento vi s'intrufola generando strani
rumori, sinistre voci che risvegliano le civette.
L'autore ripensa e rivive quei luoghi, rivede i
"Ravetanèse" vivere nella miseria, in promiscuità
con la loro scarsa ricchezza "Ciucce e Purcèlle" (
asini e porcelli), ma sono anche capaci di
divertirsi al suono di chitarre e mandolini.
'A RAVATÈNE (in dialetto Tursitano)
Cchi ci arrivè a la Ravatène
si nghiànete 'a pitrizze
ca pàrete na schèhe appuntillète
a na timpa sciullète.
Quanne u tempe è sincire
nturne nturne a terre de jaramme
ci ampiite a lu souue cumme u specchie
e quanne se fè notte c'è nu fruscie
de vente ca s'ammuccete ndi fosse
e rivigghiite u cucche e ci fè nasce
nu mère d'èrve.
Pòure cristiène!
Ci durmine cch'i ciucce e cch'i purcèlle
nda chille chèse nivre com'i fòrchie;
e pure mé lle chiàmene 'biduine'
cc' amore ca su triste e fèn'a sgrògnue
a piscunète e a lème di curtèlle.
C'è aria fine, alledàvete,
quanne vènete 'a 'stète;
e nun mpòrte si po' ci fèn' 'a fére
e chiàmene u taùte i cuccu-uèlle:
l'avères' 'a viré chille ca fène
i Ravitanése quanne c'è na zite;
vi ndippèrese i ricchie cchi nun sènte
catarre manduline e colp-scure,
scamizze di uagnune e d'urgarìètte
e battarie e trone di tammure.
Ma ié le vògghie bbéne 'a Ravatène
cc' amore ca c'è morta mamma méje:
le purtàrene ianca supr' 'a sègge
cchi mmè nd'i fasce com'a na Maronne
cc'u Bambinèlle mbrazze.
Chi le sàpete u tempe ch'è passète...
e nun tòrnete ancore a lu pahàzze.
(Albino Pierro, da Metaponto)
'A Ravatène è la poesia più significatica, più letta
e più conosciuta di tutta la produzione di Pierro.
Racchiude perfettamente tutti i motivi pierriani: il
paese, il ricordo, il passato, la madre, la
fanciullezza.
Le foto sono di Nicola Crispino. Dall'alto
verso destra, la petrizza, affreschi della chiesa,
archi del piccicarello, la chiesa, casa con scala,
casa arcata, le iaramme, il presepe, palazzo
nobiliare, sarcofago De Giogiis della famiglia
Doria.
LA RABATANA (traduzione in italiano)
Per arrivarci alla Rabatana
si sale la pitrizze
che sembra una scala addossata
a una timpa in rovina.
Quando il tempo è limpido,
intorno intorno la terra dei burroni
ci lampeggia al sole come lo specchio,
e quando si fa notte c'è un fruscìo
di vento che si nasconde nei fossi
e sveglia il cuculo e ci fa nascere
un mare d'erba.
Poveri cristiani!
Ci dormivano con gli asini e coi maialetti
in quelle case nere come le tane;
e anche ora li chiamano `beduini'
perché sono violenti e fanno a pugni
a sassate e a lame di coltello.
C'è aria fina, lassù,
quando viene l'estate;
e non importa se poi ci fanno la fiera
e chiamano la bara le civette:
dovresti vederlo quello che fanno
i Rabatanèsi quando c'è una sposa;
vi otturereste le orecchie per non sentire
chitarre mandolini e mortaretti
schiamazzo di ragazzi e di organetti
e batterie e tuoni di tamburo.
Ma io voglio bene alla Rabatana
perché c'è morta la mamma mia:
la portarono bianca sopra la sedia
con me nelle fasce come una Madonna
col Bambinello in braccio.
Chi lo sa il tempo che è passato...
e non ritorna ancora al palazzo.
(Mullaj Jessika) IA PIA
Il mondo ha bisogno di pace…
Quando studiamo la storia,scopriamo che gli uomini
hanno spesso fatto ricorso alla violenza per
risolvere i loro contrasti. La guerra spinge gli stati e
i popoli a usare la violenza per ottenere i loro scopi.
Nel secolo che ci precede, sono stati combattuti
due terribili conflitti: La prima(1914-1918) e la
Seconda guerra Mondiale(1939-1945). Da allora non
sono più state combattute delle “guerre mondiale”,
ma il mondo non ha mai avuto una pace completa.
Infatti, decine di conflitti locali( tra due o all’interno di uno
stesso stato,la cosiddetta guerra civile),per lo più conflitti
interni e lotte tra governi e movimenti armati che vi si
oppongono. Purtroppo la guerra oggi ha assunto anche un
altro volto:la guerra del terrorismo…che mite vittime tra la
gente comune per creare un clima di paura. La comunità
internazionale interviene per favorire trattative di pace a
sostegno delle popolazioni innocenti.
Al termine della seconda guerra mondiale nacque l’ONU(Organizzazione Nazioni
Unite) che unisce quasi tutti i paesi del mondo. Quest’organizzazione è stata creata
per salvare le generazioni future del flagello della guerra. Nel 1948 ha approvato la
DICHUIARAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO e a essa s’spira
per la sua opera di dialogo e di pace in tutto il mondo. L ONU riunisce tutti quei paesi
che rifiutano la violenza per risolvere i rapporti tra di loro e per far rispettare questo
principio essa ha la possibilità di intervenire con le proprie truppe per garantire la
sicurezza alle popolazioni in guerra. A favore dell’ONU intervengono alcune agenzie
quali:
1. LA FAO (organizzazione nazione unite)
2. L’UNICEF( fondo internazionale di emergenza per i bambini)
3. L’UNHCR(alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati)
Mentre l’ONU è un’associazione tra i governi degli Stati, le altre associazioni agiscono
a favore dei diritti di tutti,animate dalla buona volontà dei cittadini:
1. La croce rossa,nata nel 1864,che opera a favore di tutte le vittime dei conflitti
armati
2. Medici senza frontiera,nata nel 1971,un’associazione tra i medici e operatori
sanitari di ogni parte del mondo
3. Amnesty International,che interviene a difesa dei diritti umani ovunque nel
mondo e combatte contro la tortura,la pena di morte,lo sfruttamento ecc..
Mentre nel mondo molte organizzazioni s’impegnano per la pace,ciascuno di noi può
fare molto per creare un mondo giusto…infatti,se ci riflettiamo,di occasioni per
diventare “volontari” c’è ne sono molte.
D’ALESSANDRO DONATELLA
L’ADOLESCENZA …
Al termine dell’età dell’infanzia,intorno ai 10 anni,comincia per ciascuno di noi un periodo di
cambiamenti e di profonde trasformazioni. Questa fase della nostra
vita viene chiamata ADOLESCENZA e si prolunga fino ai 18 anni circa
… E’ un età ricca di cambiamenti e nuovi interessi, ma è anche un’età
nella quale si provano nuove incertezze e nuovi timori. Ogni
adolescente ha bisogno di sentirsi parte di un gruppo di suoi coetanei.
Con gli amici ci si sente a proprio agio:possiamo divertirci,esprimerci e
confidarci… e se abbiamo la fortuna di avere vicino amici
sinceri,l’attenzione positiva degli altri verso noi, aumenta la fiducia in
noi stessi…Recenti indagini su ciò che i ragazzi e le ragazze italiane tra i 15-24 anni considerano le
cose più importanti della vita:
1. una buona relazione con la famiglia 85%
2. il rapporto con gli amici 75%
3. divertimenti nel tempo libero 52%
4. lo studio 34%
5. lo sport 33%
6. l’impiego sociale 18%
7. impiego politico 4 %
Le buone qualità delle nostre relazioni è per noi la qualità della nostra vita,anche se spesso pur di farsi
accettare l’adolescente cerca di somigliare agli altri sotto ogni aspetto… insomma il contatto con gli
altri può farci stare bene ma può anche essere motivo per non sentirsi soddisfatti di se stessi … Gli
altri, infatti possono capirci e confermare l’immagine positiva che abbiamo di noi stessi,ma altre volte
non ci capiscono e non apprezzano il nostro modo di fare. Io penso che star bene con se stessi non
significa essere il massimo, cioè identificarci come i personaggi più ammirati,ma bisogna soltanto
imparare ad accettarsi così come si è ….
D’ALESSANDRO DONATELLA
LA GLOBALIZZAZIONE
Viviamo
in
un
mondo
in
cui
l'econo
mia
agisce a
livello
planetari
o.
La
chiamano
globalizzazione.
Se si tratti di un fenomeno nuovo e quali
siano le sue precise caratteristiche, restano
questioni aperte. Di fatto, le economie
mondiali sembrano interconnesse, i mercati
borsistici strettamente collegati, le aziende,
non solo quelle multinazionali, ma anche le
medie e le piccole aziende, sono in grado di
dislocare la produzione fuori dai confini
nazionali, laddove è più conveniente. Tutto il
mondo, almeno i paesi occidentali, ma anche
gran parte degli altri paesi sparsi nei cinque
continenti, consuma gli stessi prodotti, vede
gli stessi film, legge i medesimi romanzi,
beve Coca-Cola e pasteggia da Mc-Donald's,
sfoglia giornali assemblati tecnicamente e
ideologicamente allo stesso modo, si connette
alla Grande Rete mondiale, Internet. Tutto è
strettamente collegato, per cui si può
tranquillamente dire che un battito d'ali di
farfalla a New York produce conseguenze
concrete e spesso imprevedibili in tutto il
mondo. Sì, perché sono gli Stati Uniti la realtà
guida, egemone, della globalizzazione. Il
modello da imitare universalmente Gli stati
nazionali sembrano ormai segnare il passo,
realtà obsolete, ferrivecchi inidonei a
garantire la libera e veloce circolazione di
beni, servizi, idee, fautori di potenziali
pericolosi sciovinismi, capaci di minare la
pace, quella pace così necessaria all'intero
ciclo economico, la pace così cara ai mercanti
di ogni tempo. Persino i gloriosi stati europei,
ricchi di una forte identità storica, hanno
recentemente portato a termine un'unione che
non è soltanto economica, bensì politica e
amministrativa. Ma la globalizzazione,
dunque, è un bene o un male? Rappresenta la
promessa di maggiore libertà e benessere per i
cittadini di tutto il mondo, o costituisce un
pericolo, perché favorisce l'omogeneizzazione
culturale, l'omologazione consumista, la fine
delle particolarità culturali, dell'identità dei
popoli e della ricchezza delle tradizioni
locali? I critici della globalizzazione
sostengono che si tratta di un concetto
inventato dal potere economico, propagandato
e venduto come un dentifricio, per
contrabbandare un nuovo e più feroce
colonialismo, il dominio incontrastato delle
multinazionali, l'oppressione "scientifica" dei
poveri del mondo e persino delle classi medie
della società affluente. Movimenti, non
sempre
omogenei
ideologicamente
e
culturalmente, sono balzati all'attenzione della
cronaca per la violenta contestazione del
nuovo ordine mondiale. Alcune città, fra cui
Genova, sono state letteralmente messe a
ferro e fuoco dalla furia devastatrice dei
cosiddetti black-block. Alcuni intellettuali
stanno mettendo in dubbio, nei loro libri,
l'utilità e i benefici della globalizzazione.
L'orribile attacco dell'11 settembre alle Twin
Towers è stato letto come un tentativo di dare
una spallata alla globalizzazione. Le
informazioni di cui dispone il cittadino
comune, il fantomatico "uomo della strada",
per farsi un'idea attendibile del fenomeno
sono caotiche e contraddittorie. E forse non
può essere che così. La globalizzazione è
ancora un fenomeno troppo nuovo,
un'escrescenza dell'attualità, non un fatto
storico decantato e ben analizzato, sul quale
stilare giudizi e riflessioni attendibili e
meditati. La globalizzazione la stiamo
vivendo, ma non comprendendo appieno.
L'idea che me ne sono fatta io, è che non è
tutto oro quello che luce. Il divario fra ricchi e
poveri si sta ampliando e questo non è bene.
Ampi strati della popolazione, persino nel
ricco Occidente, conducono una vita sempre
più precaria, alla mercé della variabilità del
mercato. In queste condizioni si impedisce
però alle persone di sperare, di progettare il
futuro, per sé e per i propri figli.
L'insicurezza e l'incertezza totale, elevate a
sistema di vita possono portare alla
disgregazione individuale, familiare, sociale.
Non si può pretendere da un individuo che
cambi lavoro una decina di volte nell'arco
della vita, come qualcuno fanaticamente va
ipotizzando. La flessibilità delle persone non
è illimitata. E' altresì vero che la pletora di
beni
e
servizi,
che
ci
vengono
quotidianamente offerti a prezzi più
convenienti è un beneficio e che la
globalizzazione rappresenta probabilmente un
processo irreversibile di modernizzazione, il
compimento di un cammino culturale che ha
visto sempre più filosofi e intellettuali pensare
in modo "globale", "totale", "universale" (le
grandi religioni, in primo luogo quella
cristiana, l'illuminismo, il marxismo...).
La globalizzazione potrebbe essere, dunque,
una categoria insita nel modo di pensare
occidentale.
Si tratta di trovare correttivi, equilibri.
L'economia deve rimanere un mezzo. Il fine è
l'uomo.
Bisogna evitare assolutamente che una nuova
utopia progressiva si trasformi nell'ennesimo
inferno sulla terra.
Classe V A TCB
Rotondella
PER UNA SICUREZZA AMBIENTALE…
Gli studenti delle classi 3° e 4° dell’istituto
Chimico Biologico di Rotondella sono stati
coinvolti nel progetto sovvenzionato dalla
C.E. sulle problematiche relative all’ambiente
e allo sviluppo sostenibile. È un progetto
coordinato dalla prof.ssa Grazia Radesca
tramite lezioni frontali e, dall’assistente
Giovanni Camardo. Questo corso è stato
articolato in tredici rientri pomeridiani di tre
ore ciascuno; ha avuto inizio in Aprile e
terminerà a Giugno. Il progetto, la cui stesura
è del professore Dimatteo Giovanni, ha come
finalità la conoscenza delle problematiche che
riguardano il nostro territorio,soprattutto nel
settore ambientale che richiede, appunto,
servizi diversificati forniti da personale
professionalmente preparato. Anche se la
chimica e la biologia sono già materie di
indirizzo,con questo progetto abbiamo potuto
approfondirle sia nel settore ecologico ma
anche dal punto di vista microscopico e
macroscopico . Ci siamo resi conto che in
Basilicata si avverte l’esigenza di gestire al
meglio le risorse energetiche per far si che
aumenti l’utilizzo di fonti alternative e di
tutelare e rafforzare la qualità di comparti
ambientali soggetti a preoccupanti forme di
inquinamento,infatti l’oggetto di questo
progetto è stato appunto l’inquinamento
soprattutto
atmosferico.
Abbiamo
approfondito il concetto di energia chimica
sviluppata nei processi di combustione,
facendo riferimento ai combustibili fossili e
nucleari, alle fonti energetiche non rinnovabili
ed altamente responsabili dell’inquinamento
atmosferico sottoforma di effetto serra e buco
nell’ozono. Il corso ci ha permesso di trattare
le modalità di controllo e previsione
dell’inquinamento e fonti energetiche
SPERIMENTANDO……L’ACQUA!
Quest’anno,
nell’ Istituto
Chimico
Biologico di
Rotondella,è
stato proposto
il progetto, “Il
laboratorio
dell’acqua”.
Le classi coinvolte sono state la 3° A O.C.B. e
4° A T.C.B. dal mese di gennaio fino a
maggio. Lo scopo di questo progetto è stato
quello
di
consolidare
i
contenuti
dell’argomento sull’acqua, cominciando dalla
sua importanza storica, del suo ciclo naturale
e dei trattamenti che vengono effettuati
quotidianamente per la sua potabilità. Nelle
ore pomeridiane ci siamo ritrovati ad
analizzare
i
diversi
campioni
d’acqua,prelevati da noi stessi alunni sul
territorio(acque di pozzo o acque sorgiva) e
diversi tipi di acque minerali,partendo da
rinnovabili con vantaggi e problematiche
attinenti. Molto importante ed interessante è
stato occuparsi dei vari processi di fusione e
fissione nucleare e dell’inquinamento
radioattivo data la presenza dell’ E.N.E.A. Le
previste competenze sono state sia in campo
ambientale che in quello delle risorse
energetiche con l’obiettivo di formare in noi
studenti una figura in grado di valutare e
rilevare parametri di qualità e sicurezza
ambientale connesso all’uso delle diverse
risorse energetiche disponibili. Nonostante la
fatica per portare avanti i vari impegni, questa
è stata un’esperienza unica ed importante
perché ci ha dato la possibilità di allargare il
nostro bagaglio culturale, che ci aiuterà, così,
attraverso molto studio a diventare persone
competenti nel campo del lavoro.
Franchino Donatella
Corsi Daniele
classe IV A TCB
quelle con un basso residuo fisso(acque
oligominerali) a quelle ad alto residuo fisso (
acque minerali). Le analisi sono state svolte
sia dal punto di vista microbiologico,con la
determinazione della carica microbica totale a
36° C
e a 22°C e la determinazione
quantitativa
di
indicatori
di
inquinamento,ovvero di coliformi totali,ma
anche dal punto di vista chimico,con la
determinazione del residuo fisso a 180° C
,quella della durezza totale in gradi francesi,la
determinazione
dell’alcalinità,
dell’ammoniaca e infine dei nitriti. I valori
che abbiamo ottenuto da queste analisi li
abbiamo confrontati con l’etichetta riportata
sulla bottiglia dell’acqua in esame ed il valore
trovato è stato corrispondente a quello
effettivo. Tutto questo lavoro è stato reso
possibile,oltre
alla
nostra
partecipazione,anche grazie all’ insegnamento
dei nostri professori Dimatteo Giovanni,
Negro Rosalba e Zaccone Caterina. Ed è così
che questa bellissima esperienza ha
alimentato il nostro sapere, incuriosendoci
sempre più e facendoci diventare piccoli
chimici all’opera per una nuova scoperta.
Questa scoperta ci accompagna ogni
giorno,perché nella nostra società moderna
dei consumi è fondamentale saper riconoscere
quel che viene utilizzato attraverso l’etichette
e sappiamo anche che non usiamo
direttamente i prodotti chimici e biologici, ma
essi sono incorporati praticamente in tutti gli
oggetti di uso quotidiano. Ecco l’importanza
di queste due materie, perché offrono
soluzioni in tutti i campi migliorandone la
qualità della vita.
Tarantino Antonietta
Franchino Donatella
Battafarano M. Antonietta
Internet e giovani
Una volta, negli anni sessanta, si parlava di “beatgeneration”, ad indicare una generazione
caratterizzata dalla voglia di cambiamento, dal
desiderio di vivere “on the road”, al di fuori degli
schemi convenzionali borghesi. Oggi invece si usa
il temine omofono “bit-generation” per segnalare
che i giovani di oggi vivono la dimensione
telematica come connaturata alla loro esistenza.
Essi imparano da piccoli a giocare ai videogame e
ad utilizzare il computer. Poi entrano in internet
per fare ricerche, si iscrivono alle chat, che
frequentano assiduamente, come i forum, ed
imparano a fare siti web e tante altre cose che un
adulto magari impara a fatica. Ma questa
rivoluzione ha portato un miglioramento o un
peggioramento nel modo di vivere? Senz’altro ci
sono aspetti negativi e positivi. Talvolta il contatto
virtuale sostituisce quello reale, e approfondisce la
timidezza o l’introversione del giovane. Le ore
(tantissime) passate davanti a televisione,
videogame e computer, inoltre, potrebbero inibire
lo sviluppo di una capacità critica di giudizio, che
progredisce invece con le letture e gli incontri
personali. L’utilizzo esagerato di questi mezzi,
come se non bastasse, inibisce la capacità di
immaginazione: ci troviamo tutto già riprodotto e
fissato sullo schermo, senza che ci venga richiesto
lo sforzo di immaginare e utilizzare la nostra
fantasia e intelligenza. Infine sappiamo che
internet è un mezzo anarchico, nato di per sé
senza regole poiché nessuno detiene in modo
accentrato le chiavi della comunicazione. Questo,
se da un lato permette l’espressione di tante idee e
notizie, dall’altro rende molto difficile tutelare le
leggi e la psicologia di un giovane in crescita.
Moltissimi per esempio sono i siti pornografici, le
attività che trasgrediscono il diritto di autore,
ecc… che proliferano sulla rete, trovando proprio
tra i giovani numerosi utenti. Le volgarità, le
immagini disgustose, le chat molto “spinte”,
ecc… sono purtroppo una realtà che nutre la
curiosità morbosa dei giovani (e non solo).
Bisogna allora buttare il bambino con l’acqua
sporca, vivere come in una campana di vetro,
privandosi dei ritrovati della tecnologia per non
incorrere in questi rischi? Penso che un giovane,
se è già in possesso di una sua capacità di giudizio
possa e debba invece utilizzare questi potenti
mezzi, che gli permetteranno di amplificare le sue
capacità e di esprimersi in modo nuovo e
originale. Pensate come è bello, per esempio,
navigare in internet e vedere dei siti web, ricchi di
pagine affascinanti dal punto di vista grafico,
realizzati dai ragazzi di meno di vent’anni, che
dimostrano in questo una sensibilità e una
capacità non comune presso le altre generazioni.
Certi programmi o linguaggi di programmazione
richiedono per essere imparati da una persona
adulta tempi spropositati, mentre i giovani li
sentono come un loro linguaggio. Essi vivono in
una società che all’immagine ha dato un ruolo
fondamentale, e questo non è sempre negativo,
perché rende tutto più immediato. Leggendo certi
romanzi scritti a cavallo tra ottocento e novecento
possiamo intuire come le convenzioni fossero in
quell’epoca asfissianti, ed ognuno doveva spesso
cambiare formula di cortesia a seconda della
classe sociale di chi gli stava davanti, o utilizzare
ampollosi preamboli prima di arrivare al nocciolo
della questione. Oggi internet ci ha insegnato ad
essere immediati, ad utilizzare il tu con tutti, senza
dimenticare una certa cortesia nell’espressione (la
cosiddetta netiquette) e soprattutto ad esprimerci
senza nessun preliminare, poiché la natura del
mezzo ci impone di essere sintetici e concreti.
Qualcuno potrebbe obiettare che tutti questi
aspetti positivi, messi in mano ad un ragazzo
immaturo, verrebbero eclissati dalla negatività dei
messaggi presenti sulla rete. Eppure c’è un
sistema per avvicinare ad internet anche un
giovane non ancora capace di distinguere, di
essere critico. Basta che all’inizio sia
accompagnato da un adulto, anche con delle
regole e dei limiti, sia quantitativi (ore da dedicare
al computer e agli altri mezzi elettronici) sia
qualitativi, che gli possa insegnare come si fa una
ricerca, come si usano i programmi del computer,
ecc…. Sono convinto, infatti, che ogni proibizione
assoluta e, soprattutto, immotivata, non porterebbe
a nulla di buono, anzi potrebbe avere effetti
controproducenti. Forse noi non ce ne rendiamo
conto, ma le ore davanti a un videogioco o al
computer non sono sempre così sprecate, poiché
possono sviluppare alcune capacità. Certo, non
tutte: ecco il motivo per cui non rinunciare mai
anche alla lettura di un buon libro, o ad un altro
tipo di svago o attività fisica. Ma teniamo presente
che il giovane di oggi, che sia il manager o
l’operaio specializzato o l’addetto ai servizi di
domani , comunque, dovrà saper maneggiare
internet, computer, telefonini, ed altri ritrovati
della tecnica per riuscire con successo nel suo
futuro.
Classe IV
Istituto Chimico – Biologico
Rotondella
LA MORTE DI PIERMARIO
MOROSINI
Il
giocatore
Bergamasco
centrocampista del
Livorno Piermario
Morosini è morto
sabato 14 aprile
durante un match di serie B allo stadio
Adriatico mentre si svolgeva la partita
Pescara- Livorno. All’improvviso qualcosa ha
interrotto la corsa fluida di Piermario come un
inciampo: lui è caduto, appoggiato le mani
per terra e si è rialzato, ma subito dopo è
crollato a faccia in giù e a braccia aperte,
come in croce e ci ha lasciato alla
giovanissima età di 25 anni. L’autopsia è
durata circa 6 ore e saranno necessari
ulteriori approfondimenti, si pensa a un
difetto genetico o ad alterazioni strutturali del
cuore. La procura di Pescara ha aperto
un‘indagine
per
accertare
eventuali
responsabilità penali. La salma è rientrata, da
Pescara a Bergamo facendo una sosta a
Livorno, il carro funebre entrato allo stadio
Armando Picchi, dove si sono ritrovati i tifosi
e cittadini per un ultimo saluto al loro
campione. Il giorno per il rito funebre non è
stato ancora deciso si pensa che avverrà il 20
Aprile. Sopra
la tomba di
Morosini
hanno lasciato
la
maglietta
come ricordo
della
sua
carriera
da
calciatore.
I
familiari
hanno chiesto ai media di non pubblicare
video e immagini degli ultimi momenti della
sua vita
FORTUNATO EGIDIO 3AOP/EL
FRANCESCA PETRILLO 2APIA
" God save the Queen "
2012 is a very important year for the United Kingdom of Great Britain
and Northern Ireland because it is the 60th year of reign of Queen
Elizabeth the second.(Diamond Jubilee)
Queen Elizabeth is that nice old lady with funny hats , particular dresses
and gorgeous jewels.
Sometimes she can appear a little old fashioned and far from our world
but the most of “Her Majesty” subjects agree that 60 years of reign have
been very important of Great Britain both for economy and politics.
After 60 years Queen Elizabeth in for the United Kingdome yet a model
and the guardian of culture and the traditions of a nation.
The jubilee was celebrated all over the United Kingdome last week, specially in London and Windsor Castle
.
Also Italy took part the celebrations of the jubilee in Windsor with the spectacular tournament of” Carabinieri
a cavallo “ .
Their performance has been very much appreciated by those who attended the tournament ,specially by
the Queen who is estimator of horses.
Alessandro Acinapura 5 A T.I.E.L
La morte di Melissa Bassi a Brindisi
Gli assassini di Melissa, la ragazza uccisa
nell'attentato a Brindisi, "la pagheranno" e
saranno "assicurati alla giustizia". Lo ha detto
il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, parlando a Palermo alla
commemorazione della strage di Capaci.
"Una cosa è certa - ha assicurato il capo dello
Stato - questi nemici del consorzio civile e di
ogni regola di semplice umanità avranno la
risposta che si meritano. Se hanno osato
stroncare la vita di Melissa e minacciare
quella di altre sedicenni aperte alla speranza e
al futuro, la pagheranno, saranno assicurati
alla giustizia".
Mai avremmo pensato che la ferocia della
criminalità si spingesse a tanto. Credevamo di
aver visto tutto. Ci eravamo persino illusi che
nelle società del crimine, di cui questo Paese è
sciaguratamente ricco, esistesse almeno un
brandello di regole. Ma le scuole e i ragazzi
non si toccano. Invece tutto questo è stato
fatto!!! E’ stato messo un ordigno, davanti a
una scuola e decidere di farlo esplodere a
distanza in modo da causare morte sicura.
Usando forse un telecomando, come accadde
nella strage di Capaci, giusto vent'anni fa,
quando morì accanto al marito Giovanni
Falcone anche Francesca Morvillo, alla quale
è intitolato l'istituto di Brindisi, proprio
perché era stato segnalato per una coraggiosa
battaglia in nome della legalità e contro le
mafie. Un gesto di barbarie inaudito. La
minaccia di una criminalità, che pur essendo
stata in questi anni combattuta anche con
successo, esprime nello spargere sangue, il
segno della propria invincibilità.
Le indagini ci diranno, speriamo presto, qual
è l'origine e chi sono i responsabili.
Nel piangere Melissa e nel guardare negli
occhi, atterriti, i suoi compagni e, idealmente,
tutti i ragazzi d'Italia, oggi abbiamo un
compito in più. Investigatori e magistrati sono
chiamati a moltiplicare gli sforzi contro ogni
tipo di criminalità e illegalità. Ne fanno già
tanti, non bastano. E non vanno lasciati soli,
come Falcone e Borsellino. Ma gli strumenti
efficaci nel contrasto dei fenomeni mafiosi, e
non soltanto, sono molti altri: una coscienza
civile vera e diffusa, una maggiore coesione
sociale, un più vivo spirito di legalità, un forte
senso dello Stato necessarie come esempio
per le prossime generazioni. Altrimenti non
ha alcun senso dare un premio alla legalità,
come quello che ottenne la scuola Morvillo
Falcone di Brindisi. Un riconoscimento
motivo di orgoglio per Melissa, Veronica e le
loro compagne. Abbracciamo commossi le
loro famiglie. Ma senza risposte concrete,
anche i migliori sentimenti, di cui questo
Paese è generoso, appaiono vuoti ed effimeri.
Se tutto questo passa inosservato anche altri
studenti, come noi, potrebbero subire la stessa
sorte.
La scuola Morvillo-Falcone. Una scuola.
Dedicata all’amore di un nostro eroe, vivo
fortissimamente dentro di noi. Quanti più
simboli sa scegliere il male, tanto più appare
malefico. Quanto più sradica i deboli e i
loro sogni tanto più appare malefico. Quello
che hanno sradicato, interrotto, questi piccoli
mezzi-uomini non lo sanno nemmeno.
Ecco cosa raccontava il poeta francese
Jacques Prévert che succedeva ad un ragazzo
ogni giorno che usciva da scuola.
In italiano:
Uscendo da scuola abbiamo incontrato una
strada ferrata che ci ha trasportati intorno
alla terra in un vagone dorato. Intorno alla
terra abbiamo incontrato il mare vagabondo
con le sue conchiglie le isole profumate e poi
i bei naufragi e i salmoni affumicati. Al di
sopra del mare abbiamo incontrato la luna e
le stelle sopra una barca a vela che partiva
pel Giappone ed i tre moschettieri delle
cinque dita della mano giravano la manovella
di un piccolo sottomarino che immerso in
fondo al mare cerca ricci di mare. Tornando
sulla Terra abbiamo incontrato sulla via della
ferrovia una casa che scappava via intorno
alla Terra ed intorno al mare davanti
all’inverno che voleva raggiungerla. Noi però
sulla nostra ferrovia ci siamo messi a correre
a correre dietro all’inverno e l’abbiamo
schiacciato la casa si è fermata e la
primavera ci ha salutati. Era lei la casellante
e ci ha detto grazie tante e tutti i fiori di tutta
la terra ecco che d’improvviso spuntan su e
spuntano a casaccio sulla via della ferrovia
che non voleva andar più via per paura di
rovinarli. Allora siamo ritornati a piedi a
piedi intorno alla terra a piedi intorno al
mare a piedi intorno al sole alla luna e alle
stelle. A piedi a cavallo in vettura e in barca a
vela.
Possiate essere bruciati vivi per sempre dal
rimorso che da ora non vi lascerà più.
L’alunna della IV A TCB
Tarantino Antonietta
Rotondella
Urla-Terrore- Incredulità:perché?
Sabato 19 Maggio 2012 ore 07:45: un grande ed improvviso boato squarcia l’aria. Nuvole di fiamme e
fumo si innalzano come lingue di morte scaraventando brandelli di resti umani, libri e quaderni. Tutto
intorno nell’aria ha un tragico aspetto ed odore di morte. Urla, terrore, incredulità. Perché?...... che cosa
mai di male avranno fatto queste ragazze per meritare una sorte cosi atroce? Volevano solo venire a
scuola per realizzare il loro sogno di diventare un giorno stiliste. Ma un destino beffardo ha deciso
diversamente….ore 07:45 di qualunque giorno feriale: tanti pullman arrivano da tanti luoghi di tutta
Italia per portare tanti ragazzi a scuola!
Carmine Frontuto IA^ MAT
Francesco De Lorenzo 4A^ TIEL
Melissa Bassi, 16 anni, è la vittima dell’attentato a Brindisi. Uno
splendido sorriso, si può ricordare semplicemente così la sedicenne
rimasta uccisa a causa dell'esplosione di una bomba al di fuori della
sua scuola, nel pieno centro . Uno splendido sorriso strappato via da
un atto folle, che colpisce i giovani, sicuramente la parte più preziosa
di questa Italia in piena crisi. Altre sette ragazze sono rimaste ferite,
una è in condizioni disperate, sta lottando tra la vita e la morte. In
testa, riguardando le immagini che arrivano da Brindisi, rimane solo il
suo volto. Sul tavolo degli inquirenti diverse piste: da quella mafiosa
a quella criminalità comune. Si segue persino una pista passionale.I
carabinieri e le forze della polizia sono al lavoro per individuare la
matrice dell'attentato e i responsabili.
Il ministro Annamaria Cancellieri dichiara: "Un fatto gravissimo.
Non sono ancora in grado di dire quale può essere il filone di questi
atti, sono vicina alla famiglia della ragazza. "
Pizziferri Alessia e Karen 1 A P.I.A.
Basilicata
LA REGIONE E I SUOI CONFINI
La Regione Basilicata si affaccia su due mari: il
Tirreno e lo Jonio, confina a Nord con le province
di Avellino e di Foggia, a Est con la provincia di
Bari, a Sud con la provincia di Cosenza ed a
Ovest con quella di Salerno. Possiede località
montuose e marine incantevoli. Oggi, con lo
sviluppo del turismo, si sta finalmente scoprendo
questa terra. E’ una delle zone più belle e
inesplorate della penisola italiana, ha la
caratteristica di una Regione eterogenea in
ciascuna sua area (dalle pianure, alle alte vette
dell’Appennino, alle coste).
E’ importante capire l’origine del primo nome
della regione e cioè quello di Lucania. Secondo
alcuni storici il nome deriverebbe dal latino
"LUCUS" che significa bosco. Infatti, sappiamo
che la regione era in epoche remote ammantata di
foreste stupende, foreste che, purtroppo, vennero
in seguito abbattute dagli uomini. Secondo altri
storici il nome di Lucania deriva dal greco
"LIKOS" (lupo), riferendosi ai branchi di lupi che
popolavano le selve, invece, secondo altri deriva
dalla parola "LUCI" o addirittura si richiama ai
"LUCI", lontanissimi progenitori giunti
dall’Oriente attraverso le coste illiriche, intorno al
1500 a.C.. Per quanto riguarda il nome di
BASILICATA, bisogna, secondo alcuni storici far
riferimento alle testimonianze dei monaci orientali
BASILIANI, i quali popolavano le località del
Materano, dove ancora oggi ci sono ricche
testimonianze di ricoveri anacoreti, di chiese
sotterranee, di cenobi. Un’altra versione storica
attribuisce alla regione il nome Basilicata e cioè
durante il secolo X, con l’arrivo dei Bizantini e
con il dominio dell’Impero d’Oriente. Infatti, è in
questo periodo che la Regione acquisisce la
denominazione di Basilicata, il cui significato è
"funzionario imperiale" e deriva dalla parola greca
"BASILIKOS".
GLI ANTICHI ABITATORI
La regione è stata un crocevia di
popoli, ha subito dominazioni e
devastazioni del suo territorio, ha
conosciuto
splendori e
ombre
ancor
prima dei
Greci si ha notizia di un
popolo chiamato enotri.
Gli enotri, Antica
popolazione dell'Italia
stanziatain Lucania e nel
Bruzio. Secondo la
tradizione antica sarebbero
stati originarî dell'Arcadia, si attribuisce la
documentazione archeologica indigena di queste
aree tra gli inizî dell'età
del Ferro e il 5° sec. a. C.
, Sopraffatto dalla
colonizzazione greca e
dall'invasione osca, il
popolo degli enotri
scomparve verso la metà
del 5° sec. a. C. I reperti
archeologici sono stati
ritrovati presso corleto
perticara, guardia perticara e latronico.
I Greci fondarono delle colonie sulla fascia
costiera Jonica
Fin dal VII sec a.C. arrivarono dall'odierna
Turchia, in cerca di terre fertili da coltivare, i
primi coloni greci, che fondarono la città di Siris
su una collina tra le foci dei fiumi Agri e Sinni.
Più a nord lungo la costa, nel 640 a.C. una
popolazione proveniente dal Peloponneso fondò la
città di Metaponto.
Era una ricca città con un solido impianto
urbanistico e molti splendidi templi ed edifici
pubblici.
L'influenza delle due città si estendeva su un vasto
territorio, con una fiorente attività agricola e
commerciale che permetteva lo sviluppo di
produzioni artistiche di altissimo livello.
Alla fine del VI sec. a.C. Siris fu distrutta da parte
dei Crotoniati.
Nel 433 a.C. fu
fondata la città
di Heracleia, da
parte di una
coalizione tra
Taranto e Thurii.
Heracleia era
un'importante
città, difesa da mura monumentali, con ricche case
dotate di portici e pavimenti a mosaico, un'agorà
con edifici pubblici ed un'area sacra con templi
monumentali.
I Romani giunsero intorno al 298 a.C.,
Nello scenario convulso che caratterizzò il III sec.
a.C. nell'Italia meridionale, emerse la forza
organizzativa e militare di Roma.
Sotto il giogo dei Romani, si andò costituendo un
sistema di latifondo votato a pascolo o alla
coltivazione estensiva di cereali, tanto da causare
gravi fenomeni di impoverimento del suolo.
Tra il III ed il II sec. a.C. le città di Venusia e di
Grumentum ebbero un travolgente sviluppo,
diventando importanti poli di attrazione per le
popolazioni delle campagne.
Intanto Heracleia e Metapontum conservavano
una relativa prosperità fino al I sec. d.C.
Anche nel resto della regione gli antichi culti
erano stati soppiantati, la lingua osco-sabellica
sostituita dal latino e l'antica struttura sociale
completamente
romanizzata.
Nel corso del II
e III sec. d.C. il
disboscamento
senza freni, le
imposte
insostenibili, la gestione miope del latifondo
rendevano
sempre più
misero
il
territorio.
Il
malcontento
della
popolazione e la pressione dei barbari ai confini
settentrionali preparava lentamente la caduta di
Roma
La Basilicata restò un possesso bizantino fino alla
conquista longobarda nel 568, entrando a far parte
del Ducato di Benevento. Le incursioni saracene
portarono le popolazioni locali all'abbandono
degli abitati in pianura e in prossimità della costa,
a favore di centri protetti sulle alture. Tricarico e
Tursi conoscono una dominazione araba di più
lunga durata che inciderà profondamente sulla
struttura stessa degli abitati, che hanno conservato
testimonianze ancora oggi ben visibili nei
quartieri della ràbatana e della saracena a
Tricarico e della rabatana a Tursi
Nel 968, dopo la conquista bizantina, venne
costituito il thema di Lucania, con capoluogo
Tursikon (attuale Tursi)[8]. Nel 1059 con la
conquista normanna, il thema scomparve e Melfi
divenne una delle sedi del potere regale. Federico
II di Svevia soggiornò a Melfi nel 1225 e nel
1231, anno in cui vennero emanate le
Constitutiones regni Siciliae ("Costituzioni di
Melfi"), e in quegli anni, venne costruito il
castello di Lagopesole.
Nel XIV secolo la Lucania attraversò una
profonda crisi demografica, attribuibile
probabilmente alla "cacciata dei Saraceni"
ordinata da Carlo d'Angiò.
Nel corso dell’ Ottocento la Basilicata farà parte
del Regno delle due Sicilie la cui scomparsa
avverrà con la proclamazione del Regno d’Italia
nel 1861 con la spedizione dei mille guidata da
Garibaldi.
(Mullaj Jessika)
Rosse da sogno
Durante il viaggio d’istruzione, il giorno 6 Maggio noi studenti dell’ISIS “PITAGORA POLICORO
ci siamo recati a Maranello per visitare il Museo Ferrari, lo stabilimento dove vengono create le
famose rosse e quindi la pista di Fiorano.
La gita al Museo è stata molto interessante; la guida ci ha accompagnato a vedere le auto in mostra
e ci ha spiegato tutti i particolari come l’anno in cui sono state realizzate e le modifiche che sono
state apportate col
tempo.
Successivamente una
navetta ci ha portato
allo stabilimento Ferrari
dove abbiamo visitato
gli edifici in cui
vengono
progettate,costruite e perfezionate le vetture.
Finito il giro ,sempre con la navetta, abbiamo visto la pista di
Fiorano che non è usata per scopo agonistico ma solo per provare le prestazioni delle auto e vedere
se ci sono imperfezioni.
In fine siamo saliti sul nostro pullman e abbiamo preso la strada di ritorno verso casa con la
consapevolezza e la gioia di aver vissuto un sogno.
Ognuno di noi ha infatti immaginato un giorno di possederne una o almeno di pilotarla.
Siamo però certi che, almeno per ora, la nostra realtà ci può permettere solo di seguire la Ferrari in
televisione e… appendere un poster in camera mostra.
Ludovico Modarelli 3^AOM
Francesco De Lorenzo4^ATIEL
Hostess per un giorno
Nell’ambito delle manifestazioni sportive giocagol campionato di Calcio Giovanile a cura del US
ACLI con il patrocinio del CONI il giorno 25-04-2012 la nostra scuola ha partecipato al
Campionato Giovanile - ottavo memorial Renato Gioia pulcini anno 2001-2002.
A questa manifestazione hanno partecipato circa 300 alunni provenienti da diversi comuni della
provincia di Matera.
All’interno della stessa manifestazione alla nostra scuola è pervenuta la richiesta di alcune di noi
come hostess e di alcuni altri come giudici di gara.
Alle ore 16:00 nel campo sportivo di Marconia hanno presenziato alla Santa Messa celebrata dall’
Arcivescovo Salvatore Ligorio. Successivamente c’è stata la presentazione della manifestazione e la
sfilata dei partecipanti; quindi le gare vere e proprie.
In conclusione c’è stata la premiazione e le 20 hostess dell’Istituto ISIS Pitagora di Policoro hanno
consegnato i premi.
Perfette nel proprio ruolo, le hostess si sono dimostrate eleganti, sicure di sè ed efficienti.
MODAE’… CI SIAMO ANCHE NOI!!!
Il periodico
“Modaè” edito
dall’accademia della
moda di Napoli, si
pone da tempo
come un mezzo per
presentare agli
addetti ai lavori,
imprenditori, tecnici
dell’abbigliamento
ed appassionati di
moda, idee originali
e vivaci proposte
creative. La rubrica
“Vision&Co,
interamente dedicata
agli aspiranti
designer di moda,ha
l’intento di offrire ai
giovani talenti del settore una finestra
creativa e l’opportunità di passare dalla
teoria dello studio alla concretizzazione di
un’idea, pubblicando quei progetti che
meglio esprimono i mood delle stagioni.
Quest’anno tale sezione ospita anche dei
figurini di moda realizzati da due allieve
che hanno conseguito il diploma di
tecnico abbigliamento e moda presso il
nostro istituto: Sara Francesca Rita Agata
ed Elvira Dimatteo. Attraverso i loro
V A TAM
lavori, le ragazze hanno avuto la
possibilità di esprimere la loro creatività,
fare le loro proposte e raccontare la moda
attraverso le loro esperienze, la loro
fantasia, sperimentando così nuove forme
e nuovi accostamenti. Sara Francesca Rita
Agata, utilizzando il tessuto jean accostato
a colori molto vivaci, ha realizzato dei
modelli sportivi, dalla linea aderente che
mettono in
evidenza la
silhouette
femminile.Elvira
Dimatteo, invece,
ha proposto
degli abiti adatti
a delle ragazze
che non
vogliono passare
inosservate,
senza trascurare,
però, l’eleganza.
Ha utilizzato
tessuti leggeri e
colorati ai quali
sono stati abbinati anche gli accessori.
Entrambe, si sono classificate al quarto
posto nel concorso Vision&Co per
aspiranti designer di moda, vincendo una
borsa di studio del valore di. 1.500 euro
cadauno.
CARMELA CONTE V TAM
La profezia Maya: vero o falso?
Secondo il Calendario Maya, l’attuale Età
dell’Oro (la quinta), terminerà il 21 - 12 2012. Le
precedenti
quattro
Ere
(dell’Acqua, Aria, Fuoco e Terra)
sarebbero tutte terminate con degli immani
sconvolgimenti ambientali. Io stesso fin’ora,
come la maggior parte di noi, non ci ho
creduto, ma ora inizio a crederci: la morte del
SIC, di Lucio Dalla, di Piermario Morosini,
della cantante americana Witney Houston e di
molte persone giovani e anziane nel mio
paese, Policoro, rafforzano la mia paura; certo
potrebbe essere una strana coincidenza, ma se
non fosse così? Se fossimo tutti destinati a
morire il 21-12 di quest’ anno? Secondo vari
ricercatori, i cataclismi che caratterizzarono la
fine delle Ere Maya furono causati da una
inversione, dovuto ad uno spostamento
dell’asse del pianeta. La Terra infatti
subirebbe periodicamente una variazione
dell’inclinazione assiale rispetto al piano
dell’ellittica del sistema solare. Ciò
provocherebbe scenari apocalittici. L’unica
cosa che mi tiene ancora “lontano” dalla
profezia Maya è il fatto che già ci sono state
delle dicerie sulla fine del mondo sul 2000
che si sono rivelate false ma sono state utili ai
commercianti perché la popolazione è andata
a comprarsi delle cose inutili come i cellulari
di ultima generazione, inutili se si ha già un
cellulare ben funzionante, e c’è chi si è fatto
anche dei debiti pensando”tanto devo morire
chi glieli restituisce i soldi!” e ora è ancora
in debito dopo 12 anni. E questa storia
potrebbe essere come quella. Ed è l’unica
soluzione se si prende per vero il fatto che
qualche anno fa i telegiornali hanno detto che
la fine del mondo sarebbe arrivata nel 2036.
Ora la mia domanda è: vero o falso? Decidete
voi cosa credere e cosa fare, io intanto crederò
ai Maya ma non spenderò neanche un
centesimo per cose che non mi servono o che
non posso pagare subito.
Cosimo D’Adamo I°A I.T.E
Champions League: il Chelsea di Di Matteo annienta il Bayern Monaco nel suo stesso stadio e
conquista la sua 1° Champions
Quella del 19-05-2012 è stata una vittoria
storica per il Chelsea, alla prima Champions
Leagu
e della
sua
storia.
La
squadr
a
inglese
è
andata vicina al trofeo più volte negli anni
scorsi, ma solo quest'anno è arrivata alla
conquista della coppa nella stagione più
controversa, solo 3 mesi dopo una probabile e
preannunciata
stagione
fallimentare,
all'indomani della debacle dell'ex allenatore
André Villas-Boas e la sconfitta a Napoli per
3-1 nella partita d'andata di Champions
League. Ma l'arrivo di Di Matteo ha portato
la squadra dagli abissi alla stagione più
trionfale dei 107 anni di storia del Chelsea,
battendo il Napoli 4-1 a Londra, ed
eliminando
il
Napoli
agli
ottavi, il Benfica
ai
quarti,
i
campioni
del
Barcellona
in
semifinale,
e
trionfando contro
il Bayern
Monaco in
finale ai rigori,
dopo aver pareggiato il gol di Muller con un
imperioso colpo di testa del solito Drogba,
l'uomo delle finali, con 9 gol in altrettanti
finali. E' senza ombra di dubbio la vittoria
di Di Matteo, artefice di un trionfo
inimmaginabile solo 3 mesi fa. E stata anche
la vittoria di Cech, portiere formidabile (che
ha parato due rigori finali e il rigore a
Robben)
e
del
trascinatore Drogba,
determinante a suon di gol in tutte le partite
più importanti. Ma subito dopo la festa di
100.000 londinesi, Di Matteo e Drogba sono
essere entrambi sul piede di partenza.
Nonostante siano arrivate due coppe: la Fa
Cup e
la Champions
League, Abramovich non esclude l'arrivo di
un allenatore dal calibro internazionale, come
Fabio Capello e Laurent Blanc.
L'arrivo di un nuovo tecnico è ammesso anche
dal presidente del Chelsea, Bruce Buck: "E’
certamente nella rosa dei possibili allenatori
per la prossima stagione. Ha fatto un lavoro
straordinario e verrà sicuramente tenuto in
considerazione perché è riuscito a tirare fuori
il meglio dalla squadra".
Anche per Drogba si prospetta un futuro
lontano
da
Londra.
A 34 anni, Drogba chiede un biennale, ma il
Chelsea vuole offrirgli un contratto di un
anno. L'ivoriano, dopo 8 anni al Chelsea, sta
pensando di andare a giocare a Shanghai, in
Cina, dove raggiungerebbe il vecchio amico,
Nicolas Anelka. Le decisioni di Abramovich
contrastano con i protagonisti del successo
europeo, anche in considerazione del fatto che
per arrivre sul tetto d'Europa, il magnate russo
ha speso ben 2,5 miliardi di euro.
Il Napoli vince la Coppa Italia
Cavani e Hamsik firmano la quarta Coppa
Italia della storia del Napoli al suo primo
successo nell'era De Laurentis. Battuta la
Juventus campione d'Italia, inizia la grande
festa di Napoli: in 30mila hanno assistito alla
partita grazie al maxischermo allestito sul
lungomare di via Caracciolo. A loro, subito
dopo il triplice fischio finale, si sono aggiunti
tantissimi altri tifosi, che si sono riversati in
strada con trombe e caroselli d'auto. Non sono
mancati i fuochi d'artificio. Festa grande
ovviamente all'Olimpico dove si è svolta la
classica gara tra coreografie, vinta, almeno
questa, dai supporter bianconeri, che hanno
rappresentato la Mole Antonelliana
impreziosita dalle tanto discusse tre stelle
degli scudetti, inserita tra un tricolore
realizzato con centinaia di bandierine
sventolate in aria e la scritta 'Godetevi lo
spettacolo, a Torino padroni in Italia
campioni'. Un messaggio esplicito al
presidente della Federcalcio Giancarlo Abete
che siede in tribuna autorita' accanto a
Schifani. Voleva continuare a sognare la
Juve, ha scritto una pagina di storia il Napoli.
Dopo 30 anni e senza Maradona in campo, la
squadra alle pendici del Vesuvio riporta a
casa un trofeo: la Coppa Italia, la quarta nella
bacheca azzurra, la vincono Cavani and
company, 2-0 ai campioni d’Italia, in una
finale inedita in cui la festa è tutta partenopea.
Ed è tanta perché da troppo tempo il Napoli
non vinceva qualcosa: l’ultima coppa
nazionale risale al 1987, l’ultimo trofeo vinto
(la Supercoppa italiana) nel 1990 con il “Pibe
de oro” ormai ai titoli di coda. In un Olimpico
da grandi occasioni, con il silenzio per i morti
del terremoto e dell’attentato a Brindisi,
Cavani su rigore e Hamsik hanno messo a
tacere la Vecchia Signora, regalando il sogno
a una città intera. Per la Juve una serata
amara: dopo 43 partite se ne va l’imbattibilità
di una stagione comunque da record. E ad
Antonio Conte, sotto pressione per il Calcio
scommesse, non riesce la doppietta.
FARINA DOMENICO 4°A T.I.E.L
Gita a Taranto
14 aprile 2012: tutte le classi del biennio
maschile, insieme a seconde e terze del
settore femminile si sono recate in gita a
Taranto. La gita prevedeva una
perlustrazione del Golfo in battello seguita
da una visita al museo e dopo la “pausa
pranzo” una visita al Castello Aragonese
per poi terminare con un’ora e mezza di
libertà all’Auchan per gli studenti.
Risultato: ci siamo divertiti e non siamo
stati
male
duca
ti o
disor
dinat
i,
tanto
che
la prof. Gatto, come premio, ci ha
concesso un’altra gita, destinazione a
scelta tra Maratea e Pertosa. Ma torniamo
ora alla gita svoltasi sabato 14: una gita
che a parole premature sembrava dover
essere noiosa, data la località che già tutti
noi conoscevamo molto bene, d’altronde
tutti sono stati almeno una volta
all’Auchan o al porto, si è rivelata al
contrario molto interessante, anche dal
punto di vista culturale, che era l’aspetto
che nessuno avrebbe mai immaginato
potesse interessare così tanto a degli
studenti che fanno parte di una
FINALMENTE IN GITA!
generazione che ormai pensa solo
all’amore, allo shopping e ai videogames.
Bhè chi pensava così si sbagliava di
grosso perché tutti, nessuno escluso, si
sono interessati a ciò che diceva la guida
sulla motonave, la Calajunco, la guida al
museo e il maresciallo della Marina
Militare che ha fatto da guida nella loro
base, il Castello Aragonese. Abbiamo tutti
scoperto un lato interessante della “solita”
noiosa Taranto. Ecco di seguito delle
immagini di ciò che è stato argomento di
molte spiegazioni e curiosità da parte
della giuda sulla motonave, in ordine :
1. Il ponte girevole;
2. Taranto vecchia;
3. L’ex ammiraglia della Marina
Militare Italiana, la Vittorio
Veneto;
4. Il ponte Punta Penna.
(Cosimo D’Adamo & Domenico
Dimarco)
Prima dall’ 11 al 15 aprile, poi dal 24 al 29
aprile, finalmente… il 2 maggio siamo partiti
per Rimini. 55 alunni e cinque docenti
accompagnatori, alle ore 6,00, ci siamo
ritrovati nel piazzale antistante alla scuola, e
contenti e soddisfatti siamo arrivati a Loreto
dove abbiamo visitato la cattedrale, e
consumato il pranzo. Nel tardo pomeriggio
siamo arrivati a Rimini e ci siamo sistemati
nell’albergo la coccinella.
Il secondo giorno siamo andati a Mirabilandia
dove abbiamo trascorso l’intera giornata
divertendoci sulle varie attrazioni e assistendo
anche ad uno spettacolo denominato “Scuola
di polizia”. La sera siamo tornati in albergo
per la cena.
Il terzo giorno siamo andati a “San Marino,”
repubblica politicamente non dipendente
dall’Italia. Abbiamo visitato il castello, il
palazzo ducale e le torri e dopo, aver fatto
shopping,
siamo
rientrati a
Rimini per
la cena.
Il quarto
giorno
abbiamo
visitato sul
battello il delta del Po conoscendo la
storia del corso del fiume. Il pomeriggio
è stato
dedicato a
Ravenna,
capitale
dell’Impero
Romano
d’Occidente dove
abbiamo visitato
la tomba di Dante
Alighieri.
Il giorno più bello
della gita e stato il quinto quando da Rimini ci
siamo recati a Modena per visitare la fabbrica
e il museo della Ferrari e anche a Maranello
invece a Fiorano abbiamo visto la pista della
Ferrari. A Maranello nel museo abbiamo visto
tutte le macchine dalla più antica alla più
moderna fino a quella usata oggi, nel museo
c’era anche un posto dedicato all’ufficio di
Enzo Ferrari dove una statua faceva sembrare
che c’era lui. A Fiorano modenese abbiamo
visto la pista da dentro dove le Ferrari vanno a
provare il percorso nell’allenamento
spiegandoci anche i vari movimenti dei
lavoratori. Ripartiti da Modena intorno alle
17,00 contenti e soddisfatti siamo arrivati qui
a Policoro alle 3,00 di notte. Raccolti i
commenti a caldo è stata una
bella gita e vale la pena rifarla.
ALLA MIA SCUOLA…
Sono trascorsi già cinque anni dal primo
giorno in cui sono arrivata all’I.S.I.S
“Pitagora”
di
Policoro. Ricordo
ancora
l’imbarazzo del primo giorno, conoscevo solo
poche persone e avevo paura di non riuscire a
relazionarmi con le altre ragazze. All’inizio, ho
avuto qualche difficoltà a farmi conoscere per
quella che ero, ma oggi sono in buoni
rapporti con tutti, sia ragazze che professori.
La mia classe, era numerosa, ma con il
trascorrere degli anni, molte mie amiche sono
state respinte ed ora in classe siamo solo
Anche alcuni professori sono cambiati, la
classe ha avuto qualche difficoltà ad abituarsi
ai nuovi metodi di studio, ma ora abbiamo
compreso
che
con qualunque
professore, se si
riesce
ad
instaurare
un
rapporto
di
fiducia
e
di
rispetto reciproco, tutto può divenire più
semplice. Nella classe, negli anni scorsi, si
sono formati dei “sottogruppi chiusi”, che non
comunicavano fra loro; infatti, spesso si sono
create situazioni incresciose che hanno
avvelenato il clima scolastico. Quest’anno,
grazie alla maggiore consapevolezza e
responsabilità di ognuna di noi, nonché al
lavoro svolto dal consiglio di classe,
finalmente, ci siamo aperte, ci siamo
comprese, dunque ci siamo conosciute e
abbiamo solidarizzato diventando una vera
classe che condivide ansie, preoccupazioni, che
sa prendersi in giro e sa essere seria nel
momento opportuno. Se prima si invocava la
fine del percorso scolastico per separarci
definitivamente, adesso già rimpiangiamo i
nostri momenti e ci rattristiamo perché presto
le nostre strade si separeranno. Ormai gli
esami di maturità si avvicinano, e … si inizia
a “respirare” un’aria di tensione!Sperando che
tutto vada per il meglio, ci si promette di non
perdere mai i contatti, di fare ,nel futuro, delle
Stefano Scardillo 3^ A OEL
rimpatriate
dove
ricordare
la
nostra
adolescenza. Sono
sicura
che la
scuola
mancherà ad ognuna di noi perché è stata la
nostra palestra di vita, dove siamo cresciute
sia fisicamente, sia psicologicamente fino a
diventare le giovani che siamo adesso. Rivolgo
un saluto affettuoso
al Dirigente, ai
collaboratori, ai docenti, chiedendo loro scusa
se qualche volta sono stata impertinente.
Conte Carmela VA TAM
“IL MAGGIO DEI LIBRI” nella biblioteca di istituto
Quest’anno la nostra scuola ha accolto con entusiasmo l’iniziativa proposta dal MIUR “Il Maggio
dei libri” per promuovere negli studenti il piacere della lettura.
maggio”, perchè se in
“.I
libri
sbocciano
in
questo mese la natura si
risveglia, lo stesso capita
alla voglia di leggere.
Leggere fa crescere: è questo lo
spirito della campagna
nazionale nata nel 2011 con
l'obiettivo di sottolineare il
valore sociale della lettura
come elemento chiave della
crescita personale, culturale e
civile.
La campagna, promossa dal
Centro per il Libro e la
Beni e le Attività Culturali,
Lettura del Ministero per i
inizia il 23 aprile, in
coincidenza con la Giornata
mondiale del libro e del diritto d'autore promossa dall'UNESCO, e culmina il 23 maggio con la
Festa del libro.
L’attività svolta nella nostra
scuola ha permesso ai nostri
alunni di sperimentare
“l’incontro con il libro” nella
biblioteca scolastica che vanta
una ricca dotazione libraria.
La I fase ha coinvolto gli alunni
nella scelta di alcuni libri di
narrativa da leggere. Durante la lettura ci sono stati scambi di riflessione da parte dei partecipanti.
A conclusione del percorso gli studenti hanno redatto le recensioni dei testi letti la cui raccolta
sarà custodita nell’archivio della Biblioteca scolastica.
Gli obiettivi conseguiti sono stati molteplici e soddisfacenti, difatti,
l’attività , oltre ad aver potenziato le competenze linguistiche, ha cercato
di far diventare il libro un “compagno di viaggio” che consentirà anche
in futuro, di coltivare le emozioni, la creatività e la riflessione del lettore.
A tal fine la letteratura e le arti possono contribuire alla costruzione,
partendo da sé, di una società e una civiltà più umana.
Come diceva Dostoevskij “ La bellezza salverà il mondo” .
Classe II B PIA e Prof.ssa Ant. Latronico
VARIE MANIFESTAZIONE NELLA NOSTRA SCUOLA ……………..
Uscita Lega ambiente
“PULIAMO IL MONDO”
Il biennio dell’I.S.I.S.”PITAGORA” ha partecipato con entusiasmo e forte motivazione ad un
progetto nazionale che aiuta a sensibilizzare le coscienze future sull’ambiente.
Accompagnati dai
docenti di Scienze
della Terra e
Biologia, il giorno 25
maggio 2012 le classi
seconde del nostro
istituto sono andati,
armati di pochi
attrezzi e tanta buona volontà, con ragazzi di altri istituti a
pulire le spiagge e il Bosco sottano di “Policoro”.
Oltre ad aver reso un servizio utile all’ambiente e alle persone
che a breve verranno i ragazzi hanno passato una giornata di
sole e amicizia.
PREMIAZIONE
CALCIOBALILLA
QUANTO CONTA LA LAUREA PER LE RAGAZZE
Un’indagine sulle
Prospettive femminili
Dopo l’università conferma:
I buoni risultati servono,
le discriminazioni.
Le ragazze si iscrivono di più all’università, ottengono voti migliori e si laureano più in fretta dei loro
colleghi maschi. Una volta terminati gli studi, però, fanno più fatica a trovare lavoro e hanno salari
mediamente più bassi.
Per le donne laurearsi è importante: il tasso di occupazione cresce all’aumentare del titolo di studio , a
differenza di quanto accade per gli uomini. Inoltre, quelle che riescono a concludere gli studi nei tempi
previsti e con voti più alti trovano lavoro in tempi più brevi.
Tabella 1
Le donne hanno sempre pari opportunità
Nella maggior parte
dei casi la pari
opportunità è rispettata
Nord
1,7
Centro
1,4
Sud
6,9
Estero
0,0
27,0
38,7
43,3
22,9
Quasi mai le donne
Hanno pari opportunità
Le donne non hanno
Mai pari opportunità
Non sa
Totale
*Tabella 1.
52,0
40,8
30,7
48,6
5,7
2,8
2,2
5,7
13,5
100,0
16,2
100,0
17,0
100,0
22,9
100,0
Percezione della presenza di pari opportunità in termini retributivi, per area di residenza (%)
Tabella 2
Le donne
sempre pari
opportunità
Nella maggior
parte dei casi
la pari
opportunità è
rispettata
Quasi mai le
donne hanno
pari
opportunità
Le donne non
hanno mai pari
opportunità
Non sa
Totale
Architet
tura
2,5
Economico- Giuridico
statico
1,1
7,3
Ingegneria
Scientifico
Umanistico
0,0
Politicosociale
2,2
3,6
4,1
17,5
33,7
37,6
37,5
30,8
41,3
32,2
62,5
51,7
41,3
50,0
50,5
32,3
39,7
10,0
6,7
10,1
7,5
11,0
20,4
21,3
10,0
100,0
6,7
100,0
10,1
100,0
7,5
100,0
11,0
100,0
20,4
100,0
21,3
100,0
Tabella 2.
Percezione della presenza di pari opportunità in termini retributivi, per area di facoltà di laurea (%)
Alessia Pizziferri 1 A P.I.A.
Karen Pizziferri 1 A P.I.A.
Elezioni comunali Policoro 2012
Il 6-7 Maggio a Policoro si sono svolte le elezioni amministrative per eleggere il nuovo sindaco.
Sono
5
i
candidati
alla
carica
di
sindaco.
Al turno di ballottaggio sono andati Gianluca Marrese con 3582 voti e Rocco Leone con 3185 voti.
Ballottaggio svoltosi nei giorni 20-21 di Maggio e il risultato finale è stato la vittoria del dott.
Leone Rocco..
Cosimo D’Adamo I°A I.T.E.E.
Cari lettori del Rainbow,
siamo giunti alla fine di questo splendido anno scolastico, e quindi anche all’ultimo numero di
questo giornalino. Nonostante il team del Rainbow si sia formato a Febbraio e non all’inizio
dell’anno, molti ragazzi si sono dati da fare per accompagnarvi con un giornalino che abbiamo
cercato in tutti i modi di rendere sempre più divertente e avvincente per i nostri lettori.
Con la speranza che vi sia piaciuto e con l’ auspicio di ripetere l’esperienza anche il prossimo anno,
l’intera redazione vi porge i più sinceri saluti e auguri di buone vacanze.
Gli alunni
Battafarano Angelica
Conte Carmela
Latronico Antonietta
D’Adamo Cosimo
D’Alessandro Donatella
De Lorenzo Francesco
Farina Domenico
Manfredi Antonietta
Fortunato Egidio
Galasso Maria
Mullaj Xhesika
Pastore Carmela
Petrillo Francesca
Pizziferri Alessia
Pizziferri Karen
Scardillo Stefano
Scevola Rocco
Gli insegnanti
D’Ammaro Esterina
Celano Rosina
Gatto Maria
Gallo Antonietta
Aiutante Tecnica Dattoli Concetta
Il rompicapo
3
2
5 4 6
6 8 2 5 4
3 1
8 2
1 2 4
8
7
9
5
5
9 1 4
4 6 5
7
8 9
9
8
7
7
9 5 6 1 4
Cercate di risolvere questo semplicissimo sudoku, tenendo bene a mente le
regole del gioco:
1. Riempire gli spazi vuoti con numeri da 1 a 9;
2. In ogni quadrato 9x9 devono essere presenti tutti i numeri da 1 a 9
senza ripetere mai un numero;
3. In ogni riga e in ogni colonna dell’intera tabella devono essere presenti
tutti i numeri da 1 a 9 senza ripetere mai un numero.
Buon lavoro!
Cosimo D’Adamo I°A I.T.E.E.