insegnamento di abilità che favoriscano l`autonomia e l`integrazione

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insegnamento di abilità che favoriscano l`autonomia e l`integrazione
Interventi della riabilitazione cognitiva
- orientati allo sviluppo/ potenziamento delle seguenti
funzioni (Pilone et al., 2002): Funzioni basali della vita
di relazione: percezioni, motricità e linguaggio Funzioni
del
pensiero:
precognitive
(attenzione,
memoria,
rappresentazione), cognitive e metacognitive; Nozioni
culturali:
strumentali
(letto-scrittura
e
calcolo),
storiche, letterarie, artistiche, tecnologiche.
- insegnamento di abilità che favoriscano l’autonomia
e l’integrazione sociale del paziente, quali l’uso del
denaro e del telefono, la capacità di muoversi
nell’ambiente
esterno
(abilità
pedonali,
uso
dell’autobus pubblico, ecc.), le abilità domestiche le
capacità prelavorative e lavorative.
Problem solving e metacognizione
Acquisire strategie di comportamento
raggiungimenti di scopi e adatte a ogni
funzionali
al
singolo contesto significa anche pianificare le proprie azioni
ed affrontare eventuali
problemi in modo costruttivo, sia relativamente alla sfera
personale che alle relazioni
interpersonali.
Il training di insegnamento dell’abilità di problem solving è
pertanto efficace e consiste nelle seguenti fasi (Marmocchi et
al., 2004):
individuare il problema
proporre possibili soluzioni
valutare le soluzioni emerse (vantaggi e svantaggi)
individuare la soluzione migliore
stabilire la pianificazione delle azioni per attuare la soluzione
scelta
verificare la soluzione scelta
I soggetti con ritardo mentale riescano a produrre
autonomamente delle strategie di problem solving a condizione
che:
capiscano esattamente in che cosa consiste il compito;
la loro consapevolezza degli obiettivi del compito si
avvicini il più possibile a quella che l’operatore si attende;
riescano a costruirsi una buona rappresentazione
mentale del problema.
Aree di intervento:
Funzioni
del
pensiero:
Precognitive
(Attenzione,
Memoria,
Rappresentazione) Cognitive e Metacognitive
Funzioni basali della vita di relazione (Percezione, Motricità,
Linguaggio)
Nozioni Culturali (Strumentali, ecc)
Funzioni del Pensiero: Pre-Cognitive
1) Attenzione
2) Memoria
3) Rappresentazione
ATTENZIONE
Definizione: Capacità di localizzare e selezionare gli stimoli
nell’ambiente e di rispondere ad essi
Strategie di intervento
- Cura farmacologia (psicostimolanti)
- Interventi psico – educativi di Rinforzo dell’Attenzione:
1)
Invito all’Auto-valutazione (ricordo dei propri
comportamenti)
2)
Tecniche di Rinforzo (Token economy-slide)
3)
Addestramento ad auto-impartirsi ordini semplici
(fermati, gurda, ascolta)
4)
Riduzione della lunghezza dei compiti proposti
5)
Suddivisione dei compiti in parti
6)
Aumento degli stimoli proposti (colori, forme,
dimensioni del materiale ludico
7)
Invito alla cooperazione e all’attività di gruppo
(solidarietà)
RAPPRESENTAZIONE
Definizione: E’ un immagine mentale che consente il
movimento intenzionale, diretto ad uno scopo
- Funzione Pre – Cognitiva è quella della
Rappresentazione Mentale del mondo fisico esterno
- Organi di senso (vista, udito, tatto)
- Rappresentazione dell’esperienza del proprio corpo
(propriocezione muscolare- vista)
- E’ Rappresentazione degli oggetti percepiti e dei
rapporti fisici di distanza, intervallo, localizzazione
spaziale
- Le prime sintesi percettive consentono l’Attribuzione di
Significato
- Le Funzioni Rappresentative sono alla base della vita
mentale e consentono atti cognitivi sempre più complessi
e autonomi:
Ø Invenzioni
Ø Creazioni originali di attività di pensiero
(Fantasia)
Strategie di intervento
Questi processi possono essere stimolati attraverso:
1) Il ricordo di immagini
2) Il disegno
3) La narrativa
4) La recitazione
5) Gli esercizi di schema corporeo
MEMORIA
Definizione: Capacità del nostro cervello di registrare
esperienze che lasciano una traccia più o meno duratura. Questa
traccia implica modifiche che alterano il nostro modo di agire e
pensare in modo conscio o inconscio
-
La memoria appare diffusamente compromessa nei vari
aspetti ciò appare in rapporto con la minore efficienza e
rapidità di elaborazione dell’informazione
- L’individuazione dei disturbi della memoria è un compito
difficile e complesso perché le variabili sono multiple:
Ø Età del bambino (3- 6 anni)
Ø Tipo e grado di Disturbo (Gravità del Ritardo Mentale –
Q.I.)
Ø Motivazione del bambino
Ø Ambiente (scuola/casa)
Ø Esperienze pregresse (fallimento/successo)
Ø Natura del materiale con il quale lavorare
(giochi/cartelle/libri)
Ø Intervallo tra esperienza e richiamo (tempo trascorso)
memoria a Breve Termine =danno legato all’aumento di quantità
dell’informazione per:
Ø Incapacità selettiva degli stimoli
Ø Difetti di motivazione
Ø Incapacità di attuare strategie di memoria
Ø Fattori specifici sconosciuti
METACOGNIZIONE
Definizione: Capacità di pianificare, programmare e
controllare i processi di apprendimento
- Difficoltà dei rapporti tra Consapevolezza
dell’Esperienza e Automatizzazione dei
Comportamenti
Strategie di intervento
- Far Ricordare, Automatizzare e Generalizzare ogni
acquisizione
- Automatizzare Nuove Competenze
-
AREE DI INTERVENTO META-COGNITIVO
- meta-memoria: questionari di auto-attribuzione che
consentono di valutare il ruolo che il soggetto
attribuisce all’impegno ai fini della riuscita di un
compito;
- training sulla meta memoria: problematizzazione del
ricordare e sulla sensibilizzazione al fenomeno della
dimenticanza (usare strategie per ricordare in varie
occasioni)
- strategia mnemonica immaginativa: fare uso di
immagini mentali, rappresentandosi mentalmente e
guardando con l’occhio della mente: parole, concetti,
idee, etc.
- strategie organizzative: classificazione del materiale
da ricordare per alleggerire il carico della memoria di
lavoro (giacca, gonna, maglione-indumenti; rosa,
tulipano, margherita-fiori). Utilizzare figure grandi, come
giardino, armadio, che servono da contenitori per figure
piccole (fiori, indumenti).
LINGUAGGIO
Viene compromesso con disturbi di:
Ø Pronuncia
Ø Povertà dei contenuti espressivi
Ø Difetti di sintassi
Ø Scarso interesse comunicativo e narrativo
Ø Disturbi di intonazione
Strategie di intervento
1. Ampliare il vocabolario recettivo ed espressivo (Libri)
2. Stimolare le associazioni fra gesto e parola
3. Ampliare la comprensione di frasi semplici con
significato narrativo e richiestivo (favole)
4. Favorire l’efficacia comunicativa
5. Favorire l’interiorizzazione del linguaggio
6. Stimolare l’interesse comunicativo nel disegno e nel
gioco
ARTICOLO LUCIO COTTINI PAG. 22 ESEMPI
IL LAVORO A SCUOLA
Scelta degli argomenti da trattare nelle ore di compresenza
e modalità di lavoro
è opportuno suddividere il lavoro in tre fasi e cioè:
- una raccolta di esperienze, di strumenti e materiali di vario
tipo;
- una lavoro individuale o per piccoli gruppi;
- una sintesi collettiva (ad esempio con presentazione sintetica
del lavoro di ciascun gruppo a tutti gli altri e discussione
finale oppure costruzione di un libretto comune).
Il lavoro per piccoli gruppi
In ogni classe in cui c’è un alunno in situazione di handicap sono
opportuni quattro gruppi di cinque bambini ciascuno.
L’esperienza insegna che per il funzionamento dei lavori di gruppo
(indipendentemente dalla presenza di un compagno in situazione di
handicap) è essenziale:
- non lasciare, di norma, la formazione dei gruppi a scelte
spontanee, ma basarla su criteri tesi al potenziamento dello
sviluppo sociale individuale;
- fornire una traccia su cui lavorare, coerente e
complementare a quella fornita agli altri gruppi, elaborata
dagli insegnanti, ma preparata collettivamente ed
adeguatamente commentata;
- richiedere fin dall’inizio una conclusione materiale del lavoro
(come minimo due paginette scritte);
- fare in modo che entro la prima ora di lavoro venga scelto il
relatore finale (a cui spetta anche il compito di tenere il
verbale);
- stabilire prima e garantire poi che venga rispettato nelle
discussioni il principio di darsi il turno;
- controllare l’attività dei gruppi in modo da evitare una non
equa distribuzione del lavoro, favorendo, viceversa, il
coinvolgimento di tutti;
- lasciare ampio spazio alla terza fase, cioè a quella di
presentazione agli altri del proprio lavoro.
Compito fondamentale dell’insegnante è far sì che il gruppo funzioni
in modo produttivo, ma sostituendosi il meno possibile agli alunni
sul piano dei contenuti, ed offrendo viceversa il più possibile
elementi per la scoperta e l’utilizzazione di strumenti utili per
raccogliere le informazioni o per concretizzare i risultati del lavoro.