Un`ottima idea mal gestita - Osservatorio Nazionale del Turismo

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Un`ottima idea mal gestita - Osservatorio Nazionale del Turismo
Autorizzazione Tribunale di Roma n° 539 07/12/2001
-
Poste Italiane SPA- Spedizione in abbonamento postale70% - DCB Roma - N° 25
Periodico dell’Ente Bilaterale per il Turismo di Roma e Lazio
Osservatorio
Forte ripresa
del turismo straniero
«Un’ottima
idea mal gestita»
Legge regionale del 2001
per la valorizzazione della costa
A proposito di promozione del territorio
L’esperienza dell’ecomuseo
EDITORIALE
N
Provincia di Roma
Assessorato al Turismo
Comune di Roma
Assessorato al Turismo
Ente Bilaterale Territoriale per il Turismo
COMITATO SCIENTIFICO
Attilio Celant - Giovanni Peroni
Giuseppe Aiello - Guido Improta
Franco Paloscia - Maurizio Fantaccione
Antonio Calicchia
Direttore responsabile: Pietro Licciardi
Direttore: Giancarlo Mulas
Coordinatore Editoriale: Orfeo Cecchini
COMITATO DI REDAZIONE:
Coordinatore: Bartolo Iozzia
Giuseppe Aiello - Guido Improta
Orfeo Cecchini - Caterina Saccaro
Marcello Marzi - Giuseppe Zazzara
Produzione: Impatto srl
Stampa: Arti Grafiche Srl - Pomezia
finito di stampare: Gennaio 2006
onostante la delicata situazione in cui versa il Paese, soprattutto dal punto di vista turistico, il 2005 si è chiuso più che positivamente per Roma e la sua provincia, che ha recuperato il tracollo post 11 settembre e superando le cifre registrate subito dopo il
Giubileo del 2000. Nell’anno che si è appena chiuso si sono inoltre delineati alcuni progetti che oltre ad arricchire la dotazione di infrastrutture del comprensorio romano e dell’intera regione potrebbero dare
un ulteriore impulso al nostro mercato turistico. Parliamo ovviamente,
ma non solo, dello sviluppo della portualità e degli interventi in cantiere in materia di viabilità.Tuttavia il futuro non può ancora considerarsi
del tutto roseo e non per la solita, endemica, tendenza al piagnisteo che
qualcuno attribuisce alla categoria ma a causa di alcuni “nodi” che stanno venendo al pettine e che, ancora irrisolti,
a parer nostro costituiscono oggettivi punti interrogativi per un comparto che – l’esperienza ormai insegna – vive costantemente sulla lama
di un coltello.
Per sapere di quali nodi si tratta basta andare a sfogliare i precedenti
numeri di Roma&provincia in cifre; qui, per brevità, ne accenniamo solo
alcuni.
La formazione, innanzitutto, senza la quale diventa sempre più problematico competere in campo nazionale e internazionale; in secondo luogo
il riordino delle figure professionali e delle tutele contrattuali dei lavoratori del settore; ricomposizione e riorganizzazione del mercato del
lavoro sempre più parcellizzato sia nella composizione (appalti, sub appalti, affitti non sempre ortodossi, cessioni, franchising, ecc.) che nell’organizzazione della attività produttiva aziendale (uso eccessivo e spesso
non consono di contratti a tempo determinato e a brevissima scadenza, appalto a cooperativa o pseudocooperativa con personale poco qualificato di attività primarie dell’azienda, ecc.
Ciò provoca inevitabilmente un abbassamento degli standard aziendali,
rendendo allo stesso tempo difficile sia l’opera di formazione che la partecipazione ad essa da parte degli stessi lavoratori. Il sistema citato può
anche funzionare nel breve periodo ma mette una seria ipoteca sul futuro delle aziende, le quali hanno nel capitale umano la loro più importante e valida risorsa.
Infine la mancanza di un ambito di programmazione e concertazione
per le politiche turistiche.
Riguardo quest’ultimo “nodo” c’è da dire che il 2005 si è chiuso con
due buone notizie: la creazione del Comitato nazionale e dell’Agenzia
regionale per il turismo; resta tuttavia ancora da verificarne l’effettiva
“funzionalità” e se mostriamo un certo scetticismo al riguardo è perché costatiamo quasi ogni giorno la notevole distanza tra quelle che
sono le intenzioni della politica, nazionale e locale, riguardo il turismo
e le azioni pratiche che essa promuove e che solo incidentalmente sembrano tener conto delle ricadute in un settore che – se adeguatamente sostenuto e sviluppato - potrebbe rappresentare una delle nostre
maggiore fonti di ricchezza.
Orfeo Cecchini
SOMMARIO
INTERVISTA
Con Manzi (Provincia di Roma)
il punto su mobilità e turismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
a cura di Orfeo Cecchini
OSSERVATORIO
Fine 2005, forte ripresa del turismo straniero
Un buon fine anno per il turismo a Fiumicino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Giuseppe Aiello
INTERVENTI
Turismo, per il Lazio una scelta di campo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Franco Paloscia
I Villa Medici (Roma)
Mangiare italiano
fa bene alla salute e… al turismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
Valeria Manno
Musei. Per la provincia una occasione mancata
.......................
14
Giovanna Sfragasso
La legge regionale del 2001
per la valorizzazione della costa:
«Un’ottima idea mal gestita» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
V.M.
Nasce l’Agenzia regionale.
Promuovere il turismo e «fare sistema» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
V.C.
Quando la matematica è un’opinione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
R.C.
Comunità montane, queste sconosciute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
Roberto Coramusi
Quando il più autentico made
in Italy è snobbato dagli sponsor . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
la rivista
S
I
T
A
R
G
a casa vostra
o in ufficio
Alessandro Circiello
A proposito di promozione del territorio.
L’esperienza dell’eco-museo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
Angela Schito
NOTIZIARIO
Japanitaly news . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Aran Blu Hotel, quattro stelle per Ostia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
M.L.C.
Alla Fiera della piccola editoria,
in cerca di viaggi di carta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
Letizia Crescenzi
Mostre, musica, teatro, eventi:
la Roma da vivere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
Roma senza più segreti con e-Guide,
il cicerone elettronico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
F.G.
Global tourism management . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
TRIBUNA DEL LAVORO
Privacy, fatta la legge… Ecco come la si applica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
Valentina Caracciolo
Acquisto prima casa:
circolare n. 38/E del 12 agosto 2005 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
Maurizio Fantaccione
Massimario del diritto tributario. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
inviando una mail all’Ebt di Roma:
[email protected]
Oppure
telefonando al numero
06.48.90.70.20
inviando un fax al numero
06.48.90.68.28
Nella richiesta specificare il proprio
nome e cognome, l’indirizzo
completo cui si vuole far recapitare i
numeri di Roma&Provincia e (facoltativo) la qualifica professione, il settore
turistico in cui si opera.
I dati saranno trattati in osservanza della D.Lgs. n° 196 del
30.06.2003 in materia di privacy
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
4 / anno 4 - numero 25
INTERVISTA
Con Manzi (Provincia di Roma)
il punto su mobilità e turismo
a cura di Orfeo Cecchini
P
er Roma il 2005 si chiude
bene, almeno per quanto
riguarda il turismo. Soprattutto sono partiti o partiranno a breve
progetti importanti che dovranno dare
un ulteriore scossone all’economia provinciale e regionale. Tuttavia vi sono
alcuni nodi critici che, se non risolti o
trascinati troppo in là nel tempo,
rischiano di vanificare o quanto meno
di ridimensionare quanto si sta facendo o progettando in altri settori: dal
rilancio della portualità, alla nascita di
nuovi poli residenziali e commerciali,
alla valorizzazione della costa. Ne chiediamo conto all’assessore alle attività
produttive della Provincia, Bruno Manzi.
Assessore, in netta controtendenza nella crisi quasi generale
del turismo italiano, i dati
riguardanti Roma e provincia
quest’anno sono stati sicuramente positivi, tanto che è
stato praticamente riassorbito
il tracollo seguito al tragico 11
settembre 2001. Quale contributo hanno dato, a suo giudizio,
l’amministrazione provinciale
ed il territorio dell’hinterland a
questo recupero?
«L’amministrazione provinciale negli
ultimi due anni si è mossa lungo un
doppio binario: da una parte promozione delle bellezze storiche e artistiche dei 120 comuni nelle principali
borse turistiche internazionali, Madrid,
Londra, Milano, Berlino, dall’altra l’organizzazione di manifestazioni ed eventi di grande interesse culturale in tutto
il territorio. Ricordo, tra tutte la Festa
di Primavera, con il suo cartellone di
oltre 500 appuntamenti tra mostre,
spettacoli teatrali, iniziative musicali.A
distanza di poco più di due anni, stiamo raccogliendo i risultati di questa
articolata strategia diretta a sostenere lo sviluppo del settore turistico.
Bruno Manzi
Non solo abbiamo recuperato rispetto al 2001, ma addirittura nel 2005 c’è
stata una presenza di turisti maggiore
a quella del Giubileo del 2000. Si tratta di traguardi significativi raggiunti grazie alla collaborazione tra le istituzioni, in particolare Comune e Provincia
di Roma, gli operatori del settore e le
forze sociali.Aggiungo solo un’ultima
osservazione, che ci riempie di soddisfazione perché premia il lavoro svolto dalla nostra Amministrazione: nel
2005 l’incremento di visitatori, in percentuale ovviamente, è stato superiore nel territorio provinciale rispetto a
Roma. Stiamo lavorando per offrire un
ventaglio più ampio di offerte e di proposte turistiche e questi dati sono
molto incoraggianti».
In questo anno si è fatto un
gran parlare del rilancio dell’area litoranea, con la realizzazione e lo sviluppo della portualità ad Ostia e l’avvio del
nuovo porto turistico e commerciale di Fiumicino. Inoltre
quest’area si sta trasformando in un polo di sviluppo commerciale ed edilizio: da Commercity alla nuova Fiera di
Roma. Tutto questo però pone
non pochi problemi di mobilità e viabilità in una parte del
territorio dove già da tempo si
lamentano gravi carenze in
questo senso. Basta pensare
che la città di Fiumicino (oltre
50.000 abitanti) non ha collegamenti ferroviari diretti né
con la Capitale, né con il resto
del territorio. Quali sono i
piani della Provincia al riguardo e se sì, quali, i tempi previsti per la eventuale soluzione?
«Il 5 febbraio 2004 il Consiglio provinciale ha discusso ed approvato una
mozione che affrontava la pesante condizione della mobilità e della viabilità
nel quadrante ovest, individuandone le
cause e proponendo i possibili rimedi
a breve e medio termine. La cura del
ferro, è senz’altro la strada per dare
una risposta all’esigenza di mobilità dei
residenti e del sistema economico del
nostro territorio. Purtroppo, negli ultimi cinque anni il Governo nazionale è
rimasto completamente sordo alle
richieste degli enti locali di investire
adeguate risorse per potenziare la rete
ferroviaria del territorio metropolitano di Roma. Scontiamo dunque un
ritardo cronico che si potrà recuperare solo attraverso una rinnovata
azione tra enti locali e Stato. Non solo,
ma l’Amministrazione Gasbarra, più
volte ha chiesto ad Anas e Regione, il
prolungamento delle complanari all’autostrada Roma - Fiumicino dalla nuova
Fiera di Roma fino al centro abitato di
Fiumicino, proprio per evitare l’isolamento della cittadina costiera. Un progetto che siamo determinati a portare avanti in tutte le sedi competenti».
«Per quanto riguarda più espressamente le nostre competenze, la Provincia di Roma ha investito circa un
milione e 300 mila euro sulla Portuense per rifare la pavimentazione
stradale, marciapiedi, impianto di illuminazione pubblica. Parte dei lavori
sono già stati completati e presto verranno ultimati lungo l’intero tratto».
Roma già da diversi anni ha
adottato un sistema integra-
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 5
INTERVISTA
to di abbonamenti e di biglietti che in teoria consente di
muoversi agevolmente su
tutto il territorio con i mezzi
pubblici. In pratica però manca
una reale integrazione tra gli
orari, i nodi di scambio e i collegamenti, il che crea disagi ai
numerosissimi pendolari che si
muovono verso la capitale ma
scoraggia anche i non pochi
turisti che grazie ai treni e ai
bus potrebbero scoprire tante
località attorno Roma. Su questo particolare problema la
Provincia può intervenire ? Ci
sono già delle proposte in
merito?
«La Provincia di Roma, in collaborazione con l’Università “La Sapienza”, sta
redigendo il Piano di Bacino, il principale strumento di indirizzo e di pianificazione della politica provinciale nel
comparto dei trasporti.Tale progetto
dovrà recepire le linee di indirizzo che
verranno fissate dal futuro Piano Regionale dei Trasporti e dovrà consentire
di delineare l’assetto delle reti delle
infrastrutture di trasporto di interesse
provinciale, accogliendo le indicazioni
e le previsioni della Regione Lazio».
«Con un investimento di 52 milioni di
euro l’Amministrazione provinciale,
unica in Italia, ha acquistato 11 nuovi
treni, gestiti ovviamente da Trenitalia,
per aumentare l’offerta ferroviaria sul
territorio provinciale e venire incontro alle esigenze dei pendolari. I nuovi
convogli garantiranno circa 70 ulteriori
corse giornaliere, permettendo di trasportare 32 mila passeggeri in più ogni
giorno, per un totale di 490.000 trenikm/annui di servizi aggiuntivi sulla rete
provinciale. La Provincia ha promosso
anche un programma di investimenti
per la progettazione, la realizzazione e
l’ammodernamento dei parcheggi di
scambio, che dovranno favorire lo sviluppo del trasporto intermodale. I nodi
di scambio dovranno ospitare non solo
le auto private, migliorando la viabilità
stradale, ma dovranno diventare dei
terminali di interconnessione delle
varie modalità di trasporto».
«La realizzazione e l’ampliamento dei
parcheggi verranno effettuati attraverso due fonti di finanziamento: il Piano
Triennale, in cui viene sovvenzionata
per intero l’infrastruttura, e i Bandi, in
cui viene fornito ai Comuni un contributo sino al 90% del costo dell’opera.
Nell’ambito del Piano Integrato di Trasporto, l’amministrazione provinciale
ha inoltre stanziato 4 milioni di euro
per sostenere la mobilità urbana di
Roma. In particolare, questo finanziamento verrà destinato ai servizi aggiuntivi di trasporto pubblico nelle periferie della città: 27 nuove linee attivate e
23 linee a cui è stato esteso il percorso, per un totale di circa 10 milioni di
vetture/km in più ogni anno. Sull’integrazione di abbonamenti e biglietti del
trasporto pubblico, infine, la competenza è della Regione Lazio, ma la Provincia ha comunque promosso sostegni di tipo economico per favorire l’utilizzo del trasporto pubblico locale.
“Costa meno e la parcheggi ovunque”
è la nuova tessera di viaggio Metrebus
Lazio con tariffa agevolata destinata agli
studenti e alle famiglie con fasce di reddito più deboli. In particolare, l’agevolazione riguarda gli abbonamenti annuali ordinari, valido dodici mesi, per i lavoratori con un reddito annuo lordo personale non superiore a 22.000 euro e
gli abbonamenti annuali scolastici, valido 10 mesi (da settembre a giugno),
per gli studenti fino a 26 anni di età, che
risiedono in uno dei comuni della Provincia».
La progettata via del Mare
dovrà subire un ridimensionamento e le principali vie consolari che sopportano il traffico in entrata e uscita da Roma
sono per lo più ad una sola corsia. Cosa ci possiamo aspettare nell’immediato futuro,
tenendo conto che è difficile
parlare di sviluppo turistico
dell’hinterland romano se per
raggiungere una qualsiasi località si è costretti a trascorrere
ore nel traffico o a percorrere
chilometri e chilometri di strade disagevoli?
«Ricordo, innanzitutto, che la Provincia di Roma è già intervenuta sulla via
del Mare insieme al comune di Roma,
per opere di messa in sicurezza: ripavimentazione con asfalto drenante,
segnaletica orizzontale e verticale,
nuovo impianto di illuminazione. Insieme al comune di Roma abbiamo predisposto il progetto preliminare per
unificare via dl Mare con via Ostiense
in modo da realizzare una strada a due
corsie per ogni senso di marcia. Si tratta di un’opera di circa 250 milioni di
euro, che può essere realizzata solo
attraverso il concorso diretto dello
Stato con la legge obbiettivo. Provincia e Comune di Roma dispongono
complessivamente di circa 21 milioni
di euro per ammodernare via del
Mare. Credo che la soluzione migliore sia quella di utilizzare questi fondi
procedendo attraverso stralci funzionali per realizzare in tempi medi opere
di messa in sicurezza con la sistemazione di incroci e realizzazione di rotatorie».
«Più in generale, per quanto riguarda
i collegamenti tra la Capitale e il litorale, ricordo che quest’anno partiranno i cantieri per il raddoppio della Laurentina, con una spesa di 20 milioni di
euro, per l’ampliamento dell’Ardeatina , un investimento di 14 milioni di
euro, per realizzare nuove strade trasversali tra i Castelli e il litorale come
l’Antica corriera (5,5 milioni di euro).
Sono risorse significative, proprio perché siamo consapevoli delle potenzialità del nostro litorale, non a caso
abbiamo promosso il progetto Roma
Provincia di Mare e la realizzazione di
un marchio di qualità del litorale».
In conclusione, assessore ci
può dare una anticipazione di
quello che sarà il programma
dell’Amministrazione provinciale nel 2006 riguardo le questioni che interessano più da
vicino il comparto turistico?
«Proseguiremo sulla strada dell’innovazione strutturale iniziata dall’Amministrazione Gasbarra: promozione del
territorio, attraverso la partecipazione
alle principali borse turistiche internazionali, organizzazione di iniziative ed
eventi culturali di ampio respiro in tutta
la provincia, sostegno alle attività eco-
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
6 / anno 4 - numero 25
OSSERVATORIO
Fine 2005, forte ripresa
del turismo straniero
Giuseppe Aiello
L’
Novembre
2005
Fig. 1 - Arrivi e presenze negli alberghi
della- Dicembre
Provincia di
Roma - Novembre/Dicembre 2005
analisi dei dati sull’andamento della domanda
turistica negli alberghi della provincia di Roma
nel corso dell’ultimo bimestre del 2005 conferma il trend positivo registrato nel corso dell’anno, grazie
al migliore clima internazionale, alle iniziative di marketing
d’impresa e alle iniziative degli enti locali (Comune di
Roma e Provincia di Roma in primis) che hanno fatto da
volano, in un contesto favorito anche dalla leggera ripresa
del dollaro rispetto all’euro.
La ripresa della domanda si è manifestata, quindi, come un
fatto consolidato, anche se vi sono ancora ampi margini
per arrivare ad una utilizzazione pienamente soddisfacente degli impianti ricettivi.
Nel periodo novembre – dicembre gli alberghi della provincia di Roma hanno registrato 1.231.775 arrivi e
2.744.957 presenze, con una crescita rispettivamente
del 10,63% e del 11,94%, con una maggiore crescita
della domanda estera rispetto a quella nazionale. La
domanda italiana è cresciuta, anche in questo bimestre, in
maniera apprezzabile registrando negli alberghi dell’intera
provincia di Roma 660.811 arrivi (+9,76%) e
1.269.081 presenze (+9,69%). La domanda estera ha
registrato 570.964 arrivi (+11,64%) e 1.475.876 presenze (+13,95%) (tabella 1 e 2).
L’analisi della domanda per categoria di esercizi alberghieri evidenzia anche in questo bimestre un’apprezzabile cre-
Arrivi
16,00
Presenze
14,00
12,00
10,00
8,00
6,00
4,00
2,00
Totale
Italiani
Stranieri
Fig. 2 - Arrivi e presenze negli alberghi di Roma - Novembre/Dicembre 2005
Arrivi
15,00
Presenze
10,00
5,00
Totale
Italiani
Stranieri
Un buon fine anno per il turismo a Fiumicino
N
el mese di dicembre è proseguita, a
buoni ritmi, la crescita della domanda complessiva turistica negli hotel di Fiumicino (ed anche questo mese soprattutto grazie all’ottimo andamento della
domanda straniera).
La domanda complessiva negli hotel è infatti stata di 19.591 arrivi e 29.134 presenze,
pari ad un tasso d’occupazione medio del
50,70% per le camere e del 35,67% dei letti
(tabelle 1, 2, 3). Le variazioni negli arrivi e
nelle presenze sono state, rispettivamente,
di +15,75% e +13,90%. Si tratta d’incrementi consistenti che, se confermati nel tempo,
porteranno ad una più soddisfacente utiliz-
zazione della capacità ricettiva dell’area.
La composizione della clientela continua a
vedere il prevalere la domanda estera
rispetto a quella italiana (tabella 1). I dati
per singole nazionalità di provenienza ancora il primato della domanda Usa, (circa il
29%), seguita da quella proveniente dal
Regno Unito, dal Giappone, dalla Francia e
dalla Germania.
L’analisi dei tassi d’occupazione di camere
e letti conferma la tendenza al rialzo, ma
ribadisce che esistono ancora quote di
mercato da conquistare.
La via maestra per raggiungere quest’obiettivo consiste nel rendere sempre più
articolata, ricca, attraente e competitiva –
sotto tutti i profili - la proposta di soggiorno nel territorio puntando ad una
diversificazione dei segmenti di mercato e
ad un conseguente allungamento della
durata media del soggiorno.
I dati di dicembre portano gli arrivi complessivi nel 2005 a 325.503 unità
(+27,38%) e le presenze a 489.400 unità
(+23,21%). Si tratta di una crescita consistente che ha coinvolto sia gli italiani
(129.443 arrivi con +26,89% e 233.593
presenze con +19,2% circa) sia gli stranieri (196.060 arrivi con +27,7% e 255.807
presenze con +27,12%)
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 7
OSSERVATORIO
scita degli esercizi alberghieri di tutte le categorie.
Sul fronte della domanda estera, occorre rilevare la continua ed apprezzabile crescita della domanda europea
(+11,89% di arrivi e +16,85% di presenze); in particolare della domanda proveniente dalla Germania (+24,25%
arrivi e +29,43% presenze), dalla Francia (+5,91% arrivi
e +10,39% presenze), dal Regno Unito (+5,08% arrivi e
+10,24% presenze) e dalla Spagna (+12,77% arrivi e
+12,77% presenze).
In forte crescita anche la domanda proveniente dagli Usa
(+9,83% arrivi e +8,61% presenze) e dal Giappone
(+12,66% arrivi e +12,10% presenze).
Come appare dalle tabelle da 3 a 6, ancora una volta gli
andamenti di Roma e del suo hinterland sono entrambi in
crescita. In particolare, a Roma vi è stata una buona crescita degli arrivi complessivi (+9,32%) e delle relative presenze (+11,14%), dovuti al buon andamento della
domanda sia italiana sia straniera (tabelle 3 e 4).
Prosegue anche la buona crescita della domanda italiana e
Novembre-Dicembre 2005
Fig. 3 - Arrivi e presenze negli dell’hinterland di di Roma - Novembre/Dicembre 2005
25,00
Arrivi
Presenze
20,00
15,00
10,00
5,00
Totale
Italiani
Stranieri
straniera negli alberghi dell’hinterland. La domanda complessiva è cresciuta, in quest’area, del +17,50% negli arrivi e del +17,03% nelle presenze, grazie alla crescita del
numero di operatori sul mercato ed ai bassissimi valori di
partenza, ma anche alla accresciuta capacità di marketing
degli operatori.
Tabella 1 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre - Dicembre 2005
Paesi
5 stelle
Arrivi
Presenze
Totale
75.369 182.657
Italiani
25.992
Stranieri
49.377 138.023
44.634
4 stelle
Arrivi
Presenze
514.481 1.119.416
3 stelle
Arrivi
Presenze
2 stelle
Arrivi
Presenze
1 stella
Arrivi
Presenze
Totale
Arrivi
Presenze
454.496 1.014.447
145.539 330.511
41.890
97.926
1.231.775 2.744.957
230.932 413.107
273.162 535.041
104.531 219.248
26.194
57.051
660.811 1.269.081
283.549 706.309
181.334 479.406
15.696
40.875
570.964 1.475.876
41.008
111.263
Tabella 2 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre - Dicembre 2005 - Var. % su anno precedente
Paesi
5 stelle
4 stelle
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
Totale
9,68
15,11
9,78
11,88
Italiani
-0,25
0,14
8,37
Stranieri
15,74
20,95
10,95
Figura 1 - Fiumicino - Arrivi e presenze di italiani
negli esercizi alberghieri - Dicembre 2005
3 stelle
Arrivi
2 stelle
1 stella
Totale
Presenze
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
12,38
11,96
8,45
10,78
11,79
10,63
10,63
11,94
9,20
11,48
9,51
9,71
11,51
16,04
16,62
9,76
9,69
13,51
13,77
14,82
5,38
9,38
5,36
3,24
11,64
13,95
Figura 2 - Fiumicino - Arrivi e presenze di stranieri
negli esercizi alberghieri Dicembre 2005
Figura 3 - Hotel di Fiumicino - Occupazione e letti
Ottobre 2005
Tab.1 Fiumicino – arrivi e presenze negli esercizi alberghieri - dicembre 2005
Totale dicembre 2005
Paesi
Totale
Italiani
Stranieri
Di cui Francia
Germania
Regno Unito
Usa
Giappone
Arrivi
19.591
10.014
9.577
419
361
466
2.843
369
Presenze Perm. Media
29.134
1,49
16.588
1,66
12.546
1,31
625
1,49
474
1,31
643
1,38
3.669
1,29
435
1,18
Tot % stranieri
Valori %
Arrivi
100,00
51,12
48,88
4,38
3,77
4,87
29,69
3,85
100,00
Presenze
100,00
56,94
43,06
4,98
3,78
5,13
29,24
3,47
100,00
Differenza %
dicembre 2005/2004
Arrivi Presenze
15,75
13,90
7,07
4,42
26,46
29,45
14,17
35,87
59,03
45,85
6,39
6,63
20,67
19,82
334,12
295,45
Valori assoluti 2004
Arrivi
16.926
9.353
7.573
367
227
438
2.356
85
Presenze
25.578
15.886
9.692
460
325
603
3.062
110
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
8 / anno 4 - numero 25
OSSERVATORIO
MUNICIPI DI ROMA
Roma - Distribuzione degli arrivi e delle presenze negli alberghi per Municipi - OTTOBRE 2005
Valori assoluti
Municipi
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Municipio
Totale
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
15
16
17
18
19
20
Composizione %
Arrivi
Presenze
Permanenza
media
Arrivi
Presenze
235.759
28.363
10.988
5.870
5.212
610
1.456
11.464
2.840
4.807
4.461
26.063
10.801
8.171
21.179
25.701
40.086
15.945
9.814
469.590
542.070
65.383
25.266
13.497
11.661
1.404
3.208
25.750
6.426
10.706
10.848
60.882
24.886
18.788
48.497
59.286
92.466
36.300
22.424
1.079.748
2,30
2,31
2,30
2,30
2,24
2,30
2,20
2,25
2,26
2,23
2,43
2,34
2,30
2,30
2,29
2,31
2,31
2,28
2,28
2,30
50,21%
6,04%
2,34%
1,25%
1,11%
0,13%
0,31%
2,44%
0,60%
1,02%
0,95%
5,55%
2,30%
1,74%
4,51%
5,47%
8,54%
3,40%
2,09%
100,00%
50,21%
6,06%
2,34%
1,25%
1,08%
0,13%
0,30%
2,38%
0,60%
0,99%
1,00%
5,64%
2,30%
1,74%
4,49%
5,49%
8,56%
3,36%
2,08%
100,00%
Variazione %
su stesso mese a.p.
Arrivi
Presenze
8,99%
6,20%
16,83%
5,86%
7,38%
-6,58%
10,81%
14,78%
95,32%
9,18%
13,60%
16,01%
18,25%
10,97%
14,40%
9,85%
6,52%
11,36%
19,79%
10,34%
10,28%
7,68%
17,78%
9,90%
6,10%
11,69%
14,90%
14,83%
96,45%
10,90%
15,56%
17,02%
19,14%
11,90%
15,84%
10,28%
7,52%
13,12%
25,65%
11,65%
FONTE: ROMA E PROVINCIA IN CIFRE
Tabella 3 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2005
Paesi
5 stelle
Arrivi
Presenze
Totale
74.896
182.014
Italiani
25.607
44.139
Stranieri
49.289 137.875
4 stelle
Arrivi
433.026
Presenze
992.179
3 stelle
Arrivi
368.975
Presenze
841.703
2 stelle
Arrivi
114.859
Presenze
265.897
1 stella
Arrivi
Presenze
31.151
74.217
Totale
Arrivi
Presenze
1.022.907 2.356.010
187.987 342.696
205.395 395.511
78.861
165.812
18.941
41.195
516.791 989.353
245.039 649.483
163.580 446.192
35.998
100.085
12.210
33.022
506.116 1.366.657
Tabella 4 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre - Dicembre 2005 - Var. % su anno precedente
Paesi
5 stelle
4 stelle
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
Totale
9,38
14,97
8,24
11,61
Italiani
-0,89
-0,24
5,84
Stranieri
15,60
20,87
10,16
3 stelle
Arrivi
2 stelle
1 stella
Totale
Presenze
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
10,51
10,01
8,66
10,43
12,92
11,35
9,32
11,14
7,92
8,12
5,40
10,07
10,71
18,20
19,08
7,42
7,38
13,66
13,68
14,45
5,67
9,97
5,60
3,00
11,33
14,04
Tabella 5 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre- Dicembre 2005
Paesi
5 stelle
4 stelle
Presenze
Arrivi
Presenze
2 stelle
Presenze
Totale
473
643
81.455
127.237
85.521
172.744
30.680
Italiani
385
495
42.945
70.411
67.767
139.530
88
148
38.510
56.826
17.754
33.214
Stranieri
Arrivi
3 stelle
Arrivi
Arrivi
Presenze
1 stella
Totale
Arrivi
Presenze
Arrivi
64.614
10.739
23.709
208.868 388.947
25.670
53.436
7.253
15.856
144.020 279.728
5.010
11.178
3.486
7.853
64.848
Presenze
109.219
Tabella 6 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre - Dicembre 2005 - Var. % su anno precedente
Paesi
5 stelle
Arrivi
4 stelle
Presenze
Arrivi
Presenze
3 stelle
Arrivi
2 stelle
1 stella
Totale
Presenze
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
Arrivi
Presenze
Totale
93,06
70,56
18,75
14,07
21,23
22,51
7,70
12,25
8,63
8,45
17,50
17,03
Italiani
74,21
50,91
21,08
15,91
23,08
23,12
8,60
14,06
10,73
10,66
19,09
18,74
266,67
202,04
16,26
11,87
14,68
20,02
3,34
4,33
4,50
4,23
14,14
12,87
Stranieri
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 9
INTERVENTI
Turismo,
per il Lazio una scelta di campo
Franco Paloscia
I
l Lazio ha compiuto la sua scelta: il
turismo. In termini chiari. Puntare
su una politica “forte”, con strategie ben delineate, e sostenere gli obiettivi programmatici con strumenti nuovi.
L’obiettivo – sostiene il presidente della
Regione Piero Marrazzo – è un sistema integrato per il turismo:
«Non basta più Roma. Roma non può
essere più una capitale che vive da sola
non vista dai territori. Il Lazio può e
deve diventare sistema». La Capitale
deve essere fulcro e volano di questo
disegno in un’ottica di sistema, con la
convinzione che il Lazio «è il più grande distretto turistico mondiale».
In effetti, nella struttura del valore
aggiunto regionale, il turismo si presenta
come un comparto aggregato in cui
sono presenti servizi e imprese trasversali a tutto il sistema economico
che producono un elevato valore
aggiunto. L’incidenza sul Pil del comparto è del 10,2%. Nella struttura dei
consumi regionali, la domanda turistica
generata dalle famiglie residenti, dai connazionali e dagli stranieri si qualifica
come componente primaria, con valori superiori alla media nazionale.
Nella struttura produttiva, grazie ad una
filiera imprenditoriale di elevata consistenza, la regione esprime valori che la
collocano ai primissimi posti nella graduatoria regionale ma con performance di accentuato dinamismo. Nella struttura dell’occupazione, il carattere tipicamente labor intensive del settore si
esprime con particolare evidenza. Ma
c’è un’altra osservazione da fare: il sistema turistico laziale presenta tratti suoi
specifici: in primo luogo una forte incidenza dell’economia dei beni culturali
e dell’arte dovuta proprio al turismo;
in secondo luogo, una forte concentrazione di consumi degli ospiti in settori riguardanti i prodotti del made in
Italy, indotti dallo shopping. Negli ultimi
anni si è sviluppata una forte economia
del tempo libero e degli eventi, per il
volano soprattutto della Capitale come
polo di iniziativa e di richiamo internazionale con gli eventi religiosi, le mostre,
i festival, l’estate romana, i concerti di
fine anno. Il completamento del sistema dell’offerta con i nuovi poli congressuale e fieristico, e con il coinvolgimento di tutte le province nell’integrazione di un’offerta a tutto campo (nautica, enogastronomia e prodotti turistici, ecoturismo e parchi, tempo libero e
sport, ecc.) accrescerà il valore aggiunto del comparto turistico, con un effetto moltiplicatore su reddito e occupazione.
A fronte di un’attività che è senza dubbio strategica sia per sviluppare l’economia regionale sia per rinnovare il
modello in direzione di più moderni
obiettivi innovativi, il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria
2006-2008 della Regione, approvato il
22 dicembre u.s. dal Consiglio regionale in seduta notturna, ha ben delineato le strategie per il turismo: adozione di una legge quadro regionale
per il settore costituzione di una
Agenzia regionale per la promozione
turistica con il compito di coordinare la programmazione delle attività
creazione di un Polo per l’alta formazione delle professioni turistiche e
valorizzazione delle strutture di formazione esistenti (a partire dall’Enalc
Hotel di Ostia) adozione di strumenti innovativi e ridefinizione di quelli
esistenti per supportare l’offerta turistica integrata del Lazio costituzione
di uno specifico fondo di garanzia a
sostegno delle imprese turistiche e
razionalizzazione degli attuali strumenti di incentivazione.
L’assessore regionale al Turismo Raffaele Ranucci ha svolto, sempre nella
seduta del Consiglio regionale del 22
dicembre scorso, la sua relazione sulla
delibera che contiene il piano turistico
triennale e che è stata approvata all’u-
nanimità. Il piano prevede un investimento di 3 milioni 870 mila euro all’anno che verranno utilizzati in operazioni di marketing e promozione, editoria
e partecipazione a fiere e mostre. L’obiettivo è chiaro: riequilibrare lo sviluppo del turismo in tutte le province,
puntando su un sistema non “romanocentrico” ma in cui ogni risorsa del territorio possa
essere valorizzata
in
un’ottica d’integrazione e
Marrazzo: «Non basta
di sistema.
più Roma. Roma non
È questo, del
può essere più una
resto, l’obietcapitale che vive da
tivo più efficasola non vista dai
ce per esaltaterritori»
re
quelle
interdipendenze turistiche che conferiscono a
tale attività la capacità di stimolare circuiti economici estesi e idonei a trasformare gli stessi beni immateriali in
valori economici.
Il disegno programmatico è sostenuto
dalla Regione con un rinnovato quadro istituzionale. L’esigenza di ricorrere ad una riforma dell’ordinamento
turistico era avvertita da tempo. Di qui
l’avvio di un ampio confronto per pervenire ad una legge quadro sul turismo. «Si tratta», come osserva il presidente della Commissione turismo del
Consiglio regionale Domenico Di Resta,
«di un obiettivo prioritario per delineare un quadro unitario che superi la
fase degli interventi episodici del passato». La legge quadro, dopo il vaglio
della Commissione consiliare per il turismo e la consultazione delle province
e delle categorie, attende il passaggio
all’esame del Consiglio regionale. «Particolare attenzione», osserva Di Resta,
«è rivolta ai sistemi turistici locali, alla
classificazione delle strutture ricettive
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 11
INTERVENTI
regionali, alle razionalizzazione degli
incentivi a sostegno del settore, all’innovazione e alla formazione».
Un altro obiettivo fondamentale del
riassetto organizzativo è la semplificazione e l’ammodernamento del sistema degli enti di promozione turistica.
Va in questa direzione la nuova Agenzia regionale del turismo la cui
data di avvio è fissata per il 31 gennaio
2006. È stato un parto laborioso. La
Regione presenta un quadro piuttosto
confuso di enti, soprattutto per quanto riguarda Roma e Provincia, dove operano tre diverse aziende.
Ha prevalso il convincimento di istituire, seguendo il modello di altre
regioni, un’Agenzia per il turismo e il
21 dicembre scorso è stato raggiunto
un pieno accordo sul protocollo d’intesa che dà il via libera al nuovo organismo, alla presenza della Regione
Lazio, del Comune di Roma e delle
Province del Lazio. È un adempimento
preliminare all’avvio delle procedure
amministrative per istituire l’Agenzia.
«Si concretizza l’idea», ha detto Raffaele Ranucci, «del Lazio Regione di
Roma, in cui la capacità della Capitale
di essere un polo di attrazione e di
eccellenza si coniuga con le straordinarie potenzialità turistiche di tutte le
province».
Roma ha aderito con entusiasmo all’iniziativa, come ha lasciato intendere il
vice-sindaco Maria Pia Garavaglia. «I
territori, le province, la Capitale potranno finalmente fare sistema», ha ribadito il presidente della Regione Marrazzo. Una prova positiva, quindi, di una
logica di concertazione e di integrazione che è la base per innovare un
modello essenzialmente costituito sulla
libera iniziativa delle forze in campo,
mai però convergenti verso una strategia univoca. Su questa linea, il presidente della Provincia di Roma, Enrico
Gasbarra: «Abbiamo sempre sostenuto la necessità di superare la frammentazione nelle azioni di sostegno al
turismo, per unire gli sforzi e mettere
in sinergia tutte le risorse disponibili in
modo da dare una risposta più efficace nella valorizzazione di questo settore che riteniamo fondamentale per
la nostra economia».
In realtà, non sempre nel nostro Paese
è stato percepito il valore alto delle
istituzioni nel promuovere una politica del turismo efficace e innovativa.
Basta riflettere sul fatto che il processo di riforma all’ordinamento pubblico
del settore si è realizzato in più fasi nell’arco di oltre quarant’anni, dalla istituzione del Ministero del Turismo nel
1960 alla sua soppressione nel 1993,
alla devolution che ha conferito poteri
esclusivi alle regioni, alla istituzione del
Comitato Nazionale del Turismo nel
dicembre scorso, di cui fa parte l’assessore al turismo del Lazio Raffaele
Ranucci. È positivo il fatto che si sia
compreso (come in altri paesi europei)
che il sistema turistico richiede una
politica che investe i poteri pubblici in
modo diretto e non può essere affidato soltanto al settore privato. Il caso
Roma è emblematico. Quali sostanziali progressi quantitativi e qualitativi
avrebbe potuto realizzare il turismo
romano senza la “cabina di regia” della
municipalità? Come si sarebbe potuta
integrare la strategia della valorizzazione delle risorse storico-artistiche
con la promozione di una forte programmazione di eventi culturali se questo disegno non fosse stato prioritario
per l’amministrazione cittadina? Come
si sarebbe potuto avviare un ampio
progetto di sviluppo della filiera dei
prodotti (congressi, fiere, eventi, ecc.)
senza un coinvolgimento delle diverse
competenze istituzionali e una spinta
verso efficaci forme di partenariato con
il sistema privato? Come potrebbe, del
resto, Roma lanciarsi come candidata
verso le Olimpiadi del 2016 senza presentarsi con un modello partecipativo
capace di aggregare tutte le soggettività e le competenze sul territorio che
devono essere impegnate per una sfida
così globale?
Il Lazio ha acceso un grande motore
come quello del turismo che andrà a
pieno regime con il piano triennale, i
nuovi strumenti promozionali e con la
convinzione che per la politica del settore è necessario un deciso potenziamento delle condizioni dello sviluppo,
da quelle inerenti il sistema delle infrastrutture per l’accessibilità e la mobilità sul territorio (quindi, potenziamento di Fiumicino, recupero dell’Alitalia come vettore principale, portua-
lità, ferrovia, centri internodali di scambio), a quelle riguardanti le risorse
ambientali e il patrimonio culturale che
sono materie prime di straordinario
valore anche come volano economico,
se ben gestite. E la buona gestione
significa soprattutto operare con una
visione sistemica, come si sta facendo,
ma anche avendo di mira due grandi
obiettivi, come sottolinea il Presidente del Consiglio regionale Massimo
Pineschi: il modello del turismo
sostenibile che deve costituire il
vero salto di qualità dello sviluppo turistico regionale e una concezione del
turismo inteso come terreno di
innovazione e di
integrazione con gli
Ranucci «La capacità
altri fattori
della Capitale polo di
produttivi in
attrazione e di
modo che il
eccellenza si coniuga
Lazio si procon le straordinarie
ponga con
potenzialità turistiche
convinzione
di tutte le province».
come Regione guidata da
quella soft economy che può
restituire alla
regione, e all’Italia, una nuova capacità
di confronto con una globalizzazione
che spesso distrugge, nel turismo, più
di quanto crea e produce. La soft
economy della bellezza, che scommette sui saperi e sulla qualità, sui sapori e sulla sostenibilità, sulla memoria e
sull’hi-tech, può costruire nel Lazio un
futuro duraturo di progresso.
Per il primo cittadino Walter Veltroni
«i valori della competitività sono quelli della bellezza e della qualità. Noi stiamo unificando tutto anche perché
Roma ha una responsabilità regionale
molto alta».
Questo è il vero segnale di discontinuità richiesto da più parti e di cui si è
reso interprete il presidente della
Camera di Commercio di Roma
Andrea Mondello, assicurando l’impegno camerale per avviare un nuovo
corso del turismo e per dimostrare
che «quando una regione è governata
bene l’istituzione può essere il soggetto che muove il mercato, favorisce la
crescita e difende il welfare».
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
12 / anno 4 - numero 25
INTERVENTI
Mangiare italiano
fa bene alla salute e… al turismo
Valeria Manno
L
a cultura d’un popolo, in definitiva, si misura non solo in
base al patrimonio artistico o
ambientale ma anche dal rapporto che
ha col cibo e da questo punto di vista
l’Italia vanta una notevole e varia tradizione gastronomica,.
Anche se il primo trattato di gastronomia, in cui si fonda la figura dell’intellettuale gastronomo, è probabilmente La fisiologia del gusto di Jean
Anthelme Brillat-Savarin (un testo del
XIX secolo) e tra i trattati sulla gastronomia La scienza in cucina e l’arte di
mangiar bene di Pellegrino Artusi è pubblicato soltanto nel 1891, si può
comunque dire che in fatto di cibo il
nostro Paese non è secondo a nessuno e anzi, la cucina svolge oggi un ruolo
sempre più importante nel contribuire a dare un significato al viaggio e a
diffondere nel mondo una immagine
positiva e attraente della penisola italica.Tuttavia lo sviluppo delle tecniche
di produzione, conservazione, immagazzinamento e trasporto del cibo,
unito all’aumento degli scambi interculturali (favoriti dal turismo stesso e
dai flussi migratori), ha portato alla diffusione di cucine “etniche”, a fianco
della cucina tradizionale; nonché alla
continua ricerca di nuove preparazioni e sperimentazioni. Ciò richiama da
una parte la necessità di elevare la preparazione professionale di chi opera,
ad ogni livello, nel mondo della ristorazione; dall’altra ad approfondire e raffinare la conoscenza del patrimonio
enogastronomico nostrano, che ha dalla
sua una non comune varietà di prodotti; risultato dell’incrocio di culture
e dei popoli che vi si sono succeduti
(greci, etruschi, romani, arabi, normanni, austriaci, spagnoli, in una globalizzazione ante litteram) e di favorevoli con-
dizioni climatiche e ambientali.
Secondo lo chef Alessandro Circiello,
coordinatore regionale dell’Unione
cuochi Lazio e di Federcuochi, infatti
la cucina ha un profondo legame con
il turismo e scopo di chi ha fatto dell’
“arte del cucinare” la propria professione è proprio di valorizzare i prodotti del territorio, attraverso fiere,
manifestazioni, corsi di cucina e convegni a livello nazionale e internazionale. Per questo il 18 novembre scorso L’Unione cuochi Lazio era presente alla Fiera di Roma, nell’ambito della
quarantunesima edizione della Settimana della vita collettiva (Sevicol), la
mostra internazionale di tecnologie,
prodotti e servizi per la comunità,
scuole, ospedali, case di cura e di riposo, enti socio-assistenziali, turismo
sociale, alberghi e pubblici esercizi. La
manifestazione, attraverso una serie di
convegni, workshop, seminari e corsi
di formazione rappresenta un importante punto di incontro per gestori,
amministratori, tecnici e aziende specializzate della vita collettiva. Del resto
i numeri della passata edizione forniscono un quadro del valore dell’evento: 15.000 metri quadri di esposizione, 5 saloni specializzati, 23 settori
merceologici, 30 convegni e workshop,
1 concorso a premi, percorsi tematici
ed eventi speciali.
In questa imponente cornice Ristora
2005, ha offerto un’occasione unica
presentando la Piazzetta del Gusto, una
squisita parata di eventi con feste e
fantasie gastronomiche per scoprire,
gustare i piaceri gastronomici e i
mestieri delle nostre tradizioni alimentari. Uno show culinario in cui gli
chef non solo hanno deliziato i palati
ma hanno coinvolto tutti i sensi con le
loro capacità artistiche, facendo del
cibo preziose sculture e dando vita ad
una sinergia tra alta gastronomia e corretta alimentazione.
Come ha confermato Alessandro Circiello, l’Unione regionale cuochi Lazio
e la Federazione italiana cuochi collaborano da vent’anni con la Settimana
della vita collettiva e negli ultimi quattro anni hanno realizzato un progetto
che prevede dimostrazioni culinarie
con l’intervento di chef d’eccellenza,
che hanno rivisitato le ricette più tradizionali, anche di pasticceria. Nella
quarantunesima edizione di Sevicol,
oltre ai piatti di alta ristorazione eseguita da Alessandro Circiello, il pasticcere Davide Malizia ha realizzato sculture in zucchero e lo chef Pietro
Pusceddu sculture di vegetali e frutta.
Il famoso chef Fabio Campoli ha invece preparato i piatti tratti dal suo ultimo libro, dedicato appunto alla cucina
semplice, rapida e salutare e agli assaggi dei piatti del territorio rivisitati in
chiave moderna.
In sostanza il lodevole intento dei cuochi è proprio di valorizzare i prodotti
romani, pur adattati al gusto contemporaneo. Insomma una cucina sì creativa e in grado di portare nei piatti la
leggerezza dei contenuti, alleggerendo
le cotture e migliorando allo stesso
tempo le condizioni igieniche sanitarie con l’uso di tecniche nuove, ma saldamente ancorata al passato.
Un impegno che gli chef romani e
laziali portano anche all’estero. Come
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 13
INTERVENTI
anticipa ancora Circiello – autore tra
l’altro del libro L’enogastronomo nella
provincia di Roma, edizioni Giunti, è in
preparazione in Lussemburgo la Coppa
del Mondo, che si terrà nel novembre
2006, e in quell’occasione tra i piatti
che la nostra “nazionale” preparerà ci
saranno sicuramente la pasta e tutte
le ricette tradizionali romane, naturalmente rivisitati.
sità di portare anche nella ristorazione collettiva la semplicità e la materia
prima dei piatti tipici regionali.Alle abitudini dettate dai ritmi quotidiani si
aggiunge poi una nuova cultura del
cibo, con la riscoperta della genuinità,
dei prodotti biologici e delle tradizioni locali, in linea con le esigenze di valorizzazione turistica del patrimonio storico e ambientale»
vincia preferisce mantenere i sapori
tradizionali. Comunque, in entrambi
casi le nuove mode gastronomiche non
devono sostituire la tradizione. E’ a
questa che ci si deve sempre ispirare
- magari cambiando le cotture o gli
accostamenti dei colori – ma mantenendo come base delle ricette la
genuinità italiana.Anche perché tutte
le mode prima o poi tramontano».
Signor Circiello, anche lei è tra
chi sostiene che il cibo è ormai
un valido motivo di viaggio per
il turista che viene in Italia?
«Certamente. Quando si pensa all’Italia si pensa anche alla genuinità della sua
dieta mediterranea ma i cuochi italiani
stanno imparando anche a sorprendere il turista proponendogli piatti tradizionali ma anche accostamenti innovativi e personalizzati»
Quali sono le dimensioni del
mondo della ristorazione?
«Gli italiani spendono ogni anno per
mangiare fuori casa cinquantasei miliardi di euro.Ventinove milioni di persone (il 50,5% della popolazione) ogni
mese consumano almeno un pasto
lontano da casa; quindici milioni sono
invece gli italiani che ogni giorno mangiano fuori casa. Nel 2005 sono stati
circa sette miliardi i pasti serviti dai
servizi di ristorazione collettiva, di cui
due miliardi consumati nelle mense
aziendali, sanitarie, scolastiche e delle
grandi collettività sociali»
È per questo che una nutrita
brigata di chef ha partecipato
a questa manifestazione…
«In effetti per la prima volta l’amministratore di Sevicol, Paolo Treveri, ha
unito nella Piazzetta del gusto l’Associazione pizzaioli, l’Associazione dei
cuochi e tante altre associazioni di
categoria, come i métre d’hotel, i barman e i portieri degli alberghi, proprio
con l’obiettivo di divulgare il suo messaggio: esaltare la genuinità dei nostri
prodotti.Tra le manifestazioni collaterali il 21 novembre, c’è stato tra l’altro un seminario per i ristoratori e gli
istituti alberghieri statali,
provinciali regionali. Come
moderatore del convegno
ha partecipato il nostro
segretario,
Giuliano
Manzi».
Sono però ancora tanti, italiani
e stranieri che per necessità o
per scelta si affidano ai servizi
di ristorazione collettiva o commerciale. Come si può
conciliare la corretta alimentazione,
con l’ esigenza di
praticità e velocità
del “mangiar fuori”
senza snaturare la
nostra tradizione
gastronomica?
«A fronte dell’aumentata richiesta da parte
dei consumatori, non
solo bar e ristoranti, ma
anche i servizi turistici
e ricreativi in genere e ogni tipo di
struttura aperta al pubblico tendono
a proporre un’offerta sempre più completa, dotandosi di spazi idonei al comfort e al ristoro. Il principale ruolo della
Piazzetta del gusto, all’interno della Settimana della vita collettiva, è proprio
di promuovere il “mangiar sano” attraverso soluzioni innovative e aderenti
ai problemi della moderna ristorazione, in funzione di un equilibrio ottimale
sul piano nutrizionale, strutturale, economico. Infatti sta nascendo la neces-
Visti i numeri c’è secondo lei il
pericolo che le nuove mode
gastronomiche e l’evoluzione
del costume sociale possano in
qualche modo indebolire il primato dei piatti tradizionali italiani?
«Anche la cucina fa tendenza e come
nella moda, si lanciano delle linee per
ogni stagione! Ma mentre la città, la
metropoli, segue continuamente le
innovazioni culinarie sorprendendo
con tendenze sempre nuove, la pro-
I prossimi appuntamenti?
«Il 23 gennaio 2006 all’hotel Holiday Inn l’Unione
regionale cuochi del Lazio
celebrerà la propria assemblea generale, aperta agli
albergatori e ai ristoratori. Ma importante sarà
anche il convegno sull’alimentazione
che con il patrocinio del Ministero
delle Politiche agricole e forestali e una
nutrita rappresentanza delle più autorevoli voci del settore affronterà un
percorso per sollecitare, in tutto ciò
che riguarda “mangiare fuori casa”, una
politica della qualità, della conoscenza
delle tradizioni e dei prodotti locali;
anche per dare un seguito concreto
a ciò che risulta sempre più evidente:
il mangiare italiano, il seguire la cosiddetta “dieta mediterranea”, fa bene alla
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
14 / anno 4 - numero 25
INTERVENTI
Musei. Per la provincia
una occasione mancata
Giovanna Sfragasso
U
na particolare posizione geografica e uno splendido patrimonio archeologico contraddistinguono i centoventuno comuni della provincia di Roma, le cui molteplici bellezze naturali ed artistiche
regalano alla Città Eterna un fascino
straordinario. La provincia però sembra non puntare con decisione sulla
valorizzazione e sul rilancio del proprio patrimonio, penalizzato, in parte,
dalla mancanza di strategie di promozione all’avanguardia. Il rapporto tra
accesso al patrimonio culturale e servizi sul territorio, che si profila oggi
una scelta vincente per il potenziamento dell’offerta turistica, sembra
essere sottovalutato. Un esempio: la
situazione dei musei. Facile trovare i
consueti sconti sul biglietto, dal ridotto, per i cittadini dell’Unione Europea
tra i 18 e i 24 anni, al cumulativo, nei
comuni che dispongono di più siti culturali, fino al gratuito per i cittadini
dell’Unione Europea under 18 e over
65. Una politica, questa, seguita dal
Museo Nazionale Etrusco e la Necropoli di Tarquinia, la Necropoli e il Museo
Archeologico Nazionale di Cerveteri, il
Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, il Museo delle navi romane di
Nemi, le Scuderie Aldobrandini per l’Arte e il Museo Tuscolano di Frascati. Non
c’è traccia, invece, di una moderna
strategia come, ad esempio, quella
delle “carte integrate” che, ormai da
anni, molte città italiane ed europee
hanno adottato nel loro percorso di
promozione del patrimonio culturale, ottenendo risultati positivi.
Al tradizionale “biglietto cumulativo”,
che permetteva di accedere a più siti
culturali, si è ormai optato quasi ovunque per sistemi attenti a collegare
diverse tipologie di servizi, dalla cultura al trasporto, dalla ristorazione allo
svago, al fine di migliorare la domanda. Dalle tourist card alle card musei,
Cinzia Renzi candidata
alla presidenza
di Fiavet Nazionale
I
l Presidente della Fiavet Lazio, Cinzia Renzi, il 14 dicembre, in occasione del consueto incontro “natalizio” che
si è svolto all’Hotel Universo di Roma, ha presentato ufficialmente la sua candidatura alla presidenza della Fiavet
dalle artecard al più consueto abbonamento annuale ai musei, la cultura sembra ormai correre su nuovi binari.
Basta pensare a città italiane come
Venezia, che ha adottato la Venicecard,
proposta in varie versioni per rispondere alle esigenze di un pubblico vario,
come Torino, con le sue tre card, come
Palermo, con la sua speciale card a chi
pernotta almeno una notte nella città,
o ad una regione come la Campania,
con la sua Artecard. Senza dimenticare
le carte, con servizi e destinatari a
“tipologia variabile” di Bologna, Cremona, Genova, Padova, Pisa, Siena,
Udine e Vicenza. La city card ha ormai
conquistato l’Italia, ma anche in Euro-
nazionale, che deciderà il rinnovo dei suoi ver tici all’inizio
del 2006. «Il mondo del turismo in questi anni si è evoluto», ha dichiarato la Renzi, «ed io mi farò portavoce delle
istanze di cambiamento e innovazione che arrivano dal
nostro settore. La nostra categoria è stanca di ascoltare
promesse che puntualmente non si trasformano in nulla
di concreto: agenzie ed operatori hanno bisogno di una
rappresentanza for te e di un suppor to concreto per la
tutela della professione e del lavoro della categoria, per
rinnovare l’immagine ed il ruolo della Fiavet come la più
consolidata e rappresentativa tra le Associazioni di categoria del nostro mondo del turismo». Per il rilancio del
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 15
INTERVENTI
pa ha riscosso un innegabile successo.
I motivi sono riconducibili alla qualità
e alla varietà dei servizi offerti.A testimonianza dell’ampia diffusione di questo moderno ed efficace strumento di
promozione culturale la Die Wien-Karte
di Vienna, che include circa 150 servizi scontati, tra cui musei, monumenti,
teatri, bar, caffè, ristoranti; l’Amsterdam
pass olandese, che consente l’utilizzo
gratuito del sistema di trasporto urbano, sconti in molti musei e convenzioni con negozi e ristoranti; la card di
Monaco, che permette sconti per i siti
culturali ma, nelle sue diverse versioni, favorisce anche gli spostamenti in
metropolitana verso l’aeroporto; le
card di Madrid, Barcellona e Lisbona,
la Strasbourg card francese; le due card
di Berlino, un pass per i musei e una
welcome card per il libero accesso al
trasporto pubblico.
Anche Roma ha a disposizione una
serie di card che offrono vantaggi sull’acquisto del biglietto per la visita di
alcuni siti di competenza della Sovrintendenza Archeologica e della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma.Tra queste, l’archeologia
card, che include anche uno sconto
per una visita didattica o il noleggio di
un’audioguida ed è valido per sette
giorni, e carte dedicate all’Appia Antica, ai Musei Capitolini e al Polo Museale Nazionale Romano. La capitale
però, dopo alcuni tentativi di vario
successo, avrà ben presto una vera e
propria “city card”. Lo scorso 30
novembre la Giunta capitolina ha infat-
ti approvato un protocollo d’intesa
per la realizzazione di una carta unica
integrata per l’accesso ai musei cittadini, statali e comunali, simile alla
“Campania ArtCard tre giorni Napoli e Campi Flegrei”.
Con questi numerosi precedenti, anche
di successo, pure i comuni della provincia romana potrebbero valutare l’ipotesi di un progetto di promozione
del patrimonio culturale locale comune che attraverso il sistema delle
“carte integrate” renda più appetibile
l’offerta turistica e magari possa favorire un certo interscambio turistico.
Con apposite convenzioni o sconti si
potrebbe incentivare la visita di diversi siti di interesse culturale sul territorio e addirittura lo strumento delle
card potrebbe consentire ai diversi
comuni o alle altre province laziali di
agganciarsi agli importanti flussi in
transito per la Capitale, favorendo la
visita anche a quei musei dell’hinterland che non di rado celano pezzi di
qualità e pregio non inferiore a quelli
che fanno parte delle più blasonate
collezioni.
Un altro importante capitolo, ancora
tutto da aprire, è inoltre quello del
marketing e del merchandising, concetti ancora largamente sconosciuti in
buona parte delle istituzioni di carattere culturale del nostro Paese ma che
soprattutto all’estero hanno realmente mutato le sorti di non pochi siti storico-archeologici o museali. Eppure il
trasferimento e l’applicazione delle
“leggi” della pubblicità e del marketing
ruolo della Fiavet nazionale Cinzia Renzi ha presentato un
ricco programma in cui si punta al riavvicinamento dei vertici della Federazione nazionale alla sua “base”, al potenziamento dei rappor ti con le istituzioni amministrative e
politiche, con gli Enti pubblici e con tutti i protagonisti della
filiera turistica italiana, alla valorizzazione del patrimonio
turistico, dando spazio alla formazione tecnica e professionale del personale delle imprese turistiche, e alla costituzione di una vera e propria “unità di crisi”, formata da
associazioni di categoria delle agenzie di viaggi e tour operator, da associazioni dei consumatori e istituzioni, capace
di intervenire in situazioni di crisi, in caso cioè di attentati
alla cultura consentirebbe – almeno
secondo quanto mostrano alcune
esperienze condotte con successo
anche nel nostro Paese - da un lato
di suscitare l’interesse da parte del
pubblico per luoghi, mostre e collezioni che oggi languono semi ignorate
qua e là nella nostra pur ricca provincia. Dall’altro il trasformare severe e
forse anche un po’ polverose sale in
luoghi di ritrovo, dove dopo o durante la visita è possibile incontrare gente,
sorseggiare una bibita, acquistare un
libro o un souvenir probabilmente aiuterebbe parecchie amministrazioni o
soprintendenze – dai bilanci perennemente risicati - a prendersi maggior
cura di un patrimonio che rimane
enorme e anche per questo sottoutilizzato, mancando le risorse per aprire nuove sale, sorvegliare in maniera
adeguata quelle esistenti o recuperare e restaurare opere.
Insomma, girando per la provincia, ove
tra l’altro vi sono luoghi dalle grosse
potenzialità, come il Museo dello Sbarco Alleato e l’Antiquarium di Nettuno, la celebre villa di Nerone e il parco
naturale di Tor Caldara di Anzio, il
Museo Tuscolano, ospitato nelle ex
Scuderie Aldobrandini, di Frascati, o il
museo Archeologico Nazionale di Palestrina, - luogo natio di un celeberrimo
compositore - pare proprio che manchi una certa mentalità manageriale, in
grado di far si che l’unica nostra vera
e inesauribile risorsa, la cultura, possa
trasformarsi anche in una fonte di ricchezza - perché no? - economica.
terroristici o di catastrofi naturali.
Durante l’incontro di dicembre sono state anche presentate le linee guida della Fiavet Lazio per il 2006. Oltre ai
corsi di formazione e ai seminari, l’associazione si impegnerà ad istituire il “Bollino Blu” per la cer tificazione della
qualità dei servizi offerti dalle Agenzie di viaggio della Regione, e a monitorare, come è stato fatto fino ad oggi, la situazione del turismo a Roma dopo l’introduzione del nuovo
Piano Pullman, che regola il traffico dei bus turistici nella
Capitale dal primo gennaio.
Alla Signora Renzi gli auguri ed il migliore “in bocca al lupo”
da par te dell’EBT.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
16 / anno 4 - numero 25
INTERVENTI
La legge regionale del 2001
per la valorizzazione della costa:
«Un’ottima idea mal gestita»
V.M.
L
a legge regionale numero 1 del
5 gennaio 2001 con le «Norme
per la valorizzazione e lo sviluppo del litorale del Lazio», ha tentato di adottare un approccio nuovo, di
natura strategica, per quanto riguarda
la gestione della zona costiera, col
quale si dovevano accogliere e sperimentare le indicazioni, formulate in
ambito europeo, per poter infine arrivare ad una gestione integrata delle
zone costiere. A cinque anni dall’approvazione di questo provvedimento,
che avrebbe potuto cambiare il volto
di una estesa porzione del territorio,
cerchiamo di capire a che punto siamo.
Per poter realizzare quanto contenuto nello spirito e negli articoli della
legge sono state costituite a suo
tempo la Società Litorale S.p.A che,
col compito di fare da centro di sostegno, provvedendo all’organizzazione di
molteplici attività e, il centro di coordinamento e di collegamento tra i
diversi ambiti settoriali denominato
“Cabina di regia per lo sviluppo del
litorale del Lazio”, la cui funzione doveva essere di assicurare, in modo continuativo, l’assunzione di decisioni,
coordinarle «sinergicamente» e trasformarle in azioni. La Regione Lazio
avrebbe dovuto in seguito istituire un
fondo speciale destinato a finanziare
un programma di interventi per rafforzare l’attività turistica, valorizzare e
salvaguardare le risorse strutturali ed
ambientali, diversificare e specializzare l’offerta turistica e culturale, potenziare le attività produttive marittime e
infine di incrementare l’occupazione.
Secondo i principi del progetto i beneficiari dei finanziamenti dovevano essere le province e gli enti locali territoriali, anche in forma associata; gli enti
pubblici e le società a partecipazione
pubblica, le associazioni, le organizzazioni non lucrative sociali (Onlus), le
imprese e le cooperative sociali private. I territori interessati dagli interventi dovevano essere i comuni delle
province di Roma, Latina e Viterbo che,
seppure solo parzialmente costieri, per
essi il mare rappresenta una componente fondamentale delle attività economiche e sociali.
Attualmente, anche se sul litorale
molto è stato fatto in termini di miglioramento, valorizzazione e riqualificazione delle risorse e delle strutture
presenti, ci sono ancora fabbisogni
consistenti da soddisfare, soprattutto
a causa della non felice situazione pregressa, che rappresentano una priorità nell’ambito della programmazione
regionale. Dal punto di vista turistico
inoltre è chiaro che il litorale laziale si
trova ancora in una fase, per così dire,
di transizione e l’obiettivo principale
che il Programma integrato si era prefissato era proprio quello di passare
da una condizione di ridotta spendibilità - a causa delle numerose situazioni di degrado, della insufficiente valorizzazione delle risorse, della dotazione di attrezzature ricettive ancora
scarsamente diversificata - a una condizione di rilancio delle economie
costiere.
Gli interventi cui i comuni costieri del
Lazio miravano, in sostanza, erano finalizzati a migliorare e rafforzare l’attrattività turistica e lo sviluppo produttivo, nonché a recuperare, conservare e valorizzare il patrimonio
ambientale ed il territorio. In questo
ambito rientrano ad esempio le opere
per il recupero ed il risanamento delle
zone costiere degradate, come gli
impianti di depurazione e riutilizzo
delle acque reflue.Altre iniziative invece avrebbero riguardato la tutela e la
valorizzazione delle risorse ambientali, storiche, artistiche, monumentali e
delle aree naturali protette marine e
terrestri nonché l’incremento delle
attività produttive artigianali. Con l’obiettivo primario di giungere ad una
diversificazione dell’offerta e la creazione di un’immagine turistica qualificata.
Tra i più interessati allo sviluppo turistico della costa ci sono sicuramente
i gestori e i proprietari di stabilimenti
balneari. Fabrizio Fumagalli, presidente del Sindacato Italiano Balneari del
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 17
INTERVENTI
Lazio, non è affatto soddisfatto: «Su
indicazione dell’Unione Europea si è
parlato per anni, e ancora si parla, di
gestione integrata della costa, partendo da due considerazioni: sulla costa
vi è una grande concentrazione di
popolazione e gli indicatori sullo sviluppo turistico danno numeri esponenziali di future presenze sulle coste
del Mediterraneo.Tutto questo ha portato l’Unione Europea a sollecitare i
Paesi membri ad intervenire sulle loro
coste con i finanziamenti adeguati e
con politiche di concertazione e di
programmazione di interventi pubblici e privati, tesi a cogliere le opportunità di sviluppo provenienti dal mercato garantendo al tempo stesso la salvaguardia dei valori ambientali. Ciò
premesso è apparsa subito opportuna una Legge che stanziasse i primi 140
miliardi di lire (parliamo del 2001) e
istituisse la Società Sviluppo del Litorale per avviare studi e coordinare
interventi in un quadro coerente con
i principi comunitari (gestione integrata della costa). Il primo stanziamento doveva essere un volano per la
nostra economia ed integrato ogni
anno con successivi finanziamenti»
Invece cosa è avvenuto? «Dopo cinque anni possiamo dire senza ombra
di dubbio che una buona idea e tutte
le corrette aspettative sono state completamente disattese», dice ancora
Fumagalli, secondo il quale «la classe
politica ed amministrativa che doveva
gestire il tutto ha mostrato tutta la sua
incapacità. Di fatto in cinque anni non
sono stati spesi neanche i soldi impegnati nel 2001 e non si è dato vita ad
alcun progetto integrato. In questo
tempo è stato speso solo il 50% della
disponibilità iniziale e solo da parte
della Regione Lazio, che ha utilizzato i
fondi per il ripascimento di alcune
spiagge». Il presidente del sindacato
balneari si augura adesso che la nuova
giunta Marrazzo, come ha assicurato
l’assessore al Turismo, Raffaele Ranucci, dia la spinta necessaria a far decollare la legge. Un primo segnale positivo è la scelta del nuovo direttore
generale, Romolo Guasco, che ha una
grande esperienze nel settore.
Riguardo le ragioni dell’insuccesso,
sempre secondo Fabrizio Fumagalli,
queste sarebbero essenzialmente tre:
«In primo luogo, l’amministrazione ha
costruito un sistema decisionale che
rinviava alla cabina di regia della Regione Lazio ogni responsabilità, sia sulle
scelte di indirizzo, legittime, sia su quelle operative e di verifica, inutili, con il
risultato di avere tempi decisionali
straordinariamente dilatati, in grado
solo di inibire qualsiasi capacità operativa della Società pubblica sviluppo
del litorale S.p.a.». In secondo luogo
non si sarebbe fatta una scelta strategica sulle priorità e sulle disponibilità
finanziarie. La legge infatti consente di
finanziare praticamente tutto: dai depuratori all’arredo urbano, dal ripascimento delle spiagge alle strade, dai parcheggi alla portualità, dai parchi alle discariche; inoltre potevano utilizzarla,
anche se con modalità diverse, sia le
imprese private che i comuni, le Province, i consorzi pubblici o la stessa
Regione. Infine il bando del 2003 limitava fortemente l’accesso ai privati, sia
per la modesta contribuzione sia per
la complessità della documentazione
e delle procedure richieste. Insomma,
per Fumagalli «la legge regionale n.1
del 2001 dal titolo altisonante:“per lo
sviluppo e la valorizzazione della costa
del Lazio” è una ottima idea molto
malamente gestita»
In ogni caso, a cinque anni di distanza,
si constata ancora una debolezza di
immagine del prodotto turistico “litorale”, una forte stagionalità e concentrazione dell’offerta turistica, con evidenti effetti negativi sulla redditività
delle imprese e sulla professionalità
delle risorse umane, che non riscontrando nel settore una prospettiva stabile acuiscono il fenomeno del turn
over. Il patrimonio ricettivo inoltre è
ancora fortemente caratterizzato dall’utilizzazione di seconde case, con
livelli di manutenzione medio bassi, che
drogano il movimento delle presenze
privilegiando la quantità rispetto al fatturato e alla qualità; mentre la ricettività alberghiera è inadeguata e lontana dalla “massa critica” da proporre ai
mercati turistici nazionali e interna-
zionali. Inoltre è scarsa e in alcune
zone inesistente la presenza di alloggi
agrituristici, formula di ospitalità che
ha dato ottimi risultati in altre regioni italiane.
Detto questo, il litorale laziale potrà
diventare veramente competitivo?
Fumagalli non è troppo pessimista: «Le
testimonianze storiche del Lazio conferiscono un’identità assolutamente
tipica: lungo tutta la costa vi sono presenze archeologiche che integrano
quelle più cospicue e celebri di altre
aree, inoltre vi è la testimonianza storica delle torri costiere, che rappresentano un sistema a sé. Anche se il
mare del Lazio non appare allo stato
attuale una risorsa naturale capace di
competere, nel suo insieme, con altri
tratti delle coste italiane è però possibile valorizzare le diffuse e capillari
risorse storico-culturali che ne fanno
uno dei più significativi contesti “storicomarini” italiani». Sembra di capire
che se si pensa al litorale laziale come
ad una Rimini del Tirreno la battaglia,
almeno al momento, è persa. Al turismo centrato sulla balneazione, dequalificato dal fenomeno della “privatizzazione” della costa mediante la massiccia costruzione di seconde case, si può
però cercare di affiancare un turismo
medio-alto, dalla forte componente
culturale. In altre parole, un turismo
che interpreti e valorizzi il tipico insieme di natura e cultura che costituisce
il tratto identificante del territorio del
Lazio.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
18 / anno 4 - numero 25
INTERVENTI
Nasce l’Agenzia regionale.
Promuovere il turismo e «fare sistema»
V.C.
D
ata di nascita: 31 gennaio
2006. L’Agenzia regionale per
il turismo del Lazio vede finalmente la luce dopo la firma del protocollo d’intesa nel dicembre scorso
tra Regione, Province, Comune di
Roma. Una struttura, quella dell’Agenzia, di cui la Regione farà parte al
51%, oltre alle Province, alla Capitale
e a Unioncamere. «Grazie a questo
accordo», dice Marrazzo, il presidente della Regione Lazio, «i territori, le
province, la capitale, potranno finalmente fare sistema, valorizzando ciascuno le proprie grandi potenzialità, in
una logica che non perda mai di vista
il principio dell’integrazione».
Come spiega Raffaele Ranucci, assessore regionale al Turismo, «L’Agenzia
è una dimostrazione che la regione
cresce, includendo e non escludendo».
Il nuovo organismo nasce anche con
l’obiettivo di promuovere l’immagine
della Regione Lazio all’estero.A confermarlo è lo stesso Ranucci, che ribadisce comunque il ruolo fondamentale, anche se ridisegnato, che le aziende di promozione turistica continueranno ad avere: «Nel nuovo testo le
aziende di promozione turistica restano dove sono, con una variazione.
Avranno un ruolo diverso quando
verrà fatta la revisione della legge
regionale».
Novità a cavallo tra vecchio e nuovo
anno, anche l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale
del Lazio il piano triennale 2004-2006
per il turismo. Con un duplice obiettivo: ridistribuire il movimento turistico da Roma su tutto il territorio della
Regione attraverso la valorizzazione
di itinerari poco conosciuti, e destagionalizzare il flusso di arrivi. Investiti,
per ciascun anno, 3 milioni 870mila
euro, che andranno a finanziare operazioni di marketing e promozione,
editoria e partecipazione a fiere e
mostre. Si cercherà quindi, incrementando il turismo nelle province laziali,
di aumentare anche la permanenza dei
turisti nella Capitale.
A spiegarci natura, scopo e ruolo della
nascitura Agenzia per il turismo è
Maria Pia Garavaglia, vice sindaco di
Roma, che esprime soddisfazione per
un accordo raggiunto “in maniera unitaria”, il che, sempre per la rappresentante della municipalità capitolina,
rappresentava un obiettivo “veramente importante”.
Quali compiti avrà l’Agenzia?
L’Agenzia dovrà promuovere l’immagine turistica regionale ed essere presente in tutti gli eventi specifici del settore, sia nazionali che internazionali,
portando avanti una vera e propria
azione di marketing territoriale. La
novità è che avendo la veste giuridica
di S.p.a. lo potrà fare con una agilità e
rapidità fino ad oggi impensabili, venendo meno tutti quei tempi morti rappresentati dagli adempimenti burocratici prima necessari, ogni volta che
l’istituzione pubblica doveva partecipare ad una borsa per gli operatori
turistici o a qualche altra manifestazione. Soprattutto l’Agenzia dovrà
coordinare e integrare le politiche turistiche delle diverse istituzioni, dimostrando inoltre che tale coordinamento rappresenta un modello efficace per una reale promozione turistica
della regione e che è anche replicabile da parte di altre realtà»
Il presidente Marrazzo ha
dichiarato che grazie a questo
accordo i territori, le province, la capitale, potranno finalmente “fare sistema”. Ma
secondo molti imprenditori e
rappresentanti di categoria è
proprio questo che finora è
mancato. Cosa garantisce che
adesso sarà diverso?
È chiaro che per realizzare un effettivo
coordinamento non si potrà prescinde-
re dall’effettivo coinvolgimento anche
degli imprenditori e degli operatori turistici. Se ciò non avverrà sarà un fallimento, tanto più che vi dovrà essere una
armonizzazione di tutta una serie di
aspetti che vanno dalla fiscalità, alla certificazione di qualità, all’armonizzazione
dei prezzi, che riguardano molto da vicino la vita delle imprese. In ogni caso fare
sistema significa anche fare in modo che
Roma, da sempre imputata di essere una
calamita troppo forte per il turismo
regionale, diventi a sua volta un traino
per gli altri territori.
Quale sarà la ripartizione delle
risorse?
Per il momento avremo a disposizione i fondi, alquanto ridotti, già stanziati dalla Finanziaria. Poi dipenderà dalle
successive leggi di bilancio, sperando
che in un settore delicato come il turismo non prosegua oltre misura l’attuale tendenza a restringere i cordoni della borsa.
Con l’agenzia potrà ripartire
anche la valorizzazione della
costa, come previsto dalla legge
n.1 del 2001?
Purtroppo si tratta di una legge che al
momento langue. Era prevista una
cabina di regia per lo sviluppo del litorale del Lazio, che doveva essere una
sorta di conferenza di servizi, con dentro le rappresentanze di tutti i soggetti. L’Agenzia che dovrà nascere è
qualcosa di diverso e non ha poteri in
quell’ambito ma è chiaro che potrà
diventare un potente stimolo alla
ripresa del progetto, poiché può semplificare molte procedure e fornire
utili suggerimenti.
Con quali strumenti aprirete
un dialogo con il neocostituito
Comitato nazionale per il turismo?
Ponendosi come principale obiettivo
l’armonizzazione e il coordinamento
delle diverse politiche e iniziative in
materia di turismo l’Agenzia dovrà
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 19
INTERVENTI
Quando la matematica è un’opinione
R.C.
L
a pubblicazione dei dati sul turismo a Roma, ad opera dell’Ente bilaterale per il turismo, è
stata l’occasione per una serie di dichiarazioni politiche che però – secondo
alcuni - non sembrano aver colto in
pieno la realtà che si cela dietro i numeri. Un fatto, questo, abbastanza preoccupante in quanto lascia supporre che
almeno una parte della classe dirigente non ha ancora ben chiara l’importanza di una programmazione condivisa su un settore strategico per lo sviluppo del territorio.
Poiché i numeri sono i numeri vale la
pena ricordare quanto il rapporto, presentato alla stampa lo scorso 13 dicembre, contiene riguardo l’occupazione
delle camere: «Nel periodo di Natale
(dal 23 al 28) le camere di albergo vendute saranno pari a circa 90 mila con
una crescita del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e il
tasso medio si attesterà intorno al
37,15%». Sotto il profilo delle presenze, sempre secondo i dati, si registrerà
inoltre un incremento del 40%, grazie
ai 173 mila turisti attesi nella Capitale.
«Per Capodanno (dal 29 dicembre al 3
gennaio)», si apprende ancora dalle
stime dell’Ebt, «le camere vendute
saranno pari a circa 118 mila con una
crescita del 31,28% ed un tasso di occupazione medio del 48,83%». Da ciò si
deduce che a fronte di un incremento
sensibile delle presenze rispetto a un
anno fa permane ancora un notevole
“gap” per colmare l’intera disponibilità
di camere negli hotel di Roma, visto che
più della metà rimane invenduta.
Tra i primi a commentare il quadro
emerso dal rapporto è stato il sindaco
della “città eterna”,Walter Veltroni, che
si è rallegrato dei risultati ottenuti grazie al lavoro della sua amministrazione:
«Gli aumenti delle presenze turistiche
per Capodanno e Natale rispetto allo
stesso periodo del 2004 sono davvero
delle cifre magiche. Il lavoro e le capacità che questa nostra città dedica ai
visitatori vengono ripagati in moneta
sonante: in termini di prestigio e in termini di vantaggi economici assai consistenti».A stretto giro si è fatto sentire
anche il presidente della Provincia di
Roma, Enrico Gasbarra: «Lo straordinario successo della Capitale va condiviso anche con gli operatori del settore che hanno sempre più bisogno di
essere competitivi sia sul mercato
nazionale che internazionale». Dopodiché Alleanza Nazionale ha innescato la
polemica mettendo in risalto quello che
è sembrato un non trascurabile vizio
interpretativo. Il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio,Andrea Augello, ha infatti sottolineato come le cifre
salutate con entusiasmo dal primo cittadino di Roma «più che frutto di una
magia, sìano il prodotto di una miracolo: le camere d’albergo vendibili, infatti,
sono in tutto 40.310, oltre a circa 15
mila posti letto degli istituti religiosi più
altre 10 mila unità tra residence e B&B.
Impossibile, quindi, venderne 90 mila, a
meno che la Garavaglia e Veltroni non
si affrettino a costruirne 25 mila con
mezzi di fortuna». «Oltre a ciò», ha proseguito Augello, «secondo i dati di uno
studio condotto dall’Apt, il tasso di
occupazione media degli alberghi nel
dicembre 2004 era del 45,80%. Se adesso l’aspettativa è del 37,15, è evidente
che sono diminuite le prenotazioni».
Precisato che le 90 mila “camere vendute” si riferiscano all’intero periodo
(23-28 dicembre); placati gli animi, passata la sfuriata, l’unico dato certo è che
il turismo, suo malgrado, è ancora
oggetto di uno scontro politico che in
questo momento pare poco opportuno. L’interesse cruciale, per una provincia e una regione come la nostra, è
infatti di lavorare per la valorizzazione
e la promozione del patrimonio turistico – che per inciso, secondo il VII
Rapporto sull’economia romana 200405, fattura oltre 10 milioni di euro ogni
giorno – e a prevalere dovrebbe essere la convergenza d’intenti e l’impegno
comune per incrementare e sostenere
un comparto spesso dimenticato dalle
politiche istituzionali. E questo al di là
di certi infortuni; anche se per non
pochi addetti ai lavori appaiono purtroppo assai sintomatici.
I segreti per un turismo di successo
Nel mondo globale del turismo il
valore del management è diventato
decisivo per garantire la penetrazione sui mercati delle imprese turistiche. Senza una formazione di livello
superiore coloro che hanno in mano
le sorti di un’azienda rischiano di non
essere in grado di definire impostazioni
gestionali adeguate alla complessità
delle decisioni che l’impresa impone di
assumere per contrastare la competitività. Per formare il capitale umano delle imprese turistiche è
necessario utilizzare un metodo formativo idoneo
a far interpretare il mercato e intervenire per conquistarsi spazi produttivi.
Il volume di Tommaso Paolini, docente di
Economia del turismo all’Università degli
Studi dell’Aquila, dopo un approfondimento delle tematiche macroeconomiche del turismo che un imprenditore
deve conoscere, espone una serie di
teorie e concetti riguardanti la domanda e le sue diverse correlazioni con
consumi, prezzi, economia, ambiente.
Affronta quindi le problematiche dell’offerta e in particolare del sistema delle imprese,
delineando strategie di sviluppo e di gestione.
Tommaso Paolini: Economia del Turismo
per futuri imprenditori e manager, edizioni Agra
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
20 / anno 4 - numero 25
INTERVENTI
Comunità montane,
queste sconosciute
Roberto Coramusi
L
a Provincia di Roma conta cinque Comunità Montane. Queste sconosciute dovremmo
dire. Infatti, esclusi gli addetti ai lavori,
in pochi ne conoscono le funzioni e le
loro ubicazioni. Eppure in tutto il territorio nazionale costituiscono una
realtà importante di raccordo tra le
diverse istituzioni, in particolare tra i
Comuni, e rappresentano un’occasione speciale di salvaguardia e promozione territoriale. Nella nostra Provincia, approfondendone le attività, le
Comunità svelano realtà altrimenti
poco pubblicizzate, quali i Castelli
Romani e Prenestini, i Monti della Tolfa,
l’Aniene, i Monti Lepini e la zona di
Tivoli.
A consacrare la montagna, riguardo lo
sfruttamento razionale e la bonifica del
suolo, quale una delle priorità tra le
attività statali è la Costituzione repubblicana che ne fa cenno all’art. 44. Solo
nel 1971 però si è dato corpo all’organizzazione istituzionale, tramite la
legge quadro 1102, con la creazione
della Comunità Montana come nuovo
ente di diritto pubblico. Grazie a questo intervento legislativo, seppur tar-
divo, le Regioni si sono viste riconosciute i poteri per delimitare le zone
dove costituire le Comunità. Sono
state necessarie leggi regionali di attuazione, approvate nel corso degli anni
successivi. Il Lazio ha provveduto con
la l. 16/73, modificata dalla l. 9/99, e per
l’individuazione le zone montane ha
tenuto conto delle affinità socio-culturali e le caratteristiche di omogeneità del territorio, cui dovrebbe seguire quanto prima un riordino funzionale delle stesse come previsto dalla
legge 142/90. Nel 1994 poi, è intervenuto ancora una volta (legge 96) il
legislatore nazionale che ha riconosciuto alla Comunità il ruolo di autentica protagonista delle zone montane.
L’ambito di competenza della Comunità Montana interessa l’incremento
economico del territorio montano con
precise regole di programmazione dei
piani pluriennali, inoltre è titolare delle
deleghe in materia di progettazione
urbanistica. I profili che riguardano le
iniziative della Comunità sono: territoriale (risorse ambientali e sistema
trasporti e viabilità locale), economico (attività economiche in aree depresse), sociale (servizi per la collettività)
Comunità dei Castelli e Prenestini, la parola d’ordine è: concertazione
Giuseppe De Righi è il presidente della Comunità Montana Castelli
Romani e Prenestini, con lui cerchiamo di capire meglio quale posto ha
il turismo tra le competenze della Comunità. In particolare, nel complesso delle risorse da destinare all’attività, circa il 40% viene impiegato
in campo turistico. Assieme alla movimentazione di altri soggetti che vengono coinvolti, la spesa si aggira intorno ai 600 mila euro annui. Il bilancio è così strutturato: la parte corrente (che serve all’esistenza stessa
della Comunità Montana) è coperta dai fondi del Ministero degli Interni; altro è destinato dal Fondo nazionale per la Montagna; il resto è sottoposto a finanziamento da parte di Comuni, Provincia e Regione.
Che importanza ha il turismo nel complesso delle attività della Comunità Montana?
«Il nostro territorio ha una vocazione particolare per il turismo. Nello
specifico, le nostre iniziative sono tese a valorizzare tre aspetti specifici: il primo riguarda il patrimonio naturalistico, a cominciare dal Parco
regionale dei Castelli Romani, il secondo interessa l’archeologia, di cui
possiamo vantare tra gli altri il sito del Tuscolo, il terzo riguarda i beni
monumentali, in particolare le ville sontuose delle famiglie tuscolane.
Per dare sistematicità alle attività dedicate al turismo abbiamo messo
a punto un sistema museale territoriale che si di collegamento e promozione per i musei civici e nazionali presenti nel territorio della
Comunità. Inoltre abbiamo bandito una gara per realizzare un progetto finalizzato al marketing turistico per l’utenza scolastica romana:
vogliamo pensare ed offrire alle scuole Elementari e alle Medie dei
pacchetti di visita ideali per far conoscere le nostre bellezze in maniera educativa».
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 21
INTERVENTI
e culturale (valorizzazione delle tradizioni locali). Di sua competenza sono
anche gli interventi speciali, che ricomprendono tutte le azioni organiche
dirette allo sviluppo globale mediante
la tutela e la valorizzazione delle qualità e delle potenzialità ambientali proprie dell’habitat montano.
Nello specifico, il territorio romano
offre prospettive di sviluppo legato
alle Comunità montane che interessano gli abitanti ma anche i turisti.
Spesso però viene rimarcato come
manchi una programmazione condivisa con la Regione Lazio, nonostante il
governo regionale sia il massimo organo riguardo la realtà montana. I fondi
per la promozione delle bellezze del
territorio sono ripartiti in misura maggiore tra gli accordi con la Provincia,
i finanziamenti statali e le partnership
con i privati, e ancor più si potrebbe
fare se si stipulassero maggiori intese
a livello regionale.
L’attività di divulgazione culturale su
vasta scala risulta essere un tema centrale, spesso di collegamento tra le
tante attività, perché finalizza i vari settori della programmazione delle
Comunità. Ambiente, arte, archeologia, enogastronomia e riscoperta delle
tradizioni sono solo alcuni argomenti
che fanno delle offerte turistiche montane un motivo di visita per il turismo
estero ma anche per quello romano,
da alcuni definito della “gita fuori
Comunità montane, come trovarle come contattarle
Comunità Montana Castelli Romani
e Prenestini
Indirizzo: Via della Pineta, 69 (Rocca Priora) - 00040
Telefono: 06/9470944
Fax: 06/9470739
Sito internet:
http://www.xicomunitamontana.lazio.it
Sistema Museale Terr.le
dei Castelli Romani e Prenestini
http://www.museumgrandtour.it/
Comunità Montana Monti Lepini (Area Romana)
Indirizzo:Viale Ungheria, 11 (Segni) - 00035
Telefono: 06/97261033
Fax: 06/97260296
Sito internet:
http://www.cmmontilepini.it
porta”, a cui le Comunità guardano in
maniera particolare. Anche perché i
numeri della domanda proveniente
dalla Capitale sono in aumento, soprattutto per quel che riguarda il turismo
domenicale.
La Comunità Montana dei Monti Lepini ha incentrato la promozione del
proprio territorio su due tematiche
forti: la natura e la cultura. In merito a
quest’ultima ha ideato un percorso virtuale che ripercorre le vite di alcuni
personaggi famosi legati a questa terra,
tra i quali Thomas Becket,Alessandro
IV, Innocenzo III e Leone XIII.Tra le
idee in via di realizzazione ci sono
Quali sono i rapporti con la Regione, la Provincia ed i Comuni presenti nel vostro territorio?
«Innanzitutto è bene sottolineare che sono un convinto assertore della
concertazione a livello istituzionale, per poter fare sistema ed offrire
maggiori servizi alla collettività credo sia l’unica strada percorribile. Purtroppo a livello ragionale, a parte lo stanziamento di fondi una tantum,
non c’è una relazione proficua. Speriamo che con il nuovo governo laziale si possa iniziare a lavorare in sinergia nell’interesse di tutti. Con la Provincia di Roma il rapporto è buono, nel futuro potrebbe anche diventare ottimo. Grazie all’interesse del presidente Gasbarra abbiamo firmato due anni fa un protocollo d’intesa che prevede l’impegno dell’amministrazione provinciale a finanziare specifici progetti delle Comunità Montane. Due grandi iniziative, come la predisposizione del nostro
territorio per la banda larga wi-fi e la creazione della casa dell’associazionismo e del volontariato (inaugurata il 5 dicembre 2005), si inseri-
Comunità Montana Tivoli
Indirizzo:Via Acquaregna, 90 (Tivoli) - 00019
Telefono: 0774/314712
Fax: 0774/330915
Sito internet:
http://www.comunitamontanativoli.com
Comunità Montana dell’Aniene
Indirizzo:Via Cadorna, 8 (Subiaco) - 00028
Telefono: 0774/829201 - 0774/829202
Fax: 0744/829206
Comunità Montana Monti della Tolfa
Indirizzo: P.zza della Repubblica, 29
(Allumiere) - 00051
Telefono: 0766/96290
Fax: 0766/96290
anche diversi sotto-progetti, che interessano le esperienze più disparate.
Meritano una citazione In moto sui
Lepini, tramite l’ideazione di pacchetti e servizi dedicati a chi si muove sulle
due ruote, Pic-Nic sui Lepini, coinvolgendo le aziende di produzione agricola e vinicola, e Tradizioni in piazza,
creando il supporto logistico e strutturale alla realizzazione di momenti di
intrattenimento per le località dell’area. Come riportato nel programma
esecutivo quinquennale di sviluppo dei
Monti Lepini, nei vari incontri e confronti con gli attori del turismo territoriale (amministratori pubblici ed
scono proprio in questo contesto. Inoltre abbiamo in cantiere la creazione di un polo fieristico che avrà sicuramente positive ricadute sul turismo. Per quanto riguarda i Comuni, la sinergia è eccellente e questa ha
portato all’attuazione di servizi molto utili, come quello forestale associato. Per ultimo, ma non d’importanza, c’è il confronto con le altre realtà montane del Lazio, con le quali abbiamo celebrato la prima riunione
generale lo scorso dicembre a Palestrina. Insieme ci possiamo scambiare informazioni e consigli utili, dovremo intensificare questa relazione».
Che riscontro hanno le vostre iniziative nella società civile?
«La linea scelta è quella di curare sia il rapporto diretto con i Comuni
sia di lavorare in modo sussidiario agli altri soggetti che operano nel territorio e posso affermare che tale indirizzo ha pagato, perché abbiamo
registrato confortanti risultati socio-economici. A darcene atto sono stati
i cittadini per primi che si avvicinano alle nostre iniziative con sempre
maggiore interesse».
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
22 / anno 4 - numero 25
INTERVENTI
imprenditori privati) è emersa però
l’esigenza di organizzare un organo di
lavoro agile e competente, in grado si
supportare operativamente lo sviluppo dell’area. E’ il caso della Comunità
Montana di Tivoli che ha predisposto
un’agenzia turistica ad hoc (Anionovus) per offrire servizi alla domanda e
all’offerta turistica e, allo stesso tempo,
fungendo da legame tra queste due
componenti.Tramite il sito internet
(www.anionovus.it) è possibile conoscere gli itinerari turistici dedicati all’a-
rea sabino tiburtina e prenestina
(sapori e prodotti
tipici; artigianato
locale; feste, sagre
e fiere) e prendere contatto con le
aziende turistiche
del territorio. L’area web dedicata
alle offerte speciali ed ai programmi
week-end invece
potrebbe essere
meglio sviluppata e soprattutto più
aggiornata perché le proposte risultano
essere ormai superate.
Alla Comunità Montana dei Castelli
Romani e Prenestini si deve invece
un’analisi dettagliata dei principali dati
statistici sul turismo che evidenziano
l’importanza di questo settore per il
territorio in questione. Snocciolando
i numeri si comprende come l’offerta
della ristorazione, che da sola supporta
una grande quantità di occupazione
nonché fonte di reddito, è in percen-
tuale più alta rispetto alle altre medie
provinciali, regionali e nazionali. Discorso inverso per le presenze annue
per posto letto, a testimonianza di
quanto sia legata al turismo romano
questa specifica zona turistica. Innovativa nel suo genere invece è la costituzione del Sistema Museale Territoriale, denominato “Museum Grand
Tour”, tramite il quale si è creato un
collegamento sinergico tra i musei civici dei Castelli. Il 2 ottobre 2003 è stato
costituito mediante la stipula di un
accordo di cooperazione tra la Comunità Montana e i Comuni aderenti che
vede la partecipazione di tutte le realtà istituzionali competenti a partire dal
Ministero dei Beni Culturali. Oltre alla
conservazione e alla valorizzazione del
patrimonio culturale locale il progetto si distingue anche per la qualificazione e la formazione dei giovani nell’ambito dei servizi culturali. E sotto
certi punti di vista è un aspetto ancora più importante perchè investire sugli
operatori più giovani vuol dire ipotecare il futuro.
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periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 23
INTERVENTI
Quando il più autentico made in Italy
è snobbato dagli sponsor
Alessandro Circiello
N
on è una forzatura far rientrare anche la gastronomia
nel “Made in Italy”, questa
sorta di marchio internazionale della
fantasia, della qualità e del buon gusto
italico che ha decretato il successo e
la fortuna di non poche aziende
nazionali. Del resto anche entro i
nostri confini si è da tempo affermata la tendenza a riscoprire sapori tradizionali e non, facendo dello slow food
un fenomeno quasi di massa, grazie
anche al fiorire di programmi televisivi e rubriche su quotidiani e periodici a grande diffusione.
Ciò ha fatto sì che sempre più turisti, oltre che ammirare monumenti,
città e musei, chiedano di potersi
incontrare con la nostra migliore tradizione enogastronomica, presentandosi sovente con un affatto disprezzabile bagaglio di nozioni circa i nostri
prodotti e marchi. Insomma anche la
cucina è diventato un buon veicolo di
promozione turistica o quanto meno
un corollario sempre più necessario.
Proprio per questo è importante che
chi lavora nel settore (cuoco, gestore o proprietario di ristoranti e trattorie) sia sempre aggiornato sulle tendenze e soprattutto sappia continuamente qualificare e aggiornare la propria offerta di piatti e ricette. Per questo motivo è incredibile che in un
Paese come il nostro, in cui si incontrano esercizi pubblici dedicati alla
ristorazione praticamente dietro ogni
angolo, eventi importantissimi come
la Coppa del Mondo e Olimpiadi
Culinarie suscitino scarsissima attenzione al di fuori delle riviste specializzate. Eppure si tratta di chermesse
internazionali di grande prestigio e
richiamo, organizzate come vere e
proprie gare agonistiche e realizzate
con grande dispendio di risorse. Sono
in poche parole l’equivalente delle più
importanti sfilate di moda a Milano,
New York o Parigi, oppure dei grandiosi saloni dell’automobile di Ginevra o Detroit, ai quali giustamente Tv
e giornali dedicano importanti servizi. Simili appuntamenti infatti determinano le tendenze del mercato e
rappresentano una vetrina di quanto
l’industria della moda e dell’auto, che
produce fatturato e occupazione,
sono in grado di proporre ai consumatori di tutto il mondo; ma rappresentano anche una fonte di ispirazione e di elaborazione per tutti coloro
che operano in quei settori.
Ebbene, quanti da noi hanno saputo
che alla recente Coppa del Mondo
che si è disputata a Basilea, e alla quale
hanno partecipato quasi cento concorrenti, l’Italia è stato il paese più
rappresentato? In Svizzera è stato
messo sul piatto il meglio della cucina mondiale, e quindi anche italiana,
e anche qui i nostri cuochi hanno
dovuto prodursi in performance di
altissimo livello e in ulteriori sforzi
creativi. Sono questi gli ambiti nei
quali nascono le nuove tendenze e
dove si elaborano le migliori idee. E’
una gallina dalle uova d’oro che purtroppo le aziende italiane – peraltro
poco aiutate anche dalle amministrazioni pubbliche che ignorano questi
avvenimenti – sprecano. Solo per fare
un esempio: negli Stati Uniti c’è stata
una vera e propria gara fra alcune
aziende alimentari per diventare lo
sponsor ufficiale della propria “nazionale cuochi”, mentre altri team hanno
potuto contare sul sostegno dei
rispettivi governi.
Polipo croccante in carpione di frutta
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
per il polipo:
polipo gr. 400
timo gr. 2
olio extra vergine oliva gr. 20
semola gr. 100
per il carpione:
mele verdi gr. 200
pesche gr. 200
arance gr. 300
aspretto lamponi gr. 10
olio extra vergine oliva gr. 50
cipollotto gr. 30
menta in foglie gr.10
citronella gr. 30
sale gr. 5
Procedimento
per il polipo: sbiancare il polipo in acqua per 30
minuti; appena è freddo tagliarlo a tronchetti.
Passare in olio e timo, poi al semolino; quindi friggerlo in olio d’oliva.
per il carpione: tagliare il cipollotto e farlo soffriggere per qualche minuto con la scorza dell’arancia, aggiungere la frutta tagliata a listelli e
cuocere a fuoco alto, per qualche minuto. Aggiungere l’agretto di pesche, un goccio di olio, sale e
infine menta e timo. Questo preparato si può
servire sia caldo che freddo. Composizione: Adagiare nel piatto il carpione di frutta, sovrapporre il polipo e concludere il piatto con la salsa.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
24 / anno 4 - numero 25
INTERVENTI
A proposito di promozione del territorio.
L’esperienza dell’eco-museo
Angela Schito
E
co-museo, sinonimo di museo
open air o, per utilizzare un termine a noi più familiare, museo
di un territorio (comunale, area protetta), è un concetto che nasce negli
anni Settanta nei paesi nordici, periodo
storico in cui, data una progressiva
deruralizzazione e conseguente perdita della memoria localistica, si fa strada
il desiderio di recuperare l’identità del
proprio territorio. Oggi, con i dovuti
ammodernamenti, il termine indica uno
spazio espositivo, con vocazione didattica, legato ad un’area ben precisa, in cui
è possibile ritrovare nel loro contesto
originario elementi culturali e ambientali. In pratica si realizza attraverso un
mosaico di diverse “azioni sul territorio” che tendono a valorizzarlo, secondo criteri di sostenibilità ambientale.
Queste azioni possono verificarsi su
due scale: una, urbanistica, e l’altra di
“animazione”. La prima si serve dello
strumento dei piani che si differenziano tra regolatori, di assetto (nelle
aree protette) e di recupero (nei centri storici). In quest’ultimo caso una
parte del territorio comunale particolarmente disagiata, poiché in passato ha
subito un progressivo abbandono, viene
recuperata e valorizzata, facendo assumere agli edifici finalità diverse ma prevalentemente culturali, come nel caso
di musei e di aree espositive.
La seconda si serve dei progetti, i quali
hanno una connotazione prevalentemente culturale; essi includono visite
guidate sul territorio, manifestazioni teatrali, progetti di solidarietà, sagre, ma
anche attività di formazione rivolte a
studenti di diversa età. Il concetto di
animazione, però, si estende fino ad
includere incontri con la popolazione
all’interno dei quali essa è chiamata a
partecipare alle decisioni che riguardano il territorio, influenzando anche i
piani urbanistici, oltre lo svolgimento
dello stesso progetto.
Con tutti gli aspetti che esso comporta, l’eco-museo non è una realtà estranea; anzi, è più vicina a noi di quanto
non possiamo immaginare. Proprio nella
Regione Lazio, da qualche anno, un team
di esperti (architetti, ecologi, antropologi, esperti in allestimenti e linguaggi
espositivi) ha dato vita, in collaborazione con amministrazioni locali, a progetti
innovativi e affascinanti.Tutto è nato
dalla vocazione per il territorio e lo sviluppo sostenibile di tre architetti –
Adriano Bennicelli,Alberto Rossi, Rita
Rufo - i quali negli anni, attraverso la
compenetrazione di competenze diverse, hanno creato la
Cooperativa Verdeblu,
con sede a San Donato Val Comino e a
Roma, che oggi si
occupa, appunto, della
promozione del territorio con progetti di
allestimento museale,
sentieristica, guide, formazione. A spiegare
come il concetto di
ecomuseo si sia affacciato nel Lazio, in particolare nella provincia di Frosinone, è
Adriano Bennicelli, architetto, esperto
di linguaggi espositivi ed uso dei materiali. La prima esperienza che riportata
è quella di Ausonia, un piccolo comune
ciociaro, ricco di tradizioni, dove qualche anno fa è stato avviato un progetto ecomuseale: «Ausonia è il paese della
pietra, un borgo di scalpellin. E’ un paese
di gente che ha la pietra ovunque, anche
dentro casa». Il progetto è partito dalla
volontà dell’amministrazione comunale di ridare vita ad un castello medioevale diroccato, collocato all’interno del
parco regionale dei Monti Aurunci, con
l’idea di restaurarlo e destinarlo a sede
del museo demoantropologico. Quest’ultimo, come spiega Bennicelli, appositamente denominato “Museo della
Pietra”, non rappresenta un sito convenzionale, con all’interno un’esposizione di collezioni, ma «è il frutto di un
lavoro di interpretazione del territorio,
attraverso la memoria della gente, che
ha come filo conduttore l’uso della pietra». Si tratta di uno strumento indispensabile per la comprensione e la lettura di un’area che attorno alla pietra
ha sviluppato attività manifatturiere, ha
costruito usi sociali, valori, simboli e cultura.
«L’allestimento di questo museo prevedeva necessariamente la raccolta di
testimonianze da parte della comunità
locale, con foto e video. Successivamente, il loro inquadramento scientifico e
antropologico»; immagini e contenuti infatti
sono stati riprodotti
all’interno di uno spazio
espositivo altamente
evocativo fatto di pannelli, scatole da aprire,
pulsanti con cui interagire, videoistallazioni, in cui,
tra rumori, linguaggi e stimoli diversi, ognuno può
tracciare un proprio percorso esplorativo.
L’allestimento del museo, in realtà, doveva rappresentare il primo fondamentale tassello per la realizzazione del
mosaico eco-museale che comprendeva anche la realizzazione di visite guidate, attività teatrale all’interno della
piazza d’arme, sagre ed iniziative di solidarietà. «Purtroppo il processo è stato
portato avanti solo fino ad un certo
punto», aggiunge l’architetto, «perché
l’amministrazione, dopo averci dato
fiducia ha perso le elezioni. Dopo di ciò
il discorso non è più continuato». Lo
stop è sopraggiunto nella fase in cui si
sarebbe dovuta avviare la gestione vera
e propria del museo, attraverso l’attivazione di cooperative locali. «Il nostro
modo di operare», spiega Bennicelli, «è
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 25
INTERVENTI
principalmente questo: fare del museo
non soltanto l’oggetto per il turista che
si reca nel posto, ma il volano per la
creazione di nuova impresa per la gente
che abita il territorio. Sono proprio le
persone le prime che devono accoglierlo, farlo proprio e promuoverlo».
Per il nostro esperto, quindi, è giusto
parlare di un vero e proprio processo
di identificazione e integrazione tra la
popolazione e il museo in quanto strumento, o meglio, risorsa locale; un processo graduale, che deve essere attivato fin da subito: «Noi non pensiamo di
poter giungere in un territorio con la
pretesa di farci autori del vissuto altrui.
Il nostro obiettivo è stato coinvolgere
la gente del posto, attivando dei canali
di comunicazione e di scambio di esperienze».
Purtroppo, come abbiamo accennato,
l’esperienza di Ausonia non è stata completata. Ciò a dimostrazione che spesso le nuove amministrazioni locali, che
si insediano all’indomani delle elezioni,
preferiscono lanciare segnali di cambiamento rispetto al passato e alle iniziative dei predecessori, anche a costo
di perdere di vista ciò che potrebbe
“funzionare”, in termini di immagine e
di sviluppo territoriale.
Fortunatamente diverso il caso di San
Donato Val Comino, anch’esso comune della provincia di Frosinone, situato
nel versante laziale del parco Nazionale d’Abruzzo. Qui gli esperti della
cooperativa Verdeblu hanno avviato un
progetto, assieme all’architetto Mario
Tomas, di riqualificazione ambientale,
partendo dallo studio della dimensione pubblica del centro storico e dalla
riqualificazione del cavo urbano (strade e piazze).
Secondo i nostri architetti, dietro ad
ogni intervento di riqualificazione del
territorio, sforzo comune di progettisti e amministrazioni locali deve essere il saper leggere il paesaggio, coglierne la sua vocazione. Come spiega Bennicelli «ciò vuol dire riuscire ad interpretare un luogo, capire perché è fatto
in quel modo piuttosto che in un altro;
capire perché, ad esempio nel comune
di San Donato Val Comino vengono utilizzate come pavimentazione le selci di
fiume, mentre in Trentino Alto Adige
prevale il porfido. Capire il paesaggio
vuol dire scoprire il genius loci, ovvero
la vocazione, l’anima di un posto, la
quale condiziona tutti gli aspetti, dalla
mentalità della gente a come il luogo si
evolve nel tempo».
Tutto ciò è indispensabile per non
incappare in grossolani errori, gli stessi che in passato hanno deturpato i centri storici dove è stato fatto largo uso
di infissi in alluminio poiché questo
materiale rappresentava per molti un
segno di modernità e di affrancamento
dal retaggio contadino. Per dirla col
nostro intervistato: «Quando gli architetti, e le amministrazioni comunali con
i piani regolatori hanno permesso questo, hanno dimostrato di non capire il
genius loci del loro territorio».
Tornando a San Donato, all’interno di
un complesso conventuale del ‘700, è
stato creato, in collaborazione con
Legambiente Lazio, uno spazio polifunzionale chiamato Centro di Cultura
Ambientale, che accoglie al suo interno il museo geologico del territorio.
Quest’ultimo, strumento fondamentale per la conoscenza del territorio,
sotto una chiave di lettura naturalistico-geologica, rappresenta il cuore pulsante di un programma più ampio di
attivazione dell’ eco-museo Val di Comino. Qui l’amministrazione comunale ha
voluto coniugare il momento culturale
a quello ricettivo promovendo dapprima la realizzazione di attività didattiche,
campi scuola per ragazzi, laboratori a
tema ed escursioni e successivamente
di una foresteria con posti letto e servizi, secondo i principi di un turismo
eco-sostenibile. Il Centro di Cultura
Ambientale è gestito da una cooperativa locale; esempio di integrazione tra
chi abita il territorio e i progetti di promozione e sviluppo, i quali devono
ovviamente poter avere come ricaduta la creazione di attività economiche
e servizi.Tra l’altro non mancano i finanziamenti. Il Comune di San Donato ha
beneficiato infatti del contributo dell’Unione Europea e dell’assessorato
all’Utilizzo, tutela e valorizzazione delle
risorse ambientali della Regione Lazio
(obiettivo 5b – interventi specifici aree
protette). Proprio sui finanziamenti si
giocherà, in futuro, la riuscita di gran
parte dei progetti di sviluppo del territorio e sulla capacità, da parte delle
amministrazioni locali, di gestirli al
meglio; senza perdere di vista i principi dell’efficacia e della trasparenza delle
proprie azioni.
Ma forse ancor più importante è non
perdere di vista, come conferma infine
Bennicelli, che chi abita la provincia ha
voglia di raccontare il proprio vissuto,
di rendere partecipi gli altri del proprio
passato e delle proprie tradizioni. Un
patrimonio di conoscenze innegabile,
che va accolto e valorizzato al meglio
e senza il quale non è possibile riscoprire il territorio e renderlo “fruibile”
e interessante agli occhi degli altri.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
26 / anno 4 - numero 25
www. japanitalytravel .com
Japanitaly news
NOTIZIARIO
Giapponesi in
viaggio tutto l’anno
Che i turisti giapponesi viaggiano tutto
l’anno, o almeno che segmenti diversi
della popolazione turistica nipponica
creano un flusso continuo in uscita dal
Paese, era un fatto già noto ma Japanitaly ha da poco reso noto i risultati
di una ricerca effettuata nel mese di
giugno 2005, con obiettivo l’Italia, che
ha messo in luce il fenomeno nei suo
dettagli. Si tratta dunque di una analisi molto interessante, specialmente
per i responsabili del marketing e per
chi si trova nella condizione di dover
pianificare la promozione dell’offerta
turistica italiana nel modo migliore,
che di seguito presentiamo in sintesi.
La previsione per quest’anno è che il
numero dei pernottamenti dei turisti
giapponesi superi abbondantemente
la cifra di 4 milioni. Le indagini svolte
dall’Enit mostrano una curva piatta per
tutti i mesi dell’anno con una leggera
flessione per il periodo di Capodanno, quando è tradizione che le famiglie nipponiche si riuniscano. Un po’
come si fa anche in Italia a Natale. Un
primo picco di arrivi si verifica nel
periodo aprile-maggio, in coincidenza
con la tanto attesa golden week; cioè
la prima settimana di maggio quando,
per una fortunata serie di coincidenze sul calendario, c’è la disponibilità di
nove giorni filati di vacanza. Durante
il lunghissimo ponte uffici e negozi
chiudono e tutti si godono un meritato periodo di relax. Dunque si può
senz’altro affermare che per quanto
riguarda il turismo giapponese l’alta
stagione è la primavera e l’autunno.
La ricerca di Japanitaly, condotta attraverso un questionario somministrato
ad un campione di 501 giapponesi, ha
in ogni caso chiarito che i mesi in cui
i giapponesi preferiscono visitare l’Italia sono aprile (13.6% delle preferenze), maggio (39.5% delle preferenze espresse) e giugno. Solo il 7% preferisce agosto, che nel nostro Paese
corrisponde all’alta stagione.Altri picchi si registrano a settembre, scelto
dal 31.7% degli interpellati, e ottobre
(35.1%). Il 18.8% invece opta per
dicembre. Nel mese di gennaio a muoversi sono soprattutto le signorine,
che approfittano della concomitanza
dei saldi per viaggiare e fare shopping.
Febbraio e marzo sono generalmente occupati dal segmento degli studenti (universitari) in quanto le lezioni e l’anno accademico iniziano il
primo aprile; i due mesi precedenti
pertanto sono utilizzati da molti ragazzi per lunghe vacanze in Italia, ove
hanno anche l’opportunità di imparare l’italiano.
Un aspetto importante, che vale la
pena sottolineare, è che i giapponesi
sono portati a programmare meticolosamente il viaggio in anticipo e con
dovizia di particolari.Tre mesi di preparazione sono il tempo minimo
impiegato ma c’è chi dedica alla pianificazione anche sei mesi. Durante questo periodo di consultano di norma
tutte le fonti a disposizione: da quelle
cartacee ai siti on line, senza trascurare gli amici e i conoscenti che si
sono già cimentati nel viaggio. Oggetto di tanta cura sono soprattutto i
dettagli, e più se ne scoprono più il
viaggio rappresenterà un successo, da
raccontare poi a conoscenti ed amici
appena tornati a casa.Attenzione quindi ad effettuare la promozione della
propria offerta turistica con congruo
anticipo ed a proporsi nel modo giusto all’esigente pubblico giapponese.
Come già ricordato su queste pagine
gli abbonati Adsl in Giappone, al 30
giugno 2005, erano oltre 21.7 milioni,
mentre in totale gli utenti internet
hanno superato i 71 milioni. La rete è
perciò un media importantissimo, a
patto che si riesca a comunicare in
maniera efficace col pubblico di riferimento. Non dimentichiamo che non
solo la lingua è un ostacolo, ma anche
la cultura nipponica, così distante dalla
nostra. Per questo motivo Japanitaly
ha messo a punto uno strumento
semplice ma efficace che consente agli
operatori turistici italiani non solo di
procurarsi dei contatti in rete ma di
potersi promuovere alla maniera giapponese. Un esempio è disponibile su
richiesta scrivendo a [email protected].
Le previsioni 2006
dei maggiori T.O.
(dal corrispondente a Tokyo) Secondo
le previsioni della JTB, il maggior tour
operator (T.O.) giapponese nel 2006 il
numero totale dei turisti nipponici che
andranno all’estero raggiungerà la
rispettabile cifra di 18 milioni (record
storico), con un aumento del 3.4%
rispetto al 2005. Contribuiscono a questo primato tre fattori: i grandi eventi
sportivi all’estero, come le Olimpiadi
invernali a Torino; l’apertura di vari
aeroporti locali e il forte e vivace
aumento dei viaggi del segmento
senior, con un reddito elevato ed una
pensione soddisfacente. Anche in conseguenza di ciò si stima che la spesa
totale dedicata ai viaggi all’estero raggiungerà i 5.350 miliardi di yen, con un
aumento del 5.3% rispetto al 2005. Le
destinazioni principali saranno ovviamente l’Europa, in particolare l’Italia e
la Germania, che ospitano i grande
eventi sportivi, ma recupereranno sul
2005 la Cina e la Corea.
Per quanto riguarda Torino, in Giappone si stanno già pubblicando numerosi articoli giornalistici e si mandano
in onda programmi televisivi che alimentano il clima olimpionico. C’è infatti un discreto numero di atleti che
potrebbe aggiudicarsi una medaglia e
sia la JTB che la KINKI, i due T.O. giapponesi più importanti, hanno pronti
dei pacchetti per partecipare sia all’
inaugurazione dei giochi, sia ai vari
eventi sportivi. Contribuisce a questa
“propensione olimpica” anche il fatto
che ben quattro città giapponesi
(Tokyo, Sapporo, Nagoya, Fukuoka) si
sono candidate per ospitare i giochi
nel 2016. Purtroppo però pare le
amministrazioni locali del Piemonte
non abbiano saputo approfittare a
fondo di questa magnifica opportunità, facendo in modo che le Olimpiadi
siano per i giapponesi l’occasione per
scoprire turisticamente Torino e l’intera regione. Perlomeno a Tokyo, infatti, non è giunta alcuna proposta di
nuovi itinerari legati alla cultura o all’enogastronomia di questa bellissima
parte del nord Italia.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 27
NOTIZIARIO
Aran Blu Hotel,
quattro stelle per Ostia
M.L.C.
L’
Aran Blu Hotel di Ostia,
piazzato com’è proprio
davanti l’ingresso del Porto
di Roma, e a meno di dieci metri dalla
spiaggia ricorda un galeone in secca.A
suggerire l’analogia è la struttura a traliccio, cosi simile ad un albero di maestra, piazzato tra le due ali dell’edificio
di tre piani ma soprattutto è la serie
di lampioni appesi sulla facciata, che
richiamando inconfondibilmente i fanali degli antichi velieri conferiscono alla
costruzione quasi l’aspetto di un cassero. Considerata la collocazione la
scelta estetica è senza dubbio azzeccata, anche se di “antico” nell’hotel –
aperto da giugno scorso - c’è veramente poco.
La struttura è decisamente moderna,
ed elegante, pronta ad accogliere con
ogni confort gli ospiti nelle sue 68
camere dotate di balcone privato che
guarda il mare. L’hotel inoltre dispone
di snak bar – ma presto aprirà il ristorante -, centro benessere e solarium,
un’area meeting capace di accogliere
90 persone. Per i clienti è a disposizione il garage privato e un servizio di
bus che collega l’albergo con l’aeroporto di Fiumicino, gli scavi di Ostia
antica e la vicina riserva naturale. La
collocazione dell’albergo – che si
aggiunge all’Aran Park Hotel in zona
Eur - è stata decisa da Angela Armellini, la cui famiglia ha cominciato ad
investire nel ramo alberghiero dopo
aver accumulato una solida esperienza nel campo delle costruzioni. Perché
proprio a Ostia? Per l’attuale e nuovo
direttore, Francesco Novello, è un po’
un ritorno al passato, quando Ostia
era la porta sul mare di Roma imperiale. Oggi, con i progetti per la valorizzazione del litorale romano e l’entrata in funzione dell’approdo turistico, il lungomare torna ad essere un
punto strategico per il turismo e per
la Città Eterna, che ritroverà quello
che da sempre è il suo lido. Del resto
nei piani dell’attuale direzione c’è proprio la fidelizzazione di quanti sceglieranno Ostia, e l’Aran hotel, per il pro-
prio soggiorno, un obiettivo da raggiungere, come spiega ancora Novello, con la proposta di un ambiente
familiare, elegante e caldo, in cui l’ospite si senta considerato come persona e non solo un cliente tra i tanti.
Fa parte di questa strategia anche la
scelta delle quattro stelle, che secondo il direttore, rappresenta una classificazione – almeno per il momento ideale: «qui a Ostia ancora non c’è un
turismo di élite e il nostro hotel, che
è comunque elegante e di classe, può
benissimo cominciare, senza strafare
e senza i costi elevati del cinque stelle, a richiamare quella clientela selezionata che rimane comunque nei
nostri obiettivi».
Prossimo passo in questa direzione,
come ha confermato Bruno Cali, il
direttore che ha per così dire tenuto
a battesimo l’hotel, sarà cercare di
stringere accordi con il vicino aeroporto di Fiumicino, anche se l’impresa non sarà facile, considerato che vi
sono consolidati rapporti con diverse
catene di alberghi. Intanto, spiega ancora Cali, l’Aran punta a stringere ancor
più il legame con la città-quartiere, che
ha mostrato di apprezzare questa
nuova presenza, specialmente dopo la
sponsorizzazione della gara velica delle
associazioni balneari che si è svolta
questa estate.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 29
NOTIZIARIO
Alla Fiera della piccola editoria,
in cerca di viaggi di carta
Letizia Crescenzi
G
li italiani sono un popolo di
santi e di navigatori ma stando alle statistiche non sono
certo un popolo di lettori. Il Lazio sembra però fare eccezione. Secondo i
numeri resi noti nel corso della quarta edizione di Più libri. Più liberi, la Fiera
nazionale della piccola e media editoria che si è svolta a Roma dall’8 all’11
dicembre scorso, mentre nel resto d’Italia solo il 41,4% delle persone legge
un libro nella nostra regione la percentuale sale al 43,4%, con una spesa
di circa 155 milioni di euro. Sempre nel
Lazio ci sono 907 case editrici, il 17,2%
del totale, e tra il 2000 e il 2004 l’aumento di titoli da parte delle piccole e
medie case editrici romane è stato del
12,4%. Infine, sempre a Roma, i lettori
dal 1999 al 2004 sono aumentati del
9,6%. Purtroppo è ancora poca cosa di
fronte alle cifre ben più consistenti di
altri Paesi europei; eppure l’offerta è
veramente enorme e varia.Tra gli stand
delle 358 editrici che hanno partecipato a Più libri. Più liberi si poteva trovare di tutto: dai libri gialli alla saggistica, dal fumetto al libro fotografico e
soprattutto guide e libri per turisti.
Naturalmente la nostra attenzione e
curiosità si è concentrata proprio sulle
case editrici specializzate in pubblicazioni “da viaggio”. Ne abbiamo individuate quattro: Newton and Compton,
Airone Editore, Geogramma, La Ruffa;
anche se altri editori hanno in catalogo volumi che senz’altro hanno il potere di affascinare gli aspiranti viaggiatori, rendendo un prezioso servizio al
nostro turismo. Bardi Editore ad esempio pubblica libri di archeologia e non
mancano volumi assai pregevoli, ricchissimi di immagini e curiosità, dedicati alle più belle città e ai borghi meno
conosciuti d’Italia.
Alla Fiera le edizioni Geogramma
hanno presentato un originale puzzle
della Città Eterna, mentre La Ruffa ha
presentato in anteprima cartine tridimensionali di Roma, che si troveranno
in commercio dal 2006. La Newton and
Compton, pioniera del libro tascabile
e presente da trent’anni sul mercato
italiano con un vasto repertorio di
testi, ha portato invece alcune splendide guide turistiche dedicate alla Capitale: Gli acquedotti di Roma, libricino
tascabile in vendita a un euro, Le Chiese Medioevali di Roma, e Le piazze storiche di Roma, in grande formato e dal
costo un po’ più elevato: 41 euro.
Anche l’editrice Airone, specializzata in
testi sulla salute e sulle piante, ha presentato alcune guide che illustrano le
bellezze capitoline, esposte assieme a
quelle delle principali città del mondo,
come Vienna, Parigi, Miami e Il Cairo:
tutti a un prezzo assai abbordabile. Non
potevano mancare pubblicazioni dedicate ai musei, particolarmente numerosi e con preziose collezioni, come la
utile Guida ai Musei e alle collezioni di
Roma e del Lazio di Palombi Editori, firmata da Francesca Mattei; assai ricca
di particolari. Originali le guide ai ventidue rioni di Roma: da Campo Marzio
a Prati, a Testaccio mentre Barbara
Drudi ha ideato e realizzato delle guide
per i più piccoli, come Bambini alla scoperta del Lazio. La Palombi Editore, sul
mercato dal 1914, è sempre stata
attenta allo studio e alla divulgazione
del patrimonio storico, artistico e culturale, cercando sempre nuovi spunti
di approccio al lettore. E’ da questa
sensibilità che è nata l’idea di pubblicare guide per bambini e Lapis è la
prima ed unica collana di guide dedicate ai ragazzi, per seguirli nella loro
scoperta delle varie città. Un esempio?
Gli opuscoli didattici di Margherita
Albertoni: Archeologia in Campidoglio o
la Villa di Massenzio di Carmelina
Camardo; oppure I bambini alla scoperta di Bologna (AAVV), I Bambini alla scoperta di Milano, di Monica Buraggi, e i
Bambini alla scoperta di Roma antica, di
Anna Parisi e Rosaria Punzi, con in
copertina disegni della città in stile
fumetto.Adatte invece a tutte le età giovani e adulti - le guide ai musei del
Lazio, come il Museo Civico di Tolfa di
Zifferero o il Patrimonio culturale di
Gaeta di Sanfilippo e Pistolese. In stile
fiaba il libro per i più piccoli: C’erano
una volta i Romani, di Elisabetta Saggia.
Un po’ guida, un po’ libro è la Romagenda, dell’ Agenzia il Segnalibro, che
oltre ad aiutare ad organizzare i propri impegni quotidiani lungo l’arco dell’anno introduce ad una sorta di viaggio nel tempo alla scoperta della Città
Eterna. I planning settimanali infatti si
alternano a pagine di storia, a schede
di approfondimento su usanze, arti e
personaggi corredate da riproduzioni
di stampe e incisioni d’epoca. Senz’altro un gadget di classe.
Particolarmente ricca anche l’offerta
di testi dedicati all’enogastronomia, che
come abbiamo avuto modo di segnalare più volte, sta diventando sempre
più un motivo per mettersi in viaggio
o quanto meno un corollario indispensabile per convincere i viaggiatori
di tutto il mondo a tornare nel nostro
Paese.Tra libri di ricette e veri e propri manuali per la riscoperta dei buoni
sapori antichi faceva capolino tra gli
stand anche qualche buona guida ai
templi più o meno noti del gusto, non
solo della Capitale.
La casa editrice Panorama, specializzata in libri sulle Dolomiti e gli Appennini, ha presentato ad esempio Piatti tipici del Trentino. Anche Newton and
Compton ha in catalogo moltissimi libri
di ricette: da Cento migliori ricette di Cacciagione (Righi Parenti), a Cento migliori
Ricette di ciambelle e frittelle (Valli), fino
a Cento migliori ricette di funghi (Talenti
Troiani). Il cibo ormai è un potente elemento di distinzione (e di attrattiva
turistica) per il nostro Paese e gli editori a quanto pare lo sanno ormai
bene.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
30 / anno 4 - numero 25
NOTIZIARIO
Mostre, musica, teatro, eventi:
la Roma da vivere
Il seguente programma può essere aggiornato e la redazione non
è responsabile di eventuali variazioni
ACCADEMIA FILARMONICA
ROMANA
Stagione sinfonica e concertistica
Teatro Olimpico
www.filarmonicaromana.org
QUARTETTO BERNINI
Musiche di Collima, Mozart e Brahms
16 marzo 2006
MOSTRE
IPPOLITO CAFFI.
Luci del Mediterraneo
Esposizione dedicata all’insigne pittore
vedutista (1809-1866).
MACRO MUSEO D’ARTE
CONTEMPORANEA
www.museodiroma.comune.roma.it
Dal 15 febbraio al 2 maggio 2006
MOTO ROMA EXPO 2006
Manifestazione dedicata al mondo della
motocicletta. L’intento è quello di dare al
visitatore un’ampia panoramica su tutti
gli aspetti di un viaggio, dalla pianificazione alla preparazione della moto, alla
scelta degli accessori e dell’abbigliamento specifico.
SPAZIO ETOILE - S. Lorenzo in Lucina
www.motoromaexpo.it
Dal 2 al 5 marzo 2006
ANTONELLO DA MESSINA
Mostra sul grande pittore siciliano (1430
circa - 1479) del Quattrocento, che introdusse per primo la tecnica della pittura
ad olio e la cui pittura è caratterizzata
dalla presenza di elementi fiamminghi e
provenzali, frutto delle sue esperienze
presso la corte di Napoli e dei suoi numerosi viaggi in Italia e Provenza.
SCUDERIE DEL QUIRINALE
www.scuderiequirinale.it
Dal 18 marzo al 25 giugno 2006
ETTORE BERNICH
ARCHITETTO 1850-1914
Esposizione dedicata alla figura dell’architetto romano che elaborò, tra gli altri,
alla fine dell’Ottocento il progetto per l’Acquario Romano, sede oggi della Casa dell’Architettura.
CASA DELL’ARCHITETTURA
www.casadellarchitettura.it
Prevista per marzo 2006
GIULIO ARISTIDE SARTORIO
Esposizione dedicata al pittore attivo
tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del
Novecento, tra i fondatori tra l’altro del
gruppo dei “XXV della Campagna
Romana” e autore del fregio decorativo
per la nuova aula di Montecitorio compiuta nel 1912.
CHIOSTRO DEL BRAMANTE
www.chiostrodelbramante.it
Prevista da marzo a giugno 2006
MUSICA CLASSICA
ACCADEMIA NAZIONALE
DI SANTA CECILIA
Stagione sinfonica e concertistica
Auditorium Parco della Musica
www.santacecilia.it
e www.parcodellamusica.it
I CHRISTIAN ZACHARIAS direttore
Musiche di Mozart
Dal 4 al 7 febbraio 2006
I ENNIO MORRICONE direttore
Musica, cinema e spiritualità.Voce solista Amii Stewart
Dal 25 al 28 febbraio 2006
I MSTISLAV ROSTROPOVIC direttore
Musiche di Sciostakovich
Dal 4 all’8 marzo 2006
I MAURIZIO POLLINI pianoforte
Musiche di Boulez, Berg, Stockausen e Liszt
22 marzo 2006
ORCHESTRA SINFONICA
DI ROMA
Stagione sinfonica e concertistica
Auditorium Conciliazione
www.orchestrasinfonicadiroma.com
HELDER TREFZGER
Celebrazione del centenario della musica di Shostakovic
26 e 27 febbraio 2006
FRANCESCO LA VECCHIA direttore
Canto della terra di Mahler
7 e 8 maggio 2006
MUSICA LIRICA
TEATRO DELL’OPERA
RIGOLETTO di Verdi
Dal 10 al 18 febbraio 2006
MARIA STUARDA di Donizetti
Dal 23 al 30 marzo 2006
SAKÙNTALA di Alfano
Dal 21 al 27 aprile 2006
TEATRO NAZIONALE
IL MATRIMONIO SEGRETO di
Cimarosa
Dal 9 al 19 marzo 2006
MUSICA SACRA
CONCERTO ITALIANO
Musica per la Quaresima a
Napoli
Musiche di Dentice, Gesualdo, Durante
e Scarlatti. Direttore R.Alessandrini.
TEATRO OLIMPICO
www.filarmonicaromana.org
2 febbraio 2006
40 CONCERTI NEL GIORNO
DEL SIGNORE
La rassegna di musica sacra e classica
promossa dal Servizio Diocesano per la
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 31
NOTIZIARIO
Pastorale Giovanile del Vicariato di Roma.
Negli scenari delle chiese romane, si alterneranno musicisti di grande fama e giovani artisti emergenti.
www.vicariatusurbis.org/40Concerti/
Dal 22 gennaio al 18 giugno 2006
MUSICA POP E ROCK
OASIS in concerto
La band inglese capitanata dai fratelli Gallagher torna in Italia per presentare il
nuovo album “Don’t believe the thruth”.
PALALOTTOMATICA
www.palalottomatica.it
7 febbraio 2006
APPARENTE TOUR - EROS
RAMAZZOTTI in concerto
Nuovo album e nuova tournèe per il cantautore romano che in queste due serate
al Palalottomatica presenta alcuni nuovi
brani del suo ultimo cd “Calma apparente” oltre a tutti i suoi più grandi successi.
PALALOTTOMATICA
www.palalottomatica.it
27 e 28 aprile 2006
BALLET DE CUBA
La Compagnia, formata da artisti provenienti dalla “Scuola Nazionale delle Arti”
dell’Avana, riesce a ricreare tutta la magia
e la sensualità di Cuba attraverso una
fusione tra differenti tipi di danze e offrendo un ampio repertorio di coreografie
create da Nilda Guerra
TEATRO SISTINA
www.ilsistina.com
27 febbraio 2006
DEEP PURPLE
Dopo l’uscita del nuovo album “Rapture
of the Deep” arrivano in Italia i leggendari Deep Purple.
TENDA A STRISCE
www.tendastrisce.it
14 marzo 2006
OMAGGIO A BALANCHINE
Etoiles e Solisti del New York City Ballet si
esibiscono in “Apollo”,“Arlequinade”,“Pas
de Deux “di Ciaikovsky, e “Who cares?”
TEATRO OLIMPICO
www.teatroolimpico.it
8 e 9 marzo 2006
DANZA
TEATRO
TEATRO DELL’OPERA
GISELLE
Dall’1 al 5 marzo 2006
GRADUATION BALL - IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI
Dal 4 al 9 marzo 2006
DAL FAUST DI GOETHE
Dal 10 al 14 maggio 2006
THE LOOKING GLASS
Di Leonardo Petrillo. Con Philippe Leroy
Teatro dell’Orologio
Dall’1 febbraio al 6 marzo 2006
www.teatroorologio.it
SORELLE
Di Lidia Ravera. Con Lina Sastri
Teatro Cometa
Dal 7 al 26 febbraio 2006
www.cometa.org
GIOVANNA D’ARCO
Scritto, diretto ed interpretato da Monica Guerritore
Teatro Quirino
Dal 24 gennaio al 12 febbraio 2006
www.teatroquirino.it
L’AMANTE INGLESE
Di Margherite Duras. Con Giuliana Lojodice
Teatro Piccolo Eliseo
MOMIX - SUN FLOWER
MOON
Con questo nuovo spettacolo il mimo illusionista Pendleton celebra il venticinquesimo anniversario dalla fondazione dei
Momix, il gruppo di acrobati e ballerini
che emozionano con le loro esibizioni il
pubblico di tutto il mondo.
TEATRO OLIMPICO
www.teatroolimpico.it
Dal 14 febbraio al 5 marzo 2006
Dal 25 gennaio al 19 febbraio 2006
www.teatroeliseo.it
FANTASMA D’AMORE
Di Neil Simon. Con Anna Mazzamauro
Teatro Manzoni
Dal 21 febbraio al 19 marzo 2006
www.teatromanzoni.info
UNA STORIA D’AMORE
Di Anton Checov. Con Giulio Scarpati.
Teatro Valle
Dal 21 febbraio al 5 marzo 2006
www.teatrovalle.it
VICTOR O I BAMBINI
AL POTERE
Di Roger Vitrac. Con Paolo Bonacelli e
Valeria Cingottini.
Teatro Parioli
Dal 28 febbraio al 19 marzo 2006
www.teatroparioli.it
LA DONNA DEL MARE
Di Ibsen. Con Elisabetta Pozzi
Teatro Argentina
Dal 14 al 26 marzo 2006
www.teatrodiroma.net
SPORT
XII MARATONA DI ROMA
Annuale appuntamento con il podismo
nella Città Eterna. Lungo un percorso di
42 chilometri si potranno
raggiungere tutti i luoghi simbolo della
città Eterna.
26 marzo 2006
www.maratonadiroma.it
TORNEO DELLE 6 NAZIONI
Il più importante Torneo Europeo di
Rugby. Partecipano: Inghilterra, Galles,
Francia, Irlanda, Scozia ed Italia
STADIO FLAMINIO
11 febbraio Italia - Galles
18 marzo Italia - Scozia
www.federugby.it
EVENTI
FIERA CAMPIONARIA DI
ROMA
CASA IDEA
Mostra dell’abitare
Dal 18 al 20 marzo 2006
PARK LIFE
Salone dei parchi e del vivere naturale.
1 e 2 aprile 2006
MOA CASA EDIZIONE
PRIMAVERA
Mostra di arredo e design
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
32 / anno 4 - numero 25
NOTIZIARIO
Roma senza più segreti con eGuide,
il cicerone elettronico
Annamaria Meogrossi
L
a tecnologia irrompe oggi in tutti
i campi, anche – come inevitabile – nel turismo e non solo perché grazie ai moderni jet e ai treni
superveloci è possibile muoversi in
poche ore da un continente all’altro.
Con l’information tecnology, termine esotico ma ormai familiare ai più, si può ad
esempio pianificare
un viaggio fin nei
minimi dettagli,
comodamente
seduti nella poltrona di casa; o, addirittura – ma per fortuna è ancora un
paradosso – si può conoscere tutto di
un paese lontano entrando col proprio
pc in internet. La capillare diffusione dei
microchip, entrati ormai ovunque, permette, infine, la realizzazione di marchingegni sempre più “portabili” e dispensatori di servizi per ogni esigenza e
in ogni luogo.
Ultima novità in questo campo, per la
verità sempre affascinante e pieno di
sorprese, è la eGuide prodotta dalla
Moving Network, un
mini-computer che
prende per mano il
turista e lo introduce, passo dopo
passo, ai segreti,
anche i più nascosti,
della città che sta
visitando. Il palmare
– di questo si tratta
– è ora disponibile
anche a Roma grazie
alla TMS (Tourist
Media Service) che
sta proponendo, ai
turisti che soggiornano negli alberghi
di Roma e Provincia,
il noleggio della guida
con la formula rent to
rent.A tal proposito,
la TMS ha sottoscrit-
to una convenzione con la Federalberghi Roma che ha accolto la novità con
grande interesse ed entusiasmo.
Ogni eGuide contiene una mappa interattiva della Città Eterna, per sapere, in
ogni istante, dove ci si trova e individuare gli itinerari migliori, la localizzazione dei monumenti principali e una
loro descrizione, gli altri siti di interesse turistico e i punti
di informazione. Il
palmare contiene
anche più di 200
brani audio, in 4 lingue, per conoscere
le caratteristiche storiche e artistiche
dei monumenti e le curiosità che possono essere ascoltate e riascoltate in
totale libertà, senza essere costretti a
seguire ritmi e tempi delle guide e dei
gruppi. Ma eGuide è utilissima anche per
lo shopping e per il divertimento, dal
momento che contiene in memoria
migliaia di informazioni su ristoranti,
negozi, locali, eventi e spettacoli a Roma.
Insomma, con questo mini-computer il
turista ha letteralmente “in palmo di
mano” tutto ciò che gli può essere utile
nel suo soggiorno nella nostra città;
dunque anche notizie sul sistema dei
trasporti, con linee, tariffe e orari; sul
sistema sanitario cittadino (pronto soccorso, ospedali, farmacie), sulla sicurezza (posti di polizia e numeri telefonici
di emergenza) e naturalmente su dove
trovare la propria banca o uno sportello bancomat.
Per poter raggiungere il suo target la
Tourist Media Service sta ora sviluppando accordi per creare punti di noleggio (eGuide Point) oltre che negli alberghi, anche in aeroporti, stazioni, campeggi e altri punti strategici. In particolare, è in fase di definizione una ulteriore convenzione con la FIAVET Lazio
per inserire questo innovativo strumento nei pacchetti turistici. La formula, come accennato, sarà quella del rent
to rent ovvero: gli operatori turistici
noleggeranno i palmari che verranno
poi noleggiati giornalmente o per piccoli periodi ai loro clienti. In questo
modo aziende ed esercizi turistici
potranno contare anche su un ritorno
di immagine, potendo mettere a disposizione un servizio pratico, utile e…
moderno. Naturalmente le eGuide
potranno rimanere in deposito per lunghi periodi (alcuni mesi o anni) ma sarà
possibile anche il noleggio spot, utilizzando centri dove le apparecchiature
saranno collocate in comodato d’uso,
in attesa di essere richieste; per quanto riguarda le tariffe di noleggio praticate agli operatori turistici queste saranno stabilite in relazione alla durata del
“deposito” prevista nei contratti e al
numero degli apparecchi noleggiati dall’operatore.
Un ulteriore vantaggio per gli operatori che si offriranno come noleggiatori
della eGuide è rappresentato dal fatto
che le tariffe successivamente praticate ai propri clienti sono di loro esclusiva pertinenza, poiché la società proprietaria dei palmari si limita a suggerire un prezzo massimo.
Altra possibilità, questa volta riservata
agli imprenditori o ai gestori di esercizi pubblici, è quella di ospitare inserzioni
pubblicitarie sotto forma di banner collocati in posizione strategica nelle schermate di eGuide nelle diverse sezioni
(mappe, informazioni, audio, servizi),
oppure l’inclusione negli elenchi per
categorie merceologiche del turismo
inserite nel settore informazioni; schermate descrittive con tabelle di orari e
prezzi per servizi turistici a pagamento; sponsorizzazione di enti istituzionali e grandi aziende.
Il contenuto di informazioni racchiuso
nel micriochip del palmare può naturalmente essere costantemente aggiornato, anche per seguire i diversi calendari degli eventi e degli appuntamenti cittadini, effettuando il periodico download
delle informazioni dal sito internet della
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 33
Jolly Hotels, l’Opa
obbligatoria inizierà
il 5 gennaio
econdo quanto riportato dalla news
letter periodica della Consob
l’Opa obbligatoria sul capitale di Jolly
Hotels promossa dalla famiglia Zanuso assieme alla finanziaria Canova, di
Antonio Favrin e Dario Segre, e con
Andrea Donà dalle Rose termina il 26
gennaio.
S
Il prezzo d’offerta è stato ritoccato al
rialzo, salito a 7,708 euro per azione
dai 7,7 indicati dai promotori all’inizio di ottobre ed è il risultato della
media aritmetica tra il prezzo medio
ponderato di mercato degli ultimi
dodici mesi – pari a 7,708 euro – come
ha spiegato la Commissione annunciando il proprio via libera alla pubblicazione del documento d’offerta.
L’operazione, come si legge nel sito
della Consob, «è finalizzata al delisting del titolo». Pertanto, se le adesioni supereranno il 90% del capitale,
verrà promossa un’offerta residuale.
In occasione dell’annuncio dell’operazione, Antonio Favrin, futuro presi-
dente di Jolly, aveva però consigliato
ali azionisti di non aderire all’Opa
(lanciata ad un pezzo più basso del
mercato) in vista di un futuro viluppo
della società.
Germania, il turismo
organizzato
in crescita del 4,4%
l mercato del turismo organizzato in
Germania è cresciuto del 4,4%, (15,4
mld di euro) nell’anno 2004-2005 terminato i 31 ottobre 2005. I passeggeri
che hanno prenotato un pacchetto sono
saliti a 28,2 milioni (più 6,1%). Sono
questi i risultati di un’analisi condotta
dalla rivista trade tedesca FVW, che ha
monitorato 61 operatori, corrispondenti
a circa l’80% del totale.
Il mercato complessivo invece, in base
alle ricerche della Rewe Touristik, è
cresciuto da 34,8 a 36,9 milioni di
vacanze, per entrate pari a 19,3 mld di
euro l’anno scorso. Se sarà rispettata
la previsione dell’associazione di categoria Drv, che ha stimato una crescita del 5% per il 2005, il mercato tedesco potrebbe raggiungere i livelli del
2001 e riacquistare il ritmo di crescita d lungo termine. Più cauti i tour
operator, per i quali la crescita si
dovrebbe fermare attorno al 2%. Tra
I
L’organizzazione dei viaggi
affidata ai cellulari
econdo le previsioni sarà la tecnologia dei cellulari a
determinare lo standard dell’industria dei cellulari. Entro
due anni chi viaggia per piacere o per affari potrebbe ricevere i biglietti di viaggio, le informazioni sulle prenotazioni e le destinazioni e il servizio cliente aftecare direttamente
sul proprio telefono. Entro il 210 la tecnologia mobile potrebbe essere così sofisticata da consentire ai clienti di prenotare una vacanza direttamente dal cellulare. Le potenzialità
della telefonia mobile sono state illustrate da Steve Procter,
amministratore delegato di Mobycards al Travel Technology
show, il salone delle tecnologie per il viaggio, che si è svolto a Londra dal 31 gennaio al primo febbraio 2006
S
«Scherzando
si può dire di tutto,
anche la verità»
Sigmund Freud
Sapevate che… La Giustizia italiana ha riaperto le inchieste sulla
strage alla stazione di Bologna (2
agosto 1980) e sulla morte di Calvi
sotto il ponte dei Blackfriars a
Londra? Caino intanto è fuggito
all’estero perché potrebbero anche
accorciarsi i tempi della sentenza
della Corte di Cassazione in merito al processo intentatogli per l’uccisione di Abele.
In attesa che la Giustizia italiana
sistemi una volta per tutte la sullodata causa biblica, si apprende
che è stato riaperto il caso Tenco,
cantautore morto suicida a San
Remo, 38 anni fa (38).
le tendenze emerse dall’analisi della
FVW, la crescita oltre la media dei piccoli tour operator specializzati con un
incremento del 4% per il corto raggio,
del 5,3% per il lungo e del 7,6% per
le crociere.
Global tourism management
NOTIZIARIO
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
34 / anno 4 - numero 25
TRIBUNA DEL LAVORO
Privacy, fatta la legge…
Ecco come la si applica
Valentina Caracciolo
P
rivacy e nuovi provvedimenti
del Garante: lo speciale di
Roma&Provincia in cifre ha
cercato di chiarire il panorama della
normativa più aggiornata che riguarda
da vicino il lavoro degli operatori in
albergo. E’ altrettanto importante,
però, capire come questa normativa va
incontro – o si scontra – con l’attività
di tutti i giorni delle strutture. «Indubbiamente è stata una complicazione del
nostro lavoro, perché impone nuovi
obblighi, ha richiesto uno studio della
normativa, scelte operative e formazione del personale. Inoltre anche le
abitudini dei clienti sono diverse. Ma
ci siamo adeguati e abbiamo accettato tranquillamente i nuovi adempimenti».A parlare è Raffaele De Petrillo, front office manager di Abitart Hotel
in via Matteucci, a Ostiense. Gli chiediamo cosa la struttura ha fatto concretamente per rispondere agli obblighi di legge sulla privacy: «Intanto
abbiamo modificato i modelli predisposti da far sottoscrivere ai clienti.
Attualmente sono ancora cartacei e
quindi abbiamo modificato i testi stampati. Presto saranno completamente
telematici e quindi abbiamo preparato
un nuovo software che ci fornirà i
modelli da sottoporre al cliente: queste nuove schede contengono il testo
da far sottoscrivere per la presa di
conoscenza dei vincoli per l’azienda sui
dati del cliente e quindi per l’espressione del consenso per i dati sensibili».
Uno dei problemi da più parti sollevati, riguarda la comitive numerose, magari di clienti stranieri. Come avete
affrontato la questione? «Questo», dice
De Petrillo, «è indubbiamente un problema delicato e di non facile soluzione, anche perché, come dicevo, i clienti hanno abitudini diverse a seconda
del paese di origine; in alcuni le procedure sono molto più semplificate
delle nostre e non comprendono la
necessità di obblighi sul consenso, altri
invece sono abituati a normative ancora più stringenti». «Quando arrivano
comitive di 50-60 persone», continua
De Petrillo, «indubbiamente registrare tutti sottoponendo le schede e
informandoli sugli obblighi del consenso relativamente ai dati non è una
cosa facile e veloce. E i clienti mostrano fastidio perché magari sono stanchi e hanno voglia di andare immediatamente nelle stanze.Allora abbiamo
scelto di informare le guide, che a loro
volta fanno da tramite con i clienti e si
occupano delle compilazione delle
schede. Così siamo veloci, informiamo
tutti e rispettiamo gli obblighi».Altre
difficoltà segnalate erano relative alla
gestione dei data base da parte dei
dipendenti. Perciò chiediamo al front
office manager di Abitart Hotel se sono
state adottate misure particolari per i
data base elettronici: «Le normali misure di protezione con firewall e antivirus», risponde De Petrilli. «Naturalmente ci sono anche password conosciute solo dal personale addetto.
Di tutto quanto è responsabile il “sistemista” del software che cura gli aspetti della banca dati aziendale. Il personale che accede ai computer non ha
smart card riservate, usiamo solo le
password che, ripeto, sono conosciute
solo dal personale addetto al ricevimento». Fondamentale, dalle parole di
De Petrilli, risulta il ruolo delle associazioni di categoria nell’aggiornamento degli operatori rispetto alla nuova
regolamentazione. «Non abbiamo fatto
ricorso ad aziende esterne di consulenza per avere piena conoscenza dei
nuovi obblighi, abbiamo studiato le
norme anche con l’aiuto della documentazione che ci arriva dalla Federalberghi e dall’Apra, l’organismo provinciale del turismo. Sono state sufficienti ad adeguarci bene ai nuovi obblighi. Inoltre, le aziende fornitrici che
lavorano con noi erano già informate
per conto loro e quindi, anche se
indubbiamente impegnativo, il passaggio alla nuova normativa lo viviamo
abbastanza tranquillamente».
Certamente meno positiva la visione
di un funzionario di direzione di una
grande catena di alberghi romana, che
ci ha chiesto di non essere citato. E noi,
ovviamente, rispetteremo la richiesta.
«Davvero complicata e non facile da
gestire», dice a proposito della normativa, «Non si tratta tanto di adempimenti complessi in sé, quanto piuttosto di difficoltà che vengono necessariamente dal numero significativo di
persone che in vario modo entrano in
contatto con i dati relativi ai clienti.Ad
esempio, per ogni turno di portierato
e accoglienza noi abbiamo almeno cinque persone, tutte autorizzate a raccogliere i dati dei clienti e ad inserirli;
poi c’è la fatturazione, etc. Ecco, tenendo conto delle ferie, delle malattie, dei
riposi, delle normali turnazioni, emerge subito la quantità di persone che
hanno accesso ai dati e quindi la conseguente complicazione di rispettare i
nuovi obblighi della privacy. Ma ci stiamo attrezzando e certamente terremo fede agli obblighi di gennaio e di
marzo 2006».A che punto è, quindi, il
lavoro di adeguamento, nuovo software, modelli di schede, gestione dei database? «Abbiamo cominciato da tempo
e alcune cose le avevamo già pronte.
Ad esempio non abbiamo dovuto cambiare i modelli delle schede compilate
dai clienti perché contenevano l’autorizzazione al trattamento dei dati personali. Mentre invece per il resto abbiamo studiato le nuove normative e ci
preparando». «Siamo un’azienda», spiega, «che gestisce numerosi alberghi,
quindi abbiamo incaricato uno studio
di consulenza per guidarci negli adempimenti di una normativa che, ripeto,
è abbastanza complessa non tanto da
capire quanto da realizzare concreta-
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 35
TRIBUNA DEL LAVORO
mente. Abbiamo predisposto con il
loro aiuto anche il documento programmatico della sicurezza. Non abbiamo», prosegue il funzionario, «smart
card ma password che sono conosciute solo dal personale che accede.
Naturalmente c’è la normale vigilanza
sull’accesso ai computer che sono
riservati soltanto al personale autorizzato.Tuttavia ancora non abbiamo
individuato la figura del responsabile
della privacy, perché siamo ancora allo
stadio sperimentale della nuova normativa con i suoi adempimenti. Ma certamente, ripeto, per marzo, sarà tutto
a posto». Che fine fanno, gli chiediamo,
le schede cartacee con i dati dei clienti? «Vengono conservate in contenitori e chiusi in armadi non accessibili
se non con chiave. Finora le conservavamo per qualche anno, ora le distruggeremo, anche se francamente non
abbiamo capito bene quanto tempo
possiamo conservarle, perché prima si
era detto che andavano distrutte in
breve tempo, poi è sorta la questione
delle esigenze di ordine pubblico, dell’antiterrorismo e delle indagini giudi-
ziarie, per cui sembra che si sia fatta
marcia indietro. Ma francamente anche
su questo al momento non abbiamo
informazioni certe». E per quel che
riguarda l’uso dei dati a scopo di marketing promozionale, chiedete l’autorizzazione all’utilizzo? «Assolutamente no», è la risposta, «perché questo
tipo di utilizzo nel nostro settore può
provocare situazioni imbarazzanti per
il cliente. Immagini soltanto il caso di
chi riceve pubblicità o auguri o comunicazioni da parte di un albergo nel
quale è stato ma di cui non ha mai
informato il proprio partner…!».
Di “complicazioni” parla anche Massimo Locatelli, responsabile sicurezza e
trattamento dati Hilton Italia Srl:
«Diciamo che le nuove regole sulla privacy ci hanno “complicato” la vita
soprattutto rispetto alla gestione del
sistema informatico. Avevamo già alti
livelli di sicurezza e di tutela dei dati,
ma con le nuove norme abbiamo dato,
ad esempio, ad ogni dipendente un
accesso al pc con username e password
differenziata.Tenga conto che noi abbiamo più di 3450 dipendenti che hanno
accesso ai dati, quindi…Ognuno di loro
deve dare al responsabile in busta chiusa la sua password. Non certo una cosa
facile, ma comunque l’abbiamo gestita
bene». «Peraltro», prosegue, «avevamo
già le schede con l’autorizzazione al
trattamento.Abbiamo solo modificato
i riferimenti legislativo».Viste le grandi dimensioni dell’azienda, anche l’Hilton ha fatto ricorso, nell’adeguamento degli standard relativi alla privacy,
alla consulenza di esperti esterni: «Si,
uno studio legale ha seguito la formazione del personale e ci ha aiutato negli
adempimenti del Piano della sicurezza. Adesso tutti i nostri dipendenti,
soprattutto quelli che hanno accesso
ai dati sensibili, hanno la conoscenze
sufficienti per gestire senza problemi
la nuova situazione». Diversa, infine, la
scelta rispetto all’uso dei dati personali per fini pubblicitari: «Si, anche
prima chiedevamo l’autorizzazione
all’utilizzo dei dati per scopi commerciali, e continuiamo a farlo, perché mandiamo ai nostri clienti proposte commerciali, offerte e agevolazioni. Una
buona parte dei clienti accetta volen-
Siglato l’accordo per avviare una “politica di sistema”
L’
Enit ha varato sei accordi di
programma con nove regioni
per un investimento di 1 milione e 500
mila euro che si sommeranno ad un
analogo budget regionale per progetti di promozione dell’offerta balneare, del turismo di ritorno, e altre iniziative sui mercati di particolare interesse; anche a sostegno delle Olimpiadi invernali. La notizia è stata data
dal commissario straordinario dell’Enit, Amedeo Ottaviani, secondo il
quale grazie all’intesa fra il suo ente,
Ice, Sace, Simest, Sviluppo Italia, Ipi e
Buonitalia vi sono finalmente le condizioni per una politica di sistema nel
campo della promozione dell’immagine del Paese e della
internazionalizzazione delle imprese turistiche e di tutte le
attività che concorrono a potenziare la competitività dell’industria turistica nazionale. Sempre secondo quanto ha
affermato Ottaviani l’Enit «ha impostato una programmazione aperta, concertativa, alla quale concorrono con le
loro proposte sia le regioni che le
varie categorie rappresentative di tutti
i settori del turismo»
Quest’anno par ticolare attenzione
sarà rivolta al mercato tedesco dove
l’ente turistico nazionale ha partecipato ad un incontro delle istituzioni
italiane con le Camere di Commercio italotedesche degli Istituti di Credito operanti in Germania per rendere più coesa l’azione dell’Italia.
«Con questo programma di coordinamento della presenza italiana sui
mercati turistici», ha rilevato ancora
il commissario straordinario, Ottaviani, «potremo rilanciare un’attività
che nel 2005 ha confermato la sua centralità, con un
apporto valutario di circa 28 miliardi di euro che pone l’Italia ai primi posti nel mondo e nettamente avanti alla
Cina, anche se le statistiche dell’Organizzazione Mondiale del Turismo sostengono il contrario, utilizzando però
dati del tutto confutabili».
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 37
TRIBUNA DEL LAVORO
Acquisto prima casa:
circolare n. 38/E del 12 agosto 2005
(segue dal precedente numero)
Maurizio Fantaccione
4. Novità nel godimento dell’agevolazione “prima casa”
Per fruire del regime agevolato “prima
casa” l’acquirente, nell’atto di acquisto, deve dichiarare di «(...) non essere titolare, neppure per quote, anche
in regime di comunione legale su tutto
il territorio nazionale dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda
proprietà su altra casa di abitazione
acquistata dallo stesso soggetto o dal
coniuge con le agevolazioni di cui al
presente articolo (...)»
La predetta dichiarazione va resa con
riferimento a tutti gli immobili acquistati con il beneficio “prima casa”, ivi
compreso l’acquisto di una casa di abitazione non di lusso in corso di costruzione. Infatti, l’intento del legislatore è
di evitare un duplice godimento dell’agevolazione in commento, che si realizzerebbe, invece, laddove non si
tenesse conto dell’agevolazione goduta in precedenza per l’acquisto dell’immobile da ultimare.
Ne consegue che risulterà mendace la
dichiarazione di «(...) non essere titolare (...) su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà (...) su altra
casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le agevolazioni di cui al presente articolo
(...)» resa dall’acquirente che, invece,
abbia acquistato - fruendo dell’agevolazione “prima casa” - un’abitazione
non di lusso in corso di costruzione.
La mendacità della dichiarazione comporta la decadenza dal beneficio in
esame.
5. Decadenza
L’agevolazione prima casa spetta in
sede di registrazione dell’atto, sulla
base delle dichiarazioni rese dal con-
tribuente in ordine alla sussistenza
delle condizioni di cui alla nota II-bis)
dell’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, del
testo unico registro. Come anticipato,
l’acquirente dovrà rendere una dichiarazione in merito:
1) alla tipologia dell’immobile trasferito,
che, in particolare, non deve rientrare
tra quelli considerati “di lusso” sulla
base del D.M. 2 agosto 1969;
2) all’ubicazione dell’immobile, che deve
essere situato nel comune in cui l’acquirente ha la propria residenza, o in
cui intende trasferirla entro diciotto
mesi, o infine in quello in cui lo stesso
svolge la propria attività ovvero, se trasferito all’estero per ragioni di lavoro,
in quello in cui ha sede o esercita l’attività il soggetto da cui dipende;
3) all’assenza di altri diritti reali vantati
su immobili ubicati nello stesso comune in cui si acquista il nuovo immobile
(proprietà, usufrutto, uso, abitazione);
4) alla novità nel godimento della agevolazione.
Si ricordi che, attualmente, ai fini dell’agevolazione in esame, non è più previsto l’obbligo di adibire l’immobile ad
abitazione principale o di dichiarare la
volontà, da parte del contribuente, di
provvedere a tale destinazione; come
rilevato in altra circostanza, tale obbligo, che costituiva requisito necessario
ai sensi della precedente disciplina, non
è stato più riproposto dalla normativa attuale.
L’accertamento della sussistenza di
tutte le condizioni dichiarate dal contribuente in sede di registrazione dell’atto attiene ad una fase successiva alla
registrazione dell’atto; la mendacità
delle dichiarazioni rese, accertata in
sede di controllo, comporta la decadenza dal beneficio, con conseguente
applicazione delle imposte di registro,
ipotecarie e catastali nella misura ordi-
naria ed irrogazione di una sanzione
pari al 30 per cento delle stesse.
Come chiarito anche dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, «(...)
l’accertamento (...) da parte dell’ufficio dell’insussistenza del carattere non
di lusso dell’abitazione (come di ogni
altro requisito) determina la decadenza
dall’agevolazione per dichiarazione
mendace e l’applicazione dell’imposta
di registro nella misura ordinaria e
delle altre conseguenze sanzionatorie
previste dalla legge».
È il caso di precisare, in ordine all’individuazione del termine entro cui la
predetta attività di accertamento deve
essere svolta da parte degli uffici, al fine
di recuperare l’imposta dal contribuente che abbia indebitamente usufruito dell’agevolazione in sede di registrazione dell’atto, che la Corte di Cassazione è intervenuta di recente a
Sezioni Unite, stabilendo che alla fattispecie in esame si applica il termine
di decadenza triennale di cui all’art. 76
del testo unico e non quello di prescrizione decennale di cui all’art. 78
dello stesso testo unico.
Di conseguenza, l’avviso di liquidazione della maggiore imposta, in questi
casi, deve essere notificato, a pena di
decadenza, entro il termine di tre anni.
Per stabilire il dies a quo del termine
decadenziale, in più occasioni la Corte
di Cassazione ha constatato l’impossibilità di applicare le disposizioni di
cui all’art. 76 del testo unico registro,
in quanto mentre queste ultime regolano le ipotesi di liquidazione delle
imposte principale e supplementare,
nel caso di specie l’imposta, dovuta a
seguito della decadenza dall’agevolazione, ha natura complementare.
La Suprema Corte, tuttavia, ha ritenuto che «(...) la carenza di peculiari disposizioni sul decorso della decadenza,
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
38 / anno 4 - numero 25
TRIBUNA DEL LAVORO
non potendosi tradurre in esclusione
della decadenza medesima, (...) comporta, per tale decorso, l’operatività
delle comuni norme dell’ordinamento
(artt. 2964 e seguenti del codice civile), in forza delle quali il termine di
decadenza, inderogabilmente assegnato per porre in essere un determinato atto od un determinato comportamento, è computabile a partire dal
momento in cui sussista il potere di compiere o tenere l’atto od il comportamento stesso».
L’applicazione delle «comuni norme
dell’ordinamento» di cui agli artt.2946
e seguenti del codice civile comporta
che il termine triennale per l’azione
accertatrice inizia a decorrere dalla
data in cui gli uffici si trovino nelle condizioni di contestare la perdita del trattamento agevolato, vale a dire dal
momento in cui è accertabile la mendacità delle dichiarazioni rese in sede
di registrazione.
Ne consegue che la data dalla quale
decorre il termine per l’esercizio dell’azione accertatrice varia a seconda
che la mendacità della dichiarazione
resa nell’atto si riferisca a situazioni in
corso al momento della registrazione
(mendacio originario) oppure sia conseguente a fatti o comportamenti successivi (mendacio sopravvenuto).
Sulla base di tale differenziazione «(...)
l’inerenza della falsità della dichiarazione a situazioni in corso al momento della registrazione (...) implica l’insorgere, a partire dallo stesso momento, della facoltà dell’ufficio di accertare la verità (...)», mentre nel caso di
mendacio successivo «(...) detto giorno iniziale può trovare una collocazione diversa (...)». In quest’ultimo
caso, infatti, «(...) il potere dell’ufficio
di disconoscere i benefici e richiedere l’ulteriore imposta dovuta (...) nel
caso di mendacio per evento sopraggiunto, nasce e può essere esercitato
solo dall’evento stesso, il cui verificarsi viene così a coincidere con il giorno iniziale della decadenza (...) Se la
decadenza fosse computabile dalla data
della registrazione, o dalla data della
richiesta della registrazione, anche nei
casi di perdita del trattamento agevo-
lato per eventi successivi (...) il termine triennale risulterebbe decurtato,
od addirittura azzerato, quando il progetto del compratore legittimamente
persista» (Cass., SS.UU., 21 novembre
2000, n. 1196).
In applicazione di tale massima, deve
ritenersi che nel caso di false dichiarazioni rese in sede di registrazione
dell’atto, in ordine allo status del contribuente (la non possidenza di altro
immobile, la novità nel godimento dell’agevolazione o il possesso della residenza nel comune in cui l’immobile è
ubicato), il termine triennale di decadenza inizia a decorrere dalla data della
registrazione dell’atto. Nel caso di specie, infatti, la dichiarazione è mendace
fin dall’origine, con conseguente possibilità per l’Amministrazione finanziaria di disconoscere, fino dalla data della
registrazione dell’atto, l’agevolazione.
Diverso è il caso in cui il contribuente abbia dichiarato che intende trasferire la residenza nel comune in cui è
ubicato l’immobile acquistato entro il
termine di diciotto mesi; applicando il
principio fatto proprio dalla Corte di
Cassazione, il dies a quo della decadenza, infatti, non coincide con il
momento di registrazione dell’atto, ma
con la scadenza del diciottesimo mese.
Prima di questa data, infatti, l’Amministrazione non è posta nelle condizioni di contestare al contribuente la non
spettanza dell’agevolazione; la dichiarazione, infatti, non è mendace fin dall’origine, ben potendo essere veritiero l’originario proposito di trasferire
la residenza, ma lo diviene solo in conseguenza di un fatto sopravvenuto,
quale il mancato trasferimento della
stessa entro il termine di legge.
5.1. Decorrenza del termine iniziale di accertamento nel caso
di immobile in corso di costruzione
Il principio enunciato nel paragrafo
precedente in ordine alla differente
decorrenza del termine di accertamento, basato sull’originaria o sopravvenuta mendacità della dichiarazione
resa nell’atto di acquisto dell’immobile sembra conferente anche alle ipotesi di acquisto di un immobile in
corso di costruzione. Si è già anticipato, infatti, che, in base ad un consolidato orientamento giurisprudenziale,
l’agevolazione spetta anche ai fabbricati in corso di costruzione che, all’atto dell’acquisto, siano descritti secondo caratteristiche «non di lusso» (si
veda, al riguardo, il paragrafo 3.3.).
Come ha precisato di recente la Corte
di Cassazione se «(...) numerose caratteristiche che determinano la natura
di lusso dell’abitazione (come una
superficie superiore ai 240 mq.) possono essere rilevate già in sede di
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 39
TRIBUNA DEL LAVORO
costruzione a rustico (oltre che in
corso di ristrutturazione), ed altre possono sopravvenire addirittura su
costruzioni ormai rifinite», ne consegue che «(...) da un lato è necessaria
l’effettuazione di controlli tributari in
sede di ultimazione dell’abitazione o
di utilizzo della stessa al momento in
cui se ne ottiene la concreta disponibilità, dall’altro, non può escludersi a
priori, proprio per evitare tali ulteriori controlli, la non concessione dei
benefici in oggetto per immobili non
ancora ultimati».
Anche in questo caso, quindi, l’agevolazione spetta sulla base delle dichiarazioni del contribuente, tra cui l’intento di non rendere l’abitazione «di
lusso» nel prosieguo dei lavori, salvo
poi il potere dell’Amministrazione di
accertare la decadenza dal beneficio
laddove, tra l’altro, l’immobile ultimato presenti caratteristiche diverse da
quelle agevolabili.
Nell’ipotesi di realizzazione di una casa
di abitazione differente da quella
descritta nel progetto o nella concessione edilizia, infatti, si ritiene che ricorra un’ipotesi di mendacio successivo
nell’accezione fatta propria dalla Corte
di Cassazione nella sentenza n. 1196
del 2000, il che comporta che il termine decadenziale per l’esercizio del
potere di accertamento decorre dalla
data in cui il fatto successivo si è verificato.
In conclusione, il termine di decadenza dell’azione accertatrice non può
decorrere dalla data della registrazione dell’atto di acquisto; la dichiarazione, infatti, non attiene a situazioni in
corso, ma a propositi futuri, per cui
non è mendace fino dal principio; può,
tuttavia, diventarlo in seguito, laddove,
al termine dei lavori, il contribuente,
contrariamente a quanto dichiarato
nell’atto di acquisto, abbia realizzato
un’abitazione con caratteristiche «di
lusso».
Ogni controllo, da parte dell’Amministrazione prima dell’ultimazione dei
lavori, sarebbe pertanto inutile, in quanto non garantirebbe l’effettiva spettanza dell’agevolazione, lasciando al
contribuente il tempo per effettuare
variazioni nei lavori che trasformino
l’immobile in abitazione «di lusso». Si
fa presente che l’effettiva ultimazione
dei lavori è attestata dal direttore degli
stessi e che, di norma, essa coincide
con la dichiarazione da rendere in
catasto in base all’art. 24, comma 4, del
D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380. Peraltro,
conformemente alle disposizioni di cui
all’art. 6 del R.D.L. 13 aprile 1939, n.
652, e successive modificazioni ed integrazioni, l’effettivo assolvimento del
predetto onere può essere rilevato
dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate
anche mediante la consultazione delle
banche dati dell’Agenzia del Territorio.
La conclusione raggiunta, in base alla
quale la decadenza triennale si computa dalla data di ultimazione dei lavori, va tuttavia coordinata con quanto
ulteriormente disposto dalla Cassazione in merito alla necessità che i
lavori siano ultimati entro il termine a
disposizione dell’ufficio per esercitare
il potere di accertamento.
Infatti, la Corte ha precisato che i
benefici prima casa «(...) possono essere conservati soltanto qualora la finalità dichiarata dal contribuente nell’atto di acquisto, di destinare l’immobile
a propria abitazione, venga da questo
realizzata entro il termine di decadenza
del potere di accertamento dell’ufficio
in ordine alla sussistenza dei requisiti
per fruire di tali benefici (che con riferimento all’imposta di registro è di tre
anni dalla registrazione dell’atto)» e
«se il legislatore non ha fissato un termine entro il quale si deve verificare
una condizione dalla quale dipende la
concessione di un beneficio, tale termine non potrà mai essere più ampio
di quello previsto per i controlli».
In definitiva, con esclusivo riferimento
alla fattispecie in esame, è necessario
che l’aspettativa dell’acquirente a
vedersi riconosciuta l’agevolazione
prima casa anche in ipotesi di acquisto di immobile in costruzione, si contemperi con il potere dell’Amministrazione di accertare nei termini di
decadenza il diritto di fruire della agevolazione in esame.
La scrivente, alla luce dell’indirizzo
emergente dalle predette decisioni
della Corte di Cassazione, è dell’avviso che la verifica della sussistenza dei
requisiti dell’agevolazione non possa
essere differita sine die e che il contribuente, al fine di conservare l’agevolazione, debba dimostrare l’ultimazione dei lavori entro tre anni dalla registrazione dell’atto. Solo successivamente, infatti, l’Amministrazione potrà
controllare l’effettiva spettanza del
beneficio, provvedendo al recupero
dell’imposta nei casi in cui i lavori non
siano ultimati o, in caso contrario, qualora il contribuente abbia costruito
un’abitazione «di lusso».
Peraltro, ove venisse adottata una soluzione differente, che fa decorrere il
termine di decadenza degli uffici dalla
registrazione dell’atto, potrebbe verificarsi la situazione paradossale in base
alla quale il termine per l’ultimazione
dei lavori e quello per l’accertamento
coincidono, con la conseguenza che,
di fatto, l’Amministrazione sarebbe privata del potere di accertamento.
Da ultimo si evidenzia che la Corte di
Cassazione nell’ipotesi di acquisto di
immobile in corso di costruzione ha
escluso la possibilità di ricorrere
all’«art. 19 del testo unico registro in
tema di fatti sopravvenuti comportanti
decadenza dalle agevolazioni». A tale
fine si ricorda che l’art. 19, comma 1,
del testo unico registro prevede che
«(...) il verificarsi di eventi che, a norma
del presente testo unico, diano luogo
ad ulteriore liquidazione di imposta
devono essere denunciati entro venti
giorni (...)».
5.2. Rivendita nel quinquennio
e acquisto di un terreno per edificare la propria abitazione
principale
Il comma 4 della nota II-bis) dell’art. 1
della Tariffa, Parte Prima, del testo
unico registro dispone, tra l’altro, che
qualora entro un quinquennio la casa
di abitazione acquistata con le agevolazioni de quibus sia rivenduta, l’acquirente decade dal regime di favore nel
caso in cui entro un anno dall’alienazione non acquisti un altro immobile
da adibire a propria abitazione principale. Infatti, il comma 4 della nota II-
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
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TRIBUNA DEL LAVORO
bis) all’art. 1 della Tariffa, Parte Prima,
sul punto è tassativo in quanto prevede che: «(...) Le predette disposizioni
(di decadenza dall’agevolazione) non
si applicano nel caso in cui il contribuente, entro un anno dall’alienazione
dell’immobile acquistato con i benefici di cui al presente articolo, proceda
all’acquisto di altro immobile da adibire a propria abitazione principale».
La salvaguardia del diritto all’agevolazione, ad avviso della scrivente, trova
applicazione anche nell’ipotesi in cui il
soggetto alienante, entro un anno
compri un terreno sul quale costruisca la propria abitazione principale.
Si ricordi che la scrivente, nell’enunciare un principio di carattere generale, ha precisato che per l’acquisto di
terreni tout court non si applica, in ogni
caso, il regime agevolato previsto per
la «prima casa».
Di conseguenza, per conservare l’agevolazione in commento, è necessario
che entro il termine di un anno il
beneficiario non solo acquisti il terreno, ma sullo stesso realizzi un fabbricato «non di lusso» da adibire ad abitazione principale.
In conclusione, come già detto nella
risoluzione n. 44/E del 2004 richiamata si ricorda che il diritto all’agevolazione in esame non viene meno qualora il nuovo immobile non sia ultimato; infatti è sufficiente che il fabbricato sia venuto ad esistenza, e cioè che
esista un rustico comprensivo delle
mura perimetrali delle singole unità e
che sia ultimata la copertura (art.
2645-bis, comma 6, del codice civile).
5.3. Revoca delle agevolazioni
relative ad atti soggetti ad Iva.
La questione è stata già trattata al
paragrafo 16 della circolare 21 giugno
2004, n. 28/E, e si riporta di seguito per
una migliore lettura dell’argomento
relativo alla revoca dell’agevolazione
«prima casa». L’art. 41-bis del D.L. 30
settembre 2003, n. 269, convertito dalla
L. 24 novembre 2003, n. 326, ha riformulato il comma 4, secondo periodo,
della nota II-bis) all’art. 1 della Tariffa,
Parte Prima, allegata al testo unico registro, eliminando i dubbi interpretativi -
ingenerati dalla precedente versione in materia di “penalità” dovuta per
dichiarazione mendace o per trasferimento prima del decorso del quinquennio degli immobili acquistati in
regime Iva agevolato «prima casa».
La richiamata nota II-bis), nell’attuale
formulazione, in caso di decadenza dal
regime di favore fruito per le cessioni
di case di abitazione non di lusso
assoggettate all’Iva, stabilisce che: «l’ufficio dell’Agenzia delle entrate presso
cui sono stati registrati i relativi atti
deve recuperare nei confronti degli
acquirenti la differenza fra l’imposta
calcolata in assenza di agevolazioni e
quella risultante dall’applicazione dell’aliquota agevolata, nonché irrogare la
sanzione amministrativa pari al 30 per
cento della differenza medesima».
Ne consegue, quindi, che nel caso in
cui si verifichi una delle menzionate
ipotesi di decadenza dal regime di favore, l’acquirente deve corrispondere un
importo pari alla differenza tra l’Iva calcolata con l’aliquota applicabile in
assenza di agevolazione e quella agevolata; inoltre, egli è tenuto al pagamento della sanzione amministrativa
stabilita nella misura del 30 per cento
di detto importo.
L’ufficio dell’Agenzia delle Entrate presso cui è stato registrato l’atto, accertata la decadenza dal regime di favore,
provvederà, ai sensi degli artt. 16 e 17
del D.Lgs.18 dicembre 1997, n. 472, al
recupero delle somme dovute.
6. Applicabilità dell’agevolazione in caso di successione o
donazione
Nelle ipotesi di successione e donazione l’applicabilità dell’agevolazione
«prima casa» è disciplinata dalle
seguenti disposizioni normative:
- art. 69 della L. 21 novembre 2000, n.
342, rubricato Norme in materia di
imposta sulle successioni e sulle donazioni;
- art. 13 della L. 18 ottobre 2001, n.
383, rubricato Soppressione dell’imposta sulle successioni e donazioni.
Infatti, l’art. 69 della L. n. 342 del 2000,
ai commi 3 e 4, prevede che: «Le imposte ipotecaria e catastale sono appli-
cate nella misura fissa per i trasferimenti della proprietà di case di abitazione non di lusso e per la costituzione o il trasferimento di diritti immobiliari relativi alle stesse, derivanti da
successioni o donazioni, quando, in
capo al beneficiario ovvero, in caso di
pluralità di beneficiari, in capo ad almeno uno di essi, sussistano i requisiti e
le condizioni previste in materia di
acquisto della prima abitazione dall’articolo 1, comma 1, quinto periodo,
della tariffa, parte prima, allegata al
testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta di registro, approvato
con decreto del Presidente della
Repubblica 26 aprile 1986, n. 131».
(comma 3). «Le dichiarazioni di cui alla
nota II bis dell’articolo 1 della tariffa,
parte prima, allegata al testo unico
delle disposizioni concernenti l’imposta di registro, approvato con decreto
del Presidente della Repubblica 26
aprile 1986, n. 131, sono rese dall’interessato nella dichiarazione di successione o nell’atto di donazione. Nel
caso di decadenza dal beneficio o di
dichiarazione mendace, si applicano le
sanzioni previste dal comma 4 della
citata nota II-bis dell’articolo 1 della
tariffa, parte prima, allegata al testo
unico delle disposizioni concernenti
l’imposta di registro, approvato con
decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131» (comma
4).
In base alla predetta disposizione, quindi, la tassazione agevolata si applica
limitatamente alle imposte ipotecaria
e catastale, anche nel caso in cui si
acquisti la prima casa per donazione o
per successione mortis causa.
L’art. 13 della L.18 ottobre 2001, n.383
ha stabilito che: «L’imposta sulle successioni e donazioni è soppressa (...) I
trasferimenti di beni e diritti per donazione o altra liberalità tra vivi, compresa la rinuncia pura e semplice agli
stessi, fatti a favore di soggetti diversi
dal coniuge, dai parenti in linea retta e
dagli altri parenti fino al quarto grado,
sono soggetti alle imposte sui trasferimenti ordinariamente applicabili per
le operazioni a titolo oneroso, se il
valore della quota spettante a ciascun
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
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TRIBUNA DEL LAVORO
beneficiario è superiore all’importo di
350 milioni di lire. In questa ipotesi si
applicano, sulla parte di valore della
quota che supera l’importo di 350
milioni di lire, le aliquote previste per
il corrispondente atto di trasferimento a titolo oneroso».
In definitiva, quindi, dal combinato disposto delle predette disposizioni,
emerge il seguente quadro normativo.
6.1. Successioni mortis causa
Dopo la soppressione dell’imposta di
successione, disposta dall’art. 13 della
citata L. n. 383/2001, ai trasferimenti
mortis causa di immobili o diritti reali
immobiliari si applicano solo le imposte ipotecaria e catastale, nella misura
proporzionale rispettivamente del 2 e
dell’1 per cento del valore degli immobili, con un minimo di euro 168,00 per
ciascun tributo.
Tuttavia, se l’immobile caduto in successione è una «casa di abitazione non
di lusso» e l’erede possiede i requisiti previsti per fruire del regime di age-
volazione «prima casa», stabilito ai fini
dell’imposta di registro cui l’art. 69
della L. n. 342/2000 rinvia, le imposte
ipotecaria e catastale (in luogo del 2
ed 1 per cento) si applicano nella misura fissa di euro 168,00 per ciascuna di
esse. Come precisato, di recente, con
la risoluzione n. 29/E del 25 febbraio
2005, nei casi di successione mortis
causa l’agevolazione in esame spetta
non solo per l’acquisto della proprietà, ma più in generale con riferimento
a tutti gli atti traslativi o costitutivi della
nuda proprietà, dell’usufrutto, dell’uso
e dell’abitazione di case non di lusso,
ai sensi della nota II-bis dell’art. 1 della
Tariffa, Parte Prima, del testo unico
registro. Si ricordi, infine, che, nel caso
in cui vi siano più eredi le imposte ipotecarie e catastali si applicano in misura fissa anche se non per tutti i beneficiari dell’atto traslativo ricorrono le
condizioni “prima casa” (si veda circolare n. 44/E del 7 maggio 2001).
6.2. Donazioni
Diversamente dalle successioni mortis
causa, in relazione alle quali l’imposta
è soppressa e si applicano solo le
imposte ipotecarie e catastali, il trattamento riservato ai fini tributari alle
donazioni e alle altre liberalità inter
vivos richiede ulteriori valutazioni, in
quanto, nonostante la soppressione
dell’imposta sulle successioni e donazioni, trovano applicazioni altre imposte determinabili, oltre che sulla base
del tipo di beni donati, anche in funzione del valore dei beni e del grado
di parentela che intercorre tra donante e donatario.
La soppressione dell’imposta di donazione, operata dal comma 1 dell’art.
13 della L. 18 ottobre 2001, n. 383, fa
sì che le donazioni di immobili non
scontino più la relativa imposta.Tuttavia, i trasferimenti di beni e diritti per
donazione o altra liberalità tra vivi,
compresa la rinuncia pura e semplice
agli stessi, a «(...) favore di soggetti
diversi dal coniuge, dai parenti in linea
retta e dagli altri parenti fino al quar-
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to grado, sono soggetti alle imposte
sui trasferimenti ordinariamente applicabili per le operazioni a titolo oneroso se il valore della quota spettante a ciascun beneficiario, è superiore
all’importo di 350 milioni di lire». In
definitiva, quindi, i trasferimenti di beni
e diritti per donazione o altre liberalità tra vivi, compresa la rinuncia pura
e semplice agli stessi, sono assoggettati esclusivamente alle imposte ipotecaria e catastale qualora ricorra una
delle seguenti condizioni:
- beneficiario è il coniuge, un parente
in linea retta o un altro parente fino al
quarto grado;
- beneficiario è un soggetto diverso da
quelli elencati al punto precedente
purché il valore dei predetti trasferimenti a suo favore non sia superiore
alla franchigia di euro 180.759,91, ovvero di euro 516.456,90 (se il beneficiario è un portatore di handicap riconosciuto grave ai sensi della L. 5 febbraio 1992, n. 104 e successive modificazioni).
Nei casi in cui il beneficiario sia un soggetto diverso dal coniuge, da un parente in linea retta o da altro parente fino
al quarto grado ed il valore dei beni
superi l’importo della franchigia predetto il donatario deve corrispondere, oltre all’imposta ipotecaria e catastale, anche l’imposta di registro, calcolata sul valore della quota che eccede la franchigia.
Se l’acquisto ha ad oggetto un’abitazione che costituisca per il beneficiario “prima casa” ai sensi della disciplina dell’imposta di registro, le imposte
ipotecarie e catastali si applicano in
misura fissa, come accade per gli acquisti mortis causa (art. 69 della L.
342/2000).
Se, più in particolare, l’acquisto dell’immobile con i requisiti “prima casa”,
è soggetto anche all’imposta sui trasferimenti (registro), sul valore che
eccede la franchigia, l’imposta è dovuta nella misura agevolata del 3 per
cento (invece del 7 per cento).
Nella circolare n. 44/E del 2001 già
richiamata è stato precisato che l’applicazione in misura fissa dell’imposta
ipotecaria e catastale per i trasferi-
menti derivanti da successione o donazione (art. 69, comma 3, della L. n. 342
del 2000) «(...) non preclude la possibilità in sede di successivo acquisto a
titolo oneroso di altra “casa di abitazione non di lusso”, di fruire dei benefici previsti dall’art. 1, comma 1, quinto periodo, della tariffa (...), per la
diversità dei presupposti che legittimano l’acquisto del bene in regime
agevolato».
Detta interpretazione va confermata
anche a seguito delle modifiche introdotte dall’art. 13 della L. n. 383 del
2001, con la precisazione, tuttavia, che
qualora l’acquirente dell’immobile a
titolo gratuito abbia versato l’imposta
di registro in misura agevolata, l’agevolazione non può essere ulteriormente accordata.
Si pensi, ad esempio, ad un soggetto
che riceva in donazione da un estraneo una casa di abitazione non di lusso,
per la quale fruisca dell’agevolazione
«prima casa» di cui all’art. 1, comma 1,
punto 5, della Tariffa, Parte Prima
(imposta di registro del 3 per cento,
imposte ipotecaria e catastale in misura fissa). In tal caso, il donatario non
potrà fruire nuovamente del regime
agevolato neanche nel caso di compravendita di altra casa di abitazione,
ciò in quanto i presupposti che legittimano il regime di favore nei due
acquisti (donazione e compravendita)
sono gli stessi.
7. Pertinenze
L’art. 817 del codice civile stabilisce
che: «Sono pertinenze le cose destinate in modo durevole a servizio o ad
ornamento di un’altra cosa. La destinazione può essere effettuata dal proprietario della cosa principale o da chi
ha un diritto reale sulla medesima». Il
rapporto pertinenziale tra due beni
ricorre, quindi, in presenza dei seguenti presupposti:
- presupposto oggettivo, ossia la destinazione durevole e funzionale a servizio o ad ornamento intercorrente fra
un bene e un altro di maggiore importanza (cosiddetto bene principale) per
il miglior uso di quest’ultimo;
- presupposto soggettivo, ossia la volon-
tà del proprietario della cosa principale o di chi sia titolare di un diritto
reale sulla medesima, diretta a porre
la pertinenza in un rapporto di strumentalità funzionale con la cosa principale.
Inoltre, in base al successivo art. 818
del codice civile, se non diversamente
disposto, alle pertinenze si applica lo
stesso regime giuridico stabilito per la
cosa principale.
Il principio civilistico trova applicazione anche ai fini fiscali: l’art. 23, comma
3, del testo unico registro, stabilisce che
“Le pertinenze sono in ogni caso soggette alla disciplina prevista per il bene
al cui servizio od ornamento sono
destinate”.
Inoltre, anche in tema di agevolazioni
prima casa, il comma 3 della nota IIbis) dell’art. 1 della Tariffa, Parte Prima,
del testo unico registro, dispone che l’agevolazione “prima casa”, ricorrendo
le condizioni di cui alle lettere a), b) e
c) del comma 1, spetta pure per l’acquisto «(...) anche se con atto separato, delle pertinenze dell’immobile di
cui alla lettera a). Sono ricomprese tra
le pertinenze, limitatamente ad una per
ciascuna categoria, le unità immobiliari classificate o classificabili nelle categorie catastali C/2 (cantine, soffitte,
magazzini), C/6 (autorimesse, rimesse,
scuderie) e C/7 (tettoie chiuse o aperte), che siano destinate di fatto in
modo durevole a servizio della casa di
abitazione oggetto dell’acquisto agevolato».
L’agevolazione in esame, quindi, si applica limitatamente a ciascuna pertinenza classificata nelle categorie catastali
C/2, C/6 e C/7, anche se detta pertinenza è situata in prossimità dell’abitazione principale, purché la stessa
risulti destinata in modo durevole al
servizio della casa di abitazione.
Le condizioni di cui alle lettere a), b)
e c) della nota II-bis) dell’art. 1 della
Tariffa, Parte Prima, allegata al testo
unico registro, devono ricorrere anche
nell’ipotesi in cui le pertinenze siano
state acquistate con atto separato, qualora le stesse siano destinate «in modo
durevole a servizio o ad ornamento»
dell’abitazione principale per il cui
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TRIBUNA DEL LAVORO
acquisto si è già beneficiato dell’agevolazione.
L’agevolazione in parola non si applica
qualora la pertinenza non possa essere oggettivamente destinata in modo
durevole a servizio o ornamento dell’abitazione principale, circostanza, quest’ultima, che normalmente ricorre, ad
esempio, qualora il bene pertinenziale è ubicato in un punto distante o
addirittura si trovi in un comune diverso da quello dove è situata la «prima
casa».
di detta nota secondo il quale «Le agevolazioni di cui al comma 1, sussistendo le condizioni di cui alle lettere a),
b) e c) del medesimo comma 1, spettano per l’acquisto, anche se con atto
separato, delle pertinenze dell’immobile di cui alla lettera a) (...) ».
In definitiva, il regime agevolato previsto per gli acquisti a titolo gratuito di
case di abitazione è esteso anche alle
pertinenze qualora ricorrano i requisiti e le condizioni di cui alla nota IIbis) in esame.
7.1. Acquisto a titolo gratuito di
pertinenza successivo a quello
dell’abitazione agevolata
La fattispecie in esame è quella del
contribuente che, dopo avere acquistato a titolo gratuito un’abitazione
avvalendosi delle agevolazioni «prima
casa», acquisti, sempre a titolo gratuito, una pertinenza.
Al riguardo, analogamente a quanto
avviene per l’acquisto delle pertinenze a titolo oneroso, anche l’acquisto
di una pertinenza a titolo gratuito gode
dell’agevolazione di cui all’art. 69,
comma 3, della L. 21 novembre 2000,
n. 342, in base al quale «Le imposte
ipotecaria e catastale sono applicate
nella misura fissa per i trasferimenti
della proprietà di case di abitazione
non di lusso e per la costituzione o il
trasferimento di diritti immobiliari relativi alle stesse, derivanti da successioni o donazioni, quando, in capo al beneficiario ovvero, in caso di pluralità di
beneficiari, in capo ad almeno uno di
essi, sussistano i requisiti e le condizioni previste in materia di acquisto
della prima abitazione dall’articolo 1,
comma 1, quinto periodo, della tariffa,
parte prima, allegata al testo unico
delle disposizioni concernenti l’imposta di registro, approvato con decreto
del Presidente della Repubblica 26
aprile 1986, n. 131».
Ciò premesso, tenuto conto dell’espresso rinvio operato dal predetto
art. 69 al testo unico registro, consegue
che anche alle successioni e alle donazioni si applicano le previsioni della
nota II-bis) dell’art. 1 della Tariffa. Parte
Prima, e, di conseguenza, il comma 3
7.2. Cessione di terreni non graffati
Un’ulteriore questione riguarda i terreni «non graffati» all’immobile agevolato, in quanto iscritti autonomamente nel catasto terreni e, in particolare, la possibilità che essi possano
costituire pertinenza di un’abitazione
che abbia fruito dell’agevolazione
«prima casa» e, quindi, di avvalersi
anch’essi dello stesso beneficio fiscale.
Al riguardo si osserva che per godere
dell’agevolazione in esame le «aree
scoperte» pertinenziali, così classificabili ai sensi dell’art. 817 del codice civile, devono risultare altresì censite al
catasto urbano unitamente al bene
principale.
Ai fini dell’agevolazione fiscale in questione, un’area che sia autonomamente censita al catasto terreni non può
considerarsi «pertinenza» di un fabbricato urbano, anche se durevolmente destinata al servizio dello stesso.
Peraltro, l’area pertinenziale è soggetta ai limiti di cui all’art. 5 del D.M. 2
agosto 1969, secondo cui si ponderano abitazioni di lusso «Le case (...)
aventi come pertinenza un’area scoperta della superficie di oltre sei volte
l’area coperta». Ne discende, quindi,
che l’area scoperta è una pertinenza
della casa non di lusso solo se non
superi i limiti indicati dal citato art. 5
del D.M. 2 agosto 1969.
8. Credito d’imposta per il
riacquisto della prima casa
L’art. 7 della L. 23 dicembre 1998, n.
448 attribuisce un credito d’imposta
fino a concorrenza dell’imposta di registro o dell’Iva corrisposta in relazione
al precedente acquisto che abbia fruito dell’agevolazione «prima casa».
Il riconoscimento di tale credito d’imposta è a favore di coloro che acquistano «entro un anno dall’alienazione
dell’immobile per il quale si è fruito
dell’aliquota agevolata ai fini dell’imposta di registro e dell’imposta sul
valore aggiunto per la prima casa, un’altra abitazione non di lusso, in presenza delle condizioni di cui alla nota IIbis) all’art. 1 della Tariffa, Parte Prima,
allegata al testo unico dell’imposta di
registro».
Il credito d’imposta attribuito dalla L.
n. 448 del 1998 ha carattere personale e spetta ai contribuenti che provvedono ad acquisire un’altra casa di
abitazione non di lusso «a qualsiasi
titolo», entro un anno dalla vendita dell’immobile per il quale si è fruito del
regime di favore, sia ai fini dell’imposta di registro che ai fini dell’Iva.
Stante la formulazione della norma
attributiva del credito d’imposta, è possibile pertanto fruirne sia per gli acquisti a titolo oneroso che per i trasferimenti a titolo gratuito disposti per atto
di donazione. Il credito d’imposta compete anche nell’ipotesi in cui un soggetto acquisti un’altra abitazione
mediante appalto o permuta, considerando che la legge in commento prevede che l’acquisto del nuovo immobile possa avvenire a qualsiasi titolo.
Nel caso del contratto di appalto, come
precisato nella menzionata circolare
n.19/E del 2001, per fruire del credito
d’imposta è necessario che il contratto, nel quale deve essere dichiarato il
possesso dei requisiti che consentono
l’applicazione del beneficio, sia redatto
in forma scritta e registrato.
Per fruire del credito d’imposta è
necessario che l’acquisto della prima
casa di abitazione, oggetto della successiva vendita, sia avvenuto a titolo
oneroso. Pertanto, non godrà del beneficio in esame l’alienazione di un’abitazione pervenuta al venditore per
atto di donazione o di successione per
la quale sia stata corrisposta l’imposta
sulle successioni e donazioni, ancor-
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ché a suo tempo il donante o il de
cuius l’abbia acquistata avvalendosi dell’agevolazione «prima casa».
Tale conclusione è motivata dall’espresso riferimento recato dall’art.7,
comma 1, della L. n. 448 del 1998,
all’imposta di registro e all’Iva corrisposta in relazione al precedente
acquisto agevolato, quale presupposto
per l’attribuzione del credito d’imposta.
La predetta regola subisce, però, un’eccezione nell’ipotesi in cui il destinatario del trasferimento di beni e diritti
per donazione o altra liberalità tra vivi
(compresa la rinuncia pura e semplice
agli stessi) sia un soggetto diverso dal
coniuge, dal parente in linea retta o da
quello entro il quarto grado, ed il valore della quota spettante a ciascun beneficiario sia superiore all’importo di euro
180.759,91 (350 milioni di lire). In tale
caso, infatti, ai sensi dell’art. 13 della
legge n. 383 del 2001, detti atti sono
soggetti «(...) alle imposte sui trasferimenti ordinariamente applicabili per le
operazioni a titolo oneroso (...)».
Ne consegue che in questa ipotesi l’atto di trasferimento sconta l’imposta di
registro, ancorché nella misura ridotta qualora il beneficiario, sussistendone le condizioni, renda in atto le dichiarazioni previste nella richiamata nota
II-bis).
In caso di successiva vendita e riacquisto entro un anno di altra “casa di
abitazione non di lusso”, l’acquirente,
ancorché abbia ricevuto l’immobile per
donazione o successione, potrà avvalersi del credito d’imposta di cui all’art.
7 della L. n. 448 del 1998.
Riassumendo quanto precisato in precedenza, come già ricordato peraltro
nella circolare n. 19/E del 2001, il credito d’imposta in esame non spetta
nelle seguenti ipotesi:
- se il contribuente ha acquistato il
precedente immobile con aliquota
ordinaria, senza cioè usufruire del
beneficio “prima casa”;
- se l’immobile alienato sia pervenuto
al contribuente per successione o
donazione, salvo quanto in precedenza precisato;
- se il nuovo immobile acquistato non
abbia i requisiti “prima casa” di cui alla
nota II-bis) dell’art. 1 della Tariffa, Parte
Prima, del testo unico registro;
- se il contribuente è decaduto dall’agevolazione prima casa in relazione al
precedente acquisto, in quanto ciò
comporta automaticamente, oltre al
recupero delle imposte ordinarie e
delle sanzioni, anche il recupero del
credito eventualmente fruito.
Per fruire del credito d’imposta é
necessario che il contribuente manifesti la propria volontà nell’atto di
acquisto del nuovo immobile, specificando se intende o meno utilizzarlo in
detrazione dall’imposta di registro
dovuta per lo stipulando atto.
Pertanto, l’atto di acquisto del nuovo
immobile deve contenere, oltre alle
dichiarazioni previste dalle lettere b)
e c) del comma 1 della nota II-bis)
all’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, del
testo unico registro, l’espressa richiesta
del beneficio in argomento con l’indicazione degli elementi necessari per
la determinazione del suddetto credito.
L’importo del credito è commisurato
all’ammontare dell’imposta di registro
o dell’Iva corrisposta sul primo acquisto agevolato e non può essere superiore all’imposta di registro o all’Iva
corrisposta in relazione al secondo
acquisto.
9. Atto integrativo
Merita una breve riflessione, infine, l’ipotesi in cui le dichiarazioni prescritte dalle vigenti disposizioni di legge per
fruire dell’agevolazione in esame non
siano state rese nell’atto di compravendita, bensì in uno specifico atto
integrativo che rechi le predette
dichiarazioni.
In passato sull’argomento si è espressa la Direzione generale delle tasse e
imposte indirette sugli affari, che con
la risoluzione del 25 luglio 1986, n.
220478, ha fatto presente che «(...)
sebbene l’atto integrativo (rectius: atto
di rettifica) (...) tragga spunto dalla
dichiarazione di parte intesa a conseguire i benefici in argomento, non può
negarsi al predetto documento la natura di atto notarile che, per dichiara-
zione dello stesso pubblico ufficiale
rogante, si integra con il precedente
rogito (...)»
Con la predetta risoluzione, quindi, è
stata riconosciuta la possibilità di integrare anche successivamente l’atto di
compravendita qualora nello stesso
non sia stata resa la dichiarazione prescritta dalla legge per avvalersi dell’agevolazione «prima casa».
In conclusione, deve riconoscersi la
possibilità che, con atto successivo il
richiedente renda le dichiarazioni previste dalla legge ed erroneamente
omesse nell’atto di acquisto. Ciò che
conta per l’applicazione del beneficio
fiscale in parola è che la dichiarazione
di sussistenza dei presupposti soggettivi e oggettivi al momento della stipula dell’atto di trasferimento sia resa
in atto integrativo redatto secondo le
medesime formalità giuridiche.
Riconosciuta la possibilità che l’originario atto di compravendita possa
essere integrato delle dichiarazioni
necessarie a fruire del regime di favore, consegue che, anche l’atto con il
quale si acquista una nuova abitazione
dopo l’alienazione della «prima casa»
precedentemente acquistata con i
benefici, possa essere integrato degli
elementi richiesti per ottenere l’agevolazione e della relativa documentazione. Pertanto, in tale caso, non è preclusa la spettanza del credito d’imposta di cui all’art. 7 della L. n. 448 del
1998, sempre che il contribuente sia
in possesso della documentazione
comprovante l’effettiva sussistenza dei
requisiti.
La possibilità di richiedere l’applicazione del regime agevolato «prima
casa» attraverso la presentazione di
un atto successivo «integrativo» era
già stata riconosciuta in ordine alla tassazione delle sentenze che accertano
l’acquisto per usucapione della proprietà di beni immobili o di diritti reali
di godimento. Infatti, con la circolare
16 ottobre 1997, n. 267/E la scrivente,
riconoscendo la possibilità di applicare l’agevolazione prima casa in sede di
tassazione della sentenza dichiarativa
dell’usucapione, sotto il vigore del D.L.
20 maggio 1993, n. 155 (possibilità oggi
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
anno 4 - numero 25 / 45
TRIBUNA DEL LAVORO
non più consentita in base alle nuove
disposizioni in materia di agevolazione «prima casa») aveva precisato che
l’agevolazione poteva essere richiesta
0
MASSIMARIO DEL DIRITTO
TRIBUTARIO
dal contribuente mediante integrazione dell’atto giudiziario, con dichiarazione autenticata nelle firme.
(Fine)
Sent. n. 19260 del 28 giugno
2005 (dep. il 30 settembre
2005) della Corte Cass. - Sez.
tributaria - Pres. Papa, Rel.
Cultrera Imposte sui redditi Accertamento induttivo - Percentuali di ricarico - Utilizzabilità - Contabilità formalmente regolare - Legittimità
dell’accertamento - Sussiste Art. 39 del D.P.R. 29 settembre
1973, n. 600
Massima – La regolarità formale della
contabilità d’impresa non preclude l’accertamento induttivo, sia quando il
reddito che ne risulti contrasti radicalmente con i parametri della ragionevolezza (quali possono emergere
dalle percentuali di ricarico), sia quando tale reddito sia rideterminato
mediante il ricorso ad elementi indiziari (anche percentuali di ricarico) che
siano confortati da specifiche considerazioni attinenti al settore di attività ed ai caratteri dell’azienda (nel caso
di specie, la Cassazione ha rigettato il
ricorso contro la sentenza di merito
che aveva motivatamente ritenuto, per
un’azienda fornitrice di carni ad aziende sanitarie, inattendibile la percentuale di ricarico del 10 per cento e
congruo il ricarico del 20 per cento
indicato dall’ufficio).
Oggetto della controversia: tributi accertamento induttivo
Svolgimento del processo - L’Ufficio delle
imposte dirette di Gioia del Colle notificò nei confronti di A.S., amministratore della S.D.F. S.G. ed A., un avviso
d’accertamento con cui, applicando
una percentuale di ricarico del 20 per
cento del costo della merce esitata,
rideterminò i ricavi e rettificò il reddito, dichiarato in lire 18.688.000 ai fini
Ilor in relazione all’anno d’imposta
1984, nell’importo di lire 59.236.000.
Motivò l’atto sull’assunto che non era
deducibile il costo del carburante, siccome nelle relative schede, per i mesi
da aprile a dicembre, non era indicato
l’automezzo utilizzato, ed il capitale
impiegato non poteva ritenersi remunerante, poiché copriva solo il 91,89
per cento dei ricavi.
Coevamente notificò alla contribuente altro avviso, in relazione all’anno
d’imposta 1985, con cui elevò a lire
67.317.000 il reddito dichiarato in lire
28.007.000.
Successivamente, su tale scorta, emise
conseguenti avvisi con cui rettificò il
reddito da partecipazione dichiarato
dai soci - fratelli S.- che determinò in
lire 33.1.58.000 per il 1984 ed in lire
26.6218.000 per l’anno successivo.
I contribuenti, deducendone il difetto
di motivazione, impugnarono gli atti
summenzionati innanzi alla Commissione tributaria provinciale di Bari,
lamentando altresì, sia che era illegittimo l’accertamento induttivo in ordine ai ricavi, sia che le presunzioni utilizzate difettavano del requisito della
gravità, precisione e concordanza, sia,
infine, che il costo del carburante era
giustificato data la presenza di un autocarro ed era inerente all’anno in contestazione. La percentuale di ricarico
applicata era arbitraria e non documentata, né tale criterio poteva applicarsi automaticamente, considerato
anche che risultava accertato, come da
consulenza espletata nel procedimento penale conclusosi con provvedimento di archiviazione e riguardante i
medesimi fatti, che la quasi totalità
delle vendite si riferiva alla fornitura di
carni al locale ospedale M., e a prezzi
prestabiliti.
La Commissione adita, riuniti i ricorsi, con sentenza n. 8202/09/95, annullò solo il recupero dei costi e li respinse nel resto.
La decisione venne appellata dai contribuenti innanzi alla Commissione tributaria regionale della Puglia, chiedendo, in particolare, di accertare la vali-
dità del giudicato penale, essendosi in
quella sede accertato che gli elementi acquisiti non erano idonei a sostenere alcuna violazione di legge e dimostravano invece la regolarità della contabilità.
La Commissione adita ha respinto l’impugnazione con la pronuncia in epigrafe n. 58 del 14 maggio-25 giugno
1999, contro la quale i contribuenti
hanno proposto il presente ricorso
per cassazione che hanno affidato a tre
motivi.
L’Amministrazione intimata non si è
costituita.
Motivi della decisione – Col primo
mezzo di impugnazione, lamentando
“violazione di legge - art. 360, n. 3), del
codice di procedura civile”, i ricorrenti
criticano la decisione della Commissione tributaria regionale che, avvalendosi di presunzioni prive dei requisiti prescritti dall’art. 39, comma 2, del
D.P.R. n. 600/1973, ha ritenuto legittimo l’accertamento induttivo benché
la contabilità della società fosse pacificamente risultata corretta. I giudici
del gravame, proseguono i ricorrenti,
hanno erroneamente convalidato l’operato dell’ufficio finanziario, che ha
applicato il ricarico del 20 per cento
invocando il fatto “notorio” che, a
tutto concedere, al più potrebbe assimilarsi a mere presunzioni semplici. In
conclusione il metodo induttivo utilizzato non è legittimo.
Col secondo motivo i ricorrenti, deducendo il medesimo vizio, lamentano
che la suddetta percentuale, seppur
fosse stata utilizzata nell’ambito delle
presunzioni di cui al comma 1 del citato art. 39, comunque non avrebbe
potuto rappresentare legittimo parametro di riferimento, come del resto
è accreditato nella giurisprudenza di
legittimità richiamata (Cass. n.
9265/1995, n. 5850/1995, n. 4976/1995
e n. 355/1991). Né il “dato di mercato” sul quale poggiano le presunzioni
utilizzate rappresenta un fatto concreto, considerando piuttosto una
semplice elaborazione astratta.Ad ogni
modo, il percorso argomentativo che
sorregge la decisione impugnata non
è adeguatamente motivato.
periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia
46 / anno 4 - numero 25
TRIBUNA DEL LAVORO
Col terzo motivo infine i ricorrenti
denunciando omessa motivazione su
di un punto decisivo della controversia, lamentano che i giudici del gravame non hanno esaminato le prove
offerte a discarico, rappresentate dalle
risultanze della consulenza tecnica,
espletata nel seno del procedimento
penale conclusosi con l’archiviazione,
di cui non hanno quindi tenuto conto,
da cui è emersa la regolarità della contabilità, dato che gran parte dei ricavi
dichiarati si riferiva a forniture eseguite
all’ospedale M. di A.F. a prezzi già predeterminati contrattualmente.
I tre motivi, i quali sono logicamente
connessi e possono pertanto essere
esaminati congiuntamente, appaiono
infondati.
La Commissione tributaria regionale
ha respinto l’appello dei contribuenti,
sulla corretta premessa di principio
che l’attività di rettifica dell’Amministrazione finanziaria è diretta al controllo della regolarità sia formale che
sostanziale della contabilità, tendendo
a ricostruire il reddito effettivo laddove quello dichiarato si riveli inadeguato ed infedele. In questo tracciato
ha quindi asserito che i dati esposti
nella contabilità della società sono inattendibili, siccome il ricarico del 10 per
cento dichiarato è irrisorio rispetto al
costo della merce dichiarato, né tale
ricostruzione è smentita da prova contraria, essendo ininfluente il fatto che
sia stata disposta l’archiviazione del
procedimento penale in relazione ai
fatti in discussione.
Questa soluzione appare incensurabile.
In materia di imposte dirette, la regolarità formale delle scritture non preclude l’accertamento induttivo del
reddito allorché la contabilità può
essere considerata complessivamente inattendibile, in quanto configgente con regole fondamentali di ragionevolezza. Operando in questa chiave, l’Amministrazione finanziaria può
quindi rettificare la dichiarazione utilizzando, ai sensi dell’art. 39, comma
1. del D.P.R. n. 600/1973, anche le così
dette percentuali di ricarico (Cass. n.
15534/2002).
Questi indici, però, rendono del tutto
inattendibile la dichiarazione del contribuente solo se la loro difformità
rispetto a quelli indicati nella contabilità sia tale da rendere questi ultimi
“abnormi ed irragionevoli” rispetto
alla media del settore in cui opera il
soggetto sottoposto a verifica.
Diversamente, questa difformità assume valore di mero indizio, siccome
“gli indici elaborati per un determinato settore merceologico, pur basati su criteri statistici, non integrano
un fatto noto e certo, che di per se
stesso non è idoneo ad integrare gli
estremi di una prova per presunzioni” Cass. n. 6879/2003 sul solco di
Cass n. 15310/2000.
In quest’ultimo caso i suddetti parametri concretano delle mere presunzioni semplici, come correttamente si
sostiene nel presente ricorso, che per
essere validamente utilizzate devono
essere assistite dai requisiti di cui
all’art. 2729 del codice civile ed essere desunte da dati di comune esperienza, attraverso un adeguato ragionamento, sì di accreditare legittimamente la credibilità dei risultati della
rettifica.
L’impugnata sentenza, che non qualifica né abnorme né irragionevole, ma
solo inattendibile, la percentuale di
ricarico dichiarata nella contabilità
sottoposta a verifica, giustifica in concreto la percentuale di ricarico del 20
per cento, applicata dall’Erario al fine
di ricostruire induttivamente il reddito, tenendo conto in parte di un criterio astratto - media del settore produttivo in cui ha operato la società ed in parte del dato specifico di fatto
considerato - costo della merce venduta dichiarato -.
In sostanza il giudice del merito, con
percorso logico immune da vizi ed
adeguatamente motivato, ha ritenuto
che la contabilità fosse solo formalmente corretta ma non riportasse in
realtà l’effettivo reddito d’impresa, ed
ha sostituito il ricarico dichiarato con
quello presunto dai verificatori, basandosi sugli elementi indicati che, a suo
insindacabile giudizio, hanno connotato la presunzione semplice utilizza-
ta dei requisiti prescritti dalla norma
fiscale applicata.
L’approdo, che si fonda sia sulla media
di settore che su elemento concreto,
la cui esistenza e rilevanza è pacifica,
scaturisce in conclusione dalla valutazione di una pluralità di dati che i
giudici di merito, nel loro insindacabile potere di apprezzamento, hanno
ritenuto gravi e precisi, e fa buongoverno del principio, cui si è già fatto
cenno, secondo cui “anche il volume
d’affari risultante da una contabilità
regolarmente tenuta può essere rettificato dall’ufficio in presenza di elementi certi e precisi che non si limitino all’applicazione di parametri
astrattamente determinati” (fra le
numerose conformi Cass. n.
11686/2002).
Né inficia la correttezza di tale procedimento valutativo il fatto che la
Commissione tributaria regionale
abbia condotto il suo apprezzamento essenzialmente sui dati illustrati
dall’Amministrazione finanziaria, dal
momento che ciò vuol significare che
essi, a giudizio del detto organo giudicante, hanno avuto una valenza probatoria esaustiva, tale da privare di
rilevanza sia l’esito del procedimento penale, che le risultanze probatorie acquisite nel suo alveo, dedotte a
fondamento della loro doglianza dai
ricorrenti. Non concreta infatti vizio
di omessa motivazione, l’omesso riferimento ai risultati di quell’indagine,
sintetizzati nell’affermazione che “gran
parte di ricavi dichiarati, cioè per il
76,26 per cento, ammontante a lire
318.955.105 si riferiscono a forniture effettuate all’ospedale M.” con
prezzi predeterminati”, siccome evidentemente il giudice del gravarne li
ha ritenuti privi di influenza ai fini del
suo convincimento, e non era tenuto
a confutarli in modo specifico, avendo già assolto all’obbligo di motivazione per aver espresso in modo
esaustivo le fonti contrarie del suo
apprezzamento (per tutte Cass. n.
12360/1995).
Alla luce delle precedenti considerazioni il ricorso devesi pertanto rigettare.
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