Guida al Lago d`Iseo ed alle Valli Camonica e di

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Guida al Lago d`Iseo ed alle Valli Camonica e di
DG 975.B79R6
hbl, stx
Guida
3
al
Lago d'Iseo ed
1886
alle Valli
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in
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iittpV/www.archive.org/detaiis/guidaaiiagodiseoOOrosa
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GABRIELE ROSA
GUIDA
AL
ED ALLE VALLI
CAMONICA E DI SCALYE
BEESCIA
TIPOGRAFIA DI
F.
i886.
Só^
APOLLONIO
GABRIELE ROSA.
^UIDA
AL
ED ALLE VALLI
CAMONICA E DI SCALYE
BRESCIA
TIPOGRAFIA DI
F.
1886.
APOLLONIO
0)6-
INTRODUZIONE
Le petit lac d'Iseo n'a rien de
grandiose dans son aspect ses abordes sont doux et frais corame une
Egloghe de Virgile.
George Sand nella Lucrezia
Floriani.
I
hanno
paesi
Non basta che
i
loro fati,
come
le
opere umane.
sieno belli, sani, ricchi di prodotti
naturaH, e d'opere d'arte per attirare concorso di
visitatori.
giatori,
Il
Bisogna che sieno sulla corrente dei viag-
che la fama e la
moda
li
faccia ricercati.
bacino dell' Oglio, dalle fonti alla di lui diffusione
nel piano oltre Palazzolo, comprendente la Valle Ca-
monica ed
il
lago
d' Iseo 7
è
de' più vari
,
belH ed
interessanti d' Italia, pel paesaggio, per la storia naturale, pei
monumenti, per
gli oggetti d' arte,
per
IV
memorie storiche, per le industrie. E nondimeno
male e pochissimo è noto, radamente è visitato dai
forestieri. Quantunque già da oltre un secolo lo abbia
le
celebrato nelle eleganti sue lettere inglesi Elisabetta
Mary Worley Montague.
Eccitata
dalle
quali nel-
1868 venne a vederlo la graziosa signora
tedesca Ida Dùringsfeld, e se ne compiacque cosi, che
1'
estate del
ne mandò descrizione
che pubblicolla
meravigliò che
16 gennaio 1869. La Diiringsfeld
il
il
diligente al giornale Ausland„
bel lago Sebino fosse quasi dimen-
ticato dagli Italiani e dagli stranieri.
Mentre
la
Diiringsfeld
Iseo ai dilettanti della
raccomandava
Germania,
saluberrimo in
i
loro studi. Cavalcaselle per
ghilterra studiava sul lago e
capi d'opera della pittura,
l'estate 1870 scendevano
stare
primamente
a studiarvi
la
come soggiorno
Italia, e naturaUsti stranieri di vari
paesi vi recavano
i
lago di
guide mediche
le
inglesi lo additavano ai connazionali
il
la
l'
In-
nella Valle Camonica
Sieber
dalla
vetta del
e Baltzer nel-
Svizzera
a conqui-
monte Adamello ed
geologia e la botanica
,
già di fresco
indagatevi anche da Lorentz, da Payer per la Germania, e nel
1871 l'inglese Forsyth Major recavasi a
studiare le caverne ossifere sul lago d' Iseo e nella
Valle Camonica (1). La visita del bacino dell' Oglio,
(1)
Degli Italiani
contribuirono alla illustrazione
del bacino dell'Oglio, Maironi da Ponte da
Bergamo
della
storia
nel principio
agevolata dalla doppia navigazione a vapore sul lago,
e dalla buona via al passo delF Aprica che
dirama
si
di questo secolo, fndi l'ingegnere Attilio Fedreghini da Sarnico,
il
dottor Lorenzo Rota da Carenno,
zoni ed Elia Zerzi da Brescia,
segnatamente
Il
tistici,
il
il
i
professori Giuseppe Regaz-
professore Stoppani da Lecco, e
cavaliere Giulio Curioni da Milano.
lago d' Iseo e la Valle Camonica ne' rispettivi storici e sta-
vennero descritti od
Catasto di Brescia del
illustrati
specialmente da questi
1609-iO manoscritto
di
714
scritti:
fogli nella
biblioteca Quiriniana di Brescia.
Fra Fulgenzio Rinaldi. Monumenti Istoriali del castello d'Iseo,
Brescia 1685.
Fra Gregorio. Curiosi Trattenimenti Camuni. Venezia 1698.
Maironi da Ponte. Dizionario Odeporico, Bergamo 1820.
Bertolotti. Lettere. 1824.
Carlo Ferrari. // Sebino, poemetto. Brescia 1844.
Memorie
storiche sulla
Valle Camonica
dell' arciprete
Giam-
battista Guadagnini e di Federico Odorici. Brescia 1855.
Carlo Cocchetti.
strazione del
La Provincia
Nella grande
di Brescia.
illu-
Lombardo Veneto. Milano 1858.
Rizzi sacerdote Bortolo.
Illustrazione della
Valle Camonica.
Treviglio 1870.
E
della siderurgia:
Giulio Curioni.
L'industria del ferro nella Lombardia. Mi-
lano 1860.
Gregorini
e Zitti.
L'Industria del ferro nella provincia di
Bergamo. Bergamo 1860.
Zoppetti. L' industria del ferro nella Lombardia. Milano 1873.
Douglas Freshfield. Italian Alpes. Londra 1875,
Adami. Molluschi nella Valle
dell' Oglio.
Padova 1876.
VI
per la Svizzera e per, lo Stelvio, ora è resa più fre-
quente dalla costruzione della via pel Tonale, che
viene diritta da Bolzano, e dalla congiunzione immediata del lago per braccia ferroviarie alla rete lombarda da Iseo e da Paratico.
mondo
Il
è vasto, ed
il
tempo troppo breve per
esaminarlo, quindi per attirare
i
viaggiatori e rile-
vare r importanza de' luoghi da visitare
soccorrerli
ai bisogni
con
brevi
ma
nuovi di notizie
,
bisogna
precise guide rispondenti
storiche,
slatisliche,
indu-
commercialìj artistiche^ naturali. Con tale in-
strialij,
tendimento noi stendemmo questa guida che cooperi
a rendere grati e
l'
ricercati
i
luoghi nel bacino del-
Oglio, ed a farli escire dalla relativa dimenticanza
ove giacquero sino ad ora.
G.
I
ROSA.
Camuni, Favallini Bonifazio. Brescia 1877.
Iseo
and
its
Lake.
By Giuseppe Corona, Minerva. Roma 3
aprile 1880.
Lo stabilimento siderurgico Gregorini. Bergamo Mariani 1881.
La Valle Camonica nella Storia. G. Rosa. Breno 1881.
Guida Alpina della Provincia di Brescia. Brescia, Apollonio 1882.
Am
Lago
d'Iseo.
Von Johannes Nordmann. Nel
Land und Meer. Marzo 1885.
periodico Ueber
VII:
INDIC
Introduzione
Da
Pag.
Brescia ad Iseo
>
lago d'Iseo
Storia del Iago d' Iseo
Da Bergamo
Da Bergamo
Da Bergamo
Lovere
Da
Da
Da
a Sarnico per Grumello
1
»
3
»
9
»
13
Iseo
Il
in
»
18
a Palazzolo
»
22
a Lovere per Val Cavallina
»
25
,.
,
•26'
.
Palazzolo a Sarnico
.
.
.
,
i
33
Sarnico a Lovere
»
35
Iseo a Pisogne lungo la Riviera
»
43
Isola del lago d'Iseo
»
45
Sale Marasìno
»
47
Pisogne
»
Camonica
.......
52
»
57
59
Geologia
»
60
Mineralogia
»
62
Confini tra Lovere e la Valle
La
Valle
Camonica
Geografia fisica
Storia
Da Pisogne a Darfo
Da Montecchio a Bienne
Da Boario alle Valli d'Angolo
,
,
e di Scalve
i
64
»
67
»
i
73
76
»
80
vili
La Valle di Scalve
Da Rogno a Breno
Pag.
81
»
85
86
88
90
93
99
103
...»
Borno
Cividate
Breno
»
Da Breno ad Edolo
»
Edolo
»
Da Edolo
all'Aprica, al Morterol. al Tonale, al Cavia
Vezza
Ponte
.
»
»
di
Legno
escursioni alpine
»
...»
106
109
Ili
Da
Breiscia
ad
Iisco.
La via che da Brescia mette ad Iseo, seconda,
da tre ad un chilometro a destra,
alla distanza
vitiferi di Cobiato, Cellatica,
Ome, Corneto, Monticello
i
colli
Gussago, Rodengo, Salano,
Brusati e Provezze, che
danno
dei migliori vini della Provincia, vini atti a miglio-
rare assai.
le viti,
Ivi la terra
argillosa e
marnosa intorno
per costume antico, nel verno è lavorata pro-
fondamente a
solchi,
utilissimi
Quelle vigne esclusive, e
latica, di
le
alla
fruttificazione.
grandiose cantine
di Cel-
Cobiato e di Monticello meritano visita dagli
enologi ed enofih.
Questi
colli col tratto,
parte piano, parte ondulato,
Monte Orfano sino a Paformano la
lazzolo suir Oglio a modo di triangolo
denomiparte della provincia detta Francia Corta
e colla collina isolata detta
,
j,
nazione che
si
prese ad usare solo verso
il
1300, e
che pare derivata dal breve soggiorno fattovi dalle
bande rapaci
di
Carlo
d'Angiò, passanti nel 1265
al conquisto
del
regno
bande contro
di Napoli,
quali dalle castella insorsero
le
Ghibellini.
i
Verso la mezza via, a dieci chilometri da Brescia, fra
vasti prati
pompeggia
,
chiostro
eh' era
1445 fu dato agli Olivetani a
de' Cluniacensi, e del
Eodengo,
il
di stile sansoviniano,
il
massimo
e più gra"
zioso
chiostro
bresciano.
Soppresso quel convento
alla fine del secolo scorso, ora quegli edifici servono
uno squisito leggio,
lavoro del frate Raffaele da Marone del principio
del secolo XVI. Quel leggio ora è nella galleria Tosi
a Brescia. Ivi ora s'ammira la porta della chiesa
d' arenaria rossa camuna, con lunetta dipinta squisi-
all'
agricoltura. Nella chiesa era
tamente da Poppa
il
vecchio nel 1491,
refettorio
il
con grandiosi a fresco del principio del secolo XVII
Zugno ed altre sale ove
Gambara, Romanino ed i loro scolari.
di Cessali e di
dipinsero
,
MoNTicELLo Brusati.
— Chi per ammirare
le
vigne
deviasse a questo paes uccio, vi vedrebbe al Castel Veder
ancora
le reliquie del castello
famosa famiglia guelfa
che diede
de' Brusati, e vi
la cantina grotta Rossetti capace
tolitri.
-
nome
alla
ammirerebbe
cinquemila
et-
Abitanti 1198.
Provaglio.
da
di
il
—
A
tre chilometri
da
Iseo,
ed a 18
Brescia, scendesi a Provaglio, dove sulle pendici
meridiane prosperano
tra querceti^ spicca
gli ulivi. Ivi sul ciglio della
gruppo
lama,
pittoresco di case, fian-
cheggiate da chiesetta^ che al lato esterno orientale
appare ampliata almeno tre
un piccolo monastero
lo36 fu de' canonici di
d'
volte. Sino al
Salvatore di Brescia. Dalla
fine del secolo scorso è della famiglia
Vi sono serbati capitelli romani
torno
piccolo oratorio.
d' Iside,
d'Iseo.
i
benedettini, in-
ruderi di tempio del sole, facessero costruire
ai
Iseo.
Bergomi
ed una" figura mi-
onde s'argomenta che quivi
triaca,
Cluny, indi del
di cenobiti di
S.
1440 era
—
—
Abitanti 1418.
romani chiamavano Iseum il sacrario
nume venerato anche nella valle del Po nel
ì
secolo secondo, culto del quale rimase tradizione
Iseo. Sito di confine e di
Camuni
mercato
di
ad
scambio fra Reti
Cenomani prima, indi di commerci tra
pianigiani e montanari, come Desenzano, Peschiera,
Lecco, Arona^ Sesto Calende. Una lapide romana trovatavi porta il nome di un merkator^ una carta del
mille parla del pubblico ?nercato d' Isex (1), ed una
del 1107 dice di contesa pel porto fatta coi Loveresi.
e
Sino dal
e
V
secolo ebbe chiesa plebana,
e la di lui
rocca venne restaurata nel 909 per timore degli UnIseo diventato
gheri.
repubbhca
(1)
Il
propugnacolo
di confine della
di Brescia contro quella di
nome
Ises
compare già
in
Bergamo, già
un documento dell'anno 882.
nel secolo XIII avea sul lago gazarle e sirene armate.
Dominato dagli Oldofredi
tica nel
democra-
ghibellini, Brescia
1281 ordinò che non se ne riedificassero
girone e le fortificazioni {fortililia) che essa
fatto distruggere. Nelle cui reliquie
i
vi
il
avea
ghibellini Fe-
1288 fecero strage de'guelfi bresciani. Ma poi Giacomo Oldofredo del 1800 vi fece
costruire la cerchia, della quale si veggono ancora
derici e Celeri nel
reliquie.
Queir Oldofredo morto nel 1323 è sepolto
nel bel sarcofago che sta sulla facciata della pieve
d' Iseo,
lui.
a pie del campanile, fatto pure innalzare da
Ci stettero a diporto Matteo Visconti
circa, la
Cornara regina
Comune
serbò a questo
pubblico ed
il
di
i
nel 1330
Cipro nel 1497. e Venezia
dazi alle porte,
Notariato, e nel
piccolo ghetto di ebrei, che
ci
1460
gli
il
banco
concesse
un
dimorarono più d'un
secolo pei traffici.
La chiesa plebana
d' Iseo sorse
su tempio romano,
e fu ampliata e restaurata varie volte, e finalmente
ridotta alla
forma attuale per Vantini nel 1826. Di
antico serba solo
il
campanile, che
furono poste nel museo
le lapidi
di Brescia.
romane
Gli a fresco di
questa chiesa nella callotta e nella cupola sono di
Teosa ^ decoratore teatrale che fece
le migliori
sue
opere nella graziosa parrocchiale di Provezze a sette
chilometri da Iseo, gli altri a fresco sono di Angelo
Inganni
d' Iseo.
Vi sono
notevoH due quadri negli
nuovi laterali
altari
:
V uno a
sinistra di Ayez,
cangelo Michele, di lui capo d' opera, V altro
24
il
l'Ar-
S. Pie-
1874 vi si rizzò la statua
di S. Vigilio dello scultore Giacomo Sozzi da Castione,
e per legato 14 marzo 1868 di Paola Bonini. Sulla
tro ài Diotti.
piazza
s'
aprile
del di lui mercato Vìi
inaugurò
dini da
Il
novembre del 1883
la statua di Garibaldi dello scultore Bor-
Verona,
la
prima
nel 21 giugno 188o vi
si
erettasi a lui in Italia, e
inaugurò
Brescia. Presso Iseo, ai Frati sotto
la ferrovia
per
portichetto della
il
una Madomia a fresco arieggiante
Gentile da Fabiano, ed una stigmate del 1 508 in tor-
chiesa era da vedere
retta verde. Al Miario conservasi su faciata di casa co-
una Madonna di Giovanni Marone del 1487.
Da Iseo con cammino di mezz' ora voglionsi visi-
Ionica
tare la caverna ossifera quai (1)
e
le
rovine della
paga
che le stanno sopra, e dove Marin Sanudo nel 1482
trovò molte antigità. Ed il piccolo pittoresco promonrocca e della chiesa del Crocefisso già detta
torio
Mantidi
i
villa Barboglio.
Presso Iseo a mezzodì ed occidente stendesi la pa-
lude detta Lama, nella quale
spessore medio di tre metri
due chilometri quadrati.
(1)
vi sta sotto.
,
compose torba d'uno
e per
Cuspidi
Quai vieue da radice greca
Frazione Cuel che
si
Quai
1'
estensione di
di silice trovati
a
come
la
significante
sul lago di
ed una via Quai è accennata in pergamena
caverna
Como, vale
di Storie
abisso,
del sec. XI.
6
quattro metri di profondità in questa torba, mostrano
ma
che essa è molto antica,
simamente
in
tempi
che venne formata mas-
come
storici,
lo fu
quella di Tor-
biato (1) a sei chilometri a mezzodì di questa, e nella
quale sul fondo
La torbiera
si
si
trovarono pure molte cuspidi
simili.
di Torbiato ora è esaurita, quella d' Iseo
prese a cavare regolarmente nel 1862, ed ha mac-
china di ferro galeggiante spappola trice, varatavi
7 luglio 1867. Ora
vi si
cavano
dalli
80 mila
lavorano 180
50
quintali di torba all'anno, e d' estate vi
il
alli
persone.
Per Iseo passano annualmente duecento mila
tolitri di
grano che
bacino del lago,
il
dell'
et-
Oglio e
del Serio superiore attirano dal piano bresciano, dal
mantovano' e dal cremonese. Ci passano anche me-
dianamente ottantamila ettolitri di vino, e pei bacini
medesimi, dai quaH scendono in cambio centomila
quintali di ghise, acciai e ferri, quarantamila quintali di
castagne, ventimila di legnami, tramila di vi-
mini, sessantamiia di gessi e quaranta mila capi di
bestiami di varie quahtà. per dirigersene una quarta
parte verso la Bergamasca allo sbocco del
Sarnico. In Iseo
il
martedì ed
un maestoso
(1)
Torbiat,
il
si
lago di
tengono due mercati settimanah,
venerdì, pei quali nel 1855 costrusse
locale sociale
Torbole col
torboso con acque torbide.
.
,
che serve anche quale
nome denotano
la
natura del suola
,
dok
pelle biade. Nel 1841 apri
che fu
di zoccolanti, Ospitale
Nel 1870 vi
si
un Ospitale nel
rinnovato nel 1884-83.
l'
Bonoe Tanno dopo
costrusse la filanda a vapore
melli, ora Negrinelli, con 65 bacinelle,
vi sorse
chiostro
elegante filanda
pure a vapore, Guerini
,
con 62 bacinelle, e nel 1882 quella pure a vapore
—
Formenti con SO bacinelle.
Abitanti 2562.
monte d' Iseo presso la Torre in fondo Prestini-Nulli è un castagno gigante, che ad un metro
Sul
dal suolo misura metri 10,50 di circonferenza, e gli
castagno di metri 6,60. Presso
sta vicino altro
fonte alla pendice Colomher
misura 74 centimetri
L'
un gambo
la
di vite rossera
di circonferenza.
albergo del Leone sul lago
al
porto
del pi-
roscafo, con terrazza, peschiera, vetture e battello,
può confortare
Clusane.
i
viaggiatori.
— Seguendo
la
sponda meridiana del laga
a cinque chilometri da Iseo verso Sarnico, vedesi specchiarsi nelle
acque Clusane con castello, ora palaz-
Carmagnola nel 1429, e dipinto
esternamente un secolo dopo quando era dei Sala.
zotto fortificato dal
Vi
si
vogliono vedere alla riva avanzi di costruzioni
romane che sembrano
bagni. Merita nota
una Salu-
tazione dipinta a fresco sulla porta d'ingresso della
casa già Barboglio, ora Capuani al Zuccone nel principio del secolo
XVI
,
ad imitazione del quadro del
8
Beato Angelico che sta a Brescia nella chiesa
sandro. Era a Clusane
di S. Ales-
una lapide romana a
Giove,
ora al museo di Verona.
Fra elusane e Colombaro
accese
rizi
,
primamente una fornace
ottobre 1874
si
circolare per latte-
fatta costruire dallo svizzero Biasca, a sistema
Stella,
di
6
il
con 12 camere, e capace del prodotto annuale
cinque milioni
con camino alto 30 metri.
di pezzi, e
Vi è largo deposito d' argilla, onde se ne fanno an-
nualmente quattro milioni di pezzi laterizi (1). Ai
tempi romani le fabbriche d' embrici e laterizi erano
ad Iseo. Abitanti 815.
(1)
Chiese antiche per pesche devono aver originato
elusane, la cui desinenza
Zur-ane.
di
si ripete ne' luoghi vicini
Serragli simili diedero
Chioggia.
i
nomi
di
'
.
Citis,
il
nome
Cremi-gnane,
presso Lecco e
9
lago
Il
Fra
Iseo è,
mentre
grandi laghi
i
dopo quello
il
di
a'
d^ Iseo.
piedi delle Alpi,
Garda,
il
meno
Lago
altri
bel lago di
elevato. Giacché
lago di Garda è sul livello del
metri 64, gli
il
mare
in
media
stanno a queste elevazioni:
(1)
•
10
Sta loro in queste proporzioni:
mentre
il
lago di Ginevra è chilometri quadrati 577
quello di Garda è chilometri
il
Maggiore
quello di
Como
.
.
»
.
^.
»
.
.
.
370
199
152
quello di Zurigo
»
152
quello
»
61
d' Iseo
quello di
Lugano
quello di Varese
»
quello d' Idro
»
Il
lago
48
»
.
.'
14
d' Iseo all'epoca. glaciale preistorica si esten-
deva sino a Torbiato e Monterotondo, dove
nette
appaiono
ghiacciai. Sciolti
cendo
16
.
morene
i
quali
o
si
le colli-
muracele depositate dai
riversò verso Paratico, fa-
isola la collinetta portante ora la parrocchiale,
fenomeno vulcanico aperse all'" Oglio
il varco attuale. Ed allora ne' primi tempi della storia,
il
livello del lago fu almeno tre metri più depresso
che r attuale
come appare dall' infimo letto delle
finché qualche
,
torbiere d' Iseo e di Pisogne, e dai luoghi ove
si
tro-
umani ad Iseo, a Clusane. A
Palazzolo nel 1766 si cavò una trave a sei metri
sotto r attuale livello dell' Oglio. Una parte almeno
vano carboni
e lavori
dell' attuale torbiera
mani, perchè sino
centrarle di essa
dovea essere colta
al secolo nostro
ai
tempi
un grande
ro-
tratto
chiamavasi hreda {praedias) magna,
e la rasentava la vìa della regina.
11
Interramenti naturali ed ostacoli
dunque provocando
sione del lago andavano
zamento del
i
artificiali all'emis-
di lui livello
innal-
medio, ed alluvioni. Onde
riverani dovettero parecchie fiate unirsi per rimuo-
vere quegli ostacoli, Iseo nel 1545 alzò argini a
fesa de' suoi
campi
della legge colla
bassi, e fu principale
quale
il
Capitano
nardo Donato nel 1680 regolò
la
provocatore
di Brescia
Leo-
emissario del lago,
1712 fu trascurata, onde il lago
Iseo il 81 ottobre del 1823 sali a metri 2,04 sopra
media, ed a metri 2,04 il 25 maggio del 1839.
legge che dopo
d'
1'
di-
il
Allarmati gli abitanti sul lago,
in Iseo
si
sarie, e
Onde
27 maggio del 1858
il
costituirono in Consorzio per regolare remis-
Tanno dopo presero a rimuovere
gli intoppi.
alle generali alluvioni de' laghi nella Valle del
Po, che fecero salire
il
Maggiore 7 metri nel 1868,
80 nel 1872, il lago d' Iseo toccò solo questi aumenti massimi: metri 1,96 il 5 ottobre 1868, metri
4,
1,46
il
10 maggio
1872. Le piene del Garda poi
riescono generalmente la
V emissario
metà
di quelle del Sebino.
del lago viene ostruito specialmente dalle
Guerna scendente da Brera
7 agosto
(Adrara)
il quale ebbe massime piene il
1779 ed il 14 pure agosto del 1850.
In questo lago fu sempre libera la pesca^ tranne
ghiaie
del
torrente
,
all'
emissario, ed in alcuni luoghi riposti, ove
sero peschiere private presso
le
rive.
Il
si
po-
Sebino era
12
già ricco di pesce
per abusi
ma
,
si
ridusse a grande povertà
pesca con reti distruggenti uova e neo-
di
nati; reti e
modi sempre
tilmente.
I
migliori de' pesci suoi sono
sardella
il
,
persico
avesse anche
al quale
il
,
proibiti dalle leggi,
la trota.
inu-
la tinca, la
Pare che anticamente
carpione, che ora è speciale del Garda,
manca
il
persico, e dal
(bottatrice) propria del lago di
Pietro Parigi
:
ma
di
Sarnico.
Il
800 ha la hosa trisa
Como, e portataci da
1
decreto
ministeriale 7
1868 approvò un savio Regolamento di pesca
su questo lago, surrogato da quello 13 giugno 1880.
aprile
la
storia del lago
d**
Iseo.
mai
corpo politico speciale né federato, quindi non hanno
storia comune. Vi prevalse il dominio romano sola
i D anni a. C. Prima la federazione camuna o retica
I
paesi sulle riviere di questo lago formarono
stendevasi
all'
oriente del lago sino
all'
attuale Sale
Marasino. La parte occidentale predominata dai pastori delle valli
Soriana e Cavallina. Che stavano
si-
curi ne' monti, e tenevano sul lago poveri porti per
pescare e barattare
assai nella
ratti
La pesca era copiosa
coda del lago da elusane a Sarnico;
seguivano ad
ed erano
prodotti.
Iseo,
i
ba-
confine tra Cenomani e Reti,
di resina, caci, pelli,
miele lana; per vino
e biade specialmente.
Prevalsi
i
Romani, famiglie ricche
di
Bergamo e
di Brescia, villeggiarono su queste riviere e vi
ebbero
larghi possessi, e vi cacciarono nelle selve che allora^
vi
s'addensavano.
Sale,
Iseo,
Colombaro, elusane, Predore,
Marone, Pisogne, Castro, Lovere, Solto hanno
segni di coltura romana, alla quale subentrò
il
cri-
stianesimo, che pose prime chiese battesimali e col-
leganze di plebi ad Iseo, a Predore, a Sale, a Piso-
gne^ a Solto. Onde
i
vescovi di Brescia e di
quando dopo l'anno 800 vennero
resi
Bergamo
potenti dai
14
Franchi, in que' paesi tennero Curie e giurisdizioni
con decime^ e
ebbero gastaldi ed avvocati. Vasti
vi
prima del
possessi ad Iseo, limoline, Borgonato; già
900 ebbero
le
monache longobarde
Brescia, che teneano
anche pesche
Air anarchia che fu germe
tro
i
nel
anche presso
e, nel
E traccia
906.
Iseo alla
1166 un
speciali
ai piccoli
Saraceni e gli Ungheri
Eogno
di S. Giulia in
comuni, con-
fortificarono Iseo e
si
di
a Sarnico,
stazione di Saraceni
Beca Mora. Quando nel 1158
esercito
germanico del Barbarossa
scese per Valcamonica passò pel lago, dove le città
collegata nella lega
{gazane
Lombarda già aveano navi armate
sirene). L'esercito imperiale
abbruciò Iseo nel
1161. Allora presero a divampare ardentissime mi-
nute e frequenti
dell'Impero, e
si
le
lotte tra
i
partiti della
combatterono fieramente
Chiesa e
ai confini
sopra Lovere e Volpino, Ceretello, Qualino al settentrione
,
e Caleppio
,
Sarnico
,
Castel Merlo
,
Paratico
verso mezzodì. Allora presero a costruirsi molta roc-
che^ torri, castella sulle rive del lago. D'allora
due sponde diventarono
rivali
per
le
gare fra
le
le re-
pubbliche di Brescia e di Bergamo. E quando queste
repubbliche vennero
soverchiate prima dai Visconti
e dagli Scaligeri, indi dai capitani di Milano e di Ve-
nezia, Malatesta, Carmagnola, Colleoni,
Piccinino.,
questi paesi patirono molti incendi, concussioni^ dilapidazioni.
Finché nel
1427
si
raccolsero
sotto la
15
Amata
federazione predominante di Venezia.
polo pei favori antichi
di
commerci
avversata dai feudatari Oldofredi
perchè Venezia non
popoli del lago
,
ammetteva
divisero
i
i
d'industrie,
Federici ed altri,
privilegi feudali.
lutti di
Sforza di Milano, indi contro
e
dal po-
Venezia contro
I
li
Cambrais
collegati di
non senza protesta armata subirono la rivoluzione cisalpina che nel 1797 abbatte il vecchio
(lol2),e
dominio
di Venezia.
Durante
la repubblica
cose locali serbavano
manze; nel
veneta questi paesi nelle
la libertà delle antiche costu-
Quadra o
resto erano governati Iseo e
valle sua,
da Vicario nobile
ritorio dal
Podestà di Bergamo, Sarnico dal feudatario
di Brescia,
Lovere e
ter-
di Caleppio.
La Valle Camonica
e la
sponda orientale del lago
nel medio evo erano spesso visitate da pellegrini settentrionali per
erano
Roma
stabiliti ospizi
nale, ad Edolo, a
e per la
-
Palestina,
pei
quali
ad ogni quindici miglia. Al To-
Gemmo, a
Cividate, a Pisogne,
ad
Iseo.
Bandito da Venezia
il
ramo
principale Oldofredi
ghibellino, che riparato a Cesena vi assunse
di conte Isei, sul lago
,
durante
il
il
nome
dominio veneto
prevalsero le famiglie de' conti Caleppio
all'
emissario
del lago, de Foresti di Solto, de' Fonar oli di Vigolo
e Tavernola, de' Calvi di Lovere, de' Martinengo ad
16
ad
Iseo, Sulzano, Sale, Siviano, degli Oldofredi
Iseo,
Provaglio, Peschiera, de' Panigoni a Riva, de' Maspe-
roni a Monticello Brusati, de' Sala a Clusane. Iseo
si
notò per spirito di progresso nel moto cisalpino del
1797, nel carbonarismo del 1821, nella Giovine Italia
del 1832, ed
il
2 febbraio del' 1848 diede
primo
il
segnale della insurrezione lombarda.
Nel 1834 s'incominciò sul lago d'Iseo l'esperi-
mento
di navigazione
pose
piroscafo Sehino^ poi
il
giunsero
il
il
vapore,
a
il
nel 1856 vi
Tadini^ al quale
Commercio nel 1868,
rapido Tonale nel 1883,
e
la
si
si
ag-
Vegan^l 1880,
Lovere nel 1885.
La navigazione a vela vi è fatta con 35 barche
da 45 tonellate in medio, da 7 dalle venticinque alle
trenta tonellate, oltre circa 40 minori. La pesca poi
vi è esercitata
La
caccia
con 153 barchette a due remi.
alle
battaglia, ogni
anitre
anno
il
,
esercitata
giorno di
S.
con ordine di
Stefano (26
di-
cembre), due secoli soiio dava una preda di circa
300
capi.
Ora è quasi abbandonata per mancanza
di selvaggina.
.
.
Agli svariati spettacoli di questo lago
sero la meraviglia dell' arte,
nella
s'
mirabile
aggiunvia di
undici chilometri, aperta tra roccie a picco e sinuose
Marone e Pisogne dal 1828 al 1850.. É alternanza di gallerie sonanti, di catelli spaccati, di seni
fra
cavati nella compatta dolomite^ di volti gettati sugli
17
abissi del lago,
di orrido e ridente
da renderne
la
passeggiata delle più attraenti a farsi specialmente
dai naturalisti.
1
centri commerciali del lago, Iseo, Pisogne e Lo-
vere vennero determinati dalla navigazione a vela,
favorita da venti regolari, che ne' tempi normali spi-
rano dal nord ovest (vento) dalla mezzanotte alle 10
antim. e da sud est (ora) dalle 11 antim.
tramonto.
Sono correnti per
librio tra la rarefazione
delle valli alpine.
le quali si
dell' Adriatico
sino al
pone equi-
ed
il
fresco
18
Da Ber^^amo a
Da Bergamo a
liarnico per Grumello*
Sarnico
via più spedita è la
là
ferrata sino a Gramello, dal quale in tre quarti d'ora
per vettura calasi a Sarnico.
Grumello è centro
di colli
delicati della provincia di
producenti
Bergamo,
i
vini più
colli stendentisi
dal Serio a Scanzo, celebre per moscato^ e per Gru-
mello sino a Predore oltre Sarnico cinque chilometri.
Grumello dal 1870 è anche centro
gica, e dei vini
del
-
rossi quelli di
Grumello,
Predore hanno massima fama.
di Calepio, di
stello di
bergamaschi
di Società enolo-
Il
ca-
Grumello ebbe parte rilevante nelle fazioni
medio evo. - Abitanti 2147.
Sarnico
tanza per
di ferro e
all'
le
emissario del lago ebbe antica impor-
pesche di proprietà feudale^ per lavori
per commercio di transito, pel quale pa-
gavasi la tassa ripaticum^ onde Riadega chiamasi la
frazione
che
Lodovico
II
lia
imperatore concede alle
da Brescia pìscariam de Sarnega
(1)
Pronunciasi Sarneg e commenta
zera. Sarnica è divenuta
una frazione
anno 862
monache di S. Giu-
Sino
gli sta rimpetto.
il
dall'
(1).
A pochi
passi
lago Sarner della Sviz-
di Salò.
i9
piglia a scorrere
Y Oglio e dove en-
un rigagnolo perenne,
è la frazione chia-
da Sarnico, dove
tra in lui
mata Fus, nome
ove sono
che porta anche
sito di
il
furono ferriere, e che rammenta pure
ferro e le fucine che
dal minerale
tati
danica,
che
ci
Pisogne,
Livem ove pure
le fucine, e la frazione di
furono sino al
forno del
il
1
600, alimen-
cavava poca lungi, a Via-
si
minerale pel quale nel 1300
fusorio anche ad Adrara S. Rocco.
si
apri forno
Ora sono abban-
donate affatto quelle ferriere, ed a Sarnico cessarono
eziandio le fornaci di calce e di mattoni che vi erano
tre secoli sono. Invece vi
sviluppò la cava ed
si
lavoro della pietra arenaria che
si
il
prese a coltivare
nel 1400, mentre prima trascuravasi quale poco resistente.
quivi
Dal nome'^Fus
dall'
s'
appellò
il
canale estratto
Oglio per la navigazione e per
zione, canale che
l'
irriga-
va a Palazzolo e Rovato, e che
si
nominò già nel
11 68 in sentenza de' Rettori di Ber-
gamo imponenti
al conte Maifredo di Calepio la de-
molizione di molini sulla Fusia. Questo canale od era
piccino,
caduto, quando nel
1
347
la repubblica di
Brescia concesse a Cristoforo Oldofredi d' Iseo che lo
scavasse nella forma attuale.
Sarnico ad onta della sua postura favorevole al
commercio, anticamente era piccolo
pagi
,
sito ecclissato dai
indi plebati di Predore e di Calepio.
di Calepio
Il
eonte
veniva con sua corte a rendere giustizia
20
a Sarnico ogni giovedì prima del
1
500. Sarnico ebbe
veccbio castello diroccato dagli Svizzeri assoldati dell'
Austria nel 1521, e solo nel 1566, per concesione
della Repubblica veneta,
ebbe mercato settimanale
nel giovedì.
31
Abitanti
al
dicembre 1871
Alberghi Faraone^ Morelli al Papa
Presso Sarnico è la
frazione
denotante luogo forte, dove
tico
e
1,639.
Posta.
Castiù
infatti
,
nome
an-
vedonsi re-
liquie di rocca antica. Ivi sulla facciata della chiesa
di S.
Rocco
è dipinta a fresco
una Madonna con bam-
bino del 1510. Presso Sarnico sul lago verso Predoré,
era una fabbrica d'amido. A Sarnico sono ancora molte
pesche censite
d'
anguille e di tinche. Alle cave di
molara od arenaria bigia
di Sarnico,
emergente an-
che a Paratico e Capriolo; lavorano 450 persone, che
1872 guadagnano da 3 a 4- lire il giorno.
Al Gandosso presso Sarnico verso mezzodì cavansi 300
dopo
il
macine da mais, breccia o conglomerato, che per Iseo
e Brescia si spargono per V Italia, e che si vendono
da
L.
60 a 70 ognuna.
Sarnico
sull'
Il
vago Montecchio presso
Oglio fu castello Calepio, indi chiostro;
nel 1800 diventò villeggiatura Alessandri, nel 1872
Crespi,
quale molto lo migliorò ne' rispetti estetici
il
ed agrari.
Ivi s'
e Maironi nel
d'
ammira una
1873 con
sala nella quale Cavalier
fino spirito dipinsero la reggia
Asmodeo.
Nel 1666 v'era pregiato sulla piazza
il
ter liso
di Sarnico.
di
Mantova
21
1466
Nel
S.
Serviti
ai
Montecchio
di
concesse
si
Giovanni delle Formiche sulla cima del colle tra
Sarnico e
Trescore,
sito
1872.
a villeggiatura nel
stava
il
Sulla
ed
il
piazza
cui scheletro
di
Sarnico
diede
HO
quin-
legna. Alla riva del lago Caroli nel 1873 co-
strusse filanda a vapore per
che è
ridotto da Orgneri
più annoso gelso della Bergamasca, abbat-
tuto nel 1874,
tali di
ameno
la
maggiore e
la
200
bacinelle, con sala
meglio arieggiata delle due
Provincie limitrofe. Sul lago
han
villa graziosa
Fran-
ceschini e Lotti.
Fra Sarnico
e
Paratico per alla
per gettare ponte di ferro surrogante
crepito di legno.
ferrovia
il
si
sta
tarlato e de-
,
22
Da
Il
JB^erg^amo a Palazzolo*
cercatore di cose artistiche e storiche deve lae con vettura visi-
sciare la ferrovia per Palazzolo,
tare Malpaga, Cavernago e Gorlago in quella direzione.
A Malpaga
dove passò
meo
è
il
castello
gli ultimi suoi
Golleoni, che vi
ora del conte Roncalli
anni
il
capitano Bartolo-
mori nel 1475. Vi sono
dipinti
XV, ed i Martinengo^ eredi del Colleoni,
nel secolo dopo vi fecero a fresco rappresentare dal
Romanino, dagli scolari di lui e dal Morene fasti del
Colleoni (1). Del Romanino a Malpaga è la pala di
del secolo
S.
Sebastiano nella parrocchiale.
Cavernago era pure castello del Colleoni,, poscia
fu dei Martinengo
che lo ricostrussero con disegni
del Sansovino, e vi fecero dipingere al Romanino.
—
Abitanti 744.
Gorlago
pinti del
nell'
Morene, tra
zione dei Magi.
(1)
ampia parrocchiale mostra
-
i
tre di-
quali notevolissima l'Adora-
Abitanti 1536.
Questi dipinti vennero ripuliti uel 1873
dall' ab.
Malvezzi.
23
A mezzavia da Bergamo a
vedesi Telgate con avanzi
mani era
chè
Palazzolo, sulla sinistra,
d' antico castello.
stazione militare col
nome
Ai
Ro-
di Toiegata, per-
passava via militare che da Lecco {Leuceris)
vi
d'Almenno
pel ponte della Regina
Bergamo, met-
e
teva a Brescia, varcando T Oglio poco sopra Palazzolo
al Cividino;
gli
dove
i
villici
chiamano ancora
bia
romana
avanzi di quella via.
Palosco presso Palazzolo vuoisi visitare pel quadro
S.
Lorenzo, del Morene, nella parrocchiale, e per la
grande fabbrica
di stoviglie Picozzi,
-
Abitanti 1791:
Palazzolo è pure sito antico, e, caduto
romano
al Cividino,
quel passo
il
ponte
surrogò già dai tempi barbarici
Passo militare
suU' Oglio.
importante,
onde Palazzolo pati devastazioni e fece subiti guadagni. Arnese bresciano di guerra ai confini, ebbe
castello e rocca,
stigia.
donde appaiono ancora notevoli
Palazzolo ha la torre ecclesiastica più bella e
più elevata delle due provincie limitrofe. Torre
ziata nel 1812,
il
ve-
santo,
compiuta nel 1831,
misura 83 metri. Ne'
ini-
compreso
passati ebbe
e che,
secoli
ricche pesche d' anguille, e lavori d' acciaio, ed ora
giovandosi delle correnti
rivatine,
Vi
si
si
rese
il
sito
dell'
OgHo
e de' canali de-
più industre della Bresciana.
distinguono la fabbrica di bottoni Taccini, la
24
più squisita
d' Italia;
ponno dare
sino
le fornaci di calce idraulica
loO tonellate
che
di calce al giorno;
il
molino americano La Fosse capace della produzione
giornaliera di cento quintali
;
la concia Nulli prepa-
rante dodici mila pelli annualmente; qaattro
filatoi
che ponno lavorare ottocento chilogrammi
di seta
d'organzino ogni settimana; grandi filande a vapora
Ha grosso mercato
ed altre minori.
di
bestiami
il
mercoledì confermatogli da Venezia nel 1428.
Della Pieve
venne
di
sostituita
1'
Palazzolo è cenno nel 1154; ad essa
attuale parrocchiale benedetta nel
1774, nella quale
dipinta circa
il
si
1460
trasportò la pala del Civerchio,
(1).
La chiesetta
di S.
eretta nel
14o9 serba a freschi del 1497,
nel
Avea pala del Borgognone,
1782.
Giovanni
ritoccati
ma
ora di
quella serba solo la cornice. Verso Telgate avea chie-
nominata nel 1136,
e quella di
Pietro de Velico accennata nel 1198.
Sono da Pa-
setta di S. Michele
S.
lazzolo
il
Gahgnani che fondò a Parigi nel 1814
Galigìiani Meìise7igeì\
ed
il
vulcanista Gorini.
il
— Ha
abitanti o08o.
Nel giorno 31 agosto
mente inaugurata
del
1876 venne solenne-
la ferrovia di
nove chilometri fra
Palazzolo e Paratico.
Alberghi al Sole, alle Zoppe,
(1)
Il
Trevigìio.
Civerchio
fu
maestro
dello
Zen ala
e
del Buttinone da
25
Da Bergamo a
I^oTere pei* Tal CaTallisia.
Prima che fosse aperta la ferrovìa verso Palazzolo da Bergamo, e che con quella corrispondesse
la navigazione coi piroscafi da Sarnico (1856), da Bergamo a Lovere andavasi unicamente per la via nazionale risalente
i
il
laghi d' Endine
suo corso del Cherio e rasentante
e
Gaiano nella Valle CavaUina
di
per chilometri 43.
Quella via è ancora percorsa giornalmente da
ligenze salenti e scendenti
,
e
ne'
di-
tempi antichi fu
via militare importante.
Il
primo paese notevole che tocca questa
tendo da Bergamo, è
via, par-
:
Trescorre a dodici chilometri, rinomato pei bagni
solforosi, già noti nei
tempi antichi, e restaurati nel
1470 per munificenza di Bartolomeo Colleoni, ed ingranditi nel 1580 dal Podestà veneto Capello, che li
cedette alla città di Bergamo. Il concorso a questi
bagni va crescendo ogni anno. Dalla ferrovia
alla stazione di Gorlago distante
ora già
vi si
trovano
i
Novale
gli
sbocca
due chilometri, ed
conforti della vita agiata.
Trescorre vuoisi vedere nella chiesetta di
in
si
S.
A
Barbara
a freschi stupendi di Lorenzo Lotto
26
Tres-cur pare derivato da
del 1524. Trescorre detto
Tres-curiae^ forse tre case feudali poste nel sito im-
portante ove sbocca la valle, dove la repubblica di
Bergamo teneva
nivano
lina.
Il
i
-
razza di cavalli
cavalli dal Tonale,
e dalla quale ve-
,
onde
si
disse
Val Caval-
Abitanti 2906.
laghetto
d'
di sardelle, e si
Endine. ha poca pesca di tinche e
mantenne
libero per decreto veneto
2 luglio 1643, e per vantaggio delle ville Endeno,
escavandone
1'
1837
Nel
Spinone.
Solto,
emissario.
ne abassò il livello
ladini nel 1799 richiamò
se
11
r attenzione sopra vecchio progetto
d'
Endine serbatoio
artificiale
Oltre questo trovasi
il
di
rendere
laghettino Gaia dai Mar-
prominenza ad
dente di esso, a pochi passi della via
un
dolmeìij,
popolo molto antico:
nale
il
monumento
monumento
,
Tatti
questo laghettino è
e
si
celtico,
vede
occi-
ro-
o d'altro
illustrato nel gior-
Crepuscolo dal 15 settembre al
1850 da Luigi
lago
per l'irrigazione.
tinoni di Solto, e sopra piccola
vesciato
il
1*^
dicembre
da Gabriele Rosa. Intorno
terreno alluvionale in cui pro-
sperano mirabilmente
il
maiz ed
i
vimini.
—
Abi-
tanti 3147.
LovERE.
d' Iseo
—
I
seni
più
sicuri
ed ampli del lago
sono quelli di Lovere e di Pisogne che
si
pro-
spettano, seni che dovettero essere palustri ai tempi
27
romani, perchè verso
di antica coltura (1).
romani
itinerari
non lasciarono traccie
E Lovere non è il Leuceris degli
le rive
(Lecco),
ma
era piccolo sito pesche-
reccio, e di ferriere e folli di panni, tra
mani
vere
si
Nondimeno anche
nelle alture di Lo-
trovarono sepolcri romani, e due lapidi a Mi-
nerva, forse perchè già sin d' allora vi
ulivi.
Rogne, e col
e le pievi cristiane di Solto e di
porto a Castro.
Alla stalla
lucerne
paghi ro-
i
romane
piantarona
si
Milema verso Volpino
trovarono,
si
inscritte.
Lovere chiamasi Loer, e più anticamente era Luar,
che in longobardo
vorrebbe dire
bassura.
primi secoli cristiani una via lungo
torrente Re
Sorde nella valletta Areìi; chiusa e difesa
alle valli
da
il
Fu nei
da mura,
torri e
tonda, ora sopra
il
di cui
rimangono:
la torre ro-
mura
paese a mezzodì, ruderi di
del castello, ad occidente la porta Soriana, ed a san
Giorgio la parrocchiale primitiva.
del Re
i
sul lago,
Loveresi aveano fucine e
capanne
chiamavansi
di 'polentinij
folli
la corrente
di panni, e
di pescatori coperte di paglia
'pagliaroli^ epiteto
forse
Lungo
perchè
il
che
si
onde
volse in quello
primo grano turco
,
o
mais, coltivato sul lago fu quello che Pietro Gaion(1)
Lower
in anglosassone, e quindi in longobardo, vale basso.
Altro Lovere è presso Tirano in Valtellina, ed un piccolo Lovere
è nella Pieve di Tremosine, altro è nelle Giudicarie.
Lovere è nella valle Bregalia.
Un
torrente
28
celli,
reduce
America, pose nel 1638 in un orto
dall'
suo tra Lovere e Volpino,
contesero per ottenere
Loveresi sino dal 1107
i
un posto nel porto
d' Iseo.
Nel 1222 un Belletto Federici degli Anzelerii, detti
poi Celeri,
c?ie
donò a Lovere
era con
tre
torri
avea anche verso
una gran
il
le
attuali prigioni.
alle
lago
le torri degli
gense concesse a Lovere
vi
1
si
ed
elevò
243 Pantaleone Bur-
mercato del sabato. Nel
il
mori Cavalcano Sala,
vescovo
Pandolfo
fuggito air ira di Ezzehno.
di Brescia,
Malatesta
1404, nel 1407 e nel 1415 devastò Lovere,
pe' suoi spiriti ghibellini
Lovere
Alghisi,
torre detta la Zucca, sulla quale
poi r attuale parrocchia. Nel
1263
sue parti nel castello,
il
nel
quale
venne anche maltrattato da
Venezia, che ne staccò dalla giurisdizione Castro, Riva,
Solto (1440), Tavernola, Vigolo
Severe (1449), e ne abbattè
la
,
Parzanica (1^43),
gran torre sul lago.
Nondimeno tanto era l'importanza di Lovere, che gli
lasciò la reggenza d' un Podestà mandato da Bergamo, e gli statuti di governo autonomo. Lo favorirono d' esenzioni Filippo Maria Visconti con diploma
12 aprile 1413, Nicolò Piccinino
il
12 maggio 1441,
Francesco Sforza con scritto 12 ottobre 1448,
tutti
ghibellini.
Il
Musio circa
«vcava solo
il
nome
urbis ahest, ed
il
il
1500
di città.
disse
che a Lovere man-
Clusoni
Bellaffino nel
et
1530
Lucri vix decus
asserì che Lo-
29
vere era celebre pel lanificio {confectura
celeber), lanificio
pannorum
da Clusone e pel quale
scesovi
i
Loveresi frequentavano le fiere di Bolzano e d' altre
città
germaniche. Per Lo vere passarono dalla Germa-
nia per Val Cavallina Lodovico
il
Bavaro nel 1327 e
1330, e Massimiliano imperatore ritirandosi nel lol6,
onde
ai
Loveresi che lo sussidiavano, concesse privi-
legi pei loro
commerci nella Germania
tanza economica di Lovere
che Venezia
gli
(1).
L'impor-
dimostra dalle taglie
si
impose. Nel 1S27 diede a Bergamo
tassa di settemila ducati, a Lovere di tremila, e due
anni dopo chiese a Bergamo sussidio
a Lovere
di
loOO. Lovere
allora
di
colle
3500
ducati,
vicinie
avea
quattromila abitanti, e ne perdette 500 per la peste
del 1630.
opulenza
L'
di
Lovere
si
manifesta dalla gran-
diosa sua chiesa di S. Maria in Valvendra, nel luogo
detto anticamente la Marzia, fondata nel 1473, con-
1483 e restaurata nel 1647 e
nel 1751. Vi dipinsero il Ferramela, maestro del Moretto, nel principio del secolo XVI, ed Andrea da
sacrata
il
2 agosto
Manerbio dal 1535
che vi
si
al
1549
ammirano ancora.
da considerare V Assunzione
rene e
(1)
Il
vi fece
lo Sposalizio nel
In
,
begli a fresco
questa
chiesa sono
pala di Francesco Mo-
quarto altare a sinistra, tela
valente prof. Dionigi Marinoni
legi originali di Lovere.
i
possedè alcuni de' privi-
giambellinesca, e S. Diego del Cavagna nel sesto
al-
tare a sinistra. Le ante dell' organo furon dipinte dal
Ferramela e da Moretto giovane nel 1512.
La parrocchiale
e nel
Lovere venne rifatta nel 1655
di
1883, ed ha una Cena^ opera magnifica del
Cavagna. Del Romanino a Lovere rimane qualche reliquia di a freschi alla porta di S. Giorgio. Dagli ar-
voglionsi vedere
tisti
in
Lovere
fresco in piazza alla fine del secolo
sulla
XV, V Annunciata
vecchia porta del chiostro di
strutto nel 1879, ed
il
S.
Pace dipinta a
la
Maurizio rico-
S.
Martino, posteriore di
un
secolo, a fresco sulla facciata di S. Chiara.
Sono loveresi
del secolo
XVI
rinomati intaghatori Capo di ferro
i
(1).
Lo stemma
di
polo di spiche col motto Unilas,
Lovere era mani-
stemma che
a Regno.
tico
La bontà del
sito
vi,
trasse a dimorare in casa
Bosio al Ratt dal 1747 al 1757 Elisabetta
tle
y Montague
,
la
famosa
la gentile Ida Diiringsfeld
Maggiore
io
lago d' Iseo
(2).
e le tarsìe mirabili del coro e del presbiterio di S.
in
Ma-
Bergamo.
La Montague
beantifully romantic
«he
il
1868
Gian Francesco Gapodiferro cominciò nel 1522 ad eseguire
gli intagli
(2)
che difese
nell' estate del
che descrisse
tìqW Ausland 18 gennaio 1869
(1)
Mary Wor-
scrittrice inglese
Shakespeare contro Woltaire, e
ria
era an-
nel 1747 disse
i
ever
abbia mai veduto.
saw
in
il
sito
my
life,
di
il
Lovere the most
romantico più bello
31
Nel già chiostro di
sta
il
iniziato per fondazione
e che ora è
3o0
Maria soppresso dal 1764,
convitto col ginnasio e colle scuole tecniche,
convitto
gamo
S.
e
il
più frequentato delle provincie di Ber-
avendo già nel 1873 raccolto
di Brescia,
convittori.
Il
conte ladini da
Crema
secolo predilesse Lovere,
palazzo prospettante
e
Erigenti del 1626,
museo
il
e
nel principio di questo
costruì
vi
cose
,
magnifico
lago, dove raccolse pinacoteca
di prodotti naturali, e
mila volumi
il
tutte che
biblioteca di cinque
donò
Municipio di
al
Lovere con testamento 22 maggio 1828, e colla dotazione di novemila lire italiane annue, onde servissero ad
una scuola
di
musica e
di
disegno che
in quel palazzo. Ivi al piano terreno è
bassorilievo
Sonvi anche
Canova dell'unico
di
i
primi lavori in
Benzeni da Songavazzo in Val Soriana
falegname, nel quale
il
il
26 aprile
di
,
di ladini.
Gian Maria
garzoncello
ladini indovinò
l'artista
Roma, dove il
1873. Vi è una bene or-
grande, onde mandollo allo studio
Benzeni mori
uno stupendo
figlio
marmo
istituì
di
dinata collezione geologica lombarda, donata dal be-
nemerito Giulio Carioni.
Nella pinacoteca sono da ammirare: un Battesimo
una Madonna col Bambino, tavola di
Giacomo Bellini, una Madonna con santi, di Paris Bordone, un Presepio del Buttinone, una Madonna col
del Civerchio,
32
Bambino
un Giorgione
del Parmigianino,
un Giam-
e
bellino.
Lovere nel 1865 avea 278o abitanti, e
31 dicembre 1871, e 2937 dieci anni
rono 2838
il
dopo. Ha
maggior mercato settimanale
il
della provincia di
la
Bergamo,
da
e
massima parte del mercato
Pisogne.
Da Lovere
parti
zione a vapore sul lago,
roscafi Lovere^
ora sta per
trova-
si
l'
dieci
di bestiami
anni v'attirò
legnami
di
eh' era a
iniziativa della naviga-
per
la
quale ora ha
i
pi-
Commercio^ Tonale, navigazione che
raddoppiare.
squisita filanda a vapore
Dal
di
1871
Milesi
44 bacinelle
,
vi
apri
salite
a
64 nel 1883.
Alberghi di Lovere:
S. Antonio,
'-^>S^3^-
Leon d'oro,
Italia,
38
Da Palazzolo a
Uno
S^apnico.
de' tratti più pittoreschi
d' Italia
,
è
,
senza
dubbio, quello de' dieci chilometri da Palazzolo a Sar-
rimontando
nico,
l'
uno
1'
Oglio a piedi od in vettura dal-
all'altro lato, sui
chiudenti
i
graduali terrazzi delle morene
ghiacciai del bacino iseano.
vano, a mezza
via,
Dove
si
tro-
Calepio sul ciglio bergamasco, e
rimpetto Capriolo, indi una corona di castella antiche
diroccate,
fra le quali spiccano sulla riva bresciana
presso Sarnico,
il
castello di Paratico, sulla berga-
masca Montecchio, ora amenissima villeggiatura Crespi, stupendo punto di vista. Nel 4265 su questo
tratto la repubblica di
Bergamo fronteggiava
la bre-
sciana colle castella di TagHano, Caleppio, Rampino,
Montecchio Trebecco, Merlo, Sarnico, alle quaU Brescia
contraponeva quelle di Palazzolo,
di
Mura,
di
Capriolo, di Mussiga, di Vanzago, di Paratico, alter-
nate da
torri,
ora cadaveri consunti.
Calepio ebbe ora ponte, ora porte sull' Ogho, e
vi
passò l'esercito di Carlo
d'
conquisto del regno di Napoli.
Angiò nel 1265 pel
Il
castello che ora vi
rimane, venne ricostruito nel 1430 dal conte Trussardo Calepio su rovine di costruzioni romane, delle
quali sono avanzi in androni nel sito inferiore dette
3
^
34
le
Trombe, uno de' quali
il
Weber
Zoia nel 1874 con-
Fronteggiava Calepio Ta-
vertì in eccellente cantina.
prico Capriolo.
sig.
costrussero filanda a vapore.
—
e
Abitanti 503.
muro romano
Cafkiolo ha reliquie di
stro nel
Hofmann
Sotto Calepio nel 1873
sotto
il
chio-
monte, e quando nel 1265 passò Y esercito
angioino, venne espugnato e diroccato. Nella chiesetta
di S.
Gervasio sul monte serba una tela preziosa di
una Risurrezione
del Romanino. Sull' Oglio presso Capriolo è un grandioso molino americano ceduto alla Banca Popolare
di Busto Arsizio nell'ottobre del 1876 per 212,000
Tiziano, e nella parrocchiale mostra
lire,
colla forza di quasi mille cavalli.
-Abitanti 2180.
Paratìco è storico, perchè vecchia tradizione,
ri-
corda avere nel suo castello ghibellino accolto Dante
nel 1311 quando era calato in Italia Arrigo Vii. Nella
lunetta esterna della chiesuola de' morti a Paratico
era un Cristo dipinto
a
fresco
nel 1876 pel Museo di^ Brescia.
la ferrovia
nel 1444, e levato
Da
Paratico spiccasi
per Palazzolo concessa per
agosto 1873, ed aperta
il
ha
Santa
la villeggiatura Della
Decreto 28
31 agosto 1876. Sul lago
Lotti.
— Abitanti
1 1
10.
m
Da
.
pite
SaB*5ì£co
a liOvere.
^
bergamasca od occidentale cala preciDel lago ovunque, tranne ne' brevi spazi da Sar-
La
riviera
nico a Predore^ e
nelle lingue
terra depositate
di
dagli sbocchi delle valiicelle a Tavernola, a Riva di
Solto, a Castro. Queste oasi di
buon terreno
alluvio-
nale, coltivate accuratamente ad ulivi, gelsi e viti,
sono ridenti. La pendice lenta tra Sarnico e Predore,
sparsa da
marna ed esposta
al levante
é lieta di frutte precoci e saporite
(horai) che oltre
Predore
i
gruppi
I
di ulivi
appiattano sotto le rupi
ed annidanti
inaccessibili riverberanti,
passeri solitarii, sono
s'
e del vino mi-
,
Bergamo.
gliore della provincia di
ed al mezzodì,
nibbii, falchi e
più pittoreschi del lago.
Vasta selva stendevasi anticamente dai monti di
Predore sino a Trescore, e lasciò
nomi
i
al Foresto,
alla Selva di Zandobbio. In quella cacciavansi cignali,
caprioli e fagiani sino al 1600. Per tali caccio la più
illustre famiglia
Arii,
romana
di Brescia
,
quella de' Nonii
avea villeggiatura a Predore, dove eresse simu-
lacro a Diana, con iscrizione ora serbata nel
di
Bergamo. Quelle selve vennero consunte
mente pel forno
di ferro
ad Adrara, e per
che furono a Predore ed a Sarnico. Così
il
museo
special-
le fucine
forno e
36
le fucine di
Marone divorarono
le selve
di
monte Golem.
Zone
al
-
Predore deve aver tratto
il
nome
dalla villeggia-
tura romana, che chiamossi anche Praetorium. La di
romana
lui coltura
di costruzioni
dalle
,
si
dimostra dalle molte reliquie
di sepolcri
monete romane che
pavimenti a mosaico,
di
,
vi si
rinvengono presso
la
parrocchia, e su per le pendici. Predore dovea anche
essere capo pago, se ivi nei primi' tempi del cristia-
nesimo sul lago
si
una chiesa battesimale o
stabili
plebana, dalla quale dipendevano anche
le
popola-
zioni di Yig<^^o? JP^^zanica, Tavernola. Vi prevalse la
famiglia de' conti
For.esti,
guelfi, che nel
1393
feri-
ronó^ghibellini di Lovere e di Sarnico depredanti le
ulive loro,
che assediati in agosto del 1404 nel
e
S40 persone dai ghibellini di Lovere e
della Val Camonrca, s' arresero e ne venne diroccato
r asilo. Del quale rimane a monumento la grande
castello con
torre dimezzata dall' alto al basso.
converti
torre
i
partiti in fratelli, e
venne
cosi sventrata
fratelli nemici.
A breve
-
tratto
Il
popolo poetico
racconta come quella
per la divisione di due
Abitanti 1002.
da Predore ver^o Tavernola è
valletta detta d^l Freì\ e
rammenta
la
la fucina d'acciaio
che v'era sino dal 1294. Fra Predore e Sarnico, nei
secoli passati cavavansi
quello di Zandobbio, e
un marmò bianco
tufi,
e gesso.
simile a
37
Gli ulivi sulle pendici verso
ed
il
lago erano più estesi
Sino ad Adrara sopra Sarnico, un colle
elevati.
chiamavasi Oliveto,
ma
vi
perirono specialmente pei
freddi del 1709 e del 1784.
Ed
notevole che la
è
pendice da Predore verso Tavernola dà ottimo olio e
mediocre vino, mentre quella da Predorè verso Sarnico produce ottimo vino e olio mediocre. Villeggiano
a Predore Noli ed Hamilton.
Nel 1885 vi
si
piantò
vivaio di frutti e fiori.
Tavernola.
.
-
Fino al 1848 da Predore non potè-
vasi andare a Tavernola
r anno
s'
roccie,
via
mena
apri la via che ora vi
cominciata
ed in quel-
che pel lago,
nel 1832,
a traverso le
condotta quasi
e
esclusivamente con sforzi di Tavernola.
ne dinota
1'
cui
nome
origine; stazione o porto al lago di Vi-
golo, antico paese pastorale sul monte,
e
Il
donde
la ricca
numerosa famiglia Fenaroli, denominata dal fieno
somministrato alle repubbliche" di Brescia e di Ber-
gamo. Le
al 1047^
Tahernula
notizie di quella famiglia
e
nel 1340
^
de' quali
rimoutano sino
sono nominati
un Galasio
i
Fenaroli da
fece restaurare
il
chiostro di S. Paolo nelF isoletta che sta rimpetto a
Tavernola, e vi fu sepolto nel 1523.
nel 1428 chiama
lae,
v'
Gamianìca
et
i
Il
Doge Foscari
Fenaroli de Comunitate Tabernu-
Vigolo devotissimi. Nei secoli passati
erano parecchie fabbriche
di
panno, e tuttavia un
,
88
sito pittoresco assai
vi si
chiama
con vago bacino d'acqua nativa,
Follo.
il
de' Fenaroli, ai quali
si
Le
torri
Tavernola erano
di
deve l'incremento della
terra,,
che prima del 1400 era sparta nei gruppi più
di Cavianega e di
Vianega
Vigolo e Parzanica. In essa
Pietro^ antica par-
di S.
rocchiale, della quale sino al
aiti
1S78 dipendevano anche
si
veggono
dipinti a fre-
1495 e del 1503, e rehquie di dipinti deliascuola di Romanino. A Cabianeora è chiesetta abbansco del
donata d'architettura lombarda del secolo
gamo
nel 1331 uni in
nica, Cabianega.
Comune
A Tavernola
litri di
un ceppo, che da
vino. Tavernola
Sina e Capuani.
-
le
dava più
campano più
di
per la buona esposizione
coltiva
anche
la vite.
i
Ha rovine
di
alta chiesetta della Trinità, detti
gentili.
1200 ed
due
etto-
pastorizia e
che d'agricoltura. Parzanica più elevato del
Isola,
riti
di
due filande a vapore
monte
l'
s'
Abitanti 778. r'
VrGOLo e Parzanica
di boschi
ha
ammirano
quali nel 1860
sul porto
solo
Ber-
solo Tavernola, Bio-
giganteschi pergolati di malvasie, delle
vi peri
Xlil.
il
ì
mezzodì
muri antichi alpaga e ricordanti
Vigolo ha inscrizione in
1300 sulla chiesetta
al
caratteri tra
di S. Michele,
il
ed ambi
paesi serbano qualche rehquie di rocchetto del
me-
dio evo. Vigolo è notevole per alcuni alberi colossali
da
frutto. Nel
1867
sotto Vigolo s'abbattè
un noce
39
che diede sino 28
capaci
ognuno
A Vigolo
sopra sono meli
di portarne sino a quindici quintali.
da Tavernola, a Parzanica da Por-
sale
si
ettolitri di frutti, e
tirone accessibile solo dal lago.
Un
comodo
sentiero
congiunge Vigolo a Parzanica, e da quello godonsi
-
magnifiche viste del lago.
Abitanti: Vigolo 750,
Parzanica 558.
Riva.
che ebbe
e quella
— Uno
nome
dei porti antichi del lago fu Riva,
dalP approdo, come la Riva del Garda
Chiavenna.
di
porto di Solto, antica
"cammino
da quelli
mano,
La Riva del Sebino era
pieve
che sta
Gaiano e
di
d'
un' ora di
ad,
sul vertice del colle dividente
il
il
lago d' Iseo
Endine. Solto era centro ro-
indi ecclesiastico di
Esmate
,
Zorzino
,
Riva
,
Fonteno, Rova, Pienico, Castro, Sellerò. Ebbe tre castelli e
i
potenti feudatari. Vi prevalevano
Panigoni,
Oìdrati,
li
i
Codoferri, dei quali
Esmate nel 1300 apri forno fusorio
La pendice
di
Foresti^
i
di ferro
Riva sino ad Esm.ate è
uno da
ad Adrara.
la più ricca
e florida d' ulivi di tutta la riviera del lago d' Iseo.
Riva piglia
Statuti di
a.
comparire comune da sé solo negli
Bergamo
del
1301.
Nel secolo
XV
avea
cinque torri salde sulle spiaggie, delle quali una sola
rimase quasi intera. Gli stemmi rimastivi del panico
rammentano
vi
la
potenza della famiglia Panigoni. Ora
sono principali possidenti
i
Martinoni, che dal 1869
40
vi costruirono filanda
e pure a vapore
1877
pressoio
prese a cavare
vi si
naci di Palazzolo
m
un
a vapore
si
100 bacinelle. Vi
di
d' uliva^ e nel
d' olio
un
calcare che nelle for-
converte in cemento idraulico ed
Nel 1440 Venezia concesse a Riva
Portland.
bertà di navigazione. Via carrozzabile
-
a Solto ed in Val Cavallina.
- Fra
Castro.
mirabile detto
dove
il
Riva e
bogìi
li-
mena da Riva
Abitanti di Riva 595.
Castro svolgesi
un seno
(bugnas in sanscritto vale curva),
da inclinate
le stratificazioni
nome
si
raddrizzano per-
pendicolari.
Castro al
luogo
ed era allo sbocco della Val Camonica
forte,
antico latino vuol dire
e Soriana nel lago. Castro fu prima di Lo vere, e la
parrocchia
Lovere era dipendente da quella
di
di
Castro rimontante fino al secob ottavo. Negli Statuti
Bergamo del 1331 si nomina il mercato di Castro
e non quello di Lovere. Il Castro antico era alto,
di
nel sito ove veggonsi
era
stro
il
porto,
il
le
vestigia di castello;
mercato.
Il
l'
attuale
piano su cui siede
moderno venne preparato
il
Ca-
dai depositi del fiume
Tinasso, già detto Inzine^ scendente col
nome
di
Bor-
ierà dal piede orientale di Clusone, per gettarsi sotto
Severe in voragine profonda 70 metri, che ardita-
mente
si
coperse
colla
Borlezza anticamente
^
d'
si
via nazionale nel 1835.
La
gettava nei laghi di Gaiano
Endine^ poscia a Severe
si
aperse varco nel Ti-
41
nasso, con
immensa
rovina, ricordata nel secolo
XVI
da Achille Muzio
ViGUs olivi/eri
memorahilis olim
Castri^,
Corruit immensae turbine raptus aquae.
Venezia nel 1440 fece alzare grande torre a Ca-
strone nel 1766
la fonderia dei cannoni,
vi favori
che fece decadere quella aperta a Clenesso da Carlo
Camozzi nel 1712. Nel principio
fabbrica di
falci.
questo secolo ebbe
di
La potenza idraulica del Tinasso
e
r oppurtunità del porto, chiamarono a Castro Andrea
dal 1870 al 1873 posevi
Gregorini da Vezza, che
primo stabilimento siderurgico dell'Alta
altro forno riscaldato
sino ad
80 quintali
il
Italia.
il
Con
27 marzo 1872, producente
ghisa giornalmente, con ven-
di
tilatore meccanico, con forno
Siemens generatore
gas, con pudler per ferri ed acciai,
di
con laminatori
e con magli, usanti complessivamente la forza idraulica di circa trecento
cavalli.
bre 1876 vi applicò anche
il
11
forno oscillante Pernot
producente sino a 200 quintali
acciaio.
La ghisa grigia
Krupp ed
essa
si
al
giorno di ottimo
Castro
vince
l'acciaio
bronzo Ukatius nella resistenza, e con
fusero
vi si fuse
107
il
di
Gregorini dall' otto-
i
cannoni delDuillio. Nel luglio 1885
r incudine del maglio
tonellate.
Castro
ha
d'
anche
un pezzo
per
solo di
Rossetti
dal
1870 forno a fuoco continuo, macine e ventilatore
42
pel gesso. Dalla vecchia parrocchia di Castro godesi
—
amplissima vista del lago.
SovERE
montando
— Ad un'ora
il
-fiume
di
trovasi
,
Abitanti 461.
cammino da Castro,
ri-
Severe (^oer) notevole
per r industria del ferro, della seta, delle stoviglie.
Fu vico romano, nel 906 dicevasi Villa, e vi si nomina un forno fusorio nel 1291. Ebbe torre antica,
e sino dal 9o9 la chiesa di S. Martino. Nel 1860
Silvestri vi presero a costruire
i
grande filanda a va-
ha un buon filatoio Martinoni per tremila chilogrammi annui d' organzino,
pore
di
e vi
rimangono parecchie
cento bacinelle,
lino de' luoghi vicini,
tichi fabbrica di
dotta
vi
vi
fucine.
quarzo ed
il
cao-
mantennero da tempi an-
stovigHe che da alcuni anni è con-
con intelligente amore
insieme a quella
Il
di
da
milanese-
Picozzi
Palosco, e che ora con essa sarà
appendice della grande Società Richard e
dallo stesso Picozzi in Milano.
—
C.
Abitanti
,
diretta
2091
4a
ì>a Iseo
a Piisogne Iimgo la MiTiera.
Ad un chilometro da Iseo
vinciale una grande caverna,
levasi
la quale,
vomita negli acquazzoni, mostra
alcuni
tani
diede
il
chilometri. Essa
nome
di
Covelo
sulla via pro-
d'
avere tramiti lon-
chiama Quai
si
ed ha rehquie
Prima
pastorizia
dell'
ossi-
per sa-
epoca moderna su queste pendici
prevaleva air agricoltura
Pregas^
:
valendo r agricoltura
,
MurtignaCj Marasi^
erano anche
l'
e gli abitanti
Sulzano, Sale, Marone,
di centri più alti:
Vest^ dei quali
,
i
industria ed
porti. Poi, preil
commercio,
porti assorbirono la popolazione principale
Tavernola porto
di
la
elevati, più salubri e si-
siti
paesi attuali alle rive
I
erano frazioni
i
e
la fian-
Si trovò
di costruzioni antiche o
preferivano lo stare ne'
curi.
(1),
per molini.
crarli,
^
che
frazione
alla
cheggia, due nomi significanti antro.
fera,
dal rivo clie
Vigolo
come Riva preponderò sopra
gamasca del lago.
,
onde
prevalse sul capo suo,
Solto sulla sponda ber-
Covelo, Pilzone, Sulzano, Sale Marasino, Marone^
che
s'
incontrano
nello
spazio
di dodici
chilometri
salendo per la Riviera, hanno ognuno una fonte pe(1)
Del greco o kuar caverna, diventato qual conca in
Italia.
44
renne, sulla quale nel medio evo
e folli per tessuti di lana. Però
s'
si
posero molini
argomenta che
il
rivo fu occasione alla costruzione delle case, alla' nascita di que' paesi, e
seta
a
sono ancora a Covelo molini e
Pilzone filatoio a Sale
filatoio
d-i
Marone
molini, folli e filatoio.
A
,
folli
nocciolo parte per calce idraulica,
grassa. Per la idraulica
cuoce a Palazzolo
si
1873
si
si
cava
viti
ha
parte per
calce
la roccia dal
1860
sull' Oglio,
dove dal maggio
spediscono settimanalmente 1500 tonellate
di materiale idraulico, e
—
a
Pilzone è ridente penisola, dalla forma detta
:monticolo {Mantecol), che sotto gli ulivi e le
e
,
180
di quello
per calce grassa.
Abitanti 399.
SuLZANo, sulla costa Grisa avea notevole fortiHzio
del quale mostra
i
ruderi. Sulla cresta del suo
monte
boscoso d' autunno vede liete brigate d'uccellatori e
di visitatori del santuario di S, Maria; bel
vista air intreccio, de' confini di Sulzano,
Gardone, dove villeggiavano
i
punto
di
Polaveno e
benedettini di Rodengo,
che la fecero dipingere nel principio del secolo XVI.
-Abitanti 744.
'
~
45
Isola del lago d'Iseo.
A questo lago aggiunge
varietà e amenità un'isola
grande fiancheggiata da due
L' isola
isolini.
sorge
montuosa senza piano al piede, erta a levante, lenta
altrove, e però chmmRSÌ Monte d'isola; gira intorno
sette chilometri, ed ha da mezzodì T isolina S. Paolo,
a settentrione il minore detto Loreto. Sul vertice
deir isola, dove giungesi con un' ora di cammino,
sorge la chiesa
della
Madonna
della Purificazione
{seriola), antico sacrario gentile, poi
forma attuale nel secolo XVI,
dell' isola, ridotta alla
con dipinti a fresco
unica parrocchia
nell' interno, coperti
con imbian-
catura nel principio del secolo nostro. Di que' dipinti
unica reliquia è un Ecce homo scoperto da fulmine
nel 1815. Quella chiesetta venne riparata nuovamente
nel 1858. L'isola
è
tutta colta a vigne ed uHvi e
castagneti nei dolci pendii
,
coperta di boschi cedui
ove è più erta. Nel secolo XIV avea ancora selve
larici
ed abeti, ora scomparsi
dell'isola
in
sparti
tutta
Lombardia ed anche
Comune
il
dell' isola,
fuori.
Ora
vi
Siviano e Peschiera con 1200
persone complessivamente
Nel 1280
di pescatori e fab-
Tuttavia reticiai di queir isola sono
stanno due Comuni.:
(!)
La popolazione
affatto.
anticamente era tutta
bricatori di reti.
di
Comune
di
(1).
A Peschiera aveano
Peschiera,
e
Garzano che era
il
contribuiscono in Brescia per la costruzione del
ponte delle Grotte sul Mella.
•46
antica
l'
magione
Oldofredi feudatari d' Iseo, pei quali
ebbe privilegi da
isola
1453.
li
il
castello
F.
Sforza nel
144-8 e nel
che prospetta Tavernola, ha torre più
antica rotonda nel mezzo, e dai Martinengo
venne
fabbricato nella forma quadra orizzontata attuale tre
secoli sono.
Una
torre forte era anche a Siviano. kd.
Olzà presso grande masso trovante
era fama che
si
rammenta
-che
tenessero
riti
i
arenaria rossa,
d'
sabbati delle streghe, ciò
gentili (1)
Presso
quel passo a
200 metri verso mezzodì, al crocicchio tra Olzà e
Masse, avvi altro mazzo erratico maggiore pure d'arenaria rossa, e coi spigoli non rosi dal rotolare. Dalla
chiesa sul vertice godesi
varia del lago.
Le sta
al
la
più complessa e
vista
piede
gruppo
il
di case
dette Cib^e (Curia), la stazione più antica dell'isola,
^ove
s'
ammirano presso
1'
abbeveratoio due immani
sorgenti insieme: V una. rosser a,
viti
il
cui
gambo mi-
sura 98 centimetri di circonferenza, l'altra schiava di
55 cent.;
litri
viti
che insieme nel 1874 diedero due etto-
di vino, e
Suir isolino
-cescani
sono
le
di S.
massime nel bacino del lago.
Paolo già nel sec. XIV i Fran-
àveano posto piccolo chiostro,
gliorarono la chiesa
i
al
quale mi-
Fenaroli di Tavernola nel se-
colo XVI. SuU'isoHno di Loreto che forse ebbe
nome
dai lauri, anticamente erano due torri quadrate
.nel secolo
ti)
XIV
vi sorse piccolo
Olzati erano antichi
,
e
convento delle Cia-
Germani presso
il
Reno.
47
risse.
Due
sono
secoli
i
frati
educavano begli agrumi
nell'isola di S. Paolo, ove è dolcissimo
1609
il
Monte
clima. Nel
1040 abitanti sparti
contava
Isola
il
ne' gruppi di Peschiera, Sivià, Garza, Sensòle, Minzi,
Senchignà, Olzà, Mas, Cure, Sensà, Noab. E sino al
1797 ebbe quattro Comuni. Peschiera,
Mont'
Isola.
Carzà,
Sivià,
Nella parrocchiale di Peschiera sopra la
porta principale son da vedere gli Apostoli pescanti,
dipinti a fresco
Il
da Teosa nel principio
di
questo secolo.
Coronelli nell' Isolarlo (Venezia 1696 pag. 170)
dice che in quest' isola erano caccie di lepri, che al-
lora la rocca sopra Sensile apparteneva a Pier Anto-
nio Martinengo, che aveva ponte levatoio e fossa,
che era già disabitata
descrive anche
e
totaknente distrutta,
isoletta di Loreto, allora
l'
S. Pietro
ziari.
11
stavano 8
frati Osservanti,
popolo sovrano di Brescia
il
4
come
posseduta
dagli eredi del conte Alessandro Martinengo,
a
ma
laici
mentre
e 2 ter-
27 aprile 1797
isoletta S. Paolo
dichiarò
proprietà
r
a Giambattista Berardelli. Ora é albergo.
affittò
Abitanti
nazionale
di Siviano
Sale Marasino.
89o,
— In
di
1'
La
sito ridente è
a 1859 nel 1865, trovati 1963
di lui chiesa
e
—
Peschiera 246.
molto industrioso,
onde con Marasino sino dal 1768 avea 16^9
saliti
,
il
abitantij,
31 dicem. 1881.
sorgente maestosamente sul lago è
delle Pievi primitive,
come
quelle d' Iseo e di Pisogne
48
su questa riviera, e
di
Predore e
gamasca. Le chiese plebane
di Sulto su quella ber-
qui, circa
secolo VI,
il
si
disposero agli antichi capi pagi, ovvero mercati e tribunali secondari romani.
A
Sale Marasìno finiva la giuri-
sdizione della repubblica di Valcamonica. Qui ai tempi
romani
nume
eresse
si
monumento
a Cauto
votivo
Pati:,
persiano mitriaco o del sole. La lapide relativa
nel 1826 venne portata al Museo di Brescia. Prima
del
1300 Sale era frazione
di
Marasi
Fu insieme
(1).
pastorale, agricolo e industriale. Attreasse la fabbri-
cazione dei panni e delle coperte
di
lana prima pre-
valente a Zone per la maggiore pastorizia, eA a Ma-
rone per V argilla follonica {welcher-erdé) che
trovò. Nel
1
784
si
lamentò officialmente
del lanificio a Sale,
Marone erano
36,
e,
1 1
Marone
telai
sino a 70,000 coperte
Vi
macchine
si
decadenza
Zone, e nel 1804 a
per coperte di lana
tra l'un paese e l'altro, 14
cavano 30.000 coperte
di
e
la
all'
e vi
folli,
anno. Ora vi
all'
anno,
inglesi, e dello zolfo
vi si
col
per
si
,
a Sale
si
fabbri-
producono
sussidio
l'
anche
imbiancatura.
usano lane nostrali e turche ed ungheresi.
doge Francesco Foscari con
privilegio 6
Il
giugno 1428,
dichiarò Sale benemerito della Repubblica veneta.
•
A due
chilometri
da Sale ed uno da Marone,
lungo r amenissima via cordeggiante
(1)
Saly
ai
il
Longobardi valse sbocco, onde Sale
Berso, di Guzzago e Salò.
lago,
di
s'
in-
Marasino, di
,
49
contra
il
sito detto
Eia per Vela o
ed era
villa,
vil-
leggiatura romana, della quale sono manifesti ancora
avanzi di muri
e
Là presso si trovò
che fu mandato al
d' acquedotti.
frammento di statua d' Ercole
Museo di Brescia. Nel 1865 vi si trovarono pavimenti
a mosaico. La vaga parrocchiale S. Zeno a Sale fu
rinnovata nel 1737. Nel 1875 Torelli a Sale apri
filanda a vapore di 22 bacinelle.
,
-
Marone.
tori
Diede
nome
a famiglia
di valenti pit-
ed intagliatori dei secoli XVI e XVII, e Pietro da
Marone dipinse a fresco in Iseo, a Riva, a Sovere, a
Lovere. Di lui un bel quadro nella parrocchiale di
Lovere. Quattro secoli sono,
mune
il
centro di questo Co-
era Pregas, che ha la chiesa di
nente sopra
colle,
magnifico punto
zione di Marone crebbe
non
del Forno. Forno che cessò circa
del
minerale cavato
Guglielmo. Nella parrocchiale
é
un Redentore,
ferse per umidità.
Pietro emi-
di vista.
solo pel porto,
pel forno di ferro che avea nella
me'ntavasi
S.
ma
fra-
anche
via detta ancora
il
1630, e che
a' piedi
al 2.° altare
tela di Pietro
La
del
ali-
monte
a sinistra
da Marone, che
sof-
A Marone Vismara-Gavazzi nel 1872
presero a dirigere squisito filatoio di seta, nel quale
del
1874 lavoravano 196 persone, massimamente
fanciulle, e che
dà annualmente seimila chilogrammi
d'organzino. —Abitanti 1207.
^
50
In
Marone ebbero nome valenti
gliatori
de' secoli
XV
Girelli vi
apersero
orfanotrofio
fanciulle
educande
ai mestieri.
Vello.
— Ad un
1876
Nel
e XVI.
chilomrtro
pittori
le
ed intasignore
femminile per 120
da Marone levansi
dal lago le roccie dolomitiche sparse di bitume che
riescono eccellenti alla calce grassa
per
Ivi
1'
agricoltura
,
perchè contiene molta magnesia.
ab-immemorabile erano fornaci
fornaci a fuoco continuo: T
di calce {calchere)
1873
intermittenti, alle quali nel
r
segnatamente-
,
una
sostituirono
si
due
col sistema Chinalia,
altra con quello Hoffmann, fornaci che insieme pos-
sono dare giornalmente 24 tonellate
quaU
9 la Hoifmann, ed
fiante alto
di
calce, delle
ambi hanno fumaiuolo
40 metri. Ora queste sono
disertate. Vello
giovandosi di terrassine apriche grate all'olivo,
tiva nel verno ortaggi
La
primaticci.
sof-
chiesetta
col-
dei
morti^ già parrocchiale di Vello, era tutta dipinta a
fresco del 1489. Imbiancata nel
cuni dipinti esterni che allo
vanni
da Marone. -
Zone.
—
1800 serbò
sembrano
stile
solo aldi
Gio-
Abitanti 282.
Pria dell' apertura dell' attuale via pro-
vinciale riverana, che
da Marone
in avanti
si
tagliò
dal 1828 al 1850, le comunicazioni per terra da Pi-
sogne
alla riviera d' Iseo seguivano
unicamente per
51
una mala
via mulattiera passante per Zone. Antico
sito pastorale,
del
la
i
che arricchivano
le selve
ed
pastori
i
monte Guglielmo e l'industria della lana
quale nel 1600 avea duemila pecore. Solo
Franchi
,
per
sotto
cristianesimo sali a Zone, che teneva sa-
il
cima
crario sulla
d'
un
colle
costruzioni antiche, dette
i
,
dove sono reliquie
Paga.
S.
ordinò che la di lui parrocchiale di
trasportata al sito
rocchia nel 1722
di
Carlo nel 4 380
S.
dell'attuale. Sotto
Giorgio fosse
T antica par-
s'aprirono in terreno alluvionale
quelle grandi frane che vi formarono mirabili piramidi. Sulla parte meridionale
esterna
nel 1484
di S. Giorgio,
la
dipinse
si
leggenda
impresa
l'
dì Perseo,
di
ed una Madonna;
S Giorgio
secondo
altr.a
Ma-
donna a fresco vi si fece nel 1S24, e questi dipinti
vi rimangono ancora discretamente conservati.
Da Zone sino verso la cima del monte Guglielmo
anticamente neregghiava una selva di noci e castagni presso il paese
di alberi resinosi più in alto.
,
Le vette
di
occidentale
Giòlem
scritto
il
chiama
nome
Castel Berti, l'orientale
si
si
scrive Guglielmo,
migliorarono
di
ci
Golem
rispondente al Gollheiìn della Ba-
Zone quel comune che
Comune
cima
si
onde male
viera,
1870
,
quel monte salgono a 1949 metri, e la
i
il
come male
volgo dice Su. Dal
pascoli del Golem, e nel
teneva ad estivare 897 vacche.
questo monte
si
gode
la
è
1873
Dalla
più vasta, varia e
52
—
grata veduta delle prealpi lombarde.
,
Il
passo da Zone a Pisogne
ammassi
di
trovanti
sparso di curiosi
è
Val Camonica.
della
granitici
Abitanti 717.
Sotto l'antica parrocchia sono mirabili piramidi aperte
in
ammassi morenici
Pisogne.
—
(1).
Dei quattro capi attuali del lago: Sar-
nico, Iseo, Lovere, Pisogne, Iseo è
presero importanza
indi sorsero
il
quelli
il
porto e
il
il
più antico, poi
mercato
Pisogne;
di
Lovere e Sarnico. A Pisogne
di
una chiesa battesimale ovvero
argomenta che fosse già un capo di
cristianesimo pose
Pieve, onde
s'
pago, ovvero distretto romano,
giacché non vi
si
ma
di poca' rilevanza,
trovano monumenti romani, e
di lui chiesa primitiva di S.
Maria
disse ùisilvis^
si
segno indubbio che vaste selve fossero
Longobardi o dei Franchi nel
ve la
si
gnaghe ^ Fraiìie ^ Somvic
tempi dei
ove sorse, e che
sito
era alto
forno
di
ferro
Le Piramidi
il
Toline
Piano. Al
j,
,
Gri-
nome
frazione Gratacasolo fan
-che vi
distrutto
del 1676, e sboccava la via
Veggasi
nei vici
Castrino
,'
romano di Castrino nella
commento sepolcri romani
cei 1885.
ai
ponesse solo per V opportunità del convegno
della gente sparta ad abitare
(Ij
la
si
rinvennero.
Ivi
da innondazione
romana congiungente
i
diligente studio del prof. Francesco Salmojraghi
di erezione e
i
terreni glaciali di Zone.
Roma
Lin-
sa
Triumplini coi Camuni pei passi
sui quali si
una
di
Pezzaze e di Fraine,
vedono ancora reliquie
delle quali era
di torri
anche a Somvic superiore. Fraine
Val Sassina
sul passo aveva antiche fucine.
In
consi /ra mf
Ubero)
di
i
ferrieri
Goen alla contrada
forno del ferro e
(i^à. frai^
zese,
che vale fabbro, e
tichi,
per lo
ai
Il
(1).
Pisogne dove sono
di
fucine,
le
meno
romane,
ci
rammenta
il
nome
1'
gowan
di-
alto
scoz-
porta a tempi molto an-
Longobardi.
Pisogne fu curia del vescovo di Brescia, che
aveva r avvocato
,
il
castello
vi
e la torre, torre che
tuttavia vi sorge sul mercato. Nel
1299
il
vescovo di
Brescia Berardo Maggi fa convenzione coi Pisognesi,
i
quali riconoscono d' avere dal vescovo sino dal 1205
avuto investitura di beni oltre
dipendenti dal di
1'
Oglio,
si
dichiarano
lui feudo, gli attribuiscono le
delle pesche, del sale, del ferro, de'
moHni
decime
si
obbli-
gano a custodirne la rocca ed a cacciare per lui. Il
vescovo manteneva la famiglia del boia in Pisogne,
col feudo
1462
si
soldo,
di
molino e
prati.
Pisogne nel
redense da tante servitù, donando al vescovo
una possessione a Bagnolo.
Pisogne, camuno sotto i Romani, nel medioevo,
pel mercato fu collegato strettamente ad Iseo, onde
doge Foscari nel 1428 riunendolo a Valcamonica,
disse che era jurisdictione et offlcii Isei. La Pieve vecil
(1)
Fraine chiamasi anche un sito del monte Baldo.
54.
chia attuale di Pisogne sorse suU' antica, della quale
non rimasero
e fu costrutta nel
traccie,
pinta poi alla fine
1485,
di-
quel secolo nella facciata. La
di
parrocchiale nuova, magnifica pel sito e per la grandezza,
si
fabbricò dal 1769 al 1798.
A pochi
passi
chiesa della
da Pisogne, verso
Madonna
della neve,
la valle, sta la
eretta
nel 1400,
dove neir interno serbansi dipinti preziosi a
fresco
Romanino, che sul lato esterno settentrionale figurò stupendamente T adorazione dei Magi, ora quasi
di
affatto smarrita. Sulla facciata
colo
ma
XV,
d'
ambo
i
lati
,
verso la fine dei se-
della porta, pennello ignoto
della scuola paesana
,
dipinse simboli della re-
denzióne e della morte, con allusioni critiche
del clero. Quel dipinto
venne
illustrato
ai vizii
primamente
da noi nel 1846. E notevole a Pisogne anche
ciata della Pieve vecchia con porta maggiore
la fac-
d'are-
naria rossa scolpita, chiesa ricostrutta del 1487.
Nessun
sito
della valle del Po ha condizioni tanto
propizie alla siderurgia
come Pisogne.
spatico in Val Rizzolo ed a
Filoni di ferro
Grignaghe a
lieve altezza,
minerale eccellente per ghisa cristallina o lamellare
{spiegel eisen),
monti boscosissimi e
forno e fucine al labbro del lago.
di facile
Il
forno
pendio,
di
Piso-
gne fu per eccitamento di Battista Cavallini sino dal
1844 ridotto ad aria calda, e primo in Italia adottò
questo progresso, onde potè elevare a 45 quintali di
00
ghisa al giorno
il
suo prodotto che prima era
di 30.
La ghisa di Pisogne è eccellente per la produzione
dell' acciaio
fino,
aLe esposizioni
di Parigi
di
ed
i
di lui ferri
ebbero distinzioni
Firenze (1861), di Londra (1862),
(1867).
L INDUSTRIA MINERARIA. — Pisogno va onorato non
soio dal ferro, ma anche dal gesso e dalle macine.
La
volpinite di
Volpino e
di
Lovere oltre
il
lago rim-
emerge anche qui, e si cava, cuoce
e macina per la produzione annua di circa ventimila
quintali per fabbrica, per carta, per concime. A Gra-
petto a Pisogne,
tacasblo poi, a due chilometri da Pisogne nella valle,
sono
di
ca'/e di
macine pel grano
conglomerato sihceo, macine che valgono sul
da 100 sino a 300
se
arenaria rossa, e
di
lire,
ne estraggono 300
all'
delle quali
sito
medianamente
anno, e che
si
spediscono
Spagna e nell'i^merica. Nel piano di Pisogne, sotto un metro di terriccio, è deposito di torba.
A Pisogne Corna nel 1872 apri filanda a vapore di
sino nella
60 bacinelle.
Da
statuti
di
Brescia
rilevasi
che già del 1270
Pisogne era stazione di legnami, che dalle
Iseo
si
diffondevano alla bresciana.
Il
di lui
valli
per
mercato
nei secoli passati era frequentato anche da Milanesi,
da Pavesi e da Cremonesi. Alla coraggiosa iniziativa
di
Pisogne
lungo
il
si
lago
deve
l'
apertura della
che raggiunse
via pittoresca
la vecchia
a Marone
^
56
via cominciata
1819
vi fu
nel
aperto
zione secondaria
(capo della
villa),
il
1828 e compita nel 1850. Dal
buon collegio Mercanti per T istru-
inferiore
nel sito detto Co de eh
collegio ora cessato.
partito in sei parrocchie, e noverò
1865, che
e
4067
si
dieci
Alberghi;
4012
Il
Comune
è
abitanti nel
trovarono 3627. al 81 dicembre 1871,
anni dopo.
La Corona e Le
tre stelle,
ambi
sul porto.
57
Confitti tra
Lovere e la Valle Camonica.
La Valle Camonica sotto i Romani era come repubblica autonoma, che stendevasi sino a Sale Marasino ed a Castro
sul lago.
Dai Franchi fu sotto-
posta al vescovo, quindi anche alla giurisdizione po•
ed allora Lovere prese a
e civile di Brescia,
litica
prevalere sopra Rogne, pieve
all'
ingresso della valle
e discosta cinque chilometri, cosi che dopo
Rogno amministrativamente.
assorbì
bensì sotto la diocesi di Brescia,
mille
Lovere restò
anche più
e tentò
volte di farsi bresciana civilmente,
il
ma
vi
prevalse
partito bergamasco. Oltre Lovere ai confini di Val-
il
camonica è una valletta sul cui cigho salente stanno
i
Vici:
QuaHno, (CovaKno, pìccola caverna), Volpino,
Ceretello, Bosico, Fiacanic, Branic, Cure, dal
al
1300
Franca
tutti
dì
gremiti
di
torri e castella, e la rocca
Rogno, perchè contesi fieramente tra
repubbliche di Brescia e
basi
un a
1100
di
fresco del secolo
VoLPmo.
—
Il
maggiore
fine è Volpino, diventato
Bergamo. A Branic
le
ser-
XV.
di questi paeselli
nome mondiale
da con-
pella vol-
pinile solfato di calce, o gesso, silicifero anidro, detto
anche
hradilio
^
coli'
aspetto
di
alabastro
azzurrino
58
venato,
atto
Volpino è
riore.
l'
Dal
Oglio.
-
KoGNo.
il
pure alla piccola statuaria.
migliore
vino di
della valle e del lago
di lui castello
si
gode magnifica
supe-
vista del-
Abitanti 1866.
— Questo pago romano
varono parecchie
lapidi,
nel quale
si
tro-
ora è picco! villaggio di 86o
persone. Vuoisi visitare perchè
un
Il
nella-
parrocchiale in
altare sono ruderi del tempio antico, e nel
cam-
panile stanno acconciati capitelli romano-rustici del
saccaroide di Vozza. La rocca di
Rogne
fu riparata
nel 906.
A Rogne
si
è
una rupe
trovarono avanzi
detta preda di pagà^ dove
di sepolcri
romani. Bessem, fra-
zione di Rogne, con case sparse, tra scoscendimenti
d' arenaria,
come
nidi d'aquile,
ha vigne che danna
vino eccellente, specialmente al Dosso
(1)
Una
terra
Rogn
è sul lago di
Lugano.
(1).
59
l^a
Taìie CasiioBìica.
Bergamo o da Brescia sia
giunto a Pisogne od a Lovere, non potrà resistere
Il
viaggiatore che da
"^lla tentazione di visitare la Valle Camonica, che gli
si
apre avanti maestosamente con floridissima vege-
tazione nel piano
e
ove
V
Oglio
si
con eccelsi ghiacciai nel fondo
eifonde nel lago,
dell'
ampio quadro.
Se alle varie e molte scene pittoresche
valle
si
aggiungono
rarie e forestali,
moti industriali,
si
le
opere antichissime notevoli,
memorie storiche,
Valle Camonica è la più
la
,
specialmente
completi colla valle di Scalve confluente nella
Camunia a 12 chilometri da Lovere. Per
la
vantaggiano
gli alpinisti
la valle Tellina e la valle d' Aosta.
La Valle Camonica, sopra lunghezza
lometri,
i
la gravità delle
curiosa a visitare delle valli d' Italia
si
questa
ricchezze geologiche, mine-
le
dovrà riconoscere che
se la
di
da Pisogne
al
passo
del
di 81
Tonale,
si
chi-
parte
in tre bacini, distinti di forme, di natura, di clima,
di prodotti, d' industrie.
Il
più ampio e depresso sale
dal lago a Cividate alpino, lungo 22 chilometri, da
166 metri a 230, onde Y Ogììo
espanso coli' inclinazione del
vi
4-
scende placido ed
per mille;
però è
navigabile alle zattere da Lesine al lago, e lo può
"
60
.
.
diventare anche alle barche. Questo è
vite, degli ulivi,
bacino della
il
del gelsa^ dei vimini, delle selve ca-
giardinaggio nel pedemonte da Pisogne a
stanili a
Darfo, del porfido, dei calcari, del gesso.
Malegno a Menno
per 37 chilometri, e da metri 250 ad 8o0; è bacino
più angusto è quello ove predominano 1' arenaria
Il
secondo bacino
leva da
si
;
rossa e le ardesie, é
il
bacino de' mandriani e delle
principali ferriere.
Il
terzo bacino è tutto alpino e pastorale senza
castagni e noci ed altri alberi fruttiferi, senza mais
e frumento invernale. E
ghiacciai
,
s'
allunga
il
bacino del granito e de'
22 chilometri come
primo,
il
salendo da 850 metri da Menno, a 1250 a Ponte
di
Legno, e 1977 nel passo del Tonale.
De' sessanta mila abitanti
di
tutta la Valle Ca-
monica, stanno 24 mila nel grembo inferiore, sparti
in 17 Comuni, 87 mila in quello di mezzo compresi
in
28 Comuni,
buiti in sette
e solo sei mila nel superiore distri-
Comuni.
^
•
^
GEOLOGIA.
Nessun paese
d'
Europa, tranne alcuni
Svizzera, offre tanto e
ai paesisti,
come
il
sì
svariato
argomento
ai naturalisti, ai geologi,
tratto di
tratti della
di studio
agli industriali,
112 chilometri da Sarnico
alla
cima
61
del Tonale, tratto che nella Valle
la superficie
di
Camonica misura
1311 chilometri quadrati. Stoppani
1 873 descrisse da Torhiato, a Vigolo e Sale i resti
morena
del ghiacciaio di questa valle che sale per
di
12 gradi sino a circa 400 metri.
A Sarnico emergono le arenarie grigie facili a
nel
.
lavorare
ed occupanti
bacino
il
dell'
Oglio
sino
a
Capriolo. Sopra Sarnico ed Adrara ed al Foresto, sono
traccie di laghi de'
lignite di Leffe
Monticelo é
e
tempi
glaciali,
di Severe.
ammasso
a Marone compaiono
calci
Pilzone la penisola
a Sale ed
di calcari idraulici,
le
dafullone ed i tufi,
dolomie scure bitumi-
argille
a Vello sono vasti strati
nose da
x\
simiU a quelli delle
di
grasse con prevalenza di magnesia, e
Fonteno rimpetto, quelle dolomie fanno un bel marmo nero. Sopra Marone, Pisogne e Lovere emergono
porfidi e pietra
dura verde
{diorile).
Salendo da Pisogne e Lovere e Volpino a Bienne,
a Prestine e sino a Capo
Volpiniti.
di
A -Gratacasolo
si
Ponte,
emergono
cavano conglomerati
per macine {eurUi), e qui ed a Darfo,
bellissime arenarie rosse,
eccellenti
a
sedimenti secondarli, ad Angolo è un
è
i
gneis ed
marmo
i
rosso
un calcare
usato dai Romani pei paun saccaroide ed un oc-
vinato (calcare del servino)
vimenti, sopra Cividate
Cemmo,
per costruzioni
salde e per ornati {preda simuna), tra
nero sparso di conchiglie,
gessi
,
ad Esine
è
62
chielino nero cinereo, usato pure dai
ancora
cava e prepara sopra
si
Romani,
Los-.
- A Capo
Ponte, a Monno compaiono belle ardesie per
per lastricare.
e che
di
tetti,
A Dassa presso Malonno sono lastre
due metri quadrati,
di ardesia, talco, schisti sino di
e
li
presso, pietre refratarie per fuochi forti.
Glegna verso Schilpario,
In valle di Paisco e Val
si
trovano
dioriti simili
al
verde antico, che fanno
capolino anche a Volpino, a Prestine, da Cividate a
Dreno e da Edolo a Corteno, nel fondo della
I
valle.
porfidi di Paisco e di Sellerò sono rossi e turchini.
Nel monte Badile
sopra Cimbergo,
ne'
e
monti
di
Sonico s'ammirano le granate rosse. Le roccie emer-
sone sono prevalenti nel Tonale, nel monte Adamello, nella Val grande di Vozza, nel Morterolo,
il
serpentino è alla vetta del Pizzo de' tre Signori.
A*
Temù
si
cavano macine
di
ghiandone
,
sull'
Aprica
ed a Malonno appaiono quarziti antiche, da Malonno
al
Tonale vedesi qua e colà
preda
'moria).
il
gneis {'preda de fer^
A Vozza è un bel saccaroide candido
cavato nei tempi antichi.
MINERALOGIA.
Di metaUi è tutta sparsa questa valle dell'Oglio.
Sul lago
d' Iseo
sono ossidi
di ferro nel
runzù sopra Adrara, nel monte
monte Guglielmo
{Golem).
monte Bo-
di Colonibaro, e nel
63
Ferro spatico (carbonato
di ferro)
in
vene bian-
che e scure (dette vena bianca^ vena morela)
in
Val Rizzolo sopra Pisogne,
rio,
nella
Manina
Elto sopra
Capo
in Val Paisco, ne'
di
verso Schilpa-
contenente
di Scalve,
di ferro più importanti
ai Colli
della
trova
si
miniere
le
Lombardia,
al
monte
Ponte, in filoni sopra Malonno,
monti Giovo
Ono
e linerie, di
(Do)
e Sellerò in terreni paleozoici, schisti argillosi detti
servino della formazione triassica.
Ferro magnetico appare al confine del granito di
Sonico al monte Muffetto sopra
quello donde vengono
i
Artogne
,
ferri fini della Svezia.
Nei monti di Malonno e di Cevo compare
cadmio che cavavano
che traccio
di
i
il
rame
Romani, a Malonno sono an-
piombo^
Fra Iseo e Sarnico, ne' baciai
biato,
simile a
di
limoline, Tor-
Colombaro, sono argille dello spessore talvolta
di sei metri, argille depositate in teaipi storici
,
per-
chè sino nel fondo hanno segni della presenza dell'
uomo.
Molte delle voci tecniche de' minoranti di Val Ca-
monica hanno
radici
greche denotanti remota anti-
chità dell' arte montanistica alpina.
Sul Tonale, suU' Aprica
torbe antiche.
,
sul Morterolo, trovansi
64
GEOGRAFIA
La Valle Camonica
ed
ulivi quali
i
all'
FISICA.
ingresso
produce limoni
migliori della Riviera Benacense,
si
3608 metri nell'Adamello (o, secondo Sieber,
m. 3547) (1), a 3582 nel Gavia, a 3326 nel Pizzo
dei Tre Signori, a 3200 nelF Aviolo e nel Gavia fra
Ponte di Legno e Bormio ha il passo più elevato
della Lombardia interna (2590 ra.), al quale sono
estolle a
subordinati: quello del Tonale m. 1976 (2) (27 metri più che la vetta del Guglielmo), quello del Te-
m. 1845, quello
PAprica m. 1235.
rolo di
DairAdamello
di
Croce Domini m. 1700,
al Pizzo dei
Tre Signori, stendesi
ghiacciaia continua di 25 chilometri, e la valle s'apre
a brezze adriatiche,
laonde correnti regolari
vi
si
alternano ogni dodici ore dal nord al sud e viceversa,
ad alimentarvi
la salute delle
piante e degli animali.
gruppi superiori delle alpi camune sono tanto
I
svariati ed interessanti che esercitarono gli studi di
valentissimi geologi, quali Payer per V Austria, LoGustavo Siéber ed
(1)
mello
il
Adami, capitano
battista
lo trovò
(2)
il
d.r Baltzer toccarono la
28 luglio nel 1870.
di
Il
12 agosto del 1874
della 12,^
cima dell'Ada-
vi
giunse Giam-
compagnia alpina
3652 m.
Sulla via nuova è solo a m. 1876.
coi suoi,
e
,
65
rentz (1864) per la Germania, Rath, Baltzer da Zurigo (1869), Ragazzoni da Brescia, che ne presentò
profilo alla esposizione di Vienna, Stoppani, Sprea-
il
fico.
Major.
nocciolo granitico
Il
à.'
hornblenda dello
Adamello, che ricompare al Tonale, per
da Rath
cialità
si
la
sua spe-
disse tonaliie.
Nei seni delle ghiacciaie formansi alcuni laghetti,
quali
de'
lago Negro sul Gavia
il
Tre Signori, due fonti dalle quali scendono
primi
rivi dell'
OgHo,
fiumicello d' egual
il
Re
T Ervalle sul Pizzo
,
di Sonico,
il
il
lago Avio versante a
nome
Sciamo
il
,
si
il
Salarno
ne derivano,
dell'
Europa
altezza di circa duemila metri. Nell'Oglio
all'
il
trovò a m. 2108 sul livello del mare.
pescano delle più squisite trote dorate
sino
Temù
e l'Arno in Val Saviore
In questi laghetti, e nelle correnti che
si
due
Battone generante
versanti le due Poia a Cedegolo. De' quali
da Baltzer
i
da
Cividate al lago, pigliansi trote scure sino da chil. 20,
nelle correnti più elevate stanno trote più piccole e
bianche, ed oltre Edolo trovasi
Oltre
i
torrenti che
il
dicemmo,
sato specialmente da due Oglioli,
l'
temolo.
1'
Oglio è ingros-
uno scendente dal
Morterolo, l'altro dall'Aprica, dall' Oglione della valle
Paisco
,
dal Desso di Scalve
,
dalla Grigna di Esine.
Calce, potassa, magnesia, silice, allumina, fosfati,
scendono nelle
valli,
sui piani, ne' pendii pei detriti
di graniti, di dolomie, di gneis, di feldspati, di
mi-
66
caschisti,
che
succedono in guise strane, e
vi si
producono ed alimentano
dità di alcuna delle parti
colle valli di Scalve
la varia e mirabile fecondi
Valle Camonica,
mantiene ancora
nose più vaste e più
vi
belle della
le
che
selve resi-
Lombardia
;
quali
quelle di Borno, di Bienne, di Grevo, di Vezza, di
Ponte
di
Legno.
Per queste selve, e per
le
vaste ed inaccesse so-
litudini delle ghiacciaie, nella parte superiore della
Vaile, serbaronsi ancora sino nel secolo scorso alcuni
cervi, cignali,
ora vi
si
trao, vi
marmotte, e caprioli e stambecchi, ed
cacciano ancora camozzi, ed urogaUi e te-
compaiono aquile, e dal 1869
al
1872
vi si
uccisero ancora tre orsi e sette orse.
botanici sul Gavia, sul Tonale, sul Miller, sul
I
Baitone, trovarono flora rarissima, preziosa anche per
la Svizzera e per la
Come
tipi.
si
Germania, ed unica per alcuni
può vedere dalla diligentissima
descri-
zione fattane dal dottor Lorenzo Rota nel Prospetto
della
Flora della provincia di Bergamo (Bergamo, Maz-
zoleni 18oo,, ed in parte nelle Piaìite vascolari della
provincia di Brescia del prof. E. Zerzi (Brescia 1871).
II
capitano Adami nel 1876, completando studi di
Spinelli del 1856; descrisse 135 specie di molluschi
della Valle dell'
roccie cristalline,
Ogho,
e
di
de' quali sole 12 trovò sulle
queste
l'
helix
vente sul Tonale sino a 2700 metri.
De
Bettac vi-
67
STORIA.
La Valle Camonica interessa vivamente eziandio
per la sua storia speciale dagli albori della
Noi qui accenniamo solo
i
tratti
civiltà.
più caratteristici per
farne comprendere la fisionomia generale, e per allettare a ricercarla.
Quando anche
coli
avanti
in questa valle
rifugiarono
Cristo
le
da
a tre se-
sei
aristocrazie
delle
umbre ed etrusche per le invasioni galliche,
assunsero il nome di Reti, qui erano popolazioni
colonie
e vi
selvaggie miste di Liguri
le colte
rifugiate
e
di Finni.
Tra
accamparono quali
si
le quali
isole, e vi
esercitarono arti metallurgiche, costruttive e tesseli,
che tradizionalmente
dendo queste
si
tradussero sino a noi, ren-
valli patria d' artisti, di
minoranti, ed
insieme di boscaiuoli e di pastori. Frammenti di lavori con caratteri etruschi, e
mentano quelle prische
nomi
colonie civiH.
di luoghi,
Il
ram-
lago era con-
fine ai popoli di lingue e prodotti e governo diversi,
e sul lago adunavansi per gli scambi Galli e Ceno-
mani
e
Camuni^ scambi
di pece, di miele, di cacio,
di pelli, di bestie, di lane, di metalli de' montanari,
per biade e vino.
Già da due secoli
mani, e
ed
la Valle
ostile al piano.
il
piano era tributario
ai
Ro-
Camonica rimaneva indipendente
Fu soggiogata interamente
dai
6S
Romani lo anni
da
sé,
via
lungo
nero
di
forse colla Valle di Scalve
il
Roma,
I
Camuni ven-
stesero giurisdizione da Sale Marasino sino
r Aprica ed
chiamarono poi
Il
che allora avea
Quirina pei voti nei Comizi
il
Tonale
più aperto meridiano,
sito
,
Desso per Val Camonica.
ascritti alla tribù
oltre
corpo amministrativo
a. C. e lasciata
,
ed ebbero centro nel
che, dalla destinazione,
Cividate.
dominio romano
lasciò
profonde traccio nella
valle in vie, in torri per guardarle, in lapidi, in
nomi
di luoghi, in condotti, canali, ecc. Cristianizzato
V im-
pero, e corrotta la milizia romana, le chiese suben-
trarono agli ordini romani, e continuarono la pro-
paganda conquistatrice. Nel secolo quinto il cristianesimo cominciò dal ridurre le popolazioni meglio
ma
romanizzate,
le
remote
sulle Alpi resistettero al
nuovo culto romano sino verso
il
secolo nono, ser-
bandosi fedeli a quello aborigeno di Saturno, e verso
il
Tonale
loro
paga.
i
al
tonante Tunal (sole Thor), sacrificando
sacrari
Quando
sulle
coi
vette
che tuttavia chiamansi
Franchi autori del papato,
il
i
pre-
dominio del clero fu assicurato anche nella Valle
Camonica,
le chiese
vi si tro\'"arono
plebane di Pisogne {in sylvis),
di Cividate, di
Dalegno
cinque centri battesimali:
Cemmo,
di
di
Regno,
Edolo (con succursale a
in deserto), centri subordinati al vescovo di
Brescia, che coi Franchi tolse
V autonomia
alla re-
69
pubblica di Valle Camonica, e che vi manteneva Curie
governate da gastaldi investiti da' suoi avvocati o
scudieri.
Romani punirono
I
camuna anche
la resistenza
subentrò alla milizia ed al
quando la Chiesa
culto romano, passarono
massimamente ad essa con
diritti
colle confìsche dì vasti beni,
quali,
i
feudali di decime,
di caccie, di pesche, di balzelli sui mercati, sui pas-
saggi.
I
Franchi per sicurarsi della Valle, opposero
Dreno feudale
romana
alla
come
Cividate,
i
Goti ave-
vano elevato Pavia contro Milano.
Quando
nel secolo
Germani, e che
X
Camonica
i
Lombardia prese ad
ponendo loro ai fianchi feu-
laicato nella
il
emanciparsi dai vescovi,
datari imperiali
Franchi subentrarono
ai
consoli popolari
e
tolse a riprendere
di feudale e popolare.
,
anche
la Valle
governo proprio misto
A capo
del feudale sorsero
i
Federici, famigla ghibellina già polente nel sec. XIF,
accentrata nelle castella di Motnecchio, Gorzone, Cem,
Mu,
i
Lesine^ gli Antonioli di Cimbergo.
Griffi di
nobili di Losio (1),
di Dreno,
i
i
Pellegrini di
Celeri di Lovere.
Gemmo,
favore
Pel
i
i
Ronchi
dei quali
passarono nella valle Federico Darbarossa nel 1158
(1)
Questi nobili
a dimera
i
i
Donati,
Lanfranchi.
I
si
dicono toscani migrati
come
nica per le fazioni,
i
di là vi
Bonacorsi,
i
si
recarono
Malagiizzi,
i
nella Valle
Camo-
per simile motivo
Gualandi,
i
Capponi fermaronsi a Clusane sul lago.
Sismx)ndi,
70
e nel 1166, Lodovico
Bavaro nel 1327, l'impe-
il
ratore Carlo IV nel 1355,
nel 1516.
Il
Massimiliano imperatore
popolo possidente alleato spesso anche
con alcuni nobili, ordinato tradizionalmente per repubblichette federative, votava statuti, nominava sindaci e consoli,
s'
accordava in generale comunità a
Breno. In Valle era un misto di curie vescovili, di
castelli feudali, di consigli popolari, di magistrati, di
principi conquistatori, ora Torriani, ora Visconti, ora
Malatesta. Laonde la Valle
che
già dal mille eser-
commerci con Venezia subentrata all' antico'
emporio di Padova ed al porto di Adria ^ nel 1426
citava
fece pratiche
l'
per porsi sotto
leone del-
le ali del
Adriatico. Venezia meglio d' ogni principato rispettò
le libertà della Valle
,
ne favori
industrie ed
le
i
commerci, pesò lievemente colle imposte.
Dal 1428, in cui Venezia prese primo possesso
nella Valle, al 1516,
il
di lei
dominio
stato dai signori di Milano Visconti
congiurati di Cambrai, e
l'
e
vi fa contra-
Sforza e dai
inquisizione nel
1518
gio-
vandosi dell' indebolimento di Venezia nella Valle Ca-
monica abbruciò più
di settanta
streghe e stregoni,
specialmente a Pisogne. Con Venezia teneva
polo,
i
feudatari stavano
massimamente
il
po-
coi Principi,
onde Venezia bandi i Federici di Mu e di Cemmo.
Nel 1433 approvò i nuovi Statuti della Valle (1),
(1)
Quegli Statuti, in parte modificati, furono primamente stam-
71
che
governava per Consiglio generale degli
si
ginari e per Consigli speciali
,
e per
origi-
autorità del
1'
capitano e del vicario, nobili mandativi da Brescia,
e pel sindaco e per
Y avvocato
annualmente
eletti
della Valle e residenti in Dreno.
dal Consiglio
Ve-
1428 sottopose alla giurisdizione della Valle
anche Pisogne, che prima stava con Iseo, e Losio,
nezia nel
fortissima rocca de' nobili.
Nel 1800 per Valle Camonica scese
il
dall'Aprica
generale Macdonal con ventimila francesi per sa-
da Pisogne. Questa
lire al Tirolo
valle,
ai
coniini
tra la repubblica di Venezia e T Austria, pati forte
nelle guerre
dal
1797
al
1815,
con decreto 24
e
novembre 1797 venne smembrata e data parte a
Valtellina, parte a Bergamo e parte a Brescia; con
altro del marzo 1798 fu aggregata tutta alla Valtellina, e con altro del maggio 1801 venne tutta
aggiunta alla provincia di Bergamo, colla quale stette
sino al 1859,
legge
I
italica
essendo
stata
riunita a Brescia
per
23 ottobre 1859.
hnguisti troveranno
nella
Camonica pa-
valle
scolo allo studio delle etimologie de'
nomi
de' luoghi,
non altrimenti che nel Tirolo e nella Svizzera orientale. Ogni popolo vi lasciò medaglie della propria
lingua.
pati a Brescia del
1498. Di
quelli del
1433
è
scritto nella biblioteca dell' Università di Pavia.
un brano mano-
72
I
Reti e forse
Temù, Braù,
i
Liguri in Viù, Mu, Su^ Licanù,
Aliù (torrente), Artogne, Cianico. Anfnr,
Astro, Arno, Salarne, Avio. Daverna, Foia,
Set, Vesa, Gavia,
Demo, Esen,
Erbanno, nomi antichissimi.
Mon, Nader, Goen.
I
Celti in Boer,
I
Latini in Stadolina, Pontagna, Incudine, Santi-
colo, Edol (Idol),
I
Manerba, Pisogne.
Germanici e Cenomani in Berz, Simberg,
Grigna, Grignaglie, Garda, Fraine,
(vette), Darf,
Re
Miller,
(torrente). Pie
Buren, Bre.
L' industria
ed
il
commercio fecero quasi scom-
parire dalla Valcamonica
i
cretini
la deturpavano tre secoli sono.
ed
i
pezzenti che
,
73
Da
Pii»ogoe a Darfo.
Vie per la valle.
— La
via che da Brescia viene
per Iseo e Pisogne è provinciale, e continua sino a
Darfo nel lato orientale, ovvero alla sinistra dell'Oglio.
Da
43 chilometri
Brescia a Pisogne misura
,
da Pi-
sogne a Darfo chilometri 11, e qui sbocca per ponte
alla riva opposta nella via nazionale che
per Valle Cavallina e pel lago
Lovere
d'
Endine giunge a
per continuare alla destra dell'Oglio
(chil. 43),
sino a Breno, indi, ora di qua ora di
dove
si
da Bergamo
andando da un
biforca^
là,
sino a Edolo,
lato verso
Y Aprica,
dall' altro al Tonale.
A
destra di chi sale da Pisogne a Darfo per la
via provinciale,
il
piede del monte è quasi continua-
mente ammantato da magnifica
selva
de' quali qui da quarant' anni
prese a fare, spe-
cialmente da Zattini, da
Rizzi,
accurata, economica. Sono
lia,
i
da
più
e vogliono essere visitati,
si
d:
castagni
Fiorini, coltivazione
utili
castagneti d'Ita-
segnatamente da Ar-
togne a Gianico.
Ad Artogne
gli
amatori del bello
artistico
ponno
vedere nella parrocchiale una pala del Talpino o
Salmeggia, e
gli archeologici nella S. Giulia alla
cam-
74
pagna troveranno
del secolo XIIL
-
reliquie
di
costruzione lombarda
Abitanti 1689.
mostra del-
GiANico, poco oltre Artogne, fa bella
l'
oratorio della
Madonna
eretto nel
ìd33 sopra ve-
detta amena, » Abitanti 834.
Darfo.
—
In
dell'anno 1047
tare
all'
diploma
si
dice,
di
Enrico IH
come
impero mille libbre
Curte Bervi
^
quelli
di
doveano tribu-
ferro
ed era nella residenza
imperiale a Darf,
agli Scalvini
all'
anno
in
dell' ufficiale-
dove scendesi per via lungo
il
torrente Des, per accedere anche dal mercato di Pi-
sogne, ove era la piazza degli Scalvini. Darfo allora
era notevole solo per la corte regia, stazione daziaPoscia fu soverchiato dallo sviluppo
ria.
comune
di
Montecchio,
e dalle rocche
del vicino
de' Federici.
Darfo ha bei boschi bene amministrati, e pascoli capaci di quattrocento
sociali (1).
-
capi
grossi
e
quattro latterie
Abitanti 2275.
Montecchio era frazione di Darfo suU' Oglio; pati
immensa rovina
(1) Il
drone
di
popolani
comunali.
dal fiume nel 1471. Allora la xor-
45 ottobre 1834 due battaglioni
di fanteria
ed uno squa-
cavalleria dell'Austria invasero questo paese
che s'opposero
all'alienazione
de' boschi e
per punire
de' pascoli
75
rente andava
nome
mo
all'
occidente del monticello che diede
a Montecchio, verso Erbanno, e deviolla Abra-
Federici nel 1511. Nel
1200
il
sindaco di Mon-
uno
Brescia nel 1270 mante-
tecchio coi Federici conveniva d' accordare loro
comune, e
neva a Montecchio un probo viro perchè vi ricevesse
le zattere {bine) di legname per essa, e le facesse
andare al di lei massaro in Iseo. Sul vertice del monde' consoli del
ticello
d'arenaria rossa, isolato tra Darfo ed Erbanno,
era la massima rocca de' Federici, rocca antica cheBrescia
aveva fatto restaurare nel 906, e che ora
serba poche vestigia. A pie di quel dorso nel 1684
si
di
gettò quel magnifico ponte di 24 metri
34 metri sul pelo
deli'
acqua
che vuoisi vedere come uno de'
della valle. Presso
dell'
Immacolata
il
al
siti
culmine,
a fresco prima del 1500,
arco e
ponte
più pittoreschi
ponte ad oriente è
eh' era
d'
la chiesetta
tutta dipinta entro e fuori
ma
che ora serba solo
le
pitture interne del vólto, notevoli per la storia dell'
arte.
76
0a
Hoaìteccìiio a Bienno.
La Valle Camonica sino a Dreno è ampia cosi da
avere buone vie allaccianti i paesi su ambe le sponde
deir Oglio. La provinciale cessa bensì a Darfo, dove
mette foce nella nazionale a destra od occidente del
fiume,
ma
qui spiccasi altra
buona
via carreggiabile
che per Montecchio sale ad Esine, Berso inferiore,
Bienne e Prestine che stanno in amenissima successione di colli vitiferi lungo
torrente Grigna.
il
Plem, frazione meridionale
pittoreschi
rocca delle
di
rocca intorno la quale
opere romane
più
Guadagnini
le
(2).
GK
antiche delia valle
^
(1).
gnini, prevosto di Cividate
evo
Esine, ha avanzi
rinvennero frammenti di
si
EsiNE, patria del dottissimo
tore
di
vivente
,
Giambattista Guada-
(1724-1806),
e del pit-
notevole
nel medio
fu
statuti di Brescia del
1288 nominano
tra
rocche principali di Valle quelle di Montecchio, di
Esine, di Prestine, di Gorzone, di Dreno, di Cimbergo,
di
col
Malonno,
di Corteno, di
Blem
(1)
paese
(2yi
Ricorda
l'
Mu,
di
Daligno, di Vozza,
è presso Barcellona.
Esine,
lat,
Aesis, fiume della Sabina, e
monte Grigna presso Varenna
al
lago di Como.
l'Esina
77-
Qui bisogna
salire
antica di S. Trinità
stile
lombardo.
Ivi
sul
,
colle
ove sta la parrocchia
della quale
rimane
il
coro di
erano due quadri, uno in tavola,
altro in tela di Calisto
da Lodi, che Guadagnini nel
1870 fece portare nella sagrestia della parrocchia
attuale di Esine. In altare a sinistra di questa chiesa
di S. Trinità è
la
Crocifissione,
un insigne a
fresco
rappresentante
simile a quello della chiesa
sciplini di elusone,
de' Di-
che è del 1471. A pie del colle
di Esine è la chiesa dell' Assunta, tutta nell' interno
dipinta a fresco graziosamente da ignoto nei 1493,
ha cappelletta con dipinto il Presepio di quelr epoca. Esine appare primamente in carte del 994.
e fuori
-
Abitanti 1781.
Il
ponte suir OgHo tra Esine e Pian
di
Borno
fu costrutto nel 1870.
-
anno 774 si nomina
Berigis per indicare Berz, ma non si sa quale, perchè sono tre i paesi con questo nome, due nella Valle
Camonica, uno presso il lago d' Endine. Bers è voce
germanica antica, significante mira, onde il bersaglio.
Berzo
Anche
colle,
In diploma
dell'
la parrocchiale prisca di
ed è
il
S.
questo paese era sul
Lorenzo, ove pure serbansi dipinti
del secolo XV, notevoli per la storia
dell' arte.
Ivi
era pure una rocca, ora tutta rovinata, che appar-
teneva
ai conti
Lambertini.
-
Abitami 661.
,
78
BiENiNO.
gna
si
-
Salendo presso
il
grosso torrente Gri-
va a Bienne ed a Prestine. Bienne, pronunciato
nome cenomano, come
Bien^ forse era Brien
Boer, Nader, Cimberg.
Gli
mura
chitravi, di stipiti, di
avanzi
d'
colossali
Bre,
di
ar-
arenaria rossa, deno-
tano che da antico Bien fu paese forte ed opulente.
Nel
\
600 aveva
Camonica
,
la più bella selva resinosa di Valle
delle quali 6 per falci.
e 15 fucine,
sacrato della di lui parrocchiale al
è
il
sommo
Il
della terra
più pittoresco della valle. Nella chiesa della Ma-
donna voghonsi vedere neir interno
del secolo
XV
in parte guasti
,
dipinti a fresco
e fuori la
Madonna
nella lunetta sulla porta d' ingresso alla maniera del
Ferramela.
sposalizio.
Il
Romanino nel coro
La pala
dipinse arditissimo
questa chiesa è attribuita a
di
Morene. Bienne ed Esine hanno fucine nelle quali
si
preparano mescolami e ferro in verghe, ed a Bien-
ne 24 fuochi preparano padelle
,
fondi di bilancio
lamiere, oggetti eccellenti per la qualità del metallo,
ma
che
fatti
a
mano
ancora, non hanno l'aspetto
grazioso de' prodotti francesi ed austriaci, né costano
si
poco. Que' fabbricanti da poco
unica società che
saprà quindi introdurre perfezio-
namenti economici,
e che
duecentomila
-
-di
tempo composero
lire.
produce pel valore annuale
Abitanti 1900.
79
Prestine è antico sito sulla via al passo di Croce
Domini^ alto metri 1740, passo che corigiunge la
Valle Camonica colla Sabbia per Bagolino distante
da Bienno sei ore di cammino. Quo' monti sono pascolivi e selvosi, belli perciò a visitare. Sulla cima
,
è
anche un
riti
gentili,
gagli
si
detto pietra
sito
perchè
il
dell'aliare
,
ricordante
valico è antico e rocca de' pa-
dicono avanzi di vetusto castello sopra Pre-
stine, che,
come Bagolino, Borno
e Lezio, nel
evo stava quale repubblichetta alpina da
sé,
medio
ed aveva
maggior estensione prima della grande alluvione del
1634. Sotto il castello di Prestine nel 1870 si trovarono sepolcri romani.
desi in nicchia
-
Abitanti 697.
All'
un Presepio
ingresso di Prestine vedipinto nel secolo
XV.
80
Da Boario
alle Talli d'
Angolo
e di licalTe.
Uno
dei principali confluenti dell' Oglio per copia
d' acqua, ed
è
il
più notevole per grandiosa orridezza
Desso, fiumicello tributante le acque delle valli
il
di Scalve e d'
Angolo. Presso
fonte di Boer (Boario)
d'
il
di
sbocco è la
lui
acqua purgativa magnesiaca
marziale, nota sino dal 1400, che da trent' anni va
acquistando sempre favore più ampio, e che sarà più
frequentata quando alla bontà
ranno
i
conforti
significa capanna,
dell'
ed
il
Boer
albergare.
vecchio
acqua risponde-
dell'
nome
nell' Islanda
di Casi de
Boer
sembra rammentare T origine di quel nome. Da quel
casino sale a Valle d' Angolo la via che viene diretta
dal vecchio ponte di Montecchio, e vi trova
i
paeselli
Gorzone, Terzane, Anfurro, Angolo, Mazzunno, cinque
comuni aventi popolazione complessiva
sone, laonde appaiono
Angolo ed Anfurro
spaziante
i
più
sottili
di
della
sta laghetto quieto
2078
per-
valle.
Fra
e pittoresco
un chilometro quadrato.
Gorzone era la rocca costrutta da Zenone Fedenel 1150.
rici
Ivi
in arenaria rossa
d'
un
Isidoro
un
bel sarcofago
morto nel
Federici
'
1386
(1).
(1)
nome
sulla via vedesi
Una
^
via detta
è sul Padovano.
Gorzù
è ad Iseo,
ed un torrentaccio
di tal
81
Angolo in capo alla valletta ha
il
vago laghetto
ombroso detto Co de lag ( Capo di lago ) popolato
tinche, persico. Qui sono le vècchie mada trote
,
gioni de' Federici
sbocco
1810
del Desso dal
al
che alla
que' Laini
e le case di
,
1813 fecero grandi
la-
vori di ferro e ghisa per le artiglierie napoleoniche.
Antica via scendeva dalla Valle di Scalve ad Angolo, secondando
Desso,
il
ma non
mantenuta
e ro-
vinata da frane frequenti, era resa impraticabile ai
veicoli.
Onde
gli Scalvini, soliti
cato di Pisogne, dove
eran
una
a frequentare
piazza portava
ridotti a ricevere la biada
il
nome,
loro
ed a scaricare
il
lóro
1300 me-
ferro solo per T alto giogo di Castione a
tri.
mer-
il
Dal 1862 sui disegni dell'ingegnere Paolo Fio-
rini di Darfo,
prese a cavare
si
la via attuale
per
13 chilometri da Angolo al Desso, via che per Torrido sublime riesci
più pittoresca ancora che
nomata Via Mala
pregio dell' opera
de' Grigioni
il
mandarne
,
tanto
che
fotografia
la
stimò
si
all'
ri-
esposi-
zione di Parigi del 1867. Per la via antica vi scen-
devano
il
ferro
tempi romani.
ed
Ivi
niere più copiose e
rame cLe vi si coltivava dai
nel monte Manina sono le mibuone di ferro spatico "^della Lomil
bardia.
La Valle
Chamounie
di
Scalve è curiosa a vedersi come la
alle falde del
Monte Bianco, quella
delle-
Andorre ne' Pirenei.
Fu repubblichetta
federale nel
medio evo^ tributaria a Bergamo, quantunque ancora
abbia solo 4800 abitanti
(
Vilminore
distribuiti in
cinque comuni
Collere, Azzone, Oltrepovo, Schilpario
,
)
ed otto parrocchie. E una valle tutta alpina, pasto-
dove all'altezza dai 1000
rale,
sati
solo
r
noci,
i
il
castagni,
i
farro,
la
la
vite,
scandella,
il
1300 metri, ces-
ai
il
maiz,
frumento marzuolo,
orzo, la segale, le patate, le rape,
le selve più belle e
dia
,
coltivano
si
il
lino. Ivi
sono
meglio coltivate della Lombar-
gareggianti con quelle del
confinante
Borno.
Selve delle quali prima che Scalve aprisse la nuova
via,
usava solo per carbone ad alimentare suoi forni
€ sue fucine
Per fondere
e
,
i
che ora riduce anche
suoi buoni minerali
ha due forni
ternanti al Desso, frazione di Azzone,
a Schilpario,
i
legname.
in'
due
e
quali, complessivamente
al-
simili
dal 1866
,
davano una media produzione di ghisa di 2832 tonellate quanto può dare da solo 1' alto forno Gregorini a Castro. Ora qué' forni Scalvini riposano.
,
A ViLMAGGiORE, fraziono di Vilminore,
traccie di sepolcri romani nel sito detto
si
i
trovano
Paga. E
tradizione che al Giogo siansi rinvenuti segni delle
bande
di
Alani condotti da Beorgor e disfatte da Ri-
cimero, che morì a Milano nel 472, Schalf agli Armorici
valle
fessura
,
e
questa potrebbe essere la
88
nome
radice celtica dello strano
salivasi
della valle, alla quale
per Torrida fessura del Desso.
12S1 s'erano redenti dalle
Gli Scalvini fino dal
servitù feudali.
ScHiLPARio è la patria
del
cardinale Mai, morto
nel 1855, del quale ha bel ritratto del Coghetti (1),
e dei Grassi che ebbero pure uomini notevoli. Vii-
minore è
uno Maggiore agli
Beltrami da Bergamo alla scoperta
de' Taghaferri, de' quali
Stati Uniti, sussidiò
delle fonti del Mississipi nel 1823.
Oltre Schilpario è da visitare la magnifica selva
piana per tre chilometri sino
niere di ferro, e
di Paisco e
passo alla valle ferrifera
il
Loveno.
Gli alpinisti
in questa valle,
minerali di
apre
s'
ponno trovare
a belle salite
rame
piombo argentifero,
e di
il
i
2677 metri
quale salirono
alpinisti
r estate del 1874.
(1)
Ivi
si
Bergamo.
eleva
il
dal-
Piz Tor-
mare, e sul
sul
livello del
da
Milano e bresciani nel-
fa
ancora buona caccia di
Altro ritratto del Mai di Podesti
gamo, uno squisito busto
si
3 ottobre 1871
ingegnere Antonio Curo da Bergamo, ed
nei tocca
di
invito
dove la Presolana, che ha traccio di
metri 2500, e fu superata
l'
ove sono mi-
ai Colli,
di lui
è nel
municipio
di
Ber-
del Tenerani sta nella biblioteca
84
lepri, di francolini, di cotornici
che urogallo.
gli ultimi
Buone
due
Il
,
di pernici
14 agosto del 1800
vi
,
si
di qual-
uccisero
cervi.
osterie
vi
sono al Desso, a Vilminore e
specialmente a Schilpario.
,
83
Da
Rogntt a Breno.
Salendo a ritroso
ovvero dal
oltre
dell'
Oglio alla di lui destra
r ingresso della Valle
sciansi a
da Lovere a Cividate
lato occidentale
mano manca ed
d'
Angolo a Boerio,
la-
Valle Scalve
ai confini di
due notevoli centri montani: Borno e Losio, che nel
medio evo pel loro isolamento formavano quasi due
repubblichette da sé
tati.
,
e che meritano d' essere visi-
Borno è nella valletta tributante
Lozio in capo a quella donde scende
il
Trobiolo,
Buone
vie mulattiere vi salgono, partendo, quella per Borno
da Erbanno ad un chilometro da Boerio, quella per
Lozio da Malegno in fianco a Cividate.
il
Lanico.
.
Erbanno
è
nome
pellava Erbanno, E
fero della valle
,
e
pampini sorgono
le
Nella chiesa
della
antico umbro. Orvieto pria s'apil
sito
dove tra
il
verde brillante dei
chiome miti e pallide degli
Madonna ha
fresco di CaHsto da Lodi.
i
più aprico e meglio vini-
ulivi.
preziose reliquie a
Del feudo che
vi
aveano
Federici serba segni in resti di torri, in salde
ma-
gioni, delle quali notevole è quella Balardini della
fine del secolo
il
S.
braccio che
XVL Ove spiccasi
mena ad Erbanno,
dalla via nazionale
sta la chiesetta di
Martino con campaniletto del secolo XV, con a
S6
freschi logori di quel tempo, e sepolcri de' Federici.
-
Abitanti 919.
BoRNO
bum
dice Buren, e
si
ferro,
Buren
il
Barbarossa, ed
i
ma vi
rio,
onde
s'
si
feudo del padre di Federico
borni o rupi di Dante. Si trova no-
minato primamente
nus,
,
rammenta T antico tedesca
diploma dell'anno 816 Bur-
in
rinvennero due lapidi romane a Mercu-
argomenta
fosse stazione
Valle di Scalve. Nessun
vasto e regolare
le coltiva meglio.
manto
comune
di
di selve,
Ora partendole
commerciale per
Lombardia ha
si
nessuno dal 1870
in ottanta lotti
da
tagharne uno ogni anno, potrebbe cavarne un prodotto annuale di quaranta mila hre. E tutto
grembo verde
zone
un dolce
di belle praterie svolgentesi verso Az-
di Valle Scalve
,
e
coltivando
luliana ed
uva
rossa gaina a pergolati bassi in sito aprico, può ot-
tenere anche vino. Le belle selve di Borno pigliano
r estensione
di
820
ettari,
pei quali sino dal 1018
pascoH sono ettari 647,
Borno contese forte cogli
Scalvini sulla proprietà del
torio di S.
i
monte Negrino.
Neil' ora-
Antonio di Borno erano a freschi del Ro-
manino; ora deturpati da rinuovamenti
sconci.
Al-
1500 ha nella volta della chiesetta
Madonna Bazza. Sono frazioni di Borno: l'Annunciata,
dove in costiera d' ampia e vaga veduta sta un bel
tro a fresco del
chiostro di cappuccini; sulla facciata della cui chiesa
87
dipinse Pietro Giovanni da Cerno nel
di
1479; e Pian
Borno, sito di aspetto signorile sulla via nazionale
dove matura V
sotto dirupi pittoreschi
uliva.
Borno ha sette seghe pei suoi legnami e 2818
buone osterie.
La famiglia Camozzi è
abitanti, e
veli di
Borno.
OssiMO
si
è
paese pure pastorale e boscaiuolo che
trova su altra via mulattiera che da Borno sbocca
a Malegno. Qui pure
nella sua selva
si
una lapide romana,
trovò
Gas (già riservata)
si
Abitanti 1088.
rice più saldo d' Itaha.
di
delle più antiche e note-
produce
s'
la-
Sulla piazza
Ossimo superiore apresi pozzo pittoresco a
di cisterna dal quale
il
moda
attinge mediante leva.
Lezio (Loz) è accessibile per vie mulattiere o
da
Borno ed Ossimo, o da Malegno, o da Lesine oltre
Breno. Consta di quattro gruppi formanti
de' quali
il
bile Villa,
più elevato è
Somma
Prada^
il
comune,,
il
più no-
l'infimo So silva (sotto la selva).
Lozia
nel 1428 fu da Venezia unito alla valle, mentre prima
stava da
castello
sé.
Vi
si
veggono
e della torre
quali la tolsero
e che nel
1454
i
le
rovine del fortissimo
che era dei nobili guelfi
Federici nel principio del sec.
resistette fieramente con
de' Lezi ai Visconti per Venezia.
,
ai
XV,
Bartolomeo
Della fine dei No-
88
bili
si
raccontano cose drammatiche. Quelle reliquie
a Villa diconsi
mo
Paga. Lezio ha cava e sega
i
Malegno gareggia con Erbanno per
la
vino che produce nel suo seno aperto al
due
e
mar-
1011 abitanti.
occhiallino. e
dall' aquilone,
di
secoli
bontà del
sole, difeso
sono avea fama per uve
moscatelle e schiave. La chiesa parrocchiale, rifatta
nel 4415, lasciò
tica
1'
esterno del coro di forma più an-
lombarda. Sulla piazza
in nicchia
Malegno serba
dipinto del 1470. Frazione di esso è Y Ospitale a pie
del ponte vecchio dell' Oglio per Cividate, dove nel
secolo XIII
della
apri
si
brefotrofio,
Madonna con
dove è
inscrizione del 1340, e con di-
pinti esterni all' ospizio del secolo
sette fucine per mescoli forati, e
XVL Malegno ha
1065
abitanti.
1800 noverò tra le buone uve
ItaHa quella detta malegno (mal legno), dalla quale
Crescenzio
d'
la chiesetta
nome a questo paese vitifero,
origine del nome di quell' uva.
pare originato
^gli
non fu
Cividate col
politico
nel
il
nome
ricorda d' essere stato
ed amministrativo della valle
dominio romano^ quando essa
centro
tempi del
ascritta alla tribù Qui-
rina formava repubbhca federale da
da Bergamo
a'
il
se
sé,
indipendente
e da Brescia. Embrici inscritti con alfa-
beto etrusco scopertivi, accennano che fu luogo no-
89
^
.
tevole anche
prima dei Romani.
Il
nome^
Civitas è
generico e copri lo speciale che avea pria, e che da
alcuni
si
suppose fosse quello
pose tra gli Euganei
era
si
il
Vannia^ che Tolomeo
occidente
all'
capo o Tassemblea de Camunij
ripete tra
Baschi
i
né Vannia
nome
antico che
La tradizione me-
nome
di Blasia al sito,
il
né Blasia
,
Qui
dei Veneti.
de' Pirenei.
dievale attribuisce anche
ma
di
ripetesi in qualche
luogo
nel territorio di Cividate (1). Molte lapidi qui cavate
si
Bergamo e
veggono ancora immurate
portarono ne' musei
alcune
tante
si
canonica.
parrocchiale
Vi
trovarono
si
della
,
due
traccie
A Cividate
curia.
opposero Breno,
e
dalle
della
del teatro, della
romana
i
Franchi
cui rocche vollero frenare
ricalcitranti al cristianesimo feudale^
mase una
orto
nell'
ma
impor-
la più
,
nella
tribuna,
di Brescia,
di
ma
Cividate
i
ri-
delle cinque pievi battesimali della valle,
e diventò curia del vescovo di Brescia, che pei suoi
avvocati e gastaldi
notevoli avanzi.
x\lla
1806, fu arciprete
eresse fortihzii, de' quali sonvi
vi
fine del secolo scorso e fino al
di Cividate
il
dotto Guadagnini,
camuna, parecchi manoscritti
del quale ora sono nella famiglia Labus. La parrocchiale ha un quadro di Calisto da Lodi. Ed una ma-
illustratore della storia
gnifica croce d' argento cesello e niello del
Girolamo delle Croci da Brescia. Curioso
(1)
Il
suono
di
Blasia sentesi nel
vi
1518
era
il
di
vec-
monte Bles sopra Viù.
90
chio ponte di legno coperto al
bello a vedere è
il
modo germanico, e
da
chiostro di S. Pietro fondato
Antonio da Padova sul colle Barberino alla metà
S.
del secolo Xlil, da rovine di Castello, ricostruito con
buono stile nel secolo XVI su eminenza donde si
gode il prospetto più completo della valle Camonica
inferiore. Quel chiostro ora è posseduto e conservato
,
da Morandini
Il
Bienno. Abitanti 911.
di
ponte nuovo
Breno
si
di Cividate fu costrutto nel
pronuncia
B^^e,
nome
1871.
celtico portato
an-
che da paesello sul Brembo presso Bergamo, e che
deriva o da brek greppi, o da brik ponte, onde Brie^
da bren capo, principe. E tradizione che fra
Briól,
le castella
che per rifugio dagli Ungheri
restau-
si
rarono nel 906, fossero in Valcamonica Rogne, Montecchio
e
Breno.
Che
feudali nella Valle,
si
ma
centro
la cui chiesa
dente da quella piovana o
Il
tolse
dei
dominii
rimase dipen-
battesimale di Cividate.
ponte attuale che guida a
Breno chi viene dal
mezzodì, anticamente avea saccello di Minerva, e
dice ancora Manerba.
Sopra Breno a levante è
si
la
frazione iVstre, ove furono rinvenuti sepolcri romani.
Gli Statuti
tra
i
di Brescia
pongono
il
castello di
primi della Valle, insieme a quelli di Montec-
chio, di Gorzone, di Esine, di Prestine, di
di
Breno
Malonno,
di
Cimbergo,
Corteno, di Mù, di Vezza, di Dalegno.
,
91
Bartolomeo Colleoni
1438
sedio nel
lo
e nel
restaurò nel 1454, pati as-
lbl2, ed
il
comune
da Venezia nel 1566. Le rovine
lo
comperò
di lui cinte di vi-
gneti conquistati sulle terrazzine delle rupi sono
pit-
toresche assai.
Dreno verso
va nel lago
le fonti del Caffaro
d' Idro
,
ha
le
che per Bagolino
più vaste e belle alpi
ovvero pascoli da mandre della valle, pascoli
stesi
2936 ettari, e ne cava oltre a dodicimila lire di fitto.
Con cinque ore di cammino si giunge a quelle conche pascolive
(1).
A Breno sono da vedere parecchi oggetti
preziosi. Nella chiesa di S.
magnifici
giuriati,
a
fresco
un quadro
del
Antonio, del secolo XIV,
Romanino nel
coro, ora in-
dei Moretto, altro di Calisto da
Lodi. Nella chiesa campestre di S. Valentino
con Vergine
e
d'arte
una
tela
Santi di Giambellino, e due tele di
Calisto nella parrocchiale attuale compita nel 1673,
dopo che
la rovina del
1629 guastò
la vecchia par-
rocchia di S. Maurizio e distrusse la Frazione Oneta.
Breno
,
già sede del corpo
o
dell'
assemblea
ha sotto-prefettura ed ufficio
che per la Valle. Di Breno si può dire
Valle, ora
(1)
Le
confinano
fìone
di
migliori
coli'
delle ipoteciò
che
Pli-
sono chiamate Cadi], Basinina, Gaer, e
alpe Rondinino, di Gividate, e coli' eccellente Brof-
Bagolino,
pascoli di Coi
alpi
di
(
quale
col
Gollio
).
poi
s'allacciano a mezzodì
,
,
i
vasti
92
nio scrisse di
La piazza
nel 1860
Bergamo
:
altìus
quam
fortunatius situs.
di
Breno è a metri 350. A vincervi Terta
si
apri l'ampia
Via Nuova,
Albergo principale è quello della Posta o
Ha 3410
abitanti divisi in tre parrocchie.
d'Italia,
93
Da Breno ad
LosiNE.
gruppo
T Oglio, sorridere
oltre
sinistra
il
del paesello di Lesine, antica culla de'Griffi,
per frutta
felice
da Bergamo per Edolo vedesi_
Chi sale
prima, a mano
Edolo.
e
per vino. Documento del 1018
nemica Osene e pare Lesine. Un Giovanni
Griffi
da
Lesine fu vescovo di Brescia nel 1182. Abitanti 843.
NiARDo sta rimpetto a Lesine a
chi sale, e
si
può
visitare
mano
destra di
per a freschi del
sec.
XVI
nel coro della di lui parrocchiale. Niardo è nominato
già in carta del 970.
A Niardo
e
Braù serbansi an-
cora delle pera dette garaei^ famose nei secoli passati.
-
La
Abitanti 866.
storia e la
perchè nel 1066
alle
leggenda cristiana celebrano Niardo
vi
nacque
Conche sopra Nave,
S.
Costanzo l'eremita
e perchè nel
1150 diede
i
natali a S. Obizo, figlio del Console di Valle Graziadio.
Cerveno. Alla destra
di chi s'innoltra
Oglio
e sulla sinistra
s'ammirano campicelli
sulle macerie di rovine
il
dell'
accumulate
ai
conquistati
margini, sotto
paese di Cerveno (pronunciato Serve), dove
vano sepolcri romani, e ruderi
di torri antiche.
si
tro-
Forse
pei lavori di ferro, perchè ne' monti linerie e Giova
94
di questo
il
Comune
cava
si
il
minerale che alimentava
di lui forno riattato nel 1860, e
un prodotto annuo
dia
di
che rendeva in me-
435 tonellate
di ghisa.
11
popolo della valle trae frequente a visitare a Cer-
vone
le quattordici
in istucco
con figure in legno ed
capelle
scuola de' Fantoni di Rovetta
della
,
rap-
presentanti la passione di Cristo, [n carta del 960 è
nominata
villa
-
Cervone.
Abitanti 727.
Cemmo. Parte del minerale del Tinerale e del Giovo
andava ad alimentare
l'alto
forno di
Cemmo
a quattro
chilometri da quello di Cerveno, che dal 1866 avea la
produzione annua media di 459 tonellate. Ora questi
forni sono spenti.
Cem
è
una
delle cinque pievi e delle
quattro curie vescovili della Valle,
ma
ora diventò fra-
zione di Capo di Ponte. La sua antica chiesa di S. Siro
tra le rupi sopra
cello
ed
i
romano.
Ivi
1'
Oglio ha
il
l'
abside fatta con
un
sac-
vaso battesimale per immersione,
fregi della porta meridiana,
riore al mille, e nel generale
accennano ad età ante-
ha
lavori di tre epo-
Frammenti di questo tempio si immurarono nella
nuova parrocchiale di S. Stefano compita nel 1444.
Presso la vecchia Pieve era il castello di Pedona
de' Pellegrini, e là, sopra una rupe, è avanzo d'in-
che.
scrizione
del 1167.
Ancora nel 1299
il
vescovo di
Brescia avea molti Manenti,, ovvero servi della gleba
a
Cemmo. Questo paese
fu patria al valente pittore
95
Zuan
Pietro nella fine del secolo
XV. Sotto
Gemmo
ora sta
Capo
Poì^te.
di
—
Nella palude Im-Esanìc^ dove
suir Oglio era uno de' tre ponti del corpo della Valle,
ora sta
il
paese di questo nome, che
si
ripete alla
frazione di Mu, su altro ponte dell' Oglio. Quel ponte
era detto di
S.
Siro, vi
si
pagava pedaggio, che Ve-
nezia nel 14-28 lasciò ai Pellegrini, e quelli ribellati,
Venezia nel 1454
1466
lo
diede al Colleoni,
lo cedette alla iMisericordia di
quale ricuperollo
la Valle nel
il
quale nel
Bergamo, dalla
1793. Presso a quello,
nel 1299 era un ospizio pei pellegrini e per gl'in-
come a Dalegno, ad Edolo, a Cividate, a Pisogne, ad Iseo. Poco sopra stava un chiostro degli
Umiliati, del quale si veggono tuttavia preziose rofermi,
vine di costruzioni del secolo XIII sopra poggetto a
destra di chi sale per la Valle.
sta
Capo
La palude ove ora
Ponte venne empita da alluvione del
di
torrente Serio scendente da Paspardo e dalle rovine
dell'arenaria
rossa
{preda simuna). Nella chiesa
delle Sante, pure a levante di
a freschi
Capo di Ponte, sono
della scuola del Romanino. - Abitanti 1936.
CiMBERGO. con superbi avanzi della sua rocca fa-
mosa ed
antica,
Cemmo. La
già
rovinata nel 1288, prospetta
rocca di Cimbergo era degli Antonioli,
96
e loro confiscata
da Venezia,
droni, che aiutaronla
venne donata
a ripigliare
il
ai
Lo-
dominio della
Valle nel 14-32. Que' di Cimbergo andavano facchini
—
a Venezia.
Abitanti 933.
A quattro
chilometri da Capo
di
V Oglio
Ponte
s'ingrossa per due costanti tributari: la Foia da
vante
l'
,
le-
r Aglione da occidente. ~La Poia scende dal-
Adamello e
dall'
ampia Valle
di Saviore,
dal Venerocolo di Valle di Scalve,
e
TAglione
dalla
povera
Valle di Paisco e Loveno.
I
pescatori di trote d' estate salgono alla Valle di
Saviore per quelle squisite e dorate del lago d'Arno,
ed anche del Salarno, che è elevato m. 2059.
Grevo è
di Saviore
comune aprente
il
e
,
di
lui
l'
ingresso di Valle
frazione signorile è Cedegolo
417 metri alla sogha delUn frammento di lapide camuna
sulla via nazionale, alto
l'
osteria (Sieber).
in cui leggesi
Vicani Grehìae mostra Grevo già vico
romano. Intorno Cedegolo
si
veggono boschi cedui
modelli, e belle selve di castagni, e gelsi frequenti
e prosperi dovuti specialmente alle sollecitudini intelligenti di
secolo.
Nazaro Panserini del principio
di questo
Cedegolo pati forte per innondazione del 31
agosto 17S 7.
-
Abitanti 1027.
97
Saviore che dà
nome
tre parrocchie,
tito in
e
comune
alla valle è
par-
chiesa del sito Saviore
la
m. 1237, laonde la valle è tutta pastorale e
boschereccia. Ed alimenta non solo un migliaio di
sta a
ma
anche altrettante pecore e circa trecento
capre, per le quali ha una capanna sopra il lago
bovini,
Salarne sino all'altezza
possono pigliare
metri 2108.
ultime mosse alla salita
le
quella
si
dell' Ada-
I
nine. Nel di lui territorio oltre
Fumo, donde scende
valle di
mante
rono consunti nel
vi distrusse
drini, de' quali
tematico
lago d'Arno è la
il
fiume Chiese
il
,
nel 1747,
versità di
,
ma
i
documenti
terribile incendio del
72 case.
resero
si
il
27 aprile
666
Saviore fu culla degli Zenillustri
Bernardino
naturalista Gianmaria,
il
anda-
gli
costruttore de' murassi di Venezia
e Bernardino
,
Oglio,
chiamasi anche
di lui piazza
quelle de'
è
l'orni
ma-
morto
morto nel 1857,
poeta, che fu professore alle Uni-
Padova e
dell'
1
il
di
Palermo. Abitanti 1794.
Berso Demo è notevole pel suo alto forno
destra
for-
lago d' Idre. Sul Dosso Merlino Saviore an-
il
ticamente ebbe castello
che
Da
nomi Arno, Salarne, Baitù, x\vello in quevalle, rammentano antiche immigrazioni apen-
mello.
sta
di
il
la
opposto al di
forno nuovo o
più ampia e
dell' Italia alpina.
lui
dell'
sito.
alla
Questo
Aghone, e
comoda
la
fra tutte
Dalle miniere di
7
98
Gaviera trae ghise bianche da ferro, e lamellari
acciaio, e dal
1866 ha produzione
media
in
1274 all'anno (Zoppetti, Indusiria
nellate
di
di to-
del ferro.
Milano 1873.
Pajsco e LovKNo sono
che
si
possono trovare risalendo l'Aglione verso Valle
Scalve, cosi poveri che
Paisc
due paesucci da mineranti
e
un proverbio
Loé nò mangié
se
locale dice:
no'n porte.
Sorsero
r escavazione del minerale ad aHmentare
Berzo
Demo
,
e per
consumare
per
forno di
il
sul luogo
A
i
carboni
hanno due picche complessivamente danno il po-
dei boschi intorno. Perchè da antico
coli forni fusorii,
vero prodotto di loO tonellate annue.
—
Abitanti di
Paisco 690, di Loveno 376.
Malonno è centro minerario notevole della Valle
Camonica, ed ha
più settentrionale forno fusorio
il
di ferro della Valle.
Rimpetto a Malonno, all'oriente
deir Oglio, nella frazione Dazza, cavansi ardesie molto
grandi e buone. Al Dosso Nazio ha galena
al
Vago miniera
di ferro.
in
media
canza
Il
di
stello de'
forno prima del 1869 dava
244- tonellate all' anno,
di carboni fu
Magnoni
,
argento,
rame, e verso TAglione miniera
alto
di lui
d'
ma
poi per
man-
abbandonato. Malonno ebbe caindi
de' Celeri
,
e nella parroc-
99
ha
chiale
pala del Morene
la
-
del Tintoretto.
Malonno
all'
S.
Sebastiano
trova primamente in diploma del 1032.
si
comune che
si
vede alla
sinistra,
oriente dell' Oglio salendo per Edolo, e
per salire al di
visita
ed un
Abitanti 2376.
Sonico è V ultimo
ovvero
,
lago Baitù,
lui
si
ferace di ec-
cellenti trote, e per vedere lassù le
granate rosse.
Garda
per antica con-
Gli abitanti di
di lui frazione,
suetudine scendono a
Brescia
del facchino. Dai monti
rente Rabbia
di
travolgente
,
che fanno elevare
ad esercitarvi
Sonico precipita
spesso
settembre 1869 copri
arte
il
tor-
enormi alluvioni
letto dell' Oglio.
il
l'
giorno
Il
H
vecchio ponte, e turando lo
il
sbocco dell' Oglio, generò un laghetto, che poi andò
empiendosi
di
sabbie
(1).
—
Abitanti 1708.
Edolo, per la postura, per le costruzioni posteriori al
due
1860, perchè raccoglie
valichi del
militarmente
posto.
In
,
Tonale e
è
il
sito
da simulacro
a venerare sopra
S.
dell' Aprica,
e
li
protegge
più vivo e più felicemente
dei Paga. S.
prime
pievi
Tre volte
di
vuole che
questo
nome
gli
Saturno, che la gente traeva
Clemente, ove poi
si
disse
il
Clemente fu una delle cinque
della valle avanti il mille, ed ebbe pure
luogo
(1)
provenienze dei
diploma del 917 appare nominato Vicus
Idulio^ e la tradizione
derivi
le
in questo secolo colà
il
ponte fu interrato e rinnovato.
100
una
Ad un Curzio
rocca.
derici
di Edolo,
che pare de' Fe-
r imperatore Barbarossa nel
,
chiama Princeps
privilegi e lo
hominum
(de' nobili) et
munilatìs
terrae
Edolo fu portata da
(liberi possidenti),
Clemente
S.
64 concede
Syndacus mitilum
et
Maria per tempo, giacché
1'
totiu^
Co-
La parrocchia
Valcamonega.
de
1 1
di
alla attuale di santa
attuale è già nominata
quando presso avea un ospizio
pei pellegrini, al quale nel 1315 furono resi fondi
da Vozza. Nel 1393 ad Edolo compare anche la chiesa
in carta del 1303,
di S. Sebastiano. Nel principio del secolo
nino ed
di S.
è
di lui scolari vi dipinsero
i
a fresco la chiesa
Curioso a vedersi in Edolo
Giovanni Battista.
un lavoro
XVI Roma-
in bassorilievo del
14o0
in granito gri-
gio sulla facciata di casa Zuelli, con fregi simili ai
bizantini e simboleggianti la Trinità, Cristo col
mo-
nogramma,
e la potenza creatrice e benedicente col
braccio e
indice ed
l'
di S. Maria,
di cui
il
medio
alzati.
La parrocchiale
che è pure quella del comune
occupa
il
suolo,
di
Mu
,
venne magnificamente rinno-
vata nel 1620.
In Edolo
il
9 aprile del
1515 alloggiò l'impe-
ratore Massimiliano colla corte, provenienti dal Tonale. Questo paese fa
i
commerci maggiori
di
be-
stiami della Valle, dopo quelli di Lovere, con mercati
mensili, e con fiera nei giorni 8, 9, 19 ottobre.
Edolo e
Mu
sono cinque fucine
Fra
preparataci di vo-
101
meri (scartade)
di
Gemmo
di ferro acciaioso
e deli'Aglione,
durissimo della ghisa
vomeri che manda per ogni
regione d' Itaha, con produzione annua, compresa le
tucine di Stadoline e Viene, di oOO tonellate.
sto
moto
Edolo
lui
si
s'
aggiunge
il
1872 ad
pose una delle compagnie alpine, e nel di
monte Faét mirante
forte
militare, perchè dal
A que-
guardante
al
si
vuol costruire un
due sbocchi.
i
Edolo è 700 metri sul
dimeno per
nord
la felice
livello del
postura ha
mare, e non-
fichi, e
sino
ali' al-
800 metri educa viti che sono le ultime salendo e dalle quali può trarre buon vino
tezza di circa
vecchio.
Ha
alberghi de' Dz^e Mori e del Galio^ e dal
gli
1860 apri
tanti
la
magnifica via Porro per l'Aprica.
Abi-
1836.
Mu, che unico
nome
nella valle serba
una radice del
Ca-mu-7ii^ è diviso da Edolo solo dall' Oglio,
sormontato da due ponti, perchè con
la parrocchia
sino dal
quello di
1
-
ed
il
lui
ha comune
cimitero, nella frazione sua detta
1400 Capo
di
Gemmo. Qui
Ponte {Co de Pont) come
era la parrocchiale sino dal
300, perchè un designamento de' confini tra
Sonico è fatto
Yduli.
Mu
1'
8 maggio
1
Mu
e
303 in daustro Plehis
era sito notevole de' Federici, dove sino
dal 1200 avevano
una
delle rocche principali della
102
valle, rocca smantellata da Venezia nel
1432,
ma
della quale veggonsi ancora le vestigia a tergo della
Fu sempre anche comune pastorale e per accedere ai suoi pascoli del monte x\vio, ove sono due
terra.
laghetti,
r
1 1
luglio
1
389 ebbe
livello delle vie
da
Daligno, col quale perciò sostenne parecchie contese.
Ora manda ad estivare
bovini,
300 pecore
e
sull'
Avio e
300 capre,
sull'
Mentre
chie,
grossi
sola.
il
—
350
e sull'Avio tiene lat-
tiera sociale (casera). Nelle parti basse
vino serbevole.
Aviolo
meridiane fa
Abitanti 949.
comune
Dreno ne ha
di
tre,
comuni Edolo
e
Pisogne ha cinque parroc-
reca meraviglia
Mu
abbi'ano
come
i
due
una parrocchia
,
,
103
Da Edolo
al
mopÉerol, al "Tonale, al GaTÌa.
ad un chilometro confluiscono due
Sotto Edolo
rami
air Aprica
dell'
Oglio
via, e quello
:
quello nord-est che scende dal Ga-
occidentale che viene dall'Aprica, detto
anche Ogliolo. Confluiscono per due
gonsi aperte
ai
meglio quella
valli
che veg-
fianchi di Edolo, delle quali attrae
dell'
Aprica che
apre ampia e sale
s'
lenta solo 533 metri da Edolo, giacché
il
passo del-
1235 metri. Invece quella verso
l'Aprica è a
nale pare uggiosa, perchè
s'
il
To-
inoltra angusta, tortuosa,
per aprirsi poi ampia e pastorale a tre chilometri
ai confini tra Menno ed Incudine, per salire da 850
a 1200 metri in Ponte di Legno, e di là poi toccare
m. 1976
al
varco del Tonale, 2590 a quello del Ga-
Al passo del Morterolo
via.
si
sale a tre chilometri
da Edolo per Menno, e per esso
si
giunge solo a
metri 1845.
Diligenze quotidiane
ambe
le valli
le
menano per
poste
(1).
CoRTENEDOLo è
il
primo paese che trovansi inol-
trando da Edolo verso
(1)
per
l'Aprica, e dal
Nella primavera del 1874 cominciarono
i
nome
s'
ar-
lavori dì costru-
zione della via carreggiabile del Tonale sul piovente bresciano da
Ponte
di
Legno, via compita nel 1880.
,
104
goDienta eh' era frazione
di Edolo, e
da quello della
contrada Vico, appare essere antico. Nella
di lui
di lui parrocchiale
si
ammira un quadro
di
di Sassofer-
rato rappresentante S. Gregorio Magno. In Cortene-
dolo serbossi l'antica tradizione di muratori migranti,
come
CoRTENO è
sito
1'
una
gne, dai
traffici
la
che
altri
in
vi
si
31 dicembre
frazioni,
delle
ovvero piccolo Piso-
facevano
cogli Svizzeri
Corteno ha miniere
metalli, e per quelle
forni, cessati
,
otto
il
Valtelhna, sino al 1797 per quattro
secoli fu Svizzera.
ad
partiti
disse Pisognelo
si
perchè anche
Abitanti 661.
più grosso, contò
1881 1758 abitanti
quali
—
magistrì comacini.
i
dopo
il
181
o.
Vi
di ferro
ebbe sino a tre
si
misto
piccoli
coltivano saraceno,
frumento primaverile, segale primaverile ed autunnale, e si fanno tre fenazioni al piano due al monte.
La chiesa di S. Martino in Corteno si trova nominata in carta del 1032. E paese ricco di bestiame,
ed i cui abitanti per antica consuetudine migrano
ad esercitare Y arte del salamaio nella Lombardia e
nel Veneto, ed ora anche in America, specialmente
a Montevideo.
Al
sommo
della via d'Aprica
è
l'albergo detto
Belvedere per V ampia e vaga scena della Valtellina
iche vi si
gode.
,
105
Salendo a ritroso
cessati la vite
ed
dell'
gelsi,
i
Oglio verso settentrione
si
ha
la
compagnia
de' ca-
stagni e delle noci sino a
cui
da radice greca,
Monno (Mon), il
varrebbe solingo, come
sta infatti
un pogetto porta
la chiesa
un
riposto in
di S.
valle,
seno. Sopra
rammentata
Britio,
tra
meno
e rimontante per lo
rifatta nel
1470
mulattiera
al
e nel
Mon
1737 e del 1843.
Per
e
più
sale
vecchie della
al secolo Xll,
Monno
Per
16o7.
Morterolo,
sparse di genziana.
le
nome,
pendici
è
ma
la via
pascolive
fu distrutto da incendi nel
quest'ultimo
vi
durarono
i
Da pochi anni ha latMonno nel 1600 erano
fumaiuoli più di dieci giorni.
tiera sociale. Gli abitanti di
i
più graziosi parlatori della Valle
esercitare l'arte dell'acquaiuolo a
Oltre
Monno
mava corpo
,
pel costume di
Koma. Ora sono 915.
ne' tempi molto antichi la Valle for-
federativo in cui prevalevano le
Comu-
nità di Daligno^ Vione e Vozza, e di Daligno sino
del 1300 erano frazioni Ponte Daligno (di legno).
Villa Daligno, Poya,
gna. Anche Vione
Demu,
Licanu, Percasai, Ponta-
e Vozza facevano
unico
comune
colle frazioni Cane, Stadolina,
Davena, Incudine. Nel
1200 paiono già separati Vezza e Vione, e lo furono
poscia più forte
,
perchè
Vezza diventò ghibellina,
guelfo Vione. Nel 1310 Incudine staccossi da Vezza,
ed ebbe chiesa propria del 1324. Nel secolo XVI
il
,
106
grande comune
che col
di Daligno,
niae appare già in diploma del 774,
attuali
comuni
Villa
di
Temu
,
nome
Dala-
parte negli
si
Ponte
,
di
di
Legno
Pontagna.
come a Cortenedoio ed a Vezza
serbaronsi tradizionali le arti Ai tagliapietra, di muratore, e si esercitano migrando periodicamente. Per
Ad Incudine
esse ora oltre
,
,
300 persone
d'
Incudine
e
di
Vezza
sono nella repubblica Argentina.
massima ricchezza
proporzionale di selve resinose. Ponte di Legno ne
ha tuttavia 4134 pertiche, Vione ne ha pertiche censoarie 3193, Villa d'Allegno 2882, Vezza 1147. Ed
A
questi paesi rimase ancora la
ora questi comuni, eccitati dall' istruzione^ dai bisogni, dall'aumento di valore dei legnami, le coltivano
quelle selve
,
risparmiando loro pascoli intempestivi,
tagliando ed esportando con diligenza, estirpando
ceppi ne' luoghi troppo
erti.
Vezza da radice sanscrita vesas vorrebbe dire
zione
casa (1). Si
in atti bresciani
i
nomina
in
documenti del
appaiono due notai
di
sta-
sec. XI,
Vezza già del
1200. Ebbe una delle principali rocche di Valcamonica dei Federici.
(1)
La discorre
Sopra Lugano è
il
la
paesello Vezio,
in frazione di Tremosine.
Val Grande^ ed ha
nome che
ripetesi
anche
107
rimpetto la Val Pagherà^ che addussero gravi danni
per alluvioni. Le maggiori e più recenti avvennero:
per la Val Grande
il
1864. Nel 1338 ebbe
4 ottobre ISS^
e
con Viene
lite
20 agosto
il
pei confini.
Rocca esigevano pedaggio, e
Federici qui dalla
avevano regalia delle caccie; onoranze
subentrò
I
vi
quali
alle
comune, quando nel 1436 Venezia cacciò
il
que' feudatari. Pati gravissimi incendi nel 1727, nel
1682 e nel 1807. Fu già opulenta per industrie del
ferro e della lana; ora v' è affatto cessata quella della
lana per diminuzione delle pecore, quasi spenta quella
del ferro,
perchè torna meglio mandare
nella valle mediana. Del suo
ovunque
1873 vi
inaugurò nella piazza
garibaldini cadutivi combattendo
Abitanti 1929.
Il
marmo
tempi antichi.
traccio di uso dei
si
bel
il
Nel
1
886
carboni
bianco ha
Il
27 luglio
monumento
ai
4 luglio 1866.
—
il
burro di Vezza è
provincia di Brescia.
i
il
migliore della
vi si addolci
1'
erta
della via nazionale.
VioNE.
e che
si
si
pronuncia Viù^ voce osca che vale
ripete in paesello di Valtellina
e Bormio,
in
via,,
fra Tirano
Fu come
1460^ quando prese
altro delle prealpi pennine.
r Atene del bacino superiore dal
ad avere scuole
di
grammatica
latina,
semenzaio
di
notai sino al 1705^ onde mostra le case più signorih
della valle superiore.
Ebbe un
castello con sei torri
108
al
sommo,
detto Polacra (quasi acropoli), del quale
sono vestigia vetuste intorno
li
chiesa di S. Seba-
ha pure sulla cima del monte
stiano. Pochi ruderi
Bles, e
la
chiama plaza
Cane ha pendice che
di Paga, e sotto la frazione
«sterno della vecchia parrocchia di
monte
nante
S.
romana.
dicesi spiaggia
Il
coro
Remigio, ora
S.
del grano, è d' architettura lombarda accenal secolo Xlll.
Vi
si
fondarono
Gregorio nel 13o7, quella di
La parrocchiale nuova,
sinistra sulla volta
Romanino.
Pati
,
S.
chiesa di
la
Sebastiano nel 1391.
finita nel
1591, in altare a
serba a freschi della scuola di
grande alluvione dalla sua valle dei
molini nel 1521.
-
Abitanti 1478.
Daligno che era primo nella valle superiore già
774 da tre secoli rimane solo con Villa d' Allegno, comunello di 387 abitanti. La parrocchia sua
è intitolata a S. Martino, come quella di Vezza e di
Corteno; culto recatovi per influenza dei monaci di
Tours, patria di S. Martino, ai quali nel 774 Carlo
nel
,
Magno donò
luoghi confiscati
Longobardi
ai
montagne. Ancora nel 1425 Daligno
nelle
in
molti
e
Borno
Valcamonica non dipendevano da alcun privato,
e la chiesa di Daligno nel 1655, secondo
avea dipendente quella
Poia
,
1500
di
Fayno,
Temu, Licanu, Pontagna,
e quella di S. Alessandro di Viù
abitanti.
il
,
e contava
109
Temu con abitanti 441
e
Pontagna con
235,
sono comuni recenti, e non offrono oggetti da trat-
non
tenere, se
sostenere
costume, già iniziato a Vezza, di
il
campicelli erti e le terrazzine con muric-
i
ciuoli a secco, in guisa
r
che
scarichino l'uno nel-
si
appunto com'è praticato
altro,
Temu.
birra a
Ponte
Apennino
nell' alto
1874 posero fabbrica
toscano. Poletti e Carminati nel
di
soli
di
Legno
1815 abitanti
alle
31
al
del Tonale,
falde
dicembre 1881
,
con
soli
ha una super-
93 1;2 chilometri quadrati
de' quali quattro e
e mezzo a selve resinose, cinque a pascoli di vacche,
di
,
41 sono pascoli di pecore, 40 sono ghiacciai e luoghi
sterili.
Ponte
quel
Capo
di
catasto veneto del
Legno
nome
di
Un
i
1610 dice que'
di
più valorosi della Valle. In origine
era Ponte di Dalegno^ perchè frazione o
ponte
di tal
comune. Bella è
la di lui
po-
stura al confluente delle valli del Cavia versante il
Frigidolfo (1) e del Tonale col Nercanello formanti
rOglio
sotto di lui. Sta a 18 chilometri
ed a 1250 sul
livello del
mare. E
storale della Valle Camonica, e
il
da Edolo,
paese più pa-
consumava parte
dei
suoi carboni in otto fucine preparanti ferro in ver-
ghe, vomeri e strumenti da taglio. L'antico santuario
(1)
A
a Bormio.
questo consuona
il
Frodolfo, che da S. Caterina scende
HO
di S.
Apollonia
tra Ponte e Percasai
soiingo
,
non
serba traccie archeologiche. Mandriani stabiK o mi-
non sono
granti
meno
i
questo bacino superiore, nondi-
in
per ossociazioni recenti
formaggi
a fabbricare burro,
delle famiglie
latti
uniscono ovunque
si
e stracchini (1).
Sono, frazioni di Ponte: Pezzo,
Poia sino dal 1600.
dove
casai,
ziana
,
si
x\
mezz' ora
di
Percasai,
cammino da
prepara acquavite da radice
ed a 1500 metri è la valletta
quale
del
nente carbonato
di
e
Per-
gen-
Messe,
delle'
laghetto venti anni sono, ora piano erboso,
gresso
Zoan
sull' in-
zampilla acqua medicinale conte-
di calce^ cloruro di soda,
carbonato
Acqua provata giovevole
da parecchi esperimenti. Onde nel 1873 si compose
di ferro e solfato di soda.
società per coltivarla
e
prepararvi comodo asilo ai
curanti, che saranvi allettati
delle gite al lago
Negro ed
fonte sta al piede
,
dove nel
1
880
si
e
dal
compi
anche dalla opportunità
al
Gavia, del quale la
moto a Ponte
di
Legno,
la via carreggiabile del To-
nale ad incontrare sul vertice la trentina.
(1)
Per
tali
società è maestro Darfo, che ne
pascoli, quattro iemali,
due
Anche Erbanno che
invernali.
<!g^ai^g»«»-
lo
ha due
estive ai
prospetta ne ha
ili
ESCURSIONI ALPINE
(D
Nella Valle Camonica grandiosa e non difficile è
Legno per Pezzo (1583 m.)
ed il lago Negro mette ai bagni di S. Caterina ed a
l'escursione che da Ponte di
Bormio. Il Gavia valicasi ad alto piano di 2590 mecoperto d' estate di densa e varia vegetazione
cespugliosa alpina, e si discende al laghetto Bianco,
dal quale esce il Frodolfo che si costeggia. Questo
passo fu dai Veneziani molto praticato pei commerci
colla Germania, ed è agevole anche ai cavalli.
Discendendo per la Valle Camonica, oltre i passi
facili che dicemmo, si ponno senza pericolo varcare
le diramazioni dell' Adamello verso la valle trentina
Davù, salendo al lago Salarne (m. 2059), indi alla
Forcella (m. 2600), oppure pel lago d' Arno si può
anche colle bestie passare a 2850 metri nella Valle
del Fumo alle fonti del Chiese. Air Arno si sale anche da Paspardo.
Interessante ai naturalisti ed ai cercatori di bei
spettacoU naturali sono pure i passi della Valle Scalve
verso la Camonica e la Tellina. Da Schilpario pei
CoUi ed il piede orientale del Venarocolo calasi a
Loveno ed a Paisco ed alF Oglio seguendo T Aliene.
Air occidente poi del Venarocolo, ed al piede del
tri
,
Glene apresi il passo che per la Valle di Belviso
mette all' Adda^ passo praticato dai pastori lombardi
estivanti nell' Engaddina.
L' itinerario di Cedegolo è di questa guisa
:
(1) Per queste veggasi la Guida
Brescia. Brescia 1882.
Alpina della Provincia di
112
Da
Cedegolo, frazione di Grevo, sulla via provina metri 417 (Sieber), in due ore per Pozzuolo
si sale a Fresine, indi con altre due ore per Isola
ascendesi allo sbocco del lago d'Arno, e passando
alla baila deV pescatore in un' ora e mezzo si giunge
al passo, donde in un' ora e mezzo pel lago di Campo
scendesi alla Valle del Chiese.
ciale,
Da Fresine si può andare al lago d'Arne (1850
metri) (1) anche per la Valle di Saviore e per la
Rosica. Dalla quale per Incino in quattro ore di viaggio si giunge al Porcellino (m. 2600), donde scendesi ai laghi gelati in Val di Fumo, poi alla baita
pastorale Larvena, donde nella valle del Chiese.
comoda
è la via pel lago d' Arno da Capo
donde per Cimbergo in due ore si va a
Paspardo, e di là pel monte Colomba, in valle Saviore.
Più
di Ponte,
Al passo della Rossola si va insieme da Braone
e da Ceto per la Valle Palobia a Rovello, ove sono
cascine da mandriani, donde per 1' alpe Dreis, dalla
quale spiccansi tre sentieri al varco (metri 2540). Indi
scendesi nella Valle del Gelo e del Leno in tre ore a
Boazzo ove erano già le seghe Ghsenti, e di là a Greto
in Val Daone alle già ferriere de' medesimi Glisenti.
(1) Questo lago ha trote squisite, oscure punteggiate in rosso,
dalla carne rossa, e simili a quelle del laghetto Vaja (1756) so-
pra Bagolino.
F
I
N
E.
University of
Connecticut
Libraries