Guida al Lago d`Iseo ed alle Valli Camonica e di
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Guida al Lago d`Iseo ed alle Valli Camonica e di
DG 975.B79R6 hbl, stx Guida 3 al Lago d'Iseo ed 1886 alle Valli T1S3 DDS1372E 1 B SO V» td _0\ C3^ Digitized by the Internet Archive in 2010 with funding from Boston Library Consortium IVIember Libraries iittpV/www.archive.org/detaiis/guidaaiiagodiseoOOrosa rJ^^S33?°^53S-^OÉ3SBr-'5a^'a3^aé5SHKoaì GABRIELE ROSA GUIDA AL ED ALLE VALLI CAMONICA E DI SCALYE BEESCIA TIPOGRAFIA DI F. i886. Só^ APOLLONIO GABRIELE ROSA. ^UIDA AL ED ALLE VALLI CAMONICA E DI SCALYE BRESCIA TIPOGRAFIA DI F. 1886. APOLLONIO 0)6- INTRODUZIONE Le petit lac d'Iseo n'a rien de grandiose dans son aspect ses abordes sont doux et frais corame une Egloghe de Virgile. George Sand nella Lucrezia Floriani. I hanno paesi Non basta che i loro fati, come le opere umane. sieno belli, sani, ricchi di prodotti naturaH, e d'opere d'arte per attirare concorso di visitatori. giatori, Il Bisogna che sieno sulla corrente dei viag- che la fama e la moda li faccia ricercati. bacino dell' Oglio, dalle fonti alla di lui diffusione nel piano oltre Palazzolo, comprendente la Valle Ca- monica ed il lago d' Iseo 7 è de' più vari , belH ed interessanti d' Italia, pel paesaggio, per la storia naturale, pei monumenti, per gli oggetti d' arte, per IV memorie storiche, per le industrie. E nondimeno male e pochissimo è noto, radamente è visitato dai forestieri. Quantunque già da oltre un secolo lo abbia le celebrato nelle eleganti sue lettere inglesi Elisabetta Mary Worley Montague. Eccitata dalle quali nel- 1868 venne a vederlo la graziosa signora tedesca Ida Dùringsfeld, e se ne compiacque cosi, che 1' estate del ne mandò descrizione che pubblicolla meravigliò che 16 gennaio 1869. La Diiringsfeld il il diligente al giornale Ausland„ bel lago Sebino fosse quasi dimen- ticato dagli Italiani e dagli stranieri. Mentre la Diiringsfeld Iseo ai dilettanti della raccomandava Germania, saluberrimo in i loro studi. Cavalcaselle per ghilterra studiava sul lago e capi d'opera della pittura, l'estate 1870 scendevano stare primamente a studiarvi la come soggiorno Italia, e naturaUsti stranieri di vari paesi vi recavano i lago di guide mediche le inglesi lo additavano ai connazionali il la l' In- nella Valle Camonica Sieber dalla vetta del e Baltzer nel- Svizzera a conqui- monte Adamello ed geologia e la botanica , già di fresco indagatevi anche da Lorentz, da Payer per la Germania, e nel 1871 l'inglese Forsyth Major recavasi a studiare le caverne ossifere sul lago d' Iseo e nella Valle Camonica (1). La visita del bacino dell' Oglio, (1) Degli Italiani contribuirono alla illustrazione del bacino dell'Oglio, Maironi da Ponte da Bergamo della storia nel principio agevolata dalla doppia navigazione a vapore sul lago, e dalla buona via al passo delF Aprica che dirama si di questo secolo, fndi l'ingegnere Attilio Fedreghini da Sarnico, il dottor Lorenzo Rota da Carenno, zoni ed Elia Zerzi da Brescia, segnatamente Il tistici, il il i professori Giuseppe Regaz- professore Stoppani da Lecco, e cavaliere Giulio Curioni da Milano. lago d' Iseo e la Valle Camonica ne' rispettivi storici e sta- vennero descritti od Catasto di Brescia del illustrati specialmente da questi 1609-iO manoscritto di 714 scritti: fogli nella biblioteca Quiriniana di Brescia. Fra Fulgenzio Rinaldi. Monumenti Istoriali del castello d'Iseo, Brescia 1685. Fra Gregorio. Curiosi Trattenimenti Camuni. Venezia 1698. Maironi da Ponte. Dizionario Odeporico, Bergamo 1820. Bertolotti. Lettere. 1824. Carlo Ferrari. // Sebino, poemetto. Brescia 1844. Memorie storiche sulla Valle Camonica dell' arciprete Giam- battista Guadagnini e di Federico Odorici. Brescia 1855. Carlo Cocchetti. strazione del La Provincia Nella grande di Brescia. illu- Lombardo Veneto. Milano 1858. Rizzi sacerdote Bortolo. Illustrazione della Valle Camonica. Treviglio 1870. E della siderurgia: Giulio Curioni. L'industria del ferro nella Lombardia. Mi- lano 1860. Gregorini e Zitti. L'Industria del ferro nella provincia di Bergamo. Bergamo 1860. Zoppetti. L' industria del ferro nella Lombardia. Milano 1873. Douglas Freshfield. Italian Alpes. Londra 1875, Adami. Molluschi nella Valle dell' Oglio. Padova 1876. VI per la Svizzera e per, lo Stelvio, ora è resa più fre- quente dalla costruzione della via pel Tonale, che viene diritta da Bolzano, e dalla congiunzione immediata del lago per braccia ferroviarie alla rete lombarda da Iseo e da Paratico. mondo Il è vasto, ed il tempo troppo breve per esaminarlo, quindi per attirare i viaggiatori e rile- vare r importanza de' luoghi da visitare soccorrerli ai bisogni con brevi ma nuovi di notizie , bisogna precise guide rispondenti storiche, slatisliche, indu- commercialìj artistiche^ naturali. Con tale in- strialij, tendimento noi stendemmo questa guida che cooperi a rendere grati e l' ricercati i luoghi nel bacino del- Oglio, ed a farli escire dalla relativa dimenticanza ove giacquero sino ad ora. G. I ROSA. Camuni, Favallini Bonifazio. Brescia 1877. Iseo and its Lake. By Giuseppe Corona, Minerva. Roma 3 aprile 1880. Lo stabilimento siderurgico Gregorini. Bergamo Mariani 1881. La Valle Camonica nella Storia. G. Rosa. Breno 1881. Guida Alpina della Provincia di Brescia. Brescia, Apollonio 1882. Am Lago d'Iseo. Von Johannes Nordmann. Nel Land und Meer. Marzo 1885. periodico Ueber VII: INDIC Introduzione Da Pag. Brescia ad Iseo > lago d'Iseo Storia del Iago d' Iseo Da Bergamo Da Bergamo Da Bergamo Lovere Da Da Da a Sarnico per Grumello 1 » 3 » 9 » 13 Iseo Il in » 18 a Palazzolo » 22 a Lovere per Val Cavallina » 25 ,. , •26' . Palazzolo a Sarnico . . . , i 33 Sarnico a Lovere » 35 Iseo a Pisogne lungo la Riviera » 43 Isola del lago d'Iseo » 45 Sale Marasìno » 47 Pisogne » Camonica ....... 52 » 57 59 Geologia » 60 Mineralogia » 62 Confini tra Lovere e la Valle La Valle Camonica Geografia fisica Storia Da Pisogne a Darfo Da Montecchio a Bienne Da Boario alle Valli d'Angolo , , e di Scalve i 64 » 67 » i 73 76 » 80 vili La Valle di Scalve Da Rogno a Breno Pag. 81 » 85 86 88 90 93 99 103 ...» Borno Cividate Breno » Da Breno ad Edolo » Edolo » Da Edolo all'Aprica, al Morterol. al Tonale, al Cavia Vezza Ponte . » » di Legno escursioni alpine » ...» 106 109 Ili Da Breiscia ad Iisco. La via che da Brescia mette ad Iseo, seconda, da tre ad un chilometro a destra, alla distanza vitiferi di Cobiato, Cellatica, Ome, Corneto, Monticello i colli Gussago, Rodengo, Salano, Brusati e Provezze, che danno dei migliori vini della Provincia, vini atti a miglio- rare assai. le viti, Ivi la terra argillosa e marnosa intorno per costume antico, nel verno è lavorata pro- fondamente a solchi, utilissimi Quelle vigne esclusive, e latica, di le alla fruttificazione. grandiose cantine di Cel- Cobiato e di Monticello meritano visita dagli enologi ed enofih. Questi colli col tratto, parte piano, parte ondulato, Monte Orfano sino a Paformano la lazzolo suir Oglio a modo di triangolo denomiparte della provincia detta Francia Corta e colla collina isolata detta , j, nazione che si prese ad usare solo verso il 1300, e che pare derivata dal breve soggiorno fattovi dalle bande rapaci di Carlo d'Angiò, passanti nel 1265 al conquisto del regno bande contro di Napoli, quali dalle castella insorsero le Ghibellini. i Verso la mezza via, a dieci chilometri da Brescia, fra vasti prati pompeggia , chiostro eh' era 1445 fu dato agli Olivetani a de' Cluniacensi, e del Eodengo, il di stile sansoviniano, il massimo e più gra" zioso chiostro bresciano. Soppresso quel convento alla fine del secolo scorso, ora quegli edifici servono uno squisito leggio, lavoro del frate Raffaele da Marone del principio del secolo XVI. Quel leggio ora è nella galleria Tosi a Brescia. Ivi ora s'ammira la porta della chiesa d' arenaria rossa camuna, con lunetta dipinta squisi- all' agricoltura. Nella chiesa era tamente da Poppa il vecchio nel 1491, refettorio il con grandiosi a fresco del principio del secolo XVII Zugno ed altre sale ove Gambara, Romanino ed i loro scolari. di Cessali e di dipinsero , MoNTicELLo Brusati. — Chi per ammirare le vigne deviasse a questo paes uccio, vi vedrebbe al Castel Veder ancora le reliquie del castello famosa famiglia guelfa che diede de' Brusati, e vi la cantina grotta Rossetti capace tolitri. - nome alla ammirerebbe cinquemila et- Abitanti 1198. Provaglio. da di il — A tre chilometri da Iseo, ed a 18 Brescia, scendesi a Provaglio, dove sulle pendici meridiane prosperano tra querceti^ spicca gli ulivi. Ivi sul ciglio della gruppo lama, pittoresco di case, fian- cheggiate da chiesetta^ che al lato esterno orientale appare ampliata almeno tre un piccolo monastero lo36 fu de' canonici di d' volte. Sino al Salvatore di Brescia. Dalla fine del secolo scorso è della famiglia Vi sono serbati capitelli romani torno piccolo oratorio. d' Iside, d'Iseo. i benedettini, in- ruderi di tempio del sole, facessero costruire ai Iseo. Bergomi ed una" figura mi- onde s'argomenta che quivi triaca, Cluny, indi del di cenobiti di S. 1440 era — — Abitanti 1418. romani chiamavano Iseum il sacrario nume venerato anche nella valle del Po nel ì secolo secondo, culto del quale rimase tradizione Iseo. Sito di confine e di Camuni mercato di ad scambio fra Reti Cenomani prima, indi di commerci tra pianigiani e montanari, come Desenzano, Peschiera, Lecco, Arona^ Sesto Calende. Una lapide romana trovatavi porta il nome di un merkator^ una carta del mille parla del pubblico ?nercato d' Isex (1), ed una del 1107 dice di contesa pel porto fatta coi Loveresi. e Sino dal e V secolo ebbe chiesa plebana, e la di lui rocca venne restaurata nel 909 per timore degli UnIseo diventato gheri. repubbhca (1) Il propugnacolo di confine della di Brescia contro quella di nome Ises compare già in Bergamo, già un documento dell'anno 882. nel secolo XIII avea sul lago gazarle e sirene armate. Dominato dagli Oldofredi tica nel democra- ghibellini, Brescia 1281 ordinò che non se ne riedificassero girone e le fortificazioni {fortililia) che essa fatto distruggere. Nelle cui reliquie i vi il avea ghibellini Fe- 1288 fecero strage de'guelfi bresciani. Ma poi Giacomo Oldofredo del 1800 vi fece costruire la cerchia, della quale si veggono ancora derici e Celeri nel reliquie. Queir Oldofredo morto nel 1323 è sepolto nel bel sarcofago che sta sulla facciata della pieve d' Iseo, lui. a pie del campanile, fatto pure innalzare da Ci stettero a diporto Matteo Visconti circa, la Cornara regina Comune serbò a questo pubblico ed il di i nel 1330 Cipro nel 1497. e Venezia dazi alle porte, Notariato, e nel piccolo ghetto di ebrei, che ci 1460 gli il banco concesse un dimorarono più d'un secolo pei traffici. La chiesa plebana d' Iseo sorse su tempio romano, e fu ampliata e restaurata varie volte, e finalmente ridotta alla forma attuale per Vantini nel 1826. Di antico serba solo il campanile, che furono poste nel museo le lapidi di Brescia. romane Gli a fresco di questa chiesa nella callotta e nella cupola sono di Teosa ^ decoratore teatrale che fece le migliori sue opere nella graziosa parrocchiale di Provezze a sette chilometri da Iseo, gli altri a fresco sono di Angelo Inganni d' Iseo. Vi sono notevoH due quadri negli nuovi laterali altari : V uno a sinistra di Ayez, cangelo Michele, di lui capo d' opera, V altro 24 il l'Ar- S. Pie- 1874 vi si rizzò la statua di S. Vigilio dello scultore Giacomo Sozzi da Castione, e per legato 14 marzo 1868 di Paola Bonini. Sulla tro ài Diotti. piazza s' aprile del di lui mercato Vìi inaugurò dini da Il novembre del 1883 la statua di Garibaldi dello scultore Bor- Verona, la prima nel 21 giugno 188o vi si erettasi a lui in Italia, e inaugurò Brescia. Presso Iseo, ai Frati sotto la ferrovia per portichetto della il una Madomia a fresco arieggiante Gentile da Fabiano, ed una stigmate del 1 508 in tor- chiesa era da vedere retta verde. Al Miario conservasi su faciata di casa co- una Madonna di Giovanni Marone del 1487. Da Iseo con cammino di mezz' ora voglionsi visi- Ionica tare la caverna ossifera quai (1) e le rovine della paga che le stanno sopra, e dove Marin Sanudo nel 1482 trovò molte antigità. Ed il piccolo pittoresco promonrocca e della chiesa del Crocefisso già detta torio Mantidi i villa Barboglio. Presso Iseo a mezzodì ed occidente stendesi la pa- lude detta Lama, nella quale spessore medio di tre metri due chilometri quadrati. (1) vi sta sotto. , compose torba d'uno e per Cuspidi Quai vieue da radice greca Frazione Cuel che si Quai 1' estensione di di silice trovati a come la significante sul lago di ed una via Quai è accennata in pergamena caverna Como, vale di Storie abisso, del sec. XI. 6 quattro metri di profondità in questa torba, mostrano ma che essa è molto antica, simamente in tempi che venne formata mas- come storici, lo fu quella di Tor- biato (1) a sei chilometri a mezzodì di questa, e nella quale sul fondo La torbiera si si trovarono pure molte cuspidi simili. di Torbiato ora è esaurita, quella d' Iseo prese a cavare regolarmente nel 1862, ed ha mac- china di ferro galeggiante spappola trice, varatavi 7 luglio 1867. Ora vi si cavano dalli 80 mila lavorano 180 50 quintali di torba all'anno, e d' estate vi il alli persone. Per Iseo passano annualmente duecento mila tolitri di grano che bacino del lago, il dell' et- Oglio e del Serio superiore attirano dal piano bresciano, dal mantovano' e dal cremonese. Ci passano anche me- dianamente ottantamila ettolitri di vino, e pei bacini medesimi, dai quaH scendono in cambio centomila quintali di ghise, acciai e ferri, quarantamila quintali di castagne, ventimila di legnami, tramila di vi- mini, sessantamiia di gessi e quaranta mila capi di bestiami di varie quahtà. per dirigersene una quarta parte verso la Bergamasca allo sbocco del Sarnico. In Iseo il martedì ed un maestoso (1) Torbiat, il si lago di tengono due mercati settimanah, venerdì, pei quali nel 1855 costrusse locale sociale Torbole col torboso con acque torbide. . , che serve anche quale nome denotano la natura del suola , dok pelle biade. Nel 1841 apri che fu di zoccolanti, Ospitale Nel 1870 vi si un Ospitale nel rinnovato nel 1884-83. l' Bonoe Tanno dopo costrusse la filanda a vapore melli, ora Negrinelli, con 65 bacinelle, vi sorse chiostro elegante filanda pure a vapore, Guerini , con 62 bacinelle, e nel 1882 quella pure a vapore — Formenti con SO bacinelle. Abitanti 2562. monte d' Iseo presso la Torre in fondo Prestini-Nulli è un castagno gigante, che ad un metro Sul dal suolo misura metri 10,50 di circonferenza, e gli castagno di metri 6,60. Presso sta vicino altro fonte alla pendice Colomher misura 74 centimetri L' un gambo la di vite rossera di circonferenza. albergo del Leone sul lago al porto del pi- roscafo, con terrazza, peschiera, vetture e battello, può confortare Clusane. i viaggiatori. — Seguendo la sponda meridiana del laga a cinque chilometri da Iseo verso Sarnico, vedesi specchiarsi nelle acque Clusane con castello, ora palaz- Carmagnola nel 1429, e dipinto esternamente un secolo dopo quando era dei Sala. zotto fortificato dal Vi si vogliono vedere alla riva avanzi di costruzioni romane che sembrano bagni. Merita nota una Salu- tazione dipinta a fresco sulla porta d'ingresso della casa già Barboglio, ora Capuani al Zuccone nel principio del secolo XVI , ad imitazione del quadro del 8 Beato Angelico che sta a Brescia nella chiesa sandro. Era a Clusane di S. Ales- una lapide romana a Giove, ora al museo di Verona. Fra elusane e Colombaro accese rizi , primamente una fornace ottobre 1874 si circolare per latte- fatta costruire dallo svizzero Biasca, a sistema Stella, di 6 il con 12 camere, e capace del prodotto annuale cinque milioni con camino alto 30 metri. di pezzi, e Vi è largo deposito d' argilla, onde se ne fanno an- nualmente quattro milioni di pezzi laterizi (1). Ai tempi romani le fabbriche d' embrici e laterizi erano ad Iseo. Abitanti 815. (1) Chiese antiche per pesche devono aver originato elusane, la cui desinenza Zur-ane. di si ripete ne' luoghi vicini Serragli simili diedero Chioggia. i nomi di ' . Citis, il nome Cremi-gnane, presso Lecco e 9 lago Il Fra Iseo è, mentre grandi laghi i dopo quello il di a' d^ Iseo. piedi delle Alpi, Garda, il meno Lago altri bel lago di elevato. Giacché lago di Garda è sul livello del metri 64, gli il mare in media stanno a queste elevazioni: (1) • 10 Sta loro in queste proporzioni: mentre il lago di Ginevra è chilometri quadrati 577 quello di Garda è chilometri il Maggiore quello di Como . . » . ^. » . . . 370 199 152 quello di Zurigo » 152 quello » 61 d' Iseo quello di Lugano quello di Varese » quello d' Idro » Il lago 48 » . .' 14 d' Iseo all'epoca. glaciale preistorica si esten- deva sino a Torbiato e Monterotondo, dove nette appaiono ghiacciai. Sciolti cendo 16 . morene i quali o si le colli- muracele depositate dai riversò verso Paratico, fa- isola la collinetta portante ora la parrocchiale, fenomeno vulcanico aperse all'" Oglio il varco attuale. Ed allora ne' primi tempi della storia, il livello del lago fu almeno tre metri più depresso che r attuale come appare dall' infimo letto delle finché qualche , torbiere d' Iseo e di Pisogne, e dai luoghi ove si tro- umani ad Iseo, a Clusane. A Palazzolo nel 1766 si cavò una trave a sei metri sotto r attuale livello dell' Oglio. Una parte almeno vano carboni e lavori dell' attuale torbiera mani, perchè sino centrarle di essa dovea essere colta al secolo nostro ai tempi un grande ro- tratto chiamavasi hreda {praedias) magna, e la rasentava la vìa della regina. 11 Interramenti naturali ed ostacoli dunque provocando sione del lago andavano zamento del i artificiali all'emis- di lui livello innal- medio, ed alluvioni. Onde riverani dovettero parecchie fiate unirsi per rimuo- vere quegli ostacoli, Iseo nel 1545 alzò argini a fesa de' suoi campi della legge colla bassi, e fu principale quale il Capitano nardo Donato nel 1680 regolò la provocatore di Brescia Leo- emissario del lago, 1712 fu trascurata, onde il lago Iseo il 81 ottobre del 1823 sali a metri 2,04 sopra media, ed a metri 2,04 il 25 maggio del 1839. legge che dopo d' 1' di- il Allarmati gli abitanti sul lago, in Iseo si sarie, e Onde 27 maggio del 1858 il costituirono in Consorzio per regolare remis- Tanno dopo presero a rimuovere gli intoppi. alle generali alluvioni de' laghi nella Valle del Po, che fecero salire il Maggiore 7 metri nel 1868, 80 nel 1872, il lago d' Iseo toccò solo questi aumenti massimi: metri 1,96 il 5 ottobre 1868, metri 4, 1,46 il 10 maggio 1872. Le piene del Garda poi riescono generalmente la V emissario metà di quelle del Sebino. del lago viene ostruito specialmente dalle Guerna scendente da Brera 7 agosto (Adrara) il quale ebbe massime piene il 1779 ed il 14 pure agosto del 1850. In questo lago fu sempre libera la pesca^ tranne ghiaie del torrente , all' emissario, ed in alcuni luoghi riposti, ove sero peschiere private presso le rive. Il si po- Sebino era 12 già ricco di pesce per abusi ma , si ridusse a grande povertà pesca con reti distruggenti uova e neo- di nati; reti e modi sempre tilmente. I migliori de' pesci suoi sono sardella il , persico avesse anche al quale il , proibiti dalle leggi, la trota. inu- la tinca, la Pare che anticamente carpione, che ora è speciale del Garda, manca il persico, e dal (bottatrice) propria del lago di Pietro Parigi : ma di Sarnico. Il 800 ha la hosa trisa Como, e portataci da 1 decreto ministeriale 7 1868 approvò un savio Regolamento di pesca su questo lago, surrogato da quello 13 giugno 1880. aprile la storia del lago d** Iseo. mai corpo politico speciale né federato, quindi non hanno storia comune. Vi prevalse il dominio romano sola i D anni a. C. Prima la federazione camuna o retica I paesi sulle riviere di questo lago formarono stendevasi all' oriente del lago sino all' attuale Sale Marasino. La parte occidentale predominata dai pastori delle valli Soriana e Cavallina. Che stavano si- curi ne' monti, e tenevano sul lago poveri porti per pescare e barattare assai nella ratti La pesca era copiosa coda del lago da elusane a Sarnico; seguivano ad ed erano prodotti. Iseo, i ba- confine tra Cenomani e Reti, di resina, caci, pelli, miele lana; per vino e biade specialmente. Prevalsi i Romani, famiglie ricche di Bergamo e di Brescia, villeggiarono su queste riviere e vi ebbero larghi possessi, e vi cacciarono nelle selve che allora^ vi s'addensavano. Sale, Iseo, Colombaro, elusane, Predore, Marone, Pisogne, Castro, Lovere, Solto hanno segni di coltura romana, alla quale subentrò il cri- stianesimo, che pose prime chiese battesimali e col- leganze di plebi ad Iseo, a Predore, a Sale, a Piso- gne^ a Solto. Onde i vescovi di Brescia e di quando dopo l'anno 800 vennero resi Bergamo potenti dai 14 Franchi, in que' paesi tennero Curie e giurisdizioni con decime^ e ebbero gastaldi ed avvocati. Vasti vi prima del possessi ad Iseo, limoline, Borgonato; già 900 ebbero le monache longobarde Brescia, che teneano anche pesche Air anarchia che fu germe tro i nel anche presso e, nel E traccia 906. Iseo alla 1166 un speciali ai piccoli Saraceni e gli Ungheri Eogno di S. Giulia in comuni, con- fortificarono Iseo e si di a Sarnico, stazione di Saraceni Beca Mora. Quando nel 1158 esercito germanico del Barbarossa scese per Valcamonica passò pel lago, dove le città collegata nella lega {gazane Lombarda già aveano navi armate sirene). L'esercito imperiale abbruciò Iseo nel 1161. Allora presero a divampare ardentissime mi- nute e frequenti dell'Impero, e si le lotte tra i partiti della combatterono fieramente Chiesa e ai confini sopra Lovere e Volpino, Ceretello, Qualino al settentrione , e Caleppio , Sarnico , Castel Merlo , Paratico verso mezzodì. Allora presero a costruirsi molta roc- che^ torri, castella sulle rive del lago. D'allora due sponde diventarono rivali per le gare fra le le re- pubbliche di Brescia e di Bergamo. E quando queste repubbliche vennero soverchiate prima dai Visconti e dagli Scaligeri, indi dai capitani di Milano e di Ve- nezia, Malatesta, Carmagnola, Colleoni, Piccinino., questi paesi patirono molti incendi, concussioni^ dilapidazioni. Finché nel 1427 si raccolsero sotto la 15 Amata federazione predominante di Venezia. polo pei favori antichi di commerci avversata dai feudatari Oldofredi perchè Venezia non popoli del lago , ammetteva divisero i i d'industrie, Federici ed altri, privilegi feudali. lutti di Sforza di Milano, indi contro e dal po- Venezia contro I li Cambrais collegati di non senza protesta armata subirono la rivoluzione cisalpina che nel 1797 abbatte il vecchio (lol2),e dominio di Venezia. Durante la repubblica cose locali serbavano manze; nel veneta questi paesi nelle la libertà delle antiche costu- Quadra o resto erano governati Iseo e valle sua, da Vicario nobile ritorio dal Podestà di Bergamo, Sarnico dal feudatario di Brescia, Lovere e ter- di Caleppio. La Valle Camonica e la sponda orientale del lago nel medio evo erano spesso visitate da pellegrini settentrionali per erano Roma stabiliti ospizi nale, ad Edolo, a e per la - Palestina, pei quali ad ogni quindici miglia. Al To- Gemmo, a Cividate, a Pisogne, ad Iseo. Bandito da Venezia il ramo principale Oldofredi ghibellino, che riparato a Cesena vi assunse di conte Isei, sul lago , durante il il nome dominio veneto prevalsero le famiglie de' conti Caleppio all' emissario del lago, de Foresti di Solto, de' Fonar oli di Vigolo e Tavernola, de' Calvi di Lovere, de' Martinengo ad 16 ad Iseo, Sulzano, Sale, Siviano, degli Oldofredi Iseo, Provaglio, Peschiera, de' Panigoni a Riva, de' Maspe- roni a Monticello Brusati, de' Sala a Clusane. Iseo si notò per spirito di progresso nel moto cisalpino del 1797, nel carbonarismo del 1821, nella Giovine Italia del 1832, ed il 2 febbraio del' 1848 diede primo il segnale della insurrezione lombarda. Nel 1834 s'incominciò sul lago d'Iseo l'esperi- mento di navigazione pose piroscafo Sehino^ poi il giunsero il il vapore, a il nel 1856 vi Tadini^ al quale Commercio nel 1868, rapido Tonale nel 1883, e la si si ag- Vegan^l 1880, Lovere nel 1885. La navigazione a vela vi è fatta con 35 barche da 45 tonellate in medio, da 7 dalle venticinque alle trenta tonellate, oltre circa 40 minori. La pesca poi vi è esercitata La caccia con 153 barchette a due remi. alle battaglia, ogni anitre anno il , esercitata giorno di S. con ordine di Stefano (26 di- cembre), due secoli soiio dava una preda di circa 300 capi. Ora è quasi abbandonata per mancanza di selvaggina. . . Agli svariati spettacoli di questo lago sero la meraviglia dell' arte, nella s' mirabile aggiunvia di undici chilometri, aperta tra roccie a picco e sinuose Marone e Pisogne dal 1828 al 1850.. É alternanza di gallerie sonanti, di catelli spaccati, di seni fra cavati nella compatta dolomite^ di volti gettati sugli 17 abissi del lago, di orrido e ridente da renderne la passeggiata delle più attraenti a farsi specialmente dai naturalisti. 1 centri commerciali del lago, Iseo, Pisogne e Lo- vere vennero determinati dalla navigazione a vela, favorita da venti regolari, che ne' tempi normali spi- rano dal nord ovest (vento) dalla mezzanotte alle 10 antim. e da sud est (ora) dalle 11 antim. tramonto. Sono correnti per librio tra la rarefazione delle valli alpine. le quali si dell' Adriatico sino al pone equi- ed il fresco 18 Da Ber^^amo a Da Bergamo a liarnico per Grumello* Sarnico via più spedita è la là ferrata sino a Gramello, dal quale in tre quarti d'ora per vettura calasi a Sarnico. Grumello è centro di colli delicati della provincia di producenti Bergamo, i vini più colli stendentisi dal Serio a Scanzo, celebre per moscato^ e per Gru- mello sino a Predore oltre Sarnico cinque chilometri. Grumello dal 1870 è anche centro gica, e dei vini del - rossi quelli di Grumello, Predore hanno massima fama. di Calepio, di stello di bergamaschi di Società enolo- Il ca- Grumello ebbe parte rilevante nelle fazioni medio evo. - Abitanti 2147. Sarnico tanza per di ferro e all' le emissario del lago ebbe antica impor- pesche di proprietà feudale^ per lavori per commercio di transito, pel quale pa- gavasi la tassa ripaticum^ onde Riadega chiamasi la frazione che Lodovico II lia imperatore concede alle da Brescia pìscariam de Sarnega (1) Pronunciasi Sarneg e commenta zera. Sarnica è divenuta una frazione anno 862 monache di S. Giu- Sino gli sta rimpetto. il dall' (1). A pochi passi lago Sarner della Sviz- di Salò. i9 piglia a scorrere Y Oglio e dove en- un rigagnolo perenne, è la frazione chia- da Sarnico, dove tra in lui mata Fus, nome ove sono che porta anche sito di il furono ferriere, e che rammenta pure ferro e le fucine che dal minerale tati danica, che ci Pisogne, Livem ove pure le fucine, e la frazione di furono sino al forno del il 1 600, alimen- cavava poca lungi, a Via- si minerale pel quale nel 1300 fusorio anche ad Adrara S. Rocco. si apri forno Ora sono abban- donate affatto quelle ferriere, ed a Sarnico cessarono eziandio le fornaci di calce e di mattoni che vi erano tre secoli sono. Invece vi sviluppò la cava ed si lavoro della pietra arenaria che si il prese a coltivare nel 1400, mentre prima trascuravasi quale poco resistente. quivi Dal nome'^Fus dall' s' appellò il canale estratto Oglio per la navigazione e per zione, canale che l' irriga- va a Palazzolo e Rovato, e che si nominò già nel 11 68 in sentenza de' Rettori di Ber- gamo imponenti al conte Maifredo di Calepio la de- molizione di molini sulla Fusia. Questo canale od era piccino, caduto, quando nel 1 347 la repubblica di Brescia concesse a Cristoforo Oldofredi d' Iseo che lo scavasse nella forma attuale. Sarnico ad onta della sua postura favorevole al commercio, anticamente era piccolo pagi , sito ecclissato dai indi plebati di Predore e di Calepio. di Calepio Il eonte veniva con sua corte a rendere giustizia 20 a Sarnico ogni giovedì prima del 1 500. Sarnico ebbe veccbio castello diroccato dagli Svizzeri assoldati dell' Austria nel 1521, e solo nel 1566, per concesione della Repubblica veneta, ebbe mercato settimanale nel giovedì. 31 Abitanti al dicembre 1871 Alberghi Faraone^ Morelli al Papa Presso Sarnico è la frazione denotante luogo forte, dove tico e 1,639. Posta. Castiù infatti , nome an- vedonsi re- liquie di rocca antica. Ivi sulla facciata della chiesa di S. Rocco è dipinta a fresco una Madonna con bam- bino del 1510. Presso Sarnico sul lago verso Predoré, era una fabbrica d'amido. A Sarnico sono ancora molte pesche censite d' anguille e di tinche. Alle cave di molara od arenaria bigia di Sarnico, emergente an- che a Paratico e Capriolo; lavorano 450 persone, che 1872 guadagnano da 3 a 4- lire il giorno. Al Gandosso presso Sarnico verso mezzodì cavansi 300 dopo il macine da mais, breccia o conglomerato, che per Iseo e Brescia si spargono per V Italia, e che si vendono da L. 60 a 70 ognuna. Sarnico sull' Il vago Montecchio presso Oglio fu castello Calepio, indi chiostro; nel 1800 diventò villeggiatura Alessandri, nel 1872 Crespi, quale molto lo migliorò ne' rispetti estetici il ed agrari. Ivi s' e Maironi nel d' ammira una 1873 con sala nella quale Cavalier fino spirito dipinsero la reggia Asmodeo. Nel 1666 v'era pregiato sulla piazza il ter liso di Sarnico. di Mantova 21 1466 Nel S. Serviti ai Montecchio di concesse si Giovanni delle Formiche sulla cima del colle tra Sarnico e Trescore, sito 1872. a villeggiatura nel stava il Sulla ed il piazza cui scheletro di Sarnico diede HO quin- legna. Alla riva del lago Caroli nel 1873 co- strusse filanda a vapore per che è ridotto da Orgneri più annoso gelso della Bergamasca, abbat- tuto nel 1874, tali di ameno la maggiore e la 200 bacinelle, con sala meglio arieggiata delle due Provincie limitrofe. Sul lago han villa graziosa Fran- ceschini e Lotti. Fra Sarnico e Paratico per alla per gettare ponte di ferro surrogante crepito di legno. ferrovia il si sta tarlato e de- , 22 Da Il JB^erg^amo a Palazzolo* cercatore di cose artistiche e storiche deve lae con vettura visi- sciare la ferrovia per Palazzolo, tare Malpaga, Cavernago e Gorlago in quella direzione. A Malpaga dove passò meo è il castello gli ultimi suoi Golleoni, che vi ora del conte Roncalli anni il capitano Bartolo- mori nel 1475. Vi sono dipinti XV, ed i Martinengo^ eredi del Colleoni, nel secolo dopo vi fecero a fresco rappresentare dal Romanino, dagli scolari di lui e dal Morene fasti del Colleoni (1). Del Romanino a Malpaga è la pala di del secolo S. Sebastiano nella parrocchiale. Cavernago era pure castello del Colleoni,, poscia fu dei Martinengo che lo ricostrussero con disegni del Sansovino, e vi fecero dipingere al Romanino. — Abitanti 744. Gorlago pinti del nell' Morene, tra zione dei Magi. (1) ampia parrocchiale mostra - i tre di- quali notevolissima l'Adora- Abitanti 1536. Questi dipinti vennero ripuliti uel 1873 dall' ab. Malvezzi. 23 A mezzavia da Bergamo a vedesi Telgate con avanzi mani era chè Palazzolo, sulla sinistra, d' antico castello. stazione militare col nome Ai Ro- di Toiegata, per- passava via militare che da Lecco {Leuceris) vi d'Almenno pel ponte della Regina Bergamo, met- e teva a Brescia, varcando T Oglio poco sopra Palazzolo al Cividino; gli dove i villici chiamano ancora bia romana avanzi di quella via. Palosco presso Palazzolo vuoisi visitare pel quadro S. Lorenzo, del Morene, nella parrocchiale, e per la grande fabbrica di stoviglie Picozzi, - Abitanti 1791: Palazzolo è pure sito antico, e, caduto romano al Cividino, quel passo il ponte surrogò già dai tempi barbarici Passo militare suU' Oglio. importante, onde Palazzolo pati devastazioni e fece subiti guadagni. Arnese bresciano di guerra ai confini, ebbe castello e rocca, stigia. donde appaiono ancora notevoli Palazzolo ha la torre ecclesiastica più bella e più elevata delle due provincie limitrofe. Torre ziata nel 1812, il ve- santo, compiuta nel 1831, misura 83 metri. Ne' ini- compreso passati ebbe e che, secoli ricche pesche d' anguille, e lavori d' acciaio, ed ora giovandosi delle correnti rivatine, Vi si si rese il sito dell' OgHo e de' canali de- più industre della Bresciana. distinguono la fabbrica di bottoni Taccini, la 24 più squisita d' Italia; ponno dare sino le fornaci di calce idraulica loO tonellate che di calce al giorno; il molino americano La Fosse capace della produzione giornaliera di cento quintali ; la concia Nulli prepa- rante dodici mila pelli annualmente; qaattro filatoi che ponno lavorare ottocento chilogrammi di seta d'organzino ogni settimana; grandi filande a vapora Ha grosso mercato ed altre minori. di bestiami il mercoledì confermatogli da Venezia nel 1428. Della Pieve venne di sostituita 1' Palazzolo è cenno nel 1154; ad essa attuale parrocchiale benedetta nel 1774, nella quale dipinta circa il si 1460 trasportò la pala del Civerchio, (1). La chiesetta di S. eretta nel 14o9 serba a freschi del 1497, nel Avea pala del Borgognone, 1782. Giovanni ritoccati ma ora di quella serba solo la cornice. Verso Telgate avea chie- nominata nel 1136, e quella di Pietro de Velico accennata nel 1198. Sono da Pa- setta di S. Michele S. lazzolo il Gahgnani che fondò a Parigi nel 1814 Galigìiani Meìise7igeì\ ed il vulcanista Gorini. il — Ha abitanti o08o. Nel giorno 31 agosto mente inaugurata del 1876 venne solenne- la ferrovia di nove chilometri fra Palazzolo e Paratico. Alberghi al Sole, alle Zoppe, (1) Il Trevigìio. Civerchio fu maestro dello Zen ala e del Buttinone da 25 Da Bergamo a I^oTere pei* Tal CaTallisia. Prima che fosse aperta la ferrovìa verso Palazzolo da Bergamo, e che con quella corrispondesse la navigazione coi piroscafi da Sarnico (1856), da Bergamo a Lovere andavasi unicamente per la via nazionale risalente i il laghi d' Endine suo corso del Cherio e rasentante e Gaiano nella Valle CavaUina di per chilometri 43. Quella via è ancora percorsa giornalmente da ligenze salenti e scendenti , e ne' di- tempi antichi fu via militare importante. Il primo paese notevole che tocca questa tendo da Bergamo, è via, par- : Trescorre a dodici chilometri, rinomato pei bagni solforosi, già noti nei tempi antichi, e restaurati nel 1470 per munificenza di Bartolomeo Colleoni, ed ingranditi nel 1580 dal Podestà veneto Capello, che li cedette alla città di Bergamo. Il concorso a questi bagni va crescendo ogni anno. Dalla ferrovia alla stazione di Gorlago distante ora già vi si trovano i Novale gli sbocca due chilometri, ed conforti della vita agiata. Trescorre vuoisi vedere nella chiesetta di in si S. A Barbara a freschi stupendi di Lorenzo Lotto 26 Tres-cur pare derivato da del 1524. Trescorre detto Tres-curiae^ forse tre case feudali poste nel sito im- portante ove sbocca la valle, dove la repubblica di Bergamo teneva nivano lina. Il i - razza di cavalli cavalli dal Tonale, e dalla quale ve- , onde si disse Val Caval- Abitanti 2906. laghetto d' di sardelle, e si Endine. ha poca pesca di tinche e mantenne libero per decreto veneto 2 luglio 1643, e per vantaggio delle ville Endeno, escavandone 1' 1837 Nel Spinone. Solto, emissario. ne abassò il livello ladini nel 1799 richiamò se 11 r attenzione sopra vecchio progetto d' Endine serbatoio artificiale Oltre questo trovasi il di rendere laghettino Gaia dai Mar- prominenza ad dente di esso, a pochi passi della via un dolmeìij, popolo molto antico: nale il monumento monumento , Tatti questo laghettino è e si celtico, vede occi- ro- o d'altro illustrato nel gior- Crepuscolo dal 15 settembre al 1850 da Luigi lago per l'irrigazione. tinoni di Solto, e sopra piccola vesciato il 1*^ dicembre da Gabriele Rosa. Intorno terreno alluvionale in cui pro- sperano mirabilmente il maiz ed i vimini. — Abi- tanti 3147. LovERE. d' Iseo — I seni più sicuri ed ampli del lago sono quelli di Lovere e di Pisogne che si pro- spettano, seni che dovettero essere palustri ai tempi 27 romani, perchè verso di antica coltura (1). romani itinerari non lasciarono traccie E Lovere non è il Leuceris degli le rive (Lecco), ma era piccolo sito pesche- reccio, e di ferriere e folli di panni, tra mani vere si Nondimeno anche nelle alture di Lo- trovarono sepolcri romani, e due lapidi a Mi- nerva, forse perchè già sin d' allora vi ulivi. Rogne, e col e le pievi cristiane di Solto e di porto a Castro. Alla stalla lucerne paghi ro- i romane piantarona si Milema verso Volpino trovarono, si inscritte. Lovere chiamasi Loer, e più anticamente era Luar, che in longobardo vorrebbe dire bassura. primi secoli cristiani una via lungo torrente Re Sorde nella valletta Areìi; chiusa e difesa alle valli da il Fu nei da mura, torri e tonda, ora sopra il di cui rimangono: la torre ro- mura paese a mezzodì, ruderi di del castello, ad occidente la porta Soriana, ed a san Giorgio la parrocchiale primitiva. del Re i sul lago, Loveresi aveano fucine e capanne chiamavansi di 'polentinij folli la corrente di panni, e di pescatori coperte di paglia 'pagliaroli^ epiteto forse Lungo perchè il che si onde volse in quello primo grano turco , o mais, coltivato sul lago fu quello che Pietro Gaion(1) Lower in anglosassone, e quindi in longobardo, vale basso. Altro Lovere è presso Tirano in Valtellina, ed un piccolo Lovere è nella Pieve di Tremosine, altro è nelle Giudicarie. Lovere è nella valle Bregalia. Un torrente 28 celli, reduce America, pose nel 1638 in un orto dall' suo tra Lovere e Volpino, contesero per ottenere Loveresi sino dal 1107 i un posto nel porto d' Iseo. Nel 1222 un Belletto Federici degli Anzelerii, detti poi Celeri, c?ie donò a Lovere era con tre torri avea anche verso una gran il le attuali prigioni. alle lago le torri degli gense concesse a Lovere vi 1 si ed elevò 243 Pantaleone Bur- mercato del sabato. Nel il mori Cavalcano Sala, vescovo Pandolfo fuggito air ira di Ezzehno. di Brescia, Malatesta 1404, nel 1407 e nel 1415 devastò Lovere, pe' suoi spiriti ghibellini Lovere Alghisi, torre detta la Zucca, sulla quale poi r attuale parrocchia. Nel 1263 sue parti nel castello, il nel quale venne anche maltrattato da Venezia, che ne staccò dalla giurisdizione Castro, Riva, Solto (1440), Tavernola, Vigolo Severe (1449), e ne abbattè la , Parzanica (1^43), gran torre sul lago. Nondimeno tanto era l'importanza di Lovere, che gli lasciò la reggenza d' un Podestà mandato da Bergamo, e gli statuti di governo autonomo. Lo favorirono d' esenzioni Filippo Maria Visconti con diploma 12 aprile 1413, Nicolò Piccinino il 12 maggio 1441, Francesco Sforza con scritto 12 ottobre 1448, tutti ghibellini. Il Musio circa «vcava solo il nome urbis ahest, ed il il 1500 di città. disse che a Lovere man- Clusoni Bellaffino nel et 1530 Lucri vix decus asserì che Lo- 29 vere era celebre pel lanificio {confectura celeber), lanificio pannorum da Clusone e pel quale scesovi i Loveresi frequentavano le fiere di Bolzano e d' altre città germaniche. Per Lo vere passarono dalla Germa- nia per Val Cavallina Lodovico il Bavaro nel 1327 e 1330, e Massimiliano imperatore ritirandosi nel lol6, onde ai Loveresi che lo sussidiavano, concesse privi- legi pei loro commerci nella Germania tanza economica di Lovere che Venezia gli (1). L'impor- dimostra dalle taglie si impose. Nel 1S27 diede a Bergamo tassa di settemila ducati, a Lovere di tremila, e due anni dopo chiese a Bergamo sussidio a Lovere di loOO. Lovere allora di colle 3500 ducati, vicinie avea quattromila abitanti, e ne perdette 500 per la peste del 1630. opulenza L' di Lovere si manifesta dalla gran- diosa sua chiesa di S. Maria in Valvendra, nel luogo detto anticamente la Marzia, fondata nel 1473, con- 1483 e restaurata nel 1647 e nel 1751. Vi dipinsero il Ferramela, maestro del Moretto, nel principio del secolo XVI, ed Andrea da sacrata il 2 agosto Manerbio dal 1535 che vi si al 1549 ammirano ancora. da considerare V Assunzione rene e (1) Il vi fece lo Sposalizio nel In , begli a fresco questa chiesa sono pala di Francesco Mo- quarto altare a sinistra, tela valente prof. Dionigi Marinoni legi originali di Lovere. i possedè alcuni de' privi- giambellinesca, e S. Diego del Cavagna nel sesto al- tare a sinistra. Le ante dell' organo furon dipinte dal Ferramela e da Moretto giovane nel 1512. La parrocchiale e nel Lovere venne rifatta nel 1655 di 1883, ed ha una Cena^ opera magnifica del Cavagna. Del Romanino a Lovere rimane qualche reliquia di a freschi alla porta di S. Giorgio. Dagli ar- voglionsi vedere tisti in Lovere fresco in piazza alla fine del secolo sulla XV, V Annunciata vecchia porta del chiostro di strutto nel 1879, ed il S. Pace dipinta a la Maurizio rico- S. Martino, posteriore di un secolo, a fresco sulla facciata di S. Chiara. Sono loveresi del secolo XVI rinomati intaghatori Capo di ferro i (1). Lo stemma di polo di spiche col motto Unilas, Lovere era mani- stemma che a Regno. tico La bontà del sito vi, trasse a dimorare in casa Bosio al Ratt dal 1747 al 1757 Elisabetta tle y Montague , la famosa la gentile Ida Diiringsfeld Maggiore io lago d' Iseo (2). e le tarsìe mirabili del coro e del presbiterio di S. in Ma- Bergamo. La Montague beantifully romantic «he il 1868 Gian Francesco Gapodiferro cominciò nel 1522 ad eseguire gli intagli (2) che difese nell' estate del che descrisse tìqW Ausland 18 gennaio 1869 (1) Mary Wor- scrittrice inglese Shakespeare contro Woltaire, e ria era an- nel 1747 disse i ever abbia mai veduto. saw in il sito my life, di il Lovere the most romantico più bello 31 Nel già chiostro di sta il iniziato per fondazione e che ora è 3o0 Maria soppresso dal 1764, convitto col ginnasio e colle scuole tecniche, convitto gamo S. e il più frequentato delle provincie di Ber- avendo già nel 1873 raccolto di Brescia, convittori. Il conte ladini da Crema secolo predilesse Lovere, palazzo prospettante e Erigenti del 1626, museo il e nel principio di questo costruì vi cose , magnifico lago, dove raccolse pinacoteca di prodotti naturali, e mila volumi il tutte che biblioteca di cinque donò Municipio di al Lovere con testamento 22 maggio 1828, e colla dotazione di novemila lire italiane annue, onde servissero ad una scuola di musica e di disegno che in quel palazzo. Ivi al piano terreno è bassorilievo Sonvi anche Canova dell'unico di i primi lavori in Benzeni da Songavazzo in Val Soriana falegname, nel quale il il 26 aprile di , di ladini. Gian Maria garzoncello ladini indovinò l'artista Roma, dove il 1873. Vi è una bene or- grande, onde mandollo allo studio Benzeni mori uno stupendo figlio marmo istituì di dinata collezione geologica lombarda, donata dal be- nemerito Giulio Carioni. Nella pinacoteca sono da ammirare: un Battesimo una Madonna col Bambino, tavola di Giacomo Bellini, una Madonna con santi, di Paris Bordone, un Presepio del Buttinone, una Madonna col del Civerchio, 32 Bambino un Giorgione del Parmigianino, un Giam- e bellino. Lovere nel 1865 avea 278o abitanti, e 31 dicembre 1871, e 2937 dieci anni rono 2838 il dopo. Ha maggior mercato settimanale il della provincia di la Bergamo, da e massima parte del mercato Pisogne. Da Lovere parti zione a vapore sul lago, roscafi Lovere^ ora sta per trova- si l' dieci di bestiami anni v'attirò legnami di eh' era a iniziativa della naviga- per la quale ora ha i pi- Commercio^ Tonale, navigazione che raddoppiare. squisita filanda a vapore Dal di 1871 Milesi 44 bacinelle , vi apri salite a 64 nel 1883. Alberghi di Lovere: S. Antonio, '-^>S^3^- Leon d'oro, Italia, 38 Da Palazzolo a Uno S^apnico. de' tratti più pittoreschi d' Italia , è , senza dubbio, quello de' dieci chilometri da Palazzolo a Sar- rimontando nico, l' uno 1' Oglio a piedi od in vettura dal- all'altro lato, sui chiudenti i graduali terrazzi delle morene ghiacciai del bacino iseano. vano, a mezza via, Dove si tro- Calepio sul ciglio bergamasco, e rimpetto Capriolo, indi una corona di castella antiche diroccate, fra le quali spiccano sulla riva bresciana presso Sarnico, il castello di Paratico, sulla berga- masca Montecchio, ora amenissima villeggiatura Crespi, stupendo punto di vista. Nel 4265 su questo tratto la repubblica di Bergamo fronteggiava la bre- sciana colle castella di TagHano, Caleppio, Rampino, Montecchio Trebecco, Merlo, Sarnico, alle quaU Brescia contraponeva quelle di Palazzolo, di Mura, di Capriolo, di Mussiga, di Vanzago, di Paratico, alter- nate da torri, ora cadaveri consunti. Calepio ebbe ora ponte, ora porte sull' Ogho, e vi passò l'esercito di Carlo d' conquisto del regno di Napoli. Angiò nel 1265 pel Il castello che ora vi rimane, venne ricostruito nel 1430 dal conte Trussardo Calepio su rovine di costruzioni romane, delle quali sono avanzi in androni nel sito inferiore dette 3 ^ 34 le Trombe, uno de' quali il Weber Zoia nel 1874 con- Fronteggiava Calepio Ta- vertì in eccellente cantina. prico Capriolo. sig. costrussero filanda a vapore. — e Abitanti 503. muro romano Cafkiolo ha reliquie di stro nel Hofmann Sotto Calepio nel 1873 sotto il chio- monte, e quando nel 1265 passò Y esercito angioino, venne espugnato e diroccato. Nella chiesetta di S. Gervasio sul monte serba una tela preziosa di una Risurrezione del Romanino. Sull' Oglio presso Capriolo è un grandioso molino americano ceduto alla Banca Popolare di Busto Arsizio nell'ottobre del 1876 per 212,000 Tiziano, e nella parrocchiale mostra lire, colla forza di quasi mille cavalli. -Abitanti 2180. Paratìco è storico, perchè vecchia tradizione, ri- corda avere nel suo castello ghibellino accolto Dante nel 1311 quando era calato in Italia Arrigo Vii. Nella lunetta esterna della chiesuola de' morti a Paratico era un Cristo dipinto a fresco nel 1876 pel Museo di^ Brescia. la ferrovia nel 1444, e levato Da Paratico spiccasi per Palazzolo concessa per agosto 1873, ed aperta il ha Santa la villeggiatura Della Decreto 28 31 agosto 1876. Sul lago Lotti. — Abitanti 1 1 10. m Da . pite SaB*5ì£co a liOvere. ^ bergamasca od occidentale cala preciDel lago ovunque, tranne ne' brevi spazi da Sar- La riviera nico a Predore^ e nelle lingue terra depositate di dagli sbocchi delle valiicelle a Tavernola, a Riva di Solto, a Castro. Queste oasi di buon terreno alluvio- nale, coltivate accuratamente ad ulivi, gelsi e viti, sono ridenti. La pendice lenta tra Sarnico e Predore, sparsa da marna ed esposta al levante é lieta di frutte precoci e saporite (horai) che oltre Predore i gruppi I di ulivi appiattano sotto le rupi ed annidanti inaccessibili riverberanti, passeri solitarii, sono s' e del vino mi- , Bergamo. gliore della provincia di ed al mezzodì, nibbii, falchi e più pittoreschi del lago. Vasta selva stendevasi anticamente dai monti di Predore sino a Trescore, e lasciò nomi i al Foresto, alla Selva di Zandobbio. In quella cacciavansi cignali, caprioli e fagiani sino al 1600. Per tali caccio la più illustre famiglia Arii, romana di Brescia , quella de' Nonii avea villeggiatura a Predore, dove eresse simu- lacro a Diana, con iscrizione ora serbata nel di Bergamo. Quelle selve vennero consunte mente pel forno di ferro ad Adrara, e per che furono a Predore ed a Sarnico. Così il museo special- le fucine forno e 36 le fucine di Marone divorarono le selve di monte Golem. Zone al - Predore deve aver tratto il nome dalla villeggia- tura romana, che chiamossi anche Praetorium. La di romana lui coltura di costruzioni dalle , si dimostra dalle molte reliquie di sepolcri monete romane che pavimenti a mosaico, di , vi si rinvengono presso la parrocchia, e su per le pendici. Predore dovea anche essere capo pago, se ivi nei primi' tempi del cristia- nesimo sul lago si una chiesa battesimale o stabili plebana, dalla quale dipendevano anche le popola- zioni di Yig<^^o? JP^^zanica, Tavernola. Vi prevalse la famiglia de' conti For.esti, guelfi, che nel 1393 feri- ronó^ghibellini di Lovere e di Sarnico depredanti le ulive loro, che assediati in agosto del 1404 nel e S40 persone dai ghibellini di Lovere e della Val Camonrca, s' arresero e ne venne diroccato r asilo. Del quale rimane a monumento la grande castello con torre dimezzata dall' alto al basso. converti torre i partiti in fratelli, e venne cosi sventrata fratelli nemici. A breve - tratto Il popolo poetico racconta come quella per la divisione di due Abitanti 1002. da Predore ver^o Tavernola è valletta detta d^l Freì\ e rammenta la la fucina d'acciaio che v'era sino dal 1294. Fra Predore e Sarnico, nei secoli passati cavavansi quello di Zandobbio, e un marmò bianco tufi, e gesso. simile a 37 Gli ulivi sulle pendici verso ed il lago erano più estesi Sino ad Adrara sopra Sarnico, un colle elevati. chiamavasi Oliveto, ma vi perirono specialmente pei freddi del 1709 e del 1784. Ed notevole che la è pendice da Predore verso Tavernola dà ottimo olio e mediocre vino, mentre quella da Predorè verso Sarnico produce ottimo vino e olio mediocre. Villeggiano a Predore Noli ed Hamilton. Nel 1885 vi si piantò vivaio di frutti e fiori. Tavernola. . - Fino al 1848 da Predore non potè- vasi andare a Tavernola r anno s' roccie, via mena apri la via che ora vi cominciata ed in quel- che pel lago, nel 1832, a traverso le condotta quasi e esclusivamente con sforzi di Tavernola. ne dinota 1' cui nome origine; stazione o porto al lago di Vi- golo, antico paese pastorale sul monte, e Il donde la ricca numerosa famiglia Fenaroli, denominata dal fieno somministrato alle repubbliche" di Brescia e di Ber- gamo. Le al 1047^ Tahernula notizie di quella famiglia e nel 1340 ^ de' quali rimoutano sino sono nominati un Galasio i Fenaroli da fece restaurare il chiostro di S. Paolo nelF isoletta che sta rimpetto a Tavernola, e vi fu sepolto nel 1523. nel 1428 chiama lae, v' Gamianìca et i Il Doge Foscari Fenaroli de Comunitate Tabernu- Vigolo devotissimi. Nei secoli passati erano parecchie fabbriche di panno, e tuttavia un , 88 sito pittoresco assai vi si chiama con vago bacino d'acqua nativa, Follo. il de' Fenaroli, ai quali si Le torri Tavernola erano di deve l'incremento della terra,, che prima del 1400 era sparta nei gruppi più di Cavianega e di Vianega Vigolo e Parzanica. In essa Pietro^ antica par- di S. rocchiale, della quale sino al aiti 1S78 dipendevano anche si veggono dipinti a fre- 1495 e del 1503, e rehquie di dipinti deliascuola di Romanino. A Cabianeora è chiesetta abbansco del donata d'architettura lombarda del secolo gamo nel 1331 uni in nica, Cabianega. Comune A Tavernola litri di un ceppo, che da vino. Tavernola Sina e Capuani. - le dava più campano più di per la buona esposizione coltiva anche la vite. i Ha rovine di alta chiesetta della Trinità, detti gentili. 1200 ed due etto- pastorizia e che d'agricoltura. Parzanica più elevato del Isola, riti di due filande a vapore monte l' s' Abitanti 778. r' VrGOLo e Parzanica di boschi ha ammirano quali nel 1860 sul porto solo Ber- solo Tavernola, Bio- giganteschi pergolati di malvasie, delle vi peri Xlil. il ì mezzodì muri antichi alpaga e ricordanti Vigolo ha inscrizione in 1300 sulla chiesetta al caratteri tra di S. Michele, il ed ambi paesi serbano qualche rehquie di rocchetto del me- dio evo. Vigolo è notevole per alcuni alberi colossali da frutto. Nel 1867 sotto Vigolo s'abbattè un noce 39 che diede sino 28 capaci ognuno A Vigolo sopra sono meli di portarne sino a quindici quintali. da Tavernola, a Parzanica da Por- sale si ettolitri di frutti, e tirone accessibile solo dal lago. Un comodo sentiero congiunge Vigolo a Parzanica, e da quello godonsi - magnifiche viste del lago. Abitanti: Vigolo 750, Parzanica 558. Riva. che ebbe e quella — Uno nome dei porti antichi del lago fu Riva, dalP approdo, come la Riva del Garda Chiavenna. di porto di Solto, antica "cammino da quelli mano, La Riva del Sebino era pieve che sta Gaiano e di d' un' ora di ad, sul vertice del colle dividente il il lago d' Iseo Endine. Solto era centro ro- indi ecclesiastico di Esmate , Zorzino , Riva , Fonteno, Rova, Pienico, Castro, Sellerò. Ebbe tre castelli e i potenti feudatari. Vi prevalevano Panigoni, Oìdrati, li i Codoferri, dei quali Esmate nel 1300 apri forno fusorio La pendice di Foresti^ i di ferro Riva sino ad Esm.ate è uno da ad Adrara. la più ricca e florida d' ulivi di tutta la riviera del lago d' Iseo. Riva piglia Statuti di a. comparire comune da sé solo negli Bergamo del 1301. Nel secolo XV avea cinque torri salde sulle spiaggie, delle quali una sola rimase quasi intera. Gli stemmi rimastivi del panico rammentano vi la potenza della famiglia Panigoni. Ora sono principali possidenti i Martinoni, che dal 1869 40 vi costruirono filanda e pure a vapore 1877 pressoio prese a cavare vi si naci di Palazzolo m un a vapore si 100 bacinelle. Vi di d' uliva^ e nel d' olio un calcare che nelle for- converte in cemento idraulico ed Nel 1440 Venezia concesse a Riva Portland. bertà di navigazione. Via carrozzabile - a Solto ed in Val Cavallina. - Fra Castro. mirabile detto dove il Riva e bogìi li- mena da Riva Abitanti di Riva 595. Castro svolgesi un seno (bugnas in sanscritto vale curva), da inclinate le stratificazioni nome si raddrizzano per- pendicolari. Castro al luogo ed era allo sbocco della Val Camonica forte, antico latino vuol dire e Soriana nel lago. Castro fu prima di Lo vere, e la parrocchia Lovere era dipendente da quella di di Castro rimontante fino al secob ottavo. Negli Statuti Bergamo del 1331 si nomina il mercato di Castro e non quello di Lovere. Il Castro antico era alto, di nel sito ove veggonsi era stro il porto, il le vestigia di castello; mercato. Il l' attuale piano su cui siede moderno venne preparato il Ca- dai depositi del fiume Tinasso, già detto Inzine^ scendente col nome di Bor- ierà dal piede orientale di Clusone, per gettarsi sotto Severe in voragine profonda 70 metri, che ardita- mente si coperse colla Borlezza anticamente ^ d' si via nazionale nel 1835. La gettava nei laghi di Gaiano Endine^ poscia a Severe si aperse varco nel Ti- 41 nasso, con immensa rovina, ricordata nel secolo XVI da Achille Muzio ViGUs olivi/eri memorahilis olim Castri^, Corruit immensae turbine raptus aquae. Venezia nel 1440 fece alzare grande torre a Ca- strone nel 1766 la fonderia dei cannoni, vi favori che fece decadere quella aperta a Clenesso da Carlo Camozzi nel 1712. Nel principio fabbrica di falci. questo secolo ebbe di La potenza idraulica del Tinasso e r oppurtunità del porto, chiamarono a Castro Andrea dal 1870 al 1873 posevi Gregorini da Vezza, che primo stabilimento siderurgico dell'Alta altro forno riscaldato sino ad 80 quintali il Italia. il Con 27 marzo 1872, producente ghisa giornalmente, con ven- di tilatore meccanico, con forno Siemens generatore gas, con pudler per ferri ed acciai, di con laminatori e con magli, usanti complessivamente la forza idraulica di circa trecento cavalli. bre 1876 vi applicò anche il 11 forno oscillante Pernot producente sino a 200 quintali acciaio. La ghisa grigia Krupp ed essa si al giorno di ottimo Castro vince l'acciaio bronzo Ukatius nella resistenza, e con fusero vi si fuse 107 il di Gregorini dall' otto- i cannoni delDuillio. Nel luglio 1885 r incudine del maglio tonellate. Castro ha d' anche un pezzo per solo di Rossetti dal 1870 forno a fuoco continuo, macine e ventilatore 42 pel gesso. Dalla vecchia parrocchia di Castro godesi — amplissima vista del lago. SovERE montando — Ad un'ora il -fiume di trovasi , Abitanti 461. cammino da Castro, ri- Severe (^oer) notevole per r industria del ferro, della seta, delle stoviglie. Fu vico romano, nel 906 dicevasi Villa, e vi si nomina un forno fusorio nel 1291. Ebbe torre antica, e sino dal 9o9 la chiesa di S. Martino. Nel 1860 Silvestri vi presero a costruire i grande filanda a va- ha un buon filatoio Martinoni per tremila chilogrammi annui d' organzino, pore di e vi rimangono parecchie cento bacinelle, lino de' luoghi vicini, tichi fabbrica di dotta vi vi fucine. quarzo ed il cao- mantennero da tempi an- stovigHe che da alcuni anni è con- con intelligente amore insieme a quella Il di da milanese- Picozzi Palosco, e che ora con essa sarà appendice della grande Società Richard e dallo stesso Picozzi in Milano. — C. Abitanti , diretta 2091 4a ì>a Iseo a Piisogne Iimgo la MiTiera. Ad un chilometro da Iseo vinciale una grande caverna, levasi la quale, vomita negli acquazzoni, mostra alcuni tani diede il chilometri. Essa nome di Covelo sulla via pro- d' avere tramiti lon- chiama Quai si ed ha rehquie Prima pastorizia dell' ossi- per sa- epoca moderna su queste pendici prevaleva air agricoltura Pregas^ : valendo r agricoltura , MurtignaCj Marasi^ erano anche l' e gli abitanti Sulzano, Sale, Marone, di centri più alti: Vest^ dei quali , i industria ed porti. Poi, preil commercio, porti assorbirono la popolazione principale Tavernola porto di la elevati, più salubri e si- siti paesi attuali alle rive I erano frazioni i e la fian- Si trovò di costruzioni antiche o preferivano lo stare ne' curi. (1), per molini. crarli, ^ che frazione alla cheggia, due nomi significanti antro. fera, dal rivo clie Vigolo come Riva preponderò sopra gamasca del lago. , onde prevalse sul capo suo, Solto sulla sponda ber- Covelo, Pilzone, Sulzano, Sale Marasino, Marone^ che s' incontrano nello spazio di dodici chilometri salendo per la Riviera, hanno ognuno una fonte pe(1) Del greco o kuar caverna, diventato qual conca in Italia. 44 renne, sulla quale nel medio evo e folli per tessuti di lana. Però s' si posero molini argomenta che il rivo fu occasione alla costruzione delle case, alla' nascita di que' paesi, e seta a sono ancora a Covelo molini e Pilzone filatoio a Sale filatoio d-i Marone molini, folli e filatoio. A , folli nocciolo parte per calce idraulica, grassa. Per la idraulica cuoce a Palazzolo si 1873 si si cava viti ha parte per calce la roccia dal 1860 sull' Oglio, dove dal maggio spediscono settimanalmente 1500 tonellate di materiale idraulico, e — a Pilzone è ridente penisola, dalla forma detta :monticolo {Mantecol), che sotto gli ulivi e le e , 180 di quello per calce grassa. Abitanti 399. SuLZANo, sulla costa Grisa avea notevole fortiHzio del quale mostra i ruderi. Sulla cresta del suo monte boscoso d' autunno vede liete brigate d'uccellatori e di visitatori del santuario di S, Maria; bel vista air intreccio, de' confini di Sulzano, Gardone, dove villeggiavano i punto di Polaveno e benedettini di Rodengo, che la fecero dipingere nel principio del secolo XVI. -Abitanti 744. ' ~ 45 Isola del lago d'Iseo. A questo lago aggiunge varietà e amenità un'isola grande fiancheggiata da due L' isola isolini. sorge montuosa senza piano al piede, erta a levante, lenta altrove, e però chmmRSÌ Monte d'isola; gira intorno sette chilometri, ed ha da mezzodì T isolina S. Paolo, a settentrione il minore detto Loreto. Sul vertice deir isola, dove giungesi con un' ora di cammino, sorge la chiesa della Madonna della Purificazione {seriola), antico sacrario gentile, poi forma attuale nel secolo XVI, dell' isola, ridotta alla con dipinti a fresco unica parrocchia nell' interno, coperti con imbian- catura nel principio del secolo nostro. Di que' dipinti unica reliquia è un Ecce homo scoperto da fulmine nel 1815. Quella chiesetta venne riparata nuovamente nel 1858. L'isola è tutta colta a vigne ed uHvi e castagneti nei dolci pendii , coperta di boschi cedui ove è più erta. Nel secolo XIV avea ancora selve larici ed abeti, ora scomparsi dell'isola in sparti tutta Lombardia ed anche Comune il dell' isola, fuori. Ora vi Siviano e Peschiera con 1200 persone complessivamente Nel 1280 di pescatori e fab- Tuttavia reticiai di queir isola sono stanno due Comuni.: (!) La popolazione affatto. anticamente era tutta bricatori di reti. di Comune di (1). A Peschiera aveano Peschiera, e Garzano che era il contribuiscono in Brescia per la costruzione del ponte delle Grotte sul Mella. •46 antica l' magione Oldofredi feudatari d' Iseo, pei quali ebbe privilegi da isola 1453. li il castello F. Sforza nel 144-8 e nel che prospetta Tavernola, ha torre più antica rotonda nel mezzo, e dai Martinengo venne fabbricato nella forma quadra orizzontata attuale tre secoli sono. Una torre forte era anche a Siviano. kd. Olzà presso grande masso trovante era fama che si rammenta -che tenessero riti i arenaria rossa, d' sabbati delle streghe, ciò gentili (1) Presso quel passo a 200 metri verso mezzodì, al crocicchio tra Olzà e Masse, avvi altro mazzo erratico maggiore pure d'arenaria rossa, e coi spigoli non rosi dal rotolare. Dalla chiesa sul vertice godesi varia del lago. Le sta al la più complessa e vista piede gruppo il di case dette Cib^e (Curia), la stazione più antica dell'isola, ^ove s' ammirano presso 1' abbeveratoio due immani sorgenti insieme: V una. rosser a, viti il cui gambo mi- sura 98 centimetri di circonferenza, l'altra schiava di 55 cent.; litri viti che insieme nel 1874 diedero due etto- di vino, e Suir isolino -cescani sono le di S. massime nel bacino del lago. Paolo già nel sec. XIV i Fran- àveano posto piccolo chiostro, gliorarono la chiesa i al quale mi- Fenaroli di Tavernola nel se- colo XVI. SuU'isoHno di Loreto che forse ebbe nome dai lauri, anticamente erano due torri quadrate .nel secolo ti) XIV vi sorse piccolo Olzati erano antichi , e convento delle Cia- Germani presso il Reno. 47 risse. Due sono secoli i frati educavano begli agrumi nell'isola di S. Paolo, ove è dolcissimo 1609 il Monte clima. Nel 1040 abitanti sparti contava Isola il ne' gruppi di Peschiera, Sivià, Garza, Sensòle, Minzi, Senchignà, Olzà, Mas, Cure, Sensà, Noab. E sino al 1797 ebbe quattro Comuni. Peschiera, Mont' Isola. Carzà, Sivià, Nella parrocchiale di Peschiera sopra la porta principale son da vedere gli Apostoli pescanti, dipinti a fresco Il da Teosa nel principio di questo secolo. Coronelli nell' Isolarlo (Venezia 1696 pag. 170) dice che in quest' isola erano caccie di lepri, che al- lora la rocca sopra Sensile apparteneva a Pier Anto- nio Martinengo, che aveva ponte levatoio e fossa, che era già disabitata descrive anche e totaknente distrutta, isoletta di Loreto, allora l' S. Pietro ziari. 11 stavano 8 frati Osservanti, popolo sovrano di Brescia il 4 come posseduta dagli eredi del conte Alessandro Martinengo, a ma laici mentre e 2 ter- 27 aprile 1797 isoletta S. Paolo dichiarò proprietà r a Giambattista Berardelli. Ora é albergo. affittò Abitanti nazionale di Siviano Sale Marasino. 89o, — In di 1' La sito ridente è a 1859 nel 1865, trovati 1963 di lui chiesa e — Peschiera 246. molto industrioso, onde con Marasino sino dal 1768 avea 16^9 saliti , il abitantij, 31 dicem. 1881. sorgente maestosamente sul lago è delle Pievi primitive, come quelle d' Iseo e di Pisogne 48 su questa riviera, e di Predore e gamasca. Le chiese plebane di Sulto su quella ber- qui, circa secolo VI, il si disposero agli antichi capi pagi, ovvero mercati e tribunali secondari romani. A Sale Marasìno finiva la giuri- sdizione della repubblica di Valcamonica. Qui ai tempi romani nume eresse si monumento a Cauto votivo Pati:, persiano mitriaco o del sole. La lapide relativa nel 1826 venne portata al Museo di Brescia. Prima del 1300 Sale era frazione di Marasi Fu insieme (1). pastorale, agricolo e industriale. Attreasse la fabbri- cazione dei panni e delle coperte di lana prima pre- valente a Zone per la maggiore pastorizia, eA a Ma- rone per V argilla follonica {welcher-erdé) che trovò. Nel 1 784 si lamentò officialmente del lanificio a Sale, Marone erano 36, e, 1 1 Marone telai sino a 70,000 coperte Vi macchine si decadenza Zone, e nel 1804 a per coperte di lana tra l'un paese e l'altro, 14 cavano 30.000 coperte di e la all' e vi folli, anno. Ora vi all' anno, inglesi, e dello zolfo vi si col per si , a Sale si fabbri- producono sussidio l' anche imbiancatura. usano lane nostrali e turche ed ungheresi. doge Francesco Foscari con privilegio 6 Il giugno 1428, dichiarò Sale benemerito della Repubblica veneta. • A due chilometri da Sale ed uno da Marone, lungo r amenissima via cordeggiante (1) Saly ai il Longobardi valse sbocco, onde Sale Berso, di Guzzago e Salò. lago, di s' in- Marasino, di , 49 contra il sito detto Eia per Vela o ed era villa, vil- leggiatura romana, della quale sono manifesti ancora avanzi di muri e Là presso si trovò che fu mandato al d' acquedotti. frammento di statua d' Ercole Museo di Brescia. Nel 1865 vi si trovarono pavimenti a mosaico. La vaga parrocchiale S. Zeno a Sale fu rinnovata nel 1737. Nel 1875 Torelli a Sale apri filanda a vapore di 22 bacinelle. , - Marone. tori Diede nome a famiglia di valenti pit- ed intagliatori dei secoli XVI e XVII, e Pietro da Marone dipinse a fresco in Iseo, a Riva, a Sovere, a Lovere. Di lui un bel quadro nella parrocchiale di Lovere. Quattro secoli sono, mune il centro di questo Co- era Pregas, che ha la chiesa di nente sopra colle, magnifico punto zione di Marone crebbe non del Forno. Forno che cessò circa del minerale cavato Guglielmo. Nella parrocchiale é un Redentore, ferse per umidità. Pietro emi- di vista. solo pel porto, pel forno di ferro che avea nella me'ntavasi S. ma fra- anche via detta ancora il 1630, e che a' piedi al 2.° altare tela di Pietro La del ali- monte a sinistra da Marone, che sof- A Marone Vismara-Gavazzi nel 1872 presero a dirigere squisito filatoio di seta, nel quale del 1874 lavoravano 196 persone, massimamente fanciulle, e che dà annualmente seimila chilogrammi d'organzino. —Abitanti 1207. ^ 50 In Marone ebbero nome valenti gliatori de' secoli XV Girelli vi apersero orfanotrofio fanciulle educande ai mestieri. Vello. — Ad un 1876 Nel e XVI. chilomrtro pittori le ed intasignore femminile per 120 da Marone levansi dal lago le roccie dolomitiche sparse di bitume che riescono eccellenti alla calce grassa per Ivi 1' agricoltura , perchè contiene molta magnesia. ab-immemorabile erano fornaci fornaci a fuoco continuo: T di calce {calchere) 1873 intermittenti, alle quali nel r segnatamente- , una sostituirono si due col sistema Chinalia, altra con quello Hoffmann, fornaci che insieme pos- sono dare giornalmente 24 tonellate quaU 9 la Hoifmann, ed fiante alto di calce, delle ambi hanno fumaiuolo 40 metri. Ora queste sono disertate. Vello giovandosi di terrassine apriche grate all'olivo, tiva nel verno ortaggi La primaticci. sof- chiesetta col- dei morti^ già parrocchiale di Vello, era tutta dipinta a fresco del 1489. Imbiancata nel cuni dipinti esterni che allo vanni da Marone. - Zone. — 1800 serbò sembrano stile solo aldi Gio- Abitanti 282. Pria dell' apertura dell' attuale via pro- vinciale riverana, che da Marone in avanti si tagliò dal 1828 al 1850, le comunicazioni per terra da Pi- sogne alla riviera d' Iseo seguivano unicamente per 51 una mala via mulattiera passante per Zone. Antico sito pastorale, del la i che arricchivano le selve ed pastori i monte Guglielmo e l'industria della lana quale nel 1600 avea duemila pecore. Solo Franchi , per sotto cristianesimo sali a Zone, che teneva sa- il cima crario sulla d' un colle costruzioni antiche, dette i , dove sono reliquie Paga. S. ordinò che la di lui parrocchiale di trasportata al sito rocchia nel 1722 di Carlo nel 4 380 S. dell'attuale. Sotto Giorgio fosse T antica par- s'aprirono in terreno alluvionale quelle grandi frane che vi formarono mirabili piramidi. Sulla parte meridionale esterna nel 1484 di S. Giorgio, la dipinse si leggenda impresa l' dì Perseo, di ed una Madonna; S Giorgio secondo altr.a Ma- donna a fresco vi si fece nel 1S24, e questi dipinti vi rimangono ancora discretamente conservati. Da Zone sino verso la cima del monte Guglielmo anticamente neregghiava una selva di noci e castagni presso il paese di alberi resinosi più in alto. , Le vette di occidentale Giòlem scritto il chiama nome Castel Berti, l'orientale si si scrive Guglielmo, migliorarono di ci Golem rispondente al Gollheiìn della Ba- Zone quel comune che Comune cima si onde male viera, 1870 , quel monte salgono a 1949 metri, e la i il come male volgo dice Su. Dal pascoli del Golem, e nel teneva ad estivare 897 vacche. questo monte si gode la è 1873 Dalla più vasta, varia e 52 — grata veduta delle prealpi lombarde. , Il passo da Zone a Pisogne ammassi di trovanti sparso di curiosi è Val Camonica. della granitici Abitanti 717. Sotto l'antica parrocchia sono mirabili piramidi aperte in ammassi morenici Pisogne. — (1). Dei quattro capi attuali del lago: Sar- nico, Iseo, Lovere, Pisogne, Iseo è presero importanza indi sorsero il quelli il porto e il il più antico, poi mercato Pisogne; di Lovere e Sarnico. A Pisogne di una chiesa battesimale ovvero argomenta che fosse già un capo di cristianesimo pose Pieve, onde s' pago, ovvero distretto romano, giacché non vi si ma di poca' rilevanza, trovano monumenti romani, e di lui chiesa primitiva di S. Maria disse ùisilvis^ si segno indubbio che vaste selve fossero Longobardi o dei Franchi nel ve la si gnaghe ^ Fraiìie ^ Somvic tempi dei ove sorse, e che sito era alto forno di ferro Le Piramidi il Toline Piano. Al j, , Gri- nome frazione Gratacasolo fan -che vi distrutto del 1676, e sboccava la via Veggasi nei vici Castrino ,' romano di Castrino nella commento sepolcri romani cei 1885. ai ponesse solo per V opportunità del convegno della gente sparta ad abitare (Ij la si rinvennero. Ivi da innondazione romana congiungente i diligente studio del prof. Francesco Salmojraghi di erezione e i terreni glaciali di Zone. Roma Lin- sa Triumplini coi Camuni pei passi sui quali si una di Pezzaze e di Fraine, vedono ancora reliquie delle quali era di torri anche a Somvic superiore. Fraine Val Sassina sul passo aveva antiche fucine. In consi /ra mf Ubero) di i ferrieri Goen alla contrada forno del ferro e (i^à. frai^ zese, che vale fabbro, e tichi, per lo ai Il (1). Pisogne dove sono di fucine, le meno romane, ci rammenta il nome 1' gowan di- alto scoz- porta a tempi molto an- Longobardi. Pisogne fu curia del vescovo di Brescia, che aveva r avvocato , il castello vi e la torre, torre che tuttavia vi sorge sul mercato. Nel 1299 il vescovo di Brescia Berardo Maggi fa convenzione coi Pisognesi, i quali riconoscono d' avere dal vescovo sino dal 1205 avuto investitura di beni oltre dipendenti dal di 1' Oglio, si dichiarano lui feudo, gli attribuiscono le delle pesche, del sale, del ferro, de' moHni decime si obbli- gano a custodirne la rocca ed a cacciare per lui. Il vescovo manteneva la famiglia del boia in Pisogne, col feudo 1462 si soldo, di molino e prati. Pisogne nel redense da tante servitù, donando al vescovo una possessione a Bagnolo. Pisogne, camuno sotto i Romani, nel medioevo, pel mercato fu collegato strettamente ad Iseo, onde doge Foscari nel 1428 riunendolo a Valcamonica, disse che era jurisdictione et offlcii Isei. La Pieve vecil (1) Fraine chiamasi anche un sito del monte Baldo. 54. chia attuale di Pisogne sorse suU' antica, della quale non rimasero e fu costrutta nel traccie, pinta poi alla fine 1485, di- quel secolo nella facciata. La di parrocchiale nuova, magnifica pel sito e per la grandezza, si fabbricò dal 1769 al 1798. A pochi passi chiesa della da Pisogne, verso Madonna della neve, la valle, sta la eretta nel 1400, dove neir interno serbansi dipinti preziosi a fresco Romanino, che sul lato esterno settentrionale figurò stupendamente T adorazione dei Magi, ora quasi di affatto smarrita. Sulla facciata colo ma XV, d' ambo i lati , verso la fine dei se- della porta, pennello ignoto della scuola paesana , dipinse simboli della re- denzióne e della morte, con allusioni critiche del clero. Quel dipinto venne illustrato ai vizii primamente da noi nel 1846. E notevole a Pisogne anche ciata della Pieve vecchia con porta maggiore la fac- d'are- naria rossa scolpita, chiesa ricostrutta del 1487. Nessun sito della valle del Po ha condizioni tanto propizie alla siderurgia come Pisogne. spatico in Val Rizzolo ed a Filoni di ferro Grignaghe a lieve altezza, minerale eccellente per ghisa cristallina o lamellare {spiegel eisen), monti boscosissimi e forno e fucine al labbro del lago. di facile Il forno pendio, di Piso- gne fu per eccitamento di Battista Cavallini sino dal 1844 ridotto ad aria calda, e primo in Italia adottò questo progresso, onde potè elevare a 45 quintali di 00 ghisa al giorno il suo prodotto che prima era di 30. La ghisa di Pisogne è eccellente per la produzione dell' acciaio fino, aLe esposizioni di Parigi di ed i di lui ferri ebbero distinzioni Firenze (1861), di Londra (1862), (1867). L INDUSTRIA MINERARIA. — Pisogno va onorato non soio dal ferro, ma anche dal gesso e dalle macine. La volpinite di Volpino e di Lovere oltre il lago rim- emerge anche qui, e si cava, cuoce e macina per la produzione annua di circa ventimila quintali per fabbrica, per carta, per concime. A Gra- petto a Pisogne, tacasblo poi, a due chilometri da Pisogne nella valle, sono di ca'/e di macine pel grano conglomerato sihceo, macine che valgono sul da 100 sino a 300 se arenaria rossa, e di lire, ne estraggono 300 all' delle quali sito medianamente anno, e che si spediscono Spagna e nell'i^merica. Nel piano di Pisogne, sotto un metro di terriccio, è deposito di torba. A Pisogne Corna nel 1872 apri filanda a vapore di sino nella 60 bacinelle. Da statuti di Brescia rilevasi che già del 1270 Pisogne era stazione di legnami, che dalle Iseo si diffondevano alla bresciana. Il di lui valli per mercato nei secoli passati era frequentato anche da Milanesi, da Pavesi e da Cremonesi. Alla coraggiosa iniziativa di Pisogne lungo il si lago deve l' apertura della che raggiunse via pittoresca la vecchia a Marone ^ 56 via cominciata 1819 vi fu nel aperto zione secondaria (capo della villa), il 1828 e compita nel 1850. Dal buon collegio Mercanti per T istru- inferiore nel sito detto Co de eh collegio ora cessato. partito in sei parrocchie, e noverò 1865, che e 4067 si dieci Alberghi; 4012 Il Comune è abitanti nel trovarono 3627. al 81 dicembre 1871, anni dopo. La Corona e Le tre stelle, ambi sul porto. 57 Confitti tra Lovere e la Valle Camonica. La Valle Camonica sotto i Romani era come repubblica autonoma, che stendevasi sino a Sale Marasino ed a Castro sul lago. Dai Franchi fu sotto- posta al vescovo, quindi anche alla giurisdizione po• ed allora Lovere prese a e civile di Brescia, litica prevalere sopra Rogne, pieve all' ingresso della valle e discosta cinque chilometri, cosi che dopo Rogno amministrativamente. assorbì bensì sotto la diocesi di Brescia, mille Lovere restò anche più e tentò volte di farsi bresciana civilmente, il ma vi prevalse partito bergamasco. Oltre Lovere ai confini di Val- il camonica è una valletta sul cui cigho salente stanno i Vici: QuaHno, (CovaKno, pìccola caverna), Volpino, Ceretello, Bosico, Fiacanic, Branic, Cure, dal al 1300 Franca tutti dì gremiti di torri e castella, e la rocca Rogno, perchè contesi fieramente tra repubbliche di Brescia e basi un a 1100 di fresco del secolo VoLPmo. — Il maggiore fine è Volpino, diventato Bergamo. A Branic le ser- XV. di questi paeselli nome mondiale da con- pella vol- pinile solfato di calce, o gesso, silicifero anidro, detto anche hradilio ^ coli' aspetto di alabastro azzurrino 58 venato, atto Volpino è riore. l' Dal Oglio. - KoGNo. il pure alla piccola statuaria. migliore vino di della valle e del lago di lui castello si gode magnifica supe- vista del- Abitanti 1866. — Questo pago romano varono parecchie lapidi, nel quale si tro- ora è picco! villaggio di 86o persone. Vuoisi visitare perchè un Il nella- parrocchiale in altare sono ruderi del tempio antico, e nel cam- panile stanno acconciati capitelli romano-rustici del saccaroide di Vozza. La rocca di Rogne fu riparata nel 906. A Rogne si è una rupe trovarono avanzi detta preda di pagà^ dove di sepolcri romani. Bessem, fra- zione di Rogne, con case sparse, tra scoscendimenti d' arenaria, come nidi d'aquile, ha vigne che danna vino eccellente, specialmente al Dosso (1) Una terra Rogn è sul lago di Lugano. (1). 59 l^a Taìie CasiioBìica. Bergamo o da Brescia sia giunto a Pisogne od a Lovere, non potrà resistere Il viaggiatore che da "^lla tentazione di visitare la Valle Camonica, che gli si apre avanti maestosamente con floridissima vege- tazione nel piano e ove V Oglio si con eccelsi ghiacciai nel fondo eifonde nel lago, dell' ampio quadro. Se alle varie e molte scene pittoresche valle si aggiungono rarie e forestali, moti industriali, si le opere antichissime notevoli, memorie storiche, Valle Camonica è la più la , specialmente completi colla valle di Scalve confluente nella Camunia a 12 chilometri da Lovere. Per la vantaggiano gli alpinisti la valle Tellina e la valle d' Aosta. La Valle Camonica, sopra lunghezza lometri, i la gravità delle curiosa a visitare delle valli d' Italia si questa ricchezze geologiche, mine- le dovrà riconoscere che se la di da Pisogne al passo del di 81 Tonale, si chi- parte in tre bacini, distinti di forme, di natura, di clima, di prodotti, d' industrie. Il più ampio e depresso sale dal lago a Cividate alpino, lungo 22 chilometri, da 166 metri a 230, onde Y Ogììo espanso coli' inclinazione del vi 4- scende placido ed per mille; però è navigabile alle zattere da Lesine al lago, e lo può " 60 . . diventare anche alle barche. Questo è vite, degli ulivi, bacino della il del gelsa^ dei vimini, delle selve ca- giardinaggio nel pedemonte da Pisogne a stanili a Darfo, del porfido, dei calcari, del gesso. Malegno a Menno per 37 chilometri, e da metri 250 ad 8o0; è bacino più angusto è quello ove predominano 1' arenaria Il secondo bacino leva da si ; rossa e le ardesie, é il bacino de' mandriani e delle principali ferriere. Il terzo bacino è tutto alpino e pastorale senza castagni e noci ed altri alberi fruttiferi, senza mais e frumento invernale. E ghiacciai , s' allunga il bacino del granito e de' 22 chilometri come primo, il salendo da 850 metri da Menno, a 1250 a Ponte di Legno, e 1977 nel passo del Tonale. De' sessanta mila abitanti di tutta la Valle Ca- monica, stanno 24 mila nel grembo inferiore, sparti in 17 Comuni, 87 mila in quello di mezzo compresi in 28 Comuni, buiti in sette e solo sei mila nel superiore distri- Comuni. ^ • ^ GEOLOGIA. Nessun paese d' Europa, tranne alcuni Svizzera, offre tanto e ai paesisti, come il sì svariato argomento ai naturalisti, ai geologi, tratto di tratti della di studio agli industriali, 112 chilometri da Sarnico alla cima 61 del Tonale, tratto che nella Valle la superficie di Camonica misura 1311 chilometri quadrati. Stoppani 1 873 descrisse da Torhiato, a Vigolo e Sale i resti morena del ghiacciaio di questa valle che sale per di 12 gradi sino a circa 400 metri. A Sarnico emergono le arenarie grigie facili a nel . lavorare ed occupanti bacino il dell' Oglio sino a Capriolo. Sopra Sarnico ed Adrara ed al Foresto, sono traccie di laghi de' lignite di Leffe Monticelo é e tempi glaciali, di Severe. ammasso a Marone compaiono calci Pilzone la penisola a Sale ed di calcari idraulici, le dafullone ed i tufi, dolomie scure bitumi- argille a Vello sono vasti strati nose da x\ simiU a quelli delle di grasse con prevalenza di magnesia, e Fonteno rimpetto, quelle dolomie fanno un bel marmo nero. Sopra Marone, Pisogne e Lovere emergono porfidi e pietra dura verde {diorile). Salendo da Pisogne e Lovere e Volpino a Bienne, a Prestine e sino a Capo Volpiniti. di A -Gratacasolo si Ponte, emergono cavano conglomerati per macine {eurUi), e qui ed a Darfo, bellissime arenarie rosse, eccellenti a sedimenti secondarli, ad Angolo è un è i gneis ed marmo i rosso un calcare usato dai Romani pei paun saccaroide ed un oc- vinato (calcare del servino) vimenti, sopra Cividate Cemmo, per costruzioni salde e per ornati {preda simuna), tra nero sparso di conchiglie, gessi , ad Esine è 62 chielino nero cinereo, usato pure dai ancora cava e prepara sopra si Romani, Los-. - A Capo Ponte, a Monno compaiono belle ardesie per per lastricare. e che di tetti, A Dassa presso Malonno sono lastre due metri quadrati, di ardesia, talco, schisti sino di e li presso, pietre refratarie per fuochi forti. Glegna verso Schilpario, In valle di Paisco e Val si trovano dioriti simili al verde antico, che fanno capolino anche a Volpino, a Prestine, da Cividate a Dreno e da Edolo a Corteno, nel fondo della I valle. porfidi di Paisco e di Sellerò sono rossi e turchini. Nel monte Badile sopra Cimbergo, ne' e monti di Sonico s'ammirano le granate rosse. Le roccie emer- sone sono prevalenti nel Tonale, nel monte Adamello, nella Val grande di Vozza, nel Morterolo, il serpentino è alla vetta del Pizzo de' tre Signori. A* Temù si cavano macine di ghiandone , sull' Aprica ed a Malonno appaiono quarziti antiche, da Malonno al Tonale vedesi qua e colà preda 'moria). il gneis {'preda de fer^ A Vozza è un bel saccaroide candido cavato nei tempi antichi. MINERALOGIA. Di metaUi è tutta sparsa questa valle dell'Oglio. Sul lago d' Iseo sono ossidi di ferro nel runzù sopra Adrara, nel monte monte Guglielmo {Golem). monte Bo- di Colonibaro, e nel 63 Ferro spatico (carbonato di ferro) in vene bian- che e scure (dette vena bianca^ vena morela) in Val Rizzolo sopra Pisogne, rio, nella Manina Elto sopra Capo in Val Paisco, ne' di verso Schilpa- contenente di Scalve, di ferro più importanti ai Colli della trova si miniere le Lombardia, al monte Ponte, in filoni sopra Malonno, monti Giovo Ono e linerie, di (Do) e Sellerò in terreni paleozoici, schisti argillosi detti servino della formazione triassica. Ferro magnetico appare al confine del granito di Sonico al monte Muffetto sopra quello donde vengono i Artogne , ferri fini della Svezia. Nei monti di Malonno e di Cevo compare cadmio che cavavano che traccio di i il rame Romani, a Malonno sono an- piombo^ Fra Iseo e Sarnico, ne' baciai biato, simile a di limoline, Tor- Colombaro, sono argille dello spessore talvolta di sei metri, argille depositate in teaipi storici , per- chè sino nel fondo hanno segni della presenza dell' uomo. Molte delle voci tecniche de' minoranti di Val Ca- monica hanno radici greche denotanti remota anti- chità dell' arte montanistica alpina. Sul Tonale, suU' Aprica torbe antiche. , sul Morterolo, trovansi 64 GEOGRAFIA La Valle Camonica ed ulivi quali i all' FISICA. ingresso produce limoni migliori della Riviera Benacense, si 3608 metri nell'Adamello (o, secondo Sieber, m. 3547) (1), a 3582 nel Gavia, a 3326 nel Pizzo dei Tre Signori, a 3200 nelF Aviolo e nel Gavia fra Ponte di Legno e Bormio ha il passo più elevato della Lombardia interna (2590 ra.), al quale sono estolle a subordinati: quello del Tonale m. 1976 (2) (27 metri più che la vetta del Guglielmo), quello del Te- m. 1845, quello PAprica m. 1235. rolo di DairAdamello di Croce Domini m. 1700, al Pizzo dei Tre Signori, stendesi ghiacciaia continua di 25 chilometri, e la valle s'apre a brezze adriatiche, laonde correnti regolari vi si alternano ogni dodici ore dal nord al sud e viceversa, ad alimentarvi la salute delle piante e degli animali. gruppi superiori delle alpi camune sono tanto I svariati ed interessanti che esercitarono gli studi di valentissimi geologi, quali Payer per V Austria, LoGustavo Siéber ed (1) mello il Adami, capitano battista lo trovò (2) il d.r Baltzer toccarono la 28 luglio nel 1870. di Il 12 agosto del 1874 della 12,^ cima dell'Ada- vi giunse Giam- compagnia alpina 3652 m. Sulla via nuova è solo a m. 1876. coi suoi, e , 65 rentz (1864) per la Germania, Rath, Baltzer da Zurigo (1869), Ragazzoni da Brescia, che ne presentò profilo alla esposizione di Vienna, Stoppani, Sprea- il fico. Major. nocciolo granitico Il à.' hornblenda dello Adamello, che ricompare al Tonale, per da Rath cialità si la sua spe- disse tonaliie. Nei seni delle ghiacciaie formansi alcuni laghetti, quali de' lago Negro sul Gavia il Tre Signori, due fonti dalle quali scendono primi rivi dell' OgHo, fiumicello d' egual il Re T Ervalle sul Pizzo , di Sonico, il il lago Avio versante a nome Sciamo il , si il Salarno ne derivano, dell' Europa altezza di circa duemila metri. Nell'Oglio all' il trovò a m. 2108 sul livello del mare. pescano delle più squisite trote dorate sino Temù e l'Arno in Val Saviore In questi laghetti, e nelle correnti che si due Battone generante versanti le due Poia a Cedegolo. De' quali da Baltzer i da Cividate al lago, pigliansi trote scure sino da chil. 20, nelle correnti più elevate stanno trote più piccole e bianche, ed oltre Edolo trovasi Oltre i torrenti che il dicemmo, sato specialmente da due Oglioli, l' temolo. 1' Oglio è ingros- uno scendente dal Morterolo, l'altro dall'Aprica, dall' Oglione della valle Paisco , dal Desso di Scalve , dalla Grigna di Esine. Calce, potassa, magnesia, silice, allumina, fosfati, scendono nelle valli, sui piani, ne' pendii pei detriti di graniti, di dolomie, di gneis, di feldspati, di mi- 66 caschisti, che succedono in guise strane, e vi si producono ed alimentano dità di alcuna delle parti colle valli di Scalve la varia e mirabile fecondi Valle Camonica, mantiene ancora nose più vaste e più vi belle della le che selve resi- Lombardia ; quali quelle di Borno, di Bienne, di Grevo, di Vezza, di Ponte di Legno. Per queste selve, e per le vaste ed inaccesse so- litudini delle ghiacciaie, nella parte superiore della Vaile, serbaronsi ancora sino nel secolo scorso alcuni cervi, cignali, ora vi si trao, vi marmotte, e caprioli e stambecchi, ed cacciano ancora camozzi, ed urogaUi e te- compaiono aquile, e dal 1869 al 1872 vi si uccisero ancora tre orsi e sette orse. botanici sul Gavia, sul Tonale, sul Miller, sul I Baitone, trovarono flora rarissima, preziosa anche per la Svizzera e per la Come tipi. si Germania, ed unica per alcuni può vedere dalla diligentissima descri- zione fattane dal dottor Lorenzo Rota nel Prospetto della Flora della provincia di Bergamo (Bergamo, Maz- zoleni 18oo,, ed in parte nelle Piaìite vascolari della provincia di Brescia del prof. E. Zerzi (Brescia 1871). II capitano Adami nel 1876, completando studi di Spinelli del 1856; descrisse 135 specie di molluschi della Valle dell' roccie cristalline, Ogho, e di de' quali sole 12 trovò sulle queste l' helix vente sul Tonale sino a 2700 metri. De Bettac vi- 67 STORIA. La Valle Camonica interessa vivamente eziandio per la sua storia speciale dagli albori della Noi qui accenniamo solo i tratti civiltà. più caratteristici per farne comprendere la fisionomia generale, e per allettare a ricercarla. Quando anche coli avanti in questa valle rifugiarono Cristo le da a tre se- sei aristocrazie delle umbre ed etrusche per le invasioni galliche, assunsero il nome di Reti, qui erano popolazioni colonie e vi selvaggie miste di Liguri le colte rifugiate e di Finni. Tra accamparono quali si le quali isole, e vi esercitarono arti metallurgiche, costruttive e tesseli, che tradizionalmente dendo queste si tradussero sino a noi, ren- valli patria d' artisti, di minoranti, ed insieme di boscaiuoli e di pastori. Frammenti di lavori con caratteri etruschi, e mentano quelle prische nomi colonie civiH. di luoghi, Il ram- lago era con- fine ai popoli di lingue e prodotti e governo diversi, e sul lago adunavansi per gli scambi Galli e Ceno- mani e Camuni^ scambi di pece, di miele, di cacio, di pelli, di bestie, di lane, di metalli de' montanari, per biade e vino. Già da due secoli mani, e ed la Valle ostile al piano. il piano era tributario ai Ro- Camonica rimaneva indipendente Fu soggiogata interamente dai 6S Romani lo anni da sé, via lungo nero di forse colla Valle di Scalve il Roma, I Camuni ven- stesero giurisdizione da Sale Marasino sino r Aprica ed chiamarono poi Il che allora avea Quirina pei voti nei Comizi il Tonale più aperto meridiano, sito , Desso per Val Camonica. ascritti alla tribù oltre corpo amministrativo a. C. e lasciata , ed ebbero centro nel che, dalla destinazione, Cividate. dominio romano lasciò profonde traccio nella valle in vie, in torri per guardarle, in lapidi, in nomi di luoghi, in condotti, canali, ecc. Cristianizzato V im- pero, e corrotta la milizia romana, le chiese suben- trarono agli ordini romani, e continuarono la pro- paganda conquistatrice. Nel secolo quinto il cristianesimo cominciò dal ridurre le popolazioni meglio ma romanizzate, le remote sulle Alpi resistettero al nuovo culto romano sino verso il secolo nono, ser- bandosi fedeli a quello aborigeno di Saturno, e verso il Tonale loro paga. i al tonante Tunal (sole Thor), sacrificando sacrari Quando sulle coi vette che tuttavia chiamansi Franchi autori del papato, il i pre- dominio del clero fu assicurato anche nella Valle Camonica, le chiese vi si tro\'"arono plebane di Pisogne {in sylvis), di Cividate, di Dalegno cinque centri battesimali: Cemmo, di di Regno, Edolo (con succursale a in deserto), centri subordinati al vescovo di Brescia, che coi Franchi tolse V autonomia alla re- 69 pubblica di Valle Camonica, e che vi manteneva Curie governate da gastaldi investiti da' suoi avvocati o scudieri. Romani punirono I camuna anche la resistenza subentrò alla milizia ed al quando la Chiesa culto romano, passarono massimamente ad essa con diritti colle confìsche dì vasti beni, quali, i feudali di decime, di caccie, di pesche, di balzelli sui mercati, sui pas- saggi. I Franchi per sicurarsi della Valle, opposero Dreno feudale romana alla come Cividate, i Goti ave- vano elevato Pavia contro Milano. Quando nel secolo Germani, e che X Camonica i Lombardia prese ad ponendo loro ai fianchi feu- laicato nella il emanciparsi dai vescovi, datari imperiali Franchi subentrarono ai consoli popolari e tolse a riprendere di feudale e popolare. , anche la Valle governo proprio misto A capo del feudale sorsero i Federici, famigla ghibellina già polente nel sec. XIF, accentrata nelle castella di Motnecchio, Gorzone, Cem, Mu, i Lesine^ gli Antonioli di Cimbergo. Griffi di nobili di Losio (1), di Dreno, i i Pellegrini di Celeri di Lovere. Gemmo, favore Pel i i Ronchi dei quali passarono nella valle Federico Darbarossa nel 1158 (1) Questi nobili a dimera i i Donati, Lanfranchi. I si dicono toscani migrati come nica per le fazioni, i di là vi Bonacorsi, i si recarono Malagiizzi, i nella Valle Camo- per simile motivo Gualandi, i Capponi fermaronsi a Clusane sul lago. Sismx)ndi, 70 e nel 1166, Lodovico Bavaro nel 1327, l'impe- il ratore Carlo IV nel 1355, nel 1516. Il Massimiliano imperatore popolo possidente alleato spesso anche con alcuni nobili, ordinato tradizionalmente per repubblichette federative, votava statuti, nominava sindaci e consoli, s' accordava in generale comunità a Breno. In Valle era un misto di curie vescovili, di castelli feudali, di consigli popolari, di magistrati, di principi conquistatori, ora Torriani, ora Visconti, ora Malatesta. Laonde la Valle che già dal mille eser- commerci con Venezia subentrata all' antico' emporio di Padova ed al porto di Adria ^ nel 1426 citava fece pratiche l' per porsi sotto leone del- le ali del Adriatico. Venezia meglio d' ogni principato rispettò le libertà della Valle , ne favori industrie ed le i commerci, pesò lievemente colle imposte. Dal 1428, in cui Venezia prese primo possesso nella Valle, al 1516, il di lei dominio stato dai signori di Milano Visconti congiurati di Cambrai, e l' e vi fa contra- Sforza e dai inquisizione nel 1518 gio- vandosi dell' indebolimento di Venezia nella Valle Ca- monica abbruciò più di settanta streghe e stregoni, specialmente a Pisogne. Con Venezia teneva polo, i feudatari stavano massimamente il po- coi Principi, onde Venezia bandi i Federici di Mu e di Cemmo. Nel 1433 approvò i nuovi Statuti della Valle (1), (1) Quegli Statuti, in parte modificati, furono primamente stam- 71 che governava per Consiglio generale degli si ginari e per Consigli speciali , e per origi- autorità del 1' capitano e del vicario, nobili mandativi da Brescia, e pel sindaco e per Y avvocato annualmente eletti della Valle e residenti in Dreno. dal Consiglio Ve- 1428 sottopose alla giurisdizione della Valle anche Pisogne, che prima stava con Iseo, e Losio, nezia nel fortissima rocca de' nobili. Nel 1800 per Valle Camonica scese il dall'Aprica generale Macdonal con ventimila francesi per sa- da Pisogne. Questa lire al Tirolo valle, ai coniini tra la repubblica di Venezia e T Austria, pati forte nelle guerre dal 1797 al 1815, con decreto 24 e novembre 1797 venne smembrata e data parte a Valtellina, parte a Bergamo e parte a Brescia; con altro del marzo 1798 fu aggregata tutta alla Valtellina, e con altro del maggio 1801 venne tutta aggiunta alla provincia di Bergamo, colla quale stette sino al 1859, legge I italica essendo stata riunita a Brescia per 23 ottobre 1859. hnguisti troveranno nella Camonica pa- valle scolo allo studio delle etimologie de' nomi de' luoghi, non altrimenti che nel Tirolo e nella Svizzera orientale. Ogni popolo vi lasciò medaglie della propria lingua. pati a Brescia del 1498. Di quelli del 1433 è scritto nella biblioteca dell' Università di Pavia. un brano mano- 72 I Reti e forse Temù, Braù, i Liguri in Viù, Mu, Su^ Licanù, Aliù (torrente), Artogne, Cianico. Anfnr, Astro, Arno, Salarne, Avio. Daverna, Foia, Set, Vesa, Gavia, Demo, Esen, Erbanno, nomi antichissimi. Mon, Nader, Goen. I Celti in Boer, I Latini in Stadolina, Pontagna, Incudine, Santi- colo, Edol (Idol), I Manerba, Pisogne. Germanici e Cenomani in Berz, Simberg, Grigna, Grignaglie, Garda, Fraine, (vette), Darf, Re Miller, (torrente). Pie Buren, Bre. L' industria ed il commercio fecero quasi scom- parire dalla Valcamonica i cretini la deturpavano tre secoli sono. ed i pezzenti che , 73 Da Pii»ogoe a Darfo. Vie per la valle. — La via che da Brescia viene per Iseo e Pisogne è provinciale, e continua sino a Darfo nel lato orientale, ovvero alla sinistra dell'Oglio. Da 43 chilometri Brescia a Pisogne misura , da Pi- sogne a Darfo chilometri 11, e qui sbocca per ponte alla riva opposta nella via nazionale che per Valle Cavallina e pel lago Lovere d' Endine giunge a per continuare alla destra dell'Oglio (chil. 43), sino a Breno, indi, ora di qua ora di dove si da Bergamo andando da un biforca^ là, sino a Edolo, lato verso Y Aprica, dall' altro al Tonale. A destra di chi sale da Pisogne a Darfo per la via provinciale, il piede del monte è quasi continua- mente ammantato da magnifica selva de' quali qui da quarant' anni prese a fare, spe- cialmente da Zattini, da Rizzi, accurata, economica. Sono lia, i da più e vogliono essere visitati, si d: castagni Fiorini, coltivazione utili castagneti d'Ita- segnatamente da Ar- togne a Gianico. Ad Artogne gli amatori del bello artistico ponno vedere nella parrocchiale una pala del Talpino o Salmeggia, e gli archeologici nella S. Giulia alla cam- 74 pagna troveranno del secolo XIIL - reliquie di costruzione lombarda Abitanti 1689. mostra del- GiANico, poco oltre Artogne, fa bella l' oratorio della Madonna eretto nel ìd33 sopra ve- detta amena, » Abitanti 834. Darfo. — In dell'anno 1047 tare all' diploma si dice, di Enrico IH come impero mille libbre Curte Bervi ^ quelli di doveano tribu- ferro ed era nella residenza imperiale a Darf, agli Scalvini all' anno in dell' ufficiale- dove scendesi per via lungo il torrente Des, per accedere anche dal mercato di Pi- sogne, ove era la piazza degli Scalvini. Darfo allora era notevole solo per la corte regia, stazione daziaPoscia fu soverchiato dallo sviluppo ria. comune di Montecchio, e dalle rocche del vicino de' Federici. Darfo ha bei boschi bene amministrati, e pascoli capaci di quattrocento sociali (1). - capi grossi e quattro latterie Abitanti 2275. Montecchio era frazione di Darfo suU' Oglio; pati immensa rovina (1) Il drone di popolani comunali. dal fiume nel 1471. Allora la xor- 45 ottobre 1834 due battaglioni di fanteria ed uno squa- cavalleria dell'Austria invasero questo paese che s'opposero all'alienazione de' boschi e per punire de' pascoli 75 rente andava nome mo all' occidente del monticello che diede a Montecchio, verso Erbanno, e deviolla Abra- Federici nel 1511. Nel 1200 il sindaco di Mon- uno Brescia nel 1270 mante- tecchio coi Federici conveniva d' accordare loro comune, e neva a Montecchio un probo viro perchè vi ricevesse le zattere {bine) di legname per essa, e le facesse andare al di lei massaro in Iseo. Sul vertice del monde' consoli del ticello d'arenaria rossa, isolato tra Darfo ed Erbanno, era la massima rocca de' Federici, rocca antica cheBrescia aveva fatto restaurare nel 906, e che ora serba poche vestigia. A pie di quel dorso nel 1684 si di gettò quel magnifico ponte di 24 metri 34 metri sul pelo deli' acqua che vuoisi vedere come uno de' della valle. Presso dell' Immacolata il al siti culmine, a fresco prima del 1500, arco e ponte più pittoreschi ponte ad oriente è eh' era d' la chiesetta tutta dipinta entro e fuori ma che ora serba solo le pitture interne del vólto, notevoli per la storia dell' arte. 76 0a Hoaìteccìiio a Bienno. La Valle Camonica sino a Dreno è ampia cosi da avere buone vie allaccianti i paesi su ambe le sponde deir Oglio. La provinciale cessa bensì a Darfo, dove mette foce nella nazionale a destra od occidente del fiume, ma qui spiccasi altra buona via carreggiabile che per Montecchio sale ad Esine, Berso inferiore, Bienne e Prestine che stanno in amenissima successione di colli vitiferi lungo torrente Grigna. il Plem, frazione meridionale pittoreschi rocca delle di rocca intorno la quale opere romane più Guadagnini le (2). GK antiche delia valle ^ (1). gnini, prevosto di Cividate evo Esine, ha avanzi rinvennero frammenti di si EsiNE, patria del dottissimo tore di vivente , Giambattista Guada- (1724-1806), e del pit- notevole nel medio fu statuti di Brescia del 1288 nominano tra rocche principali di Valle quelle di Montecchio, di Esine, di Prestine, di Gorzone, di Dreno, di Cimbergo, di col Malonno, di Corteno, di Blem (1) paese (2yi Ricorda l' Mu, di Daligno, di Vozza, è presso Barcellona. Esine, lat, Aesis, fiume della Sabina, e monte Grigna presso Varenna al lago di Como. l'Esina 77- Qui bisogna salire antica di S. Trinità stile lombardo. Ivi sul , colle ove sta la parrocchia della quale rimane il coro di erano due quadri, uno in tavola, altro in tela di Calisto da Lodi, che Guadagnini nel 1870 fece portare nella sagrestia della parrocchia attuale di Esine. In altare a sinistra di questa chiesa di S. Trinità è la Crocifissione, un insigne a fresco rappresentante simile a quello della chiesa sciplini di elusone, de' Di- che è del 1471. A pie del colle di Esine è la chiesa dell' Assunta, tutta nell' interno dipinta a fresco graziosamente da ignoto nei 1493, ha cappelletta con dipinto il Presepio di quelr epoca. Esine appare primamente in carte del 994. e fuori - Abitanti 1781. Il ponte suir OgHo tra Esine e Pian di Borno fu costrutto nel 1870. - anno 774 si nomina Berigis per indicare Berz, ma non si sa quale, perchè sono tre i paesi con questo nome, due nella Valle Camonica, uno presso il lago d' Endine. Bers è voce germanica antica, significante mira, onde il bersaglio. Berzo Anche colle, In diploma dell' la parrocchiale prisca di ed è il S. questo paese era sul Lorenzo, ove pure serbansi dipinti del secolo XV, notevoli per la storia dell' arte. Ivi era pure una rocca, ora tutta rovinata, che appar- teneva ai conti Lambertini. - Abitami 661. , 78 BiENiNO. gna si - Salendo presso il grosso torrente Gri- va a Bienne ed a Prestine. Bienne, pronunciato nome cenomano, come Bien^ forse era Brien Boer, Nader, Cimberg. Gli mura chitravi, di stipiti, di avanzi d' colossali Bre, di ar- arenaria rossa, deno- tano che da antico Bien fu paese forte ed opulente. Nel \ 600 aveva Camonica , la più bella selva resinosa di Valle delle quali 6 per falci. e 15 fucine, sacrato della di lui parrocchiale al è il sommo Il della terra più pittoresco della valle. Nella chiesa della Ma- donna voghonsi vedere neir interno del secolo XV in parte guasti , dipinti a fresco e fuori la Madonna nella lunetta sulla porta d' ingresso alla maniera del Ferramela. sposalizio. Il Romanino nel coro La pala dipinse arditissimo questa chiesa è attribuita a di Morene. Bienne ed Esine hanno fucine nelle quali si preparano mescolami e ferro in verghe, ed a Bien- ne 24 fuochi preparano padelle , fondi di bilancio lamiere, oggetti eccellenti per la qualità del metallo, ma che fatti a mano ancora, non hanno l'aspetto grazioso de' prodotti francesi ed austriaci, né costano si poco. Que' fabbricanti da poco unica società che saprà quindi introdurre perfezio- namenti economici, e che duecentomila - -di tempo composero lire. produce pel valore annuale Abitanti 1900. 79 Prestine è antico sito sulla via al passo di Croce Domini^ alto metri 1740, passo che corigiunge la Valle Camonica colla Sabbia per Bagolino distante da Bienno sei ore di cammino. Quo' monti sono pascolivi e selvosi, belli perciò a visitare. Sulla cima , è anche un riti gentili, gagli si detto pietra sito perchè il dell'aliare , ricordante valico è antico e rocca de' pa- dicono avanzi di vetusto castello sopra Pre- stine, che, come Bagolino, Borno e Lezio, nel evo stava quale repubblichetta alpina da sé, medio ed aveva maggior estensione prima della grande alluvione del 1634. Sotto il castello di Prestine nel 1870 si trovarono sepolcri romani. desi in nicchia - Abitanti 697. All' un Presepio ingresso di Prestine vedipinto nel secolo XV. 80 Da Boario alle Talli d' Angolo e di licalTe. Uno dei principali confluenti dell' Oglio per copia d' acqua, ed è il più notevole per grandiosa orridezza Desso, fiumicello tributante le acque delle valli il di Scalve e d' Angolo. Presso fonte di Boer (Boario) d' il di sbocco è la lui acqua purgativa magnesiaca marziale, nota sino dal 1400, che da trent' anni va acquistando sempre favore più ampio, e che sarà più frequentata quando alla bontà ranno i conforti significa capanna, dell' ed il Boer albergare. vecchio acqua risponde- dell' nome nell' Islanda di Casi de Boer sembra rammentare T origine di quel nome. Da quel casino sale a Valle d' Angolo la via che viene diretta dal vecchio ponte di Montecchio, e vi trova i paeselli Gorzone, Terzane, Anfurro, Angolo, Mazzunno, cinque comuni aventi popolazione complessiva sone, laonde appaiono Angolo ed Anfurro spaziante i più sottili di della sta laghetto quieto 2078 per- valle. Fra e pittoresco un chilometro quadrato. Gorzone era la rocca costrutta da Zenone Fedenel 1150. rici Ivi in arenaria rossa d' un Isidoro un bel sarcofago morto nel Federici ' 1386 (1). (1) nome sulla via vedesi Una ^ via detta è sul Padovano. Gorzù è ad Iseo, ed un torrentaccio di tal 81 Angolo in capo alla valletta ha il vago laghetto ombroso detto Co de lag ( Capo di lago ) popolato tinche, persico. Qui sono le vècchie mada trote , gioni de' Federici sbocco 1810 del Desso dal al che alla que' Laini e le case di , 1813 fecero grandi la- vori di ferro e ghisa per le artiglierie napoleoniche. Antica via scendeva dalla Valle di Scalve ad Angolo, secondando Desso, il ma non mantenuta e ro- vinata da frane frequenti, era resa impraticabile ai veicoli. Onde gli Scalvini, soliti cato di Pisogne, dove eran una a frequentare piazza portava ridotti a ricevere la biada il nome, loro ed a scaricare il lóro 1300 me- ferro solo per T alto giogo di Castione a tri. mer- il Dal 1862 sui disegni dell'ingegnere Paolo Fio- rini di Darfo, prese a cavare si la via attuale per 13 chilometri da Angolo al Desso, via che per Torrido sublime riesci più pittoresca ancora che nomata Via Mala pregio dell' opera de' Grigioni il mandarne , tanto che fotografia la stimò si all' ri- esposi- zione di Parigi del 1867. Per la via antica vi scen- devano il ferro tempi romani. ed Ivi niere più copiose e rame cLe vi si coltivava dai nel monte Manina sono le mibuone di ferro spatico "^della Lomil bardia. La Valle Chamounie di Scalve è curiosa a vedersi come la alle falde del Monte Bianco, quella delle- Andorre ne' Pirenei. Fu repubblichetta federale nel medio evo^ tributaria a Bergamo, quantunque ancora abbia solo 4800 abitanti ( Vilminore distribuiti in cinque comuni Collere, Azzone, Oltrepovo, Schilpario , ) ed otto parrocchie. E una valle tutta alpina, pasto- dove all'altezza dai 1000 rale, sati solo r noci, i il castagni, i farro, la la vite, scandella, il 1300 metri, ces- ai il maiz, frumento marzuolo, orzo, la segale, le patate, le rape, le selve più belle e dia , coltivano si il lino. Ivi sono meglio coltivate della Lombar- gareggianti con quelle del confinante Borno. Selve delle quali prima che Scalve aprisse la nuova via, usava solo per carbone ad alimentare suoi forni € sue fucine Per fondere e , i che ora riduce anche suoi buoni minerali ha due forni ternanti al Desso, frazione di Azzone, a Schilpario, i legname. in' due e quali, complessivamente al- simili dal 1866 , davano una media produzione di ghisa di 2832 tonellate quanto può dare da solo 1' alto forno Gregorini a Castro. Ora qué' forni Scalvini riposano. , A ViLMAGGiORE, fraziono di Vilminore, traccie di sepolcri romani nel sito detto si i trovano Paga. E tradizione che al Giogo siansi rinvenuti segni delle bande di Alani condotti da Beorgor e disfatte da Ri- cimero, che morì a Milano nel 472, Schalf agli Armorici valle fessura , e questa potrebbe essere la 88 nome radice celtica dello strano salivasi della valle, alla quale per Torrida fessura del Desso. 12S1 s'erano redenti dalle Gli Scalvini fino dal servitù feudali. ScHiLPARio è la patria del cardinale Mai, morto nel 1855, del quale ha bel ritratto del Coghetti (1), e dei Grassi che ebbero pure uomini notevoli. Vii- minore è uno Maggiore agli Beltrami da Bergamo alla scoperta de' Taghaferri, de' quali Stati Uniti, sussidiò delle fonti del Mississipi nel 1823. Oltre Schilpario è da visitare la magnifica selva piana per tre chilometri sino niere di ferro, e di Paisco e passo alla valle ferrifera il Loveno. Gli alpinisti in questa valle, minerali di apre s' ponno trovare a belle salite rame piombo argentifero, e di il i 2677 metri quale salirono alpinisti r estate del 1874. (1) Ivi si Bergamo. eleva il dal- Piz Tor- mare, e sul sul livello del da Milano e bresciani nel- fa ancora buona caccia di Altro ritratto del Mai di Podesti gamo, uno squisito busto si 3 ottobre 1871 ingegnere Antonio Curo da Bergamo, ed nei tocca di invito dove la Presolana, che ha traccio di metri 2500, e fu superata l' ove sono mi- ai Colli, di lui è nel municipio di Ber- del Tenerani sta nella biblioteca 84 lepri, di francolini, di cotornici che urogallo. gli ultimi Buone due Il , di pernici 14 agosto del 1800 vi , si di qual- uccisero cervi. osterie vi sono al Desso, a Vilminore e specialmente a Schilpario. , 83 Da Rogntt a Breno. Salendo a ritroso ovvero dal oltre dell' Oglio alla di lui destra r ingresso della Valle sciansi a da Lovere a Cividate lato occidentale mano manca ed d' Angolo a Boerio, la- Valle Scalve ai confini di due notevoli centri montani: Borno e Losio, che nel medio evo pel loro isolamento formavano quasi due repubblichette da sé tati. , e che meritano d' essere visi- Borno è nella valletta tributante Lozio in capo a quella donde scende il Trobiolo, Buone vie mulattiere vi salgono, partendo, quella per Borno da Erbanno ad un chilometro da Boerio, quella per Lozio da Malegno in fianco a Cividate. il Lanico. . Erbanno è nome pellava Erbanno, E fero della valle , e pampini sorgono le Nella chiesa della antico umbro. Orvieto pria s'apil sito dove tra il verde brillante dei chiome miti e pallide degli Madonna ha fresco di CaHsto da Lodi. i più aprico e meglio vini- ulivi. preziose reliquie a Del feudo che vi aveano Federici serba segni in resti di torri, in salde ma- gioni, delle quali notevole è quella Balardini della fine del secolo il S. braccio che XVL Ove spiccasi mena ad Erbanno, dalla via nazionale sta la chiesetta di Martino con campaniletto del secolo XV, con a S6 freschi logori di quel tempo, e sepolcri de' Federici. - Abitanti 919. BoRNO bum dice Buren, e si ferro, Buren il Barbarossa, ed i ma vi rio, onde s' si feudo del padre di Federico borni o rupi di Dante. Si trova no- minato primamente nus, , rammenta T antico tedesca diploma dell'anno 816 Bur- in rinvennero due lapidi romane a Mercu- argomenta fosse stazione Valle di Scalve. Nessun vasto e regolare le coltiva meglio. manto comune di di selve, Ora partendole commerciale per Lombardia ha si nessuno dal 1870 in ottanta lotti da tagharne uno ogni anno, potrebbe cavarne un prodotto annuale di quaranta mila hre. E tutto grembo verde zone un dolce di belle praterie svolgentesi verso Az- di Valle Scalve , e coltivando luliana ed uva rossa gaina a pergolati bassi in sito aprico, può ot- tenere anche vino. Le belle selve di Borno pigliano r estensione di 820 ettari, pei quali sino dal 1018 pascoH sono ettari 647, Borno contese forte cogli Scalvini sulla proprietà del torio di S. i monte Negrino. Neil' ora- Antonio di Borno erano a freschi del Ro- manino; ora deturpati da rinuovamenti sconci. Al- 1500 ha nella volta della chiesetta Madonna Bazza. Sono frazioni di Borno: l'Annunciata, dove in costiera d' ampia e vaga veduta sta un bel tro a fresco del chiostro di cappuccini; sulla facciata della cui chiesa 87 dipinse Pietro Giovanni da Cerno nel di 1479; e Pian Borno, sito di aspetto signorile sulla via nazionale dove matura V sotto dirupi pittoreschi uliva. Borno ha sette seghe pei suoi legnami e 2818 buone osterie. La famiglia Camozzi è abitanti, e veli di Borno. OssiMO si è paese pure pastorale e boscaiuolo che trova su altra via mulattiera che da Borno sbocca a Malegno. Qui pure nella sua selva si una lapide romana, trovò Gas (già riservata) si Abitanti 1088. rice più saldo d' Itaha. di delle più antiche e note- produce s' la- Sulla piazza Ossimo superiore apresi pozzo pittoresco a di cisterna dal quale il moda attinge mediante leva. Lezio (Loz) è accessibile per vie mulattiere o da Borno ed Ossimo, o da Malegno, o da Lesine oltre Breno. Consta di quattro gruppi formanti de' quali il bile Villa, più elevato è Somma Prada^ il comune,, il più no- l'infimo So silva (sotto la selva). Lozia nel 1428 fu da Venezia unito alla valle, mentre prima stava da castello sé. Vi si veggono e della torre quali la tolsero e che nel 1454 i le rovine del fortissimo che era dei nobili guelfi Federici nel principio del sec. resistette fieramente con de' Lezi ai Visconti per Venezia. , ai XV, Bartolomeo Della fine dei No- 88 bili si raccontano cose drammatiche. Quelle reliquie a Villa diconsi mo Paga. Lezio ha cava e sega i Malegno gareggia con Erbanno per la vino che produce nel suo seno aperto al due e mar- 1011 abitanti. occhiallino. e dall' aquilone, di secoli bontà del sole, difeso sono avea fama per uve moscatelle e schiave. La chiesa parrocchiale, rifatta nel 4415, lasciò tica 1' esterno del coro di forma più an- lombarda. Sulla piazza in nicchia Malegno serba dipinto del 1470. Frazione di esso è Y Ospitale a pie del ponte vecchio dell' Oglio per Cividate, dove nel secolo XIII della apri si brefotrofio, Madonna con dove è inscrizione del 1340, e con di- pinti esterni all' ospizio del secolo sette fucine per mescoli forati, e XVL Malegno ha 1065 abitanti. 1800 noverò tra le buone uve ItaHa quella detta malegno (mal legno), dalla quale Crescenzio d' la chiesetta nome a questo paese vitifero, origine del nome di quell' uva. pare originato ^gli non fu Cividate col politico nel il nome ricorda d' essere stato ed amministrativo della valle dominio romano^ quando essa centro tempi del ascritta alla tribù Qui- rina formava repubbhca federale da da Bergamo a' il se sé, indipendente e da Brescia. Embrici inscritti con alfa- beto etrusco scopertivi, accennano che fu luogo no- 89 ^ . tevole anche prima dei Romani. Il nome^ Civitas è generico e copri lo speciale che avea pria, e che da alcuni si suppose fosse quello pose tra gli Euganei era si il Vannia^ che Tolomeo occidente all' capo o Tassemblea de Camunij ripete tra Baschi i né Vannia nome antico che La tradizione me- nome di Blasia al sito, il né Blasia , Qui dei Veneti. de' Pirenei. dievale attribuisce anche ma di ripetesi in qualche luogo nel territorio di Cividate (1). Molte lapidi qui cavate si Bergamo e veggono ancora immurate portarono ne' musei alcune tante si canonica. parrocchiale Vi trovarono si della , due traccie A Cividate curia. opposero Breno, e dalle della del teatro, della romana i Franchi cui rocche vollero frenare ricalcitranti al cristianesimo feudale^ mase una orto nell' ma impor- la più , nella tribuna, di Brescia, di ma Cividate i ri- delle cinque pievi battesimali della valle, e diventò curia del vescovo di Brescia, che pei suoi avvocati e gastaldi notevoli avanzi. x\lla 1806, fu arciprete eresse fortihzii, de' quali sonvi vi fine del secolo scorso e fino al di Cividate il dotto Guadagnini, camuna, parecchi manoscritti del quale ora sono nella famiglia Labus. La parrocchiale ha un quadro di Calisto da Lodi. Ed una ma- illustratore della storia gnifica croce d' argento cesello e niello del Girolamo delle Croci da Brescia. Curioso (1) Il suono di Blasia sentesi nel vi 1518 era il di vec- monte Bles sopra Viù. 90 chio ponte di legno coperto al bello a vedere è il modo germanico, e da chiostro di S. Pietro fondato Antonio da Padova sul colle Barberino alla metà S. del secolo Xlil, da rovine di Castello, ricostruito con buono stile nel secolo XVI su eminenza donde si gode il prospetto più completo della valle Camonica inferiore. Quel chiostro ora è posseduto e conservato , da Morandini Il Bienno. Abitanti 911. di ponte nuovo Breno si di Cividate fu costrutto nel pronuncia B^^e, nome 1871. celtico portato an- che da paesello sul Brembo presso Bergamo, e che deriva o da brek greppi, o da brik ponte, onde Brie^ da bren capo, principe. E tradizione che fra Briól, le castella che per rifugio dagli Ungheri restau- si rarono nel 906, fossero in Valcamonica Rogne, Montecchio e Breno. Che feudali nella Valle, si ma centro la cui chiesa dente da quella piovana o Il tolse dei dominii rimase dipen- battesimale di Cividate. ponte attuale che guida a Breno chi viene dal mezzodì, anticamente avea saccello di Minerva, e dice ancora Manerba. Sopra Breno a levante è si la frazione iVstre, ove furono rinvenuti sepolcri romani. Gli Statuti tra i di Brescia pongono il castello di primi della Valle, insieme a quelli di Montec- chio, di Gorzone, di Esine, di Prestine, di di Breno Malonno, di Cimbergo, Corteno, di Mù, di Vezza, di Dalegno. , 91 Bartolomeo Colleoni 1438 sedio nel lo e nel restaurò nel 1454, pati as- lbl2, ed il comune da Venezia nel 1566. Le rovine lo comperò di lui cinte di vi- gneti conquistati sulle terrazzine delle rupi sono pit- toresche assai. Dreno verso va nel lago le fonti del Caffaro d' Idro , ha le che per Bagolino più vaste e belle alpi ovvero pascoli da mandre della valle, pascoli stesi 2936 ettari, e ne cava oltre a dodicimila lire di fitto. Con cinque ore di cammino si giunge a quelle conche pascolive (1). A Breno sono da vedere parecchi oggetti preziosi. Nella chiesa di S. magnifici giuriati, a fresco un quadro del Antonio, del secolo XIV, Romanino nel coro, ora in- dei Moretto, altro di Calisto da Lodi. Nella chiesa campestre di S. Valentino con Vergine e d'arte una tela Santi di Giambellino, e due tele di Calisto nella parrocchiale attuale compita nel 1673, dopo che la rovina del 1629 guastò la vecchia par- rocchia di S. Maurizio e distrusse la Frazione Oneta. Breno , già sede del corpo o dell' assemblea ha sotto-prefettura ed ufficio che per la Valle. Di Breno si può dire Valle, ora (1) Le confinano fìone di migliori coli' delle ipoteciò che Pli- sono chiamate Cadi], Basinina, Gaer, e alpe Rondinino, di Gividate, e coli' eccellente Brof- Bagolino, pascoli di Coi alpi di ( quale col Gollio ). poi s'allacciano a mezzodì , , i vasti 92 nio scrisse di La piazza nel 1860 Bergamo : altìus quam fortunatius situs. di Breno è a metri 350. A vincervi Terta si apri l'ampia Via Nuova, Albergo principale è quello della Posta o Ha 3410 abitanti divisi in tre parrocchie. d'Italia, 93 Da Breno ad LosiNE. gruppo T Oglio, sorridere oltre sinistra il del paesello di Lesine, antica culla de'Griffi, per frutta felice da Bergamo per Edolo vedesi_ Chi sale prima, a mano Edolo. e per vino. Documento del 1018 nemica Osene e pare Lesine. Un Giovanni Griffi da Lesine fu vescovo di Brescia nel 1182. Abitanti 843. NiARDo sta rimpetto a Lesine a chi sale, e si può visitare mano destra di per a freschi del sec. XVI nel coro della di lui parrocchiale. Niardo è nominato già in carta del 970. A Niardo e Braù serbansi an- cora delle pera dette garaei^ famose nei secoli passati. - La Abitanti 866. storia e la perchè nel 1066 alle leggenda cristiana celebrano Niardo vi nacque Conche sopra Nave, S. Costanzo l'eremita e perchè nel 1150 diede i natali a S. Obizo, figlio del Console di Valle Graziadio. Cerveno. Alla destra di chi s'innoltra Oglio e sulla sinistra s'ammirano campicelli sulle macerie di rovine il dell' accumulate ai conquistati margini, sotto paese di Cerveno (pronunciato Serve), dove vano sepolcri romani, e ruderi di torri antiche. si tro- Forse pei lavori di ferro, perchè ne' monti linerie e Giova 94 di questo il Comune cava si il minerale che alimentava di lui forno riattato nel 1860, e un prodotto annuo dia di che rendeva in me- 435 tonellate di ghisa. 11 popolo della valle trae frequente a visitare a Cer- vone le quattordici in istucco con figure in legno ed capelle scuola de' Fantoni di Rovetta della , rap- presentanti la passione di Cristo, [n carta del 960 è nominata villa - Cervone. Abitanti 727. Cemmo. Parte del minerale del Tinerale e del Giovo andava ad alimentare l'alto forno di Cemmo a quattro chilometri da quello di Cerveno, che dal 1866 avea la produzione annua media di 459 tonellate. Ora questi forni sono spenti. Cem è una delle cinque pievi e delle quattro curie vescovili della Valle, ma ora diventò fra- zione di Capo di Ponte. La sua antica chiesa di S. Siro tra le rupi sopra cello ed i romano. Ivi 1' Oglio ha il l' abside fatta con un sac- vaso battesimale per immersione, fregi della porta meridiana, riore al mille, e nel generale accennano ad età ante- ha lavori di tre epo- Frammenti di questo tempio si immurarono nella nuova parrocchiale di S. Stefano compita nel 1444. Presso la vecchia Pieve era il castello di Pedona de' Pellegrini, e là, sopra una rupe, è avanzo d'in- che. scrizione del 1167. Ancora nel 1299 il vescovo di Brescia avea molti Manenti,, ovvero servi della gleba a Cemmo. Questo paese fu patria al valente pittore 95 Zuan Pietro nella fine del secolo XV. Sotto Gemmo ora sta Capo Poì^te. di — Nella palude Im-Esanìc^ dove suir Oglio era uno de' tre ponti del corpo della Valle, ora sta il paese di questo nome, che si ripete alla frazione di Mu, su altro ponte dell' Oglio. Quel ponte era detto di S. Siro, vi si pagava pedaggio, che Ve- nezia nel 14-28 lasciò ai Pellegrini, e quelli ribellati, Venezia nel 1454 1466 lo diede al Colleoni, lo cedette alla iMisericordia di quale ricuperollo la Valle nel il quale nel Bergamo, dalla 1793. Presso a quello, nel 1299 era un ospizio pei pellegrini e per gl'in- come a Dalegno, ad Edolo, a Cividate, a Pisogne, ad Iseo. Poco sopra stava un chiostro degli Umiliati, del quale si veggono tuttavia preziose rofermi, vine di costruzioni del secolo XIII sopra poggetto a destra di chi sale per la Valle. sta Capo La palude ove ora Ponte venne empita da alluvione del di torrente Serio scendente da Paspardo e dalle rovine dell'arenaria rossa {preda simuna). Nella chiesa delle Sante, pure a levante di a freschi Capo di Ponte, sono della scuola del Romanino. - Abitanti 1936. CiMBERGO. con superbi avanzi della sua rocca fa- mosa ed antica, Cemmo. La già rovinata nel 1288, prospetta rocca di Cimbergo era degli Antonioli, 96 e loro confiscata da Venezia, droni, che aiutaronla venne donata a ripigliare il ai Lo- dominio della Valle nel 14-32. Que' di Cimbergo andavano facchini — a Venezia. Abitanti 933. A quattro chilometri da Capo di V Oglio Ponte s'ingrossa per due costanti tributari: la Foia da vante l' , le- r Aglione da occidente. ~La Poia scende dal- Adamello e dall' ampia Valle di Saviore, dal Venerocolo di Valle di Scalve, e TAglione dalla povera Valle di Paisco e Loveno. I pescatori di trote d' estate salgono alla Valle di Saviore per quelle squisite e dorate del lago d'Arno, ed anche del Salarno, che è elevato m. 2059. Grevo è di Saviore comune aprente il e , di lui l' ingresso di Valle frazione signorile è Cedegolo 417 metri alla sogha delUn frammento di lapide camuna sulla via nazionale, alto l' osteria (Sieber). in cui leggesi Vicani Grehìae mostra Grevo già vico romano. Intorno Cedegolo si veggono boschi cedui modelli, e belle selve di castagni, e gelsi frequenti e prosperi dovuti specialmente alle sollecitudini intelligenti di secolo. Nazaro Panserini del principio di questo Cedegolo pati forte per innondazione del 31 agosto 17S 7. - Abitanti 1027. 97 Saviore che dà nome tre parrocchie, tito in e comune alla valle è par- chiesa del sito Saviore la m. 1237, laonde la valle è tutta pastorale e boschereccia. Ed alimenta non solo un migliaio di sta a ma anche altrettante pecore e circa trecento capre, per le quali ha una capanna sopra il lago bovini, Salarne sino all'altezza possono pigliare metri 2108. ultime mosse alla salita le quella si dell' Ada- I nine. Nel di lui territorio oltre Fumo, donde scende valle di mante rono consunti nel vi distrusse drini, de' quali tematico lago d'Arno è la il fiume Chiese il , nel 1747, versità di , ma i documenti terribile incendio del 72 case. resero si il 27 aprile 666 Saviore fu culla degli Zenillustri Bernardino naturalista Gianmaria, il anda- gli costruttore de' murassi di Venezia e Bernardino , Oglio, chiamasi anche di lui piazza quelle de' è l'orni ma- morto morto nel 1857, poeta, che fu professore alle Uni- Padova e dell' 1 il di Palermo. Abitanti 1794. Berso Demo è notevole pel suo alto forno destra for- lago d' Idre. Sul Dosso Merlino Saviore an- il ticamente ebbe castello che Da nomi Arno, Salarne, Baitù, x\vello in quevalle, rammentano antiche immigrazioni apen- mello. sta di il la opposto al di forno nuovo o più ampia e dell' Italia alpina. lui dell' sito. alla Questo Aghone, e comoda la fra tutte Dalle miniere di 7 98 Gaviera trae ghise bianche da ferro, e lamellari acciaio, e dal 1866 ha produzione media in 1274 all'anno (Zoppetti, Indusiria nellate di di to- del ferro. Milano 1873. Pajsco e LovKNo sono che si possono trovare risalendo l'Aglione verso Valle Scalve, cosi poveri che Paisc due paesucci da mineranti e un proverbio Loé nò mangié se locale dice: no'n porte. Sorsero r escavazione del minerale ad aHmentare Berzo Demo , e per consumare per forno di il sul luogo A i carboni hanno due picche complessivamente danno il po- dei boschi intorno. Perchè da antico coli forni fusorii, vero prodotto di loO tonellate annue. — Abitanti di Paisco 690, di Loveno 376. Malonno è centro minerario notevole della Valle Camonica, ed ha più settentrionale forno fusorio il di ferro della Valle. Rimpetto a Malonno, all'oriente deir Oglio, nella frazione Dazza, cavansi ardesie molto grandi e buone. Al Dosso Nazio ha galena al Vago miniera di ferro. in media canza Il di stello de' forno prima del 1869 dava 244- tonellate all' anno, di carboni fu Magnoni , argento, rame, e verso TAglione miniera alto di lui d' ma poi per man- abbandonato. Malonno ebbe caindi de' Celeri , e nella parroc- 99 ha chiale pala del Morene la - del Tintoretto. Malonno all' S. Sebastiano trova primamente in diploma del 1032. si comune che si vede alla sinistra, oriente dell' Oglio salendo per Edolo, e per salire al di visita ed un Abitanti 2376. Sonico è V ultimo ovvero , lago Baitù, lui si ferace di ec- cellenti trote, e per vedere lassù le granate rosse. Garda per antica con- Gli abitanti di di lui frazione, suetudine scendono a Brescia del facchino. Dai monti rente Rabbia di travolgente , che fanno elevare ad esercitarvi Sonico precipita spesso settembre 1869 copri arte il tor- enormi alluvioni letto dell' Oglio. il l' giorno Il H vecchio ponte, e turando lo il sbocco dell' Oglio, generò un laghetto, che poi andò empiendosi di sabbie (1). — Abitanti 1708. Edolo, per la postura, per le costruzioni posteriori al due 1860, perchè raccoglie valichi del militarmente posto. In , Tonale e è il sito da simulacro a venerare sopra S. dell' Aprica, e li protegge più vivo e più felicemente dei Paga. S. prime pievi Tre volte di vuole che questo nome gli Saturno, che la gente traeva Clemente, ove poi si disse il Clemente fu una delle cinque della valle avanti il mille, ed ebbe pure luogo (1) provenienze dei diploma del 917 appare nominato Vicus Idulio^ e la tradizione derivi le in questo secolo colà il ponte fu interrato e rinnovato. 100 una Ad un Curzio rocca. derici di Edolo, che pare de' Fe- r imperatore Barbarossa nel , chiama Princeps privilegi e lo hominum (de' nobili) et munilatìs terrae Edolo fu portata da (liberi possidenti), Clemente S. 64 concede Syndacus mitilum et Maria per tempo, giacché 1' totiu^ Co- La parrocchia Valcamonega. de 1 1 di alla attuale di santa attuale è già nominata quando presso avea un ospizio pei pellegrini, al quale nel 1315 furono resi fondi da Vozza. Nel 1393 ad Edolo compare anche la chiesa in carta del 1303, di S. Sebastiano. Nel principio del secolo nino ed di S. è di lui scolari vi dipinsero i a fresco la chiesa Curioso a vedersi in Edolo Giovanni Battista. un lavoro XVI Roma- in bassorilievo del 14o0 in granito gri- gio sulla facciata di casa Zuelli, con fregi simili ai bizantini e simboleggianti la Trinità, Cristo col mo- nogramma, e la potenza creatrice e benedicente col braccio e indice ed l' di S. Maria, di cui il medio alzati. La parrocchiale che è pure quella del comune occupa il suolo, di Mu , venne magnificamente rinno- vata nel 1620. In Edolo il 9 aprile del 1515 alloggiò l'impe- ratore Massimiliano colla corte, provenienti dal Tonale. Questo paese fa i commerci maggiori di be- stiami della Valle, dopo quelli di Lovere, con mercati mensili, e con fiera nei giorni 8, 9, 19 ottobre. Edolo e Mu sono cinque fucine Fra preparataci di vo- 101 meri (scartade) di Gemmo di ferro acciaioso e deli'Aglione, durissimo della ghisa vomeri che manda per ogni regione d' Itaha, con produzione annua, compresa le tucine di Stadoline e Viene, di oOO tonellate. sto moto Edolo lui si s' aggiunge il 1872 ad pose una delle compagnie alpine, e nel di monte Faét mirante forte militare, perchè dal A que- guardante al si vuol costruire un due sbocchi. i Edolo è 700 metri sul dimeno per nord la felice livello del postura ha mare, e non- fichi, e sino ali' al- 800 metri educa viti che sono le ultime salendo e dalle quali può trarre buon vino tezza di circa vecchio. Ha alberghi de' Dz^e Mori e del Galio^ e dal gli 1860 apri tanti la magnifica via Porro per l'Aprica. Abi- 1836. Mu, che unico nome nella valle serba una radice del Ca-mu-7ii^ è diviso da Edolo solo dall' Oglio, sormontato da due ponti, perchè con la parrocchia sino dal quello di 1 - ed il lui ha comune cimitero, nella frazione sua detta 1400 Capo di Gemmo. Qui Ponte {Co de Pont) come era la parrocchiale sino dal 300, perchè un designamento de' confini tra Sonico è fatto Yduli. Mu 1' 8 maggio 1 Mu e 303 in daustro Plehis era sito notevole de' Federici, dove sino dal 1200 avevano una delle rocche principali della 102 valle, rocca smantellata da Venezia nel 1432, ma della quale veggonsi ancora le vestigia a tergo della Fu sempre anche comune pastorale e per accedere ai suoi pascoli del monte x\vio, ove sono due terra. laghetti, r 1 1 luglio 1 389 ebbe livello delle vie da Daligno, col quale perciò sostenne parecchie contese. Ora manda ad estivare bovini, 300 pecore e sull' Avio e 300 capre, sull' Mentre chie, grossi sola. il — 350 e sull'Avio tiene lat- tiera sociale (casera). Nelle parti basse vino serbevole. Aviolo meridiane fa Abitanti 949. comune Dreno ne ha di tre, comuni Edolo e Pisogne ha cinque parroc- reca meraviglia Mu abbi'ano come i due una parrocchia , , 103 Da Edolo al mopÉerol, al "Tonale, al GaTÌa. ad un chilometro confluiscono due Sotto Edolo rami air Aprica dell' Oglio via, e quello : quello nord-est che scende dal Ga- occidentale che viene dall'Aprica, detto anche Ogliolo. Confluiscono per due gonsi aperte ai meglio quella valli che veg- fianchi di Edolo, delle quali attrae dell' Aprica che apre ampia e sale s' lenta solo 533 metri da Edolo, giacché il passo del- 1235 metri. Invece quella verso l'Aprica è a nale pare uggiosa, perchè s' il To- inoltra angusta, tortuosa, per aprirsi poi ampia e pastorale a tre chilometri ai confini tra Menno ed Incudine, per salire da 850 a 1200 metri in Ponte di Legno, e di là poi toccare m. 1976 al varco del Tonale, 2590 a quello del Ga- Al passo del Morterolo via. si sale a tre chilometri da Edolo per Menno, e per esso si giunge solo a metri 1845. Diligenze quotidiane ambe le valli le menano per poste (1). CoRTENEDOLo è il primo paese che trovansi inol- trando da Edolo verso (1) per l'Aprica, e dal Nella primavera del 1874 cominciarono i nome s' ar- lavori dì costru- zione della via carreggiabile del Tonale sul piovente bresciano da Ponte di Legno, via compita nel 1880. , 104 goDienta eh' era frazione di Edolo, e da quello della contrada Vico, appare essere antico. Nella di lui di lui parrocchiale si ammira un quadro di di Sassofer- rato rappresentante S. Gregorio Magno. In Cortene- dolo serbossi l'antica tradizione di muratori migranti, come CoRTENO è sito 1' una gne, dai traffici la che altri in vi si 31 dicembre frazioni, delle ovvero piccolo Piso- facevano cogli Svizzeri Corteno ha miniere metalli, e per quelle forni, cessati , otto il Valtelhna, sino al 1797 per quattro secoli fu Svizzera. ad partiti disse Pisognelo si perchè anche Abitanti 661. più grosso, contò 1881 1758 abitanti quali — magistrì comacini. i dopo il 181 o. Vi di ferro ebbe sino a tre si misto piccoli coltivano saraceno, frumento primaverile, segale primaverile ed autunnale, e si fanno tre fenazioni al piano due al monte. La chiesa di S. Martino in Corteno si trova nominata in carta del 1032. E paese ricco di bestiame, ed i cui abitanti per antica consuetudine migrano ad esercitare Y arte del salamaio nella Lombardia e nel Veneto, ed ora anche in America, specialmente a Montevideo. Al sommo della via d'Aprica è l'albergo detto Belvedere per V ampia e vaga scena della Valtellina iche vi si gode. , 105 Salendo a ritroso cessati la vite ed dell' gelsi, i Oglio verso settentrione si ha la compagnia de' ca- stagni e delle noci sino a cui da radice greca, Monno (Mon), il varrebbe solingo, come sta infatti un pogetto porta la chiesa un riposto in di S. valle, seno. Sopra rammentata Britio, tra meno e rimontante per lo rifatta nel 1470 mulattiera al e nel Mon 1737 e del 1843. Per e più sale vecchie della al secolo Xll, Monno Per 16o7. Morterolo, sparse di genziana. le nome, pendici è ma la via pascolive fu distrutto da incendi nel quest'ultimo vi durarono i Da pochi anni ha latMonno nel 1600 erano fumaiuoli più di dieci giorni. tiera sociale. Gli abitanti di i più graziosi parlatori della Valle esercitare l'arte dell'acquaiuolo a Oltre Monno mava corpo , pel costume di Koma. Ora sono 915. ne' tempi molto antichi la Valle for- federativo in cui prevalevano le Comu- nità di Daligno^ Vione e Vozza, e di Daligno sino del 1300 erano frazioni Ponte Daligno (di legno). Villa Daligno, Poya, gna. Anche Vione Demu, Licanu, Percasai, Ponta- e Vozza facevano unico comune colle frazioni Cane, Stadolina, Davena, Incudine. Nel 1200 paiono già separati Vezza e Vione, e lo furono poscia più forte , perchè Vezza diventò ghibellina, guelfo Vione. Nel 1310 Incudine staccossi da Vezza, ed ebbe chiesa propria del 1324. Nel secolo XVI il , 106 grande comune che col di Daligno, niae appare già in diploma del 774, attuali comuni Villa di Temu , nome Dala- parte negli si Ponte , di di Legno Pontagna. come a Cortenedoio ed a Vezza serbaronsi tradizionali le arti Ai tagliapietra, di muratore, e si esercitano migrando periodicamente. Per Ad Incudine esse ora oltre , , 300 persone d' Incudine e di Vezza sono nella repubblica Argentina. massima ricchezza proporzionale di selve resinose. Ponte di Legno ne ha tuttavia 4134 pertiche, Vione ne ha pertiche censoarie 3193, Villa d'Allegno 2882, Vezza 1147. Ed A questi paesi rimase ancora la ora questi comuni, eccitati dall' istruzione^ dai bisogni, dall'aumento di valore dei legnami, le coltivano quelle selve , risparmiando loro pascoli intempestivi, tagliando ed esportando con diligenza, estirpando ceppi ne' luoghi troppo erti. Vezza da radice sanscrita vesas vorrebbe dire zione casa (1). Si in atti bresciani i nomina in documenti del appaiono due notai di sta- sec. XI, Vezza già del 1200. Ebbe una delle principali rocche di Valcamonica dei Federici. (1) La discorre Sopra Lugano è il la paesello Vezio, in frazione di Tremosine. Val Grande^ ed ha nome che ripetesi anche 107 rimpetto la Val Pagherà^ che addussero gravi danni per alluvioni. Le maggiori e più recenti avvennero: per la Val Grande il 1864. Nel 1338 ebbe 4 ottobre ISS^ e con Viene lite 20 agosto il pei confini. Rocca esigevano pedaggio, e Federici qui dalla avevano regalia delle caccie; onoranze subentrò I vi quali alle comune, quando nel 1436 Venezia cacciò il que' feudatari. Pati gravissimi incendi nel 1727, nel 1682 e nel 1807. Fu già opulenta per industrie del ferro e della lana; ora v' è affatto cessata quella della lana per diminuzione delle pecore, quasi spenta quella del ferro, perchè torna meglio mandare nella valle mediana. Del suo ovunque 1873 vi inaugurò nella piazza garibaldini cadutivi combattendo Abitanti 1929. Il marmo tempi antichi. traccio di uso dei si bel il Nel 1 886 carboni bianco ha Il 27 luglio monumento ai 4 luglio 1866. — il burro di Vezza è provincia di Brescia. i il migliore della vi si addolci 1' erta della via nazionale. VioNE. e che si si pronuncia Viù^ voce osca che vale ripete in paesello di Valtellina e Bormio, in via,, fra Tirano Fu come 1460^ quando prese altro delle prealpi pennine. r Atene del bacino superiore dal ad avere scuole di grammatica latina, semenzaio di notai sino al 1705^ onde mostra le case più signorih della valle superiore. Ebbe un castello con sei torri 108 al sommo, detto Polacra (quasi acropoli), del quale sono vestigia vetuste intorno li chiesa di S. Seba- ha pure sulla cima del monte stiano. Pochi ruderi Bles, e la chiama plaza Cane ha pendice che di Paga, e sotto la frazione «sterno della vecchia parrocchia di monte nante S. romana. dicesi spiaggia Il coro Remigio, ora S. del grano, è d' architettura lombarda accenal secolo Xlll. Vi si fondarono Gregorio nel 13o7, quella di La parrocchiale nuova, sinistra sulla volta Romanino. Pati , S. chiesa di la Sebastiano nel 1391. finita nel 1591, in altare a serba a freschi della scuola di grande alluvione dalla sua valle dei molini nel 1521. - Abitanti 1478. Daligno che era primo nella valle superiore già 774 da tre secoli rimane solo con Villa d' Allegno, comunello di 387 abitanti. La parrocchia sua è intitolata a S. Martino, come quella di Vezza e di Corteno; culto recatovi per influenza dei monaci di Tours, patria di S. Martino, ai quali nel 774 Carlo nel , Magno donò luoghi confiscati Longobardi ai montagne. Ancora nel 1425 Daligno nelle in molti e Borno Valcamonica non dipendevano da alcun privato, e la chiesa di Daligno nel 1655, secondo avea dipendente quella Poia , 1500 di Fayno, Temu, Licanu, Pontagna, e quella di S. Alessandro di Viù abitanti. il , e contava 109 Temu con abitanti 441 e Pontagna con 235, sono comuni recenti, e non offrono oggetti da trat- non tenere, se sostenere costume, già iniziato a Vezza, di il campicelli erti e le terrazzine con muric- i ciuoli a secco, in guisa r che scarichino l'uno nel- si appunto com'è praticato altro, Temu. birra a Ponte Apennino nell' alto 1874 posero fabbrica toscano. Poletti e Carminati nel di soli di Legno 1815 abitanti alle 31 al del Tonale, falde dicembre 1881 , con soli ha una super- 93 1;2 chilometri quadrati de' quali quattro e e mezzo a selve resinose, cinque a pascoli di vacche, di , 41 sono pascoli di pecore, 40 sono ghiacciai e luoghi sterili. Ponte quel Capo di catasto veneto del Legno nome di Un i 1610 dice que' di più valorosi della Valle. In origine era Ponte di Dalegno^ perchè frazione o ponte di tal comune. Bella è la di lui po- stura al confluente delle valli del Cavia versante il Frigidolfo (1) e del Tonale col Nercanello formanti rOglio sotto di lui. Sta a 18 chilometri ed a 1250 sul livello del mare. E storale della Valle Camonica, e il da Edolo, paese più pa- consumava parte dei suoi carboni in otto fucine preparanti ferro in ver- ghe, vomeri e strumenti da taglio. L'antico santuario (1) A a Bormio. questo consuona il Frodolfo, che da S. Caterina scende HO di S. Apollonia tra Ponte e Percasai soiingo , non serba traccie archeologiche. Mandriani stabiK o mi- non sono granti meno i questo bacino superiore, nondi- in per ossociazioni recenti formaggi a fabbricare burro, delle famiglie latti uniscono ovunque si e stracchini (1). Sono, frazioni di Ponte: Pezzo, Poia sino dal 1600. dove casai, ziana , si x\ mezz' ora di Percasai, cammino da prepara acquavite da radice ed a 1500 metri è la valletta quale del nente carbonato di e Per- gen- Messe, delle' laghetto venti anni sono, ora piano erboso, gresso Zoan sull' in- zampilla acqua medicinale conte- di calce^ cloruro di soda, carbonato Acqua provata giovevole da parecchi esperimenti. Onde nel 1873 si compose di ferro e solfato di soda. società per coltivarla e prepararvi comodo asilo ai curanti, che saranvi allettati delle gite al lago Negro ed fonte sta al piede , dove nel 1 880 si e dal compi anche dalla opportunità al Gavia, del quale la moto a Ponte di Legno, la via carreggiabile del To- nale ad incontrare sul vertice la trentina. (1) Per tali società è maestro Darfo, che ne pascoli, quattro iemali, due Anche Erbanno che invernali. <!g^ai^g»«»- lo ha due estive ai prospetta ne ha ili ESCURSIONI ALPINE (D Nella Valle Camonica grandiosa e non difficile è Legno per Pezzo (1583 m.) ed il lago Negro mette ai bagni di S. Caterina ed a l'escursione che da Ponte di Bormio. Il Gavia valicasi ad alto piano di 2590 mecoperto d' estate di densa e varia vegetazione cespugliosa alpina, e si discende al laghetto Bianco, dal quale esce il Frodolfo che si costeggia. Questo passo fu dai Veneziani molto praticato pei commerci colla Germania, ed è agevole anche ai cavalli. Discendendo per la Valle Camonica, oltre i passi facili che dicemmo, si ponno senza pericolo varcare le diramazioni dell' Adamello verso la valle trentina Davù, salendo al lago Salarne (m. 2059), indi alla Forcella (m. 2600), oppure pel lago d' Arno si può anche colle bestie passare a 2850 metri nella Valle del Fumo alle fonti del Chiese. Air Arno si sale anche da Paspardo. Interessante ai naturalisti ed ai cercatori di bei spettacoU naturali sono pure i passi della Valle Scalve verso la Camonica e la Tellina. Da Schilpario pei CoUi ed il piede orientale del Venarocolo calasi a Loveno ed a Paisco ed alF Oglio seguendo T Aliene. Air occidente poi del Venarocolo, ed al piede del tri , Glene apresi il passo che per la Valle di Belviso mette all' Adda^ passo praticato dai pastori lombardi estivanti nell' Engaddina. L' itinerario di Cedegolo è di questa guisa : (1) Per queste veggasi la Guida Brescia. Brescia 1882. Alpina della Provincia di 112 Da Cedegolo, frazione di Grevo, sulla via provina metri 417 (Sieber), in due ore per Pozzuolo si sale a Fresine, indi con altre due ore per Isola ascendesi allo sbocco del lago d'Arno, e passando alla baila deV pescatore in un' ora e mezzo si giunge al passo, donde in un' ora e mezzo pel lago di Campo scendesi alla Valle del Chiese. ciale, Da Fresine si può andare al lago d'Arne (1850 metri) (1) anche per la Valle di Saviore e per la Rosica. Dalla quale per Incino in quattro ore di viaggio si giunge al Porcellino (m. 2600), donde scendesi ai laghi gelati in Val di Fumo, poi alla baita pastorale Larvena, donde nella valle del Chiese. comoda è la via pel lago d' Arno da Capo donde per Cimbergo in due ore si va a Paspardo, e di là pel monte Colomba, in valle Saviore. Più di Ponte, Al passo della Rossola si va insieme da Braone e da Ceto per la Valle Palobia a Rovello, ove sono cascine da mandriani, donde per 1' alpe Dreis, dalla quale spiccansi tre sentieri al varco (metri 2540). Indi scendesi nella Valle del Gelo e del Leno in tre ore a Boazzo ove erano già le seghe Ghsenti, e di là a Greto in Val Daone alle già ferriere de' medesimi Glisenti. (1) Questo lago ha trote squisite, oscure punteggiate in rosso, dalla carne rossa, e simili a quelle del laghetto Vaja (1756) so- pra Bagolino. F I N E. University of Connecticut Libraries