1 INTRODUZIONE Le schede proposte in questo
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1 INTRODUZIONE Le schede proposte in questo
INTRODUZIONE Le schede proposte in questo sussidio, vogliono essere il naturale sviluppo e il doveroso approfondimento del Meeting adolescenti 2007 che ha avuto come slogan: Diamoci una mano… di colore. Tutti noi, oggi, viviamo in un “villaggio globale”, dove un fatto che accade in un determinato posto della terra ha risonanza immediata in ogni parte del mondo. Ma società globale indica anche che il Terzo millennio assiste a grandi e veloci spostamenti di persone, etnie, culture e religioni. Tutto ciò implica che ogni uomo compia un salto di qualità facendo diventare “mondiale” il proprio sguardo. Questa grande novità, che richiede un forte cambio di prospettiva, ha con sé aspetti positivi, ma anche elementi problematici. Ecco allora la necessità di aiutare gli adolescenti a guardare a questo aspetto estremamente attuale soprattutto con gli occhi della fede. Infatti, il tema della mondialità e della multiculturalità potrebbe essere affrontato in molti modi, dando risalto a diverse prospettive, anche lontane dalla fede. Invece l’accoglienza, la relazione, la bellezza dell’incontro, la voglia di stupirsi per l’altra persona non devono essere solamente atteggiamenti umani, ma la logica conseguenza del nostro essere cristiani. Ecco perché una delle frasi centrali del tema proposto al Meeting è un brano della Prima Lettera di S. Giovanni al Capitolo 4: «se uno dicesse: io amo Dio e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio ami anche il suo fratello!». Gli amici di Casa Serena 1 DESCRIZIONE DEL PERCORSO Le sfide da affrontare nel nostro mondo come cristiani passano attraverso le scelte che facciamo le quali dipendono da ciò che conosciamo. Ecco perché, per iniziare a parlare di multiculturalità ed anche di missionarietà ci viene chiesto di informarci e di abbracciare il Cristo che si incontra per strada diverso e lontano da noi. Così potremo: educare alla interiorità riflessiva, cosciente e profonda, che rende padroni di sé, liberi di disporre di sé, di impegnarsi fino al dono per ogni cosa che valga la pena; educare all’appartenenza vasta, totale, reale, che avvolge e coinvolge, che trascende l’egoismo e offre agli altri spazi ampi per il dono. Riempie la vita di voci di appello, d’inviti ad aderire a progetti e programmi di bene, per alleviare il dolore e l’ingiustizia; educare alla partecipazione responsabile e attiva che fa della vita una Missione in atto crescente, riconoscendo la missione come costitutiva nell’essere cristiani, nell’essere Chiesa. Per fare questo cammino il sussidio attraversa quattro ambiti importanti, che vengono approfonditi da contenuti e articolati a loro volta in tre schede operative, con le relative dinamiche suggerite agli animatori da attuare nel gruppo adolescenti. Nel primo ambito, a partire dalla vita, ci fermiamo a guardare meglio questo nostro mondo, facendo i conti con una globalizzazione a macchie. Si continua, nel secondo ambito, ponendoci in confronto con alcuni testimoni, in questo mondo troppo spesso “scontrato” e non incontrato nel quotidiano. Un terzo momento è dedicato alla ricerca nella Parola di Dio degli atteggiamenti del Figlio di fronte ad ogni persona. Il quarto ambito, il ritorno alla vita, propone momenti di concretezza per attivarci nel nostro piccolo, ma pensando in - Video: Africa Paradise, (Saveriani, 11m), inversione dei ruoli: se l’Europa fosse povera e …., - Video e DVD di testimonianze di missionari dalle giornate mondiali missionarie. Tutto il materiale è consultabile presso il Centro Missionario Diocesano (CMD) di Verona. 2 67 Siti internet http://www.saveriani.bs.it/ (consultare la rivista CEM MONDIALITÀ cliccando su cem mondialità nella colonna di sinistra) grande, aprendo anche il giovane gruppo alla missionarietà, (testimonianza) dell’accoglienza e della solidarietà. Bibliografia - E. Bianchi, Ero straniero e mi avete ospitato, Rizzoli, Milano 2006. - P. Alex Zanotelli, Ti non ses mia nat par noi, Cum, Verona 1998. Attenzione: i due temi sono interconnessi e dovrebbero aprire un po’ gli occhi a cristiani di fronte alle incongruenze che spesso gli adolescenti vedono tra ciò che dice il Vangelo e il nostro ricco mondo … conoscere per agire qui e sentirsi legati a chi vive là. Materiale di ricerca - Statistiche dell’Italia e di Verona a riguardo dei temi immigrazione, scuole… sul sito del Cestim: www.cestim.org; www.cestim.it; - Libretto del Cestim (1996): Dal pregiudizio alla riflessione, I marocchini sono dei Vù cumprà…; - Proposte in relazione ai nuovi stili di vita: sito Cmdvr, materiali di riflessione. DESCRIZIONE TEMATICA Un pensatore di qualche secolo fa, Giambattista Vico, sosteneva che una società entra in uno stato di crisi irreversibile quando non ci sono più ragioni per stare insieme se non per fini utilitaristici. E’ proprio di fronte a questa società che la nostra fede ci interpella. Non possiamo tacere le ingiustizie che sono vicine intorno a noi, in Italia nei confronti degli immigrati, e lontane, dove una borsa del Nord decide se affamare i contadini di uno stato del Sud. Video (Alcuni cortometraggi dai dieci ai trenta minuti) - Video di panoramiche generali Dalla Globalizzazione all’immigrazione, con schede per capire la realtà da somministrare prima per far emergere la distorsione dei dati reali datici dai mass-media; - Video: Invito a pranzo, con spezzoni pronti per far emergere l’idea di immigrato nel collettivo; - Video: Il razzismo gli italiani lo fanno meglio, interviste a immigrati che ci descrivono (video provocante); - Video: Lettera a casa di un immigrato, approccio al mondo culturale di chi viene tra noi; Abbiamo un quadro di cosa succede nel mondo? Molti sono i dati a nostra disposizione collegandoci a internet con i siti di indagine (il Cestim, Nigrizia, giovanimissione.it, etc.) che ci permettono di allargare gli orizzonti nel conoscere il territorio intorno a noi. Come ha invitato mons. Pasini al convegno missionario di Verona, «le comunità cristiane devono interrogarsi su come si rapportano con i poveri»1. Ciò ci sollecita a porre attenzione su chi siano gli stranieri che vivono tra noi, di che nazionalità, lingua, etnia, usi, costumi e religione. Molti sono cattolici, ma si fatica a vederli nelle nostre chiese, nelle Celebrazioni, negli incontri, nella vita quotidiana… 1 66 G. Pasini, intervento al convegno Missionario di Verona, ottobre 2000. 3 Eppure anche il Sinodo di Verona appena concluso ci richiama ad una scelta: «lo stile missionario di una Chiesa estroversa e solidale, domanda di sviluppare alcuni atteggiamenti e di assumere alcune scelte di vita che portano a “stare” nella realtà in modo evangelico… e anche di agire evangelicamente… di scoprire e di ricevere i segni dello Spirito presenti nella storia delle persone e dei popoli». (Documento del Sinodo, 2005, n°254) Il risultato sarà eccellente, e gli adolescenti si divertiranno un “mondo” se ognuno, rileggendo la propria cultura e le proprie tradizioni culinarie, darà alla festa la propria “mano”…“di colore”, materiale e culturale consapevoli che… Noi siamo tra coloro che vivono al di sopra delle possibilità del pianeta? Non possiamo fare gli struzzi, considerando faccende altrui l’informazione e la formazione su questi temi. Nelle nostre scelte di fede imitiamo il modo di agire di Cristo? Non possiamo tacere, dobbiamo annunciare; non possiamo esimerci perché «sono venuto- dice Gesù Cristo, che è la Parola fatta carne - perché abbiano la vita a l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10), tutti, nella gioia dello stare insieme. "noi costruiremo la grande civiltà dell'universale, dove sarà bello essere diversi e insieme" Léopold Sédar Senghar FINALITÀ GENERALE Nella consapevolezza che la multiculturalità fa parte del progetto di Dio, che ci ha voluti diversi, il sussidio si propone di aiutare l’adolescente ad accogliere l’altro/a perché in esso vi scorge un tratto del volto di Dio, realizzando nella sua vita lo stile di Gesù. OBIETTIVO GENERALE L’adolescente conosce alcune dinamiche socio-politiche mondiali dentro le quali viviamo, cariche di bisogni e di ingiustizie che provocano fenomeni migratori; riconosce per accogliere nel suo contesto sociale le diverse ricchezze culturali e religiose, segno della presenza di Dio…rispondendo all’invito del Dio di Cristo (che ci vuole “annunciatori”). 4 65 QUARTA SCHEDA Sapori dal pianeta terra PRIMO AMBITO Mi “apro” ai miei pregiudizi Dinamica Niente è più interculturale delle feste e della cucina! Questo incontro conclusivo del percorso non parla delle feste tradizionali, delle cucine e delle abitudini alimentari dei popoli! Non è neanche una raccolta di ricette! Non è, soprattutto, un tentativo di classificare danze e gusti alimentari della terra in “strani”, “curiosi”, “esotici”, “particolari”, “piccanti” ecc… Nulla di tutto ciò!Questo che si propone agli adolescenti al termine del percorso, è un incontro “concreto” di condivisione di diversità, dove la diversità non è soltanto ciò che ci differenzia e ci distingue dagli altri, ma anche ( e soprattutto) ciò che ognuno ha da condividere con gli altri. E’ un incontro nel quale sperimentare la concretezza dell’accoglienza della diversità, nel quale entusiasmarsi con e per gli altri. Per la realizzazione pratica, si chiederà ad ogni adolescente l’impegno personale non solo di invitare ma anche di chiedere la collaborazione dei loro coetanei stranieri invitando ciascuno a partecipare alla preparazione e alla realizzazione di un banchetto multiculturale (una sorta di Festa dei Popoli paesana…o vicariale, se avete la disponibilità di una forza lavoro allargata!) portando una specialità tipica della propria terra: un dolce, una salsa, una minestra, un frutto, una bevanda, un contorno, una verdura, una pietanza a base di carne o di pesce etc., ma anche una musica, una danza tradizionale della propria cultura. (Se i vostri adolescenti sono particolarmente espansivi e se la sentono, sarebbe bello che invitassero i loro coetanei andando di porta in porta a portare un invito scritto.) 64 Finalità specifica Conoscere alcune dinamiche socio-politiche mondiali dentro le quali viviamo e prendere coscienza delle proprie precomprensioni. Obiettivo specifico Far conoscere agli adolescenti alcune dinamiche mondiali cariche di bisogni e di ingiustizie, e prendere coscienza dei loro pregiudizi nei confronti dello straniero, decidendo di abbandonarli. Per chi sceglie di sviluppare tutte e tre le schede in ordine cronologico, questa è la scansione degli obiettivi: - Prima scheda: l’adolescente prende coscienza della sua ignoranza sulle problematiche del mondo; - Seconda scheda: conosce il mondo con le dinamiche di ingiustizia, disuguaglianza e di sfruttamento economico che sottendono i rapporti commerciali tra i paesi del Nord e quelli del Sud del mondo; - Terza scheda: prende coscienza dei suoi pregiudizi nei confronti del “diverso” e decide di abbandonarli. Contenuti Negli ultimi dieci anni in Italia si è diffuso nell’immaginario collettivo un atteggiamento prevenuto nei confronti degli immigrati provenienti dai paesi cosiddetti “del terzo mondo” e dell’est europeo. Sembra diventata opinione diffusa che le persone che chiamiamo “marocchini” o “albanesi” o che appartengono alla categoria di “extracomunitario”, siano necessariamente malviventi; si vede un uomo di colore in 5 autobus e viene spontaneo mettersi la borsetta o lo zaino davanti per proteggerlo…e questo a prescindere da qualsiasi relazione diretta con lui! Tendiamo ad investire l’altro, diverso da noi nelle abitudini, linguaggio e cultura, di un pregiudizio negativo, solo sulla base visibilità degli immigrati in condizioni marginali e di coloro che compiono reati. In realtà questa immagine negativa è funzionale alla ricerca di un capro espiatorio nel momento in cui non sono definibili le responsabilità di problemi che investono la società dell’accoglienza. Questa rappresentazione si è radicata nel senso comune per mezzo dell’ opinione pubblica, i media, gli organi politici, finendo col diventare socialmente vera. Nella città di Verona è stato effettuato un sondaggio su questo tema. Nel gruppo esaminato, il pregiudizio negativo nei confronti dei marocchini senza fissa dimora è fortemente condiviso. Ma se ci fermiamo a riflettere all’effetto che questo atteggiamento può generare nei confronti dello straniero, e ci mettiamo nei suoi panni, sentiamo in fondo che è ingiusto giudicare senza dare la possibilità all’altro/a di esprimere la propria opinione, manifestando la propria personalità. E’ una sfida possibile, anche se impegnativa, quella di cominciare a considerare l’altro dandogli la possibilità di essere se stesso. Il primo passo è sicuramente quello di accorgerci della sua presenza. Se ci guardiamo intorno, a scuola, sui mezzi di trasporto pubblici, in palestra e sul lavoro, vedremo che stiamo diventando sempre più un popolo multicolor e di culture molto diverse dalla nostra. Anche dal punto di vista economicopolitico ci sono tante cose che dovremmo prendere in 6 In secondo luogo, si propone agli adolescenti di proporre questo progetto periodicamente alla comunità, ovvero presentare il Banchetto Equo e Solidale, unitamente se possibile a: - - depliants informativi; testimonianze dirette con chi partecipa attivamente a queste attività (i vari negozi offrono spesso questo servizio); rinfreschi (ad esempio dopo il concerto del coro, della banda, ecc.) a base di prodotti del commercio Equo e Solidale. Gli adolescenti apprenderanno il valore del servizio, della testimonianza alla comunità, dell’impegno in modo semplice, divertente e nello stesso tempo efficace, realizzando che ci vuole veramente poco per essere “equi e solidali nel quotidiano”! Qualche contatto per saperne di più: La Rondine Via Pallone, 2 - Verona - Tel. 045/8013504 http://rondine.altromercato.net/ La Buona Terra Coop. Via Custoza 32, - Villafranca - Tel. 045 6303434 63 merci del Sud del mondo prodotte e commercializzate in modo più equo. E' importante ricordarsi che scegliere prodotti del commercio equo e solidale non è fare carità ma bensì scegliere prodotti che qualitativamente non hanno nulla, ma proprio nulla da invidiare a quelli pubblicizzati e commercializzati nelle grandi catene di distribuzione. Chi sceglie un prodotto del commercio equo e solidale non rinuncia al buon gusto o al sapore, anzi, ne arricchisce il sapore con un ingrediente originale che i prodotti tradizionali molto spesso non hanno: la dignità. Dobbiamo ricordarci che non basta essere contro lo sfruttamento (in qualsiasi forma esso si presenta) per non esserne complici, è necessario che tale scelta si tramuti in gesti concreti, magari piccoli, magari apparentemente poco significativi, ma concreti. Dinamica Si propone agli adolescenti un’attività simpatica, continuativa nel tempo e costruttiva per realizzare delle scelte consapevoli nella vita quotidiana: gestire una volta al mese – in occasione della festa del paese – a Natale e a Pasqua – dopo la Messa della domenica – ecc. un banchetto con i prodotti del commercio Equo e Solidale. Il primo passo è stimolare i ragazzi sull’importanza di una scelta “alternativa” riguardo alle abitudini alimentari quotidiane, evidenziando il fatto che si possono acquistare prodotti analoghi a quelli che sono legati alle multinazionali che sono invece legati a realtà geografiche ancora in fase di sviluppo: i prodotti sono della medesima qualità, non si perde nulla, in più si dà una mano “concreta” alla crescita di un Paese. 62 considerazione, prima di azzardarci a dare giudizi. Ci sono paesi dove sono ancora in corso guerre civili che durano da anni, dove però nessuno muove un dito, perché non ci sono pozzi di petrolio o materie prime, a cui sono interessati i paesi ricchi del primo mondo, tra i quali noi, che abitiamo nel benessere e ci definiamo popoli civilizzati (le guerre nel mondo attualmente sono 29). Di queste situazioni non si interessano i giornali, ne tanto meno i politici, perché non c'è nessun tipo di tornaconto, per cui c'e gente che da anni soffre, muore sotto la violenza di una guerra civile, per poter ottenere diritti che a noi sembrano scontati e "normali"; c'e' ancora gente che soffre e muore per ottenere il diritto al voto, un governo dove regni la democrazia e non un regime, il diritto all'istruzione o ad aver un lavoro giustamente retribuito. Spesso non pensiamo che le nostre scarpe ultimo modello, la nostra maglietta ultra aderente, arrivano da Paesi in via di sviluppo e probabilmente sono state prodotte da minori, che vengono obbligati a lavorare, sottraendo loro la possibilità di ricevere un'istruzione e di costruirsi un futuro. Noi, i Paesi dello spreco, delle date di scadenza da rispettare rigorosamente, non ci ricordiamo che c'è gente che ogni giorno muore di fame, (circa 24.000 persone ), che non ha di che vivere, perché le grandi multinazionali si prendono tutti i loro terreni coltivabili, per metterli a produrre ciò che noi occidentali mangeremo nelle nostre diete a regime ipocalorico, per evitare di ingrassare! Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d'età. Oggi, il 10% dei bambini che vivono in Paesi in via di sviluppo muoiono prima di aver compiuto cinque anni. 7 Ci sono milioni di bambini che muoiono a causa di malattie che in Europa abbiamo debellato cent'anni fa, esistono i vaccini, ma a loro nessuno dà la possibilità di poterli effettuare. Le grandi multinazionali, oltre a "mangiare" sulle loro spalle, sfruttando tutte le loro risorse prime, promuovono la campagna per il latte artificiale, togliendo ai bambini l'unica possibilità di sopravvivere alle malattie infettive e sperimentano medicinali su persone che non sanno di essere cavie. In questa presa di coscienza del mondo ci possono aiutare tre parole-chiave e un sondaggio effettuato dal Cestim sugli immigrati a Verona. Etnocentrismo Tendenza a giudicare le altre culture e a interpretarle in base ai criteri della propria e a proiettare su di esse in modo più o meno consapevole il nostro concetto di evoluzione, di progresso, di sviluppo, di benessere. Multiculturalità Con questo termine si indica un dato di fatto: l’esistenza, su un territorio, di molteplici culture, che convivono senza una specifica interazione. Interculturalità Descrive uno specifico "progetto" di interazione entro le società multiculturali, per incontrare, conoscere, comprendere, accettare nel rispetto delle differenze "l’altro", cioè colui che per lingua, religione, aspetto fisico è diverso. La diversità diviene allora risorsa, arricchimento in vista di una convivenza basata sulla cooperazione, lo scambio, l’accettazione delle diversità come valori ed opportunità di crescita. 8 Tutti noi consumiamo abitualmente il caffè, ad esempio: ci siamo mai chiesti come e dove vivono coloro che producono quel caffè? Purtroppo nella maggior parte dei casi la produzione di beni provenienti da Paesi del Sud del mondo è caratterizzata dallo sfruttamento indiscriminato di risorse sia naturali che umane. Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale: esso garantisce: un prezzo equo, tale cioè da consentire ai lavoratori ed alle loro famiglie il soddisfacimento dei bisogni essenziali ed un livello di vita dignitoso; la piena dignità del lavoro, cioè un ambiente di lavoro salubre, l'assenza assoluta di sfruttamento minorile; il prefinaziamento dei propri partner commerciali, nel senso che al momento in cui viene effettuato l'ordine, l'importatore anticipa fino al 50% del pagamento complessivo, così da consentire ai lavoratori di far fronte alle loro esigenze di produzione; la sostenibilità ambientale, quindi le lavorazioni non inquinanti e basate su metodi naturali e l'agricoltura biologica; la trasparenza, perché il consumatore sia consapevole e pienamente informato di dove va a finire ogni lira che compone il prezzo che paga. I prodotti del Commercio Equo e Solidale sono venduti in Italia nelle "Botteghe del Mondo", che sono circa 200 sparse in tutte le principali città italiane. Il commercio equo e solidale vuole essere un aiuto a dare un senso al gesto della spesa quotidiana, solo apparentemente poco importante, vuole aiutare a ricordare che dietro ad un prodotto c'è la storia (e la vita) di persone che lavorano per la realizzazione di quel prodotto; mira a creare un mercato per le 61 L’Offertorio dovrà necessariamente essere preparato con cura e mettere in evidenza, oltre al pane e al vino, le offerte degli invitati caratteristiche del loro paese di provenienza; anche gli adolescenti porteranno qualche simbolo/oggetto che li rappresenti. La traccia che noi abbiamo proposto può essere arricchita in tanti altri modi con la fantasia degli animatori, la collaborazione dei ragazzi e soprattutto con le risorse che le diverse culture ci mettono a disposizione: canti, preghiere, inni al Signore in diverse lingue. Si tratta di elementi che alla fine daranno un valore molto forte a questa dinamica, un po’ impegnativa dal punto di vista organizzativo, ma di sicuro effetto sugli adolescenti e sulla comunità. TERZA SCHEDA Uno stile di vita… equo e solidale!!! Cos’è il commercio Equo e Solidale? Forse non ci siamo mai chiesti quanta strada fanno certi prodotti prima di entrare nelle nostre case, nelle nostre vite quotidiane. Mentre siamo fermi davanti a uno scaffale di un supermercato o ad una vetrina di un negozio, ci sono società che stanno investendo cifre colossali per orientare in modo apparentemente inconsapevole le nostre scelte e a indurci ad acquistare un prodotto piuttosto che un altro. In un mercato come quello attuale dove non si creano più nuovi prodotti ma solo nuovi marchi e dove le grandi multinazionali destinano sempre meno risorse alle attività di ricerca e sviluppo e sempre più risorse al marketing, diventa essenziale imparare ad acquisire consapevolezza nelle scelte che facciamo anche quelle che potrebbero sembrare banali. 60 Quanti sono gli immigrati a Verona e da dove vengono? - 1 miliardo di migranti nel mondo ossia il 16.6% degli abitanti del pianeta vive in una regione diversa da quella di nascita (CARITAS – Dossier Statistico Immigrazione 2003) - 200 milioni di migranti “non-national” ossia il 2.9% degli abitanti del pianeta vive in una nazione diversa da quella di nascita - 27 milioni di immigrati nell’Unione Europea ossia il 7% della popolazione totale (CARITAS – Dossier Statistico Immigrazione 2003) - 2.598.223 immigrati in Italia ossia il 4,5% della popolazione italiana (CARITAS – Dossier Statistico Immigrazione 2004) - 250.000 immigrati in Veneto ossia il 5.5% della popolazione veneta (Comune di Verona – Annuario statistico 2003) - 56.123 immigrati nella Provincia di Verona ossia il 6.5% della popolazione provinciale (Questura di Verona – 2003) - 18.550 immigrati nel Comune di Verona ossia il 7.2% della popolazione comunale (Comune di Verona – Annuario statistico 2003 9 Paesi Romania Albania Marocco Ucraina Cina Popolare Filippine Polonia Tunisia Stati Uniti d’America Senegal % sul tot 10,9 10,6 10,4 5,1 4,6 3,4 3,0 2,8 2,2 2,2 Le prime dieci nazionalità presenti in Italia Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2003 Nazione % sul tot stranieri Marocco Romania Albania Ghana Sri Lanka Serbia-Montenegro Cina popolare Nigeria Moldavia India 19,71 12,39 6,90 5,53 5,06 4,25 3,96 3,66 3,07 3,00 Le prime dieci nazionalità presenti nella Provincia di Verona. Fonte: Questura di Verona al 12/05/2004 collaborazione con il parroco, individuano persone straniere di religione cristiana cattolica che abitano nel loro paese o che frequentano la parrocchia e le invitano nel modo che ritengono più opportuno, ad un incontro-riunione. Scopo di tale incontro è spiegare agli invitati gli obiettivi della S. Messa e come la si vuole organizzare. Questo è forse il momento più difficile della dinamica; richiede particolare attenzione e delicatezza nel ricercare gli invitati ed altrettanta chiarezza da parte del gruppo animatori nello spiegare agli invitati il percorso fatto dagli adolescenti e gli obiettivi che si intendono raggiungere. Avranno anche attenzione a non mettere a disagio le persone che vengono invitate evitando di urtare la loro sensibilità. Per preparare in modo completo la S. Messa gli animatori possono suddividerla in vari momenti e magari assegnare a dei sottogruppi di adolescenti lo sviluppo degli stessi. Il primo momento, quello dell’Accoglienza, sarà dedicato a presentare i partecipanti alla Celebrazione. La famiglia, i gruppi o singole persone invitate alla Messa, verranno introdotti dal celebrante, che contemporaneamente, se lo ritiene opportuno, potrà spiegare alla comunità il significato di questa particolare Celebrazione. Al termine delle presentazioni può essere un’idea anche la presenza di bambini di cultura diversa, raccolti attorno all’altare, nel ruolo di chierichetti. All’Atto Penitenziale alcuni adolescenti leggeranno le richieste di perdono al Signore, incentrate soprattutto sulle mancanze o su comportamenti poco coerenti come cristiani, nei confronti di persone di culture e storie diverse dalla loro. Anche per le Letture si coinvolgeranno gli invitati alla Messa, così come per alcune preghiere dei fedeli, in segno di partecipazione. Altre preghiere dei fedeli saranno preparate dagli adolescenti, con intenzioni concrete di richiesta o di grazie al Signore per i coetanei di famiglie straniere che in questa Messa hanno l’opportunità di conoscere. Da dove vengono gli stranieri presenti a Verona? 10 59 invita a concentrarsi. A questo punto l’animatore dispone al centro del pozzo, nominandoli, tanti e diversi oggetti in modo che siano ben visibili. Si invita a ricordare il tema della multiculturalità e si chiede a tutti di scegliere due oggetti; il primo che rappresenta per loro una scoperta fatta nel cammino, ma anche una fatica (es. scelgo un cellulare, perché ho scoperto che posso entrare in comunicazione con l’altro diverso da me, …ma faccio fatica perché mi richiede lo sforzo di mettermi in contatto con lui…). Poi pescheranno un secondo oggetto che rappresenta l’impegno che scelgono di assumersi (es. scelgo un foglio bianco perché mi impegno a non avere pregiudizi quando incontro l’altro diverso da me…). Dopo qualche minuto l’animatore chiede di raccontare quali oggetti si sono scelti, perché e quali sono stati i pensieri passati per la mente in quegli attimi di silenzio. Materiale - una stoffa scura e una chiara per il pozzo - un telo lungo per coprirsi - molti oggetti da disporre al centro del pozzo - sorgente luminosa e musica di sottofondo In base ai dati della Questura sui permessi di soggiorno (aggiornati a maggio 2004), le nazionalità presenti a Verona e Provincia sono ben 142. In generale, come nel resto d’Italia, non esiste una netta prevalenza di una comunità straniera su tutte le altre. Le prime nazionalità presenti a Verona e Provincia sono quelle marocchina (11.062 presenze registrate per soggiorno) e rumena (6.952) che rappresentano rispettivamente il 19,7% e il 12,4% del totale degli stranieri segnalati per soggiorno. GLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA Europa Africa Asia America Oceania/apolidi Ignota Totale Stima presenza complessiva (minori inclusi) 1.051.404 516.424 368.204 251.339 3.653 2.975 2.193.999 2.598.223 SECONDA SCHEDA Eucarestia a colori Gli stranieri immigrati attualmente presenti in Italia Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2004 Dinamica Con questa dinamica proponiamo agli adolescenti di vivere l’esperienza di una S. Messa diversa dal solito: accogliere l’invito del Signore al Suo banchetto come un grande dono da condividere con persone di cultura, provenienza, storie diverse dalla loro. Come primo importante momento per una buona riuscita della Celebrazione, gli animatori del gruppo, in Questi sono solo numeri, ma le persone coinvolte vivono spesso situazioni drammatiche che possiamo comprendere solo se iniziamo a conoscere. 58 11 Cittadino del mondo senza sosta il suo popolo. E’ Cristo la fonte inesauribile della missione della Chiesa. “Tutte le Chiese per tutto il mondo”: questo è il tema scelto per la prossima Giornata Missionaria Mondiale. Esso invita le Chiese locali di ogni Continente a una condivisa consapevolezza circa l’urgente necessità di rilanciare l’azione missionaria di fronte alle molteplici e gravi sfide del nostro tempo. Sono certo mutate le condizioni in cui vive l’umanità, …resta tuttavia ancora molto da fare per rispondere all’appello missionario che il Signore non si stanca di rivolgere ad ogni battezzato”. Il tuo Cristo è ebreo e la tua democrazia è greca. La tua scrittura è latina e i tuoi numeri sono arabi. La tua auto è giapponese e il tuo caffè brasiliano. Il tuo orologio è svizzero e il tuo walkman è coreano. La tua pizza è italiana La tua camicia è hawaiana. Le tue vacanze sono turche, tunisine o marocchine. Cittadino del mondo, non rimproverare il tuo vicino di essere… straniero. nb. Può essere utile visitare www.diocesiverona.it (nel quale condivisione dei missionari Fidei missionari veronesi) e chiedere Diocesano Pastorale Immigrati. Cfr. - www.cestim.org; - Materiali didattici sull’immigrazione CESTIM in La città delle differenze, a cura di “Luci nel mondo Onlus”, Verona 2005; - A. Portera, Identità, in M LAENG (a cura di), Enciclopedia pedagogica. Appendice A-Z, Brescia, La Scuola 2003, pp. 718723; - A. Portera, Xenofobia, in M LAENG (a cura di), Enciclopedia pedagogica. Appendice A-Z, Brescia, La Scuola 2003, pp. 1562-1563; il sito della diocesi: c’è una una pagina di Donum: sono circa 200 i aiuto anche al Centro PRIMA SCHEDA Il tesoro nel pozzo nb: A Casa Serena è disponibile un power point intitolato “uomo di colore” utilizzabile in questo ambito. Dinamica A questo punto del cammino si propone una dinamica che permetta all’adolescente di sintetizzare, raccogliere e verificare quanto appreso nelle diverse fasi del percorso proposto. Gli adolescenti vivranno la dinamica del “pozzo”. L’animatore li invita a sedersi su un tappeto in cerchio, al centro del quale costruisce un pozzo (utilizzando una stoffa scura per il bordo e una azzurra o bianca per simulare l’acqua). Si accende un sottofondo che richiama il rumore dell’acqua e si lascia accesa solo una luce che illumina il pozzo. Con un telo bianco molto lungo i partecipanti si avvolgono il corpo e le gambe e li si 12 57 Contenuti A questo punto del cammino può avvenire nell’adolescente una svolta interessante: se si è lasciato disarmare dallo stile di Dio che ci ha voluti “a colori” e dall’accoglienza di Cristo, che non teme il confronto con il diverso, ma anzi lo cerca e lo ama…diventa anche lui “missionario”! Infatti chi incontra Cristo e sperimenta di essere amato da lui in modo personale viene investito dal suo Spirito che lo manda ad annunciare il suo Vangelo a tutte le persone che incontra. Non solo, ma si sente anche chiamato, come ha fatto Cristo, a rapportandosi in modo libero e accogliente nei confronti di tutte le culture e le religioni, e gradualmente spinto ad assumere uno stile di vita sobrio, in solidarietà con suoi i fratelli più poveri. Dunque l’obiettivo a lungo termine sarà quello di diventare “missionari” con entusiasmo, non solo con la raccolta di fondi da destinare ai Paesi poveri…ma anche nell’incontro con le altre culture presenti qui, e con continuità verso i missionari che operano in altri Paesi (entrando nella “rete” del conoscere, incontrare, scrivere). Se infatti siamo battezzati siamo diventati cristiani, appartenenti a Cristo e alla Chiesa, che in forza dello Spirito Santo ha nel dna la vocazione alla missionarietà. E’ quanto ci ricorda il messaggio di Benedetto XVI per la giornata missionaria mondiale del 2007: “Non cessano infatti di risuonare, come universale richiamo e accorato appello, le parole con le quali Gesù Cristo, crocifisso e risorto, prima di ascendere al Cielo, affidò agli Apostoli il mandato missionario: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”. Ed aggiunse: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,19-20). Nell’impegnativa opera di evangelizzazione ci sostiene e ci accompagna la certezza che Egli, il padrone della messe, è con noi e guida 56 PRIMA SCHEDA Come va il mondo oggi? Dinamica Per introdurre il tema si propone di sottoporre agli adolescenti una serie di domande provocatorie sulla situazione generale nel mondo. Lo scopo è quello di richiamare l'attenzione dei ragazzi sui grandi problemi del mondo dei quali la televisione poche volte ne parla. A tal proposito si consiglia di organizzare un telegiornale (della durata di 5 minuti) in cui dopo aver parlato di gossip, notizie futili, tendenze, etc., viene presentato un servizio esclusivo il quale pone ai telespettatori le seguenti domande: 1. Quante persone muoiono ogni giorno per la fame? 2. Quante guerre ci sono nel mondo? 3. Quanti sono i malati di AIDS nel mondo? 4. Com'è distribuita la ricchezza nel mondo? Al termine riproponete le domande ai ragazzi invitandoli a rispondere. Di seguito riportiamo le risposte: 1) Quante persone muoiono ogni giorno per la fame? Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correlate. Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d'età. Oggi, il 10% dei bambini che vivono in paesi in via di sviluppo muoiono prima di aver compiuto cinque anni. 2) Quante guerre ci sono nel mondo? 13 Le guerre nel mondo attualmente sono 29: 1. Iraq 80 mila morti dal 2003 2. Israele-Palestina 5 mila morti dal 2000 3. Libano 1.200 dal 2006 4. Turchia-Kurdistan 40 mila morti dal 1984 5. Afghanistan 25 mila morti dal 2001 6. Pakistan-Waziristan 3 mila dal 2004 7. Pakistan-Balucistan 450 morti dal 2005 8. India-Kashmir 90 mila morti dal 1989 9. India-Nordest 50 mila morti dal 1979 10. India-Naxaliti 6 mila morti dal 1967 11. Sri Lanka-Tamil 68 mila morti dal 1983 12. Birmania-Karen 30 mila morti dal 1988 13. Thailandia-Sud 2 mila morti dal 2004 14. Filippine-Mindanao 150 mila morti dal 1971 15. Filippine-Npa 40 mila morti dal 1969 16. Russia-Cecenia 250 mila morti dal 1994 17. Georgia-Abkhazia 28 mila morti dal 1992 18. Georgia-Ossezia 2.800 morti dal 1991 19. Algeria 150 mila morti dal 1991 20. Costa d’Avorio 5 mila morti dal 2002 21. Nigeria 11 mila morti dal 1999 22. Ciad 50 mila morti dal 1996 23. Sudan-Darfur 2 mila morti dal 2003 24. Rep.Centrafricana 2 mila morti dal 2003 25. Somalia 500 mila morti dal 1991 26. Uganda 20 mila morti dal 1986 27. Congo R.D. 4 milioni di morti dal 1998 28. Colombia 300 mila morti dal 1964 29. Haiti 1.500 morti dal 2004 14 QUARTO AMBITO Mi apro ad una quotidianità multiculturale Finalità specifica Dall’incontro con Cristo diventare “missionari”, assumendo uno stile di vita equo e solidale e rapportandosi in modo libero e accogliente nei confronti delle persone di altre culture e religioni. Obiettivo specifico Far maturare nell’adolescente la consapevolezza che la diversità non è motivo di divisione, ma può essere trasformata in mezzo e occasione di condivisione. In tal modo l’adolescente si rende accogliente e si entusiasma per gli altri. Per chi sceglie di sviluppare tutte e tre le schede in ordine cronologico, questa è la scansione degli obiettivi: - Prima scheda: l’adolescente sintetizza, raccoglie e verifica quanto appreso nelle diverse fasi del percorso proposto; - Seconda scheda: anima e condivide una S. Messa multiculturale con i cristiani del territorio; - Terza scheda : realizza che ogni giorno, con semplicità, può adottare degli accorgimenti che gli permettono non solo di pensare che ci sono realtà al mondo meno fortunate di lui, ma che con il suo contributo può contribuire a riscattarle, interagendo allo stesso livello; - Quarta scheda: sperimenta la concretezza dell’accoglienza della diversità e il valore di entusiasmarsi con e per gli altri, preparando insieme ai coetanei stranieri una piccola Festa dei Popoli paesana. 55 Materiale - fotocopia ingrandita del brano di Vangelo su indicato - un maxi cartellone suddiviso in sei grandi colonne riportanti i seguenti titoli: a) Gesù nei confronti della peccatrice b) Gesù nei confronti del fariseo c) Il fariseo nei confronti della donna d) Il fariseo nei confronti di Gesù. e) La donna nei confronti di Gesù. (15') - un cartellone diviso in tre colonne, riportante i seguenti titoli: a) Noi al posto di Gesù b) Noi al posto della donna c) Noi al posto del fariseo. (10') nb. Proponiamo di evidenziare su una cartina geografica mondiale le guerre, in modo tale da evidenziare i focolai di guerra. 3) Quanti sono i malati di AIDS nel mondo? Oggi sono circa 34-46 milioni i malati di HIV. Il 95% della popolazione affetta vive nei paesi in via di sviluppo, Asia , Africa e Sud America e 28 milioni di questi vivono, in particolare, nell’Africa Sub-Sahariana. Soltanto in Africa muoiono di Aids 2,5 milioni di persone ogni anno. Solo poco più di un milione di persone affette da HIV/AIDS in questi paesi ricevono il trattamento antiretrovirale. La maggior parte di questi farmaci proviene dall’India, proprio perché questo paese, fino al 2005, non prevedeva brevetti sui farmaci”. 4) Com'è distribuita la ricchezza nel mondo? Gli economisti considerano povertà assoluta chi vive con meno di un dollaro al giorno. Si trovano in questa condizione 1,2 miliardi di persone nel mondo. E' invece considerato un povero "moderato" chi sopravvive con 2 dollari al giorno, circa 2,8 miliardi di persone. Per quanto riguarda i paesi sviluppati, si intende povero chi non riesce a comprare beni non strettamente necessari (voluttuari). Vivono così 55 milioni di europei (7 milioni di italiani) e 35 milioni di americani. Questi dati non tengono conto del differente valore del denaro nel mondo, ma sono utili per far capire il divario che si sta allargando sempre più tra poveri e ricchi. Se cento anni fa la differenza media tra il reddito nei paesi ricchi e il reddito nei paesi poveri era di 6 a 1 oggi raggiunge punte di 110 a 1. Ricordiamo che 500 persone nel mondo sono più ricche di 460 milioni di poveri. - pennarelli - penne - foglietti 54 15 E' importante discutere in gruppo con i ragazzi su quanto emerso, nonché farli riflettere sul fatto che sono aggiornatissimi sulle mode, sulle nuove tendenze, sui gossip dei personaggi famosi, mentre non sanno, o non si rendono conto, che quotidianamente nel mondo migliaia di persone muoiono di fame! Materiale: -domande preparate - cartina geografica mondiale SECONDA SCHEDA Il mondo in una stanza: gioco degli scambi commerciali Dinamica Si propone il gioco degli scambi commerciali con questi obiettivi: - prendere coscienza che lo sviluppo economico di ogni singola nazione o area del pianeta è strettamente collegata e dipendente dai rapporti commerciali con le altre nazioni o aree geoeconomiche, e che questo fenomeno assume caratteri estremi nell’epoca della globalizzazione. - comprendere il funzionamento del mercato delle materie prime, da cui strettamente dipende l’economia dei paesi del Sud Mondo, e le ricadute sulla vita quotidiana degli abitanti di tali aree geografiche. - comprendere il ruolo degli organismi economici internazionali (FMI, Banca Mondiale) e delle aziende 16 Dinamica Preparare un cartellone riportante il brano di Vangelo ingrandito. Leggerlo con molta attenzione un paio di volte insieme ai ragazzi.(10') Far compilare ai ragazzi il maxi cartellone, completandolo con i verbi, le azioni, gli atteggiamenti e le affermazioni dei vari personaggi. Questo cartellone è suddiviso in sei grandi colonne riportanti i seguenti titoli: a) Gesù nei confronti della peccatrice b) Gesù nei confronti del fariseo c) Il fariseo nei confronti della donna d) Il fariseo nei confronti di Gesù. e) La donna nei confronti di Gesù. (15') I ragazzi s'immedesimeranno nei vari personaggi e proveranno a scrivere ciò che avrebbero detto (come avrebbero reagito, senza ovviamente cambiare però la trama della storia) al posto loro. Raccogliere quanto emerge su di un altro cartellone suddiviso in tre colonne, riportante i seguenti titoli: a) Noi al posto di Gesù b) Noi al posto della donna c) Noi al posto del fariseo.(10') Confrontare i due cartelloni e discuterne insieme, cercando di far focalizzare l'attenzione sul modo diverso di guardare/amare le persone di Gesù, del fariseo e nostro. (10') Alla fine, ogni ragazzo proverà a prendersi un impegno personale che scriverà su un foglietto, dove si impegna concretamente a provare a guardare diversamente una persona, sull’esempio del modo di amare di Gesù. (5') 53 TERZA SCHEDA Questione di sguardi In tanti brani del Vangelo, troviamo episodi in cui Gesù si trova di fronte persone “diverse”: per stile di vita, perché ammalate, perché peccatori o per mille altri motivi, ma Gesù non si permette mai di giudicarle, le ama semplicemente. Le ama in maniera gratuita, incondizionata, le accoglie per quello che sono, con le loro fatiche e limiti. Lui che potrebbe permettersi di giudicarle, non lo fa mai, addirittura le difende dalle accuse della gente. Sta con loro; Gesù è venuto per il diverso, per l’escluso, per tutte quelle persone che sono “diverse” dagli standard che ci creiamo nella nostra testa e che a volte ci danno l’impressione di poterci permettere di giudicare. Quando giudichiamo non siamo accoglienti, anzi ci permettiamo di catalogare ed etichettare chi ci sta di fronte. E questo è tutt’altro che essere cristiani. Gesù ci mostra il Suo modo concreto di amare, lo fa in maniera così disinvolta, e col suo modo di fare semplice, disarmante, riesce a conquistare chi incontra. Riesce a guarirlo dentro e fuori, riesce a riscattarlo dalla situazione di miseria fisica ed interiore, fa vedere che davanti a sé ha nuovi orizzonti di speranza, che nulla è perduto, che c’è sempre una nuova possibilità per ricominciare, per camminare su sentieri nuovi, che condurranno ad un futuro diverso. Gesù ci mostra che non esiste persona che possa permettersi di giudicare, ma semplicemente ci insegna ad amare chi ci sta di fronte. Ci mostra il Suo modo di amare, che non è fatto di discorsoni filosofici, ma di gesti concreti: sguardi, carezze, mani tese ed aperte per accogliere ed incoraggiare. 52 multinazionali nell’aggravare la sudditanza economica verso le nazioni del Nord del Mondo dei paesi del Sud del Mondo nello sviluppo industriale ed agricolo. - analizzare le possibilità per un iniziale riequilibrio delle disuguaglianze economico-sociali tra i paesi del Nord e Sud del Mondo: il ruolo del commercio equo e solidale e del consumatore. - lavorare in gruppo per un obiettivo comune. - vivere in prima persona una dinamica di disuguaglianza personale e di gruppo. - mettersi nei panni di… Spazi e materiale - 8-9 tavoli (unendo anche banchi di scuola) per 1-5 giocatori ciascuno - 1 cartellone della borsa valori - fogli di carta A4 - denaro finto - 1 busta per ogni gruppo, contenente: denaro finto, forbici, carta, righello e cartellino di ambasceria. Tempi - 2 ore circa per il gioco e la fase I e II del debriefing - 2 o più ore per la III fase del de briefing Svolgimento I singoli partecipanti vengono divisi dagli arbitri del gioco (vedi dopo) in 6 gruppi: a) 2, composti da 2-3 persone, rappresentanti ciascuna una nazione del Nord del Mondo (USA e Italia) 17 b) 4 o 5, composti da 3-6 persone, rappresentanti nazioni del sud del Mondo (Brasile, India, Tanzania, Nicaragua, Indonesia) Ciascun gruppo riceve una busta nominale e deve nominare un ambasciatore, che sarà il rappresentante della squadra. All’interno delle buste si trovano: un cartoncino da ambasceria, fogli di carta (molti per i paesi del Sud e pochi per i paesi del Nord), matite, righelli, forbici e compasso (solo in quelle dei paesi del Nord). Ciò esprime la disuguaglianza di materie prime (di cui sono ricchi i paesi del Sud) e risorse tecnologiche (di cui dispongono maggiormente, se non esclusivamente in alcuni casi, i paesi del Nord. Uno dei due animatori svolge il ruolo del mercato europeo. Lo scopo della Borsa Mondiale dei valori è quello di comprare i beni prodotti dalle singole nazioni scambiandoli in denaro con prezzi stabiliti dal mercato borsistico stesso. La borsa mondiale tende a favorire i produttori del Nord del Mondo. Scopo del gioco è per ogni nazione guadagnare il maggior numero di denaro ottenuto dallo scambio di beni prodotti con la Borsa Mondiale dei valori: i prodotti sono costituiti da forme di carte che riproducono fedelmente quelle rappresentate su di un tabellone collocate presso il tavolo della Borsa Mondiale dei valori. Guadagni possono essere ottenuti da rapporti commerciali in beni e servizi che si possono formare con altre nazioni, in maniera del tutto spontanea durante il gioco. Gli animatori del gioco delineano il contesto e le regole del gioco. a) gli abitanti delle nazioni devono rimanere seduti per tutta la durata del gioco. Può alzarsi dal tavolo solo 18 Dovrebbero emergere sensazioni di sicurezza, di naturalezza, come per aver fatto cose scontate da parte del gruppo B ed episodi di difficoltà e fatica da parte del gruppo A, che probabilmente si sarà sentito imbarazzato a fare cose apparentemente scontate. Si mettono a confronto i due cartelloni discutendone insieme.(10’) Dalla discussione dovrebbero emergere le fatiche nel compiere una stessa azione pur se banale, ma resa molto più difficile dalle resistenze esterne. Rispondere alle seguenti domande (15’): quali “resistenze” creiamo nei confronti degli altri? Cosa significa pre-giudizio per noi? Cosa significa essere accogliente? Leggere i seguenti brani del Vangelo e far sottolineare ai ragazzi le azioni della folla che giudica e fa resistenze alla persona coinvolta e l’atteggiamento di Gesù: - Mc 10, 46-52 (l’incontro con il cieco Bartimeo) - Lc 17, 11-19 (guarigione dei dieci lebbrosi) - Lc 18, 15-17 (Gesù e i bambini) - Gv 4, l-26 (l’incontro con la samaritana) Materiale - cordicella - cartoni - sedie - cartelloni - brani del Vangelo 51 Finora abbiamo considerato i tre personaggi più evidenti. Ce n’è un quarto non esplicitamente menzionato nel racconto: è Dio che viene posto in stretta relazione con Gesù che perdona i peccati in nome del Padre. b) Sullo questo sfondo della relazione Dio-Gesù il lettore è chiamato a valutare sia il percorso del fariseo che quello della donna. Mentre il Fariseo, che presume di sapere già come Dio agisce nella persona del profeta, squalifica Gesù e si impedisce di cogliere il perdono che viene da Dio, la donna con l’umile e riconoscente amore verso Gesù si apre inaspettatamente a Dio e alla sua azione di misericordia e accoglienza. Non è la presuntuosa e rigida ideologia religiosa del pio Fariseo, ma l’amore fiducioso e tenero della disprezzata peccatrice ad aprire la via verso la accoglienza di Dio che si rivela in Gesù. c) d) e) SECONDA SCHEDA Gli ostacoli del cuore Dinamica Si divideranno i componenti del gruppo in due sottogruppi, che chiameremo gruppo A e gruppo B. Ai componenti del gruppo A verranno legate le gambe con una cordicella, e verrà chiesto loro di percorrere un certo tragitto contente alcuni ostacoli (cartoni, sedie, etc...) in modo che ne risulti un percorso a zig zag. Ai componenti del gruppo B verrà chiesto di percorrere lo stesso percorso a gambe libere. (5’) Al termine della provocazione entrambi i gruppi dovranno scrivere su di un cartellone le sensazioni che hanno provato, e tutto ciò che hanno notato durante la prova sia riguardo al loro gruppo, sia dell’altro gruppo. (5’) 50 l’ambasciatore, che comunque può essere variato durante il gioco e deve sempre portare al collo il cartellino. Se un altro giocatore si alza dal tavolo la nazione viene penalizzata con una multa di 20.000 $. quando la Borsa Mondiale dei valori devono comunicare qualche notizia (cambiamento dei prezzi delle forme, provvedimenti disciplinari,novità etc.) tutte le attività si interrompono e tutti ascoltano la comunicazione. i prezzi stabiliti dalla Borsa Mondiale valori possono variare in base alle decisioni della stessa, a seconda dell’offerta dei beni stessi. le forme di carta devono riprodurre esattamente quelle rappresentate sul tabellone ed essere tagliate con le forbici, quelle non conformi non vengono accettate o distrutte. Il giudizio della Borsa Mondiale nell’accettare o rifiutare le forme è inappellabile. Ogni 5 o 10 minuti del gioco uno dei due arbitri del gioco passa a ritirare 20.000 $ di debito i altra cifra stabilita all’inizio del gioco) dai paesi del Sud: la somma suddivisa dei soldi raccolti verrà divisa equamente tra i paesi del Nord. Durante il gioco il vantaggio iniziale dei paesi del Nord si farà sempre più sentire e pian piano porterà ad una vittoria quasi schiacciante degli stessi sui paesi del Sud del Mondo, generando spesso, in gradi diversi a seconda delle occasioni, un senso di incalzante euforia per i primi e di progressiva e ineluttabile disperazione nei secondi Debriefing Dopo il termine del gioco viene contato il denaro raccolto da ogni nazione e si decreta il vincitore e l’ordine d’arrivo tra i 19 partecipanti. Si inizia quindi la vera e propria discussione su ciò che è accaduto. personaggi che certamente ha la funzione di coinvolgere il lettore e di indurlo ad atteggiamenti di identificazione o di presa di distanza. I fase Il primo momento viene dedicato alle emozioni dei partecipanti. In ogni gruppo qualcuno dei partecipanti, liberamente, racconta le sensazioni vissute in un determinato ruolo o situazione. Gli animatori del gioco cercheranno poi di far risaltare la differenza tra le sensazioni dei membri dei paesi del Nord e quelli del Sud e di far nascere una discussione guidata su perché alcuni hanno vinto ed altri invece hanno perso. E’ una fase “catartica”, nella quale i sentimenti di frustrazione, ingiustizia e impotenza covati progressivamente durante il gioco nei membri dei paesi poveri emergono in maniera molto viva e sentita; spesso manifestandosi in analisi poco razionali di quello che è successo e guidate dall’invidia e dal bisogno psicologico di veder ristabilito all’interno della classe un “equilibrio di potere e di giustizia” che è andato irrimediabilmente perso durante il gioco. Il primo contrasto suggerito è tra l’atteggiamento del Fariseo e quello di Gesù nei confronti della peccatrice. Mentre, infatti, i gesti della donna portano il Fariseo ad un giudizio negativo su Gesù, essi vengono al contrario interpretati da Gesù come manifestazione di un amore inatteso e grande (vv. 44-47) e come espressione di fede (v. 50). Il lettore, sorpreso dall’ingresso improvviso e immotivato della donna, è così guidato dalla parola di Gesù ad apprezzare tutta la novità e l’intensità dei suoi atteggiamenti. II fase E’ forse la fase più delicata del debriefing in cui gli animatori tenteranno di decontestualizzare le dinamiche, i vissuti e le situazioni sviluppatesi nel gioco, rapportandole alla realtà economica mondiale. Ai ragazzi verrà chiesto di spiegare inizialmente dal loro punto di vista i meccanismi della produzione, su chi traeva vantaggio dal gioco della borsa, sul comportamento della Borsa Mondiale, su quali strategie avevano impostato la “loro partita” e su come erano invece andate le cose, etc.. Verrà quindi operata una più o meno minuziosa opera di traduzione dell’accaduto, partendo dalla lettura del significato 20 C’è però un secondo contrasto, intrecciato con il primo e ancor più marcato: è il contrasto tra l’atteggiamento del Fariseo e quello della peccatrice nei confronti di Gesù. La domanda conclusiva della parabola infatti si concentra sull’atteggiamento dei debitori condonati nei confronti del creditore e poi – quando Gesù la applica – l’interesse è ancor più chiaramente centrato su tutte le omissioni del Fariseo rispetto ai gesti della peccatrice. Tutto è quindi mirato a far risaltare le due contrastanti posizioni di fronte a Gesù: l’una, quella del Fariseo, pregiudiziale e viziata da falsi presupposti teologici; l’altra, quella della peccatrice, che sa cogliere la realtà per quel che è e si impegna nell’ ”amore” e nell’ “affidamento”. Attraverso questo contrasto il lettore è chiamato a specchiarsi ed è invitato a cambiare. Solo l’atteggiamento della donna, infatti, è presentato come adeguato ed esemplare in vista di un “incontro” con Gesù e della scoperta della sua vera identità. Sotto la doppia faccia dell’amore e della fede, viene presentata la concreta disposizione necessaria per incontrare Gesù e attingerne il mistero. 49 identità di Gesù proprio a partire dall’evento del perdono dei peccati. È una domanda aperta a cui ciascuno è chiamato a dare una risposta personale e responsabile, prendendo finalmente posizione di fronte alla persona di Gesù e al suo modo di presentare Dio. Il testo si conclude (v. 50) con una nuova espressione di Gesù rivolta alla donna: “La tua fede ti ha salvato”. Il legame fedesalvezza è tipicamente lucano (cf 8,12; 17,19). L’evangelista, facendo risaltare questo legame, mette in luce come, proprio nella riconoscenza e dedizione che la donna ha mostrato verso la persona di Gesù, si è realizzato un intervento divino che, toccando la profondità della sua vita e del suo essere, l’ha trasformata da peccatrice in creatura nuova. L’augurio con cui Gesù congeda la donna (“cammina in pace”) ha tutto il sapore di una formula liturgica. La comunità che ascolta questa parola sa di essere perdonata dal suo Signore e di poter “andare in pace”. In Luca però, che è cosi attento all’uso del verbo “camminare”, essa può assumere anche una valenza nuova. La salvezza, ottenuta già nel presente con il perdono dei peccati, non è realtà statica ma dinamica. Una volta perdonato, al credente è richiesto di rimettersi in cammino sulle orme del Maestro che accoglie e perdona. - degli oggetti più semplici.(esempi: le forbici e i compassi diventano gli strumenti della tecnologia avanzata, la carta corrispondono alle materie prime, etc.) per arrivare alla lettura di fatti più complessi (l’eliminazione di uno dei membri di un paese del Sud per poter pagare il debito diventa il simbolo degli effetti degli aggiustamenti strutturali operati dal Fondo Monetario Internazionale per ripianare il debito estero di un paese dell’Africa). E’ il momento del graduale passaggio dalla semplicità alla complessità. III fase E’ la fase di vero e proprio approfondimento dei temi trattati ed è ideale effettuarla in un incontro successivo, o almeno con uno stacco temporale mentale. Può essere anche scelto di approfondire determinati argomenti e non altri in base ai percorsi effettuati precedentemente dai ragazzi con l’insegnante o in base ai programmi d’approfondimento futuro. Possono essere anche proposti alla fine del primo incontro, coincidente con il termine della IIa fase, dei lavori di gruppo o singoli da portare per l’incontro successivo sui quali poi discutere. Alcune puntualizzazioni pratiche Riteniamo di poter cogliere questi effetti illuminando le relazioni di contrasto e di identificazione che si producono nell’intreccio del racconto: è attraverso queste che il lettore è guidato e sollecitato ad un nuovo sguardo sulla realtà e a significative prese di posizione. Tutta la narrazione è segnata da un gioco di contrasti tra i 48 21 TERZA SCHEDA Invito a pranzo Dinamica Si propone la visione di un cortometraggio intitolato “Invito a pranzo”: è la storia di una signora distinta che entra in un ristorante per mangiare un’insalata, che deposita a un tavolo per poi andare a prendere le posate. Quando ritorna, vede un uomo di colore, malvestito, che mangia la sua insalata. La donna si arrabbia molto e indispettita inizia a mangiare l’insalata con l’uomo, che non batte ciglio e continua anche lui a mangiare. Alla fine del pranzo, l’uomo si alza, la donna rimane perplessa… e l’uomo ritorna con un caffè per ciascuno. La donna ringrazia e beve. Dopodiché si alza e se ne va, senza ulteriori commenti. L’uomo sembra addolorato dal comportamento. Uscita dal ristorante, la donna si accorge di aver dimenticato le borse nel locale e torna indietro di corsa. Vede, al tavolo di prima, il piatto vuoto e le 2 tazzine di caffè, ma nessuna borsa… inizia a disperarsi… poi, camminando, vede al tavolo adiacente le sue borse e la sua insalata, completamente integra……… realizza che aveva sbagliato posto e che l’uomo non aveva mangiato la sua insalata, ma se l’era comprata!!! E le aveva pure offerto il caffè!! La donna esce ridendo dal locale. Il filmato presenta delle pause, che danno la possibilità di fermarsi per interagire con gli adolescenti con domande e dibattito. Qui di seguito sono elencati degli spunti per aiutare il dialogo. 22 è proprio di fronte a questa normalità che gli atteggiamenti della peccatrice risaltano come ancor più inattesi e frutto di un amore e di una riconoscenza incondizionati. Il fariseo è implicato nel paragone per essere indotto a condividere e ad assumere l’atteggiamento dell’amore sconfinato che è stato proprio della donna. L’applicazione del v. 47 mette in risalto l’incongruenza di cui soffre l’intero racconto. 1. La prima parte, infatti, afferma che i molti peccati sono stati rimessi in conseguenza del grande amore. Il perdono, dunque, appare come frutto dell’amore. 2. La seconda parte asserisce che colui a cui è perdonato poco ama poco e mostra, di conseguenza, l’amore come frutto del perdono. La prima conclusione aderisce meglio al racconto dei v. 36-39; la seconda, invece, all’andamento della parabola (vv. 40-43). Luca, mantenendo uniti i due motivi, crea una circolarità tra amore e perdono. Da una parte, il perdono, che in sé è pura grazia, è accoglibile solo là dove la libertà umana si apre nell’amore. Dall’altra parte, il perdono, proprio perché è grazia, potenzia la libertà dell’uomo perché possa aprirsi all’amore. Gesù pronuncia ora verso la donna una parola che ha la pretesa di realizzare ciò che esprime: il perdono dei peccati (v. 48). Esso era già implicito nell’atteggiamento accogliente tenuto da Gesù nei confronti della peccatrice. Ora al gesto si aggiunge la parola: “Sono rimessi i tuoi peccati”. Il verbo al passivo lascia capire che l’iniziativa del perdono è attribuita a Dio, ma questa iniziativa si realizza ora nella persona di Gesù. Lo comprendono molto bene i commensali che si interrogano sulla 47 per formulare su di essa un giudizio nuovo. Così Gesù propone la parabola del creditore che condona a due debitori, che non possono pagare, due somme dall’entità molto diversa. Nell’immagine del condono, così poco reale, traspare già la novità inaudita del perdono concesso da Dio ai peccatori. Nella presentazione dei due debiti differenti, Gesù si adatta alla mentalità del fariseo che conosce la distinzione tra giusti e peccatori o tra grandi e piccoli peccatori La conclusione Gesù la fa tirare dal suo interlocutore. Alla domanda su chi amerà di più e sarà più riconoscente tra i due debitori, il fariseo risponde con una certa ritrosia (“suppongo”). A frenarlo non è soltanto l’esperienza che spesso tali domande nascondono un tranello, ma l’intuizione che nella risposta, per sé ovvia, è implicata una sua responsabilità personale. Egli, infatti, ha già intravisto che la parabola di Gesù puntava in una sola direzione: il perdono suscita amore. I gesti della donna, che egli disprezzava e di fronte alla quale era rimasto scandalizzato, erano frutto dell’inaudito perdono di Dio. Di fronte ad essi, egli non doveva prendere le distanze ma doveva coinvolgersi in una partecipazione gioiosa. La donna entra nel ristorante - Come mai la donna pulisce la forchetta, nonostante sia pulita? - Cosa prova quando vede l’uomo che mangia la sua insalata? Avrebbe reagito nello stesso modo se fosse stato un uomo bianco, ben vestito? - Perché l’uomo non si ribella quando la donna lo aggredisce? - Perché la donna mangia nel piatto dell’uomo? L’uomo si alza - Dove si sta dirigendo? - Cosa pensa la donna quando rimane sola? L’uomo torna con i 2 caffè - L’uomo fa un bel gesto nei confronti della donna, offrendole un caffè: come lo accoglie lei? - La donna sembra apprezzare il gesto: che sia il segno di una apertura da parte sua, un venirsi incontro, l’inizio di un dialogo? La donna se ne va - Cosa prova l’uomo? Cosa trasmette il suo viso? - Perché la donna si comporta così? Ringrazia, fa un sorriso? L’applicazione esplicita della parabola al fatto della donna è nei vv. 44-46. Gesù attira dapprima l’attenzione del fariseo sul di lei: “Vedi questa donna?”. È sul suo comportamento che occorre riflettere. Successivamente, però, tale comportamento è per ben tre volte confrontato con ciò che il fariseo non ha fatto nell’accogliere Gesù. Un tale confronto non vuole suonare di rimprovero all’ospitalità offerta. La lavanda dei piedi, il bacio di saluto, l’unzione del capo con olio non erano gesti ovvi e abitualmente dovuti a colui che era inviato ad un banchetto. Il fariseo ha fatto, dunque, ciò che era normale per un ospite. Ma La donna si accorge di aver dimenticato le borse, si allarma, torna indietro… e le ritrova, con la sua insalata..!! - Capisce l’equivoco la donna? Si rende conto di aver ragionato con pregiudizi? Si pente del comportamento tenuto? - È solo felice per aver ritrovato le sue borse o capisce che l’uomo è stato davvero gentile nei suoi confronti? 46 23 - Cos’avrà provato l’uomo andando via? La donna se ne va via ridendo: per quale motivo? ….. E TU??? - Come hai vissuto la scena? - Hai ragionato anche tu con pregiudizio nei confronti dell’uomo, giudicandolo per il suo comportamento? - Come ti saresti comportato nelle varie occasioni? Ti è mai capitato di vivere un’esperienza del genere? …. Alla luce di questo filmato, se ti dovesse succedere una cosa analoga, ti comporteresti nello stesso modo o ti soffermeresti a riflettere e a capire prima di emettere un “verdetto di colpevolezza”? Un’idea aggiuntiva potrebbe essere quella di far scrivere su un foglio a ogni ragazzo, a metà filmato, cosa pensa dell’accaduto e come andrà a finire la storia. Il finale è imprevedibile, siamo tutti portati a pensare in “negativo” nei confronti dell’uomo di colore…… ma vedere il finale reale della vicenda e i pregiudizi “nero su bianco” possono aiutare l’adolescente a riflettere. Proprio per questa errata visione, si può stimolare l’adolescente a considerare l’ingiustizia dei pregiudizi e provare a porsi, in futuro, con un atteggiamento più aperto nei confronti di quelli che vengono considerati “diversi”. Una variante: se gli animatori non hanno a disposizione il filmato possono realizzare loro stessi una drammatizzazione riproponendo la stessa scena. Materiale: - filmato “Invito a pranzo” (disponibile a Casa Serena) - foglietti e penne 24 novità dell’evento che si realizza in Gesù. Il fariseo ritiene per certo che un profeta conosce il cuore delle persone e osserva le disposizioni della Legge che vietano il contatto con i peccatori. In base a questo presupposto giudica Gesù e si impedisce di cogliere la grandezza del perdono divino che in Lui è offerto ai peccatori pentiti. La disparità di atteggiamento tra l’immediatezza umile e riconoscente della donna e la rigida pietà del fariseo portano la tensione del racconto all’apice ed evidenziano, in forma conclusiva, due diversi orientamenti di fronte all’operare di Gesù. 2. L’iniziativa di Gesù e la domanda sulla sua identità (vv. 40-50) Gesù ora, dopo la totale passività, prende l’iniziativa sia verso il Fariseo che verso la donna. L’iniziativa verso il Fariseo è una parola che lo aiuta a cambiare il suo modo di guardare alla peccatrice e al valore dei suoi gesti e che sfocia nel perdono. Questo poi suscita nei commensali l’interrogativo circa il mistero della sua persona. Gesù risponde al pensiero che occupa l’animo del fariseo: così dimostra di essere un profeta perché conosce il cuore di Simone. Però la sua risposta non è tesa a difendere la sua identità di profeta, ma piuttosto a far comprendere ed accogliere il significato dell’accaduto. Lo fa grazie alla parabola: il breve racconto distoglie per un momento lo sguardo dell’uditore dal fatto reale per fissarlo sulla valutazione di un evento inventato, ma pertinente. Immediatamente dopo, però, Simone è richiamato alla realtà 45 una sorpresa che si evolverà presto in fastidio e in scandalo. Si tratta, infatti di una donna che nel villaggio è conosciuta da tutti come una peccatrice, una prostituta. Non è dato sapere dove e come la donna avesse conosciuto Gesù e se da un precedente incontro avesse tratto motivo per manifestare la sua riconoscenza. Il racconto si sofferma soltanto sui gesti che essa compie, tra lo stupore di tutti, nella casa del fariseo. Aveva preparato un vaso di unguento, forse, per ungere il capo di Gesù in atto di onore. La grandezza del profeta e il suo senso di umiltà però la fermano ai piedi dello straordinario invitato. Ciò che essa compie è frutto di una immediatezza che può scaturire solo da una grandissima riconoscenza. Le lacrime del pentimento le scendono spontaneamente e bagnano i piedi di Gesù. Poi essa li bacia: il bacio ai piedi era il segno che un persona riservava a chi le aveva salvato la vita. Infine, scioglie i capelli per asciugare i piedi a Gesù: e sciogliere i capelli per una donna sposata era a quel tempo il massimo di disonore e di umiliazione. Tutto, quindi, indica nella donna una gratitudine senza misura. Ciò che sorprende nel racconto è il fatto che da parte di Gesù non è descritta nessuna reazione nei confronti dell’atteggiamento della donna. La serenità con cui egli accoglie questi gesti della peccatrice, che dovevano risultare scandalosi, lascia trasparire la sua disponibilità ed accoglienza senza pregiudizi. Il suo silenzio è un “si” di perdono e di comunione che immediatamente provoca la reazione scandalizzata contro di lui. È più provocante, infatti, il suo tacito consenso della stessa arditezza con cui si è mossa la donna. Il fastidio del pio fariseo non emerge esplicitamente ma rimane celato nel suo animo: il pregiudizio impedisce di cogliere la 44 SECONDO AMBITO Mi apro al mondo Finalità specifica Dall’incontro con alcuni testimoni apprendere valori nuovi per allargare gli orizzonti ed essere più “accogliente”. Obiettivo specifico L’adolescente accetta il confronto con l’altro “diverso” da lui, per passare dalla iniziale paura e diffidenza al dialogo e all’incontro arricchente. Per chi sceglie di sviluppare tutte e tre le schede in ordine cronologico, questa è la scansione degli obiettivi: - Prima scheda: attraverso un film si confronta con la storia di un’amicizia tra persone di diversa cultura/religione; - Seconda scheda: adolescente incontra l’esperienza di un immigrato/a che si è inserito nella nostra società; - Terza scheda: ascolta la testimonianza di un laico/religioso/a missionario che racconta come lui si è sentito “straniero” in un altro Paese. Contenuti La crescente presenza del “diverso” nella nostra stessa città di Verona, per certi versi sconosciuto e per altri versi incompreso, ha generato un senso di paura e rifiuto, forme di intolleranza e tentativi di estraneazione. Ma occorre anche notare che se da una parte si è verificato questo, dall’altra è nata un’attenzione e in alcuni casi curiosità - verso “lo straniero”, insieme a gesti e iniziative di incontro e di dialogo. Si è capito che l’altro/a, 25 diverso da me porta ricchezza umana, culturale e religiosa2. La diversità allora può diventare una ricchezza, ma in che modo? Innanzitutto attraverso il dialogo. Ciascuno di noi è nato da un dialogo e da una Relazione con Dio, che ci ha creati rivolgendoci una Parola; siamo stati creati a nostra volta per essere in relazione e solo così ci realizziamo pienamente. La salvezza di Dio infatti è presentata come un progetto di comunione e di dialogo fra uomo-Dio, uomo-uomo, uomocreato; mentre il peccato dell’uomo è rottura di questo tessuto dialogico-relazionale (Gen 1-11). Il dialogo è dunque la chiave di accesso e lo stile con il quale possiamo entrare in relazione con l’altro/a; questo termine può indicare a livello puramente umano “comunicazione reciproca” per raggiungere un fine comune o, a livello più profondo, una comunicazione interpersonale; ed anche un atteggiamento di rispetto ed amicizia. Accettare di entrare in dialogo libera dalla paura dell’altro e apre nuovi orizzonti; infatti se mi confronto con l’altro, umanamente so: identificare alcune differenze e uguaglianze tra noi e altre società\culture; non mi fermo a ciò che “si dice”, a quello che scrive “certa” stampa, mi impegno a raffrontarmi, cercando una comparazione “libera” da schemi ideologici. E’ fondamentale dunque la sospensione del giudizio sull’altro, che mi permette di mettere da parte le mie precomprensioni o luoghi comuni e di ascoltare quello che l’altro ha da dire di sé e come lui stesso si racconta, permettendogli di essere se stesso. In una parola si tratta di diventare ospitali, di 2 M. Giovanna Caprini, Dialogo e annuncio nella pluralità culturale, sociale e religiosa, relazione tenuta in occasione del Sinodo di Verona nel 2005. 26 olio profumato, lei invece mi ha cosparso di profumo i piedi. Perciò ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato. Colui invece al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora quelli che stavano a tavola con lui cominciarono a bisbigliare: «Chi è quest’uomo che osa anche rimettere i peccati?». E Gesù disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; cammina in pace!». La finale (vv. 48-50) è la chiave per capire il racconto perché fa risaltare il messaggio non solo sul perdono, ma su chi è Gesù e perché accoglie la donna in questo modo: «Il Fariseo...disse tra sé: Costui, se fosse un profeta, saprebbe...» (v. 39) «I commensali cominciarono a dire tra loro: Chi è costui che rimette anche i peccati» (49) Nelle due espressioni c’è un contatto verbale nella formula introduttiva (“dire tra sé”) e soprattutto c’è una corrispondenza perché pongono la questione dell’identità di Gesù. Così facendo dividono il racconto in due percorsi che ora cercheremo di seguire e spiegare. Il significato del racconto 1. Il pregiudizio del fariseo (vv. 36-39) L’invito fa da cornice nella quale viene immediatamente segnalata la presenza di una persona inattesa: “Ed ecco una donna ...”. L’espressione di Luca sembra lasciar trasparire tutta la sorpresa che questa visita improvvisa e inaspettata provoca, 43 Materiale - tasselli tutti uguali di un finto puzzle (devono essere del numero dei partecipanti) - cartellone riportante il brano di Genesi su indicato, tagliato come un puzzle da ricomporre poi successivamente (qui i tasselli devono essere tutti diversi uno dall'altro) II scheda biblica a cura di Don Gianattilio Bonifacio 2. Gesù accoglie la peccatrice (Lc 7,36-50) Un fariseo lo invitò a mangiare con lui. Egli entrò in casa sua e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; fermatasi dietro a lui, si rannicchiò ai suoi piedi e cominciò a bagnarli di lacrime; poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. Vedendo questo, il fariseo che lo aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta saprebbe chi è questa donna che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Egli rispose: «Maestro, di' pure». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l' altro cinquanta. Non avendo essi la possibilità di restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro gli sarà più riconoscente?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». E Gesù gli disse: «Hai giudicato bene». Poi, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono venuto in casa tua e tu non mi hai dato l' acqua per lavare i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e con i capelli li ha asciugati. Tu non mi hai dato il bacio; lei invece da quando sono qui non ha ancora smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di 42 riconoscere e accogliere l’altro differente da me …fino ad arrivare a fargli posto nella mia vita e nel mio cuore! Nella Bibbia è Dio stesso ad invitare il popolo di Israele ad accogliere e ad amare lo straniero “perchè voi siete stati stranieri nel paese d’Egitto” (Es 22,20) ; inoltre Cristo stesso è narrato e percepito come straniero: “ero straniero e mi avete ospitato” (Mt 25, 35) ed anche i cristiani del II secolo d. C si autodefinivano stranieri e pellegrini: “Abitano una loro patria, ma come forestieri; a tutto partecipano come cittadini e a tutto sottostanno come stranieri; ogni terra straniera è patria per loro, e ogni patria è terra straniera”. Infatti la terra è di Dio e noi vi abitiamo da stranieri e ospiti (Lv 25,23). Questa ospitalità che Dio vive per primo verso di noi, ci richiama alla “cultura dell’ospitalità” e ci interpella a tenere la porta aperta, che per un adolescente consiste prima di tutto nell’accettare la sfida di lasciarsi interpellare dall’altro, con la sua cultura, usi e costumi diversi. Ci richiama alla simpatia verso lo straniero e con il suo modo di vivere (cucina, modo di vestire, di pregare, di trascorrere il tempo libero..). Questo fa comprendere che dietro ad ogni “diverso” c’è una persona con una storia, degli affetti, una dignità, dei limiti. E’ ovvio che il dialogo e l’incontro con l’altro richiedono una identità chiara, che entra in relazione senza imporsi, e l’adolescente è proprio nella fase dove l’identità è in evoluzione, ma non bisogna aver paura comunque di osare il confronto, anche con l’aiuto di persone mature e capaci di mediare e di creare ponti di scambio. Cfr. E. Bianchi, Ero straniero e mi avete visitato, Rizzoli 2006. 27 PRIMA SCHEDA Insieme… appassionatamente! Dinamica Con questa dinamica vogliamo far riflettere l’adolescente sul tema dell’accoglienza inserendolo in alcune realtà quotidiane che egli vive come l’amicizia, l’educazione, la famiglia e lo sport. A tal proposito l’ado è provocato con la visione di un film che affronta in modo diretto e semplice questi argomenti. Il film “IL SAPORE DELLA VITTORIA” ha come protagonisti ragazzi con i quali gli adolescenti si possono facilmente identificare, ma soprattutto utilizza un argomento a loro particolarmente caro per trattare l’accoglienza e l’integrazione razziale: lo sport. Il film è ambientato in un paese della Virginia nel 1971, dove due scuole, una di bianchi e una di neri sono unite insieme con conseguenze poco confortanti fin dall’inizio. La situazione diventa sempre più complicata quando la squadra di football della scuola è affidata ad un allenatore di colore, che oltre a risolvere problemi interni allo spogliatoio si ritrova anche a combattere con la diffidenza e la poca voglia di accoglienza delle famiglie “per bene” dei ragazzi bianchi. Un lavoro duro che passa attraverso allenamenti al limite della sopportabilità per i ragazzi e tentativi di inserimento e integrazione nella società degli adulti. Compito che il mister svolge in modo ottimale, porta infatti, non senza poche difficoltà, la squadra a vincere il campionato ma soprattutto a far stringere insieme mani bianche e mani nere di adulti e ragazzi. Il film si basa su una storia vera e si presta quindi maggiormente ad un dibattito. 28 Si leggerà insieme con attenzione il brano di Genesi su indicato e si proverà a raccogliere le impressioni a caldo che questo brano ha suscitato nei ragazzi (15'). Rispondere quindi insieme alle seguenti domande (20'): a) Cosa suggerisce questo brano? b) Secondo voi perché il Signore ha fatto parlare a tutti lingue diverse? c) Provando a ripensare al primo tentativo di puzzle finto che avete provato a ricomporre,secondo voi essere tutti uguali, porta ad ottenere un risultato? d) Ripensando alla composizione del secondo puzzle, il nostro essere unici, se ci aiutiamo uno con l'altro, a cosa conduce? A conclusione recitare insieme questa preghiera: Signore siamo tante membra, ma un solo corpo: il corpo di Cristo. Siamo noi la Chiesa! Aiutaci Signore a diventare il tuo Corpo. E' questo il compito affidato a noi: formare, oggi, il corpo del Signore, essere Sua parola per i fratelli. Aiutaci Signore a diventare il tuo Corpo. Tutti siamo indispensabili, poiché ciascuno è dono unico per i fratelli. Spesso dimentichiamo tale compito. Aiutaci Signore a diventare il tuo Corpo. L'amore di Dio continuamente ricostruisce l'unità del corpo e ci dona la gioia di essere piccoli, poveri ma autentiche membra di Cristo Signore. Aiutaci Signore a diventare il tuo Corpo. 41 che l’umanità possa diffondersi ed abitare la terra. È chiaro che la protezione della diversità e dell’originalità di ognuno non si deve trasformare nella frammentazione, nella perdita di solidarietà in cui ognuno pensa per sé. Il contrario dell’omologazione non è l’individualismo, ma la relazione rispettosa e promotiva della vita di ognuno. PRIMA SCHEDA Unici per un grande puzzle Dinamica L'animatore preparerà dei tasselli (quanti sono i ragazzi) di un finto puzzle. I tasselli dovranno essere tutti identici. Divisi i ragazzi a coppie, i membri dei mini sottogruppi dovranno scegliere una caratteristica positiva che pensano di avere in comune (es.:entrambi pensano di essere simpatici/ altruisti etc.)e scrivere questa qualità ciascuno sul proprio tassello (5'). Riuniti tutti i ragazzi, l'animatore dirà loro di provare a ricostruire il finto puzzle, il quale avendo tutti i tasselli uguali, non potrà mai condurre a nessun risultato (5'). Una volta che i ragazzi si accorgeranno che il puzzle è impossibile da eseguire, verrà consegnato loro un tassello di un vero puzzle (i tasselli stavolta dovranno essere diversi uno dall'altro), sul quale ogni ragazzo personalmente scriverà una propria caratteristica/qualità positiva che ritiene unica (5'). Si inviteranno quindi i ragazzi a ricomporre il puzzle, che stavolta condurrà alla costruzione del cartellone riportante sul retro il brano ingrandito di Genesi 11, 1-10 (5'). 40 Gli adolescenti possono essere stimolati a studiare la diffidenza ma soprattutto l’ignoranza che all’inizio allontana i due gruppi di ragazzi evidenziando tutti gli atteggiamenti di divisione che anche nel loro quotidiano possono riscontrare. Possono essere discussi i meccanismi e le modalità di avvicinamento delle due realtà descritte nel film; riflettere su come la convivenza e la maggiore conoscenza reciproca aiuti i ragazzi, piano piano, a superare le barriere che li dividono. Lo sport può essere visto come un bellissimo trampolino di lancio per annientare le resistenze ad accogliere il diverso e a superare la difficoltà in forza di un obiettivo condiviso. Elementi come fatica, sacrificio, scopo comune, unione per la vittoria, sono evidenziati molto bene nel film e si prestano perfettamente ad una discussione nel gruppo cercando di evidenziare come anche ai giorni nostri l’integrazione tra culture diverse nello sport non è sempre spontanea, anzi. Interessante sarà anche far osservare agli adolescenti le modalità e meccanismi di avvicinamento tra i personaggi del film. Sarebbe bene far emergere infine come nella quotidianità l’adolescente, pur avendo tante possibilità di isolarsi dal diverso, si trova a viverci gomito a gomito. Lo sport, per esempio, dove è fondamentale lo spirito di gruppo per raggiungere la vittoria finale, è un’ottima occasione per conoscere l’altro, essergli amico, sudare, piangere e ridere insieme. Materiale: - film “Il sapore della vittoria” - videoregistratore/lettore dvd 29 Scheda film: Il sapore della vittoria (Remember the Titans) Genere: Commedia Regia: Boaz Yakin Interpreti: Denzel Washington (Herman Boone), Will Patton (Bill Yoast), Wood Harris (Big Ju), Ryan Hurst (Bertier), Donald Faison (Petey), Craig Kirkwood (Rev), Ethan Suplee (Louie Lastik), Kip Pardue (raggio di sole), Hayden Panettiere (Sheryl Yoast), Nicole Ari Parker (Carol Boone). Nazionalità: Stati Uniti Distribuzione: Buena Vista International Italia Anno di uscita: 2001 Orig.: Stati Uniti (2000) Sogg. e scenegg.: Gregory Allen Howard Fotogr.(Scope/a colori): Philippe Rousselot Mus.: Trevor Rabin Montagg.: Michael Tronik Dur.: 113' Produz.: Jerry Bruckheimer, Chad Oman. Giudizio: Accettabile/semplice Tematiche: Amicizia; Educazione; Famiglia; Sport; Soggetto: Alexandria, Virginia, 1971. Quando il dipartimento scolastico decide di accorpare due scuole, frequentate una da bianchi e l'altra da ragazzi di colore, si crea una situazione dalle conseguenze imprevedibili. La verifica arriva subito, quando si tratta di mettere insieme la squadra di football: quello sport é considerato stile di vita, e la squadra deve difendere l'onore e la tradizione dell'istituto. Dalla Carolina del sud arriva Herman Boone, che assume il ruolo di allenatore capo dei T.C. Willimas High Titans, scavalcando Bill Yoast, uno con molti anni di esperienza e moltissimi estimatori. Boone é di colore e il suo compito non si presenta facile. Durante il ritiro di 30 Il risultato è la custodia della diversità. Grazie alla discesa di Dio l’umanità può muoversi liberamente nello spazio orizzontale della terra e non è più costretta ad andare solo ad oriente. Il non capirsi tra popoli è effettivamente è un ostacolo alle relazioni, che comprendiamo bene quando siamo all’estero. Difatti il nome “babele” è un suono onomatopeico: chi non conosce una lingua sembra che gli altri dicano solo bababa... In fondo è molto simile alla parola “barbaro” che i greci affibbiavano a chi non parlava come loro: tutti i non greci dicevano solo balbettii, dicevano solo barbarbar. Però qui la differenza linguistica è intesa come un grande valore: ognuno è protetto e valorizzato per quello che è e non per quello che gli altri potrebbero imporgli. - Alcuni spunti applicativi...da elaborare la doppia faccia della globalizzazione. È inevitabile che per lo sviluppo della comunicazioni il mondo si “rimpicciolisca” ed è un bene quindi che si possa convergere su un linguaggio comune e una serie di valori condivisi che permettano il dialogo. Però questo processo non è esente da rischio di cancellare le differenze e trasformare le relazioni in uno schema rigido che taglia via ogni originalità. Il dialogo nell’ottica della fede. Dio interviene nella storia per garantire le diversità e l’originalità di ognuno. La storia di Gesù è fondamentale in questo senso: grazie a lui e al suo Spirito che ci rende figli e figlie siamo messi nella condizione di esprimere la nostra personale relazione filiale con Dio. Quindi garantire spazi perché ognuno esprima la sua personalità non è solo “rispetto civico”, ma una esigenza della nostra fede cristiana. L’originalità e la comunità. L’intervento di Dio garantisce 39 il posto di Dio: v. 4: «Sù, costruiamoci una città con una torre, la cui cima sia nei cieli, e facciamoci un nome, per non esser dispersi sulla superficie di tutta la terra». Difatti la torre della città pretende di abbandonare la dimensione orizzontale – lo spazio vitale dell’umanità – per prendere il posto della dimensione verticale che è invece lo spazio di Dio. Il v. 6 – riportando le parole di Dio – fa vedere le conseguenze estremamente pericolose che potrebbe avere questa pretesa: «questo è il loro inizio nelle imprese; ormai tutto ciò che hanno meditato di fare non sarà loro impossibile». Se l’uomo si sente Dio perde ogni senso della misura e come dice il testo “fa ciò che gli balza in mente” e così l’unica misura del fare diventa il poterlo fare. È la legge della giungla dove il più forte e potente ha mano libera per ogni sua volontà: non c’è più alcuna misura! La posta in gioco è così grande che Dio abbandona l’alto e «discese per vedere la città con la torre che stavano costruendo gli uomini» (v. 5). Gli uomini pretendono di andar su; Dio invece non ha problemi a venir giù. E non solo in senso simbolico, se pensiamo a Gesù, il Figlio di Dio divenuto umano. E il suo intervento non vuole togliere nulla all’umanità, ma garantire invece la sua integrità e la correttezza dei rapporti in cui ognuno è custodito nella sua individualità. La prova di questo fatto si riscontra nell’ironia che c’è nella descrizione dell’intento degli uomini: la torre per quanto alta non può mai raggiungere il cielo di Dio: Lui non è in pericolo. Invece un progetto violento e omologante da parte di una autorità senza controllo può – e di fatto nella storia lo si è visto – rendere drammatica e disperata la vita delle donne e degli uomini: loro sì che sono in pericolo! Per questo Dio interviene. 38 preparazione, decide di metter insieme nelle camerate un bianco e un nero a fianco, così da farli conosce meglio l'un l'altro; poi impone agli allenamenti ritmi durissimi e non ha indulgenze per nessuno, li fa svegliare e correre di notte, li porta a Gettysburgh, dove la guerra civile visse il suo momento più tragico. I ragazzi riescono a fraternizzare, ma quando tornano in città, la realtà sembra riprendere il sopravvento: molte incomprensioni, e sassi tirati contro la casa di Boone e della sua famiglia. Comincia il campionato, e la squadra si comporta bene. Tre vittorie, il successo nella finale del campionato regionale, dopo altri equivoci e liti. Mentre festeggiano, Bertier ha un incidente stradale e rimane paralizzato alle gambe. Arriva la finalissima e i Titans vincono. Valutazione Pastorale: Prima dei titoli di coda, alcune didascalie ricordano quello che è successo in seguito ai personaggi appena visti. Serve a chiarire che siamo di fronte ad una storia 'vera': i fatti sono realmente successi, e molti dei protagonisti sono tuttora viventi. Storia vera e, quindi, maggior forza al messaggio che invia: che non è certamente nuovo, affrontato e visto in tanti altri titoli ( anche con Denzel Washington attore principale), ma non per questo meno importante. Si tratta di denunciare il razzismo e di fare opera a favore dell'integrazione: attraverso lo sport, la convivenza, la migliore conoscenza reciproca. Lo sport di squadra poi diventa fattore aggregante di educazione, e evidenzia un preciso valore formativo. Non mancano certo i consueti toni enfatici, ma il film, mentre ci sollecita a recuperare lo scenario dei primi anni '70, é anche attuale: il razzismo nello sport é tutt'altro che scomparso. Accanto ad una battuta un po' forzata sul ruolo della chiesa detta dalla madre di uno dei ragazzi, rimangono ben presenti gli altri temi: lo sport, si diceva, e poi la fatica, l'amicizia, la 31 lealtà, il sacrificio. Tutto detto con estrema semplificazione dei contenuti. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare positivamente, accettabile e semplice nello svolgimento complessivo. SECONDA SCHEDA Non avrei mai pensato che… Dinamica Si propone di presentare la testimonianza di un immigrato/a cristiano, magari conosciuto, che porti la sua esperienza di straniero nella nostra terra e di come si sia inserito nella nostra società. Partendo dal presupposto che l’adolescente associa l’immigrato ad un “vu cumprà” che vive precariamente, arrangiandosi come può, senza cultura, si vuole far prendere coscienza che nella nostra società molti immigrati spesso sono persone colte e che talvolta, pur essendo laureati, svolgono lavori umili e poco remunerati. Sarebbe interessante se l’ospite svolgesse un lavoro qualificato (infermiere, impiegato, ecc.) o fosse un professionista laureato (medico, avvocato) o un imprenditore, che potesse testimoniare agli adolescenti quanto la sua presenza in Italia sia risorsa per tutti noi. Dalla testimonianza dovrebbero emergere: - le fatiche del suo inserimento - la gioia e la bellezza di sentirsi integrato - il contributo positivo che porta al nostro paese con il suo lavoro e la sua cultura. 32 Storicamente il brano ha di mira la pretesa imperialistica dell’impero assiro – la grande superpotenza economicomilitare dell’epoca – che voleva omologare sotto il suo dominio tutti i terrori ad ovest dei fiumi Tigri ed Eufrate. Si capisce bene che il primo modo per soffocare la pretese di autonomia dei popoli è quello di estirpare dal cuore e dall’intelligenza la propria specificità culturale. Instaurare un’ideologia in cui è consentito un solo pensiero: quello del capo. Lo strumento privilegiato di questa strategia è rappresentato dalla cancellazione della lingua materna e dalla conseguente imposizione di un linguaggio comune. Se le cose stanno così allora si capisce che l’intento dello scrittore non è quello di presentare un Dio invidioso dei successi umani, ma preoccupato di conservare sulla terra la ricchezza della diversità e dell’originalità dell’umanità, vera perla della sua creazione. La costruzione narrativa del brano gioca attorno alla simbologia spaziale: in alto – in basso / verticale – orizzontale. Ma vediamo meglio: Nei primi 4 versetti si passa dalla dimensione orizzontale, che è lo spazio dove vivono gli uomini a quella verticale che invece è lo spazio di Dio. Difatti ai vv. 1-3 c’è la descrizione della situazione dell’umanità: essa si sposta sulla terra, nello spazio orizzontale che è il luogo dell’uomo; ma va verso oriente, cioè verso la sede dell’impero assiro che costituisce il punto di attrazione e la meta privilegiata caratterizzata però al negativo dall’omogeneità dell’unica lingua. Qui tutti la pensano allo stesso modo perché uno solo è il criterio di riferimento a cui tutti convergono. Il risultato di questa pressione che tende a cancellare l’individualità e l’originalità è la pretesa di prendere 37 Contenuti I scheda biblica a cura di Don Gianattilio Bonifacio Sarà cura degli animatori “pilotare” la testimonianza, con un incontro preventivo con il testimone, in modo tale da concordare la modalità e gli elementi che dovranno emergere dalla testimonianza. L’accoglienza dell’altro - 1. Contro l’omologazione: Genesi 11,1-10 Genesi 11:1 Or tutta la terra aveva una lingua sola e le parole erano uguali. 2 E avvenne, nel loro vagare in oriente, che gli uomini trovarono una pianura nel paese di Sennaar, vi si stabilirono 3 e si dissero l’un l’altro: «Sù, facciamoci dei mattoni, e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro al posto della pietra e il bitume al posto della malta. 4 Poi essi dissero: «Sù, costruiamoci una città con una torre, la cui cima sia nei cieli, e facciamoci un nome, per non esser dispersi sulla superficie di tutta la terra». 5 Ma il Signore discese per vedere la città con la torre che stavano costruendo gli uomini. 6 E il Signore disse: «Ecco che essi sono un sol popolo e una sola lingua; questo è il loro inizio nelle imprese; ormai tutto ciò che hanno meditato di fare non sarà loro impossibile. 7 Sù, discendiamo e confondiamo laggiù la loro lingua, di modo che essi non comprendano più la lingua l’uno dell’altro». 8 Il Signore li disperse di là sulla superficie di tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 9 Per questo il suo nome fu detto Babele, perché là il Signore mescolò la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse sulla superficie di tutta la terra. TERZA SCHEDA Missionari dove si vive! Dinamica Si propone di presentare agli adolescenti la testimonianza di un laico o di un religioso/a missionario il quale descriva come si è sentito “straniero” in un Paese diverso dal suo. L'aspetto che qui interessa riguarda il bagaglio culturale ed esperienziale che il missionario apprende in missione e che poi entra a far parte della sua vita...per sempre! A tal proposito è importante che il missionario non racconti la storia della sua vocazione o la sua esperienza di missione in senso lato, peraltro molto importanti, ma piuttosto che illustri ai ragazzi le difficoltà e le diffidenze che ha incontrato nell'annunciare la Parola presentandosi come straniero. Abbiamo così pensato di chiedere al missionario/a come si è sentito accolto, cosa lo ha aiutato ad integrarsi, com'è cambiato nel tempo l'atteggiamento delle persone nei suoi confronti, come l'esperienza gli è stata d'aiuto per “allargare gli orizzonti” verso l'altro...o ancora, com'è cresciuta la sua fede... A prima vista il racconto della torre di Babele sembra mostrare un Dio preoccupato, quasi spaventato del successo tecnologico dell’uomo (vedi il richiamo all’invenzione del mattone e del bitume da costruzione: più facilmente reperibili e versatili) perché questo potrebbe spodestarlo della sua autorità. In realtà l’intento del racconto è ben diverso. Si consiglia di contattare il CUM (Centro Missionario diocesano) che volentieri si rende disponibile a dare nominativi di laici (anche famiglie) o religiosi/e che possano venire all’incontro adolescenti per fare testimonianza; tuttavia, se conoscete personalmente un sacerdote, una religiosa o un laico 36 33 che ha vissuto in missione e che sia in grado si trasmettere ai ragazzi la sua esperienza, potete chiedergli se è disponibile. Sarebbe bene che prima della testimonianza in gruppo lo contattaste personalmente per spiegargli il tema del suo intervento e per accordarvi sullo svolgimento della discussione. A tal proposito potete prendere spunto dalle domande sopra riportate. nb. Se volete presso Casa Serena potrete trovare la testimonianza videoregistrata di alcune suore comboniane che attualmente vivono a Verona. La loro comunità è chiamata SheKinhà, ovvero "Tenda dell'onnipotenza di Dio". Tale tenda infatti offre la possibilità alle persone di incontrarsi con Dio e di favorire l'incontro con i popoli. Loro stesse vivono nella quotidianità la multiculturalità, in quanto sono tre italiane, una etiope e una equadoriana e tutte hanno fatto esperienza di missione, per lungo tempo, in un Paese diverso dal loro. Propongono incontri di animazione missionaria e di mondialità per adolescenti, giovani, gruppi. Nel dvd ci raccontano la loro esperienza di immigrate: fatiche, disagi, lingua diversa… un'esperienza di cambiamento che ha coinvolto tutta la loro vita, dal quotidiano al rapporto con Dio. (Per contattarle chiamate il numero 045 8350424) TERZO AMBITO Mi apro alla Bibbia Finalità specifica Scoprire nella Parola di Dio il suo progetto sull’umanità e lo stile accogliente di Gesù, riscoprendo quel Dio che ama tutti per primo e così vuole da noi. Obiettivo specifico L’adolescente si confronta con la Parola di Dio e con il suo progetto che vuole custodire l’originalità di ciascuno e con lo stile accogliente di Cristo verso gli ultimi. Per chi sceglie di sviluppare tutte e tre le schede in ordine cronologico, questa è la scansione degli obiettivi: - - - 34 Prima scheda: l’adolescente comprende che la diversità che contraddistingue ciascuno di noi è bellezza e non limite, ed è solo esprimendo il nostro essere unici ed irrepetibili, che possiamo divenire ricchezza per gli altri; Seconda scheda: prende coscienza delle resistenze che gli impediscono di amare l’altro fino in fondo e si confronta con la Parola di Dio; Terza scheda: si sofferma sul modo di amare e di accogliere di Gesù e lo mette a confronto con il suo modo di valutare, vedere ed accogliere l'altro/a. 35