1 INTRODUZIONE Le schede proposte in questo

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1 INTRODUZIONE Le schede proposte in questo
INTRODUZIONE
Le schede proposte in questo sussidio, vogliono essere il naturale
sviluppo e il doveroso approfondimento del Meeting adolescenti
2007 che ha avuto come slogan: Diamoci una mano… di
colore.
Tutti noi, oggi, viviamo in un “villaggio globale”, dove un fatto
che accade in un determinato posto della terra ha risonanza
immediata in ogni parte del mondo. Ma società globale indica
anche che il Terzo millennio assiste a grandi e veloci
spostamenti di persone, etnie, culture e religioni. Tutto ciò
implica che ogni uomo compia un salto di qualità facendo
diventare “mondiale” il proprio sguardo.
Questa grande novità, che richiede un forte cambio di
prospettiva, ha con sé aspetti positivi, ma anche elementi
problematici. Ecco allora la necessità di aiutare gli adolescenti a
guardare a questo aspetto estremamente attuale soprattutto con
gli occhi della fede. Infatti, il tema della mondialità e della
multiculturalità potrebbe essere affrontato in molti modi, dando
risalto a diverse prospettive, anche lontane dalla fede.
Invece l’accoglienza, la relazione, la bellezza dell’incontro, la
voglia di stupirsi per l’altra persona non devono essere
solamente atteggiamenti umani, ma la logica conseguenza del
nostro essere cristiani. Ecco perché una delle frasi centrali del
tema proposto al Meeting è un brano della Prima Lettera di S.
Giovanni al Capitolo 4: «se uno dicesse: io amo Dio e odiasse il suo
fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede,
non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che
abbiamo da lui: chi ama Dio ami anche il suo fratello!».
Gli amici di Casa Serena
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DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Le sfide da affrontare nel nostro mondo come cristiani passano
attraverso le scelte che facciamo le quali dipendono da ciò che
conosciamo.
Ecco perché, per iniziare a parlare di multiculturalità ed anche
di missionarietà ci viene chiesto di informarci e di abbracciare
il Cristo che si incontra per strada diverso e lontano da noi.
Così potremo:
educare alla interiorità riflessiva, cosciente e profonda, che
rende padroni di sé, liberi di disporre di sé, di impegnarsi fino
al dono per ogni cosa che valga la pena;
educare all’appartenenza vasta, totale, reale, che avvolge e
coinvolge, che trascende l’egoismo e offre agli altri spazi ampi
per il dono. Riempie la vita di voci di appello, d’inviti ad
aderire a progetti e programmi di bene, per alleviare il dolore e
l’ingiustizia;
educare alla partecipazione responsabile e attiva che fa della
vita una Missione in atto crescente, riconoscendo la missione
come costitutiva nell’essere cristiani, nell’essere Chiesa.
Per fare questo cammino il sussidio attraversa quattro ambiti
importanti, che vengono approfonditi da contenuti e articolati
a loro volta in tre schede operative, con le relative dinamiche
suggerite agli animatori da attuare nel gruppo adolescenti.
Nel primo ambito, a partire dalla vita, ci fermiamo a guardare
meglio questo nostro mondo, facendo i conti con una
globalizzazione a macchie. Si continua, nel secondo ambito,
ponendoci in confronto con alcuni testimoni, in questo
mondo troppo spesso “scontrato” e non incontrato nel
quotidiano.
Un terzo momento è dedicato alla ricerca nella Parola di Dio
degli atteggiamenti del Figlio di fronte ad ogni persona.
Il quarto ambito, il ritorno alla vita, propone momenti di
concretezza per attivarci nel nostro piccolo, ma pensando in
- Video: Africa Paradise, (Saveriani, 11m), inversione dei
ruoli: se l’Europa fosse povera e ….,
- Video e DVD di testimonianze di missionari dalle giornate
mondiali missionarie.
Tutto il materiale è consultabile presso il Centro Missionario
Diocesano (CMD) di Verona.
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Siti internet
http://www.saveriani.bs.it/
(consultare la rivista CEM MONDIALITÀ cliccando su cem
mondialità nella colonna di sinistra)
grande, aprendo anche il giovane gruppo alla missionarietà,
(testimonianza) dell’accoglienza e della solidarietà.
Bibliografia
- E. Bianchi, Ero straniero e mi avete ospitato, Rizzoli, Milano
2006.
- P. Alex Zanotelli, Ti non ses mia nat par noi, Cum, Verona
1998.
Attenzione: i due temi sono interconnessi e dovrebbero aprire
un po’ gli occhi a cristiani di fronte alle incongruenze che
spesso gli adolescenti vedono tra ciò che dice il Vangelo e il
nostro ricco mondo … conoscere per agire qui e sentirsi legati
a chi vive là.
Materiale di ricerca
- Statistiche dell’Italia e di Verona a riguardo dei temi
immigrazione, scuole… sul sito del Cestim: www.cestim.org;
www.cestim.it;
- Libretto del Cestim (1996): Dal pregiudizio alla riflessione, I
marocchini sono dei Vù cumprà…;
- Proposte in relazione ai nuovi stili di vita: sito Cmdvr,
materiali di riflessione.
DESCRIZIONE TEMATICA
Un pensatore di qualche secolo fa, Giambattista Vico,
sosteneva che una società entra in uno stato di crisi irreversibile
quando non ci sono più ragioni per stare insieme se non per fini
utilitaristici. E’ proprio di fronte a questa società che la nostra
fede ci interpella. Non possiamo tacere le ingiustizie che sono
vicine intorno a noi, in Italia nei confronti degli immigrati, e
lontane, dove una borsa del Nord decide se affamare i
contadini di uno stato del Sud.
Video
(Alcuni cortometraggi dai dieci ai trenta minuti)
- Video di panoramiche generali Dalla Globalizzazione
all’immigrazione, con schede per capire la realtà da
somministrare prima per far emergere la distorsione dei dati
reali datici dai mass-media;
- Video: Invito a pranzo, con spezzoni pronti per far emergere
l’idea di immigrato nel collettivo;
- Video: Il razzismo gli italiani lo fanno meglio, interviste a
immigrati che ci descrivono (video provocante);
- Video: Lettera a casa di un immigrato, approccio al mondo
culturale di chi viene tra noi;
Abbiamo un quadro di cosa succede nel mondo?
Molti sono i dati a nostra disposizione collegandoci a internet
con i siti di indagine (il Cestim, Nigrizia, giovanimissione.it,
etc.) che ci permettono di allargare gli orizzonti nel conoscere
il territorio intorno a noi. Come ha invitato mons. Pasini al
convegno missionario di Verona, «le comunità cristiane
devono interrogarsi su come si rapportano con i poveri»1. Ciò
ci sollecita a porre attenzione su chi siano gli stranieri che
vivono tra noi, di che nazionalità, lingua, etnia, usi, costumi e
religione. Molti sono cattolici, ma si fatica a vederli nelle
nostre chiese, nelle Celebrazioni, negli incontri, nella vita
quotidiana…
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G. Pasini, intervento al convegno Missionario di Verona, ottobre 2000.
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Eppure anche il Sinodo di Verona appena concluso ci richiama
ad una scelta: «lo stile missionario di una Chiesa estroversa e
solidale, domanda di sviluppare alcuni atteggiamenti e di
assumere alcune scelte di vita che portano a “stare” nella realtà
in modo evangelico… e anche di agire evangelicamente… di
scoprire e di ricevere i segni dello Spirito presenti nella storia
delle persone e dei popoli». (Documento del Sinodo, 2005,
n°254)
Il risultato sarà eccellente, e gli adolescenti si divertiranno un
“mondo” se ognuno, rileggendo la propria cultura e le proprie
tradizioni culinarie, darà alla festa la propria “mano”…“di
colore”, materiale e culturale consapevoli che…
Noi siamo tra coloro che vivono al di sopra delle possibilità del
pianeta? Non possiamo fare gli struzzi, considerando faccende
altrui l’informazione e la formazione su questi temi.
Nelle nostre scelte di fede imitiamo il modo di agire di Cristo?
Non possiamo tacere, dobbiamo annunciare; non possiamo
esimerci perché «sono venuto- dice Gesù Cristo, che è la
Parola fatta carne - perché abbiano la vita a l’abbiano in
abbondanza» (Gv 10,10), tutti, nella gioia dello stare insieme.
"noi costruiremo la grande civiltà dell'universale,
dove sarà bello essere diversi e insieme"
Léopold Sédar Senghar
FINALITÀ GENERALE
Nella consapevolezza che la multiculturalità fa parte del
progetto di Dio, che ci ha voluti diversi, il sussidio si propone
di aiutare l’adolescente ad accogliere l’altro/a perché in esso vi
scorge un tratto del volto di Dio, realizzando nella sua vita lo
stile di Gesù.
OBIETTIVO GENERALE
L’adolescente conosce alcune dinamiche socio-politiche
mondiali dentro le quali viviamo, cariche di bisogni e di
ingiustizie che provocano fenomeni migratori; riconosce per
accogliere nel suo contesto sociale le diverse ricchezze
culturali e religiose, segno della presenza di Dio…rispondendo
all’invito del Dio di Cristo (che ci vuole “annunciatori”).
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QUARTA SCHEDA
Sapori dal pianeta terra
PRIMO AMBITO
Mi “apro” ai miei pregiudizi
Dinamica
Niente è più interculturale delle feste e della cucina! Questo
incontro conclusivo del percorso non parla delle feste
tradizionali, delle cucine e delle abitudini alimentari dei popoli!
Non è neanche una raccolta di ricette! Non è, soprattutto, un
tentativo di classificare danze e gusti alimentari della terra in
“strani”, “curiosi”, “esotici”, “particolari”, “piccanti” ecc…
Nulla di tutto ciò!Questo che si propone agli adolescenti al
termine del percorso, è un incontro “concreto” di condivisione
di diversità, dove la diversità non è soltanto ciò che ci
differenzia e ci distingue dagli altri, ma anche ( e soprattutto)
ciò che ognuno ha da condividere con gli altri. E’ un incontro
nel quale sperimentare la concretezza dell’accoglienza della
diversità, nel quale entusiasmarsi con e per gli altri.
Per la realizzazione pratica, si chiederà ad ogni adolescente
l’impegno personale non solo di invitare ma anche di chiedere
la collaborazione dei loro coetanei stranieri invitando ciascuno
a partecipare alla preparazione e alla realizzazione di un
banchetto multiculturale (una sorta di Festa dei Popoli
paesana…o vicariale, se avete la disponibilità di una forza
lavoro allargata!) portando una specialità tipica della propria
terra: un dolce, una salsa, una minestra, un frutto, una bevanda,
un contorno, una verdura, una pietanza a base di carne o di
pesce etc., ma anche una musica, una danza tradizionale della
propria cultura.
(Se i vostri adolescenti sono particolarmente espansivi e se la
sentono, sarebbe bello che invitassero i loro coetanei andando
di porta in porta a portare un invito scritto.)
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Finalità specifica
Conoscere alcune dinamiche socio-politiche mondiali dentro le
quali viviamo e prendere coscienza delle proprie
precomprensioni.
Obiettivo specifico
Far conoscere agli adolescenti alcune dinamiche mondiali
cariche di bisogni e di ingiustizie, e prendere coscienza dei loro
pregiudizi nei confronti dello straniero, decidendo di
abbandonarli.
Per chi sceglie di sviluppare tutte e tre le schede in ordine
cronologico, questa è la scansione degli obiettivi:
- Prima scheda: l’adolescente prende coscienza della sua
ignoranza sulle problematiche del mondo;
- Seconda scheda: conosce il mondo con le dinamiche di
ingiustizia, disuguaglianza e di sfruttamento economico
che sottendono i rapporti commerciali tra i paesi del
Nord e quelli del Sud del mondo;
- Terza scheda: prende coscienza dei suoi pregiudizi nei
confronti del “diverso” e decide di abbandonarli.
Contenuti
Negli ultimi dieci anni in Italia si è diffuso nell’immaginario
collettivo un atteggiamento prevenuto nei confronti degli
immigrati provenienti dai paesi cosiddetti “del terzo mondo” e
dell’est europeo. Sembra diventata opinione diffusa che le
persone che chiamiamo “marocchini” o “albanesi” o che
appartengono alla categoria di “extracomunitario”, siano
necessariamente malviventi; si vede un uomo di colore in
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autobus e viene spontaneo mettersi la borsetta o lo zaino
davanti per proteggerlo…e questo a prescindere da qualsiasi
relazione diretta con lui!
Tendiamo ad investire l’altro, diverso da noi nelle abitudini,
linguaggio e cultura, di un pregiudizio negativo, solo sulla base
visibilità degli immigrati in condizioni marginali e di coloro
che compiono reati. In realtà questa immagine negativa è
funzionale alla ricerca di un capro espiatorio nel momento in
cui non sono definibili le responsabilità di problemi che
investono la società dell’accoglienza. Questa rappresentazione
si è radicata nel senso comune per mezzo dell’ opinione
pubblica, i media, gli organi politici, finendo col diventare
socialmente vera.
Nella città di Verona è stato effettuato un sondaggio su questo
tema. Nel gruppo esaminato, il pregiudizio negativo nei
confronti dei marocchini senza fissa dimora è fortemente
condiviso.
Ma se ci fermiamo a riflettere all’effetto che questo
atteggiamento può generare nei confronti dello straniero, e ci
mettiamo nei suoi panni, sentiamo in fondo che è ingiusto
giudicare senza dare la possibilità all’altro/a di esprimere la
propria opinione, manifestando la propria personalità.
E’ una sfida possibile, anche se impegnativa, quella di
cominciare a considerare l’altro dandogli la possibilità di essere
se stesso.
Il primo passo è sicuramente quello di accorgerci della sua
presenza. Se ci guardiamo intorno, a scuola, sui mezzi di
trasporto pubblici, in palestra e sul lavoro, vedremo che stiamo
diventando sempre più un popolo multicolor e di culture molto
diverse dalla nostra. Anche dal punto di vista economicopolitico ci sono tante cose che dovremmo prendere in
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In secondo luogo, si propone agli adolescenti di proporre
questo progetto periodicamente alla comunità, ovvero
presentare il Banchetto Equo e Solidale, unitamente se
possibile a:
-
-
depliants informativi;
testimonianze dirette con chi partecipa attivamente a
queste attività (i vari negozi offrono spesso questo
servizio);
rinfreschi (ad esempio dopo il concerto del coro, della
banda, ecc.) a base di prodotti del commercio Equo e
Solidale.
Gli adolescenti apprenderanno il valore del servizio, della
testimonianza alla comunità, dell’impegno in modo semplice,
divertente e nello stesso tempo efficace, realizzando che ci
vuole veramente poco per essere “equi e solidali nel
quotidiano”!
Qualche contatto per saperne di più:
La Rondine
Via Pallone, 2 - Verona - Tel. 045/8013504
http://rondine.altromercato.net/
La Buona Terra Coop.
Via Custoza 32, - Villafranca - Tel. 045 6303434
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merci del Sud del mondo prodotte e commercializzate in modo
più equo.
E' importante ricordarsi che scegliere prodotti del commercio
equo e solidale non è fare carità ma bensì scegliere prodotti che
qualitativamente non hanno nulla, ma proprio nulla da
invidiare a quelli pubblicizzati e commercializzati nelle grandi
catene di distribuzione. Chi sceglie un prodotto del commercio
equo e solidale non rinuncia al buon gusto o al sapore, anzi, ne
arricchisce il sapore con un ingrediente originale che i prodotti
tradizionali molto spesso non hanno: la dignità. Dobbiamo
ricordarci che non basta essere contro lo sfruttamento (in
qualsiasi forma esso si presenta) per non esserne complici, è
necessario che tale scelta si tramuti in gesti concreti, magari
piccoli, magari apparentemente poco significativi, ma concreti.
Dinamica
Si propone agli adolescenti un’attività simpatica, continuativa
nel tempo e costruttiva per realizzare delle scelte consapevoli
nella vita quotidiana: gestire una volta al mese – in occasione
della festa del paese – a Natale e a Pasqua – dopo la Messa
della domenica – ecc. un banchetto con i prodotti del
commercio Equo e Solidale.
Il primo passo è stimolare i ragazzi sull’importanza di una
scelta “alternativa” riguardo alle abitudini alimentari
quotidiane, evidenziando il fatto che si possono acquistare
prodotti analoghi a quelli che sono legati alle multinazionali
che sono invece legati a realtà geografiche ancora in fase di
sviluppo: i prodotti sono della medesima qualità, non si perde
nulla, in più si dà una mano “concreta” alla crescita di un
Paese.
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considerazione, prima di azzardarci a dare giudizi.
Ci sono paesi dove sono ancora in corso guerre civili che
durano da anni, dove però nessuno muove un dito, perché non
ci sono pozzi di petrolio o materie prime, a cui sono interessati
i paesi ricchi del primo mondo, tra i quali noi, che abitiamo nel
benessere e ci definiamo popoli civilizzati (le guerre nel mondo
attualmente sono 29). Di queste situazioni non si interessano i
giornali, ne tanto meno i politici, perché non c'è nessun tipo di
tornaconto, per cui c'e gente che da anni soffre, muore sotto la
violenza di una guerra civile, per poter ottenere diritti che a noi
sembrano scontati e "normali"; c'e' ancora gente che soffre e
muore per ottenere il diritto al voto, un governo dove regni la
democrazia e non un regime, il diritto all'istruzione o ad aver
un lavoro giustamente retribuito.
Spesso non pensiamo che le nostre scarpe ultimo modello, la
nostra maglietta ultra aderente, arrivano da Paesi in via di
sviluppo e probabilmente sono state prodotte da minori, che
vengono obbligati a lavorare, sottraendo loro la possibilità di
ricevere un'istruzione e di costruirsi un futuro.
Noi, i Paesi dello spreco, delle date di scadenza da rispettare
rigorosamente, non ci ricordiamo che c'è gente che ogni giorno
muore di fame, (circa 24.000 persone ), che non ha di che
vivere, perché le grandi multinazionali si prendono tutti i loro
terreni coltivabili, per metterli a produrre ciò che noi
occidentali mangeremo nelle nostre diete a regime ipocalorico,
per evitare di ingrassare! Tre quarti dei decessi interessano
bambini al di sotto dei cinque anni d'età.
Oggi, il 10% dei bambini che vivono in Paesi in via di sviluppo
muoiono prima di aver compiuto cinque anni.
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Ci sono milioni di bambini che muoiono a causa di malattie
che in Europa abbiamo debellato cent'anni fa, esistono i
vaccini, ma a loro nessuno dà la possibilità di poterli effettuare.
Le grandi multinazionali, oltre a "mangiare" sulle loro spalle,
sfruttando tutte le loro risorse prime, promuovono la campagna
per il latte artificiale, togliendo ai bambini l'unica possibilità di
sopravvivere alle malattie infettive e sperimentano medicinali
su persone che non sanno di essere cavie.
In questa presa di coscienza del mondo ci possono aiutare tre
parole-chiave e un sondaggio effettuato dal Cestim sugli
immigrati a Verona.
Etnocentrismo
Tendenza a giudicare le altre culture e a interpretarle in base ai
criteri della propria e a proiettare su di esse in modo più o
meno consapevole il nostro concetto di evoluzione, di
progresso, di sviluppo, di benessere.
Multiculturalità
Con questo termine si indica un dato di fatto: l’esistenza, su un
territorio, di molteplici culture, che convivono senza una
specifica interazione.
Interculturalità
Descrive uno specifico "progetto" di interazione entro le
società multiculturali, per incontrare, conoscere, comprendere,
accettare nel rispetto delle differenze "l’altro", cioè colui che
per lingua, religione, aspetto fisico è diverso. La diversità
diviene allora risorsa, arricchimento in vista di una convivenza
basata sulla cooperazione, lo scambio, l’accettazione delle
diversità come valori ed opportunità di crescita.
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Tutti noi consumiamo abitualmente il caffè, ad esempio: ci
siamo mai chiesti come e dove vivono coloro che producono
quel caffè? Purtroppo nella maggior parte dei casi la
produzione di beni provenienti da Paesi del Sud del mondo è
caratterizzata dallo sfruttamento indiscriminato di risorse sia
naturali che umane.
Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al
commercio convenzionale: esso garantisce: un prezzo equo,
tale cioè da consentire ai lavoratori ed alle loro famiglie il
soddisfacimento dei bisogni essenziali ed un livello di vita
dignitoso; la piena dignità del lavoro, cioè un ambiente di
lavoro salubre, l'assenza assoluta di sfruttamento minorile; il
prefinaziamento dei propri partner commerciali, nel senso che
al momento in cui viene effettuato l'ordine, l'importatore
anticipa fino al 50% del pagamento complessivo, così da
consentire ai lavoratori di far fronte alle loro esigenze di
produzione; la sostenibilità ambientale, quindi le lavorazioni
non inquinanti e basate su metodi naturali e l'agricoltura
biologica; la trasparenza, perché il consumatore sia
consapevole e pienamente informato di dove va a finire ogni
lira che compone il prezzo che paga.
I prodotti del Commercio Equo e Solidale sono venduti in
Italia nelle "Botteghe del Mondo", che sono circa 200 sparse in
tutte le principali città italiane.
Il commercio equo e solidale vuole essere un aiuto a dare un
senso al gesto della spesa quotidiana, solo apparentemente
poco importante, vuole aiutare a ricordare che dietro ad un
prodotto c'è la storia (e la vita) di persone che lavorano per la
realizzazione di quel prodotto; mira a creare un mercato per le
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L’Offertorio dovrà necessariamente essere preparato con cura e
mettere in evidenza, oltre al pane e al vino, le offerte degli
invitati caratteristiche del loro paese di provenienza; anche gli
adolescenti porteranno qualche simbolo/oggetto che li
rappresenti.
La traccia che noi abbiamo proposto può essere arricchita in
tanti altri modi con la fantasia degli animatori, la
collaborazione dei ragazzi e soprattutto con le risorse che le
diverse culture ci mettono a disposizione: canti, preghiere, inni
al Signore in diverse lingue. Si tratta di elementi che alla fine
daranno un valore molto forte a questa dinamica, un po’
impegnativa dal punto di vista organizzativo, ma di sicuro
effetto sugli adolescenti e sulla comunità.
TERZA SCHEDA
Uno stile di vita… equo e solidale!!!
Cos’è il commercio Equo e Solidale?
Forse non ci siamo mai chiesti quanta strada fanno certi
prodotti prima di entrare nelle nostre case, nelle nostre vite
quotidiane. Mentre siamo fermi davanti a uno scaffale di un
supermercato o ad una vetrina di un negozio, ci sono società
che stanno investendo cifre colossali per orientare in modo
apparentemente inconsapevole le nostre scelte e a indurci ad
acquistare un prodotto piuttosto che un altro. In un mercato
come quello attuale dove non si creano più nuovi prodotti ma
solo nuovi marchi e dove le grandi multinazionali destinano
sempre meno risorse alle attività di ricerca e sviluppo e sempre
più risorse al marketing, diventa essenziale imparare ad
acquisire consapevolezza nelle scelte che facciamo anche
quelle che potrebbero sembrare banali.
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Quanti sono gli immigrati a Verona e da dove vengono?
- 1 miliardo di migranti nel mondo ossia il 16.6% degli
abitanti del pianeta vive in una regione diversa da quella di
nascita (CARITAS – Dossier Statistico Immigrazione 2003)
- 200 milioni di migranti “non-national” ossia il 2.9% degli
abitanti del pianeta vive in una nazione diversa da quella di
nascita
- 27 milioni di immigrati nell’Unione Europea ossia il 7%
della popolazione totale (CARITAS – Dossier Statistico
Immigrazione 2003)
- 2.598.223 immigrati in Italia ossia il 4,5% della
popolazione italiana (CARITAS – Dossier Statistico
Immigrazione 2004)
- 250.000 immigrati in Veneto ossia il 5.5% della
popolazione veneta (Comune di Verona – Annuario
statistico 2003)
- 56.123 immigrati nella Provincia di Verona ossia il 6.5%
della popolazione provinciale (Questura di Verona – 2003)
- 18.550 immigrati nel Comune di Verona ossia il 7.2% della
popolazione comunale (Comune di Verona – Annuario
statistico 2003
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Paesi
Romania
Albania
Marocco
Ucraina
Cina Popolare
Filippine
Polonia
Tunisia
Stati Uniti d’America
Senegal
% sul
tot
10,9
10,6
10,4
5,1
4,6
3,4
3,0
2,8
2,2
2,2
Le prime dieci nazionalità presenti in Italia
Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2003
Nazione
% sul tot stranieri
Marocco
Romania
Albania
Ghana
Sri Lanka
Serbia-Montenegro
Cina popolare
Nigeria
Moldavia
India
19,71
12,39
6,90
5,53
5,06
4,25
3,96
3,66
3,07
3,00
Le prime dieci nazionalità presenti nella Provincia di Verona.
Fonte: Questura di Verona al 12/05/2004
collaborazione con il parroco, individuano persone straniere di
religione cristiana cattolica che abitano nel loro paese o che
frequentano la parrocchia e le invitano nel modo che ritengono
più opportuno, ad un incontro-riunione. Scopo di tale incontro
è spiegare agli invitati gli obiettivi della S. Messa e come la si
vuole organizzare. Questo è forse il momento più difficile della
dinamica; richiede particolare attenzione e delicatezza nel
ricercare gli invitati ed altrettanta chiarezza da parte del gruppo
animatori nello spiegare agli invitati il percorso fatto dagli
adolescenti e gli obiettivi che si intendono raggiungere.
Avranno anche attenzione a non mettere a disagio le persone
che vengono invitate evitando di urtare la loro sensibilità.
Per preparare in modo completo la S. Messa gli animatori
possono suddividerla in vari momenti e magari assegnare a dei
sottogruppi di adolescenti lo sviluppo degli stessi.
Il primo momento, quello dell’Accoglienza, sarà dedicato a
presentare i partecipanti alla Celebrazione. La famiglia, i
gruppi o singole persone invitate alla Messa, verranno
introdotti dal celebrante, che contemporaneamente, se lo ritiene
opportuno, potrà spiegare alla comunità il significato di questa
particolare Celebrazione. Al termine delle presentazioni può
essere un’idea anche la presenza di bambini di cultura diversa,
raccolti attorno all’altare, nel ruolo di chierichetti.
All’Atto Penitenziale alcuni adolescenti leggeranno le richieste
di perdono al Signore, incentrate soprattutto sulle mancanze o
su comportamenti poco coerenti come cristiani, nei confronti di
persone di culture e storie diverse dalla loro.
Anche per le Letture si coinvolgeranno gli invitati alla Messa,
così come per alcune preghiere dei fedeli, in segno di
partecipazione. Altre preghiere dei fedeli saranno preparate
dagli adolescenti, con intenzioni concrete di richiesta o di
grazie al Signore per i coetanei di famiglie straniere che in
questa Messa hanno l’opportunità di conoscere.
Da dove vengono gli stranieri presenti a Verona?
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invita a concentrarsi. A questo punto l’animatore dispone al
centro del pozzo, nominandoli, tanti e diversi oggetti in modo
che siano ben visibili. Si invita a ricordare il tema della
multiculturalità e si chiede a tutti di scegliere due oggetti; il
primo che rappresenta per loro una scoperta fatta nel cammino,
ma anche una fatica (es. scelgo un cellulare, perché ho scoperto
che posso entrare in comunicazione con l’altro diverso da me,
…ma faccio fatica perché mi richiede lo sforzo di mettermi in
contatto con lui…). Poi pescheranno un secondo oggetto che
rappresenta l’impegno che scelgono di assumersi (es. scelgo un
foglio bianco perché mi impegno a non avere pregiudizi
quando incontro l’altro diverso da me…).
Dopo qualche minuto l’animatore chiede di raccontare quali
oggetti si sono scelti, perché e quali sono stati i pensieri passati
per la mente in quegli attimi di silenzio.
Materiale
- una stoffa scura e una chiara per il pozzo
- un telo lungo per coprirsi
- molti oggetti da disporre al centro del pozzo
- sorgente luminosa e musica di sottofondo
In base ai dati della Questura sui permessi di soggiorno
(aggiornati a maggio 2004), le nazionalità presenti a Verona e
Provincia sono ben 142. In generale, come nel resto d’Italia,
non esiste una netta prevalenza di una comunità straniera su
tutte le altre. Le prime nazionalità presenti a Verona e
Provincia sono quelle marocchina (11.062 presenze registrate
per soggiorno) e rumena (6.952) che rappresentano
rispettivamente il 19,7% e il 12,4% del totale degli stranieri
segnalati per soggiorno.
GLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA
Europa
Africa
Asia
America
Oceania/apolidi
Ignota
Totale
Stima presenza complessiva
(minori inclusi)
1.051.404
516.424
368.204
251.339
3.653
2.975
2.193.999
2.598.223
SECONDA SCHEDA
Eucarestia a colori
Gli stranieri immigrati attualmente presenti in Italia
Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2004
Dinamica
Con questa dinamica proponiamo agli adolescenti di vivere
l’esperienza di una S. Messa diversa dal solito: accogliere
l’invito del Signore al Suo banchetto come un grande dono da
condividere con persone di cultura, provenienza, storie diverse
dalla loro. Come primo importante momento per una buona
riuscita della Celebrazione, gli animatori del gruppo, in
Questi sono solo numeri, ma le persone coinvolte vivono
spesso situazioni drammatiche che possiamo comprendere solo
se iniziamo a conoscere.
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Cittadino del mondo
senza sosta il suo popolo. E’ Cristo la fonte inesauribile della
missione della Chiesa. “Tutte le Chiese per tutto il mondo”:
questo è il tema scelto per la prossima Giornata Missionaria
Mondiale. Esso invita le Chiese locali di ogni Continente a una
condivisa consapevolezza circa l’urgente necessità di rilanciare
l’azione missionaria di fronte alle molteplici e gravi sfide del
nostro tempo. Sono certo mutate le condizioni in cui vive
l’umanità, …resta tuttavia ancora molto da fare per rispondere
all’appello missionario che il Signore non si stanca di rivolgere
ad ogni battezzato”.
Il tuo Cristo è ebreo
e la tua democrazia è greca.
La tua scrittura è latina
e i tuoi numeri sono arabi.
La tua auto è giapponese
e il tuo caffè brasiliano.
Il tuo orologio è svizzero
e il tuo walkman è coreano.
La tua pizza è italiana
La tua camicia è hawaiana.
Le tue vacanze sono turche,
tunisine o marocchine.
Cittadino del mondo,
non rimproverare il tuo vicino
di essere… straniero.
nb. Può essere utile visitare
www.diocesiverona.it (nel quale
condivisione dei missionari Fidei
missionari veronesi) e chiedere
Diocesano Pastorale Immigrati.
Cfr.
- www.cestim.org;
- Materiali didattici sull’immigrazione CESTIM in La città
delle differenze, a cura di “Luci nel mondo Onlus”, Verona
2005;
- A. Portera, Identità, in M LAENG (a cura di), Enciclopedia
pedagogica. Appendice A-Z, Brescia, La Scuola 2003, pp. 718723;
- A. Portera, Xenofobia, in M LAENG (a cura di), Enciclopedia
pedagogica. Appendice A-Z, Brescia, La Scuola 2003, pp.
1562-1563;
il sito della diocesi:
c’è una una pagina di
Donum: sono circa 200 i
aiuto anche al Centro
PRIMA SCHEDA
Il tesoro nel pozzo
nb: A Casa Serena è disponibile un power point intitolato
“uomo di colore” utilizzabile in questo ambito.
Dinamica
A questo punto del cammino si propone una dinamica che
permetta all’adolescente di sintetizzare, raccogliere
e
verificare quanto appreso nelle diverse fasi del percorso
proposto.
Gli adolescenti vivranno la dinamica del “pozzo”. L’animatore
li invita a sedersi su un tappeto in cerchio, al centro del quale
costruisce un pozzo (utilizzando una stoffa scura per il bordo e
una azzurra o bianca per simulare l’acqua). Si accende un
sottofondo che richiama il rumore dell’acqua e si lascia accesa
solo una luce che illumina il pozzo. Con un telo bianco molto
lungo i partecipanti si avvolgono il corpo e le gambe e li si
12
57
Contenuti
A questo punto del cammino può avvenire nell’adolescente una
svolta interessante: se si è lasciato disarmare dallo stile di Dio
che ci ha voluti “a colori” e dall’accoglienza di Cristo, che non
teme il confronto con il diverso, ma anzi lo cerca e lo
ama…diventa anche lui “missionario”! Infatti chi incontra
Cristo e sperimenta di essere amato da lui in modo personale
viene investito dal suo Spirito che lo manda ad annunciare il
suo Vangelo a tutte le persone che incontra. Non solo, ma si
sente anche chiamato, come ha fatto Cristo, a rapportandosi in
modo libero e accogliente nei confronti di tutte le culture e le
religioni, e gradualmente spinto ad assumere uno stile di vita
sobrio, in solidarietà con suoi i fratelli più poveri. Dunque
l’obiettivo a lungo termine sarà quello di diventare
“missionari” con entusiasmo, non solo con la raccolta di fondi
da destinare ai Paesi poveri…ma anche nell’incontro con le
altre culture presenti qui, e con continuità verso i missionari
che operano in altri Paesi (entrando nella “rete” del conoscere,
incontrare, scrivere). Se infatti siamo battezzati siamo diventati
cristiani, appartenenti a Cristo e alla Chiesa, che in forza dello
Spirito Santo ha nel dna la vocazione alla missionarietà. E’
quanto ci ricorda il messaggio di Benedetto XVI per la
giornata missionaria mondiale del 2007:
“Non cessano infatti di risuonare, come universale richiamo e
accorato appello, le parole con le quali Gesù Cristo, crocifisso
e risorto, prima di ascendere al Cielo, affidò agli Apostoli il
mandato missionario: “Andate dunque e ammaestrate tutte le
nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho
comandato”. Ed aggiunse: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo” (Mt 28,19-20). Nell’impegnativa
opera di evangelizzazione ci sostiene e ci accompagna la
certezza che Egli, il padrone della messe, è con noi e guida
56
PRIMA SCHEDA
Come va il mondo oggi?
Dinamica
Per introdurre il tema si propone di sottoporre agli adolescenti
una serie di domande provocatorie sulla situazione generale nel
mondo.
Lo scopo è quello di richiamare l'attenzione dei ragazzi sui
grandi problemi del mondo dei quali la televisione poche volte
ne parla. A tal proposito si consiglia di organizzare un
telegiornale (della durata di 5 minuti) in cui dopo aver parlato
di gossip, notizie futili, tendenze, etc., viene presentato un
servizio esclusivo il quale pone ai telespettatori le seguenti
domande:
1. Quante persone muoiono ogni giorno per la fame?
2. Quante guerre ci sono nel mondo?
3. Quanti sono i malati di AIDS nel mondo?
4. Com'è distribuita la ricchezza nel mondo?
Al termine riproponete le domande ai ragazzi invitandoli a
rispondere.
Di seguito riportiamo le risposte:
1) Quante persone muoiono ogni giorno per la fame?
Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad
essa correlate.
Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque
anni d'età.
Oggi, il 10% dei bambini che vivono in paesi in via di sviluppo
muoiono prima di aver compiuto cinque anni.
2) Quante guerre ci sono nel mondo?
13
Le guerre nel mondo attualmente sono 29:
1. Iraq 80 mila morti dal 2003
2. Israele-Palestina 5 mila morti dal 2000
3. Libano 1.200 dal 2006
4. Turchia-Kurdistan 40 mila morti dal 1984
5. Afghanistan 25 mila morti dal 2001
6. Pakistan-Waziristan 3 mila dal 2004
7. Pakistan-Balucistan 450 morti dal 2005
8. India-Kashmir 90 mila morti dal 1989
9. India-Nordest 50 mila morti dal 1979
10. India-Naxaliti 6 mila morti dal 1967
11. Sri Lanka-Tamil 68 mila morti dal 1983
12. Birmania-Karen 30 mila morti dal 1988
13. Thailandia-Sud 2 mila morti dal 2004
14. Filippine-Mindanao 150 mila morti dal 1971
15. Filippine-Npa 40 mila morti dal 1969
16. Russia-Cecenia 250 mila morti dal 1994
17. Georgia-Abkhazia 28 mila morti dal 1992
18. Georgia-Ossezia 2.800 morti dal 1991
19. Algeria 150 mila morti dal 1991
20. Costa d’Avorio 5 mila morti dal 2002
21. Nigeria 11 mila morti dal 1999
22. Ciad 50 mila morti dal 1996
23. Sudan-Darfur 2 mila morti dal 2003
24. Rep.Centrafricana 2 mila morti dal 2003
25. Somalia 500 mila morti dal 1991
26. Uganda 20 mila morti dal 1986
27. Congo R.D. 4 milioni di morti dal 1998
28. Colombia 300 mila morti dal 1964
29. Haiti 1.500 morti dal 2004
14
QUARTO AMBITO
Mi apro ad una
quotidianità multiculturale
Finalità specifica
Dall’incontro con Cristo diventare “missionari”, assumendo
uno stile di vita equo e solidale e rapportandosi in modo libero
e accogliente nei confronti delle persone di altre culture e
religioni.
Obiettivo specifico
Far maturare nell’adolescente la consapevolezza che la
diversità non è motivo di divisione, ma può essere trasformata
in mezzo e occasione di condivisione. In tal modo
l’adolescente si rende accogliente e si entusiasma per gli altri.
Per chi sceglie di sviluppare tutte e tre le schede in ordine
cronologico, questa è la scansione degli obiettivi:
- Prima scheda: l’adolescente sintetizza, raccoglie e
verifica quanto appreso nelle diverse fasi del percorso
proposto;
- Seconda scheda: anima e condivide una S. Messa
multiculturale con i cristiani del territorio;
- Terza scheda : realizza che ogni giorno, con semplicità,
può adottare degli accorgimenti che gli permettono non
solo di pensare che ci sono realtà al mondo meno
fortunate di lui, ma che con il suo contributo può
contribuire a riscattarle, interagendo allo stesso livello;
- Quarta
scheda:
sperimenta
la
concretezza
dell’accoglienza della diversità e il valore di
entusiasmarsi con e per gli altri, preparando insieme ai
coetanei stranieri una piccola Festa dei Popoli paesana.
55
Materiale
- fotocopia ingrandita del brano di Vangelo su indicato
- un maxi cartellone suddiviso in sei grandi colonne riportanti i
seguenti titoli:
a) Gesù nei confronti della peccatrice
b) Gesù nei confronti del fariseo
c) Il fariseo nei confronti della donna
d) Il fariseo nei confronti di Gesù.
e) La donna nei confronti di Gesù. (15')
- un cartellone diviso in tre colonne, riportante i seguenti titoli:
a) Noi al posto di Gesù
b) Noi al posto della donna
c) Noi al posto del fariseo. (10')
nb. Proponiamo di evidenziare su una cartina geografica
mondiale le guerre, in modo tale da evidenziare i focolai di
guerra.
3) Quanti sono i malati di AIDS nel mondo?
Oggi sono circa 34-46 milioni i malati di HIV.
Il 95% della popolazione affetta vive nei paesi in via di
sviluppo, Asia , Africa e Sud America e 28 milioni di questi
vivono, in particolare, nell’Africa Sub-Sahariana. Soltanto in
Africa muoiono di Aids 2,5 milioni di persone ogni anno.
Solo poco più di un milione di persone affette da HIV/AIDS in
questi paesi ricevono il trattamento antiretrovirale. La maggior
parte di questi farmaci proviene dall’India, proprio perché
questo paese, fino al 2005, non prevedeva brevetti sui farmaci”.
4) Com'è distribuita la ricchezza nel mondo?
Gli economisti considerano povertà assoluta chi vive con meno
di un dollaro al giorno. Si trovano in questa condizione 1,2
miliardi di persone nel mondo. E' invece considerato un povero
"moderato" chi sopravvive con 2 dollari al giorno, circa 2,8
miliardi di persone.
Per quanto riguarda i paesi sviluppati, si intende povero chi
non riesce a comprare beni non strettamente necessari
(voluttuari). Vivono così 55 milioni di europei (7 milioni di
italiani) e 35 milioni di americani.
Questi dati non tengono conto del differente valore del denaro
nel mondo, ma sono utili per far capire il divario che si sta
allargando sempre più tra poveri e ricchi.
Se cento anni fa la differenza media tra il reddito nei paesi
ricchi e il reddito nei paesi poveri era di 6 a 1 oggi raggiunge
punte di 110 a 1.
Ricordiamo che 500 persone nel mondo sono più ricche di 460
milioni di poveri.
- pennarelli
- penne
- foglietti
54
15
E' importante discutere in gruppo con i ragazzi su quanto
emerso, nonché farli riflettere sul fatto che sono
aggiornatissimi sulle mode, sulle nuove tendenze, sui gossip
dei personaggi famosi, mentre non sanno, o non si rendono
conto, che quotidianamente nel mondo migliaia di persone
muoiono di fame!
Materiale:
-domande preparate
- cartina geografica mondiale
SECONDA SCHEDA
Il mondo in una stanza: gioco degli scambi
commerciali
Dinamica
Si propone il gioco degli scambi commerciali con questi
obiettivi:
- prendere coscienza che lo sviluppo economico di ogni singola
nazione o area del pianeta è strettamente collegata e dipendente
dai rapporti commerciali con le altre nazioni o aree geoeconomiche, e che questo fenomeno assume caratteri estremi
nell’epoca della globalizzazione.
- comprendere il funzionamento del mercato delle materie
prime, da cui strettamente dipende l’economia dei paesi del
Sud Mondo, e le ricadute sulla vita quotidiana degli abitanti di
tali aree geografiche.
- comprendere il ruolo degli organismi economici
internazionali (FMI, Banca Mondiale) e delle aziende
16
Dinamica
Preparare un cartellone riportante il brano di Vangelo
ingrandito.
Leggerlo con molta attenzione un paio di volte insieme ai
ragazzi.(10')
Far compilare ai ragazzi il maxi cartellone, completandolo con
i verbi, le azioni, gli atteggiamenti e le affermazioni dei vari
personaggi.
Questo cartellone è suddiviso in sei grandi colonne riportanti i
seguenti titoli:
a) Gesù nei confronti della peccatrice
b) Gesù nei confronti del fariseo
c) Il fariseo nei confronti della donna
d) Il fariseo nei confronti di Gesù.
e) La donna nei confronti di Gesù. (15')
I ragazzi s'immedesimeranno nei vari personaggi e proveranno
a scrivere ciò che avrebbero detto (come avrebbero reagito,
senza ovviamente cambiare però la trama della storia) al posto
loro. Raccogliere quanto emerge su di un altro cartellone
suddiviso in tre colonne, riportante i seguenti titoli:
a) Noi al posto di Gesù
b) Noi al posto della donna
c) Noi al posto del fariseo.(10')
Confrontare i due cartelloni e discuterne insieme, cercando di
far focalizzare l'attenzione sul modo diverso di guardare/amare
le persone di Gesù, del fariseo e nostro. (10')
Alla fine, ogni ragazzo proverà a prendersi un impegno
personale che scriverà su un foglietto, dove si impegna
concretamente a provare a guardare diversamente una persona,
sull’esempio del modo di amare di Gesù. (5')
53
TERZA SCHEDA
Questione di sguardi
In tanti brani del Vangelo, troviamo episodi in cui Gesù si
trova di fronte persone “diverse”: per stile di vita, perché
ammalate, perché peccatori o per mille altri motivi, ma Gesù
non si permette mai di giudicarle, le ama semplicemente. Le
ama in maniera gratuita, incondizionata, le accoglie per quello
che sono, con le loro fatiche e limiti. Lui che potrebbe
permettersi di giudicarle, non lo fa mai, addirittura le difende
dalle accuse della gente. Sta con loro; Gesù è venuto per il
diverso, per l’escluso, per tutte quelle persone che sono
“diverse” dagli standard che ci creiamo nella nostra testa e che
a volte ci danno l’impressione di poterci permettere di
giudicare.
Quando giudichiamo non siamo accoglienti, anzi ci
permettiamo di catalogare ed etichettare chi ci sta di fronte. E
questo è tutt’altro che essere cristiani. Gesù ci mostra il Suo
modo concreto di amare, lo fa in maniera così disinvolta, e col
suo modo di fare semplice, disarmante, riesce a conquistare chi
incontra.
Riesce a guarirlo dentro e fuori, riesce a riscattarlo dalla
situazione di miseria fisica ed interiore, fa vedere che davanti a
sé ha nuovi orizzonti di speranza, che nulla è perduto, che c’è
sempre una nuova possibilità per ricominciare, per camminare
su sentieri nuovi, che condurranno ad un futuro diverso.
Gesù ci mostra che non esiste persona che possa permettersi di
giudicare, ma semplicemente ci insegna ad amare chi ci sta di
fronte. Ci mostra il Suo modo di amare, che non è fatto di
discorsoni filosofici, ma di gesti concreti: sguardi, carezze,
mani tese ed aperte per accogliere ed incoraggiare.
52
multinazionali nell’aggravare la sudditanza economica verso le
nazioni del Nord del Mondo dei paesi del Sud del Mondo nello
sviluppo industriale ed agricolo.
- analizzare le possibilità per un iniziale riequilibrio delle
disuguaglianze economico-sociali tra i paesi del Nord e Sud del
Mondo: il ruolo del commercio equo e solidale e del
consumatore.
- lavorare in gruppo per un obiettivo comune.
- vivere in prima persona una dinamica di disuguaglianza
personale e di gruppo.
- mettersi nei panni di…
Spazi e materiale
- 8-9 tavoli (unendo anche banchi di scuola) per 1-5 giocatori
ciascuno
- 1 cartellone della borsa valori
- fogli di carta A4
- denaro finto
- 1 busta per ogni gruppo, contenente: denaro finto, forbici,
carta, righello e cartellino di ambasceria.
Tempi
- 2 ore circa per il gioco e la fase I e II del debriefing
- 2 o più ore per la III fase del de briefing
Svolgimento
I singoli partecipanti vengono divisi dagli arbitri del gioco
(vedi dopo) in 6 gruppi:
a) 2, composti da 2-3 persone, rappresentanti ciascuna una
nazione del Nord del Mondo (USA e Italia)
17
b) 4 o 5, composti da 3-6 persone, rappresentanti nazioni
del sud del Mondo (Brasile, India, Tanzania, Nicaragua,
Indonesia)
Ciascun gruppo riceve una busta nominale e deve nominare un
ambasciatore, che sarà il rappresentante della squadra.
All’interno delle buste si trovano: un cartoncino da
ambasceria, fogli di carta (molti per i paesi del Sud e pochi per
i paesi del Nord), matite, righelli, forbici e compasso (solo in
quelle dei paesi del Nord). Ciò esprime la disuguaglianza di
materie prime (di cui sono ricchi i paesi del Sud) e risorse
tecnologiche (di cui dispongono maggiormente, se non
esclusivamente in alcuni casi, i paesi del Nord.
Uno dei due animatori svolge il ruolo del mercato europeo.
Lo scopo della Borsa Mondiale dei valori è quello di comprare
i beni prodotti dalle singole nazioni scambiandoli in denaro con
prezzi stabiliti dal mercato borsistico stesso. La borsa mondiale
tende a favorire i produttori del Nord del Mondo.
Scopo del gioco è per ogni nazione guadagnare il maggior
numero di denaro ottenuto dallo scambio di beni prodotti con la
Borsa Mondiale dei valori: i prodotti sono costituiti da forme di
carte che riproducono fedelmente quelle rappresentate su di un
tabellone collocate presso il tavolo della Borsa Mondiale dei
valori. Guadagni possono essere ottenuti da rapporti
commerciali in beni e servizi che si possono formare con altre
nazioni, in maniera del tutto spontanea durante il gioco.
Gli animatori del gioco delineano il contesto e le regole del
gioco.
a) gli abitanti delle nazioni devono rimanere seduti per
tutta la durata del gioco. Può alzarsi dal tavolo solo
18
Dovrebbero emergere sensazioni di sicurezza, di naturalezza,
come per aver fatto cose scontate da parte del gruppo B ed
episodi di difficoltà e fatica da parte del gruppo A, che
probabilmente si sarà sentito imbarazzato a fare cose
apparentemente scontate.
Si mettono a confronto i due cartelloni discutendone
insieme.(10’)
Dalla discussione dovrebbero emergere le fatiche nel compiere
una stessa azione pur se banale, ma resa molto più difficile
dalle resistenze esterne.
Rispondere alle seguenti domande (15’):
quali “resistenze” creiamo nei confronti degli altri?
Cosa significa pre-giudizio per noi?
Cosa significa essere accogliente?
Leggere i seguenti brani del Vangelo e far sottolineare ai
ragazzi le azioni della folla che giudica e fa resistenze alla
persona coinvolta e l’atteggiamento di Gesù:
- Mc 10, 46-52 (l’incontro con il cieco Bartimeo)
- Lc 17, 11-19 (guarigione dei dieci lebbrosi)
- Lc 18, 15-17 (Gesù e i bambini)
- Gv 4, l-26 (l’incontro con la samaritana)
Materiale
- cordicella
- cartoni
- sedie
- cartelloni
- brani del Vangelo
51
Finora abbiamo considerato i tre personaggi più evidenti. Ce
n’è un quarto non esplicitamente menzionato nel racconto: è
Dio che viene posto in stretta relazione con Gesù che perdona i
peccati in nome del Padre.
b)
Sullo questo sfondo della relazione Dio-Gesù il lettore è
chiamato a valutare sia il percorso del fariseo che quello della
donna. Mentre il Fariseo, che presume di sapere già come Dio
agisce nella persona del profeta, squalifica Gesù e si impedisce
di cogliere il perdono che viene da Dio, la donna con l’umile e
riconoscente amore verso Gesù si apre inaspettatamente a Dio
e alla sua azione di misericordia e accoglienza. Non è la
presuntuosa e rigida ideologia religiosa del pio Fariseo, ma
l’amore fiducioso e tenero della disprezzata peccatrice ad
aprire la via verso la accoglienza di Dio che si rivela in Gesù.
c)
d)
e)
SECONDA SCHEDA
Gli ostacoli del cuore
Dinamica
Si divideranno i componenti del gruppo in due sottogruppi, che
chiameremo gruppo A e gruppo B.
Ai componenti del gruppo A verranno legate le gambe con una
cordicella, e verrà chiesto loro di percorrere un certo tragitto
contente alcuni ostacoli (cartoni, sedie, etc...) in modo che ne
risulti un percorso a zig zag.
Ai componenti del gruppo B verrà chiesto di percorrere lo
stesso percorso a gambe libere. (5’)
Al termine della provocazione entrambi i gruppi dovranno
scrivere su di un cartellone le sensazioni che hanno provato, e
tutto ciò che hanno notato durante la prova sia riguardo al loro
gruppo, sia dell’altro gruppo. (5’)
50
l’ambasciatore, che comunque può essere variato
durante il gioco e deve sempre portare al collo il
cartellino. Se un altro giocatore si alza dal tavolo la
nazione viene penalizzata con una multa di 20.000 $.
quando la Borsa Mondiale dei valori devono
comunicare qualche notizia
(cambiamento dei prezzi delle forme, provvedimenti
disciplinari,novità etc.) tutte le attività si interrompono
e tutti ascoltano la comunicazione.
i prezzi stabiliti dalla Borsa Mondiale valori possono
variare in base alle decisioni della
stessa, a seconda
dell’offerta dei beni stessi.
le forme di carta devono riprodurre esattamente quelle
rappresentate sul tabellone ed
essere tagliate con le
forbici, quelle non conformi non vengono accettate o
distrutte. Il giudizio della Borsa Mondiale nell’accettare
o rifiutare le forme è inappellabile.
Ogni 5 o 10 minuti del gioco uno dei due arbitri del
gioco passa a ritirare 20.000 $ di debito i altra cifra
stabilita all’inizio del gioco) dai paesi del Sud: la
somma suddivisa dei soldi raccolti verrà divisa
equamente tra i paesi del Nord.
Durante il gioco il vantaggio iniziale dei paesi del Nord si farà
sempre più sentire e pian piano porterà ad una vittoria quasi
schiacciante degli stessi sui paesi del Sud del Mondo,
generando spesso, in gradi diversi a seconda delle occasioni, un
senso di incalzante euforia per i primi e di progressiva e
ineluttabile disperazione nei secondi
Debriefing
Dopo il termine del gioco viene contato il denaro raccolto da
ogni nazione e si decreta il vincitore e l’ordine d’arrivo tra i
19
partecipanti. Si inizia quindi la vera e propria discussione su
ciò che è accaduto.
personaggi che certamente ha la funzione di coinvolgere il lettore e
di indurlo ad atteggiamenti di identificazione o di presa di distanza.
I fase
Il primo momento viene dedicato alle emozioni dei
partecipanti. In ogni gruppo qualcuno dei partecipanti,
liberamente, racconta le sensazioni vissute in un determinato
ruolo o situazione. Gli animatori del gioco cercheranno poi di
far risaltare la differenza tra le sensazioni dei membri dei paesi
del Nord e quelli del Sud e di far nascere una discussione
guidata su perché alcuni hanno vinto ed altri invece hanno
perso.
E’ una fase “catartica”, nella quale i sentimenti di
frustrazione, ingiustizia e impotenza covati progressivamente
durante il gioco nei membri dei paesi poveri emergono in
maniera molto viva e sentita; spesso manifestandosi in analisi
poco razionali di quello che è successo e guidate dall’invidia e
dal bisogno psicologico di veder ristabilito all’interno della
classe un “equilibrio di potere e di giustizia” che è andato
irrimediabilmente perso durante il gioco.
Il primo contrasto suggerito è tra l’atteggiamento del Fariseo e
quello di Gesù nei confronti della peccatrice. Mentre, infatti, i
gesti della donna portano il Fariseo ad un giudizio negativo su
Gesù, essi vengono al contrario interpretati da Gesù come
manifestazione di un amore inatteso e grande (vv. 44-47) e
come espressione di fede (v. 50). Il lettore, sorpreso
dall’ingresso improvviso e immotivato della donna, è così
guidato dalla parola di Gesù ad apprezzare tutta la novità e
l’intensità dei suoi atteggiamenti.
II fase
E’ forse la fase più delicata del debriefing in cui gli animatori
tenteranno di decontestualizzare le dinamiche, i vissuti e le
situazioni sviluppatesi nel gioco, rapportandole alla realtà
economica mondiale.
Ai ragazzi verrà chiesto di spiegare inizialmente dal loro punto
di vista i meccanismi della produzione, su chi traeva vantaggio
dal gioco della borsa, sul comportamento della Borsa
Mondiale, su quali strategie avevano impostato la “loro partita”
e su come erano invece andate le cose, etc..
Verrà quindi operata una più o meno minuziosa opera di
traduzione dell’accaduto, partendo dalla lettura del significato
20
C’è però un secondo contrasto, intrecciato con il primo e ancor
più marcato: è il contrasto tra l’atteggiamento del Fariseo e
quello della peccatrice nei confronti di Gesù. La domanda
conclusiva
della
parabola
infatti
si
concentra
sull’atteggiamento dei debitori condonati nei confronti del
creditore e poi – quando Gesù la applica – l’interesse è ancor
più chiaramente centrato su tutte le omissioni del Fariseo
rispetto ai gesti della peccatrice. Tutto è quindi mirato a far
risaltare le due contrastanti posizioni di fronte a Gesù: l’una,
quella del Fariseo, pregiudiziale e viziata da falsi presupposti
teologici; l’altra, quella della peccatrice, che sa cogliere la
realtà per quel che è e si impegna nell’ ”amore” e nell’
“affidamento”. Attraverso questo contrasto il lettore è chiamato
a specchiarsi ed è invitato a cambiare. Solo l’atteggiamento
della donna, infatti, è presentato come adeguato ed esemplare
in vista di un “incontro” con Gesù e della scoperta della sua
vera identità. Sotto la doppia faccia dell’amore e della fede,
viene presentata la concreta disposizione necessaria per
incontrare Gesù e attingerne il mistero.
49
identità di Gesù proprio a partire dall’evento del perdono dei
peccati. È una domanda aperta a cui ciascuno è chiamato a dare
una risposta personale e responsabile, prendendo finalmente
posizione di fronte alla persona di Gesù e al suo modo di
presentare Dio.
Il testo si conclude (v. 50) con una nuova espressione di Gesù
rivolta alla donna: “La tua fede ti ha salvato”. Il legame fedesalvezza è tipicamente lucano (cf 8,12; 17,19). L’evangelista,
facendo risaltare questo legame, mette in luce come, proprio
nella riconoscenza e dedizione che la donna ha mostrato verso
la persona di Gesù, si è realizzato un intervento divino che,
toccando la profondità della sua vita e del suo essere, l’ha
trasformata da peccatrice in creatura nuova. L’augurio con cui
Gesù congeda la donna (“cammina in pace”) ha tutto il sapore
di una formula liturgica.
La comunità che ascolta questa parola sa di essere perdonata
dal suo Signore e di poter “andare in pace”. In Luca però, che è
cosi attento all’uso del verbo “camminare”, essa può assumere
anche una valenza nuova. La salvezza, ottenuta già nel presente
con il perdono dei peccati, non è realtà statica ma dinamica.
Una volta perdonato, al credente è richiesto di rimettersi in
cammino sulle orme del Maestro che accoglie e perdona.
-
degli oggetti più semplici.(esempi: le forbici e i compassi
diventano gli strumenti della tecnologia avanzata, la carta
corrispondono alle materie prime, etc.) per arrivare alla lettura
di fatti più complessi (l’eliminazione di uno dei membri di un
paese del Sud per poter pagare il debito diventa il simbolo
degli effetti degli aggiustamenti strutturali operati dal Fondo
Monetario Internazionale per ripianare il debito estero di un
paese dell’Africa). E’ il momento del graduale passaggio dalla
semplicità alla complessità.
III fase
E’ la fase di vero e proprio approfondimento dei temi trattati ed
è ideale effettuarla in un incontro successivo, o almeno con uno
stacco temporale mentale. Può essere anche scelto di
approfondire determinati argomenti e non altri in base ai
percorsi effettuati precedentemente dai ragazzi con
l’insegnante o in base ai programmi d’approfondimento futuro.
Possono essere anche proposti alla fine del primo incontro,
coincidente con il termine della IIa fase, dei lavori di gruppo o
singoli da portare per l’incontro successivo sui quali poi
discutere.
Alcune puntualizzazioni pratiche
Riteniamo di poter cogliere questi effetti illuminando le
relazioni di contrasto e di identificazione che si producono
nell’intreccio del racconto: è attraverso queste che il lettore è
guidato e sollecitato ad un nuovo sguardo sulla realtà e a
significative prese di posizione.
Tutta la narrazione è segnata da un gioco di contrasti tra i
48
21
TERZA SCHEDA
Invito a pranzo
Dinamica
Si propone la visione di un cortometraggio intitolato “Invito a
pranzo”: è la storia di una signora distinta che entra in un
ristorante per mangiare un’insalata, che deposita a un tavolo
per poi andare a prendere le posate. Quando ritorna, vede un
uomo di colore, malvestito, che mangia la sua insalata. La
donna si arrabbia molto e indispettita inizia a mangiare
l’insalata con l’uomo, che non batte ciglio e continua anche lui
a mangiare. Alla fine del pranzo, l’uomo si alza, la donna
rimane perplessa… e l’uomo ritorna con un caffè per ciascuno.
La donna ringrazia e beve. Dopodiché si alza e se ne va, senza
ulteriori commenti. L’uomo sembra addolorato dal
comportamento.
Uscita dal ristorante, la donna si accorge di aver dimenticato le
borse nel locale e torna indietro di corsa. Vede, al tavolo di
prima, il piatto vuoto e le 2 tazzine di caffè, ma nessuna
borsa… inizia a disperarsi… poi, camminando, vede al tavolo
adiacente le sue borse e la sua insalata, completamente
integra……… realizza che aveva sbagliato posto e che l’uomo
non aveva mangiato la sua insalata, ma se l’era comprata!!! E
le aveva pure offerto il caffè!! La donna esce ridendo dal
locale.
Il filmato presenta delle pause, che danno la possibilità di
fermarsi per interagire con gli adolescenti con domande e
dibattito.
Qui di seguito sono elencati degli spunti per aiutare il dialogo.
22
è proprio di fronte a questa normalità che gli atteggiamenti
della peccatrice risaltano come ancor più inattesi e frutto di un
amore e di una riconoscenza incondizionati. Il fariseo è
implicato nel paragone per essere indotto a condividere e ad
assumere l’atteggiamento dell’amore sconfinato che è stato
proprio della donna.
L’applicazione del v. 47 mette in risalto l’incongruenza di cui
soffre l’intero racconto.
1. La prima parte, infatti, afferma che i molti peccati sono
stati rimessi in conseguenza del grande amore. Il
perdono, dunque, appare come frutto dell’amore.
2. La seconda parte asserisce che colui a cui è perdonato
poco ama poco e mostra, di conseguenza, l’amore come
frutto del perdono. La prima conclusione aderisce
meglio al racconto dei v. 36-39; la seconda, invece,
all’andamento della parabola (vv. 40-43).
Luca, mantenendo uniti i due motivi, crea una circolarità tra
amore e perdono. Da una parte, il perdono, che in sé è pura
grazia, è accoglibile solo là dove la libertà umana si apre
nell’amore. Dall’altra parte, il perdono, proprio perché è grazia,
potenzia la libertà dell’uomo perché possa aprirsi all’amore.
Gesù pronuncia ora verso la donna una parola che ha la pretesa
di realizzare ciò che esprime: il perdono dei peccati (v. 48).
Esso era già implicito nell’atteggiamento accogliente tenuto da
Gesù nei confronti della peccatrice. Ora al gesto si aggiunge la
parola: “Sono rimessi i tuoi peccati”. Il verbo al passivo lascia
capire che l’iniziativa del perdono è attribuita a Dio, ma questa
iniziativa si realizza ora nella persona di Gesù. Lo
comprendono molto bene i commensali che si interrogano sulla
47
per formulare su di essa un giudizio nuovo.
Così Gesù propone la parabola del creditore che condona a due
debitori, che non possono pagare, due somme dall’entità molto
diversa. Nell’immagine del condono, così poco reale, traspare
già la novità inaudita del perdono concesso da Dio ai peccatori.
Nella presentazione dei due debiti differenti, Gesù si adatta alla
mentalità del fariseo che conosce la distinzione tra giusti e
peccatori o tra grandi e piccoli peccatori
La conclusione Gesù la fa tirare dal suo interlocutore. Alla
domanda su chi amerà di più e sarà più riconoscente tra i due
debitori, il fariseo risponde con una certa ritrosia (“suppongo”).
A frenarlo non è soltanto l’esperienza che spesso tali domande
nascondono un tranello, ma l’intuizione che nella risposta, per
sé ovvia, è implicata una sua responsabilità personale. Egli,
infatti, ha già intravisto che la parabola di Gesù puntava in una
sola direzione: il perdono suscita amore. I gesti della donna,
che egli disprezzava e di fronte alla quale era rimasto
scandalizzato, erano frutto dell’inaudito perdono di Dio. Di
fronte ad essi, egli non doveva prendere le distanze ma doveva
coinvolgersi in una partecipazione gioiosa.
La donna entra nel ristorante
- Come mai la donna pulisce la forchetta, nonostante sia
pulita?
- Cosa prova quando vede l’uomo che mangia la sua
insalata? Avrebbe reagito nello stesso modo se fosse
stato un uomo bianco, ben vestito?
- Perché l’uomo non si ribella quando la donna lo
aggredisce?
- Perché la donna mangia nel piatto dell’uomo?
L’uomo si alza
- Dove si sta dirigendo?
- Cosa pensa la donna quando rimane sola?
L’uomo torna con i 2 caffè
- L’uomo fa un bel gesto nei confronti della donna,
offrendole un caffè: come lo accoglie lei?
- La donna sembra apprezzare il gesto: che sia il segno di
una apertura da parte sua, un venirsi incontro, l’inizio di
un dialogo?
La donna se ne va
- Cosa prova l’uomo? Cosa trasmette il suo viso?
- Perché la donna si comporta così? Ringrazia, fa un
sorriso?
L’applicazione esplicita della parabola al fatto della donna è
nei vv. 44-46. Gesù attira dapprima l’attenzione del fariseo sul
di lei: “Vedi questa donna?”. È sul suo comportamento che
occorre riflettere. Successivamente, però, tale comportamento è
per ben tre volte confrontato con ciò che il fariseo non ha fatto
nell’accogliere Gesù. Un tale confronto non vuole suonare di
rimprovero all’ospitalità offerta. La lavanda dei piedi, il bacio
di saluto, l’unzione del capo con olio non erano gesti ovvi e
abitualmente dovuti a colui che era inviato ad un banchetto. Il
fariseo ha fatto, dunque, ciò che era normale per un ospite. Ma
La donna si accorge di aver dimenticato le borse, si allarma,
torna indietro… e le ritrova, con la sua insalata..!!
- Capisce l’equivoco la donna? Si rende conto di aver
ragionato con pregiudizi? Si pente del comportamento
tenuto?
- È solo felice per aver ritrovato le sue borse o capisce
che l’uomo è stato davvero gentile nei suoi confronti?
46
23
-
Cos’avrà provato l’uomo andando via?
La donna se ne va via ridendo: per quale motivo?
….. E TU???
- Come hai vissuto la scena?
- Hai ragionato anche tu con pregiudizio nei confronti
dell’uomo, giudicandolo per il suo comportamento?
- Come ti saresti comportato nelle varie occasioni? Ti è
mai capitato di vivere un’esperienza del genere?
…. Alla luce di questo filmato, se ti dovesse succedere una
cosa analoga, ti comporteresti nello stesso modo o ti
soffermeresti a riflettere e a capire prima di emettere un
“verdetto di colpevolezza”?
Un’idea aggiuntiva potrebbe essere quella di far scrivere su un
foglio a ogni ragazzo, a metà filmato, cosa pensa dell’accaduto
e come andrà a finire la storia.
Il finale è imprevedibile, siamo tutti portati a pensare in
“negativo” nei confronti dell’uomo di colore…… ma vedere il
finale reale della vicenda e i pregiudizi “nero su bianco”
possono aiutare l’adolescente a riflettere.
Proprio per questa errata visione, si può stimolare l’adolescente
a considerare l’ingiustizia dei pregiudizi e provare a porsi, in
futuro, con un atteggiamento più aperto nei confronti di quelli
che vengono considerati “diversi”.
Una variante: se gli animatori non hanno a disposizione il
filmato possono realizzare loro stessi una drammatizzazione
riproponendo la stessa scena.
Materiale:
- filmato “Invito a pranzo” (disponibile a Casa Serena)
- foglietti e penne
24
novità dell’evento che si realizza in Gesù. Il fariseo ritiene per
certo che un profeta conosce il cuore delle persone e osserva le
disposizioni della Legge che vietano il contatto con i peccatori.
In base a questo presupposto giudica Gesù e si impedisce di
cogliere la grandezza del perdono divino che in Lui è offerto ai
peccatori pentiti.
La disparità di atteggiamento tra l’immediatezza umile e
riconoscente della donna e la rigida pietà del fariseo portano la
tensione del racconto all’apice ed evidenziano, in forma
conclusiva, due diversi orientamenti di fronte all’operare di
Gesù.
2. L’iniziativa di Gesù e la domanda sulla sua identità
(vv. 40-50)
Gesù ora, dopo la totale passività, prende l’iniziativa sia verso
il Fariseo che verso la donna. L’iniziativa verso il Fariseo è una
parola che lo aiuta a cambiare il suo modo di guardare alla
peccatrice e al valore dei suoi gesti e che sfocia nel perdono.
Questo poi suscita nei commensali l’interrogativo circa il
mistero della sua persona.
Gesù risponde al pensiero che occupa l’animo del fariseo: così
dimostra di essere un profeta perché conosce il cuore di
Simone. Però la sua risposta non è tesa a difendere la sua
identità di profeta, ma piuttosto a far comprendere ed
accogliere il significato dell’accaduto. Lo fa grazie alla
parabola: il breve racconto distoglie per un momento lo
sguardo dell’uditore dal fatto reale per fissarlo sulla
valutazione di un evento inventato, ma pertinente.
Immediatamente dopo, però, Simone è richiamato alla realtà
45
una sorpresa che si evolverà presto in fastidio e in scandalo. Si
tratta, infatti di una donna che nel villaggio è conosciuta da
tutti come una peccatrice, una prostituta. Non è dato sapere
dove e come la donna avesse conosciuto Gesù e se da un
precedente incontro avesse tratto motivo per manifestare la sua
riconoscenza. Il racconto si sofferma soltanto sui gesti che essa
compie, tra lo stupore di tutti, nella casa del fariseo. Aveva
preparato un vaso di unguento, forse, per ungere il capo di
Gesù in atto di onore. La grandezza del profeta e il suo senso di
umiltà però la fermano ai piedi dello straordinario invitato. Ciò
che essa compie è frutto di una immediatezza che può scaturire
solo da una grandissima riconoscenza. Le lacrime del
pentimento le scendono spontaneamente e bagnano i piedi di
Gesù. Poi essa li bacia: il bacio ai piedi era il segno che un
persona riservava a chi le aveva salvato la vita. Infine, scioglie
i capelli per asciugare i piedi a Gesù: e sciogliere i capelli per
una donna sposata era a quel tempo il massimo di disonore e di
umiliazione. Tutto, quindi, indica nella donna una gratitudine
senza misura.
Ciò che sorprende nel racconto è il fatto che da parte di Gesù
non è descritta nessuna reazione nei confronti
dell’atteggiamento della donna. La serenità con cui egli
accoglie questi gesti della peccatrice, che dovevano risultare
scandalosi, lascia trasparire la sua disponibilità ed accoglienza
senza pregiudizi. Il suo silenzio è un “si” di perdono e di
comunione che immediatamente provoca la reazione
scandalizzata contro di lui. È più provocante, infatti, il suo
tacito consenso della stessa arditezza con cui si è mossa la
donna.
Il fastidio del pio fariseo non emerge esplicitamente ma rimane
celato nel suo animo: il pregiudizio impedisce di cogliere la
44
SECONDO AMBITO
Mi apro al mondo
Finalità specifica
Dall’incontro con alcuni testimoni apprendere valori nuovi per
allargare gli orizzonti ed essere più “accogliente”.
Obiettivo specifico
L’adolescente accetta il confronto con l’altro “diverso” da lui,
per passare dalla iniziale paura e diffidenza al dialogo e
all’incontro arricchente.
Per chi sceglie di sviluppare tutte e tre le schede in ordine
cronologico, questa è la scansione degli obiettivi:
- Prima scheda: attraverso un film si confronta con la
storia di un’amicizia tra persone di diversa
cultura/religione;
- Seconda scheda: adolescente incontra l’esperienza di un
immigrato/a che si è inserito nella nostra società;
- Terza scheda: ascolta la testimonianza di un
laico/religioso/a missionario che racconta come lui si è
sentito “straniero” in un altro Paese.
Contenuti
La crescente presenza del “diverso” nella nostra stessa città di
Verona, per certi versi sconosciuto e per altri versi incompreso,
ha generato un senso di paura e rifiuto, forme di intolleranza e
tentativi di estraneazione. Ma occorre anche notare che se da
una parte si è verificato questo, dall’altra è nata un’attenzione e in alcuni casi curiosità - verso “lo straniero”, insieme a gesti e
iniziative di incontro e di dialogo. Si è capito che l’altro/a,
25
diverso da me porta ricchezza umana, culturale e religiosa2. La
diversità allora può diventare una ricchezza, ma in che modo?
Innanzitutto attraverso il dialogo. Ciascuno di noi è nato da un
dialogo e da una Relazione con Dio, che ci ha creati
rivolgendoci una Parola; siamo stati creati a nostra volta per
essere in relazione e solo così ci realizziamo pienamente. La
salvezza di Dio infatti è presentata come un progetto di
comunione e di dialogo fra uomo-Dio, uomo-uomo, uomocreato; mentre il peccato dell’uomo è rottura di questo tessuto
dialogico-relazionale (Gen 1-11).
Il dialogo è dunque la chiave di accesso e lo stile con il quale
possiamo entrare in relazione con l’altro/a; questo termine può
indicare a livello puramente umano “comunicazione reciproca”
per raggiungere un fine comune o, a livello più profondo, una
comunicazione interpersonale; ed anche un atteggiamento di
rispetto ed amicizia.
Accettare di entrare in dialogo libera dalla paura dell’altro e
apre nuovi orizzonti; infatti se mi confronto con l’altro,
umanamente so: identificare alcune differenze e uguaglianze
tra noi e altre società\culture; non mi fermo a ciò che “si dice”,
a quello che scrive “certa” stampa, mi impegno a raffrontarmi,
cercando una comparazione “libera” da schemi ideologici.
E’ fondamentale dunque la sospensione del giudizio sull’altro,
che mi permette di mettere da parte le mie precomprensioni o
luoghi comuni e di ascoltare quello che l’altro ha da dire di sé
e come lui stesso si racconta, permettendogli di essere se
stesso. In una parola si tratta di diventare ospitali, di
2
M. Giovanna Caprini, Dialogo e annuncio nella pluralità culturale,
sociale e religiosa, relazione tenuta in occasione del Sinodo di Verona nel
2005.
26
olio profumato, lei invece mi ha cosparso di profumo i piedi.
Perciò ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha
molto amato. Colui invece al quale si perdona poco, ama
poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
Allora quelli che stavano a tavola con lui cominciarono a
bisbigliare: «Chi è quest’uomo che osa anche rimettere i
peccati?». E Gesù disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata;
cammina in pace!».
La finale (vv. 48-50) è la chiave per capire il racconto perché
fa risaltare il messaggio non solo sul perdono, ma su chi è Gesù
e perché accoglie la donna in questo modo:
«Il Fariseo...disse tra sé: Costui, se fosse un profeta, saprebbe...»
(v. 39)
«I commensali cominciarono a dire tra loro: Chi è costui che
rimette anche i peccati» (49)
Nelle due espressioni c’è un contatto verbale nella formula
introduttiva (“dire tra sé”) e soprattutto c’è una corrispondenza
perché pongono la questione dell’identità di Gesù. Così
facendo dividono il racconto in due percorsi che ora
cercheremo di seguire e spiegare.
Il significato del racconto
1. Il pregiudizio del fariseo (vv. 36-39)
L’invito fa da cornice nella quale viene immediatamente
segnalata la presenza di una persona inattesa: “Ed ecco una
donna ...”. L’espressione di Luca sembra lasciar trasparire tutta
la sorpresa che questa visita improvvisa e inaspettata provoca,
43
Materiale
- tasselli tutti uguali di un finto puzzle (devono essere del
numero dei partecipanti)
- cartellone riportante il brano di Genesi su indicato, tagliato
come un puzzle da ricomporre poi successivamente (qui i
tasselli devono essere tutti diversi uno dall'altro)
II scheda biblica a cura di Don Gianattilio Bonifacio
2. Gesù accoglie la peccatrice (Lc 7,36-50)
Un fariseo lo invitò a mangiare con lui. Egli entrò in casa sua e
si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella
città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un
vasetto di olio profumato; fermatasi dietro a lui, si rannicchiò
ai suoi piedi e cominciò a bagnarli di lacrime; poi li asciugava
con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
Vedendo questo, il fariseo che lo aveva invitato disse tra sé:
«Se costui fosse un profeta saprebbe chi è questa donna che lo
tocca: è una peccatrice».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Egli
rispose: «Maestro, di' pure». «Un creditore aveva due debitori:
uno gli doveva cinquecento denari, l' altro cinquanta. Non
avendo essi la possibilità di restituire, condonò il debito a tutti
e due. Chi di loro gli sarà più riconoscente?». Simone rispose:
«Suppongo quello a cui ha condonato di più». E Gesù gli disse:
«Hai giudicato bene». Poi, volgendosi verso la donna, disse a
Simone: «Vedi questa donna? Sono venuto in casa tua e tu non
mi hai dato l' acqua per lavare i piedi; lei invece mi ha bagnato
i piedi con le lacrime e con i capelli li ha asciugati. Tu non mi
hai dato il bacio; lei invece da quando sono qui non ha ancora
smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di
42
riconoscere e accogliere l’altro differente da me …fino ad
arrivare a fargli posto nella mia vita e nel mio cuore!
Nella Bibbia è Dio stesso ad invitare il popolo di Israele ad
accogliere e ad amare lo straniero “perchè voi siete stati
stranieri nel paese d’Egitto” (Es 22,20) ; inoltre Cristo stesso è
narrato e percepito come straniero: “ero straniero e mi avete
ospitato” (Mt 25, 35) ed anche i cristiani del II secolo d. C si
autodefinivano stranieri e pellegrini: “Abitano una loro patria,
ma come forestieri; a tutto partecipano come cittadini e a tutto
sottostanno come stranieri; ogni terra straniera è patria per loro,
e ogni patria è terra straniera”. Infatti la terra è di Dio e noi vi
abitiamo da stranieri e ospiti (Lv 25,23).
Questa ospitalità che Dio vive per primo verso di noi, ci
richiama alla “cultura dell’ospitalità” e ci interpella a tenere la
porta aperta, che per un adolescente consiste prima di tutto
nell’accettare la sfida di lasciarsi interpellare dall’altro, con la
sua cultura, usi e costumi diversi. Ci richiama alla simpatia
verso lo straniero e con il suo modo di vivere (cucina, modo di
vestire, di pregare, di trascorrere il tempo libero..).
Questo fa comprendere che dietro ad ogni “diverso” c’è una
persona con una storia, degli affetti, una dignità, dei limiti.
E’ ovvio che il dialogo e l’incontro con l’altro richiedono una
identità chiara, che entra in relazione senza imporsi, e
l’adolescente è proprio nella fase dove l’identità è in
evoluzione, ma non bisogna aver paura comunque di osare il
confronto, anche con l’aiuto di persone mature e capaci di
mediare e di creare ponti di scambio.
Cfr.
E. Bianchi, Ero straniero e mi avete visitato, Rizzoli 2006.
27
PRIMA SCHEDA
Insieme… appassionatamente!
Dinamica
Con questa dinamica vogliamo far riflettere l’adolescente sul
tema dell’accoglienza inserendolo in alcune realtà quotidiane
che egli vive come l’amicizia, l’educazione, la famiglia e lo
sport.
A tal proposito l’ado è provocato con la visione di un film che
affronta in modo diretto e semplice questi argomenti. Il film
“IL SAPORE DELLA VITTORIA” ha come protagonisti
ragazzi con i quali gli adolescenti si possono facilmente
identificare, ma soprattutto utilizza un argomento a loro
particolarmente caro per trattare l’accoglienza e l’integrazione
razziale: lo sport.
Il film è ambientato in un paese della Virginia nel 1971, dove
due scuole, una di bianchi e una di neri sono unite insieme con
conseguenze poco confortanti fin dall’inizio. La situazione
diventa sempre più complicata quando la squadra di football
della scuola è affidata ad un allenatore di colore, che oltre a
risolvere problemi interni allo spogliatoio si ritrova anche a
combattere con la diffidenza e la poca voglia di accoglienza
delle famiglie “per bene” dei ragazzi bianchi.
Un lavoro duro che passa attraverso allenamenti al limite della
sopportabilità per i ragazzi e tentativi di inserimento e
integrazione nella società degli adulti. Compito che il mister
svolge in modo ottimale, porta infatti, non senza poche
difficoltà, la squadra a vincere il campionato ma soprattutto a
far stringere insieme mani bianche e mani nere di adulti e
ragazzi.
Il film si basa su una storia vera e si presta quindi
maggiormente ad un dibattito.
28
Si leggerà insieme con attenzione il brano di Genesi su indicato
e si proverà a raccogliere le impressioni a caldo che questo
brano ha suscitato nei ragazzi (15').
Rispondere quindi insieme alle seguenti domande (20'):
a) Cosa suggerisce questo brano?
b) Secondo voi perché il Signore ha fatto parlare a tutti lingue
diverse?
c) Provando a ripensare al primo tentativo di puzzle finto che
avete provato a ricomporre,secondo voi essere tutti uguali,
porta ad ottenere un risultato?
d) Ripensando alla composizione del secondo puzzle, il nostro
essere unici, se ci aiutiamo uno con l'altro, a cosa conduce?
A conclusione recitare insieme questa preghiera:
Signore siamo tante membra, ma un solo corpo:
il corpo di Cristo. Siamo noi la Chiesa!
Aiutaci Signore a diventare il tuo Corpo.
E' questo il compito affidato a noi:
formare, oggi, il corpo del Signore,
essere Sua parola per i fratelli.
Aiutaci Signore a diventare il tuo Corpo.
Tutti siamo indispensabili, poiché ciascuno è dono unico
per i fratelli. Spesso dimentichiamo tale compito.
Aiutaci Signore a diventare il tuo Corpo.
L'amore di Dio continuamente ricostruisce l'unità del corpo
e ci dona la gioia di essere piccoli, poveri
ma autentiche membra di Cristo Signore.
Aiutaci Signore a diventare il tuo Corpo.
41
che l’umanità possa diffondersi ed abitare la terra. È chiaro
che la protezione della diversità e dell’originalità di ognuno
non si deve trasformare nella frammentazione, nella perdita
di solidarietà in cui ognuno pensa per sé. Il contrario
dell’omologazione non è l’individualismo, ma la relazione
rispettosa e promotiva della vita di ognuno.
PRIMA SCHEDA
Unici per un grande puzzle
Dinamica
L'animatore preparerà dei tasselli (quanti sono i ragazzi) di un
finto puzzle. I tasselli dovranno essere tutti identici.
Divisi i ragazzi a coppie, i membri dei mini sottogruppi
dovranno scegliere una caratteristica positiva che pensano di
avere in comune (es.:entrambi pensano di essere simpatici/
altruisti etc.)e scrivere questa qualità ciascuno sul proprio
tassello (5').
Riuniti tutti i ragazzi, l'animatore dirà loro di provare a
ricostruire il finto puzzle, il quale avendo tutti i tasselli uguali,
non potrà mai condurre a nessun risultato (5').
Una volta che i ragazzi si accorgeranno che il puzzle è
impossibile da eseguire, verrà consegnato loro un tassello di un
vero puzzle (i tasselli stavolta dovranno essere diversi uno
dall'altro), sul quale ogni ragazzo personalmente scriverà una
propria caratteristica/qualità positiva che ritiene unica (5').
Si inviteranno quindi i ragazzi a ricomporre il puzzle, che
stavolta condurrà alla costruzione del cartellone riportante sul
retro il brano ingrandito di Genesi 11, 1-10 (5').
40
Gli adolescenti possono essere stimolati a studiare la diffidenza
ma soprattutto l’ignoranza che all’inizio allontana i due gruppi
di ragazzi evidenziando tutti gli atteggiamenti di divisione che
anche nel loro quotidiano possono riscontrare. Possono essere
discussi i meccanismi e le modalità di avvicinamento delle due
realtà descritte nel film; riflettere su come la convivenza e la
maggiore conoscenza reciproca aiuti i ragazzi, piano piano, a
superare le barriere che li dividono. Lo sport può essere visto
come un bellissimo trampolino di lancio per annientare le
resistenze ad accogliere il diverso e a superare la difficoltà in
forza di un obiettivo condiviso. Elementi come fatica,
sacrificio, scopo comune, unione per la vittoria, sono
evidenziati molto bene nel film e si prestano perfettamente ad
una discussione nel gruppo cercando di evidenziare come
anche ai giorni nostri l’integrazione tra culture diverse nello
sport non è sempre spontanea, anzi. Interessante sarà anche far
osservare agli adolescenti le modalità e meccanismi di
avvicinamento tra i personaggi del film.
Sarebbe bene far emergere infine come nella quotidianità
l’adolescente, pur avendo tante possibilità di isolarsi dal
diverso, si trova a viverci gomito a gomito. Lo sport, per
esempio, dove è fondamentale lo spirito di gruppo per
raggiungere la vittoria finale, è un’ottima occasione per
conoscere l’altro, essergli amico, sudare, piangere e ridere
insieme.
Materiale:
- film “Il sapore della vittoria”
- videoregistratore/lettore dvd
29
Scheda film: Il sapore della vittoria (Remember the Titans)
Genere: Commedia
Regia: Boaz Yakin
Interpreti: Denzel Washington (Herman Boone), Will Patton
(Bill Yoast), Wood Harris (Big Ju), Ryan Hurst (Bertier),
Donald Faison (Petey), Craig Kirkwood (Rev), Ethan Suplee
(Louie Lastik), Kip Pardue (raggio di sole), Hayden Panettiere
(Sheryl Yoast), Nicole Ari Parker (Carol Boone).
Nazionalità: Stati Uniti
Distribuzione: Buena Vista International Italia
Anno di uscita: 2001
Orig.: Stati Uniti (2000)
Sogg. e scenegg.: Gregory Allen Howard
Fotogr.(Scope/a colori): Philippe Rousselot
Mus.: Trevor Rabin
Montagg.: Michael Tronik
Dur.: 113'
Produz.: Jerry Bruckheimer, Chad Oman.
Giudizio: Accettabile/semplice
Tematiche: Amicizia; Educazione; Famiglia; Sport;
Soggetto: Alexandria, Virginia, 1971. Quando il dipartimento
scolastico decide di accorpare due scuole, frequentate una da
bianchi e l'altra da ragazzi di colore, si crea una situazione dalle
conseguenze imprevedibili. La verifica arriva subito, quando si
tratta di mettere insieme la squadra di football: quello sport é
considerato stile di vita, e la squadra deve difendere l'onore e la
tradizione dell'istituto. Dalla Carolina del sud arriva Herman
Boone, che assume il ruolo di allenatore capo dei T.C.
Willimas High Titans, scavalcando Bill Yoast, uno con molti
anni di esperienza e moltissimi estimatori. Boone é di colore e
il suo compito non si presenta facile. Durante il ritiro di
30
Il risultato è la custodia della diversità. Grazie alla discesa di
Dio l’umanità può muoversi liberamente nello spazio
orizzontale della terra e non è più costretta ad andare solo ad
oriente. Il non capirsi tra popoli è effettivamente è un ostacolo
alle relazioni, che comprendiamo bene quando siamo
all’estero. Difatti il nome “babele” è un suono onomatopeico:
chi non conosce una lingua sembra che gli altri dicano solo
bababa... In fondo è molto simile alla parola “barbaro” che i
greci affibbiavano a chi non parlava come loro: tutti i non greci
dicevano solo balbettii, dicevano solo barbarbar. Però qui la
differenza linguistica è intesa come un grande valore: ognuno è
protetto e valorizzato per quello che è e non per quello che gli
altri potrebbero imporgli.
-
Alcuni spunti applicativi...da elaborare
la doppia faccia della globalizzazione. È inevitabile che per
lo sviluppo della comunicazioni il mondo si
“rimpicciolisca” ed è un bene quindi che si possa
convergere su un linguaggio comune e una serie di valori
condivisi che permettano il dialogo. Però questo processo
non è esente da rischio di cancellare le differenze e
trasformare le relazioni in uno schema rigido che taglia via
ogni originalità.
Il dialogo nell’ottica della fede. Dio interviene nella storia
per garantire le diversità e l’originalità di ognuno. La storia
di Gesù è fondamentale in questo senso: grazie a lui e al
suo Spirito che ci rende figli e figlie siamo messi nella
condizione di esprimere la nostra personale relazione filiale
con Dio. Quindi garantire spazi perché ognuno esprima la
sua personalità non è solo “rispetto civico”, ma una
esigenza della nostra fede cristiana.
L’originalità e la comunità. L’intervento di Dio garantisce
39
il posto di Dio: v. 4: «Sù, costruiamoci una città con una torre,
la cui cima sia nei cieli, e facciamoci un nome, per non esser
dispersi sulla superficie di tutta la terra». Difatti la torre della
città pretende di abbandonare la dimensione orizzontale – lo
spazio vitale dell’umanità – per prendere il posto della
dimensione verticale che è invece lo spazio di Dio.
Il v. 6 – riportando le parole di Dio – fa vedere le conseguenze
estremamente pericolose che potrebbe avere questa pretesa:
«questo è il loro inizio nelle imprese; ormai tutto ciò che
hanno meditato di fare non sarà loro impossibile». Se l’uomo
si sente Dio perde ogni senso della misura e come dice il testo
“fa ciò che gli balza in mente” e così l’unica misura del fare
diventa il poterlo fare. È la legge della giungla dove il più forte
e potente ha mano libera per ogni sua volontà: non c’è più
alcuna misura!
La posta in gioco è così grande che Dio abbandona l’alto e
«discese per vedere la città con la torre che stavano costruendo
gli uomini» (v. 5). Gli uomini pretendono di andar su; Dio
invece non ha problemi a venir giù. E non solo in senso
simbolico, se pensiamo a Gesù, il Figlio di Dio divenuto
umano. E il suo intervento non vuole togliere nulla all’umanità,
ma garantire invece la sua integrità e la correttezza dei rapporti
in cui ognuno è custodito nella sua individualità. La prova di
questo fatto si riscontra nell’ironia che c’è nella descrizione
dell’intento degli uomini: la torre per quanto alta non può mai
raggiungere il cielo di Dio: Lui non è in pericolo. Invece un
progetto violento e omologante da parte di una autorità senza
controllo può – e di fatto nella storia lo si è visto – rendere
drammatica e disperata la vita delle donne e degli uomini: loro
sì che sono in pericolo! Per questo Dio interviene.
38
preparazione, decide di metter insieme nelle camerate un
bianco e un nero a fianco, così da farli conosce meglio l'un
l'altro; poi impone agli allenamenti ritmi durissimi e non ha
indulgenze per nessuno, li fa svegliare e correre di notte, li
porta a Gettysburgh, dove la guerra civile visse il suo momento
più tragico. I ragazzi riescono a fraternizzare, ma quando
tornano in città, la realtà sembra riprendere il sopravvento:
molte incomprensioni, e sassi tirati contro la casa di Boone e
della sua famiglia. Comincia il campionato, e la squadra si
comporta bene. Tre vittorie, il successo nella finale del
campionato regionale, dopo altri equivoci e liti. Mentre
festeggiano, Bertier ha un incidente stradale e rimane
paralizzato alle gambe. Arriva la finalissima e i Titans vincono.
Valutazione Pastorale: Prima dei titoli di coda, alcune
didascalie ricordano quello che è successo in seguito ai
personaggi appena visti. Serve a chiarire che siamo di fronte ad
una storia 'vera': i fatti sono realmente successi, e molti dei
protagonisti sono tuttora viventi. Storia vera e, quindi, maggior
forza al messaggio che invia: che non è certamente nuovo,
affrontato e visto in tanti altri titoli ( anche con Denzel
Washington attore principale), ma non per questo meno
importante. Si tratta di denunciare il razzismo e di fare opera a
favore dell'integrazione: attraverso lo sport, la convivenza, la
migliore conoscenza reciproca.
Lo sport di squadra poi diventa fattore aggregante di
educazione, e evidenzia un preciso valore formativo. Non
mancano certo i consueti toni enfatici, ma il film, mentre ci
sollecita a recuperare lo scenario dei primi anni '70, é anche
attuale: il razzismo nello sport é tutt'altro che scomparso.
Accanto ad una battuta un po' forzata sul ruolo della chiesa
detta dalla madre di uno dei ragazzi, rimangono ben presenti
gli altri temi: lo sport, si diceva, e poi la fatica, l'amicizia, la
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lealtà, il sacrificio. Tutto detto con estrema semplificazione dei
contenuti. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare
positivamente, accettabile e semplice nello svolgimento
complessivo.
SECONDA SCHEDA
Non avrei mai pensato che…
Dinamica
Si propone di presentare la testimonianza di un immigrato/a
cristiano, magari conosciuto, che porti la sua esperienza di
straniero nella nostra terra e di come si sia inserito nella nostra
società.
Partendo dal presupposto che l’adolescente associa l’immigrato
ad un “vu cumprà” che vive precariamente, arrangiandosi
come può, senza cultura, si vuole far prendere coscienza che
nella nostra società molti immigrati spesso sono persone colte e
che talvolta, pur essendo laureati, svolgono lavori umili e poco
remunerati. Sarebbe interessante se l’ospite svolgesse un lavoro
qualificato (infermiere, impiegato, ecc.) o fosse un
professionista laureato (medico, avvocato) o un imprenditore,
che potesse testimoniare agli adolescenti quanto la sua
presenza in Italia sia risorsa per tutti noi.
Dalla testimonianza dovrebbero emergere:
- le fatiche del suo inserimento
- la gioia e la bellezza di sentirsi integrato
- il contributo positivo che porta al nostro paese con il suo
lavoro e la sua cultura.
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Storicamente il brano ha di mira la pretesa imperialistica
dell’impero assiro – la grande superpotenza economicomilitare dell’epoca – che voleva omologare sotto il suo
dominio tutti i terrori ad ovest dei fiumi Tigri ed Eufrate. Si
capisce bene che il primo modo per soffocare la pretese di
autonomia dei popoli è quello di estirpare dal cuore e
dall’intelligenza la propria specificità culturale. Instaurare
un’ideologia in cui è consentito un solo pensiero: quello del
capo. Lo strumento privilegiato di questa strategia è
rappresentato dalla cancellazione della lingua materna e dalla
conseguente imposizione di un linguaggio comune.
Se le cose stanno così allora si capisce che l’intento dello
scrittore non è quello di presentare un Dio invidioso dei
successi umani, ma preoccupato di conservare sulla terra la
ricchezza della diversità e dell’originalità dell’umanità, vera
perla della sua creazione.
La costruzione narrativa del brano gioca attorno alla
simbologia spaziale: in alto – in basso / verticale – orizzontale.
Ma vediamo meglio:
Nei primi 4 versetti si passa dalla dimensione orizzontale, che è
lo spazio dove vivono gli uomini a quella verticale che invece è
lo spazio di Dio. Difatti ai vv. 1-3 c’è la descrizione della
situazione dell’umanità: essa si sposta sulla terra, nello spazio
orizzontale che è il luogo dell’uomo; ma va verso oriente, cioè
verso la sede dell’impero assiro che costituisce il punto di
attrazione e la meta privilegiata caratterizzata però al negativo
dall’omogeneità dell’unica lingua. Qui tutti la pensano allo
stesso modo perché uno solo è il criterio di riferimento a cui
tutti convergono. Il risultato di questa pressione che tende a
cancellare l’individualità e l’originalità è la pretesa di prendere
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Contenuti
I scheda biblica a cura di Don Gianattilio Bonifacio
Sarà cura degli animatori “pilotare” la testimonianza, con un
incontro preventivo con il testimone, in modo tale da
concordare la modalità e gli elementi che dovranno emergere
dalla testimonianza.
L’accoglienza dell’altro
-
1. Contro l’omologazione: Genesi 11,1-10
Genesi 11:1 Or tutta la terra aveva una lingua sola e le parole
erano uguali. 2 E avvenne, nel loro vagare in oriente, che gli
uomini trovarono una pianura nel paese di Sennaar, vi si
stabilirono 3 e si dissero l’un l’altro: «Sù, facciamoci dei
mattoni, e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro al posto
della pietra e il bitume al posto della malta. 4 Poi essi dissero:
«Sù, costruiamoci una città con una torre, la cui cima sia nei
cieli, e facciamoci un nome, per non esser dispersi sulla
superficie di tutta la terra». 5 Ma il Signore discese per vedere
la città con la torre che stavano costruendo gli uomini. 6 E il
Signore disse: «Ecco che essi sono un sol popolo e una sola
lingua; questo è il loro inizio nelle imprese; ormai tutto ciò che
hanno meditato di fare non sarà loro impossibile. 7 Sù,
discendiamo e confondiamo laggiù la loro lingua, di modo che
essi non comprendano più la lingua l’uno dell’altro». 8 Il
Signore li disperse di là sulla superficie di tutta la terra ed essi
cessarono di costruire la città. 9 Per questo il suo nome fu detto
Babele, perché là il Signore mescolò la lingua di tutta la terra e
di là il Signore li disperse sulla superficie di tutta la terra.
TERZA SCHEDA
Missionari dove si vive!
Dinamica
Si propone di presentare agli adolescenti la testimonianza di un
laico o di un religioso/a missionario il quale descriva come si è
sentito “straniero” in un Paese diverso dal suo.
L'aspetto che qui interessa riguarda il bagaglio culturale ed
esperienziale che il missionario apprende in missione e che poi
entra a far parte della sua vita...per sempre!
A tal proposito è importante che il missionario non racconti la
storia della sua vocazione o la sua esperienza di missione in
senso lato, peraltro molto importanti, ma piuttosto che illustri
ai ragazzi le difficoltà e le diffidenze che ha incontrato
nell'annunciare la Parola presentandosi come straniero.
Abbiamo così pensato di chiedere al missionario/a come si è
sentito accolto, cosa lo ha aiutato ad integrarsi, com'è cambiato
nel tempo l'atteggiamento delle persone nei suoi confronti,
come l'esperienza gli è stata d'aiuto per “allargare gli orizzonti”
verso l'altro...o ancora, com'è cresciuta la sua fede...
A prima vista il racconto della torre di Babele sembra mostrare
un Dio preoccupato, quasi spaventato del successo tecnologico
dell’uomo (vedi il richiamo all’invenzione del mattone e del
bitume da costruzione: più facilmente reperibili e versatili)
perché questo potrebbe spodestarlo della sua autorità. In realtà
l’intento del racconto è ben diverso.
Si consiglia di contattare il CUM (Centro Missionario
diocesano) che volentieri si rende disponibile a dare nominativi
di laici (anche famiglie) o religiosi/e che possano venire
all’incontro adolescenti per fare testimonianza; tuttavia, se
conoscete personalmente un sacerdote, una religiosa o un laico
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che ha vissuto in missione e che sia in grado si trasmettere ai
ragazzi la sua esperienza, potete chiedergli se è disponibile.
Sarebbe bene che prima della testimonianza in gruppo lo
contattaste personalmente per spiegargli il tema del suo
intervento e per accordarvi sullo svolgimento della discussione.
A tal proposito potete prendere spunto dalle domande sopra
riportate.
nb. Se volete presso Casa Serena potrete trovare la
testimonianza videoregistrata di alcune suore comboniane che
attualmente vivono a Verona. La loro comunità è chiamata
SheKinhà, ovvero "Tenda dell'onnipotenza di Dio". Tale tenda
infatti offre la possibilità alle persone di incontrarsi con Dio e
di favorire l'incontro con i popoli. Loro stesse vivono nella
quotidianità la multiculturalità, in quanto sono tre italiane, una
etiope e una equadoriana e tutte hanno fatto esperienza di
missione, per lungo tempo, in un Paese diverso dal loro.
Propongono incontri di animazione missionaria e di mondialità
per adolescenti, giovani, gruppi. Nel dvd ci raccontano la loro
esperienza di immigrate: fatiche, disagi, lingua diversa…
un'esperienza di cambiamento che ha coinvolto tutta la loro
vita, dal quotidiano al rapporto con Dio.
(Per contattarle chiamate il numero 045 8350424)
TERZO AMBITO
Mi apro alla Bibbia
Finalità specifica
Scoprire nella Parola di Dio il suo progetto sull’umanità e lo
stile accogliente di Gesù, riscoprendo quel Dio che ama tutti
per primo e così vuole da noi.
Obiettivo specifico
L’adolescente si confronta con la Parola di Dio e con il suo
progetto che vuole custodire l’originalità di ciascuno e con lo
stile accogliente di Cristo verso gli ultimi.
Per chi sceglie di sviluppare tutte e tre le schede in ordine
cronologico, questa è la scansione degli obiettivi:
-
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-
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Prima scheda: l’adolescente comprende che la diversità
che contraddistingue ciascuno di noi è bellezza e non
limite, ed è solo esprimendo il nostro essere unici ed
irrepetibili, che possiamo divenire ricchezza per gli
altri;
Seconda scheda: prende coscienza delle resistenze che
gli impediscono di amare l’altro fino in fondo e si
confronta con la Parola di Dio;
Terza scheda: si sofferma sul modo di amare e di
accogliere di Gesù e lo mette a confronto con il suo
modo di valutare, vedere ed accogliere l'altro/a.
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