Scheda film - Cineteatro Baretti

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Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
11 dicembre 2012
AppuntamenƟ fino a Dicembre 2012
18.12.2012 TORNANDO A CASA PER NATALE di Bent Hamer [2010]
AppuntamenƟ da gennaio a marzo 2013
08.01.2013 50 E 50 di Jonathan Levine [2011]
15.01.2013 BROTHERHOOD di Nicolo Donato [2009]
22.01.2013 L’INTERVALLO di Leonardo Di Costanzo [2012]
Alberto Barbera presenterà il film in sala
29.01.2013 ADAM RESURRECTED di Paul Schrader [2009]
05.02.2013 LA SICUREZZA INTERNA (Die innere Sicherheit)
di Chris an Petzold [2000]
Versione originale in tedesco con so o toli
CAMMINANDO SULL’ACQUA
12.02.2013 LA VITA SEGRETA DELLE PAROLE di Isabel Coixet [2005]
di Eytan Fox
19.02.2013 UN TOCCO DI ZENZERO di Tassos Boulme s [2003]
05.03.2013 COSE SEMPLICI (Prostye vešči)
di Aleksej Popogrebskij [2007]
Versione originale in russo con so o toli
12.03.2013 TI DO I MIEI OCCHI di Icíar Bollaín [2004]
PORTOFRANCO è realizzato:
Con il contributo di:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Associazione culturale Russkij Mir |
Wic.it - Web Image CommunicaƟons | Libreria Therese Profumi per la mente |
Kortebel Film Company | Neon Video
Rossorubino | Ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma
Con:
Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata
26.02.2013 POLISSE di Maïwenn [2011]
Durata:
Genere:
Nazionalità:
Sceneggiatura:
Fotografia:
Musiche:
Montaggio:
Scenografia:
Lior Ashkenazi, Knut Berger, Caroline Peters,
Gideon Shemer, Yousef ‘Joe’ Sweid
104 minu
Dramma co/Spor vo
Israele, Germania, 2004
Gal Uchovsky
Tobias Hochstein
Ivri Lider
Yosef Grunfeld
Avi Fahima e Christoph Merg
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
www.cineteatrobaretti.it - [email protected]
Tu o comincia con un’immagine
da cartolina. La moschea blu con i
suoi minare e il ponte che unisce
l’Europa e l’Asia. Istanbul, insomma.
Su un traghe o che porta qua ro
personaggi. Eyal, il protagonista, e
tre comprimari. Ques ul mi sono
una famiglia, araba, sicuramente.
Padre con barba, moglie con chador
e figliole o che ancora aspe a il suo
futuro. Eyal si alza, va in bagno. Qui si
chiude dentro e ra fuori una piccola
valige a. Dentro di sono della fiale
e una siringa. Liquido rosso riempie
uno strumento che di solito è di vita,
ma che, è chiaro stavolta porterà
a qualcosa di peggio. I qua ro
scendono dal traghe o, Eyal passa
vicino all’arabo, lo urta, questo cade
a terra. Morto, è chiaro. Le lacrime
del bambino segnano la na vità
dell’orfano e del vendicatore di
domani.
Missione riuscita per l’agente del
Mossad. Perfe amente riuscita.
Ma quando torna a casa, lo aspe a
la fine del mondo. O almeno la fine
di un mondo. Sua moglie, a le o
distesa, morbida come solo le mogli
sanno essere. Ma non risponde al suo
chiamare. Sul comodino un blister
di pas glie svuotato e una le era.
Segni che ancora non si vogliono
comprendere. I segni del suicidio.
Un mese dopo Eyal aspe a una nuova
missione. Una missione che non
arriverà. I servizi segre israeliani lo
giudicano troppo instabile ancora per
affidargli qualcosa di serio. Eppure
qualcosa c’è. Sta arrivando in Israele
il nipote di un nazista. Eyal dovrà
fargli da balia turis ca per capire
se il nonno è ancora vivo, per poter
arrivare alla gius zia prima di Dio.
Eytan Fox compone un film davvero
strano, un ogge o non chiaramente
definibile. Traveste di leggerezza un
sogge o che poteva essere affrontato
in modo assai pesante, gioca con le
aspe a ve del pubblico, rivelando a
poco a poco le vite e il cara ere dei
suoi personaggi. L’agente del Mossad
duro e puro, messo a confronto
con Alex, il ragazzo tedesco che si
rivela essere gay e molto rispe oso
sia d’Israele sia delle sofferenze
pales nesi, comincia a perdere,
molto lentamente, parte delle sue
sicurezze. Ma il suo percorso era
già cominciato, il cambiamento era
par to con quella le era di suicidio,
il cui contenuto ci sarà rivelato solo
alla fine del lungometraggio.
Il film comunque è riuscito, anche
se in cer momen la sceneggiatura
diventa inconsistente e incoerente.
Ma ques dife sono sopravanza
dal tono che l’autore me e in campo
nel mostrare cosa significhi essere
tedeschi in terra d’Israele e ebrei
in Germania. I ruoli si scambiano, e
ogni personaggio contribuisce alla
crescita dell’altro. Anche se Eyal è
quello che ha più da imparare.
Entrambi i protagonis maschili sono
messi di fronte ad un passato che
non gli appar ene. Eppure sul quale
sentono di avere delle responsabilità.
Il nipote del nazista e l’agente del
Mossad. Un’amicizia complicata, ma
possibile. Per questo l’happy end non
stona più di tanto. Se è possibile che
i due leghino, tu o è possibile nel
mondo. Anche che, forse, il confli o
arabo – israeliano un giorno finisca.
E tu o è legato ad una vicenda in
cui entrambi non credono. Cristo
che cammina sulle acque. Uno non
cris ano, l’altro ebreo. Uno figlio
di una cultura del perdono che non
riesce a perdonare, l’altro figlio di
un Dio vendica vo che non può più
vendicare. Davvero una strana coppia.
Ma una coppia che può camminare
sulle acque, se la loro anima diventa
lieve e le loro colpe espiate. Ma
non c’è il senso del divino che può
alleggerirli dal peccato. C’è solo la
propria coscienza, una coscienza
con la quale fare i con giorno per
giorno, un perdono che deve essere
dato a se stessi, la redenzione più
difficile. Allora sì, quando si è in
grado di espiare di fronte al tribunale
della coscienza che c’è in ognuno di
noi i propri pecca , si può finalmente
tenere il mare di Galilea so o ai
propri piedi, finalmente leggeri,
finalmente liberi.
che gli consente di uscire dal ghe o
del cinema di autore. Ma comunque
percepita, sfiorata, accarezzata.
Un proge o strano, questo film.
Colonna sonora davvero azzeccata
che mischia Springsteen con Gigliola
Cinque , per un dramma pop che
aiuta a vedere la quo dianità di
un paese, Israele, che non riesce a
dimen care la storia, e che porta
sulle sue spalle il fardello di un
presente durissimo. Ma è anche
un’opera che non dimen ca che ci
sono anche gli altri, e le lacrime del
figlio dell’agente di Hamas parlano
più di mille dialoghi. Da quelle
lacrime nasce la morte, nascono le
bombe. Asciugare quelle lacrime non
sarà facile. Ma, di certo, è necessario
per camminare sulle acque.
Prossimo appuntamento:
Prima di Dio è la formula che il capo di
Eyal gli ripete per uccidere il nonno di
Alex. Prima di Dio ci sono gli uomini e
non le vende e. L’agente del Mossad
lo capisce a raverso la più grande
sofferenza che possa essere inferta
all’uomo. Una sofferenza forse
non abbastanza so olineata dal
regista, molto preoccupato di dare
al lungometraggio quell’alone pop
18 dicembre 2012
TORNANDO A CASA
PER NATALE
Regia di Bent Hammer
[ Germania, Svezia, Norvegia 2010 - 85’ ]

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