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ANNO 2 - n° 8 - 24 APRILE 2014 - € 1,OO 10 SARA SAFE FACTOR pag 12-13 CHAMPION OIL: ECCO IL PROGETTO PIT STOP pag 16-17-18 RENAULT CAPTUR 8 PEUGEOT 308 SW Porsche MACAN 15 TUTTI I MARTEDI E VENERDI SU 809 SKY E 249 DDT 406x283NGAYGOuscita24.indd 1 23/04/14 12.43 EDITORIALE Tanto tuonò, che alla fine piovve. di FILIPPO GHERARDI [email protected] Tanto tuonò, che alla fine piovve. Stefano Domenicali si dimette dal ruolo di Responsabile della Gestione Sportiva Ferrari, dopo pochi successi, tante critiche e troppe, davvero troppe, perplessità. E pensare che dopo cinque anni trascorsi da Direttore Sportivo, all’ombra di Jean Todt e di una striscia si successi con pochi eguali nella storia di questo sport, l’esordio nel 2008 nel nuovo incarico aveva portato lo stesso Domenicali, Felipe Massa e di conseguenza la Ferrari, ad un solo giro dal titolo iridato piloti, mentre in quello costruttori la scuderia di Maranello conquistava il suo sedicesimo (e ad oggi anche ultimo) primo posto mondiale. Le delusioni, anche se in pochi potevano prevederlo, cominciarono esattamente un anno dopo. Stagione 2009: Ferrari soltanto quarta nel mondiale Costruttori e Raikkonen e Massa rispettivamente sesto e undicesimo in quello Piloti. Era l’anno “transitorio” di Jenson Button e la Brawn Gp, una stagione caratterizzata dalle contraddittorie novità di natura tecnica Stefano Domenicali (Foto Archivio) ed in molti sottovalutarono, probabilmente, le cause di un rendimento così sottotono. Inoltre, come se non bastasse, ecco l’anno successivo arrivare Fernando Alonso, qualcosa di particolarmente vicino al pilota più forte in circolazione. Con l’asturiano, e con Domenicali al muretto, la Ferrari ottenne dal 2010 al 2013 tre secondi ed un terzo posto nel mondiale Piloti, oltre che tre terzi ed un secondo posto in quello Costruttori, dove a pesare, però, fu anche la scarsa vena di Felipe Massa. Quest’anno è cominciato con i botti, almeno in termini di mercato piloti, con il ritorno di Kimi Raikkonen al fianco di Alonso e al posto di Massa, ma anche con un pesante gap dal punto di vista della competitività per quel che concerne la nuova F14 T. Due quarti ed un nono posto per Alonso nelle prime tre gare del 2014, soltanto un settimo, un dodicesimo ed un decimo posto per Raikkonen. Ancora una volta, come successe nel 2009, la Ferrari dell’era Domenicali non è riuscita ad interpretare i nuovi accorgimenti regolamentari, dettati nella stagione in corso dall’introduzione dei nuovi motori V6. Le dimissioni di Domenicali derivano innanzitutto da questo, oltre che da un’astinenza di risultati ormai difficile da analizzare con la giusta lucidità (l’ultima Gp vinto risale allo scorso 12 maggio 2013 e l’ultima pole position, addirittura, al 21 luglio 2012) e da un ambiente interno sempre più deluso e, almeno visto da fuori, particolarmente in confusione. Il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha, ovviamente, ringraziato con un lettera ufficiale Stefano Domenicali per il lavoro svolto, ma a giochi fatti, e per una concomitanza strettamente temporale, le sue dichiarazioni dopo il Gp del Bahrain oggi si sposano con la più classica delle sentenze anticipate. A raccogliere l’eredità, e le difficoltà, di Domenicali sarà Marco Mattiacci, per 4 anni numero uno di Ferrari Asia Pacific e dal gennaio del 2010 a capo di Ferrari North America. Un manager, esperto di marketing e finanza, ma anche un motivatore, almeno stando ad alcune dichiarazioni attribuitegli in cui sostiene di voler “Estrarre il 120% da ogni membro del team”. Toccherà al tempo, e ai tempi sul giro della “sua” Ferrari, dirci se è stata o meno la scelta giusta. PROFESSIONE MOTORI ALLA SCOPERTA DELLA DUCATI “TIM e Ducati, binomio italiano”, questo il titolo della nuova scommessa editoriale di Professione Motori. Un viaggio che comincerà il prossimo 9 maggio e che ci permetterà di conoscere, e farvi conoscere, più nel dettaglio le realtà, anche quelle poco note al grande pubblico, dell’universo Ducati Corse, attraverso una rubrica settimanale che troverà spazio sia all’interno della nostra trasmissione Televisiva che della nostra rivista. 4 HIGHTECH Gente di Mare Ecco il carburante eco per navi ed aerei Da cosa lo ricavano? Dall’acqua salata di F. GRISOLI Una scoperta resa nota pochi giorni fa ha scosso il mondo della marina militare. La US Navy ha sviluppato un carburante radicalmente nuovo. A base di acqua di mare. Gli scienziati della Marina hanno trascorso diversi anni a sviluppare il processo per prendere l’acqua di mare e usarlo come combustibile e ora hanno usato il nuovo combustibile per alimentare un piccolo aereo radiocomandato. L’esperimento è riuscito. Questa soluzione potrebbe permettere alle navi di rimanere in acqua senza bisogno di fermarsi per anni. Gli Stati Uniti hanno una flotta di 15 petroliere militari, e solo alcune portaerei e sottomarini sono dotate di propulsione nucleare. Tutte le altre navi devono spesso abbandonare la loro missione per alcune ore per navigare in parallelo con la petroliera. Un’operazione delicata, soprattutto in caso di maltempo. L’obiettivo finale è quello di allontanarsi del tutto dalla dipendenza dal petrolio, il che significa anche che la Marina non sarebbe più ostaggio di potenziali carenze di petrolio o fluttuazioni del suo costo. Il costo previsto del carburante utilizzando queste tecnologie è nel range di $3$6 per gallone (0,57 € - 1,2 € al litro), e con finanziamenti e partnership sufficienti, questo approccio potrebbe essere commercialmente valido entro i prossimi sette-dieci anni. Dalla US Navy fanno sapere che sperano che il carburante non solo sarà in grado di dare energia alle navi, ma anche agli aerei. Il dottor Heather Willauer, un chimico di ricerca che ha trascorso quasi un decennio sul progetto, ha detto: “Per la prima volta siamo stati in grado di sviluppare una tecnologia per ottenere CO2 e idrogeno dall’acqua di mare contemporaneamente, questo è un grande passo avanti - ha detto, aggiungendo che il carburante - non ha un aspetto o odore molto diverso dal normale”. Ora che hanno dimostrato che può funzionare, il passo successivo è quello di produrre in quantità industriali. Ma prima di questo, in collaborazione con diverse università, gli esperti vogliono migliorare la quantità di CO2 e idrogeno possono catturare. Il vantaggio assolutamente cruciale è che il nuovo combustibile può essere utilizzato già direttamente nei motori attualmente montati su navi ed aerei. Svantaggi? Solo uno, a quanto pare: i ricercatori avvertono che sarà almeno un decennio prima che le navi americane sono in grado di produrre il proprio carburante a bordo . In redazione Germana Condò, Delfina Maria D’Ambrosio, Maurizio Elviretti, Valerio Zuddas [email protected] Amministrazione Via Carlo Emery, 47 - 00188 Roma Tel./Fax 06.5000975 [email protected] Reg. presso il Tribunale dell’Editoria Roma n° 38/2013 6 Direttore Responsabile Filippo Gherardi [email protected] Hanno collaborato Flavio Grisoli, LeonardoFrenquelli, [email protected] [email protected] Realizzazione grafica Elisabetta Di Paolo - [email protected] FIGURINE CALCIATORI PANINI: QUESTA È LA MIA STORIA, QUESTO È IL MIO ALBUM ! FIG UR INE LEGA PRO 8 6 5 8 2 1 I E II D IVIS IO N E IE R E S S E R IE D S E R IE A B PAG IN E CALC IO F E M M IN ILE SEGUICI SU: www.facebook.com/calciatoripanini iCalciatori @figurinepanini www.youtube.com/calciatoripanini PRIMAVERA Renault Captur: le prove di un successo A quasi un anno dal suo debutto sul mercato vi sveliamo i punti di forza del crossover firmato Renault di F. GHERARDI Renault Captur (Foto Archivio) 8 Lanciata in Italia meno di un anno fa (maggio 2013), la Renault Captur ha incassato feedback più che positivi in questi primi dodici mesi. Urban crossover compatto, dalle forme generose e dalla comodità interna tipica del segmento di riferimento, è stata protagonista degli stand Renault sparsi nei più importanti, e frequentati, Saloni automobilistici degli ultimi mesi. Noi di Professione Motori abbiamo avuto modo di provarla nelle ultime settimane tanto in contesto urbano quanto extraurbano, e l’aspetto che ci è subito balzato all’occhio è stata la spiccata manegevolezza di una vettura che ben si adatta a qualsiasi superficie e condizione, malgrado le sue misure recitino: 412 cm di lunghezza, 178 cm di larghezza e 157 cm di altezza, abbinate ad un peso di 1180 kg. La guida rialzata, lo sterzo fluido e l’ergonomicità dei comandi consegnano un piacere di guida sicuramente da voto alto in pagella. La possibilità di ottimizzare i consumi e di valutarne i dettagli, grazie alla funzione Driving Eco2 che traccia una vera e propria analisi del tragitto percorso, consentono di affermare, senza troppi problemi, che la Renault Captur è anche una macchina “intelligente” oltre che comoda ed accogliente. Dal display 7’’ a colori incastonato al centro della plancia è possibile accedere, in maniera semplice ed intuitiva, a tutte le principali funzioni della vettura, quali innanzitutto stereo e navigatore ma anche controllare, live, la qualità dell’aria esterna. Rimanendo in tema di tecnologia, la Renault Captur presenta un pacchetto completo che prevede, tra le altre, vivavoce Bluetooth, prese USB ed Easy Access System II di serie. Disponibile anche il radar parcheggio con 4 sensori completato, in base alle versioni, dalla Parking camera. Rimanendo all’interno della vettura, giusto sottolineare l’assoluta silenziosità dell’abitacolo, dove eventuali fruscii e rumori esterni rimangono lontanissimi ed impercettibili. L’inedito cassetto porta oggetti Easy Life, accessoriato di una luce al Led, ha una capacità di carico record pari ad 11 litri, mentre i sedili con fodere Zip Collection personalizzabili si contraddistinguono per comodità ed originalità delle loro colorazioni. Trattandosi di una crossover, impossibile non soffermarsi anche sulla capienza del portabagagli che presenta una tripla variabile in termini di misure: si parte dai 377 litri iniziali, per poi arrivare fino ai 455 litri che si ottengono facendo scorrere i sedili posteriori in avanti di 16mm, infine reclinando gli stessi si raggiunge una capienza massima di carico pari a 1235 litri. Capitolo motori: il modello che abbiamo provato proponeva un propulsore Tce 90 Benzina da 90 CV abbinato a cambio manuale a cinque marce e Start&Stop, ma sono disponibili anche un 1.2 Tce da 120 CV ed un diesel 1.5 dCi. Le prestazioni non sono il vero punto di forza di questa Renault Captur, ma ripresa e tenuta di strada ci sono sembrate comunque di buon livello. Chiudiamo con il design esterno, all’insegna innanzitutto della bicromia. Il colore dominante del modello provato dalla nostra redazione era l’Orange, come ben mostravano gli inserti presenti su sedili, cruscotto e rifiniture interne, ma anche gli stripping presenti tanto sul tetto quanto sul volante. Le colorazioni della carrozzeria presentano nove variazioni cromatiche, che diventano ventisette complessive se consideriamo anche le diverse tonalità del tetto. Tutte sono identificate con il nome di una città, e nel nostro caso, ad esempio, si trattava di una versione Las Vegas (carrozzeria in arancio arizona) abbinata ad un tetto Nero etoile. Possibilità di personalizzare anche il profilo di calandra, fendinebbia e bagagliaio, mentre gli allestimenti disponibili sono tre: Wave, Live ed Energy. I prezzi variano da 15.950 euro del modello Tce 90Cv Wave fino ai 21.500 del modello dCi 90CV Edc Energy R-Link. Porsche Macan Il pianale è lo stesso dell’Audi Q5 La versione turbo propone un V6 da 400 CV di G. CONDÒ Porsche Macan (Foto Archivio) Si chiama Macan ed è il SUV con cui Porsche apre le porte alla nuova frontiera delle sportive, adeguandosi alle richieste del mercato degli sport utility che non conosce crisi, ma che li vuole sempre più grintosi, tecnologici e innovativi. È così che nasce Macan, armonico mix di linee e caratteristiche tipiche del SUV, con un DNA tutto sportivo, come nella migliore tradizione Porsche. Fresca del debutto avvenuto in contemporanea ai saloni di Tokyo e di Los Angeles 2013, Macan è già in vendita nelle concessionarie. Basata sullo stesso pianale dell’Audi Q5, sfruttando le sinergie con il Gruppo Volkswagen, il SUV sportivo della Casa di Zuffenhausen ha dimensioni compatte, con misure di 4,68 metri di lunghezza, 1,92 metri di larghezza e 1,62 metri di altezza, più bassa quindi rispetto allo standard tipico degli altri SUV. La nuova Macan viene proposta in tre versioni, tutte equipaggiate con trazione integrale PTM (Porsche Traction Management), 10 con doppia frizione PDK a sette rapporti (non è prevista l’alternativa del cambio manuale) e servosterzo elettromeccanico. La versione S è spinta da un propulsore 3.0 litri V6 biturbo da 340 CV e 460 Nm di coppia massima, capace di raggiungere una velocità massima di 254 km/h, con uno scatto che le consente di arrivare da zero a cento in 5,4 secondi. La versione Macan S Diesel monta un propulsore 3.0 litri V6, alimentato a gasolio con una potenza di 258 CV e 580 Nm di coppia massima. La velocità massima dichiarata è di 230 km/h e in 6,3 secondi raggiunge i 100 km/h. La versione più sportiva e performante è la Macan Turbo che adotta la variante biturbo del 3.6 litri V6, che richiama la sorella maggiore Cayenne e la Porsche Panamera, un motore capace di erogare una potenza di 400 CV e 550 Nm di coppia, in grado di raggiungere una velocità massima di 266 km/h e di toccare i 100 km/h in solo 4,8 secondi partendo da ferma. La versione top di gamma offre di serie i fari bi-xeno e sistema PASM per l’assetto regolabile, con cerchi il lega da 19 pollici e l’impianto frenante con dischi anteriori da 360mm e posteriori da 356 mm, contro i 350 e 330 mm delle altre motorizzazioni. Le versioni S benzina e diesel sono equipaggiate di serie con pneumatici 235/60 anteriori e 255/55 posteriori e cerchi da 18 pollici. I sideblade sono in tinta con la carrozzeria, con la possibilità di richiedere in opzione la variante in fibra di carbonio, mentre le altre versioni sono in tinta Lava Black. Tutti gli allestimenti sono completi di volante sportivo multifunzione con paddle, impianto audio, modalità off-road e il portellone posteriore con apertura elettrica. Nel listino degli accessori sono elencati, tra gli altri, il Porsche Torque Vectoring Plus, le sospensioni ad aria autolivellanti con regolazione in altezza e PASM, i fari allo Xeno con luci diurne e fendinebbia a Led, l’impianto audio Burmester High-end Surround. Sara Safe Factor Lo scorso 15 aprile ad Ostia evento sulla sicurezza stradale organizzato da Sara Assicurazioni e ACI Sport di D.M.D’AMBROSIO “In strada e in pista vincono le regole”: è stato questo lo slogan dell’evento Sara Safe Factor, tenutosi il 15 aprile al Cineland di Ostia che ha avuto come ospite d’eccezion Gimmy Ghione, noto inviato di Striscia la Notizia ma anche pilota e addirittura Campione Italiano, nel 2012, della Green Hybrid Cup. La Sara Assicurazioni, da marzo, ha avviato il suo programma: recarsi in venticinque scuole di tutta Italia, con piloti professionisti e con l’ACI Sport, per comunicare e insegnare ai più giovani l’importanza della sicurezza stradale e di tutti quegli accorgimenti che, senza retorica alcuna, possono salvarti la vita. Un programma che si ripete ormai da ben dieci anni, un arco di tempo nel quale si è puntato tutto sulla formazione attraverso dei progetti studiati proprio per gli adolescenti, una teoria alla quale si affianca la pratica sul campo, o meglio in strada, al Centro Guida Sicura ACI-Sara di Vallelunga. Paolo Riccobono, ACI Roma, ci ha spiegato l’importanza di questi eventi: «É il decimo anno che l’Automobile Club organizza eventi di questo tipo e c’è una grandissima soddisfazione da parte di tutti noi, perché in questo arco di tempo abbiamo visto ragazzi che hanno seguito i primi corsi e i Andrea Verna, Direzione Marketing Sara Assicurazioni (Foto Archivio) primi incontri sulla sicurezza stradale crescere fino a diventare addirittura insegnanti di autoscuole, per cui vuol dire che le attività che abbiamo fatto hanno portato una crescita non solo delle conoscenze ma addirittura professionale. Alla base della nostra formazione c’è un approccio di condivisione: l’Automobile Club non si pone mai come il detentore delle norme che deve spiegare e basta, ma si approccia come qualcuno che ha maggiore esperienza riguardo Montermini e Giordano con Jimmy Ghione (Foto Archivio) 12 alla mobilità e fa tutte attività per far capire l’importanza della condivisione delle regole. La regola – ha concluso Paolo Riccobono - si applica non perché c’è una sanzione ma perché è il modo giusto per approcciarsi a un problema, in questo caso la strada è sicuramente un ambiente pericoloso quindi la condivisione delle regole è il modo giusto per approcciarsi a lei. Il nostro motto rappresenta una delle cose principali che noi stessi formatori, iniziando a parlare in questi eventi, abbiamo ritenuto importante a trasmettere, ognuno pensa che sulle strade ordinarie ci siano delle regole mentre in pista chi corre di più vince senza regole, mentre è vero il contrario anche in pista ci sono delle regole, quelle dello sport automobilistico, che devono essere applicate per poter vincere. L’Automobile Club, inoltre, è entrato ormai da qualche anno sempre con maggior forza nel mondo della formazione e della didattica legate all’autoscuola e alla patente, creando una rete di autoscuole Ready To Go dove, oltre al classico corso patente, si trasmettono molte più informazioni e si fanno molte più attività che Rosario Giordano, conduttore dell’evento (Foto Archivio) hanno un valore didattico molto forte. Si spiegano, infatti, delle cose che in un’autoscuola tradizionale non vengono fatte, ad esempio, come si può montare un paio di catene, ma si fanno dei corsi di guida sicura a Valle Lunga, perché saper guidare vuol dire sapere affrontare gli imprevisti, e, ancora, si fanno fare delle ore di guida in notturna, perché comunque uscire da un’autoscuola vuol dir sapere guidare non solamente intorno all’autoscuola stessa ma sulla strada» . Un aspetto che ha sottolineato anche Andrea Verna, direzione Marketing Sara Assicurazioni: «Questa è un’iniziativa che noi di Sara Assicurazioni portiamo avanti da più di dieci anni. Abbiamo incontrato più di 50000 studenti, crediamo in questo modo di approcciare la vita in maniera sicura, coinvolgendo insieme giovani e piloti. Il rispetto delle regole è fondamentale, lo spiegano i piloti parlando delle regole che gli hanno salvato la vita e cerchiamo di fare un parallelismo con la strada, convincendo i giovani che anche lì ogni regola rispettata è una vita salvata. Inoltre, promuoviamo dei corsi di guida sicura a Vallelunga, insegnando a guidare in maniera diversa e a gestire le situazioni di emergenza. Chi fa il corso ha anche degli sconti sulle polizze Sara e questo comporta anche un notevole risparmio». A parlarci della sua esperienza come pilota è stato invece Andrea Montermini, driver Ferrari: «Anche per noi piloti è importante osservare le regole, per chi va in pista ce ne sono ancora di più che in strada, nonostante la gente tenda a pensare spesso il contrario. A 300km/h è fondamentale avere una regola e sapere quello che fa l’avversario, il compagno di squadra e tutta la squadra. Quello che facciamo con Sara Safe Factor è importantissimo, ci dà questa grande forza di incontrare i ragazzi e portare attraverso loro la nostra esperienza dalla pista alle strade di tutti i giorni. Per me è diventato quasi una missione, dal 2007 teniamo queste conferenze e ogni anno c’è maggior interesse e coinvolgimento, siamo arrivati addirittura ad incontrare settemila persone. Oggi, rispetto a prima, c’è una consapevolezza maggiore grazie a quello che stiamo facendo, già nelle scuole medie si parla di sicurezza. È bellissimo perché quando si guida magari capita di avere un ragazzo di dieci o undici anni vicino che ti dice di allacciare le cinture o di non esagerare con la velocità: sono sensazioni stupende». L’evento di Ostia è riuscito a trasmettere dei valori suscitando risate e divertimento, un binomio possibile, come ci ha spiegato Rosario Giordano, Ufficio Stampa Aci Motorsport e conduttore della conferenza: «Noi cerchiamo prima di tutto di rendere gli incontri interessanti per i giovani, porgendo gli argomenti non in maniera noiosa ma dinamica. Vogliamo raggiungere l’imbattibilità che loro hanno alla loro età ma attraverso il rispetto delle regole,non attraverso la sconfitta e non andando a vedere brutte e tristi immagini. Il progetto si chiama Sara Safe Factor proprio perché l’ha voluto la Sara Assicurazioni, in quanto compagnia assicuratrice ufficiale del Automobile Club Italia. È un progetto che portiamo avanti insieme da dieci anni e che cerca di trasferire questo tipo di messaggio. Anche le testimonianze dei nostri piloti e istruttori professionisti sono molto importanti perché fanno dei parallelismi su alcuni elementi che sono alla base della sicurezza sia per la guida quotidiana che estrema. La platea la sceglie la Sara con molta efficacia, puntando sui giovani che stanno per avvicinarsi alla guida adesso, che devono cambiare la generazione degli utenti della strada con un nuovo rispetto delle regole e approccio alla guida». Andrea Montermini ai nostri microfoni (Foto Archivio) 13 Motorsport, ExpoTech Modena (Foto Archivio) TUTTI I MARTEDI E VENERDI Peugeot 308 Station Wagon: la prova Abbiamo provato sulle strade di Le Touquet di F. GHERARDI la nuova scommessa del Leone francese Peugeot 308 Station Wagon (Foto Archivio) Prendere i tratti salienti di una berlina di successo e da questi ricavarne una station wagon diversa, dalla prima, per forme e capienza ma allo stesso tempo simile, molto simile, per essenza e piacere di guida. L’ultima scommessa di Peugeot si chiama 308 Station Wagon, semplicemente la versione station della 308 premiata all’ultimo Salone di Ginevra con il titolo di “Auto dell’anno 2014”. Noi di Professione Motori abbiamo avuto occasione di testarla la scorsa settimana lungo le strade di Le Touquet, e più in generale dell’intera regione Nord Passo di Calais. La piattaforma rimane la stessa, e vale a dire la EMP2 già proposta, con ottimi risultati, nelle ultime vetture del Leone francese, quel che cambia rispetto alla 308 berlina sono ovviamente comodità e generosità delle forme. Tuttavia, l’animo di questa 308 Station Wagon si presenta piuttosto sportivo, come dimostrano alcune caratteristiche estetiche della carrozzeria con un design fluido e dinamico. Rispetto sempre al modello berlina il passo è aumentato di 11 cm e lo sbalzo posteriore di 22 cm, mentre le misure generali sono: 4585 mm di lunghezza, 1804 mm di larghezza e 1471 mm di altezza. Da segnalare anche l’importante riduzione della massa, pari a 140 kg, che ne fanno la vettura più leggera del segmento. Un’altra caratteristica dominante, analizzando la macchina dall’esterno, è l’ampio tetto in cristallo che raggiunge una superficie complessiva di 1,69 metri quadrati e che consegna molta luminosità all’interno. Spostandoci proprio nell’abitacolo, quest’ultimo si contraddistingue per modernità e cura dettagliata dei minimi particolari, ma anche per l’ennesima dimostrazione tangibile della filosofia i-Cockpit, con una plancia pulita, comandi semplici ed intuitivi e volante dalle dimensioni ridotte. Non manca neanche in questa 308 Station Wagon la solita buona dose di tecnologia, con gli equipaggiamenti Driver Assistance Pack tra i quali si segnala, oltre all’ormai consolidato Park Assist, anche il Driver Sport Pack, disponibile sulle versioni 1.2 e-THP 130CV e 2.0 Blue Hdi 150CV ed in grado di migliorare sensibilmente la sensazione di guida. Al servizio del guidatore ci sono anche servosterzo elettrico, tanto quanto il freno di stazionamento, controllo di trazione intelligente ed Hill Assist per le partenze in salita. Sul fronte motore, l’arrivo della 308 SW coincide con il debutto di due nuove famiglie di propulsori: i 1.2 3 cilindri Pure Tech e i BlueHDi, tutti Euro 6 e tutti con numeri importanti in termini di consumi. Una station wagon, insomma, che si guida come e con lo stesso piacere di una berlina, tuttavia, come detto, capienza e capacità di carico sono due aspetti assolutamente da prendere in considerazione, e a tal riguardo impossibile non sottolineare un portabagagli da oltre 600 litri di carico ampliabile fino a 1775 litri abbassando i sedili posteriori. Il lancio sul mercato è previsto per il 9 giugno, gli allestimenti sono quattro (Access, Active, Business ed Allure) e i prezzi variano dai 19.300 euro della versione Access 1.2 e-THP 110CV ai 28.550 euro della versione Allure 2.0 16v BlueHDi da 150 CV. 15 Pit-Stop: la rivoluzione comincia in Italia La nuova rete vendita introdotta dalla Champion Oil combina competenza, prodotti di qualità e supporto commerciale Una conoscenza tecnica al passo con le ultime novità introdotte da un mercato in continua evoluzione, un supporto commerciale garantito da un marchio di livello internazionale e, naturalmente, una gamma prodotti di primissima qualità. Tutto ciò, da oggi, si può riassumere in due semplici 16 parole: Pit-Stop. Questo il nome del progetto promosso della Champion Oil, in collaborazione con la C.D.R Srl di Torino e la Lubriservice Srl di Romam che partendo dall’Italia si pone l’obiettivo di rivoluzionare l’intero mercato dei lubrificanti. Sarà infatti proprio il nostro paese, tra tutti a cura di di F.GHERARDI e M.ELVIRETTI quelli in cui il marchio Champion è presente, a sperimentare per primo questo sistema innovativo che consiste nella creazione di una rete di negozi ed officine che, supportati da un partner specializzato come è per l’appunto Champion, riusciranno ad offrire ai propri clienti un’assistenza costantemente aggiornata rispetto alle ultime tecnologie oltre a prodotti dell’indiscussa qualità. D’altronde, è proprio della filosofia di Champion credere fortemente e promuovere una rete di partner in grado di supportarsi reciprocamente. I vantaggi di PitStop, infatti, non riguarderanno esclusivamente il cliente finale ma anche, e soprattutto, negozi ed officine. Quest’ultimi entrando a far parte del progetto PitStop portanno disporre di un kit immagine utile per aumentare la visibilità della propria attività, ma anche partecipare a corsi di formazione tecnica per rimanere sempre aggiornati con le ultime tecnologie e corsi di formazione professionale riguardo l’utilizzo dei diversi strumenti Champion Pit-Stop, ed inoltre avvalersi di un supporto Marketing e Comunicazione di primissimo livello. Una proposta stimolante e che sta già portando numeri significativi, considerando che in appena 4 mesi si contano già la bellezza di 85 membri. Entrare a far parte del progetto Pit-Stop vuol dire entrare a far parte di una rete che combina alla perfezione conoscenza e competenza ad un produttivo supporto commerciale, così da poter fornire al cliente finale il lubrificante giusto per ogni specifica applicazione e, al tempo stesso, far crescere il proprio business nel tempo Mimmo Gaglio ai microfoni di Professione Motori lo scorso 4 Aprile (Foto Archivio) e nella maniera corretta. Intervenuto all’interno della nostra trasmissione Professione Motori, Mimmo Gaio (Resp. Champion Oil Italia) ci ha illustrato quelle che sono le caratteristiche principali del progetto Pit-Stop: “Il progetto Pit Stop nasce dalle ceneri di una filosofia nostra, che abbiamo sempre portato avanti in questi anni. Sono ormai più di 10 anni che il prodotto Champion è distribuito in Italia, si è iniziato da un punto di vista dello sviluppo a livello locale per poi avvicinarci piano piano alle altre regioni. E’ sempre stato fatto un lavoro abbastanza ordinato, senza la ricerca esasperata dei numeri, e quindi aver cercato sempre dei referenti con un proprio spazio di manovra, l’abbiamo sempre portato avanti e rispettato. Per questo si è pensato di andare oltre con un progetto di rete vero e proprio con delle competenze nei numeri e nelle strategie di mercato, per poter sviluppare il marchio sempre in maniera migliore. Si parte dal rivenditore, che ha una zona di competenza, dove può Champion Barrel Concept e Champion Oil Cabin (Foto Archivio) 17 organizzare la propria rete di officine e che quindi attraverso un supporto tecnico cerca di lanciare idee o formule commerciali che vanno incontro alle esigenze del momento, per poter soddisfare meglio la gamma con il minimo 18 sforzo e per poter avere una certa immagine nella propria officina. Noi stiamo allestendo i vari negozi rivenditori ed immediatamente dopo le officine che aderiscono a questo progetto, sempre secondo una linea guida dettata dall’azienda con un layout di primo livello. La preparazione di base e quindi l’informazione è necessaria, anche dal ricambista all’utente finale nei tempi che ci sono naturalmente della quotidianità però questo è un punto di partenza”. BANDIERAASCACCHI MADE IN CHINA Hamilton domina a Shanghai, Rosberg secondo Primo podio stagionale per la Ferrari di Alonso di V.ZUDDAS Lewis Hamilton festeggia sul podio (Foto Archivio) Terzo successo consecutivo per Lewis Hamilton, che trionfa anche nel Gran Premio di Cina. Il pilota britannico e il team Mercedes hanno mostrato ancora una volta una superiorità piuttosto netta nei confronti delle altre scuderie per tutta la durata della gara. Per la casa di Stoccarda si tratta della terza doppietta stagionale, con entrambi i piloti primi e secondi nella classifica mondiale, distaccati di appena 4 punti, oltre alla leadership nel ranking costruttori, con un distacco pari quasi al triplo dei punti sulla seconda. Questa stagione 2014 della Formula 1 sembra decisamente essere cominciata nel segno della stella a tre punte. Dopo quattro gare la Mercedes è sembrata incontenibile, rimanendo in testa per tutti i giri percorsi: un inizio di campionato così non si vedeva dai tempi del dominio della mitica Ferrari del 2004. Lewis Hamilton ha chiuso davanti a tutti, così come in Malesia 20 e in Bahrain, con Nico Rosberg che però non ha avuto una giornata semplicissima: dopo essersi toccato al via con Valteri Bottas (la sua W05 ne è uscita indenne), e nonostante abbia corso senza telemetria (dovendo quindi dare costantemente via radio informazioni agli ingegneri) nel finale è riuscito ad avere la meglio contro i vari Felipe Massa, Sebastian Vettel, Daniel Ricciardo e Fernando Alonso. A Shanghai è arrivato anche il primo podio stagionale per la Ferrari, con Fernando Alonso che ha conquistato la terza posizione finale, grazie soprattutto ad una partenza eccellente che è risultata decisiva e gli ha permesso di gestire al meglio il finale di gara. Il pilota spagnolo ha costruito il suo Gran Premio proprio sul buon avvio, e si è arreso a Nico Rosberg soltanto a pochi giri dal termine, cedendogli il secondo gradino del podio ma riuscendo invece a difendersi dal ritorno di Daniel Ricciardo. La Ferrari è stata quindi la vera antagonista della Mercedes, rubando la scena alla Red Bull, finita alle spalle della Rossa e che, dopo le qualifiche, sembrava potesse essere la favorita numero uno ad insidiare la casa tedesca. Il team austriaco ha però abbastanza deluso sul circuito asiatico, con Daniel Ricciardo che si è piazzato ad un secondo dal podio di Alonso, con lo spagnolo che lo ha controllato molto bene il suo assalto nel finale. L’australiano, però, sembra aver decisamente convinto tutti all’interno della squadra, lasciandosi anche questa volta alle spalle il suo ben più titolato compagno di squadra, Sebastian Vettel, che sta decisamente iniziando a soffrire il fatto di non essere più considerato la prima guida. Lo testimonia il fatto che quando dal muretto box è arrivato per lui l’ordine di lasciar passare Ricciardo, che era BANDIERAASCACCHI Lewis Hamilton festeggiato dai meccanici sul rettilineo d’arrivo (Foto Archivio) decisamente più veloce, il tedesco ha invece dato battaglia per ancora un paio di giri prima di eseguire le indicazioni dai box, facendo arrabbiare non poco Christian Horner. Molto bene, invece, Force India e Williams: Nico Hulkenberg ha conquistato un ottimo sesto posto per il team di Mallya, finendo davanti a Valtteri Bottas della Williams. La squadra di Grove ha pagato un po’ lo scotto dei pit stop lenti: Felipe Massa è precipitato nelle retrovie a causa dei meccanici che hanno sbagliato a prendere le gomme posteriori ed entrambe le FW36 hanno avuto anche problemi di serraggio dopo essere state coinvolte in contatti al via. Assai deludente il Gran Premio di Kimi Raikkonen, che non va oltre l’ottava piazza. Il pilota finlandese ha preceduto Sergio Pérez, che porta a casa altri due punti per la Force India. Daniil Kvyat finisce per la terza volta in quattro gare nella top ten con la sua Toro Rosso, confermando il ruolo di leader nel team di Faenza, che ha dichiarato di puntare tantissimo su questo giovane russo. Molto Male le McLaren: la squadra di Woking sta peggiorando sempre di più. Ancora una delusione per la Lotus, che continua ad essere la scuderia più sfortunata: Romain Grosjean sembrava essere agevolmente a punti davanti a Raikkonen finché il cambio della E22 non ha ceduto. Pastor Maldonado ha terminato la corsa 14esimo: davvero troppo poco per un team che si era candidato per essere fra i protagonisti di questo mondiale. Le classifiche piloti e costruttori per il momento parlano tedesco: Nico Rosberg primo nella graduatoria piloti con 79 punti, seguito dal compagno Hamilton a quota 75 e da Fernando Alonso, che occupa la terza piazza con i suoi 41 punti. Quarta posizione per Nico Hulkenberg della Force India con 36 punti, seguito a tre lunghezze da un sinora deludente Sebastian Vettel, con 33. Sesta posizione per Daniel Ricciardo, che ha 24 punti ma potevano essere di più dopo la squalifica in Australia. Sembrano già chiusi i giochi della classifica costruttori, con la Mercedes che ha ben 97 punti di vantaggio sulla Red Bull, 100 sulla Force India e addirittura 102 sulla Ferrari. Fernando Alonso (Foto Archivio) 21 BANDIERAASCACCHI PIANETI DIVERSI Marquez e la Honda fanno il vuoto ad Austin Delusione Yamaha, impresa di Fenati in Moto 3 di L.FRENQUELLI Marquez trionfa al Gp di Austin (Foto Archivio) Dopo le gare inaugurali della stagione 2014, il motomondiale ha toccato anche la seconda tappa del suo percorso: Austin, Texas. Pista veloce e molto “guidata” quella del GP delle Americhe e spesso queste caratteristiche assicurano spettacolo e tanto divertimento. Tutte le aspettative sono state immediatamente rispettate dalla gara delle piccole, la Moto3. Dai diciotto giri previsti per questa categoria, è uscita una gara emozionante che ha visto trionfare Jack Miller davanti a tutti. Aveva vinto in Qatar, ottenendo il primo successo nel motomondiale ed anche ad Austin si è imposto sugli avversari, forte anche di una KTM del team Red Bull Ajo che, partendo dalla pole, gli ha permesso di tenere un ritmo altissimo per tutta la gara. Per le prime tornate dallo spegnersi dei semafori, ad inseguire l’australiano classe ’95 erano Rins, Alex Marquez e Vazquez, 22 partenti dalle prime due file della griglia. In terza fila però era pronto a fare una delle gare più entusiasmanti della sua carriera l’italiano Romano Fenati. Dopo delle qualifiche tutt’altro che convincenti, la KTM numero cinque dello SKY Racing Team VR46 ha dato vita ad una grandissima rimonta e, di giro in giro, è riuscita a recuperare fino a combattere con gli spagnoli per un posto sul podio. Dopo una rimonta da antologia, colma di staccate al limite e sorpassi “estremi”, Fenati ha chiuso al secondo posto la sua gara americana, ottenendo anche il suo primo podio ad Austin in Moto3. L’ultimo dei premiati è Vazquez che ha lottato tra i primi sin dall’inizio ed ha anche saputo approfittare della caduta di Marquez, a pochi metri dall’arrivo. Viste le due vittorie, Miller guida la classifica a punteggio pieno, mentre Fenati raggiunge Rins a quota 32 punti, con lo spagnolo che ha chiuso in quarta piazza in questa gara texana. La Moto2 ha visto invece disputarsi una gara quantomeno rocambolesca, piena di colpi di scena. Già prima del via, la direzione di corsa aveva dovuto rinviare la partenza per un po’ di pioggia caduta sul tracciato. Il più reattivo di tutti, quando finalmente si parte, è Esteve Rabat ma c’è un altro colpo di scena: pochi metri dopo la prima curva si verifica una bagarre che fa cadere ben cinque piloti: Herrin, Lowes, Salom, Terol ed il nostro Mattia Pasini. Mentre la corsa comincia a seguire delle dinamiche normali, un’altra caduta va a cambiare la lista di chi combatte per la vittoria e stavolta è provocata da un errore di Zarco che stende Simon in una staccata sbagliata. Nel corso della gara tra un susseguirsi di errori e duelli, “lunghi” e frenate vincenti, riesce pian piano ad emergere la Kalex di Maverick Vinales, che da metà gara BANDIERAASCACCHI Valentino Rossi, soltanto ottavo ad Austin (Foto Archivio) in poi ha alzato il ritmo e ritrovato la lotta con i primi. Dopo aver sorpassato Aegerter, il pilota in forza al Team Pons ha preso la leadership della gara ed aumentando gradualmente il distacco dagli avversari ha chiuso prima di tutti sotto la bandiera a scacchi. Un grande risultato, la prima vittoria che gli permette di accorciare le distanze in graduatoria su Rabat, secondo ad Austin e primo a Losail, portandosi a 38 punti. Il terzo posto è di Dominique Aegerter: per lo svizzero tanta costanza e concentrazione, non facile in una gara così “spezzettata” da cadute e colpi di scena. Dici Austin, dici Honda, almeno in MotoGP. Anche quest’anno è arrivata la conferma dello strapotere della “casa alata” sul circuito texano dalle prove, fino all’ultima tornata della gara. Unico ed incontrastato leader del gruppo è stato il solito Marc Marquez: tutte le graduatorie dal venerdì alla domenica hanno visto l’iridato in testa e così è stato anche dopo la gara, tempo utile per stabilire il nuovo record della pista e quello sul giro. È l’ottava vittoria nella classe Regina per lo spagnolo, che non solo ha dimostrato di avere un altro passo, ma anche che la combinazione del suo talento con una Honda Repsol iper-prestante gli dava la possibilità di arrivare in staccata con dieci chilometri orari in più rispetto agli altri piloti. Primo dei terrestri, l’eterno secondo Daniel Pedrosa, anche lui autore di una corsa eccezionale ma i quattro secondi di distacco dal campione del mondo fanno capire perché si parli di due pianeti diversi. Dopo Pedrosa arriva una grossa sorpresa data dalla prestazione di Andrea Dovizioso: il numero quattro riesce a riportare una Ducati sul podio della MotoGP e non accadeva dal 2012, quando Rossi chiuse secondo a Misano. Non solo ottime nuove però per il team di Borgo Panigale, infatti Cal Crutchlow ha rimediato una contusione al polso che gli costerà la partecipazione al prossimo gran premio d’Argentina. La gara di Austin è stata bella anche perché in molti hanno provato ad ottenere qualcosa in più delle aspettative, come Andrea Iannone, Ducati Pramac, protagonista fino a ben oltre la metà gara ed Alvaro Bautista, pilota Honda che però non ha saputo reggere i ritmi dei primi. Dalla nota positiva in Ducati alla crisi in casa Yamaha, sotto vari aspetti: i problemi che coinvolgono Yamaha e Bridgestone, hanno impedito a Valentino Rossi di andare oltre l’ottava piazza, ottenuta con fatica (al traguardo, tra Marquez e Rossi sono passati quasi 46 secondi). Sulla sponda Jorge Lorenzo, si parla invece di crisi nervosa. Il maiorchino si è reso protagonista di una falsa partenza ai limiti del comico, sicuramente lontano dagli standard del “Cyborg”, che gli è costato il ride-through e quindi una corsa lontana dalle posizioni che contano. I sei punti totalizzati nella classifica generale, cominciano ad essere veramente pochi, soprattutto pensando ad un Marquez sempre più infallibile e lontano, a quota 50. Ora sarà l’ Argentina ad ospitare i centauri del motomondiale nel nuovissimo, e tutto da scoprire, circuito Termas de Rio Hondo. Romano Fenati, secondo in Moto 3 (Foto Archivio) 23