tutti i martedi e venerdi su 809 sky e 249 ddt

Transcript

tutti i martedi e venerdi su 809 sky e 249 ddt
ANNO 2 - n° 8 - 24 APRILE 2014 - € 1,OO
10
SARA SAFE FACTOR
pag 12-13
CHAMPION OIL:
ECCO IL PROGETTO PIT STOP
pag 16-17-18
RENAULT CAPTUR
8
PEUGEOT 308 SW
Porsche
MACAN
15
TUTTI I MARTEDI E VENERDI SU 809 SKY E 249 DDT
406x283NGAYGOuscita24.indd 1
23/04/14 12.43
EDITORIALE
Tanto tuonò, che alla fine piovve.
di FILIPPO GHERARDI
[email protected]
Tanto tuonò, che alla fine piovve. Stefano Domenicali si
dimette dal ruolo di Responsabile della Gestione Sportiva
Ferrari, dopo pochi successi, tante critiche e troppe, davvero
troppe, perplessità. E pensare che dopo cinque anni trascorsi
da Direttore Sportivo, all’ombra di Jean Todt e di una striscia
si successi con pochi eguali nella storia di questo sport,
l’esordio nel 2008 nel nuovo incarico aveva portato lo stesso
Domenicali, Felipe Massa e di conseguenza la Ferrari, ad
un solo giro dal titolo iridato piloti, mentre in quello costruttori
la scuderia di Maranello conquistava il suo sedicesimo (e
ad oggi anche ultimo) primo posto mondiale. Le delusioni,
anche se in pochi potevano prevederlo, cominciarono
esattamente un anno dopo. Stagione 2009: Ferrari soltanto
quarta nel mondiale Costruttori e Raikkonen e Massa
rispettivamente sesto e undicesimo in quello Piloti. Era l’anno
“transitorio” di Jenson Button e la Brawn Gp, una stagione
caratterizzata dalle contraddittorie novità di natura tecnica
Stefano Domenicali (Foto Archivio)
ed in molti sottovalutarono, probabilmente, le cause di un
rendimento così sottotono. Inoltre, come se non bastasse,
ecco l’anno successivo arrivare Fernando Alonso, qualcosa
di particolarmente vicino al pilota più forte in circolazione. Con
l’asturiano, e con Domenicali al muretto, la Ferrari ottenne dal
2010 al 2013 tre secondi ed un terzo posto nel mondiale Piloti,
oltre che tre terzi ed un secondo posto in quello Costruttori,
dove a pesare, però, fu anche la scarsa vena di Felipe Massa.
Quest’anno è cominciato con i botti, almeno in termini di
mercato piloti, con il ritorno di Kimi Raikkonen al fianco di
Alonso e al posto di Massa, ma anche con un pesante gap
dal punto di vista della competitività per quel che concerne
la nuova F14 T. Due quarti ed un nono posto per Alonso nelle
prime tre gare del 2014, soltanto un settimo, un dodicesimo
ed un decimo posto per Raikkonen. Ancora una volta, come
successe nel 2009, la Ferrari dell’era Domenicali non è riuscita
ad interpretare i nuovi accorgimenti regolamentari, dettati nella
stagione in corso dall’introduzione dei nuovi motori V6. Le
dimissioni di Domenicali derivano innanzitutto da questo, oltre
che da un’astinenza di risultati ormai difficile da analizzare con
la giusta lucidità (l’ultima Gp vinto risale allo scorso 12 maggio
2013 e l’ultima pole position, addirittura, al 21 luglio 2012) e
da un ambiente interno sempre più deluso e, almeno visto
da fuori, particolarmente in confusione. Il presidente Luca
Cordero di Montezemolo ha, ovviamente, ringraziato con un
lettera ufficiale Stefano Domenicali per il lavoro svolto, ma a
giochi fatti, e per una concomitanza strettamente temporale,
le sue dichiarazioni dopo il Gp del Bahrain oggi si sposano
con la più classica delle sentenze anticipate. A raccogliere
l’eredità, e le difficoltà, di Domenicali sarà Marco Mattiacci, per
4 anni numero uno di Ferrari Asia Pacific e dal gennaio del
2010 a capo di Ferrari North America. Un manager, esperto
di marketing e finanza, ma anche un motivatore, almeno
stando ad alcune dichiarazioni attribuitegli in cui sostiene di
voler “Estrarre il 120% da ogni membro del team”. Toccherà al
tempo, e ai tempi sul giro della “sua” Ferrari, dirci se è stata o
meno la scelta giusta.
PROFESSIONE MOTORI
ALLA SCOPERTA DELLA DUCATI
“TIM e Ducati, binomio italiano”, questo il titolo della nuova scommessa editoriale di
Professione Motori. Un viaggio che comincerà il prossimo 9 maggio e che ci permetterà
di conoscere, e farvi conoscere, più nel dettaglio le realtà, anche quelle poco note al
grande pubblico, dell’universo Ducati Corse, attraverso una rubrica settimanale che
troverà spazio sia all’interno della nostra trasmissione Televisiva che della nostra rivista.
4
HIGHTECH
Gente di Mare
Ecco il carburante eco per navi ed aerei
Da cosa lo ricavano? Dall’acqua salata
di F. GRISOLI
Una scoperta resa nota pochi giorni
fa ha scosso il mondo della marina
militare. La US Navy ha sviluppato
un carburante radicalmente nuovo. A
base di acqua di mare. Gli scienziati
della Marina hanno trascorso diversi
anni a sviluppare il processo per
prendere l’acqua di mare e usarlo come
combustibile e ora hanno usato il nuovo
combustibile per alimentare un piccolo
aereo radiocomandato. L’esperimento
è riuscito. Questa soluzione potrebbe
permettere alle navi di rimanere in
acqua senza bisogno di fermarsi per
anni. Gli Stati Uniti hanno una flotta
di 15 petroliere militari, e solo alcune
portaerei e sottomarini sono dotate
di propulsione nucleare. Tutte le altre
navi devono spesso abbandonare
la loro missione per alcune ore per
navigare in parallelo con la petroliera.
Un’operazione delicata, soprattutto in
caso di maltempo. L’obiettivo finale
è quello di allontanarsi del tutto dalla
dipendenza dal petrolio, il che significa
anche che la Marina non sarebbe più
ostaggio di potenziali carenze di petrolio
o fluttuazioni del suo costo. Il costo
previsto del carburante utilizzando
queste tecnologie è nel range di $3$6 per gallone (0,57 € - 1,2 € al litro),
e con finanziamenti e partnership
sufficienti, questo approccio potrebbe
essere commercialmente valido entro
i prossimi sette-dieci anni. Dalla US
Navy fanno sapere che sperano che
il carburante non solo sarà in grado di
dare energia alle navi, ma anche agli
aerei. Il dottor Heather Willauer, un
chimico di ricerca che ha trascorso
quasi un decennio sul progetto, ha
detto: “Per la prima volta siamo stati in
grado di sviluppare una tecnologia per
ottenere CO2 e idrogeno dall’acqua di
mare contemporaneamente, questo
è un grande passo avanti - ha detto,
aggiungendo che il carburante - non ha
un aspetto o odore molto diverso dal
normale”. Ora che hanno dimostrato che
può funzionare, il passo successivo è
quello di produrre in quantità industriali.
Ma prima di questo, in collaborazione
con diverse università, gli esperti
vogliono migliorare la quantità di CO2 e
idrogeno possono catturare. Il vantaggio
assolutamente cruciale è che il nuovo
combustibile può essere utilizzato già
direttamente nei motori attualmente
montati su navi ed aerei. Svantaggi?
Solo uno, a quanto pare: i ricercatori
avvertono che sarà almeno un decennio
prima che le navi americane sono in
grado di produrre il proprio carburante
a bordo .
In redazione
Germana Condò,
Delfina Maria D’Ambrosio,
Maurizio Elviretti, Valerio Zuddas
[email protected]
Amministrazione
Via Carlo Emery, 47 - 00188 Roma
Tel./Fax 06.5000975
[email protected]
Reg. presso il Tribunale dell’Editoria Roma n° 38/2013
6
Direttore Responsabile
Filippo Gherardi
[email protected]
Hanno collaborato
Flavio Grisoli, LeonardoFrenquelli,
[email protected]
[email protected]
Realizzazione grafica
Elisabetta Di Paolo - [email protected]
FIGURINE CALCIATORI PANINI:
QUESTA È LA MIA STORIA,
QUESTO È IL MIO ALBUM !
FIG UR INE
LEGA PRO
8
6
5
8
2
1
I E II D IVIS IO N E
IE
R
E
S
S E R IE
D
S E R IE
A B
PAG IN E
CALC IO
F E M M IN ILE
SEGUICI SU:
www.facebook.com/calciatoripanini
iCalciatori
@figurinepanini
www.youtube.com/calciatoripanini
PRIMAVERA
Renault Captur:
le prove di un successo
A quasi un anno dal suo debutto sul mercato
vi sveliamo i punti di forza
del crossover firmato Renault
di F. GHERARDI
Renault Captur (Foto Archivio)
8
Lanciata in Italia meno di un anno fa
(maggio 2013), la Renault Captur ha
incassato feedback più che positivi
in questi primi dodici mesi. Urban
crossover compatto, dalle forme
generose e dalla comodità interna
tipica del segmento di riferimento, è
stata protagonista degli stand Renault
sparsi nei più importanti, e frequentati,
Saloni automobilistici degli ultimi mesi.
Noi di Professione Motori abbiamo
avuto modo di provarla nelle ultime
settimane tanto in contesto urbano
quanto extraurbano, e l’aspetto che
ci è subito balzato all’occhio è stata
la spiccata manegevolezza di una
vettura che ben si adatta a qualsiasi
superficie e condizione, malgrado
le sue misure recitino: 412 cm di
lunghezza, 178 cm di larghezza e 157
cm di altezza, abbinate ad un peso di
1180 kg. La guida rialzata, lo sterzo
fluido e l’ergonomicità dei comandi
consegnano un piacere di guida
sicuramente da voto alto in pagella. La
possibilità di ottimizzare i consumi e di
valutarne i dettagli, grazie alla funzione
Driving Eco2 che traccia una vera e
propria analisi del tragitto percorso,
consentono di affermare, senza troppi
problemi, che la Renault Captur è
anche una macchina “intelligente”
oltre che comoda ed accogliente. Dal
display 7’’ a colori incastonato al centro
della plancia è possibile accedere, in
maniera semplice ed intuitiva, a tutte
le principali funzioni della vettura,
quali innanzitutto stereo e navigatore
ma anche controllare, live, la qualità
dell’aria esterna. Rimanendo in tema
di tecnologia, la Renault Captur
presenta un pacchetto completo
che prevede, tra le altre, vivavoce
Bluetooth, prese USB ed Easy Access
System II di serie. Disponibile anche
il radar parcheggio con 4 sensori
completato, in base alle versioni,
dalla Parking camera. Rimanendo
all’interno della vettura, giusto
sottolineare l’assoluta silenziosità
dell’abitacolo, dove eventuali fruscii e
rumori esterni rimangono lontanissimi
ed impercettibili. L’inedito cassetto
porta oggetti Easy Life, accessoriato
di una luce al Led, ha una capacità di
carico record pari ad 11 litri, mentre
i sedili con fodere Zip Collection
personalizzabili si contraddistinguono
per comodità ed originalità delle
loro colorazioni. Trattandosi di una
crossover, impossibile non soffermarsi
anche sulla capienza del portabagagli
che presenta una tripla variabile in
termini di misure: si parte dai 377 litri
iniziali, per poi arrivare fino ai 455 litri
che si ottengono facendo scorrere
i sedili posteriori in avanti di 16mm,
infine reclinando gli stessi si raggiunge
una capienza massima di carico pari
a 1235 litri. Capitolo motori: il modello
che abbiamo provato proponeva
un propulsore Tce 90 Benzina da 90
CV abbinato a cambio manuale a
cinque marce e Start&Stop, ma sono
disponibili anche un 1.2 Tce da 120
CV ed un diesel 1.5 dCi. Le prestazioni
non sono il vero punto di forza di
questa Renault Captur, ma ripresa
e tenuta di strada ci sono sembrate
comunque di buon livello. Chiudiamo
con il design esterno, all’insegna
innanzitutto della bicromia. Il colore
dominante del modello provato dalla
nostra redazione era l’Orange, come
ben mostravano gli inserti presenti su
sedili, cruscotto e rifiniture interne, ma
anche gli stripping presenti tanto sul
tetto quanto sul volante. Le colorazioni
della
carrozzeria
presentano
nove variazioni cromatiche, che
diventano ventisette complessive se
consideriamo anche le diverse tonalità
del tetto. Tutte sono identificate con il
nome di una città, e nel nostro caso,
ad esempio, si trattava di una versione
Las Vegas (carrozzeria in arancio
arizona) abbinata ad un tetto Nero
etoile. Possibilità di personalizzare
anche il profilo di calandra, fendinebbia
e bagagliaio, mentre gli allestimenti
disponibili sono tre: Wave, Live ed
Energy. I prezzi variano da 15.950
euro del modello Tce 90Cv Wave fino
ai 21.500 del modello dCi 90CV Edc
Energy R-Link.
Porsche Macan
Il pianale è lo stesso dell’Audi Q5
La versione turbo propone un V6 da 400 CV
di G. CONDÒ
Porsche Macan (Foto Archivio)
Si chiama Macan ed è il SUV con
cui Porsche apre le porte alla nuova
frontiera delle sportive, adeguandosi
alle richieste del mercato degli sport
utility che non conosce crisi, ma che
li vuole sempre più grintosi, tecnologici
e innovativi. È così che nasce Macan,
armonico mix di linee e caratteristiche
tipiche del SUV, con un DNA tutto
sportivo, come nella migliore tradizione
Porsche. Fresca del debutto avvenuto
in contemporanea ai saloni di Tokyo e
di Los Angeles 2013, Macan è già in
vendita nelle concessionarie. Basata
sullo stesso pianale dell’Audi Q5,
sfruttando le sinergie con il Gruppo
Volkswagen, il SUV sportivo della
Casa di Zuffenhausen ha dimensioni
compatte, con misure di 4,68 metri
di lunghezza, 1,92 metri di larghezza
e 1,62 metri di altezza, più bassa
quindi rispetto allo standard tipico
degli altri SUV. La nuova Macan
viene proposta in tre versioni, tutte
equipaggiate con trazione integrale
PTM (Porsche Traction Management),
10
con doppia frizione PDK a sette
rapporti (non è prevista l’alternativa
del cambio manuale) e servosterzo
elettromeccanico. La versione S è
spinta da un propulsore 3.0 litri V6
biturbo da 340 CV e 460 Nm di coppia
massima, capace di raggiungere una
velocità massima di 254 km/h, con
uno scatto che le consente di arrivare
da zero a cento in 5,4 secondi. La
versione Macan S Diesel monta un
propulsore 3.0 litri V6, alimentato a
gasolio con una potenza di 258 CV
e 580 Nm di coppia massima. La
velocità massima dichiarata è di 230
km/h e in 6,3 secondi raggiunge i
100 km/h. La versione più sportiva e
performante è la Macan Turbo che
adotta la variante biturbo del 3.6 litri
V6, che richiama la sorella maggiore
Cayenne e la Porsche Panamera, un
motore capace di erogare una potenza
di 400 CV e 550 Nm di coppia, in grado
di raggiungere una velocità massima
di 266 km/h e di toccare i 100 km/h in
solo 4,8 secondi partendo da ferma.
La versione top di gamma offre di
serie i fari bi-xeno e sistema PASM per
l’assetto regolabile, con cerchi il lega
da 19 pollici e l’impianto frenante con
dischi anteriori da 360mm e posteriori
da 356 mm, contro i 350 e 330 mm
delle altre motorizzazioni. Le versioni
S benzina e diesel sono equipaggiate
di serie con pneumatici 235/60
anteriori e 255/55 posteriori e cerchi
da 18 pollici. I sideblade sono in tinta
con la carrozzeria, con la possibilità
di richiedere in opzione la variante
in fibra di carbonio, mentre le altre
versioni sono in tinta Lava Black. Tutti
gli allestimenti sono completi di volante
sportivo multifunzione con paddle,
impianto audio, modalità off-road e
il portellone posteriore con apertura
elettrica. Nel listino degli accessori
sono elencati, tra gli altri, il Porsche
Torque Vectoring Plus, le sospensioni
ad aria autolivellanti con regolazione in
altezza e PASM, i fari allo Xeno con luci
diurne e fendinebbia a Led, l’impianto
audio Burmester High-end Surround.
Sara Safe Factor
Lo scorso 15 aprile ad Ostia evento sulla
sicurezza stradale organizzato da Sara
Assicurazioni e ACI Sport
di D.M.D’AMBROSIO
“In strada e in pista vincono le regole”:
è stato questo lo slogan dell’evento
Sara Safe Factor, tenutosi il 15 aprile al
Cineland di Ostia che ha avuto come
ospite d’eccezion Gimmy Ghione, noto
inviato di Striscia la Notizia ma anche
pilota e addirittura Campione Italiano,
nel 2012, della Green Hybrid Cup.
La Sara Assicurazioni, da marzo, ha
avviato il suo programma: recarsi in
venticinque scuole di tutta Italia, con
piloti professionisti e con l’ACI Sport,
per comunicare e insegnare ai più
giovani l’importanza della sicurezza
stradale e di tutti quegli accorgimenti
che, senza retorica alcuna, possono
salvarti la vita. Un programma che si
ripete ormai da ben dieci anni, un arco
di tempo nel quale si è puntato tutto
sulla formazione attraverso dei progetti
studiati proprio per gli adolescenti, una
teoria alla quale si affianca la pratica
sul campo, o meglio in strada, al Centro
Guida Sicura ACI-Sara di Vallelunga.
Paolo Riccobono, ACI Roma, ci ha
spiegato l’importanza di questi eventi:
«É il decimo anno che l’Automobile
Club organizza eventi di questo tipo
e c’è una grandissima soddisfazione
da parte di tutti noi, perché in questo
arco di tempo abbiamo visto ragazzi
che hanno seguito i primi corsi e i
Andrea Verna, Direzione Marketing Sara Assicurazioni (Foto Archivio)
primi incontri sulla sicurezza stradale
crescere fino a diventare addirittura
insegnanti di autoscuole, per cui
vuol dire che le attività che abbiamo
fatto hanno portato una crescita non
solo delle conoscenze ma addirittura
professionale. Alla base della nostra
formazione c’è un approccio di
condivisione: l’Automobile Club non
si pone mai come il detentore delle
norme che deve spiegare e basta,
ma si approccia come qualcuno che
ha maggiore esperienza riguardo
Montermini e Giordano con Jimmy Ghione (Foto Archivio)
12
alla mobilità e fa tutte attività per far
capire l’importanza della condivisione
delle regole. La regola – ha concluso
Paolo Riccobono - si applica non
perché c’è una sanzione ma perché
è il modo giusto per approcciarsi a un
problema, in questo caso la strada è
sicuramente un ambiente pericoloso
quindi la condivisione delle regole
è il modo giusto per approcciarsi a
lei. Il nostro motto rappresenta una
delle cose principali che noi stessi
formatori, iniziando a parlare in questi
eventi, abbiamo ritenuto importante a
trasmettere, ognuno pensa che sulle
strade ordinarie ci siano delle regole
mentre in pista chi corre di più vince
senza regole, mentre è vero il contrario
anche in pista ci sono delle regole,
quelle dello sport automobilistico, che
devono essere applicate per poter
vincere. L’Automobile Club, inoltre, è
entrato ormai da qualche anno sempre
con maggior forza nel mondo della
formazione e della didattica legate
all’autoscuola e alla patente, creando
una rete di autoscuole Ready To Go
dove, oltre al classico corso patente,
si trasmettono molte più informazioni
e si fanno molte più attività che
Rosario Giordano, conduttore dell’evento (Foto Archivio)
hanno un valore didattico molto forte.
Si spiegano, infatti, delle cose che
in un’autoscuola tradizionale non
vengono fatte, ad esempio, come si
può montare un paio di catene, ma si
fanno dei corsi di guida sicura a Valle
Lunga, perché saper guidare vuol dire
sapere affrontare gli imprevisti, e,
ancora, si fanno fare delle ore di guida
in notturna, perché comunque uscire da
un’autoscuola vuol dir sapere guidare
non solamente intorno all’autoscuola
stessa ma sulla strada» . Un aspetto
che ha sottolineato anche Andrea
Verna, direzione Marketing Sara
Assicurazioni: «Questa è un’iniziativa
che noi di Sara Assicurazioni portiamo
avanti da più di dieci anni. Abbiamo
incontrato più di 50000 studenti,
crediamo in questo modo di approcciare
la vita in maniera sicura, coinvolgendo
insieme giovani e piloti. Il rispetto delle
regole è fondamentale, lo spiegano
i piloti parlando delle regole che gli
hanno salvato la vita e cerchiamo di
fare un parallelismo con la strada,
convincendo i giovani che anche lì ogni
regola rispettata è una vita salvata.
Inoltre, promuoviamo dei corsi di guida
sicura a Vallelunga, insegnando a
guidare in maniera diversa e a gestire
le situazioni di emergenza. Chi fa
il corso ha anche degli sconti sulle
polizze Sara e questo comporta anche
un notevole risparmio». A parlarci
della sua esperienza come pilota
è stato invece Andrea Montermini,
driver Ferrari: «Anche per noi piloti è
importante osservare le regole, per chi
va in pista ce ne sono ancora di più che
in strada, nonostante la gente tenda a
pensare spesso il contrario. A 300km/h
è fondamentale avere una regola
e sapere quello che fa l’avversario,
il compagno di squadra e tutta la
squadra. Quello che facciamo con
Sara Safe Factor è importantissimo, ci
dà questa grande forza di incontrare
i ragazzi e portare attraverso loro la
nostra esperienza dalla pista alle
strade di tutti i giorni. Per me è diventato
quasi una missione, dal 2007 teniamo
queste conferenze e ogni anno c’è
maggior interesse e coinvolgimento,
siamo arrivati addirittura ad incontrare
settemila persone. Oggi, rispetto
a prima, c’è una consapevolezza
maggiore grazie a quello che stiamo
facendo, già nelle scuole medie si
parla di sicurezza. È bellissimo perché
quando si guida magari capita di avere
un ragazzo di dieci o undici anni vicino
che ti dice di allacciare le cinture o di
non esagerare con la velocità: sono
sensazioni stupende». L’evento di
Ostia è riuscito a trasmettere dei valori
suscitando risate e divertimento, un
binomio possibile, come ci ha spiegato
Rosario Giordano, Ufficio Stampa
Aci Motorsport e conduttore della
conferenza: «Noi cerchiamo prima di
tutto di rendere gli incontri interessanti
per i giovani, porgendo gli argomenti
non in maniera noiosa ma dinamica.
Vogliamo raggiungere l’imbattibilità che
loro hanno alla loro età ma attraverso il
rispetto delle regole,non attraverso la
sconfitta e non andando a vedere brutte
e tristi immagini. Il progetto si chiama
Sara Safe Factor proprio perché l’ha
voluto la Sara Assicurazioni, in quanto
compagnia assicuratrice ufficiale del
Automobile Club Italia. È un progetto
che portiamo avanti insieme da
dieci anni e che cerca di trasferire
questo tipo di messaggio. Anche le
testimonianze dei nostri piloti e istruttori
professionisti sono molto importanti
perché fanno dei parallelismi su alcuni
elementi che sono alla base della
sicurezza sia per la guida quotidiana
che estrema. La platea la sceglie la
Sara con molta efficacia, puntando sui
giovani che stanno per avvicinarsi alla
guida adesso, che devono cambiare la
generazione degli utenti della strada
con un nuovo rispetto delle regole e
approccio alla guida».
Andrea Montermini ai nostri microfoni (Foto Archivio)
13
Motorsport, ExpoTech Modena (Foto Archivio)
TUTTI I MARTEDI E VENERDI
Peugeot 308
Station Wagon: la prova
Abbiamo provato sulle strade di Le Touquet
di F. GHERARDI la nuova scommessa del Leone francese
Peugeot 308 Station Wagon (Foto Archivio)
Prendere i tratti salienti di una berlina
di successo e da questi ricavarne
una station wagon diversa, dalla
prima, per forme e capienza ma allo
stesso tempo simile, molto simile,
per essenza e piacere di guida.
L’ultima scommessa di Peugeot
si chiama 308 Station Wagon,
semplicemente la versione station
della 308 premiata all’ultimo Salone
di Ginevra con il titolo di “Auto
dell’anno 2014”. Noi di Professione
Motori abbiamo avuto occasione di
testarla la scorsa settimana lungo le
strade di Le Touquet, e più in generale
dell’intera regione Nord Passo di
Calais. La piattaforma rimane la
stessa, e vale a dire la EMP2 già
proposta, con ottimi risultati, nelle
ultime vetture del Leone francese,
quel che cambia rispetto alla 308
berlina sono ovviamente comodità
e generosità delle forme. Tuttavia,
l’animo di questa 308 Station Wagon
si presenta piuttosto sportivo, come
dimostrano alcune caratteristiche
estetiche della carrozzeria con un
design fluido e dinamico. Rispetto
sempre al modello berlina il passo
è aumentato di 11 cm e lo sbalzo
posteriore di 22 cm, mentre le
misure generali sono: 4585 mm di
lunghezza, 1804 mm di larghezza e
1471 mm di altezza. Da segnalare
anche l’importante riduzione della
massa, pari a 140 kg, che ne
fanno la vettura più leggera del
segmento. Un’altra caratteristica
dominante,
analizzando
la
macchina dall’esterno, è l’ampio
tetto in cristallo che raggiunge una
superficie complessiva di 1,69 metri
quadrati e che consegna molta
luminosità all’interno. Spostandoci
proprio nell’abitacolo, quest’ultimo
si contraddistingue per modernità
e cura dettagliata dei minimi
particolari, ma anche per l’ennesima
dimostrazione
tangibile
della
filosofia i-Cockpit, con una plancia
pulita, comandi semplici ed intuitivi
e volante dalle dimensioni ridotte.
Non manca neanche in questa 308
Station Wagon la solita buona dose di
tecnologia, con gli equipaggiamenti
Driver Assistance Pack tra i quali si
segnala, oltre all’ormai consolidato
Park Assist, anche il Driver Sport
Pack, disponibile sulle versioni
1.2 e-THP 130CV e 2.0 Blue Hdi
150CV ed in grado di migliorare
sensibilmente la sensazione di guida.
Al servizio del guidatore ci sono
anche servosterzo elettrico, tanto
quanto il freno di stazionamento,
controllo di trazione intelligente ed
Hill Assist per le partenze in salita.
Sul fronte motore, l’arrivo della 308
SW coincide con il debutto di due
nuove famiglie di propulsori: i 1.2 3
cilindri Pure Tech e i BlueHDi, tutti
Euro 6 e tutti con numeri importanti
in termini di consumi. Una station
wagon, insomma, che si guida
come e con lo stesso piacere di
una berlina, tuttavia, come detto,
capienza e capacità di carico sono
due aspetti assolutamente da
prendere in considerazione, e a tal
riguardo impossibile non sottolineare
un portabagagli da oltre 600 litri di
carico ampliabile fino a 1775 litri
abbassando i sedili posteriori. Il
lancio sul mercato è previsto per il 9
giugno, gli allestimenti sono quattro
(Access, Active, Business ed Allure)
e i prezzi variano dai 19.300 euro
della versione Access 1.2 e-THP
110CV ai 28.550 euro della versione
Allure 2.0 16v BlueHDi da 150 CV.
15
Pit-Stop: la rivoluzione
comincia in Italia
La nuova rete vendita introdotta
dalla Champion Oil combina competenza,
prodotti di qualità e supporto commerciale
Una conoscenza tecnica al passo
con le ultime novità introdotte da
un mercato in continua evoluzione,
un
supporto
commerciale
garantito da un marchio di livello
internazionale e, naturalmente,
una gamma prodotti di primissima
qualità. Tutto ciò, da oggi, si
può riassumere in due semplici
16
parole: Pit-Stop. Questo il nome
del
progetto
promosso
della
Champion Oil, in collaborazione
con la C.D.R Srl di Torino e
la Lubriservice Srl di Romam
che partendo dall’Italia si pone
l’obiettivo di rivoluzionare l’intero
mercato dei lubrificanti. Sarà infatti
proprio il nostro paese, tra tutti
a cura di
di F.GHERARDI
e M.ELVIRETTI
quelli in cui il marchio Champion
è presente, a sperimentare per
primo questo sistema innovativo
che consiste nella creazione di
una rete di negozi ed officine
che, supportati da un partner
specializzato come è per l’appunto
Champion, riusciranno ad offrire
ai propri clienti un’assistenza
costantemente
aggiornata
rispetto alle ultime tecnologie
oltre a prodotti dell’indiscussa
qualità. D’altronde, è proprio della
filosofia di Champion credere
fortemente e promuovere una rete
di partner in grado di supportarsi
reciprocamente. I vantaggi di PitStop, infatti, non riguarderanno
esclusivamente il cliente finale
ma anche, e soprattutto, negozi
ed officine. Quest’ultimi entrando
a far parte del progetto PitStop portanno disporre di un kit
immagine utile per aumentare
la visibilità della propria attività,
ma anche partecipare a corsi di
formazione tecnica per rimanere
sempre aggiornati con le ultime
tecnologie e corsi di formazione
professionale riguardo l’utilizzo
dei diversi strumenti Champion
Pit-Stop, ed inoltre avvalersi
di un supporto Marketing e
Comunicazione
di
primissimo
livello. Una proposta stimolante
e che sta già portando numeri
significativi, considerando che in
appena 4 mesi si contano già la
bellezza di 85 membri. Entrare
a far parte del progetto Pit-Stop
vuol dire entrare a far parte di una
rete che combina alla perfezione
conoscenza e competenza ad un
produttivo supporto commerciale,
così da poter fornire al cliente
finale il lubrificante giusto per
ogni specifica applicazione e,
al tempo stesso, far crescere
il proprio business nel tempo
Mimmo Gaglio ai microfoni di Professione Motori lo scorso 4 Aprile
(Foto Archivio)
e
nella
maniera
corretta.
Intervenuto all’interno della nostra
trasmissione Professione Motori,
Mimmo Gaio (Resp. Champion Oil
Italia) ci ha illustrato quelle che
sono le caratteristiche principali
del progetto Pit-Stop: “Il progetto
Pit Stop nasce dalle ceneri di
una filosofia nostra, che abbiamo
sempre portato avanti in questi
anni. Sono ormai più di 10 anni che
il prodotto Champion è distribuito
in Italia, si è iniziato da un punto di
vista dello sviluppo a livello locale
per poi avvicinarci piano piano alle
altre regioni. E’ sempre stato fatto
un lavoro abbastanza ordinato,
senza la ricerca esasperata dei
numeri, e quindi aver cercato
sempre dei referenti con un proprio
spazio di manovra, l’abbiamo
sempre portato avanti e rispettato.
Per questo si è pensato di andare
oltre con un progetto di rete vero e
proprio con delle competenze nei
numeri e nelle strategie di mercato,
per poter sviluppare il marchio
sempre in maniera migliore. Si
parte dal rivenditore, che ha una
zona di competenza, dove può
Champion Barrel Concept e Champion Oil Cabin (Foto Archivio)
17
organizzare la propria rete di
officine e che quindi attraverso un
supporto tecnico cerca di lanciare
idee o formule commerciali che
vanno incontro alle esigenze del
momento, per poter soddisfare
meglio la gamma con il minimo
18
sforzo e per poter avere una certa
immagine nella propria officina.
Noi stiamo allestendo i vari negozi
rivenditori ed immediatamente
dopo le officine che aderiscono a
questo progetto, sempre secondo
una linea guida dettata dall’azienda
con un layout di primo livello. La
preparazione di base e quindi
l’informazione è necessaria, anche
dal ricambista all’utente finale nei
tempi che ci sono naturalmente
della quotidianità però questo è un
punto di partenza”.
BANDIERAASCACCHI
MADE IN CHINA
Hamilton domina a Shanghai, Rosberg secondo
Primo podio stagionale per la Ferrari di Alonso
di V.ZUDDAS
Lewis Hamilton festeggia sul podio (Foto Archivio)
Terzo successo consecutivo per Lewis
Hamilton, che trionfa anche nel Gran
Premio di Cina. Il pilota britannico
e il team Mercedes hanno mostrato
ancora una volta una superiorità
piuttosto netta nei confronti delle
altre scuderie per tutta la durata della
gara. Per la casa di Stoccarda si tratta
della terza doppietta stagionale, con
entrambi i piloti primi e secondi nella
classifica mondiale, distaccati di
appena 4 punti, oltre alla leadership
nel ranking costruttori, con un distacco
pari quasi al triplo dei punti sulla
seconda. Questa stagione 2014 della
Formula 1 sembra decisamente essere
cominciata nel segno della stella a tre
punte. Dopo quattro gare la Mercedes
è sembrata incontenibile, rimanendo
in testa per tutti i giri percorsi: un inizio
di campionato così non si vedeva dai
tempi del dominio della mitica Ferrari
del 2004. Lewis Hamilton ha chiuso
davanti a tutti, così come in Malesia
20
e in Bahrain, con Nico Rosberg che
però non ha avuto una giornata
semplicissima: dopo essersi toccato
al via con Valteri Bottas (la sua W05
ne è uscita indenne), e nonostante
abbia
corso
senza
telemetria
(dovendo quindi dare costantemente
via radio informazioni agli ingegneri)
nel finale è riuscito ad avere la meglio
contro i vari Felipe Massa, Sebastian
Vettel, Daniel Ricciardo e Fernando
Alonso. A Shanghai è arrivato anche
il primo podio stagionale per la
Ferrari, con Fernando Alonso che ha
conquistato la terza posizione finale,
grazie soprattutto ad una partenza
eccellente che è risultata decisiva e
gli ha permesso di gestire al meglio
il finale di gara. Il pilota spagnolo
ha costruito il suo Gran Premio
proprio sul buon avvio, e si è arreso
a Nico Rosberg soltanto a pochi giri
dal termine, cedendogli il secondo
gradino del podio ma riuscendo
invece a difendersi dal ritorno di Daniel
Ricciardo. La Ferrari è stata quindi
la vera antagonista della Mercedes,
rubando la scena alla Red Bull, finita
alle spalle della Rossa e che, dopo le
qualifiche, sembrava potesse essere
la favorita numero uno ad insidiare
la casa tedesca. Il team austriaco ha
però abbastanza deluso sul circuito
asiatico, con Daniel Ricciardo che si
è piazzato ad un secondo dal podio
di Alonso, con lo spagnolo che lo ha
controllato molto bene il suo assalto
nel finale. L’australiano, però, sembra
aver decisamente convinto tutti
all’interno della squadra, lasciandosi
anche questa volta alle spalle il suo
ben più titolato compagno di squadra,
Sebastian Vettel, che sta decisamente
iniziando a soffrire il fatto di non
essere più considerato la prima guida.
Lo testimonia il fatto che quando dal
muretto box è arrivato per lui l’ordine
di lasciar passare Ricciardo, che era
BANDIERAASCACCHI
Lewis Hamilton festeggiato dai meccanici sul rettilineo d’arrivo (Foto Archivio)
decisamente più veloce, il tedesco
ha invece dato battaglia per ancora
un paio di giri prima di eseguire le
indicazioni dai box, facendo arrabbiare
non poco Christian Horner. Molto bene,
invece, Force India e Williams: Nico
Hulkenberg ha conquistato un ottimo
sesto posto per il team di Mallya,
finendo davanti a Valtteri Bottas della
Williams. La squadra di Grove ha
pagato un po’ lo scotto dei pit stop
lenti: Felipe Massa è precipitato nelle
retrovie a causa dei meccanici che
hanno sbagliato a prendere le gomme
posteriori ed entrambe le FW36 hanno
avuto anche problemi di serraggio
dopo essere state coinvolte in contatti
al via. Assai deludente il Gran Premio
di Kimi Raikkonen, che non va oltre
l’ottava piazza. Il pilota finlandese ha
preceduto Sergio Pérez, che porta a
casa altri due punti per la Force India.
Daniil Kvyat finisce per la terza volta
in quattro gare nella top ten con la
sua Toro Rosso, confermando il ruolo
di leader nel team di Faenza, che ha
dichiarato di puntare tantissimo su
questo giovane russo. Molto Male le
McLaren: la squadra di Woking sta
peggiorando sempre di più. Ancora
una delusione per la Lotus, che
continua ad essere la scuderia più
sfortunata: Romain Grosjean sembrava
essere agevolmente a punti davanti a
Raikkonen finché il cambio della E22
non ha ceduto. Pastor Maldonado ha
terminato la corsa 14esimo: davvero
troppo poco per un team che si era
candidato per essere fra i protagonisti
di questo mondiale. Le classifiche piloti
e costruttori per il momento parlano
tedesco: Nico Rosberg primo nella
graduatoria piloti con 79 punti, seguito
dal compagno Hamilton a quota 75
e da Fernando Alonso, che occupa
la terza piazza con i suoi 41 punti.
Quarta posizione per Nico Hulkenberg
della Force India con 36 punti,
seguito a tre lunghezze da un sinora
deludente Sebastian Vettel, con 33.
Sesta posizione per Daniel Ricciardo,
che ha 24 punti ma potevano essere
di più dopo la squalifica in Australia.
Sembrano già chiusi i giochi della
classifica costruttori, con la Mercedes
che ha ben 97 punti di vantaggio
sulla Red Bull, 100 sulla Force India e
addirittura 102 sulla Ferrari.
Fernando Alonso (Foto Archivio)
21
BANDIERAASCACCHI
PIANETI DIVERSI
Marquez e la Honda fanno il vuoto ad Austin
Delusione Yamaha, impresa di Fenati in Moto 3
di L.FRENQUELLI
Marquez trionfa al Gp di Austin (Foto Archivio)
Dopo le gare inaugurali della
stagione 2014, il motomondiale ha
toccato anche la seconda tappa del
suo percorso: Austin, Texas. Pista
veloce e molto “guidata” quella del
GP delle Americhe e spesso queste
caratteristiche assicurano spettacolo e
tanto divertimento. Tutte le aspettative
sono
state
immediatamente
rispettate dalla gara delle piccole, la
Moto3. Dai diciotto giri previsti per
questa categoria, è uscita una gara
emozionante che ha visto trionfare
Jack Miller davanti a tutti. Aveva vinto
in Qatar, ottenendo il primo successo
nel motomondiale ed anche ad Austin
si è imposto sugli avversari, forte
anche di una KTM del team Red Bull
Ajo che, partendo dalla pole, gli ha
permesso di tenere un ritmo altissimo
per tutta la gara. Per le prime tornate
dallo spegnersi dei semafori, ad
inseguire l’australiano classe ’95
erano Rins, Alex Marquez e Vazquez,
22
partenti dalle prime due file della
griglia. In terza fila però era pronto a
fare una delle gare più entusiasmanti
della sua carriera l’italiano Romano
Fenati. Dopo delle qualifiche tutt’altro
che convincenti, la KTM numero
cinque dello SKY Racing Team VR46
ha dato vita ad una grandissima
rimonta e, di giro in giro, è riuscita a
recuperare fino a combattere con gli
spagnoli per un posto sul podio. Dopo
una rimonta da antologia, colma di
staccate al limite e sorpassi “estremi”,
Fenati ha chiuso al secondo posto la
sua gara americana, ottenendo anche
il suo primo podio ad Austin in Moto3.
L’ultimo dei premiati è Vazquez che
ha lottato tra i primi sin dall’inizio ed
ha anche saputo approfittare della
caduta di Marquez, a pochi metri
dall’arrivo. Viste le due vittorie, Miller
guida la classifica a punteggio pieno,
mentre Fenati raggiunge Rins a
quota 32 punti, con lo spagnolo che
ha chiuso in quarta piazza in questa
gara texana. La Moto2 ha visto invece
disputarsi una gara quantomeno
rocambolesca, piena di colpi di scena.
Già prima del via, la direzione di corsa
aveva dovuto rinviare la partenza per
un po’ di pioggia caduta sul tracciato. Il
più reattivo di tutti, quando finalmente
si parte, è Esteve Rabat ma c’è un
altro colpo di scena: pochi metri
dopo la prima curva si verifica una
bagarre che fa cadere ben cinque
piloti: Herrin, Lowes, Salom, Terol
ed il nostro Mattia Pasini. Mentre
la corsa comincia a seguire delle
dinamiche normali, un’altra caduta va
a cambiare la lista di chi combatte per
la vittoria e stavolta è provocata da
un errore di Zarco che stende Simon
in una staccata sbagliata. Nel corso
della gara tra un susseguirsi di errori
e duelli, “lunghi” e frenate vincenti,
riesce pian piano ad emergere la Kalex
di Maverick Vinales, che da metà gara
BANDIERAASCACCHI
Valentino Rossi, soltanto ottavo ad Austin (Foto Archivio)
in poi ha alzato il ritmo e ritrovato la
lotta con i primi. Dopo aver sorpassato
Aegerter, il pilota in forza al Team
Pons ha preso la leadership della
gara ed aumentando gradualmente
il distacco dagli avversari ha chiuso
prima di tutti sotto la bandiera a
scacchi. Un grande risultato, la prima
vittoria che gli permette di accorciare
le distanze in graduatoria su Rabat,
secondo ad Austin e primo a Losail,
portandosi a 38 punti. Il terzo posto è
di Dominique Aegerter: per lo svizzero
tanta costanza e concentrazione, non
facile in una gara così “spezzettata”
da cadute e colpi di scena. Dici Austin,
dici Honda, almeno in MotoGP. Anche
quest’anno è arrivata la conferma
dello strapotere della “casa alata”
sul circuito texano dalle prove, fino
all’ultima tornata della gara. Unico
ed incontrastato leader del gruppo è
stato il solito Marc Marquez: tutte le
graduatorie dal venerdì alla domenica
hanno visto l’iridato in testa e così è
stato anche dopo la gara, tempo utile
per stabilire il nuovo record della pista
e quello sul giro. È l’ottava vittoria
nella classe Regina per lo spagnolo,
che non solo ha dimostrato di avere
un altro passo, ma anche che la
combinazione del suo talento con
una Honda Repsol iper-prestante
gli dava la possibilità di arrivare in
staccata con dieci chilometri orari in
più rispetto agli altri piloti. Primo dei
terrestri, l’eterno secondo Daniel
Pedrosa, anche lui autore di una
corsa eccezionale ma i quattro
secondi di distacco dal campione del
mondo fanno capire perché si parli
di due pianeti diversi. Dopo Pedrosa
arriva una grossa sorpresa data dalla
prestazione di Andrea Dovizioso: il
numero quattro riesce a riportare
una Ducati sul podio della MotoGP
e non accadeva dal 2012, quando
Rossi chiuse secondo a Misano. Non
solo ottime nuove però per il team di
Borgo Panigale, infatti Cal Crutchlow
ha rimediato una contusione al polso
che gli costerà la partecipazione
al
prossimo
gran
premio
d’Argentina. La gara di Austin
è stata bella anche perché in
molti hanno provato ad ottenere
qualcosa in più delle aspettative,
come Andrea Iannone, Ducati
Pramac, protagonista fino a
ben oltre la metà gara ed Alvaro
Bautista, pilota Honda che
però non ha saputo reggere
i ritmi dei primi. Dalla nota
positiva in Ducati alla crisi in
casa Yamaha, sotto vari aspetti:
i problemi che coinvolgono
Yamaha e Bridgestone, hanno
impedito a Valentino Rossi di
andare oltre l’ottava piazza,
ottenuta con fatica (al traguardo,
tra Marquez e Rossi sono passati
quasi 46 secondi). Sulla sponda
Jorge Lorenzo, si parla invece di
crisi nervosa. Il maiorchino si è reso
protagonista di una falsa partenza ai
limiti del comico, sicuramente lontano
dagli standard del “Cyborg”, che gli è
costato il ride-through e quindi una
corsa lontana dalle posizioni che
contano. I sei punti totalizzati nella
classifica generale, cominciano ad
essere veramente pochi, soprattutto
pensando ad un Marquez sempre più
infallibile e lontano, a quota 50. Ora
sarà l’ Argentina ad ospitare i centauri
del motomondiale nel nuovissimo, e
tutto da scoprire, circuito Termas de
Rio Hondo.
Romano Fenati, secondo in Moto 3 (Foto Archivio)
23