Attività anno 2016 - CAI TAM Piemonte e Valle d`Aosta

Transcript

Attività anno 2016 - CAI TAM Piemonte e Valle d`Aosta
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Relazione attività anno 2016
Si riportano cronologicamente le principali attività svolte nel 2016 dalla CITAM Piemonte
e Valle d’Aosta:
Scomparsa cigno nel Parco della Pellerina
La Commissione ha preso posizione sulla scomparsa dell’ultimo cigno nel Parco Pellerina
di Torino con un articolo pubblicato su Lo scarpone e consultabile al sito:
http://www.loscarpone.cai.it/news/items/parco-pellerina-di-torino-scomparco-lultimocigno.html
Lettera del Coordinamento “Noi nelle Alpi” sulle Guardie Ecologiche Volontarie nel territorio torinese.
La Commissione fa parte del coordinamento “Noi nelle Alpi” che ha inviato la seguente
lettera al sindaco della Città Metropolitana di Torino, dott. Piero Fassino, al Consigliere
delegato, dott.ssa Gemma Amprino e al dirigente del Servizio Pianificazione e gestione
rete ecologica e Aree protette, vigilanza ambientale, dott. Gabriele Bovo:
OGGETTO: attività delle Guardie ecologiche Volontarie
Abbiamo avuto notizia che in questi giorni sta circolando tra gli amministratori delle valli
pinerolesi un documento contenente dure critiche alle Guardie ecologiche della Città metropolitana .
Le associazioni riunite nel coordinamento regionale Noi nelle Alpi, da tempo impegnate
nella promozione di un turismo sostenibile in montagna e di pratiche sportive a basso
impatto sull' ecosistema, ritengono necessario esprimere il proprio punto di vista su
quanto espresso nel documento sopracitato.
Abbiamo sempre dimostrato, negli incontri pubblici come nei progetti da noi presentati, di
non essere aprioristicamente “nemici” di quanti praticano il trial o altre forme di attività
motoristica, né di volere l' esclusione totale di tale pratica nel territorio montano. Riteniamo tuttavia che, proprio per la fragilità che caratterizza l' habitat delle valli ed i sedimi
delle strade e sentieri che le percorrono, che vadano poste regole precise alla loro fruizione con mezzi motorizzati n modo tale da non recare danno né ad altre utilizzazioni ludico
sportive né alle attività economiche che vi hanno sede. D' altro canto ci sembra che questi siano i principi ispiratori della Legge Regionale 32/82 “Norme per la conservazione del
patrimonio naturale e dell'assetto ambientale" art. 11 e seguenti, principi poi nettamente
ribaditi nella circolare esplicativa della Giunta Regionale del 29/03/2010.
sabato26novembre2016
Pagina 1 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
La stessa legge indica poi come “La vigilanza sull'osservanza della presente legge e
l'accertamento delle violazioni relative sono affidati al personale del Corpo Forestale, alle
guardie di caccia e pesca, agli agenti di polizia locale, urbana e rurale, ed alle guardie
ecologiche volontarie.
I Comuni, le Province, le Comunita' Montane dispongono, mediante il personale di cui al
1° comma, anche su segnalazione e denuncia presentata da Enti, Associazioni o da singoli cittadini che dichiarino la loro identita', immediati sopralluoghi e verifiche per pervenire all'accertamento di eventuali trasgressioni……
La L.R. 32 negli scorsi anni è stata fatta oggetto di numerosi attacchi e tentativi di depotenziarne i contenuti, ma soprattutto è risultata assai poco rispettata, soprattutto per la
difficoltà degli enti preposti di esercitare un adeguato controllo sul vasto territorio collinare e montano , anche per la ormai cronica carenza di personale. Non si contano i casi
di violazione, i sentieri escursionistici (quando non le stesse pendici montane) rovinati dal
passaggio di mezzi motorizzati, le strade per esbosco rese impercorribili, la totale assenza del controllo sull' inquinamento acustico di gare e circuiti, le aggressioni verbali e in
qualche caso fisiche contro chi cercava di controllare.
Le GEV si sono trovate ad essere spesso vittime di questa situazione, chiamate a svolgere la propria attività, peraltro volontaria, in situazioni oggettivamente difficili e di isolamento. Certo non si può escludere qualche caso di eccesso di severità o qualche errore, ma
non sono mai stati segnalati casi di aggressione da parte di GEV nei confronti di chicchessia mentre d’ altro lato è sempre stato possibile il ricorso contro sanzioni ritenute
ingiuste.
Siamo convinti che esistano gruppi di praticanti di trial , enduro, quad corretti, rispettosi
dei limiti di velocità e dei tracciati consentiti, sinceramente appassionati della montagna e
dei suoi panorami , così come d' altro lato esistono anche appassionati di Mountain Bike
indisciplinati e pericolosi o escursionisti incuranti dei rifiuti che abbandonano.
Anche per questo abbiamo ripetutamente proposto che vengano aumentati i controlli,
sanzionati severamente tutti i comportamenti dannosi e favorito invece , nel caso di
mezzi motorizzati, un uso non frettoloso ed individuale di percorsi quali la strada dell' Assietta ed altre strade bianche.
Ci preoccupa perciò un documento che cerca di delegittimare una delle poche istituzioni
che si impegna a far rispettare le regole e lo fa in assenza di altre forze di vigilanza.
sabato26novembre2016
Pagina 2 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Ci permettiamo infine di osservare come sia la realtà stessa (eventi climatici dannosi,
sforamenti ripetuti dei parametri relativi all' inquinamento atmosferico, frane e disssesti
idrogeologici) ) a porci di fronte alla necessità di comportamenti sempre più responsabili
nei confronti del territorio. Nella speranza che questo agire virtuoso diventi frutto soprattutto di accresciuta coscienza civile, non ci sembra possibile per il momento, soprattutto
da parte dei rappresentanti degli enti territoriali, rinunciare ai controlli o depotenziare
vigilanza e attività sanzionatoria.
Piemonte: le associazioni unite contro la caccia
Il coordinamento ambientalista, di cui fa parte anche la Commissione, ha mandato una
lettera alla Regione con delle osservazioni al decreto “Tutela della fauna e gestione faunistico - venatoria in Piemonte”, in quanto sono presenti norme contraddittorie.
Il coordinamento ambientalista del Piemonte è un’unione di diverse associazioni senza
finalità di lucro che s’incontrano periodicamente per vigliare a tutela dell’ambiente naturale e degli animali che in esso vivono. Tra questi figurano enti a rinomanza nazionale
estesi a tutto il nostro territorio quali il Club Alpino Italiano TAM (Commissione Tutela
Ambiente Montano) Piemonte - Valle D'Aosta, l’E.N.P.A. (Ente Nazionale Protezione
Animali), la LAC (Lega per l’abolizione della caccia), La LAV (Lega Anti Vivisezione), Legambiente, la L.I.D.A. (Lega Italiana per i Diritti dell’Animale), la L.I.P.U. (Lega Italiana Protezione Uccelli), Mountain Wilderness, l’O.I.P.A. (Organizzazione Internazionale Protezione
Animali), Pro Natura, S.O.S. GAIA (Commissione di Lavoro della “Ecospirituality Foundation”), WWF (World Wife Fund) e altre associazioni a livello regionale.
Le problematiche affrontate in passato da alcune di queste associazioni non prettamente
rivolte solo alla difesa della fauna riguardavano e riguardano tuttora l’uso indiscriminato
di mezzi meccanici sui sentieri, l’uso dell’eliski per attività ludiche, etc. La problematica attuale, in cui vede tutte le associazioni unite, riesamina invece la caccia e la sua
regolamentazione in quanto l’attuale disegno di legge si presta a giuste perplessità per
quanto riguarda gli aspetti democratici legati alle vicende referendarie regionali, di trasparenza e di partecipazione, in quanto non affronta in modo organico e tecnicamente accettabile le problematiche legate alla gestione della fauna selvatica.
A tale proposito le associazioni prima citate hanno firmato congiuntamente una lettera
che tende a porre alcune osservazioni sul ddl 182/2015 “Tutela della fauna e gestione faunistico - venatoria in Piemonte”, in quanto sono presenti in tale decreto norme
contraddittorie e di non chiara interpretazione. Ricordiamo a tale proposito gli aspetti più
sabato26novembre2016
Pagina 3 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
caratterizzanti del quesito referendario del 1988 e che, causa la politica ostruzionistica di
allora, non ha mai potuto essere sottoposto al giudizio degli elettori.
La drastica riduzione delle specie cacciabili (limitate a cinghiale, lepre e fagiano), il divieto di praticare l’attività venatoria nelle giornate di domenica e su terreno coperto da
neve, l’abolizione dei privilegi – in termini di carniere consentito – concessi alle aziende
faunistico-venatorie sono aspetti determinanti sui quali non transigono le associazioni a
difesa del nostro territorio mentre l’attuale disegno di legge si limita a fissare principi
molto generali e demanda a successivi provvedimenti della Giunta la definizione degli
aspetti più caratterizzanti l’attività venatoria: ad esempio specie cacciabili, periodi di
caccia, definizione dei carnieri, ecc.
Sono infatti ben 13 i regolamenti di attuazione che la Giunta Regionale dovrà approvare per poter regolamentare l’attività venatoria: ad essi vanno ovviamente aggiunti il
calendario venatorio ed i piani per il prelievo di determinate specie. Appare evidente come tale scelta sia stata suggerita soprattutto dalla volontà di impedire che, su un testo
più preciso, possa essere riproposto il quesito del referendum del 1988, possibilità questa esplicitamente affermata in una delle numerose sentenze che hanno contraddistinto
l’ormai quasi trentennale vicenda referendaria.
Tuttavia, ci pare che lasciare alla Giunta Regionale il compito di stabilire le più importanti
norme per l’esercizio venatorio rappresenti un atto di scarsa democrazia, trasparenza
e partecipazione. Descrivere tutte le problematiche derivanti da questi non chiari emendamenti quali la proposta di commercializzazione della carne degli animali abbattuti, il
mancato divieto di allevamento ad esempio del cinghiale e l’incentivazione dell’attività
venatoria a questa specie, anche attraverso l’immissione di questi animali in apposite
aree, determinerà l’incremento dei danni alle attività agricole.
L’attuale disegno di legge, ove approvato, porterà quasi sicuramente a effetti opposti a
quelli che si vogliono perseguire, e cioè una riduzione nel numero di specie che interferiscono con le attività agro-pastorali. Infatti, a titolo esplicativo l’esperienza dei piani di prelievo ai cinghiali ha ampiamente dimostrato come il mondo venatorio non abbia alcun interesse al fatto che il numero di questa specie diminuisca e agisce quindi in modo contradditorio perché ciò non accada.
La possibilità di trarre dalla propria attività non solo soddisfazione e piacere, ma anche un
tornaconto economico, causerà quindi un ulteriore peggioramento della situazione.
L’istituzione di aree recintate per il prelievo di ungulati provenienti da allevamenti,
appare un’ipotesi del tutto assurda e ingiustificata, innanzitutto perché favorisce la prolisabato26novembre2016
Pagina 4 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
ferazione di allevamenti di tali animali, che invece dovrebbero essere rigorosamente vietati. Quando un cinghiale non può fuggire infatti è aggredito dai cani ed impazzendo dalla
paura, si difende causando gravi ferite ai segugi impiegati. Le volpi seppellite vive in cunicoli sotterranei per allenare i cani da tana rappresentano una espressione di inusitata
crudeltà e barbaria. Le aree recintate per l’allenamento dei cani non possono essere
accettate da una società che si professa civile come la mancata tutela delle specie in
declino numerico o a rischio di estinzione.
Da quanto sin qui esposto in maniera molto sintetica si evince che il testo presentato dalla Giunta Regionale non può essere preso in considerazione come testo base al fine di
un confronto sulle problematiche di settore. A tale proposito il DDL 182, per le considerazioni fatte, è considerato tuttora inaccettabile dalle associazioni che hanno sottoscritto tale resoconto qui riassunto nella sua essenzialità.
Osservazioni sul progetto di riqualificazione ambientale del
Mottarone Vetta- riorganizzazione viabilità di accesso alla vetta e valorizzazione percorso ciclabile e pedonale da Mottarone
Vetta a località Alpina mediante ponte su cavo”.
La Commissione, venuta a conoscenza del progetto di riqualificazione ambientale del
Mottarone - Vetta, ha ritenuto necessario chiedere al Comune di Stresa copia della documentazione progettuale per esprimere un proprio parere in merito.
Dopo attenta analisi, la Commissione ritiene di porre all’attenzione del Comune di Stresa,
dei proponenti e dei progettisti i seguenti punti:
1. alla luce del Progetto territoriale operativo (PTO) della Regione Piemonte , del progetto
di riqualificazione ambientale del Mottarone Vetta e degli accordi di programma in atto
con la famiglia Borromeo, si ritiene importante la possibilità di trasformare l'area della
vetta in una zona pedonale e ciclabile, vietando il traffico alle auto e mezzi motorizzati
e promuovendo iniziative di trekking e di mountain bike.
2. per la attuazione di un programma di sviluppo sostenibile nell'area, la Commissione ritiene opportuno che venga attuato lo specifico accordo di programma con la Regione
Piemonte per la ristrutturazione dell'impianto funiviario e, attraverso lo stesso, vengano
promosse coerenti politiche di trasporto pubblico attraverso la funivia che limitino i
mezzi motorizzati, in modo da rendere sostenibile il programma di investimento che la
Regione ha in atto per la riqualificazione dell'offerta turistica.
sabato26novembre2016
Pagina 5 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
3. visto il ricco catasto sentieristico della Regione Piemonte nell'area del Mottarone, si ritiene opportuna una valorizzazione integrata di tutti gli itinerari presenti, in particolare le
tratte del Catasto Escursionistico Piemontese VL1 Mottarone-Stresa, il VM2 e VM3
Mottarone - Baveno , il VO-VL7 Mottarone - Brovello e VP2 – VP3 – VP4 Omegna Mottarone. Per questo si auspica che il progetto, oltre alle azioni specifiche pianificate,
possa valorizzare in modo integrato questi itinerari sia attraverso interventi di messa in
sicurezza e segnalazione degli stessi, sia per una pubblicizzazione integrata dell'offerta
escursionistica del Mottarone e dintorni.
4. la realizzazione di un nuovo ponte sospeso su funi per l'attraversamento del Torrente
Selva Spessa, in prossimità del Monte Zughero, collegando i sentieri a catasto VM3 e
VL1, può essere inteso come un importante tassello "simbolico" per la promozione di
una nuova fruizione "sostenibile" delle aree di vetta del Monte Mottarone che, tuttavia,
dovrà essere necessariamente accompagnato dalle azioni dei precedenti punti. Il ponte
non presenta particolari problematiche dal punto di vista ambientale essendo una
struttura leggera costruita da funi. Anche dal punto di vista dell'impatto paesaggistico
ed ambientale non presenta significative problematiche. Strutture di questo tipo sono
da secoli utilizzate in Cina e nell'Himalaya per la costruzione di passerelle sospese in
valloni impervi. Per eventuali osservazioni di dettaglio ci riserviamo commenti in fase di
progetto definitivo.
5. Visto l'intenzione di rendere fruibile i percorsi anche per mountain bike, si ritiene necessario la predisposizione di un apposito regolamento per evitare problematiche di sicurezza tra la fruizione escursionistica e la fruizione ciclico-escursionista (soprattutto per
la discesa in mountain bike nei sentieri). Il regolamento dovrà essere stilato in base al
Capo IV, Modalità di Fruizione della Rete Locale, Art. 16 e Art.17, del Regolamento di
attuazione della legge regionale 18 febbraio 2010, n. 12 (Recupero e valorizzazione del
patrimonio escursionistico del Piemonte)”.
6. Infine, a titolo di nota, si ritiene interessante la proposta delineata dal PTO, dell'ipotesi
di allargamento dei confini del Parco Nazionale Val Grande, o di inclusione di parte
dell'area del Mottarone, tenendo conto di tutti i vantaggi che deriverebbero da questa
ipotesi, e cioè:
• l’inserimento dell’area in un circuito turistico di élite culturale nazionale e internazionale;
• la certezza delle cure ambientali costanti grazie ai finanziamenti legati ai parchi
nazionali
• l’apposizione di vincoli graduati che non impedirebbero alcune attività, ma le regolamenterebbero al fine di accrescere sempre più il valore reale del bene.
sabato26novembre2016
Pagina 6 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Una maggiore relazione con il Parco delle Val Grande potrebbe sicuramente promuovere
maggiormente il Mottarone come meta turistica sostenibile e nello stesso tempo promuovere studi e ricerche botaniche e geologiche in sinergia con lo stesso parco.
Lo stesso "Giardino Botanico Alpinia" potrebbe beneficiare di questa relazione scientifica
con il parco.
Parere Bivacco Lago del Bram
La Commissione
vista
• la lettera della sezione di Cremasca “Valle Grana” del CAI indirizzata all’O.T.C.O. Rifugi
del CAI in cui chiede la deroga all’art. 3 del Regolamento Generale Rifugi del CAI per la
costruzione di un bivacco con otto posti letto in località Lago del Bram nel comune di
Demonte in Valle Stura di Demonte;
• la lettera della stessa sezione del 15 dicembre 2015 indirizzata al presidente dell’OTTO
Rifugi e Opera Alpine CAI LPV per la richiesta del parere di costruzione del nuovo bivacco “Roberta Bernardi” in località Lago del Bram;
• il punto 5 del verbale dell’assemblea dei soci della sezione CAI Cremasca - Valle Grama
del 14 gennaio 2016;
• il progetto per la richiesta di diritto di superficie per la costruzione di un bivacco alpino
da ergersi presso il lago del Bram in località San Giacomo di Demonte a quota 2208 slm
a firma dello studio geometri associati Cananvaro Sergio e Davico Carlo redatto nel novembre 2013;
preso atto
• del parere dell’ONTAM Oscar Casanova;
ritiene di formulare il seguente parere in merito alla costruzione di un bivacco presso il lago del Bram:
• un punto di appoggio nella località proposta è interessante perché, concordando con i
proponenti, si trova in zona priva di ricoveri e di particolare interesse scialpinistico ed
escursionistico;
• le soluzioni architettoniche proposte si inseriscono senza particolari problemi nel paesaggio circostante;
• dovranno essere prese in considerazione tutte le dovute precauzioni per la gestione dei
reflui del bivacco che dovranno essere controllate e garantite con scrupolo data al delicatezza idrogeologica del sito. A tal proposito si consiglia di adottare una soluzione simile a quanto utilizzato dal bivacco Giusto Gervasutti al Freboudze in Valle d’Aosta di
sabato26novembre2016
Pagina 7 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
proprietà del SUCAI. Si è utilizzato un modulo WC gestito con un sistema di digestione
dei reflui che separa i liquidi, filtrati e dispersi, dai solidi che vengono accumulati in uno
speciale comparto stagno periodicamente sostituito e smaltito a valle.
Per quanto sopra, la scrivente CITAM ritiene che l’opera possa essere realizzata purché si
utilizzino le raccomandazioni sopra evidenziate.
Concorso fotografico Obiettivo: Binario Vivo
Nel quadro delle iniziative previste per il mese della Mobilità Sostenibile e in particolare
della Giornata delle Ferrovie Dimenticate le Associazioni impegnate nella difesa della Ferrovia Aosta - Pré-St-Didier hanno organizzato il Concorso fotografico OBIETTIVO: BINARIO VIVO con lo scopo di tenere aperto il dibattito sull'attualità e necessità di un potenziamento del trasporto su rotaia in una prospettiva di rilancio turistico e di servizio ad una
mobilità locale non inquinante.
I premi previsti per i primi tre vincitori di ognuna delle tre sezioni in concorso sono stati
offerti rispettivamente:
• per la sezione Ferrovia dall'Associazione Pendolari Stanchi;
• per la sezione Paesaggi, dal Cai Tam Piemonte Valle d'Aosta;
• per la sezione Beni Culturali da Legambiente Valle d’Aosta.
La Commissione ha offerto ai vincitori della sezione Paesaggio pubblicazioni della
CCTAM in materia ambientale ed altre pubblicazioni edite dal CAI.
• Osservazioni presentati insieme alle altre Associazioni Ambientaliste Piemontesi circa il calendario venatorio anno
2016/17
Anche in questa situazione legislativa che vede l'applicazione tout court della L. 157/92
alcuni segnali potrebbero essere dati:
Ungulati
1. modifiche delle Linee guida per caccia di selezione agli ungulati riconducendo tale attività all'interno dei limiti temporali previsti dalla L. 157/92 - Il c. 5 dell'art. 11 quaterdecies della L. 248 /2005 consente (non obbliga) la caccia di selezione "anche al di fuori dei periodi e degli orari di cui alla L. 157/92". Così la prevista anticipazione al 1° agosto prevista dal comma 2 dell'art. 18 della L. 157/92 è una possibilità, non un obbligo.
Le esigenze prioritarie della collettività richiedono che l'attività venatoria sia subordinasabato26novembre2016
Pagina 8 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
ta a detti interessi. L'apertura della caccia al capriolo a giugno e ad altri ungulati ad
agosto è in conflitto con la sicurezza. Con la copertura forestale la caccia non dovrebbe potersi svolgere. Questa riconduzione ai limiti temporali della L. 157/92 non richiede
alcuna modifica legislativa, ma solamente una scelta politica che anteponga gli interessi diffusi a quelli dei cacciatori.
2. la caccia al cinghiale dovrebbe essere condotta nella sola forma della caccia di selezione all'aspetto e senza la cerca. L'uso dei cani (braccata e girata) contribuisce alla dispersione degli animali e all'aumento dei danni
Preaperture
Il comma 2 dell'art. 18 della L. 157/92 subordina la possibilità delle preaperture del 1° settembre all'avifauna migratrice e non migratrice (colombaccio e altri) alla "predisposizione
di adeguati piani faunistico venatori". In Piemonte non esiste un PFV regionale e molti
piani delle province sono scaduti e prorogati. Questa pratica non solo non è opportuna,
ma illegittima.
Specie in declino
Diverse specie sono in grave declino e non dovrebbero essere inserite nel calendario venatorio. Le specie della tipica fauna alpina dovrebbero essere escluse e non solo pernice
bianca e lepre variabile, così pernice rossa e starna.
La legge regionale ha posto il divieto di caccia solo per allodola e pernice bianca ma ben
altre sono le specie previste cacciabili dalla L. 157/92 classificate SPEC 2 e SPEC 3
Canapiglia (Anas strepera)
Codone (Anas acuta)
Marzaiola (Anas quequedula)
Mestolone (Anas clypeata)
Moriglione (Aythya ferina)
Moretta (Aythya fuligula)
Fagiano di monte (Tetrao tetrix)
Pernice rossa (Alectoris rufa)
Pernice sarda (Alectoris barbara)
Coturnice (Alectoris graeca)
Starna (Perdix perdix)
Quaglia (Coturnix coturnix)
Pavoncella (Vanellus vanellus)
Combattente (Philomachus pugnax)
Frullino (Lymnocryptes minimus)
Beccaccia (Scolopax rusticola)
sabato26novembre2016
Spec 3
Spec 3
Spec 3
Spec 3
Spec 2
Spec 3
Spec 3
Spec 2
Spec 3
Spec 2
Spec 3
Spec 3
Spec 2
Spec 2
Spec 3
Spec 3
Pagina 9 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Beccaccino (Gallinago gallinago)
Tortora (Streptopelia turtur)
Allodola (Alauda arvensis)
Spec 3
Spec 3
Spec 3
Inoltre si auspica un rigoroso rispetto dei termini previsti dalll'art. 42 della L. 157/92 e che
il tesserino venatorio regionale piemontese deve essere in possesso di tutti i cacciatori,
foranei compresi.
La città di Avigliana con la collaborazione del CAI e della TAM
dà il benvenuto a “PassoBarbasso”
È stata una giornata veramente memorabile sabato 12 marzo 2016 come lo sono state
negli ultimi anni quelle dei festeggiamenti di tre giorni per il CAI 150, l’accoglienza degli
scrittori accademici italiani (GISM) e tante altre che han fatto di Avigliana una città aperta al turismo escursionistico, alla cultura e ai veri valori della vita. Il fatto di essere
bandiera arancione del TCI ne avvalora il merito, tanto che quest’autunno ospiterà anche
gli scrittori italo-francesi della Savoia e Arco Alpino (AASAA).
Non è a caso quindi che “PassoBarbasso” abbia scelto per la sua assemblea nazionale
denominata RES BARBASSA (la prima in Piemonte) proprio la città di Avigliana. PassoBarbasso è un’associazione culturale escursionistica che dal 2011 organizza passeggiate ed escursioni nella natura, nelle regioni del centro e del nord Italia, dove risiedono i
suoi soci. Essa divulga e pratica il camminare, non come attività agonistica ma come pratica che crea benessere. È formata non da guide professioniste, ma da persone volontarie
col comune amore per la natura, la passione per il camminare, e tanta voglia di condividere questi interessi con gli altri. Ne fanno parte oltre 600 associati residenti, molti di
essi anche soci del CAI, principalmente in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia,
Veneto, Emilia Romagna e Toscana.
Le escursioni sono giornaliere, talvolta di due o tre giorni, e avvengono in piccoli gruppi,
cosa che facilita l’incontro tra le persone. In occasione delle escursioni, i soci sono invitati
ad offrire ospitalità gratuita a quanti vogliano partecipare provenendo da altre regioni o
luoghi non raggiungibili in giornata.
La Città di Avigliana ha accolto a braccia aperte quest’associazione per la quale ha preso
la parola Patrizia Santi (segretario), presenti anche il presidente Andrea Battino, Luca Lazzaro (tesoriere) e Renato Cogno (coordinatore del Piemonte). Patrizia aveva già provato
con noi detto percorso, con la collaborazione del CAI (sempre presente sul territorio)
sabato26novembre2016
Pagina 10 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
nelle figure di Arnaldo Reviglio, anche consigliere comunale e “factotum” dell’intera
amministrazione comunale, che ha rappresentato l’intera giunta e Lodovico Marchisio,
ottimo conoscitore ed amante dei luoghi oggetti dell’escursione, in veste di accompagnatore titolato e in rappresentanza del Gruppo Regionale Piemontese del CAI che ha portato il benvenuto ai graditi ospiti perché la montagna non ha confini e il CAI abbraccia e
simpatizza per ogni gruppo abbia la montagna nel cuore.
Ha chiuso il foltissimo gruppo l’accompagnatore sezionale Beppe Borione del CAI GEB
sezione di Torino, che ha aiutato in modo egregio alcuni aggregati (non soci) meno preparati degli escursionisti iscritti ai vari sodalizi presenti. Al numeroso gruppo si sono aggiunti
soci CAI provenienti da diverse parti della provincia di Torino e anche cittadini aviglianesi. Il percorso di circa 6 ore dilazionato in tutto l’arco della giornata ha avuto come
punto di partenza l’Ostello del Conte Rosso che ha accolto in maniera egregia per due
giorni gli ospiti, proprio davanti alla sede municipale ove il giorno dopo (domenica 13
marzo 2016) l’associazione ha potuto effettuare nella Sala Consiliare offerta dal Comune,
la propria assemblea annuale.
Arnaldo Reviglio con la sua competenza territoriale ha curato la descrizione storica
dell’intero percorso mentre il CAI badava all’incolumità dei partecipanti coadiuvati dai responsabili dell’associazione ospitata. Ecco il percorso effettuato: da piazza Conte Rosso
(brevi cenni storici e descrizione monumenti), Chiesa San Giovanni (breve descrizione e
visita), Torre dell'Orologio, discesa al Pasché, salita per via San Pietro, breve sosta esterna alla Chiesa San Pietro con visita al cimitero monumentale, proseguimento per via Micheletta, Via delle Maddalene, primo attraversamento corso Laghi presso la rotonda del
Lago Piccolo, secondo attraversamento corso Laghi con ingresso su pista circumlacuale,
centro velico spiegando i vari sport nautici sostenibili, ove si è fatta notare anche la piattaforma che sarà presto trasferita dal Lago Grande di Avigliana a Torino (Parco della Pellerina) grazie alla LAC (Lega per l’abolizione della caccia) con la collaborazione della TAM
(Tutela Ambiente Montano del CAI) per la salvaguardia degli anatidi presenti nel parco
torinese, poi proseguimento per il santuario Madonna dei Laghi e “Baia Grande” (qui si è
parlato del bacino idrografico dei laghi). Fine percorso lacustre.
Da notare che in tutti gli attraversamenti stradali siamo stati assistiti dai vigili della città
ospitante a cui va il nostro grazie più sincero. Si è proseguito poi per Via Monte Pirchiriano imboccando il sentiero collinare “CAI 150” sino a raggiungere la cima del Monte Capretto ove vi è stata la sosta pranzo al sacco e l’inaugurazione delle due planimetrie plastificate volute dal Comune dove tra tutte le varie associazioni citate tra cui il CAI Regionale, si è aggiunta ora anche “PassoBarbasso” che ricorderanno per sempre questa meravigliosa accoglienza ricevuta. Tutti i presenti hanno lodato queste due foto panoramiche
sia per il ricordo dell'evento sia per far meglio conoscere ed apprezzare il magnifico scesabato26novembre2016
Pagina 11 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
nario che ci circonda sin dove si può spaziare con lo sguardo dal Monte Capretto (planimetrie simili sono state già poste in passato sul Monte Pezzulano e Rocce Rosse).
Si è proseguiti poi per Pera Piana (residuo glaciale) osservando poco più in alto il monolito denominato da alcuni locali “Cit Cervin” proseguendo poi per la cima delle Rocce Rosse, discesa al Culatè e salita finale al Monte Pezzulano con la breve “ferratina” (chicca
conclusiva) fino a raggiungere i resti del Castello Sabaudo, per rientrare in Piazza Conte
Rosso ove siamo stati ricevuti dal sindaco Angelo Patrizio con la sua solita meravigliosa
accoglienza. La sera del sabato “PassoBarbasso” si è diviso in due gruppi. Uno si è diretto alla Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte, per ammirarne di sera il
panorama che da lì si gode e un altro ha visitato i restanti vicoli del centro storico nella
suggestività della sera. Come detto all’inizio l’assemblea nazionale si è conclusa domenica nella Sala Consiliare con i saluti dell’assessore alla cultura Andrea Archinà.
Parte da Avigliana l'isola salva "anatidi"
L’atollo atto a preservare la protezione della fauna autoctona e alloctona sita nel parco della Pellerina a Torino è stato sistemato in centro al Lago Grande della Pellerina,
prelevato dal lago Grande di Avigliana, alle ore 10 del 16 giugno 2016 ad opera del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco della città di Torino; ma come si è arrivati a tutto
ciò?
L’operazione di protezione della fauna stanziale alla Pellerina è un problema che dura da
anni. Fino al 1995 esisteva sul Lago Grande del parco torinese un atollo simile a questo
ma molto più artigianale, poi le varie alluvioni e l’usura del tempo l’hanno distrutto e approdato alla riva per cedimento dei cavi ancorati sul fondo che si erano rotti, è stato dimesso perché inservibile. Anche un secondo atollo posto nel luglio del 2000 nel Lago
Piccolo dall’assessorato all’ambiente del Comune di Torino, ha avuto vita breve causa la
grave alluvione che ha investito il parco nell’autunno dello stesso anno, che ha divelto gli
ancoraggi e trascinato a riva inservibile anche questo secondo atollo. Da allora in poi vi è
stata l’operazione “Croce Gialla”, nobile iniziativa portata avanti all’estremo a spese del
medesimo e cioè dal volontario Lodovico Marchisio che affezionatosi agli anatidi che
stava proteggendo, ha trascorso più di una notte nel parco per cercare di cogliere in flagrante che di notte rubava le anatre e a volte lasciava le teste mozzate nel parco…
Una mattanza assurda e crudele cui si doveva porre fine. Il volontario in questione, divenuto presidente della Commissione Tutela Ambientale del Club Alpino Italiano per il
Piemonte e la Valle d’Aosta, anche se per ragioni economiche il progetto di vigilanza
continua nel parco era venuto meno, scrive alle autorità cittadine preposte al servizio e
soprattutto, già socio anche della LAC (Lega per l’abolizione della caccia), s’incontra
sabato26novembre2016
Pagina 12 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
con l’allora presidente Roberto Piana che oltre a garantire da sempre l’attiva presenza
della vigilanza ambientale della LAC presente su tutto il territorio, concorda con Marchisio
che pure con l’apporto di volontari di altre realtà ambientali, il territorio da monitorare è
troppo vasto per salvaguardarlo nella sua interezza.
Nasce così l’idea attuale che oggi si è concretata. L’attuale presidente della LAC Marco
Lorenzelli incontra Paolo Ostorero, figlio di Emilio (campione di motocross degli anni ’60)
che col padre gestisce il noleggio di barche e pedalò con un battellino per il giro turistico
del Lago Grande di Avigliana, perpetuando un’antica tradizione di famiglia. Su una piattaforma dimessa ma ancora in buono stato, si annidano decine di anatre che han preso
questa piattaforma come loro residenza abituale, ben accudite dalla famiglia Ostorero.
Anche Marchisio (il socio CAI protettore della Pellerina) si è nel frattempo trasferito ad
Avigliana, ove continua a collaborare con gli Enti locali per la protezione ambientale.
L’unione di queste persone nasce grazie soprattutto alla LAC che s’accorda col proprietario per rimettere a nuovo la piattaforma e con una cifra ragionevole farla propria per trasferirla al Lago Grande della Pellerina. Ottenuti i permessi dal Verde pubblico di Torino, la
ditta Martina Service della Valle di Susa provvede al non facile trasporto.
Per la LAC sono presenti: Marco Lorenzelli, attuale presidente col vice presidente nazionale Roberto Piana, che hanno seguito con Marchisio tutta l’operazione, insieme a molti
operatori della loro vigilanza ambientale, l’associazione che ha realizzato a sue spese,
grazie all’interessamento di Paolo Ostorero, la delicata operazione. Presenti anche gli
operatori del Verde Gestione del Comune di Torino, con diversi operatori in divisa e rappresentati da Emilio Garbarini, facente funzioni del responsabile Alberto Vanza. Da questo
momento in poi il merito maggiore va al nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Torino
che hanno eseguito tutte le non facili operazioni di trasporto e fissaggio in centro al lago
del nuovo atollo.
L’inaugurazione ufficiale dell’ “Isola delle anatre” con il taglio del nastro si terrà domenica
19 giugno 2016 alle ore 15,00 con ritrovo presso l’edificio della Turin Marathon, che alla
Pellerina gestisce la Cascina “La Marchesa” (presso il lago Grande) che ci ha fornito le
strutture (gazebo e sedie), grazie ad un contributo della commissione CAI - TAM del
Piemonte.
È stato anche realizzato un banchetto della LAC per chi ha voluto contribuire e conoscere
meglio quest’associazione.
Manutenzione sentiero Musso a Frabosa
Si è provveduto a ripulire il Sentiero intitolato al presidente della CITAM Francesco Musso a Frabosa oltre che riattrezzare i punti rocciosi dei due percorsi dello stesso sentiero
con l’obiettivo di fare una rivalsa del sentiero Musso con le rocce di Costabella.
sabato26novembre2016
Pagina 13 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
E’ stato messo in sicurezza il tratto di cima dove è stato posato l’alloro in ricordo di Francesco Musso.
Si vogliono rivalorizzare i 2 sentieri anche nella parte alpinistica che fa loro da collante.
Si prevede anche l’inaugurazione dei nuovi tratti messi in sicurezza, nello spirito di Francesco senza tanto clamore, un incontro tra amici
Corso ONTAM
Alcuni ORTAM hanno partecipato con successo al corso per Operatori nazionali TAM.
Lettera su valorizzazione delle strade di alta quota delle Valli
Susa e Chisone al sindaco di Usseaux e al servizio sviluppo
montano e rurale della città metropolitana di Torino
Le associazioni componenti il coordinamento regionale Noi nelle Alpi già da alcuni anni si
sono impegnate nel confronto con gli Enti territoriali sui progetti di valorizzazione della
rete stradale d’ alta quota delle Valli Susa e Chisone partecipando attivamente anche alla
definizione del Protocollo d’ intesa su questa materia che fu poi approvato dalla Giunta
Provinciale di Torino il 18 febbraio 2014 con prot. 75-1263.
Dopo tale approvazione, tuttavia, il Protocollo stesso non è stato compiutamente messo
in opera. In particolare non sono state definite, nonostante le sollecitazioni da noi presentate, le procedure per l’ adesione/partecipazione delle associazioni né risulta avviata
con tutti i componenti previsti l’attività del Comitato Tecnico che avrebbe dovuto coordinare le azioni oggetto del Protocollo.
In tal modo anche per l’anno in corso Noi nelle Alpi ha appreso solo a posteriori dai mezzi di informazione che si era svolto a Pinerolo un incontro degli Enti territoriali interessati, era stato rinnovata per il 2016 l’abituale regolamentazione estiva per la strada dell’ Assietta ed erano state dibattute anche alcune interessanti proposte relative a nuove modalità di fruizione e possibili pedaggi.
Nel ribadire la disponibilità e l’ interesse delle associazioni riunite nel coordinamento Noi
nelle Alpi a dare un fattivo contributo all’ elaborazione di progetti di valorizzazione sostenibile della rete stradale d’ alta quota , come previsto dall’ art. 7 del Protocollo d’ intesa,
chiediamo pertanto venga data piena attuazione al Protocollo stesso , definendo e comunicandoci la modalità di adesione degli attori associativi e consentendo al Comitato
Tecnico di completare la propria costituzione ed avviare un confronto ampio e partecipato sulla strada dell’ Assietta e le altre strade bianche e militari del territorio.
sabato26novembre2016
Pagina 14 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Monitoraggio della manifestazione del 5 agosto 2016 alla capanna Amianthe
Dopo il comunicato del sindaco di Ollomont, nel quale assicurava che soltanto anziani e
disabili avrebbero usufruito del servizio di trasporto di elicottero in occasione della manifestazione del 5 agosto al rifugio Amianthé, si è deciso di verificare sul campo
l’andamento della “manifestazione”;
• la manifestazione è stata rinviata di un giorno, e si è deciso di andare a controllare, in
via non ufficiale.
• dall'incrocio di testimonianze e foto è emerso che i pochi partecipanti all’iniziativa (circa
una ventina, mentre l'anno scorso erano 85) non erano né anziani né disabili;
• sono state effettuate 5 rotazioni, di cui una di servizio;
• un socio CAI ha avuto problemi con il sindaco di Ollomont, che si trovava al rifugio. Il
sindaco ha aggredito verbalmente il nostro socio intimandogli di andarsene da Ollomont;
• Non sono state notate persone con problemi di disabilità, né bandiere o contrassegni
visibili delle associazioni per disabili citate dal comunicato del sindaco di Ollomont.
Escursione all’Alpe Brunne - Alagna Valsesia
Si è lasciato il piazzale dell'Acqua Bianca (m 1500 circa) e oltrepassato un torrente su un
ponte in legno, si incontra un bivio, ove si prosegue sulla destra imboccando il sentiero
207 (ex 7a) per il Colle del Turlo.
Tra i rami si intravede la Casa del Parco con il suo orto botanico; si prosegue risalendo
con moderata pendenza su un'ampia mulattiera con agevoli tornanti all'ombra di un fresco bosco di larici.
In corrispondenza di un tornante (m 1821, ore 0.45), sulla sinistra si distacca il sentiero
con segnavia 7e, mentre il nostro itinerario prosegue verso il Passo del Turlo.
All'uscita del bosco, in prossimità del guado di un torrente, si arriva all'Alpe Mittlentheil (m
1954, ore 1.10): il sentiero 207 prosegue sulla destra, mentre noi si imbocca a sinistra il
sentiero con segnavia 207d verso l'Alpe Testanera.
A quota 2150 (circa 2 ore dalla partenza) si stacca sulla destra un sentiero che in pochi
minuti conduce all’Alpe Brunne, meta della escursione, dove i partecipanti sono stati accolti dalla “maestra pastora” Marta che con la sua contagiosa energia ci ha coinvolto
nell’attività dell’alpeggio.
La maestra pastora Marta e il pastorello sono stati intervistati; copia dell’intervista sarà
pubblicata sul sito della CCTAM.
sabato26novembre2016
Pagina 15 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Bilancio positivo per il corso TAM in Val Borbera del CAI piemontese e valdostano
La CITAM CAI (Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle
d’Aosta) ha organizzato per sabato 24 e domenica 25 settembre in Val Borbera, in provincia di Alessandria, un importante corso di aggiornamento per Operatori TAM.
L’area di studio è il “territorio delle Quattro Province” (montagna che unisce: cioè
Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza, province che condividono il crinale appenninico lungo il quale si articola anche il confine politico delle quattro regioni di appartenenza).
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, i diversi versanti e le valli secondarie che
da questa parte dell’Appennino si dipanano, presentano un’identità culturale omogenea
che si manifesta in usanze e tradizioni comuni, e in particolare musiche e antichi balli
eseguiti con l’accompagnamento di strumenti tipici di questi luoghi.
Un altro evidente aspetto comune a tutto questo territorio è l’abbandono, cominciato
nella seconda metà del secolo scorso, di molti borghi che si sono trasformati in paesi
fantasma animati, quando va bene, solo nel giorno della festa patronale.
Il corso e convegno è iniziato alle ore 9.30 di sabato 24 settembre con ritrovo presso il
museo civico di Storia Naturale G. Gardella sito in via Aldo Fossati a Stazzano (uscita
autostrada a Serravalle Scrivia).
Dopo l’accoglienza del direttivo (presenti il presidente Andrea Sappino, Daniele Dan,
Albino Scarinzi, Maria Grazia Gavazza e Renzo Ruggia in veste di vicepresidente
Commissione Centrale TAM) per la registrazione dei partecipanti, vi è stato il benvenuto
del sindaco di Stazzano Pier Paolo Bagnasco e dei rappresentanti della sez. CAI di Novi
Ligure tra i quali il vicepresidente Beppe Calcagno che ci hanno organizzato in maniera
encomiabile il convegno con Maria Grazia Gavazza, facente anche parte del direttivo CITAM/PV.
Quindi il direttore del Museo Fabrizio Silvano ci ha dato anch’egli il saluto di accoglienza
facendoci visitare le cinque sale con tutti i reperti contenuti in esse dalla “Scienza della
terra” (litologia, mineralogia, paleontologia), prima sala che contiene anche alcuni fossili di vecchie piante ritrovate sommerse sotto l’alveo dei fiumi, passando poi alle sale
successive della zoologia (seconda sala gli uccelli, terza sala i vertebrati, quarta sala gli
invertebrati, con una serie notevole di animali imbalsamati, vi è persino un lupo che era
stato investito, ma nessuno degli animali contenuto nel museo è stato ucciso per essere
poi qui immesso) per passare poi alla quinta e ultima sala ove sono contenute molte specie botaniche con alcuni esempi di erbari. Nella sala superiore è stato allestito un “diaporama” a cura di Piella Silvio, presidente gruppo naturalisti di Stazzano, che ci ha introdotto, attraverso immagini delle quattro stagioni, sulle località che andremo a visitare in
questi due giorni di permanenza in Val Borbera.
sabato26novembre2016
Pagina 16 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Ci siamo poi trasferiti in auto alla località di partenza per Rivarossa, borgo abbandonato,
sede di un bivacco ricavato in un’antica abitazione restaurata dalla sezione CAI di Novi
Ligure, raggiunto il quale in un’ora e mezza circa di camminata (350 m di dislivello),
accompagnati da Antonio Repetto e Maria Grazia Gavazza, abbiamo potuto godere
della superlativa accoglienza della sezione CAI locale che ha allestito all’interno del locale
un vero banchetto con salumi e formaggi locali, torte ed ogni altro ben di Dio offerti dalla
sezione.
Da qui ci siamo poi trasferiti in cinque minuti all’adiacente chiesetta di Rivarossa (750 m)
ove è stato possibile godere dall’alto della vista dello spettacolare canyon del torrente
Borbera con l’intervento didattico di Irene Zembo, geologa, che ci ha fornito esaustive
informazioni sulle caratteristiche geologiche del passato e di Silvio Piella che ci ha illustrato gli aspetti naturalistici e antropologici. Siamo poi discesi per un sentiero ad anello un
po’ sassoso per trasferirci in auto verso l’alta Val Borbera per osservazioni geologiche a
livello del torrente sul ponte delle Strette di Pertuso che sono una spettacolare gola fluviale, sempre seguiti nelle spiegazioni dalla geologa Irene Zembo. Verso le 16 ci siamo
quindi trasferiti alla Colonia Don Bosco di Capanne di Cosola, luogo del pernottamento, completamente riallestito dal CAI di Novi Ligure e dato in gestione al socio Giovanni
Brocca e gentile consorte Doriana. Si è compiuta poi una breve escursione (230 m circa
di dislivello) per raggiungere in 50 minuti scarsi il Monte Chiappo (1699 m), punto
d’incontro delle province di Alessandria, Pavia e Piacenza, sulla cui cima ci attendevano
per osservazioni e lettura del paesaggio gli operatori TAM della sezione di Novi Ligure e
collaboratori locali con interventi di Giorgio Ravazzi entomologo, Paolo Ferrari antropologo e Laura Gola naturalista. Scesi vi è stata la cena presso il ristorante Capanne di
Cosola con prodotti tipici del territorio, deliziati fra l’altro da Cesare (alla fisarmonica) e
Gabriele (al flauto) che ci hanno intrattenuto con musica tipica delle quattro province.
Al mattino seguente nella struttura ospitante ci è stata servita un’ottima colazione con torte fatte a mano preparate con cura dalle infaticabili socie e collaboratrici del CAI di Novi
Ligure. Dopodiché ci siamo trasferiti in auto verso il Monte Antola (1597 m) con una sosta lungo il percorso per esaminare un habitat d’interesse comunitario molto importante e
peculiare col nome di “sorgenti pietrificanti” con formazione di tufi (cratoneurion). Arrivo
quindi in auto successivamente alle Capanne di Carrega ove siamo stati accolti e accompagnati per tutto il corso della giornata dal guardaparco delle aree protette
dell’Appennino Piemontese Giacomo Gola. Alle ore 10 siamo partiti per l’escursione verso il Monte Antola, lungo la linea di crinale che separa o meglio unisce Liguria (Parco
dell’Antola) e Piemonte (SIC). Interventi didattici sulle caratteristiche di questo ambiente
che vede la presenza costante del lupo e di tante forme di vita esclusive della zona
in oggetto.
sabato26novembre2016
Pagina 17 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Lasciata quindi l’auto nei pressi di Capanne di Carrega (1370 m slm.) si è imboccato tra i
faggi, il sentiero CAI 200 che segue il percorso naturale del crinale fino ad arrivare al
Passo Tre Croci (1494 m). Da qui si continua tra boschi e pascoli fino alla vetta del M. Antola (1597 m) con uno sviluppo totale del percorso di 6,4 km. Abbiamo impiegato con
le numerose ed esaustive soste per le spiegazioni poco meno di 3 ore (con andamento
diretto in 2 ore si sarebbe raggiunta la vetta, ma si sarebbe persa quest’importantissima
lezione, facente parte dell’aggiornamento).
Dalla vetta dopo le necessarie foto di rito abbiamo raggiunto direttamente in circa 15 minuti di discesa il rifugio Parco Antola (1460 m), gestito dal CAI Ligure ove si è consumato il pranzo al sacco e dove alcuni soci hanno pregustato le delizie locali. Il ritorno ha
comportato circa 370 m di dislivello in salita per ritornare al colletto dal rifugio e i due
tratti in salita facenti parte del percorso che all’andata ci avevano fatto perdere terreno.
Esemplare fanalino di coda addetto a chiusura del folto gruppo è stato il socio del CAI di
Novi Luca Raddavero, che ha compiuto nel migliore di modi l’incarico che gli è stato affidato. Il corso – convegno si è concluso nell’Agriturismo Capanne di Carrega ove i partecipanti rimasti hanno potuto ancora una volta godere dei prodotti locali.
Audizione Approvazione di nuove modalità della L.R. 15/1988
“Disciplina delle attività di volo alpino ai fini della tutela ambientale revoca della deliberazione della Giunta Regionale n.
4898 del 22/12/2003
La giunta regionale della Valle d’Aosta ha inviato copia dell’atto amministrativo che modifica la legge regionale 15/1988. La Commissione ha proposto di prevedere la massima
divulgazione online delle mappe georefenziate delle aree interessate da eliski, in particolare la pubblicazione con libero accesso ad esse anche nei siti dei Comuni interessati, in
modo che sci alpinisti e ciaspolatori siano preventivamente informati delle aree di atterraggio in quota.
Le concessioni pagate dalle società di eliski non siano intascate dai comuni ma dalla regione per finanziare il soccorso alpino.
Se una concessionaria o una sua guida alpina sono coinvolti in un incidente anche lieve
(valanga o altro) facendo eliski sia immediatamente sospesa la concessione senza rimborso.
Osservazioni su alcuni disegni di legge del coordinamento “Noi
nelle Alpi”
sabato26novembre2016
Pagina 18 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Disegno di legge n. 213 "Revisione della disciplina regionale in materia di sicurezza
nella pratica degli sport invernali. Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n.
2“
Osservazioni di carattere generale
Le osservazioni del presente documento riguardano soprattutto la regolamentazione del
volo a motore in zone di montagna. Riteniamo che per ragioni ambientali (inquinamento,
rumore, disturbo della fauna), etiche (esistono già molteplici occasioni per andare in montagna e sciare senza fatica) ed economiche (attività come l’eliski, oltre ad avere scarse
ricadute economiche locali, danneggiano altre iniziative turistiche a debole impatto ambientale che a fatica si stanno imponendo sul territorio montano della Regione) l’utilizzo di
velivoli a motore per scopi ludici debba essere vietato in tutte le zone di montagna.
Un’opzione coerente con l’orientamento prevalente a livello internazionale, dove la pratica
dell’eliski è strettamente regolamentato in tutte le nazioni dell’arco alpino: l’eliski è infatti
vietato in Francia, Germania, Slovenia e Liechtenstein mentre è limitato a poche stazioni
in Austria e Svizzera. L’eliski è anche vietato nelle province autonome di Trento e Bolzano, comprensori che, evidentemente, puntano a un turismo qualificato, rispettoso
dell’ambiente e in grado di garantire maggiori ricadute economiche. Il DDL in questione
rischia, attraverso le deroghe concesse, di trasformare le montagne del Piemonte in una
sorta di luna park per elicotteri, a scapito di una fruizione sostenibile della montagna.
Proponiamo che per una seria regolamentazione del volo a motore su zone di montagna
si riparta dal testo della legge approvata in testo unificato dal Senato il 26 settembre 2000
(S. 2970-3175-3821 - Disciplina dei voli in zone di montagna).
Osservazioni all’articolo 18
(Inserimento dell'articolo 28 bis nella l.r. 2/2009)
Riteniamo che non debbano essere rilasciate le deroghe previste al comma 2. In particolare, tali deroghe non dovrebbero assolutamente interessare i siti Natura 2000.
Desta perplessità il fatto di aver individuato nelle Unioni montane (o nei Comuni) il soggetto deputato all’individuazione delle avio superfici ed elisuperfici di base e di recupero e
all’autorizzazione dei piani di volo (comma 3).
Le autorizzazioni previste al comma 10 ci paiono troppo permissive, mentre anche il volo
finalizzato al trasporto di cose o a servizi di gestione tecnica dovrebbe essere in qualche
modo regolato. La formulazione di “cause riconosciute di pubblica utilità” (comma 10d),
si presta facilmente ad essere utilizzata per aggirare le altre prescrizioni previste dalla
legge.
Osservazioni all’articolo 24
(Modifiche all' articolo 40 della l.r. 2/2009)
sabato26novembre2016
Pagina 19 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Si esprime contrarietà a sostenere con fondi pubblici il potenziamento del patrimonio impiantistico delle aree sciabili e la gestione ordinaria e straordinaria degli impianti. Riteniamo inopportuno che in un periodo di difficoltà economiche come l’attuale, in cui si attuano forti riduzioni di molti servizi pubblici, la Regione Piemonte adotti misure di sostegno
finanziario a favore di attività private che danneggiano l’ambiente, causando impatto negativo sul turismo e su altre forme di fruizione ambientalmente compatibili della montagna
avendo inoltre scarse ricadute economiche.
Proposta di Legge n. 103 “Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2
(Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da
fondo in attuazione della normativa nazionale vigente ed interventi a sostengo della
garanzia delle condizioni di sicurezza sulle aree sciabili, dell’impiantistica di risalita
e dell’offerta turistica)”
Osservazioni di carattere generale
In linea di massima ribadiamo quanto affermato a proposito del ddl n. 213 Le osservazioni riguardano soprattutto la regolamentazione del volo a motore in zone di montagna. Riteniamo che l'utilizzo di velivoli a motore per scopi ludici debba essere vietato in tutte le
zone di montagna: infatti la nostra posizione è giustificata da ragioni ambientali (inquinamento, rumore, disturbo della fauna), dal fatto che esistono già molteplici occasioni per
andare in montagna e sciare senza fatica; inoltre l’eliski, oltre ad avere scarse ricadute
economiche locali, danneggia altre iniziative turistiche compatibili con il territorio, che a
fatica si stanno imponendo sul territorio montano della Regione. La pratica dell’eliski è
strettamente regolamentato in tutte le nazioni dell’arco alpino: è infatti vietato in Francia,
Germania, Slovenia e Liechtenstein mentre è limitato a poche stazioni in Austria e Svizzera. L’eliski è anche vietato nelle province autonome di Trento e Bolzano, comprensori
che, evidentemente, puntano a un turismo qualificato, rispettoso dell’ambiente e in grado
di garantire maggiori ricadute economiche.
Il DDL in questione rischia, attraverso le deroghe concesse, di trasformare le montagne
del Piemonte in un motivo di richiamo per elicotteri, a scapito di una fruizione sostenibile
della montagna.
Proponiamo che per una seria regolamentazione del volo a motore su zone di montagna
si riparta dal testo della legge approvata in testo unificato dal Senato il 26 settembre 2000
(S. 2970-3175-3821 - Disciplina dei voli in zone di montagna).
Osservazioni all’art. 2
(Inserimento dell'articolo 28 bis alla l.r. 2/2009)
sabato26novembre2016
Pagina 20 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
La possibilità totale di derogare dal divieto di cui al comma 1, rende quest’ultimo del tutto
inefficace. In particolare, nelle aree definite dalle lettere a e b non dovrebbe essere concessa alcuna deroga. Conseguentemente, si richiede di eliminare il comma 8.
Desta perplessità il fatto di aver individuato nelle Unioni montane (o nei Comuni) il soggetto deputato all’individuazione delle avio superfici ed elisuperfici di base e di recupero e
all’autorizzazione dei piani di volo (comma 4).
Le autorizzazioni previste al comma 11 sono eccessivamente permissive. Anche il volo
finalizzato al trasporto di cose o a servizi di gestione tecnica dovrebbe essere in qualche
modo regolato. Troppo generica la formulazione di “cause riconosciute di pubblica utilità”
(comma 11d), che si presta facilmente ad essere utilizzata per aggirare le altre prescrizioni
previste dalla legge.
Proposta di legge n. 157 “Divieto della pratica di eliski sul territorio regionale”
Osservazioni di carattere generale
La pdl 157 affronta in modo esaustivo e convincente il problema dell’utilizzazione a fini
ludici di mezzi aerei in ambito montano. Si ritiene che il divieto assoluto sia l’unica strada
percorribile per fare in modo che l’offerta turistica del Piemonte si mantenga su elevati
livelli qualitativi e si caratterizzi sempre più per iniziative coerenti con le non più differibili
esigenze di tutela ambientale.
Proposta di Legge n. 208 “Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2
(Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da
fondo in attuazione della normativa nazionale vigente ed interventi a sostengo della
garanzia delle condizioni di sicurezza sulle aree sciabili, dell’impiantistica di risalita
e dell’offerta turistica)” e abrogazione del comma 8 dell’articolo 27 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela e uso del suolo)”
Osservazioni di carattere generale
Il parere sulla pdl è fortemente negativo per il generale allentamento dei vincoli posti
all’attività edilizia in ambito alpino.
Osservazioni all’art. 22
(Abrogazione del comma 8 dell'articolo 27 della l.r. n. 56/1977)
Si esprime la più totale e assoluta contrarietà all’abrogazione del comma 8 dell’art. 27
della legge 56/1977, la quale consentirebbe un incremento delle possibilità edificatorie in
ambiti estremamente fragili e di elevato valore ambientale.
sabato26novembre2016
Pagina 21 di 22
Club Alpino Italiano
Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano
Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018
Parere sulla ristrutturazione del rifugio Willy Jervis
La Commissione vista la relazione illustrativa del progetto municipale di ristrutturazione
edilizia ai sensi del DPR 380/2001 redatta dall’arch. Bottin, la relazione tecnica integrativa
a progetto di riqualificazione e adeguamento antincendio del rifugio Willy Jervis redatta
dall’arch. Bottin il 14/07/2016, gli allegati progettuali; preso atto delle necessità di adeguare il rifugio Willy Jervis alla normativa vigente
ritiene di formulare il seguente parere in merito alla ristrutturazione edilizia del rifugio Jervis:
• la ristrutturazione è necessaria per adeguare la struttura alla normativa vigente;
• le soluzioni architettoniche proposte si inseriscono senza particolari problemi nel paesaggio circostante;
• dovranno essere prese in considerazione tutte le dovute precauzioni per la gestione della nuova parte in progetto; in particolare si raccomanda particolare attenzione alla manutenzione delle parti in legno che saranno installate;
• si raccomanda di svolgere i lavori recando il minor disturbo possibile all’ambiente circostante limitando l’utilizzo di mezzi motorizzati e di viaggi in elicottero;
• si raccomanda di svolgere i lavori in periodo da recare il minor disturbo possibile alla
fauna che vive nelle zone circostanti il rifugio.
Per quanto sopra, la scrivente CITAM ritiene che l’opera possa essere realizzata auspicando che siano seguite le raccomandazioni sopra evidenziate.
il presidente della CITAM
Andrea Sappino
sabato26novembre2016
Pagina 22 di 22