Attività anno 2016 - CAI TAM Piemonte e Valle d`Aosta
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Attività anno 2016 - CAI TAM Piemonte e Valle d`Aosta
Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Relazione attività anno 2016 Si riportano cronologicamente le principali attività svolte nel 2016 dalla CITAM Piemonte e Valle d’Aosta: Scomparsa cigno nel Parco della Pellerina La Commissione ha preso posizione sulla scomparsa dell’ultimo cigno nel Parco Pellerina di Torino con un articolo pubblicato su Lo scarpone e consultabile al sito: http://www.loscarpone.cai.it/news/items/parco-pellerina-di-torino-scomparco-lultimocigno.html Lettera del Coordinamento “Noi nelle Alpi” sulle Guardie Ecologiche Volontarie nel territorio torinese. La Commissione fa parte del coordinamento “Noi nelle Alpi” che ha inviato la seguente lettera al sindaco della Città Metropolitana di Torino, dott. Piero Fassino, al Consigliere delegato, dott.ssa Gemma Amprino e al dirigente del Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica e Aree protette, vigilanza ambientale, dott. Gabriele Bovo: OGGETTO: attività delle Guardie ecologiche Volontarie Abbiamo avuto notizia che in questi giorni sta circolando tra gli amministratori delle valli pinerolesi un documento contenente dure critiche alle Guardie ecologiche della Città metropolitana . Le associazioni riunite nel coordinamento regionale Noi nelle Alpi, da tempo impegnate nella promozione di un turismo sostenibile in montagna e di pratiche sportive a basso impatto sull' ecosistema, ritengono necessario esprimere il proprio punto di vista su quanto espresso nel documento sopracitato. Abbiamo sempre dimostrato, negli incontri pubblici come nei progetti da noi presentati, di non essere aprioristicamente “nemici” di quanti praticano il trial o altre forme di attività motoristica, né di volere l' esclusione totale di tale pratica nel territorio montano. Riteniamo tuttavia che, proprio per la fragilità che caratterizza l' habitat delle valli ed i sedimi delle strade e sentieri che le percorrono, che vadano poste regole precise alla loro fruizione con mezzi motorizzati n modo tale da non recare danno né ad altre utilizzazioni ludico sportive né alle attività economiche che vi hanno sede. D' altro canto ci sembra che questi siano i principi ispiratori della Legge Regionale 32/82 “Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale" art. 11 e seguenti, principi poi nettamente ribaditi nella circolare esplicativa della Giunta Regionale del 29/03/2010. sabato26novembre2016 Pagina 1 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 La stessa legge indica poi come “La vigilanza sull'osservanza della presente legge e l'accertamento delle violazioni relative sono affidati al personale del Corpo Forestale, alle guardie di caccia e pesca, agli agenti di polizia locale, urbana e rurale, ed alle guardie ecologiche volontarie. I Comuni, le Province, le Comunita' Montane dispongono, mediante il personale di cui al 1° comma, anche su segnalazione e denuncia presentata da Enti, Associazioni o da singoli cittadini che dichiarino la loro identita', immediati sopralluoghi e verifiche per pervenire all'accertamento di eventuali trasgressioni…… La L.R. 32 negli scorsi anni è stata fatta oggetto di numerosi attacchi e tentativi di depotenziarne i contenuti, ma soprattutto è risultata assai poco rispettata, soprattutto per la difficoltà degli enti preposti di esercitare un adeguato controllo sul vasto territorio collinare e montano , anche per la ormai cronica carenza di personale. Non si contano i casi di violazione, i sentieri escursionistici (quando non le stesse pendici montane) rovinati dal passaggio di mezzi motorizzati, le strade per esbosco rese impercorribili, la totale assenza del controllo sull' inquinamento acustico di gare e circuiti, le aggressioni verbali e in qualche caso fisiche contro chi cercava di controllare. Le GEV si sono trovate ad essere spesso vittime di questa situazione, chiamate a svolgere la propria attività, peraltro volontaria, in situazioni oggettivamente difficili e di isolamento. Certo non si può escludere qualche caso di eccesso di severità o qualche errore, ma non sono mai stati segnalati casi di aggressione da parte di GEV nei confronti di chicchessia mentre d’ altro lato è sempre stato possibile il ricorso contro sanzioni ritenute ingiuste. Siamo convinti che esistano gruppi di praticanti di trial , enduro, quad corretti, rispettosi dei limiti di velocità e dei tracciati consentiti, sinceramente appassionati della montagna e dei suoi panorami , così come d' altro lato esistono anche appassionati di Mountain Bike indisciplinati e pericolosi o escursionisti incuranti dei rifiuti che abbandonano. Anche per questo abbiamo ripetutamente proposto che vengano aumentati i controlli, sanzionati severamente tutti i comportamenti dannosi e favorito invece , nel caso di mezzi motorizzati, un uso non frettoloso ed individuale di percorsi quali la strada dell' Assietta ed altre strade bianche. Ci preoccupa perciò un documento che cerca di delegittimare una delle poche istituzioni che si impegna a far rispettare le regole e lo fa in assenza di altre forze di vigilanza. sabato26novembre2016 Pagina 2 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Ci permettiamo infine di osservare come sia la realtà stessa (eventi climatici dannosi, sforamenti ripetuti dei parametri relativi all' inquinamento atmosferico, frane e disssesti idrogeologici) ) a porci di fronte alla necessità di comportamenti sempre più responsabili nei confronti del territorio. Nella speranza che questo agire virtuoso diventi frutto soprattutto di accresciuta coscienza civile, non ci sembra possibile per il momento, soprattutto da parte dei rappresentanti degli enti territoriali, rinunciare ai controlli o depotenziare vigilanza e attività sanzionatoria. Piemonte: le associazioni unite contro la caccia Il coordinamento ambientalista, di cui fa parte anche la Commissione, ha mandato una lettera alla Regione con delle osservazioni al decreto “Tutela della fauna e gestione faunistico - venatoria in Piemonte”, in quanto sono presenti norme contraddittorie. Il coordinamento ambientalista del Piemonte è un’unione di diverse associazioni senza finalità di lucro che s’incontrano periodicamente per vigliare a tutela dell’ambiente naturale e degli animali che in esso vivono. Tra questi figurano enti a rinomanza nazionale estesi a tutto il nostro territorio quali il Club Alpino Italiano TAM (Commissione Tutela Ambiente Montano) Piemonte - Valle D'Aosta, l’E.N.P.A. (Ente Nazionale Protezione Animali), la LAC (Lega per l’abolizione della caccia), La LAV (Lega Anti Vivisezione), Legambiente, la L.I.D.A. (Lega Italiana per i Diritti dell’Animale), la L.I.P.U. (Lega Italiana Protezione Uccelli), Mountain Wilderness, l’O.I.P.A. (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), Pro Natura, S.O.S. GAIA (Commissione di Lavoro della “Ecospirituality Foundation”), WWF (World Wife Fund) e altre associazioni a livello regionale. Le problematiche affrontate in passato da alcune di queste associazioni non prettamente rivolte solo alla difesa della fauna riguardavano e riguardano tuttora l’uso indiscriminato di mezzi meccanici sui sentieri, l’uso dell’eliski per attività ludiche, etc. La problematica attuale, in cui vede tutte le associazioni unite, riesamina invece la caccia e la sua regolamentazione in quanto l’attuale disegno di legge si presta a giuste perplessità per quanto riguarda gli aspetti democratici legati alle vicende referendarie regionali, di trasparenza e di partecipazione, in quanto non affronta in modo organico e tecnicamente accettabile le problematiche legate alla gestione della fauna selvatica. A tale proposito le associazioni prima citate hanno firmato congiuntamente una lettera che tende a porre alcune osservazioni sul ddl 182/2015 “Tutela della fauna e gestione faunistico - venatoria in Piemonte”, in quanto sono presenti in tale decreto norme contraddittorie e di non chiara interpretazione. Ricordiamo a tale proposito gli aspetti più sabato26novembre2016 Pagina 3 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 caratterizzanti del quesito referendario del 1988 e che, causa la politica ostruzionistica di allora, non ha mai potuto essere sottoposto al giudizio degli elettori. La drastica riduzione delle specie cacciabili (limitate a cinghiale, lepre e fagiano), il divieto di praticare l’attività venatoria nelle giornate di domenica e su terreno coperto da neve, l’abolizione dei privilegi – in termini di carniere consentito – concessi alle aziende faunistico-venatorie sono aspetti determinanti sui quali non transigono le associazioni a difesa del nostro territorio mentre l’attuale disegno di legge si limita a fissare principi molto generali e demanda a successivi provvedimenti della Giunta la definizione degli aspetti più caratterizzanti l’attività venatoria: ad esempio specie cacciabili, periodi di caccia, definizione dei carnieri, ecc. Sono infatti ben 13 i regolamenti di attuazione che la Giunta Regionale dovrà approvare per poter regolamentare l’attività venatoria: ad essi vanno ovviamente aggiunti il calendario venatorio ed i piani per il prelievo di determinate specie. Appare evidente come tale scelta sia stata suggerita soprattutto dalla volontà di impedire che, su un testo più preciso, possa essere riproposto il quesito del referendum del 1988, possibilità questa esplicitamente affermata in una delle numerose sentenze che hanno contraddistinto l’ormai quasi trentennale vicenda referendaria. Tuttavia, ci pare che lasciare alla Giunta Regionale il compito di stabilire le più importanti norme per l’esercizio venatorio rappresenti un atto di scarsa democrazia, trasparenza e partecipazione. Descrivere tutte le problematiche derivanti da questi non chiari emendamenti quali la proposta di commercializzazione della carne degli animali abbattuti, il mancato divieto di allevamento ad esempio del cinghiale e l’incentivazione dell’attività venatoria a questa specie, anche attraverso l’immissione di questi animali in apposite aree, determinerà l’incremento dei danni alle attività agricole. L’attuale disegno di legge, ove approvato, porterà quasi sicuramente a effetti opposti a quelli che si vogliono perseguire, e cioè una riduzione nel numero di specie che interferiscono con le attività agro-pastorali. Infatti, a titolo esplicativo l’esperienza dei piani di prelievo ai cinghiali ha ampiamente dimostrato come il mondo venatorio non abbia alcun interesse al fatto che il numero di questa specie diminuisca e agisce quindi in modo contradditorio perché ciò non accada. La possibilità di trarre dalla propria attività non solo soddisfazione e piacere, ma anche un tornaconto economico, causerà quindi un ulteriore peggioramento della situazione. L’istituzione di aree recintate per il prelievo di ungulati provenienti da allevamenti, appare un’ipotesi del tutto assurda e ingiustificata, innanzitutto perché favorisce la prolisabato26novembre2016 Pagina 4 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 ferazione di allevamenti di tali animali, che invece dovrebbero essere rigorosamente vietati. Quando un cinghiale non può fuggire infatti è aggredito dai cani ed impazzendo dalla paura, si difende causando gravi ferite ai segugi impiegati. Le volpi seppellite vive in cunicoli sotterranei per allenare i cani da tana rappresentano una espressione di inusitata crudeltà e barbaria. Le aree recintate per l’allenamento dei cani non possono essere accettate da una società che si professa civile come la mancata tutela delle specie in declino numerico o a rischio di estinzione. Da quanto sin qui esposto in maniera molto sintetica si evince che il testo presentato dalla Giunta Regionale non può essere preso in considerazione come testo base al fine di un confronto sulle problematiche di settore. A tale proposito il DDL 182, per le considerazioni fatte, è considerato tuttora inaccettabile dalle associazioni che hanno sottoscritto tale resoconto qui riassunto nella sua essenzialità. Osservazioni sul progetto di riqualificazione ambientale del Mottarone Vetta- riorganizzazione viabilità di accesso alla vetta e valorizzazione percorso ciclabile e pedonale da Mottarone Vetta a località Alpina mediante ponte su cavo”. La Commissione, venuta a conoscenza del progetto di riqualificazione ambientale del Mottarone - Vetta, ha ritenuto necessario chiedere al Comune di Stresa copia della documentazione progettuale per esprimere un proprio parere in merito. Dopo attenta analisi, la Commissione ritiene di porre all’attenzione del Comune di Stresa, dei proponenti e dei progettisti i seguenti punti: 1. alla luce del Progetto territoriale operativo (PTO) della Regione Piemonte , del progetto di riqualificazione ambientale del Mottarone Vetta e degli accordi di programma in atto con la famiglia Borromeo, si ritiene importante la possibilità di trasformare l'area della vetta in una zona pedonale e ciclabile, vietando il traffico alle auto e mezzi motorizzati e promuovendo iniziative di trekking e di mountain bike. 2. per la attuazione di un programma di sviluppo sostenibile nell'area, la Commissione ritiene opportuno che venga attuato lo specifico accordo di programma con la Regione Piemonte per la ristrutturazione dell'impianto funiviario e, attraverso lo stesso, vengano promosse coerenti politiche di trasporto pubblico attraverso la funivia che limitino i mezzi motorizzati, in modo da rendere sostenibile il programma di investimento che la Regione ha in atto per la riqualificazione dell'offerta turistica. sabato26novembre2016 Pagina 5 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 3. visto il ricco catasto sentieristico della Regione Piemonte nell'area del Mottarone, si ritiene opportuna una valorizzazione integrata di tutti gli itinerari presenti, in particolare le tratte del Catasto Escursionistico Piemontese VL1 Mottarone-Stresa, il VM2 e VM3 Mottarone - Baveno , il VO-VL7 Mottarone - Brovello e VP2 – VP3 – VP4 Omegna Mottarone. Per questo si auspica che il progetto, oltre alle azioni specifiche pianificate, possa valorizzare in modo integrato questi itinerari sia attraverso interventi di messa in sicurezza e segnalazione degli stessi, sia per una pubblicizzazione integrata dell'offerta escursionistica del Mottarone e dintorni. 4. la realizzazione di un nuovo ponte sospeso su funi per l'attraversamento del Torrente Selva Spessa, in prossimità del Monte Zughero, collegando i sentieri a catasto VM3 e VL1, può essere inteso come un importante tassello "simbolico" per la promozione di una nuova fruizione "sostenibile" delle aree di vetta del Monte Mottarone che, tuttavia, dovrà essere necessariamente accompagnato dalle azioni dei precedenti punti. Il ponte non presenta particolari problematiche dal punto di vista ambientale essendo una struttura leggera costruita da funi. Anche dal punto di vista dell'impatto paesaggistico ed ambientale non presenta significative problematiche. Strutture di questo tipo sono da secoli utilizzate in Cina e nell'Himalaya per la costruzione di passerelle sospese in valloni impervi. Per eventuali osservazioni di dettaglio ci riserviamo commenti in fase di progetto definitivo. 5. Visto l'intenzione di rendere fruibile i percorsi anche per mountain bike, si ritiene necessario la predisposizione di un apposito regolamento per evitare problematiche di sicurezza tra la fruizione escursionistica e la fruizione ciclico-escursionista (soprattutto per la discesa in mountain bike nei sentieri). Il regolamento dovrà essere stilato in base al Capo IV, Modalità di Fruizione della Rete Locale, Art. 16 e Art.17, del Regolamento di attuazione della legge regionale 18 febbraio 2010, n. 12 (Recupero e valorizzazione del patrimonio escursionistico del Piemonte)”. 6. Infine, a titolo di nota, si ritiene interessante la proposta delineata dal PTO, dell'ipotesi di allargamento dei confini del Parco Nazionale Val Grande, o di inclusione di parte dell'area del Mottarone, tenendo conto di tutti i vantaggi che deriverebbero da questa ipotesi, e cioè: • l’inserimento dell’area in un circuito turistico di élite culturale nazionale e internazionale; • la certezza delle cure ambientali costanti grazie ai finanziamenti legati ai parchi nazionali • l’apposizione di vincoli graduati che non impedirebbero alcune attività, ma le regolamenterebbero al fine di accrescere sempre più il valore reale del bene. sabato26novembre2016 Pagina 6 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Una maggiore relazione con il Parco delle Val Grande potrebbe sicuramente promuovere maggiormente il Mottarone come meta turistica sostenibile e nello stesso tempo promuovere studi e ricerche botaniche e geologiche in sinergia con lo stesso parco. Lo stesso "Giardino Botanico Alpinia" potrebbe beneficiare di questa relazione scientifica con il parco. Parere Bivacco Lago del Bram La Commissione vista • la lettera della sezione di Cremasca “Valle Grana” del CAI indirizzata all’O.T.C.O. Rifugi del CAI in cui chiede la deroga all’art. 3 del Regolamento Generale Rifugi del CAI per la costruzione di un bivacco con otto posti letto in località Lago del Bram nel comune di Demonte in Valle Stura di Demonte; • la lettera della stessa sezione del 15 dicembre 2015 indirizzata al presidente dell’OTTO Rifugi e Opera Alpine CAI LPV per la richiesta del parere di costruzione del nuovo bivacco “Roberta Bernardi” in località Lago del Bram; • il punto 5 del verbale dell’assemblea dei soci della sezione CAI Cremasca - Valle Grama del 14 gennaio 2016; • il progetto per la richiesta di diritto di superficie per la costruzione di un bivacco alpino da ergersi presso il lago del Bram in località San Giacomo di Demonte a quota 2208 slm a firma dello studio geometri associati Cananvaro Sergio e Davico Carlo redatto nel novembre 2013; preso atto • del parere dell’ONTAM Oscar Casanova; ritiene di formulare il seguente parere in merito alla costruzione di un bivacco presso il lago del Bram: • un punto di appoggio nella località proposta è interessante perché, concordando con i proponenti, si trova in zona priva di ricoveri e di particolare interesse scialpinistico ed escursionistico; • le soluzioni architettoniche proposte si inseriscono senza particolari problemi nel paesaggio circostante; • dovranno essere prese in considerazione tutte le dovute precauzioni per la gestione dei reflui del bivacco che dovranno essere controllate e garantite con scrupolo data al delicatezza idrogeologica del sito. A tal proposito si consiglia di adottare una soluzione simile a quanto utilizzato dal bivacco Giusto Gervasutti al Freboudze in Valle d’Aosta di sabato26novembre2016 Pagina 7 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 proprietà del SUCAI. Si è utilizzato un modulo WC gestito con un sistema di digestione dei reflui che separa i liquidi, filtrati e dispersi, dai solidi che vengono accumulati in uno speciale comparto stagno periodicamente sostituito e smaltito a valle. Per quanto sopra, la scrivente CITAM ritiene che l’opera possa essere realizzata purché si utilizzino le raccomandazioni sopra evidenziate. Concorso fotografico Obiettivo: Binario Vivo Nel quadro delle iniziative previste per il mese della Mobilità Sostenibile e in particolare della Giornata delle Ferrovie Dimenticate le Associazioni impegnate nella difesa della Ferrovia Aosta - Pré-St-Didier hanno organizzato il Concorso fotografico OBIETTIVO: BINARIO VIVO con lo scopo di tenere aperto il dibattito sull'attualità e necessità di un potenziamento del trasporto su rotaia in una prospettiva di rilancio turistico e di servizio ad una mobilità locale non inquinante. I premi previsti per i primi tre vincitori di ognuna delle tre sezioni in concorso sono stati offerti rispettivamente: • per la sezione Ferrovia dall'Associazione Pendolari Stanchi; • per la sezione Paesaggi, dal Cai Tam Piemonte Valle d'Aosta; • per la sezione Beni Culturali da Legambiente Valle d’Aosta. La Commissione ha offerto ai vincitori della sezione Paesaggio pubblicazioni della CCTAM in materia ambientale ed altre pubblicazioni edite dal CAI. • Osservazioni presentati insieme alle altre Associazioni Ambientaliste Piemontesi circa il calendario venatorio anno 2016/17 Anche in questa situazione legislativa che vede l'applicazione tout court della L. 157/92 alcuni segnali potrebbero essere dati: Ungulati 1. modifiche delle Linee guida per caccia di selezione agli ungulati riconducendo tale attività all'interno dei limiti temporali previsti dalla L. 157/92 - Il c. 5 dell'art. 11 quaterdecies della L. 248 /2005 consente (non obbliga) la caccia di selezione "anche al di fuori dei periodi e degli orari di cui alla L. 157/92". Così la prevista anticipazione al 1° agosto prevista dal comma 2 dell'art. 18 della L. 157/92 è una possibilità, non un obbligo. Le esigenze prioritarie della collettività richiedono che l'attività venatoria sia subordinasabato26novembre2016 Pagina 8 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 ta a detti interessi. L'apertura della caccia al capriolo a giugno e ad altri ungulati ad agosto è in conflitto con la sicurezza. Con la copertura forestale la caccia non dovrebbe potersi svolgere. Questa riconduzione ai limiti temporali della L. 157/92 non richiede alcuna modifica legislativa, ma solamente una scelta politica che anteponga gli interessi diffusi a quelli dei cacciatori. 2. la caccia al cinghiale dovrebbe essere condotta nella sola forma della caccia di selezione all'aspetto e senza la cerca. L'uso dei cani (braccata e girata) contribuisce alla dispersione degli animali e all'aumento dei danni Preaperture Il comma 2 dell'art. 18 della L. 157/92 subordina la possibilità delle preaperture del 1° settembre all'avifauna migratrice e non migratrice (colombaccio e altri) alla "predisposizione di adeguati piani faunistico venatori". In Piemonte non esiste un PFV regionale e molti piani delle province sono scaduti e prorogati. Questa pratica non solo non è opportuna, ma illegittima. Specie in declino Diverse specie sono in grave declino e non dovrebbero essere inserite nel calendario venatorio. Le specie della tipica fauna alpina dovrebbero essere escluse e non solo pernice bianca e lepre variabile, così pernice rossa e starna. La legge regionale ha posto il divieto di caccia solo per allodola e pernice bianca ma ben altre sono le specie previste cacciabili dalla L. 157/92 classificate SPEC 2 e SPEC 3 Canapiglia (Anas strepera) Codone (Anas acuta) Marzaiola (Anas quequedula) Mestolone (Anas clypeata) Moriglione (Aythya ferina) Moretta (Aythya fuligula) Fagiano di monte (Tetrao tetrix) Pernice rossa (Alectoris rufa) Pernice sarda (Alectoris barbara) Coturnice (Alectoris graeca) Starna (Perdix perdix) Quaglia (Coturnix coturnix) Pavoncella (Vanellus vanellus) Combattente (Philomachus pugnax) Frullino (Lymnocryptes minimus) Beccaccia (Scolopax rusticola) sabato26novembre2016 Spec 3 Spec 3 Spec 3 Spec 3 Spec 2 Spec 3 Spec 3 Spec 2 Spec 3 Spec 2 Spec 3 Spec 3 Spec 2 Spec 2 Spec 3 Spec 3 Pagina 9 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Beccaccino (Gallinago gallinago) Tortora (Streptopelia turtur) Allodola (Alauda arvensis) Spec 3 Spec 3 Spec 3 Inoltre si auspica un rigoroso rispetto dei termini previsti dalll'art. 42 della L. 157/92 e che il tesserino venatorio regionale piemontese deve essere in possesso di tutti i cacciatori, foranei compresi. La città di Avigliana con la collaborazione del CAI e della TAM dà il benvenuto a “PassoBarbasso” È stata una giornata veramente memorabile sabato 12 marzo 2016 come lo sono state negli ultimi anni quelle dei festeggiamenti di tre giorni per il CAI 150, l’accoglienza degli scrittori accademici italiani (GISM) e tante altre che han fatto di Avigliana una città aperta al turismo escursionistico, alla cultura e ai veri valori della vita. Il fatto di essere bandiera arancione del TCI ne avvalora il merito, tanto che quest’autunno ospiterà anche gli scrittori italo-francesi della Savoia e Arco Alpino (AASAA). Non è a caso quindi che “PassoBarbasso” abbia scelto per la sua assemblea nazionale denominata RES BARBASSA (la prima in Piemonte) proprio la città di Avigliana. PassoBarbasso è un’associazione culturale escursionistica che dal 2011 organizza passeggiate ed escursioni nella natura, nelle regioni del centro e del nord Italia, dove risiedono i suoi soci. Essa divulga e pratica il camminare, non come attività agonistica ma come pratica che crea benessere. È formata non da guide professioniste, ma da persone volontarie col comune amore per la natura, la passione per il camminare, e tanta voglia di condividere questi interessi con gli altri. Ne fanno parte oltre 600 associati residenti, molti di essi anche soci del CAI, principalmente in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Le escursioni sono giornaliere, talvolta di due o tre giorni, e avvengono in piccoli gruppi, cosa che facilita l’incontro tra le persone. In occasione delle escursioni, i soci sono invitati ad offrire ospitalità gratuita a quanti vogliano partecipare provenendo da altre regioni o luoghi non raggiungibili in giornata. La Città di Avigliana ha accolto a braccia aperte quest’associazione per la quale ha preso la parola Patrizia Santi (segretario), presenti anche il presidente Andrea Battino, Luca Lazzaro (tesoriere) e Renato Cogno (coordinatore del Piemonte). Patrizia aveva già provato con noi detto percorso, con la collaborazione del CAI (sempre presente sul territorio) sabato26novembre2016 Pagina 10 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 nelle figure di Arnaldo Reviglio, anche consigliere comunale e “factotum” dell’intera amministrazione comunale, che ha rappresentato l’intera giunta e Lodovico Marchisio, ottimo conoscitore ed amante dei luoghi oggetti dell’escursione, in veste di accompagnatore titolato e in rappresentanza del Gruppo Regionale Piemontese del CAI che ha portato il benvenuto ai graditi ospiti perché la montagna non ha confini e il CAI abbraccia e simpatizza per ogni gruppo abbia la montagna nel cuore. Ha chiuso il foltissimo gruppo l’accompagnatore sezionale Beppe Borione del CAI GEB sezione di Torino, che ha aiutato in modo egregio alcuni aggregati (non soci) meno preparati degli escursionisti iscritti ai vari sodalizi presenti. Al numeroso gruppo si sono aggiunti soci CAI provenienti da diverse parti della provincia di Torino e anche cittadini aviglianesi. Il percorso di circa 6 ore dilazionato in tutto l’arco della giornata ha avuto come punto di partenza l’Ostello del Conte Rosso che ha accolto in maniera egregia per due giorni gli ospiti, proprio davanti alla sede municipale ove il giorno dopo (domenica 13 marzo 2016) l’associazione ha potuto effettuare nella Sala Consiliare offerta dal Comune, la propria assemblea annuale. Arnaldo Reviglio con la sua competenza territoriale ha curato la descrizione storica dell’intero percorso mentre il CAI badava all’incolumità dei partecipanti coadiuvati dai responsabili dell’associazione ospitata. Ecco il percorso effettuato: da piazza Conte Rosso (brevi cenni storici e descrizione monumenti), Chiesa San Giovanni (breve descrizione e visita), Torre dell'Orologio, discesa al Pasché, salita per via San Pietro, breve sosta esterna alla Chiesa San Pietro con visita al cimitero monumentale, proseguimento per via Micheletta, Via delle Maddalene, primo attraversamento corso Laghi presso la rotonda del Lago Piccolo, secondo attraversamento corso Laghi con ingresso su pista circumlacuale, centro velico spiegando i vari sport nautici sostenibili, ove si è fatta notare anche la piattaforma che sarà presto trasferita dal Lago Grande di Avigliana a Torino (Parco della Pellerina) grazie alla LAC (Lega per l’abolizione della caccia) con la collaborazione della TAM (Tutela Ambiente Montano del CAI) per la salvaguardia degli anatidi presenti nel parco torinese, poi proseguimento per il santuario Madonna dei Laghi e “Baia Grande” (qui si è parlato del bacino idrografico dei laghi). Fine percorso lacustre. Da notare che in tutti gli attraversamenti stradali siamo stati assistiti dai vigili della città ospitante a cui va il nostro grazie più sincero. Si è proseguito poi per Via Monte Pirchiriano imboccando il sentiero collinare “CAI 150” sino a raggiungere la cima del Monte Capretto ove vi è stata la sosta pranzo al sacco e l’inaugurazione delle due planimetrie plastificate volute dal Comune dove tra tutte le varie associazioni citate tra cui il CAI Regionale, si è aggiunta ora anche “PassoBarbasso” che ricorderanno per sempre questa meravigliosa accoglienza ricevuta. Tutti i presenti hanno lodato queste due foto panoramiche sia per il ricordo dell'evento sia per far meglio conoscere ed apprezzare il magnifico scesabato26novembre2016 Pagina 11 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 nario che ci circonda sin dove si può spaziare con lo sguardo dal Monte Capretto (planimetrie simili sono state già poste in passato sul Monte Pezzulano e Rocce Rosse). Si è proseguiti poi per Pera Piana (residuo glaciale) osservando poco più in alto il monolito denominato da alcuni locali “Cit Cervin” proseguendo poi per la cima delle Rocce Rosse, discesa al Culatè e salita finale al Monte Pezzulano con la breve “ferratina” (chicca conclusiva) fino a raggiungere i resti del Castello Sabaudo, per rientrare in Piazza Conte Rosso ove siamo stati ricevuti dal sindaco Angelo Patrizio con la sua solita meravigliosa accoglienza. La sera del sabato “PassoBarbasso” si è diviso in due gruppi. Uno si è diretto alla Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte, per ammirarne di sera il panorama che da lì si gode e un altro ha visitato i restanti vicoli del centro storico nella suggestività della sera. Come detto all’inizio l’assemblea nazionale si è conclusa domenica nella Sala Consiliare con i saluti dell’assessore alla cultura Andrea Archinà. Parte da Avigliana l'isola salva "anatidi" L’atollo atto a preservare la protezione della fauna autoctona e alloctona sita nel parco della Pellerina a Torino è stato sistemato in centro al Lago Grande della Pellerina, prelevato dal lago Grande di Avigliana, alle ore 10 del 16 giugno 2016 ad opera del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco della città di Torino; ma come si è arrivati a tutto ciò? L’operazione di protezione della fauna stanziale alla Pellerina è un problema che dura da anni. Fino al 1995 esisteva sul Lago Grande del parco torinese un atollo simile a questo ma molto più artigianale, poi le varie alluvioni e l’usura del tempo l’hanno distrutto e approdato alla riva per cedimento dei cavi ancorati sul fondo che si erano rotti, è stato dimesso perché inservibile. Anche un secondo atollo posto nel luglio del 2000 nel Lago Piccolo dall’assessorato all’ambiente del Comune di Torino, ha avuto vita breve causa la grave alluvione che ha investito il parco nell’autunno dello stesso anno, che ha divelto gli ancoraggi e trascinato a riva inservibile anche questo secondo atollo. Da allora in poi vi è stata l’operazione “Croce Gialla”, nobile iniziativa portata avanti all’estremo a spese del medesimo e cioè dal volontario Lodovico Marchisio che affezionatosi agli anatidi che stava proteggendo, ha trascorso più di una notte nel parco per cercare di cogliere in flagrante che di notte rubava le anatre e a volte lasciava le teste mozzate nel parco… Una mattanza assurda e crudele cui si doveva porre fine. Il volontario in questione, divenuto presidente della Commissione Tutela Ambientale del Club Alpino Italiano per il Piemonte e la Valle d’Aosta, anche se per ragioni economiche il progetto di vigilanza continua nel parco era venuto meno, scrive alle autorità cittadine preposte al servizio e soprattutto, già socio anche della LAC (Lega per l’abolizione della caccia), s’incontra sabato26novembre2016 Pagina 12 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 con l’allora presidente Roberto Piana che oltre a garantire da sempre l’attiva presenza della vigilanza ambientale della LAC presente su tutto il territorio, concorda con Marchisio che pure con l’apporto di volontari di altre realtà ambientali, il territorio da monitorare è troppo vasto per salvaguardarlo nella sua interezza. Nasce così l’idea attuale che oggi si è concretata. L’attuale presidente della LAC Marco Lorenzelli incontra Paolo Ostorero, figlio di Emilio (campione di motocross degli anni ’60) che col padre gestisce il noleggio di barche e pedalò con un battellino per il giro turistico del Lago Grande di Avigliana, perpetuando un’antica tradizione di famiglia. Su una piattaforma dimessa ma ancora in buono stato, si annidano decine di anatre che han preso questa piattaforma come loro residenza abituale, ben accudite dalla famiglia Ostorero. Anche Marchisio (il socio CAI protettore della Pellerina) si è nel frattempo trasferito ad Avigliana, ove continua a collaborare con gli Enti locali per la protezione ambientale. L’unione di queste persone nasce grazie soprattutto alla LAC che s’accorda col proprietario per rimettere a nuovo la piattaforma e con una cifra ragionevole farla propria per trasferirla al Lago Grande della Pellerina. Ottenuti i permessi dal Verde pubblico di Torino, la ditta Martina Service della Valle di Susa provvede al non facile trasporto. Per la LAC sono presenti: Marco Lorenzelli, attuale presidente col vice presidente nazionale Roberto Piana, che hanno seguito con Marchisio tutta l’operazione, insieme a molti operatori della loro vigilanza ambientale, l’associazione che ha realizzato a sue spese, grazie all’interessamento di Paolo Ostorero, la delicata operazione. Presenti anche gli operatori del Verde Gestione del Comune di Torino, con diversi operatori in divisa e rappresentati da Emilio Garbarini, facente funzioni del responsabile Alberto Vanza. Da questo momento in poi il merito maggiore va al nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Torino che hanno eseguito tutte le non facili operazioni di trasporto e fissaggio in centro al lago del nuovo atollo. L’inaugurazione ufficiale dell’ “Isola delle anatre” con il taglio del nastro si terrà domenica 19 giugno 2016 alle ore 15,00 con ritrovo presso l’edificio della Turin Marathon, che alla Pellerina gestisce la Cascina “La Marchesa” (presso il lago Grande) che ci ha fornito le strutture (gazebo e sedie), grazie ad un contributo della commissione CAI - TAM del Piemonte. È stato anche realizzato un banchetto della LAC per chi ha voluto contribuire e conoscere meglio quest’associazione. Manutenzione sentiero Musso a Frabosa Si è provveduto a ripulire il Sentiero intitolato al presidente della CITAM Francesco Musso a Frabosa oltre che riattrezzare i punti rocciosi dei due percorsi dello stesso sentiero con l’obiettivo di fare una rivalsa del sentiero Musso con le rocce di Costabella. sabato26novembre2016 Pagina 13 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 E’ stato messo in sicurezza il tratto di cima dove è stato posato l’alloro in ricordo di Francesco Musso. Si vogliono rivalorizzare i 2 sentieri anche nella parte alpinistica che fa loro da collante. Si prevede anche l’inaugurazione dei nuovi tratti messi in sicurezza, nello spirito di Francesco senza tanto clamore, un incontro tra amici Corso ONTAM Alcuni ORTAM hanno partecipato con successo al corso per Operatori nazionali TAM. Lettera su valorizzazione delle strade di alta quota delle Valli Susa e Chisone al sindaco di Usseaux e al servizio sviluppo montano e rurale della città metropolitana di Torino Le associazioni componenti il coordinamento regionale Noi nelle Alpi già da alcuni anni si sono impegnate nel confronto con gli Enti territoriali sui progetti di valorizzazione della rete stradale d’ alta quota delle Valli Susa e Chisone partecipando attivamente anche alla definizione del Protocollo d’ intesa su questa materia che fu poi approvato dalla Giunta Provinciale di Torino il 18 febbraio 2014 con prot. 75-1263. Dopo tale approvazione, tuttavia, il Protocollo stesso non è stato compiutamente messo in opera. In particolare non sono state definite, nonostante le sollecitazioni da noi presentate, le procedure per l’ adesione/partecipazione delle associazioni né risulta avviata con tutti i componenti previsti l’attività del Comitato Tecnico che avrebbe dovuto coordinare le azioni oggetto del Protocollo. In tal modo anche per l’anno in corso Noi nelle Alpi ha appreso solo a posteriori dai mezzi di informazione che si era svolto a Pinerolo un incontro degli Enti territoriali interessati, era stato rinnovata per il 2016 l’abituale regolamentazione estiva per la strada dell’ Assietta ed erano state dibattute anche alcune interessanti proposte relative a nuove modalità di fruizione e possibili pedaggi. Nel ribadire la disponibilità e l’ interesse delle associazioni riunite nel coordinamento Noi nelle Alpi a dare un fattivo contributo all’ elaborazione di progetti di valorizzazione sostenibile della rete stradale d’ alta quota , come previsto dall’ art. 7 del Protocollo d’ intesa, chiediamo pertanto venga data piena attuazione al Protocollo stesso , definendo e comunicandoci la modalità di adesione degli attori associativi e consentendo al Comitato Tecnico di completare la propria costituzione ed avviare un confronto ampio e partecipato sulla strada dell’ Assietta e le altre strade bianche e militari del territorio. sabato26novembre2016 Pagina 14 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Monitoraggio della manifestazione del 5 agosto 2016 alla capanna Amianthe Dopo il comunicato del sindaco di Ollomont, nel quale assicurava che soltanto anziani e disabili avrebbero usufruito del servizio di trasporto di elicottero in occasione della manifestazione del 5 agosto al rifugio Amianthé, si è deciso di verificare sul campo l’andamento della “manifestazione”; • la manifestazione è stata rinviata di un giorno, e si è deciso di andare a controllare, in via non ufficiale. • dall'incrocio di testimonianze e foto è emerso che i pochi partecipanti all’iniziativa (circa una ventina, mentre l'anno scorso erano 85) non erano né anziani né disabili; • sono state effettuate 5 rotazioni, di cui una di servizio; • un socio CAI ha avuto problemi con il sindaco di Ollomont, che si trovava al rifugio. Il sindaco ha aggredito verbalmente il nostro socio intimandogli di andarsene da Ollomont; • Non sono state notate persone con problemi di disabilità, né bandiere o contrassegni visibili delle associazioni per disabili citate dal comunicato del sindaco di Ollomont. Escursione all’Alpe Brunne - Alagna Valsesia Si è lasciato il piazzale dell'Acqua Bianca (m 1500 circa) e oltrepassato un torrente su un ponte in legno, si incontra un bivio, ove si prosegue sulla destra imboccando il sentiero 207 (ex 7a) per il Colle del Turlo. Tra i rami si intravede la Casa del Parco con il suo orto botanico; si prosegue risalendo con moderata pendenza su un'ampia mulattiera con agevoli tornanti all'ombra di un fresco bosco di larici. In corrispondenza di un tornante (m 1821, ore 0.45), sulla sinistra si distacca il sentiero con segnavia 7e, mentre il nostro itinerario prosegue verso il Passo del Turlo. All'uscita del bosco, in prossimità del guado di un torrente, si arriva all'Alpe Mittlentheil (m 1954, ore 1.10): il sentiero 207 prosegue sulla destra, mentre noi si imbocca a sinistra il sentiero con segnavia 207d verso l'Alpe Testanera. A quota 2150 (circa 2 ore dalla partenza) si stacca sulla destra un sentiero che in pochi minuti conduce all’Alpe Brunne, meta della escursione, dove i partecipanti sono stati accolti dalla “maestra pastora” Marta che con la sua contagiosa energia ci ha coinvolto nell’attività dell’alpeggio. La maestra pastora Marta e il pastorello sono stati intervistati; copia dell’intervista sarà pubblicata sul sito della CCTAM. sabato26novembre2016 Pagina 15 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Bilancio positivo per il corso TAM in Val Borbera del CAI piemontese e valdostano La CITAM CAI (Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta) ha organizzato per sabato 24 e domenica 25 settembre in Val Borbera, in provincia di Alessandria, un importante corso di aggiornamento per Operatori TAM. L’area di studio è il “territorio delle Quattro Province” (montagna che unisce: cioè Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza, province che condividono il crinale appenninico lungo il quale si articola anche il confine politico delle quattro regioni di appartenenza). Al contrario di quanto si potrebbe pensare, i diversi versanti e le valli secondarie che da questa parte dell’Appennino si dipanano, presentano un’identità culturale omogenea che si manifesta in usanze e tradizioni comuni, e in particolare musiche e antichi balli eseguiti con l’accompagnamento di strumenti tipici di questi luoghi. Un altro evidente aspetto comune a tutto questo territorio è l’abbandono, cominciato nella seconda metà del secolo scorso, di molti borghi che si sono trasformati in paesi fantasma animati, quando va bene, solo nel giorno della festa patronale. Il corso e convegno è iniziato alle ore 9.30 di sabato 24 settembre con ritrovo presso il museo civico di Storia Naturale G. Gardella sito in via Aldo Fossati a Stazzano (uscita autostrada a Serravalle Scrivia). Dopo l’accoglienza del direttivo (presenti il presidente Andrea Sappino, Daniele Dan, Albino Scarinzi, Maria Grazia Gavazza e Renzo Ruggia in veste di vicepresidente Commissione Centrale TAM) per la registrazione dei partecipanti, vi è stato il benvenuto del sindaco di Stazzano Pier Paolo Bagnasco e dei rappresentanti della sez. CAI di Novi Ligure tra i quali il vicepresidente Beppe Calcagno che ci hanno organizzato in maniera encomiabile il convegno con Maria Grazia Gavazza, facente anche parte del direttivo CITAM/PV. Quindi il direttore del Museo Fabrizio Silvano ci ha dato anch’egli il saluto di accoglienza facendoci visitare le cinque sale con tutti i reperti contenuti in esse dalla “Scienza della terra” (litologia, mineralogia, paleontologia), prima sala che contiene anche alcuni fossili di vecchie piante ritrovate sommerse sotto l’alveo dei fiumi, passando poi alle sale successive della zoologia (seconda sala gli uccelli, terza sala i vertebrati, quarta sala gli invertebrati, con una serie notevole di animali imbalsamati, vi è persino un lupo che era stato investito, ma nessuno degli animali contenuto nel museo è stato ucciso per essere poi qui immesso) per passare poi alla quinta e ultima sala ove sono contenute molte specie botaniche con alcuni esempi di erbari. Nella sala superiore è stato allestito un “diaporama” a cura di Piella Silvio, presidente gruppo naturalisti di Stazzano, che ci ha introdotto, attraverso immagini delle quattro stagioni, sulle località che andremo a visitare in questi due giorni di permanenza in Val Borbera. sabato26novembre2016 Pagina 16 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Ci siamo poi trasferiti in auto alla località di partenza per Rivarossa, borgo abbandonato, sede di un bivacco ricavato in un’antica abitazione restaurata dalla sezione CAI di Novi Ligure, raggiunto il quale in un’ora e mezza circa di camminata (350 m di dislivello), accompagnati da Antonio Repetto e Maria Grazia Gavazza, abbiamo potuto godere della superlativa accoglienza della sezione CAI locale che ha allestito all’interno del locale un vero banchetto con salumi e formaggi locali, torte ed ogni altro ben di Dio offerti dalla sezione. Da qui ci siamo poi trasferiti in cinque minuti all’adiacente chiesetta di Rivarossa (750 m) ove è stato possibile godere dall’alto della vista dello spettacolare canyon del torrente Borbera con l’intervento didattico di Irene Zembo, geologa, che ci ha fornito esaustive informazioni sulle caratteristiche geologiche del passato e di Silvio Piella che ci ha illustrato gli aspetti naturalistici e antropologici. Siamo poi discesi per un sentiero ad anello un po’ sassoso per trasferirci in auto verso l’alta Val Borbera per osservazioni geologiche a livello del torrente sul ponte delle Strette di Pertuso che sono una spettacolare gola fluviale, sempre seguiti nelle spiegazioni dalla geologa Irene Zembo. Verso le 16 ci siamo quindi trasferiti alla Colonia Don Bosco di Capanne di Cosola, luogo del pernottamento, completamente riallestito dal CAI di Novi Ligure e dato in gestione al socio Giovanni Brocca e gentile consorte Doriana. Si è compiuta poi una breve escursione (230 m circa di dislivello) per raggiungere in 50 minuti scarsi il Monte Chiappo (1699 m), punto d’incontro delle province di Alessandria, Pavia e Piacenza, sulla cui cima ci attendevano per osservazioni e lettura del paesaggio gli operatori TAM della sezione di Novi Ligure e collaboratori locali con interventi di Giorgio Ravazzi entomologo, Paolo Ferrari antropologo e Laura Gola naturalista. Scesi vi è stata la cena presso il ristorante Capanne di Cosola con prodotti tipici del territorio, deliziati fra l’altro da Cesare (alla fisarmonica) e Gabriele (al flauto) che ci hanno intrattenuto con musica tipica delle quattro province. Al mattino seguente nella struttura ospitante ci è stata servita un’ottima colazione con torte fatte a mano preparate con cura dalle infaticabili socie e collaboratrici del CAI di Novi Ligure. Dopodiché ci siamo trasferiti in auto verso il Monte Antola (1597 m) con una sosta lungo il percorso per esaminare un habitat d’interesse comunitario molto importante e peculiare col nome di “sorgenti pietrificanti” con formazione di tufi (cratoneurion). Arrivo quindi in auto successivamente alle Capanne di Carrega ove siamo stati accolti e accompagnati per tutto il corso della giornata dal guardaparco delle aree protette dell’Appennino Piemontese Giacomo Gola. Alle ore 10 siamo partiti per l’escursione verso il Monte Antola, lungo la linea di crinale che separa o meglio unisce Liguria (Parco dell’Antola) e Piemonte (SIC). Interventi didattici sulle caratteristiche di questo ambiente che vede la presenza costante del lupo e di tante forme di vita esclusive della zona in oggetto. sabato26novembre2016 Pagina 17 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Lasciata quindi l’auto nei pressi di Capanne di Carrega (1370 m slm.) si è imboccato tra i faggi, il sentiero CAI 200 che segue il percorso naturale del crinale fino ad arrivare al Passo Tre Croci (1494 m). Da qui si continua tra boschi e pascoli fino alla vetta del M. Antola (1597 m) con uno sviluppo totale del percorso di 6,4 km. Abbiamo impiegato con le numerose ed esaustive soste per le spiegazioni poco meno di 3 ore (con andamento diretto in 2 ore si sarebbe raggiunta la vetta, ma si sarebbe persa quest’importantissima lezione, facente parte dell’aggiornamento). Dalla vetta dopo le necessarie foto di rito abbiamo raggiunto direttamente in circa 15 minuti di discesa il rifugio Parco Antola (1460 m), gestito dal CAI Ligure ove si è consumato il pranzo al sacco e dove alcuni soci hanno pregustato le delizie locali. Il ritorno ha comportato circa 370 m di dislivello in salita per ritornare al colletto dal rifugio e i due tratti in salita facenti parte del percorso che all’andata ci avevano fatto perdere terreno. Esemplare fanalino di coda addetto a chiusura del folto gruppo è stato il socio del CAI di Novi Luca Raddavero, che ha compiuto nel migliore di modi l’incarico che gli è stato affidato. Il corso – convegno si è concluso nell’Agriturismo Capanne di Carrega ove i partecipanti rimasti hanno potuto ancora una volta godere dei prodotti locali. Audizione Approvazione di nuove modalità della L.R. 15/1988 “Disciplina delle attività di volo alpino ai fini della tutela ambientale revoca della deliberazione della Giunta Regionale n. 4898 del 22/12/2003 La giunta regionale della Valle d’Aosta ha inviato copia dell’atto amministrativo che modifica la legge regionale 15/1988. La Commissione ha proposto di prevedere la massima divulgazione online delle mappe georefenziate delle aree interessate da eliski, in particolare la pubblicazione con libero accesso ad esse anche nei siti dei Comuni interessati, in modo che sci alpinisti e ciaspolatori siano preventivamente informati delle aree di atterraggio in quota. Le concessioni pagate dalle società di eliski non siano intascate dai comuni ma dalla regione per finanziare il soccorso alpino. Se una concessionaria o una sua guida alpina sono coinvolti in un incidente anche lieve (valanga o altro) facendo eliski sia immediatamente sospesa la concessione senza rimborso. Osservazioni su alcuni disegni di legge del coordinamento “Noi nelle Alpi” sabato26novembre2016 Pagina 18 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Disegno di legge n. 213 "Revisione della disciplina regionale in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali. Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2“ Osservazioni di carattere generale Le osservazioni del presente documento riguardano soprattutto la regolamentazione del volo a motore in zone di montagna. Riteniamo che per ragioni ambientali (inquinamento, rumore, disturbo della fauna), etiche (esistono già molteplici occasioni per andare in montagna e sciare senza fatica) ed economiche (attività come l’eliski, oltre ad avere scarse ricadute economiche locali, danneggiano altre iniziative turistiche a debole impatto ambientale che a fatica si stanno imponendo sul territorio montano della Regione) l’utilizzo di velivoli a motore per scopi ludici debba essere vietato in tutte le zone di montagna. Un’opzione coerente con l’orientamento prevalente a livello internazionale, dove la pratica dell’eliski è strettamente regolamentato in tutte le nazioni dell’arco alpino: l’eliski è infatti vietato in Francia, Germania, Slovenia e Liechtenstein mentre è limitato a poche stazioni in Austria e Svizzera. L’eliski è anche vietato nelle province autonome di Trento e Bolzano, comprensori che, evidentemente, puntano a un turismo qualificato, rispettoso dell’ambiente e in grado di garantire maggiori ricadute economiche. Il DDL in questione rischia, attraverso le deroghe concesse, di trasformare le montagne del Piemonte in una sorta di luna park per elicotteri, a scapito di una fruizione sostenibile della montagna. Proponiamo che per una seria regolamentazione del volo a motore su zone di montagna si riparta dal testo della legge approvata in testo unificato dal Senato il 26 settembre 2000 (S. 2970-3175-3821 - Disciplina dei voli in zone di montagna). Osservazioni all’articolo 18 (Inserimento dell'articolo 28 bis nella l.r. 2/2009) Riteniamo che non debbano essere rilasciate le deroghe previste al comma 2. In particolare, tali deroghe non dovrebbero assolutamente interessare i siti Natura 2000. Desta perplessità il fatto di aver individuato nelle Unioni montane (o nei Comuni) il soggetto deputato all’individuazione delle avio superfici ed elisuperfici di base e di recupero e all’autorizzazione dei piani di volo (comma 3). Le autorizzazioni previste al comma 10 ci paiono troppo permissive, mentre anche il volo finalizzato al trasporto di cose o a servizi di gestione tecnica dovrebbe essere in qualche modo regolato. La formulazione di “cause riconosciute di pubblica utilità” (comma 10d), si presta facilmente ad essere utilizzata per aggirare le altre prescrizioni previste dalla legge. Osservazioni all’articolo 24 (Modifiche all' articolo 40 della l.r. 2/2009) sabato26novembre2016 Pagina 19 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Si esprime contrarietà a sostenere con fondi pubblici il potenziamento del patrimonio impiantistico delle aree sciabili e la gestione ordinaria e straordinaria degli impianti. Riteniamo inopportuno che in un periodo di difficoltà economiche come l’attuale, in cui si attuano forti riduzioni di molti servizi pubblici, la Regione Piemonte adotti misure di sostegno finanziario a favore di attività private che danneggiano l’ambiente, causando impatto negativo sul turismo e su altre forme di fruizione ambientalmente compatibili della montagna avendo inoltre scarse ricadute economiche. Proposta di Legge n. 103 “Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo in attuazione della normativa nazionale vigente ed interventi a sostengo della garanzia delle condizioni di sicurezza sulle aree sciabili, dell’impiantistica di risalita e dell’offerta turistica)” Osservazioni di carattere generale In linea di massima ribadiamo quanto affermato a proposito del ddl n. 213 Le osservazioni riguardano soprattutto la regolamentazione del volo a motore in zone di montagna. Riteniamo che l'utilizzo di velivoli a motore per scopi ludici debba essere vietato in tutte le zone di montagna: infatti la nostra posizione è giustificata da ragioni ambientali (inquinamento, rumore, disturbo della fauna), dal fatto che esistono già molteplici occasioni per andare in montagna e sciare senza fatica; inoltre l’eliski, oltre ad avere scarse ricadute economiche locali, danneggia altre iniziative turistiche compatibili con il territorio, che a fatica si stanno imponendo sul territorio montano della Regione. La pratica dell’eliski è strettamente regolamentato in tutte le nazioni dell’arco alpino: è infatti vietato in Francia, Germania, Slovenia e Liechtenstein mentre è limitato a poche stazioni in Austria e Svizzera. L’eliski è anche vietato nelle province autonome di Trento e Bolzano, comprensori che, evidentemente, puntano a un turismo qualificato, rispettoso dell’ambiente e in grado di garantire maggiori ricadute economiche. Il DDL in questione rischia, attraverso le deroghe concesse, di trasformare le montagne del Piemonte in un motivo di richiamo per elicotteri, a scapito di una fruizione sostenibile della montagna. Proponiamo che per una seria regolamentazione del volo a motore su zone di montagna si riparta dal testo della legge approvata in testo unificato dal Senato il 26 settembre 2000 (S. 2970-3175-3821 - Disciplina dei voli in zone di montagna). Osservazioni all’art. 2 (Inserimento dell'articolo 28 bis alla l.r. 2/2009) sabato26novembre2016 Pagina 20 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 La possibilità totale di derogare dal divieto di cui al comma 1, rende quest’ultimo del tutto inefficace. In particolare, nelle aree definite dalle lettere a e b non dovrebbe essere concessa alcuna deroga. Conseguentemente, si richiede di eliminare il comma 8. Desta perplessità il fatto di aver individuato nelle Unioni montane (o nei Comuni) il soggetto deputato all’individuazione delle avio superfici ed elisuperfici di base e di recupero e all’autorizzazione dei piani di volo (comma 4). Le autorizzazioni previste al comma 11 sono eccessivamente permissive. Anche il volo finalizzato al trasporto di cose o a servizi di gestione tecnica dovrebbe essere in qualche modo regolato. Troppo generica la formulazione di “cause riconosciute di pubblica utilità” (comma 11d), che si presta facilmente ad essere utilizzata per aggirare le altre prescrizioni previste dalla legge. Proposta di legge n. 157 “Divieto della pratica di eliski sul territorio regionale” Osservazioni di carattere generale La pdl 157 affronta in modo esaustivo e convincente il problema dell’utilizzazione a fini ludici di mezzi aerei in ambito montano. Si ritiene che il divieto assoluto sia l’unica strada percorribile per fare in modo che l’offerta turistica del Piemonte si mantenga su elevati livelli qualitativi e si caratterizzi sempre più per iniziative coerenti con le non più differibili esigenze di tutela ambientale. Proposta di Legge n. 208 “Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo in attuazione della normativa nazionale vigente ed interventi a sostengo della garanzia delle condizioni di sicurezza sulle aree sciabili, dell’impiantistica di risalita e dell’offerta turistica)” e abrogazione del comma 8 dell’articolo 27 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela e uso del suolo)” Osservazioni di carattere generale Il parere sulla pdl è fortemente negativo per il generale allentamento dei vincoli posti all’attività edilizia in ambito alpino. Osservazioni all’art. 22 (Abrogazione del comma 8 dell'articolo 27 della l.r. n. 56/1977) Si esprime la più totale e assoluta contrarietà all’abrogazione del comma 8 dell’art. 27 della legge 56/1977, la quale consentirebbe un incremento delle possibilità edificatorie in ambiti estremamente fragili e di elevato valore ambientale. sabato26novembre2016 Pagina 21 di 22 Club Alpino Italiano Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta 2016 -2018 Parere sulla ristrutturazione del rifugio Willy Jervis La Commissione vista la relazione illustrativa del progetto municipale di ristrutturazione edilizia ai sensi del DPR 380/2001 redatta dall’arch. Bottin, la relazione tecnica integrativa a progetto di riqualificazione e adeguamento antincendio del rifugio Willy Jervis redatta dall’arch. Bottin il 14/07/2016, gli allegati progettuali; preso atto delle necessità di adeguare il rifugio Willy Jervis alla normativa vigente ritiene di formulare il seguente parere in merito alla ristrutturazione edilizia del rifugio Jervis: • la ristrutturazione è necessaria per adeguare la struttura alla normativa vigente; • le soluzioni architettoniche proposte si inseriscono senza particolari problemi nel paesaggio circostante; • dovranno essere prese in considerazione tutte le dovute precauzioni per la gestione della nuova parte in progetto; in particolare si raccomanda particolare attenzione alla manutenzione delle parti in legno che saranno installate; • si raccomanda di svolgere i lavori recando il minor disturbo possibile all’ambiente circostante limitando l’utilizzo di mezzi motorizzati e di viaggi in elicottero; • si raccomanda di svolgere i lavori in periodo da recare il minor disturbo possibile alla fauna che vive nelle zone circostanti il rifugio. Per quanto sopra, la scrivente CITAM ritiene che l’opera possa essere realizzata auspicando che siano seguite le raccomandazioni sopra evidenziate. il presidente della CITAM Andrea Sappino sabato26novembre2016 Pagina 22 di 22