- Consorzio Co.Ri.De

Transcript

- Consorzio Co.Ri.De
Dove non diversamente specificato, tutte le immagini provengono dalla
raccolta personale di Marco Panella.
La pubblicazione delle immagini nella loro interezza consente, ove firmate,
l’individuazione dell’autore.
L’editore si scusa per eventuali errori od omissioni, dichiarandosi sin
d’ora disposto a revisioni in sede di eventuali ristampe e al riconoscimento
dei relativi diritti ai sensi dell’art.70 della legge 633 del 1941.
In copertina
L’astronautica supplemento a Scienza e vita n°50, 1953.
Editrice Novissima - (particolare)
Testi
Tutti i diritti riservati © 2014 - Artix Società Cooperativa
Grafica
Francesca Russo per Artix Società Cooperativa
Stampa
Revelox Snc - Roma
Info
[email protected]
Edizione 2014
Indice
SPACE OPERA.
IL MITO DELL’INVASIONE
SPACE OPERA.
IL MITO DEL VIAGGIO
ROBOT.
IL MITO DELLA CREAZIONE
IL FUTURO VISTO IERI.
IL MITO DELLA FRONTIERA
11
65
121
159
03
Ritti sulla cima del mondo,
noi scagliamo, una volta ancora,
la nostra sfida alle stelle!
(F. T. Marinetti)
04
La fantascienza si può raccontare in molti modi ed è stato fatto molte
volte.
Si può percorrere un criterio cronologico, affondare le radici nel
tempo e rileggere in chiave fantascientifica i Veda indiani, esplorare
il futuro del passato nell’Atlantide raccontata da Platone, arruolare
Dante e la sua Commedia, oppure partire dal crogiolo romantico
dell’ottocento, iniziando con il Dr. Frankestein di Mary Shelley per
poi passare a Edgar Allan Poe, Jules Verne ed H.G. Wells, oppure,
ancora, limitarsi alla data d’inizio della Grande Divulgazione, il
1926, con l’uscita di Amazing Stories di Hugo Gernsback, la prima
rivista americana dedicata interamente alle storie di fantascienza. Si
può anche scegliere un percorso filologico che passi attraverso i temi
ricorrenti della fantascienza o prendere in considerazione solo gli autori
che maggiormente hanno lavorato sulla narrazione distopica, oppure
trattare i singoli linguaggi affrontando di volta in volta, e separatamente,
letteratura, fumetti, cinema, televisione, games e cyberspazio.
La chiave di lettura scelta per parlare di fantascienza in questa
pubblicazione, e per la mostra che la accompagna, è forse meno
convenzionale di altre; non una nuova ed ulteriore storia della
fantascienza e nessuna pretesa di esaustività della materia, ma la
tentazione e l’ambizione di offrire un percorso visivo attraverso
l’estetica che ha distinto la produzione fantascientifica, spaziando nei
suoi vari linguaggi e nelle sue contaminazioni culturali. La tentazione
e l’ambizione di offrire suggestioni visive che possano parlare alle
sensibilità sottili di ogni lettore e sollecitare immaginario e ricordi,
apparentemente appannati ma talmente potenti e prepotenti, però,
da far balzare in un attimo al di fuori dallo stretto sentiero spaziotempo nel quale si affanna normalmente il quotidiano. L’ambizione
vera è quella di suscitare, attraverso le immagini, la reminiscenza
dell’impianto epico che nella fantascienza ha trovato una delle sue
vie più fascinose.
Nel 1985 Joseph Campbell, tra i più grandi se non il più grande
studioso del mito, iniziò una serie di conversazioni con il giornalista
americano Bill Moyers; di quegli incontri, che si svolsero lungo
un periodo di circa un anno, sono rimaste come testimonianza
ventiquattro ore di filmati, una riduzione televisiva di sei ore messa
in onda dalla rete Pbs e un libro, Il potere del mito.
05
Gran parte degli incontri si svolsero allo Skywalker Ranch di George
Lucas, il creatore di quella che può essere considerata la saga
moderna per eccellenza, Star Wars; non una semplice coincidenza
nel segno della casualità l’amicizia tra i due, ma una co-incidenza,
ovvero il segno tangibile del percorrere la stessa strada insieme,
ognuno con le proprie scarpe, certo, ma nella stessa direzione. Per
Joseph Campbell il mito non è il residuo di un tempo andato e
perduto ma ha una forza e una portata che rispondono alla continua
necessità della psiche umana di trovare un centro fatto di principi
profondi, è il motore dell’universo, la musica che trova il suo ritmo,
diverso nei tempi e nei luoghi del mondo, ma che riflette e ripete,
come un ritornello, l’armonia dell’inizio senza fine. Star Wars ne
è un esempio, come sostiene Joseph Campbell e come riconosce
lo stesso Lucas che non ha mai fatto mistero dell’influenza degli
studi di Campbell sulla sua creazione; una saga moderna, con la
sua figura eroica che affronta e sovverte il Fato per andare incontro
al suo Destino e raggiungere il suo Ritorno.
La ricerca della suggestione iconografica e il richiamo esplicito
all’archetipo mitico hanno orientato questo lavoro e, da queste scelte
ne sono derivate altre due, altrettanto importanti. Anzitutto la scelta
dei temi da trattare, quattro, tra le vastissime possibilità offerte: il
mito dell’invasione, il mito del viaggio, il mito della creazione, il
mito della frontiera. I primi due accomunati dallo schema narrativo
della space opera, il terzo raccontato attraverso la figura del robot,
il quarto trattato andando oltre il genere e sconfinando nella lettura
iconografica di rotocalchi, riviste e pubblicità sulle tracce de il
futuro visto ieri. L’altra scelta è stata poi quella di determinare
il rapporto spazio-tempo e di rispondere alla domanda dove e
quando fissando il luogo, l’Italia, ed il periodo, gli anni tra il 1950
ed il 1970, con qualche arrotondamento per difetto e per eccesso.
Questo libro racconta di razzi celesti, astronavi, robot, dischi
volanti e marziani, così come visti in venti anni di fantascienza in
Italia attraverso le illustrazioni di libri, riviste, fumetti, manifesti,
rotocalchi, figurine, pubblicità e quaderni scolastici. Non una
storia della fantascienza, quindi, ma la raffigurazione estetica di
una narrazione che, negli anni della conquista allo spazio e della
corsa alla Luna, ha alimentato suggestioni entrate in profondità
nell’immaginario popolare.
06
Nell’Italia della ricostruzione e delle prime avvisaglie di benessere,
nell’Italia che si avvia a vivere con fiducia e ottimismo gli anni che
la porteranno al boom economico, il progressivo miglioramento
della condizione sociale trova eco profonda nell’attesa e nella prefigurazione del futuro; scienza e fantascienza spesso si sovrappongono
e nel ritmo narrativo delle illustrazioni trovano un canone estetico di
grande impatto visivo, unico ed ancora oggi affascinante.
Così come già accaduto sin dagli anni venti negli Stati Uniti con
l’arrivo in edicola di riviste come Argosy e Weird Tales e, soprattutto
con l’intuizione di Hugo Gernsback che nel 1926, oltre a pubblicare
la prima rivista interamente dedicata alla fantascienza - Amazing
Stories. The Magazine of Scientifiction -, la accompagna con le
coloratissime ed accattivanti copertine illustrate dall’austriaco Frank
R, Paul, negli anni cinquanta anche in Italia la fantascienza diventa
un genere popolare e di grande diffusione, non più confinato tra le
avventure per ragazzi.
L’innovazione è anzitutto nel termine fantascienza, un neologismo
tutto italiano che compare per la prima volta nel 1952 sul primo
numero di Urania nell’editoriale a firma di Giorgio Monicelli, e
nello strumento, riviste e collane da edicola, appunto. Tra le riviste la
prima in assoluto fu Scienza Fantastica di Vittorio Kramer e Lionello
Torossi in edicola per sette numeri, dall’aprile 1952 al marzo 1953;
la seconda, Mondi Nuovi dell’Editrice Diana, diretta da Eggardo
Beltrametti con il suo mix di fumetti e di racconti, in edicola per sei
numeri; nel mese di ottobre del 1952, terza in ordine di comparsa,
Urania edita da Mondadori e diretta da Giorgio Monicelli, nella doppia
versione Rivista, che uscirà per quattordici numeri, e I Romanzi, la
collana più longeva tra tutte, in edicola ancora oggi. A seguire, tra
le tante, arrivano poi Galassia, del 1953, curata da Orfeo Giovanni
Landini edita per sei numeri; Fantascienza, edita da Garzanti a fine
1954 con sette numeri; Mondi Astrali, edita da Gabriele Gioggi nel
1955 con quattro numeri; I narratori dell’AlphaTau, edita nel 1957
da Irsa Muraro con nove numeri; I Romanzi del Cosmo nel 1957,
edita da Ponzoni con 202 uscite e con i primi dieci numeri curati dallo
stesso Giorgio Monicelli sotto lo pseudonimo Tom Arno; Cronache
del Futuro, nel 1957 per le Edizioni Kappa, diretta da Salvatore
Cappadonia con venticinque numeri e nel 1958, con undici numeri,
07
per l’Editrice Maya; Cosmic, edita nel 1957 da Irsa Muraro con tre
numeri; Oltre il Cielo, edita nel 1957 prima da Silvestri e poi dal
Gruppo Editoriale Esse per 155 numeri, diretta da Cesare Falessi;
Fantascienza, edita nel 1957 dalla Saie con dieci numeri; Galaxy,
edita nel 1958 con settantadue numeri prima dall’Editrice Due
Mondi e poi dall’Editrice La Tribuna; Superspazio, edita nel 1961 da
Minerva con dieci numeri; Galassia, sempre nel 1961 per l’Editrice
La Tribuna con 237 numeri.
Una vitalità editoriale che ha il merito di portare per la prima volta
ai lettori italiani autori come Asimov, Sturgeon, Clarke, Heinlein,
Bradbury e che trova nelle accattivanti copertine illustrate da maestri
come Curt Caesar, Carlo Jacono, Guido Buzzelli, Benedettucci,
Enzo Cassoni, Luigi Garonzi, Ed Emshwiller, Luigi Rapuzzi,
Mario Todarello, Gianni Renna, Karel Thole un potente strumento
dell’immaginario del tempo.
Vasta, al tempo stesso, la produzione fumettistica che in parte riprende
quella importata già negli anni trenta dagli Stati Uniti - Flash Gordon,
Buck Rogers e Brick Bradford, personaggio questo che in Italia avrà
vita con nomi diversi come Giorgio Ventura, Antares, Bat Star e in parte trova una via tutta italiana, di cui sono esempio la serie
Saturno contro la Terra, sceneggiata da Cesare Zavattini e Federico
Pedrocchi e disegnata da Scolari, Virus ideato sempre da Pedrocchi
e disegnato da Walter Molino, Misterix di Paul Campani, Alex l’eroe
dello spazio e Nolan il pioniere dello spazio di Guido Buzzelli, Raff
pugno d’acciaio di Mario Guerri e Vittorio Cossio, Razzo disegnato
da Platania, le strisce Dick Saetta, Tony Comet e poi, ancora, il primo
Alan Ford di Luciano Secchi (Max Bunker), che nasce nel 1963 come
spaziale moderno e, nel 1968, l’Astronave pirata di Guido Crepax.
Numerosissimi, poi, sono i casi di contaminazione della materia
fantascientifica su fumetti non di genere; nella produzione disneyana,
ad esempio, ma anche in personaggi come Zagor di Sergio Bonelli e
Gallieno Ferri - quest’ultimo creatore anche di Maskar, personaggio
noir in maschera e costume e che vivrà anche lui avventure spaziali
- piuttosto che in Tiramolla.
Alle illustrazioni di genere si affiancano con efficacia e forza persuasiva
le copertine di rotocalchi a grande tiratura come Epoca, Oggi,
08
La Domenica del Corriere e Tribuna Illustrata, dove cronaca, scienza
e fantascienza propongono indifferentemente ai lettori avvistamenti
di dischi volanti, lanci di satelliti, razzi e primi uomini nello spazio
che trovano la straordinaria sintesi ed interpretazione grafica di Walter
Molino e Guido Bertoletti, sostituendo spesso, per attrazione, articoli
e notizie. Interessante notare anche la portata iconografica di riviste
di divulgazione tecnica e scientifica, come Scienza Popolare, Scienza
e Vita, Sistema Pratico, Scienza Illustrata che cavalcano il tema del
futuro proponendo ai lettori scenari illustrati nei quali il confine tra
scienza e fantascienza è quanto mai provvisorio.
Il cinema trova nel filone fantascientifico una grande fonte di
ispirazione: non casualmente una delle prime produzioni di George
Méliès, nel 1902, è proprio Viaggio nella Luna, pionieristico
adattamento delle storie di Verne e Wells e, sempre non a caso, ad oggi
tra i film che hanno avuto i maggiori incassi di tutti i tempi troviamo
Avatar, Star Wars, E.T. L’Extraterrestre, Matrix, Men in black,
Jurassic Park senza considerare la trilogia de Il Signore degli Anelli
ed Harry Potter che attengono più propriamente alla categoria del
fantastico. Negli anni cinquanta le pellicole che arrivano nei cinema
italiani sono soprattutto americane ed inglesi, con effetti speciali
che, visti oggi, non nascondono tutte le ingenuità del tempo, ma che
allora non mancavano di tenere gli spettatori incollati alle scomode
poltroncine di legno delle sale. Per trovare buone produzioni italiane
dobbiamo aspettare gli anni sessanta, con i quattro film del ciclo
Gamma Uno di Antonio Margheriti, e Terrore nello spazio di Mario
Bava, maestro italiano degli effetti speciali prima di Carlo Rambaldi.
Indimenticabili per la loro straordinaria efficacia estetica, manifesti e
locandine che annunciavano i film e che facevano vivere anche a chi
al cinema poi non sarebbe andato l’esperienza di viaggi interstellari,
invasioni marziane e mostri atomici.
Anche la televisione non poteva rimanere estranea alla fascinazione
fantascientifica e, pur con un impatto iconografico meno rilevante
sulle fonti che abbiamo preso in esame, è una protagonista nella
costruzione dell’immaginario. Negli anni di nostro riferimento non
possiamo non ricordare la prima serie di Ai confini della realtà
(1959-1964), Captain Scarlet (dal 1960), The Jetson (dal 1962),
Doctor Who (dal 1963), Thunderbirds (1964-1965), Star Trek (dal 1966),
09
Le fantastiche avventure dell’astronave Orion (1965-1966), U.F.O
(1969-1970): produzioni americane, inglesi - tedesca nel caso di
Orion - che, a seguire, arriveranno anche sugli schermi italiani.
La RAI, al tempo degli sceneggiati, non trascura la fantascienza:
nel 1962 produce lo sceneggiato Operazione Vega, per la regia
di Vittorio Cottafavi, nel 1965 la miniserie Obiettivo Luna, con
Maurice Chevalier e Loretta Goggi, e lo sceneggiato per ragazzi I
legionari dello spazio per la regia di Italo Alfaro, nel 1972, sulla
scia del successo inglese, A come Andromeda con Paola Pitagora
e Luigi Vannucchi.
Di grande interesse è anche il tema delle ambientazioni spaziali nella
pubblicità, linguaggio che, cogliendo ed anticipando per vocazione
lo spirito dei tempi, non poteva non trovare nelle suggestioni del
futuro una leva di fascinazione. Oltre alla pubblicità proveniente
dai rotocalchi, di cui presentiamo una selezione, ci piace ricordare
come esempio ante-litteram di commercial tv la sigla di coda della
prima serie di Ai confini della realtà dove, accanto allo scorrere dei
nomi, compariva il tubetto del dentifricio Crest.
E sempre nell’ambito degli sconfinamenti non convenzionali,
veicoli dell’immaginario decisamente trascurati sono i quaderni
di scuola che completavano il corredo dello scolaro, impreziositi
e resi attraenti da illustrazioni con basi lunari, astronavi e viaggi
spaziali e che, certamente, avranno reso il tempo dello studio meno
grigio e noioso a tanti.
Un libro da sfogliare con lentezza, quindi, per lasciarsi andare alla
suggestione delle sue 280 immagini e per godere di una narrazione
iconografica a tutto tondo, che sovrappone media e linguaggi
grafici diversi tra loro nel tentativo di ricreare l’atmosfera, il mood,
che la genialità creativa di disegnatori ed illustratori del fantastico
e dell’anticipazione ha fatto entrare nel quotidiano dell’Italia che
cercava la via della modernità.
10
SPACE OPERA.
IL MITO DELL’INVASIONE
11
H.G. Wells scrisse La Guerra dei Mondi nel 1897 e non avrebbe mai
immaginato che lo scenario apocalittico dell’invasione marziana da
lui descritta nei minimi particolari sarebbe poi diventato, nel 1938,
un adattamento radiofonico altrettanto realistico da far cadere nel
panico buona parte degli americani che ne ascoltavano la cronaca
dalla voce di Orson Welles, al tempo giovane attore che proprio grazie
a questa inaspettata performance avviò il successo che distinguerà la
sua lunga carriera. Nel 1938 il mondo vive le avvisaglie della guerra
che lo sconvolgerà e che arriverà di lì a poco, negli Stati Uniti prevale
ancora la vocazione isolazionista e l’idea di subire un’invasione,
umana o extraterrestre che sia, non è contemplata e scatena paure
ancestrali. Il successo de La Guerra dei Mondi non finisce lì: nel 1953,
prodotto da George Pal e con la regia di Byron Haskin, diventerà film
di successo e vincerà l’Oscar per gli Effetti Speciali, nel 2005 Steven
Spielberg ne farà un remake e nel 2011 sarà scelto dal National Film
Preservation Board per essere conservato nel National Film Registry
della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Il caso de La Guerra dei Mondi è forse il più noto ed è andato oltre
i limiti di genere, ma è l’intera narrazione di fantascienza che nel
tema dell’invasione e della guerra tra i mondi ha trovato spunti e
suggestioni formidabili, appropriandosene da subito in tutti i suoi
linguaggi: fumetto, letteratura, cinema e, più avanti, televisione.
All’alba degli anni cinquanta lo scenario è quello di un mondo che
dopo essersi illuso di aver lasciato la guerra alle spalle, si trova invece
a convivere con una guerra prossima, annunciata, minacciata, attesa e
per fortuna mai combattuta, la guerra fredda dell’era atomica e della
contrapposizione tra i blocchi sovietico ed americano. Il nemico c’è,
non è dentro casa ma scienza e tecnologia accorciano le distanze, a
scuola i ragazzi della grande provincia americana si esercitano per
imparare a proteggersi dal fall out nucleare e vivere straordinarie
avventure di guerra tra pianeti, se da una parte li prepara, dall’altra,
nella sua portata fantastica, li consola. Gli eroi si chiamano ancora
Flash Gordon e Buck Rogers e si faccia bene attenzione a non
chiamarli supereroi perché loro sono solo uomini, non hanno super
poteri, ma sono solo forti, abili, coraggiosi, belli, fortunati, combattono
per salvare il mondo e animano svariate edizioni di collane a fumetti
che, seppur a fasi alterne, godranno di successo sino alla fine degli
12
anni sessanta, in Italia in particolar modo grazie alla Casa Editrice
Nerbini ed ai Fratelli Spada Editori.
Nell’ambito italiano l’iconografia fantascientifica, oltre a recepire
il tanto che arriva da Stati Uniti e Gran Bretagna, trova una sua via
di sicuro interesse. La serie Saturno contro la Terra, sceneggiata da
Cesare Zavatti e Federico Pedrocchi, disegnata da Giovanni Scolari
ed edita prima su L’Avventuroso da Nerbini e negli Albi d’Oro
Mondadori con uscite tra il 1936 ed il 1947, può essere considerato
il primo fumetto di fantascienza interamente italiano; il plot narrativo,
ovviamente, vede il feroce dittatore di Saturno, Rebo, muovere guerra
contro il nostro pianeta. Altri personaggi italiani che si muovono a
proprio agio tra avventure e guerre ai marziani sono Misterix, creato
da Massimino Garnier e Paul Campani, Razzo disegnato da Platania,
Alex l’eroe dello spazio e Nolan il pioniere dello spazio, tutti e due
dalla splendida matita di Guido Buzzelli, Raff pugno d’acciaio creato
da Mario Guerri e disegnato da Vittorio Cossio oltre a diverse strisce,
alcune di vita brevissima, che propongono ai giovanissimi guerre tra
pianeti ed invasioni aliene.
Sull’esempio delle riviste americane, le copertine delle collane da
edicola come Scienza Fantastica, Urania, Super Spazio, Cosmo,
Galaxy si animano di disegni coloratissimi che diventano un formidabile
attrattore di pubblico, e di certo la creatività fantastica di Benedettucci,
Boccasile jr, Curt Caesar, Alvaro Lojacono, Luigi Garonzi, Karel Thole
esercita un forte ascendente sulla scelta del lettore occasionale che,
proprio grazie al richiamo estetico, si ritrova poi immerso nelle visioni
del futuro di Isaac Asimov, Philip Dick, Arthur Clarke, Theodore
Sturgeon, Robert Heinlein o Ray Bradbury - autori che le riviste,
quando la fantascienza era guardata con diffidenza dalla critica, hanno
avuto il merito di portare per prime al lettore italiano -.
Di grande interesse è anche il linguaggio visivo dei manifesti
cinematografici, ingiustamente considerato spesso solo uno strumento
di accompagnamento del film quando invece, spesso e soprattutto
negli anni cinquanta e sessanta, ne è protagonista ed acceleratore del
successo. Titolazione - anche se la traduzione dall’inglese all’italiano
ha spesso prodotto titoli non appropriati - e rappresentazione grafica del
film hanno un’efficacia visiva e persuasiva del tutto proprie:
13
a La Guerra dei Mondi di cui abbiamo già detto, come validi esempi
affianchiamo Guerra tra i Pianeti, I 27 giorni del Pianeta Sigma, Il
fantasma dello spazio, Marte distruggerà la Terra, Gli invasori della
base spaziale U.S., I Pianeti contro di noi, I Diafanoidi vengono da
Marte La morte viene dal Pianeta Aityn.
A completare il quadro della rappresentazione iconografica del mito
dell’invasione, alla narrazione di genere si aggiunge la cronaca, con
l’enfasi ed il clamore che quotidiani e rotocalchi, dalla fine degli anni
quaranta in poi, riservano alle notizie che provengono dallo spazio:
scientifiche, che iniziano a far sentire stelle e pianeti sempre più vicini, e
di cronaca, che riportano di avvistamenti in cielo di dischi, globi e sigari
volanti, luminosi e velocissimi, quando non anche di contatti diretti con
alieni e rapimenti extraterrestri. Notizie che prendono la veste grafica
e creativa soprattutto di Walter Molino e di Giulio Bertoletti, e che
contribuiscono non poco a formare l’immaginario fantascientifico
italiano.
L’avventura nello spazio non si discosta dall’archetipo mitico
dell’epica, dove troviamo l’eroe che affronta una prova, pronto al
sacrificio estremo per salvare la sua terra o il suo popolo e la prova,
l’impresa, può essere un duello, una guerra o persino sfidare un dio
ma, in ogni caso, è nell’affrontare il pericolo a favore di qualcun
altro che l’eroe diventa tale, entra nella leggenda, diventa mito e
sopravvive a se stesso.
Le virtù dell’eroe sono quelle cavalleresche di onore, lealtà,
temperanza e coraggio e se queste virtù appartengano ad Ulisse
o ad Achille, a Sir Gawain, a Flash Gordon o a Ray Ferrier, il
protagonista de La Guerra dei Mondi, cambia solo la prospettiva
temporale e mai il fascino.
14
1947 // ALBO D’ORO N°48.
MONDADORI EDITORE.
DISEGNO GIOVANNI SCOLARI
15
16
1947 // ALBO D’ORO N°51.
MONDADORI EDITORE.
DISEGNO GIOVANNI SCOLARI
1947 // ALBO D’ORO N°57.
MONDADORI EDITORE.
DISEGNO GIOVANNI SCOLARI
17
18
1948 // LE PIÙ BELLE AVVENTURE N°95 (MISTERIX).
EDITORE SUBALPINO.
ILLUSTRATORE PAUL CAMPANI
1947 // ALBO D’ORO N°59.
MONDADORI EDITORE.
DISEGNO GIOVANNI SCOLARI
1950 // IL ROMANZO PER TUTTI N°13.
EDITORE CORRIERE DELLA SERA.
COPERTINA U. MATANIA
19
1952 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°35
20
1953 // LE NUOVE AVVENTURE N°37 (ALEX L’EROE DELLO SPAZIO).
EDIZIONI DIANA.
ILLUSTRATORE GUIDO BUZZELLI
1953 // SCIENZA FANTASTICA N°3.
EDITRICE KRATOR.
COPERTINA N. BENEDETTUCCI
21
22
1953 // URANIA RIVISTA N°14.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
1953 // I ROMANZI DI URANIA N°21.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
1953 // I ROMANZI DI URANIA N°22.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
1954 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°40.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
1954 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°43.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
23
1954 // LA GUERRA DEI MONDI (THE WAR OF THE WORLDS).
REGIA BYRON HASKIN
1954 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°42.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
24
1954 // RICCARDO CHIARELLI.
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE.
COPERTINA G. LAGNA
1955 // FANTASCIENZA N°4.
GARZANTI EDITORE.
COPERTINA ED EMSHWILLER (EMSH)
25
1955 // ALBI DE L’AVVENTURA N°2 (RAFF PUGNO D’ACCIAIO).
EDITRICE CAPRIOTTI.
COPERTINA GUIDO BUZZELLI
26
1955 // ALBI DE L’AVVENTURA N°18 (RAFF PUGNO D’ACCIAIO).
EDITRICE CAPRIOTTI.
COPERTINA GUIDO BUZZELLI
1955 // I ROMANZI DI URANIA N°80.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
27
28
1955 // I ROMANZI DI URANIA N°96.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
1956 // ALBI DELL’IMPAVIDO N°13.
EDIZIONI ALPE.
COPERTINA N. D.
29
30
1957 // AVVENTURE DI DOMANI! N°15.
EDIZIONI MONDIALI.
COPERTINA N. D.
1957 // AVVENTURE DI DOMANI! N°19.
EDIZIONI MONDIALI.
COPERTINA N. D.
31
1957 // GUERRA TRA I PIANETI (KILLERS FROM SPACE).
REGIA W. L. WILDER
1957 // I 27 GIORNI DEL PIANETA SIGMA (THE 27TH DAY).
REGIA WILLIAM ASHER
32
1957 // COLLANA ZANETTO N°19 (KIT-BOY).
EDITRICE SELENE.
COPERTINA N. D.
1957 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°35.
ILLUSTRATORE RINO FERRARI
1957 // ALBI DEL FALCO N°78.
MONDADORI EDITORE.
DISEGNO W. BORING, S. CAYE
33
34
1957 // URANIA N°142.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
1957 // URANIA N°144.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
35
1958 // CRONACHE DEL FUTURO N°12.
KAPPA EDIZIONI.
ILLUSTRATORE E. NISTRI
1958 // GRANDI AVVENTURE N°7 (DIK SAETTA).
EDITORE FUMETTI.
DISEGNO G. COSSIO
1958 // IL FANTASMA DELLO SPAZIO (PHANTOM FROM SPACE).
REGIA W. LEE WILDER
37
38
1958 // L’UOMO MASCHERATO N°3.
EDITORE IL VASCELLO.
DISEGNO WILSON Mc COY
1959 // LE CRONACHE DEL FUTURO N°7.
EDITRICE MAYA.
ILLUSTRATORE SBRAGA
39
40
1959 // ALBI AVVENTURA N°13 (ALEX L’EROE DELLO SPAZIO).
ED. FLAMINIA.
COPERTINA E. CASSONI
1959 // SPUTNIK N°5.
EDITAL EDIZIONI.
DISEGNO R. R. GIORDAN
41
42
1959 // URANIA N°216.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CARLO JACONO
1960 // I ROMANZI DEL COSMO N°49.
PONZONI EDITORE.
ILLUSTRATORE LUIGI GARONZI
43
1960 // MARTE DISTRUGGERÀ LA TERRA (THE ANGRY RED PLANET).
REGIA IB MELCHIOR
44
1961 // GALASSIA N°2.
EDITRICE LA TRIBUNA.
COPERTINA N. D.
1961 // GALASSIA N°3.
EDITRICE LA TRIBUNA.
COPERTINA N. D.
1961 // GLI INVASORI DELLA BASE SPAZIALE (KOTETSU NO KYOJIN).
REGIA BEN ISHUI
45
46
1961 // IL GIORNO DEI RAGAZZI N°16 (DAN DARE).
EDIZIONI S.E.L..
DISEGNO FRANK HAMPSON
1961 // MANDRAKE N°50.
EDIZIONI IL VASCELLO.
DISEGNO PHIL DAVIS
47
48
1961 // SUPER SPAZIO N°2.
MINERVA EDITRICE.
ILLUSTRATORE M. BOCCASILE JR
1962 // DOMENICA DEL CORRIERE N°4.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
49
1962 // I PIANETI CONTRO DI NOI (PLANETS AROUND US).
REGIA ROMANO FERRARA
1962 // DOMENICA DEL CORRIERE N°43.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
50
1962 // DOMENICA DEL CORRIERE N°49.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
1962 // ALBO N°4.
EDITORE IL VASCELLO.
COPERTINA E. CARA
51
52
1962 // SUPER SPAZIO N°3.
MINERVA EDITRICE.
ILLUSTRATORE M. BOCCASILE JR
1962 // URANIA N°276.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE KAREL THOLE
53
54
1963 // ALBI D’ORO N°10.
MONDADORI EDITORE.
COPERTINA N. D.
1963 // DOMENICA DEL CORRIERE N°35.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
55
56
1964 // SUPER ALBO N°106.
EDIZIONI F. LLI SPADA.
COPERTINA MARIO CARIA
1964 // CLASSICI AUDACIA N°12
(BLAKE E MORTIMER).
MONDADORI EDITORE
1965 // ALBO SERIE ORO S. N. (RAZZO ).
EDITRICE FUMETTI.
DISEGNO TAN
1964 // CLASSI DEL FUMETTO (BUCK ROGERS).
EDITORIALE CORNO.
COPERTINA E. CARA
57
1966 //
I DIAFANOIDI
VENGONO DA MARTE.
REGIA A. DAWSON
(ANTONIO MARGHERITI)
58
1965 // I PIONIERI DELLO SPAZIO N°1.
URBIS PRESS EDITORE.
COPERTINA GUIDO BUZZELLI
59
1967 // CLASSICI AUDACIA N°49 (DAN COOPER).
MONDADORI EDITORE.
COPERTINA N.D.
1966 // LA MORTE VIENE DAL PIANETA AYTIN.
REGIA A. DAWSON
(ANTONIO MARGHERITI)
61
62
1967 // GESEBEL N°19.
EDITORIALE CORNO.
DISEGNO LUIGI CORTEGGI
1968 // CORRIERE DEI PICCOLI N°23 (LUC ORIENT).
RIZZOLI EDITORE.
COPERTINA E. PAAPE
63
64
SPACE OPERA.
IL MITO DEL VIAGGIO
65
“Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise
durante la sua missione quinquennale, diretta all’esplorazione di nuovi
mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare
laddove nessun uomo è mai giunto prima”. È l’8 settembre del 1966 e
sulla rete televisiva NBC, mentre un’astronave si dirige verso lo spazio
profondo, recita così la voce narrante della sigla della nuova serie ideata
da Gene Roddenberry: settantanove puntate, fino al 3 giugno 1969.
Star Trek non è da subito un successo, ma lo diventerà presto; la serie
classica delle prime tre stagioni, con 79 episodi, terminerà il 3 giugno 1969
ma, negli anni, seguiranno altre cinque serie e dodici film, con milioni di
fan in ogni parte del mondo pronti a riconoscersi con il saluto vulcaniano
del signor Spock.
Un successo, quello di Star Trek, riconosciuto da trentatre Emmy, cinque
premi Hugo, un Oscar e quattordici nomination ed un fandom che,
probabilmente, non ha eguali nella storia del cinema.
Nel plot narrativo di Star Trek ritroviamo tutto l’archetipo epico del
viaggio: l’abbandono della terra natale, il viaggio verso l’incognito, le
prove da affrontare, la nostalgia del ritorno.
Nella trasposizione del mito potremmo agevolmente sostituire la figura
eroica del momento, il Capitano Kirk in questo caso, con Giasone ed i suoi
Argonauti alla ricerca del vello d’oro, con Ulisse che affronta il ritorno alla
sua Itaca o con Enea alla ricerca di una nuova Patria; cambieremmo lo
scenario di fondo ma il valore esperienziale del viaggio e dell’avventura
rimarrebbe inalterato e l’eroe errante manterrebbe tutte quelle caratteristiche
che ne fanno un mito fondante della cultura occidentale.
Di viaggi verso altri pianeti, peraltro, dall’antichità classica in poi ne
troviamo numerosi esempi.
Nel II secolo avanti Cristo, Luciano di Samosata ne La Storia Vera
racconta di un viaggio sulla Luna con relativo incontro dei suoi abitanti,
i Seleniti; nel 1516 Ludovico Ariosto fa salire sulla Luna Astolfo in sella
ad un ippogrifo per recuperare il senno perduto da Orlando; lo spagnolo
Juan Maldonado nel 1541, in Somnium, racconta di un sogno che porta
il narratore verso la Luna; nel 1634 Giovanni Keplero usa lo stesso titolo,
Somnium, per raccontare di un viaggiatore portato sulla Luna da demoni
volanti; nel 1638 Francis Godwin in The Man in the Moone racconta delle
avventure di Domingo Gonsales trainato sulla Luna dalle oche; nel 1657
Cyrano de Bergerac ne L’altro Mondo o gli Stati e gli imperi sulla Luna
66
arriva sulla Luna lanciato da una specie di razzo spinto da fuochi d’artificio;
nel 1786 il Barone di Munchausen descrive due sui viaggi sulla Luna; nel
viaggio verso la Luna si cimenta anche, nel 1827, George Tucker con A
voyage to the Moon; nel 1835 EdgarAllan Poe ne parla in L’incomparabile
avventura di un certo Hans Pfaall e nel 1880 Percy Greg, in Across the
Zodiac, fa arrivare il suo protagonista su Marte a bordo di un’astronave
spinta da propulsione antigravitazionale. Ma è Dalla terra alla Luna, il
romanzo che Jules Verne scrive nel 1865, ad avere la maggiore fortuna
editoriale, con migliaia di edizioni successive in tutto il mondo, ad
entrare nell’immaginario e a far diventare il viaggio nello spazio uno dei
temi più popolari di quel nuovo genere letterario che alimenterà la sua
narrazione ed immaginazione con le sempre più sensazionali scoperte che
scienza e tecnica mettono a disposizione: nel 1926 Hugo Gernsback lo
chiamerà scientifiction e poi, nel 1929, science fiction mentre, in Italia,
nel1952, il direttore di Urania Giorgio Monicelli lo chiamerà per primo
fantascienza.
Sul tema del viaggio la fantascienza costruisce una narrazione complessa
ed articolata e lo esplora in tutte le sue dimensioni: nello spazio, certamente,
ma anche dentro la Terra e al di sotto dei mari, nelle mente e fin dentro il
corpo umano, così come avanti e indietro nel tempo.
Il viaggio dentro la Terra attinge a piene mani nell’ambito della teoria della
Terra cava, di origini antichissime e secondo la quale la Terra sarebbe,
appunto, cava al suo interno e sotto la superficie terrestre vi sarebbero
altre superfici concentriche abitate. Dal punto di vista narrativo, di questa
suggestione si impossessano, ad esempio, l’insospettabile Giacomo
Casanova con l’Icosameron nel 1788, Edgar Allan Poe nel 1838 ne
la Storia di Arthur Gordon Pym e lo stesso Jules Verne, nel 1864, con
Viaggio al centro della Terra, dal quale deriverà, nel 1959, una fortunata
versione cinematografica per la regia di Henry Levin.
Per il viaggio nel tempo, la pietra miliare è senz’altro La macchina del
tempo di H.G.Wells, del 1895, che per primo inserisce nella narrazione
uno strumento tecnologico che rende possibile il grande salto: anche
Emilio Salgari, nel 1907, scrive e descrive Le meraviglie del Duemila,
solo che il viaggio nel futuro dei suoi personaggi è reso possibile non da
una macchina, come nel romanzo di Wells, ma dal principio attivo di
una pianta esotica che sospende le funzioni vitali.
67
Nella fantascienza moderna, di viaggio nel tempo raccontano, tra gli
altri, a Murray Leinster, L.Sprague de Camp, Ray Bradbury, Robert
Heinlein, Fritz Leiber, Isaac Asimov; per quanto riguarda la produzione
cinematografica, il primo dei molti film che ne tratteranno è Mondo senza
fine, del 1956, diretto da Edward Berns mentre, spesso, il tema è al centro
degli episodi della serie televisiva Ai confini della realtà, creata nel 1959
da Rod Sterling, con Ray Bradbury che ne firma alcune sceneggiature.
Di viaggio nel corpo umano, invece, è esempio per eccellenza Viaggio
allucinante, film del 1966, diretto da Richard Fleisher su soggetto di Otto
Klement e Jerome Bixby, vincitore di due Oscar - scenografia ed effetti
speciali - e dalla cui sceneggiatura la 20th Century Fox commissionò
ad Isaac Asimov un racconto dallo stesso titolo, che avrebbe dovuto
supportare la produzione ma che, invece, uscì alcuni mesi prima.
Anche l’avventura di un eroe classico della fantascienza a fumetti, Flash
Gordon - nato nel 1934 per idea e mano di Alex Raymond e che conoscerà
decenni di successo editoriale - inizia con un viaggio, quello a bordo
dell’astronave del dottor Zarkov - Zarro, nella versione italianeggiata - che
vuole salvare la Terra dalla collisione con il pianeta Mongo che si avvicina
pericolosamente; a bordo anche, Dale Arden, alter ego femminile della
narrazione e completamento della raffigurazione dell’eroe. Una volta
su Mongo i tre inizieranno a vivere avventure fantastiche, pericolose e
fascinose che faranno sognare generazioni di adolescenti.
Molte, quindi, le suggestioni che il tema del viaggio ha sollecitato nella
narrazione di fantascienza e questo, inevitabilmente, ha dato vita a una
produzione iconografica altrettanto fervida e numerosa nella quale
illustratori e disegnatori hanno misurato fantasia e creatività con razzi ed
astronavi, conquiste di pianeti, basi spaziali, salvataggi nello spazio, dischi
volanti e scontri con alieni.
Di questa iconografia presentiamo una selezione di immagini che si
addentra, oltre che nel terreno proprio del genere, anche su alcune
divagazioni, come ad esempio la copertina de La Vispa Teresa del 1949
e le copertine di Tiramolla del 1959 che dimostrano, se mai ve ne fosse
bisogno, la forza di contaminazione culturale di una fantascienza che è
sempre andata oltre i suoi ambiti stretti per farsi largo nel quotidiano vivo
ed entrare così nell’immaginario collettivo.
68
1946 // FLASH GORDON N°2.
CASA EDITRICE NERBINI.
DISEGNO ALEX RAYMOND
69
1946 // FLASH GORDON N°4.
CASA EDITRICE NERBINI.
DISEGNO ALEX RAYMOND
70
1948 // ORSON, L’UOMO DEGLI SPAZI N°3.
EDIZIONI ESSE.
DISEGNO MARIO GUERRI
1950 // RX-M DESTINAZIONE LUNA (ROCKETSHIP X-M).
REGIA KURT NEUMAN
1950 // UOMINI SULLA LUNA (DESTINATION MOON).
REGIA IRVING PICHEL
72
1952 // LA VISPA TERESA N°41.
EDITORIALE DEA.
COPERTINA N. D.
73
74
1952 // I ROMANZI DI URANIA N°1.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
1953 // EMILIO GARRO.
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE.
DISEGNO G. LAGNA
75
76
1953 // I ROMANZI DI URANIA N°27.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
1953 // I ROMANZI DI URANIA N°30.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
77
78
1954 // REGINALD BROWNE.
FABBRI EDITORI.
ILLUSTRATORE BENVENUTI
1954 // I ROMANZI DI URANIA N°49.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
79
1956 //
L’ASTRONAVE ATOMICA DEL DOTT. QUATERMASS
(THE QUATERMASS XPERIMENT).
REGIA V. GUEST
80
1956 // ALBI DELL’IMPAVIDO N°1.
EDIZIONI ALPE.
COPERTINA N. D.
81
1956 // MONDO SENZA FINE (WORLD WITHOUT END).
REGIA EDWARD BERNDS
82
1956 // DOMENICO VOLPI.
LA SCUOLA EDITRICE.
COPERTINA N. D.
83
84
1957 // PIERRE DEVAUX e H. G. VIOT.
EDITORE S.A.I.E..
ILLUSTRATORE ASSELLE FELICE
1957 // I ROMANZI DI URANIA N°145.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
85
86
1957 // I ROMANZI DI URANIA N°157.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
1957 // URANIA N°167.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CARLO JACONO
1958 // I ROMANZI DEL COSMO N°11.
PONZONI EDITORE.
COPERTINA LUIGI GARONZI
1958 // I ROMANZI DEL COSMO N°12.
PONZONI EDITORE.
COPERTINA LUIGI GARONZI
1958 // I ROMANZI DEL COSMO N°15.
PONZONI EDITORE.
COPERTINA LUIGI GARONZI
87
1958 // IL MOSTRO DELL’ASTRONAVE (IT! THE TERROR FROM BEYOND).
REGIA EDWARD L. CAHN
88
1958 // L’ASTRONAUTA N°18.
EDITORE L’ASTRONAUTA AVVENTURE.
COPERTINA A. CASABIANCA
1958 // URANIA N°171.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CARLO JACONO
1959 // GALAXY N°1.
EDITRICE DUE MONDI.
COPERTINA DEMBER
89
90
1959 // I ROMANZI DEL COSMO N°25.
PONZONI EDITORE.
COPERTINA LUIGI GARONZI
1959 // I ROMANZI DEL COSMO N°27.
PONZONI EDITORE.
COPERTINA LUIGI GARONZI
91
92
1959 // SPUTNIK N°2.
EDITAL EDITORE.
DISEGNO R. R. GIORDAN
1959 // SPUTNIK N°6.
EDITAL EDITORE.
DISEGNO R. R. GIORDAN
93
94
1959 // TIRAMOLLA N°19.
EDIZIONI ALPE.
DISEGNO EGIDIO GHERLIZZA
1959 // TIRAMOLLA N°24.
EDIZIONI ALPE.
DISEGNO EGIDIO GHERLIZZA
95
96
1959 // ROBERT A. HEINLEIN.
EDIZIONI LA SORGENTE.
COPERTINA A. DRUSIANI
1959 // URANIA N°199.
MONDADORI EDITORE.
COPERTINA CARLO JACONO
97
98
1959 // URANIA N°216.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CARLO JACONO
1959 // VIAGGIO NELL’INTERSPAZIO (SPACEWAYS).
REGIA TERRENCE FISHER
1960 // JACK VANCE.
EDITRICE LA SORGENTE.
COPERTINA N. D.
99
100
1960 // I ROMANZI DEL COSMO N°55.
PONZONI EDITORE.
COPERTINA LUIGI GARONZI
1960 // I ROMANZI DEL COSMO N°56.
PONZONI EDITORE.
COPERTINA LUIGI GARONZI
1960 // I ROMANZI DEL COSMO N°63.
PONZONI EDITORE.
COPERTINA LUIGI GARONZI
1960 // INTREPIDO N°32.
EDITRICE UNIVERSO.
COPERTINA ALVARO MAIRANI
1960 // JUNIOR N°3.
EDITRICE UNIVERSO.
COPERTINA N. D.
101
102
1961 // I CLASSICI DEL FUMETTO N°2 (ALAN FORD).
EDITORIALE CORNO.
DISEGNO L. SECCHI
1961 // ALBI DELLA FRECCIA N°19 (CINO E FRANCO).
EDITORE NERBINI.
COPERTINA LIORNI
103
104
1961 // I ROMANZI DEL COSMO N°75.
PONZONI EDITORE.
COPERTINA LUIGI GARONZI
1961 // RAUL PRA.
EDITRICE PICCOLI MILANO.
COPERTINA M. V. CASSINARI
105
106
1962 // I CONQUISTATORI DELLA LUNA (RADAR MEN FROM THE MOON).
REGIA FRED C. BRANNON
1962 // IL GIORNO DEI RAGAZZI N°21 (DAN DARE).
EDIZIONI S.E.L..
DISEGNO F. HAMPSON
107
1962 // VIAGGIO AL SETTIMO PIANETA (JOURNEY TO THE SEVENTH PLANET).
REGIA SIDNEY PINK
108
1963 // SEGRETISSIMO N°25.
MONDADORI EDITORE.
COPERTINA CARLO JACONO
109
1964 // BASE LUNA CHIAMA TERRA (FIRST MEN IN THE MOON).
REGIA NATHAN JURAN
110
1964 //CLASSICI AUDACIA N°5 (DAN COOPER).
MONDADORI EDITORE
111
112
1964 // ALBI DE IL VASCELLO N°70 (MANDRAKE).
EDIZIONI F.LLI SPADA.
COPERTINA MARIO CARIA
1964 // S.O.S. NAUFRAGIO NELLO SPAZIO (ROBINSON CRUSOE ON MARS).
REGIA BYRON HASKIN
113
114
1964 // D. A. WOLLHEIM.
EDITORE LA SORGENTE.
COPERTINA N. D.
1965 // E. C. ELIOTT.
EDITORE LA SORGENTE.
COPERTINA N. D.
1966 // LEX ET JUSTITIA N°9.
EDITORIALE CORNO.
COPERTINA LUIGI CORTEGGI
1966 // CLASSICI AUDACIA N°31
(DAN COOPER).
MONDADORI EDITORE
1966 // R. Y. QUINTAVALLE.
EDITRICE PICCOLI MILANO.
ILLUSTRATORE GASPAR
115
1967 // LE DONNE DEL PIANETA PREISTORICO (WOMEN OF THE PREHISTORIC PLANET).
REGIA A. PIERCE
116
1968 // 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO (2001: A SPACE ODYSSEY).
REGIA STANLEY KUBRICK
117
118
1968 // CONTO ALLA ROVESCIA (COUNTDOWN).
REGIA R. ALTMAN.
ILLUSTRATORE R. CESARO
1968 // GUIDO CREPAX.
RIZZOLI EDITORE
119
120
1972 // ALBI SPADA.
STAR TREK N°1.
EDITORE F.LLI SPADA
ROBOT.
IL MITO DELLA CREAZIONE
121
“…Il tredicesimo giorno bagnò la terra e con il fango impastò un corpo come
il nostro..” secondo la tradizione Maya, oppure come descrive la tradizione
biblica nel libro della Genesi “…allora il Signore Dio plasmò l’uomo con
polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne
un essere vivente…”, oppure ancora “…quando l’essere umano fu creato
e doveva essere completato, dapprima il creatore tentò di farlo con legno e
foglie, ma la sua materia adatta era la terra…” secondo la tradizione azteca.
Da sempre ed ovunque, l’uomo pone domande e cerca risposte sul mistero
della vita. Ogni popolo, in qualunque latitudine del globo, ha elaborato una
propria narrazione dei primordi e della creazione; alcune molto simili, altre
completamente diverse, quasi tutte rimandano alla figura di un creatore o un
demiurgo organizzatore del Caos come descrive Platone, da cui origina la
volontà superiore della creazione e della discendenza. La scienza ne spiega il
mistero nel linguaggio che le è proprio, ma anche le distanze tra creazionisti ed
evoluzionisti arrivano ad un punto oltre il quale la comprensione umana segna il
passo e si ferma, in alcuni con la fede che oltre il mistero possa esserci solo Dio, in
altri con l’ottimismo scientista che la comprensione sia solo questione di tempi.
Certo è che il mito della creazione è per definizione il mito fondante
dell’umanitàeoltreilmisterodell’originehasempreportatoconsél’aspirazione
dell’imitazione, anche questa con tracce ugualmente antichissime come, ad
esempio, nell’Antico Testamento la figura del Golem, gelem in ebraico,
ovvero materia grezza che grazie al potere ed alla conoscenza della parola
nella kabbalah diventa Golem, servo non pensante e pura forza bruta agli
ordini del suo creatore. Numerose sono anche le testimonianze che arrivano
dalla Grecia antica; Omero, ad esempio, racconta di automi costruiti da
Efesto, dio del fuoco e della metallurgia, e nel libro XVIII dell’Iliade parla di
schiave d’oro semoventi e parlanti.
Dall’antica Cina, il Libro del Vuoto Perfetto, datato al III secolo avanti Cristo,
descrive l’incontro ancora più antico tra re il Mu ed un artefice che gli mostra
un automa che “…camminava rapidamente, muovendo su e giù la testa,
e chiunque avrebbe potuto scambiarlo per un essere umano vivo…”. Il
Codice Atlantico ci ha invece restituito i disegni di Leonardo da Vinci per
la costruzione di un cavaliere meccanico, abile ad alzarsi ed a fare alcuni
movimenti da solo, ed anche gli alchimisti rinascimentali inseguirono il
mito della creazione, con Paracelso che per primo paventa la creazione di un
homunculus, creatura vivente da laboratorio, più piccolo ma al pari dell’uomo
pensante ed intelligente.Nell’EuropadiinizioottocentoMaryShelley,adappena19
anni, dà vita nel 1816 al mito gotico per eccellenza e scrive Frankestein o il moderno
Prometeo, che irrompe e si radica nella cultura romantica e diventerà spunto,
122
suggestione ed interpretazione per opere letterarie, prima, cinematografiche
e televisive, poi. E anche Carlo Collodi nel suo Pinocchio, in quello che solo
apparentemente è un racconto per ragazzi, insegue il sogno della creazione
animando col tocco maestro di Geppetto il ciocco di legno che, al termine
del suo percorso iniziatico e grazie all’intervento della Fata Turchina, da
burattino animato si trasformerà e diventerà un bambino nato a nuova vita.
Il tema della creazione, quindi, attraversa secoli e culture e, ovviamente
non poteva rimanere estraneo a letteratura ed iconografia di fantascienza,
che se ne appropria da subito sostanzialmente percorrendo due grandi
filoni: il robot, la creatura meccanica, che sostituisce l’uomo e ne svolge
i compiti ed il robot che si ribella all’uomo, al creatore stesso, lasciando
trapelare in questo il rinnovamento del mito della ribellione di Lucifero.
Laspinta modernista di inizionovecentopromette nuovavitaecambiaancheleparole.
Robot è un termine cecoslovacco che significava lavoratore; il ceco Karel
Capek nel 1920 lo utilizza per il suo dramma R.U.R. Robot universali di
Rossum, con protagonisti degli automi cui dà il nome di robot; da allora
la parola sarà assimilata all’inglese e diventerà di uso comune in tutto il
mondo e ben oltre il suo ambito d’origine. Come semplice curiosità, è
simpatico notare l’assonanza tra il nome di Capek, Karel, con Kal-El, il
nome kryptoniano di Superman, il personaggio dei fumetti creato da Jerry
Siegel e Joe Shuster nel 1933.
Nei vastissimi riferimenti che la produzione fantascientifica offre alla
riflessione sul Robot, due casi sono particolarmente significativi.
Il primo riguarda la letteratura ed ha il nome di Isaac Asimov che innova
completamente il rapporto uomo-robot: non più solo creature metalliche
e meccaniche, senz’anima e sensibilità che, fatalmente, si ribellano e
distruggono il loro creatore, ma macchine create con la qualità ed il pregio
del raziocinio, con cervelli positronici programmati per far rispettare
come regole fondamentali le tre leggi della robotica, alle quali il cervello
del robot non poteva derogare per sua natura.
La prima prevede che un robot non può recar danno a un essere umano,
né, per omissione, permettere che si rechi danni ad un essere umano; la
seconda prevede che un robot deve obbedire agli ordini datigli dagli esseri
umani, eccetto quando questi ordini siano in contrasto con la Prima Legge;
la terza stabilisce che un robot deve proteggere la propria esistenza fin che
questa protezione non entri in conflitto con la Prima e la Seconda Legge.
123
L’impianto narrativo di Asimov incide profondamente sulla fantascienza
moderna e, pur non eliminando dal plot l’ambito del conflitto, segna una
direzione che sarà ampiamente percorsa.
Dal cinema, invece, emerge un altro personaggio assoluto, Robby the Robot,
che compare per la prima volta nel 1956 con il film Il Pianeta Proibito (The
Forbidden Planet) di Fred McLeod Wilcox, prodotto dalla MGM; il nome
non è del tutto originale - lo troviamo, infatti, nel racconto The Fantastic Island
(1935) di Kenneth Robeson pubblicato sul pulp magazine Doc Savage ed
anche, nel 1940, in Robbie di Asimov - ma il film ha un grande successo e
Robby the Robot continuerà ad essere protagonista di altre pellicole come, già
l’anno seguente, Il Robot e lo Sputnik (The invisible boy), oltre che in numerose
apparizioni televisive.
Dal film, W.J Stuart trarrà un libro, sempre con lo stesso titolo ed immagine,
ampliando storia e definizione dei personaggi che sarà pubblicato in Italia nel
1957 da Urania.
Interessante notare l’uscita per gli Albi d’Oro Mondadori, sempre nel 1956, della
storia Paperino e Robert il Robot, scritta da Guido Martina e con la matita di
GiovanBattistaCarpi;ununiversoDisneycheinnumerosissime storie non rimarrà
estraneo all’ambientazione di fantascienza e che, peraltro, vede lo stesso Carpi
tornare sul tema e disegnare nel 1961 la storia Archimede Pitagorico e l’automa.
Grande è poi l’influenza di Robby the Robot sul design dei giocattoli, segnando
definitivamente con il suo profilo l’immaginario collettivo della figura del robot.
L’automa, il robot di fattezza simil umana evolverà spesso nella figura del
cervello elettronico, termine ormai desueto che indicava la macchina pensante,
supercomputeringradodiagire,interagireedinterferirecongliuomini:casoclassico
Hal 9000, l’intelligenza artificiale protagonista di 2001:Odissea nello spazio, film
del 1968 diretto da Stanley Kubrick e tratto da un soggetto diArthur Clarke.
I robot, le loro storie, le loro ribellioni, il loro rapporto con gli umani, i loro
conflitti segnano quindi uno degli ambiti narrativi ed iconografici più fervidi
della produzione fantascientifica, passandone facilmente i confini per entrare in
una sorta di familiarità di genere che, ad oggi, ce li farebbe in fondo considerare
senza troppo stupore dei vicini di casa.
Il mito, come sempre, trova le sue strade e, nella diversità dei tempi e dei
linguaggi, continua il suo dialogo con le sensibilità profonde dell’animo.
124
1946 // ALBO D’ORO N°12.
MONDADORI EDITORE.
DISEGNO CLARENCE GRAY
125
126
1948 // ALBO D’ORO N°109 (BUCK ROGERS).
MONDADORI EDITORE.
DISEGNO R. W. CALKINS
1948 // ILLUSTRAZIONE DEL POPOLO N°19.
ILLUSTRATORE MARIO D’ANTONA
127
128
1953 // SCIENZA FANTASTICA N°2.
KRATOR EDITORE.
COPERTINA N. BENEDETTUCCI
1953 // TOBOR IL GRANDE (TOBOR THE GREAT).
REGIA LEE SHOLEM
1954 // ATTACCO ALLA BASE SPAZIALE U.S. (GOG).
REGIA HERBERT L. STROCK
129
1954 // LA SCIENZA ILLUSTRATA.
EDITORE A.P.I.
130
1954 // URANIA N°33.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
131
1955 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°38.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
132
1955 // URANIA N°94.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
133
1956 // INTREPIDO N°13.
EDIZIONI UNIVERSO
1956 // ALBI D’ORO N°26.
MONDADORI EDITORE.
DISEGNO G. B. CARPI - G. CHIERCHINI
1957 // IL ROBOT E LO SPUTNIK (THE INVISIBLE BOY).
REGIA HERMAN HOFFMAN
134
1957 // KRONOS CONQUISTATORE DELL’UNIVERSO (KRONOS).
REGIA KURT NEUMANN
135
136
1957 // URANIA N°148.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE CARLO JACONO
1958 // LE CRONACHE DEL FUTURO N°3.
EDITRICE MAYA.
ILLUSTRATORE DI STEFANO
137
1958 // COLLANA ZANETTO N°35 (KIT-BOY).
EDITRICE SELENE.
COPERTINA LEO CIMPELLIN
1959 // IL GIORNO DEI RAGAZZI N°17.
EDIZIONI S.E.L..
DISEGNO FRANK HAMPSON
138
1959 // LE CRONACHE DEL FUTURO N°5.
EDITRICE MAYA.
ILLUSTRATORE SBRAGA
139
140
1959 // GALAXY N°10.
EDITRICE LA TRIBUNA.
ILLUSTRATORE WOOD
1959 // GALAXY N°11.
EDITRICE LA TRIBUNA.
ILLUSTRATORE WOOD
141
1959 // IL VITTORIOSO N°47.
EDITRICE AVE.
ILLUSTRATORE CURT CAESAR
1959 // IL MONELLO N°22.
EDITORE UNIVERSO.
COPERTINA N.D.
142
143
144
1960 // URANIA N°243.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE K. THOLE
1961 // GALAXY N°12.
EDITRICE LA TRIBUNA.
ILLUSTRATORE ED EMSHWILLER (EMSH)
145
1962 // GALAXY N°3.
EDITRICE LA TRIBUNA.
ILLUSTRATORE WOOD
1962 // MASKAR N°3.
EDITRICE ARCOBALENO.
DISEGNO G. ORRU
1963 // URANIA N°309.
MONDADORI EDITORE.
ILLUSTRATORE K. THOLE
1964 // BAT STAR (BRICK BRADFORD) N°65.
EDIZIONI F.LLI SPADA.
COPERTINA G. FERRI
147
148
1964 // ISAAC ASIMOV.
DE CARLO EDITORE.
COPERTINA F. ALESSANDRI
1965 // MAGNUS N°8.
EDITRICE JUNIOR.
DISEGNO RUSS MANNING
149
150
1965 // ROBOT N°4.
EDIZIONI AMERICANE.
COPERTINA E. CARA
1965 // ROBOT N°6.
MARIO NERBINI EDITORE.
COPERTINA E. CARA
151
152
1966 // ALBI DELLA ROSA N°618.
MONDADORI EDITORE.
DISEGNO G.B. CARPI
1966 // MANDRAKE N°129.
EDITORI F.LLI SPADA.
COPERTINA MARIO CARIA
153
154
1967 // GIORDANO PITT.
MURSIA EDITORE.
COPERTINA ROGER BARCILON
1968 // SISTEMA PRATICO N°1
155
156
1970 // COLLANA SPAZIALE N°2.
EDIZIONI S.E.PE.R..
COPERTINA N. D.
1971 // ZAGOR N°12.
EDITORE SERGIO BONELLI.
COPERTINA GALLIENO FERRI
157
158
IL FUTURO VISTO IERI.
IL MITO DELLA FRONTIERA
159
Chiuso nel labirinto che lui stesso aveva ideato, Dedalo sognava un futuro
di libertà, fuori dallo stretto delle mura e lui, che aveva ingegno e talento,
decise che la via del futuro sarebbe passata per il cielo. Osservò il volo
degli uccelli e si immaginò simile a loro, costruì delle ali per sé e per il
figlio Icaro, gli raccomandò di non sfidare il Sole nel volo e, insieme,
andarono incontro al destino.
Icaro, giovane com’era, alle parole del padre preferì l’entusiasmo e si
diresse proprio al Sole; la cera che teneva le ali attaccate alle spalle si fuse
e il suo sogno finì nel mare. Dedalo, che aveva saggezza oltre che talento e
ingegno, continuò il volo con la morte nel cuore sino ad arrivare a Cuma,
dove atterrò e dove costruì un tempio ad Apollo, consegnando al dio le ali
che lo avevano fatto tornare al futuro.
Il futuro è sempre una sfida, dove immaginazione, talento e saggezza giocano
la loro partita a dadi, lanciando e rilanciando, più in alto e più avanti e la
prefigurazione del futuro è da sempre una delle ambizioni dell’animo umano,
che nella costruzione del futuro esercita il lato più ardito delle sue possibilità.
La rappresentazione del futuro è, per naturale vocazione, il terreno d’elezione
della fantascienza, non a caso detta anche letteratura d’anticipazione, e
della narrazione distopica. È proprio nella singolare proiezione della scienza
sulla fantasia, infatti, che trova spinta vitale la prima fantascienza, quella di
Edgar Allan Poe, di Jules Verne, di Mary Shelley, di H.G. Wells, di Edgar
Rice Burroughs, la fantascienza che esercitò il suo fascino nel passaggio
dei secoli tra ottocento e novecento e alla quale si sentiva tanto debitore
Hugo Gernsback, riconosciuto come padre della fantascienza moderna.
Di fatto, nello scorrere le pagine della sterminata produzione letteraria
fantascientifica, si troveranno spesso intuizioni e anticipazioni strabilianti
circa quello che sarebbe accaduto in seguito.
Questa raccolta iconografica ha scelto di affrontare il tema
dell’anticipazione del futuro non dal punto di vista della letteratura ma da
quello dell’iconografia della notizia, quindi mettendosi dalla parte della
cronaca e dell’attualità così come raccontata ai lettori negli anni cinquanta
e sessanta dalle copertine di rotocalchi a grande diffusione e dalle riviste
popolari di divulgazione scientifica. Una lettura originale arricchita da due
incursioni in mondi paralleli, quello della pubblicità e quello dei quaderni
di scuola illustrati, ciascuno con una straordinaria capacità di contribuire a
formare l’esperienza dell’immaginario personale.
160
La motivazione della scelta di affrontare il tema dell’anticipazione del futuro
attraverso le illustrazioni della cronaca è nel fatto che negli anni cinquanta
si inizia a vivere una stagione irripetibile dell’immaginario collettivo, quella
della corsa allo spazio e della conquista della luna. Le vicende astronautiche
sono vissute nel quotidiano, trasmettono l’enfasi di un progresso inarrestabile,
fanno quasi toccare con mano il sogno irraggiungibile del volo nello spazio,
aspirazione antica e retaggio ancestrale, eppure sogno fino allora riservato
alle pagine di libri considerati da molti niente più che un passatempo per
ragazzi, spensierati al punto da poter avere la testa tra le stelle.
Dall’esperienza tragica della Seconda Guerra Modiale nasce l’era dei
missili; il patrimonio di conoscenza sviluppato dagli scienziati tedeschi
guidati da Wernher Von Braun, il padre dell’astronautica moderna, passa
di mano a sovietici ed americani e lo spazio diventa, dopo quello atomico,
il nuovo scenario di competizione tra quelle che per circa cinquant’anni
saranno le due superpotenze mondiali.
Una corsa allo spazio le cui grandi date sono celebrate sulle pagine di tutti
i giornali e che inizia nel 1957, con il lancio da parte dell’URSS del primo
satellite - lo Sputnik I - e del secondo - lo Sputnik II - che porta in orbita
il primo essere vivente, la cagnetta Laika, destinata a morire tra le stelle e
la cui morte commuove il mondo. Oltre ad essere il primo grande balzo
in avanti, il lancio dello Sputnik è anche il primo grande psicodramma
per gli americani che scoprono di non avere la vantata supremazia
tecnologica nei confronti dei sovietici. Lanci di satelliti si susseguono nel
1958 - Explorer I, Vanguard I, Pionier I per gli americani, Sputnik III per
i sovietici -, nel 1959 – con il Lunik I sovietico, destinato a raggiungere la
Luna ma che fallisce il bersaglio per 6.000 chilometri, con il Pionier IV
americano che raggiunge l’orbita solare e con il Lunik II, che non manca
il bersaglio e raggiunge per primo la Luna, ed il Lunik III, che gira intorno
alla luna, scatta foto alla sua parte sconosciuta e, riavvicinandosi poi a
terra, trasmette le prime sensazionali immagini lunari.
Lo psicodramma americano corre veloce, ma il peggio deve ancora venire:
12 aprile 1961, la Vostok I porta in orbita il primo uomo nello spazio, il
russo Yuri Gagarin. Gli americani arrivano secondi per poco più di venti
giorni: il 5 maggio, dalla base di Cape Canaveral che negli anni a seguire
diventerà familiare al mondo intero, un razzo Mercury porta in orbita il
primo astronauta americano, Alan Shepard.
161
A loro seguono, il 21 luglio l’americano Virgil Grisom ed il 6 agosto
il sovietico Gherman Stiepanovic Titov, che rimane in orbita per oltre
25 ore; il 13 settembre, con il lancio della capsula Mercury-Atlas IV, gli
americani testano il recupero in mare.
Il 23 aprile1962 la sonda americana Ranger IV si infrange sulla Luna, il
10 luglio il satellite Telstar I apre ufficialmente l’era delle trasmissioni
televisive via satellite, l’11 agosto la Vostok III porta in orbita Andrian
Nikolaiev ed il giorno seguente la Vostok IV Pavel Popovic e i due
si vedranno nello spazio rimanendo ad una distanza di appena
cinque chilometri per poi atterrare a pochi minuti l’uno dall’altro in
Kazakistan.
Il 12 settembre 1962 il presidente americano John Fitzgerald Kennedy
è a Houston, alla Rice University per ricevere la nomina di professore
ad honorem. Annuncia un discorso breve che, però, rimarrà nella storia:
Kennedy promette agli americani ed al mondo che gli Stati Uniti saranno
i primi a portare l’uomo sulla Luna perché “… questo Paese è stato
conquistato da coloro che sono andati avanti e così sarà anche per lo
spazio…”: la nazione nata sul mito della frontiera non si tira indietro. Il
presidente che guardava allo spazio non vedrà l’esito della sua sfida: sarà
assassinato il 22 novembre del 1963. Cape Canaveral, la base di partenza
dell’avventura americana verso la Luna diventerà Cape Kennedy.
Nel 1964 la supremazia sovietiva sembra prendere ancora di più
le distanze: il 14 giugno la Vostok VI porta in orbita la prima donna
astronauta, Valentina Tereskova e il 12 ottobre la Voskod I porta in nello
spazio tre astronauti insieme.Ma la sfida lanciata da Kennedy segue la
sua strada. Alle ore 20.17 del 20 luglio 1969 Neil Armstrong, comandate
della missione Apollo 11, annuncia al mondo “… Houston, qui Base
della Tranquillità. L’Aquila è atterrata…”.
Due ore dopo il portello del Lem, il modulo lunare, si apre ed è lui il
primo uomo a camminare sulla Luna. In Italia manca ancora qualche
minuto alle cinque di mattina ma milioni di italiani sono in piedi, chi in
casa, chi nei bar rimasti aperti e chi nelle sale tv di alberghi e pensioni
dove sono a fare la villeggiatura, tutti attaccati al televisore seguono in
diretta lo sbarco e si emozionano con Tito Stagno, il giornalista che, della
conquista della Luna, diventerà il volto e la voce.
Il sogno è raggiunto.
Il sogno è svanito.
162
1950 // BIBLIOTECA UNIVERSALE.
CURCIO EDITORE
163
1950 // OGGI N°18.
RIZZOLI EDITORE
164
1950 // SCIENZA E MECCANICA POPOLARE N°11.
COPERTINA N. D.
165
166
1951 // SCIENZA E VITA N°28.
EDITRICE NOVISSIMA.
COPERTINA N. D.
1951 // SCIENZA E VITA N°32.
EDITRICE NOVISSIMA.
COPERTINA N. D.
1952 // LA SCIENZA ILLUSTRATA.
EDITORE A.P.I.
1953 // CIELO N°2.
EDIZIONI ESSE.
ILLUSTRATORE DELLA TORRE
1953 // CIELO N°5.
EDIZIONI ESSE.
ILLUSTRATORE FROSECCHI
167
168
1953 // EPOCA N°122.
MONDADORI EDITORE
1953 // EPOCA N°160.
MONDADORI EDITORE
1954 // SCIENZA E VITA N°60.
EDITRICE NOVISSIMA.
COPERTINA N. D.
1954 // SCIENZA E VITA N°71.
EDITRICE NOVISSIMA.
COPERTINA N. D.
1954 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°19.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
169
170
1955 // SCIENZA E VITA N°75.
EDITRICE NOVISSIMA
1955 // SISTEMA PRATICO N°1.
ILLUSTRATORE Z. MARTIGNANI
1955 // SISTEMA PRATICO N°11.
ILLUSTRATORE Z. MARTIGNANI
1955 // SISTEMA PRATICO N°12.
ILLUSTRATORE Z. MARTIGNANI
1956 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°7.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
171
1956 // SCIENZA E VITA N°93 - 95.
EDITRICE NOVISSIMA
173
1957 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°51.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
1956 // SISTEMA PRATICO N°10.
ILLUSTRATORE Z. MARTIGNANI
174
1957 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°46.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
176
1957 // SISTEMA PRATICO N°12.
ILLUSTRATORE Z. MARTIGNANI
1957 // VIE NUOVE N°41.
EDITORI RIUNITI
1958 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°3.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
1958 // EPOCA N°384.
MONDADORI EDITORE
177
178
1958 // OLTRE IL CIELO N°9.
EDITORE SILVESTRI.
ILLUSTRATORE N. ZECCARA
1958 // OLTRE IL CIELO N°15.
EDITORE SILVESTRI.
ILLUSTRATORE A. GIGLI
179
1959 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°3.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
180
1959 // DOMENICA DEL CORRIERE N°39.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
181
182
1959 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°1.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
1959 // LA TRIBUNA ILLUSTRATA N°39.
ILLUSTRATORE VITTORIO PISANI
1960 // OLTRE IL CIELO N°67.
EDITORE SILVESTRI.
ILLUSTRATORE M. JACOPONI
1961 // DOMENICA DEL CORRIERE N°17.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
1961 // DOMENICA DEL CORRIERE N°18.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
183
184
1961 // IL GIORNALINO N°19.
EDIZIONI S.PAOLO.
ILLUSTRATORE N. ZECCARA
1961 // IL GIORNALINO N°26.
EDIZIONI S.PAOLO.
ILLUSTRATORE N. ZECCARA
1961 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°20.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
1961 // LA TRIBUNA ILLUSTRATA N°20.
ILLUSTRATORE VITTORIO PISANI
1961 // LA TRIBUNA ILLUSTRATA N°34.
ILLUSTRATORE VITTORIO PISANI
185
186
1962 // OLTRE IL CIELO N°96.
EDIZIONI SILVESTRI.
ILLUSTRATORE M. JACOPONI
1962 // SELEZIONE DEI RAGAZZI N°18.
FABBRI EDITORE
1964 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°26.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
1965 // LA DOMENICA DEL CORRIERE N°13.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
1965 // LA TRIBUNA ILLUSTRATA N°14.
ILLUSTRATORE G. DI STEFANO
187
1966 // DOMENICA DEL CORRIERE N°1.
ILLUSTRATORE WALTER MOLINO
188
1969 // EPOCA N°984.
MONDADORI EDITORE
189
1950 // I QUADERNI DI SCUOLA.
LITOGRAFIA MOTTA
190
1954 // I QUADERNI DI SCUOLA.
EDIZIONI STERZIANA
1954 // I QUADERNI DI SCUOLA.
EDIZIONI STERZIANA
1954 // I QUADERNI DI SCUOLA.
EDIZIONI STERZIANA
1954 // I QUADERNI DI SCUOLA.
EDIZIONI STERZIANA
191
192
1960 ca. // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERE DONZELLI
1960 ca. // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERE DONZELLI
1960 ca. // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERE DONZELLI
1960 ca. // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERE DONZELLI
1960 // I QUADERNI DI SCUOLA.
EDIZIONI CISA
1964 // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERA PIGNA
1965 ca. // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERA PIGNA
1965 // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERA PIGNA
193
1965 // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERA PIGNA
194
1965 // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERA PIGNA
1965 // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERA PIGNA
1965 // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERA PIGNA
1965 ca. // I QUADERNI DI SCUOLA.
CARTIERA PIGNA
195
196
1949 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
1952 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
ILLUSTRATORE PIZZIGONI
197
1952 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
ILLUSTRATORE S. MOLINO
198
1953 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
199
1954 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
200
1955 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
1957 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
1957 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
201
202
1957 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
ILLUSTRATORE MARA - FALK
1957 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
1958 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
1958 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
ILLUSTRATORE NANNI
1958 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
ILLUSTRAZIONE STUDIO SIGLA
203
1959 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
204
1959 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
1959 // PUBBLICITÀ SPAZIALE
1959 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
FIGURINE FERRERO
1960 ca. // PUBBLICITÀ SPAZIALE
1966 ca. // PUBBLICITÀ SPAZIALE
205
1970 //
PUBBLICITÀ SPAZIALE.
ILLUSTRATORE STUDIO MAZZANTINI
1966 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
MAGNESIA SANPELLEGRINO.
LA CONQUISTA DELLO SPAZIO
1966 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
ILLUSTRATORE F. MARANGOLO
206
1966 // PUBBLICITÀ SPAZIALE.
ILLUSTRATORE F. MARANGOLO
207
Edizione a tiratura limitata realizzata per CO.RI.DE ed U.P.V.A.D - Roma