M G MARTELLI

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M G MARTELLI
MADRE GIUDITTA MARTELLI
Bisognerà aspettare il postconcilio per assistere ad un ritrovato interesse
all’azione dello Spirito Santo. La grande Assise provocò in cunctis terris,
ovvero in tutto il globo e, quindi, non solo presso la cristianità un generale e
generalizzato “risveglio” e rinnovamento ecclesiale, pastorale, antropologico.
Madre Giuditta, la cui storia terrena (1893-1957) è antecedente al
Vaticano II1, non si sottrae a questa “miopia” dei pubblicisti pur essendo
fondatrice di una Congregazione religiosa, peraltro dalle caratteristiche se non
uniche almeno sui generis ed innovative. Mi spiego. La serva di Dio pur non
potendo essere personalmente toccata da quel messaggio di speranza cha
Papa Giovanni affidò all’azione dello Spirito Santo il 25 gennaio 1959 dalla
basilica di San Paolo fuori le mura commemorando la conversione dell’Apostolo
delle genti e comunicando al collegio cardinalizio di voler convocare a breve il
Concilio, si era lasciata plasmare dallo Spirito Santo posso dire da sempre.
1
Il Concilio Ecumenico Vaticano II fu ufficialmente inaugurato l’11 ottobre 1962 nella Basilica di San Pietro in Roma,
Giovanni XXIII regnante.
Evidentemente, lo Spirito che spira come, dove e quando vuole era già
da tempo penetrato nell’animo e nella coscienza di questa donna calabrese sì
da ragazza una torcia ardente di carità e di diaconia, che non fu favorita –
anche se, ad onor del vero, neppure ostacolata in toto – dai genitori, i quali su
di lei avevano altri progetti. Debbo dire per onestà che evidentemente essi
non erano ancora al corrente del disegno di Dio sulla loro figliola, sulle
impronte che come stimmate ella si portava nel cuore virginale. Giuditta si
sentiva chiamata dal Padre, presa per mano dal figlio e guidata dallo Spirito
Santo. La sua anima “accorta del suo Dio – sono sue parole – è come
l’arcobaleno in mezzo alle acque, che non può mai seccare; mai patisce di mal
contento e di malinconia, ma è sempre placida, tranquilla…” era già
consapevole d’essere partecipe, assieme a tante altre giovani, di una santità
presente ed operante nella fase terrena di un cammino religioso. Già anelava
a fare proprio, quasi un imperativo categorico, il grande appello di Gesù alla
perfezione: “Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro nei cieli” (Mt. 5, 48).
Una volta operata la scelta, il suo cammino sembrava quello di una delle
tante giovani “chiamate”. E, in effetti, i primi passi lo venivano via via
confermando: la frequentazione delle “monache di casa” (che non avendo
voluto o potuto entrare in una Congregazione o in un Ordine, non avevano
contatto matrimonio per consacrarsi in modo speciale a Dio); poi l’ingresso in
un cenacolo di giovani scelte e ricchi di vita interiore, le quali, animate da uno
zelante sacerdote, con la preghiera, l’azione ed il sacrificio si proponevano di
diffondere l’amore di Dio (in particolare ‘amore e il culto dello Spirito Santo); la
vestizione intima, quasi furtiva (ma concordate e benedetta dal parroco) il 16
luglio 1923; l’inizio di un’attività sociale attraverso l’educazione del più piccini,
con l’aiuto d’altre giovani del suo paese (Portigliola, R.C.).
Però in Giuditta veniva maturando una decisione di grande rilievo:
configurare la piccola comunità in maniera praticamente inusitata: mettersi al
servizio (spirito di diaconia) della Chiesa l’embrione di quella che sarebbe
diventata la Congregazione delle “Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo” e, va
detto, fu contrappuntata da un fiorire meraviglioso di vocazioni, sì che l’esiguo
gruppo di consacrate crebbe e con esso l’Opera di Suor Giuditta.
La prima casa filiale fu ad Antonimina (RC) il 23/12/1937; poi Cimino
(RC) il 15/10/1940; Bagni Minerali (piccolo centro terminale nel Comune
d’Antonimina fondata il 12/10/1941; Locri (RC) il 28/08/1941; e Gerace
Superiore, sede vescovile e seminario, 14/10/1941; tra le balze
dell’Aspromonte, con il cuore di Cristo, Polsi (RC) Santuario di Maria SS. In
Aspromonte il 22/02/1942.
Il 15 febbraio la Madre, per dare maggiore comodità alle Suore delle
diverse case di poterla raggiungere, trasferì la casa Generalizia a Locri.
Nel 1946 si fonda una nuova casa a Siderno (RC) con una nuova finalità:
l’assistenza agli anziani poveri e abbandonati. Dopo l’alluvione del 1951, che
causò alle terre Calabresi tanti disastri lasciando nella miseria le famiglie più
povere, la madre accolse sessanta bambini, dai paesi più colpiti per dare loro
assistenza materiale e morale, tecnica e religiosa. L’opera ebbe il nome di
“Orfanotrofio Pio XII”. Questa era la maniera di fare apostolato (lei e le sue
consorelle) vivendo la Comunione non solo i santi, ma con i “minimi” tanto cari
a Gesù, nella verità e nella carità del Verbo2.
Riprendo l’incipit, dopo il Concilio, nella Chiesa vi fu un grande risveglio
di movimenti ispirati dallo Spirito Santo. Madre Giuditta ebbe la sorte e il
merito di anticiparli inserendosi magnificante nella lettura dei segni dei tempi,
che richiedevano anche da parte dei consacrati, maggior collaborazione nella
pastorale parrocchiale, maggiore apertura all’azione dello Spirito in cui trovare
la forza ispiratrice del cammino di santità del loro apostolato.
Molti anni dopo, il Decreto conciliare Perfectae Caritatis3 affermerà:
“Colore che fanno professione dei consigli evangelici prima di ogni cosa cerchio
e animo Iddio che per primo ci ha amati, e in tutte le circostanze si sforzino di
alimentare la vita nascosta con Cristo in Dio, donde scaturisce e riceve impulso
l’amore del prossimo per la salvezza del mondo e l’edificazione della Chiesa”.
Mi pare che ci si trovi uno dei punti fermi della spiritualità di San
Giovanni della Croce, per il quale la missione di ogni guida umana e spirituale è
quella di accompagnare le persone a realizzare in se stesse le condizioni
necessarie perché lo Spirito possa pienamente e liberamente agire in esse.
Questo è il primo dei loro carismi, cioè doni concessi gratuitamente dallo
Spirito Santo. Madre Giuditta ricevette questo dono e, in aggiunta ad esso, fu
gratificata anche di altri doni, quali la fede, la saggezza e il discernimento in
vista di quel bene comune. Come recita il CCC al n. 2690, “è necessario che la
guida sia saggia, prudente e ricca di esperienza”. “Essere anime di fuoco”
proponeva alle sue figlie, perciò consacrate allo Spirito Santo, “Che lo Spirito
Santo vi consumi, vi bruci”, augura spesso alle suore. Desiderava che le suore
fossero persone che sanno bruciare le tappe, grandi contemplative ma grandi
attive per la gloria di Dio.
La maturità umana e spirituale è un traguardo verso lo stato di creature
perfette in Cristo (come si esprime S. Paolo in Ef 4, 12-13). La maturità
religiosa si arricchisce di significato e si impreziosisce di una concezione di
diaconia sempre più aderente all’uomo ed ai suoi problemi.
Se questi ambiti traguardi vengono poi raggiunti non in modo unilaterale
(sia pure nell’alveo del carisma Istituzionale) ma in collaborazione e sotto
l’egida della Chiesa, allora siamo veramente in presenza di un apostolato e di
un ministero ricchi di ecclesialità.
E’ perciò encomiabile non solo conoscere e venere la memoria di Madre
Giuditta Martelli in occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte
(quanto prima si spera di dare inizio al processo di beatificazione super
virtutibus) ma anche metterne in risalto la bontà dell’intuizione per meglio
costruire il Regno di Dio. Specchiandosi in questa Fondatrice di un piccolo
centro calabrese, i consacrati, e non solo essi, avranno la possibilità di
riflettere sulla realtà misteriosa dello Spirito nella loro vita ed apprezzeremo
sempre più l’importanza che la Sua presenza assume nel cammino quotidiano
di tutti i fedeli.
+ Vincenzo Bertolone
2
Non va dimenticato che il calabrese Francesco di Paola (1416-1507) fondò l’ordine del Minimi che stanno celebrando
il 500° anniversario della morte del loro Fondatore.
3
P.C., del 28 ottobre 1965.