Dispensa di Contabilità generale

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Dispensa di Contabilità generale
Dispensa di Contabilità generale
di Paolo Di Santo
Premessa
Chi gestisce la contabilità di un’impresa lo fa perché alla fine di ogni anno di gestione ha
bisogno di conoscere due cose fondamentali relative alla sua impresa:
a) quanto vale l’impresa; b) se alla fine di un anno di attività c’è un utile o una perdita.
Per trovare una risposta alla prima domanda il nostro bravo contabile deve calcolare quanto
denaro c’è in cassa, quanto c’è in banca, se ci sono degli assegni da incassare, quanto valgono
i beni posseduti come fabbricati, merci in magazzino, automezzi, mobili, quanti sono i crediti
da riscuotere cioè fatture e cambiali, ecc.. Deve cioè calcolare le cosiddette attività: i beni di
cui l’impresa ha la proprietà e quello che l’impresa deve avere (crediti). Poi deve calcolare le
passività: quello che l’impresa deve dare (i debiti: verso i fornitori, verso lo Stato per l’Iva e
le altre imposte da pagare, verso le banche es. mutui da pagare, verso gli istituti previdenziali,
eccetera, eccetera). Dopodiché fa una semplice operazione: totale attività (detto patrimonio
lordo) meno totale passività e ottiene il cosiddetto patrimonio netto, cioè quanto vale
contabilmente l’impresa. (Il patrimonio netto è in realtà un valore composto da diverse parti :
il patrimonio iniziale - i prelevamenti effettuati dal titolare + l’utile di esercizio [- la perdita di
esercizio] ). Per mostrare e far capire a tutti i calcoli che ha fatto il nostro bravo contabile usa
un prospetto, detto Stato Patrimoniale, diviso in due sezioni: a sinistra elenca le attività con a
fianco il loro valore e quindi calcola l’attivo (il totale delle attività) e a destra elenca le
passività con a fianco il loro valore e quindi calcola il passivo (il totale delle passività) e
infine scrive il patrimonio netto. Con questo prospetto, che viene fatto regolarmente al 31/12,
si fotografa il patrimonio aziendale finale cioè viene mostrata la composizione del patrimonio
aziendale e si quantifica il patrimonio netto cioè il valore contabile dell’impresa alla fine di un
anno di gestione.
Il nostro bravo contabile così risponde alla prima domanda (anche se in maniera ancora
approssimativa), ma per rispondere alla seconda domanda (qual è il reddito di esercizio,
ovvero il risultato economico di un anno di gestione è un utile o una perdita?) come fa?
Posto che l’utile o guadagno è dato dalla formula: ricavi – costi = utile (naturalmente se i
ricavi sono maggiori dei costi altrimenti c’è una perdita), il nostro contabile usa un prospetto
chiamato Conto Economico, dove a sinistra mette tutti i costi relativi all’anno trascorso (i
cosiddetti componenti negativi di reddito: costi di acquisto di merce, interessi passivi, spese
di luce, telefono, fitti passivi, imposte, retribuzioni del personale, ecc. ecc.), a destra mette
tutti i ricavi relativi allo stesso anno (i cosiddetti componenti positivi di reddito: ricavi per la
vendita di merce, interessi attivi, ecc. ecc.. ). Fatto questo, fa la differenza tra totale ricavi e
totale costi: se il totale dei ricavi è maggiore del totale dei costi si ha un utile, viceversa si ha
una perdita.
Quindi con questi due prospetti Stato Patrimoniale e Conto Economico il nostro bravo
contabile riesce a rispondere alle due domande chiave che si era posto all’inizio.
(Purtroppo finora nessuno è riuscito a inventare un modo più semplice di questo per
rispondere a quelle due domande)
Bene, ma a questo punto vi chiederete: ma come fa questo contabile a tenere il conto di tutte
queste voci che si trovano nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico? Come fa a
registrare le variazioni di queste voci durante l’anno e quindi sapere alla fine dell’anno
quanto c’è in cassa, quanti costi, quante cambiali, assegni, quanti crediti, quanti debiti,
eccetera, eccetera, senza uscire pazzo !!!???
Come fa a tenere tutta questa contabilità?
C’è un sistema, un metodo? (…suspense….) .
Dopo questa semplice premessa entriamo nel vivo con qualche esempio pratico, riferito al
tipo di azienda più elementare: l’impresa individuale.
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Situazione Patrimoniale di un'impresa individuale al 31/12
ATTIVITA'
costi d'impianto
software
fabbricati
attrezzature commerciali
automezzi
arredamento
macchine d'ufficio
merci
imballaggi
crediti v/clienti
fatture da emettere
crediti diversi
crediti insoluti
cambiali attive
cambiali all'incasso
denaro in cassa
banca c/c
c/c postale
assegni
valori bollati
ratei attivi
risconti attivi
TOTALE ATTIVITA'
PASSIVITA'
fondo ammortamento costi d'impianto
fondo ammortamento software
fondo ammortamento fabbricati
fondo ammortamento attrezzature comm.
fondo ammortamento automezzi
fondo ammortamento arredamento
fondo ammortamento macchine d'ufficio
debiti v/fornitori
fatture da ricevere
debiti diversi
cambiali passive
debiti per IVA
debiti v/Erario per ritenute
debiti v/Istituti previdenziali
banca c/c passivo
mutui passivi
debiti per TFR
fondo per imposte
fondo svalutazione crediti
fondo rischi su crediti
ratei passivi
risconti passivi
TOTALE PASSIVITA'
patrimonio netto iniziale
prelevamenti del titolare
titolare c/ritenute subite
utile di esercizio
PATRIMONIO NETTO FINALE
612.000 totale a pareggio
58.000
4.000
120.000
31.000
67.000
6.000
5.200
96.000
4.000
90.000
16.000
600
10.000
12.000
1.500
30.000
50.000
2.200
2.500
500
500
5.000
16.600
2.000
56.000
16.000
47.000
3.000
4.200
80.000
2.200
2.100
50.000
23.000
26.400
5.000
18.000
40.000
27.000
7.500
8.000
9.000
3.000
7.000
453.000
100.000
-4.000
-1.000
64.000
159.000
612.000
TOTALE ATTIVITA' – TOTALE PASSIVITA' = PATRIMONIO NETTO FINALE
(totale a pareggio = totale passività + patrimonio netto finale)
[quelli scritti in grassetto sono valori finanziari
(cioè che possono essere espressi solo in moneta), tutti gli altri sono valori economici]
Il Patrimonio Netto finale (cioè al 31/12 alla chiusura dell'esercizio) è un valore composto derivato
cioè dalla somma algebrica dei suoi componenti. Esso ci dice in sintesi quanto vale l’azienda. [Ma
attenzione il patrimonio netto è un valore contabile cioè sulla carta, il valore reale spesso è diverso.
Se infatti compro un’impresa devo pagare anche il fatto che è una azienda avviata e funzionante,
conosciuta, organizzata, con un giro d'affari: il cosiddetto avviamento].
***
Ma c’è differenza tra Situazione Patrimoniale e Stato Patrimoniale?
Nella Situazione Patrimoniale, che è un prospetto informale a uso interno, le voci possono non avere un
ordine preciso. Lo Stato Patrimoniale, invece è un prospetto obbligatorio, previsto dal Codice Civile per
le società, dove le voci sono raggruppate secondo un ordine preciso e non modificabile. Nel caso di
impresa individuale lo Stato Patrimoniale potrebbe essere così:
2
Stato Patrimoniale al 31/12/09 dell'azienda X
Attività
Passività
Immobilizzazioni
Immobilizzazioni immateriali
costi d'impianto
software
Debiti
Debiti a breve termine
debiti v/fornitori
fatture da ricevere
debiti diversi
cambiali passive
debiti per IVA
debiti v/Erario per ritenute
debiti v/Istituti previdenziali
banca c/c passivo
totale
Immobilizzazioni materiali
fabbricati
attrezzature commerciali
automezzi
arredamento
macchine d'ufficio
58.000
4.000
62.000
120.000
31.000
67.000
6.000
5.200 Debiti a medio-lungo termine
mutui passivi
80.000
2.200
2.100
50.000
23.000
26.400
5.000
18.000
totale 206.700
40.000
totale
40.000
totale 229.200
Attivo circolante
Rimanenze
merci
imballaggi
Crediti
crediti v/clienti
fatture da emettere
crediti diversi
crediti insoluti
cambiali attive
cambiali all'incasso
Debiti per TFR
96.000 Fondi ammortamento
4.000 fondo ammortamento costi d'impianto
16.600
fondo ammortamento software
2.000
fondo ammortamento fabbricati
56.000
totale 100.000 fondo ammortamento attrezzature comm.
16.000
fondo ammortamento automezzi
47.000
90.000 fondo ammortamento arredamento
3.000
16.000 fondo ammortamento macchine d'ufficio
4.200
600
totale 144.800
10.000 Fondi per rischi e oneri
12.000 fondo per imposte
7.500
1.500
totale
7.500
Fondi svalutazione
fondo svalutazione crediti
8.000
fondo rischi su crediti
9.000
totale 130.100
totale 17.000
Disponibilità liquide
denaro in cassa
banca c/c
c/c postale
assegni
valori bollati
30.000 Ratei e risconti passivi
50.000 ratei passivi
2.200 risconti passivi
2.500
500
Totale Passività
totale
Ratei e risconti attivi
ratei attivi
risconti attivi
totale
Totale Attività
27.000
Patrimonio netto
85.200 patrimonio netto iniziale
prelevamenti del titolare
500 titolare c/ritenute subite
5.000 utile di esercizio
5.500
612.000
totale
3.000
7.000
10.000
453.000
100.000
-4.000
-1.000
64.000
Totale Patrimonio Netto
159.000
Totale a pareggio
612.000
3
Come si può vedere la sostanza è la stessa, cambia solo la presentazione, più
precisa e formale: in questo Stato Patrimoniale le Classi dell’Attivo sono:
Immobilizzazioni, Attivo circolante e Ratei e risconti attivi. Le Classi del Passivo
sono: Debiti, Fondi per rischi e oneri, Debiti per TFR, Ratei e risconti passivi,
Patrimonio Netto (i fondi ammortamento e i fondi svalutazioni non sono classi ma sono
solo delle rettifiche di voci dell’Attivo qui inserite per una maggiore chiarezza).
***
Gli elementi del patrimonio quindi si classificano in vari modi:
o secondo il segno: in attività e passività
o secondo la destinazione: immobilizzazioni (sono i beni destinati a rimanere
nell’azienda per lungo tempo) e attivo circolante (sono i beni destinati a rimanere
nell’azienda per breve tempo). L’attivo circolante comprende: le rimanenze di
magazzino, i crediti, le disponibilità liquide.
o secondo il modo in cui possono essere espressi: valori finanziari (che possono essere
espressi solo in moneta) denaro, assegni, cambiali, crediti, debiti, ratei e valori
economici (rimanenze, immobilizzazioni e relativi fondi ammortamenti, risconti, parti
del Patrimonio Netto). (Le merci per esempio possono essere espresse anche in quantità fisiche:
kilogrammi, litri, …)
***
Possiamo a questo punto dare una definizione di patrimonio aziendale.
Il patrimonio aziendale è costituito da:
1) l’insieme dei beni (investimenti e disponibilità), a disposizione di diritto e di fatto del soggetto
aziendale
2) le fonti di finanziamento necessari per svolgere l’attività aziendale (finanziamenti di capitale
proprio, conferiti cioè dal proprietario o dai soci + finanziamenti di capitale di credito, capitale cioè
prestato da terzi, nel nostro esempio il capitale di credito è costituito da: passività consolidate, cioè a
medio-lungo termine (mutui passivi, debiti per TFR) e passività correnti, cioè a breve termine
(banca c/c passivo, debiti v/fornitori, fatture da ricevere, debiti diversi, cambiali passive, debiti
tributari [debiti per Iva e debiti v/Erario per ritenute], debiti v/Istituti previdenziali, ratei passivi,
risconti passivi, fondo per imposte).
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Nel prospetto previsto dal Codice Civile (obbligatorio per le società per azioni e le società a
responsabilità limitata) le poste del bilancio sono raggruppate in classi (lettere maiuscole:
A,B,C,D,E), sottoclassi (numeri romani: I, II ,III ,IV), voci (numeri arabi: 1,2,3,4...), sottovoci
(lettere minuscole: a,b,c,d,...).
Nel caso di azienda individuale le parti del Patrimonio Netto sono: Patrimonio netto iniziale,
prelievi del titolare, titolare c/ ritenute subite, utile (perdita) di esercizio.
Nel caso di società per azioni le parti principali del Patrimonio Netto sono:
Patrimonio (o Capitale) sociale, riserva legale, riserve statutarie, riserva sovraprezzo azioni,
utile (perdita) di esercizio, utili (perdite) esercizi precedenti.
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4
Conto Economico di un'impresa individuale al 31/12
componenti negativi
acquisti di merci
acquisti imballaggi
costi di trasporto
costi per energia elettrica
interessi passivi bancari
interessi passivi su mutui
sopravvenienze e insussistenze passive
fitti passivi
canoni di leasing
retribuzioni
oneri sociali
trattamento fine rapporto
ammortamento attrezzature comm.
ammortamento automezzi
svalutazione crediti
perdite su crediti
imposte dell'esercizio
costi di pubblicità
costi di assicurazione
spese telefoniche
spese postali
commissioni bancarie
resi su vendite
ribassi e abbuoni passivi
ammortamento costi d' impianto
ammortamento fabbricati
TOTALE COSTI
utile di esercizio
Totale a pareggio
componenti positivi
resi su acquisti
ribassi e abbuoni attivi
interessi attivi bancari
interessi attivi da clienti
plusvalenze ordinarie
vendite di merci
vendita di imballaggi
rimborsi costi di trasporto
variazione rimanenze merci
variazione rimanenze imballaggi
sopravvenienze e insussistenze attive
1.900.000
20.000
36.000
3.000
300
4.000
600
2.500
6.000
70.000
12.000
36.000
56.000
48.000
3.600
2.000
3.000
4.000
5.000
2.600
400
1.500
5.000
2.000
9.800
19.000
2.252.300
64.000
2.316.300 TOTALE RICAVI
5.000
2.000
900
1.200
2.000
2.200.000
7.000
4.200
40.000
50.000
4.000
2.316.300
TOTALE RICAVI – TOTALE COSTI = utile di esercizio
( totale costi + utile di esercizio = totale a pareggio)
I valori inseriti nel Conto Economico sono ovviamente tutti valori economici.
( e non te lo fare ripetere più!!!)
Nel Bilancio ufficiale il C.E. può assumere una forma diversa. Anziché i costi a sinistra e i
ricavi a destra [sezioni contrapposte: forma orizzontale] può presentare sopra i ricavi e sotto
i costi [sezioni sovrapposte: forma verticale].
L’insieme delle operazioni, tra loro coordinate e collegate, svolte per raggiungere gli obiettivi
dell’azienda, è detto gestione. E’ suddivisa in periodi di durata annuale detti esercizi. Può
essere analizzata sotto diversi aspetti: a) aspetto tecnico (relativo alla trasformazione
materiale e/o alla trasformazione nello spazio e nel tempo); b) aspetto economico (riguardante
i costi sostenuti e i ricavi conseguiti); c) aspetto finanziario (relativo alle variazioni dei valori
finanziari cioè alle uscite-entrate finanziarie e all’aumento-diminuzione di crediti e debiti).
5
Il risultato economico della gestione di un esercizio è detto reddito di esercizio e può essere
positivo (utile di esercizio) o negativo (perdita di esercizio). Si determina per mezzo del
Conto Economico come differenza tra i ricavi e i costi relativi all’esercizio. Se i ricavi sono
maggiori dei costi il reddito è positivo (utile). Se invece i costi sono maggiori dei ricavi il
reddito è negativo (perdita). Questo procedimento non solo determina il reddito di esercizio
ma spiega anche come si è arrivati a ottenere questo risultato. Il reddito di esercizio risulta sia
nello Stato Patrimoniale sia nel Conto Economico. Nella pratica operativa prima si determina
il reddito di esercizio per mezzo del Conto Economico e poi lo si riporta nello Stato
Patrimoniale.
Il costo è la spesa che l’azienda deve sostenere per procurarsi i fattori produttivi. E’ misurato
dalla quantità di mezzi monetari necessari per l’acquisto.
Il ricavo è quello che si ottiene dalla vendita di beni e/o servizi. E’ misurato dai mezzi
monetari ottenuti in cambio dei beni e/o servizi ceduti.
Ma i costi non sono tutti uguali.
Costi di esercizio sono i costi sostenuti per acquistare beni e servizi acquistati e
utilizzati/rivenduti nello stesso esercizio/anno.
Costi pluriennali sono i costi sostenuti per acquisire i fattori produttivi di lunga
durata come i macchinari, gli automezzi, i brevetti, i costi di impianto, eccetera.
(i COSTI di IMPIANTO sono costi pluriennali immateriali [costi di costituzione
dell’impresa (notaio, commercialista), costi di allacciamento luce, acqua, telefono.
ecc..])
Sono chiamati anche immobilizzazioni. L’insieme delle immobilizzazioni costituisce
il cosiddetto capitale fisso o attivo immobilizzato. Il valore dei costi pluriennali viene
alla fine di ogni anno rettificato indirettamente scrivendo nel relativo Fondo
ammortamento il valore “consumato” nell’esercizio.
Risultano nello Stato patrimoniale nelle Attività. La parte di costo pluriennale
competente all’esercizio (“consumata” cioè nell’esercizio) è detta quota di
ammortamento e risulta tra i costi di esercizio nel Conto Economico.
Costi futuri ( o presunti) sono quelli che si riferiscono a beni o servizi già utilizzati
ma non ancora pagati.
Costi sospesi ( o anticipati) sono i costi relativi a fattori produttivi già pagati ma non
utilizzati o rivenduti entro l’esercizio (esempio le rimanenze al 31/12 di merci, materie
prime, materiali di consumo, risconti attivi).
***
Il bilancio di esercizio è il documento contabile più importante dell'azienda. Viene redatto al termine del
periodo amministrativo allo scopo di rappresentare la situazione patrimoniale e finanziaria dell'impresa e il
risultato economico dell'esercizio.
6
Il bilancio di esercizio si compone di tre parti tra loro strettamente connesse e costituenti un
tutto inscindibile:
1. lo Stato Patrimoniale, prospetto che mette in evidenza gli elementi attivi e passivi che
compongono il patrimonio esistente alla fine del periodo amministrativo e il patrimonio
netto.
La funzione dello S.P. è mostrare la composizione del patrimonio aziendale e
determinare l’entità del patrimonio netto.
2. il Conto economico, prospetto che mette in evidenza il processo di formazione del
risultato economico di esercizio (utile o perdita di esercizio).
La funzione del C.E. è determinare il reddito di esercizio attraverso il confronto tra i
costi e i ricavi competenti all’esercizio.
3. la Nota integrativa, che svolge, attraverso un'analisi espositiva e con tabelle, una
funzione esplicativa di completare e chiarire le informazioni fornite dallo S.P. e dal C.E.
che essendo dei prospetti molto sintetici non possono chiarire tutto.
***
Lo S.P. è fondamentale perché:
1) in esso si possono vedere i rapporti giuridici che ha l’azienda (diritti di proprietà, diritti di
credito, obbligazioni assunte [cioè i debiti], beni di terzi in uso, ecc….)
2) rappresenta la continuità tra un esercizio e l’altro (poiché le attività e le passività che ci
sono alla fine di un esercizio [31/12/2010] coincidono con le attività e le passività che ci sono
all’inizio dell’esercizio successivo [1/1/2011] ).
Il C.E. è molto importante invece ai fini interni della gestione per capire come si è arrivati a
quel risultato economico.
L’analisi e l’interpretazione dei valori inseriti nello Stato patrimoniale e nel Conto
economico consente di esprimere un giudizio più approfondito sul reale valore del patrimonio
e sulla capacità dell’impresa di produrre nel tempo un reddito positivo (analisi di bilancio).
Nelle imprese individuali e nelle società di persone il bilancio è un documento interno
all'azienda (la legge non richiede infatti che sia portato a conoscenza dei terzi ma solo del
fisco). Deve essere quindi redatto e conservato ai fini fiscali e può essere richiesto in visione
dalle banche in sede di istruttoria per la concessione di prestiti/fidi). Nelle società per azioni e
nelle società a responsabilità limitata (dette società di capitali) invece il bilancio di esercizio
assume importanza all’esterno: E’ un documento redatto dagli amministratori secondo gli
schemi obbligatori previsti dal Codice Civile, approvato dall’assemblea dei soci, pubblicato e
depositato presso l’Ufficio del Registro delle imprese tenuto dalla Camera di Commercio.
***
Dopo questa importante premessa possiamo finalmente addentrarci nel misterioso mondo della contabilità
ovvero come arrivare a ottenere gli importi da inserire nel bilancio. E vai !!!!
7
Non si può gestire un’azienda e redigere il bilancio senza tenere una contabilità.
La contabilità generale registra tutti i fatti di gestione che avvengono in una
azienda che riguardano le voci che poi risulteranno nel bilancio.
Si chiama contabilità generale per distinguerla dalle contabilità speciali che si occupano di un
oggetto particolare (esempi: contabilità del personale, contabilità di magazzino, contabilità dei
costi, …).
Per tenere la contabilità c’è bisogno dei conti. Il conto è l’insieme delle
registrazioni riguardanti un determinato oggetto contabile. Ha la forma di un
prospetto a due sezioni. Sopra si scrive il nome del conto. La sezione di sinistra
si chiama dare, la sezione destra si chiama avere (sono dei nomi convenzionali).
Quando si scrive un importo nella sezione “dare” si dice che il conto è stato
“addebitato”. Quando si scrive un importo nella sezione “avere” si dice che il
conto è stato “accreditato”. Attenzione: sono termini convenzionali, non vanno
interpretati letteralmente cioè “addebitare” un conto non significa
assolutamente che aumentano i debiti ma solo che abbiamo scritto l’importo
nella sezione sinistra.
NOME DEL CONTO
sezione
sinistra
DARE
sezione
destra
AVERE
Per tenere la contabilità generale c’è bisogno di :
a) un sistema contabile
b) un metodo di registrazione
Il sistema contabile ci dice come si classificano i conti. Il sistema contabile
più usato classifica i conti in conti finanziari e conti economici.
I conti finanziari sono quelli intestati agli oggetti finanziari cioè tutto quello
che rappresenta denaro, crediti e debiti. Esempio: Denaro in cassa, Cambiali
attive, Cambiali passive, Banca c/c, Assegni, Crediti v/clienti, Debiti v/fornitori,
Mutui passivi, Valori bollati, IVA a credito, IVA a debito, eccetera.
I conti economici (praticamente tutti gli altri conti) sono quelli intestati ai costi,
ai ricavi e alle parti del patrimonio netto. Esempio: acquisto merci, vendita
merci, fitti attivi, fitti passivi, interessi attivi, interessi passivi, costo del
personale, spese di trasporto, spese telefoniche, costi energia, automezzi,
fabbricati, macchinari, arredamento, patrimonio netto, utile di esercizio, perdita
di esercizio, prelevamenti del titolare, eccetera.
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Nel Bilancio i conti finanziari vanno tutti nello Stato Patrimoniale. I conti economici invece,
vanno in parte nello Stato Patrimoniale e in parte nel Conto Economico. Vanno nel C.E. i
costi e ricavi di competenza dell'esercizio, vanno nello S.P. i costi e ricavi che riguardano due
o più esercizi (i costi pluriennali, i costi sospesi, i ricavi sospesi) e i conti che rappresentano le
parti del patrimonio netto. Il reddito di esercizio risulta sia nello S.P. che nel C.E.
Ma perché due tipi di conti (finanziari ed economici)? Perché la gestione presenta due aspetti
tra loro inscindibili: l'aspetto finanziario e l'aspetto economico che sono come le due facce di
una stessa moneta. Quando acquisto della merce ho un costo (purtroppo non me la regalano):
aspetto economico. Da cosa viene misurato questo costo? Dall'aumento di debiti verso il
fornitore (aspetto finanziario) documentato dalla fattura che mi consegna per farmi conoscere
quanto devo pagare. Senza la variazione finanziaria non si potrebbe misurare, quantificare
nessun costo e nessun ricavo. Se c'è un costo o un ricavo quindi ci deve essere
necessariamente una variazione finanziaria che lo misura.
I conti finanziari funzionano così: quando si ha una variazione finanziaria
positiva (VF+) l’importo va scritto nella sezione sinistra ( cioè dare e si dice che
il conto viene addebitato), quando si ha una variazione finanziaria negativa
(VF-) l’importo va nella sezione destra (cioè avere e si dice che il conto viene
accreditato).
Esempio n.1: si ha una entrata di denaro in cassa di 200 euro: nel conto
DENARO IN CASSA bisogna scrivere 200 nella sezione sinistra (dare); si ha
una uscita di cassa di 140 euro: bisogna scrivere 140 nella sezione di destra
(avere). In parole semplici il conto DENARO IN CASSA funziona così: le
entrate di cassa si scrivono a sinistra (dare) le uscite di cassa di scrivono a destra
(avere)
DENARO IN CASSA
D-------------------------------A
200 | 140
VF+ | VF(+ denaro) | (- denaro)
DENARO IN CASSA
D-----------------------A
entrate | uscite
VF+ | VF|
Esempio n.2: paghiamo una fattura di 600 € ad un fornitore in contanti: deve
risultare con la registrazione di questo fatto che i debiti v/fornitori sono
diminuiti di 600€ ( - debiti = variazione finanziaria positiva + sezione
sinistra dare) ma nello stesso tempo è diminuito il denaro in cassa ( uscita di
cassa = variazione finanziaria negativa - sezione destra avere) pertanto il fatto
sarà così registrato :
DEBITI V/FORNITORI
600
-debiti
VF+
DENARO IN CASSA
600
- denaro VF-
9
Esempio n.3: paghiamo una cambiale passiva di 69 € in scadenza emettendo un
Assegno Bancario (A/B) di 69 €: con la registrazione di questo fatto deve
risultare che le cambiali passive sono diminuite di 69€ (- cambiali passive da
pagare = variazione finanziaria + sezione sinistra dare) ma nello stesso tempo
l’emissione dell’ A/B (Assegno Bancario) comporta una diminuzione del
denaro sul c/c bancario ( - denaro sul c/c bancario = variazione finanziaria - sezione destra avere).
BANCA C/C
69
CAMBIALI PASSIVE
69
- cambiali passive
- denaro in banca
VF+
VF-
I conti economici invece funzionano al contrario. Quando si ha una variazione
economica positiva (VE+) [aumento di ricavi o diminuzione di costi] l’importo
va in avere, quando si ha una variazione economica negativa (VE-) [aumento di
costi o diminuzione/rettifica di ricavi] l’importo va in dare. Per esempio:
abbiamo un costo di 50 euro per fitti passivi, dobbiamo scrivere 50 nella
sezione sinistra dare del conto Fitti Passivi perché è una variazione economica
negativa (+ costi); abbiamo un ricavo per vendita di merci per 900 euro,
dobbiamo scrivere 900 nella sezione destra avere del conto Merci c/vendite
perché è una variazione economica positiva (+ ricavi); abbiamo un costo per
acquisto di merci per 80 euro, dobbiamo scrivere 80 nella sezione sinistra dare
del conto Merci c/acquisti perché è una variazione economica negativa (+costi).
(Quasi tutti i conti economici, come avrete già intuito, sono unilaterali, cioè accolgono valori solo in una
sezione)
CONTI ECONOMICI
DARE
VE-
AVERE
VE+
aumento di costi
rettifiche di ricavi
diminuzione di patrimonio
aumento di ricavi
rettifiche di costi
aumento di patrimonio
MERCI C/VENDITE
D-------------------------------A
900
VE+
(+ ricavi per vendita merci
FITTI PASSIVI
D --------------------------- A
50
VE(+ costi per fitti)
101
0
Attenzione alla terminologia dei conti:
Quando si scrive un importo nella sezione “dare” si dice che il conto è stato “addebitato”.
Quando si scrive un importo nella sezione “avere” si dice che il conto è stato “accreditato”.
Sono
termini
convenzionali,
non
vanno
interpretati
letteralmente
.
(Altrimenti i neuroni nel cervello si riscaldano troppo e vi esce il fumo dalle orecchie).
Il metodo di registrazione è l’insieme delle regole e degli strumenti per
registrare i fatti di gestione. Il metodo usato è quello della Partita Doppia.
Le regole della Partita Doppia sono:
1) quando si registra un fatto sono interessati minimo due conti,
da cui il nome di partita (= importo) doppia.
2) quando si registra un fatto di gestione il totale degli
addebitamenti (importi in “dare”) deve essere uguale al totale
degli accreditamenti (importi in “avere”).
[questa regola è fondamentale se no i conti non tornano e si impazzisce].
***
Gli strumenti della Partita Doppia sono:
1) il piano ( o quadro) dei conti (cioè l’elenco dei conti divisi in gruppi)
2) il libro Mastro (che contiene l’insieme dei conti, detti anche mastrini)
3) il Libro Giornale dove i fatti sono registrati in ordine cronologico in una certa
forma (articoli).
Ogni volta che rileviamo un fatto di gestione dobbiamo registrarlo sia nei conti
interessati (minimo 2) del libro mastro, sia nel libro giornale.
***
Perché 2 libri per registrare le stesse cose?
Perché ogni libro ha una sua funzione:
se vogliamo conoscere la situazione di un singolo conto (per esempio Debiti v/ fornitori) ci serve il
libro mastro, se vogliamo invece sapere le operazioni fatte in dato giorno allora ci serve il libro
giornale, dove gli articoli sono in ordine cronologico.
***
I conti non sono uguali per tutte le aziende, ma variano secondo il tipo di azienda:
un'impresa industriale ha conti diversi dai conti di un'impresa commerciale.
111
1
Esempi di fatti di gestione registrati nei conti e sul libro giornale:
1)
21/03/2009
emessa una fattura per vendita di merci per 1.000 euro + IVA 20%
2)
29/03/2009 incassata la fattura di 1.200 euro da un cliente:
200 euro in denaro, 400 euro con un assegno bancario, 600 euro con una cambiale
1° fatto
libro mastro:
IVA a debito
| 200
Crediti v/clienti
1.200 |
Vendita merci
| 1.000
libro giornale:
data
Codice
21/03/2009
21/03/2009
21/03/2009
Denominazione conti
CREDITI V/ CLIENTI
VENDITA MERCI
IVA A DEBITO
DARE
1.200
AVERE
1.000
200
2° fatto
libro mastro:
Denaro in cassa
200 |
Assegni
400 |
Cambiali attive
600 |
Crediti v/clienti
| 1.200
libro giornale:
data
29/03/2009
29/03/2009
29/03/2009
29/03/2009
Codice
Denominazione conti
DENARO IN CASSA
ASSEGNI
CAMBIALI ATTIVE
CREDITI V/CLIENTI
DARE
200
400
600
AVERE
1.200
(Nel piano dei conti a ogni conto viene assegnato un codice numerico)
***
121
2
Quando acquistiamo beni e servizi, l' IVA che paghiamo al nostro fornitore, è IVA A
CREDITO, perché lo Stato ce la deve rimborsare. Viceversa quando vendiamo beni e servizi,
l' IVA che incassiamo dai nostri clienti, è IVA A DEBITO in quando dobbiamo versarla allo
Stato. Praticamente chi ha la Partita IVA deve versare periodicamente allo Stato la differenza
tra l' IVA incassata sulle vendite (a debito) e l'IVA pagata sugli acquisti (a credito).
Alla fine dell’esercizio amministrativo (al 31/12) i conti vanno chiusi per poter
“fotografare” la situazione patrimoniale ed economica dell'azienda nel bilancio.
Per chiudere un conto bisogna fare in modo che i totali delle due sezioni
risultino in pareggio. Per fare ciò si calcola il totale della sezione “dare” e il
totale della sezione “avere”. La differenza tra i due totali, chiamata saldo, va
registrata nella sezione dove il totale è minore. A questo punto si scrivono i
totali delle due sezioni che quindi risultano in pareggio. I conti e i relativi saldi
vanno quindi riportati, inseriti ovviamente nella esatta classe, sottoclasse, voce,
sottovoce dello Stato Patrimoniale o del Conto Economico, che (insieme alla
relazione dell’amministratore e ai vari allegati) costituiscono il Bilancio di
esercizio: il documento contabile fondamentale.
***
esempio di come si chiude un conto:
Denaro in cassa
1.000
800
200
1.200
300
600
900
500
1.000
il totale della sezione sinistra DARE è 3.500
il totale della sezione destra AVERE è 3.000
Denaro in cassa
1.000
800
200
1.200
300
600
900
500
1.000
500
◄═══
saldo (cioè quello che serve a pareggiare i due totali, va nella sezione opposta all'eccedenza,
quindi dove il totale è minore)
----------------------3.500
3.500
-----------------------
questo CONTO adesso è CHIUSO
morale della storia: è meglio alla fine chiudere i conti e vivere in pace
se questa dispensa vi è piaciuta sono graditi i complimenti
niente fiori ☺ [email protected]
131
3
Riassunto variazioni finanziarie / economiche
Conti finanziari
DARE -------------------------------------------------------------------------- AVERE
VF+
|
VF+ denaro in cassa (entrate)
|
- denaro in cassa (uscite)
+ denaro sul c/c bancario
|
- denaro sul c/c bancario
+ denaro sul c/c postale
|
- denaro sul c/c postale
+ cambiali attive
|
- cambiali attive
- cambiali passive
|
+ cambiali passive
+ crediti
|
- crediti
- debiti
|
+ debiti
+ valori bollati
|
- valori bollati
+ assegni (ricevuti)
|
- assegni (girati o versati)
|
|
|
Conti economici
DARE --------------------------------------------------------------------------- AVERE
VE–
|
VE+
+ costi
|
- costi
ricavi
|
+ ricavi
utili
|
+ utili
+ perdite
|
- perdite
- patrimonio netto
|
+ patrimonio netto
+ spese extragestione
|
- spese extragestione
(detti anche prelevamenti del titolare)
DARE
(o prelevamenti del titolare)
AVERE
------------------------------------------------------------------------------------------VF+ (variazione finanziaria positiva) | VF- (variazione finanziaria negativa)
|
VE- (variazione economica negativa) | VE+ (variazione economica positiva)
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4