Fotogiornalismo

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Fotogiornalismo
FOTOGIORNALISMO
fra passato e futuro
di Fabio MUZZI ©
www.fabiomuzzi.it
C’era una volta……….solo 20-30 anni fa,
Gli strumenti di lavoro
Pellicole 35 mm b/n, poi colore, maggiore sensibilità, multi-iso
C’era una volta……….solo 20-30 anni fa,
Gli strumenti di lavoro
Corpi manuali, messa fuoco manuale, motorizzati, esposizione automatica, ottiche fisse,
ottiche zoom, autofocus.
C’era una volta……….solo 20-30 anni fa,
Gli strumenti di lavoro
Tank per sviluppo a mano, acidi, camere oscure,
essiccatori, e ingranditori. Tempi medi per processo sviluppo di negativo 35 mm b/n e
stampa 5 immagini 40 minuti.
C’era una volta……….solo 20-30 anni fa,
Gli strumenti di lavoro
Anni 70: telefoto, trasmettitore di immagini a impulso elettrico via telefono.
Velocità 60-120-240 r.p.m
Tempo medio invio 1 immagine 18 x 24 bn 12 minuti a 120 rpm,
Colore 40 minuti.
C’era una volta……….solo 20-30 anni fa,
Gli strumenti di lavoro
Fine anni 80: Scanner e Trasmettitore immagini analogico,(sx) e digitale (dx) ancora
attraverso la linea telefonica o satellitare.
Velocità media 1200 – 4800 bound.
Invio di una foto a colori, compresa scannerizzazione, in circa 20 minuti.
C’era una volta……….solo 20-30 anni fa,
Gli strumenti di lavoro
Dai 40 minuti necessari per il solo sviluppo colore C41, si arriva a 7, scanner negativi
diventano home edition assieme a computer portatili.
Un banco di espansione di memoria di 24 Mb costava 1.700.000 lire.
C’era una volta……….solo 20-30 anni fa,
Gli strumenti di lavoro
Metà anni 90. Arrivano i primi corpi reflex digitali, ingombranti,
talvolta malfunzionamenti e con limiti fisico-qualitativi.
Si inizia a parlare e viene introdotto in ambito
professionale-lavorativo il termine Tempo Reale.
C’era una volta……….solo 20-30 anni fa,
Gli strumenti di lavoro
Da rete Arpanet ( 1960 ), rete militare intranet USA, si trasforma (1982) in Internet, nel
(1990) nasce il protocollo WWW.
Saranno 10 milioni di computer connessi nel 1996.
Prolifera il la nuova era del digitale in tutte le sue forme.
C’è adesso,
Gli strumenti di lavoro
Corpi digitali e apparati multimediali completi, qualitativamente avanzati, in grado di essere
autonomi per molteplici esigenze di ripresa e di trasmissione sia di immagini che video.
FOTOGIORNALISMO
ieri e oggi
Il passato del fotogiornalismo era prevalentemente rappresentato e
realizzato dalle grandi Agenzie di stampa internazionali quali
Associated Press (Usa), Reuters (Gb), France Presse (F).
Assieme a queste erano presenti altre agenzie fotogiornalistiche quali
GAMMA, SYGMA, UPI ed altre che Producevano direttamente,
quotidianamente, attraverso i propri fotografi, tutti assunti nel proprio
staff, immagini e servizi su fatti di news, sport, entertainment, people.
Servizi e banche di immagini che venivano proposti a clienti editoriali di
tutto il mondo.
Assieme al lavoro prodotto da queste Agenzie,
vi era il lavoro dei fotoreporter – freelance puri.
Persone che cercavano storie, progettavano reportage, presentavano
potenziali servizi a giornali e magazine i quali, se credevano nella bontà
del progetto fotogiornalistico, investivano tempo e denaro per produrre
assieme la storia fotografica.
Assegnavano, commissionavano, garantivano la pubblicazione.
Tutti i giornali, riviste, anche italiani, avevano i propri fotoreporter assunti
all’interno del proprio staff.
Questo al fine di garantirsi le persone più prestigiose, più creative, più
professionali anche per la continuità qualitativa di linea-produzione
editoriale.
Fotoreporter e giornalisti erano e venivano inviati su un luogo, su un
fatto e vi rimanevano tutto il tempo necessario per raccontare in
maniera completa e approfondita la storia,
Poteva trattarsi di un solo giorno, oppure di una o più settimane.
Fotoreporter freelance riuscivano ad avere garanzie se non addirittura
assignment, anche di mesi, al fine di potere coprire eventi straordinari.
Non era una prassi, un modo di lavorare occasionale:
questo rappresentava la regolarità.
Non esisteva il “Tempo Reale”.
Si poteva “spendere” e “investire” il tempo necessario, indispensabile
al fine di produrre/ documentare una specifica realtà comprendendola
a fondo.
Al rientro vi era lo sviluppo delle pellicole,
la preselezione, la scelta finale, le inquadrature e i tagli,
l’impaginazione delle immagini che non giravano attorno aun testo,
ma era esattamente il contrario. Un lavoro, la pubblicazione della
storia che prendeva giorni, settimane.
Vi erano tempi che potevano e dovevano essere rispettati, vissuti.
Oggi tutto è cambiato.
Con l’era della multimedialità, della tecnologia e di tutte le possibilità
che offre, dell’abbattimento delle barriere delle distanze, della
fruibilità totale delle notizie in
Tempo reale, questo ha portato nel mondo e il mondo del
fotogiornalismo a mutamenti rapidissimi.
Cambiamenti ed evoluzioni così profondi, rapidi e complessi che si
sono rivelati estremamente difficili da comprendere, e che hanno
quindi causato difficilissime situazione di gestione, con un inevitabile
e forte indebolimento di tutto il sistema del fotogiornalismo.
Un indebolimento economico, produttivo, qualitativo, lavorativo.
Guardando al solo panorama italiano, non vi sono ormai più quasi
giornali e/o aziende editoriali con fotoreporters / fotogiornalisti
assunti nel loro staff.
Magazine e quotidiani hanno abbonamenti con Agenzie-Aziende
fotogiornalistiche che detengono database online di immagini fornite
esclusivamente da fotografi freelance, spesso senza alcuna forma di
tutela contrattuale.