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Amadeus Il mensile della grande musica ANNO XXVII - NUMERO 2 (303) FEBBRAIO 2015 EURO 11,00 MENSILE POSTE ITALIANE SPED. IN A. P - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004, ART. 1, C. 1, LO/ MI PIÙ RICCO NUOVO 132 PAGINE CD2 download Duo Demetz-Bortoluzzi Il giovane Mozart per violino e pianoforte Ritratti Bernstein il magnifico Protagonisti Enigmatica Mullova Teatro&Arte Il mito De Nobili Roberto Plano numero 303 febbraio 2015 EDIZIONI € 11,00 EUR www.europainvestimenti.com PA INVESTIMENTI il valore della complessità DUE GRANDI STORIE DI CULTURA E DI BELLEZZA INSIEME PER UN NUOVO VIAG GIO NELLA CIVILTÀ DEL LIBRO Gennaio 2015, UTET Grandi Opere e FMR rinnovano il loro impegno per un’editoria fondata sui valori dell’eccellenza e della qualità. Dalla più alta tradizione italiana un grande progetto per un’Europa della coscienza e della cultura. AGORÀ SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE. Articolo 9 I l Dizionario della Musica in Italia (Dmi) è un progetto innovativo di ricerca musicale con sede a Latina. Due sono gli obiettivi principali: il primo è quello di riunire insieme per la prima volta in un dizionario professionale tutte le figure della musica in Italia dal Medioevo ad oggi, quindi un’evoluzione enciclopedica di metodo da “universale” a “nazionale”; il secondo è costituire la sintesi di un intero sistema (e non più solo di alcune figure) della forma artistica più diffusa in Italia. Ospitata sul sito www.dmi.it, l’Enciclopedia sarà online, in progress, aggiornabile e gratuita. E come un tempo tornerà a fornire a tutti un’informazione firmata, quindi certificata. La “stella polare” di questo progetto è l’Art. 9 della Costituzione Italiana nel quale i Padri Fondatori indicarono che «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica», associando già settant’anni fa la conoscenza all’innovazione tecnologica. L’altra grande avventura del Dmi, a cui lavoro con Bianca Maria Antolini e Renato Meucci, è la creazione dell’Archivio dei musicisti italiani. Ospitato in un grande spazio storico (oltre 2.000 mq) messo a disposizione dal Comune di Latina, l’Archivio contiene libri e spartiti musicali, ma anche strumenti, epistolari, fotografie, autografi, programmi, locandine, dischi, nastri, filmati e ogni tipo di documento presente nei fondi dei musicisti scomparsi o viventi che hanno operato in ogni genere musicale. L’Archivio funge anche da straordinaria banca dati per tutti gli studiosi e i musicologi, italiani e stranieri, che contribuiranno alla realizzazione del Dizionario. Con questa struttura l’Italia è il primo Paese al mondo a dotarsi di un archivio nazionale dei musicisti. Nascono nel segno della Costituzione il Dizionario della Musica in Italia (dal Medioevo a oggi) e l’Archivio dei Musicisti Italiani In questo numero, viaggio dentro la vita quotidiana nel Rinascimento: le botteghe, le armi, i personaggi, le scoperte, il mecenatismo nelle corti Hanno aderito al progetto tutte le maggiori istituzioni musicali e musicologiche italiane ed è stato ritenuto opera di interesse nazionale nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La Biblioteca del Dmi è stata riconosciuta dal Ministero per i Beni Culturali e inserita nell’Anagrafe delle biblioteche italiane compilata dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico. Parallelamente alla meticolosa raccolta degli archivi sparsi su tutto il territorio nazionale, una delle priorità della Biblioteca del Dizionario è l’informatizzazione di tale patrimonio, l’inserimento dei dati nel Sistema Bibliotecario Nazionale (nel quale il Dmi è già operativo) e delle schede dei musicisti donatori nel nuovo Sistema Archivistico Nazionale del Ministero dei Beni Culturali. Musica per questo Dizionario vuol dire sicuramente cultura e storia da preservare, in attesa di tempi migliori. Ma al tempo stesso deve significare anche impresa: fornendo formazione e occupazione a giovani laureati in Università e Conservatori, elaborando progetti europei, operando nei settori dell’esecuzione, della produzione, dell’editoria e dei media, anche in sinergia con la costituenda Casa della Musica di Latina sostenuta dalla Regione Lazio, di cui auspichiamo l’inaugurazione nella tarda primavera 2015. italiane del ‘400. E inoltre: il viaggio di Focus Storia nel deserto del Sud Sudan, i grandi amori degli artisti, il geologo che sfidò i ghiacci (e morì). E in più, per festeggiare il n. 100, IN REGALO il poster con le 100 date che hanno cambiato il mondo! Claudio Paradiso FOCUS STORIA. OGNI MESE LO SPETTACOLO DEL PASSATO. Disponibile anche in versione digitale su: Amadeus 7 Grandangolo Opera House of the Year 2014: la Komische Oper Berlin diretta dal regista australiano Barrie Kosky è stata insignita di questo titolo da cinquanta critici di tutto il mondo. È il risultato di un lavoro minuzioso teso a stimolare l’entusiasmo del pubblico con un audace mix di innovazione, tradizione, fantasia nella scelta del repertorio – teatro musicale di ogni genere – come negli allestimenti. Questo, della compagnia inglese "1927", successo planetario da Berlino a Los Angeles, rilegge Die Zauberflöte attraverso effetti d’animazione e del cinema muto anni '20: è in scena questo mese e, ancora per qualche data, fino ad aprile. Info: komische-oper-berlin.de Foto Iko Freese/Drama-Berlin.de SOMMARIO 7Agorà di Claudio Paradiso 8Grandangolo 15 Il lettore 164/4 di Michele Dall'Ongaro, Giovanni Gavazzeni, Giordano Montecchi, Giorgio Pestelli 20 il disco Aleksandr Skrjabin di Andrea Malvano Roberto Plano di Claudia Abbiati 28 Demetz-Bortoluzzi di Claudia Abbiati il download 31 in scena Anteprima La critica 52 Leonard Bernstein, un'icona del nostro tempo: ritratto tra pubblico e privato del direttore d'orchestra e compositore statunitense 49Appunti 52 Leonard Bernstein di Giovanni Gavazzeni e Valerio Cappelli 58 Viktoria Mullova di Nicoletta Sguben 64 Storia & Storie: i due Mozart di Cesare Fertonani 68 Lila De Nobili di Vittoria Crespi Morbio 72 Lazar Berman di Gregorio Moppi 78Antica di Massimo Rolando Zegna 79Musicaoggi di Paolo Petazzi 80All’Opera di Emilio Sala 81Danza di Valentina Bonelli 82Jazz di Franco Fayenz 84 Fuoritema di Riccardo Santangelo 85 Fondazione Amadeus 58 Viktoria Mullova: torna in Italia una violinista d'ipnotico fascino, interprete onnivora che suona da Bach alla bossanova brasiliana SOMMARIO 86Education di Carlo Delfrati e Pietro Dossena 88 Note di viaggio di Gianluigi Mattietti 90 Note d’arte di Flaminio Gualdoni 92Mecenati di Edoardo Tomaselli 94 A tavola con Falstaff di Ambrogio Maestri 97 Lo scaffale di Paola Molfino Libri 100 Hi Tech di Andrea Milanesi 104 News in studio di Giuseppe Scuri 107 Dischi Imperdibili di Ettore Napoli 68 Lila De Nobili: scenografa e costumista leggendaria, figura lieve e minuta, al successo preferì la pittura e il silenzio 121Calendario 130 La conversazione di Alessandro Cannavò CD 1 Amadeus ALEKSANDR SKRJABIN Vers...le piano Roberto Plano, pianoforte guida all’ascolto di Ettore Napoli Aleksandr Skrjabin Vers... le piano Roberto Plano, pianoforte bookletCD0115.indd 1 CD 2 download WOLFGANG AMADEUS MOZART Sonate per pianoforte e violino K 304, 305, 378, 379 Caterina Demetz, violino Federica Bortoluzzi, pianoforte codice 303AM15 Amadeus Periodico di cultura musicale edito da Paragon Edizioni Anno XXVI numero 2 (303) febbraio 2015 Direttore responsabile Gaetano Santangelo In copertina, Roberto Plano (Foto di Tecla Doria Nicosia) www.amadeusonline.net 13/01/15 10:16 dalla Classica al Jazz la musica che desideri ascoltare L’ arcobaleno di Amadeus Rainbow ha molti obbiettivi: dare spazio agli artisti giovani, contribuire alla diffusione di repertori poco conosciuti, mescolare i generi in modo che il minimo comune denominatore sia solo esclusivamente la qualità e la convenienza del prezzo Amadeus Rainbow già pubblicati e in vendita online: www.amadeusonline.net/shop le Rota Gabrie nini & Rossini ga Parisi & Rocco bert, Bach, Pad piano hu play Sc bass clarinet an Music for e Stella Simon Cherubini roppo non t te ma Galan igi plays Lu per cimbalo te Sei Sona sso al ba alto Dall' s Amadeu Amadeus w Rainbo s Amadeu Amadeus ombini iliano Tr Massim ch plays Ba w Rainbo ti mpera en te ghi b Dialo s Amadeu Amadeus dy Barthol o lssohn-forte tto, violin ore Mende ni, piano ian Sebastianu Mason, dirett Felix ra Armelli o rist ento o tal sicur ni di Giova Leono rtolotto e Ch oni”, Domenic rig Laura Bo ia d’Archi “Ar Accadem w Rainbo zzi Lucia Ri lo Mariani ge sings An dra, piano Za Riccardo merA dA CA Arie IL LETTORE REFLEX Per riflettere M olti mi hanno chiesto le ragioni della scelta del nome per questa rubrica. Lo chiarisco volentieri. Reflex è un termine ben noto a chi si occupa di fotografia. Molti modelli di macchine fotografiche, siano esse professionali o amatoriali, usano il sistema chiamato reflex. Si tratta di un semplice gioco di specchi che, ricevendo l’immagine attraverso l’obiettivo, permette di avere una visione corretta dell’inquadratura: il fotografo vede l’immagine con l’occhio della macchina, vale a dire l’obiettivo; in tal modo ogni variazione (apertura del diaframma, tempo di posa, messa a fuoco, zoom ecc,) è visibile attraverso il mirino e consente di migliorare il risultato e di ottenere l’effetto voluto. Quando si preme il pulsante lo specchio ruota l’immagine può raggiungere la parte sensibile della macchina e la fotografia viene registrata nella memoria. Con i moderni sistemi digitali – la vecchia gloriosa pellicola appartiene alla preistoria – lo scatto è immediatamente visibile sul piccolo schermo che si trova sul dorso dell’apparecchio. L’immagine che vediamo è una fotografia in cui è fissato un istante della realtà che ci circonda. Con un clic abbiamo fermato il tempo. Alla stessa maniera questa rubrica vuole cogliere frammenti di realtà e proporli alla riflessione dei lettori. In pratica, avvalendoci di un gioco di parole anzi di specchi, abbiamo fermato una scena in movimento e abbiamo avuto la possibilità di tentare di capire cosa si nasconde oltre la superficie. Gli spunti, o se preferite le immagini, ci saranno suggeriti prevalentemente dalla nostra rivista. Ci servirà per riflettere, appunto, e magari per trovare nuove occasioni per il dialogo con i lettori. Gaetano Santangelo s Amadeu Amadeus w Rainbo s Amadeu Amadeus w Rainbo Dedicato a Charlie Hebdo, Parigi 7 gennaio 2015 Tra download e compact disc 10 novembre 2014 Spett.Redazione di Amadeus per molti anni sono stato un fedele lettore di Amadeus, che ringrazio per avermi fatto conoscere molti compositori e artisti. Ho smesso di acquistare la vs rivista, per vari motivi. L’ultimo numero in edicola (300) pubblicizza in copertina la presenza di 4 cd, ma nella rivista ne sono presenti solo due. Gli altri due si possono scaricare da internet dopo la solita e noiosissima trafila di registrarsi, che ormai spinge quelli come me a disertare internet sempre più. Trovo quindi l’annuncio di copertina solo una brutta trovata pubblicitaria, irritante. Saluti Salvatore Daquino Caro ex lettore, siamo d’accordo, ai lettori tutto è dovuto. Siete pur sempre il sostegno della rivista, quando la comprate. Capisco anche che la noiosissima richiesta di registrazione del download sia per l’appunto noiosa, ma è anche necessaria. Mi illudo che i lettori capiscano che in fondo, rispetto a quello che Amadeus offre, tale richiesta sia ben poca cosa. Lei purtroppo dichiara di aver cessato di acquistare la rivista per vari motivi, ma ne indica uno che non riguarda le ragioni dei mancati acquisti, che per noi sarebbero utili per migliorare le nostre offerte, ma al contrario ci comunica il motivo per cui ha acquistato l’ultimo numero (la ghiotta offerta di 4 cd al prezzo di 11 euro) e il motivo per cui è stato deluso da tale acquisto (i cd erano due reali e due virtuali). È evidente che non è da poco che lei ha cessato di acquistare il nostro mensile, sicuramente è più di un anno perché è da ben dodici numeri che Amadeus offre ai propri lettori, oltre al cd di copertina, la possibilità di scaricare dal sito in formato mp3 o wav gratuitamente una registrazione inedita con relativo booklet. Che oggi si usi la rete per diffondere notizie, musica e filmati è prassi ormai consolidata che ha creato serie difficoltà a chi opera in questi settori. Che anche Amadeus abbia dovuto adeguarsi a questo nuovo sistema di diffusione non costituisce credo una novità o uno scandalo. Del resto chi è abituato all’acquisto di cd può facilmente intuire che quella confezione non può contenere 4 cd. Tale considerazione avrebbe dovuto indurre a prestare maggior attenzione al riquadro che pubblicizza i "4 CD", dove è chiaramente indicato "2 + 2" e subito sotto "2 CD + 2 CD DOWNLOAD". Sì, è vero è scritto in caratteri piccoli, ma lo spazio disponibile non consente caratteri cubitali. Mi dispiace che lei abbia pensato che si trattasse di una bieca trovata pubblicitaria, anche perché non ci sono pervenute altre segnalazioni o lamentele da parte dei nostri abituali lettori. Grazie comunque per l’attenzione e cordiali saluti. Egr. sig.Direttore È vero, ho cessato di acquistare la rivista da oltre un anno e quindi non ero al corrente della novità introdotta. I motivi per i quali ho cessato l’acquisto regolare della rivista, che trovo ben fatta, sono da ricercare nel semplice motivo che la mia collezione di dischi (cd e vinili) era ormai ai limiti della capienza dei miei mobili. Ero incuriosito dal doppio cd anniversario in quanto gli altri due (L’estro armonico di Vivaldi) sono nella mia discoteca da anni. La mia era solo una protesta, spero garbata perchè tale era il mio intento, e non un giudizio critico sulla rivista che, ribadisco, trovo ben fatta e ha segnato un momento importante nell’editoria musicale italiana. Salvatore Daquino Fedelissimi: tutti i numeri in biblioteca 15 novembre 2014 Egr.Dott.Santangelo, ho letto “selfie”, auguri, pensieri, citazioni e non posso che accodarmi ai tanti che le hanno fatto i complimenti e ribadire tutta la stima, l’ammirazione e l’entusiasmo per quanto avete costruito a partire dal quel lontano 1986, in taxi. E, non potendo avere la fortuna di essere un suo collaboratore, mi limito ad essere onorato di far parte dei tantissimi (lo sono certo) che si fregiano del merito di avere in biblioteca TUTTI I NUMERI DI AMADEUS, per non parlare delle edizioni speciali... Nel ringraziare lei personalmente e tutti i suoi magnifici collaboratori, mi permetto di salutarla cordialmente. Viva la MUSICA e...Shakespeare aveva ragione! Fulvio Fabrici Gaetano Santangelo Lettere al Direttore [email protected] facebook.com/Amadeus.Rivista twitter.com/AmadeusOnlineIT Amadeus 15 L Jeu de cartes Cronaca minima C'è musica su Marte Repert(or)i LA DOMANDA DI BRUCKNER ADRIANA LA ROMANA DUELLANTI MILLENARI L’OUVERTURE SCOMPARSA Michele Dall’Ongaro Giovanni Gavazzeni Giordano Montecchi Giorgio Pestelli e enciclopedie spiegano che il tempo è «la dimensione nella quale si misura il trascorrere degli eventi». Per Anton Bruckner, invece, è qualcosa di diverso: una «estensione dell’anima» (Agostino) dove presente, passato e futuro sono espansi verso un ideale di redenzione. Il tempo lineare viene dissolto in una esperienza interiore di eccezionale tensione spirituale: il prima e il dopo si fondono nell’eternità. Questa visione radicalmente cattolica si realizza musicalmente con mezzi che proviamo a identificare almeno in parte. L’omogeneità dei materiali, ad esempio. Uno degli elementi che rende chiara l’articolazione della forma nel tempo è la caratterizzazione delle figure. Mahler, come noto, usa un linguaggio “inclusivo”, che comprende segnali militari, richiami della natura, filastrocche e marce funebri: elementi fortemente caratterizzati che soccorrono la memoria dell’ascoltatore. Il linguaggio di Bruckner invece è “esclusivo” e respinge tutto ciò che non sia costituito da elementi affini, organici all’assunto. Da qui una “massa” molto compatta, difficile da segmentare. Si prenda l’Adagio della Ottava sinfonia. È costruito come una sorta di labirinto dove le sezioni principali scorrono una dentro l’altra guidate da temi costruiti con frammenti poi riutilizzati, in posizione diversa, per comporre altri motivi. Per esempio la seconda parte del secondo tema principale è realizzata con la testa di un tema della prima. La metamorfosi di queste funzioni crea un reticolo di direzioni possibili del discorso che dopo pochi minuti costringe alla resa l’ascoltatore del quale viene obnubilata la facoltà di memorizzare la scansione degli eventi. Anche la ciclicità tematica e l’autocitazione servono a confondere le coordinate. Ascoltando certi autori ci domandiamo «Dove siamo?», sentendo Bruckner dobbiamo invece chiederci «Quando siamo?», condannati a non avere risposta. 16 Amadeus 4/4 4/4 [email protected] A lberto Arbasino ricorda da par suo la Presidentissima dell’Accademia Filarmonica Romana, Adriana Panni, travolgente anfitrione di celebrità e artisti impegnati. «Commemorando qualche decennale della scuola di Darmstadt», ricorda Arbasino nel catalogo della mostra allestita dall’Accademia di Santa Cecilia per il ventennale della morte, «alcuni superstiti venuti per gratitudine (Boulez, Berio, Stockhausen, Bussotti) sedevano nei soggiorni senza parlarsi reciprocamente. E il Boulez, circospetto: “Adrianà, qu’est-ce que c’est, cet abbacchiò?”. E lei serenamente: “Magna, a’ Pierre, che è bbono”». Schietta, genuina, ruspante padrona di casa; volitiva, implacabile, vulcanica organizzatrice musicale. E coraggiosa: ottenne un prestito da un miliardo per rilevare il Teatro Olimpico, e dopo dieci anni la “cambiale” fu onorata con le sottoscrizioni. Adriana Panni aveva l’istinto solido di seguire le persone giuste: lo testimoniano la qualità dei programmi della Filarmonica e i suoi quadri, esposti per l’occasione al Museo degli strumenti musicali dell’Accademia di Santa Cecilia. Nature morte e paesaggi di Morandi, Tosi, Mafai, Guttuso, Vespignani, vortici di corpi cadenti (Fausto Pirandello), uno splendido volto santo (Manzù). E non millantava la confidenza con De Chirico e Maccari e Stravì (Stravinskij). Li aveva braccati e convinti a partecipare alle sue “stagioni” di persona. Seguiva il suo fiuto e le “dritte”, non solo musicali, fornitele da Goffredo Petrassi, discepolo di Alfredo Casella anche nella gran competenza pittorica. Essi sostenevano il matrimonio fra musica (antica e moderna) e pittura contemporanea. Nel catalogo della mostra le schede di commento sono gustosissime. Le ha scritte Marcello Panni, da mamma Adriana allattato a musica e abbacchio, con ironia e competenza, spruzzate di romano disincanto. F orse è un abbaglio, ma da qualche tempo, spigolando fra libri di carta e digitali, sembra che ristampe e uscite di nuovi testi di estetica, filosofia, psicologia della musica si susseguano a un ritmo fin troppo sostenuto, quasi “sospetto”. Non resta che fare, con beneficio d’inventario, il solito controllino sul web, presso quei venditori di libri che, fra scaffali e nuvole, vantano milioni o decine di milioni di titoli. Effettivamente, in circolazione c’è qualche centinaio di libri in lingua italiana, molti dei quali recenti, nel cui titolo la parola musica è accoppiata a estetica, filosofia o psicologia. In lingua inglese (c’era da immaginarlo) siamo nell’ordine delle migliaia. Ebbene, da dove viene questo bisogno riemergente, ciclico, di indagare, svelare, smentire, dimostrare i “meccanismi” (sempre che il termine sia legittimo) profondi della musica o, per meglio dire, di quel triangolo che ha per vertici noi, la musica e il mondo? E al cui confronto il triangolo delle Bermude, in tema di enigmi irrisolti, è una bazzecola. Da tempo immemore gli schemi e gli argomenti si ripetono: Tizio spiega perché Caio e i suoi avevano torto. Poi arriva Sempronio che smonta Tizio e dice la sua. In attesa, a sua volta, di essere smentito da Calpurnio, secondo cui era proprio Caio ad aver ragione. Il dibattito va avanti così da qualche migliaio d’anni. Per nostra fortuna: perché se si dimostrasse una volta per tutte come funziona la cosa, quel giorno la musica finirebbe la sua missione. Ogni volta, oggi come in passato, in questo duellare, in questo arrovellarsi plurimillenario sembra di leggere tutto il disorientamento – dai comuni ascoltatori ai luminari della teoria – per la supposta anarchia di un universo sonoro in espansione, ammaliante e terrificante. Quanto sublime o quanto monnezza lo diranno i posteri, forse. D a un certo tempo nei programmi dei concerti sinfonici è quasi scomparsa l’ouverture, sia quella nata come apertura di qualche opera teatrale sia quella indipendente, come genere musicale autonomo scaturito dal primo romanticismo e germe del futuro poema sinfonico. Il motivo sta forse in una brevità che è in proporzione con l’intensità (il Coriolan di Beethoven durerà una manciata di minuti), sicché nell’attuale dissipazione dell’ascolto viene ricevuta con pochi applausi di circostanza; non stupisce che i direttori tendano a farne a meno, ora che il formato standard dei pezzi forti è quello delle Sinfonie di Bruckner e Mahler. Con tutto ciò una ouverture non molto frequentata anche in concerto, come la Leonore n. 2 di Beethoven, all’ultima inaugurazione della stagione della Scala è invece schizzata in testa alla rappresentazione del Fidelio passando ipso facto sulla bocca di tutti; il caso è già stato discusso, ma lo ricordo ancora non tanto per la scelta di Daniel Barenboim quanto per una sua dichiarazione riportata da un quotidiano (e quindi da prendere con beneficio d’inventario) che fa vedere come il genere ouverture sia diventato un oggetto misterioso anche nella comprensione di un grande musicista: «Non suoneremo l’ouverture scritta nel 1814 perché fu un passo indietro rispetto alle precedenti: non ha nulla a che fare con l’opera, si torna indietro a Mozart, dove l’ouverture del Così fan tutte o delle Nozze di Figaro sono praticamente intercambiabili perché non hanno nessuna connessione con quel che seguirà»: sembra di sognare, perché nella realtà le cose stanno proprio all’opposto e sono note a tutti. Ma chi osa opporsi ai pomposi giudizi scagliati dal podio dei grandi esecutori? Possiamo solo sperare di risentire la Leonore n. 2 in sala da concerto, accanto alle pagine analoghe, e troppo dimenticate, dei Weber, Mendelssohn, Schumann, Berlioz. Amadeus 17 12 numeri a soli 99 euro ogni anno 12 numeri e 24 cd (12 cd inediti + 12 cd in download) non perdere questa offerta! ABBONATI OGGI abbonarsi è facile, rapido e conveniente • collegati al sito www.amadeusonline.net/abbonamento • compila e spedisci il coupon qui sotto • invia una e-mail a [email protected] • telefona al numero 02 48 16353 • invia un fax al numero 02 48 18968 • tramite Paypal invia la quota a [email protected] ✁ Il presente tagliando va spedito a PARAGON EDIZIONI - via Lanzone, 31 - 20123 Milano tel. 02 48 16 353 - fax 02 48 18 968 - [email protected] Offerta valida per l’Italia desidero abbonarmi ad Amadeus alle condizioni speciali indicate: A abbonamento per un anno (12 numeri) € 99,00 anziché € 132,00 Sì! 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