Sorgenti di radiazione ed amplificatori ottici
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Sorgenti di radiazione ed amplificatori ottici
Sorgenti di radiazione Le sorgenti di radiazione impiegate impiegate nelle diverse applicazioni dell’optoelettronica vengono generalmente classificate in base alla potenza emessa, alla larghezza di riga e la coerenza temporale e spaziale. Esse sono essenzialmente: •LASER (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) •LED (Light Emitting Diodes) •LD (Laser Diodes) I laser, sia classici che a diodo, rappresentano sorgenti in grado di emettere radiazione di elevata coerenza ed intensità (quindi piccola larghezza di riga ed alta densità di potenza). I LED sono sorgenti compatte a bassa coerenza in cui la potenza è distribuita su uno spettro relativamente ampio. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Interazione radiazione-materia I meccanismi che si instaurano quando la radiazione luminosa interagisce con la materia possono essere distinti in tre categorie: • Assorbimento: Un atomo, interagendo con un fotone, si porta ad un livello energetico superiore. La differenza di energia tra il livello iniziale e quello finale è pari alla energia del fotone. La probabilità di questa transizione è proporzionale al numero di atomi non eccitati presenti ed al numero di fotoni presenti. • Emissione spontanea: L’emissione spontanea è legata alla probabilità che un atomo eccitato ritorni spontaneamente allo stato di minore energia emettendo un fotone. La probabilità di questa transizione dipende dal numero di atomi eccitati. Esistono ovviamente altri meccanismi di diseccitazione nei quali l’energia è trasferita al reticolo sotto forma di fononi (quanti di energia acustica, cioè vibrazioni) e quindi trasformata in calore. • Emissione stimolata: L’emissione stimolata avviene quando un atomo eccitato, investito da un fotone, emette un fotone della stessa energia, fase, direzione e polarizzazione. La probabilità di questa transizione è legata al numero di atomi eccitati ed al numero di fotoni presenti. Transizioni tra due livelli di energia E1 e E2. E2 - E1 =hν Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Coefficienti di Einstein Le relazioni che legano i fenomeni di assorbimento, emissione spontanea ed emissione stimolata tra due livelli energetici E1 ed E2, in presenza di radiazione, possono essere formalizzate al modo seguente: R 12 = B12 N1ρ(hν) R 21 = A 21 N 2 + B21 N 2ρ(hν) R12 : tasso di assorbimento N1 : popolazione del livello E1 N2 : popolazione del livello E2 ρ(hν) : numero di fotoni per unità di volume di energia hν=E2-E1 R21: tasso totale di emissione (spontanea + stimolata) B12, B21, A21: coefficienti di Einstein All’equilibrio termodinamico, cioè senza apporto di energia dall’esterno, si ha ovviamente R12 = R21 e valgono inoltre la statistica di Boltzman per la distribuzione delle popolazioni dei livelli e la legge di Plank per l’emissione di corpo nero. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Coefficienti di Einstein N2 =e N1 − E 2 − E1 k BT ρeq (hν) = Statistica di Boltzman kB =1.38⋅10-23 J/K :costante di Boltzman T: temperatura assoluta 8πhν 3 hν − 1 c exp k BT 3 Legge di Plank c: velocità della luce Utilizzando la statistica di Boltzman e la legge di Plank si trova: B12 = B21 R 21( stim ) A 21 8πhν 3 = B21 c3 R 21(spon ) Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica R 21(stim ) R 12( assor ) B21 N 2ρ(hν) c3 = = ρ(hν) 3 A 21 N 2 8πhν N2 = N1 Assorbimento e amplificazione della luce Dalle considerazioni precedenti si capisce che in condizioni di equilibrio termodinamico del sistema atomico con l’ambiente, le popolazioni N1 e N2 verificano sempre la condizione N2 < N1 ed il numero di fotoni emessi per emissione stimolata sarà sempre minore del numero di quelli assorbiti Immaginando di sondare il sistema con un segnale ottico “piccolo” i cui fotoni hanno energia hν=E2-E1, si avrà una attenuazione netta del segnale descrivibile mediante un coefficiente di assorbimento α proporzionale alla differenza delle popolazioni α = σ( N1 − N 2 ) σ è detta sezione d’urto di assorbimento La condizione desiderabile per l’amplificazione richiederebbe che il piccolo segnale venisse rinforzato da altri fotoni con la stessa energia, fase, direzione e polarizzazione, cioè da fotoni emessi per emissione stimolata Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Assorbimento e amplificazione della luce Affinchè il sistema atomico possa amplificare la luce è necessaria una “inversione della popolazione” degli atomi cioè portare il sistema in condizione per cui N2 > N1. La condizione di inversione si può ottenere solo fornendo, per altra via, energia al sistema, questa azione viene detta pompaggio. Un amplificatore non lavora quindi all’equilibrio termodinamico! In un sistema in cui sono coinvolti due soli livelli energetici e sia presente una azione di pompaggio, si possono scrivere le seguenti equazioni di bilancio (rate-equations): N2 dN 2 = W ( N1 − N 2 ) − τ2 dt N1 + N 2 = N Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica W è il coefficiente di pompaggio, τ2 è il tempo di vita medio del livello eccitato E2 e N è il numero totale di atomi Assorbimento e amplificazione della luce La soluzione delle equazioni di bilancio per il sistema a due livelli in condizioni di regime stazionario fornisce: N2 W ( N1 − N 2 ) = τ2 N1 + N 2 = N N(Wτ 2 + 1) N1 = 2 Wτ + 1 2 ⇒ WNτ 2 N2 = 2 Wτ 2 + 1 N N1 − N 2 = >0 2 Wτ 2 + 1 sempre! Quindi in un sistema a due livelli, indipendentemente da quanto sia intensa l’azione di pompaggio, non si può avere a regime inversione di popolazione. Per avere inversione di popolazione e quindi amplificazione, occorre coinvolgere almeno un terzo livello energetico Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Assorbimento e amplificazione della luce Considerando un terzo livello energetico E3, la cui popolazione sia incrementata dalla azione di pompaggio, è possibile scrivere le seguenti equazioni di bilancio: N3 dN 3 dt = W (N1 − N 3 ) − τ 3 dN 2 = N 3 − N 2 τ32 τ 2 dt dN1 N3 N 2 = − W ( N1 − N 3 ) + + τ31 τ 2 dt N1 + N 2 + N 3 = N Dove τi è il tempo di vita totale del livello i-esimo mentre τij è il tempo di vita del livello i-esimo rispetto al decadimento verso il livello j-esimo. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Assorbimento e amplificazione della luce La soluzione delle equazioni di bilancio del sistema a tre livelli in regime stazionario indica che si può avere inversione di popolazione tra i livelli E2 e E1 se sono verificate le seguenti condizioni: τ32 < τ 2 e τ32 τ 2 W> τ3 (1 − τ32 τ 2 ) Quindi se il livello E3 decade più rapidamente verso E2 di quanto E2 non faccia verso E1 e il pompaggio è superiore ad una certa soglia, si ha inversione e quindi anche amplificazione che può essere pilotata dalla emissione stimolata di fotoni tra i livelli E2 e E1 Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Assorbimento e amplificazione della luce Se si ricorre ad un sistema a quattro livelli in cui l’azione di pompaggio è attiva tra E1 e E4 ed il livello E2 si spopola più rapidamente del livello E3, si ottiene inversione tra i livelli E3 ed E2 senza che sia necessario raggiungere una soglia critica di pompaggio. Un sistema a quattro livelli è quindi potenzialmente più efficiente per la amplificazione della luce Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Tecniche di pompaggio Le tecniche utilizzate per ottenere l’azione di pompaggio sono diverse e dipendono dal mezzo nel quale si vuole ottenere inversione di popolazione (mezzo attivo). Normalmente il pompaggio avviene verso un insieme di livelli (banda di pompaggio) Le tecniche principali sono: •Pompaggio a scarica elettrica (nei gas) •Pompaggio ottico (nei solidi e nei liquidi) •Pompaggio per iniezione di carica (nei semiconduttori) Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Azione laser (lasing) La parola “laser” significa amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazione. Nella realtà per laser si intende un dispositivo in grado di generare radiazione ad elevata coerenza. Si tratta quindi di un oscillatore ottico. Per realizzare un laser bisogna disporre di: •Mezzo amplificatore in cui prevalga l’emissione stimolata •Retroazione positiva L’emissione stimolata predomina se c’è una elevata densità di fotoni La reazione positiva richiede che i fotoni che partono da un punto ritornino nello stesso punto amplificati Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Risonatore ottico Condizioni di oscillazione laser L’andamento del guadagno nel mezzo attivo in funzione della frequenza è normalmente una curva a campana con il massimo ad una precisa frequenza. Una stima del guadagno massimo si può ottenere come segue: I( x ) = I 0 exp(gx ) δN ph δI n δN ph c = = g= ; δx = δt Iδx N ph δx cN ph δt n Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica I: intensità della radiazione nel mezzo attivo Nph: concentrazione di fotoni coerenti (emissione stimolata) n: indice di rifrazione del mezzo attivo Condizioni di oscillazione laser Il tasso netto di emissione stimolata di fotoni può essere espresso, tramite i coefficienti di Einstein, come differenza tra il tasso di emissione stimolata e quello di assorbimento: δN ph δt ≅ dN ph dt = N 2 B21ρ(hν) − N1B21ρ(hν) = (N 2 − N1 )B21ρ(hν) Considerando che le transizioni non avvengono mai tra livelli realmente discreti di energia a causa delle interazioni relative tra gli atomi (homogeneous and inhomogeneous broadening) che producono un allargamento su un intervallo di frequenza ∆ν della riga intorno al valore centrale ν0 , la densità di energia per unità di frequenza relativa ai fotoni emessi per emissione stimolata si può scrivere come: ρ(hν 0 ) ≈ Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica N ph hν 0 ∆ν Condizioni di oscillazione laser Il guadagno del mezzo, alla frequenza centrale ν0, si può esprimere come: g ( ν 0 ) ≈ ( N 2 − N1 ) B21nhν 0 c∆ν Una trattazione più rigorosa fornisce l’espressione analitica della curva a campana che rappresenta l’andamento del guadagno nel mezzo attivo. Affinché si possa instaurare un regime di oscillazioni stazionarie all’interno della cavità (risonatore ottico) è necessario soddisfare altre condizioni che coinvolgono le perdite della cavità e le sue frequenze di risonanza. Infatti ottenere un’onda che riproduce se stessa dopo un giro completo della cavità richiede che le perdite complessive della cavità eguaglino il guadagno e che la frequenza di oscillazione coincida con uno dei modi di risonanza della cavità. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Condizioni di oscillazione laser Considerando una cavità di tipo Fabry-Perot e dette Pi e Pf le potenze in un punto all’inizio ed alla fine di un giro completo della cavità (round-trip), deve essere: Pf =1 Pi nk m (2L) = n 2πν m (2L) = m(2π) c m = 1,2,⋅ ⋅ Le perdite della cavità, oltre l’assorbimento nel mezzo attivo già incluso nel coefficiente di guadagno sono dovute agli specchi, le pareti, le impurità etc. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Guadagno di soglia Pf = Pi R 1R 2 e g 2L ⋅e − γ 2L R1 e R2 sono i coefficienti di riflessione in potenza degli specchi e γ rappresenta tutte altre perdite della cavità. Il guadagno di soglia gth è quello che rende Pf = Pi : 1 1 g th = γ + ln 2 L R 1R 2 La soglia di guadagno si raggiunge mediante una sufficiente velocità di pompaggio che fa crescere l’inversione di popolazione. Dall’espressione del guadagno si ha: (N 2 − N1 )th Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica c∆ν ≈ g th B 21nhν 0 Inversione di popolazione di soglia Innesco dell’oscillazione laser L’innesco delle oscillazioni in un laser avviene generalmente mediante l’emissione spontanea, dopo aver raggiunto il guadagno di soglia. Infatti alcuni dei fotoni emessi per emissione spontanea viaggiano nella direzione dell’asse del risonatore e tornano quindi su se stessi producendo emissione stimolata all’attraversamento del mezzo attivo. Si produce una sorta di selezione naturale per cui i fotoni che viaggiano intorno all’asse del risonatore vengono amplificati coerentemente e predominano sugli altri. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Classificazione dei laser I laser vengono normalmente classificati in base al tipo di mezzo attivo, alle possibili righe di emissione, al regime di funzionamento ed alla potenza in uscita. Esistono laser a gas e stato solido in cui il mezzo attivo è rispettivamente un gas o miscela di gas oppure un solido di tipo cristallino o vetroso. Spesso il mezzo attivo vero e proprio è rappresentato da elementi droganti (terre rare) intrappolati in una matrice cristallina o vetrosa. Alcuni mezzi attivi possono presentare guadagno su diverse righe (anche piuttosto distanti in frequenza) ed in tal caso si agisce sulle perdite della cavità per ottenere emissione su una riga specifica. A seconda della larghezza della riga di guadagno e del tipo di cavità risonante si può avere oscillazione su più modi longitudinali e/o trasversali del risonatore. La radiazione di uscita è in genere resa disponibile per trasmissione attraverso uno degli specchi della cavità e può essere un’onda continua (CW Laser) o un treno di impulsi (Pulsed laser) Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Modi longitudinali oscillanti Il numero di modi longitudinali del risonatore che possono oscillare dipende dalla larghezza della riga di guadagno e dalla spaziatura tra i modi. Quest’ultima decresce al crescere della lunghezza ottica della cavità (è infatti l’inverso del tempo di andata e ritorno. Oscillano solo i modi per cui il guadagno supera il livello delle perdite La selezione dei modi longitudinali può avvenire mediante opportuni filtri in cavità Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Modi trasversali oscillanti Il numero di modi trasversali del risonatore che possono oscillare dipende essenzialmente dalla distribuzione trasversale del guadagno e delle perdite nella cavità. Normalmente i laser lavorano sul modo Gaussiano fondamentale TEM00 la cui energia è concentrata intorno all’asse della cavità. E’ possibile tuttavia innescare le oscillazioni su modi di ordine superiore o sopprimere il fondamentale utilizzando specchi terminali con profilo di riflettività variabile opportunamente lungo il raggio oppure inserendo in cavità opportuni “schermi”. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Laser Elio-Neon Il laser elio-neon (He-Ne laser) è un laser a gas il cui mezzo attivo è una miscela di elio e neon (il neon è responsabile della emissione stimolata e l’elio serve ad eccitare il neon). L’eccitazione primaria (pompaggio) avviene tramite scarica elettrica. Le righe di emissione più importanti sono λ1=0.543µm, λ2=0.6328µm, λ3=1.55µm, λ4=3.39µm; il fascio è di buona qualità con potenza dell’ordine di 1-10mW ed elevata lunghezza di coerenza. Viene molto usato per interferometria, olografia, metrologia, allineamento. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Laser Elio-Neon Livelli coinvolti nell’emissione a λ=0.6328µm. L’efficienza è inferiore a 0.1% Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Laser ad Argon E’ un laser a gas che emette tra λ=0.488µm e λ=0.5145µm. La potenza di uscita è di parecchi Watt ma l’efficienza è circa 0.05%. Il pompaggio avviene mediante scarica elettrica Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Laser ad anidride carbonica (CO2) E’ un laser a gas che emette tra λ=1µm e λ=11µm. La riga più importante è λ=10.6µm La potenza di uscita raggiunge 15kW in continua con efficienza di circa 15%. Il pompaggio avviene mediate scarica elettrica longitudinale (media potenza) o trasversale (alta potenza) rispetto all’asse del tubo Il tubo a plasma che contiene il mezzo attivo è riempito con una miscela di CO2 (5%), N2 (15%) e He (80%). L’azoto serve ad eccitare la CO2 per collisione risonante mentre l’elio ha una azione refrigerante che tende a diminuire la popolazione del livello laser inferiore. Si utilizza per lavorazioni meccaniche e saldature Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Laser Nd:YAG E’ un laser a stato solido in cui il mezzo attivo è costituto da atomi di Neodimio inglobati in una matrice di YAG (Yttrium-Aluminum-Garnet) La lunghezza d’onda di emissione è λ=1.06µm. La potenza di uscita supera il kW in continua. Il pompaggio è di tipo ottico ed avviene mediante una cavità di pompa, di tipo cilindrico a sezione ellittica con pareti riflettenti, nella quale una linea focale è occupata da una lampada lineare e l’altra dalla barretta che rappresenta il mezzo attivo. In tal modo l’energia emessa dalla lampada si concentra sul mezzo attivo. Si utilizza per lavorazioni meccaniche, saldature, interventi chirurgici Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Laser impulsati E’ possibile ottenere emissione laser sotto forma di impulsi inserendo nella cavità risonante opportuni dispositivi oppure modulando il pompaggio. Le tecniche principali sono essenzialmente quattro: •Q-switching •Cavity dumping •Gain-switching •Mode locking Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Q-switching La tecnica del Q-switching si basa sulla variazione del fattore di qualità della cavità cioè sulla modulazione delle perdite. In pratica si fa in modo da aumentare fortemente le perdite interrompendo la retroazione dei fotoni mentre l’azione di pompaggio va avanti creando una notevole inversione di popolazione nel mezzo attivo. Si ripristina quindi la retroazione per un tempo breve consentendo l’azione laser. In questa finestra temporale si genera un impulso di luce di notevole intensità di picco e durata inferiore al tempo di apertura della finestra. E’ chiaro che la tecnica funziona bene se si riesce ad ottenere una grande inversione di popolazione durante l’assenza di retroazione e ciò è legato al tempo di vita del livello eccitato (livello laser superiore). La modulazione delle perdite nel Q-switching avviene generalmente mediante dispositivi elettro-ottici o acusto-ottici configurati per lavorare come otturatori pilotati. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Cavity dumping La tecnica del cavity dumping si può immaginare come un metodo duale rispetto al Q-switching e si utilizza generalmente quando il tempo di vita del livello laser superiore è troppo piccolo per cui, in assenza di retroazione che favorisce l’emissione stimolata, l’energia proveniente dalla azione di pompaggio si perde per emissione spontanea o altri meccanismi di diseccitazione. Nel cavity dumping il fattore di qualità viene aumentato moltissimo utilizzando specchi con coefficiente di riflessione praticamente unitario ottenendo quindi una elevatissima densità di fotoni coerenti in cavità. La cavità risulta però “isolata” cioè i fotoni non sono disponibili all’esterno. Al fine di consentire l’estrazione dell’energia i fotoni vengono deviati verso l’esterno, in un breve intervallo di tempo, ottenendo un impulso. . L’estrazione del fascio, nel caso del cavity dumping, avviene mediante dispositivi acusto-ottici nei quali si sfrutta la diffrazione di Bragg per deviare, in una breve finestra temporale, la radiazione verso l’esterno. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Gain-switching La tecnica del gain-switching consiste nella modulazione del guadagno ottenuta mediante una azione di pompaggio discontinua nel tempo. In pratica si attiva il meccanismo di pompaggio solo per brevi intervalli di tempo (flash-pumping), all’interno dei quali si innesca l’azione laser. L’effetto è un impulso di radiazione coerente la cui durata è inferiore alla finestra temporale nella quale si è attivata l’azione di pompaggio. Il gain-switching è molto utilizzato nei laser a semiconduttore dove il pompaggio avviene per iniezione di corrente. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Mode locking La tecnica del mode locking consiste nella eccitazione di un gran numero di modi longitudinali “agganciati” in fase. Ovviamente la lunghezza della cavità laser, la larghezza della riga di guadagno del mezzo attivo ed il livello delle perdite devono essere tali da consentire l’oscillazione su un elevato numero di modi longitudinali. Il campo elettrico totale nella cavità laser è esprimibile come sommatoria dei campi associati ai singoli modi oscillanti: M −1 E( t ) = ∑ E m e c j ω0 + m 2 π t + φm 2L m =0 dove M è il numero di modi, L è la lunghezza della cavità, c è la velocità della luce e φm è la fase del modo m-esimo. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Mode locking Ipotizzando modi di uguale ampiezza (Em = E0 ) e agganciati in fase (φm = m φ0 ) si ottiene: E( t ) = E 0e jω0 t M −1 ∑e c j m 2 π t + mφ0 2L = E 0e m =0 jω0 t e ∑ m =0 M −1 πc j t + φ0 L cioè la somma di M termini di una serie geometrica, per cui: E ( t ) = E 0 e j ω0 t 1− e πc jM t + φ 0 L 1− e πc j t + φ0 L Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica = E 0 e j ω0 t e j e M πc t + φ0 2 L j πc t + φ0 2 L M πc sin t + φ0 2L 1 πc sin t + φ0 2 L m Mode locking L’intensità è proporzionale al modulo quadro del campo elettrico quindi: M πc M πc sinc 2 t + φ0 sin 2 t + φ0 2L 2L 2 =M I( t ) ∝ I 0 2 1 πc 2 1 πc sinc t + φ0 sin t + φ0 2 L 2 L Si tratta di un treno di impulsi con periodo T=2L/c, ampiezza M2I0 e durata alla base 2L/(cM). La condizione di aggancio in fase dei modi si può ottenere inserendo in cavità un modulatore di ampiezza pilotato ad una frequenza pari alla frequenza di battimento fondamentale della cavità 1/T. Infatti, tramite le bande laterali di frequenza, indotte sul modo longitudinale che inizia ad oscillare per primo, si innesca l’oscillazione progressiva e sincronizzata degli altri modi consentiti. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi emettitori di luce (LED) I LED sono essenzialmente diodi a giunzione p-n realizzati mediante semiconduttori a badgap diretto, come l’arseniuro di gallio (GaAs), in cui la ricombinazione delle coppie elettrone lacuna avviene con emissione di fotoni. L’energia dei fotoni emessi è circa pari all’ampiezza del bandgap. La regione in cui avviene la emissione di fotoni comprende la regione di svuotamento e parte delle regioni neutre (entro una lunghezza di diffusione) ed è detta regione attiva. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Struttura dei LED I LED sono fabbricati mediante crescita epitassiale ottenendo una giunzione p-n planare. Normalmente il lato n è molto più drogato del lato p (ed è indicato con n+) in modo che la regione attiva si estende praticamente tutta nel lato p. Lo strato p è sottile (pochi micron) per consentire ai fotoni emessi di uscire senza subire eccessiva attenuazione ma non tanto da consentire agli elettroni di raggiungere, diffondendo, la superficie ed su essa ricombinarsi senza emissione. I fotoni emessi nella direzione del substrato possono essere assorbiti o riflessi verso la superficie a seconda dei LED. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Struttura dei LED La luce emessa all’interno del semiconduttore può uscire se non si trova in condizioni di riflessione totale (TIR). Ad esempio per l’interfaccia GaAs-aria l’angolo critico è di circa 16°per cui buona parte della radiazione non può uscire (a). Si ricorre allora ad una superficie a cupola per il semiconduttore per avere angoli di incidenza minori di quello critico (b) o, più frequentemente, ad una capsula in plastica a forma di cupola con indice di rifrazione maggiore dell’aria (c). Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Materiali per LED Diversi materiali semiconduttori a bandgap diretto possono essere usati per realizzare LED che emettono nel rosso e nell’infrarosso. Una classe importante è rappresentata dalle leghe ternarie tra materiali dei gruppi III-V basati su GaAs e GaP e denotati con i simboli GaAs1-yPy. Se y < 0.45 si ottiene un materiale a bandgap diretto e la lunghezza d’onda varia tra 630nm a 870nm. Per y > 0.45 si ottiene bandgap indiretto allora per avere emissione di luce occorre introdurre le cosiddette impurità isoelettroniche ottenute aggiungendo azoto (N) che si sostituisce al fosforo (P) creando livelli di trappola EN per gli elettroni vicino alla banda di conduzione. Considerazioni analoghe valgono per il carburo di silicio (SiC) dove si usa Al per creare un livello di trappola Ea vicino alla banda di valenza ed avere emissione nel blu. GaAs: Eg=1.43 eV λ = 870nm L’efficienza di emissione ottenibile con le impurità isoelettroniche è comunque inferiore a quella dei semiconduttori a bandgap diretto. ηext = Pout ( ottica ) Pin ( elettrica ) Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Materiali per LED Per aver emissione nell’infrarosso tra 1100nm e 1700nm si usano in genere leghe quaternarie di elementi dei gruppi III-V come In1-xGaxAs1-yPy Per lunghezze d’onda oltre 1700nm si utilizzano altre leghe tipo InAs e GaSb Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica LED a doppia eterostruttura (DH-LED) Per migliorare l’efficienza di accoppiamento con l’esterno della luce emessa dai LED si può ricorrere a eterogiunzioni tra materiali semiconduttori diversi. In tal modo c’è la possibilità di creare, sfruttando le differenze di assorbimento dei diversi materiali, una sorta di guida che incanala la radiazione verso l’esterno. Nell’esempio, lo strato n+-AlGaAs (Eg=2eV) non assorbe i fotoni emessi dal p- GaAs e può essere abbastanza spesso da minimizzare la ricombinazione superficiale. Il p-AlGaAs che funge da substrato tiene confinati gli elettroni iniettati dal n+-AlGaAs nel GaAs ed essendo trasparente consente ai fotoni emessi verso il substrato di essere riflessi all’indietro dal contatto e recuperati. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Caratteristiche dei LED L’energia dei fotoni emessi da un LED non è semplicemente uguale all’energia del bandgap del semiconduttore utilizzato a causa della distribuzione dell’energia degli elettroni e delle lacune, rispettivamente in banda di conduzione e banda di valenza. Il picco di intensità si ha generalmente per fotoni di energia Eg+kBT e la larghezza di riga è circa (2.5-3)kBT Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Caratteristiche dei LED Lo spettro realmente emesso dai LED dipende anche in maniera sostanziale dal tipo di giunzione e dal livello di drogaggio. Nel caso di forti drogaggi i livelli dei donatori e degli accettori si sovrappongono e invadono le bande di conduzione e di valenza per cui i fotoni emessi possono avere anche energia minore del bandgap. A causa di questi effetti lo spettro presenta tipicamente un grado di simmetria più elevato di quello teorico presentato precedentemente. Inoltre l’intensità emessa aumenta, ma non linearmente, con la corrente diretta del diodo. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Larghezza di riga dei LED La larghezza di riga dei LED viene normalmente fornita in termini di lunghezza d’onda (∆λ) per cui, a parità di energia ∆Eph , essa dipende dalla lunghezza d’onda centrale. c hc dλ hc λ= = → =− 2 → ν E ph dE ph E ph ∆λ dλ ≈ ∆E ph dE ph hc 2 3k B T ∆λ ≈ 2 ∆E ph = λ E ph hc λ = 870nm λ = 1300nm λ = 1550nm Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica ∆λ = 47 nm ∆λ = 105nm ∆λ = 149nm Dipendenza dalla temperatura dello spettro La lunghezza d’onda centrale e lo spettro di emissione dei LED cambiano con la temperatur a causa della dipendenza del bandgap dalla temperatura. Per il GaAs il coefficiente di temperatura è: dλ = 2.77 ⋅10 −10 mK −1 = 0.277 nmK −1 dT Per un LED in AlGaAs si ha il seguente comportamento: Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica LED e fibre ottiche L’accoppiamento della radiazione emessa da un LED con una fibra ottica è importante in tutte le applicazioni che coinvolgono le fibre (telecomunicazioni, sensoristica etc.). I LED vengono realizzati in due tipologie principali: Surface Emitting LED (SLED) e Edge Emitting LED (ELED) La radiazione emessa da un ELED è più intensa ed il fascio è più collimato perché si sfrutta la doppia eterostruttura per creare una guida dielettrica che convoglia la luce verso il bordo ottenendo una maggiore densità di potenza. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica LED e fibre ottiche Accoppiamento di SLED a fibre multimodo. Nel primo caso si realizza un accoppiamento diretto e si usa una resina epossidica di opportuno indice di rifrazione per bloccare la fibra e convogliare la luce al suo interno (sorgenti pig-tailed). Nel secondo caso si usa una microlente sferica troncata per migliorare l’accoppiamento. Il tutto viene poi fissato con la resina epossidica. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica LED e fibre ottiche Accoppiamento di ELED a fibre multimodo e monomodo. (a) con microlente piano-convessa (b) con grin-rod. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser: principio di funzionamento Un diodo laser può essere immaginato come l’evoluzione di un LED nel senso che occorre avere inversione di popolazione, una retroazione e prevalenza di emissione stimolata. Le transizioni avvengono tra le bande. In una giunzione p-n tra semiconduttori degeneri si può avere inversione di popolazione applicando una opportuna polarizzazione diretta: si crea una regione di inversione Si parla di pompaggio per iniezione di corrente Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser: principio di funzionamento La polarizzazione diretta crea una condizione di inversione per cui stati occupati in banda di conduzione si trovano in corrispondenza di stati vuoti in banda di valenza. In questa situazione, se il semiconduttore interagisce con un fotone di energia Eg < hν < EFn- EFp esso stimola l’emissione di un altro fotone, mentre se interagisce con un fotone di energia hν > EFn- EFp questo viene assorbito generando una coppia e-h Ovviamente per fotoni di energia hν < Eg il materiale è trasparente Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser ad omogiunzione Un diodo laser ad omogiunzione è realizzato mediante un semiconduttore a bandgap diretto (es. GaAs) con forte drogaggio. La radiazione è confinata nella regione attiva dal salto di indice di rifrazione tra la regione di svuotamento e le regioni neutre (guida slab) ∆n<1%: e2 ∆n = − ∆N 2 * 2n o ω m ε o La cavità è di tipo Fabry-Perot e costituita dal semiconduttore stesso delimitato dalle superfici laterali “cleaved” in modo da funzionare da specchi. La finesse è bassa ≈ 2.4 Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser ad omogiunzione I modi longitudinali del laser sono quelli della cavità Fabry-Perot. L’azione laser inizia quando la corrente iniettata supera una certa soglia Ith che dipende dalle perdite della cavità. Al di sotto della soglia il dispositivo si comporta come un LED. Sopra la soglia laser, il numero effettivo di modi dipende dallo spettro di guadagno e dal livello di perdite. Al crescere della corrente diminuisce il confinamento laterale e le perdite tendono ad aumentare Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser ad eterogiunzione Il laser ad omogiunzione presenta problemi di confinamento della radiazione nella regione di svuotamento a causa della perdite laterali dovute al debole confinamento affidato al salto di indice di rifrazione provocato dai soli portatori liberi. In queste condizioni la densità di corrente di soglia, a temperatura ambiente, per un laser in GaAs è dell’ordine di 500A/mm2. Un modo per ridurre perdite ed avere correnti di soglia di ordini di grandezza inferiori è utilizzare diodi a singola o doppia eterostruttura. In questi dispositivi si sfrutta la differenza di indice di rifrazione tra materiali semiconduttori con diverso bandgap (l’indice di rifrazione è minore nei materiali a bandgap maggiore) per realizzare una efficiente guida ottica che riduce le perdite complessive. Inoltre, la differenza di bandgap crea una barriera per i portatori di carica producendo un confinamento degli stessi in una sottile regione attiva con conseguente possibilità di notevoli densità di carica anche per correnti modeste. Ad esempio si può utilizzare AlGaAs (Eg =2eV) e GaAs (Eg =1.4eV) per realizzare un efficiente diodo laser a doppia eterostruttura Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodo Laser a doppia eterogiunzione La regione attiva è dell’ordine di 0.1µm e il salto di indice è dell’ordine del 5% Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Struttura di un diodo laser a doppia eterogiunzione Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica La regione attiva è definita lateralmente dal flusso di corrente ed è quindi legata alla dimensione W dell’elettrodo a striscia (gain-guiding) Diodo laser a doppia eterogiunzione sepolta Consente di ottenere anche un notevole confinamento laterale per la radiazione (lo strato attivo è una guida a canale sepolto) sfruttando la differenza di indice di rifrazione tra n-AlGaAs e p-GaAs. L’efficienza migliora ed è possibile progettare la guida in modo che sia monomodale (index-guiding) Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Spettro di uscita in un diodo laser Lo spettro di uscita di un diodo laser dipende dal tipo di risonatore ottico e dalla curva di guadagno del mezzo attivo. La lunghezza L del risonatore determina, insieme all’indice di rifrazione n dello strato attivo, la spaziatura ∆λ tra i modi longitudinali: λ λ2 2nL 2nL 2nL m = L ; ∆λ = − ≅ 2 = 2n m m +1 m 2nL Le dimensioni W e H determinano i modi trasversi. Tipicamente si ha il solo TEM00. L ∼ 100 µm H ∼ 0.1 µm W ∼ 1 µm Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Spettro di uscita in un diodo laser Per i laser “index-guided” al crescere della potenza lo spettro tende a diventare più stretto (momomodo) Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Dipendenza dalla temperatura e mode-hopping Sia la potenza sia lo spettro di uscita di un diodo laser dipendono dalla temperatura Nei laser monomodo l’incremento di temperatura provoca salti discreti della λ centrale dovuti alla variazione delle dimensioni della cavità. Nei multimodo si ha una variazione continua della λ dovuta alla variazione del bandgap con la temperatura. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Confronto LED - Diodi Laser LED: Radiazione: incoerente Larghezza riga: ∼100nm Tempo di salita: 5-20ns Diodo Laser: Radiazione: coerente Larghezza riga: 2 - 4 nm (multimodo) < 0.1 nm (monomodo) Tempo di salita: < 1 ns Nei diodi laser la potenza ottica di uscita, oltre la corrente di soglia, cresce rapidamente in risposta alla variazioni di corrente presentando un tempo di salita molto breve. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser DBR Al fine di garantire l’oscillazione sul singolo modo longitudinale della cavità è possibile utilizzare riflettori estremamente selettivi quali i reticoli di Bragg al posto della semplice discontinuità tra il materiale semiconduttore e l’aria. DBR: Distributed Bragg Reflector Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser DFB Un modo alternativo è utilizzare reticoli di Bragg distribuiti lungo l’intera cavità ottenendo un laser a retroazione distribuita. DFB: Distributed FeedBack Si dimostra che la lunghezza d’onda di emissione non coincide con λB ma le risonanze sono distribuite a destra e a sinistra di λB : λ2B λm = λB ± (m + 1) 2nL Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Solo il modo con m=0 riesce ad oscillare in quanto gli altri presentano guadagni di soglia troppo elevati Diodi Laser C3 La selezione modale è anche possibile utilizzando due cavità di lunghezza diversa poste in serie: C3: Cleaved-Coupled-Cavity Le lunghezza d’onda di emissione possibili corrispondono alle frequenze di risonanza comuni alle due cavità e, con un opportuno progetto, si può fare in modo che una sola cada all’interno della curva di guadagno del mezzo attivo, ottenendo oscillazione sul singolo modo. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser a Quantum-Well (QW) Un dispositivo a quantum well è tipicamente realizzato mediante uno strato sottile (meno di 50nm) di materiale semiconduttore a bandgap stretto posto tra due strati di semiconduttore a bandgap più largo. La densità degli stati diventa una funzione a gradini a causa del confinamento laterale in uno spazio piccolo (gli elettroni risultano intrappolati in una buca di potenziale e la loro energia è quantizzata) Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser a Quantum-Well (QW) In un laser a quantum well singola (SQW) è facile avere inversione di popolazione tra le coppie di livelli a energia più bassa in banda di conduzione e banda di valenza perché i prossimi stati disponibili si trovano ad un livello più alto separato da un intervallo di energia proibito. Ciò implica corrente di soglia più bassa e riga di guadagno più stretta Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser a Multiple-Quantum-Well In un laser a quantum well multiple (MQW), l’effetto della singola quantum well viene essere esteso ad un volume maggiore di cristallo alternando strati ultrasottili di semiconduttori a bandgap largo e stretto. Molti diodi laser commerciali a banda stretta utilizzano MQW e DFB insieme. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Diodi Laser a emissione verticale I diodi laser ad emissione superficiale verticale (VCSEL: Vertical Cavity Surface Emitting Laser) presentano la cavità risonante lungo la direzione del flusso di corrente. Gli specchi sono riflettori di Bragg distribuiti realizzati alternando strati ad alto indice di rifrazione e strati a basso indice di rifrazione. Lo strato attivo è in genere realizzato con MQW ed il fascio di uscita è a sezione circolare La lunghezza della cavità è in genere di pochi micron. Sono spesso realizzati in schiere (array) ottenendo matrici di emettitori utili, ad esempio, per le interconnessioni ottiche tra chip o per optical computing. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Amplificatori ottici a semiconduttore Un amplificatore ottico a semiconduttore ha la stessa struttura di un diodo laser ma: (a) la retroazione è assente e al posto delle strutture riflettenti vengono realizzati strati anti-riflesso alla lunghezza d’onda centrale della riga di guadagno. (b) la corrente di pompa è sotto la soglia laser e la luce proveniente dall’esterno è amplificata per emissione stimolata nella cavità Fabry-Perot (può avere un maggiore guadagno ma è meno stabile) Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Amplificatori ottici in fibra (EDFA) Un amplificatore in fibra ottica utilizza come mezzo attivo ioni di erbio inglobati in un tratto di fibra. Lavora a λ = 1550nm ed il pompaggio è di tipo ottico a λ = 980nm Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Amplificatori ottici in fibra (EDFA) L’efficienza di guadagno, definita come guadagno per unità potenza ottica di pompa, è dell’ordine di 8-10dB/mW. Per lunghezze di fibra oltre alcune decine di metri il guadagno satura. Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica Olografia L’olografia fu inventata da Gabor nel 1948 ma divenne utilizzabile solo dopo la scoperta del laser in quanto richiede sorgenti ad alta coerenza spaziale e temporale. (a) Registrazione dell’ologramma mediante interferenza della luce riflessa dall’oggetto con quella di un fascio di riferimento (b) Visualizzazione dell’ologramma (ricostruzione del fronte d’onda) Luigi Zeni DII-SUN Optoelettronica