Vacanze romane - Travel Carnet

Transcript

Vacanze romane - Travel Carnet
Vacanze romane
Roma nun è fatta de tera, ma de celo.
A pparlà de fede nun z’ha da capì,
ma ss’ha da crede.
C’è ‘n occhio che tutto vede,
‘n ‘orecchia che tutto sente.
Vacanze romane
Un weekend estivo del Bar Manager del de Russie
di Max D’Addezio
ema: le tue vacanze.
Svolgimento: quest’anno
sono andato a Roma…
Era bellissimo quando a
settembre si tornava a squola e il
primo tema che ti veniva
assegnato dalla maestra aveva
questo titolo così rassicurante
ed allettante, qualcuno che ti
dava la possibilità di raccontare
tre mesi della tua vita, a ruota
libera, anzi più scrivevi e più
alto sarebbe stato il voto, non
poi come si impara quando si
diventa grandi che o sei coinciso
o paghi di più (un esse emme
esse è composto di 160 caratteri,
al 161simo scatta il secondo
addebito…)
T
A un bel portone, ce sta un ber batocco.
1
t r a v e l c a r n e t . i t OTTOBRE t r a v e l c a r n e t . i t
Cristo ppe le case
e diavolo pple li tetti.
Le didascalie delle fotografie
di queste pagine sono vecchi
proverbi romaneschi.
Quest’anno ho voluto fare un
esperimento, dopo aver tanto
scherzato sul fatto che milioni di
persone vengono a Roma a
passare le vacanze nella città
eterna e che per noi che
viviamo a Roma è una eterna
vacanza, quest’anno ho deciso
di farmela per davvero una
tipica vacanza romana (un week
end), con la mia Signora,
prendendomi la camera in un
grande albergo con vista sul
cupolone, affittandomi un
motorino come due moderni
Audrey Hepburn e Gregory
Peck (che hanno copiato il
titolo del loro film dal mio
articolo), macchina fotografica
Sempre bene nun se po’ sta,
sempre male nemmeno.
2
t r a v e l c a r n e t . i t OTTOBRE
t r a v e l c a r n e t . i t
Vacanze romane
Particolare del campanile e della croce di ferro battuto di S. Bartolomeo all’isola
Tiberina. In alto, la fontana del Mascherone in via Giulia.
al collo e cappellino per non
scottarmi il teschio.
Qual è la colazione tipica dei
romani, il pasto energetico che
ha permesso a migliaia di
legionari romani di vincere
guerre e conquistare il mondo,
la breakfast degli uomini togati
che hanno ideato il “diritto
romano”, ancora oggi
fondamento dell’ordinamento
giuridico? Il maritozzo con la
panna e cappuccino! Dopo una
colazione così puoi
tranquillamente andare in
trionfo dal Foro al Campidoglio
come Romolo dopo aver
sconfitto gli Etruschi!
Per questo cerco di essere
puntuale alla fermata del 110
open bus che mi porterà per
circa due ore di relax seduto
con la chioma al vento, al
secondo piano scoperto del bus
alla scoperta della bellezza
capitolina. Tutti i giorni nel via
vai del traffico sempre di corsa
non guardiamo mai veramente
ciò che ci circonda, i palazzi, i
giardini pensili, le cappelle, i
pini, le fontane e soprattutto
non sentiamo l’entusiasmo dei
turisti quando arrivano al
cospetto di Sua Maestà
l’Anfiteatro Flavio.
Il giro termina, il fervore lievita
e il mezzo di trasporto cambia,
in favore di un morbido e
comodo scooter (la vespa degli
anni 2000) e cominciamo a
girare per stradine e grandi viali
(morettiane memorie) curiosi
delle curiosità, per noi a dire il
vero un po’ retoriche, come la
Bocca della Verità, dove fare la
fila non ci pesa comunque per
niente, gustando il teatrino delle
ragazze giapponesi che mettono
la mano nelle fauci del
mascherone ed emettono urletti
incalzate dal custode mai stanco
di prodigarsi nell’interpretazione
del mito stesso!
Riprendiamo il nostro cavallo di
ferro e il nostro cammino e
andiamo distrattamente alla
ricerca di piazze e di vicoli
stretti dove, complici i miei
concittadini in vacanza altrove,
si cammina con tranquillità alla
ricerca dell’ombra e di una
fontanella, per un po’ di
refrigerio, e tra l’austerità di un
palazzo nobiliare e gli strilli
provenienti da Campo de’ Fiori,
arriviamo in quella che è stata la
3
t r a v e l c a r n e t . i t OTTOBRE t r a v e l c a r n e t . i t
prima corsia preferenziale per
auto blu della storia: via Giulia!
Si perché via Giulia insieme alla
parallela via della Lungara,
dall’altra parte del Tevere,
furono ideate per il trasporto
delle merci dal porto sul fiume
di Ripa Grande ma soprattutto
la strada voluta da Giulio II fu
fatta con il preciso scopo di far
passare agevolmente e senza
intoppi le carrozze del Papa, da
una parte all’altra del fiume
all’interno della città: è inutile
lamentarsi oggi di auto blu o
corsie preferenziali, perché
esistono da quando esiste
Roma! Quindi zitti e chinate la
testa quando passa il Papa Re…
di turno, perché come diceva er
Marchese del grillo “io so io, e
voi nun sete un c…o”.
Comunque vi dicevo che a via
Giulia c’è un altro mascherone,
la Fontana del Mascherone, che
sembra la moglie di quello
incontrato precedentemente,
solo che lei elargisce fresca
acqua e non frescacce come il
suo degno compagno.
Una cosa molto preziosa è che
camminando in un vicolo
deserto di Roma si ha
l’impressione di non essere mai
soli, tra leoni che stringono tra i
denti batacchi dei portoni,
scheletri che ti chiedono
l’elemosina e benevoli
Madonne con i loro putti che ti
guardano e sembrano che ti
dicano “ma ‘ndo vai?”: la fame
fa brutti scherzi, mi sa che un
filettino di baccalà all’ombra di
Santa Barbara non me lo lascio
sfuggire, ma solo uno, perché
tra un po’ mi aspetta una
padella di amatriciana di mare
da Pierluigi a piazza de Ricci,
Statua in bronzo di Giordano Bruno posta al centro di Campo de’Fiori.
come un oasi in mezzo al
deserto dove i viandanti si
dissetano, io trovo sazietà nel
ristorante dove c’è sempre
qualcuno che si occupa di te in
maniera impeccabile.
Adesso è il momento di salire
sulla terrazza dell’Altare della
Patria dove mentre si potrà
gustare una vista a 360°, mi
piace pensare che saremo i
primi a gustarsi il profumo del
vento che arriva da ovest, che si
alza dal mare nel primo
pomeriggio e porta con sé il
profumo del mare.
C’è un posto a vicino alla
Piramide Cestia che in un caldo
pomeriggio può ridarti la forza
per sopravvivere al sole ed
arrivare fino al tramonto: il Cafè
du Parc, dove ritrovi la pace
interiore gustandoti un
cremolato fichi e mango! Si
narra che un uomo è riuscito a
cambiare il suo karma
mangiando un cremolato alle
quattro del pomeriggio di un
agosto caldo…
E la Fontana di Trevi… Quanto
4
t r a v e l c a r n e t . i t OTTOBRE t r a v e l c a r n e t . i t
Vacanze romane
Piazza della Rotonda, lo stemma di Papa Clemente XI alla base dell’obelisco. Nella pagina accanto: in alto, piazza Navona, Fontana
dei Fiumi, particolare del Gange; in basso, Fontana di Trevi, la figura centrale del dio Oceano.
è bella non finiremo mai di
dirlo, ma sono qui più che altro
per la leggenda che vuole
l’enorme sasso bianco sporgente
dalla strada a sinistra della
scultura, messo lì ad arte per
oscurare la visione della fontana
ad un negoziante che aveva la
sua bottega proprio lì di fronte e
disprezzò il lavoro
dell’architetto Salvi. Insomma,
per un intero weekend ci siamo
distaccati dalla solita routine e
abbiamo guardato Roma con
occhi distaccati, gli stessi occhi
che uso quando vado a fare il
“turista” in altre città del
mondo, che usiamo quando
siamo in vacanza e siamo molto
indulgenti con le realtà di altre
capitali. Mi sono trovato di
fronte alla città che insieme a
Parigi e Londra è le capitale più
visitata, e tutto sommato non ce
la caviamo male.
Roma è la città dove non si
mangia, ma “se magna!”, è il
paese della trattoria con i
bucatini all’amatriciana e la
pasta cacio e pepe, l’abbacchio
alla scottadito e la coda alla
vaccinara da mangiare con le
mani, e non è provincialismo, è
la nostra cultura, invidiata
all’estero per la bontà delle sue
intenzioni e ricercata da chi
viene a trovarci. Non
paragoniamo la metropoli più
antica del mondo a megalopoli
che per i due terzi sono
sobborghi poveri e pericolosi,
non pensiamo solo a quanto
sono maleducati alcuni dei
nostri concittadini, ma
guardiamo all’accoglienza che
riusciamo a dare e quello che
veramente si aspetta un
visitatore. Non parliamo inglese,
e allora? Siete mai andati a
comprare una bottiglietta di
acqua in un chiosco a Londra
sotto la metropolitana?
Non dico certo che viviamo in
una Disneyland dove tutto è
bello e meraviglioso, non dico
che Roma è la patria del “bon
ton”, non mi prendete per
matto, perché i disservizi li ho
visti e li vedo anch’io, ma
cominciamo ad apprezzare il
fatto di vivere in una realtà
meravigliosa, che va goduta per
quello che è, e non solo sofferta
per come dovrebbe essere.
Operatore turistico addetto al
bar, Max D’Addezio
5
t r a v e l c a r n e t . i t OTTOBRE t r a v e l c a r n e t . i t
6
t r a v e l c a r n e t . i t OTTOBRE t r a v e l c a r n e t . i t