Diapositiva 1 - Facoltà di Medicina e Chirurgia

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Diapositiva 1 - Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria
PATOLOGIA GENERALE
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Salvatore Meola, S.C. Anestesia e Rianimazione, Azienda Osped.-Univ. “OO.RR.” di
Foggia
[email protected]
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LA FEBBRE
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DEFINIZIONI
Processo morboso reattivo il cui fenomeno principale è
l’abnorme e persistente aumento della temperatura centrale
corporea conseguente ad una alterazione dei meccanismi di
regolazione della temperatura, associato ad atri fenomeni
morbosi.
Elevazione della temperatura corporea in risposta a pirogeni
endogeni/esogeni che determinano l’incremento del set-point
ipotalamico ovvero del centro neuronale responsabile del
mantenimento dell’omeostasi termica.
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CAUSE della FEBBRE
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4.
5.
Malattie infettive
Distruzione tessuti (infarto, tumori, ferite, ustioni, fratture)
Infiammazioni non infettive (artrite reumatoide, lupus, gotta)
Lesioni cerebrali
Aumento eccessivo produzione calore (tireotossicosi)
Denominatori comuni:
1. Liberazione dalle cellule (polimorfonucleati, macrofagi,
cellule tessuti) di mediatori chimici (pirogeni endogeni)
2. Azione di tossine batteriche (pirogeni esogeni)
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TIPI DI FEBBRE
NORMOTERMIA:
36,8°C ± 0,6°C con oscillazioni circadiane: valori minimi alle
ore 5 del mattino, valori massimi alle 6 del pomeriggio (fino a
+ 0,5°C). Pertanto, una temperatura di 37,4°C pomeridiana è
considerabile nella norma.
FEBBRE CONTINUA:
la temperatura (t.) è sempre superiore a 37°C nell’arco delle
24h e, per diversi giorni, le oscillazioni non sono superiori a
1°C (polmonite lobare).
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FEBBRE REMITTENTE:
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la t. oscilla nelle 24h anche notevolmente e comunque oltre
1°C, ma non si riporta mai sotto 37°C per diversi giorni
(ascesso epatico, tubercolosi)
FEBBRE INTERMITTENTE :
la t. oscilla molto nelle 24h e spesso scende a valori
normali (setticemie, pielonefriti acute)
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FEBBRE INTERMITTENTE BIQUOTIDIANA:
ci sono 2 accessi febbrili e 2 cadute della t. sotto i 37°C nelle 24 ore (es.: sepsi
gonococciche)
FEBBRE INTERMITTENTE TERZANA, QUARTANA, QUINTANA:
la t. sale di colpo con brivido e dura 1 giorno, poi scompare 1,2 o 3 giorni, poi risale per un
giorno, e così via.
Febbre il 1° e 3° giorno: terzana
Febbre il 1à e 4° giorno: quartana (malaria)
Febbre il 1° e 5° giorno: quintana (rickettsiosi)
FEBBRE RICORRENTE:
la t. si alza molto e in modo brusco, rimane elevata e
continua per alcuni giorni, poi cede improvvisamente,
riportandosi a livello normale per alcuni giorni. Quindi,
risale ancora bruscamente con periodi di iperpiressia
continua e apiressia (spirochetosi)
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FEBBRE ERRATICA:
è una febbre intermittente che dura 24 ore o poco più, poi
scompare per un tempo imprecisato e si ripresenta senza un
ciclo preciso (foci settici cronici)
FEBBRE ONDULANTE:
è caratterizzata da un progressivo incremento e da un
progressivo decremento che dura alcuni giorni, seguito da un
periodo di apiressia; poi, ricomincia nello stesso modo.
FEBBRICOLA:
è una febbre intermittente che non supera i 37,5°C ò 37,8°C
e si protrae per settimane, mesi e a volte anni. Spesso è
serotina (compare nel tarso pomeriggio – TBC, focolai
settici tonsillari, appendicolari, sinusitici, dentari)
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FEBBRE ALGIDA:
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ipertermia interna con ipotermia periferica. È tipica del
colera dove la t. ascellare può scendere fino a 35-33°C,
mentre la temperatura profonda può essere normale o anche
superiore alla norma (39-40°C).
La temperatura febbrile è definita
LIEVE:
se varia da 37,5 a 38°C
MODERATA:
sino a 39°C
ELEVATA:
oltre i 40°C
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FASI NELL’ANDAMENTO DELLA FEBBRE
Prima fase: periodo di incremento
Lento
Brusco
• Brivido scuotente
(contrazione muscolare)
• Vasocostrizione cutanea
• Pelle d’oca
(contr. mm. erettori del
pelo)
• Aumento tono muscolare
• Tremore o scosse cloniche
mscolari
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Seconda fase: periodo di acme o
fastigio
Durata:
• Ore
• Giorni
• settimane
Tipo di febbre
• Continua
• Remittente
• intermittente
Terza fase: decremento o defervescenza
Lisi
• Lenta
• graduale
Crisi
• Brusca
• Con sudorazione profusa,
poliuria e collasso
cardiocircolartorio
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IPERTERMIA
È un incremento multifattoriale e transitorio della
temperatura corporea, caratterizzato dal fatto che la
produzione di calore supera le possibilità di compenso dei
meccanismi di dissipazione del calore stesso.
Nelle ipertermie non si ha alcuna alterazione dei sistemi di
termoregolazione che, invece, sono alterati nella febbre
(elevazione del set-point ipotalamico).
Esistono forme di ipertermie fisiologiche (es.; ipertermia
durante il periodo di ovulazione della donna).
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Caratteristiche dell’ipertermia
1. È transitoria
2. È generalmente priva dei fenomeni morbosi tipici della
febbre
3. Spesso, non si accompagna alla liberazione di pirogeni.
Esempio di ipertermia fisiologica:
Ipertermia da esercizio fisico
Esempio di ipertermia patologica:
Colpo di calore
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Colpo di calore
È caratterizzato da un aumento
elevato di calore nell’ambiente,
con elevata umidità, in assenza di
ventilazione, in associazione ad un
esercizio muscolare intenso.
La t. corporea uò giungere fino a
40,5-4°C.
I meccanismi di termoregolazione vengono resi inefficienti dal
forte aumento del metabolismo. Sopra i 43°C si verificano:
leucocitosi, emoconcentrazione, emolisi intravascolare, coma
cerebrale; residuano lesioni permanenti.
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TERMOREGOLAZIONE
Produzione di
calore
(fegato e
muscolatura
scheletrica)
Perdita di
calore
(cute e
polmoni)
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I centri termoregolatori sono localizzati
nell’ipotalamo anteriore.
Gli stimoli che intervengono nella regolazione
della t. corporea sono di triplice natura:
1. Variazioni della t. ambientale; gli impulsi
vengono trasmessi attraverso vie nervose
afferenti ed evocano immediate reazioni di
difesa termica (termocettori superficiali
cutanei)
2. Variazioni della t. del sangue circolante
(anche di frazioni di 1°C) che evocano
risposte di perdita o produzione di calore
(termocettori profondi – ipotalamo, visceri,
ecc.)
3. Input ormonali (ormoni tiroidei, surrenalici e
ipofisari (meccanismo di regolazione
ormonale).
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Il centro termoregolatore nervoso dell’ipotalamo si comporta come un
“termostato” regolato a 37°C (set-point).
e risponde a stimoli superficiali e profondi causati da un forte aumento della t.
esterna, aumentando la perdita di calore attraverso la sudorazione e la
vasodilatazione.
Durante la febbre la regolazione della t. corporea ha òluogo normalmente,
ma ad un livello più elevato.
37,0
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MEDIATORI DELLA FEBBRE
PIROGENI
Endogeni
Esogeni
• Leucociti
Polimorfonucleati
e macrofagi
• Cellule tessuti
Sede azione
• ipotalamo
• Endotossine batteri GRAM(complessi di proteine,
fosfolipidi e polisaccaridi)
Meccanismo azione
• Liberazione pirogeni endogeni
• Azione diretta sui centri nervosi
• Liberazione di catecolamine
Segni clinici
• Vasodilatazione citanea
(stimolaz. simpatico periferico)
• Sensazione di freddo
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MECCANISMI EFFETTORI DELLA FEBBRE
PRODUZIONE DI
CALORE
Muscoli scheletrici
Fegato
Mantenimento del calore
• Vasocostrizione periferica
• Brivido
• Pelle d’oca
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MECCANISMI EFFETTORI DELLA FEBBRE
Abbassamento
temperatura corporea
Dissipazione del calore
• Rallentamento metabolismo
• Vasodilatazione
• sudorazione
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FENOMENI MORBOSI ASSOCIATI ALLA FEBBRE
1. Tachicardia (10 pulsazioni/m’ per l’aumento di 1° di temperatura)
2. Polipnea
3. Anoressia
4. Oliguria (fasi di incremento ed acme) e poliuria (fase di defervescenza)
5. Astenia (aumento del catabolismo proteico)
6. Aumento del metabolismo basale
7. Iperglicemia
8. Lipolisi e iperlipemia
9. Aumento del catabolismo proteico
10. Anoressia
11. Sintomatologia nervosa
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IPOTERMIA
È quella condizione patologica associata alla diminuzione della
temperatura corporea al di sotto di 35°C
Può essere dovuta a:
1. Abnorme perdita di calore in seguito ad esposizione prolungata al
freddo
2. Marcata riduzione della termogenesi per deficienza alimentare
prolungata
3. Diminuita produzione di energia (ipossia, ipotiroidismo, estese
paralisi muscolari, necrosi epatica diffusa)
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Effetti al di sotto di 35°C
• Rapido rallentamento dei processi metabolici
• Caduta della gittata cardiaca, della pressione sanguigna e degli atti
respiratori
• Fuoriuscita di fluidi dai vasi con emoconcentrazione e aumento
della viscosità del sangue.
Effetti al di sotto di 25°C
• Arresto della funzione dei meccanismi della termoregolazione
• Morte per arresto cardiaco.
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