La mia esperienza in terra di Missione in Africa: il Mozambico.

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La mia esperienza in terra di Missione in Africa: il Mozambico.
La mia esperienza in
terra di Missione
in Africa: il Mozambico.
Da molto tempo conosco e sono vicina ad amici che una decina di anni fa hanno dato vita alla Associazione Macibombo onlus, che orienta i suoi sforzi per sostenere l’ attività delle missioni comboniane in Mozambico e che, in particolare, da qualche anno si affianca all’opera delle suore di Cluny nella gestione di un Orfanotrofio nella provincia di Tete e da quest’anno cerca anche di promuovere delle borse di studio per permettere ad alcune ragazzine dell’orfanotrofio di proseguire gli studi andando alle superiori. In settembre ho avuto l’opportunità di andare “a vedere” …Ci tengo a dirlo: non come volontaria, ma come osservatrice. Ci vorrebbero molte pagine per raccontare tutto quello che avrei da raccontare.. Non escludo di scriverle, prima o poi e vorrei farlo perché credo che sia il momento di parlare dell’Africa in modo diverso; naturalmente le idee mi sono venute scambiando idee e impressioni con i missionari che da 30-­‐40 anni vivono e operano là e vorrebbero che le cose cambiassero per davvero, nel senso che si riesca a portare non solo –e non più solo-­‐ aiuti alimentari ed economici ma consapevolezza e dignità in modo che la popolazione non debba dipendere da nessun altro che da se stessa. Ed è la battaglia più dura. Padre Tiago-­‐ un missionario che lavora là da quasi 40 anni e adesso cura un grande centro per la catechesi a Anchino, nella provincia di Nampula-­‐ ci ha detto più volte: è ora di smetterla di dire “poveri negretti” perché loro continueranno a dire sì padrone… Vorrei cominciare con due notizie proprio solo geografiche e in senso lato politiche per inquadrare il paese. Il Mozambico ha una popolazione di circa 18 milioni di abitanti e una superficie di 801 590 km². La capitale è Maputo. Il Mozambico è un'ex-­‐colonia portoghese, indipendente dal 1975. In realtà dal 75 al 96 c’è stata una guerra civile devastante che ha distrutto quel che avevano lasciato i portoghesi-­‐anche perché l’obiettivo era proprio quello di non salvare niente di quel periodo-­‐ e anche di più. Con la mediazione della Comunità di S Egidio e dell’Italia (firmatario anche l’attuale ambasciatore italiano) è stata firmata la pace nel 1993 e dal 96 governa il partito Frelimo (Fronte di liberazione del Mozambico, di matrice socialista). Confina al nord con la Tanzania, il Malawi e lo Zambia, a est con il Canale di Mozambico (che lo divide dal Madagascar) a sud con il Sudafrica e a ovest con lo Zimbabwe e lo Swaziland. Il governo sostiene che la povertà assoluta non esiste più. Può darsi. Non ho visto nei 3.800 km che abbiamo percorso realtà disastrose, certo non siamo andati all’interno fra le capanne sperdute ma abbiamo girato fra città villaggi e missioni; certo, sono tutti alla mercé della natura selvaggia: se piove o non piove, se piove troppo e si allaga tutto o se piove poco.. Non ci sono grandi progetti per l’irrigazione o la canalizzazione delle acque; né per le strade o le fognature o per altre cose importanti. Ci sono pozzi anche di acqua buona a seconda delle zone, c’ è una grande diga che serve il territorio della provincia di Tete al nord e adesso ci sono le miniere di carbone che porteranno, forse, un po’ di ricchezza-­‐ che già si vede-­‐: ma se non cambia il modo di gestire del governo anche la scoperta delle miniere di carbone non porterà niente di buono per la popolazione, a mio avviso. Per fare un esempio: il governo dà in concessione a cinesi, indiani e australiani lo sfruttamento delle miniere, non lo fa direttamente facendo lavorare i propri cittadini; e quelli che vengono assunti dagli stranieri sono assunti da altre zone per impedire che, secondo la mentalità prevalente di clientelismo e favoritismi, vengano chiamati solo i parenti di chi comanda.. quindi NESSUN mozambicano al momento ricopre incarichi tecnici di rilievo… DONNE IN CAMMINO Potrei parlare di bambini; di malattie, di strade , di fognature –che non ci sono-­‐, di telefoni cellulari –che invece abbondano; oppure di scuole e di futuro. Ma parlerò di quello che più mi ha colpito: le donne. Sono il motore della vita quotidiana, non hanno altro impegno o tempo che dedicarsi a condurre la famiglia: che vuol dire andare ad attingere acqua, raccogliere legna, comprare il carbone e portarlo a casa sulla testa, accudire i figli ..l’organizzazione è arcaica e non sembra che si possa fare niente. Però poi ci sono le scuole, molte ragazze vanno a scuola all’università lavorano insegnano…. Stanno nelle città ma se le cose non cambiano il divario sarà sempre più grande. Sembra di essere impotenti. Mentre ero là mi domandavo e chiedevo in giro perché non si potesse organizzare quantomeno una raccolta di acqua dai pozzi in modo da approvvigionare i villaggi per un certo numero di giorni...Padre Tiago sostiene che se la gestione dei pozzi fosse data alle donne le cose cambierebbero in men che non si dica, perché agli uomini importa solo avere l’acqua calda il mattino e la sera e non importa chi la vada a prendere, come lo faccia, quanto tempo si impiega … Credo che questo dica molte cose sul tipo di mentalità e di problemi devono essere affrontati oggi in Mozambico. . PAOLA SURANO
E’ lunga la strada per le donne, in Mozambico. Si incamminano all’alba in gruppo chiacchierando, un bambino sulla spalla, un altro per mano la tanica gialla dell’acqua in bilico sulla testa; scalze camminano e camminano eleganti ed erette con le loro capulane colorate verso il pozzo più vicino, lontano chilometri dal villaggio. E camminano camminano andata e ritorno chissà quante volte al giorno per l’acqua ,la legna e il bucato: vanno, ma sempre lì stanno. Se mettessero in fila tutti i loro passi sarebbero ormai lontane, le donne in Mozambico. In Mozambico