(RECE) - DA MAURO - Zianigo di Mirano (VE) - IDR web

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(RECE) - DA MAURO - Zianigo di Mirano (VE)
Category : Venezia
Published by Sararlo on 16/7/2006
MESSAGGIO IN GOOGLE GRUPPI ED EVENTUALE DISCUSSIONE
La dritta e' di quelle ghiotte, affidabile, da sciammannati di palato comme
il faut.
Da Mauro, e da fuori pare 'na pizzeria o poco piu', entrate e l'impressione
esterna potrebbe confermarsi, anche se l'occhio ghiottonauta comincia a
scannerizzare di paste di Campofilone, Senatori Cappelli & Deputati di
Setaro.
In effetti, gia' questo e' un impegno meritevole di segnalazione per uno che
spadella & spignatta in quel di Zianigo, ameno hinterland della rinomata
Mirano, con la erre, suburbia a sua volta di una Mestre che e' frazione
della Serenissima & Immortale.
Insomma, siano in the deep hole of the Veneto Region, fishing district,
alla faccia del fashion di Montenapo & della Spiga.
Aniway.
Ora che siamo pure Campioni del Mondo, ce la possiamo anche tirare: non si
finisce mai di scoprire un' Italia che, al di la' di tutte le sue Sliding
Doors e dei suoi Rollercoaster, e' sempre caratterizzata da genialate ed
escamotage assortiti.
Sentite questa.
Allora, nel locale che pare una pizzeria si fa Pesce e, in effetti, c'e'
regolare Menu' con i suoi piatti che declinano di Antipasti, Primi et
Secundis.
Poi pero' arriva Bandana Joe, alias Mauro Pelosin (anche se pare calvo
under bandana) e ci dice che si', quello e' il Menu, se proprio insistiamo,
ma lui avrebbe tuttaltro.
Ecco che, allora (ci eravamo gia' trascritti meta' dei piatti), ci troviamo
ad improvvisare secondo Mercato ed Estro di Cucina.
Vai Sam, ci avevano detto che eri bravo; Carta Bianca ... nel senso di non
scritta, e pure improvvisata al momento.
E si principia, anzi, si carpaccia, e pure alla grande, non prima di
venire tartarizzati da un Tonno frappe' con pepperoni, pommidori et
taggiasche pure quelle.
Ottimo, fortuna che, poscia, in the camera caritatis, Mauro Bandana ci
racconta che, lui, il Tonno lo preleva dagli "scarti" delle tonnare che
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solcano, con jap equipe, il mare nostrum, e qui c'e' il gossip.
Sembra che quelli dello sushi people prediligano i tonni dalle carni piu'
grasse; se sono muscolari e palestrati li scartano; e allora viva gli
scarti, se poi la succulenza e' quella che vi giunge al bicchiere (cosi'
recita la presentazione impiattata achi').
Ulteriore gossip che noi non conoscevamo, adusi a documentari di mattanze
tonnare.
Quando il pescio viene colto, in questo caso con lunghe esche ad amo nei
fine settimana, iddu viene issato a bordo ed immantinente decapitato,
perche' ivi si trova la vena principale che fa da tangenziale a tutta la
circolazione corporea; viene decapitata pure la Coda e, quindi, il Tuna
viene irrorato per endovena con acqua marina ad alta pressione che lo
deterge in pochi minuti. Poi viene messo ad ibernare con la capa
ghigliottinata appena un poco fuori dal ghiaccio.
Boh, noi non la sapevamo; ve la raccontiamo cosi' come ci e' stata narrata.
Carpaccia tu che carpaccio anch'io, in quanto si viaggia di pentagramma:
Orata, Tonno, Seppie, Branzinus, Gallinella e, a decorare il tutto, un
pregevole Scampo del Conero.
Ottima la Gallinella, forse perche' ne eravamo al debutto razzolante,
ineccepibile il resto.
E si prosegue, Bandana Joe comincia a scrutarci; non si parla neanche piu'
della Carta normale, quella forse e' ad uso Asl, ma si viaggia di brutto,
nel senso di magnifico, con quanto il Mercato ha liberato dalle reti
all'alba. Ed ecco, allora, dei Tartufi di mare e delle Capesante in
crudite', ci dicono nate in quel di Grado, che ci fanno fare la prima
capriola carpiata di palato gaudente: dire fantastiche e' poco, non rende
loro giustizia; splendide, come la Venere del Botticelli, che pure, a
memoria, ci pare emergere dai flutti su capasanta d'ordinanza. Uno dei
molti must di questa razzolata per Nettuno & dintorni .
E vai di Canestrelli, ottimi pure quelli, e non solo per la rima baciata
(poi li proveremo anche in versione fritta, eccezziunale uguale, tanto per
dirla alla ... beh, tanto sapete a chi spetta il (CopyRight)).
Vai Bandana, ce stammo a diverti', poi ci racconterai la tua storia, perche'
sicuramente ne hai di cose da raccontarci: non sei nato ieri pur se,
calvizie a parte, l'occhio e' quello sveglio ed entusiasta di un
trenta5enne.
E' l'ora di passare al cotto, che non sa di Parma, ma di Laguna, venetiana
et gradense.
Lo Scampocotto lo e' a bassa temperatura: eccellente, condiviso
probabilmente con il Cedroni Clandestino, considerato che proviene dal
Conero; buoni i Gamberetti mignon di Pellestrina, ma la seconda capriola
carpiata e tripla alla Klaus Di Biasi la compiamo con dei Garusoli di
Grado, detti, chissa' perche', di spugna, "vengono colti vicino alla riva,
tra sassi spugnosi". Che sia vera? Credibile lo e', soprattutto al gusto...
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Minchia Banana, pare di assaporare la Zelwegger: burrosi, morbidi,
pregnanti; non li avevamo mai mangiati cosi' (la Zelwegger, invece ...)
Spesso, infatti, pure ghiotti di loro sostanza, capita di trovarli in
versione cicchetta & pro...secca nelle lande around & inside Venice. Ma
cosi', signori, mai, da tornare anche solo per quelli (la loro stagione
vera e' di 2 mesi, dicono).
Mauro Bandana ci guarda, noi guardiamo lui, ci siamo capiti.
E arrivano i "Peoci", alias Cozze di Spago, 30 metri longs.
La storia.
Alle falde del Kilimangiaro, cioe' no, attorno alle acque che fanno corona
al Conero, ci sono degli allevamenti ove 'e cozze vengono mandate a fare
sub legate ad una corda che le deposita a 30 metri. Li' non possono fare
cattivi incontri, ne' di inquinamenti bastardanti ne' di pescatori della
domenica e quindi crescono indisturbate, per dodici mesi circa; dopo
questo anno sabbatico assomigliano a delle bistecche ... ciccia pura, con
quel colore intrigante da Lamborghini Diablo e quel retrogusto solido,
lievemente, poco, dulcesalmastro che in nessuna cozzeria mai potreste
trovare (e noi era tempo che non incocciavamo di ciccia marina cosi'
sublime).
Ma non e' finita, siamo in progress? E progress sia.
Recita Artusi: dopo il Crudo e' il cocco, pardon, il Cotto; a seguire e' il
Fritto che regna sovrano.
E Fritto sia! Per Diana, per Bacco, e se c'e' anche Nettuno la compagnia e'
al gran completo, in questo caso con la coccarda di tale Breg, frutto
nobile di quel contadino illuminato che recita Josko e fa pure Gravner a
13.5°.
Dei Canesterelli abbiamo detto, ma il bello continua. Seppioline, piccole,
impregnate d'inchiostro meglio di una Montblanc Meisterstuck, miste a
zucchine a fiammifero: dicevamo che il paradiso puo' attendere, e direi
proprio di' si', anzi, che vada pure in aspettativa, noi siamo qua a
razzolare con Mauro che ci sta coccolando con occhio attento e vigile,
manco fossimo Adriana Lima.
Eppero'... eppure lo conoscono in pochi, ma questo ragazzo ne fara' di strada.
Intanto diciamo subito che gli Eracli Codigori, quando lasciano la loro
Capanna per andare sul Canal Grande a prendere il the' con Peggy
Gugghenheim, passano prima di qua per farsi quei quattro salti in padella
come si deve.
Noi intanto proseguiamo per la rotta da lui tracciata e che passa per dei
"Cacciaroli", conosciuti anche come Calamari baby; zucchinati pure questi,
ottimi, da curiosita' mollusca, anche se, a dire il vero, dopo quelle
seppioline era difficile reggere la tenzone.
"Se il Signore gradisce..." (gradisce? Raramente abbiamo goduto cosi', ai
quattro palmenti), arriva uno Sgombro che mai avremmo riconosciuto se non
ci veniva presentato per nome e cognome.
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'na bbestia, nel vero senso del termine, altro che quegli scanchenici,
peraltro ottimi laddove incontrati correttamente, assimilati sinora.
Eccellente, lievemente impanato e passato al forno.
Bravo Mauro, sei capace, umile e con due ... controcarpaci cosi'.
Allora, questo personaggio e' di terza generazione.
La nonna aveva una Osteria, in altro loco, che poi si e' trasformata in un
locale dove, pur con la stessa integerrima materia prima, a pranzo
venivano i blue collar e la sera i doppiopetti con relativi decollete' e
collier abbinati.
Era il '68 o poco piu', non era facile gestire la cosa.
Poi i genitori hanno continuato, con un altro taglio, ma piu' generalista.
Il nostro talebano Mauro, invece, ha voluto fare di testa sua.
Il locale e' aperto da poco, ma lui e' da ventanni che gira per i mercati
all'alba (e dall'occhio si capisce l'impegno quotidiano); potremmo quasi
definirlo un ... Cazzamali di lisca e squama.
Capita spesso che, ad esempio, il suo fornitore principale gli porti tonni
anche da 2 quintali che lui disossa e depila ad usum anche di altri
ristoratori della zona, ma le chicche se le va a prendere da solo, che sia
Grado come Caorle o, per delega fiduciaria, in quel di Fano e, dall'eppoi
che ci ha raccontato (confermato pure dalle gole profonde del nostro book
di ghiottonauti di lungo corso) Mauro e' uno che conosce la materia prima
come pochi.
Lui non va al mercato tra le casse gia' pronte; quando le barche appaiono
all'orizzonte e' quasi come se si buttasse a nuoto per raggiungerle prima
che gettino l'ancora all'asta quotidiana.
Un ragazzo appassionato con una cucina semplice, ma assoluta, perche' tale
e' l'attenzione per la materia prima, ove la stagionalita', tra l'altro, e'
rispettata in maniera ... talebana.
Ci congediamo con un saluto in Jap style, deferente, ad un carneade di
branchie e carpaci che diventera' senz'altro un grande, anche perche' se lo
merita.
La Cantina e' ben curata, vi sono un po' tutte le bocce che si cercano,
rassicuranti, in questi casi.
I genitori, in Sala, assicurano che al figlio venga data la tranquillita'
di gestire la sua ars culinaria, pure se e' lui che fa da navetta costante
tra foco et desco.
Qualche ingenuita', da assoluzione piena, in qualche passaggio di servizio,
... ma la mamma e' sempre la mamma e al cor non si comanda.
Un locale cenerentolo che diventera' principessa, questione di tempo, il
tempo di sirene che, con l'eco del mare e dei suoi frutti, avranno su di
voi quell' attrazione irrinunciabile del buon ritorno, come ad ogni marea
che se ne va e poi ritorna, puntuale.
DA MAURO
Via Scortegaretta, 3
30035 ZIANIGO DI MIRANO (VE)
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Tel. 041 - 57 03 003
Chiuso il Lunedi'.
Se siete astemi sui 100, e oltre, se astemi non siete.
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