la valle e la localita` « Bagni di Craveggia » e`
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la valle e la localita` « Bagni di Craveggia » e`
Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 7315 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2007 la valle e la località « Bagni di Craveggia » è addirittura idrograficamente parte della Valle Osernone (Cantone Ticino) e non ha collegamenti viari diretti verso i principali insediamenti del comune; l’Amministrazione ed a chi sale per giustificati motivi nella parte italiana della Valle Osernone, oltre a creare un antipatico precedente di forte conflittualità tra due comunità da sempre in buoni rapporti –: per raggiungere la valle e questa località, quindi – escludendo la via aerea – occorre procedere ad una lunga camminata in montagna di salita allo spartiacque e ridiscesa, oppure sconfinare in Svizzera e scendere verso Locarno, risalire la Valle Osernone fino alla località di Spruga e di qui rientrare in Italia risalendo verso i Bagni di Craveggia; quali iniziative di carattere diplomatico il MAE intenda sollecitamente adottare al fine di continuare a permettere al Comune di Craveggia l’utilizzo della strada consorziale della Valle Osernone ed in alternativa come si vorrà permettere alla stessa Amministrazione Comunale di raggiungere il proprio territorio dei Bagni di Craveggia, di fatto enclave in Svizzera. (4-04477) per agevolare questi spostamenti anni fa è stata realizzata una strada poi asfaltata in territorio svizzero che sale da Spruga al confine di Stato (non presidiato) ed amministrata da un consorzio locale che – anche per non agevolare eccessivamente il transito, ma giustamente limitarlo ai fini della conservazione ambientale – ha provveduto a sbarrare l’accesso alla strada con una sbarra consegnando copia delle chiavi per la sua apertura ai soli aventi diritto. Da anni copia di tale chiave è stata consegnata anche al Comune di Craveggia che cosı̀ può utilizzare la strada in casi di necessità; nelle scorse settimane si sarebbe concluso l’iter amministrativo affinché sia realizzata una centrale elettrica sul torrente della Valle Osernone che – prelevata l’acqua in territorio italiano – la utilizzerà a fini idroelettrici restituendola non più a valle nello stesso bacino, ma direttamente in Valle Vigezzo con una lunga galleria; ciò ha comportato vivaci proteste in Svizzera per il conseguente danno ambientale al fiume ed il 30 giugno scorso il Consorzio che gestisce la strada ha richiesto al Comune di Craveggia il ritorno della chiave a suo tempo concessa il che ne impedirebbe l’uso come sopra in premessa; tale « ritorsione » viene a coinvolgere il Comune che non ha alcuna responsabilità diretta nel progetto idroelettrico e comunque comporterebbe un grave danno per * * * AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE Interrogazione a risposta in Commissione: GRIMOLDI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: dalle agenzie di stampa si è appreso che una quantità abnorme di rifiuti (quintali o forse tonnellate) si è « arenata » sulle spiagge toscane dell’Argentario e di Orbetello; tali quantità elevate di rifiuti rendono impossibile pensare che questa immondizia sia stata prodotta dai bagnanti o meno che mai sia stata originata dal territorio locale, ove funziona un servizio efficiente di raccolta differenziata e mai fino ad oggi sono stati rilevati problemi con lo smaltimento dei rifiuti; la popolazione locale ritiene invece probabile che tali rifiuti provengano dalla Campania e precisamente da Caserta e Napoli; i cittadini livornesi, già nella giornata di domenica 15 luglio avevano notato un accumulo di rifiuti nel mare antistante Antignano, ma hanno attribuito tale episodio all’inciviltà dei passeggeri di qualche Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 7316 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2007 traghetto; successivamente, hanno ricollegato anche tale episodio all’accumulo dei rifiuti di questi giorni temendo lo sversamento illecito dei rifiuti della Campania nel mare aperto, attraverso navi; alberi, con notevoli danni in tutta l’area a ovest di Conegliano (i comuni più colpiti sono stati Cordignano, Orsago, San Fior e Godeva) e gravi ripercussioni sulla viabilità, anche ferroviaria; si rileva un’inquietudine generale tra i cittadini toscani a tutela delle proprie coste, qualificate con bandiere blu, che rappresentano uno degli orgogli del Paese e una voce fondamentale dell’economia toscana e italiana; nel vicentino fortissime raffiche di vento hanno divelto i tetti di capannoni artigiani e industriali e di abitazioni nelle zone di Corredo, Arzignano, Valdagno, Spagnago, Altissimo, Crespadoro, Monte di Malo, mentre la violenta grandinata ha compromesso irrimediabilmente i raccolti delle campagne; il popolo toscano è stato da sempre molto attento alla salvaguardia dell’ambiente e teme con grande apprensione la possibilità di compromissione dell’ecosistema marino da tonnellate di rifiuti provenienti da altre regioni, anche in considerazione delle centinaia di anni occorrenti per la dissipazione naturale delle buste di plastica e degli altri rifiuti inquinanti; si teme in particolare l’inquinamento da diossina che rischia di minare la catena alimentare e, quindi, anche la salute dell’uomo –: se il Ministro intenda indagare sul fenomeno di straordinario accumulo di rifiuti verificato nelle coste toscane, al fine di individuare al più presto i responsabili e calmare le preoccupazioni dei cittadini. (5-01338) Interrogazioni a risposta scritta: D’AGRÒ. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: nei giorni 9 e 10 luglio scorsi una forte ondata di maltempo ha colpito le province di Belluno, Treviso, Vicenza, Verona e Padova; nel veronese fortunali e nubifragi hanno investito soprattutto i comuni di Bardolino, Lazise, Torri, Vestenanova; nel padovano intense grandinate hanno colpito le zone di Vigodarzese, Piazzola, Curtarolo, San Giorgio delle Pertiche, Camposampiero e Massanzago; in alcune aree della regione ci sono stati black-out, interi quartieri sono rimasti senza luce e in qualche caso anche senza linea telefonica; vigili del fuoco, operai municipali, polizia locale e carabinieri sono stati impegnati a rimuovere alberi, ripulire le strade, rimettere in sicurezza tabelloni pubblicitari; secondo le prime stime l’ammontare dei danni pare aggirarsi intorno a svariati milioni di euro tra colture distrutte, tetti scoperchiati, alberi sradicati e auto ammaccate; particolarmente danneggiata dal maltempo è stata l’agricoltura, con la compromissione di oltre il 50 per cento del valore della produzione vendibile dei vigneti del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene –: nel bellunese un tornado sull’Alpago ha scoperchiato case e distrutto i raccolti tra Farra, Villanova e Santa Giustina Bellunese; quali urgenti provvedimenti si intenda assumere per individuare le aree colpite dal maltempo e l’esatta entità dei danni a produzioni agricole e ad immobili pubblici e privati; nella Marca trevigiana una tromba d’aria ha distrutto capannoni e sradicato se non ritenga opportuno dichiarare lo stato di calamità naturale per tali zone, Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 7317 AI RESOCONTI in modo che le imprese agricole possano beneficiare delle agevolazioni previste; quali iniziative si intenda adottare affinché si proceda al più presto alla ricostruzione delle infrastrutture danneggiate, alcune delle quali possono causare grave rischio per l’incolumità pubblica. (4-04458) BOSI, DI VIRGILIO, TASSONE, TORTOLI, CARLUCCI e PESCANTE. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: la conferenza dei sindaci dell’Isola d’Elba, la Comunità del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, organismo che riunisce i rappresentanti di tutti i comuni, hanno unanimemente espresso forti riserve e viva preoccupazione per l’iniziativa assunta dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare di istituire lungo tutte le coste di questa isola un’area marina protetta (AMP) che fissa pesanti vincoli alla fruibilità del mare anche per attività di pesca sportiva ed amatoriale, tanto per i turisti quanto per i residenti ed i proprietari di abitazioni; tali vincoli che vanno ad aggiungersi agli altri a terra, come il divieto di caccia connesso al parco nazionale, arrecano a questa isola, ai suoi abitanti ed ai turisti forti disagi e limitazioni che vanno ad aggiungersi agli svantaggi e agli oneri connessi alla condizione d’insularità; in particolare tali nuove limitazioni a mare appaiono insostenibili per l’Isola d’Elba, grande isola fortemente antropizzata che vede, oltre ai 30.000 residenti, ben 1.500.000 presenze annuali e un perimetro costiero di 147 Km. L’Isola d’Elba ha due porti commerciali, industrie, villaggi turistici ed attività agricole importanti; benché si ritenga opportuno e necessario avviare un progetto per la tutela ambientale del mare, va altresı̀ ribadita la necessità di prevedere preventivamente al- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2007 cune fondamentali modifiche della legge che regola la istituzione delle aree marine protette (AMP) – n. 979 del 31 dicembre 1982, che risulta essere oggi superata e non applicabile alla realtà elbana. Infatti secondo tale norma la ipotizzata Area marina protetta (AMP) elbana ricadrebbe sotto la giurisdizione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano la cui insufficiente gestione del territorio elbano, anche per carenza di finanziamenti, ultimamente ha provocato un danno ambientale di difficile risanamento: a quanto consta agli interroganti si è ridotta drasticamente la biodiversità e vi è stato un forte aumento del numero di cinghiali e mufloni che ha causato gravi danni anche all’agricoltura e messo in pericolo la stessa incolumità degli abitanti e dei turisti sull’isola d’Elba. Da ciò risulta che il controllo e la protezione di queste zone è da considerare quasi inesistente; il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e il Parco Nazionale intenderebbero imporre autoritariamente tali vincoli senza una effettiva concertazione con i sindaci e senza garantire propri investimenti come, ad esempio, barriere a mare per impedire il pernicioso fenomeno della pesca a strascico, o il finanziamento di un efficiente sistema di depurazione delle acque reflue –: se esperienze di tale portata non debbano rispondere a precisi criteri e normative definite in via legislativa nel rispetto delle competenze e prerogative dei governi locali ed in particolare dei Comuni in quanto titolari, per delega, di precise funzioni sul demanio marittimo; se la fissazione di cosı̀ pesanti regimi vincolistici ai quali corrispondono danni economici anche per più settori turistici e commerciali, nonché una serie di privazioni agli abitanti (pesca, diporto), non debba essere accompagnata da investimenti e incentivazioni agli enti locali interessati; se non sia quindi il caso di avviare una urgente revisione della normativa che regola, la istituzione delle aree marine pro- Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 7318 AI RESOCONTI tette (legge n. 979 del 31 dicembre 1982), visto che questa esperienza ha avuto esiti sfavorevoli sulle zone in cui è stata applicata utilizzando come base di partenza il modello di protezione attuato ad esempio in Corsica, visto che allo stato attuale la suddetta normativa oltre a mettere in difficoltà le zone organizzate turisticamente, causando diminuzione del flusso turistico e della nautica da diporto, non riuscirebbe comunque ad avviare un progetto serio finalizzato alla tutela biologica e alla protezione del mare. (4-04476) * * * BENI E ATTIVITÀ CULTURALI Interrogazioni a risposta in Commissione: FRASSINETTI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che: da tempo a Milano, nel quartiere di Baggio, la cittadinanza e le associazioni della zona sono mobilitate affinché venga restaurato il famoso campanile romanico del IX secolo della chiesa di Sant’Apollinare che è usurato per la presenza di parecchie crepe; il predetto campanile è una delle pochissime testimonianze delle origini del romanico in Lombardia, giunta integra fino ai nostri giorni; Baggio è un vero e proprio borgo legato al suo passato indipendente (fa parte del comune di Milano solo dal 1923) e la storia del suo campanile e del suo organo hanno una valenza oltre che storica anche turistica tanto che questo sito potrebbe entrare a far parte di un percorso turistico-monumentale dell’intero quartiere insieme al Parco delle Cave, al Monastero degli Olivetani ed alle ville di inizio novecento; i dirigenti del Museo Archeologico hanno già recentemente effettuato un sopralluogo asserendo che il materiale che Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2007 trattiene i mattoni della torre si sta sbriciolando e che è necessario un immediato intervento di restauro; i maggiori quotidiani come il Corriere della Sera, nelle pagine di cronaca locale, si sono interessati al caso (vedi articolo del 15 aprile 2007) –: se questo Ministero sia a conoscenza delle condizioni precarie in cui si trova questa opera d’arte; se comunque intenda intervenire per contribuire al recupero del campanile e in caso di risposta affermativa in che termini e secondo quale tempistica. (5-01318) FIANO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che: la legge 17 aprile 2003, n. 91, a seguito delle modifiche apportate dalla legge finanziaria per il 2007, prevede l’istituzione, a Ferrara, del Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah; la legge istitutiva del Museo dispone – quale contributo per le spese di funzionamento – un finanziamento a carico dello Stato di un milione di euro annui; ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della citata legge, il Museo, per le attività di ricerca e documentazione scientifica, si avvarrà della collaborazione della fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, che è l’istituto con maggiori competenze storiche in materia ed è dotato, tra l’altro, di fondamentali e ricchissime risorse documentali, quali la biblioteca, la videoteca e l’archivio; il 2 febbraio 2006, il Governo ha accolto come raccomandazione l’ordine del giorno 9/06293/011, a firma dell’on. Di Teodoro, che impegnava il Governo « ad erogare direttamente al CDEC, l’istituto storico nazionale della Shoah in Italia la cui intensa e qualificata attività di ricerca e documentazione scientifica – di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 17