Circolo Culturale La Torre - Chiavenna
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Porno Horror Show http://www.papalepapale.com Pubblicato il 29 luglio 2016 in Apertis verbis Porno Horror Show La glebalizzazione d’Europa : questo articolo è il primo di una serie sul tema della distruzione della civiltà europea che procede a tappe forzate verso il suo epilogo. Il processo di genocidio culturale europeo, del resto ampiamento preconizzato da alcuni profeti laici e religiosi, è stato freddamente pianificato con rigore scientifico attraverso un percorso in più tappe ciascuna delle quali contribuisce a demolire la civiltà occidentale. La prima parte di questa ricerca riguarda il piano percettivo e giuridico. A questo primo livello agisce il Porno Horror relativista che, promuovendo leggi libertarie, ha distrutto l’anima della civiltà occidentale al fine di creare un “uomo nuovo” spiritualmente debole, inetto, inerme proteso solo al soddisfacimento della tirannia delle voglie e quindi agevolmente colonizzabile da parte di altre culture come quella islamica. Il suicidio assistito dell’Europa avviene dunque, a questo primo livello, tramite la legislazione sui Diritti I ndividuali Selettivi per Privilegiati Economici (D.I.S.P.E.). CLASSISMO GIURIDICO C’è una dinamica comune che presiede all’ attività legislativa oggi in Europa che consiste nel promuovere leggi sui diritti civili a fronte della rapida erosione delle leggi sulla tutela sociale. Questa operazione è volta a garantire una serie di diritti riservati a un ristretto numero di privilegiati mentre risultano totalmente inattingibili da parte dei più. Si tratta di una legislazione che verte su temi che la maggior parte della gente, anche non credente, percepisce nella migliore delle ipotesi come irrilevante e nella peggiore e più opportunamente come classista. E’ chiaro infatti che ad esempio il “diritto” all’affitto dell’utero, al suicidio assistito, alla poligamia coinvolge una sparutissima minoranza della popolazione due volte minoritaria: in quanto numericamente esigua e in quanto economicamente privilegiata dal momento che commissionare un figlio, ricorrere al suicidio assistito e mantenere più di una moglie, o marito nel caso della poliandria, presenta costi inaccessibili ai più. A fronte di queste leggi riservate ed elitarie assistiamo in contemporanea allo smantellamento delle leggi che garantiscono tutele sociali collettive come quelle sulla precarizzazione del lavoro, quelle sull’indebolimento degli ammortizzatori sociali e quelle sulla progressiva dilazione dell’età pensionabile. Siamo quindi di fronte a una legislazione classista e discriminatoria che di soppiatto sostituisce le leggi di salvaguardia sociale con quelle sui diritti civili individuali e che quindi privilegia i pochi mentre danneggia i molti. FAMIGLIA = STATO SOCIALE Solo a uno sguardo impreparato a leggere la realtà può apparire casuale il fatto che gli attacchi alla famiglia naturale siano slegati dallo smantellamento dello stato sociale. Invece fra queste due realtà, famiglia naturale e stato sociale, esiste un legame profondo: la famiglia infatti è una cellula fondata sulla cooperazione attiva fra tutti i suoi componenti esattamente come lo è il corpo sociale fondato sulle salvaguardie previste per il lavoro, l’assistenza sanitaria, l’istruzione gratuita, etc. In altre parole è la famiglia naturale a proiettare sul corpo sociale le caratteristiche di cooperazione che gli sono proprie conformandolo a un modello che potremmo definire mega – familiare: per questo la famiglia naturale è alla radice dello stato sociale, così come quest’ultimo è proiezione, icona e immagine della famiglia. Sia la famiglia naturale fondata sul matrimonio che le unioni civili omosessuali proiettano il loro modello sul corpo sociale informando in tal senso anche l’apparato legislativo; ma mentre il corpo sociale conformato sul modello familiare caratterizzato dalla fedeltà indica l’estensione delle tutele sociali in una prospettiva cooperativa, il corpo sociale conformato sul modello delle nuove leggi libertarie, come osserviamo in seguito, indica l’assegnazione di diritti individuali a una minoranza economicamente privilegiata. LE UNIONI CIVILI DISCRIMINANO I GAY La legge Cirinnà sulle unioni civili omosessuali stabilisce che non vige l’obbligo di fedeltà fra conviventi. Occorre precisare che per l’ordinamenti giuridico italiano il concetto di “fedeltà” non riguarda solo l’impegno ad evitare relazioni adulterine, ma esprime il più ampio concetto di lealtà, assistenza reciproca, cooperazione. Ora la legge Cirinnà non contemplando l’obbligo di fedeltà per le coppie gay presuppone in modo arbitrario che il diritto all’infedeltà e quindi alla slealtà e all’egoismo sia una prerogativa degli omosessuali o meglio qualcosa che meglio corrisponde al loro carattere. Tale opinione è rafforzata dal fatto che l’obbligo di fedeltà e quindi di lealtà permane circa le coppie etero unite civilmente. Sembrerebbe dunque che la legge discrimini le coppie di conviventi etero, ma a un esame più attento risulta essere vero esattamente il contrario: a essere discriminate sono le coppie omosessuali. La legge infatti discrimina gli omosessuali perché li ritiene, al contrario delle coppie etero, incapaci di quella fedeltà ampiamente intesa che riconosce invece alle coppie formate da un uomo e una donna. In sostanza la legge immagina arbitrariamente un modello di omosessuale infedele e sleale del tutto irrealistico e lo indica come paradigma non solo per le coppie gay, molte delle quali invece sono perfettamente consapevoli che la fedeltà e lealtà reciproca sono valori da osservare, ma anche alle coppie eterosessuali: il ministro sembra essersi accorta di questa contraddizione interna alla legge tanto che recentemente ha affermato che la fedeltà coniugale è un retaggio maschilista del passato (vedi qui) paventando così l’opportunità di una sua abolizione totale. Consentire la facoltà dell’infedeltà e della slealtà ai conviventi omosessuali pare indicare dunque un movente sottilmente omofobico soggiacente alla legge. Infatti si ipotizza a torto che l’attività sessuale per gli omosessuali sia così prioritaria da doverla sganciare da qualsiasi obbligo vincolante ritenendo razzisticamente che i gay affidino il primato, in un’ideale scala di valori, alla pratica sessuale in quanto incapaci di voler esprimere la loro personalità in altri ambiti della vita quali attività sociali, professionali, associative, sportive, culturali, etc. La legge infine sembra presentare una latenza discriminatoria ulteriore: pare infatti considerare marginale la possibilità che i gay possano orientarsi verso un percorso di sviluppo personale il cui fine siano la stabilità emotiva e affettiva vissuti come valori positivi. Ecco quindi che un modello fondato sull’infedeltà ripugnante alla stragrande maggioranza di etero e omo e quindi inosservabile nella realtà visibile e invisibile cioè percepibile e pensabile, è indicato in sostituzione di uno fondato sulla percezione della fedeltà e della lealtà che i più, sia tra gli etero che tra gli omo, avvertono come valore positivo. In particolare è indicato un nuovo modello di famiglia all’interno della quale incubare un uomo nuovo. REALTA’ NATURALE E INNATURALE L’aspetto interessante è che le nuove norme sui diritti civili cui fa riscontro il graduale impoverimento delle tutele sociali hanno dei legami che sembrano porsi in un rapporto ambiguo con la realtà: anziché promuovere ciò che è direttamente osservabile e rinforzare così la natura della realtà, sembrano al contrario dirette allo spaccio di ologrammi inesistenti e quindi a favorire un alterazione della natura della realtà. In altre parole è in corso una sorta di contraffazione del reale, cioè delle priorità percepite come tali dalla gente comune, a vantaggio dell’evanescenza e inconsistenza di provvedimenti che tentano di sostituire le voglie di pochi al reale bisogno di molti. E’ quindi in atto la sostituzione di soppiatto delle reali, e quindi naturali, necessità prioritarie di cui si occupa lo stato sociale con l’irrealtà di esigenze marginali di cui si occupano i diritti civili individuali nel tentativo di stabilire un nuovo apparato giuridico che se per ora resta comicamente grottesco e deforme in quanto irrealisticamente proteso a soddisfare esigenze inesistenti domani, poiché le leggi dello stato plasmano la percezione della realtà, potrebbe tragicamente rendere accettabile la concezione di un uomo nuovo come una conquista da tutelare ad ogni costo. L’UOMO NUOVO Il porno horror legislativo dunque riguarda Diritti Individuali Selettivi per Privilegiati Economici – che stante la mania di conferire acronimi per camuffare l’oscenità al fine di renderla accettabile qui chiameremo D.I.S.P.E. – quali la poligamia, la poliandria, la legalizzazione dell’incesto e della necrofilia, l’ermafroditismo, etc. Del resto è facile osservare come la maggior parte delle legiferazioni europee che vertono sulla promozione dei D.I.S.P.E. a detrimento delle tutele sociali collettive mirano indirettamente a formare un nuovo modello di famiglia incunabolo dell’uomo nuovo. Il che dal punto di vista della strategia finalizzata alla ri-creazione dell’uomo è perfettamente logico dal momento che la famiglia trasmette i suoi caratteri morali a chi al suo interno cresce. Alcune prefigurazioni dell’uomo nuovo in gestazione quali prototipi dei modelli familiari alternativi sono già osservabili: in Inghilterra sono già in corso somministrazioni di farmaci agli adolescenti tramite iniezione nei tessuti molli della pancia in grado di inibire le funzioni tiroidee deputate allo sviluppo puberale. In pratica lo sviluppo dei caratteri sessuali è congelato e l’adolescente è artificialmente ridotto a un ermafrodita in attesa che al compimento della maggiore età possa decidere circa la propria appartenenza sessuale. Se decide di aderire ai caratteri sessuali naturali cessa la somministrazione del farmaco, se decide di cambiare sesso sono somministrati composti ormonali per sviluppare i caratteri sessuali opposti a quelli naturali. La sperimentazione è già in atto in Inghilterra dove alcuni bambini sono già subito inibizione puberale; in Italia l’ospedale fiorentino di Careggi ha ordinato quantitativi del farmaco in vista di somministrazioni prossime venture. (vedi qui) In Svezia la sezione giovanile del partito liberale svedese, il LUF, ha avanzato l’ipotesi di due nuove liberalizzazioni: legalizzare l’incesto qualora avvenga tra fratello e sorella di età superiore ai 15 anni e la necrofilia (vedi qui). Siccome però, in omaggio alla teoria della “cottura lenta” o “finestra di Overton” per cui le aberrazioni devono essere somministrate gradualmente per non destare troppo scandalo, ecco che l’incesto è vietato in quanto immorale fra genitori e figli e nonni e nipoti. Riguardo alla necrofilia il LUF non fa altro che trarre le logiche conseguenze che derivano dalla liberalizzazione dell’assecondamento delle voglie pulsionali di qualsiasi natura esse siano: del resto se è permesso il sesso con un corpo vivo perché negarne la possibilità con uno morto ? Infine sempre di un ammasso di tessuti, muscoli e ossa si tratta, pulsante di vita o pietrificato dalla morte poco importa. Ovviamente stessa connotazione vale per la poligamia e la poliandria: tutti modelli alternativi alla famiglia che risultano ripugnanti alla stragrande maggioranza della popolazione di qualsiasi latitudine e orientamento sessuale (con qualche eccezione per la poligamia), ma che hanno la funzione di aprire la strada a un modello umano oggi aberrante, domani tollerato. Sottolineiamo infine come sia in atto una sorta di salto di qualità circa la liceità sessuale: stiamo infatti transitando da una fase transgender cioè che riguarda esseri viventi dello stesso genere sia pure con diversi caratteri sessuali, a una fase transpecies che riguarda essere viventi di specie differenti. In Canada L’Alta Corte ha stabilito, in seguito a una sentenza su un caso di zoofilia sessuale, la liceità e quindi la liberalizzazione delle pratiche sessuali fra uomini e animali considerando quindi giuridicamente consentite alcune forme di bestialità. Infatti secondo i togati canadesi si può parlare di “bestialità” punibile per legge solo in caso di penetrazione pare di capire verso l’animale mentre resta indeterminato cosa accade dal punto di vista normativo se a essere sodomizzato è l’essere umano ( vedi qui ). Si tratta evidentemente di modelli che non hanno alcun riscontro né nella realtà naturale empiricamente osservabile, né nella realtà della percezione psicologica collettiva: abbiamo a che fare con rappresentazioni chimeriche che popolano solo gli incubi delle menti disturbate che le hanno concepite e che dunque – e qui traiamo motivi di speranza – sono così avulse da ogni ordinato esame di realtà da non avere alcun seguito popolare. LA CATASTROSCOPIA La ri – creazione dell’uomo tramite D.I.S.P.E. e leggi libertarie circa le pratiche sessuali se ora è irreale in quanto priva di concepibilità dal punto di vista della cognizione psicologica da parte della maggioranza che non può immaginare un potere statale che promuove l’ermafroditismo, la poligamia, la poliandria, la necrofila, l’incesto, etc. se non in termini di assoluta ripugnanza, domani potrebbe invece diventare concepibile in termini di riconoscimento e quindi di realtà naturale. I D.I.S.P.E. e il porno horror legislativo devono perciò essere combattuti fintantoché sono cogniti come irreali perché, come abbiamo sopra accennato, sono utilizzati come arma impropria al fine di erodere di soppiatto le tutele sociali collettive conformi al modello familiare naturale. Il tempo del resto tende a rendere concepibile cioè che al momento attuale non lo è: ciò che oggi è irreale in quanto inconcepibile da una mente configurata da una visione dell’uomo tradizionale, domani potrebbe diventare concepibile rivestendo così l’irrealtà di realtà perfettamente naturale. Infatti un aberrazione è tale finché ripugna alla percezione collettiva, mentre cessa di esserlo quando la ripugnanza si trasforma in analisi e l’analisi in riconoscimento. Il riconoscimento dell’aberrazione implica la sua normalizzazione giuridica. E’ quello che sta accadendo oggi con la legiferazione a favore della liberalizzazione delle voglie. Quest’ultima è una catastrofe nel senso etimologico del termine: in questa accezione “catastrofe” significa rivolgimento o meglio capovolgimento repentino delle qualità fisiche e morali generalmente in peggio. Il catastrofismo quindi, analogamente a tutti gli ismi, è un’ideologia progettuale finalizzata alla creazione di una nuova visione del mondo e dell’uomo totalmente capovolta rispetto a quella esistente. Il catastrofismo dunque, così come altri “ismi” quali il marxismo, il liberismo o il decadentismo gode dei suoi sostenitori, promotori, divulgatori e influencer . I catastrofisti, a lungo vilipesi in quanto refrattari al superficiale ottimismo post conciliare, sono invece i colpevolmente inascoltati “profeti di sventura” i quali hanno invano denunciato con preoccupazione il progressivo inverarsi del catastrofismo da ideologia a realtà conclamata. Sono coloro che hanno colto i primi sintomi della patologia segnalandone la pericolosità; si tratta di figure di diverso ambito culturale accumunate dal fatto di essere stati degli illustri incompresi dai loro contemporanei. Nell’attuale fase storica il catastrofismo si sta per trasformare in catastrofania avviandosi così a diventare conclamata evidenza osservabile quotidianamente. Questo significa che il capovolgimento dei valori morali indicato dall’etimo del termine “catastrofe” sta per compiersi: l’uomo nuovo vagheggiato da Orwell e Huxley è ormai in gestazione e sta per assurgere alla realtà sebbene ancora percepita come realtà innaturale e quindi contraffatta dalla maggioranza. La percezione dell’innaturalità della realtà dell’uomo nuovo in via di formazione è motivo di speranza. Le analisi condotte sulla catastrofania odierna hanno prodotto la nascita di una nuova scienza: la catastroscopia ossia l’indagine sugli esordi, lo sviluppo e gli esiti del fenomeno che qui abbiamo definito come “catastrofismo” al fine di formulare una diagnosi. Non si tratta di una prerogativa esclusivamente cristiana perché tale indagine è condotta non solo da parte di osservatori credenti, ma anche da filosofi e pensatori di orientamento marxista, agnostico o ateo tutti parimenti angosciati dal progredire della malattia sociale e antropologica in atto. Da più prospettive quindi l’indagine diagnostica ha evidenziato la natura della patologia in corso: essa tende a distruggere, anzi più precisamente a capovolgere, cioè sottoporre a catastrofe, la famiglia naturale per trasformarla nel suo contrario e renderla così atta a partorire ed allevare l’uomo nuovo. Ciò avvenuto inevitabilmente si capovolge anche il suo correlato oggettivo rappresentato dallo stato sociale a beneficio di molti nel suo contrario costituito dai diritti individuali a beneficio di pochi. La famiglia naturale per certi versi finisce per assomigliare al katékon evangelico: una volta rimossa permette il dilagare di ciò che tuttora è concepito come innaturale, ma che minaccia di costituirsi come nuova natura della realtà in un immediato futuro. FAMIGLIA vs NICHILISMO Concludendo possiamo dire che questo vasto fronte pro family che coinvolge credenti e non credenti, cattolici e marxisti, tradizionalisti e anticlericali è animato e coeso dalla certezza che la famiglia è il luogo tuttora naturale e reale da cui è ancora prospetticamente possibile concepire come inaudito e inaccettabile il Porno Horror strategico teso a promuovere l’innaturalità dell’ uomo nuovo fino al punto da renderlo desiderabile anziché accettabile. La pensabilità dei modelli alternativi da parte della gente comune in termini di riconoscimento immediatamente conferirebbe loro una patente di realtà naturale che ora non hanno: dalle acque biblicamente brulicanti dei popoli rischiano così di emergere nel momento stesso in cui sono evocati dal riconoscimento collettivo. Quando l’impensato e l’inaudito diventa pensabile e udibile in termini di accoglienza anziché rifiuto esso viene suscitato alla realtà, richiamato dall’oblio in cui giaceva inerte. I D.I.S.P.E e il porno horror normativo hanno una funzione devitalizzante dello stato sociale cooperativo e solidale perché si sostituiscono a esso e lo sospingono verso posizioni sempre più secondarie. La famiglia è il luogo in cui non solo viene salvaguardata la realtà naturale delle necessità prioritarie al cui soddisfacimento provvede lo stato sociale, ma è anche dislocazione di prospettiva in cui la capacità di concepire come innaturale poligamia, poliandria, incesto, necrofilia, ermafroditismo farmacologico, etc. è ancora possibile respingendo tutto questo nell’irrealtà dell’inconcepibile, cioè del mai nato e mai venuto alla vita. Negazione del riconoscimento non significa nullificare o annullare gli effetti giuridici che scaturiscono da una realtà la quale, ormai conclamata, si impone all’attenzione in virtù della sua stessa esistenza. Nel caso delle leggi libertarie in materia sessuale tuttavia più che tutelare un costume esistente pare si voglia promuovere un modello inesistente o un fantasma al fine di materializzarlo: il riconoscimento giuridico della liceità di determinate pratiche sessuali che per ora nessuno pratica sembra cioè avere lo scopo di conferire a livello di percezione collettiva la capacità di concepire come naturale l’innaturale. Appare dunque palese il tentativo non solo di rendere pensabile la realtà dell’uomo nuovo come naturale, ma di promuoverne il modello come nuova frontiera cui tendere o farne un paradigma di riferimento artificiosamente indotto. Serve un’entità politica che rinunci finalmente a quella teoria continua di adeguamenti strategici in vista del male minore che lentamente, ma inesorabilmente hanno conferito dosi sempre più robuste di vitalità a ciò che doveva restare inerte. E che non apra più radure di neutralità occupabili da chiunque con qualsiasi cosa.