Monsignor giuseppe giuliano è vescovo
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Monsignor giuseppe giuliano è vescovo
ANNO IX NUMERO 88 LUCERA GENNAIO 2017 Mons. Depalma consacra Giuseppe Giuliano vescovo Mons. Giuliano siede alla sede - foto: P. Aquilino Monsignor Giuseppe Giuliano è vescovo L’omelia dell’arcivescovo Beniamino Depalma che ha presieduto la messa dell’ordinazione M onsignor Giuseppe Giuliano, vescovo eletto della diocesi di Lucera-Troia, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 27 dicembre scorso nella Basilica cattedrale di Nola. A presiedere la solenne liturgia è stato l’arcivescovo Beniamino Depalma, che ha concelebrato con monsignor Vincenzo Pelvi, arcivescovo metropolita di Foggia-Bovino, e monsignor Pero Sudar, vescovo titolare di Seljia e ausiliare di Vrhbosna (Sarajevo), alla presenza degli altri vescovi della Campania e del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe. Erano presenti anche monsignor Domenico Cornacchia e monsignor Francesco Zerrillo, predecessori di monsignor Giuliano, oltre al clero e ad alcuni sindaci dei comuni della diocesi che è stato chiamato a guidare. L’ingresso ufficiale di monsignor Giuliano è fissato a febbraio: sabato 4 a Lucera e domenica 12 nella concattedrale di Troia. Il neo vescovo ha ringraziato, tra gli altri, il Santo Padre per averlo scelto come vescovo di Lucera-Troia, l’arcivescovo Depalma, successore dei santi Felice e Paolino, le chiese di Nola e Lucera, e ha dedicato un pensiero grato e commosso alla sua famiglia, rivelando come l’anello episcopale scelto sia il frutto della fusione delle fedi nuziali dei propri genitori. Di seguito il testo integrale dell’omelia che monsignor Depalma ha tenuto durante la celebrazione eucaristica del 27 dicembre. Mons. Cornacchia impone le mani su mons. Giuliano PAG 2 Camminare per essere la carezza di Dio oggi C arissimo don Peppino, ancora una volta questa sera scegli di “abbassare la testa” sotto la Parola di Dio. Ancora una volta - come negli inizi giovanili della tua vocazione – decidi oggi, ripetendo l’“eccomi”, di obbedire nuovamente ad una chiamata che scompagina i fogli dei tuoi progetti. Come accadde allo Sposo di Maria: Dio entra nei tuoi sogni, trasformando la tua vicenda umana in storia di salvezza. Ai nostri desideri, già umanamente per il bene, lo Spirito di Dio suggerisce una missione – la Sua – forse diversa da quella che immaginavamo, ma sicuramente il meglio di quello che potevamo aspettarci. Da giovane ti sognavi medico, ed il Signore ti ha esaudito affidandoti il Vangelo, più che il giuramento di Ippocrate; mettendoti tra le mani il suo olio come medicina per fasciare e guarire le ferite di un’umanità sofferente che attende la prossimità del buon Samaritano. Hai curato il Popolo di Dio nei molteplici servizi ecclesiali che ti sono stati affidati nella nostra diocesi e nell’Azione Cattolica e mentre medicavi di crisma le persone che ti sono state affidate nella tua parrocchia, l’angelo di Dio, proprio come a San Giuseppe, ti ha chiesto di prendere con te la Chiesa di Lucera-Troia come tua sposa. Vogliamo dirti questa sera anche noi: “Non temere!”. Grande è la missione che ti viene affidata. Diventi partecipe dello Spirito del Risorto, ti comunichiamo lo stesso Spirito degli Apostoli condividendo la loro stessa vocazione e missione. Come Isaia e Geremia, avvertirai certamente in questo momento la stessa sproporzione tra la tua persona e il dono che ti viene fatto: “perché proprio io?”, “cosa posso fare?”, “cosa devo dire?”. Sono le inquietudini dei profeti di fronte alla chiamata di Dio. Penso siano anche le trepidazioni che umanamente si agita- PAG 3 Riaperta la Chiesa di san Basilio a Troia no nel tuo cuore. Questa sera ti ha incoraggiato l’Apostolo Giovanni nella Prima Lettura. Come vescovi non siamo chiamati a trasmettere una ideologia, non ci è chiesto un compito da manager, ma nella comunità ed insieme a quel presbiterio nel quale entriamo a far parte con l’ordinazione, annunciamo a tutti: “quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi” (cfr. Gv 1, 1-4). Sì, caro don Peppino, è la testimonianza di Giovanni, apostolo ed evangelista, ad incoraggiarti e a donarti il senso autentico del dono e della missione che oggi ricevi. Il Vescovo, un uomo che, come Giovanni, ha seguito la direzione indicata dal dito del Battista. Un discepolo che, lasciandosi accompagnare dalla Chiesa, ha imparato a seguire il Maestro, lo ha interrogato con domande di senso, ha compreso l’autenticità della ricerca dello stare con Lui e può testimoniare che all’appuntamento delle “quattro di pomeriggio”, ha abitato un tempo di grazia e di vera familiarità con il Signore. Ama la Chiesa con la quale oggi ti unisci attraverso l’anello della fedeltà. Lasciati indicare dalla comunità, dai laici che incontrerai, dai giovani e dalle famiglie, quegli itinerari necessari per seguire Cristo. Il popolo di Dio per grazia battesimale è dotato del “sensus fidei”, di quell’intuito che noi pastori dobbiamo ascoltare attentamente e pazientemente decodificare per trasmettere il nostro magistero episcopale. Avrai un tesoro nascosto tra la tua gente, sforzati sempre di scoprirlo e farlo risplendere in tutto il suo valore. Come hai testimoniato negli anni del PAG 4 Cattedrale di Nola al termine della liturgia di Ordinazione episcopale presbiterato, quando come assistente nazionale dei ragazzi di Azione Cattolica restasti affascinato dai doni di grazia presenti nella breve vita della Piccola Nennolina, sii attento a tutti, ascolta tutti, giovani e adulti, consapevole che Dio “afferma la sua potenza con la bocca dei bambini e dei lattanti” (Cfr Salmo 8). Sii padre, in modo particolare dei presbiteri tuoi collaboratori nel ministero apostolico e dei seminaristi in cammino, capace di scoprire e far fruttificare i talenti di tuoi figli. Ricorda i nomi delle persone, perché in ogni identità c’è un progetto di Dio da scoprire e accompagnare. Il Vescovo, un uomo che come Giovanni ha la testa sul cuore di Cristo. Che attraverso l’ufficio divino, intercede costantemente per il popolo che gli è affidato. Che attinge dai sentimenti del Maestro quegli atteggiamenti e quello stile di vita che fa trasparire pathos, emozione, compassione, misericordia. Il Vescovo, un uomo che ascolta la Parola alla quale è sottoposto e che, attraverso la liturgia, condivide con tutti il mistero dell’Ultima Cena, evento fondatore di ogni nostra celebrazione eucaristica. Siamo gli uomini che ascoltano il cuore di Cristo. Siamo coloro che devono trasmettere quelle pulsazioni, quei battiti vitali; quelle gioie e speranze, attese e delusioni, dolori e angosce. Attraverso la liturgia siamo chiamati ad affascinare tutti di quell’Amore che celebriamo. Mi ha sempre colpito che mentre Agostino ripensava la sua vita e considerava la sua vocazione riceve una spinta forte dal modo di celebrare di Ambrogio. Sei figlio del nostro grande Paolino – come primo liturgo della Chiesa nella quale presiederai i divini misteri –, diventa sempre più amante del bello e cantore delle meraviglie che il Signore opera. Impegnati a curare la dignità e la bellezza delle celebrazioni. Come il nocontinua a pag. 4 INSERTO speciale Sentiero Youth pagina 2 Gennaio 2017 anno IX n. 88 FORMAZIONEeCULTURA La gioia dell’amore/2 Camminare per essere la carezza di Dio oggi L a poliedricità della vita non ci fa mai fermare alle prese di posizione o ai pensieri su di essa. La vita ha mille sfaccettature e riserva solo sorprese. Attende di essere scoperta, letta, interpretata per essere vissuta in pienezza giorno per giorno. In questo contesto la poliedricità appartiene alla famiglia (cfr. AL 4-7.325). La famiglia non è qualcosa di astratto, ma un’esperienza d’amore umano unico ed eterno. La famiglia è fatta di volti, espressioni, timbri di voce, sogni, delusioni, incomprensioni, progetti, speranze, dolori e gioie, salute e malattia. Questo è il tempo per stimolare a stimare i doni del matrimonio e della famiglia. Non si tratta di uno sbaglio della natura né la cultura può sovvertire un ordine naturale. Il dono va scoperto, conosciuto e apprezzato. Ogni famiglia è invitata a mantenere un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza. Questo è il tempo per darci coraggio tutti, ad essere segni di misericordia e di vicinanza lì dove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e gioia. Essere la carezza di Dio per questo tempo. Una carezza che accompagna, sostiene, incoraggia, guida e orienta, fa discernimento. Questo è il tempo perché tutti si devono mobilitare ad essere carezza di Dio, segno e strumento della misericordia scandalosa del Padre, che ci ama fino alla fine. La famiglia è la più bella carezza che Dio ha pensato per l’umanità tanto che Lui stesso è famiglia nella Trinità e nella storia il Verbo si fatto carne e ha vissuto nella santa famiglia di Nazaret. Leggere e approfondire il Magistero sulla famiglia è un primo passo, per sentirsi chiamato a prendersi cura con amore della vita delle famiglie, perché esse sono una risorsa, un’opportunità e non un problema. Questo è il tempo di camminare senza perdere la speranza verso la pienezza dell’amore promesso. In questo cammino è accanto ad ogni fa- miglia una famiglia esperta di vita come la Santa Famiglia. «Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore del vero amore, a voi, fiduciosi, ci affidiamo. Santa Famiglia di Nazaret, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole di Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazaret, mai più ci siano nelle famiglie episodi di violenza, di chiusura e di divisione; che chiunque sia stato ferito o scandalizzato venga prontamente confortato e guarito. Santa Famiglia di Nazaret, fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli del carattere sacro e inviolabile della famiglia, della sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltateci e accogliete la nostra supplica. Amen» (AL 325). Leonardo CATALANO La gioia del Vangelo/5 Evangelizzare è rischiare la gioia, la fede e la consolazione A tutti è data l’esperienza di prendere in mano la propria vita in un momento qualsiasi e prendere coscienza che solo quando si è rischiato davvero la propria vita questa ha assunto un valore maggiore rispetto al già consolidato perché è cresciuta. La zona del rischio è un aspetto sano della vita che stiamo pian pian perdendo a causa di un certo benessere. La bussola è il bene da fare e il male da evitare. Il bene ti rimette in discussione. Il bene tende sempre a comunicarsi (cfr. EG 9-16). Il bene fa sperimentare un’autentica verità e bellezza. Il bene libera e rende più sensibili alle necessità degli altri. Il bene tocca i cuori e si sviluppa, si espande. Il bene è dignità per se stessi e per gli altri. Riconoscere l’altro e cercare il suo bene è l’unica strada da intraprendere. Il bene trasforma la vita nel dono e solo donandola si rafforza, l’isolamento e l’agio invece la indebolisce. In questa logica evangelizzare è rischiare la gioia, la fede e la consolazione. La vita è rischiare, perché è un dono di gioia che annuncia l’amore del Padre e consola nella prova. La vita cresce e matura nella misura in cui si dona agli altri. Il centro della evangelizzazione è il Dio di Gesù, che ha manifestato il suo amore fino alla fine. Dio è il rischio totale, perché è eterna novità, freschezza, generosità e consolazione. Ha rischiato tutto nel Figlio fino a rendersi vulnerabile, ma il suo amore è fecondo e genera solo sorprese e novità autentiche. Il primo a evangelizzare e quindi a rischiare è in assoluto Dio. A Lui il primato. Lui è prima, durante e dopo. Lui è tutto e chiede tutto, ma offre tutto sempre. Dio non è uno smemorato, ma invita alla memoria per essere sempre più radicati e incarnati nel suo amore e nella storia. Come Israele che coltivava la memoria, così Gesù ci lascia l’Eucaristia come memoria quotidiana della Chiesa, che ci in- I Santi del mese A cura di Donato Coppolella SANTI BASILIO MAGNO E GREGORIO NAZIANZENO Vescovi e dottori della Chiesa 2 gennaio Basilio nacque a Cesarea di Cappadocia nel 330, da nobile famiglia. Frequentò le migliori scuole del tempo. Fu pastore esemplare, difensore della fede, organizzatore di opere caritative. Soleva dire: operiamo fedelmente la verità nella carità. Morì il 1° gennaio del 379. Gregorio nato anch’egli nel 330 a Nazianzo, fu amico fedele di San Basilio. Predicatore brillante, fu intronizzato Vescovo di Costantinopoli nel 381, durante il 1° concilio ecumenico per la sua dottrina fu chiamato il teologo. Morì il 25 gennaio del 389. troduce sempre più nella Pasqua (cfr Lc 22,19). La gioia evangelizzatrice brilla sullo sfondo della memoria grata. E gioia sia rischiare la fede nella pastorale ordinaria, perché i credenti crescano sempre più e rispondano meglio e con tutta la vita all’amore di Dio. E gioia sia rischiare la fede nell’essere madre verso coloro che hanno perso la gioia della fede e il desiderio di impegnarsi con il Vangelo E gioia sia rischiare la fede nell’annunciare Gesù a chi non lo conosce o lo rifiuta. Il Vangelo è per tutti, perché è l’unica buona notizia. Nessuno escluso ma tutti sono chiamati e affascinati solo dall’attaente amore di Dio in mezzo a noi, Gesù. La massima sfida per la Chiesa è non perdere la sana tensione dell’annuncio. Come Maria siamo collaboratori con Dio nell’incessante missione di Cristo. Solo così: «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione» (Lc 15,7). Questo stile evangelizzatore deve contagiare ogni attività che si realizzi. Ogni momento della vita perché sia rischiosa nella gioia, nella fede e nella consolazione deve far sua la Parola di vita: «Siate sempre lieti nel Signore. Ve lo ripeto, siate lieti!» (Fil 4,4). SAN GIOVANNI BOSCO Sacerdote 31 gennaio Nacque da un’umile famiglia nella frazione Becchi di Castelnuovo d’Asti il 16 agosto 1815. Trascorse un’adolescenza di stenti e, ordinato sacerdote, consacrò le sue forze all’educazione della gioventù. A tal fine diede vita a varie opere e, soprattutto alle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Scrisse vari libri di cultura religiosa e come educatore e operatore sociale, anticipò i principi della dottrina sociale della Chiesa. Morì a Torino il 31 gennaio 1888 e fu canonizzato da Pio XI nel 1933. L.C. anno IX n. 88 Gennaio 2017 pagina 3 CRONACHEedESPERIENZA Riaperta la chiesa di san Basilio a Troia I l 2 gennaio a Troia si è tenuta la presentazione dei lavori di sostituzione della pavimentazione e del nuovo impianto di riscaldamento a pavimento della chiesa di San Basilio. Lavori svolti a cura dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici e per l’edilizia di culto della Diocesi Lucera Troia. La chiesa di San Basilio è un edificio di probabile origine paleocristiana, dalla massiccia struttura in muratura, rifatta e rimaneggiata più volte tra il Rinascimento e l’epoca barocca. La chiesa, citata per la prima volta dalle fonti nel 1081, conserva elementi architettonici e decorativi risalenti al II secolo dopo Cristo ed è tra i luoghi di culto più antichi di Troia. Alla presentazione dei lavori sono intervenuti: l’Amministratore diocesano don Ciro Fanelli, il direttore dell’ Ufficio diocesano beni culturali ecclesiastici Mons. Luigi Tommasone, il geom. Arturo Monaco responsabile dell’Ufficio tecnico, il sindaco di Troia Leonardo Cavalieri, l’architetto Giuseppe Tricarico e il massimo rappresentante della Ditta Resta, che ha eseguito i lavori. Gli interventi effettuati hanno permesso di mettere in risalto gli elementi architettonici più antichi della chiesa e, nello stesso tempo, con l’utilizzo di nuove tecnologie è stato possibile renderla più accogliente e funzionale. Con la riapertura della chiesa di San Basilio è stato restituito ai troiani un edificio sacro di grande valore storico, artistico e religioso. Anna Ricciardi La pace nel presepe dei Missionari I mmancabile, anche quest’anno, l’ap- puntamento natalizio con il tradizionale presepe allestito presso la parrocchia “Mediatrice” di Troia. Dal 18 dicembre 2016, infatti, l’opera artistica, all’incirca di 50 mq, è visitabile nel salone dell’Istituto Missionari Comboniani. Il tema, voluto dai padri comboniani e materialmente illustrato dai presepisti volontari (da sinistra nella foto: Gino Ignelzi, Valentino Viscecchia, Vincenzo Caione, Michele De Nittis, Lino Zurlo, Mario Ivo Ignelzi, Espedito De Santis), è quello della pace. Essa, cantata dagli angeli nella notte santa del Natale del Signore, è l’appello lanciato lungo questo suo pontificato da papa Francesco, soprattutto alla vigilia del nuovo anno e in occasione della L Giornata mondiale per la pace (1 gennaio 2017). Piergiorgio Aquilino La famiglia umana alla luce dell’Amoris laetitia La voce del DIRETTORE S pesso si confonde l’agire con la frenesia. Quando l’agire si ammala diventa frenesia. La frenesia è agire senza logica significativa. Agire in modo sano vuol dire rischiare e cioè progredire, in una parola più chiara convertirsi. Agire è un movimento d’amore continuo che spinge la persona a crescere e maturare, anche con gli sbagli, verso un bene sempre più grande e ordinato al Bene per eccellenza. Un Bene da cercare sempre nel quotidiano e da questo Bene lasciarsi guidare nella propria coscienza retta. Agire nella logica di un sano rischio è la misericordia divina. Dio stesso è azione nel suo essere trinitario. I l matrimonio non è la magia di un momento ma l’amore vissuto giorno per giorno. Una verità che vale sempre, anche per il matrimonio del futuro. E del matrimonio del futuro, osservato però dalla prospettiva dell’Amoris Laetitia, si è parlato nel convegno organizzato il 4 dicembre scorso a Lucera nell’ambito di Migliorarsi Wedding - Future Edition, manifestazione ideata dal look-maker Carlo Ventola. Un momento importante di riflessione sulla famiglia in formazione, esaminando gli orientamenti dettati da Papa Francesco, come ha sottolineato monsignor Ciro Fanelli, amministratore della diocesi di Lucera-Troia. “Il Pontefice – ha dichiarato Fanelli – ha avuto una parola bella, chiara, forte, anche di provocazione, e ha dato degli orientamenti nel capitolo ottavo che sono racchiudibili in quattro verbi (che in fondo sono quelli che ci devono condurre nelle relazioni): accogliere, accompagnare, discernere e integrare”. “Amoris Laetitia rappresenta una magna carta per i prossimi decenni”, ha sottoli- La pace, annunziata dal poverello Francesco per le periferie di Assisi e del mondo, deve essere oggi al centro dell’ecumenismo per un vero dialogo interreligioso “aperto ed estroverso”. PROGRAMMA DI FORMAZIONE PER OPERATORI DI PASTORALE FAMILIARE – 2017 DESTINATARI: Tutti i sacerdoti e operatori (in particolare le coppie di coniugi) della Diocesi interessati e/o impegnati nelle attività di Pastorale familiare. CALENDARIO INCONTRI - TEMI E RELATORI • 1° INCONTRO – Domenica 22 Gennaio 2017 : Vita di relazione e scelta di coppia – L’amore nel matrimonio – L’intervento del consulente familiare. Relatori: D. Giovanni Pinto ; Consulenti familiari Pio Bondanese e Paola Catapano. Moderatore : Avv. Raffaele Preziuso. • 2° INCONTRO – Domenica 19 Febbraio 2017: Famiglia aperta o chiusa alla vita - Il sostegno del consulente familiare nelle scelte difficili. Rel. D. Modesto De Girolamo; Consu- Matrimonio futuro? Ecco il codice di Papa Francesco lente Stefania Curci. Moderatore: Avv. Raffaele Preziuso. • 3° INCONTRO – Domenica 26 Marzo 2017: Famiglie separate, divorziate, nuove famiglie – Accompagnare – Discernere – Integrare. Rel. : D. Michele Di Gioia; Consulente familiare Enza Fatibene; Testimonianza di una coppia. Moderatore: Avv. Raffaele Preziuso DURATA DEGLI INCONTRI: Dalle ore 9.00 alle 18.00 circa. E’ prevista la celebrazione della S. Messa ed il pranzo comunitario. METODOLOGIA: Aspetti teorici; discussioni di gruppo; questionario di verifica finale. • SEDE: Centro della comunità “S. GIOVANNI PAOLO II” Via Spagnoletti Zeuli - LUCERA • SPAZIO GIOCO: Per favorire la partecipazione delle coppie con figli, è previsto uno spazio gioco per i bambini, durante i lavori, animato da educatori. • QUOTE DI PARTECIPAZIONE Per l’intero percorso 20,00 euro a coppia, quale contributo spese. Chi desidera condividere in misura maggiore l’impegno economico dell’Associazione, può dare un libero contributo. Per il pranzo di ciascuna giornata: 15,00 euro per i partecipanti adulti (per i bambini è gradito un eventuale piccolo contributo) presso ristorante-pizzeria New Parco degli Ulivi by Sandro’s di via Po n. 46. neato nel suo intervento l’avvocato Maria Antonella Cutruzzolà, patrono presso i Tribunali ecclesiastici, che ha evidenziato presupposti ed effetti del documento per gli anni futuri. E proprio del codice contenuto nell’esortazione apostolica ha parlato don Leonardo Catalano, parroco di Pietramontecorvino e direttore de Il Sentiero. “Oggi tante cose sono regolate da codici – ha detto – e quello indicato da Papa Francesco (contenuto nella Prima lettera di San Paolo ai Corinzi) è la Carità e non può mancare nel matrimonio. La parola Carità possiamo sostituirla con Giovanni Pinto Misericordia vuol dire agire Nel Natale rischia, facendosi carne e rischia fino alla Pasqua. Dio con noi rischia, donandoci il Suo Spirito, per guidare tutti alla Verità. Se Dio è scandaloso per rischiare così in tutto il suo agire anche io, tu, noi dobbiamo agire in questa logica. Questo è il tempo di rischiare nel Da sinistra: lo chef Peppe Zullo, don Leonardo Catalano e l’avvocato Maria Antonella Cutruzzolà segno della misericordia, perché questo è il tempo della misericordia. È un tempo in cui Dio ci guida e sostiene i nostri passi, facendoli sicuri. È il tempo per non sentirsi estranei a Dio, perché Lui è il Dio sempre con noi. È il tempo per sostenere chi è nel bisogno e in difficoltà. È il tempo del perdono e della inclusione vera e rispettosa. Se misericordia vuol dire agire illuminato dal Bene, allora agire bene non può che essere misericordia. Le opere di misericordia sono sacramento dell’agire. Non si può non agire se non “misericordiando”. Leonardo CATALANO Da sinistra: Zullo, monsignor Ciro Fanelli, Cutruzzolà, Maria Pia Clemente, Antonio Borrelli, Cristina Cucci e Carlo Ventola. Gesù, e a Gesù (che compie perfettamente questo codice) possiamo aggiungere anche le parole marito e moglie, poiché è la declinazione dell’amore vissuto giorno per giorno dai coniugi. E una testimonianza in tal senso è stata fornita da Maria Pia Clemente e Antonio Borrelli, che preparano i nubendi verso il loro “per sempre” nella parrocchia Santa Maria Assunta di Pietramontecorvino. Attraverso la loro esperienza di unione trentennale hanno indicato come sia possibile “continuare a vivere insieme nel matrimonio, nonostante tutte le difficoltà quotidiane”. Enza Gagliardi pagina 4 Gennaio 2017 anno IX n. 88 QUARTAPAGINA continua da pag. 1 stro Patrono edificò le basiliche di Cimitile, così anche tu preoccupati sempre che l’assemblea liturgica possa radunarsi in un tempio che per dignità e sobrietà sia immagine e modello della chiesa orante. Dallo stare attraverso la liturgia con la testa sul cuore del Maestro, affina il tuo orecchio ad ascoltare “i segni dei tempi”. Sappi discernere attentamente quello che bisogna costantemente aggiornare alla luce del vangelo e dell’esperienza umana, come ci ricorda la Gaudium et spes. Ciò che hai insegnato in tanti anni come professore di teologia morale, continua ancora a permettere alla tua gente di apprenderlo dal tuo stile di corresponsabilità e di dialogo fraterno. Sii radicato nella Tradizione dei santi Padri e accogli benevolmente quanto Dio, come semi del Verbo, getta nei campi della storia del Mondo. Proprio perché vivi e celebri un mistero che va oltre il tempo, puoi divenire capace di intercettare il vero progresso che Dio desidera per la sua creazione. In questo impegno, sebbene nella diversità dei ruoli e delle competenze, sarai certamente accompagnato dalla comunità politica e dalle istituzioni civili e da tanti uomini di buona volontà che per grazia di Dio nei nostri territori troverai già a servizio del bene comune. Lo zucchetto ti aiuti simbolicamente a mantenere la testa piegata sempre sul petto del Maestro, a non alzarla per arroganza e a far attenzione a non abbassarla di fronte ai potenti di questo mondo. Il Vescovo un uomo che come Giovanni non scappa da sotto la croce. La croce non è solo un’insegna che porterai sulla talare, piuttosto uno stile da caricare sulla spalla. Sarai cireneo, compagno della sofferenza di tanti uomini e tante donne che vivono nuove e vecchie povertà. Ama i poveri, i crocifissi della storia, la tua porta sia sempre aperta per loro. Il Signore, come a Giovanni, ti affida sua Madre, ti consegna le sue membra doloranti, accogli la Vergine addolorata in casa tua. Nella cura per i poveri realizzerai il mandato di sollecitudine pastorale, grazie a loro relativizzerai quelle immancabili sofferenze e ansie apostoliche che l’incomprensione spesso genera anche in noi pastori. “Sii uomo della Speranza e annuncia la Speranza”, così fu detto a me dal cardinal Giordano nell’omelia della mia ordinazione, così dico a te oggi! Mi pare questo il nocciolo della successione apostolica che attraverso di me oggi giunge a te. Troverai tante croci, incoraggia, annuncia che dopo il Venerdì Santo c’è sempre una Pasqua di Resurrezione. Sarai mistagogo quando aiuterai ad entrare nel mistero di Dio quanti sono lontani dall’appartenenza ecclesiale. Non avrai sempre le risposte ad ogni difficoltà, ma nella maggior parte delle volte i tuoi presbiteri e la tua gente non si aspetteranno soluzioni ma che tu sia con loro nell’ora del dolore. A volte un “sono con te”, una telefonata, un gesto di interessamento, è la miglior risposta che scioglie la paura e la solitudine nella sofferenza. Il vescovo un uomo che corre come Giovanni verso il sepolcro vuoto, ma che corre con Pietro e che sa fermarsi per attendere colui che ha ricevuto da Gesù la divina potestà di legare e di sciogliere. Correre con Pietro e attenderlo in una velocità diversa dalla nostra è la sapienza dello stile ecclesiale. Nella chiesa non si corre mai da soli: si cammina come chiesa e si è capaci anche di fare un passo indietro fino a quando non si ha la certezza che tutti possono contemplare i segni della vittoria di Cristo. Come vescovi siamo chiamati a vivere radicalmente la comunione con il Successore di Pietro per educarci e testimoniare la grazia della corresponsabilità ministeriale nella chiesa locale. Non ci accada mai, nelle nostre diocesi di “correre da soli”! La corsa da soli diventa carriera e la carriera non porta alla Pasqua, ma ai nostri traguardi di morte. Nella Chiesa si impara a correre con tutti attraverso la sfida e l’impegno a creare comunione e unità. Abbiamo tutti velocità diverse ma la grazia da chiedere è proprio quella della sinodalità. Si scrive Chiesa e si legge Sinodo. Come ci sta ricordando Papa Francesco – al quale in questo momento va il nostro filiale e grato pensiero – dobbiamo essere pastori che camminano talmente immersi in mezzo alle pecore da impregnarsi con il loro stesso odore. Ti auguro di non andare mai di fretta, di scoprire il gusto di attar- darti con la tua gente, di correre per annunciare il Vangelo ma sempre calibrando la tua velocità con quella della Chiesa. In questa corsa per portare a tutti la buona notizia lascia l’adrenalina dei tuoi progetti pastorali e apprendi la stessa gioia di Maria Maddalena che ha un unico scopo: confermare con la propria vita che Dio mantiene le sue promesse di salvezza. E per questo “correrai con il pastorale in mano”: a volte ti sembrerà che il ruolo rallenti i tuoi slanci, sappi scoprire che hai tra le mani il segno di chi deve pascere il gregge non a mani nude, non in maniera autoreferenziale, ma appoggiandosi sulla Tradizione vivente di fede, la quale sostiene nell’inciampare, frena negli scatti di protagonismo, aiuta nell’individuare i pascoli verdeggianti. Caro don Peppino, tra poco sentirai anche tu quello che Abramo ascoltò dal Signore: “lascia la tua terra e vai verso la terra che io ti indicherò”. Ti attende la chiesa sorella di Lucera-Troia. Ti accompagna questa chiesa, la tua amata chiesa di Nola! Non sentirti mai solo: “chi crede non è mai solo”! Sentiti custodito dalla compagnia dei santi delle nostre diocesi. Sei anche tu il discepolo amato che ha visto, creduto e rende testimonianza. Affidati alla preghiera della Regina degli Apostoli che in questo momento, come nel cenacolo di Gerusalemme, insieme con noi invoca anche su di te il fuoco della Pentecoste. + Beniamino Depalma Cattedrale di Nola al termine della liturgia di Ordinazione episcopale Nola - 27 dicembre 2016 A conclusione di questa solenne liturgia vorrei dire qualche parola. Le parole hanno valore per la vita degli uomini. Le parole hanno più valore e più forza di quanto comunemente si pensa. Così il pensiero corre a quella parola, meglio a quel verbo – accetto – che a nome del Santo Padre, il Nunzio Apostolico in Italia mi chiedeva per poter procedere, lui disse. So bene che solo allora, dopo quel verbo semplicissimo ed impegnativo pronunciato in prima persona da me, timoroso e fiducioso, nasceva un nuovo Vescovo nel cuore di Dio. Il Dio di Gesù Cristo ha voluto aver bisogno delle nostre parole per poter procedere lungo le strade della salvezza! Inaudito solo a pensare. Eppure così straordinariamente vero. Il valore delle parole! E il valore di chi le pronuncia. Il valore dell’uomo dinanzi a Dio, verso cui siamo chiamati a pronunciare parole sensate e coinvolgenti, parole vere, in risposta alla Parola che Dio pronuncia e così realizza davvero la salvezza per gli uomini! Desidero dunque dire qualche parola di gratitudine. Al Santo Padre, il papa Francesco, che ha pensato a me per la Chiesa di Lucera-Troia. All’Arcivescovo Beniamino, successore dei santi Felice e Paolino, che mi ha ordinato Vescovo accogliendo questo ulteriore e, spero, gradito impegno. All’Eminentissimo cardinale Sepe che oltre alla mia persona, ha voluto onorare la Chiesa di Lucera-Troia e quella di Nola. A Mons. Pelvi, Arcivescovo Metropolita di Foggia-Bovino e a tutti gli altri eccellentissimi vescovi, che mi hanno irrobustito di grazia con il gesto apostolico dell’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria. Una parola di speciale fraternità a Monsignor Pero Sudar e alla Chiesa di Sarajevo per la testimonianza di fedeltà al Regno di Dio che stanno dando al mondo intero, ormai da molti anni…forse troppi anni! Una parola alla mia famiglia. In essa è passata tanta sofferenza, mai però è venuta meno la speranza. Una parola alla mia famiglia, nel suo nucleo originale e perciò nei vincoli dell’amore che unisce cielo e la terra. Una parola di affetto, dunque a papà e a Mario che dal cielo guardano questa santa Assemblea che del cielo anticipa la pienezza e la gioia. Una parola a mamma e a Maria per le trepidazioni, malamente camuffate, con cui da sempre hanno accompagnato il cammino deciso, anche se non facile dei miei anni. Alla Chiesa di Nola, mentre si accinge ad accogliere il nuovo Vescovo, Francesco, vorrei ripetere le parole di Sandra, sorella e figlia che il Signore mi donò e ancora mi dona nella comunione dei Santi. All’indomani della sua consacrazione verginale al servizio di questa Chiesa – era il 21 novembre del 1986, trent’anni giusti – ella volle scrivermi tra l’altro queste parole: «C’è chi si lamenta continuamente della nostra Chiesa: a volte, indubbiamente, il lavoro è pesante e difficile. Eppure, niente dà più gioia che amarla e servirla come una madre». Anch’io, e chiedo scusa, non sempre mi sono sottratto alla sterilità della lamentela. Ma alla santa Chiesa di Nola desidero solennemente ripetere la dichiarazione d’amore di chi ha ricevuto, tramite essa, innumerevoli doni, a cominciare da quello inestimabile della fede nella quale sono vissuto e della quale vivo la mia avventura umana nella storia. Il dono della fede cattolica: in essa, quando il Signore vorrà, chiedo la grazia di compiere i miei giorni terreni. Sii dunque benedetta, Chiesa di Nola! E mentre ti rivolgo il mio saluto e, ancora, ti dico il mio amore, mi permetto di ricordati la bellezza e la grandezza della tua storia e la consistenza entusiasmante della tua realtà. Un saluto memore e grato devo poi ai tanti fratelli e sorelle, ai tanti figli e figlie, ai tanti amici ed amiche che da più parti mi ricordano quanto buono è stato il Signore con me nel concedermi – nonostante la mia naturale ritrosia – una meravigliosa compagnia di fede che nella sua articolata varietà ha da sempre consolato il mio cuore ed avvolto…la mia persona. Dalla parrocchia di Rione Trieste a quella di San Giorgio; Dai laici di Azione Cattolica a quelli di vari Movimenti ecclesiali; Dalla comunità del Collegio Capranica a quella del Seminario Vescovile; Dall’i- stituto Superiore di Scienze Religiose ai ragazzi dei liceo; Da Medici Cattolici ai consacrati e alle consacrate negli Istituti Secolari della Regalità; Dai sacerdoti ai religiosi e alle religiose. Siete tanti! Siate benedetti ad uno ad uno! E sia lodato il Signore che ci dona la gioia dell’amicizia in un cammino condiviso lungo le strade esaltanti del suo Santo Spirito. Ai servitori del bene comune nell’attività politica e in quella amministrativa desidero porgere il saluto deferente e grato. La loro presenza rende omaggio al nuovo Vescovo di Lucera-Troia, ma più ancora alla Comunità cristiana di cui egli è costituito pastore. Dei cristiani non si deve aver paura. La nostra ambizione – se c’è un’ambizione – consiste nel servire l’umanità in mezzo alla quale la Provvidenza ci pone. Non aspiriamo a posti di potere. Statene tranquilli e certi. Ma la presenza nostra nella convulsa umanità di oggi vorrebbe essere concretamente riconosciuta in base all’effettivo servizio che rende all’uomo nella sua verità di persona, nella sua costitutiva socialità e in tutte le fasi della sua esistenza. Un parola, infine, alla Chiesa che è in Lucera-Troia. Voglio che tu sappia, Chiesa santa a amata, che ormai occupi il primo posto nei miei pensieri e che stai prendendo il primo posto nel mio cuore. Il Signore mi consegna a te: lui sia benedetto, lui ti benedica attraverso il mio sguardo e le mie povere mani. Sia lui il centro insostituibile della nostra vita, sia lui il centro vivificante del nostro amore. Già vedo in te la presenza dello Sposo che ti vuole bella e splendente dei suoi doni di grazia, per la comunione che affascina, attrae e conquista. Già scorgo in te lo Spirito del Risorto che dinamizza il tuo passo lungo e le strade missionarie del Vangelo. Già intravedo in te il Dio delle sorprese che crea un inedito futuro di bontà e di pace. A voi tutti, fratelli e figli, ho rivolto parole che non sono solo “parole”. Ho detto parole che vogliono essere l’eco di quella Parola che ogni giorno scuote e consola il mio cuore, quella Parola che ha il volto adorabile e il nome santo di Gesù di Nazareth, il Cristo di Dio, il Figlio dell’altissimo fatto uomo a salvezza nostra e del mondo intero. A lui, solo a lui, la lode e la gloria nei secoli dei secoli. Amen, amen, amen! + Giuseppe Giuliano Vescovo eletto di Lucera-Troia Mons. Zerrillo impone le mani su mons. Giuliano Mensile di informazione della diocesi di Lucera-Troia Editore Diocesi di Lucera-Troia Direttore responsabile Piergiorgio Aquilino Direttore editoriale Leonardo Catalano Redazione Donato Coppolella Rocco Coppolella Michele Di Gioia Enza Gagliardi Riccardo Zingaro Sede piazza Duomo, 13 - 71036 Lucera - Foggia Tel/Fax 0881 520882 e.mail: [email protected] Stampa OLO.CAP. srl - Foggia Anno IX, numero 88, gennaio 2017 Autorizzazione del Tribunale di Lucera n. 139 del 27 gennaio 2009 MENSILE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI LUCERA-TROIA ANNO IX NUMERO 88 - GENNAIO 2017 CONSAPEvolente- Chi vuoi essere Baldassarre, Gaspare o Melchiorre? MENTE PAGINA 2 SOGNa, Ragazzo sogna QUANDO SALE IL VENTO NELLE VIE DEL CUORE U n cavallo, un mulo ed un’asina crescevano insieme a tanti animali di altra specie in un podere. Il cavallo si sentiva unico, sicuro e fiero della sua bellezza. Il mulo si sentiva irripetibile, certo che il suo incrocio avesse dato vita ad una nuova razza forte e resistente. L’asina si sentiva imperfetta per via delle sue orecchie e per tutto quel che si raccontava in giro accostando il suo nome a qualcosa di dispregiativo. Tutto sembrava tranquillo e sereno, fino al giorno in cui apparve per caso in quella fattoria dagli apparenti equilibri un cesto con un neonato adagiato sulla paglia. Tra clamore e bisbiglìi di tutti, la voce tradotta in un bel pianto del piccolo bebè risuonava in tutta la valle, allorché, per ultimi, si avvicinarono un cavallo, un mulo e l’asina per darGli il benvenuto. Il cavallo esordì dicendo: «Crescerà con me! Gli mostrerò il mondo, cavalcando insieme per l’intera prateria!». Seguì con impeto il mulo che disse: «Saremo sempre vicini! Gli mostrerò come diventare forti per affrontare il mondo!». Poi, con consueta calma, toccò all’asina che senza dir nulla, timida e rimessa, iniziò ad allattare il piccolo riportando la valle ad un beato silenzio! Tutti resero grazie all’asina che... Paolo, Paolo sveglia! Sono papà! La sveglia è già suonata due volte. Farai tardi a scuola e se non sbaglio oggi hai il compito in classe. Sì, papà! Oggi dobbiamo fare un tema libero ed io non so proprio cosa 3 MEDIA O NON MEDIA, questo è il dilemma! scrivere. Ho paura di essere banale, scontato, di scrivere qualcosa di già detto. Per non parlare degli errori. Vorrei fare un compito perfetto! Sai figliuolo, la perfezione non esiste. La perfezione è una forma di inganno; non c’è niente di autentico. La perfezione è una gabbia, rischi la claustrofobia. A volte, nella vita, c’è bisogno di rumore e/o di disordine per sentirsi vivi. Hai mai visitato un asilo silenzioso? Hai mai visto una cucina ordinata mentre mamma è ai fornelli? La verità di una vita vera è l’essenza della vita stessa, vissuta fino in fondo e piena di imperfezioni. Non bisogna fingere di essere qualcun altro o desiderare la vita di qualcun altro. Se Dio ha voluto che esistano un cavallo, un mulo e un’asina ci sarà un motivo. Eppure ai suoi occhi siamo a Sua immagine e somiglianza! Pertanto, figlio mio, sii te stesso! Sempre e comunque, oggi a scuola e domani nella vita. Sicuramente unico, ovviamente irripetibile e “magari” imperfetto! Damiano Di Giovine-Ardito 4 PAGINA tai attento perché… rischi di non essertene accorto. Per il fatto che abbiamo tutti strumenti elettronici e così finiamo per non utilizzare più agende, calendari… Attento perché rischi di non aver sentito che è cominciato un anno nuovo! Scommetto che ti sei divertito alla grande la notte del 31 dicembre; ma ti sei dato un po’ di tempo per qualche “programmazione”? No, non si tratta dei soliti buoni propositi. Quelli, ahinoi, se li porta via il vento. Piuttosto, si tratta di consapevolezza! Consapevolezza di quello che verrà e che possiamo già prevedere. Consapevolezza dell’imprevedibile, sempre dietro l’angolo. Consapevolezza delle persone speciali che possono rendere i giorni più lievi. Consapevolezza di Dio che ti dona occasioni nuove. Consapevolezza! È un affare da non perdere! Perché solo chi è preparato sa mantenere il controllo e affrontare ogni cosa col massimo amore possibile. Senza agitazioni e rabbie forse troppo capricciose. Consapevolezza della scuola che finisce o della laurea alle porte; consapevolezza di un amore che può diventare “per sempre”; consapevolezza di scelte che potranno condizionare fortemente i prossimi anni o forse tutta la vita. Chi ha consapevolezza, può sedersi con Dio e decidere con amore. Buon anno, cioè: buona consapevolezza! Michele Di Gioia PAGINA S IL PICCOLO PRINCIPE cAt PAGINA 2 YOU ANNO IX NUMERO 88 GENNAIO 2017 “SOGNA, RAGAZZO SOGNA QUANDO SALE IL VENTO NELLE VIE DEL CUORE” (Cfr. YOUCAT, III cap., I sez.) N el poco tempo libero durante le feste, mentre dopo un pasto natalizio ci stavamo domandando quanto fosse durato… tanto da temere di non essere più nel giorno di Natale… a molti sarà capitato di accendere la tv e vedere, con grande gioia ma allo stesso tempo con un forte rammarico, l’immagine della Cattedrale di Aleppo semidistrutta ma colma di Cristiani che hanno celebrato, dopo 4 anni di bombardamenti e guerre, la loro Messa di Natale. Un’immagine che ha toccato il cuore di tutti, e che in molti ha lasciato un dolore lancinante per tutte le vite e i sogni stroncati ed un interrogativo irrisolto, un po’ come quello che cantavano i Gemelli Diversi nella loro canzone Vivi per un Miracolo: «Ce l’hai un attimo per me? Perchè c’è troppo bisogno di aiuto! Ti prego dimmi mentre il mondo piange Dio dov’è». Bisognerebbe chiederlo a loro, martiri e testimoni del nostro tempo, che nonostante tutto continuano ad avere la speranza sul volto, la speranza di chi è stato intimamente toccato da Dio. Un teologo tedesco, un certo Karl Rahner, disse che «credere significa sopportare per una vita l’incomprensibilità di Dio». E l’incomprensibilità di Dio è una delle cose più antipatiche del nostro “Superiore”; eppure è allo stesso tempo così coinvolgente e misteriosa, che ci invita a cercarlo, forse solo per incavolarci con Lui, forse solo per urlarGli contro tutto il nostro dolore, forse solo per cercare un colpevole ai nostri misfatti. E Dio non si stanca di lasciarsi cercare. Dio infatti cerca in diversi modi il contatto con noi: nella Sua parola, nella voce della nostra coscienza, in ogni incontro fra uomini, in ogni esperienza naturale, in ogni apparente casualità, in ogni sfida e in ogni dolore… Dio nasconde un messaggio segreto diretto a noi, cerca di legarsi intimamente con noi. Perfino in ogni esperienza scientifica Dio ha qualcosa da dirci: ebbene sì, scienza e fede concorrono entrambe alla realizzazione di un’unica verità, si completano e condizionano a vicenda. Ecco che quindi la fede, che è un lasciarsi toccare e interpellare personalmente da Dio tramite Suo Figlio, diviene un legame comunitario. Nessun uomo infatti vive e crede da solo. Il singolo credente capace di dire «Io Credo» deve essere altresì pronto a dire il «Noi crediamo» della Chiesa, dalla quale ha ricevuto la fede e la quale ha cercato di preservare la fede dalle falsificazioni e l’ha di volta in volta riportata alla luce. Credere è dunque partecipare ad una convinzione comune, in modo che la fede degli altri mi sorregge nello stesso modo in cui il fuoco della mia fede accende e fortifica gli altri. E, cantando insieme a Vecchioni, possiamo dire tutti insieme «copri l’amore, ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello a volte passa qualcuno, a volte c’è qualcuno che deve vederlo». FRANCESCO SAVERIO GIGLIO IL DON RISPONDE SCUSA DON… Ciao, don! Perché i giovani si allontano dalla fede? Cosa c’è di diverso fra la generazione di prima e quella di adesso? Perché noi non riusciamo, come loro in passato, a rimanere “vicini”? Lucio Non è questione di ieri e di oggi… i tempi cambiano ma, in sostanza, la “testa” dei giovani (e non solo dei giovani) resta la stessa! Il discorso è più particolare, quasi specifico: tutto sta in chi incontriamo nel nostro cammino. Serve chi sceglie l’investimento più bello: “perdere” tempo con i giovani. Solo stando assieme vengono fuori anche le domande più difficili, fino ad arrivare alla fede. Solo condividendo le cose più semplici e quasi banali si arriva ad incontrare Lui. Si arriva a pregare assieme! E allora? È tutta colpa di chi non si dedica ai giovani e dovrebbe? Forse. Ma, perché non mettersi in ricerca di chi ha già incontrato Dio e può intercettare il mio cuore? M.D.G CAT PAGINA 3 DO MEDIA O NON MEDIA, QUESTO È IL DILEMMA! (Cfr. Docat, cap. II) « Internet è un luogo di caccia, di fotografie e di radiografie. Nel caso peggiore è un luogo di esecuzioni e di abuso sessuale; un luogo per gli investigatori e per chi è incaricato di difendere la privacy. Nel caso più innocuo è un mondo di sciocchezze e di svago» (Bruce Willis). Utilizzare i media in modo adeguato è una sfida per chiunque, il consumo semplicemente passivo crea spesso “users” che interiormente si sentono tristi e vuoti. I media possono mettere in contatto le persone o spingerle alla solitudine, possono arricchire, istruire e ispirare, ma anche indurre al male. È, quindi, auspicabile che i cristiani conquistino il “continente digitale” attraverso la scrittura di post e blog che si occupano di temi cristiani; tuttavia, quando nel farlo denunciano gli altri, li calunniano, li maltrattano e li condannano, evocano o sostengono divisioni, praticano il contrario di quello che papa Francesco chiede nell’Evangelii Gaudium: «La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno». I media non sono né buoni né cattivi; il punto cardine resta il modo di usar- SE REGALI IL TUO CUORE LA GIOIA AVRAI li. Ci sono media che possono essere usati solo come divertimento vano e come fonti d’informazioni inutili, comportando un allontanamento dalla vita reale e si riducono, spesso, a mezzi di godimento scadenti e bugiardi. Su internet, quasi sempre, si va alla ricerca di contenuti che esaltano la violenza e ancora di più la pornografia. Non è raro incontrare forme di abuso attraverso i media: i cristiani devono assolutamente evitare determinati contenuti e aiutare chi è dipendente da internet a uscire dalla situazione di dipendenza. Quindi, pur garantendo tutta la libertà possibile, è necessario sollecitare i media ad un principio morale del bene comune e dello sviluppo dell’u- P ace, unità, rispetto, fratellanza: sono questi gli ideali che Voci fuori dal coro & Children hanno proposto nelle due serate del 4 e 5 gennaio presso il cine-teatro Cimaglia di Tro- manità. La svalutazione della sessualità umana e la diffusione della pedopornografia sono abusi orribili e i responsabili non possono continuare a far finta di niente, così come non meno inaccettabili sono tutte le forme di cyber-mobbing e molestie che si diffondono continuamente grazie alla possibilità di un uso anonimo di internet. Le possibilità di non usare i media in modo corretto sono davvero molte e l’unico modo per “salvarsi” resta la responsabilità davanti a Dio: ci chiama a collaborare perché sia difesa la verità; ci vuole responsabili di fronte al prossimo, perché questi attraverso i media sia integrato, coinvolto e arricchito; ci chiede vigilanza con noi stessi, per giungere mediante i media a una vera comunione con gli altri, così da fuggire l’isolamento mediatico concentrato solo su noi stessi. Alessandro Maddalena ia con lo spettacolo Prove generali di... Momenti di musica ma anche scene di ciò che accade dietro le quinte per mostrare quanto sia arduo tener fede quotidianamente agli ideali cantati. Ogni concerto come sempre è un evento di beneficienza: quest’anno si è scelto di aiutare il Malawi e i suoi bambini che soffrono la fame a causa dell’eccezionale siccità che ha bruciato i campi. Voci fuori dal coro è un esempio di giovani e non che sotto l’ala di Dio uniscono le forze per cambiare nel loro piccolo il mondo, che cantano con la speranza di far nascere nel cuore di chi ascolta una piccola riflessione sull’Amore. Federica Lo Greco 4 PAGINA MENTI STRU T u, mio è un libro che i punti tra le sue righe li mette solo apparentemente, lasciando quindi un grosso spazio a tutto ciò che è enigma e sospensione, pausa e riflessione. L’autore, Erri De Luca, sembra quasi celare certi significati tra l’inchiostro delle parole, che unisce tra loro, conferendo uno stile diretto e semplice, minuziosamente attento al minimo dettaglio di ogni singolo movimento, ma anche di ognuno dei sentimenti che abitano nel cuore di un adolescente sul precipizio delle sue emozioni. A riecheggiare, tra le emozionanti pagine, sono proprio le origini campane dell’autore. È cosi che, quindi, il lettore si trova proiettato su un’isola, in piena estate, inebriata dai profumi IL PICCOLO I TU MIO tipici mediterranei, dalle tradizioni insinuate, da sempre, nell’anima dell’isola e raccontata anche dai suoni dialettali napoletani di Nicola. Sempre tra le pagine del libro, si scorgono le ferite del dolore per la guerra, ormai passata, ma ancora viva e presente anche nella piccola realtà di quell’isola. L’esempio lampante di come il passato possa ancora vivere nel presente, è la figura di una fanciulla, dal viso angelico e dallo sguardo dolce, che svelerà solo in seguito la sua vera origine e identità. Infine, il vero protagonista del libro non sarà né un fanciullo, né una fanciulla, ma un sentimento: l’amore che il protagonista prova per Caia. L’amore di cui si parla è quello adolescenziale, che porta alla crescita interiore e funge da anello di passaggio tra il mondo visto da un bambino e il mondo visto da un adulto. Giorgia Bianco PRINCIPe n un mondo pieno di rigidità e responsabilità, in cui anche i bambini si comportano come adulti, una ragazzina e sua madre hanno un colloquio con la migliore scuola americana. La ragazza, non ammessa, riesce ad entrarvi trasferendosi nel quartiere della scuola, unica condizione per frequentarla senza necessità di superare l’esame di ammissione. La loro casa si trova accanto ad un’abitazione molto curiosa, tanto curiosa che un giorno un’elica di aeroplano sfonda il muro della loro casa, mettendola a soqquadro; e la ragazzina, curiosa, attraversa l’apertura causata dall’elica: incontra l’anziano padrone di casa, alle prese con la riparazione del suo aeroplano. I due stringono una grande amicizia. Così l’anziano vicino inizia a narrarle la storia del Piccolo Principe, un ragazzino incontrato da lui molti anni prima nel deserto del Sahara dopo essersi schiantato col suo aeroplano a causa di un’avaria. Lei, sempre più presa dal racconto, va a fargli visita ogni giorno, non rispettando così il ferreo planning giornaliero imposto dalla mamma; e quando tutto ciò viene allo scoperto, la piccola sarà costretta ad uscire di nascosto di casa e va da lui, cercando di convincerlo ad aiutarlo per completare la riparazione dell’aeroplano. La conclusione della storia del Piccolo Principe indignerà la bambina, tanto da rimproverare al vicino di averle fatto solo perdere tempo. Ma per la piccola protagonista è serbato un incontro inaspettato col Piccolo Principe: riuscirà a comprendere il valore di quella storia? ORIANA ESPOSITO Editore / Diocesi di Lucera-Troia Direttore responsabile / Piergiorgio Aquilino Supplemento de Il Sentiero Mensile di informazione della diocesi di Lucera-Troia ANNO IX NUMERO 88 GENNAIO 2017 Direttore editoriale / Leonardo Catalano Redazione / Donato Coppolella, Rocco Coppolella, Michele Di Gioia, Enza Gagliardi, Riccardo Zingaro Per scriverci: [email protected] OPPURE CONTATTACI alla Pagina FB: Pastorale Giovanile Lucera-Troia Sede / piazza Duomo, 13 71036 Lucera - Foggia Tel/Fax 0881 520882 e.mail: [email protected] Stampa / OLO.CAP. srl - Foggia Anno IX, numero 88, gennaio 2017 Autorizzazione del Tribunale di Lucera n. 139 del 27 gennaio 2009