Tesi completa
Transcript
Tesi completa
POLITECNICO DI MILANO 1a Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio LO SVILUPPO DEL SIT DEL COMUNE DI LECCO ED UNA SUA APPLICAZIONE PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DEI BENI CULTURALI ED AMBIENTALI Relatore: Prof. Giovanni RABINO Correlatore: Arch. Marco CASSIN Tesi di laurea di: Giorgio TAVELLI Matr. n. 642214 Anno Accademico 2004-2005 Ai miei genitori ed ai miei nonni che mi hanno sempre sostenuto Si ringraziano il Comune di Lecco e la Regione Lombardia per i dati forniti. Si ringrazia il personale tecnico dell’Agenzia SIT e dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Lecco per il gentile contributo. In particolare, per la collaborazione offerta, al di là dei doveri professionali: • Arch. Marco Cassin (Direttore del Settore Pianificazione e Sviluppo territoriale e Ambientale – Mobilità del Comune di Lecco) • Dott.ssa Roberta Colombo (responsabile del tirocinio); • Arch. Sergio Lafranconi (responsabile dell’Agenzia SIT del Comune di Lecco); • Dott. Ing. Stefano Pacchiana (consulente per il SIT del Comune di Lecco). Un GRAZIE speciale a: Prof. Giovanni Rabino, per i suggerimenti e l’apporto fondamentale; Prof. Paolo Bossi, per l’apporto nel recupero del materiale; Mio fratello, per avermi concesso l’utilizzo esclusivo del pc durante la scrittura della tesi; Tutti i miei familiari e parenti, per lo spronamento e la fiducia; I miei amici Alberto, Andrea, Elisa, Giorgio, Luca, Matteo, Nicola, Silvia e tutti gli altri, per la sopportazione, l’affetto e perché mi hanno sempre permesso di svagarmi ed essere ottimista, con la loro compagnia e anche con le loro prese in giro; I miei compagni di sventura ad ingegneria, per l’aiuto e i suggerimenti, ma soprattutto per avermi fatto passare il tempo fra una lezione e l’altra con interminabili partite a carte; I miei coinquilini Angelo, Marco, Matteo, Michele, Nicola, per i bellissimi tre anni che ho passato con loro a Milano, per le risate, per le uscite, per le notti passate al computer, per i lunghi discorsi che non avevano mai una conclusione, e per tutto il tempo che non mi han fatto dedicare allo studio. INDICE Introduzione 1 Cap. 1: Caratteristiche generali di un SIT 1.1) 1.2) 1.3) 1.4) 1.5) 1.6) 1.7) 1.8) Definizione di GIS e SIT Breve excursus storico Componenti di un GIS Come lavora un GIS I GIS a 3 dimensioni Organizzazione dei dati e metadati La cartografia numerica Il catasto (Agenzia del territorio) 4 6 9 12 16 18 23 32 Cap. 2: Il SIT nell’ambito della Pubblica Amministrazione 2.1) 2.2) 2.3) 2.4) 2.5) Introduzione La situazione tecnico a scala comunale Normative in ambito comunale Collaborazione fra enti diversi L’Intesa sui GIS tra Stato – Regioni – Enti Locali 38 39 41 45 47 Cap. 3: Le possibili applicazioni di un SIT comunale 3.1) 3.2) 3.3) 3.4) 3.5) 3.6) 3.7) 3.8) 3.9) Introduzione Urbanistica Gestione tributi, costi e patrimonio comunale Gestione ambientale Geomarketing Utilities Trasporti Altre applicazioni Applicazioni future Cap. 4: Censimento della realtà italiana e casi significativi di SIT di comuni medio-grandi 51 52 56 58 62 64 66 68 72 Cap. 5: Il progetto SIT del Comune di Lecco 5.1) 5.2) 5.3) 5.4) 5.5) Introduzione Breve descrizione del Comune Le fasi preliminari Le fasi del progetto SIT Le possibili applicazioni 89 89 91 102 123 Cap. 6: Il SIT del Comune di Lecco applicato alla valutazione del rischio dei beni culturali ed ambientali 6.1) Introduzione 6.2) L’analisi a multicriteri spaziale applicata alla valutazione del rischio dei beni culturali ed ambientali 6.3) Il caso di studio del Comune di Lecco 6.4) Conclusioni 127 128 131 138 Cap. 7: Il sito web dell’Agenzia SIT del Comune di Lecco 7.1) 7.2) 7.3) 7.4) I Web–Gis Regole per la costruzione di un Web-Gis Il sito Web del SIT di Lecco Gli sviluppi futuri 140 141 143 148 Appendici 153 App.1 La georeferenziazione (relativa al Cap.1) 159 App.2 Principali standard di metadati (relativa al Cap.1) App.3 Altri risultati del censimento SIT (relativa al Cap.4) 163 Bibliografia 173 INTRODUZIONE Da qualche anno a questa parte la tecnologia informatica ha raggiunto un livello di performance sufficiente da rendere alla portata di moltissimi utenti calcolatori veloci e software specifici per il trattamento digitale della cartografia. E’ quindi stato superato lo scoglio tecnico ed ora si può finalmente registrare una notevole diffusione dei Sistemi Informativi Territoriali (SIT) che proprio su di essa si fondano e sulla quale poi riversano i risultati delle elaborazioni e delle analisi tematiche effettuate. Un Sistema Informativo Territoriale (SIT) è costituito da un insieme di tecniche, procedure software, hardware, strumenti e personale tecnico in grado di acquisire, gestire, tenere aggiornati ed elaborare dati ed informazioni riferibili al territorio, con lo scopo di analizzare e di modellare i fenomeni che occorrono soprattutto nelle aree urbane e di fornire supporto alle decisioni di chi deve governare il territorio. In una visione moderna i SIT si rilevano gli strumenti privilegiati per accedere a dati territoriali diversi, ovunque e in qualunque forma essi siano disponibili, e per elaborarli in forma integrata al fine di ricavarne un’informazione accurata e completa. Scopo del SIT è dunque di essere uno strumento per il governo delle trasformazioni del territorio e un supporto non solo per la rappresentazione del dato, ma per l’analisi, l’interpretazione e le conseguenti decisioni e scelte da effettuare nel territorio (DSS, Decision Support System). Uno dei primi risultati apprezzabili è stato l'impiego di queste tecnologie da parte degli enti pubblici. Purtroppo però i Sistemi Informativi Territoriali comunali presentano problematiche specifiche non solo a livello informatico e tecnico, ma anche a livello normativo, burocratico, politico, culturale e organizzativo. Inoltre, anche se in Italia si è iniziato a parlare di SIT all’inizio degli anni ’80, la realtà a scala locale si presenta ancora frammentaria, con notevoli differenze fra un comune e un altro: infatti si passa da situazioni all’avanguardia a situazioni in cui a malapena vengono utilizzate le tecnologie informatiche. Attualmente però un ente locale difficilmente può pensare di gestire ancora un ufficio tecnico senza l'uso di calcolatori e software grafici. Si riscontra infatti un crescendo della domanda di sistemi per la gestione degli strumenti urbanistici e delle pratiche edilizie almeno come correlazione tra cartografia numerica e riferimento alla pratica relativa. A questo si associa il fatto che la cittadinanza preme per una gestione più efficiente della cosa pubblica e non intende più accettare lo spreco delle risorse collettive. Ma quali sono i vantaggi dell'impiego di un SIT nell'ambito di un ente locale? "Le attuali città sono realtà grandi, complesse e dinamiche; sono entità sia fisiche che sociali; caratteristica delle aree urbane è una intensa complessa relazione tra organizzazione socio-spaziale (...) e l'infrastruttura fisica (...). Quindi, non stupisce che i sistemi informativi di tipo avanzato siano diventati uno strumento necessario per la pianificazione e il controllo delle trasformazioni urbane e di supporto alle attività operative legate alla gestione delle infrastrutture e dei servizi urbani. Poichè la maggior parte dei dati usati sono riferiti spazialmente, e poichè molti compiti operativi e di pianificazione possono trarre vantaggio da un approccio spaziale, la information technology (IT) di tipo geografico è diventata una questione chiave nella organizzazione della raccolta e del trattamento delle informazioni urbane.” ("Henk Ottens e Jan Jaap Harts, "GIS e pianificazione urbanistica" in Franco Vico (a cura di), "Gis e pianificazione urbanistica", Il Rostro, Segrate (MI), 1996, p. 21.) La "complessità" è un elemento che contraddistingue le nostre realtà urbane e il diffondersi di piattaforme hardware e software sempre più "amichevoli" e sempre più alla -1- portata di tutti fanno sì che la domanda di "gestione automatica del territorio" da parte di enti ed istituzioni sia sempre più pressante. A questo si aggiunge la domanda di informazione da parte del cittadino che, dopo decenni di assorbimento passivo, comincia ad intravedere la possibilità di una fruizione "interattiva" con l'affermazione e l'utilizzo sempre maggiore della rete Internet. "Partendo dall'ipotesi, neanche troppo avventurosa, secondo cui Internet possa assurgere nei prossimi anni a vero e proprio mezzo di comunicazione di massa, ebbene è evidente che essa dovrà servire anche a rendere disponibili ed a trasferire informazioni geografiche (e possibilmente gli attributi ad esse collegati), rapidamente, in formati standard ed al sicuro dai rischi della pirateria informatica" (Valerio Zunino, "Tecnologia SIT-GIS per gli enti locali ed i Professionisti del Territorio", Il Rostro, Milano, 1998. P. 126.) Le tecnologie dell'informazione hanno oggi un'importanza enorme e forse se ne abusa ma la necessità di padroneggiarle per non subirle è aumentata e, anche per ciò che riguarda la gestione del territorio, la richiesta di conoscenza da parte dei cittadini verso le amministrazioni è da considerarsi un'opportunità e non "un'ingerenza". Nella gestione del territorio il concetto di "georeferenziazione" gioca un ruolo primario per ciò che concerne le caratteristiche dei dati impiegati per l'analisi dei fenomeni. All'importanza di dati aggiornati, affidabili, completi ed esaustivi si aggiunge ora l'importante componente geografica. Essa localizza sul territorio l'informazione e permette l'interrogazione degli archivi informatici mediante gli operatori spaziali tipici dei GIS. Abbiamo così a disposizione strumenti che, come risultato finale, producono mappe tematiche, "sintesi d’immagine" che descrivono con immediatezza un fenomeno spesso determinato da un insieme molto complesso di variabili. L'affidabilità del tematismo è inoltre garantita dal trattamento informatico dei dati che, pur non esente da limiti, consente una drastica riduzione di errori introdotti dagli operatori nelle fasi di immissione e modifica dei dati. Lo stadio di maturazione del settore è ormai tale da prefigurare uno scenario in cui il trattamento dei dati geografici (o per lo meno la loro consultazione) non sia più appannaggio esclusivo di tecnici ed uffici amministrativi interessati unicamente allo svolgimento dei propri compiti istituzionali. In questo momento accade inoltre che la diversa consapevolezza del cittadino, aiutata anche dalle leggi sulla trasparenza, induce gli enti pubblici alla necessità di rendere di dominio pubblico un numero sempre maggiore di funzioni storicamente assolte e fornite all'interno degli apparati amministrativi. Il cittadino comincia a realizzare che l'ente pubblico è ora in grado di fornire (e quinti è tenuto a farlo) nuovi servizi e in modo più immediato ed efficiente. Il quadro di riferimento così si completa: l'amministrazione svolge le sue funzioni istituzionali utilizzando il GIS e mette poi documenti, analisi e motivazioni delle scelte sulla rete a disposizione del cittadino che può quindi valutare problemi, progetti e operato degli amministratori a cui ha dato il proprio mandato elettorale. In questo ambito si inserisce questa tesi, frutto soprattutto dell’esperienza da me maturata nei 10 mesi di tirocinio presso l’Agenzia SIT del Comune di Lecco nel corso del 2005. L’amministrazione di questa città ha avviato nel 2003 il progetto di costruzione del proprio sistema informativo territoriale, partendo dalla creazione del nuovo aerofotogrammetrico comunale, e ha previsto di completarlo entro il 2006. Il mio stage si è inserito in una fase di sviluppo della nuova cartografia numerica e della creazione delle basi di dati su cui si fonderà il SIT. -2- Dopo l’acquisizione di tutte le nozioni di base in questo ambito, il lavoro di tesi è iniziato con un censimento della situazione italiana nell’ambito dei SIT dei Comuni medio - grandi, in particolare dei capoluoghi di provincia. La fase di acquisizione delle informazioni è avvenuta principalmente attraverso una ricerca sistematica di quanto pubblicato sul web dai vari uffici o agenzie SIT dei Comuni, che spesso però si sono dimostrati non operativi; anche la ricerca bibliografica è stata utilizzata quale fonte di dati, soprattutto per quel che riguarda riviste specializzate. Questa studio ha avuto lo scopo di verificare le difficoltà e i tempi reali di sviluppo a cui i Comuni vanno incontro e di farsi un’idea delle possibili applicazioni, soprattutto quelle non standard, già sviluppate da qualche ente, che potrebbero essere fatte proprie dal Comune di Lecco. Il lavoro è poi proseguito con lo studio di tutte le possibili applicazioni dei SIT in ambito comunale, comprese quelle applicazioni di carattere innovativo che si prevedono la tecnologia possa mettere a disposizione in futuro. Ci si è quindi dedicati al SIT del Comune di Lecco in maniera specifica, studiando le varie fasi di costruzione della nuova cartografia numerica e del SIT fino ad oggi svolte, ed andando a prevedere come saranno e come si svolgeranno le fasi successive. Sono poi state analizzate le caratteristiche specifiche della città per capire quali applicazioni dei SIT possano essere più importanti e urgenti nell’ambito locale, anche fra quelle non previste nel progetto del Comune. Successivamente, come possibile applicazione innovativa del SIT di Lecco, è stata studiata una sinergia fra GIS e analisi a criteri multipli spaziale, che è stata implementata e applicata alla valutazione del rischio dei beni culturali ed ambientali, utilizzando anche dati forniti dalla Regione Lombardia. Infine ci si è dedicati alla pubblicazione su web del materiale fin qui prodotto che poteva essere di interesse per il pubblico, andando a colmare alcune lacune del sito comunale, come la mancanza di cartografia on-line. Il materiale è stato inserito all’interno del sito istituzionale, ma nel frattempo si è provveduto alla creazione di un sito autonomo dell’Agenzia SIT che, quando pubblicato, sarà il precursore del futuro vero e proprio Web-Gis previsto dal progetto SIT, di cui sono stati analizzati i possibili utilizzi e servizi offerti al pubblico. -3- CAP. 1: CARATTERISTICHE GENERALI DI UN SIT 1.1) Definizione di SIT e GIS SIT è un acronimo che sta per Sistema Informativo Territoriale, definizione italiana di quello che nel mondo viene più comunemente chiamato Geographic Information System (GIS), letteralmente Sistema Informativo Geografico. Si tratta in sostanza di un sistema informativo capace di acquisire, analizzare e rappresentare dati e informazioni di tipo geografico. Sempre più spesso in Italia si parla indifferentemente di G.I.S. e di S.I.T. come se le due definizioni coincidessero; in realtà non sono per niente equivalenti, nella misura in cui la prima (G.I.S.) fa esplicito riferimento alla rappresentazione geografica d’informazioni, mentre la seconda (SIT), facendo riferimento al territorio, può anche prescindere dall'aspetto meramente cartografico. "Geografico" è, infatti, ciò che attiene alla rappresentazione grafica della Terra e della superficie terrestre ai più diversi livelli di dettaglio. "Territoriale" è invece ciò che attiene al territorio che, a sua volta, è un concetto giuridico che identifica una porzione della superficie terrestre delimitata da confini amministrativi. E' evidente, da questo punto di vista, che non necessariamente un Sistema Informativo Territoriale è anche un Sistema Informativo Geografico: basti pensare ad esempio alle applicazioni informatiche in uso presso le Amministrazioni Comunali per la gestione dell'anagrafe dei cittadini, che, pur non contenendo alcuna base cartografica, sono a tutti gli effetti dei Sistemi Informativi Territoriali poiché gestiscono informazioni (Nome, Cognome ed indirizzo in formato esclusivamente alfanumerico) riferite al territorio. E' altrettanto evidente che ciò non vale per il contrario, in quanto un Sistema Informativo Geografico è necessariamente anche un Sistema Informativo Territoriale. Spesso inoltre in letteratura s’intende per SIT l’insieme delle tecniche, degli strumenti, delle procedure e delle persone, cioè il SIT è visto come una soluzione, composta di hardware, software, dati, applicazioni, servizi di formazione, addestramento e manutenzione ecc. Quindi bisognerà includere nel progetto i costi, i tempi e i metodi di costruzione della base di dati, delle applicazioni ecc. Mentre s’intende per GIS il software di gestione di un data base geografico. In letteratura sono state date molte definizioni di GIS: a) Definizioni di GIS basate sul concetto di Database: “un database in cui la maggior parte dei dati sono spazialmente indicizzati un insieme di procedure opera per rispondere a query legate ai loro spaziali” (Smith T.R., S. Menon, J.L. Starr, and J.E. Estes) “ogni insieme di procedure manuali o informatiche usato per memorizzare manipolare dati georeferenziati” (Aronoff S.) b) Definizioni di GIS come struttura costituita da un insieme di strumenti e tecnologie: “una struttura costituita da un potente insieme di strumenti e tecnologie preposta, nel suo insieme, all'acquisizione, archiviazione, gestione, trasformazione, analisi e -4- visualizzazione di dati spaziali georeferenziati (o comunque attinenti informazioni geografiche) estrapolati dal mondo reale per un particolare insieme di scopi” (Burrough P., McDonnel A.) “un sistema per catturare, memorizzare, controllare, manipolare, analizzare e visualizzare dati che sono spazialmente riferiti alla Terra” c) Definizioni di GIS basate su aspetti organizzativi: “un insieme automatizzato di funzioni che fornisce avanzate capacità di memorizzazione, recupero, manipolazione e visualizzazione di dati georeferenziati” (Ozemoy V.M., D.R. Smith, and A. Sicherman) “un sistema di supporto alle decisioni che concernono dati georeferenziati” (Cowen D.J.) Da queste definizioni discende che un Sistema Informativo Geografico ha la capacità di acquisire, organizzare, archiviare, gestire, elaborare dati spaziali riferibili ad aree del territorio, di trasformare dati in informazioni, di integrare differenti tipi di dati, di analizzare e di modellare i fenomeni che occorrono sulla superficie terrestre, di fornire supporto alle decisioni. Il vero scopo di un sistema informativo è l’aumento di conoscenze, che si può avere solo se tutto ciò è finalizzato al supporto di processi decisionali. Un G.I.S. è particolarmente adatto per condurre sessioni anche molto approfondite di analisi dei dati geografici; questo genere di sistema consente cioè di gestire ed analizzare ogni genere di relazione spaziale intercorrente fra tutti gli elementi che fanno parte del data base. Questa funzionalità, nota come analisi topologica dei dati va al di là della mera descrizione della geometria e della localizzazione dei diversi elementi contenuti in una mappa. La topologia è quella disciplina che studia le diverse relazioni spaziali (interconnessione, inclusione, contiguità, ecc.) che intercorrono fra entità geometriche diverse all'interno di un determinato spazio; in un sistema GIS le entità sono sostanzialmente costituiti da NODI, LINEE e AREE (non è infrequente incontrare altre terminologie quali Punti, Archi, Poligoni, ecc.). Mediante un’analisi di tipo topologico è quindi possibile determinare, ad esempio, come gli elementi lineari contenuti in una cartografia siano connessi fra loro, ma anche quali aree siano contenute (interamente e/o parzialmente) all'interno di altre aree più ampie, o ancora, quali aree siano confinanti rispetto ad altre, ecc. La strutturazione topologica dei dati grafici consente quindi di rispondere a domande del tipo: "quali e quanti oggetti areali appartenenti alla classe "edificato" sono contenuti all'interno di quest'area?" o ancora "quali e quanti oggetti puntuali di questo determinato tipo sono ad una distanza minima pari ad un certo valore rispetto a tutti gli incroci presenti sulla rete stradale?" etc. Con questo tipo di interrogazione l'attributo spaziale del dato (ossia la sua georeferenziazione) è la componente fondamentale che permette al sistema di costruire nuovi insiemi di dati tematici derivanti dall'incrocio di archivi alfanumerici (spesso esistenti e collaudati, oppure derivanti da rilievi e ricognizioni) e archivi cartografici, per poi visualizzare i tematismi sul fondo cartografico di partenza in modo da avere la sintesi visiva immediata del fenomeno. E' evidente che per ottenere una risposta corretta all’interrogazione è necessario che il sistema G.I.S. in questione disponga di un’adeguata base di dati strutturata secondo criteri topologici. Per definire l'organizzazione topologica dei dati, un sistema GIS deve necessariamente fare ricorso ad una particolare struttura del data base: tutti gli elementi grafici che fanno parte della cartografia sono riferiti ad un sistema comune di coordinate geografiche. -5- La capacità di georeferenziare i dati, cioè di attribuire ad ogni elemento le sue coordinate spaziali reali è, quindi, una caratteristica fondamentale di un GIS. Infatti, le coordinate di un oggetto non sono memorizzate relativamente ad un sistema di riferimento arbitrario (di una mappa), né relativamente al sistema di coordinate della periferica usata, come la tavoletta digitalizzatrice o il video, ma sono memorizzate secondo le coordinate del sistema di riferimento (G-B, UTM, ecc.) in cui realmente è situato l'oggetto. Ciò che rende questo strumento particolarmente interessante è la possibilità di ricondurre al territorio fisico fenomeni analizzati incrociando archivi anche molto disomogenei tra loro; l'unica cosa di cui si necessita è una chiave di aggancio tra di essi. Come già detto un Sistema Informativo Territoriale (SIT) non è semplicemente un GIS. Costruire un SIT significa certamente raccogliere e organizzare dati e produrre un output destinato ad un determinato utente. Bisogna però considerare che il numero e la varietà dei soggetti coinvolti può essere notevole e può determinare condizioni di ingestibilità tali da vanificare il lavoro di operatori qualificati. Si pensi solo che per costruire un'anagrafe tributaria è necessario far collaborare uffici anagrafici con ufficio dei tributi e poi ufficio tecnico per le questioni legate alla cartografia informatizzata, senza considerare che molti enti hanno al loro interno un centro elaborazione dati per la manutenzione dei personal computer e della rete locale. La strategia organizzativa è dunque molto importante e determina l'uso ottimale delle risorse all'interno dell’amministrazione. Sarebbe paradossale creare delle diseconomie interne nel tentativo di costruire un sistema il cui fine ultimo è quello di aumentare l’efficacia dell'intero organismo istituzionale. Fig. 1.1 : La classificazione dei SIT 1.2) Breve excursus storico A partire dagli anni ’60, cominciando dagli USA, i computer furono utilizzati per la pianificazione a scala territoriale, con modelli che però risultarono spesso molto deludenti. I GIS cominciarono a svilupparsi attorno alla metà di questo decennio, quando furono elaborati per la gestione delle risorse naturali in Canada, ed utilizzati in seguito anche dall’esercito statunitense. Il termine "sistemi informatici geografici" fu -6- utilizzato infatti per la prima volta nel 1967 da Roger Tomlison in "An introduction to the geographic information system of the Canada land inventory". Essi sono il risultato dello sviluppo e della convergenza di diverse tecnologie. I fattori che principalmente ne hanno determinato la nascita e la crescita sono quattro: • • • • L’abbondanza di dati disponibili (rilevazioni,satelliti…) Il progresso della geografia quantitativa (analisi statistiche, analisi multivariata…) La natura multidimensionale dei dati geografici (rappresentazione mediante layer) La natura essenzialmente pratica dei GIS (scopi commerciali, VIA…) L’uso del computer in quest’ambito fu modesto e selettivo almeno fino ai primi anni ’70, anche se molti aspetti dei correnti sistemi sono ancora basati su innovazioni sviluppate nei settori pubblici od accademici in quel periodo. Fino alla fine del decennio la funzione principale era quella di produzione delle mappe (CAD) mentre le funzioni d’analisi dei dati erano molto limitate. In seguito due fattori portarono ad un’evoluzione nel settore: • • Lo sviluppo della cartografia numerica, che permise di gestire in modo più efficiente la cartografia tradizionale; il comparire di strumenti software appositamente studiati per l’analisi geografica. Solo con gli anni ‘80 però il problema sempre più urgente di gestire in modo adeguato i dati territoriali fece sì che si iniziò a diffondere su larga scala la ricerca in questo campo, favorita dalla diffusione di workstations e personal computers e dal miglioramento della resa grafica, sia a livello di video sia di stampanti. Inizialmente ci si trovò di fronte a problematiche rilevanti (capitali ingenti, specificità del software, necessità di personale competente…) che portarono spesso amministratori e tecnici alla conclusione che un SIT fosse uno strumento troppo costoso in termini di materiale e di personale, soprattutto per le realtà medio-piccole. Comunque allo stesso tempo i centri di ricerca e le grandi società continuarono la loro attività in tale campo. Negli anni ’90 gradatamente si iniziarono ad usare gli strumenti GIS per la Pianificazione Urbana e Territoriale, grazie ad una serie di importanti cambiamenti che rese possibile molti progressi: • • • • • • la diffusione di stazioni di lavoro grafico potenti e a costo contenuto; la creazione di programmi specializzati disponibili in MS DOS/Windows, con l’interfaccia utente ad esse relative gradualmente uniformata ai tipi commerciali più diffusi, semplificando la formazione del personale; l’integrazione di diversi ambienti di lavoro, prima attraverso uno scambio di dati effettuato manualmente, poi con tecnologie tipo Visual Basic; l’uso di strumenti task-oriented, ragionatori artificiali veloci nel riconoscere e classificare oggetti spaziali, partendo da database georeferenziati sempre più integrati tra dati di terra e dati da sensori remoti; la nascita di prodotti per l’aggiornamento dei dati, estensioni per la loro pubblicazione in Internet/Intranet, modelli di simulazione, ecc; l’interoperabilità della nuova generazione dei GIS, cioè la capacità di leggere differenti formati di dati, di accedere a differenti banche dati anche -7- • appartenenti ad enti diversi, di generare al volo banche dati virtuali, di cooperare con altri software anche di produttori diversi, di non avere più vincoli tecnici imposti da sistemi e dati preesistenti. lo sviluppo di internet e la nascita dei Web-GIS A partire dal 1995 il rapido progresso della tecnologia dei computers, consentendo di usare strumenti sempre più potenti anche a basso costo, permise ai GIS di poter essere utilizzati anche da persone ed organizzazioni con un budget limitato. Fig. 1.2: i cambiamenti del settore informatico Oggi i Sistemi Informativi Geografici sono in forte sviluppo in tutti i settori grazie all’evoluzione tecnologica dell’hardware, del software e delle reti, e le applicazioni realizzate sono in numero sempre maggiore. Gli sviluppi nel settore informatico rendono per la prima volta disponibile la tecnologia di base indispensabile per la gestione e l’elaborazione delle immense moli di dati geografici che siamo in grado di raccogliere, permettendo lo sviluppo dei sistemi informativi territoriali anche per enti locali di piccole dimensioni. Infatti i dati relativi al mondo in cui viviamo divengono, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie di osservazione e misura, sempre più numerosi ed accurati, anche se disponibili in luoghi diversi e geograficamente distribuiti. Nuove tecnologie di telecomunicazione, terrestri e satellitari, permettono infine di mettere in piedi reti capaci delle prestazioni necessarie alla realizzazione di GIS realmente distribuiti in cui i dati, ovunque disponibili, possano essere condivisi in tempo reale da tutti gli utilizzatori interessati. I moderni metodi di elaborazione dei dati sono di tipo data-oriented: si tratta cioè di collocare le informazioni in un singolo data - base, garantendo altresì l’indipendenza tra i dati contenuti nei files e i programmi applicativi. Di fatto la memorizzazione fisica dei dati, essendo controllata da un sistema di gestione del data - base intermedio DBMS (DataBase Management System) non deve essere conosciuta né dagli utenti né dalle applicazioni software. Ulteriori miglioramenti per la gestione dei dati territoriali si sono avuti con l’introduzione dei data – base relazionali del tipo “object-oriented”, in cui l’utente finale può definire sia gli elementi da rappresentare nelle diverse applicazioni sia come gli stessi debbano essere gestiti. Il grande vantaggio di una struttura di questo tipo è la flessibilità. Un linguaggio di interfaccia relazionale come l’SQL (Structured Query Language), ampiamente accettato come standard per le basi dati relazionali, consente -8- operazioni di consultazione, modifica ed aggiornamento degli elementi caratteristici della realtà territoriale. Ma è soprattutto internet il grande protagonista di questa evoluzione: l’universale accettazione degli standard su cui si è basato e la presenza di strumenti ben conosciuti rendono immediato ed economico lo sviluppo di soluzioni applicative direttamente utilizzabili da ogni genere di utente e da ogni luogo, senza il bisogno di avere o acquisire quelle competenze tecniche che hanno spesso reso difficile l’uso dei GIS di precedente generazione. Inoltre l’ampio utilizzo ha come conseguenza e vantaggio il ritorno di capitali investiti per costruire le basi dati geografiche e la possibilità di uno sviluppo ancora maggiore. In altre parole, in una visione moderna i GIS si rilevano gli unici strumenti in grado di accedere a dati diversi, ovunque e in qualunque forma essi siano disponibili, e di elaborarli in forma integrata per ricavarne l’informazione in quel momento necessaria. Anche se in Italia si è iniziato a parlare di SIT all’inizio degli anni ’80, la realtà a scala locale si presenta ancora incerta, con notevoli differenze fra un comune e l’altro (anche limitrofi) e con un divario evidente tra Nord e Sud. In altre parole la diffusione e l’utilizzo dei SIT nelle sue reali potenzialità è spesso ancora agli esordi, benché queste tecnologie siano state sviluppate ormai da decenni. 1.3) Componenti di un GIS Hardware Essenziale è la piattaforma hardware su cui le applicazioni GIS possono lavorare: si va dal personal computer alla workstation, ai sistemi dipartimentali, fino a grossi sistemi di calcolo. Fondamentale, poi, l’utilizzo delle periferiche per l’input/output dei dati, quali digitalizzatori, scanner, stampanti, plotters, ecc. Software I software sono diversificati e rispecchiano la modularità dei sistemi GIS: programmi applicativi per dati vettoriali, raster, integrati, ed ibridi; strumenti per l’inserimento e la manipolazione delle informazioni geografiche; sistemi per la gestione del database (DBMS); strumenti per la ricerca, l’analisi e la sua visualizzazione; interfacce grafiche di facile accesso agli utenti. La filosofia della formazione di pacchetti software per esigenze specifiche sta decisamente cedendo il passo alla personalizzazione di pacchetti evoluti che prevedono una struttura di base comune alle diverse applicazioni. I pacchetti software più diffusi in Italia sono: • • • • sistemi GIS più utilizzati: 1. di fascia alta: ArcGis-ArcInfo (Esri), MGE (Intergraph), Geomedia Professional 5.2-6 ; 2. di fascia media e desktop: ArcView 3.2 (oramai non più in uso) e ArcGis 9 (Esri), Geomedia (Intergraph) , MapInfo (MapInfo Corporation), Microstation Geographics (Bentley), GRASS, AutocadMap (Autodesk). sistemi per la pubblicazione su web di dati GIS: ArcIMS (Esri), MapGuide (Autodesk), MapXtreme (MapInfo), Geomedia Webmap (Intergraph). sistemi cad: Autocad 2005 , Microstation SE-V8. plug-in specifici per visualizzazione mappe : vari. -9- • • • • • • sistemi RDMS database: Oracle10-10i-10i spacial, Access, Informix. sistemi per la diffusione di documenti: Adobe Acrobat. cartografia vettoriale: .dxf, .dwg, .dgn, .shp, e00, … immagini raster: .tif, .bmp, ecw… database: .mdb, .dbf,… vari: .zip, .pdf, .html, … Dati I dati costituiscono la componente più importante dei GIS; ricoprono un ruolo rilevante, non solo per il loro contenuto informativo, ma anche per il loro costo, che spesso è superiore al 70% del costo complessivo del sistema. E’ importante precisare, però, che il miglior rapporto costo - efficacia nella raccolta dei dati si ottiene raccogliendo solo ed esclusivamente i dati di cui si ha effettivamente bisogno: il miglior sistema informativo è quello che contiene i dati strettamente necessari e di accuratezza adeguata per la propria applicazione. I dati, inoltre, sono la componente di più lunga durata all’interno del GIS: possono essere aggiornati ed integrati per 10-15 anni prima di essere sostituiti. Le fonti di tali dati possono essere le più svariate: dalle carte topografiche di base, ai dati relativi alla popolazione, alle imprese, alle risorse ambientali, ecc. Il dato geografico, o elemento territoriale, è, quindi, costituito da tre componenti: • • • posizionale, geometrica, che descrive la forma e la posizione dell’oggetto strutturato ad alto livello, attraverso punti, linee, aree, pixel; descrittiva, alfanumerica, che esprime il valore di una grandezza e si manifesta in una serie di attributi (valori numerici, stringhe di caratteri, toponomastica) che descrivono le caratteristiche degli oggetti; topologica, di relazione tra gli oggetti, necessaria per l’effettuazione delle analisi spaziali. Fig 1.3: Componenti di un GIS - 10 - La schematizzazione del territorio avviene secondo gli approcci di rappresentazione vettoriale e raster. Nel modello RASTER lo spazio è suddiviso in una griglia formata da pixels: concepito per le discipline che utilizzano dati da satellite, tale modello si presta bene a gestire dati tematici (fenomeni naturali, geofisica, modellizzazione atmosferica ed ambientale). Il modello VETTORIALE, invece, è estremamente utile per descrivere fenomeni discreti (pianificazione, gestione di reti, ambiti amministrativi), ma risulta meno adatto per descrivere fenomeni continui. Nel GIS con modello dati vettoriale il territorio viene descritto utilizzando gli elementi propri della cartografia numerica (punti, linee o segmenti, aree) ed i nodi, oggetti a zero dimensioni, punti particolari che specificano una connessione topologica o la posizione di un’entità geometrica. Fig. 1.4: Differenza tra modello vettoriale e modello raster. Nel convertire i dati relativi a ciascun elemento da un CAD (finalizzato alla sola restituzione grafica) ad un GIS, occorre calcolarne alcuni attributi (perimetro, superficie, ecc.), cosa che il software può fare (definendo tolleranze per la chiusura dei poligoni, regole formali per la condivisione di primitive grafiche, ecc.) ma che spesso richiede l'intervento di un operatore. Un moderno GIS deve essere in grado di gestire dati di cartografia numerica georeferenziati (in coordinate metriche), dati descrittivi direttamente associati agli elementi rappresentati sulla cartografia, ma anche qualsiasi altro dato indirettamente georiferibile. La strutturazione delle informazioni permette, nei GIS, l’intersezione delle basi di dati a riferimento spaziale con altre basi di dati, non spazialmente distribuite (ovvero a riferimento spaziale debole: implicita o indiretta), quali, ad esempio, quelle rivolte allo studio dell’ambiente naturale, della società civile e del mondo economico. Gli attributi, chiamati anche dati non-spaziali, perché privi di connotazione posizionale ed invarianti rispetto a cambi di scala, in genere si distinguono in: • • • • metrici (lunghezze, aree, ecc.) grafici (codici per la rappresentazione come simboli o spessori) descrittivi (nomi, altre caratteristiche) complessi (rilievi, foto, disegni, ecc.). Oltre alla posizione geografica ed agli attributi specifici degli oggetti, è necessario creare, nei dati per un GIS, un insieme di relazioni spaziali, che descrivono le relazioni logiche esistenti tra gli elementi geografici, le cosiddette relazioni topologiche. Una relazione che - 11 - stabilisce un confronto fra due entità geografiche sulla base dei rispettivi attributi geometrici è detta topologica. La topologia applicata alle informazioni geografiche esprime il modo con cui gli oggetti geografici si connettono fra di loro, e i loro mutui rapporti spaziali, utilizzando le relazioni di ADIACENZA, APPARTENENZA e CONNESSIONE. Le relazioni topologiche giocano un ruolo fondamentale nei sistemi di elaborazione di informazioni dello spazio poiché permettono di effettuare analisi spaziali senza prendere in considerazione la geometria (coordinate) degli oggetti. Le relazioni topologiche servono anche a verificare la coerenza di un database: bordi in comune tra paesi contigui, invarianza delle aree in seguito a divisioni od unioni, ecc.. La componente di relazione, che viene ricostruita dal cervello umano, perché generalmente implicita sulla carta, deve essere, invece, immagazzinata in forma esplicita nei database dei GIS. Fig. 1.5: Esempi di relazioni topologiche Fondamentale, poi, è il fattore tempo, che dà la possibilità di effettuare analisi temporali attraverso la caratterizzazione del dato relativamente alla sua posizione nel tempo, permettendo, così, di ricavare preziose informazioni sull’evoluzione di un determinato evento ed in particolare di modellizzare il fenomeno al fine di prevederlo ed intervenire. Questo fattore aumenta di importanza in funzione della rapidità dei cambiamenti. Completata la fase di inserimento dei dati si procede alla loro manipolazione al fine di renderli compatibili con il software GIS utilizzato ed all’eliminazione dei dati non necessari. 1.4) Come lavora un GIS Il GIS memorizza le informazioni in un modello organizzato in più piani informativi (layers), ciascuno contenente un singolo tema, e rappresentati sullo schermo geometricamente da punti, linee o aree. Ciò per cui un GIS si distingue è la sua capacità di effettuare analisi spaziali: le relazioni spaziali tra gli attributi della banca dati ed il collegamento di questi con la parte geografica, porta il GIS a rappresentare un modello del mondo reale. Lo sviluppo delle tecniche GIS ha portato in questi ultimi anni - 12 - ad una costante crescita delle funzioni di analisi raggruppabili in tre categorie: analisi dei dati spaziali, degli attributi ed integrata. Fig. 1.6: Organizzazione delle informazioni in layers separati Le analisi dei dati spaziali consentono di trasformare i dati, georiferire tra di loro i diversi piani informativi, editare i file e correggere eventuali errori di posizione geografica dei punti. Le analisi degli attributi, ossia i metodi per accedere agli attributi, si dividono in: • • funzioni di query, che effettuano ricerche selettive tra gli attributi delle tabelle e generano nuove tabelle contenenti il risultato, non alterando i dati sorgente; il linguaggio di query attualmente più diffuso è l'SQL (Structured Query Language), indipendente dalla struttura del database, cioè di tipo non procedurale funzioni di generazione, che implicano processi di fusione delle classi, riducendo il livello di dettaglio. funzioni di calcolo, ossia operazioni di tipo aritmetico, logico e matematico sugli attributi. Nell’analisi integrata dei dati spaziali e degli attributi si possono definire quattro categorie: • • • • funzioni di ricerca, classificazione e misura; funzioni di incrocio, ossia sovrapposizione (overlay) di più livelli informativi (punti su poligoni, linee su poligoni, poligoni su poligoni) al fine di ottenerne di nuovi: non si tratta di semplice visualizzazione grafica su monitor ma di modifiche informative (a livello aritmetico, o logico) degli attributi; funzioni di vicinanza (neighbourhood), che valutano le caratteristiche di un’area intorno ad una specifica posizione. Esistono quattro tipi di operatori di vicinanza: funzioni topografiche (acclività, esposizione dei pendii), funzioni di illuminazione (insolazione, ombreggiatura), funzioni di vista prospettica, funzione di interpolazione; funzioni per la verifica della connettività, distinte in: contiguità, prossimità (buffering, per valutazioni d’impatto ambientale), diffusione (spread, per l’inquinamento), ricerca (seek, per la ricerca del tragitto ottimale), analisi di rete. - 13 - Un GIS, in definitiva, rende disponibili le seguenti funzionalità di base: • • • • • • • acquisizione di dati provenienti da fonti e tecniche diversificate; strutturazione dei dati acquisiti e memorizzazione dei loro attributi grafici, topologici ed alfanumerici; selezione e ricerca spaziale di oggetti mediante interrogazioni sulle loro componenti geometriche e/o alfanumeriche; disponibilità di operatori per elaborazioni e analisi spaziali sul database, con la possibilità di generazione di nuove informazioni a partire da quelle memorizzate: sovrapposizione automatica di livelli geografici (map overlay); generazione di aree di rispetto o di influenza (buffer); analisi delle reti (ricerca del minimo percorso, analisi di connettività); generazione di modelli digitali del terreno (Digital Terrain Model); visualizzazione delle informazioni e produzione di elaborati in uscita. I metodi utilizzati nei Gis per combinare informazioni differenti sono: 1. Operatori logici booleani: AND - OR – NOT - XOR (OR esclusivo) Il risultato è T o F. Se considero due differenti strati informativi, suddivisi ognuno di essi in zone caratterizzate (T) o no (F) da un certo fenomeno o condizioni, si ha: • • • • AND (devono essere verificate entrambe le condizioni considerate per ottenere il risultato T); OR (deve essere verificata almeno una condizione per ottenere il risultato T); NOT (fornisce il complementare dell’informazione spaziale di uno strato); XOR (deve essere verificata solo una delle condizioni per ottenere il risultato T) Gli operatori booleani possono essere combinati con operatori algebrici (aritmetici e relazioni) applicati agli attributi degli strati per costruire delle espressioni logiche più articolate: Operatori relazionali • a>b • a<b • a=b • a≥b • a≤b • a≠b Operatori aritmetici • a+b • a-b • axb • a:b • ab 2. Operatori insiemistici • operatore di unione - 14 - • • operatore di intersezione operatore di differenza Le prestazioni delle tecniche di sovrapposizione sono migliori nel caso in cui si considerino degli strati raster perché in questo caso i confronti sono eseguiti avendo come unità di base il pixel. Nel caso invece si considerino i poligoni o altre entità vettoriali, il calcolo è complicato dal fatto che, prima che venga eseguito il confronto logico, tutti i dati devono essere ridotti ad un singolo insieme di celle poligonali che risultino dall’intersezione di strati differenti. Ciò richiede una combinazione di operazioni geometriche e topologiche: • • si trovano le intersezioni delle linee che appartengono ai poligoni sovrapposti. Le linee sono separate nei punti di intersezione; le nuove linee sono combinate per definire i contorni di tutte le regioni poligonali risultanti dalla sovrapposizione. Tali poligoni devono allora essere classificati in base alla combinazione delle proprietà dei poligoni originali. L’analisi booleana non tiene conto della diversa importanza degli strati da sovrapporre. Alcuni fattori possono invece essere più importanti di altri. Per questo sono stati implementati e sono in fase di studio dei nuovi metodi di analisi. 1. Sovrapposizione pesata Il livello relativo di importanza dei diversi tipi di dati può essere preso in considerazione includendo dei pesi a ogni strato nell’operazione di sovrapposizione. Quindi per ogni posizione (pixel o poligono risultante dall’intersezione dei poligoni dei diversi strati) la somma pesata è data da: Se poi ogni strato nell’operazione di sovrapposizione consiste di varie tipologie o valori, ad ognuna di queste può essere associato un numero, assegnato in base ad una scala di valori. In questo caso per una particolare posizione la somma pesata è data da: - 15 - 2. Programmazione lineare 3. Sistemi a regole • si utilizza la logica Fuzzy per combinare i diversi strati. • si utilizza un approccio bayesiano. 1.5) I GIS a tre dimensioni L’introduzione di modelli tridimensionali aumenta notevolmente le possibilità di analisi e il numero di indicazioni che si possono cogliere da ogni carta, andando ad incidere anche sull’aspetto divulgativo dei risultati ottenuti poiché le rappresentazioni tridimensionali permettono una maggiore leggibilità degli elementi propri del paesaggio. Il termine tridimensionale è di fatto assegnato a quei modelli in cui un attributo varia con continuità in un riferimento spaziale 3D. Per rappresentare la variazione continua di un attribuito si utilizzano modelli ottenuti da funzioni matematiche di interpolazione: tale procedura consente di prevedere il valore di attributi di punti in regioni non campionate a partire dalle misurazioni effettuate in singoli punti con la stessa area o estensione. Il concetto di interpolazione si basa, quindi, sul fatto che i valori di punti molto vicini nello spazio sono probabilmente molto più simili rispetto a quelli di punti più lontani. Nei GIS si utilizzano esclusivamente superfici continue: un edificio o una faglia verticale, o qualunque tipologia che presenti per uno stesso punto (x, y) più valori di z, non possono essere rappresentati se non utilizzando un leggero offset, per l’impossibilità che ha un GIS nel gestire per uno stesso punto più coordinate spaziali. I DTM (Digital Terrain Model), utilizzati per rappresentare la morfologia del territorio, sono solitamente realizzati in forma raster o a matrice delle altezze (altitude matrix) e prodotti, quindi, a partire da dati spaziati regolarmente o meno. Ogni elemento della griglia viene memorizzato con la rispettiva quota (GRID, matrice delle altezze), oppure con quota puntuale al centro della cella e con gli altri punti all’interno di essa che vengono interpolati (lattice). Il DEM (Digital Elevation Model) ha le stesse caratteristiche, ma ha un significato più generico rispetto al precedente, in quanto può rappresentare superfici tridimensionali di varia natura. - 16 - Fig. 1.7: Modello dati DTM (lattice) La fortuna del modello DTM è dovuta alla facilità con cui le matrici possono essere manipolate con gli elaboratori elettronici e alla struttura topologica di facile comprensione. Inoltre, essi offrono la possibilità di confrontare e valutare modelli digitali della stessa porzione di territorio, sovrapponendo i grigliati definiti da uguali dimensioni e medesima origine planimetrica. Al contrario, esistono alcuni svantaggi tipici del metodo a matrice delle altezze: • • il gran numero di dati ridondanti che si vengono ad avere nel caso in cui si descriva l’andamento di un terreno uniforme, cioè senza variazioni di altezze; la necessità di cambiare la densità del grigliato per poter descrivere zone di crescente complessità, sinonimo di scarsa flessibilità del metodo; In generale la struttura a griglia può dunque risultare troppo grossolana per descrivere efficacemente tutte le forme particolari del terreno, come la sommità dei rilievi, creste, linee di frattura, ecc. Nonostante i citati problemi il DTM basato sul modello a matrice rimane quello di più semplice realizzazione. Partendo così da una base di dati disposti in maniera irregolare sul terreno è possibile sovrapporre a tali punti una griglia regolare (matrice delle altezze), ottenuta utilizzando opportuni algoritmi matematici di interpolazione (metodo dei pesi; metodo della definizione delle aree di ricerca; metodo del Kriging). Il modello TIN (Triangulated Irregular Model) è stato realizzato per ovviare a particolari problemi dati dai GRID e definisce un DTM che va ad adattarsi perfettamente (esempio del lenzuolo) sulla griglia irregolare di punti tridimensionali. I TIN vengono modellati sulla base di una struttura vettoriale e topologica simile a quella usata per le reti di poligoni, e il modello utilizza una copertura continua di triangoli interconnessi. Il modello TIN utilizza, quindi, una distribuzione continua di triangoli ricavati generalmente con l’algoritmo di Delaunay in cui i vertici (nodi) dei triangoli sono costituiti dai punti osservati. Al contrario della matrice delle altezze, il modello TIN è vincolato a passare per tali punti. Esso va dunque a stendersi sui punti isolati e lungo le linee di discontinuità e di profilo, addensandosi in corrispondenza delle zone dove viene incrementata la densità dei punti misurati. Questo tipo di organizzazione li rende particolarmente efficaci quando si deve rappresentare un terreno moto accidentato con bruschi cambi di pendenza. - 17 - Molteplici sono le funzioni di analisi nell’ambito dei GIS tridimensionali; molte di esse, però, sono disponibili solo su prodotti commerciali di alto range. • • • • • • • • • • • • Restituzione di valori z interpolati; Generazione di isoipse della morfologia (contour), o isoipse del generico fenomeno tridimensionale; Determinazione di profili topografici e sezioni composte (profile); Determinazione della linea di massima pendenza (steepest path): interessante simulazione che parte dall’idea di ricostruire il percorso che avrebbe una sfera se fosse lasciata rotolare a valle da un certo punto (applicazioni nell’ambito della idrologia); Analisi delle ombre (hillshade): permette di determinare l’illuminazione ipotetica di una superficie in base all’altezza del sole sull’orizzonte e consente di determinare durata ed intensità dell’insolazione in una certa area (applicazioni nelle pratiche agrarie); Generazione di livelli raster o vettoriali delle pendenze e delle esposizioni (utili per le analisi di impatto ambientale e per la localizzazione di siti ottimali); Calcolo di “vere” aree, e non quelle ridotte all’orizzontale (utili per la mappatura catastale); Calcolo di “vere” lunghezze (utili per la costruzione di ferrovie, strade, acquedotti e reti in generale); Analisi di volume (movimento terre); Analisi della morfologia; Simulazione del punto di vista (line of sight): l’osservatore è posizionato virtualmente sulla superficie simulata del terreno e, dopo aver definito l’azimut di osservazione, l’altezza di posizione e l’angolo visuale, viene ricostruita la visione che sul territorio si avrebbe da quel particolare punto di vista (analisi utilizzata per il posizionamento delle stazioni di trasmissione e di ripetizione delle onde, per la collocazione delle torrette di avvistamento antiincendio nei boschi, ecc.); Funzioni per la navigazione dinamica interattiva dei modelli virtuali (virtual environments), che rappresentano l’ultima frontiera delle rappresentazioni 3D: rendendo immediatamente disponibile la visualizzazione di un manufatto sul territorio, si riesce a cogliere il suo impatto rispetto all’ambiente circostante, aspetto importante per il controllo preventivo di molte realizzazioni, non sempre di facile lettura nelle rappresentazioni in pianta. 1.6) Organizzazione dei dati Due sono i modi di affrontare il problema dell’organizzazione gestionale dei dati in un SIT, a seconda delle due differenti modalità di archiviazione. • Una banca dati è un sistema di gestione orientato all’uso di archivi separati, e quindi con ripetizione di informazioni: impone un tipo di archiviazione semplice, soprattutto quando l’estensione è assai grande, in cui gli insiemi di dati si seguono in maniera ordinata, con poche informazioni ausiliarie. Essa funziona, dunque, come un deposito di dati, ordinato e di facile accesso. - 18 - • Le basi di dati (database) sono strutture fondate sull’integrazione, cioè sulla memorizzazione del minor numero possibile di dati primari, integrati da un gran numero di informazioni ausiliarie che specificano le relazioni fra di essi esistenti. Seguendo un approccio di tipo “top-down” si passa dal modello, ossia le regole che permettono di descrivere lo spazio geometrico, alla struttura, che stabilisce l’organizzazione di queste regole nel sistema computerizzato. Una metodologia di implementazione della struttura dati vettoriale nei GIS percorre quattro livelli di modellizzazione: • • • • livello esterno livello concettuale livello logico livello fisico (informatico). Il livello esterno consiste nel descrivere, in linguaggio naturale, le entità coinvolte in un particolare fenomeno del territorio; poiché esistono diversi modi di vedere la realtà e si utilizzano diverse geometrie, si avranno più modelli esterni che corrispondono a differenti scopi e necessità. Il livello concettuale corrisponde ad una sintesi di tutti i modelli esterni e crea uno schema organizzativo con cui rappresentare i fenomeni e le relazioni oggetto di studio che può essere appropriato per implementazioni fisiche diverse. Sebbene il modello concettuale possa essere descritto tramite frasi in linguaggio naturale, si preferiscono usualmente utilizzare strumenti formali (approccio entità/relazione), per passare in modo semplice dal modello concettuale al modello logico. Le componenti di base del modello di gestione dati Entità/Relazioni (E/R) sono: • • • • • le entità le classi di entità le relazioni tra entità o classi di entità gli attributi delle entità le cardinalità delle relazioni. La minima unità di disaggregazione dei dati è l’entità: ogni elemento è descritto attraverso le relazioni di vicinanza, adiacenza, contiguità con altri elementi. I contenuti delle entità, ad un livello più semplice, sono memorizzati secondo campi e record: in ogni campo è contenuto un valore riferito ad una certa entità e tutti i campi che si riferiscono ad una certa entità vengono poi raggruppati in contenitori più grandi, i record, ossia schede che riuniscono tutti i valori relativi ad una stessa entità. In tale modo viene assicurata la coerenza dei dati: le relazioni mantengono la loro validità anche quando vengono modificate le chiavi primarie o i valori degli attributi. Un aspetto da non sottovalutare è il costo per l’aggiornamento e la manutenzione dei dati: è relativamente facile costruire strutture dati con un numero elevato di entità, per poi accorgersi che non tutti i dati relativi ad alcune entità sono disponibili o di facile acquisizione. Il modello logico corrisponde alle diverse implementazioni logiche del modello concettuale,in altre parole organizza i dati secondo le strutture dati: • gerarchica; - 19 - • • reticolare; relazionale. Nella struttura gerarchica i record sono associati secondo relazioni padre-figlio, in modo analogo alle strutture ad albero in cui ogni entità costituisce la radice di una ramificazione ideale, con una serie di puntatori (legami) al livello successivo ma senza connessioni tra gli elementi allo stesso livello. Il vantaggio di tale struttura sta nella sua semplicità: le relazioni presenti sono tutte esplicitate e questo porta ad una notevole velocità di accesso e gestione dei dati. E’, però, una struttura non vantaggiosa perché inflessibile: nuove relazioni richiedono una nuova struttura. Nella struttura reticolare ogni record può avere più di un record padre e sono possibili i collegamenti anche tra elementi appartenenti allo stesso livello: le relazioni, in generale, sono del tipo molti a molti. Fig. 1.8: Struttura dei dati in un DBMS a rete (a) e relazionale (b) Nella struttura relazionale i dati sono organizzati in tabelle dove le righe sono i record e le colonne sono i campi: non vi è gerarchia di campi all’interno del record e ciascun campo può essere usato come chiave di ricerca attraverso interrogazioni. Con l’uso degli attributi contenuti nelle tabelle si possono stabilire dei collegamenti (relazioni), tramite puntatori, tra le diverse tabelle, conferendo una notevole elasticità alla struttura, una delle più comunemente utilizzate nei GIS. Tale tipo di organizzazione, per la sua notevole flessibilità, è utilizzato nei DBMS (Database Management Systems) di tipo relazionale (INGRES, ORACLE, ecc.), e nei più comuni GIS commerciali. Tuttavia il modello relazionale ha dei limiti: le prestazioni non sono sufficienti quando la banca dati contiene una grande quantità di informazioni e non fornisce adeguato supporto per il trattamento di oggetti complessi. Il modello fisico è sostanzialmente l’implementazione a livello informatico delle basi di dati e delle loro strutture. Nel modello fisico sono esplicitati i puntatori e le informazioni necessarie per accedere e gestire concretamente i dati, mettendo a punto metodi e modalità di accesso e gestione ai dati. Tenendo presente che un SIT deve consentire evoluzioni a breve e lungo termine e deve, pertanto, adattarsi ad esigenze molto diverse e variabili nel tempo, è opportuno non spingersi in eccessive specializzazioni delle strutture - 20 - fisiche. Si deve sempre essere in grado, all’occorrenza, di modificare la struttura fisica senza, però, cambiare quella concettuale. I metadati La diffusione della tecnologia GIS dipende dalla disponibilità e dalla qualità dell’informazione geografica; essa può raggiungere la sua maturazione solo documentando con adeguati strumenti le banche dati, e questi strumenti sono i metadati. I metadati associati ad un database sono, sinteticamente, insiemi di informazioni relative ai dati costituenti l’archivio stesso. “Metadati” è la traduzione italiana del vocabolo plurale inglese “metadata”, termine nato negli USA, dove il Federal Geographic Data Committee (FGDC) definì uno standard per la descrizione delle banche dati geografiche. La definizione di metadati data da FGDC è quella standard: essi sono dati riferiti ad altri dati , o in altre parole descrittori dei dati, che servono a: • • fornire informazioni sui dati disponibili; fornire le informazioni necessarie per il trattamento e l’interpretazione dei dati. Un insieme di metadati, o “dati sui dati”, può essere considerato consistente quando, nel modo più sintetico possibile, descrive esaurientemente: • • • il contenuto la qualità le caratteristiche dei dati stessi. Queste informazioni a corredo servono a favorire la trasparenza e ad evitare inutili, costose e dannose duplicazioni di dati. Nel caso dei dati geografici, il prodotto al quale facciamo riferimento è una raccolta identificabile di dati georeferenziati (territoriali) detto dataset. I criteri identificativi e distintivi di un dataset possono essere l’estensione geografica, il tema, l’epoca ed altri, singolarmente o tra loro combinati. Il dataset importato in un certo contesto (hardware, software e risorse umane) diviene un database: il tutto costituisce un SIT. I Metadati permettono ad un produttore di descrivere pienamente un dataset e all’utente, non necessariamente esperto nell’utilizzo del dato geospaziale, di: • • • conoscerne le caratteristiche; capirne ipotesi e limitazioni; valutarne l’applicabilità per lo scopo prefissato (riutilizzabilità). Inoltre il metadato è relativo ad una certa epoca del dataset: aggiornamenti e manipolazioni dello stesso necessitano la revisione del metadato. Gli elementi costituenti il database proverranno da fonti eterogenee, in formati eterogenei e, ragionevolmente, non risiederanno su un’unica macchina; inoltre dovranno, almeno alcuni fra di essi, essere resi disponibili ad altri enti o addirittura al pubblico: la presenza di un opportuno set di metadati associati agli archivi diventa quindi un elemento essenziale per la comprensione e la lettura dei dati stessi nelle fasi di manutenzione e interscambio. Essi infatti permettono di rendere le banche dati disponibili su server in rete, generando delle interfacce in grado di integrare virtualmente banche dati residenti su - 21 - server differenti e gestite da enti differenti, rendendo partecipe anche il cittadino dell’informazione. Gli obiettivi appena esposti non possono prescindere da uno standard di riferimento che uniformi i set di metadati. Nel settore della qualità dei dati geografici c’è ancora molto da fare: specifiche tecniche, processo di produzione, certificazione dei dati; tutto ciò ha un costo in termini di organizzazione e realizzazione, ma forse l’impegno più grande è culturale. Nessun ente in Italia ha studiato un metodo per catalogare dati geografici in modo adeguato e la mancanza di informazioni sulle banche dati geografiche realizzate con denaro pubblico o privato è pressoché totale. Nella maggioranza dei casi gli enti pubblici persistono in una sottile resistenza alla cessione del dato, o con prezzi fuori mercato per dati che dovrebbero essere di pubblico dominio, o con complesse procedure burocratiche per l’acquisto. Inoltre spesso i dati diffusi negli uffici non sono adeguati come completezza e qualità. Per sviluppare un DB geografico occorrono grossi investimenti, strutture qualificate, utilizzo di procedure rigorose di costruzione ed aggiornamento nei singoli uffici, ponendo la massima attenzione alla qualità. D’altro canto alcuni enti pubblici hanno iniziato a documentare le banche dati geografiche in strutture descrittive denominate metadati ma sono ancora tante le difficoltà che ci impediscono di conoscere il patrimonio informativo geografico oggi disponibile in Italia. Per i dati utilizzati dalla Pubblica Amministrazione è comunque indispensabile che le indicazioni di qualità, riportate nel metadato, diventino parte integrante del dato stesso e vi siano delle procedure standardizzate per la loro determinazione e riporto. La velocissima diffusione della tecnologia basata su Internet sta favorendo le soluzioni di metadati che siano fruibili tramite queste tecnologie. Infatti è di fondamentale importanza non solo la creazione di metadati aderenti ad uno standard più o meno riconosciuto o diffuso, ma anche la loro accessibilità e fruibilità. Da quando i dati geografici sono diventati costosi da ottenere, gli utenti hanno avuto la tendenza a condividerli, e il mezzo più appropriato per farlo è Internet. WebGIS, infatti, vuol dire servizi tecniche per accedere a dati geografici attraverso internet utilizzando la tipica architettura client- server del www. L’enorme crescita di Internet negli ultimi anni ha si agevolato la diffusione dei dati ed aumentato l’interessa per gli schemi di metadati, ma ha anche ulteriormente aggravato la situazione di disordine già esistente, e nuovi schemi si sono aggiunti a quelli preesistenti. Quindi più il trasferimento di dati geografici viene effettuato tramite Internet più si ha necessità di un’Infrastruttura dell’Informazione Geografica in un contesto nazionale, che consiste in linee di condotta, tecniche, partecipanti, standards, per fare in modo che l’informazione geografica sia chiara e ottenibile. I tempi per l’uso dei metadati sono fin troppo maturi, sia perché molti dati geografici già esistono ma non sono noti ai potenziali utilizzatori, sia perché le reti telematiche hanno dato un impulso quasi sconcertante all’uso diffuso dell’informatica, da travolgere anche il settore dei GIS. D’altro canto, chi ha già usato il Metadati per documentare le proprie banche dati ne ha tratto un immediato beneficio, riuscendo finalmente a comunicare all'interno del proprio ente o della propria impresa quali sono e cosa contengono le proprie banche dati geografiche. Esistono numerosi standard di metadati già consolidati od in via di elaborazione, anche se la loro diffusione non è effettivamente legata al grado di standardizzazione. La velocità di evoluzione degli standard di metadati rende assai difficile se non impossibile identificare oggi quale sia lo standard che verrà universalmente accettato nel campo - 22 - dell’informazione geografica, e comunque bisognerà temere conto anche delle attività degli enti standardizzatori che stanno lavorando nel mondo. Dei principali standard per metadati non tutti presentano le caratteristiche di specificità necessarie per trattare i dati geografici. Inoltre anche per quanto concerne queste problematiche, internet riveste un ruolo fondamentale: la creazione dei metadati secondo uno standard definito è solamente metà del problema, l’altra metà è come effettuare delle ricerche su questi metadati. Questo problema della ricerca delle informazioni nei metadati è quello che sta modificando più profondamente gli standard: infatti gli standard del tipo CEN/TC 287 non sono stati progettati per essere condivisi in rete o ricercati tramite motori di ricerca quali quelli che siamo abituati ad usare quotidianamente, ma erano invece progettati per creare e realizzare delle banche dati più o meno autonome. Molto recentemente quindi, l’interesse si sta spostando verso quegli standard, come quello l’FGDC negli Stati Uniti, che già ora permettono di trasformare il loro contenuto in pagine HTML o XML. I fattori che vanno considerati per valutare l’applicabilità di uno standard di metadati, sono: • • • • • la diffusione; la compatibilità; la possibilità di evoluzione tenendosi al passo dei tempi e delle necessità, oltre che delle tecnologie; la presenza all’interno dei più diffusi software per la gestione dei dati; la facilità di ricerca da parte di motori di ricerca anche non specializzati. Nell’appendice 2 sono descritti i principali standard di metadati. 1.7) La cartografia numerica Un SIT può essere visto anche come un insieme d’informazioni numeriche, le quali permettono di descrivere l’evoluzione dinamica del territorio, mediante la sovrapposizione dei dati qualitativi e quantitativi che lo influenzano e lo caratterizzano. La rappresentazione dei fenomeni dinamici associati al territorio avviene in generale con approcci basati sulla cartografia, che rappresenta un potente mezzo di traduzione dei dati in informazione e consente di evidenziare le connessioni che esistono tra i dati che rappresentano una particolare fenomenologia. Per questo la cartografia numerica è utilizzata molto diffusamente quale supporto di base per la costruzione e lo sviluppo dei SIT comunali, e sono coinvolte nella creazione dei SIT cartografie con scale nominali sempre più grandi. Inoltre le esigenze di gestire il territorio, sia alla grande scala da parte dei comuni, sia a media-piccola scala da parte di province e Regioni, hanno progressivamente diffuso la necessità di trasformare la tradizionale cartografia numerica in database topografico. Si tratta, di fatto, di impiegare le strutture dati tipiche dei software SIT e di associare, in fase di rilevamento, una serie di attributi in parte notevolmente differenti rispetto a quelli che tradizionalmente formavano il prodotto cartografico. Le specifiche tecniche di creazione di cartografia numerica diventano sempre più esigenti, proprio perché sono ormai da considerarsi come la metodica di rilevamento originaria del Sistema Informativo Territoriale. D’altra parte oggi assume rilevanza maggiore realizzare cartografie, soprattutto a grande scala, finalizzata a far parte del processo di generazione di un SIT. - 23 - All’interno di un SIT la cartografia numerica costituisce il riferimento spaziale per tutta una serie di informazioni, sia di tipo strettamente cartografico sia di tipo descrittivo. Per poter assolvere questa funzione essa viene opportunamente “modellata” e “strutturata”, secondo criteri che dipendono dal suo impiego prevalente. La tendenza degli utenti dei SIT è quella di investire risorse nella realizzazione di una cartografia numerica finalizzata a soddisfare le proprie specifiche esigenze. La cartografia numerica è costituita da una sequenza di numeri memorizzati su supporto magnetico, e strutturati secondo le logiche delle banche dati (data base): tali numeri rappresentano le coordinate dei punti in un certo sistema di riferimento, ed una loro codifica che stabilisce la relazione tra il punto in esame e gli altri punti memorizzati, stabilisce cioè, se ad esempio, il punto sia isolato o se appartenga ad un’entità. La cartografia numerica può essere pertanto considerata una raccolta organizzata di informazioni riguardanti la rappresentazione del territorio analizzabile attraverso un opportuno linguaggio di interrogazione. La cartografia numerica è quindi in un certo senso un’immagine speculare della cartografia tradizionale: infatti mentre l’elemento base di quest’ultima è sostanzialmente un disegno che contiene in forma implicita (e ricavabile da misure sulla carta a partire dalle informazioni desunte da legenda, parametratura e cornice) le coordinate dei punti, nel caso della cartografia numerica l’elemento base è l’insieme delle coordinate che contiene in forma implicita la sua visualizzazione sotto forma di disegno. L’uso della cartografia numerica comporta numerosi vantaggi rispetto alla cartografia tradizionale: • • • • • • concentra una gran quantità di dati nella memoria del computer, lasciando alla rappresentazione grafica solo il compito descrittivo richiesto di volta in volta; fornisce le informazioni qualitative e metriche sotto due aspetti: quello numerico (coordinate che descrivono la geometria degli oggetti e codifiche che ne indicano la tipologia), e quello grafico riportando la cartografia su video o su supporto cartaceo mediante plotter; permette di estendere la tipologia della cartografia, con la possibilità di memorizzazione negli archivi coordinate planimetriche e altimetrica (cartografia numerica tridimensionale); rende facile la gestione e l’aggiornamento dei dati; garantisce l’univocità del contenuto metrico (si eliminano sia i problemi connessi alla soggettività della misura per determinare le coordinate di punti a partire dal disegno della carta sia quelli dovuti alla deformazione nel tempo del supporto cartaceo sul quale è riprodotta la mappa); consente di incrociare il dato cartografico numerico con archivi diversi, quali ad esempio l’anagrafe. Per la cartografia numerica il concetto di scala della carta sembrerebbe superato, essendo i punti archiviati con le loro coordinate assolute. Si deve comunque tenere presente che le procedure di costruzione della carta (metodi di acquisizione delle osservazioni topografiche, fotogrammetriche, digitalizzazione di carte preesistenti) danno alla carta un contenuto metrico ben definito. Il concetto di scala è quindi mantenuto anche nella cartografia numerica con il significato di massimo rapporto di scala a cui si possa riprodurre una carta mediante plotter in modo tale che essa abbia gli stessi requisiti qualitativi e metrici di una carta tradizionale avente la stessa scala. A tale rapporto si dà il nome di scala nominale (pari al rapporto di scala che avrebbe una carta tradizionale di corrispondente precisione metrica e qualitativa). La qualità di una cartografia numerica - 24 - non è definito solo dal rapporto di scala nominale: spesso vengono richieste per la cartografia numerica delle caratteristiche superiori a quelle richieste per la cartografia tradizionale di pari scala. Ciò è dovuto alla possibilità, fornita dai mezzi informatici, di visualizzare la cartografia su video in un rapporto di scala che può essere molto superiore a quello nominale. Il corrispondente di tale procedura per la cartografia tradizionale è l’ingrandimento fotografico, che aumenta artificialmente il rapporto di scala della carta ma che rovina definitivamente la qualità della medesima. Con la cartografia numerica, invece, la qualità della cartografia numerica rimane sempre quella di impianto. Lo scopo di tale visualizzazione a scala maggiore è quello di poter leggere meglio e non quello di poter leggere di più, ma se la cartografia numerica non è realizzata con caratteristiche di qualità elevate, compreso il rispetto della congruenza geometrica, cioè nei dettagli di forma degli oggetti, queste potenzialità di visualizzazione non possono essere sfruttate appieno. Nella fase di progetto della cartografia numerica, è indispensabile prevedere l’interfacciamento diretto del data base cartografico con pacchetti DBMS (Data Base Management System) dedicati alla creazione e gestione del Sistema Informativo Territoriale (Oracle, ecc.). Con questi software si possono effettuare interrogazioni sui dati: per esempio è possibile visualizzare gli attributi descrittivi di un edificio (anno di costruzione, stato di manutenzione, ecc), oppure ricercare parametri omogenei sulla base di una “chiave di ricerca” (ad esempio tutti gli edifici con lo stesso anno di costruzione). La struttura dati quindi è sempre più complessa: si hanno file strutturati in livelli (layers) ciascuno corrispondenti a un codice. Ad esempio la gestione del file cartografico permette la rappresentazione del solo tessuto viabilistico o della rete idrologica. La cartografia di un determinato territorio nasce in un’unica banca dati grafico numerica, ma viene poi suddivisa in differenti files, uno per ciascun foglio, per rispettare le convenzioni di plottaggio. Sono determinanti le indicazioni di capitolato riguardanti le modalità di taglio, per evitare di “spezzare” fabbricati od elementi unitari. Una volta strutturata la banca dati, sono da eseguire altre interrogazioni di editing, molto importanti per la gestione dei SIT. Tre di esse sono richieste per la maggior parte delle cartografie a grande scala: 1. la struttura della viabilità a tronchi e nodi; 2. la generazione di centroidi per gli elementi areali; 3. l’inserimento dei numeri civici. La strutturazione della viabilità a tronchi e nodi consente l’organizzazione in elementi areali di flussi della rete stradale. Un tronco è costituito da un elemento areale coincidente con la larghezza stradale che collega due nodi successivi; un nodo invece è l’elemento areale dove confluiscono tre o più tronchi o lo slargo servito da due tronchi. Per quanto riguarda questa struttura: • • • si può associare il nome della via in modo che più tronchi e nodi ricostruiscano la via stessa; si possono associare informazioni relative agli aspetti tecnici della strada (ad esempio per manutenzioni periodiche) e agli impianti sotto di essa (per la ricostruzione dello schema impiantistico di servizio); si può eseguire una modellazione in funzione degli schemi di mobilità, dei flussi e della semaforizzazione per un’ottimizzazione del traffico; - 25 - Fig. 1.9: Esempio di struttura a tronchi e nodi Per quanto riguarda la generazione dei centroidi per elementi quali edifici, aree verdi, ma anche tronchi e nodi, sino a marciapiedi o tutto ciò che di areale è rappresentabile in una cartografia. Si tratta di associare a ognuno di tali elementi un punto – su di un apposito livello con un apposito codice – a cui poter poi fisicamente associare una scheda: su questa scheda si possono inserire gli elementi interrogabili con le tecniche da SIT. Per gli edifici, ad esempio, si potrà associare: • • • la scheda catastale corrispondente; la scheda anagrafica relativa agli abitanti; la scheda relativa agli impianti che servono l’edificio; I numeri civici sono elementi rilevati normalmente durante la ricognizione e riportati su apposito livello con il rispettivo codice, come elemento di toponomastica sulla carta numerica. In tal modo, attivando il livello corrispondente, a ogni edificio è possibile caricare la scheda anagrafica suddetta, con un immediato collegamento agli aspetti tributari destinati ai residenti. Una corretta codifica in cartografia numerica consente di distinguere fra oggetti diversi: ad esempio differenzia le strade ordinarie da quelle ferrate, i fabbricati civili da quelli industriali, ecc. Quindi in cartografia numerica qualunque entità (lineare, areale) deve avere un codice appropriato. Per la codifica di solito vengono rispettate alcune caratteristiche comuni; ad esempio si utilizzano codici numerici o alfanumerici, che sono più facilmente gestibili. Di solito è necessario: • • • stabilire quali entità rappresentare e, conseguentemente, quali contenuti codificare; decidere il sistema di codifica: nelle banche dati territoriali si usano sistemi relazionali; in cartografia numerica si usano i sistemi gerarchico – numerativi; organizzare i codici per la descrizione del territorio attraverso classi – quali l’orografia, l’idrografia, l’abitato, la viabilità, la vegetazione, ecc. – con le - 26 - sottoclassi descrittive – ad esempio per l’orografia le curve di livello – e i livelli delle sottoclassi. La scelta del metodo di produzione di cartografia numerica è strettamente legata alla tipologia del SIT da realizzare, nonché alla conseguente strutturazione e modellazione dei dati geografici che vi andranno inseriti. Quindi la fase della progettazione logica del data base geografico deve precedere ed influenzare la scelta del metodo di produzione di cartografia numerica. Una volta definite strutture e codifiche dei dati, per realizzare cartografia numerica a media – grande scala si possono seguire tre strade ottenendo tre differenti tipologie di prodotti: 1. mediante restituzione fotogrammetrica diretta; 2. mediante digitalizzazione di cartografia esistente; 3. mediante rilievo diretto sul terreno con vari tipi di strumenti topografici. 1. La restituzione fotogrammetrica diretta è il principale mezzo di realizzazione di nuove cartografie a scale medie e medio grandi: 1:10000, 1:5000, 1:2000, 1:1000, in quanto è in grado di garantire precisioni e qualità soddisfacenti, con costi e tempi di produzione decisamente inferiori al rilievo topografico del territorio. Essa avviene utilizzando fotografie aeree che riprendono la stessa porzione del territorio da punti diversi (con una sovrapposizione delle immagini almeno del 60%) e che vengono inserite, una coppia per volta, in uno strumento stereorestitutore; mediante opportune procedure (ricognizione e editing tridimensionale) si riesce ad ottenere un modello immateriale tridimensionale definito “modello stereoscopico del terreno”. I moderni stereorestitutori analitici sono provvisti di un’interfaccia che trasferisce le coordinate risultanti dall’esplorazione stereoscopica a una routine di grafica automatica (CAD), in modo da memorizzare in opportuni file la cartografia che diventa cartografia numerica. Per arrivare alla tradizionale rappresentazione grafica, il file numerico viene disegnato automaticamente (fase di plottaggio) alla scala richiesta. 2. La cartografia numerica digitalizzata può essere manuale: si posiziona una cartografia su di un apposito tavolo da disegno digitalizzatore di tipo professionale (digimetro o digitizer) e si inseguono le linee riportate su di essa sotto la guida di un software di memorizzazione vettoriale; può essere automatica: si esegue una scansione, lettura per mezzo di uno scanner, di una cartografia esistente su supporto cartaceo. Di solito si sceglie la digitalizzazione manuale se: • • • • già esiste una carta tradizionale sufficientemente precisa ed aggiornata da tradurre in cartografia numerica; se è necessario numerizzare solo alcuni elementi e non la globalità della rappresentazione; se le codifiche da introdurre per la creazione di un SIT sono così complesse che devono essere attribuite in funzione di elementi che non appaiono sui fotogrammi; se si deve effettuare l’inserimento delle particelle catastali nel Sistema Informativo per la gestione del Catasto Automatico. Il progressivo aumento dell’utilizzo della digitalizzazione automatica mediante scanners è dovuto alla necessità di automatizzare le operazioni di digitalizzazione - 27 - manuale, che sono lunghe e costose, e al desiderio di trasformare tutto l’archivio cartografico esistente in formato digitale. Con i raster scanners la digitalizzazione produce un’immagine raster; i raster sono files binari o di testo costituiti da matrici di punti (PIXEL = PICture ELement) a ciascuno dei quali viene assegnato un valore di intensità luminosa o un colore. Alla fine del processo di numerizzazione automatica, con un qualunque scanner, si ottiene un grande volume di dati organizzati in modo matriciale. Alle imprecisioni proprie della carta si devono sommare quelle indotte dallo scanner ma questi dispositivi hardware hanno raggiunto un elevato grado di raffinatezza e precisione, tanto che la deformazione introdotta nell’immagine rasterizzata è praticamente inesistente. Fig 1.10: Esempio di immagine raster Esistono programmi in grado di gestire e manipolare gli archivi raster: fra questi i più importanti sono quelli che eseguono la conversione raster – vettoriale detta vettorializzazione (programmi OCR), che trasforma i dati distribuiti sulla matrice in un insieme di linee, poligoni e segmenti per ottenere l’equivalente della carta numerica digitalizzata. Questa operazione è spesso indispensabile in quanto: • • • serve per ridurre la mole dei dati da trattare; serve per l’introduzione di relazioni topologiche (continuità e connettività); alcuni sistemi informativi, come i programmi di disegno e di progettazione, i cosiddetti CAD, lavorano solo su dati in formato vettoriale. Dopo aver applicato questi programmi di vettorializzazione, è quasi sempre indispensabile - l’intervento dell’operatore che deve cercare di eliminare gli errori e ricostruire per quanto possibile le relazioni topologiche. - 28 - Finita l’operazione di “pulizia” dei dati, per realizzare una cartografia numerica che possa una base per un GIS, bisogna ancora selezionare i dati che ci interessano aggiungendo le opportune codifiche. Questa operazione può essere fatta manualmente, con l’uso dei programmi CAD, ma esistono programmi in grado di “catturare” i dati per i GIS che permettono di realizzarla in modo completamente automatico. Infatti il vero problema per la produzione di cartografia numerica con gli scanners è il processo di vettorializzazione: i programmi di vettorializzazione sono complessi e costosi e richiedono comunque l’intervento dell’operatore per le suddette operazioni di selezione e codifica dei dati. Proprio per questi motivi la ricerca sta cercando di realizzare queste fasi in modo sempre più automatico, così da rendere competitiva la digitalizzazione automatica rispetto a quella manuale. Un altro settore riguarda lo sviluppo di programmi che consentono l’elaborazione diretta delle immagini raster (SICAD, CAD OVERLAY, ecc.) e la sovrapposizione ad esse di elementi vettoriali: la cartografia rasterizzata può dare da “sfondo” ad un tematismo vettoriale. I vantaggi di questa tecnica sono la facilità di aggiornamento dell’archivio cartografico e la possibilità di realizzare dei fogli di taglio qualunque; gli svantaggi sono legati al grande volume dei dati in memoria e ai problemi nelle zone di giunzione dei fogli: queste ultime non avvengono mai perfettamente, dando origine a imprecisioni metriche e grafiche che dipendono dalla scala della carta. 3. Il metodo di produzione della cartografia numerica attraverso rilievo è basato sulla misurazione direttamente sul terreno delle grandezze che ci interessano, con l’ausilio di strumenti topografici che consentono la lettura di angoli e distanze. Ha avuto un notevole impulso grazie allo sviluppo degli strumenti elettronici (distanziometri, teodoliti, stazioni integrate,..) che hanno velocizzato le operazioni di rilievo. Inoltre, come ausilio alla produzione di cartografia numerica, è ormai diffuso l’uso della tecnica GPS: sistema di posizionamento satellitare che permette la determinazione delle posizioni dei punti, rispetto ad un riferimento geocentrico denominato WGS 84. Ognuno di questi metodi ha particolari caratteristiche che devono essere attentamente analizzate dal progettista della cartografia numerica. In generale, la scelta di uno di essi, o di una loro combinazione, non dipende esclusivamente da criteri di precisione, ma deve essere dettata soprattutto da criteri di opportunità. Le cartografie numeriche moderne nascono già con le specifiche richieste, quindi si va verso un progressivo abbandono della pratica di digitalizzazione o scansione di elaborati grafici. Il grosso vantaggio del recupero della cartografia tradizionale è il costo limitato dell’operazione rispetto ad un nuovo rilievo aerofotogrammetrico. Un’obiezione che potrebbe essere fatta alla produzione di cartografia numerica tramite digitalizzatore è quella della perdita di precisione che si realizza nel passaggio numero – grafico – numero, anche se gli studi sperimentali hanno confermato la validità della cartografia numerica realizzata in questo modo, pur con un decadimento di qualità rispetto alla stereorestituzione analitica. Però l’operazione di misura con il cursore del digimetro peggiora la qualità metrica della carta su supporto cartaceo, quindi la carta numerica vettorializzata sarà metricamente peggiorativa rispetto alla carta di partenza e normalmente non rispetterà le tolleranze proprie della scala nominale della carta. Inoltre la misura eseguita è sostanzialmente bidimensionale (viabilità, idrografia, ecc), solo ad alcuni elementi (curve di livello, piani quotati) potrà essere associata manualmente l’informazione altimetrica, in modo oneroso a livello di tempi richiesti. - 29 - In conclusione, anche se da un punto di vista teorico è preferibile realizzare una cartografia numerica a grande - grandissima scala con il metodo della restituzione fotogrammetrica diretta, gli alti costi e le “attenzioni” tecniche, ne sconsigliano in alcuni casi la scelta, perlomeno nei rilievi dei centri urbani, a favore invece del rilievo topografico a terra. Infatti grazie alla nascita di nuovi strumenti elettronici, il rilievo topografico è diventato particolarmente competitivo, oltre che per il rilievo di centri urbani in scala 1:500-1:200, anche per la cartografia catastale ed altra cartografia tematica, il cui tematismo da rappresentare non sia individuabile sul fotogramma. Ma anche in questo caso si tratta sempre di sostenere costi molto elevati. I metodi misti, usati per le carte urbane a grande e grandissima scala, consistono nel “miscelare” le due tecniche di rilievo: si realizza sull’intero territorio un rilievo fotogrammetrico a scala nominale 1:2000, 1:1000, e si integra con un grosso rilievo topografico solo nel centro storico (nei quali non tutti gli elementi - ad esempio vie strette, cortili,ecc. - possono essere stereorestituiti) , o lungo le strade (come è stato fatto per la gestione delle reti tecnologiche) in modo da garantire la precisione tipica delle scale 1:500-1:200 nelle aree interessate. Se si usano i moderni teodoliti integrati, le parti rilevate topograficamente potranno essere congruenti, dal punto di vista informatico e della codifica, con quelle restituite dalle prese aeree: gli elementi rilevati, con precisioni normalmente centimetriche, saranno perciò definiti già nel sistema di riferimento cartografico sfruttando le caratteristiche proprie del piano di Gauss (tenendo conto degli elementi correttivi del caso). Le ortofoto digitali Recentemente il crescente sviluppo di SIT con un incremento del dettaglio di rappresentazione dei dati geografici ha richiesto prodotti cartografici sempre più aggiornati caratterizzati da una maggiore precisione metrica e da risoluzioni geometriche sempre più elevate. L’avvento della fotogrammetria digitale ha contribuito alla risoluzione di queste problematiche introducendo, come base geometrica di un SIT e/o come supporto per il suo aggiornamento, le ortofotocarte digitali. Un’ortofotocarta è un’immagine ottenuta da fotogrammi aerei sottoponendoli a raddrizzamento (da immagine fotografica prospettica a proiezione ortogonale) e correzione di scala in funzione della quota. Per realizzarla occorrono punti noti a terra (punti d’appoggio) e un modello digitale del terreno (DTM). Il file raster ottenuto (formato TIFF) è poi georeferenziato e a tale immagine (detta ortofotopiano) vengono poi sovrapposte curve di livello e toponomastica. Sempre più spesso le ortofotocarte digitali vengono usate per integrare la cartografia preesistente o per disporre, in tempi ridotti, di elaborati digitali aggiornati. L’ortofotocarta rappresenta un ottimo supporto, come cartografia di base di un SIT, sia per le sue caratteristiche metriche che per il suo contenuto informativo facilmente interpretabile, e può essere implementata come carta di base di un SIT, per la facilità con cui può essere gestita e integrata con dati vettoriali di tipo tematico. Le ortofotocarte digitali: • • • sono un prodotto raster utilizzabile anche con valenze tridimensionali se viene contemplata la possibilità di accesso interattivo al DTM usato per la loro creazione; consentono un uso versatile, una buona interpretabilità e leggibilità grazie alle possibilità offerte dalle moderne tecniche di elaborazione di immagini; hanno costi di produzione minori rispetto a quelli relativi agli altri prodotti cartografici; - 30 - • • consentono l’utilizzo di numerosi software fotogrammetrici, su normali PC, che permettono di eseguire facilmente le operazioni di ortoproiezione e di generazione automatica del modello digitale delle elevazioni; permettono grande rapidità nelle procedure di aggiornamento. Fig. 1.11: Fotogramma aereo dell’area di Lecco La carta tecnica numerica comunale Le applicazioni più ricorrenti nei Comuni medio–grandi attraverso l’utilizzo della carta tecnica numerica, sono la consultazione delle informazioni cartografiche ed alfanumeriche, l’estrazione on–line delle mappe della cartografia, l’accesso alle banche dati del SIT. In ambito urbano si usa solitamente una cartografia a grande scala (1:2000 1:1000) ed i formati più ricorrenti sono dwg, dxf o shapefile. Il formato dxf, pur non essendo il formato ottimale per gli scopi prettamente cartografici, è sicuramente uno fra i formati di grafica più diffusi a livello comunale ed è sicuramente interfacciabile con i software di gestione cartografica attualmente esistenti, sia per i sistemi informativi sia per programmi di progettazione edile e stradale (come ad esempio Autocad). Per quanto riguarda l’origine della carta numerica, i Comuni hanno scelto due strade diverse: • • aggiornare o rifare totalmente la mappa catastale in collaborazione con l’Agenzia del Territorio (ex ufficio tecnico erariale) per potere disporre di una carta tecnica costruita su base catastale, integrata con le operazioni di inquadramento e restituzione di volo fotogrammetrico e successivamente trasformata quindi in carta numerica; costruire la carta tecnica comunale da un cartaceo – che di solito ha origine da un volo fotogrammetrico, integrato da un rilievo a terra – e quindi informatizzarlo, senza tenere conto delle mappe catastali; Per ora quest’ultima soluzione è la più diffusa, in parte perché evita i problemi di difficile collaborazione e interscambio di informazioni con l’Agenzia del Territorio, e del non aggiornamento delle mappe e dei dati catastali. - 31 - Proprio perché di solito la seconda soluzione è la più adottata il metodo di rilievo più diffuso è quello misto aereo fotogrammetrico (restituzioni aerofotogrammetriche) e terrestre (rilevamenti sul terreno). Il sistema di riferimento per la carta tecnica è quello geodetico nazionale – ellissoide internazionale orientato a Monte Mario – e il sistema di coordinate cartografiche è quello di Gauss – Boaga. Una delle operazioni più importanti, ma anche più delicate, è l’integrazione delle basi di riferimento – base cartografica, catasto, toponomastica e numerazione civica, grafo stradale (per poter georeferenziare una serie di dati) – per ottenere un’unica base cartografica di riferimento. Altro problema è che nelle diverse basi di riferimento un oggetto territoriale, ad esempio un edificio, viene considerato come una particella catastale per il Catasto o come un elemento della carta per la cartografia ed essi si relazionano tramite il toponimo e il numero civico. I toponimi devono essere necessariamente uniformati fra loro, ma spesso non lo sono, perché le banche dati “non si vedono fra loro”, quindi continuano a sussistere delle incongruenze (ad esempio in una banca dati la via Giuseppe Verdi compare come G.Verdi, in un’altra come Verdi G.). L’aggiornamento è sicuramente è uno dei problemi principali per la cartografia e di conseguenza per il SIT: bisogna garantire nel tempo la corrispondenza della Carta Tecnica Numerica alla realtà territoriale, consentendo la fruizione di uno strumento sempre affidabile. Questo è attuabile attraverso un impiego, costante e continuo nel tempo, di risorse economiche, umane, tecniche, tecnologiche,ecc. La messa in rete della cartografia può portare ad una maggiore razionalizzazione dell’aggiornamento della cartografia, anche utilizzando le informazioni già prodotte nel formato numerico dai professionisti (planimetrie, frazionamenti e accatastamenti, progetti). La base cartografica viene aggiornata, di solito, con cadenza periodica (nelle situazioni più avanzate l’aggiornamento può avvenire a distanza di alcuni mesi), spesso in base a rilievi topografici a terra e voli aerofotogrammetrici, a volte anche con l’utilizzo di ortofoto. 1.8) Il Catasto (Agenzia del Territorio) Uno dei problemi che ancora affliggono lo sviluppo di un SIT è il difficile rapporto Comuni – Catasto (ora Agenzia del Territorio): essi sono i due enti principali che operano, in diverso modo e con diverse funzioni, sul territorio comunale; purtroppo fra i due enti sussistono ancora troppe divergenze d’opinione e difficoltà pratiche. Il problema principale è, senza dubbio, l’arretrato enorme nell’aggiornamento degli atti catastali: questo influisce sullo scambio di informazioni e sulle incongruenze delle mappe. C’è ancora troppo divario fra la realtà territoriale e la cartografia catastale, essendo quest’ultima non aggiornata o non avendo caratteristiche adeguate di precisione e di qualità. Nel panorama italiano sono ancora molto rari i Comuni che riescono ad interagire in modo proficuo con il Catasto. Un’auspicabile collaborazione porterebbe i seguenti vantaggi per i Comuni: • • • un sostanziale miglioramento dei servizi di gestione del territorio; un significativo accrescimento del proprio patrimonio informativo geografico; una maggiore certezza nell’applicazione della tassazione e una più equa perequazione fiscale. - 32 - Per il catasto, invece, si arriverebbe al recupero della mole di arretrato accumulato negli uffici, con la conseguente possibilità di aggiornare gli atti con informazioni complete ed aggiornate. Inoltre nell’ambito cartografico – territoriale, l’ufficio comunale del Sistema Informativo Territoriale potrebbe disporre delle informazioni topo – catastali integrate con gli strati informativi già disponibili presso il Comune per la gestione della pianificazione territoriale e della progettazione. Analizzando la situazione più nei dettagli, la disponibilità di una cartografia catastale aggiornata consentirebbe: • • • la redazione di piani urbanistici più aderenti alla realtà territoriale e di piani particellari nelle attività di progettazione; la certificazione urbanistica, in modo automatico, attraverso l’intersezione tra gli strati informativi catastali e gli strati relativi alla pianificazione, in particolar modo la redazione del Certificato di Destinazione Urbanistica; l’acquisizione di informazioni relative all’uso del suolo, alla potenzialità produttiva ed al frazionamento della proprietà. Purtroppo le situazioni suddette non sono ancora una realtà attuale: è auspicabile la loro realizzazione futura, data l’importanza e il ritorno che comporterebbero per il SIT e soprattutto per gli utenti, ma viste le condizioni attuali ci sono seri dubbi per una realizzazione in tempi brevi. Inoltre sarebbe auspicabile costituire un sistema informativo territoriale integrato Comune – Catasto che porterebbe ad un utilizzo completo delle potenzialità dei GIS. Il Catasto è nato come inventario di tutti i beni immobili esistenti nel territorio dello Stato con lo scopo di essere di supporto all’imposizione fiscale: essendo quindi nato come strumento di perequazione fiscale, in origine non era necessario che le mappe fossero molto precise sotto l’aspetto metrico (distanze, aree). Tuttavia, con il passare del tempo, il gettito fiscale fondiario perdeva sempre più importanza, mentre contemporaneamente crescevano altre esigenze: alle mappe catastali venivano sempre più richieste altre informazioni per lo più di tipo metrico, come ad esempio dimensioni precise delle proprietà e verifica dei confini. Si poneva allora il problema di una migliore corrispondenza geometrica, cioè una maggiore precisione tra lo stato di fatto e la relativa rappresentazione in mappa. Inoltre le mappe catastali erano poco precise dal punto di vista metrico non solo perché nate per fini fiscali, ma anche a causa di una scarsa omogeneità dei rilievi di aggiornamento che venivano effettuati dai tecnici esterni con diverse metodologie, diversi strumenti e diverse competenze. Con la Legge n.3682 del 1886 venne istituto in Italia un Catasto per i terreni, con lo scopo di censire la proprietà fondiaria di ogni cittadino per fissare un’imposta proporzionale al reddito della stessa proprietà. Quindi fu stabilito di formare un catasto del tipo geometrico particellare fondato sulle misure e sulla stima, cioè basato sul rilievo e la rappresentazione delle particelle catastali nella loro configurazione geometrica. Nel 1939 fu istituito,con le stesse finalità e procedure di quello dei terreni, il Catasto Edilizio Urbano basato sul rilievo e la rappresentazione dell’unità immobiliare urbana. Alla fine degli anni ’80 il Catasto Geometrico è stato trasformato in Catasto Numerico per: • • migliorare la precisione della produzione cartografica catastale; modificare le metodologie di rilievo per gli aggiornamenti geometrici; - 33 - • per ottenere una migliore omogeneità di risultati. La formazione del Catasto Numerico è venuta attraverso diverse fasi : a) Informatizzazione dei dati censuari e delle mappe catastali; Con l’avvento delle tecnologie informatiche, l’Amministrazione del Catasto ha provveduto prima alla memorizzazione dei dati censuari contenuti nelle partite catastali e successivamente alla digitalizzazione delle mappe del vecchio Catasto Geometrico. Le mappe sono state convertite in dati numerici, memorizzando le coordinate dei vertici sia di ogni linea sia di ogni particella presenti sul foglio. Il tentativo di informatizzare gli atti catastali a cominciare dalle mappe è stato condotto in modo improprio, poiché la pretesa di digitalizzare le mappe urta contro la certezza che, mentre è facile passare dal dato numerico a quello grafico, non sia possibile l’inverso: infatti la soglia rappresentata dall’errore di graficismo impedisce di risalire dal dato analogico al valore numerico originario. b) Istituzione della rete dei punti fiduciali; Gli Uffici Tecnici Erariali sono stati incaricati di istituire una rete di Punti Fiduciali (PF), che: • • è l’impianto a cui si deve fare riferimento per ogni rilievo topografico connesso all’aggiornamento catastale; è stato costituita utilizzando punti trigonometrici dell’IGM di qualunque ordine, quelli della rete catastale e particolari stabili come spigoli di fabbricati, tralicci ad alta tensione, ecc. I punti fiduciali sono rappresentati nel sistema di riferimento Gauss- Boaga, che dal 1955 era stato adottato anche per il Catasto Geometrico sostituendo il sistema Cassini- Soldner. c) Conservazione del Catasto Numerico; Consiste nel mantenere aggiornato l’archivio dati, seguendo nel tempo le trasformazioni nello stato e nel possesso. I tre tipi di aggiornamento catastale sono: • • • i tipi di frazionamento: l’oggetto del rilievo è costituito dalle linee dividenti, che dividono una particella originaria in due o più particelle derivate. i tipi mappali: l’oggetto del rilievo è costituito dai contorni dei fabbricati da denunciare (nuovi o variazioni degli esistenti) e le aree di pertinenza ; i tipi particellari: l’oggetto del rilievo è costituito dalla intera particella che deve essere misurata per trasferirne il possesso. Con il decreto del Ministero delle Finanze 28/98 viene adottato il regolamento che istituisce il Catasto dei fabbricati in sostituzione del Nuovo Catasto Edilizio Urbano, di cui conserva la legislazione di base nelle disposizioni che non hanno subito le modifiche e integrazioni. Dal 1 Gennaio 2001 alla struttura del Dipartimento del Territorio sono state sostituite delle Agenzie locali, tra cui l’Agenzia del Territorio, più adatte fiscalmente a gestire le imposte (l’ICI, le imposte regionali, ecc.). Tra gli obiettivi fondamentali dell’Agenzia del Territorio, nel rispetto della natura pubblica del servizio e del processo di decentramento agli enti locali, sono compresi: - 34 - • • il miglioramento della qualità dei servizi resi all’utenza, attraverso il migliore utilizzo dell’informatica e la semplificazione delle procedure. il perseguimento del principio di equità attraverso la costruzione di un catasto giusto, presupposto indispensabile per una corretta tassazione del patrimonio immobiliare. Un momento cruciale nella storia del rapporto Comuni – Catasto si ha con il previsto trasferimento delle funzioni dallo Stato agli enti locali, disciplinato dalle riforme Bassanini e dal Dlgs 112/1998, il quale determina una svolta epocale: esso affida ai Comuni e Province la conservazione degli archivi catastali e la gestione dei servizi di utenza, riservando allo Stato solo funzioni di studio e di indirizzo. Restano di competenza statale alcune funzioni fondamentali non delegabili alle amministrazioni locali, perché obblighi costituzionali, come: • • • la garanzia del diritto di proprietà; compiti relativi alla ricerca e studio di nuove forme di gestione degli archivi informatici, del controllo statistico degli aggiornamenti; funzioni di indirizzo generale. La maggior parte delle funzioni sarà svolta dalle strutture centrali delle amministrazioni, mentre le restanti saranno svolte da un nuovo organismo tecnico periferico, nel quale dovrà essere garantita la partecipazione delle amministrazioni statali e dei Comuni. E’ importante evidenziare che, proprio attraverso quest’ultimo organismo, lo Stato assume il compito di gestire il complesso delle informazioni e degli aggiornamenti provenienti dalle gestioni locali del Catasto, che saranno poi convogliate nell’archivio informatico nazionale. I documenti catastali meccanizzati, con i dati sia geometrici che censuari, consultabili presso l’Agenzia del Territorio sono: • • • • la mappa particellare; l’elenco e lo schedario delle particelle; il registro o lo schedario delle partite; la matricola o schedario dei possessori. La consultazione dei suddetti documenti avviene per partita attuale o per particella. La mappa catastale (o mappa particellare): è la rappresentazione planimetrica del territorio comunale, nella quale figurano le diverse particelle, ciascuna contraddistinta con un numero arabo – mappale o numero di mappa – in serie progressiva per ciascun foglio di mappa. Per esempio sul foglio n.1 le particelle sono numerate da 1 a 300, sul foglio n.2 le particelle sono numerate da 1 a 500, ecc. I luoghi esenti da imposta (chiese, cimiteri, ecc.) sono indicati con letture maiuscole in ordine alfabetico per ogni foglio. Di solito, per la rappresentazione planimetrica di un Comune, occorrono più fogli di mappa: normalmente il rilievo è in scala 1:2000 fuori dei centri abitati e 1:1000 per i centri abitati. Ogni foglio è contraddistinto da un numero romano (oppure arabo a carattere grande) in ordine progressivo per ciascun Comune. Per ciascun Comune esiste anche un unico foglio – detto quadro di unione – che rappresenta l’intero territorio nei suoi diversi fogli, in scala 1:10000 oppure 1:25000. Lo schedario delle partite (detto anche partitario) riguarda il Catasto Terreni e si tratta di una serie di schede, numerate in ordine progressivo di numero di partita, su cui sono - 35 - riportate le Ditte (i possessori) e, a seguito di ciascuna, sono segnati i numeri di mappa delle particelle possedute. Lo schedario dei numeri di mappa riguarda il Catasto Fabbricati e si tratta di una serie di schede su ciascuna delle quali sono riportati: • • • il numero del foglio di mappa; il numero di mappa (o mappale) indicante la particella edilizia (ossia il fabbricato); la partita ossia il numero della scheda sulla quale sono segnati la ditta proprietaria ed eventuali titolari di diritti reali di godimento. Lo schedario dei possessori riguarda il Catasto Fabbricati e consiste in un insieme di schede su ciascuna delle quali è iscritta la ditta proprietaria dell’unità immobiliare ed eventuali titolari di diritti reali di godimento, nonché il numero della partita. Lo schedario delle partite riguarda il Catasto Fabbricati e consiste in un insieme di schede sulle quali sono riportate la ditta proprietaria ed eventuali titolari di diritti reali di godimento e il mappale. Il decreto 28/98 ridefinisce modalità di produzione ed adeguamento della nuova cartografia catastale, evidenziandone i requisiti tecnici, i contenuti informativi e la valenza. La cartografia catastale, che rappresenta il territorio con fogli di mappa in scala variabile da 1:1000 a 1:4000 e numerazione autonoma per ogni comune, ha come unità inventariale di base la particella, costituita da una porzione di terreno appartenente allo stesso comune e foglio di mappa, avente continuità fisica, omogeneità produttiva e di possesso. La cartografia è costituita da un archivio informatizzato e presenta i requisiti di essere: • • • definita e appoggiata a una maglia di riferimento di punti fiduciali, individuati plano – altimetricamente nel sistema di riferimento nazionale. La rete di punti fiduciali è distribuita nel territorio con densità variabile di maglie primarie e secondarie. La maglia primaria è appoggiata alla rete di riferimento dell’Istituto geografico militare, mentre quella secondaria è individuata dagli uffici del catasto, in rapporto all’urbanizzazione e orografia del territorio; costituita da una rappresentazione plano – altimetrica basata sul tematismo fondamentale dei possessi o delle proprietà e quello della potenzialità produttiva agricola; aggiornata con precisioni topometriche differenziate, in funzione della conformazione orografica del territorio e della diversa rilevanza urbanistica ed economica dei terreni; I contenuti informativi della cartografia sono di natura metrica – riguardano le coordinate piane nella rappresentazione di Gauss – Boaga e e le informazioni altimetriche costituite dalle curve di livello e da punti quotati, tra cui i punti fiduciali e i vertici delle particelle – cronologica, qualitativa e amministrativa. Attualmente l’aggiornamento delle mappe catastali è eseguito tramite i tipi mappale, i frazionamenti e gli accorpamenti e deriva da disposizioni che prevedono veri e propri rilievi celerimetrici, da inserire a livello numerico in una banca dati territoriale in coordinate Gauss – Boaga. E’ quindi auspicabile un progressivo miglioramento qualitativo e metrico delle mappe, soprattutto per le zone di espansione edilizia dove il territorio viene notevolmente modificato. - 36 - Nel processo di revisione generale del Catasto rientrano la definizione e la formazione delle microzone catastali, previste dalla Legge 662/96. Ai Comuni è affidato il compito di formare le microzone, cioè di suddividere il territorio comunale in ambiti omogenei, soprattutto dal punto di vista socioeconomico e del valore di mercato degli immobili ma anche dal punto di vista ambientale, storico, urbanistico e infrastrutturale. Per raggiungere questo obiettivo i Comuni dovranno sviluppare una ricerca approfondita sul territorio comunale e dotarsi di strumenti adeguati (come programmi informatici) per il controllo permanente del territorio stesso: quest’ultima condizione è necessaria per le future revisioni delle microzone e per le successiva determinazione delle nuove rendite catastali. Questo delicato lavoro di monitoraggio deve essere condotto in collaborazione con l’Ufficio del Territorio. La presenza di un avanzato SIT potrebbe agevolare i Comuni nello studio di analisi territoriale. - 37 - CAP. 2: I SIT NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2.1) Introduzione "I Sistemi Informativi Geografici sono nati con la Pubblica Amministrazione. Questa affermazione trova facile riscontro nelle tre nazioni dove ha preso vita il GIS: Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna. Anche in Italia Amministrazioni Centrali e Locali dello Stato e Istituti Cartografici sono stati i primi utilizzatori di sistemi GIS". (Giovanni Biallo, "Il GIS e la Pubblica Amministrazione" in "MondoGIS" n.10 - anno III - aprile '98, p. 9.). In generale un SIT può essere utilizzato efficacemente in tutte quelle situazioni in cui i dati devono essere analizzati rispetto alla loro posizione nello spazio. Inoltre, attraverso l’analisi dai dati, esso dà risposte a problemi concreti: è, quindi, un sistema usato come supporto alle decisioni presso le Amministrazioni Pubbliche. Tutte le regioni ormai utilizzano strumenti GIS e molte sono da anni produttrici e distributrici di cartografia tecnica e tematica digitale. Con le Province, di numero cinque volte superiore alle regioni, la situazione si complica: sono ancora molte le Province che non sono adeguatamente informatizzate e, in questo panorama, il Sud è ancora abbastanza carente. Se poi si analizzano i Comuni, che superano le 8100 unità, la verifica è faticosa e difficilmente controllabile. Rispetto al totale dei Comuni, gli esempi di applicazioni GIS comunali è ancora esiguo, anche se le stesse leggi nazionali spingono nella direzione di automazione delle procedure attraverso l’uso di strumenti informatici e telematici, infatti l’uso integrato di cartografia digitale e database alfanumerici è quanto serve al Comune per migliorare la gestione del proprio territorio e la comunicazione con il cittadino. Secondo bibliografia (studio di Teknibank, 1993) le applicazioni più diffuse sono: • • • pianificazione e gestione urbanistica; pianificazione e gestione del territorio; gestione di reti tecnologiche. Le Regioni sono dotate di applicazioni di (in ordine di importanza e di attuazione cronologica) : • • • pianificazione e gestione del territorio; monitoraggio ambientale; pianificazione e gestione della rete dei trasporti. Le Province sono dotate di applicazioni di: • • • pianificazione e gestione urbanistica; pianificazione e gestione del territorio; pianificazione e gestione della rete dei trasporti. I Comuni sono dotati di applicazioni di: • • • pianificazione e gestione urbanistica: piani regolatori comunali; gestione di reti tecnologiche; monitoraggio ambientale; - 38 - • • • • • • uso del suolo; catasto; certificazioni; viabilità, piano del traffico; studi di impatto ambientale; ecc. 2.2) La situazione tecnica a scala comunale L’importanza del livello locale è cruciale in quanto è a questo livello che la maggior parte dell’informazione è raccolta dal settore pubblico, e che vengono alla luce le informazioni più rilevanti per i cittadini. Infatti il problema di fondo è nel sapere quale informazione è possibile rintracciare, chi la gestisce e come è possibile ottenerla ma spesso purtroppo l’utilizzabilità delle informazioni raccolte negli archivi gestionali comunali è frenata da motivi che non sono assolutamente di natura tecnica, bensì organizzativa, culturale e politica. Per molto tempo solo alcuni comuni fra i più grandi hanno investito in una gestione informatizzata del proprio territorio. Attualmente, pur rimanendo alcune difficoltà a diversi livelli (tecnico, organizzativo, ecc), i SIT rappresentano in molti casi una reale prospettiva per diventare infrastrutture di raccordo per la gestione dell’informazione territoriale a sostegno delle relative politiche di settore. I presupposti per una reale utilizzabilità e interoperabilità del patrimonio di dati relativi ad un SIT comunale e per lo sviluppo del sistema possono essere così sintetizzati: • • • • • • • conoscenza del territorio, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo; conoscenza approfondita della consistenza del patrimonio informativo comunale, cioè le informazioni gestite dai singoli settori,il loro contenuto, la loro struttura, i requisiti per la loro acquisizione ed eventuali elaborazioni, ecc (metainformazione); gestione e diffusione delle informazioni sulla base di una visione strategica, correlata alla fruibilità, alla immediatezza della lettura e alle specifiche e quotidiane necessità dei singoli utenti, sia interni che esterni all’amministrazione comunale, sia tecnici che non tecnici; definizione trasparente delle modalità secondo cui queste informazioni possono essere tra loro confrontate e integrate, valutandone tutti i possibili utilizzi, cioè istituzionalizzare le procedure di condivisione e di interscambio informativo; creazione di una infrastruttura catastale cittadina in grado di gestire il decentramento catastale e messa a punto di un sistema di interscambio comuni-catasto per assicurare il costante aggiornamento del dato catastale e comunale on-line riguardante la stessa unità immobiliare; riprogetto e semplificazione delle procedure amministrative, reingegnerizzazione dei processi di lavoro di tutti gli uffici (urbanistica, edilizia privata, lavori pubblici, attività produttive, tributi, uffici demografici e anagrafici) per renderli interoperativi e compatibili con le funzioni finanziarie e territoriali connesse al controllo, alla gestione ed alla pianificazione; aggiornamento costante e messa in rete continua dei dati, tenendo conto dei relativi tempi e costi, e in funzione degli scopi prefissati; - 39 - • definizione trasparente delle finalità e degli obiettivi fin dalla fase progettuale, per evitare problemi di sotto –utilizzo e inadeguatezza del sistema stesso. Le condizioni suddette possono essere soddisfatte solo se sarà garantita una corretta metadocumentazione dei dataset comunali e se si inizierà ad utilizzare e migliorare gli strumenti di gestione, elaborazione e diffusione delle informazioni geografiche. Questo processo porterà alla creazione e all’integrazione di banche dati informatiche dagli archivi cartacei esistenti e genererà nuovi strumenti cartografici di tipo informatico (cartografie integrate catastali, aerofotogrammetriche, storico monumentali, dei servizi a rete e non, economico commerciali, urbanistiche..) per semplificare e rendere coerenti le diverse letture dell’ e–territorio. Molti Comuni italiani attualmente collaborano alla gestione del territorio, tramite la condivisione di banche dati geografiche e risorse informatiche con le aziende municipalizzate e il catasto; questi enti insieme progettano e realizzano basi geografiche uniche sulle quali ciascun ufficio inserisce e aggiorna i propri dati tematici. L’obiettivo comune è quindi quello di non duplicare dati ma di renderli disponibili in rete, dando la possibilità di generare la propria base di dati ed integrando virtualmente le informazioni necessarie, residenti sui diversi server, nel formato e nella struttura che ciascun ufficio sceglie. In altre parole un’alternativa alla duplicazione degli archivi è la condivisione in remoto dei dati tra le differenti utenze, supportata dallo sviluppo di database basati su architetture client–server e su meccanismi d’elaborazione cooperativa, tali da assicurare le massime prestazioni ad un gran numero d’utenti. Per attuare questo processo bisogna individuare dove si trovano i dati, capire se sono ridondanti, renderli omogenei, integrarli, aggiornarli. La soluzione dei problemi tecnici d’integrazione in rete è richiesta ai nuovi software GIS, che già tendono alle necessità esposte. In effetti i Comuni sono gli utenti che hanno a disposizione il maggior numero di soluzioni GIS disponibili oggi sul mercato; infatti oltre ai software motore sono stati sviluppati numerosi applicativi che da questi si dipartono. Oltre ai problemi tecnologici e di condivisione dei dati, gli enti locali devono concentrare la loro attenzione sulla revisione delle procedure tecnico– amministrative e sulla riqualificazione del personale. Infatti i principali fruitori di tecnologia SIT–GIS sono in maggioranza architetti, geometri ed ingegneri civili che partono, nella maggioranza dei casi, dalla conoscenza delle soluzioni software per la gestione ufficio, e solo per una minoranza anche da nozioni CAD–GIS. Per queste persone l’avvento dei GIS rappresenta una riqualificazione professionale che diviene necessaria, ma che è ancora difficilmente riconosciuta ed esplicitata. Evidentemente, da qualsiasi qualifica funzionale si parta, si rende necessaria una robusta dote di formazione ed acculturamento, poiché la cultura SIT–GIS per ora diffusa è indubbiamente inadeguata. Da parte dei responsabili dei vari settori comunali (Pianificazione Territoriale, Edilizia Privata, Tributi, Anagrafe, ecc.) occorrerebbe interessarsi direttamente all’organizzazione strutturale delle applicazioni del Sistema. Ciò che, ancora oggi, impedisce la diffusione, la formazione e la pratica riguardante i SIT è sicuramente la multidisciplinarietà di quest’ambito. Questo problema riguarda i soggetti formatori sia quando devono tradurre in applicazioni GIS le procedure e la gestione dei sistemi pertinenti ai diversi enti utilizzatori, sia quando essi sono chiamati a costruire la figura del Consulente GIS, naturale interfaccia tra i vari attori del mercato SIT–GIS, la cui carenza nel panorama italiano risulta causa determinante della situazione precedentemente esposta. - 40 - 2.3) Normative recenti in ambito comunale Il ritrovato interesse, soprattutto a livello politico e di opinione pubblica, verso il settore delle autonomie locali è sfociato, nell’ultimo decennio, in una serie di interventi normativi di ingente rilevanza, che hanno apportato profonde innovazioni di carattere organizzativo e funzionale. La struttura organizzativa dei servizi per la gestione del territorio deve tenere conto dell’attuale scenario di federalismo amministrativo che stimola la competitività territoriale. Le recenti normative a sostegno dell’autonomia amministrativa in seno agli enti locali hanno incentivato il graduale passaggio da un’amministrazione chiusa al suo interno ad una nuova con una visione aziendale più vicina al cittadino pensato come cliente. Tra le varie riforme ricordiamo: • • • • • • • • • • • • • • • L.142/90 (Ordinamento delle autonomie locali). DL.vo 29/93 (Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego). L. 81/93 (Elezione diretta del sindaco, del presidente della provincia, del consiglio comunale e del consiglio provinciale). Le leggi Bassanini: L. 59/97 (Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa); L. 127/97 (Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e controllo); L. 191/98 (Modifiche ed integrazioni). D.P.R. 513/97 (Regolamento contenente i criteri e le modalità per la formazione, l'archiviazione e la trasmissione di documenti con strumenti informatici e telematici). DL.vo 112/98 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59). L. 265/99 (Disposizioni in materia d’autonomia e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla legge 8 giugno 1990, n. 142). DL.vo 286/99 (Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell'attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59). Legge costituzionale 3/2001 (Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione). L. 131/2003 (Disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 3/2001). L. 11/2005 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure d’esecuzione degli obblighi comunitari – in particolare Art. 6 “Partecipazione degli enti locali alle decisioni relative alla formazione d’atti normativi comunitari”). la riforma del Catasto; lo sportello unico delle imprese; la riforma della finanza locale; l’esternalizzazione dei servizi e il passaggio dalle Aziende Comunali alle s.p.a. - 41 - Alla fine di questo decennio di trasformazioni normative per il sistema delle autonomie locali, gli esiti non sono ancora definitivi ma un dato è più chiaro: gli enti locali si pongono ancora di più come una delle frontiere essenziali della democrazia. L’osservazione vale in più sensi: quali espressione dell’aggregazione delle comunità e, quindi, luoghi primari del tessuto civile del paese; come istituzioni «simbolo» della partecipazione e del confronto «reale» tra poteri pubblici e cittadini; come centro di imputazione dei principali servizi pubblici; come luogo di sperimentazione delle dinamiche politiche innescate dal sistema maggioritario. Se la “centralità” degli enti locali, ed in particolare del comune, nel sistema delle istituzioni pubbliche è innegabile vanno però richiamati alcuni nodi critici che rendono complesso il «governo» delle dinamiche politico-istituzionali e socio-economiche dei sistemi locali. I principali sono: il gran numero degli enti e la conseguente amplissima differenza dimensionale; il carico di funzioni che sono chiamati a svolgere; la qualità media degli amministratori e delle burocrazie. Quanto alle discrasie tra le diverse dimensioni degli enti locali e la tendenziale omogeneità delle norme regolatrici, la rottura con la legge 142 e norme correlate è stata netta. Di contro, però, proprio l’elemento più incisivo al riguardo (le aree metropolitane) è rimasto sulla carta. I rischi derivanti dal «carico» di funzioni addossate agli enti locali dalle riforme recenti (si pensi soltanto al d.lgs. 112/1998) sono un altro elemento seriamente critico. E’ evidente che soltanto completando in tempi ragionevoli il trasferimento ad essi delle risorse finanziarie, strumentali ed umane sarà possibile evitare i rischi di sovraccarico. Non meno importante la variabile «umana», sia per quanto riguarda gli amministratori, sia per quello che concerne i dirigenti e i funzionari locali. Questi nodi aggrovigliano un processo di cambiamento che, comunque, va avanti e in proposito è facile cogliere la correlazione tra spinta all’innovazione e modifica del sistema elettorale nei comuni e nelle province. E’ chiaro che la legge 81 del 1993 – attraverso l’elezione diretta del capo dell’amministrazione – ha indotto gli amministratori ad una maggiore responsabilizzazione e ad una maggiore attenzione ai risultati. La diversa «legittimazione» degli amministratori locali, non meno delle leggi di modernizzazione, che stanno incidendo sulle regole di funzionamento del nostro sistema amministrativo, ha favorito il processo di innovazione. Molti comuni sono diventati laboratori di sperimentazione, luoghi nei quali amministratori e funzionari sono impegnati insieme a conseguire risultati, ad offrire servizi adeguati ai cittadini, a garantire loro una migliore qualità di vita. La sperimentazione è essenziale perché permette costanti verifiche sul campo ed innesta processi di emulazione. Con la legge 142 ed ancor più con le successive riforme del 1993 (legge 81) e del 1999 (legge 265) si è inoltre definitivamente rotta la «sequenza» Stato/regioni/enti locali come livelli discendenti di governo. La legge n°142 del 1990 Rappresenta tuttora la fonte primaria principale in tema di poteri locali; essa detta i principi dell'ordinamento dei comuni e delle province e ne determina le funzioni, stabilendo l’autonomia di comuni e province e le relative funzioni. Capo IV - Il comune Art 9. Funzioni. - 42 - 1. Spettano al comune tutte le funzioni amministrative che riguardino la popolazione ed il territorio comunale precipuamente nei settori organici dei servizi sociali, dell'assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. 2. Il comune, per l'esercizio delle funzioni in ambiti territoriali adeguati, attua forme sia di decentramento sia di cooperazione con altri comuni e con la provincia. Art. 10. Compiti del comune per servizi di competenza statale. Il comune gestisce i servizi elettorali, di anagrafe, di stato civile, di statistica e di leva militare. Le relative funzioni sono esercitate dal sindaco quale ufficiale del Governo. Ulteriori funzioni amministrative per servizi di competenza statale possono essere affidate ai comuni dalla legge che regola anche i relativi rapporti finanziari, assicurando le risorse necessarie. ….. Le leggi Bassanini Le leggi Bassanini costituiscono una vera e propria riforma strutturale per i Comuni e le Province. La “Legge Bassanini” (L.59/97) conferisce funzioni e compiti alle regioni e agli enti locali “per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa". In particolare questa legge ha rinnovato in modo rilevante la disciplina delle procedure amministrative, realizzando uno snellimento della Pubblica Amministrazione e ha introdotto alcune norme immediatamente operative, riguardanti tra l’altro i certificati ed i documenti amministrativi. “Art. 1 L.59/97 1. Il Governo è delegato ad emanare, entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi volti a conferire alle regioni e agli enti locali… …funzioni e compiti amministrativi nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi contenuti nella presente legge. Ai fini della presente legge, per "conferimento" s’intende trasferimento, delega o attribuzione di funzioni e compiti e per "enti locali" s’intendono le province, i comuni, le comunità montane e gli altri enti locali. 2. Sono conferite alle regioni e agli enti locali…. tutte le funzioni e i compiti amministrativi relativi alla cura degli interessi e alla promozione dello sviluppo delle rispettive comunità, nonché tutte le funzioni e i compiti amministrativi localizzabili nei rispettivi territori in atto esercitati da qualunque organo o amministrazione dello Stato, centrali o periferici, ovvero tramite enti o altri soggetti pubblici.” Con l’art. 15 è stata avviata una "rivoluzione copernicana" nella telematica: documenti, atti e contratti realizzati con strumenti informatici e trasmessi per via telematica sono validi ai fini di legge. - 43 - “Art. 15 L.59/97 1. Al fine della realizzazione della rete unitaria delle pubbliche amministrazioni, l'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione è incaricata, per soddisfare esigenze di coordinamento, qualificata competenza e indipendenza di giudizio, di stipulare, nel rispetto delle vigenti norme in materia di scelta del contraente, uno o più contratti quadro con cui i prestatori dei servizi e delle forniture relativi al trasporto dei dati e all'interoperabilità s’impegnano a contrarre con le singole amministrazioni alle condizioni ivi stabilite. 2. Gli atti, dati e documenti formati dalla pubblica amministrazione e dai privati con strumenti informatici o telematici, i contratti stipulati nelle medesime forme, nonché la loro archiviazione e trasmissione con strumenti informatici, sono validi e rilevanti a tutti gli effetti di legge…. “. Le amministrazioni, al fine di agevolare l'acquisizione d'ufficio e i controlli da parte delle altre amministrazioni, sono tenute a garantire, senza oneri, la consultazione per via telematica dei loro archivi informatici. Tutte le domande e le dichiarazioni da presentare alla pubblica amministrazione o ai gestori e esercenti di pubblici servizi possono essere inviate anche per fax o per via telematica. Le domande inviate per via telematica sono validamente firmate quando il sottoscrittore è identificato dal sistema informatico con l'uso della carta d'identità elettronica. La “Legge Bassanini bis” (L.127/97) contiene tutta una serie di misure di pronto intervento per alleggerire il carico burocratico di adempimenti, che gravano soprattutto sui cittadini. E’ quindi sicuramente un tentativo concreto per migliorare la vita dei cittadini, evitando trafile burocratiche inutili e dispendiose. La “Legge Bassanini ter” (L. 191/98) contiene una serie di importanti modifiche e di integrazioni alle precedenti leggi. All’art.2 ha introdotto la cosiddetta carta d’identità elettronica, che dovrà contenere dati personali, codice fiscale, gruppo sanguigno ed altre opzioni di carattere sanitario, nonché firma digitale ed eventualmente chiave biometrica; potrà inoltre contenere anche altri dati al fine di razionalizzare e semplificare l’azione amministrativa e l’erogazione dei servizi al cittadino. La carta potrà essere utilizzata anche per il trasferimento elettronico dei pagamenti tra soggetti privati e pubbliche amministrazioni. Tutto ciò appare di fondamentale importanza, derivandone la possibilità di autocertificazione da parte del cittadino. Il D.P.R. n°513 del 1997 Il D.P.R. n.513 del 10/11/1997 rinnova in modo radicale il sistema di produzione e gestione dei dati, degli atti e dei documenti nelle P.A. e contiene il regolamento sulla firma digitale. E’ necessario utilizzare la firma digitale per i servizi per i quali è richiesta la firma autografa; essa infatti è l’equivalente elettronico di una tradizionale firma apposta su carta: la sua funzione principale è quella di attestare la validità e la veridicità di un documento. Attraverso la firma digitale si evita che un documento sia intercettato e manipolato senza che nessuno se n’accorga; infatti essa garantisce l’autenticazione del mittente del documento e del messaggio trasmesso e l’integrità dello stesso, permettendo di verificare che non ci siano state modifiche rispetto all’originale. Questo sarà attuabile grazie alla disponibilità di alcune tecnologie di sicurezza informatica basate su di un sistema crittografico basato su una coppia di chiavi - 44 - crittografiche asimmetriche: una pubblica e una privata; la chiave pubblica è disponibile presso registri accessibili a tutti, quella privata è nota solo al possessore. Un documento informatico, cifrato con una chiave della coppia, può essere decifrato solo con l'altra chiave della stessa coppia; la conoscenza di una della due chiavi non permette di desumere alcun’informazione sull'altra. Dal punto di vista pratico, coloro che vogliano usare il sistema devono dotarsi di una coppia di queste chiavi, generabile da strumenti informatici già ampiamente diffusi quali i browser. Una delle due chiavi sarà tenuta segreta dal possessore ("chiave privata"), memorizzata per il momento sull'hard disk del proprio computer e successivamente su una carta dotata di un microprocessore; l'altra verrà pubblicata ("chiave pubblica") su speciali elenchi disponibili a tutti. Il "certificato elettronico" per la firma digitale è un documento elettronico che attesta la corrispondenza tra l'identità personale del proprietario del certificato e la sua chiave crittografica pubblica. Nella realtà italiana comunale, ci sono ancora molte questioni irrisolte da prendere in considerazione: • • • • questioni legislative per le quali è ancora difficile l’accesso dall’esterno perché secondo l’ordinamento italiano un terzo è proprietario del dato (es. Comune) e questo lo certifica; questioni di diritto alla privacy, tenendo presente la sicurezza e la riservatezza del dato; questioni pratiche: ogni ente rilascerebbe la propria firma digitale, quindi il cittadino si ritroverebbe con più firme a seconda dell’uso da fare; questioni di interoperabilità che porterebbero ad un’unica firma digitale per i vari enti (ciò è già attuato “per lo sportello unico”) inserendola, ad esempio, nella carta d’identità elettronica. Proprio per queste problematiche, molti Comuni non hanno ancora adottato la firma digitale, anche se è stata già prevista in diversi progetti sperimentali. In alcuni Comuni non è ancora usata la vera e propria firma digitale con tutte le sue potenzialità, ma è presente un’azione interattiva telematica fra utente ed ente locale. 2.4) Collaborazione fra enti diversi Negli ultimi anni agli enti locali sono state assegnate competenze e responsabilità sempre maggiori, in un processo che è destinato a continuare. Questi mutamenti richiedono che essi apprendano una capacità di operare in maniera sempre più integrata e proprio per questo i sistemi informativi territoriali assumono un’importanza sempre maggiore. I SIT infatti consentono l’integrazione di informazioni che apparentemente non hanno alcun legame esplicito in termini di puri collegamenti “informatici” tra basi di dati “convenzionali”, ma che possono invece essere perfettamente messe in relazione utilizzando i rapporti nello spazio che hanno tra loro le unità territoriali a cui le informazioni si riferiscono. Amministrazioni regionali, provinciali e comunali, Comunità montane, Enti Pubblici e soggetti economici hanno tutti una specifica collocazione spaziale e sono attuali e potenziali progettisti di SIT. Siccome ogni singolo SIT può relazionarsi con i sistemi già realizzati e con quelli futuri, possiamo immaginare la rete dei SIT che insistono su un determinato territorio come un unico, ipotetico sistema informativo geografico. - 45 - Purtroppo però quando ad operare insieme sono enti diversi ed autonomi, si manifestano difficoltà maggiori rispetto al caso di un singolo ente. Infatti il sistema utilizzato da ogni singolo ente, pur complesso che sia, è comunque interno ad esso: esso è quindi stato in qualche modo progettato a priori per operare in modo integrato, determinando opportunamente la natura e la struttura delle basi dati, i ruoli dei diversi utilizzatori, i flussi di informazione tra di essi e le funzionalità necessarie in ogni punto di accesso al sistema. Fig 2.1: Collaborazione fra i settori comunali Diverso è invece il caso in cui enti diversi debbano operare in modo congiunto; spesso ci si trova di fronte non solo ad enti aventi diverse finalità istituzionali, regole interne e collocazione sul territorio, ma anche aventi situazioni già precostituite e quasi mai modificabili, sia per la tecnologia di base utilizzata, sia per le banche dati e le applicazioni progettate per rispondere agli specifici requisiti di ogni singolo ente utilizzatore. Inoltre la costruzione di un sistema informativo che colleghi un complesso di enti, implica una diffusione estremamente capillare di strumenti GIS in tutti gli enti interessati e all’interno di essi. I GIS sono invece ancora strumenti “specialistici”, in genere scollegati dai Sistemi Informativi “convenzionali”, sostanzialmente utilizzati “off – line”, all’esterno di procedure complesse di carattere operativo. - 46 - Fig 2.2: Collaborazione fra enti diversi In entrambi i casi (ente singolo e collaborazione fra più enti) comunque, quando si introduce una soluzione GIS si deve tenere conto sia della struttura di sistemi e processi già presenti nell’amministrazione e potenzialmente “allacciabili” ad essa (per avere a disposizione i dati necessari alle analisi da effettuare), sia delle procedure organizzative esistenti e di come esse possano modificarsi affinché il sistema GIS sia veramente utile e efficiente. Quindi, in conclusione, mentre la tecnologia GIS attuale è ormai da tempo del tutto adeguata a costruire sistemi “isolati”, i problemi legati alla realizzazione di un GIS diffuso e distribuito in rete non sono ancora oggi del tutto risolti. 2.5) L'Intesa tra Stato, Regioni ed Enti Locali sui Sistemi Informativi Geografici L'Intesa tra Stato, Regioni ed Enti Locali sui Sistemi Informativi Geografici, stipulata nel 1996, ha rappresentato e rappresenta tuttora un tentativo di modificare in termini positivi la situazione dell'Informazione Geografica in Italia, allo scopo di creare uno stimolo verso una partecipazione più ampia delle istituzioni, delle imprese e del mondo scientifico. L'Intesa coinvolge le diverse Amministrazioni Centrali ed organismi statali, compreso il CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione), le Regioni e Province Autonome, i Comuni (ANCI), le Province (UPI), le Comunità Montane (UNCEM) e le Aziende per la gestione di pubblici servizi (Confservizi). Obiettivo dell'Intesa è lo sviluppo d’interventi coordinati per realizzare in Italia le basi informative territoriali gestite su elaboratore a copertura dell'intero territorio nazionale necessarie per l'esercizio delle funzioni d’interesse locale, regionale e nazionale. Per la realizzazione dell'Intesa e degli Accordi ad essa collegati è stato costituito un Comitato Tecnico di Coordinamento che deve elaborare indirizzi, specifiche comuni e le proposte che favoriscono la definizione nelle diverse aree del Paese d’accordi di programma tra gli Enti interessati alla realizzazione delle basi informative territoriali, a partire dai Database topografici e dal collegamento di questi con archivi catastali aggiornati. - 47 - La realizzazione dell'Intesa richiede il massimo della circolazione dell'informazione in merito sugli obiettivi, sugli strumenti, sulle esperienze già realizzate e su quelle in corso, ed anche sugli aspetti tecnici collegati e sulle risorse economiche comunitarie e nazionali utilizzabili ad integrazione delle risorse regionali e locali disponibili. I principali obiettivi dell’Intesa riguardano: • • • la definizione di specifiche comuni relative a: o database (DB) topografici alle principali scale (1:1.000/2.000, 1:5.000/10.000, 1:25.000/50.000 e 1:250.000); o raffittimento della rete geodetica di inquadramento e di linee di livellazione di alta precisione; o modello altimetrico del terreno (DTM) ed ortoimmagini digitali; o DB di vie, numeri civici e indirizzi; o integrazione dei dati geometrici catastali nei DB topografici e dell'uso del suolo; la definizione dei criteri e delle condizioni relativi alla pubblicazione ed al riuso dell’informazione geografica: o certificazione dei dati geografici di base; o repertorio cartografico ufficiale su Internet; o accesso in consultazione ai dati su rete; o utilizzo delle basi dati comuni da parte delle amministrazioni pubbliche e di privati per applicazioni a valore aggiunto; la realizzazione di alcuni dei supporti informativi essenziali a copertura nazionale, come: o raffittimento primario della rete geodetica con maglia di 7 Km; o il DTM, le ortoimmagini ed i principali strati vettoriali (rete stradale e ferroviaria, reticolo idrografico, confini amministrativi etc.) in scala 1:10.000; o l'adeguamento, nel medio periodo, dei DB topografici esistenti rispetto alle specifiche comuni e la realizzazione di nuovi DB in scala 1:5.000/1:10.000. Per il raggiungimento di tale finalità è stato attivato il Comitato Tecnico di Coordinamento (CTC) e sono stati sottoscritti successivi Accordi attuativi. Il CTC ha il mandato di elaborare indirizzi e specifiche tecniche comuni, nonché di elaborare proposte che favoriscano la definizione di accordi di programma nelle diverse aree del Paese tra gli Enti interessati alla realizzazione delle basi informative territoriali. Per il coordinamento e l’indirizzo degli interventi finanziati con l'Accordo integrativo tra il Ministero dell'Ambiente e le Regioni, approvato dalla Conferenza Stato Regioni nel novembre 2000, è stato inoltre istituito un Comitato Direttivo, di cui fanno parte i referenti delle componenti Stato, Regioni ed Enti Locali. L’instaurarsi di una fattiva cooperazione tra un numero molto elevato di soggetti istituzionali, a livello centrale e periferico, su un tema di per sé già molto complesso come quello dei sistemi e delle informazioni geografiche, ha richiesto un tempo piuttosto lungo, ciò nonostante, a distanza di 9 anni dalla sottoscrizione dell’Intesa è possibile tracciare un bilancio sostanzialmente positivo. Assi complesso è infatti risultato il coinvolgimento dei numerosi soggetti che partecipano all’Intesa con l’attivazione di forme di comunicazione e di scambio di informazioni tali da assicurare decisioni effettivamente informate e condivise. - 48 - Difficoltà sono state anche riscontrate nel mediare tra le giuste esigenze di rigore scientifico degli esperti rispetto alle istanze di natura amministrativa che portano ad apprezzare variabili, altrettanto importati, quali i tempi ed i costi con i quali l’informazione è disponibile, aggiornabile e fruibile: è per questo necessario fondere punti di vista, esigenze e culture diverse. Per superare le difficoltà riscontrate nei primi anni si è sentita la necessità di rivedere le modalità di funzionamento del Comitato Tecnico e dei diversi gruppi di lavoro attivati ed è stato utile, per questo, definire un regolamento, approvato ad ottobre 2001. L’ossatura portante della nuova organizzazione sono le Strutture di Coordinamento e Verifica dei Lavori, la cui articolazione e composizione è stata approvata dal CTC il 24.01.2002. Tali strutture hanno il compito di assicurare una partecipazione attiva nell’indirizzo dei gruppi di lavoro e nella verifica dei risultati, costituendo l’indispensabile ponte tra gli esperti dei gruppi in questione con le esigenze espresse da parte delle Regioni, Enti locali, IGM, Ministero Ambiente e Agenzia del Territorio e delle altre amministrazioni ed enti dell’Intesa rispetto a tempi, costi e prodotti/risultati previsti nonché la concreta utilizzabilità di quanto realizzato. Ciascuna struttura, in stretta collaborazione con le Regioni capofila, gestisce il Piano di sviluppo, ne controlla lo stato di avanzamento, ha inoltre funzioni di: • • • • indirizzo e verifica delle attività dei gruppi di lavoro per le specifiche indirizzo e verifica delle attività dei soggetti realizzatori individuazione delle risorse necessarie per la realizzazione dei prodotti previsti valutandone la congruenza e la qualità, verifica dei prodotti intermedi e parere sui prodotti finali rispetto agli obiettivi dell’Intesa. Struttura GEODETICA- competenze in merito a: • • • • • Specifiche generali geodetiche (compreso sistema di rappresentazione e regole algoritmi di conversione); Regole e capitolati per DTM 10.000, raffittimento 7 Km, linee livellazione alta precisione previste; Seminari, incontri, verifiche con le singole Regioni in loco su specifiche e modalità di reale applicazione a partire da quanto realizzato; Sperimentazioni delle specifiche nei singoli Enti; Coordinamento e verifica della realizzazione DTM, raffittimento, linee a cura delle Regioni e IGM (funzionario delegato). Struttura DB topografici (escluso dati catastali) - competenze in merito a: • • • • • • • • Strumenti di modellizzazione e di documentazione; Specifiche 1/2 5/10 25/50 e regole di derivazione; Specifiche strati urgenti 10.000; Specifiche integrative: uso suolo, DB indirizzi; Capitolati 1/2 - 5/10; Seminari, incontri, verifiche con le singole Regioni in loco su specifiche e modalità di reale applicazione a partire da quanto realizzato; Sperimentazione delle specifiche nei singoli Enti; Coordinamento e verifica della realizzazione dei DB strati prioritari 10.000 a cura delle Regioni; - 49 - • • Programma per estensione realizzazione DB e derivazione a cura Regioni, IGM e Catasto; Partecipazione organismi e progetti standardizzazione europei. Struttura Repertorio e Sito WEB- competenze in merito a: • • • Repertorio cartografia e DB Sito WEB ufficiale dell’Intesa iniziative di promozione e diffusione Struttura Formazione, Ricerca e Sperimentazione - competenze in merito a: • • • Formazione, ricerca e sviluppo sperimentazioni innovative Struttura CATASTO- competenze in merito a: • • Realizzazione di prototipi di DB integrati basi topografiche e catastali in aree territoriali specifiche Definizione di: o scenario delle possibili alternative atte a conseguire, a livello comunale, la voluta congruenza o procedure e algoritmi per la gestione integrata o separata di DB geografici e catastali. Un’informativa completa sull’Intesa è reperibile al sito ufficiale dell’Intesa stessa all’indirizzo www.intesagis.it. - 50 - CAP. 3: LE POSSIBILI APPLICAZIONI DI UN SIT COMUNALE 3.1) Introduzione Il panorama delle Amministrazioni locali italiane, per quel che riguarda i sistemi informativi, è molto variegato: si passa da situazioni all’avanguardia a situazioni in cui a malapena vengono utilizzate le tecnologie informatiche. Per elevare il livello di informatizzazione degli uffici tecnici dei comuni di dimensioni più piccole sono state emanate normative e introdotte norme operative per snellire la burocrazia dell’Amministrazione Pubblica. Il campo delle applicazioni possibili per un SIT comunale è molto vasto: quanto verrà esposto è derivato soprattutto da una consultazione dei siti web fino ad oggi realizzati dagli enti comunali. Il primo approccio di un’amministrazione comunale con un SIT avviene generalmente nell'ambito della pianificazione urbanistica per poi spostarsi rapidamente verso quello della gestione tributaria. Infatti l'introduzione e l'uso di strumenti GIS avviene nella maggior parte dei casi per esigenze di gestione interna ai vari uffici (quasi sempre dell'ufficio tecnico) in quanto, com’è naturale, l’adozione della cartografia numerica avviene nell'ambito della pianificazione, settore che tra l’altro per primo sente l'esigenza di automatizzare tutta una serie di processi che già vede collaudati e funzionanti presso molte sedi istituzionali. Tuttavia la frontiera dei SIT si spinge molto più avanti. Un moderno SIT può oggi coniugare la gestione delle pratiche e della pianificazione territoriale con quella dei tributi in concomitanza con una serie di analisi socioeconomiche che permettono al tecnico e al politico di valutare sia la bontà della pianificazione in atto sia i vari aspetti della gestione della fiscalità, la qualità dell'ambiente urbano e dei servizi offerti alla popolazione, traendo importantissime informazioni utili nei vari processi decisionali. Inoltre nell’ambito di un medesimo territorio sono molti gli enti e le aziende interessati allo sviluppo di un proprio SIT, in particolare per le reti tecnologiche. Si denota come ogni ente o azienda gestisce dei tematismi che poi risultano utili anche ad altri enti o aziende; molte delle innumerevoli applicazioni possibili risultano però realizzabili solo se si è in grado di correlare le informazioni provenienti dalle diverse banche dati. Diversi progetti poi sono purtroppo rimasti studi sperimentali senza attuazione, spesso per difficoltà pratiche (tecniche, economiche, burocratiche, politiche); infatti la realizzazione di un SIT e delle sue applicazioni coinvolge molti settori e quindi implica necessariamente la collaborazione tra essi, che oggi è ancora difficile. Altro problema è che la crescente sofisticazione degli strumenti GIS non sempre è stata accompagnata da uno sviluppo della facilità d’uso; infatti questi software richiedono una considerevole preparazione agli utenti, possono essere difficili da comprendere, le interazioni possono essere formulate in maniera non intuitiva. La conseguenza è che spesso le potenzialità di questi sistemi non sono sfruttate appieno. Le applicazioni necessitano di un aggiornamento costante, continuo, spesso in tempo reale: il loro punto di forza è proprio fare sì che l’utente acceda ad un’informazione aggiornata in qualunque momento. Per fare ciò è necessario un impiego costante di mezzi e personale: processo non facile, soprattutto per i comuni di dimensioni medio-piccole. Lo sviluppo delle applicazioni è anche in relazione delle classi di utenti: gli utenti sono sempre più “maturi” ed “esperti”, quindi si devono ricercare le soluzioni tecniche più - 51 - adeguate. Inoltre accanto agli utenti tradizionali (ministeri, enti locali, università…) stanno emergendo sempre più classi di utenti come studi di ingegneria e singoli professionisti, società di trasporto, di distribuzione e manutenzione, ecc. Infatti le applicazioni future dei SIT saranno vantaggiose per il cittadino ma soprattutto per i professionisti: dagli studi tecnici in futuro sarà sempre più possibile effettuare operazioni che prima richiedevano una perdita di tempo e denaro per raggiungere l’ente competente e l’attesa per compiere il necessario iter burocratico, che in questo modo sarà più veloce e snello.Un sistema di questo tipo nasce inoltre e si orienta verso l'informazione ed il servizio al cittadino, utilizzando protocolli condivisi che tanto possono aiutare nel tentativo di mettere in campo almeno una piccola parte di quella trasparenza di cui tanto si parla. 3.2) Urbanistica L’uso dei SIT in urbanistica è attualmente senza dubbio una delle applicazioni più importanti e diffuse, che può avere ancora ampi sviluppi in futuro, nei suoi molteplici aspetti. In molti enti locali la nascita o il rilancio del SIT parte, negli anni ’90, proprio dall’esigenza di dover redigere il nuovo PRG o informatizzare le tavole ad esso relative. Oggi, e soprattutto nell’immediato futuro, il SIT si dovrà collocare in un ruolo centrale tra gli attori del Piano (informatico, planner, cittadini, decisore), i quali dovranno sempre più interagire con esso e tra loro. Infatti il pianificatore sa che il territorio è un insieme di fattori complessi tra loro strettamente correlati, e che esso reagisce complessivamente ad ogni intervento: è quindi imprescindibile ottimizzare l’uso della risorsa ambiente – territorio. Non si elabora il progetto e poi se ne mitiga l’impatto, ma, al contrario, è l’uso possibile della risorsa disponibile ad indirizzare la progettazione; perciò è indispensabile la conoscenza della realtà in atto. Qui entra in gioco il SIT, il quale per sua definizione può esprimere la concezione e l’organizzazione della città e consentirne la gestione consapevole. I Sistemi Informativi Territoriali e le loro evoluzioni in Sistemi Spaziali di Supporto alle Decisioni (SDSS) rappresentano degli strumenti preziosi ed integrabili per una migliore comprensione delle dinamiche territoriali in atto. Bisogna anche considerare il fatto che negli ultimi due decenni sono stati introdotti progressivamente negli strumenti urbanistici elementi di maggiore complessità sia dal punto di vista rappresentativo che sostanziale, con la conseguenza di rendere più articolate e meno lineari le modalità di lettura. Per tali motivi spesso le amministrazioni si trovano nella necessità di dover distribuire le informazioni attraverso le nuove tecnologie informatiche. Un SIT in questo caso può sostituire la consultazione in loco dei documenti urbanistici e rendere semplice e di facile consultazione materiali complessi e specialistici; può aiutare nella comprensione di congegni non sempre alla portata di un pubblico non competente, ma può risultare anche utili per i quadri amministrativi che devono fornire risposte a quesiti specifici. D’altra parte esistono due diverse categorie d’utenti, aventi esigenze differenti: da un lato gli utenti tecnici che necessitano d’informazioni dettagliate e puntuali; dall’altro i semplici cittadini che collegati via web vogliono verificare cosa sta avvenendo sul territorio, ed hanno bisogno d’informazioni mirate. Le tendenze evolutive delle tecnologie informatiche e lo sviluppo di Internet ci permettono di immaginare come plausibile un futuro scenario di “perdita di centralità del SIT”, nel quale gli attori del processo di Piano connessi via Web e dotati ciascuno di un proprio SIT svolgono un dialogo continuativo sfruttando i vantaggi delle architetture distribuite. - 52 - Un SIT per l’urbanistica offre la possibilità di: • • • • • • • • • • • • • • • • pubblicare in Internet i propri strumenti urbanistici (PRG, varianti, piani particolareggiati, ecc.) e consente al professionista e al cittadino di accedere agli stessi, aggiornati all'ultima variante, senza dover raggiungere la sede del comune. Consente inoltre una consultazione interattiva della cartografia e delle tavole di piano; consultare la normativa in formato ipertestuale a partire dalla cartografia e produrne dell'estratto; monitorare lo stato di attuazione degli strumenti urbanistici; generare modelli tridimensionali che aiutano la pianificazione urbanistica; valutare l’idoneità all’urbanizzazione di nuove aree; supportare la riqualificazione dei centri storici; permettere la redazione del Piano del Colore, strumento di coordinamento degli interventi di manutenzione, ristrutturazione e risanamento dei paramenti murari, utile soprattutto per le città con consistenti patrimoni storiciarchitettonici. effettuare la verifica di conformità, cioè verificare l’allineamento dello stato di fatto e dello stato di progetto concessionato e/o condonato; è un’operazione ancora rara tramite web, ma sarà sicuramente uno degli obiettivi futuri più utili per le amministrazioni comunali. monitorare delle condizioni dell'ambiente naturale e antropico e della situazione delle reti infrastrutturali, che rappresentano elementi-chiave per il perseguimento di uno "sviluppo sostenibile"; avere chiaro il contesto in cui va inserita una nuova costruzione, in tutti i suoi molteplici aspetti (viabilità, impatto ambientale..); cercare e consultare on-line le pratiche edilizie comunali (concessioni edilizie, autorizzazioni, DIA, varianti…); per l’inoltro dei documenti tramite web, essendo indispensabile la firma autografa, è richiesta la firma digitale, ancora di rara applicazione. ottenere in automatico del Certificato di Destinazione Urbanistica necessario per atti immobiliari o denuncie di inizio attività; fornire una guida per l'apertura di nuove attività produttive: l'iter da seguire, gli enti coinvolti, i documenti necessari e dove recuperarli, il referente per il Comune; studiare l’allocazione delle risorse per struttura di servizio; ottenere mappe della disponibilità attuale di servizi proporzionata alla popolazione residente; monitorare i flussi di traffico. PRG Il Piano Regolatore Generale (PRG) è per definizione uno strumento di conoscenza e di governo della realtà territoriale, in grado di fornire un'immagine completa e rispondente del Comune. Punto di partenza della sua elaborazione è l'analisi di una serie di elementi, quali la popolazione, le abitazioni, l'economia, l'ordinamento spaziale urbanistico, il sistema di trasporti e i flussi di traffico, le infrastrutture tecniche, culturali, sportive e ricreative, la difesa dell'ambiente, le diverse connessioni con il territorio. Attraverso la rilevazione e la georeferenziazione dei dati relativi a questi elementi, il PRG disciplina l'uso del suolo, con l'assegnazione di aree per la mobilità, aree per l'edificazione pubblica e privata, aree libere, e con definizione delle norme che regolano l'uso stesso. - 53 - Un SIT destinato alla gestione del PRG comunale deve comprendere, oltre alla cartografia di base del territorio, diversi livelli di rappresentazione dei confini amministrativi, di proprietà, dei vincoli normativi, e altri tematismi quali la carta geologica e idrogeologica. Gli elementi rappresentati (abitazioni, particelle catastali, reti tecnologiche, ecc.) saranno associati, a livello di data base, ad informazioni ed attributi (identificazione dei proprietari dei singoli immobili abitativi, superficie costruita, etc.) utili all'elaborazione del PRG, ma anche alla gestione delle problematiche correnti nel territorio comunale. Ad esempio, per una determinata area deve essere possibile, mediante un’interrogazione a video calcolare la cubatura complessiva delle costruzioni, oppure evidenziare i dati di riferimento delle licenze edilizie relative ad un edificio. In molti casi gli enti locali hanno digitalizzato il PRG partendo dagli elaborati cartacei originali. Oggi c’è la necessità di utilizzare le nuove tecniche informatiche contestualmente al processo di elaborazione degli strumenti urbanistici, sia per evitare il notevole sforzo della trasposizione e traduzione in digitale di documenti di forma tradizionale, sia perché l’utilizzo di tecnologie GIS fina dalle fasi iniziali di elaborazione dei Piani comporta indubbi vantaggi in termini di gestione dei dati. La costruzione di un piano regolatore generale deve integrare due diversi approcci: • • l’approccio analitico: ragionamento formale attraverso il quale si individuano le soluzioni spaziali possibili combinando criteri operazionali spaziali e vincoli. Questo approccio è supportato dal GIS attraverso le funzioni di buffer ed overlay l’approccio intuitivo: progettazione effettuata attraverso ragionamento interpretativo-creativo in cui i pianificatori sviluppano “una mappa mentale” delle strutture spaziali future. Questo approccio è supportato dal CAD. Il PRG deve essere progettato tenendo presente anche la base dati catastale aggiornata, per passare attraverso la base dati integrata Catasto-PRG ed arrivare alla procedura automatica di produzione mappa, normativa e relativi riferimenti e, infine, al certificato urbanistico. I problemi sono il non aggiornamento dei dati catastali e le banche dati con toponimi non uniformati. Certificato di destinazione urbanistica Ricavare in automatico il certificato urbanistico tramite web non è ancora una realtà (tranne rari casi), ma rappresenta sicuramente uno degli obiettivi futuri nel settore dell’urbanistica, per quei comuni che dispongono già di un SIT ben strutturato ed avanzato. Il Certificato di Destinazione Urbanistica è quel documento ufficiale che certifica la destinazione urbanistica delle particelle catastali ricadenti nelle zone del PRG e specifica le modalità con cui le indicazioni del PRG si applicano ad una determinata porzione di terreno; consente quindi di conoscere la destinazione d’uso che regola quel punto. Esso è rilasciato dalle amministrazioni Comunali ed è ottenibile dalla sovrapposizione delle mappe catastali col piano regolatore. Questa operazione è però problematica: si ha un certo livello di soggettività nella sovrapposizione di carte spesso dissimili; dati e mappe catastali spesso non sono aggiornate tempestivamente; la precisione dei calcoli richiesti per la redazione del Certificato è spesso approssimata. Tutto ciò comporta spesso contenziosi, conseguenze economiche per il cittadino e pesanti responsabilità per l’Amministrazione; l’unica reale soluzione è rappresentata dall’uso di strumenti informatici. Il Comune per poter realizzare il rilascio in tempo reale di tale certificato deve poter disporre di una Cartografia Numerica fotogrammetrica aggiornata, tavole di - 54 - PRG e Mappa Catastale realizzate su supporto numerico. La sovrapposizione di questi tre livelli informativi in un unico sistema consente non solo di visualizzarli contemporaneamente ma anche, e soprattutto, di operare scelte e/o proporre decisioni. Ma l’ostacolo principale all’automazione del Certificato resta proprio la non sovrapponibilità delle due cartografie fondamentali, cioè carta tecnica Comunale e cartografia catastale, che in quasi tutti i Comuni sono realizzate su basi cartografiche diverse. Altri fattori indispensabili per la redazione in automatico del certificato sono: • • • • cartografia catastale aggiornata ed aggiornabile; cartografia digitale del PRG conforme a quella ufficiale; integrazione delle diverse basi cartografiche; applicativo software operante in modalità GIS e che consente una gestione dinamica della procedura di certificazione. Conservazione di centri storici e monumenti La riqualificazione urbana rappresenta un nodo centrale nell’insieme di interventi di pianificazione delle nostre città, non solo proiettate verso l’espansione. I SIT possono essere impiegati anche per la conservazione dei monumenti, sia alla scala di un intero centro storico sia a quella di parte di un edificio. Per i centri storici le applicazioni più frequenti dei SIT sono: • • carte storiche e carte tematiche; uso delle banche dati comprendenti informazioni sulle singole facciate degli edifici per la programmazione, la documentazione e la gestione degli interventi di restauro di un intero centro storico o di parti di esso. Nel caso del singolo monumento, l’impiego delle tecniche GIS è utile: • • • per la redazione del computo metrico estimativo in fase progettuale dopo l’intervento, come documentazione dello stato di conservazione del monumento prima del restauro come base per la valutazione dell’efficacia nel tempo dei prodotti e delle modalità impiegate, dati indispensabili per gli interventi futuri. Modelli tridimensionali L’uso di rappresentazioni tridimensionali nella fase di analisi e scelta delle alternative è un mezzo efficace per una comprensione ed una comunicazione più aperta e trasparente dei fenomeni e delle trasformazioni che caratterizzano il territorio urbano. Gli strumenti e le tecnologie in grado di elaborare e raffigurare informazioni geografiche tramite modelli 3D rappresentano un passo importante verso una comprensione ed una comunicazione più aperta e trasparente dei fenomeni e delle trasformazioni che caratterizzano il territorio urbano. Attualmente di solito l’unico obiettivo di questo tipo di visualizzazioni è quello di rappresentare in maniera statica oggetti aventi una terza dimensione. D’altro canto diventa sempre più facile costruire modelli tridimensionali in ambiente GIS, associando i dati provenienti dagli archivi delle amministrazioni comunali; inoltre le nuove tecnologie ci permettono di rendere la visualizzazione degli oggetti interattiva: per questo motivo si può facilmente immaginare scenari in cui la gestione delle informazioni raccolte in un Comune diventi sempre più “geografica”. La visualizzazione tridimensionale può essere d’aiuto sia agli utenti tecnici sia ai semplici cittadini, poiché rappresenta un modo semplice per comunicare decisioni e progetti; inoltre gli interventi urbanistici e edilizi devono essere rappresentati necessariamente in - 55 - forma grafica. Da un punto di vista tecnico, invece, è opportuno considerare l’ipotesi di integrare ex ante le informazioni gestionali e la visualizzazione 3D. Lo strumento GIS è particolarmente indicato per le simulazioni urbane, permettendo di rendere maggiormente efficace la pianificazione; è infatti possibile: • • • • • generare rappresentazioni tridimensionali da carte bidimensionali per aumentare l’immediatezza interpretativa dei dati in esse riportati; sostituire i tradizionali strumenti come i plastici nella presentazione di grandi progetti a scala urbana; compiere un’analisi dell’esistente partendo dalla carta tecnica comunale, ricostruendo gli edifici mediante estrusione dei perimetri ed associando tramite GIS il numero dei piani agli elementi grafici; visualizzare e verificare gli effetti delle norme del piano mediante la presentazione di situazioni limite (massimo ingombro, massimo sviluppo verticale…); visualizzare e scegliere alternative planivolumetriche durante la definizione degli strumenti urbanistici esecutivi. Fig. 3.1 : Esempio di uso di modelli 3D Attualmente, di solito, tutto il patrimonio informativo comunale è gestito attraverso applicativi che non ne permettono una visione geografica in automatico. E’ ancora diffusa una mentalità abbastanza scettica verso l’uso del 3D, relegato a funzioni puramente dimostrative, anche a causa dell’uso preponderante del 2D nei vari settori tecnici degli enti comunali. 3.3) Gestione tributi, costi e patrimonio comunale Lo stato di fatto della legislazione italiana consente ai comuni un’autonomia finanziaria che da tempo supera abbondantemente il 50%. La disponibilità di strumenti di informatica geografica si può quindi rivelare estremamente utile e preziosa anche nell’area della gestione dei Tributi Comunali, anche se la messa in funzione di un sistema informativo territoriale dedicato comporta uno sforzo considerevole da parte dei tecnici per superare difficoltà intrinseche alle banche dati, che spesso dopo un' attenta analisi rivelano problemi di incomunicabilità tutt’altro che trascurabili. - 56 - Per quanto riguarda la cartografia il problema più grosso è l'utilizzo delle mappe catastali che, come si sa, sono costruite su una proiezione cartografica (Cassini-Soldner) impossibile da sovrapporre senza l'uso di artifici con la cartografia regionale-nazionale redatta sulla proiezione Gauss-Boaga. Questo è un ostacolo considerevole visto che l'introduzione dell'Imposta Comunale sugli Immobili ha conferito al supporto catastale un'importanza mai raggiunta prima. Un Comune può ricorrere all’utilizzo di sistemi G.I.S. per effettuare analisi e valutazioni di natura geografica sui dati connessi all’emissione di cartelle esattoriali. Infatti i tributi dovuti all’Amministrazione Comunale dipendono non dal reddito dei singoli soggetti, ma dal fatto che questi ultimi possiedano proprietà di natura immobiliare site sul territorio comunale e/o dall’occupazione di suolo pubblico effettuate a diverso titolo (esercizi commerciali, spazi pubblicitari, insegne, ecc.). Un altro aspetto di notevole rilevanza, in particolare nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, è quello connesso alla possibilità di incrociare i dati in possesso dell’Amministrazione Comunale con quelli esistenti presso gli archivi catastali. Ciò rende possibile una più incisiva ed efficace valutazione degli ambiti di possibile evasione esistente sul territorio comunale. Altro aspetto di non secondaria importanza è quello relativo alla zonizzazione immobiliare ai fini dell’attribuzione della classe e categoria degli immobili per la determinazione dell’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili). A questo proposito le interpolazioni dei dati effettuate tramite il GIS rappresentano nel contesto della gestione delle diverse imposte comunali (ICI, ICIAP, TOSAP, TRSUP, ecc.) un efficace strumento di analisi e monitoraggio.Qualsiasi sistema informativo per la fiscalità necessita di avere un'anagrafe pronta e collaudata dei soggetti passivi d’imposta. Per quanto riguarda ICI e tassa rifiuti, la preparazione dell'anagrafe fiscale consiste nel collegare l'archivio informatico degli uffici anagrafici con un archivio, possibilmente aggiornato, delle dichiarazioni catastali dalle quali si desume la situazione della proprietà immobiliare e fondiaria e dai ruoli TARSU che contengono anche le informazioni sulle unità edilizie e le attività commerciali. Anche la gestione della spesa può essere migliorata con l'uso di un sistema GIS. Le uscite di un'amministrazione comunale si suddividono in: • • • • Spese correnti Spese in conto capitale Spese per rimborso prestiti Spese per servizi per conto di terzi Le spese correnti rappresentano l'onere per l'ente locale nell'ambito del "do ut des" che si instaura con la popolazione e si possono considerare direttamente collegate alle entrate correnti tant’è che nei bilanci la differenza tra le somme dei titoli corrispondenti è praticamente nulla. E' lecito quindi formulare delle ipotesi di valutazione. Nell'ambito dell'intero comune la situazione è in equilibrio; molto probabilmente però si verificano delle concentrazioni di costi e di entrate diversi nelle varie sottozone del paese. Ci si sta orientando verso un’imposizione fiscale che sempre più deve essere commisurata e relazionata al servizio per cui il contribuente paga e quindi il cittadino sente l'esigenza di verificare dove e come viene impiegato il denaro versato al fisco perché anche e soprattutto su questo si baserà per formulare un giudizio politico sugli amministratori che lo rappresentano. - 57 - Lo strumento informatico e il GIS in questo caso portano un contributo molto importante in quanto permettono di attribuire qualsiasi voce di spesa e di entrata all'oggetto urbano che l'ha determinata. Per ciò che riguarda le uscite è possibile: distribuire i costi di un servizio sul relativo bacino di utenza, attribuire spese puntuali all'oggetto che le determina (riparazione e manutenzione dei manufatti urbani), distribuire sul territorio spese specifiche in modo statistico in relazione a variabili socio-demografiche. Il risultato finale può essere una serie di mappe tematiche (aggregate per microzone o disaggregate per verifiche puntuali) che visualizzano le variabili scelte (entrate, uscite, bilancio ecc.) e/o gli oggetti puntuali relativi alle varie voci di spesa o entrata fiscale. Il SIT può permettere la messa in esercizio di un sistema di gestione della banca dati cartografica del patrimonio comunale. Il sistema può consentire la gestione delle mappe digitali con la perimetrazione delle proprietà comunali, che altrimenti vengono aggiornate manualmente in seguito ad atti di acquisto o vendita, offrendo inoltre funzionalità per inserire gli aggiornamenti delle particelle catastali, interessate da transazioni da parte del Comune, e permettendo di mantenere i riferimenti agli atti che generano le modifiche. 3.4) Gestione ambientale L’automatizzazione dei processi d’acquisizione dei dati e l’elaborazione simultanea di dati di natura alfanumerica e di dati di tipo spaziale hanno consentito lo sviluppo anche in questo settore dei SIT. Questo è alla base dello sviluppo di specifici sistemi capaci di simulare molti dei principali fenomeni ambientali e territoriali. In quest’ambito un SIT permette ad esempio: • • • • • • • • il censimento e la schedatura di verde pubblico ed attrezzature varie; la gestione di parchi e foreste; il controllo delle trasformazioni dell’uso del suolo; le valutazioni d’impatto ambientale, per esempio relative all'ubicazione di siti a rischio; il monitoraggio ambientale e l'interazione con la modellistica per acque, suoli e aria; in questo contesto l’uso dei SIT ha portato un grosso vantaggio per capire in maniera automatica quali aree del territorio sono variate rispetto a situazioni pre-esistenti o storiche, anche acquisite con geometria differente, od utilizzando immagini telerilevate; il monitoraggio di inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico; la valutazione dello stato di conservazione della naturalità del paesaggio e degli effetti di eventuali interventi di riqualificazione, o monitorare il recupero della vegetazione; la valutazione degli interventi progettuali e programmatici sulle infrastrutture; - 58 - Fig. 3.2: uso dei GIS per la gestione delle aree verdi • • • • • • • • • lo studio della rete idrografica superficiale di un territorio, per permettere lo sviluppo di un programma di risanamento delle acque superficiali e di riduzione del pericolo d'inquinamento delle falde. Fra le attività possibili: la digitalizzazione della rete idrografica gerarchizzata, il rilievo di campagna dei punti di degrado, la definizione dei bacini idrografici, la quantificazione del drenaggio superficiale per valutare l'infiltrazione efficace per unità di bacino idrografico. la raccolta, l’organizzazione e l’elaborazione dei dati inerenti le attività e le opere finalizzate alla difesa del suolo (caratterizzazione fisica territorio, vulnerabilità in funzione del grado di antropizzazione, stato di attuazione degli interventi e caratteristiche opere…); inoltre offre il supporto decisionale per la pianificazione, la programmazione e la valutazione delle proposte di interventi di difesa del suolo e per la rimozione delle criticità e del rischio idrogeologico. il monitoraggio dei fenomeni di subsidenza; la gestione delle certificazioni ambientali; la selezione delle priorità e l’adeguamento delle politiche ambientali per la formazione di Piani di Azione in campo ambientale; di effettuare analisi meteorologiche; la creazione di carte del rischio di valanghe; la valutazione della sofferenza acustica in funzione delle variazioni apportate al piano del traffico; la prevenzione e il controllo degli incendi attraverso modelli di propagazione degli stessi. E’ infatti possibile implementare “modelli di diffusione” con cui simulare l’avanzamento del fronte e integrare tali valutazioni nell’ambito di una procedura più articolata che consenta di individuare il percorso da assegnare ai mezzi d’intervento; inoltre in fase di pianificazione è possibile individuare le criticità della rete stradale e delle risorse territoriali cui è necessario attingere. - 59 - Le aree verdi E’ possibile progettare un sistema che rappresenti la base per realizzare uno strumento di pianificazione e gestione del verde cittadino e per definire un Piano del Verde generale. A questo scopo si dovrebbe: • • • intraprendere il censimento delle aree verdi cittadine (parchi, verde cimiteriale…) raccogliendo dati fisici, qualitativi e quantitativi e tenendo conto degli aspetti manutentivi e dell’utenza dei luoghi; collegare la banca dati cosi’ ottenuta ad una cartografia tematica specifica; valutare la situazione esistente, le esigenze dell’utenza e le azioni manutentive, agevolare le scelte e le strategie decisionali, ottimizzare la logistica e la programmazione. La manutenzione del verde comunale necessiterebbe di continui, specifici e tempestivi interventi, legati all’andamento climatico e stagionale, su materiale in continua trasformazione. Pochi Comuni italiani hanno realizzato banche dati relative alle aree verdi, e in ogni caso sono ancora lontani da un loro ampio sviluppo e da una loro interazione con altre informazioni territoriali e tecnologie. Valutazione d’impatto ambientale E’ una procedura amministrativa che ha lo scopo di assistere il processo decisionale relativo alla realizzazione di opere o di interventi sul territorio per le quali si prevede un impatto significativo su ambiente e componenti socio-economiche interferite, ponendo al centro la salvaguardia dell’ambiente naturale; solitamente la procedura coinvolge la valutazione di una serie di alternative progettuali e quindi la scelta di quella più idonea. E’ un’applicazione di tipo DSS (Sistema di Supporto alla Decisione), in cui le tecniche GIS e la grande mole di informazioni disponibili rendono il processo decisionale più razionale e le motivazioni della scelta più chiare. Quindi un sistema informativo per la VIA deve assolvere diverse funzioni: essere uno strumento di analisi territorialeambientale e di supporto nell’esame istruttorio degli studi di impatto ambientale sull’opera; essere uno strumento di archiviazione di informazioni progettuali ed ambientali che può essere consultato nella fase di predisposizione dello studio e può costituire un efficace mezzo di comunicazione per i cittadini chiamati a partecipare alla procedura con opinioni ed osservazioni. Lo sviluppo di SIT per la valutazione d’impatto ambientale è solo ai primi passi in Italia: l’interdisciplinarietà dello studio d’impatto ambientale e la complessità dello strato informativo associato sono all’origine di problemi e difficoltà di sviluppo in questa direzione. Inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico Lo stato dell'inquinamento acustico e atmosferico è un fattore importantissimo per la valutazione della qualità di un aggregato urbano. Il controllo è basato sull’integrazione di tre importanti attività: • • • il monitoraggio; la valutazione preventiva, basata su tecniche analitiche e statistiche e su modelli di simulazione sempre più raffinati; il sistema SIT. - 60 - La tecnologia informatica ed elettronica forniscono oggi degli strumenti di uso estremamente semplice e di costo relativamente ridotto per realizzare una campagna di rilevamenti dei livelli di inquinamento. Oltre ai fonometri e ai nuovi rilevatori portatili di monossido di carbonio, sono ormai di impiego pressochè comune le stazioni GPS (Global Positioning System), che consentono misurazioni istantanee e che memorizzano contemporaneamente dato e posizione geografica. Viene documentato anche il rispetto ovvero il superamento degli standard di qualità dell’aria nel territorio. I dati successivamente possono essere riversati su un computer e inseriti in archivi tematici, ed è quindi possibile effettuarne elaborazione e correlazione. Il sistema SIT integra le informazioni provenienti dalla rete di rilevamento e dalla procedura di simulazione della diffusione, correla questi dati con altri dati ambientali (caratteristiche territorio, mappa della vegetazione…), favorisce trasparenza ed accessibilità delle informazioni, presentandole con una rappresentazione grafica e geografica e visualizzandole sia in 2D che in 3D. In questo modo è possibile individuare la dinamica dell’inquinamento, i periodi critici e le cause che li determinano, elaborare un piano di interventi operativi e verificarne l’efficacia. I Comuni hanno molteplici compiti in relazione agli aspetti dell’inquinamento: • • • limitare la circolazione e l’emissione di impianti in caso di stati di allarme inquinamento; emettere autorizzazioni in relazione a impianti industriali, artigianali o di pubblica utilità; verificare l’ottemperanza alle prescrizioni relative alle autorizzazioni Per quanto riguarda l’inquinamento acustico le competenze comunali sono stabilite dalla “Legge Quadro sull’Inquinamento Acustico” (articolo 6 della legge n° 447/1995). Essa prevede tre fasi fondamentali per la pianificazione acustica: • • • Zonizzazione acustica: prevede l’attribuzione a ciascuna porzione omogenea di territorio di una delle sei classi acustiche (con relativo valore limite di rumorosità ambientale) individuate dalla normativa vigente, sulla base della destinazione d’uso prevalente. Per la realizzazione di tale lavoro sono utili cartografia digitale e sistemi GIS per la georeferenziazione e l’elaborazione dei dati. Caratterizzazione acustica: è la verifica del reale livello acustico presente sul territorio, con raccolta di dati attraverso una specifica campagna di misure fonometriche con postazioni georeferenziate. Si crea in questo modo una banca dati in ambiente GIS, si può ottenere una cartografia delle zone di isolivello e si possono elaborare modelli revisionali di propagazione del rumore e di simulazioni di impatto acustico, analisi che saranno di supporto alle decisioni. Piano di Risanamento Acustico: la sovrapposizione delle mappe originate dalla zonizzazione e caratterizzazione acustica conduce alla determinazione delle zone di potenziale superamento dei limiti. Quindi si dovrà determinare la causa della criticità per procedere con i necessari interventi di bonifica (modifica flusso del traffico…), che devono tenere conto di differenti dati territoriali attraverso procedure automatiche tipiche dei SIT. L’inquinamento elettromagnetico ha origine da diverse cause, ma la preoccupazione dei cittadini è in crescita in seguito alla crescita degli impianti e dei servizi di telefonia mobile. Le normative attribuiscono ai Comuni l’attività di vigilanza e controllo sugli - 61 - impianti. Di conseguenza in alcune zone sono stati presi degli accordi tra comuni e gestori per garantire informazione, monitoraggio, interventi di risanamento. Proprio nel SIT possono essere riportati la cartografia utilizzata, le leggi, i regolamenti, i limiti ammissibili alle varie frequenze, ecc. 3.5) Geomarketing Il geomarketing, che è una delle applicazioni più recenti e innovative nell'ambito dei GIS, permette di rappresentare geograficamente determinate informazioni (fasce e densità di popolazione, dislocazione dei servizi, etc.), rendendole più comprensibili e significative. La finalità del marketing territoriale è far conoscere al più ampio numero di agenti economici l'offerta insediativa delle aree produttive e le caratteristiche della rete di imprese esistente in un'area definita (comune, provincia, ecc..). Ad esempio, utilizzando Internet come mezzo di comunicazione, con il supporto cartografico idoneo si forniscono: • • • le informazioni di natura socio-economica ed infrastrutturale del territorio informazioni e localizzazione delle imprese esistenti sul territorio informazioni e localizzazione delle aree a destinazione produttiva (Industria, artigianato, commercio e servizi) presenti sul territorio. Su tali informazioni si rendono disponibili servizi di consultazione che consentano di impostare criteri di ricerca come ad esempio: • • • dove sono le imprese del tipo….? dove posso edificare con la destinazione d'uso del tipo …..? in quest'area in cui posso edificare qual è la capacità residua? Ad un Comune un Sit di questo tipo permette: • • • Il supporto alla progettazione di edifici civili a valenza pubblica e la valutazione dei bacini di influenza e delle interazioni, per la localizzazione di servizi (sociali, scolastici, turistici…) all’interno del contesto reale e considerati domanda, offerta e bacino d’utenza. La pianificazione di qualsiasi attività legata ad oggetti allocati sul territorio, con conseguenza sulla misurazione di indici di qualità dei servizi relativi. Ottenere informazioni aggiornate sulla situazione relativa alle aree industriali censite nel sistema. Per ogni area industriale si possono ottenere informazioni alfanumeriche e cartografiche relativamente all'inquadramento geografico, all'Ente Gestore, all'accessibilità ad essa da porti, aeroporti, strade e ferrovie, alle infrastrutture in essa presenti (opere stradali, ferroviarie, energia elettrica, gas-metano, ecc.). Si possono inoltre consultare le principali informazioni sugli stabilimenti presenti e l'eventuale disponibilità di lotti liberi acquisibili per intraprendere nuove attività. È possibile ricercare aree di interesse e presenza di stabilimenti al loro interno, attraverso la selezione di alcuni parametri quali lo stato del piano regolatore, il prezzo dei terreni disponibili, il numero di addetti, ecc. Una volta scelta l'area di interesse sono disponibili inoltre dati relativi alle produzioni, al numero di stabilimenti presenti, agli addetti fissi e previsti, alla superficie occupata e al rapporto addetti/superficie. - 62 - Per le aziende private avvalersi di queste soluzioni innovative vuol dire aumentare la propria efficacia, efficienza e presenza sul territorio e quindi la propria quota di mercato rispetto ai Competitor nei vari settori di riferimento. Fig. 3.3: mappa del mercato potenziale dei punti vendita La tecnologia GIS, applicata al GeoMarketing, può essere utilizzata, ad esempio, nel settore bancario, come strumento di controllo delle filiali, per conoscere ad esempio il proprio indice di penetrazione di mercato nella zona operativa della filiale stessa rispetto al suo potenziale, o come strumento di pianificazione per operazioni di direct marketing rivolte a fasce d'utenza specifiche. Infatti, conoscendo le capacità di risparmio dei residenti, le fasce di età dei risparmiatori e gli indirizzi è possibile individuare, per una zona identificata sulla mappa digitale, i target per un mailing o per pianificare le visite di un promotore finanziario. Nel settore assicurativo uno degli obiettivi principali è la minimizzazione del rischio della compagnia, nell'assicurare persone fisiche, beni immobili e mobili. Una soluzione di GeoMarketing può contribuire alla valutazione del rischio grazie all'analisi del territorio sul quale il bene è posizionato. Analizzando e visualizzando sul territorio i dati storici relativi ai sinistri e le loro cause, si è in grado di definire una mappa di rischio della zona, ed è possibile di conseguenza adeguare la polizza assicurativa. Oltre a quest’applicazione, gli strumenti di GeoMarketing vengono utilizzati per analizzare le capacità di raccolta di nuove polizze da parte dell'Agenzia o del singolo agente. Da ormai cinque anni grandi catene di attività commerciali in franchising stanno adottato soluzioni di GeoMarketing per valutare se la location proposta sia idonea all'apertura. In questi casi, grazie alla tecnologia GIS, si posizionano sul territorio i punti della rete di vendita esistenti, i concorrenti, gli attrattori, i dati socio-demografici e quindi si vanno ad effettuare delle analisi che tengano conto dei vari fattori. Il GIS consente di creare dei modelli di valutazione che convalidano o meno l'apertura del nuovo punto vendita. Nel settore immobiliare si utilizza il GeoMarketing come strumento per selezionare rapidamente un immobile in funzione di alcuni parametri dettati dall'utente finale quali: la zona della città, la distanza da un punto di riferimento (vedi sede di lavoro), la percorribilità della rete viaria, i servizi presenti etc. Dal lato gestionale, per ridefinire le aree di competenza delle agenzie. - 63 - La Grande Distribuzione è un altro dei settori che ricava grandi benefici dall'utilizzo della tecnologia GIS. Le funzionalità a disposizione nelle soluzioni proposte permettono di definire con buona precisione il mercato potenziale di ogni punto di vendita. Grazie alla mappatura della loyalty card o dei dati di vendita, è possibile definire la propria quota di mercato rispetto al potenziale del territorio. Capire dove un certo tipo di prodotto è stato acquistato ottimizza i costi delle eventuali campagne pubblicitarie organizzando in maniera mirata la distribuzione della pubblicità. 3.6) Utilities Un importante ambito di applicazione delle tecnologie di informatica geografica è rappresentato dal settore delle utilities. L'introduzione del SIT in questo settore di attività è indubbiamente strategica. Si pensi, infatti, alle varie reti che possono essere presenti in un Comune: elettrica, telefonica, acqua potabile, gas, fognaria, illuminazione pubblica, teleriscaldamento, fibra ottica ecc. Utilizzare un SIT in questo ambito significa facilitare una gestione integrata di queste risorse, che pur facendo capo ad enti diversi devono inevitabilmente tenere conto l'una dell'altra, dal momento che operano sullo stesso territorio. In questi ultimi anni molte Aziende, allo scopo di superare i limiti della gestione delle proprie reti hanno dato luogo alla creazione di appositi SIT che permettono di programmare e pianificare gli interventi sul territorio e nel contempo consentono l’aggiornamento in tempo reale delle modificazioni sopravvenute. Gli obiettivi principali di un SIT di questo genere sono la visualizzazione grafica di tutte le informazioni attraverso carte tematiche, la possibilità di introdurre tutte le varianti delle reti in tempo reale, la simulazione del comportamento della rete. Sulla base geometrica ricavata dalla cartografia numerica comunale e della cartografia tradizionale della rete aziendale, viene riportato un grafo composto da tronchi e nodi che simula lo schema planimetrico della rete. Quindi mediante il software dedicato del SIT verrà predisposta la connessione tra base geometrica e base di dati, tale da consentire la realizzazione delle carte polifunzionali raffiguranti i tematismi cercati. Inoltre in futuro alcuni Comuni potrebbero richiedere alle aziende che gestiscono servizi pubblici su rete tecnologica di avere preventivamente a disposizione documentazione di tutte le reti presenti in un dato luogo, prima di poter ottenere il permesso per procedere ai lavori di scavo relativi a qualsiasi operazione di gestione, manutenzione o ampliamento delle stesse. Questo comporta la necessità di dover rendere accessibile l’intera documentazione in possesso di ogni azienda a tutte la altre e l’esigenza di organizzare una base dati di tipo informatico. - 64 - Fig 3.4: esempio di applicazione GIS per le utilities. Alcuni esempi di utilizzo di un SIT in questo campo: • • • • • • Nell'ambito della gestione di una determinata rete o struttura, il GIS, supportandone la modellizzazione, permette di tenere sotto controllo tutte le informazioni utili. Per esempio, è possibile visualizzare una determinata conduttura e conoscerne le coordinate geografiche esatte e gli attributi: l'anno di costruzione, i successivi interventi di manutenzione, la sezione, i materiali che la compongono. Ottimizzare l'utilizzazione di tutte le informazioni delle reti e degli impianti permette agli operatori il pieno controllo dei parametri d’esercizio. E’ possibile richiamare e visualizzare tutti gli elementi accomunati da una determinata caratteristica (anno di costruzione, ecc.), controllandone lo stato e programmando gli interventi di manutenzione. Con la georeferenziazione dei guasti si possono individuare concentrazioni anomale di perdite, e studiare le possibili correlazioni tra diversi fattori che li causano. Si possono associare ai nodi della rete i consumi che sono gestiti dal sistema di bollettazione. E’ possibile sezionare tratti d’impianto e simulare gli effetti della chiusura di paratie sulla rete per valutare quali e quante utenze resteranno escluse dall’erogazione del servizio, in modo tale da pianificare al meglio gli interventi di manutenzione ordinaria. Permette di gestire i servizi d’emergenza e le squadre di lavoro (es. l’intervento dei pompieri per un allagamento o una fuga di gas può richiedere la conoscenza perfetta del territorio, per localizzare e riconoscere immediatamente tutti gli elementi e le informazioni utili sul luogo dell'intervento). - 65 - • • • Possono essere coordinati gli scavi stradali, con rilascio del permesso di costruire da parte dell’ufficio competente. Permette la gestione delle nuove urbanizzazioni e degli allacciamenti. E’ possibile simulare i percorsi minimi per ottimizzare le risorse. Stanno nascendo soluzioni innovative che, tramite sistemi e collegamenti di tipo mobile, consentono di gestire on site ed in real time tutte le fasi degli interventi. Il sistema è, infatti in grado di gestire in automatico dati provenienti anche da strumenti a supporto degli operatori direttamente sul campo (GPS, palmare, fotocamere digitali) completando quindi l'integrazione dei processi di gestione. 3.7) Trasporti Formazione dello stradario ufficiale Nell’ambito dei propri compiti di istituto un Comune deve formare lo stradario ufficiale. Il sistema viene utilizzato per mantenere aggiornato lo stradario, per produrre gli elaborati cartacei di corredo, in particolare la planimetria di ogni strada, e per formare l’elenco generale di tutte le strade di proprietà del Comune; l’elenco può riportare per ogni strada oltre alla denominazione, l’indicazione della numerazione civica estrema, la larghezza. Gestione infrastrutture L'acquisizione di una conoscenza completa e aggiornata della rete viabile permette di avere uno strumento informatico per gestire tutte le informazioni della rete stradale e degli elementi ad essa correlati, quali, ad esempio, le caratteristiche geometriche del corpo stradale, i manufatti, le pertinenze, la segnaletica, le reti tecnologiche, i vincoli e le servitù, oltre che le pratiche di concessione ed autorizzazione per occupazioni temporanee, accessi, attraversamenti, spazi pubblicitari. Ciò offre la possibilità di: • • • programmare correttamente la gestione delle infrastrutture viarie; pianificare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e, definiti i criteri opportuni, valutare la percorribilità di ogni arteria stradale; fornire un servizio ai cittadini e alle imprese, permettendo la ricerca e la consultazione delle banche dati, l'inoltro delle richieste di autorizzazione, lo snellimento delle procedure. Trasporti pubblici urbani L'esigenza di pianificare e tenere sotto controllo la viabilità e il sistema di trasporti pubblici richiede la disponibilità di una rappresentazione cartografica di livello adeguato. Un GIS opportunamente costruito permette ad esempio di studiare il piano dei trasporti pubblici, in funzione della dislocazione dei servizi (scuole, uffici), delle aree residenziali, delle fabbriche, e delle densità abitative e consente, inoltre, di valutare ipotesi diverse di riorganizzazione della circolazione operando simulazioni di distribuzione dei flussi di traffico sulla rete viabilistica cittadina. Inoltre può permettere la consultazione di tutte le informazioni territoriali relative a percorsi, fermate, rivendite di titoli di viaggio ed orari del trasporto pubblico. Inoltre le tecnologie informatiche possono inoltre essere utilizzate per: • monitorare in tempo reale la posizione degli automezzi; - 66 - • • • ricercare i punti critici della rete; ridurre i costi ed ottimizzare la gestione degli automezzi; risultare tempestivi nell’adattare in tempo reale le caratteristiche del servizio alle richieste dell’utenza; Per questo è possibile adottare un sistema integrato per il monitoraggio, la gestione ed il controllo di mezzi mobili attraverso tecnologie GPS, GIS ed Internet. Le loro principali funzioni sono: • • • GPS: individuazione della posizione di mezzi mobili e conoscenza di parametri come la velocità; GIS: gestione ed elaborazione del complesso delle informazioni (centro di gestione ed erogazione dei servizi informativi); Sito Internet, risponditori vocali, WAP, display luminosi alle fermate: divulgazione delle informazioni. Questo sistema permette all’azienda di trasporto pubblico di avere sempre sott’occhio lo stato della rete in tempo reale. I dati che possono essere acquisiti sono molteplici, ad esempio: stato dei mezzi; ritardi/anticipi sulle tabelle di marcia; previsione in tempo reale del tempo di arrivo dei mezzi alle fermate; segnalazioni di eventi imprevisti; richieste di aiuto e soccorso. Viabilità E’ possibile analizzare e gestire flussi e volumi di traffico, elaborare il piano dei parcheggi e della viabilità; infatti possono essere disegnati ed aggiornati ad esempio i seguenti oggetti dell'assetto circolatorio: • • • • • • • • • • • • • limitazioni alla precedenza; diritto di precedenza; direzioni consentite/vietate; sensi unici; aree pedonali; attraversamenti pedonali; limitazioni di sosta; spazi per la sosta; ZTL; fermate ATC; corsie preferenziali; piste ciclabili; lanterne semaforiche. La gestione della rete viabilistica potrà inoltre essere avvantaggiata sotto vari aspetti, ad esempio associando alle diverse vie i dati relativi al manto stradale e ad altre opere, allo scopo di gestire la manutenzione.Grazie al G.P.S. è possibile anche il controllo in tempo reale del posizionamento dinamico di persone o veicoli sul territorio. Web Routing E’ possibile creare un modulo on-line che, dopo aver determinato il percorso più breve fra due punti del grafo, utilizzando sia la lunghezza dell'arco che i pesi (viabilità, velocità,..), per ogni tratta restituisce, sotto forma sia di elemento geografico che di report - 67 - testuale, l'andamento delle strade del percorso stesso, con svolte a destra e sinistra, e la lunghezza parziale e totale. Fig 3.5: Web routing. Applicazioni future Tra le possibili applicazioni prevedibili in quest’ambito: • • • Estensione del servizio web ai dispositivi mobili intelligenti come cellulari di nuova generazione o palmari dotati di connettività wireless (GPRS, UMTS o WiFi); installazione di telecamere per la sorveglianza in tempo reale del traffico; sistemi di telecontrollo satellitare degli autobus e paline intelligenti in corrispondenza delle fermate con cui accedere in tempo reale alle informazioni di esercizio del servizio di trasporto pubblico. 3.8) Altre applicazioni Gestione cartografia di base e tematica In un Comune la cartografia di base può essere tenuta aggiornata da un SIT con continuità relativamente a quegli elementi del territorio di cui il Comune governa o conosce le trasformazioni, in particolare le strade, i fabbricati, la numerazione civica. Il sistema garantisce che gli aggiornamenti apportati alla base cartografica siano sempre congruenti e il mantenimento dell’integrità con le banche dati ad essa collegate (fognature, pubblica illuminazione, PRG, numerazione civica, stradario, ecc….) - 68 - L’utente che gestisce la cartografia ha a disposizione le funzioni per poter aggiornare localmente e rapidamente gli oggetti territoriali trasformati, avendo la garanzia del mantenimento della qualità della banca dati sottostante con le quali giornalmente apporta le variazioni. Il sistema può consentire la produzione di cartografia tematica sulla base dei dati gestionali conservati nel sistema informativo comunale (Anagrafe della popolazione, anagrafe degli esercizi commerciali, strade, incidenti, autorizzazioni all’accesso al centro storico, dati dei censimento). L’utente accede ai data base cartografici e sulla base delle chiavi territoriali georeferenziate (numeri civici, mappali catastali, archi strada, ecc…) estrae informazioni sintetiche dagli archivi e le rappresenta con opportune simbologie sulla cartografia. Alcune delle mappe tematiche cosi’ costruite (quelle d’interesse più generale) sono distribuite sulla rete. Gestione toponomastica Un SIT permette il censimento e il posizionamento dei numeri civici e degli assi stradali per l’attribuzione di identificativi di riferimento da utilizzare per la normalizzazione di tutti gli archivi comunali che sono riconducibili ad un indirizzo (anagrafe, tributi, leva, patrimonio comunale, risorse culturali, ecc…), e curarne le trasformazioni che avvengono quotidianamente. Offre la possibilità di richiedere ed ottenere interattivamente l’assegnazione di un numero civico e contemporaneamente informare gli uffici interessati dall’apposizione della targhetta ed effettuare la registrazione dell’attribuzione del numero nei database dell’anagrafe, delle aziende di erogazione dei servizi, del catasto, dell’edilizia ecc. Consente la determinazione delle sezioni elettorali, valutando numerosi parametri geometrici e strutturali del territorio (la prossimità reale dei civici attribuiti a una sezione deve tenere in considerazione le barriere geografiche come ponti, ferrovie, cavalcavia, autostrade, ecc.), e di controllarne i mutamenti. Archivio fotografico La gestione del materiale fotografico e cartografico esistente presso gli uffici cartografici delle Pubbliche Amministrazioni crea da sempre grandi difficoltà, sia agli operatori del settore, costretti spesso ad effettuare manualmente le operazioni di ricerca e consultazione, sia agli utenti finali, che risentono dei lunghi tempi necessari con queste procedure. La foto però costituisce un documento di particolare importanza per la conoscenza del territorio: essa infatti è una testimonianza unica e certa dello stato di fatto, ed inoltre una serie storica di foto evidenzia l’andamento di diversi fenomeni. La gestione informatizzata dell’archivio fotografico delle foto aeree consentirebbe di effettuare la selezione dei fotogrammi a copertura di un ambito territoriale opportunamente definito dall’operatore e potrebbe associare a ciascun fotogramma una serie di dati che si potrebbero rilevare utili in caso di ricerca più articolata, ad esempio: numero della strisciata alla quale appartiene il fotogramma, numero del fotogramma, data del volo, scala del volo, quota di volo, ecc. Oltre alle foto aeree, fanno parte dell’archivio fotografico comunale anche le foto terrestri prodotte per vari scopi e in vari tempi (ad esempio per rilievi di edifici): anche queste, se opportunamente catalogate, potrebbero essere impiegate per un utilizzo anche successivo e per più utenti. - 69 - Consultazione on-line degli archivi storici Il SIT, attraverso la digitalizzazione o acquisizione tramite scanner, può mettere a disposizione agli utenti interni alla rete comunale ed esterni (professionisti del territorio, studenti, cittadini) una serie di archivi storici riportanti informazioni utili alla ricerca delle pratiche edilizie e degli interventi sugli edifici. Dato un indirizzo ed una data di riferimento, il sistema fornisce l’estratto storico della banca dati della toponomastica; inoltre consente il posizionamento automatico sulla cartografia. Un SIT può permettere di classificare, rappresentare, interpretare e aggiornare su base geografica una pluralità di informazioni disomogenee, secondo un percorso cronologico, che, partendo dal substrato geomorfologico giunge, attraverso l'evoluzione del tessuto insediativo in età storica, fino all'interpretazione dell'esistente. Lo sviluppo di un SIT consente di elaborare analisi spaziali dei fenomeni indagati (criticità geologiche, archeologiche, stato di conservazione degli edifici dismessi) e di introdurre un sistema di storicizzazione delle informazioni, monitorando sistematicamente le attività di recupero e riconversione delle aree. Misurazione della qualità urbana Definire e quantificare la qualità della città non è impresa semplice e implica una serie di attribuzioni di valore estremamente soggettiva.Per la costruzione della mappa della qualità dello spazio urbano si possono effettuare dei rilievi e delle ricognizioni sul territorio in modo da raccogliere i dati relativi ai fattori riconosciuti determinanti nella valutazione della "gradevolezza" di un luogo urbano. Si costruiscono poi dei "bacini d’influenza" (definiti buffer nel gergo tecnico) ad un raggio prefissato per elementi anche eterogenei come arredo urbano, impianti tecnologici, servizi di trasporto e raccolta dei rifiuti, condizione della viabilità, verde attrezzato, alberature e aree pedonali, per permettere la loro consultazione in una mappa tematica, sia come dato puntuale, sia come tematismo calcolato per gli edifici inclusi nei diversi buffers. Una mappa che mostra la qualità dello spazio urbano permette ad esempio la rappresentazione grafica di: • • • • • • Punti di raccolta rifiuti e isole ecologiche; Fermate del servizio di trasporto pubblico; Aree, attrezzature per i pedoni e arredo urbano; Piste ciclabili e marciapiedi; Alberature e aree verdi; Situazione dell'illuminazione pubblica. e calcola l'effetto prodotto su ogni edificio in base alla vicinanza agli elementi che determinano la piacevolezza e la fruibilità dell'ambiente. I dati sulla qualità dello spazio urbano possono concorrere, assieme a quelli sull'inquinamento e sull'accessibilità ai servizi e risorse della città, alla costruzione di un indicatore aggregato della qualità tematizzato nella relativa mappa. Carte turistiche e delle risorse Le carte turistiche e delle risorse rappresentano uno dei servizi al cittadino che possono essere derivate da un SIT. Le "risorse turistiche" ed i servizi, infatti, occupano un posto - 70 - ben preciso nel territorio cittadino si tratti di un monumento, di un albergo, di una farmacia o di un teatro.Tale caratteristica consente quindi di realizzare applicazioni che, sfruttando le capacità di correlare informazioni spaziali e descrittive proprie di un SIT, permettano di diffondere tramite internet le informazioni utili al cittadino ed al turista come ad esempio: • • • • • • fermate degli autobus; percorso minimo pedonale tra due punti della città; percorso minimo in auto; percorsi d’accesso alla città: data una risorsa, come raggiungerla da uno degli snodi cittadini (aeroporto, caselli autostradali, ecc.); visualizzazione del piano delle aree di sosta, e delle autorimesse disponibili: quali sono le possibilità di parcheggio più vicine alla meta; localizzazione delle risorse ricettive e di ristorazione e rappresentazione sulle cartografie disponibili. Ciò consente al consultatore di accedere alla mappa turistica e di individuare, con l'ausilio di criteri di ricerca, la risorsa a cui è interessato. Il sistema può essere integrato con dati relativi agli esercizi alberghieri, extralberghieri, ostelli, campeggi, come con dati relativi all’attrazione turistica, ovvero ville, musei, città murate, parchi e attrazioni naturalistiche, oppure alle tratte e ai pacchetti turistici, offerti da vari enti e agenzie. Utilizza le nuove tecnologie basate sull'integrazione di computer palmari con GPS, è possibile dotare i turisti di uno strumento tecnologicamente innovativo che li guidi nelle escursioni lungo sentieri montani e percorsi tematici. Gestione dei rifiuti urbani Il problema della valutazione e gestione del ciclo di vita dei rifiuti solidi urbani (RSU) in aree urbanizzate ha assunto, nell’ultimo decennio, notevole importanza. Per una corretta gestione della raccolta dei rifiuti, è necessario affrontare il problema attraverso due principali politiche d’intervento: • • la definizione dei percorsi ottimi per la raccolta dei rifiuti, la definizione dei turni e quindi dei tempi richiesti oltre che dei costi finali per l’effettuazione del servizio; lo sviluppo di una pianificazione nel medio - lungo termine per la definizione dei livelli ottimali di raccolta differenziata sul territorio, in funzione delle caratteristiche topologiche, geomorfologiche, urbanistiche e soprattutto delle peculiarità dell’utenza. Integrando strumenti GIS e sistemi di supporto alle decisioni si può: • • • • gestire la cartografia del territorio comunale con l’esatta localizzazione degli oggetti per la raccolta dei rifiuti e calcolare gli itinerari per la raccolta; aggiornare la situazione, ad esempio la posizione e le caratteristiche degli oggetti usati per la raccolta; allocare in maniera efficiente i veicoli e i lavori di raccolta all’interno della rete; valutare la situazione del parco mezzi, in relazione al variare delle condizioni territoriali e dell’utenza da servire; - 71 - • effettuare simulazioni ed ottenere risultati in tempi contenuti al variare delle caratteristiche territoriali, del parco mezzi (es. mezzi guasti o in manutenzione), delle caratteristiche di percorrenza della rete stradale (chiusura di strade, semafori…), dei turni di servizio e delle quantità dei rifiuti da raccogliere. 3.9) Applicazioni Future Uno dei filoni di sviluppo riguarda l'integrazione delle applicazioni GIS con altre tecnologie. La finalizzazione di un GIS a specifiche esigenze applicative rende utile, possibile e a volte necessario ricorrere anche ad altre tecnologie quali centraline di raccolta dati (ad esempio per la misura della qualità dell'aria), GPS (per la radiolocalizzazione di mezzi mobili), Videotel (per l'aggiornamento remoto degli attributi), ATM (per la distribuzione al pubblico delle informazioni per mezzo di sportelli tipo bancomat), reti locali e/o geografiche (per la condivisione della cartografia di base con altri enti e/o dipartimenti), ipertesti (per la lettura intelligente delle disposizioni amministrative relative agli oggetti geografici), multimedialità (per l'integrazione di basi dati diverse, documenti, fotografie, filmati, ecc.), RDBMS (per l'accesso geografico ad informazioni contenute in altri sistemi), fino ad ipotizzare, per specifiche applicazioni, sconfinamenti nella robotica, nella realtà virtuale, nelle autostrade elettroniche, nei sistemi esperti o nella televisione interattiva. Tutto ciò, pur apparendo futuribile, può essere invece realtà di oggi se ritagliata attorno ad un’applicazione GIS che ha una domanda precisa a cui rispondere e quindi può mettere in campo risorse dedicate. Il GIS è ormai una tecnologia matura, eppure sembrerebbe a questo punto che ciascuna installazione sia "unica" e quindi non replicabile. E' vero che ogni esigenza è diversa ed è per questo che l'economia di scala, ricercata da tutti i mercati di tecnologia, non può essere trovata in campo applicativo. Ma ciò non significa che ogni utente deve sempre ricominciare da capo. Primo perché in realtà il grosso del lavoro in un'applicazione non è nella scrittura di programmi ma nell'attività di analisi che è unica per ciascun utente ma che utilizza strumentazioni simili per tutti. Secondo perché l'attuale evoluzione non sta tanto nella maggiore disponibilità di singole applicazioni quanto nella sempre crescente disponibilità di strumenti (standard e per tanto replicabili) per svilupparle. Terzo perché gli attuali strumenti GIS sono talmente flessibili che, a volte, l'applicazione non è un programma ma quasi esclusivamente una modalità di utilizzo del GIS. In futuro si può ipotizzare che l'utente, con semplici e potenti prodotti integrati object-oriented, possa estrarre dati da un server, rimodellarli, arricchirli con dati prelevati da altri archivi, organizzarli in un proprio schema, lanciare in cascata una serie di funzioni e memorizzare il tutto (connessioni, modelli, dati e procedure) in un "oggetto", magari legato ad un'icona e riprocessato quotidianamente. Queste potrebbero essere le applicazioni del futuro: un futuro che è gia cominciato, dato che la tecnologia GIS presente oggi sul mercato già consente di fare cose simili su un semplice personal computer. - 72 - CAP. 4: CENSIMENTO DELLA REALTA’ ITALIANA E CASI SIGNIFICATIVI DI SIT DI COMUNI MEDIO-GRANDI Questa ricerca è stata effettuata attraverso la consultazione dei siti Web dei Comuni capoluoghi di provincia italiani e di alcuni altri comuni medio-grandi. La seguente tabella riassume i risultati dello studio. In ordine crescente di livello di sviluppo nell’ambito dei sistemi informativi territoriali, è stato riportata: • • • • • la presenza o meno di un SIT, o perlomeno l’esistenza di un Ufficio dedicato; la presenza sul web di cartografia di tipo statico; la presenza di servizi on-line ad uso del cittadino (ad es. il pagamento dell’ICI); la presenza sul web di cartografia di tipo dinamico o addirittura la presenza di un vero e proprio web-gis; la possibilità di gestire o meno i tematismi della cartografia dinamica. Presente In costruzione SIT Comune comunale AGRIGENTO ALESSANDRIA ANCONA AOSTA AREZZO ASCOLI PICENO ASTI AVELLINO BARI BARLETTA BELLUNO BENEVENTO BERGAMO BIELLA BOLOGNA BOLZANO BRESCIA BRINDISI CAGLIARI CALTANISSET. CAMPOBASSO CASERTA CATANIA CATANZARO CHIETI COMO COSENZA CREMONA CROTONE Cartografia statica Servizi online - 73 - Cart. dinamica/ Web-Gis Tematisimi gestibili CUNEO ENNA FERRARA FIRENZE FOGGIA FORLI' FROSINONE GENOVA GORIZIA GROSSETO IMPERIA ISERNIA JESOLO L'AQUILA LA SPEZIA LATINA LECCE LECCO LIVORNO LODI LUCCA MACERATA MANTOVA MASSA MATERA MESSINA MILANO MODENA NAPOLI NOVARA NUORO ORISTANO PADOVA PALERMO PARMA PAVIA PERUGIA PESARO PESCARA PIACENZA PISA PISTOIA PORDENONE POTENZA PRATO RAGUSA RAVENNA R. CALABRIA R. EMILIA RIETI RIMINI ROMA ROVIGO SALERNO SASSARI SAVONA - 74 - SIENA SIRACUSA SONDRIO TARANTO TERAMO TERNI TORINO TRAPANI TRENTO TREVISO TRIESTE UDINE VARESE VENEZIA VERBANIA VERCELLI VERONA VIBO VALENTIA VICENZA VITERBO Fig 4.1: Tabella riassuntiva del censimento sui SIT comunali Come si può notare, i comuni considerati sono risultati spesso non all’avanguardia nel settore in questione, oppure nella pubblicazione del lavoro svolto sulla rete. Qui di seguito sono illustrati i casi dei Comuni più significativi, per quanto riguarda gli altri si rimanda all’Appendice 3. Bergamo ( http://situ.comune.bergamo.it:8080/situnet/ ) Esiste un Web-Gis denominato Atlante geografico che, previa iscrizione al servizio, permetta la visualizzazione e l’interrogazione dei seguenti elaborati: • • • • • • • Mappa editoriale della città. Rete topografica di inquadramento Carta Tecnica Comunale PRG Piani particolareggiati Vincoli Indagini di supporto Non è possibile però gestire i tematismi. Bologna ( http://sit.comune.bologna.it/sit/ ) Il SIT del Comune di Bologna è operativo dal 1996 e si occupa della gestione, integrazione e diffusione delle banche dati a valenza territoriale di provenienza interna ed esterna all’Amministrazione. Opera nell'ambito del Settore Territorio e Riqualificazione Urbana del Comune di Bologna e si occupa dell'aggiornamento e della gestione della - 75 - cartografia numerica comunale e dell'ortofotopiano. Si propone, in accordo con la Direzione del Settore Sistemi Informativi, di coordinare progetti connessi all'attuazione del SITAM (Sistema Informativo Territorio Ambiente e Mobilità) garantendo l'accesso alle informazioni territoriali e la loro diffusione in ambito interno ed esterno al Comune. Il Comune di Bologna ha portato a termine un processo di integrazione “logica” della cartografia comunale a scala 1:2000, realizzata nell’anno 2001, con la cartografia catastale attribuendo all’edificio comunale il corretto identificativo catastale (foglio e mappale) e verificando puntualmente la numerazione civica sul territorio, in particolare per il centro storico. Con la nuova Carta Tecnica Comunale viene introdotto il concetto di “edificio particellare”, individuato sulla cartografia comunale dalle dividenti catastali, al quale vengono associati i dati tecnici, le pratiche degli interventi, la disciplina urbanistica ed i censuari catastali. Tra gli obiettivi prioritari individuati dall’Amministrazione vi è quello di contribuire a ridurre il numero di utenti che si presentano fisicamente allo Sportello Edilizia e ad accelerare i tempi in fase di accettazione ed istruttoria. In particolare: • • Poter fruire di un dato catastale aggiornato nell’ambito di una serie di processi ed applicazioni gestionali in uso presso vari Settori dell’Amministrazione garantisce un aumento dell’attendibiltà dei sistemi e della congruenza tra le informazioni comunali e catastali Miglioramento della qualità e potenziamento del livello d’interazione dei servizi web erogati dedicati a professionisti che operano sul territorio e cittadini: CDU, inoltro di pratiche, certificazioni, autorizzazioni, ecc. Il Web-Gis offre la possibilità di consultare Carta Tecnica Comunale e PRG, oltre a toponomastica, topografia e normativa.La cartografia è consultabile attraverso CITY TREK WEB di Core, il nuovo sistema di consultazione delle banche dati del SIT. E’ possibile gestire i tematismi, anche se ne sono presenti pochi nelle mappe accessibili senza registrazione al sito. Firenze ( http://sit.comune.fi.it/pianoregolatore/ ) Il Sistema Informativo Territoriale del Comune di Firenze si occupa della realizzazione e gestione dei database territoriali, non solamente per un uso interno all’Amministrazione, ma anche per tutte le altre aziende di utilities che svolgono servizi sul territorio (acqua, gas, telecomunicazioni, elettricità, trasporti, parcheggi…). Il progetto portato avanti dalla Sitimet prevede non solamente la realizzazione di una banca dati cartografica di base, ma anche interventi specifici presso i vari uffici comunali, per assistere gli utenti e renderli autonomi nel processo di creazione e mantenimento delle banche dati territoriali. - 76 - Fig. 4.2: Il PRG di Firenze Applicazioni esistenti: Arredo urbano Per gestire tutti gli elementi che, in termini generici, costituiscono l’arredo urbano è stato predisposto un software generalizzato, in grado di georeferenziare oggetti anche eterogenei (segnaletica vertical, orizzontale, lampioni, pannelli pubblicitari, cestini dei rifiuti, panchine, etc….), associando a ciascuno di essi una scheda informativa. Beni culturali E’ stata richiesta per soddisfare l’esigenza di possedere uno strumento flessibile in grado di catalogare e gestire le varie tipologie di dati relative a un determinato bene artistico. Per bene culturale si intende, in senso lato, un oggetto che fa parte del patrimonio artistico (palazzo, chiesa, giardino, statua, quadro, ed altro). L’applicazione fornisce strumenti di ricerca che permettono di raggiungere le informazioni sia per accesso cartografico sia per via alfanumerica quali il posizionamento per via e il posizionamento sul bene artistico. Poiché i dati gestiti hanno, oltre ad una collocazione spaziale, anche una collocazione temporale, vale a dire hanno una storia, è strato necessario realizzare funzioni applicative per tenere traccia dell’evoluzione di un bene nel tempo. Gestione grafi viari Il Grafo è un complesso di elementi che schematizza la rete stradale mediante una struttura ad archi e nodi; gli archi rappresentano tratti di strada con caratteristiche omogenee fra un incrocio e un altro mentre i nodi rappresentano le intersezioni fra le varie strade; ogni tratto stradale viene identificato da un nodo di origine e da un nodo di destinazione che ne definiscono anche il senso di percorrenza. Definendo per ogni arco gli attributi geometrici e operativi è possibile rappresentare il modello di circolazione viaria e utilizzarlo per diversi scopi, quali pianificazione, analisi, elaborazione dei flussi di traffico o semplicemente per tenere aggiornate tali strutture.Il modulo di Gestione Grafi offre una serie di funzioni mirate all'analisi e all’aggiornamento delle reti stradali, cioè delle strutture arco/nodo che rappresentano schematicamente la circolazione veicolare sulle strade, tenendo conto di obblighi e divieti esistenti su di esse, e permette il calcolo di percorsi ottimali in base a vincoli esistenti sulla rete o posti dall'utente. - 77 - Gestione dell'attingimento delle acque superficiali e sotterranee Il software permette la gestione delle informazioni relative ad attingimenti da acque superficiali e sotterranee nella loro componente geografica ed amministrativa. Gestione dell’igiene urbana Le aziende che operano nel campo della raccolta dei rifiuti gestiscono spesso grosse moli di informazioni.Sono necessari, quindi, degli strumenti informatici che siano in grado di assistere il personale tecnico nelle operazioni di pianificazione e controllo dei servizi distribuiti sul territorio. L’applicazione permette di assistere i progettisti nella pianificazione dei servizi e permettere il controllo delle attività di raccolta dei rifiuti e di memorizzare la localizzazione sul territorio dei punti di raccolta, dei cassonetti, dei cestini, eccetera. PRG Il Piano Regolatore Generale costituisce il principale strumento di governo urbanistico della città. Il SIT gestisce in maniera completa l’iter delle varianti al PRG e tutte le problematiche connesse alla certificazione, consultazione e divulgazione del PRG, così che anche un cittadino non esperto in materia d’urbanistica può utilizzare facilmente le funzioni di consultazione.Le funzionalità del sistema sono le seguenti: • • • • • • • • • • integra completamente la parte normativa alfanumerica del PRG con quella geografica; offre all’utente un’interfaccia semplice ed intuitiva per le operazioni di consultazione dei dati geografici e normativi; produce automaticamente ed archivia i certificati di destinazione urbanistica; è abilitato alla gestione della firma elettronica nei certificati; implementa le funzioni di stampa della cartografia; organizza le informazioni geografiche ed alfanumeriche in un database relazionale; storicizza i dati gestiti e permesse delle visualizzazioni cartografiche ed alfanumeriche ad una certa data; assicura il lock delle aree geografiche nel momento in cui sono soggette a variante; dispone di funzioni di interrogazione via Web, ad uso dei cittadini e dei non esperti, con possibilità di localizzazione per via, numero civico e particella catastale. È inoltre disponibile una versione in ambiente Internet per la visualizzazione e la consultazione del Piano Regolatore Generale sul Web. Il sistema delle Pratiche Edilizie La gestione delle pratiche edilizie è un’attività di primaria importanza per le amministrazioni comunali. L’organizzazione delle informazioni attraverso lo strumento informatico non solo gestisce tutte le funzioni di competenza della Direzione Urbanistica del Comune, ma permette la fruibilità dei dati anche attraverso nuovi canali di comunicazione come Internet e rende più semplice e diretto il colloquio tra l’Amministrazione locale e il cittadino Protezione civile: Per fronteggiare un evento calamitoso è necessario pianificare gli interventi in funzione anche delle esperienze passate. Un sistema informativo territoriale può essere di grande aiuto a studiare e pianificare gli interventi. L’incrocio tra i dati geografici, le zone e rischio, e i dati della popolazione, e delle persone disabili, permette di predisporre piani d’emergenza efficaci; l’analisi dei dati metereologici ed ambientali - 78 - permette di attivare gli interventi in modo tempestivo, prima che la calamità si manifesti in tutta la sua gravità. Il sistema della Toponomastica Il sistema gestisce gli archivi cartografici ed alfanumerici riguardanti la toponomastica e la numerazione civica.Con questo strumento è semplice ed agevole mantenere aggiornato l’archivio delle strade sia per le applicazioni che interagiscono direttamente con la popolazione (i cittadini sono ‘posizionati’ sul territorio in base a via e numero civico) sia per le applicazioni riguardanti la mobilità (ai tronchi strada vengono associati i relativi assi che costituiscono la base per l’analisi della rete viaria. Il sistema del verde pubblico In un sistema comunale complesso, in cui è necessario attuare il decentramento di vari servizi di pubblica utilità quali la gestione del verde pubblico, diventa indispensabile disporre di un sistema informatico che possa lavorare in rete per rendere effettivo il trasferimento in periferia dei servizi, e salvaguardare, nello stesso tempo, il patrimonio di conoscenze e di informazioni necessarie per una gestione organica delle aree verdi e boschive. Il concetto di storicizzazione è alla base della modalità con cui l’archivio viene gestito. Ogni intervento o alterazione è memorizzato in modo tale da conservare traccia degli stati precedenti. E’ possibile in questo modo risalire ad una vista storica del territorio per analizzare e monitorare i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni. Il Web-Gis comunale realizzato con tecnologia GeoIn, permette di consultare e interrogare 3 tipi di tematismi: il PRG (con le norme tecniche), la carta geologia del sottosuolo, il piano di emergenza per il rischio idraulico; i tematismi sono però fissi. Inoltre sul sito sono presenti le ortofoto del territorio comunale. Genova (http://websit.comune.genova.it/main.asp ) L’Ufficio Sviluppo Applicazioni del Settore S.I.T. si occupa della produzione e aggiornamento di cartografia tematica in ambiente GIS, per l’intero territorio cittadino, ad uso degli Uffici della Civica Amministrazione. In particolare, data la connotazione territoriale della città, il SIT si occupa in prevalenza del centro storico (con un sistema informativo dedicato, l’Osservatorio Civis); tuttavia esso si è sviluppato (o si sta sviluppando) in vari settori: ambiente, traffico, edilizia. La Carta Tecnica Numerica per ora è stata completata solo in parte e solo per le zone urbanizzate. L’accessibilità al Web-Sit è riservata. Tutti coloro che hanno acquistato copia dell'Atlante Geologico del Comune di Genova, del cd-rom PRG e cd-rom PUC, possono usufruire gratuitamente del servizio di interrogazione cartografica, per un periodo di sei mesi, previa richiesta al Settore Sit. Per gli utenti non registrati i servizi offerti sono pochi e quasi tutti a pagamento; le cartografie interrogabili gratuite sono quella delle stazioni di telefonia mobile esistenti, della mobilità e dei trasporti, delle mura storiche e dei plessi scolastici. I tematismi sono pochi ma gestibili. Sono realizzate con software Intergraph: Geomedia e Microstation. Jesolo ( http://sit.jesolo.it ) - 79 - Il S.I.T. ha avuto come obiettivo preliminare la riorganizzazione delle informazioni territoriali derivate dalle analisi urbanistiche, effettuate per la formazione del nuovo P.R.G. Per facilitare la comunicazione verso l’utente esterno, l’intero contenuto del Piano Regolatore è stato trasportato su formato utilizzabile con tecnologia GIS. L’implementazione è avvenuta attraverso diverse fasi: • • • • • • • • • • Aggiornamento tramite volo aereo della Carta Tecnica Regionale e successiva lavorazione per renderla compatibile con le applicazioni GIS Creazione del database dello stradario comunale con codifica di tutti gli elementi Rilievo e georeferenziazione di tutta la numerazione civica esistente Allestimento di una rete intranet Creazione del sito web per l’intranet Acquisto, installazione, collaudo e utilizzo del Software Autodesk MapGuide 5 e conversione dei dati per lo specifico formato Predisposizione di pagine HTML per l’interrogazione dinamica dei database (sia urbanistico costituito da .dbf, .mdb, che gestionale sotto ORACLE su macchine UNIX) tramite programmazione di Active Server Pages e Java Implementazione delle procedure ISO 9002 che autoalimentano l’informazione e l’aggiornamento Interrogazioni tramite Codice Ecografico Creazione di un secondo sito web per l’accesso via internet con specifiche atte a salvaguardare la privacy. Il sito permette l’interrogazione cartografica della variante al P.R.G. (in formato Dwf) a chiunque acceda alla rete con la modalità di ospite (guest) e a fronte di registrazione, necessaria a garantire la privacy delle persone coinvolte, oltre alla consultazione cartografica permette ai tecnici progettisti, o al privato cittadino, di visionare lo stato di tutte le proprie pratiche edilizie. Mantova (http://sit.asimantova.it/) Il Comune di Mantova dal 1999 ha iniziato, in seguito alla informatizzazione del PRG, un progetto di gestione dei dati territoriali mediante Gis e contestualmente ha avviato un progetto di divulgazione mediante Web-Gis. Il SIT è stato progettato per operare la gestione territoriale sotto le più svariate rappresentazioni. Scopo primario era e rimane la possibilità data dal SIT di ottimizzare le procedure amministrative interne agli uffici e di conseguenza di fornire servizi sempre migliori all’utente esterno; fondamentale è stato dunque il passaggio al Web con la creazione di uno sportello virtuale. Il SIT su Internet è uno strumento parallelo ed affiancato alla versione intranet, che si rivolge a due categorie di utenti, generici e certificati (interni all’amministrazione comunale); questi ultimi accedono a sottosistemi delle informazioni disponibili in relazione alle necessità gestionali dei vari settori. Il Web-Gis è stato realizzato su piattaforma Esri da una società esterna, ed è basato su un architettura client/server. - 80 - Sono presenti le NTA del PRG e l’ortofotopiano; per quanto riguarda la cartografia è possibile consultare liberamente la Mappa Ambientale, la Mappa Turistica e la Mappa Tecnica (PRG), quest’ultima con le informazioni inerenti anche al catasto. Le mappe sono interrogabili ma i tematismi sono fissi. Esiste poi una sezione riservata che, tramite un sistema di password, permette di integrare la Mappa Tecnica con ulteriori servizi quali il Certificato di Destinazione Urbanistica e il download dei file Dxf. Milano (http://www.comune.milano.it/sitecartografia/index.html) Il Sistema Informativo Territoriale (S.I.T.) del comune di Milano si avvale delle basi cartografiche - carta tecnica comunale e mappe catastali - informatizzate come supporto grafico cui agganciare le proprie banche dati. Procede quindi alla codifica delle proprie vie e numeri civici attivandone l'aggiornamento costante. La responsabilità di gestione del sistema è centralizzata in un ufficio dedicato - il servizio S.I.T.- che produce ed attua il controllo della correttezza di percorso della formazione delle singole banche dati e ne verifica la compatibilità ed i requisiti di accessibilità ed elaborabilità. Al S.I.T. pervengono informazioni e dati dalle banche dei diversi sottosistemi che devono quindi relazionarsi con il sistema principale.Le informazioni relative alla trasformazione del territorio vengono rese visibili agli altri utenti dei servizi interni e costituiscono un aggiornamento controllato della cartografia. I dati vengono utilizzati inoltre per la costruzione delle cartografie tematiche utili all'operatività comunale (servizi cartografici, parchi ed aree a verde pubblico, aree soggette a riqualificazione, aree di trasformazione urbanistica…). Le operazioni che attualmente costituiscono le attività S.I.T. sono: • • • • • • • • esecuzione dei rilievi topografici; esecuzione rilievo ed aggiornamento della cartografia tecnica numerica comunale; rilevazioni topografiche basate su stazione fissa GPS (Global Position System); progettazione e realizzazione del Database geografico comunale; integrazione dei dati georefenziati prodotti dai diversi settori (Urbanistica, Ambiente, Mobilità) su base cartografica; pubblicazione di infomazioni geografiche in ambiente Intranet / Internet; redazione ed aggiornamento del Catalogo dei metadati; aggiornamento della banca dati del P.R.G. vigente ed il conseguente caricamento di tutte le informazioni normative corrispondenti. - 81 - Fig. 4.3: Mi-Trek Sul sito del comune di Milano è presente un portale multiservizi geografico chiamato MI.Porti che è basato su un Web-Gis prodotto con programmi Esri. Mi.Porti è un Portale Multiservizi Geografico rivolto a cittadini e imprese, un progetto che consente di accedere a dati urbanistici, di creare percorsi personalizzati attraverso la cartografia digitale, di consultare i servizi della città, di ripercorrere la storia di Milano e la trasformazione del suo tessuto urbano dal 1300 ad oggi attraverso la consultazione di banche dati differenti (mappe, cartografie, fotografie, bibliografie), di avere informazioni su qualsiasi tipo di servizio (scuole, farmacie, anagrafe più vicine), di conoscere com’era e come sarà Milano attraverso una mappa interattiva di confronto. I servizi offerti sono: • • • • Mi-Trek: Il sistema fornisce tramite un'apposita interfaccia Web la localizzazione di indirizzi e di servizi alla persona (uffici pubblici, mezzi pubblici..), determinando la scelta dei percorsi ottimali con analisi di tematismi e cartografia di base (vedi Fig *.*). Info-PRG: Oltre alla informazioni catastali, il sistema permette di ottenere le informazioni contenute nel Certificato di Destinazione Urbanistica (CDU) direttamente dal sito Web del Portale Multiservizi Geografico. Questo strumento, una volta definite le procedure normative necessarie, sarà in grado di fornire il certificato stesso. Atlantique: Il sistema consente di visualizzare, su cartografia storica georeferenziata, il contenuto di banche dati tematiche sviluppate in collaborazione con istituzioni pubbliche e private. Si rendono disponibili documenti di notevole valore storico-conoscitivo della città di Milano attraverso soglie storiche predefinite. SiAt: Visualizza sulla cartografia comunale gli ambiti di riqualificazione urbana della città di Milano e della progettualità attiva attraverso la - 82 - • consultazione su mappa georeferenziata delle schede Progetto di Urban Center. Si possono confrontare tra di loro mappe di periodi diversi. Patrimonio: Il Sistema descrive la repertoriazione inventariale condotta individuando per ogni immobile, complesso immobiliare o porzione, la categoria inventariale di appartenenza e la relativa destinazione. Ogni proprietà - terreni, fabbricati - è evidenziata sulla cartografia di base con colorazioni specifiche. Tutti questi servizi si basano su un Web-Gis interrogabile, con vari tematismi, grandi possibilità di gestione dei layer e varie opzioni tra cui scegliere. Il livello di dettaglio della cartografia è molto elevato, e comprende anche la vista con le ortofoto. Modena (http://sit.comune.modena.it/ ) Il SIT di Modena è uno dei primi esempi in Italia ed è stato realizzato fin dall’inizio non come un progetto a sé stante e definito, ma come un processo interno al Comune che riguardava tutti i dipartimenti interessati. Il principio sul quale si basa è il seguente: integrare e ricondurre a sistema unitario rispetto al territorio le banche dati gestionali esistenti o future realizzando un aggregato organizzato dei dati di cui il Comune ha la titolarità o comunque la disponibilità. Dopo aver codificato tutte le strade ed aver assegnato ad ogni fabbricato un numero civico esterno e ad ogni appartamento un numero civico interno, il Comune ha impiantato il sistema informativo della toponomastica in cui sono state registrate e gestite tali informazioni. Il sistema è deputato alla conservazione e codifica delle chiavi territoriali rispetto alle quali vengono relazionate tutte le altre informazioni presenti nel sistema informativo comunale. Visto il ruolo fondamentale svolto dal sistema ne è stata centralizzata la responsabilità, infatti esiste un ufficio dedicato alla cura del posizionamento e modifica dei numeri civici interni ed esterni e dell'aggiornamento degli archivi. Nel tempo i diversi sottosistemi informativi che sono stati progettati e realizzati hanno sempre rispettato il criterio guida di relazionare le proprie entità con il sistema informativo della toponomastica attraverso la chiave della numerazione civica interna. Il patrimonio informativo disponibile è molto vasto e tale da soddisfare la maggior parte delle esigenze dei Settori; il repertorio del SIT è il mezzo attraverso cui le singole Unità possono conoscere ed accedere ai dati disponibili presso altri Settori e condividerne la conoscenza. I sottosistemi informativi realizzati coprono quasi tutte le tematiche trattate dal Comune, si citano solo per fare alcuni esempi le più significative dal punto di vista del territorio: • • • • • • • • Anagrafe della popolazione Anagrafe degli esercizi commerciali Anagrafe dei pubblici esercizi Patrimonio comunale Piano regolatore generale Catasto delle strade e degli oggetti che si trovano a bordo strada Utenze gas, acqua, elettricità Reti tecnologiche Nel corso degli anni 90 è stata stipulata una convenzione con il catasto in base alla quale si sarebbero aggiornati sia la cartografia catastale che i censuari terreni e fabbricati, in questa occasione il Comune ha formato la propria cartografia di base adottando quella catastale integrata con le informazioni di proprio interesse, in particolare localizzazione dei numeri civici, strade e sezioni di censimento. - 83 - Negli ultimi anni il Comune ha ridisegnato il proprio Piano Regolatore Generale in forma numerica sulla base catastale ed ha impiantato il sistema per la diffusione delle informazioni territoriali rispondendo così ai requisiti fondamentali richiesti ad un sistema informativo territoriale: • • • rendere disponibile il più ampio numero di banche dati esistenti, anche esterne all'Amministrazione Comunale, con adeguati requisiti di accessibilità e di elaborabilità; attuare il collegamento di queste banche dati, fra loro e con la geometria del territorio; rendere disponibili le funzioni di impiego generale e le applicazioni per il suo utilizzo. Nel SIT sono presenti applicazioni molto avanzate e innovative a livello nazionale: • • Il certificato di Destinazione Urbanistica Le banche dati delle pratiche edilizie Mancano però quasi completamente i settori della gestione dell’ambiente e della mobilità. Fig. 4.4: Mappa tecnica del Comune di Modena - 84 - Il Web-Gis del Comune di Modena si basa su software Core e permette l’interrogazione delle seguenti cartografie, tutte gestibili, con numerosi tematismi variabili e molte opzioni: • Mappa turistica: Riservata ai turisti, permette la ricerca di alberghi, musei… • Mappa tecnica: Indirizzata a tecnici e professionisti, permette la ricerca dell’oggetto o digitando l’indirizzo o selezionando il luogo o indicando la particella. Per ottenere informazioni su un oggetto è necessario prima inserire il tematismo desiderato (aerofoto, reti, particelle catastali…). Vedi la fig. *.*. • Mappa dei servizi: rivolta al semplice cittadino, offre la gamma dei servizi offerti dal territorio comunale (negozi, benzinai, parrucchieri, banche, ospedali…) • Repertorio fotografico • PRG: Negli ultimi anni il Comune ha ridisegnato il proprio PRG in forma numerica sulla base catastale. Dal 2000 è in rete come sezione del SIT, rivolto a professionisti e cittadini. Oltre a consultare la cartografia è possibile estrarre la normativa • Mappa centro storico • Cerca particella: E’ uno dei servizi più innovativi, in quanto permette la produzione di certificati di destinazione urbanistica, anche se per ora solo “pro forma” Parma ( http://www.servizi.comune.parma.it/sit/ ) Il Sistema Informativo Territoriale è la struttura deputata ad integrare e ricondurre a sistema unitario tutte le basi dati aventi riferimento al territorio.Il S.I.T. è dotato di una cartografia di base in formato vettoriale (acquisita digitalizzando la Carta Tecnica Regionale alla scala 1:5000 nel 1993) che mantiene aggiornata. Il SIT svolge anche le funzioni di ufficio toponomastica. On-line sono disponibili i seguenti servizi: • • • • • Sistema di consultazione della cartografia POC/PSC e del RUE Informazioni varie sulla toponomastica. Scaricamento della cartografia vettoriale per i professionisti dotati di Carta d'Identità Elettronica. Consultazione della cartografia per ricerca vie, con possibilità di stampa della carta. La mappa interattiva di informazioni turistico-culturali nell'ambito del progetto Parma Città virtuale Per quanto riguarda la consultazione cartografica, il Web-Gis sviluppato con ArcIms permette solo l’interrogazione delle mappe e non la gestione dei tematismi. - 85 - Roma Il sito del Comune di Roma non dispone di un Web-Sit vero e proprio. Le tavole del PRG sono presenti esclusivamente in formato jpeg. Ogni dipartimento lavora su propri sistemi informativi: dal 2000 è stata realizzata una nuova base vettoriale topografica di tutto il territorio comunale a scala 1:2000 su cui si appoggiano tutti i tematismi realizzati dai vari uffici del Comune. L’ Ufficio del Nuovo Piano Regolatore utilizza un Sistema Informativo Geografico che di volta in volta viene aggiornato in conseguenza del succedersi di novità tecniche e informatiche. Tuttavia sono numerosi gli esempi di applicazione di SIT da parte dei vari dipartimenti comunali: • SIT Inquinamento Acustico: Il Dipartimento Politiche Ambientali ed Agricole ha progettato uno specifico strumento informatico per la realizzazione del Piano di Zonizzazione Acustica. Tale strumento, denominato S.I.ZA. (Sistema Informativo per la Zonizzazione Acustica), ha consentito l’elaborazione della classificazione acustica del territorio, in virtù delle sue funzionalità appositamente tagliate per definire uno strumento dinamico di pianificazione del territorio. Il sistema di georeferenziazione del dato, caratteristico del S.I.ZA, consente anche di evidenziare ed analizzare le situazioni di criticità acustica ambientale, al fine di poter identificare le più efficaci modalità di governo delle criticità stesse attraverso opportune azioni di prevenzione e di risanamento. • SIT Censimento delle aree verdi dei Municipi: Ai fini di una corretta gestione e manutenzione del verde pubblico è stato effettuato un censimento analitico e qualitativo contenente tutti i dati atti a conoscere lo stato delle aree in gestione (patrimoniali, catastali, urbanistici, strutturali dimensionali, di consistenza botanica, ecc.). Si è giunti alla conoscenza dettagliata dello stato di fatto e dei possibili e necessari adeguamenti,tale da poter operare la divisione delle competenze e le necessarie dotazioni di risorse, personale e mezzi. • SIT Carta dei Suoli di Roma: La finalità della cartografia pedologica è l'inventario del comparto ambientale "suolo", inteso comelo strato superficiale della terra, nel quale si svolgono i cicli della materia e dell'energia connessi alla presenza della vegetazione, della fauna e dei micro-organismi. La “Carta dei Suoli di Roma” elenca per tipo di suolo, le caratteristiche di immediata rilevanza, come il substrato, la profondità, la classe tessiturale, il drenaggio, la pendenza e le caratteristiche di campagna discriminanti rispetto ad altri suoli, seguite dalla classificazione “tecnico-scientifico” del suolo. • S.I.T. La Rete Ecologica del Comune di Roma: La “Rete Ecologica” è stata elaborata per tradurre i principi della sostenibilità ambientale in precisi contenuti strategici di pianificazione ambientale da applicare nella definizione del nuovo Piano Regolatore di Roma e nella gestione del territorio. - 86 - • SIT. Il sistema informativo per la “Zonizzazione della Zanzara Tigre: Il Sistema GIS alimentato dai dati del Sistema Informativo ZTT, visualizza sul territorio del Comune di Roma il fenomeno della zonizzazione della Zanzara Tigre, genera nuove informazioni aggregando i dati disponibili in un modello geografico. • SIT. Atlante delle Periferie: l’Atlante delle Periferie, uno strumento informativo territoriale in grado di restituire un’immagine aggiornata e analitica del territorio delle periferie della capitale, in tutta la loro complessità ambientale, urbanistica e sociale. L’Atlante individua su una cartografia interattiva, e su immagini satellitari ad alta definizione, ed ortofotocorrette, le azioni strategiche previste dal Comune di Roma nelle zone periferiche della città. I documenti che lo compongono mostrano, nelle aree comprese fra l'anello ferroviario e i confini comunali, le caratteristiche del territorio, le condizioni ambientali, i servizi esistenti, gli interventi di trasformazione, i progetti in corso e quelli già previsti nel piano degli investimenti dell'amministrazione comunale. Siena (http://mapserver.ldpassociati.it/siena/ ) Il Web-Gis sviluppato con Autodesk mapguide del Comune di Siena permette la visualizzazione e l’interrogazione di numerose cartografie, anche se i tematismi non sono gestibili. Esse sono: • • • • • • • • • • • • Cartografia di base PRG Piano generale degli impianti pubblicitari Piano della distribuzione e localizzazione delle funzioni Piano strutturale Catasto Foto aeree Dati demografico-territoriali CTR Verde urbano Vincoli paesaggistici Vincoli idrogeologici Torino (http://sit.comune.torino.it/sitt/login/dati.jsp) Il SIT del Comune di Torino si è sviluppato in numerosi settori: si spazia dalla cartografia (visualizzazione, interrogazione ed e-commerce), all’urbanistica (PRG, arredo urbano), all’ambiente (aria, acqua, rifiuti), alla mobilità (traffico, aziende). La collaborazione con altri enti (vedi voci “Catasto” e “Ici on line” del sito) è pure estesa. Il sito del SIT per ora mette a disposizione: la normativa; le seguenti cartografie in formato Pdf: Carta tecnica comunale, PRG, tavole di azzonamento, tavole del centro storico. Il piano del traffico è invece consultabile in formato Dwf. E’ però in costruzione un vero Web-Gis, per ora esiste una mappa della città interrogabile e con i tematismi gestibili creata con software Esri. - 87 - Verona (http://www.comune.verona.it/Internet/PianificazioneTerritoriale.nsf/4d98d4cad654 f6a5c12566cc003004e4/989e3fd4b792d7cac1256c4b002fbeb9?OpenDocument ) Il Sistema Informativo Territoriale si occupa della gestione della cartografia numerica del Comune di Verona, dell'aggiornamento della schedatura del Patrimonio Urbanistico e dell’esecuzione dei rilievi topografici. Si propone di coordinare progetti connessi alla gestione territoriale, programmando e monitorando le attività e garantendo la coerenza complessiva dei diversi contributi di altri servizi/settori, ed inoltre garantisce l'accessibilità alle informazioni territoriali e la loro diffusione in ambito interno ed esterno al Comune. Il Web-Gis, realizzato con Autodesk Mapguide permette l’interrogazione e la gestione dei tematismi delle seguenti cartografie: • • • • • Piano Regolatore Piano strategico (popolazione, addetti, immigrazione, scolarizzazione) Carta Tecnica contenente i servizi pubblici e privati Aree metanizzate Ortofoto Vicenza (http://www.comune.vicenza.it/servizi/sit.php) Volendo creare uno strumento per l’interpretazione del territorio nei suoi molteplici aspetti, il SIT di Vicenza non è stato costruito per soddisfare le esigenze di uno specifico settore, ma è una struttura trasversale all’intero apparato comunale. Esso ha come base cartografica la Carta Tecnica regionale, la stessa del PRG e dal 2001 anche della cartografia catastale, che quindi è stata appositamente vettorializzata. Siccome il tipo di domanda di supporto e servizi che il SIT si è visto rivolgere ha riguardato maggiormente elaborazioni “estemporanee”, è nata l’esigenza di passare da un database relazionale ad uno orientato ad oggetti. Le principali applicazioni del SIT hanno riguardato il settore urbanistica (PRG) e il settore delle entrate (ICI-TARSU), ma si sta compiendo lo sforzo di allargarne l’utilizzo. Sul sito sono presenti solo alcune carte tematiche che richiedono un visualizzatore per essere consultati. Esiste anche il PRG on-line realizzato con City Trek Web di Core, ma i tematismi sono fissi. - 88 - CAP. 5: IL PROGETTO SIT DEL COMUNE DI LECCO 5.1) Introduzione Il Comune di Lecco ha deciso alcuni anni fa di procedere alla realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale che, a partire da banche dati acquisite e restituite consenta di gestire – in modo organizzato e strutturato – i servizi che il Comune processa al proprio interno ed eroga alla cittadinanza. Il progetto del SIT ha l’obiettivo di realizzare e rendere operativi, strumenti adeguati, semplici ed integrati da diffondere all’interno dell’Amministrazione, con la finalità di distribuire, su di un’unica base cartografica, dati di tipo urbanistico, amministrativo, catastale e relativi alle tematiche di Protezione Civile. Il Sistema Informativo Territoriale di cui si vuole dotare l’Amministrazione è uno strumento intersettoriale, centralizzato e centrale per la gestione del territorio e delle attività che insistono su di esso. Pertanto, la costruzione di tale sistema ha l’obiettivo di “servire” diversi uffici, secondo una logica di integrazione tra di essi e in conformità agli standard in uso presso gli altri enti pubblici (Regione Lombardia in particolare). Un altro obiettivo del progetto è quello di erogare all’esterno adeguati servizi al pubblico, sia di carattere informativo che amministrativo. Una visione unitaria come quella esposta non può che suddividere e separare il contesto informativo (la cartografia di base ed i dati d’interesse generale) da quello applicativo, ossia le informazioni di carattere settoriale e/o tematico e l’insieme dei tool in grado di elaborarle in modo tale da renderle fruibili agli utenti che operano in uno specifico settore (Tributi, Anagrafe, Urbanistica, …). Si persegue pertanto una realizzazione che sia centralizzata, scaricando le applicazioni specifiche sui diversi settori, ferma restando l’archiviazione “centralizzata” anche dei dati specifici di ciascun Ufficio. 5.2) Breve descrizione del Comune di Lecco Negli ultimi decenni la città di Lecco, analogamente ad altre città a livello regionale ed anche nazionale, ha subito notevoli cambiamenti, dovuti alla dismissione di grandi aree industriali, al saldo negativo demografico, alla perdita dell’identità della città che vede allargare la propria zona di diretto interesse per motivi geografico-fisici, ma anche sociali ed economici. Tale processo è tuttora in corso. Il territorio del Comune di Lecco è inserito nella fascia occidentale delle Prealpi Lombarde, con altitudini variabili dai 198 m s.l.m. (Lago) ed un massimo di 1875 m s.l.m. (Monte Resegone). Il territorio del Comune copre una superficie di 45,93 kmq, di cui 11,75 urbanizzati e sviluppati, per lo più, nella zona di collegamento tra la fascia montuosa e la fascia lacuale. Il territorio comunale può essere suddiviso in tre ambiti diversamente caratterizzati dal punto di vista morfologico: • ambito montuoso: comprende la fascia che da ovest, a partire dal lago verso l’interno, interessa la porzione settentrionale del territorio comunale; è - 89 - • • costituito dal massiccio del Monte San Martino, il Monte Melma, il Pizzo d’Erna, il Monte Resegone, il Monte Magnodeno; ambito lacuale: comprende la fascia rivierasca del ramo di Lecco del lago di Como, la fascia rivierasca del fiume Adda e la fascia rivierasca del lago di Garlate; ambito di collegamento tra la fascia montuosa e la fascia lacuale: comprende la porzione di territorio comunale interno degradante verso il lago dalle pendici rocciose, densamente urbanizzato. L’analisi dell’andamento demografico degli ultimi anni mostra il dato riguardante la popolazione residente pressoché stabile (45.292 ab. nel 1995, 46.083 ab. nel 2001) e quindi anche la densità abitativa (986 ab/Kmq nel 1995, 1003 ab/Kmq nel 2001). Questa stabilità è da interpretare quale prodotto, da una parte, della negatività del saldo annuale nati-morti e, dall’altra, dalla compensazione dovuta all’immigrazione, in prevalenza da altri comuni italiani e dovuta principalmente al tasso di persone alla ricerca di lavoro. Anche a Lecco il problema dell’invecchiamento della popolazione è evidente, anche se negli ultimi anni si è verificata una leggera riduzione del tasso di anzianità della popolazione spiegabile con il fenomeno dell’immigrazione che interessa quasi esclusivamente fasce di giovane età. Fig. 5.1: Immagine della città di Lecco vista dal lago La città di Lecco ha subito delle rapide trasformazioni nel corso del decennio 1985-1995; tra i processi più innovativi si possono ricordare: la dismissione di molte attività industriali e la conseguente creazione di aree dismesse; il cambio di statuto amministrativo (la Provincia di Lecco è stata istituita con decreto legislativo del 6 marzo 1992, n. 250) e il ripensamento del nodo viabilistico della città con la realizzazione di un terzo ponte di accesso alla città e di un’autostrada urbana sotterranea. L’area urbana è disposta lungo il Lago e le valli dei torrenti Gerenzone, Caldone e Bione. Lo sviluppo urbano di questo secolo ha occupato completamente le aree pianeggianti e i corridoi morenici, utilizzati fino al secolo scorso per le colture agricole del gelso e della vite; esso è stato ed è tuttora condizionato dai caratteri fisici del luogo. La superficie - 90 - urbanizzata costituisce una percentuale minima del territorio comunale(23% circa) mentre la restante quota è costituita da aree naturali (70% circa) e agricole (7% circa). Dato l’elevato grado di naturalità del territorio, risulta palese l’interesse per la tutela, il rispetto e la valorizzazione ambientale e paesistica dei luoghi e del rapporto tra il tessuto antropizzato e naturale. Conseguentemente negli ultimi decenni si è avuta la quasi totale saturazione delle aree pianeggianti, con infrastrutture, residenze, impianti produttivi. La struttura portante del sistema economico lecchese, tradizionalmente caratterizzata dalla lavorazione del ferro e dalle filande, è oggi costituita da un tessuto industriale ed artigianale estremamente diffuso, di cui fanno parte un altissimo numero di imprese, per lo più di dimensione contenuta, specializzate nei settori meccanico, elettromeccanico e della carpenteria pesante. Negli ultimi anni in città si è ridotto il peso del settore industriale, a causa dei processi di ristrutturazione delle grandi imprese e del decentramento delle piccole e medie imprese. E’ aumentato il numero degli addetti nel settore dei servizi e della Pubblica Amministrazione, favorito dall’assunzione delle funzioni di capoluogo di provincia e dall’insediamento di strutture universitarie. Diversi elementi, strettamente collegati, contribuiscono a determinare una riduzione complessiva della qualità urbana con effetti su diversi aspetti socio-economici, ma anche sui caratteri paesaggistici ed ambientali del territorio comunale: • • • • la forte accelerazione nella crescita del territorio urbanizzato, avvenuta nel secolo scorso e continuata in questo secolo, soprattutto dal dopoguerra fino agli anni ’70, ha comportato un processo squilibrato di sviluppo e di inurbamento con un consumo elevato della risorsa suolo, con effetti di degrado ambientale e con opere di incerta validità per la funzionalità del sistema idrogeologico; la elevata concentrazione delle aree urbanizzate nelle aree orograficamente più favorevoli ha ridotto sempre più lo spazio costruibile ormai pressoché saturo; il recupero a carattere residenziale-commerciale-terziario di grandi aree dimesse dall’industria, avvenuto negli ultimi decenni, ha cancellato una configurazione urbana consolidata nel tempo, ridimensionando il ruolo di città industriale e comportando, al tempo stesso, esigenze di nuovi servizi e di una riconnessione adeguata dei contesti all’interno di una nuova strutturazione urbana; l’inadeguato sviluppo delle infrastrutture di trasporto rispetto al forte sviluppo economico e dei modi di vita rappresenta il fattore principale dell’aumento della congestione. Le componenti fondamentali del traffico sono il transito di attraversamento della città, con origine e destinazione altrove, lo scambio, avente un estremo dello spostamento in città, e il traffico interno alla città; la componente di traffico di transito, nonostante sia la più visibile, non è la maggiore in termini quantitativi; durante i giorni feriali, il traffico di scambio è di gran lunga la componente principale del traffico cittadino. L’estensione della rete viaria è di circa 120 Km suddivisi in 528 vie. 5.3) Le fasi preliminari Il progetto del Sistema Informativo Territoriale del Comune di Lecco nasce ufficialmente il 19 novembre del 2002, quando viene costituita l’Agenzia SIT; ad essa viene affidato l’incarico della costruzione del SIT e della sua successiva gestione. - 91 - L’inizio della costruzione vera e propria del SIT ha dovuto però essere necessariamente preceduta da alcune fasi preliminari, data la mancanza del database topografico che sta alla base del sistema. Inoltre l’aerofotogrammetrico più recente (ottenuto da un volo del 1990) non era idoneo allo scopo, mancando di contenuti importanti quali ad esempio l’orografia ed il grafo stradale. Per questo motivo è stato affidato l’incarico di eseguire dei nuovi voli fotogrammetrici, che sono stati effettuati nel periodo Aprile – Giugno 2003, e sono stati collaudati con esito positivo dall’Ing. Marco Scaioni del Politecnico di Milano (Polo di Lecco – IC&T). Fig.5.2: Una strisciata del volo basso Successivamente si è preceduto all’affidamento della realizzazione di un database topografico alla scala nominale 1:1000, 1:2000 e 1:5000 relative al territorio del Comune di Lecco ottenuto per stereo-restituzione numerica diretta, che costituisce la base geografica del nuovo S.I.T. comunale. Per questo motivo il prodotto finale non è limitato ai classici pseudo-fogli vettoriali (i cosiddetti “DXF”), ma è composto anche da dati strutturati in alcuni formati GIS; in - 92 - particolare il formato SHAPE di ESRI, indicato dalle normative regionali come riferimento, e il formato Geomedia DataAccess di Intergraph, necessario per integrare i dati all’interno del sistema GIS che il Comune di Lecco sta costruendo, basato appunto su software di quest’ultima azienda. La superficie complessiva del territorio da rilevare direttamente alle diverse scale risulta rispettivamente: • • • di 284 ha alla scala 1:1000 (centri storici); di 2930 ha alla scala 1:2.000 (area urbanizzata); di 1663 ha alla scala 1:5.000 (area esterna). Nelle zone rappresentate a scala maggiore, sono inoltre derivate le scale minori tramite generalizzazione cartografica. Quindi: • • • alla scala 1:5000 si ha l’intero territorio comunale (compresa l’area urbanizzata e i centri storici) per un totale di 4877 ha; alla scala 1:2000 l’area urbanizzata e il centro storico per un totale di 3214 ha; alla scala 1:1000 i centri storici per un totale di 284 ha. Il DB Topografico in questione presenta due caratteristiche peculiari: • • L’integrazione tra le diverse scale; Il rilievo di elementi tradizionalmente non presenti nei repertori delle carte tecniche comunali (ad esempio è previsto il rilievo delle paline e delle fermate degli autobus anche nella zona da rappresentata alla scala 1:5000; le sgrondature degli edifici e il rilevamento dei numeri civici sono presenti anche alla scala 1:2000). Nella produzione del database topografico si utilizzano i seguenti elementi geodetici: • • • Ellissoide WGS84 Datum ETRF89 (rispetto al quale è inquadrata la rete IGM95) Proiezione conforme di Gauss nel sistema UTM-WGS84 In tutte le fasi di determinazione di punti d’appoggio, le elaborazioni forniscono sempre 4 serie di coordinate: • • • • le geografiche riferite all’ellissoide di Hayford (Roma 40) le geografiche riferite all’ellissoide WGS84 (ETRF89) le cartografiche N, E nel sistema Gauss-Boaga le cartografiche N, E nel sistema UTM-WGS84 Sono inoltre sempre determinate sia la quota ellissoidica (WGS84) che la quota ortometrica (mareografo di Genova). Dalla fase di stereo-restituzione in poi è stata impiegata solo la quota ortometrica (sul livello medio del mare). La restituzione è stata eseguita in due sistemi di coordinate: • • coordinate Nord, Est UTM-WGS84; coordinate Nord, Est Gauss-Boaga. - 93 - Fanno necessariamente parte del database tutti quegli oggetti presenti nel territorio rilevato con dimensioni superiori a due volte il graficismo (0.2 mm) valutato alla scala nominale di restituzione, cioè più grandi di: • • • 40 cm per il DB topografico alla scala 1:1000 80 cm per il DB topografico alla scala 1:2000 200 cm per il DB topografico alla scala 1:5000 Un importante prodotto derivato dal DB Topografico è rappresentato dalla rete GPS comunale, che è servita durante il progetto per l’appoggio dei blocchi fotogrammetrici e successivamente potrà essere impiegata come rete tecnica comunale e come rete di punti fiduciali stazionabili con GPS (dopo la previa approvazione da parte dell’Agenzia del Territorio). I punti della rete sono stati monumentati con appositi centrini stabili opportunamente monografati. Alcuni vertici della rete sono inoltre stati misurati mediante livellazione geometrica, in modo da poterne determinare anche le quote ortometriche; a partire da questi punti, grazie ai modelli matematici del geoide oggi disponibili, sono determinate le quote ortometriche dei restanti vertici della rete. In base ad una convenzione stipulata nel corso del 2003 tra Comune di Lecco e Politecnico di Milano (Polo Regionale di Lecco) per l’esecuzione delle misure è stato possibile utilizzare anche i dati acquisiti dalla stazione permanente GPS installata presso i laboratori di Lecco (via Promessi Sposi) del Politecnico. - 94 - Fig 5.3: La rete GPS comunale Le modalità tecniche con le quali dovrà essere eseguito il database topografico sono quelle proprie dell'aero-fotogrammetria, integrate da quelle relative alla numerizzazione dei dati secondo le seguenti fasi: fase A: • • realizzazione e misura della rete GPS; determinazione dei punti d’appoggio e triangolazione aerea; • • • restituzione fotogrammetrica numerica; ricognizione; editing grafico e alfanumerico sulla scorta di quanto rilevato in ricognizione; predisposizione dei file costituenti il DB topografico nei formati richiesti (SHAPE FILE, DXF, DataAccess Geomedia); predisposizione degli elaborati grafici finali. fase B: • • - 95 - Realizzazione della rete tecnica comunale mediante GPS La rete topografica è stata realizzata esclusivamente mediante tecnica GPS (ovviamente integrata da altre tecniche di rilievo per finalità specifiche – livellazione geometrica – o nel caso di punti non stazionabili con GPS), e finalizzata per i seguenti utilizzi: • • • • • permettere la determinazione dei punti di appoggio necessari alle operazioni di triangolazione aerea dei fotogrammi impiegati per la restituzione cartografica; costituire un raffittimento locale della rete IGM95; svolgere il ruolo di rete tecnica comunale; essere costituita da punti utilizzabili nei rilievi di aggiornamento catastale (Punti Fiduciali), sulla base delle disposizioni contenute nel documento relativo alle reti di raffittimento della rete IGM95, predisposto dal Gruppo di Lavoro dell’Intesa Stato Regioni Enti locali; costituire gli elementi fondamentali per le operazioni di integrazione e aggiornamento delle banche dati topografiche. La rete ha pertanto le caratteristiche tecniche, di posizione e di densità dei punti sul territorio tali da garantire tutti gli utilizzi per cui è stata prevista. In particolare: • • • • • Il criterio guida per la scelta della posizione dei punti è stato il posizionamento di un numero di punti sufficiente per l’appoggio del blocco aerofotogrammetrico. Nello stesso tempo, i punti dovevano essere distribuiti lungo l’intero territorio comunale in modo da essere ovunque facilmente accessibili per l’inquadramento di rilievi topografici aventi finalità tecniche; i punti hanno ovviamente una densità maggiore nei centri storici, minore nelle residue zone urbanizzate e maggiormente ridotta nella porzione residua di territorio. I vertici della rete sono materializzati in modo stabile, in modo da poter essere utilizzati sia con strumentazione GPS, sia con strumentazione topografica classica. Per tutti i vertici è stata realizzata una descrizione accurata mediante schede monografiche in formato informatico. La determinazione della rete d’inquadramento è avvenuta mediante metodologia GPS. L’inquadramento planimetrico fa riferimento esclusivamente alla rete IGM95; l’inquadramento altimetrico ha invece considerato anche la linea di livellazione geometrica IGM esistente in Lecco. I vertici della rete tecnica comunale dovevano consentire l’esecuzione della Triangolazione Aerea dei blocchi aero-fotogrammetrici realizzati per la restituzione della cartografia. I punti della rete tecnica devono essere posizionati (almeno per l’80% dei vertici della rete) e misurati in modo da rispondere ai requisiti richiesti dalla Direzione Generale dell’Agenzia del Territorio per poter essere successivamente approvati e utilizzati come Punti Fiduciali (PF) delle maglia secondaria. Determinazione dei punti fotografici di appoggio e triangolazione aerea I punti fotografici di appoggio (PFA) sono stati determinati a partire dai vertici della rete tecnica comunale, che costituiva una vera e propria rete d’inquadramento per la loro misura. Alcuni vertici della rete tecnica hanno svolto direttamente la funzione di un PFA. - 96 - I PFA servono per la misura e la compensazione della triangolazione aerea nelle aree da cartografare alle diverse scale nominali. I punti di legame devono essere di ottima collimazione fotogrammetrica; di essi non sono note le coordinate terreno. Solo attraverso la triangolazione aerea si determinano tali coordinate da impiegare nella successiva fase di orientamento dei modelli stereoscopici, finalizzato alla stereo-restituzione. La densità dei punti di legame è finalizzata al raggiungimento di una configurazione ottimale in fase di triangolazione aerea. Fig. 5.4: Differenze tra fotogramma e modello Restituzione La restituzione poteva essere eseguita esclusivamente mediante restitutore analitico o digitale, e occorreva eseguire ex-novo la restituzione fotogrammetrica numerica diretta di tutto il territorio da rilevare. Però quando esistevano database topografici alla scala superiori, predisposti con Specifiche Tecniche in linea con le presenti (per garantire la generalizzazione), i database alle scale inferiori hanno adeguato la loro geometria raccordandola a quelli a scala superiore. La struttura dati richiesta al Database topografico da realizzare non corrisponde ai normali prodotti di cartografia numerica; si è quindi tenuto conto della possibilità di modificare le normali prassi operative per permettere già in fase di restituzione una qualità del dato adeguata alle finalità del lavoro. Tutte quelle linee di dubbia identificazione, la cui definizione è stata demandata alla successiva fase di ricognizione, sono state memorizzate o con codice particolare o con particolare simbologia degli estremi. Inoltre sono state contornate, anche a mano e con eventuali osservazioni del restitutista, le aree in cui era necessaria l'integrazione mediante ricognizione. Ad ogni elemento è stata associata una codifica. Ricognizione La ricognizione sul terreno ha compreso: • • • • • • l'integrazione metrica; la ricognizione informativa; la raccolta della toponomastica e di quanto necessario alla costruzione del database topografico; il riporto dei limiti amministrativi; il riporto dei numeri civici nella zona che deve essere cartografata alle scale 1:1000 e 1:2000; il riporto di informazioni sui punti di sosta delle linee di trasporto pubblico sull’intero territorio comunale. - 97 - L'integrazione metrica del rilievo ha riguardato soprattutto i seguenti elementi: • • • misura dell'ampiezza delle grondaie dei tetti degli edifici prospicienti strade o aree pubbliche, allo scopo di ottenere le precisioni previste, soprattutto nelle zone da cartografare alla scala 1:1000; misura diretta delle sezioni stradali di minimo in corrispondenza di edifici e manufatti (aree alle scale 1:1000 e 1:2000); rilievo diretto sul terreno a mezzo di operazioni topografiche ordinarie, di precisione adeguata alla scala, delle zone che siano risultate di insufficiente chiarezza, delle zone rimaste defilate alla presa o mascherate da vegetazione fitta, degli interventi eseguiti sul territorio dalla data del volo al momento della ricognizione e degli elementi che risultano necessari alla strutturazione del database topografico e non sono stati stereo-restituiti. In questa fase sono state rilevate le emergenze delle reti tecnologiche (pozzetti, caditoie, saracinesche idranti e quanto altro). Dal punto di vista informativo la ricognizione ha avuto lo scopo di: • • • • • correggere gli errori interpretativi commessi in fase di restituzione; indicare le colture e le essenze arboree previste nel database topografico; contrassegnare gli edifici di importanza essenziale per la comunità; prendere nota degli elementi morfologici necessari per una corretta compilazione del database; definire l’andamento di elementi sotterranei (canali, rogge, gallerie, ...). Sempre in questa fase si sono raccolti i dati necessari alle informazioni richieste nel database, soprattutto per ciò che concerne gli impianti cittadini e le relative installazioni fisse. Si sono rilevati i versi di scorrimento delle acque nelle rogge e nei canali (aperti o coperti) del territorio cartografato, al fine da permettere nella fase di editing di definire il livello di informazioni specifico per l'idrografia. Inoltre si è provveduto all’inserimento in cartografia dei numerici civici, sia per la zona da cartografare alla scala 1:1000, sia per quella alla scala 1:2000. Sono state riportate in cartografia le informazioni relative alle linee di trasporto pubblico sull’intero territorio comunale. E’ stato inoltre previsto il rilievo delle seguenti informazioni anche nella zona da cartografare alla scala 1:5000: • • posizione planimetrica delle paline di segnalazione delle linee degli autobus pubblici; posizione planimetrica delle fermate degli autobus. Operazioni di editing e strutturazione del database L'editing grafico e alfanumerico deve consentire all'operatore di eseguire, sul file di restituzione, tutti gli interventi di modifica, integrazione, cancellazione, controllo, ecc., che nella produzione cartografica tradizionale vengono abitualmente effettuati, allo scopo di: • • tener conto di quelle indicazioni che il restitutista, mediante segni grafici o espliciti messaggi, ha apposto sulla minuta di restituzione; integrare la restituzione con le indicazioni provenienti dalla fase di ricognizione sul terreno o da altre fonti quali correzione di errori di foto- 98 - • interpretazione, integrazioni metriche delle zone defilate ed in particolare la sgrondatura degli edifici e l'introduzione della toponomastica e delle altre informazioni richieste nel database topografico effettuare la ricostruzione delle congruenze geometriche, l’organizzazione dei dati e la strutturazione dei file finali. Il database in questione è concepito nella sua strutturazione logico-informativa; il tradizionale prodotto su carta è esclusivamente uno dei prodotti derivabili. Il database è quindi pensato per essere prodotto nel formato “SHAPE FILE” ESRI. Tutta il database topografico oggetto dell’appalto deve essere strutturato in “SHAPE FILE” ESRI, e inoltrato consegnato anche nei seguenti formati, derivati dagli “SHAPE FILE”: • • formato DXF 3D (o in alternativa DWG Autodesk); formato Geomedia DataAccess InterGraph. Uno shapefile è un’unità logica di memorizzazione di dati grafici e alfanumerici. Ogni shapefile si compone di tre file fisici aventi lo stesso nome ma estensioni diverse. Il primo file contiene la geometria degli oggetti, e ha estensione .shp; il secondo contiene la tabella degli attributi alfanumerici in formato dBASE® e ha estensione .dbf; l’ultimo è un file indice sulla geometria ed ha estensione .shx. La relazione tra i file è uno a uno, basata sul numero di record. Ciascuno shapefile può contenere soltanto una tipologia geometrica di oggetti. Le tipologie geometriche di interesse per il presente lavoro sono le seguenti: • • • PointZ: geometria puntuale tridimensionale; PolylineZ: geometria lineare tridimensionale; PolygonZ: geometria poligonale tridimensionale. Gli oggetti vanno suddivisi, oltre che in funzione della geometria, anche in funzione della classe di appartenenza (identificata dalle prime due cifre del codice). Nel nostro caso sono state definite le seguenti classi: Codice 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 Classe Amministrazione Idrografia Copertura del suolo Urbanistica Infrastrutture Costruzioni Orografia Carta dei tetti Grafi e reti tecnologiche Simboli, testi e vestizioni Ciò significa che esisterà uno SHAPE FILE distinto per ogni combinazione prevista di geometria/classe.I nomi degli shapefile vanno generati secondo il seguente schema: • • • Pxxxyyzz Shapefile con geometria puntuale Lxxxyyzz Shapefile con geometria lineare Fxxxyyzz Shapefile con geometria areale - 99 - • Axxxyyzz Shapefile con geometria testuale Dove xxx è il codice ISTAT del Comune (042 per il Comune di Lecco), yy è il codice della classe e zz è un codice progressivo che individua il lotto di restituzione. Tale codice progressivo si compone di due lettere (dell’alfabeto inglese). La numerazione procede in ordine lessicografico crescente: a, b, c,..., v, w, x, y, z, cioè: aa < ab < ac < ... < za < zb < ...< zz. Esempio: lo SHAPE FILE corrispondente al terzo lotto, oggetti poligonali (aree) della classe Costruzioni (06) del Comune di Lecco (042) avrà nome F04206ac. Uno SHAPE FILE contiene sia informazioni di tipo grafico, relative alla geometria degli oggetti da rappresentare, sia informazioni di tipo alfanumerico, dette attributi. Queste ultime definiscono proprietà specifiche degli oggetti, o delle modalità di rilevazione degli stessi. La tabella seguente riporta la struttura dei campi alfanumerici degli SHAPE FILE. Si noti che tale tabella contiene l’unione dei campi possibili per tutti gli oggetti; i primi otto campi riportati nella tabella (in neretto) sono comunque obbligatori per tutti gli oggetti e vanno sempre compilati. Attributi degli SHAPE FILE Campo Tipo FEATURE_ID NUMBER(6) CODE NUMBER(2) SUB_TYPE NUMBER(2) DATUM DATE() CODE_TIPO NUMBER(3)) SCALA_NOM NUMBER(5) OBJECTID NUMBER(9) COD_ISTAT NUMBER(5) TEXT TEXT(255) TEXT_CODE NUMBER(10) ALT NUMBER(10,2) ALT_MAX NUMBER(10,2) ALT_REL NUMBER(10,2) NUMCIV TEXT(10) EDIF_ID NUMBER(10) ID_STRADA NUMBER(10) ANGOLO NUMBER(4) VALIDO_DA DATE() VALIDO_A DATE() Dove: Campi obbligatori per tutti gli oggetti: FEATURE_ID: CODE: SUB_TYPE: contiene le prime 6 cifre del codice riportato in Appendice A. Non individua quindi univocamente un oggetto, ma un gruppo di oggetti. contiene le ultime due cifre del codice riportato in Appendice A. contiene la seconda coppia di cifre del codice - 100 - Esempio: una piscina [codice esteso: 06090202] ha la seguente codifica: FEATURE_ID = 060902 CODE = 00 SUB_TYPE = 09 DATUM: CODE_TIPO: SCALA_NOM: OBJECTID: COD_ISTAT: contiene la data del rilievo. contiene un codice numerico di 3 cifre che specifica una caratteristica secondaria dell’oggetto (il nome di questo campo è stato modificato rispetto alle tabelle riportate dalle normative regionali, che prevedono un codice identificativo della Ditta CODE_DITTA - che ha eseguito il lavoro; poichè in questo caso l’intero territorio dovrà essere realizzato da una stessa Ditta, si è sostituito questo codice con un altro di maggior utilità specifica; è stato comunque mantenuto lo stesso formato per garantire la compatibilità delle tabelle con altre analoghe) contiene il codice relativo al tipo di rilievo effettuato per la misura dell’oggetto, secondo quanto riportato nella sottostante tabella, correlato alla precisione del rilievo. Contattare la direzione lavori per la fornitura di nuovi codici, qualora quelli forniti fossero inadeguati ad esigenze specifiche. Identificativo progressivo univoco dell’oggetto: l’univocità deve essere garantita per ogni comune all’interno della classe di appartenenza dell’oggetto. codice ISTAT del comune a cinque cifre, nella forma xxyyy, dove xx è il codice della Provincia, yyy il codice del comune all’interno della Provincia. Il comune di Lecco ha codice 21004. Campi specifici per sottoclassi di oggetti: TEXT: TEXT_CODE ALT: ALT_MAX: ALT_REL: NUMCIV: EDIF_ID: ANGOLO: ID_STRADA: VALIDO_DA, VALIDO_A: Contengono i testi descrittivi dell’oggetto. Codice fornito dalla direzione lavori utilizzato per collegare l’oggetto al testo descrittivo dello stesso. Altezza assoluta / quota Altezza assoluta massima / quota Altezza relativa Numero civico identificativo univoco dell’edificio Campo presente solo in oggetti della classe 10 (annotazioni e simboli). Contiene l’angolo di orientazione del simbolo, misurato in senso antiorario. codice della strada non vanno compilati. Per quanto il formato DATA ACCESS di INTERGRAPH, essendo esso di tipo proprietario (come anche il formato SHAPE FILE di ESRI), è necessario prima provvedere alla restituzione in formato SHAPE FILE e successivamente importare gli elaborati nel GeoWorkSpace di Geomedia. L’importazione deve avvenire senza modificare ne la geometria delle features che la struttura del database associato. - 101 - Per quanto riguarda la struttura del file DXF, sono da seguire le indicazioni riportare nelle “Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1000 e 1:2000” deliberate dalla Giunta della Regione Lombardia. Generazione di un DTM alla 1:5000 E’ stata prevista anche la generazione di un modello digitale del terreno (D.T.M., Digital Terrain Model) alla scala nominale 1:5000. Per la realizzazione di tale modello devono essere utilizzati lo stesso volo e lo stesso inquadramento topografico impiegato per la restituzione fotogrammetrica del Database Topografico. Il DTM da produrre deve essere di tipo “level 3”, come indicato dal documento “Prescrizioni tecniche per la produzione di Modelli Digitali del Terreno” già prodotto dall’apposito gruppo di lavoro dell’Intesa Stato-Regioni-Enti locali, rispettivamente per la cartografia scala 1:5.000. Le quote del DTM devono essere riferite al terreno, tranne in caso di presenza di bacini idrografici, nei quali la quota è quella relativa al livello dell’acqua al momento del rilievo. Per i centri urbanizzati le quote sono riferite al piano della viabilità (piazze, giardini, ecc). Tutte le informazioni altimetriche acquisite, di tipo puntuale (punti quotati) o lineare (profili altimetrici), contribuiscono a formare un TIN (Triangular Irregular Network) ove tutti i profili sono considerati come break-line. I dati utilizzati per la generazione del TIN sono i seguenti: • • • • • • tutti i particolari topografici restituiti in 3D la cui quota è riferita al terreno (non vengono quindi utilizzati particolari quali viadotti, ponti, ecc.). i punti quotati restituiti. i punti quotati di raffittimento che servono per generare il DTM con l’accuratezza fissata. le linee di break-line sul terreno. le linee di costa relative ai laghi o al mare. profili altimetrici che indicano un cambiamento di segno della pendenza del terreno (linee evidenti di compluvio e di impluvio). Dai dati sotto forma di TIN dovranno essere poi ricavato il DTM in forma di GRID (grigliato regolare). Data la natura montuosa del territorio del Comune di Lecco e la notevole presenza di boschi e di zone residenziali, non è consentito ricavare il DTM mediante strumentazione di tipo digitale basato sulla correlazione di immagini; le caratteristiche sottolineate sono infatti decisamente sfavorevoli all’impiego di tecniche automatiche. 5.4) Le fasi del progetto SIT Il progetto del SIT del Comune di Lecco prevede la realizzazione di quanto segue: • • • database geografici della Carta Tecnica Comunale (CTC); strutturazione del codice ecografico (CE); implementazione del Piano Regolatore Generale (PRG) e delle relative Norme Tecniche Attuative (NTA) esistente; - 102 - • • • • • gestione delle Pratiche Edilizie e Urbanistiche (Certificato di Destinazione Urbanistica ed informatizzazione dell’iter); collegamento con le banche dati relative ai Tributi e loro gestione all’interno del sistema; implementazione del Piano di Protezione Civile (PPC) con particolare riferimento al monitoraggio e gestione delle problematiche idrogeologiche; implementazione, integrazione con la CTC e procedure di aggiornamento della Carta Catastale; disegno, sviluppo e realizzazione del sito Internet e della relativa componente WEB-GIS del Comune. I voli fotogrammetrici destinati alla produzione delle cartografie alle scale indicate e la restituzione stereoscopica di tutto il territorio costituiscono la base di partenza del lavoro. Detto materiale costituisce le banche dati per la realizzazione del nuovo SIT. Nella produzione delle banche dati del progetto GIS deve essere utilizzato il sistema di riferimento conforme a quanto stabilito dalla Regione Lombardia: Gauss-Boaga. Essendo previsto inoltre, dalla vigente normativa che detto sistema verrà sostituito dal WGS84, bisognerà verificare che la trasposizione dei dati da un sistema all’altro sia conforme alle tolleranze previste dalle specifiche dell’Intesa Stato Regioni. Il lavoro è stato suddiviso in fasi distinte ed in particolare: • • • • • • FASE 1: Implementazione e strutturazione della Carta Tecnica Comunale (CTC) a partire dai database di restituzione, introduzione e gestione del codice ecografico; FASE 2: Integrazione dei prodotti di cui alla FASE 1 con l’Anagrafe e le Attività Produttive; implementazione del PRG e collegamento con le Norme Tecniche Attuative, strutturazione e messa in servizio dell’applicativo di gestione delle Pratiche Edilizie ed Urbanistiche. FASE 3: Pubblicazione WEB dei prodotti cartografici delle FASI 1 e 2 e sviluppo del sito per la consultazione on-line di tutta la cartografia prodotta. FASE 4: Integrazione nel SIT dei dati tributari e degli strumenti software per la loro gestione; sviluppo ed implementazione della componente idrogeologica, del Piano di Protezione Civile e delle procedure di Gestione delle Emergenze. FASE 5: Sviluppo, integrazione con il SIT, gestione della Cartografia Catastale e fornitura dei relativi software verticali, FASE 6: Messa in servizio, in ambiente web, delle applicazioni di: o Gestione Pratiche Edilizie ed Urbanistiche (incluso il CDU); o Piano di Protezione Civile e Gestione delle Emergenze; o Gestione Catastale (opzionale). Architettura del SIT Il Comune deve gestire i processi amministrativi che derivano da una qualsiasi azione in corso nel proprio territorio. Per operare in modo affidabile e trasparente deve pertanto disporre di una conoscenza completa e continuamente aggiornata ed aggiornabile del - 103 - territorio stesso, cosa non facile da ottenere data la complessità e la simultaneità delle modificazioni cui il territorio stesso è soggetto. Una soluzione alle problematiche, derivanti dalla raccolta di informazioni e della loro organizzazione in una banca dati omogenea: “l’Anagrafe Territoriale Estesa”. Schematizzando, in questa banca dati è necessario definire ogni oggetto come elemento territoriale, caratterizzato innanzitutto dalla sua appartenenza ad un “tema”, quindi dalla sua collocazione territoriale, dalla forma, da una serie di attributi descrittivi e dalle interrelazioni esistenti con gli altri elementi. Si rende necessaria quindi la costituzione di una banca dati di tutti gli elementi insistenti sul territorio del Comune che contenga, oltre alla descrizione geografica degli stessi, i dati alfanumerici che li caratterizzano (attributi funzionali). I descrittori geografici e alfanumerici devono essere esaustivi per la collegabilità di ciascun elemento territoriale agli archivi di settore: anagrafe, tributi, ufficio tecnico, attività economiche, produttive, commercio, (…), assicurando la biunivocità di collegamento tra i diversi archivi di settore. La costituzione dell’ATE sulla base di un’anagrafe unica degli elementi territoriali consente di : • • • eliminare la ridondanza dei dati, assicurare il continuo allineamento delle informazioni per tutte le procedure, identificare tutti i tipi di elaborazione e/o analisi e/o indagini che per un certo elemento sono in atto nell'Ente. L’architettura del sistema prevede una struttura mista, ossia: • • di tipo client / server per quanto riguarda la componente “interna” al Comune; di tipo web per quanto riguarda la distribuzione all’esterno / interno (in ordine alla sola visualizzazione) di una parte dell’informazione. Il software RDBMS / GIS in possesso dell’Amministrazione Comunale è il seguente: • • RDBMS Oracle V 8 INTERGRAPH GeoMedia Professional V5.2 Per assicurare il raggiungimento degli obiettivi del SIT i dati geografici di base e le chiavi territoriali, comuni a tutti i servizi, devono essere gestiti centralmente, mentre i singoli utilizzatori devono mantenere la competenza sui dati da loro prodotti sia per la manutenzione e l'aggiornamento, sia per le procedure di accesso e di autorizzazione all'uso degli stessi. Occorre che la definizione e la strutturazione delle informazioni "cartografiche" siano non in funzione di una descrizione grafica del territorio, ma esclusivamente in funzione dell'integrazione tra i dati cartografici e le informazioni di carattere fisico-ambientale, economico, amministrativo e sociale. E' quindi fondamentale definire il processo di correlazione tra i due ambienti informativi (grafico, alfanumerico) tramite opportune chiavi di localizzazione (codice ecografico). Tutto ciò nell'ottica di rendere possibile la georeferenziabilità di qualsiasi dato/informazione prodotta dall'attività corrente degli uffici e nella convinzione che un’informazione numerizzata e individuabile tramite semplici chiavi diventa direttamente accessibile e immediatamente utilizzabile da un elevato numero di utenti. I singoli utilizzatori possono quindi riportare - 104 - e/o collegare le loro informazioni ad una base comune certificata, e quindi raffrontare dati di origine diversa e controllare le informazioni di loro competenza/responsabilità. Il Sistema Informativo Territoriale Comunale si appoggia su un set di basi cartografiche strutturate o informazioni territoriali che ne costituiscono sia lo strato “di base” che quello “tematico”. Al primo afferiscono: • • • • • • • • la Carta Tecnica Regionale (CTR) della Regione Lombardia in formato vettoriale, naturalmente per la porzione di interesse del Comune di Varese; La Carta Tecnica Regionale in formato raster, quale sfondo di riferimento per la base tecnica e/o per quella applicativa; la Carta Tecnica Comunale (CTC) derivante dal volo, opportunamente vestita, strutturata e arricchita delle informazioni mancanti; l’ortofotocarta in formato “ECW” dei fotogrammi ortocorretti, dimensionati in modo da renderli facilmente gestibili; Al secondo, appartengono: la Carta delle zone del Piano Regolatore Generale (PRG); la Carta Catastale; eventuali ulteriori elaborati di interesse specifico (piano geologico, aree di vincolo, aree parco, zonizzazione acustica, …). Tale suddivisione è obbligatoria sia per procedere ad una corretta distribuzione dell’informazione (accessi, permessi in modifica, ecc.), sia per identificare, da un punto di vista organizzativo, gli elementi “comuni” a tutti gli utenti dell’Amministrazione (e, magari, a futuri utenti esterni collegati via web) e quelli che – al contrario – sono specifici di uno o più settori dell’Amministrazione stessa. Qualsiasi cartografia tematica, infatti, si “appoggia” ad una cartografia “di base”, nel senso che gli elementi che la costituiscono vengono “georeferenziati” relativamente a tale contesto di riferimento. - 105 - ELEMENTI ATE RELAZIONI LAYERS GEOGRAFICI Unità I mmobiliar i Riferimenti Codifica Edifici Edifici Riferimenti Toponomastica Par ticelle Catastali Riferimenti Catastali Rete Stradale Gr afo Str adale Aer ofotogrammetr ia Base Unica di Riferimento Geogr afico Fig. 5.5: I vari layers delle carte tematiche Occorre strutturare il patrimonio cartografico e informativo come di seguito descritto: • • • partire dalla CTC, opportunamente completata e strutturata; questo “livello informativo”, dovrà essere distribuito a tutti gli utenti e modificato / aggiornato dal solo Ufficio Tecnico; integrare le basi regionali al di sopra della CTC: la presenza di tale integrazione è fondamentale per poter recepire / integrare i progetti di provenienza regionale ed operare i dovuti export dal contesto Comunale a quello Regionale: anche tale livello sarà caratterizzato da un’architettura utenti in editing molto ristretta (il solo Amministratore); appoggiare tutte le informazioni tematiche sulla Carta Comunale. Fase 1 – Implementazione CTC e codice ecografico Come detto, sono parte integrante della Fase 1 del Progetto, le seguenti attività: • • • progetto esecutivo generale del GIS Comunale; implementazione e strutturazione della Carta Tecnica Comunale (CTC) a partire dai database di restituzione e sua integrazione con gli altri strumenti di cartografia di livello regionale (CT10, ortofoto in formato ECW); introduzione e gestione dell’ID_CIVICO. Il Progetto GIS definisce, oltre alla struttura del database cartografico derivato dalla CTC (in termini di tabelle, campi, indici, vincoli e relazioni), una più complessa realtà organizzativa che deve semplificare l’operato di dirigenti e funzionari preposti alla gestione dei diversi Servizi che l’Amministrazione gestisce e/o eroga alla propria - 106 - cittadinanza. Tale realtà deve pilotare le relazioni che esistono tra la CTC e i database gestiti dai diversi servizi (Tributi, Anagrafe, ecc.), secondo un’integrazione che metta a fattor comune il territorio e le informazioni base associate ad esso. Il progetto GIS quindi, comporta la definizione degli aspetti di organizzazione e distribuzione dei dati e delle funzionalità del sistema nel suo complesso. Questi aspetti, così sinteticamente riportati, in realtà impattano su: • • • • • • • architettura hardware e software del sistema; normalizzazione e disegno delle basi dati alfanumeriche e loro collegamento con la componente cartografica; procedure di “amministrazione” delle banche dati e modalità di accesso e fruizione della base informativa (consultazione / interrogazione / visualizzazione, redlining, editing), incluse le procedure di import / export da e verso “profili” esterni; procedure di gestione degli aggiornamenti; implementazione e fruizione dello strato applicativo; organizzazione delle risorse umane, loro responsabilità e know-how; controlli di qualità e piano di sviluppo. La CTC deve essere realizzata a partire dagli elaborati digitali prodotti in fase di restituzione, collaudati positivamente per quanto riguarda la correttezza topografica e topologica. Precisiamo cosa si intende per CODICE ECOGRAFICO, essendo tale ID di fondamentale importanza per il collegamento delle diverse banche dati. Il Codice Ecografico costituisce l’elemento di connessione tra la CTC ed i database comunali, l’Anagrafe e lo Sportello Unico Attività Produttive, in particolare. Per collegare i dati - di qualsiasi natura essi siano - si rende infatti necessario adottare un codice identificativo univoco per ciascuna unità immobiliare. Tale codice, una volta definito ed assegnato, consente (non solo all’interno del database geografico o nell’ambito della gestione dei Tributi o delle Pratiche Edilizie) di collegare un qualsiasi altro archivio o software di cui i Comuni si dovranno dotare per affrontare nuove necessità (esempio: gestione TARSU). Tale modalità per il collegamento di informazioni ed oggetti geografici, normalmente utilizzata nel settore GIS, è parte integrante della normalizzazione dei dati e consente di costituire una Base Anagrafica Immobiliare Unica, nella logica già esposta dell’ATE. Il codice ecografico è costituito da un raggruppamento di attributi per ogni unità, così da formare una chiave unica di identificazione. Il codice edificio è sostanzialmente un numero progressivo delle singole unità immobiliari. Il codice ecografico consiste, quindi, in una classificazione per area di circolazione, numero civico, e numero di interno ed è rappresentato da: codice via, numero civico, barrato, scala, interno e sub-interno. Per la generazione del codice ecografico, si utilizzano: • la CTC ed in particolare le classi relative all’urbanizzato: infatti, anche se le singole unità immobiliari non sono singolarmente distinguibili sulla cartografia, si possono individuare tutti i fabbricati (corpi di fabbrica) che in fase di restituzione sono stati codificati. Ogni fabbricato, di qualsiasi natura sia, assume un suo codice principale ed ogni unità immobiliare di ciascun - 107 - • • • fabbricato assumerà un sotto-codice che diventerà il codice ecografico. la via ed il numero civico: un attributo dell'immobile comune a tutti gli archivi comunali e catastali è proprio la via ed il numero civico. Tale identificazione è molto vaga, spesso è inesatta, alcune volte mancante, ma è l'unico dato che può permettere il collegamento degli archivi esistenti. E' quindi necessario utilizzare questo attributo per il collegamento dei dati prima di utilizzare il Codice Ecografico. Facendo un esempio: associamo il Codice Ecografico “123” al fabbricato sito in via Manzoni 5. L'archivio dell'anagrafe assocerà “123” a tutti i capi famiglia di via Manzoni 5, lo stesso farà l'archivio della tassa raccolta rifiuti, l'archivio dell'ICIAP, ecc. Anche le unità immobiliari che si andranno a catalogare in quel fabbricato prenderanno “123” come codice principale e, come codice secondario, poniamo, 001, 002, 003, eccetera. Quindi, l’unità immobiliare 123/001 sarà - per tutto il Comune - in via Manzoni 5, ci abiterà quella persona, dalla quale riscuotere quella tassa, sarà costituito da quelle superfici, avrà quelle classificazioni catastali. La numerazione civica costituisce quindi il filo conduttore per la codifica univoca. i dati dell’Anagrafe e delle Attività Produttive in formato digitale, con l’esclusione del nominativo e delle informazioni sensibili; i dati del Censimento 2001, anch’essi in formato digitale. Naturalmente, nel caso di aggiunta di un’unità immobiliare alla base cartografica, lo strumento di gestione deve permettere l’aggiornamento della numerazione civica, il collegamento alla tabella del codice viario e la generazione in automatico degli ID associati. Le attività fin qui specificate in realtà non contengono la totalità delle informazioni necessarie al Comune per gestire in modo efficiente il territorio e le attività amministrative ad esso connesse. Pertanto, si rende necessario operare l’acquisizione di ulteriori dati in campo, con il fine di rendere fruibile a tutti i servizi il patrimonio cartografico acquisito. A tal fine, si rende necessario progettare il database GIS – a partire da quello prodotto in sede di restituzione – prevedendo una serie di campi (che verranno popolati nel corso delle diverse fasi del Progetto) tesi a identificare e collegare unità immobiliari, anagrafe e tributi. - 108 - Fig 5.6: Collegamento, tramite il codice ecografico, tra Territorio e Anagrafe; operando il successivo collegamento tra Anagrafe e Tributi si è in grado di associare i Tributi al Territorio In particolare, l’Amministrazione intende implementare le seguenti relazioni: A. ID_CIVICO = ID_COD_VIA + ID_EDIFICIO + ID_NUM_CIVICO (da popolare nel corso della FASE 1) B. ID_ANAGRAFICO = ID_CIVICO + ID_CAPO_FAMIGLIA / ID_AZIENDA dei database Anagrafe ed Attività Produttive, rispettivamente, senza escludere il ricorso ad altre banche dati, ad esempio, il collegamento delle persone fisiche non residenti, ma proprietarie di unità immobiliari. L’ID_ANAGRAFICO è da prevedere nel corso della FASE 1 e popolare nella FASE 2. L’Aggiudicatario è quindi tenuto ad operare tale collegamento visualizzando a partire dalla base cartografica: • • la scheda contenente l’elenco delle unità immobiliari (nelle quali sono include, come detto, le unità locali) associate ad un dato edificio, i dati anagrafici collegati alle unità immobiliari (di persona fisica o giuridica). C. ID_UNITA_IMMOBILIARE = ID_ANAGRAFICO + attributi aggiuntivi quali barrato, scala, interno e sub-interno (da prevedere nel corso della FASE 1): tale ID costituisce il CODICE ECOGRAFICO. - 109 - Fase 2 - Anagrafe, PRG e pratiche edilizie/urbanistiche All’inizio della FASE 2, il GIS Comunale sarà attrezzato con un database che, per quanto riguarda la componente Territoriale / Anagrafica, sarà costituito da una struttura predisposta con i campi citati ma non ancora del tutto popolata. A questo stadio (FASE 2) è quindi necessario collegare la struttura delle unità immobiliari della CTC al database Anagrafe / Attività Produttive / Altre Banche Dati, operando la normalizzazione degli indirizzi tra le banche dati (CTC, Anagrafe, Attività Produttive, Altre Banche Dati) e/o comunque associando i diversi capi famiglia ai civici: come detto, in questa fase, il codice ecografico non può essere considerato popolato su tutti i record per cui l’associazione tra unità immobiliari (identificabili fino al Numero Civico) e capi famiglia / aziende non può essere univoca. L’obiettivo di questa fase è quello di rendere disponibili al tecnico comunale le funzioni specializzate necessarie per la gestione del PRG, finalizzate cioè all’attuazione di verifiche urbanistiche ed amministrative e alla produzione automatica ed assistita delle analisi di destinazione urbanistica. Attraverso questa applicazione dovrà essere possibile, per il tecnico comunale e per il cittadino, conoscere in modo trasparente ed esaustivo quanto previsto dallo strumento di pianificazione urbanistica in ogni ambito del territorio comunale e precisamente: • • • • • • la zona omogenea in cui ricade ogni suo punto; i tipi di interventi ammessi; gli usi ammessi; le modalità di attuazione; i conseguenti parametri urbanistici ed edilizi; eventuali prescrizioni particolari. Il problema si pone a 4 livelli: 1. Trattamento / trasformazione dei dati con il fine di integrarli con la nuova CTC e con il sistema; 2. Realizzazione di uno strato applicativo per la gestione, la modifica e l’aggiornamento dei dati di PRG; 3. Realizzazione di uno strato applicativo di gestione di produzione del Certificato di Destinazione Urbanistica; 4. Pubblicazione di un sottoinsieme di tali informazioni a livello Internet. “Per Certificato di Destinazione Urbanistica si intende un documento ufficiale che certifica la destinazione urbanistica di una o più particelle catastali, che ricadono in una o più zone di PRG, specificando le modalità con cui le indicazioni del PRG si applicano ad una data porzione di terreno (particella catastale). Dal CDU scaturisce quindi la possibilità di individuare a quale normativa (destinazione d’uso) è soggetta una data area precedentemente individuata in termini catastali. Evidentemente, il processo passa attraverso la sovrapposizione tra cartografia tecnica, di PRG e Catastale. Tale - 110 - sovrapposizione è tanto complessa che, di solito, il certificato non contiene una quantificazione metrica della destinazione, e riporta, più qualitativamente, affermazioni come “Parte ricade in Zona A, parte in Zona B,….”. Si passa a livello metrico solo in sede di presentazione del progetto esecutivo da parte del Professionista (che deve produrre i relativi elaborati). Anche in questo caso la valutazione è fatta approssimativamente”, ossia quantificando (raramente) le porzioni in metri quadrati, oppure in termini di percentuali di incidenza sul complesso della particelle o – infine – riportando mere valutazioni non quantitative di semplice appartenenza.” Il Comune dispone ad oggi di un Piano Regolatore Generale (PRG) digitale, in duplice formato: • • Data Access di GeoMedia appoggiato sulla cartografia regionale alla scala 1:10.000; DGN di MicroStation appoggiato sulla CTC in uso. Il formato in Data Access è completo di database relazionale strutturato, ma non valorizzato. Esso è il punto di riferimento a cui attenersi per la progettazione del DB del nuovo SIT. - 111 - Fig. 5.7: Struttura delle feature e esempio di database collegato. Trasferendo il PRG esistente sulla nuova cartografia (CTC), bisogna rispettare e verificare tutte le continuità ed i confini delle aree. La cartografia del PRG deve contenere in dettaglio i seguenti elementi: • • • • • • • zone urbanistiche, piani attuativi, attrezzature, viabilità e infrastrutture esistenti e di progetto, vincoli, zone di rispetto, emergenze storiche, architettoniche ed ambientali. I dati alfanumerici del PRG si riferiscono alla descrizione e agli indici delle zone, alla descrizione e agli indici dei vincoli, alla descrizione e agli indici di varianti, alla descrizione e agli indici dei piani attuativi, alla descrizione e al tipo di viabilità prevista, alla descrizione delle Norme Tecniche di Attuazione. Tutti gli elementi alfanumerici relativi al PRG devono essere consultabili interattivamente e devono essere collegati ai - 112 - relativi oggetti grafici rappresentati nella cartografia. Le funzionalità che il sistema deve permettere sono: • • • • • totale integrazione tra dati grafici ed alfanumerici; localizzazione di una zona in cartografia (come coordinate, via e numero, codice ecografico, numero di osservazione di variante) e visualizzazione immediata di tutte le informazioni sulla normativa urbanistica; definizione di un sottoinsieme di aree normative mediante la selezione di particolari attributi di zona, oppure in base alla presenza di prescrizioni o vincoli, o ancora mediante l’imposizione di limitazioni sui valori dei parametri, e immediata localizzazione sulla cartografia delle relative aree; gestione nel tempo della “vita” del PRG e delle sue trasformazioni; emissione assistita delle procedure complesse come l’Analisi per un Certificato di Destinazione Urbanistica e la redazione del Piano Particellare di Esproprio. L’applicativo deve quindi essere in grado di individuare tutte le combinazioni tra le prescrizioni normative contenute nelle Norme Tecniche di Attuazione e le porzioni del territorio su cui le stesse hanno effetto. Tra le principali funzionalità dell’applicativo sono di fondamentale interesse di printing & reporting. Circa le prime, è di fondamentale importanza disporre di procedure di stampa degli elaborati: nella normativa vigente, infatti, gli elaborati di PRG aventi valore giuridico sono quelli in formato cartaceo; è quindi essenziale che venga assicurata la riproducibilità esatta di ogni tavola, con particolare attenzione alle dimensioni, alla legenda, ai colori e all’impostazione grafica. Inoltre, è indispensabile prevedere una procedura di generazione automatica di un report che lo predisponga a partire dalle informazioni imputate dall’utente in ordine ad un’area specifica (individuabile tramite via o via e civico). Per quanto riguarda la gestione delle pratiche edilizie ed urbanistiche, la soluzione si rivolge ad informatizzare l’workflow di apertura, gestione dell’iter e autorizzazione della pratica sottoposta dal Professionista all’Amministrazione. Il processo verrà automatizzato per intero solo al termine del trasferimento su web dei moduli di presentazione da parte del Professionista stesso. A questo stadio si rende necessario partire da una presentazione cartacea dei moduli e dall’inserimento della richiesta a livello di database centrale. Attualmente il Comune di Lecco dispone di un software web nativo per la gestione delle pratiche edilizie. Questo applicativo permette: • • • l’inserimento di una nuova pratica, con relativa compilazione di tutti i campi necessari e la costituzione di un “Archivio dei Professionisti” e verifica – con appositi tool automatici, della coerenza dei dati (verifica Codice Fiscale a partire dai dati grezzi: Nome, Cognome, ecc.), la visualizzazione dell’iter della pratica (visura), la ricerca di una pratica attraverso chiavi opportune (numero della domanda di concessione / autorizzazione, intestatario, data di presentazione, ecc.), - 113 - • la stampa dei moduli di presentazione. E’ necessario integrare l’applicativo di Gestione delle Pratiche Edilizie ed Urbanistiche con la cartografia, in particolare con CTC, cartografia di PRG e cartografia catastale. Il “modulo” deve essere progettato in modo da permettere una rapida evoluzione all’ambiente web, prevedendo l’iscrizione dei professionisti, l’accesso protetto e la visualizzazione dell’iter tramite chiavi di ricerche su browser. Fig. 5.8: Struttura del database del SIT Fase 3 – Pubblicazione in web della cartografia E’ obiettivo della FASE 3, la realizzazione di una componente software web di distribuzione all’esterno dell’Amministrazione, di alcune informazioni gestite dal GIS e della cartografia. Tale prodotto deve essere integrato nell’attuale sito (www.comune.lecco.it) dell’Amministrazione Comunale, attraverso un opportuno hyperlink capace di indirizzare l’utente sulle pagine a carattere cartografico. Il sito cartografico dovrà contenere almeno: • • • • una pagina di visualizzazione cartografica (raster e/o vector) della quale dovranno essere descritte le tecnologie di supporto; una serie di menù di ricerca sul DB geografico; la pubblicazione del PRG Comunale; una pagina di registrazione; - 114 - Fase 4 – Protezione civile, reticolo minore demanio lacuale ed integrazione con la gestione tributaria Questa fase, oltre all’implementazione - integrata nel GIS Comunale - dei Piani di Emergenza e di Protezione Civile, mira ad integrare le informazioni necessarie a costituire l’Anagrafe Territoriale Estesa, includendo in essa anche la componente catastale. In questa logica si rende necessario recuperare i dati mancanti, aggiornare quelli esistenti e soprattutto operare i collegamenti tra le banche dati in modo tale da creare un sistema integrato nel quale i diversi database possano essere agganciati alla cartografia tecnica e a quella catastale al fine di produrre analisi di tipo fiscale strettamente legate al territorio. Protezione civile Con la Legge 24 febbraio 1992 è stato istituito a livello nazionale il Servizio di Protezione civile. Regolamenti e decreti successivi, hanno determinato l’obbligo da parte degli Enti Locali di procedere, ai fini della programmazione per il controllo e la gestione del territorio, alla redazione dei Piani di emergenza aventi come oggetto: • • l’analisi delle condizioni di pericolo derivanti da particolari eventi naturali (Rischi ambientali), l’analisi di poli industriali a rischio di incidente rilevante (Rischi industriali). In entrambi i casi l’obbiettivo comune è quello di definire e attuare tutti gli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi al fine di salvaguardare il territorio visto nella sua interezza. La redazione di tali piani comporta sia la sinergia di diversi esperti sia un continuo aggiornamento/modifica per adattarsi alle mutate condizioni di natura ambientale e antropomorfica. Il Comune dispone di un piano di Protezione Civile in formato digitale, realizzato in ambiente CAD in cui confluiscono una molteplicità di informazioni di tipo alfanumerico e geografico la cui gestione, soprattutto in funzione dei successivi aggiornamenti, è abbastanza complessa se non si ricorre all’ausilio di soluzioni basate su sistemi hardware e specifiche procedure software. È altresì indispensabile che questi dati vengano aggiornati in modo semi-automatico attraverso sistemi di misurazione diretta sulle emergenze esistenti. Occorre quindi: • • • • • integrare sulla cartografia realizzata nelle fasi precedenti il Piano di Protezione Civile esistente; normalizzare le banche dati ed eseguire una verifica topologica su tutti gli oggetti della stessa; progettare e strutturare una banca dati partendo dal piano stesso; descrivere le specifiche tecniche per l’acquisizione d’informazioni sia in modalità automatica (sensori posti sul territorio), che semiautomatica (squadre di tecnici della protezione civile) e il loro inserimento nella Banca Dati del SIT; predisporre il Sistema Informativo Territoriale per poter successivamente sviluppare una funzionalità in ambiente web per la gestione del piano stesso. Questa implementazione ha l’obiettivo di rendere disponibili al tecnico comunale le funzioni specializzate necessarie per la gestione della protezione Civile, finalizzata cioè - 115 - all’attuazione di verifica e monitoraggio delle emergenze, all’allertamento e alla gestione post urgenza e alla produzione automatica o assistita delle analisi/previsione di situazioni a rischio. Attraverso questa applicazione dovrà essere possibile, per il tecnico comunale e per il cittadino, conoscere in modo trasparente ed esaustivo quanto previsto in caso di calamità e fornire un supporto decisionale alla sala operativa di Protezione Civile per la gestione delle emergenze. Il “modulo” dovrà essere progettato in modo da permettere una rapida evoluzione all’ambiente web, tramite chiavi di ricerche su browser che permettano: • • • • • • • • ricerche in base a: nome comune, toponimo, strada e delle coordinate; interrogazione degli oggetti presenti in mappa; integrazione mappa con altri livelli informativi attraverso un’interfaccia di visualizzazione; creazione di percorsi; stampa; compilazione delle schede con accesso riservato ai soli responsabili consultare la scheda dell’evento; visualizzare l’area interessata dall’evento. Il modulo dovrà inoltre gestire: • • • • • • • • • • consultazione dati sul territorio relativi al: o rischio sismico, o rischio idrogeologico, o rischio incendi boschivi o rischio inquinamento antropico, o rischio emergenza idrica; consultazione del Piano di Protezione Civile; consultazione delle tavole di pianificazione urbanistica e le relative Norme Tecniche di Attuazione; consultazione delle tavole relative al Piano Provinciale Attività Estrattive; consultazione delle Aree vincolate da disposizioni nazionali; consultazione delle emergenze archeologiche e architettoniche; verifica di eventi in corso; consultazione storica degli eventi in base al rischio, al tipo di evento o alla zona dell’evento; supporto alla Sala Operativa, con procedure attivate in caso di emergenza; individualizzazione dell’area di un ipotetico evento, anche storico, con visualizzazione di: o scheda riassuntiva dello stesso; o creazione automatica delle cartografie e della documentazione di supporto alle attività di pianificazione; o stimare la popolazione potenzialmente coinvolta nell’evento; o rete viaria potenzialmente interessata dall’evento; o industrie potenzialmente interessate dall’evento; Reticolo idrografico minore Una recente normativa ha trasferito al Comune le competenze sulle attività di polizia idrulica del reticolo idrografico minore nonché di demanio della navigazione interna. - 116 - Compiti che l’Ente si è assunta risultano quindi sia di natura “gestionale” che di carattere che di natura “progettuale” e “amministrativa”. In particolare sono di sua competenza: • • • • effettuare l’individuazione del reticolo idraulico minore e regolamentare l’attività di polizia idraulica attraverso un elaborato tecnico costituito da una parte cartografica (carta di individuazione del reticolo minore e di individuazione delle fasce di rispetto) e da una parte normativa (con indicazione delle disposizioni relative alle fasce di rispetto individuate); rilasciare provvedimenti autorizzativi per qualsiasi opera o intervento che possa influire sul regime dei corsi d’acqua compresa l’autorizzazione di scarichi nei corsi d’acqua; predisporre un regolamento che disciplina le aree demaniali; rilasciare provvedimenti autorizzativi per qualsiasi opera o intervento che insista sulle aree demaniali. Il Comune ha provveduto a realizzare uno studio per predisporre la cartografia di quanto sopra descritto. Detta cartografia, in formato CAD sul fotogrammetrico alla scala 1:2.000 in uso, non è però stata progettata per essere gestita in un sistema GIS. Occorre quindi procedere a: • • • • verifica topologica e chiusura degli oggetti aperti; appoggio sulla nuova CTC; individuazione dei differenti oggetti e strutturazione del database; predisposizione delle feature: o reticolo minore (areale); o fasce di rispetto (realizzate come buffer zone dinamiche); o scarichi (puntuale); o aree demaniali lacuali (areale); La banca dati associata alle singole feature deve essere realizzata secondo lo schema sotto riportato. a. reticolo minore (areale) ID Nome Lunghezza misurata tratto corso d’acqua Pendenza media Sezione (punto di chiusura) Opere in alveo muro in c.a. Opere in alveo muro Opere in alveo massi ciclopici Opere in alveo briglie Opere in alveo soglie di fondo Opere in alveo vasche di sedimentazione Opere in alveo vasche di laminazione - 117 - Autonumber Text (250) Number (8+2) Number (3+2) si/no si/no si/no si/no si/no si/no si/no b. fasce di rispetto (realizzate come buffer zone dinamiche) ID Autonumber Nome_tronco Text (250) Lunghezza misurata tratto corso d’acqua Number (8+2) Pendenza media Number (3+2) Larghezza_fascia Number (3+2) c. scarichi (puntuale) ID Tipo Sezione condotta Soggetto proprietario Soggetto gestore Autonumber Text (250) Number (8+2) Text (250) Text (250) d. aree demaniali lacuali (areale) ID Nome_area Superficie_misurata Presenza di attracco Presenza di boe Autonumber Text (250) Number (8+2) si/no si/no Per quanto riguarda la gestione dell’iter procedurale relativo al reticolo minore e al demanio lacuale, esso è molto simile al rilascio di una concessione edilizia, di conseguenza occorre permettere lo scambio dati, cosi come visto precedentemente. Occorre inoltre fornire un palmare con rilevatore GPS e relativo software per consentire ai tecnici incaricati dei sopraluoghi di effettuare rilevazioni in loco. Tributi I Tributi da gestire in ambito comunale sono essenzialmente tre: • • • ICI ; TARSU ; TOSAP. Ciò detto, si rende necessario operare un collegamento tra: • • • la CTC, necessaria ad identificare l’unità immobiliare sul territorio, l’Anagrafe e la Banca Dati Attività Produttive coadiuvate da un terzo segmento (relativo ai soggetti che non appartengono né all’una, né all’altra come – ad esempio – le persone fisiche non residenti che sono proprietarie di una o più unità immobiliari) che completa l’informazione su tutti i soggetti d’imposta; la Cartografia Catastale ed i dati relativi alla proprietà. - 118 - Detto collegamento è in parte già stato realizzato in quanto il Comune di Lecco in collaborazione con la Provincia di Lecco sta realizzando un progetto Siscotel che prevede la creazione di un Centro Sistema con il compito di fornire gli applicativi delle aree anagrafico, contabile-tributario e segreteria in modalità web. Il “patrimonio informativo” che il Comune può mettere a disposizione per collegare i dati (nel senso descritto nel seguito) è quello costituito dalle seguenti banche dati: • • • • • • • Anagrafe Attività Produttive Leva Elettorale Stato Civile Domiciliati IRE (Italiani Residenti all’Estero) Il collegamento permette, a livello di database, di incrociare dati catastali, tecnici ed alfanumerici (intesi come soggetti d’imposta ed attributi catastali, tecnico-metrici, ecc. dell’unità) potendo quindi navigare all’interno degli strati cartografici e visualizzando le informazioni associate. Da un punto di vista funzionale deve essere possibile interrogare il sistema in modo da estrarre: • • • insiemi di soggetti di imposta associati ad unità immobiliari evidenziate sulla cartografia o individuate per ricerca testuale; dati relativi all’applicazione dell’imposta per ciascun soggetto (bollettini su un numero di anni pregressi definito dall’utente del sistema), quantificazione del gettito per soggetto, per unità immobiliare, per tipo di imposta e per area geografica opportunamente definita dall’utente. Fase 5 - Catasto Il Catasto è costituito da una serie di informazioni cartografiche ed alfanumeriche relative sia alla componente Terreni che Fabbricati. Per quanto riguarda la cartografia, questa è organizzata in fogli identificati da numeri romani o arabi progressivi per ciascun Comune, all’interno dei quali si trovano le particelle, identificate – a loro volta – da un numero di mappa o mappale (un numero arabo progressivo all’interno di ciascun foglio). I luoghi esenti da imposte sono identificati con lettere maiuscole progressive in ogni foglio. La cartografia catastale è di tipo plano – altimetrico ed è “appoggiata” ad una serie di “punti fiduciali” costituiti da una maglia primaria (appoggiate alla rete IGM95) e secondaria (individuata dagli uffici del catasto con una scansione di un vertice ogni 25 ettari che, tradotto in scala 1:2.000, significa un punto ogni 25 cm × 25 cm): a tali reti è necessario fare riferimento in caso di nuovi rilevamenti, frazionamenti, aggiornamenti, ecc. La struttura logica consta di diversi layer: - 119 - • • • • la maglia dei punti fiduciali; il tematismo del possesso o della proprietà e dell’isopotenzialità del suolo o agricola; le linee perimetrali dei fabbricati e relative aree di pertinenza; altri elementi geometrici di interesse catastale e non (ad esempio: uso del suolo pubblico) per migliorare la leggibilità della carta. La cartografia è prodotta in coordinate piane (rappresentazione da Gauss-Boaga): le informazioni altimetriche sono fornite tramite curve di livello e punti quotati (tra i quali quelli fiduciali ed i vertici delle particelle). Per quanto riguarda le informazioni associate alla cartografia, è possibile suddividerle in Catasto Terreni e Catasto Fabbricati come segue: • • Catasto Terreni: l’archivio di riferimento è lo “Schedario delle partite (o partitario)” costituito da schede ordinate in ordine progressivo per numero di partita, nelle quali sono riportate le ditte (possessori) ed i numeri di mappa (mappale) delle particelle possedute: a loro volta, per ogni particella o mappale sono riportati: numero del foglio di mappa, superficie (in ettari), qualità, classe, Reddito Dominicale imponibile, Reddito Agrario imponibile, informazioni storiche delle mutazioni di possesso e di stato. Catasto Fabbricati: è più complesso e comprende: o Schedario delle partite: è costituito da schede ordinate in ordine progressivo per numero di partita, nelle quali sono riportate le ditte (proprietari) ed i numeri di mappa (mappali) delle particelle edilizie possedute: a loro volta, per ogni particella o mappale, sono riportati: numero del foglio di mappa, unità immobiliare, consistenza, piano, categoria, classe, via o piazza e numero civico, estremi delle mutazioni di possesso. o Schedario dei Possessori: consiste di schede – in ordine alfabetico su ciascuna delle quali è indicata la ditta proprietaria dell’unità immobiliare, la relativa partita ed eventuali titolari di diritti reali di godimento. o Schedario dei numeri di mappa: consiste di schede su ciascuna delle quali è indicata: numero del foglio di mappa della particella, mappale indicante la particella edilizia, partita (ossia numero della scheda sulla quale sono presenti i dati della ditta proprietaria: si veda schedario delle partite). Il Comune sta cominciando ad operare quale Polo Catastale di riferimento per diverse Amministrazioni Locali con le quali si è consorziato e – come tale – attribuisce all’Applicazione Catasto la massima importanza. Le applicazioni standard adottate in materia (DOCFA e PREGEO) continueranno ad essere operative, senza pretesa alcuna di “dismissione” di queste a favore di applicazioni più o meno simili e/o più o meno standard. Al contrario, lo spirito dell’Applicazione Catasto è quello di integrare i dati - 120 - residenti sul DB Catasto – quello, per intenderci, al quale si appoggiano le applicazioni “istituzionali” PREGEO e DOCFA – con la Cartografia Catastale, così come rivisitata e certificata al fine di aderire, da una parte alle direttive dell’Agenzia del Territorio e – dall’altra – alla Cartografia Tecnica Comunale. L’Applicazione Catasto, quindi, si pone come anello di congiunzione tra l’operatività del Polo Catastale e quella dell’Ufficio Tecnico. In altre parole, interfacciandosi con il DB Catasto, il software dovrà permettere all’utente di: • • • visualizzare, a partire dalla cartografia, gli attributi specifici di fogli, particelle, edifici, strade, punti notevoli (fiduciali, trigonometrici, ecc.); nel caso di U.I.U. (Unità Immobiliari Urbane), la visualizzazione guidata degli attributi dovrà contemplare anche le planimetrie in formato raster; ricercare gli intestatari (Persone Fisiche e/o Giuridiche) per via alfanumerica, individuando sulla cartografia catastale i mappali e gli attributi di proprietà; stampare porzioni di mappa e report dati scaturiti dalle query di cui sopra. L’architettura dell’applicazione dovrà essere tale da visualizzare immediatamente gli aggiornamenti effettuati sul DB Catasto, ossia operare in linea con tale banca dati. Fig. 5.9: Schema grafico di collegamento fra i database comunali e catastali. Una delle attività principali associate al Catasto è costituita dalla sistemazione della cartografia catastale e dalla sua integrazione con i restanti elaborati (CTC e PRG). La cartografia catastale del Comune è disponibile nel sistema Cassini – Soldner per cui si rende necessario trasformarla nel sistema standard Gauss-Boaga. Una volta operata la trasformazione a Gauss-Boaga, però, la Cartografia Tecnica Comunale (aerofotogrammetria) e la Catastale, possono non risultare perfettamente sovrapposte: per evitare questi scostamenti è necessario operare l’ortorettificazione. Le difformità si - 121 - manifestano in presenza di un’elevata altimetria; in regioni montagnose, infatti, si osservano le maggiori criticità. In generale, quando si parla di “Problema Catasto”, le problematiche da affrontare sono, in relazione alla cartografia, le seguenti : • • • • • Leggibilità del supporto originale (si tratta di supporto in carta semplice su cui sono riportati gli aggiornamenti); Creazione e definizione di specifiche di digitalizzazione delle mappe a livello di simbologia da utilizzare e strutturazione dei file secondo le esigenze del Catasto; Recupero delle informazioni relative al sistema di riferimento adottato, coordinate del punto di origine locale (se Cassini-Soldner) e coordinate dei punti di triangolazione (eventuale mappa d’impianto); Chiusura dei confini particellari, essendo i fogli a perimetro aperto tali da compromettere la certificazione, da parte del Catasto, della modifica della geometria delle particelle quando il confine non coincide fra fogli attigui; Eventuale georeferenziazione e deformazione del Catasto sull’aerofotogrammetrico (secondo criteri e modalità da concordare con il Catasto). Più in generale, il Catasto comporta un problema di informazione che riguarda: • • • • L’aggiornamento dei file con i nuovi numeri di mappale e le modifiche intervenute e riportate solo a livello cartaceo; Lo stato degli aggiornamenti; Aggiornamento del catasto con i nuovi edifici presenti in aerofotogrammetria; Collegamento dei mappali e del codice ecografico alle informazioni contenute nel DB Catasto. Il sistema finale, dovrà poter operare avendo i seguenti obiettivi: • • • • • acquisizione dei frazionamenti, accorpamenti, nuovi edifici, ecc. e di tutte le procedure di aggiornamento catastale tramite i software standard individuati dal Ministero delle Finanze; collegamento tra il DB Catasto ed i DB dei Tributi, dell’Anagrafe e delle Attività Produttive; integrazione delle cartografie di CTC, PRG e CATASTO, in modo da: poter risalire alle caratteristiche catastali a partire dal codice ecografico o da ricerche tipo Via e Numero Civico; individuare i vincoli urbanistici associati a ciascuna particella; Struttura minima del DB: - 122 - OBJECTID progressivo univoco NUMBER(9) Identificativo dell’oggetto: l’univocità deve essere garantita per ogni comune all’interno della classe di appartenenza dell’oggetto. TEXT TEXT_CODE TEXT(255) Contengono i testi descrittivi dell’oggetto. NUMBER(10) Codice fornito dalla direzione lavori utilizzato per collegare l’oggetto al testo descrittivo dello stesso. ID_GEOREF_X NUMBER(10) coordinata x in gauss boaga del baricentro ID_GEOREF_Y NUMBER(10) coordinata y in gauss boaga del baricentro NUMBER(10) scala di visualizzazione ID_SCALA Level Sigla Descrizione ID SpatialArea ID1 classe vincoli volume_esistente scheda SpatialArea_sk R_color G_color B_color Linee Spessore 5.5) Le possibili applicazioni In una realtà comunale come quella di Lecco esistono diverse aree che si prestano ad essere gestite validamente con la tecnologia GIS. In primis fra queste vi è il Piano Regolatore Generale (PRG), che per definizione è uno strumento di conoscenza e di governo della realtà territoriale, in grado di fornire un'immagine completa e rispondente del Comune. Come detto, il recupero a carattere residenziale-commerciale-terziario di grandi aree dimesse dall’industria, ha trasformato significativamente una configurazione urbana consolidata nel tempo, ridimensionando il ruolo di città industriale e comportando l’ esigenza di nuovi servizi e di un’ideazione di una nuova struttura urbana. Inoltre la elevata concentrazione delle aree urbanizzate nelle aree orograficamente più favorevoli ha ridotto sempre più lo spazio costruibile ormai pressoché saturo. Attraverso il SIT si rendono disponibili al tecnico comunale delle funzioni specializzate necessarie per la gestione del PRG, finalizzate cioè all’attuazione di verifiche urbanistiche ed amministrative e alla produzione automatica ed assistita - 123 - delle analisi di destinazione urbanistica. Attraverso l’applicazione dovrà essere possibile, per il tecnico comunale e per il cittadino, conoscere in modo trasparente ed esaustivo quanto previsto dallo strumento di pianificazione urbanistica in ogni ambito del territorio comunale (zone omogenee, tipi di interventi ammessi, usi ammessi, parametri urbanistici ecc.). In particolare, gli uffici Urbanistica ed Edilizia hanno manifestato l’esigenza di automatizzare l’emissione del Certificato di Destinazione Urbanistica, che contiene le prescrizioni urbanistiche riguardanti l’area in cui si trova un determinato terreno. La procedura di emissione del certificato inizia con l’identificazione del terreno nelle mappe catastali e richiede la sovrapposizione dei mappali così ricavati sulla carta di zonizzazione del Piano Regolatore, in modo da individuare le prescrizioni associate alle zone interessate dalla sovrapposizione. Non si tratta di una procedura “esatta”, soprattutto quando si hanno a disposizione carte non digitali. Esistono problemi oggettivi quali la differente proiezione delle mappe catastali e della carta di zonizzazione, le differenti scale, i tratti impiegati dai progettisti nella definizione delle zone, ed infine lo stato di conservazione delle carte. E’ dunque necessario l’intervento discrezionale del tecnico competente per l’emissione di un certificato “onesto”. Occorre dunque realizzare uno strumento affidabile che possa supportare l’attività del tecnico riducendo contemporaneamente il tempo di emissione. La soluzione più ovvia consiste nella realizzazione di un semplice GIS: si acquisiscono i raster delle mappe catastali e si procede alla loro registrazione mediante punti noti; si vettorializzano i poligoni corrispondenti ai mappali e a questi si associano in attributo i codici di foglio, particella e subalterno, nonché i dati relativi alla via e al numero civico; si acquisiscono i raster delle carte di azzonamento, si esegue la registrazione, si vettorializzano i poligoni corrispondenti alle zone (che possono anche sovrapporsi) e si associano gli attributi relativi al codice di zona e all’articolo delle norme tecniche che contiene la prescrizione. Le carte digitali così ottenute si trasformano nella medesima proiezione e si impiegano le funzioni standard del software GIS per: 1) individuare il/i mappale/i in esito ad una query in base al codice di particella o all’indirizzo e 2) eseguire una query spaziale a partire dai contorni dei mappali così individuati sul layer delle zone, in modo da ottenere l’elenco delle zone interessate e da qui l’elenco degli articoli contenenti le prescrizioni. Naturalmente il controllo del tecnico competente è sempre necessario, per via degli inevitabili errori commessi in fase di vettorializzazione assegnazione degli attributi, ma l’intero processo di redazione del certificato può essere condotto in pochi minuti. L'esigenza del Comune di pianificare e tenere sotto controllo la viabilità e il sistema di trasporti pubblici richiede la disponibilità di una rappresentazione cartografica di livello adeguato. Inoltre il problema della congestione del traffico, dovuto all’inadeguato sviluppo delle infrastrutture di trasporto, è molto sentito a Lecco. Un GIS opportunamente costruito permette di studiare il piano dei trasporti pubblici, in funzione della dislocazione dei servizi (scuole, uffici), delle aree residenziali, delle fabbriche, e delle densità abitative e consente, inoltre, di valutare ipotesi diverse di riorganizzazione della circolazione operando simulazioni di distribuzione dei flussi di traffico sulla rete viabilistica cittadina. Analogamente è possibile analizzare e gestire flussi e volumi di traffico, ed elaborare il piano dei parcheggi e della viabilità (semafori, sensi unici, ecc.). La gestione della rete viabilistica potrà inoltre essere avvantaggiata sotto vari aspetti, ad esempio associando alle diverse vie i dati relativi al manto stradale e ad altre opere, allo scopo di gestire la manutenzione. - 124 - La disponibilità di strumenti di informatica geografica si può rivelare estremamente utile e preziosa anche nell’area della gestione dei Tributi Comunali. Il Comune può ricorrere all’utilizzo di sistemi G.I.S. per effettuare analisi e valutazioni di natura geografica sui dati connessi all’emissione di cartelle esattoriali, essendo i tributi comunali dipendenti dalle proprietà immobiliari dei cittadini. Le interpolazioni dei dati effettuate tramite il GIS rappresentano nel contesto della gestione delle diverse imposte comunali (ICI, ICIAP, TOSAP, TRSUP, ecc.) un efficace strumento di analisi e monitoraggio. Un GIS permette, a livello di database, di incrociare dati catastali, tecnici ed alfanumerici (intesi come soggetti d’imposta ed attributi catastali, tecnico-metrici, ecc. dell’unità) potendo quindi navigare all’interno degli strati cartografici e visualizzando le informazioni associate. Da un punto di vista funzionale deve essere possibile interrogare il sistema in modo da estrarre insiemi di soggetti di imposta associati ad unità immobiliari e i dati relativi all’applicazione dell’imposta per ciascun soggetto, e quantificare il gettito per soggetto, per unità immobiliare, per tipo di imposta e per area geografica opportunamente definita dall’utente. Fig. 5.10: Il servizio on-line per il calcolo dell’ICI del Comune di Lecco Un altro importante ambito di applicazione delle tecnologie di informatica geografica che il Comune intende sviluppare è rappresentato dal settore delle utilities. Si pensi alle infrastrutture esistenti nel Comune: rete elettrica, telefonica, canalizzazioni, acqua potabile, gas, fognature, ecc. Utilizzare un GIS in questo ambito significa facilitare una gestione integrata di queste risorse, che pur facendo capo ad enti diversi devono inevitabilmente tenere conto l'una dell'altra, dal momento che operano sullo stesso territorio. Il GIS permette di tenere sotto controllo tutte le informazioni utili: per esempio, è possibile visualizzare una determinata conduttura e conoscerne le coordinate - 125 - geografiche esatte, l'anno di costruzione e i successivi interventi di manutenzione, la sezione, i materiali che la compongono. Il GIS è prezioso anche nella gestione dei servizi di emergenza (l'intervento dei pompieri per un allagamento o una fuga di gas può richiedere la conoscenza perfetta del territorio, per localizzare e riconoscere immediatamente tutti gli elementi e le informazioni utili sul luogo dell'intervento). Altre applicazioni che saranno sicuramente attuate riguardano gli ambiti della protezione civile (vedi cap. 5.4) e quello della valutazione del rischio dei beni culturali ed ambientali (vedi capitolo 6). - 126 - CAP. 6: IL SIT DEL COMUNE DI LECCO APPLICATO ALLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DEI BENI CULTURALI ED AMBIENTALI 6.1) Introduzione La conoscenza del patrimonio culturale è una base imprescindibile perché possa essere esercitata una oculata azione di tutela e valorizzazione; tale conoscenza si deve basare sull’acquisizione di informazioni il più possibile diffuse ed organiche. E’ un dato di fatto però che ad oggi il Ministero per i Beni e le Attività Culturali non possiede ancora una conoscenza organica, anche solo quantitativa, dei beni architettonici ed artistici tutelati e tutelabili presenti sul territorio; questo perché da un lato il censimento del patrimonio dell’immensa entità culturale nazionale è ben lungi dall’essere completo, dall’altro perché i dati conservati presso gli uffici periferici non risultano ancora gestibili e consultabili in tempo reale ed in modo integrato. La programmazione di interventi volti al restauro ed alla valorizzazione condivisa tra Stato, Regione, Province, Comuni ed altri Enti non può prescindere da una comune conoscenza della quantità, qualità e consistenza dei beni presenti sul territorio e della diversa gradualità e natura dei rischi a cui sono sottoposti. Tra gli strumenti fondamentali di innovazione idonei a sviluppare un’attitudine di governo, sostenendone l’azione, sono certamente i sistemi di supporto alle decisioni e i sistemi informativi territoriali. I processi decisionali che riguardano le azioni di trasformazione territoriale sono caratterizzati da una forte complessità. Diventa quindi necessario passare da procedure che cercano l’ottimo ad altre che puntino alla ricerca di un compromesso ottimale in cui sviluppare conoscenza attorno ai sistemi di preferenza di diversi tipi di attori e delle possibili alternative. La valutazione è lo strumento adatto ad affrontare i problemi conseguenti alla conflittualità fra gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e dedurre le priorità tra opzioni alternative, al fine di ricercare la soluzione capace di comporre, al più elevato livello possibile, obiettivi economici, ambientali, sociali e culturali. Le valutazioni a criteri multipli rappresentano lo strumento principe del tipo di approccio partecipato ed integrato che si vuole adottare; l’analisi multicriteri (AMC) è infatti una procedura di comparazione a criteri multipli che ha come scopo quello di contribuire allo sviluppo di un processo di apprendimento che alimenta lo stesso processo decisionale. Nei sistemi territoriali la componente spaziale ha un ruolo attivo nelle procedure valutative che riguardano l’analisi dei sistemi territoriali e che devono permettere di integrare vari tipi di variabili (geografiche, ambientali, sociali ed economiche): in questo contesto lo sviluppo dei GIS è di rilevante supporto. Da quanto detto consegue che la maggior parte dei problemi relativi alla gestione del territorio necessitano di metodologie decisionali che siano a criteri multipli e basate su sistemi di informazione geografici. Da un lato, infatti, le tecniche GIS consentono di analizzare una grande varietà di dati necessari per il processo di decisione; dall’altro le metodologie di AMC offrono procedure capaci di elaborare e modellizzare i dati geografici e le preferenze dei decisori in valori unidimensionali delle alternative decisionali. Le convenzionali tecniche di AMC non spaziali usano solitamente la media o il totale degli impatti di un’alternativa su un sistema territoriale ed ambientale ritenendo tali misure appropriate per l’intera area in considerazione. Quest’assunzione è chiaramente - 127 - poco realistica dal momento che i criteri di valutazione, o meglio gli attributi che servono a misurarli, variano nello spazio. L’analisi multicriteri basata su GIS invece, rende esplicita la componente spaziale dell’analisi in quanto richiede sia la conoscenza e la rappresentazione dei dati sui valori dei criteri (mappe dei criteri), sia la localizzazione geografica delle alternative che sono rappresentate attraverso una primitiva geometrica (punto, linea, poligono) a cui sono associati i valori dei criteri di valutazione. A questo fine, il ruolo dei modelli urbani e territoriali basati sulla sinergia fra tecniche di analisi a criteri multipli e GIS, è quello di supportare i decisori nel raggiungimento di una maggiore efficacia ed efficienza delle scelte che vengono prese per analizzare e risolvere complesse problematiche territoriali fra cui la valutazione del rischio del patrimonio culturale. L’obiettivo del presente studio è quello di generare procedure di analisi e tecniche di valutazione del rischio del patrimonio culturale, che tengano conto della complessità del sistema geografico, ambientale, sociale ed economico e delle relazioni fra le sue variabili. A questo scopo, è stato studiato ed implementato in ambiente GIS un modello di analisi a criteri multipli spaziale che aiuti a preservare il patrimonio culturale presente nel Comune di Lecco. Il problema della valutazione del rischio dei beni culturali non è di secondaria importanza in un territorio dalle caratteristiche del Comune di Lecco. Oltre alle caratteristiche naturali del territorio infatti, la forte accelerazione nella crescita del territorio urbanizzato, avvenuta nel secolo scorso e continuata in questo secolo, soprattutto dal dopoguerra fino agli anni ’70, ha comportato un processo squilibrato di sviluppo e di inurbamento, con un consumo elevato della risorsa suolo, con effetti di degrado ambientale e con opere di incerta validità per la funzionalità del sistema idrogeologico. 6.2) L’analisi a multicriteri spaziale applicata alla valutazione del rischio dei beni culturali ed ambientali Sono stati considerati tutti gli edifici classificati dal PRG vincolati dalla legge 1089/39, e ognuno di loro costituisce un’alternativa da ordinare, al fine di localizzare quelli a maggior rischio e quantificare il rischio stesso. I beni culturali a maggior rischio sono individuati ed ordinati mediante il metodo di analisi gerarchica spaziale AHP (Analytic Hierarchy Process), perché fra le tecniche di analisi multiattributo essa risulta particolarmente efficace nella gestione di un così elevato numero di alternative. Il rischio è un concetto che associa due elementi fondamentali: il primo è la probabilità che un determinato evento sfavorevole si verifichi, l’altro è la conseguenza che l’evento comporta e pertanto può essere calcolato valutando sia la possibilità di accadimento della calamità, sia il danno da essa provocato. Quando si parla di rischio ambientale, si fa dunque riferimento alla seguente espressione: R= P×V×E = P×D dove: • P è la pericolosità, ovvero la probabilità che l’evento sfavorevole possa innescarsi in una data area ed in un determinato periodo di osservazione temporale; • V rappresenta la vulnerabilità territoriale, cioè il grado di perdita di un singolo o di un insieme di elementi in conseguenza del verificarsi dell’ evento calamitoso; - 128 - • • E indica l’esposizione al rischio ed include la popolazione residente nel territorio considerato, la presenza di proprietà pubbliche e private, di attività economiche, di servizi (scuole, ospedali etc.); D è il danno atteso che deriva dal prodotto del valore del bene per la sua vulnerabilità e può essere espresso in termini monetari e/o in numero di unità esposte. Analisi gerarchica L’analisi gerarchica AHP è una metodologia sviluppata da Saaty (Saaty, 1980; Vargas, 1990) che si basa sull’idea di scomporre un problema decisionale complesso in un insieme di sottoproblemi più semplici. L’ indice di un'alternativa rispetto a un dato settore si ottiene attraverso una somma pesata delle prestazioni rispetto ai singoli indicatori del settore. Essa si articola in tre fasi: decomposizione, confronti a coppie, ricomposizione gerarchica. La fase di decomposizione consiste nel definire una struttura gerarchica che comprende i più importanti elementi del problema decisionale: un livello iniziale costituito dall’obiettivo generale della valutazione (goal), un livello finale che rappresenta generalmente le alternative ed una serie di livelli intermedi che rappresentano i criteri e gli attributi. In un problema di analisi spaziale, tuttavia, la gerarchia è costituita solamente da tre livelli e termina al livello degli attributi in quanto le alternative sono localizzate e rappresentate su ciascuna mappa degli attributi come punti, linee, poligoni o, come in questo caso, celle quadrate di una griglia vettoriale. Fig. 6.1: Definizione della gerarchia nella fase di decomposizione Definito l’albero gerarchico, si effettuano i confronti a coppie tra gli elementi della gerarchia al fine di stabilire quale sia il più importante ed in quale misura. Il risultati di tali confronti sono detti coefficienti dominanza e costituiscono gli elementi della matrice dei confronti a coppie. Definendo Aij come la stima della dominanza del primo elemento (i ) rispetto al secondo (j ) otteniamo la matrice in fig. 6.*: - 129 - Fig. 6.2: Matrice dei confronti a coppie Nel riempire le matrici dei confronti a coppie non occorre soddisfare l'assioma di consistenza: nell'AHP viene infatti definita una procedura che permette di ricavare i vettori dei pesi anche quando siano presenti piccole inconsistenze. Si richiede solo che sia soddisfatta la reciprocità (ovvero Aji = 1 Aij), una condizione abbastanza ovvia. Quando non sia possibile determinare in modo quantitativo i coefficienti di dominanza, Saaty propone che possano essere date risposte qualitative e propone una scala semantica che permette di esprimere le preferenze in forma numerica, ance se essa genera problemi di inconsistenza e non è intuitiva. Fig. 6.3: La scala di Saaty per quantificare i confronti qualitativi Per ogni matrice dei confronti a coppie, si calcola un vettore di ordinamento i cui elementi sono i pesi locali degli elementi di un livello rispetto all’elemento del livello superiore da cui essi dipendono. Il vettore di ordinamento è l’autovettore dominante della matrice dei confronti a coppie, ovvero i pesi locali coincidono con le componenti dell’autovettore principale corrispondente. A causa dell’inevitabile incongruenza delle risposte del decisore spesso, come si è detto, la matrice dei confronti a coppie non è consistente e per questo viene calcolato un indice di consistenza CR (consistency ratio) tale che, se supera la soglia convenzionale del 10%, comporta la riformulazione dei giudizi e la stima dei coefficienti di dominanza . - 130 - La fase di ricomposizione, infine, consiste nel determinare i pesi globali del livello finale della gerarchia rispetto al goal applicando il principio di composizione gerarchica che consiste nel moltiplicare i pesi locali di ogni elemento per quelli dei corrispondenti elementi sovraordinati e sommare i prodotti così ottenuti. Fig. 6.4: Il principio di composizione gerarchica: risalendo l’albero o con prodotto matriciale L’analisi gerarchica comporta problemi di rank reversal: l’ordinamento ottenuto dipende cioè dalle alternative considerate ed è possibile che, aggiungendo una nuova alternativa e ripetendo l’analisi, si abbia un inversione dell’ordinamento anche tra le alternative già considerate (rank reversal). Non c’è quindi indipendenza dalle alternative irrilevanti e l’ordinamento può essere manipolato introducendo alternative opportune. Nella valutazione del rischio dei beni culturali, il metodo di analisi gerarchica AHP viene applicato sia per la determinazione della pericolosità che per la stima del danno, per ciascuno dei quali viene costruita una struttura gerarchica individuando i criteri e gli attributi essenziali per l’analisi del problema. 6.3) Il caso di studio del Comune di Lecco Il modello di analisi a multicriteri spaziale per la valutazione del rischio dei beni culturali è stato progettato completamente in ambiente GIS ed è stato testato sull’intero territorio del Comune di Lecco. Il processo di valutazione gerarchica spaziale viene gestito completamente su piattaforma GIS attraverso la costruzione di tre data frames collegati dinamicamente come mostrato in figura 6.5. - 131 - Fig. 6.5: I data frames del GIS Il modello si articola nelle seguenti fasi: Nel data frame 1 vengono progettate le strutture gerarchiche della pericolosità e del danno, sono gestite le relazioni fra i diversi livelli della gerarchia ed, attraverso l’implementazione delle matrici dei confronti a coppie, vengono calcolati, con il metodo di Saaty, i pesi locali dei criteri rispetto al goal (wi i=1,2,3,4) e degli attributi rispetto ai criteri (wij) (figure 6.6 e 6.7). Nel data frame 2, i map layers relativi agli attributi del sistema, vengono standardizzati in un intervallo compreso fra 0 ed 1, tali da poter essere confrontati tra loro. Per ciascuna mappa degli attributi ed in funzione del tipo di dato grezzo che essa contiene, qualitativo (es. tipo di bene) o quantitativo (es. distanza dalla rete stradale), viene effettuata la normalizzazione tramite la metodologia ritenuta più opportuna (trasformazioni lineari di scala, costruzione di funzioni di valore, metodi probabilistici). Le mappe standardizzate ed i pesi locali vengono acquisiti nel data frame principale dove si effettuano le somme pesate secondo il principio di ricomposizione gerarchica che restituisce in output la mappa della pericolosità e del danno: ad ogni bene culturale od ambientale, che rappresenta un’alternativa, viene associato un valore di pericolosità e di danno atteso. Secondo le indicazioni della Carta del rischio del patrimonio culturale, ideata per consentire la valutazione del rischio individuale cui sono sottoposti gli edifici di interesse storico - architettonico, si considerano tre macrocategorie di indicatori di pericolosità individuale, indicatori cioè che evidenziano il pericolo potenziale che fenomeni ambientali calamitosi costituiscono per il singolo edificio. Esse sono: • • • il rischio statico-strutturale (fenomeni naturali che possono influire sulla stabilità strutturale degli edifici) il rischio ambientale il rischio determinato da fattori antropici (pressione demografica, furti, danneggiamenti…). - 132 - Per quanto riguarda il rischio statico, sono sei le fenomenologie che più di altre possono avere incidenza sulla statica dei monumenti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. sismica, frane e dissesti, esondazioni, valanghe, vulcanica, dinamica dei litorali. Ovviamente non tutti questi fenomeni possono essere ritenuti significativi nel territorio del Comune di Lecco. Considerando però il fatto di avere una scala comunale e tenendo in considerazione solo gli eventi calamitosi realmente presenti nel territorio, sono stati presi in considerazione solo i fenomeni franosi e le esondazioni, eventi che possono causare danno anche ai beni paesaggistici, usando dati di fonte comunale o concessi dalla Regione Lombardia (SIBA, Carte Geoambientali), presenti sulle carte come aree tematiche. Le informazioni di cui disponiamo sono di carattere sostanzialmente statico: questa situazione non garantisce quindi l'assenza di rischio per gli edifici situati al di fuori delle aree di pericolosità così come delimitate sulle carte tematiche. Queste aree sono inoltre prive di differenziazione al proprio interno, prive cioè di informazioni che qualifichino gradi differenti di intensità del pericolo o di probabilità di accadimento di eventi pericolosi. Occorre perciò estendere l’analisi al territorio circostante per rilevare l'eventuale presenza di aree di pericolosità nelle vicinanze dei beni e a tal fine utilizzare gli intorni degli edifici quale contesto territoriale in cui valutare i pericoli. Con la metodologia adottata si è quindi cercato di sfruttare al massimo le potenzialità dei GIS per supplire, almeno in parte, alla indisponibilità di informazioni ottimali. Nel nostro caso gli edifici non sono rappresentati con un punto ma con un poligono, e non è quindi possibile utilizzare degli intorni circolari o che seguono l’andamento del perimetro. L’intorno poligonale infatti ha dimensioni proporzionali a quelle dell’edificio e quindi, nel rapporto numerico tra area del fenomeno pericoloso che interseca l’intorno e area dell’intorno, un fenomeno della stessa entità pesa tanto meno quanto più l’edificio è esteso. Si è perciò scelto quale indicatore un valore che non dipende dalla misura di aree ma da una misura lineare e precisamente dalla distanza tra l’edificio e il più vicino fronte di pericolo. Si calcola dunque la misura e la posizione del segmento più breve (la distanza minima sul piano di proiezione della carta) tra l’edificio e il più vicino fronte del fenomeno, e quale indicatore di pericolosità si definisce un valore che dipende dalla lunghezza di questo segmento. Visualizzando questo indicatore, si stabilisce quindi anche la direzione da cui proviene il pericolo e il suo punto di incidenza sull'edificio. Il calcolo viene effettuato fino ad una distanza di 100 metri dal perimetro dell’edificio; l’indicatore assume valori da 0 a 1, calcolati semplicemente dividendo la distanza per 100. Si possono fissare anche differenti soglie di distanza per ricavare, con la stessa procedura, più indicatori relativi a differenti ambiti territoriali. L’indicatore assumerà naturalmente valore massimo in presenza di intersezione positiva tra area occupata dall’edificio e area del pericolo. Per quanto riguarda il rischio ambientale sono stati considerati, in base ai dati posseduti, l’uso del suolo su cui sorge il bene, la presenza di industrie o di altri grandi impianti nelle vicinanze, la vicinanza di strade di una certa rilevanza dal punto di vista della viabilità. L’indicatore dell’uso del suolo assume valori decrescenti secondo l’ordine: - 133 - zona industriale pesante, zona produttiva rurale, zona produttiva artigianale, zona residenziale. Per quanto riguarda la vicinanza di industrie e strade si è usato sempre lo stesso tipo di indicatore basato sulla distanza visto prima. Il rischio antropico non può invece essere preso in considerazione a scala comunale, poiché i dati che lo riguardano sono tutti a scala superiore, anche se, ad esempio, si potrebbero utilizzare i dati della densità abitativa delle diverse sezioni di censimento. Fig. 6.6 – Struttura gerarchica relativa alla pericolosità: goal, criteri, attributi Per quanto riguarda la struttura gerarchica relativa al danno, non potendo quantificare il danno economico, si è pensato di prendere in considerazione due criteri: il tipo di bene a rischio e il suo grado di vulnerabilità, che per quanto riguarda i beni culturali è ricavabile dalle schede del SIRBeC. La Vulnerabilità del singolo bene di interesse storico-monumentale viene determinata infatti attraverso la "schedatura conservativa". Il modello schedografico sviluppato dal SIRBeC prevede l’acquisizione dei dati relativi allo stato di conservazione dei seguenti elementi costruttivi e decorativi che caratterizzano il bene: - 134 - • • • • • • • • • • • • Fondazioni (anche se difficilmente ispezionabili) Strutture in Elevazione Strutture di Orizzontamento Coperture Collegamenti Verticali Pavimenti Interni Pavimenti Esterni Rivestimenti Apparato Decorativo Interno Rivestimenti e Decorazioni Esterne Infissi interni Infissi esterni Al momento della schedatura conservativa del bene viene stimata l’intensità di 6 tipologie di danno che possono essere riscontrate per ogni elemento costruttivo e decorativo. Ogni tipologia di danno, presente per ogni elemento, si classifica graduando gravità, estensione ed urgenza del danno secondo una scala di intensità suddivisa in più livelli. Tipologie di danno: • • • • • • Danni generico Disgregazione Materiali Umidità Attacchi Biologici Alterazione Strati Superficiali Parti Mancanti Scala dell’intensità del danno: • • • Gravità (1, 2, 3) Estensione (20%, 40%, 60%, 80%, 100%) Grado di urgenza (1, 2, 3, 4, 5) Dopo aver determinato i pesi da attribuire ad ogni singola variabile, si ottiene per ogni singolo bene il corrispondente indice di vulnerabilità. - 135 - Fig. 6.7: Struttura gerarchica relativa al danno: goal, criteri, attributi Purtroppo la Regione Lombardia non ha concesso in tempo utile le schede riguardanti la zona del Comune di Lecco, anche perché la catalogazione non è ancora conclusa completamente. Non è quindi stato possibile utilizzare l’indicatore riguardante la vulnerabilità del bene e perciò nella pratica ci si è dovuti accontentare di una soluzione di ripiego. Essa è consistita nell’usare, al posto del grado di vulnerabilità, due diversi attributi del criterio entità del danno: la distanza dal più vicino altro edificio fra quelli di interesse e il numero di beni culturali o ambientali presenti a meno di 100 m dal bene in questione. Quest’ultimo indicatore assume valore massimo quando i beni circostanti siano in numero di 5 o più. Il modello di analisi gerarchica spaziale consente in definitiva di ordinare e localizzare i singoli beni culturali o ambientali che sono più soggetti a rischio: questo risultato è ottenuto moltiplicando il punteggio relativo alla pericolosità di ogni alternativa (mappa della pericolosità) per quello relativo al danno (mappa del danno). - 136 - Fig. 6.8: Il GIS di Lecco per la valutazione del rischio dei beni vincolati. Per ciascuna delle due strutture gerarchiche sono stati calcolati tre diversi set di pesi dei criteri rispetto al goal (wii=1,2,3,4) e degli attributi rispetto ai criteri (wij), come si può vedere nelle tabelle seguenti, che danno luogo ad altrettanti scenari di rischio che possono individuare priorità e indirizzi pianificatori relativi a diversi decisori. Pericolosità Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3 Rischio statico-strutturale 0.5 0.7 0.7 Frane e dissesti 0.34 0.34 0.2 Esondazioni da lago 0.33 0.33 0.4 Esondazioni da fiume 0.33 0.33 0.4 Rischio ambientale 0.5 0.3 0.3 Uso del suolo 0.2 0.2 0.2 Distanza da industrie 0.4 0.4 0.4 Distanza dalla rete stradale 0.4 0.4 0.4 - 137 - Danno Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3 Tipo di bene 0.5 0.4 0.4 Edificio di rilevanza culturale 0.3 0.3 0.25 Edificio di rilevanza ambientale Edificio in contrasto con la zona 0.2 0.2 0.25 0.15 0.15 0.10 Bene rurale di rilevanza amb. 0.15 0.15 0.20 Parchi di interesse ambientale 0.1 0.1 0.15 Da definire 0.1 0.1 0.05 Entità del danno 0.5 0.6 0.6 Distanza dal bene più vicino 0.5 0.5 0.5 Numero di beni vicini 0.5 0.5 0.5 Nel primo scenario è stata data una uguale importanza ai criteri di ciascun albero decisionale (pericolosità e danno). All’interno del secondo scenario, nel calcolo della pericolosità, è stato privilegiato il rischio statico-strutturale rispetto al rischio ambientale. Nel terzo scenario infine sono stati variati i pesi degli attributi relativi al rischio statico, privilegiando le esondazioni, e quelli del tipo di bene, aumentando l’importanza dei beni ambientali rispetto ai beni di interesse storico-monumentale. Una sintesi degli aspetti peculiari dei tre scenari è riportata nella seguente tabella: Confronto Pericolosità Danno Scenario 1 Uguale importanza di rischio strutturale e rischio ambientale Uguale importanza di tipo di bene e di entità del danno. Più importanti i beni culturali. Scenario 2 Più importanza al rischio strutturale rispetto al rischio ambientale Entità del danno più importante del tipo di bene. Più importanti i beni culturali. Scenario 3 Più importanza al rischio strutturale, in particolare alle esondazioni. Entità del danno più importante del tipo di bene. Stessa importanza di beni culturali ed ambientali. I risultati degli scenari sono stati riportati in mappe, nelle quali sono evidenziate le diverse classi di rischio (alto, medio e basso) in cui sono stati suddivisi i beni. Successivamente alla rappresentazione degli scenari è stata condotta un’analisi di “stabilità” per i beni a maggior rischio (appartenenti alla classe alta) comuni ai tre scenari. 6.4) Conclusioni E’ stata presentata una metodologia capace di integrare le tecniche di analisi a criteri multipli ed i sistemi informativi geografici GIS per la valutazione del rischio dei beni - 138 - culturali ed ambientali. Gli aspetti peculiari del modello e le sue prospettive di sviluppo possono essere così sintetizzati: • la selezione e la localizzazione dei beni più sensibili ai rischi sulla base di appropriati criteri ed attributi, relativi sia alla pericolosità dell’evento che al danno da esso provocato, è di fondamentale importanza per allestire politiche di tutela e progetti di recupero. • il sistema è molto flessibile tanto che il numero di criteri, attributi ed indicatori può essere incrementato e modificato a piacimento. • il modello di analisi a criteri multipli spaziale è stato costruito ed implementato completamente in ambiente GIS: questo consente di gestire l’intero processo in un unico ambiente di lavoro. • la metodologia proposta, consentendo di prevedere e valutare i beni a maggior rischio, comporta una riduzione dei tempi e dei costi in tutte le fasi del processo di pianificazione. • il metodo presenta una grande trasparenza in tutte le fasi del processo decisionale (individuazione e rappresentazione dei criteri e degli attributi, standardizzazione, calcolo dei pesi, ricomposizione con somme pesate). • Il tipo di indicatore basato sulla distanza descritto si rivela anche un ottimo strumento di ausilio ed analisi di dettaglio utile per formulare ipotesi in materia di prevenzione. La visualizzazione del segmento di distanza minima che congiunge l’edificio con il fronte del pericolo consente infatti di individuare il fenomeno calamitoso più vicino, di individuare la direzione da cui proviene il pericolo e di segnalare la parte del bene che potrebbe essere danneggiata per prima • Gli sviluppi futuri del modello potrebbero prevedere l’implementazione di ulteriori tecniche di analisi a criteri multipli (metodi ELECTRE, metodi di aggregazione fuzzy etc) e l’utilizzo di strumenti di analisi diversi. • L’utilizzazione di un modello digitale del terreno potrà consentire il raggiungimento di una maggior precisione nel calcolo degli indicatori. Per prima cosa sarà possibile calcolare in modo più preciso la distanza tra gli oggetti di interesse, soprattutto in territorio montano. In secondo luogo la conoscenza delle relative posizioni di edifici e fenomeni ambientali rispetto ai versanti, nonché le informazioni sulle quote altimetriche, permetteranno di escludere dal calcolo alcune porzioni di aree di fenomeni che sembrano costituire per l’edificio un pericolo se osservate nella rappresentazione bidimensionale mentre in realtà, per la conformazione del territorio che il DTM descrive, non esercitano la loro influenza in un ambito di interesse per l’edificio. - 139 - CAP. 7: IL SITO WEB DEL SIT DEL COMUNE DI LECCO 7.1) I Web-Gis Un Sistema Informativo, in particolare un Sistema Informativo Geografico, costituisce un prezioso e sofisticato strumento funzionale alla raccolta di dati, spaziali e non, di sintesi della realtà; alla modellazione e alla restituzione di informazioni elaborate e significative per capitalizzare l’impegno profuso dal governo locale per lo sviluppo di progetti sul territorio, di volta in volta più complessi ed anche a lungo termine; si caratterizza, quindi, come un importante Sistema di Supporto alle Decisioni. Tuttavia è fondamentale anche la pubblicazione dei dati GIS, in quanto permette la fruibilità delle informazioni ad un numero elevato di persone, senza che queste abbiano particolari competenze nei Sistemi Informativi Territoriali né negli aspetti informatici. Inoltre in questi anni una profonda revisione della disciplina urbanistica sta conducendo ad un’idea di piano concentrata sul confronto-dialogo tra gli attori, finalizzata al perseguimento di un consenso partecipato; si tratta di uno schema complesso, in cui i soggetti tradizionalmente presenti nel ruolo tecnico-istituzionale (politici e amministratori, tecnici e urbanisti) interagiscono con i cittadini. Quest’innovazione richiede sistemi informativi in grado di fornire a utenti diversificati informazioni adeguate al raggiungimento di una comunicazione non più unidirezionale, intesa a illustrare a posteriori le scelte effettuate, ma bidirezionale, intesa a coinvolgere continuamente i soggetti interessati alla pianificazione partecipata. La pubblicazione dei dati può avvenire in modo statico, tramite la stampa delle mappe generate e tramite report. Questi possono essere consultati nei modi classici e tradizionali, ma possono essere anche digitalizzati e posti in consultazione sul Web, con tre possibili approcci: • • • Il più semplice ed intuitivo prevede l’utilizzazione di una serie di immagini già pronte: in base ad una selezione alfanumerica, l’utente riceve l’immagine corrispondente ad una porzione predeterminata di una mappa. Un’applicazione tipica è lo stradario che, nelle forme più evolute, permette il calcolo e la visualizzazione del percorso pedonale tra due punti assegnati, in base al grafo della rete viaria. Un livello intermedio è rappresentato dalle mappe in cui sono inserite zone sensibili: si tratta essenzialmente di immagini raster cui sono stati associati rimandi ipertestuali in funzione delle coordinate in cui si trova il puntatore dell'utente al momento della selezione; anche in questo caso si ottiene un evento indipendente dal significato geografico, con il rischio di allungare inutilmente i tempi necessari per ottenere l’informazione desiderata. Il livello più complesso è quello interattivo, tipico di un’applicazione GIS, in cui l’utente ottiene la rielaborazione della mappa in base alle funzioni attivate. La differenza fondamentale tra una mappa sensibile e un’applicazione GIS è il tipo di selezione, rispettivamente grafica e spaziale. Nel GIS la selezione avviene infatti su un insieme di oggetti geografici che hanno una relazione spaziale tra loro (di contiguità, adiacenza, intersezione, etc.) e posseggono degli attributi, in generale selezionabili in base ad una richiesta formulata con il linguaggio SQL. La differenza non è quindi nel risultato (che su Internet è pur sempre una pagina HTML) ma nel modo con cui vi si perviene. - 140 - Negli ultimi anni infatti, con l’affermarsi delle nuove tecnologie connesse al mondo Internet, è frequente imbattersi in siti Web che contengono la visualizzazione di carte digitali, navigabili interrogabili da parte dell’utente per ottenere informazioni geograficamente riferite. L’associazione delle tecnologie Internet e GIS consente di integrare i vantaggi derivanti da un mezzo di distribuzione delle informazioni capillare e a basso costo (Internet) con la possibilità di localizzare in modo preciso, puntuale ed esaustivo i dati e le informazioni che si vogliono distribuire (GIS), tenendo conto del fatto che i dati geografici sono diventati sempre più costosi da ottenere, e quindi gli utenti hanno una maggiore tendenza a condividerli. Un Web-Gis permette la pubblicazione sul Web di sistemi GIS dinamici, che permettono, quindi, la visualizzazione di mappe interattive a partire direttamente dai dati originali, per una migliore consultazione dei dati, per la navigabilità sulle mappe (tramite funzioni di zoom, pan) e soprattutto per visualizzare le informazioni collegate alla grafica spaziale (features). In questo modo, l'aggiornabilità delle informazioni è garantita in tempo reale. Normalmente si tende ad avere i dati pubblicati diversi da quelli manipolati dagli operatori, in quanto questo è necessario per un controllo sulla loro qualità e quindi la loro certificazione: da qui si può evidenziare come l'organizzazione può diventare un aspetto determinante nel successo della pubblicazione dati. Per questi motivi negli ultimi anni i principali produttori di software GIS si sono concentrati sullo sviluppo di prodotti destinati al Web, aumentandone l’affidabilità e la sicurezza. Paragonati alle applicazioni standard del SIT sono caratterizzati da una funzionalità ridotta, ma permettono comunque, di ottenere un ottimo livello di dettaglio. Le tecnologie del web presentano diverse potenzialità, tra cui l'integrazione di banche dati decentralizzate nel sistema d'informazione - così da rendere possibili aggiornamenti permanenti direttamente alla fonte - e la possibilità di collegare i dati territoriali ad altre applicazioni: immediato il riferimento alla gestione delle pratiche edilizie on-line. 7.2) Regole per la costruzione di un Web-Gis L’integrazione tra GIS e Internet richiede una particolare cura della usabilità del sito, in quanto i potenziali utenti certamente non sono esperti di questo specifico settore; è quindi di fondamentale importanza definire le finalità del sito, prevedendo accessi differenziati in base alle tipologie di utenti. Una regola di carattere generale è quella di evitare l’uso di funzioni che siano riconosciute da un solo tipo di browser; se questa scelta dovesse comportare un notevole degrado delle caratteristiche del sito, sarebbe opportuno ricorrere a versioni multiple (Java/non-Java; frames/non-frames). Resta inteso che è indispensabile controllare i risultati utilizzando differenti browser e differenti sistemi operativi. Nel momento in cui si dovesse decidere di utilizzare una nuova tecnologia (come ad esempio Java), è opportuno lasciare attiva la versione precedente in modo che gli utenti in possesso di browser non aggiornati possano continuare ad utilizzare il sito. Le caratteristiche intrinseche di Internet dovrebbero dunque indurre ad assumere un atteggiamento maggiormente aperto nella progettazione del sito: un impegno non indifferente nell’evitare tecnicismi o frasi idiomatiche, ma anche semplici attenzioni nell’uso di sigle e abbreviazioni che possono essere non solo oscure ma persino contraddittorie. Altra regola fondamentale è la chiarezza dei titoli in quanto identificano il sito non solo durante la consultazione, ma anche nelle fasi sia di indicizzazione da parte dei motori di ricerca, sia di successivo recupero dell’informazione. Ulteriori regole basilari sono: - 141 - • • • • • sollecitare commenti per rilevare problemi e ricevere suggerimenti; dichiarare l’aggiornamento del documento mediante la data di pubblicazione; verificare periodicamente sia la validità dei collegamenti, sia l’operatività dei comandi sugli archivi; includere specifiche e limitazioni per prevenire usi impropri (questo tipo di informazione può utilmente essere riportata sotto forma di collegamento ad una pagina FAQ); specificare i requisiti hardware minimi per la consultazione del sito (risoluzione scheda grafica e versione del browser). Per la sezione GIS, in particolare, indicare fonti e standard e documentare i programmi utilizzati inserendo, ove possibile, anche il codice sorgente in modo da contribuire alla diffusione delle conoscenze. Le pagine devono avere un aspetto omogeneo (si ricorre spesso all’uso di tabelle formattate) e devono essere organizzate in modo che l’utente sia in grado di raggiungere l’informazione ricercata in non più di tre passi; se il sito è vasto, è indispensabile inserire un indice delle pagine e riportare un collegamento all’indice nelle intestazioni oppure a piè pagina. Le informazioni riportate devono essere sempre sintetiche ma dotate di collegamenti per eventuali approfondimenti. E’ inoltre opportuno inserire un glossario dei termini e una specifica sezione sul funzionamento dei GIS dedicata agli utenti meno esperti. Ogni pagina deve essere autoconsistente (riportando ad esempio i dati relativi all’autore e al documento principale) in modo da agevolare gli utenti che dovessero stampare la pagina accedendovi mediante collegamenti esterni e quindi fuori contesto. L’uso di frames deve essere considerevolmente limitato, sia per il problema appena descritto, sia in quanto rallenta il caricamento della pagina e riduce lo spazio a disposizione della mappa. Le pagine devono svilupparsi in non più di due schermate per ridurre i tempi di caricamento e agevolarne lettura e stampa; nel caso in cui fosse necessaria una maggiore lunghezza, è opportuno inserire rimandi interni per agevolarne la consultazione. L’impostazione grafica deve tener conto sia delle prestazioni dei PC che si collegheranno al sito, sia della dimensione della mappa; in ogni caso è opportuno utilizzare finestre ridimensionabili. Anche le mappe devono essere identificate mediante un titolo esplicativo ed essere autoconsistenti. E’ opportuno inserire un collegamento ad una mappa di inquadramento generale, visualizzare la scala di rappresentazione (meglio usare una barra graduata in quanto indipendente dalla risoluzione dello schermo) e visualizzare le coordinate geografiche. Tutte le mappe, infine, devono riportare una legenda. L’impiego di etichette può contribuire alla comprensione dei dati a condizione che la sua attivazione sia automatica (in funzione del fattore di ingrandimento) ovvero comandata dall’utente per evitare indesiderate sovrapposizioni. Se la mappa utilizza simboli, la loro grandezza dovrebbe essere proporzionale al valore dei dati associati: se le mappe mostrano fenomeni variabili con gradualità, i colori utilizzati dovrebbero essere chiari per i valori minori e scuri per quelli maggiori (L’uso dei soli colori primari rende spesso difficilmente comprensibile il contenuto della mappa). Una possibile soluzione è adoperare rappresentazioni chiare ed efficaci, lasciando all’utente la possibilità di apportare il maggior numero di variazioni (temi da visualizzare, ordine con cui rappresentare i temi, i colori o le scale cromatiche da utilizzare, i tipi di linee, i simboli da associare a temi rappresentati da punti. - 142 - 7.3) Il sito web dell’Agenzia SIT del Comune di Lecco La realizzazione della struttura Web di un progetto SIT procede parallelamente al progetto stesso, in quanto la “pubblicazione” dei dati avviene subito dopo la loro “produzione”. Per questo motivo, nonostante la prevista realizzazione futura di un vero e proprio Web-Gis comunale, l’Agenzia SIT del Comune di Lecco ha iniziato a pubblicare sul sito comunale (www.comune.lecco.it) parte del materiale a sua disposizione ed ha inoltre deciso di creare un proprio spazio web di futura pubblicazione. La nascita di un sito dell’Agenzia SIT si è resa necessaria a causa delle particolari modalità di gestione del sito comunale, che non permettevano di mettere a disposizione il materiale nella forma ritenuta da noi più opportuna e che impedivano la necessaria autonomia di gestione e di aggiornamento del materiale pubblicato. Per questo si è pensato ad un “sito nel sito”, gestito in modo autonomo ma facente parte del sito comunale, anche in previsione dello sviluppo futuro del Web-Gis, che necessariamente dovrà avere queste caratteristiche. Il sito è stato realizzato in linguaggio Html, tranne una parte realizzata in Php. E’ ottimizzato per l’utilizzo di Internet Explorer 5 e per una risoluzione di 800 * 600, ma è compatibile con tutti i browser. Dalla Home Page, mostrata in fig. 7.1, si può accedere, attraverso il menu dinamico presente alla sinistra della schermata, alle diverse sezioni del sito, alla pagina delle news, a quella dei links ed agli indirizzi e-mail degli uffici comunali coinvolti. Il menu dinamico è stato realizzato in Javascript, mentre al centro della pagina è presente un’applet Java che fa ruotare immagini linkabili, la quale se necessario permette automaticamente di accedere al software occorrente per la sua visualizzazione. (Java Runtime Enviroment). Fig. 7.1: Home Page Alla vera e propria parte dedicata all’Agenzia SIT si accede attraverso i primi due link del menu. Dal primo si accede ad una sezione informativa sul progetto SIT, contente i documenti che descrivono la proposta progettuale. - 143 - Essa descrive i quattro step principali: 1. 2. 3. 4. la rifunzionalizzazione del progetto esistente; la realizzazione del SIT integrato secondo le specifiche regionali; l’implementazione del catasto per gestione diretta della certificazione; la pubblicazione web. Vi sono poi due link che portano a delle pagine informative; la prima riporta una spiegazione su cosa si intende per SIT, mentre la seconda ne riassume le applicazioni principali. Il secondo link principale conduce alla parte in cui si trova il materiale messo a disposizione. Non tutto il materiale sarà accessibile all’utente comune; infatti dalla stessa pagina si accede anche alla parte riservata del sito (figura 7.2), realizzata in linguaggio Php, e destinata a tecnici e professionisti, che vi possono accedere previa richiesta di UserID e Password, fatta attraverso un modulo scaricabile da un link presente all’ingresso della sezione ad accesso limitato. Fig. 7.2: L’accesso alla parte riservata Il materiale a disposizione degli utenti registrati è elencato qui di seguito in fig. 7.3 . - 144 - Fig. 7.3: L’elenco del materiale contenuto nella parte riservata Nella parte “cartografia” è presente il seguente materiale: • Foto aeree: sono a disposizione le immagini aeree relative ai voli del 1971, del 1990 e del 2003 e quelle dell’ICW Territaly2000 della Regione Lombardia. Per quanto riguarda l’ultimo volo del 2003, effettuato nell’ottica della costruzione del SIT comunale, sono presenti: il progetto di volo (specifiche tecniche); la copertura, con le immagini delle varie strisciate, suddivise in volo alto, volo medio e volo basso; alcune foto aeree particolarmente significative, suddivise in immagini del volo alto, del volo medio e del volo basso. • CTR 10000: E’ a disposizione un’immagine a buona risoluzione della cartografia tecnica regionale a scala 1:10000 del territorio lecchese, ed inoltre il link alla cartografia originale presente sul sito della Regione. - 145 - Fig. 7.4: Le foto aeree del volo 2003 – Fotogramma e particolare • Fotogrammetrico: Sono presenti i dati riguardanti i voli 1971 e 1990. Per il volo ’90 in particolare sono presenti sia immagini in formato raster a scala 1:2000 che file .dwg. I dati riguardanti il volo 2003 sono in fase di restituzione. Fig. 7.5: Fotogrammetrico del 1990 Nella parte “Documentazione rete GPS per inquadramento geodetico” è presente una serie di documenti tecnici in formato pdf. Nella parte “Cartografia rete GPS per inquadramento geodetico” sono presenti due link: il primo mostra un’immagine raster del progetto della rete GPS; il secondo invece porta ad un’immagine con collegamenti ipertestuali sui punti della rete, che permettono di accedere alle monografie dei singoli punti. - 146 - Fig. 7.6: Monografia di un punto della rete GPS Nella parte “Documentazione rilievo punti fiduciali e di appoggio fotogrammetrico” sono presenti i seguenti documenti tecnici in formato pdf o dwg: • • • • • Relazione tecnica sul rilievo dei punti; Trasformazione delle coordinate; Monografie dei punti fiduciali; Monografie dei punti di appoggio; Relazione tecnica sulla triangolazione aerea. Nella parte “Cartografia punti fiduciali e di appoggio fotogrammetrico” sono presenti le planimetrie dei punti fiduciali e dei punti di appoggio. Il terzo link principale presente nel menu, “Cartografia PRG”, conduce ad una sezione che riguarda più propriamente l’Ufficio Urbanistica del Comune. Come si può vedere in fig.7.7, in essa sono presenti quasi tutte le tavole del PRG ufficiale, in formato Pdf e in file di plottaggio, con la possibilità di vedere l’anteprima di ogni tavola in formato Jpg. E’ stato poi previsto un collegamento ad una pagina che descrive il materiale disponibile al pubblico distribuito dall’Ufficio Urbanistica su supporto informatico. - 147 - Fig. 7.7: Le tavole del PRG E' stata poi creata una pagina dove pubblicare le news riguardanti il processo di sviluppo del SIT, ed una pagina per i Links, che porta ai siti di altri enti o di società che collaborano o hanno collaborato con il Comune nell’ambito cartografico - territoriale. Inoltre dal sito vi è la possibilità di spedire E-mail ai vari uffici del settore, scegliendo quello di interesse (l’indirizzo e-mail dell’agenzia SIT è “[email protected]”). 7.4) Gli sviluppi futuri Il progetto del SIT del Comune di Lecco prevede la realizzazione futura di un vero e proprio Web-Gis, pubblicato sulla rete con gestione interna oppure attraverso servizi di hosting. Tale prodotto deve essere integrato nell’attuale sito (www.comune.lecco.it) dell’Amministrazione Comunale, attraverso un opportuno hyperlink capace di indirizzare l’utente sulle pagine a carattere cartografico. L’Amministrazione provvederà a mettere a disposizione un server dedicato. Dal punto di vista tecnico la pubblicazione in Web richiede la disponibilità di un server con connessione a “larga banda”, di un IP statico e di software idonei, che nello specifico di Intergraph si chiama GeoMedia® WebMap Professional (GWM). Oltre al prodotto WEB-GIS (Map Server) posto alla base del sito occorre la fornitura di una componente DBMS commerciale (in modalità numero di accessi illimitato). La configurazione minima degli accessi concorrenti al Map Server deve essere tale da garantire un volume medio di accesso pari a 50 chiamate / ora, estendibile ad un volume di 500 chiamate / ora. Il sito cartografico dovrà contenere almeno: • • una home page di presentazione, che illustri la cartografia comunale ed i servizi offerti; una pagina di visualizzazione cartografica (raster e/o vector); - 148 - • • • una serie di menù di ricerca sul DB geografico (ad esempio: identificazione di un edificio sulla mappa individuabile tramite via e numero civico); la pubblicazione del PRG Comunale, completo delle NTA; una pagina di registrazione; Il risultato finale che si vuole ottenere però, e che GWM permette di realizzare, è un sito che permetta di analizzare e manipolare i dati e di avere applicazioni capaci di restituire buffer zone, query spaziali, trasformazioni di coordinate, ecc., cioè di avere applicazioni web di tipo GIS dinamiche, aperte e scalabili. La visualizzazione (raster e vector) dovrà essere in funzione della scala (display threshold): se la visualizzazione cade entro certi range di scala, gli elementi possono essere (o non essere) visualizzati e possono altresì assumere una simbologia variabile in funzione del dettaglio richiesto dall’utente. Il formato vettoriale conferisce alla visualizzazione una notevole ricchezza informativa. I dati possono infatti comparire sovrapposti ad un raster ed essere associati ad azioni o a hotspot. Questi ultimi permettono di far “reagire” la mappa al passaggio del mouse su una certa feature: la reazione standard comporta la variazione della forma del mouse pointer (da freccia a mano), la variazione del colore di visualizzazione della feature e l’aggiunta di un tooltip, contenente una scritta descrittiva dell’elemento evidenziato. Al contrario, l’azione non è altro che un comando che viene eseguito al click del mouse. Alcuni esempi tipici riguardano la visualizzazione di file multimediali, il collegamento a indirizzi URL (Uniform Resource Locator), o l’esecuzione di query SQL (Structured Query Language) su server per la visualizzazione degli attributi associati alla feature. GeoMedia WebMap Professional ha un’architettura 3-tier basata su browser, sul quale innesta uno dei componenti viewer, installazione che avviene per download automatico dal server. GMW ha la capacità di leggere in formato nativo, ossia senza operare traslazioni, i seguenti formati: • • • GIS: ESRI ArcView, Arc/Info, MapInfo, MGE, GeoMedia, CAD: AutoCAD, MicroStation, DB: Oracle Object Model, Oracle Relational, IBM DB2, Microsoft Access e SQL Server, Le principali funzionalità grafiche di base compatibili con la tecnologia fornita sono le seguenti: • • • • • • • Zoom in, Zoom out; Zoom precedente; Zoom tutto; Zoom finestra; Zoom su posizione; Possibilità di effettuare spostamenti nella mappa (Pan); Visualizzazione ad una scala predefinita; Ricerca e zoom su un oggetto nella mappa; Possibilità di ricaricare la mappa iniziale; Possibilità di effettuare misure lineari di un percorso in cartografia; Possibilità di effettuare una misura di superficie su di una regione selezionata in cartografia (poligono definito dall’utente o poligono preesistente e selezionato dall’utente); - 149 - • • • • • • • • • • • Rappresentazione dei dati di riferimento ISTAT principali (codici, superfici, popolazione, …) attraverso la gestione dei confini Amministrativi (Comune, Provincia, Regione) Possibilità di ottenere la posizione geografica di un punto selezionato; Possibilità di posizionarsi su un punto specificandone le coordinate geografiche; Possibilità di salvare punti di interesse dell’utente (proponendo via e civico più vicini come nome), richiamandoli da lista attraverso il nome loro assegnato (lista dei punti preferiti), posizionandovi automaticamente l’applicazione; Possibilità di visualizzare mappe raster georeferenziate; Possibilità di visualizzare file georeferenziati in formato AutoCAD; Possibilità di visualizzare file georeferenziati in formato ArcView (shapefile); Funzionalità di stampa in scala della mappa; Funzionalità di redlining (archiviato in locale o inviato al server); Funzionalità di copia/incolla verso applicazioni esterne (Office); Funzionalità di esportazione verso file georeferenziati in formato AutoCAD; Fig. 7.8: Le funzionalità di GMW • • • • • • • • • Funzionalità di tematizzazione degli elementi grafici con gestione di una legenda; Visualizzazione di tooltips (sia sulla mappa grafica che su quelle alfanumeriche); Gestione visualizzazione livelli (on/off) tramite menu (check box); Visualizzazione di documenti (file DOC, XLS, JPG, ecc.) allegati ad oggetti grafici. Selezione di uno o più elementi su cui chiedere un report; Estrazione di attributi dalla geometria; Visualizzazione in formato tabellare (excel) dei dati associati agli oggetti sulla mappa; Visualizzazione dei dati associati ad un oggetto selezionato sulla mappa; Costruzione di zone di buffer attorno a certi elementi grafici. - 150 - Si vuole dare agli utenti anche la possibilità di usufruire di una funzionalità delicata e complessa come l’editing (anche se le applicazioni web non sempre sono orientate all’editing grafico dei dati). Gli interventi “in modifica” sulla base dati potranno afferire a tre processi diversi: 1. redlining: è una modifica concettuale, non fisica; consiste nel memorizzare su un layer a se stante le annotazioni manuali (testo, grafica a mano libera, ecc.) introdotte dall’utente e che potranno essere analizzate, recepite o rifiutate dall’Amministratore del Sistema; 2. aggiornamento diretto, ossia con commit immediato su DB; 3. aggiornamento differito, che consiste nel “parcheggiare” le variazioni in un’area temporanea in modo da sottoporle a validazione da parte di personale abilitato. Evidentemente, sarà il profilo utente a definire la modalità di editing consentita. La possibilità di editing si inserisce nel più ampio contesto della necessità di utilizzare tecnologie Web-GIS aperte e libere per politiche urbane partecipate, per assecondare il desiderio e la necessità di sempre più persone di partecipare direttamente ai processi decisionali, di proporre trasformazioni urbane, di segnalare eventi e situazioni. Infatti un primo contributo può essere rappresentato da una semplice raccolta di informazioni sul territorio preso in esame. Per ottenere tale scopo, gli strumenti GIS devono convivere accanto a strumenti per la creazione dinamica di pagine web. Si tratta infatti di fornire informazioni ben più ricche di quelle normalmente messe a disposizione del cittadino dalle istituzioni, fruibili con strumenti web maggiormente interattivi. Le informazioni cartografiche e tematiche devono poter essere combinate con la presenza sul territorio di situazioni di “conflitto”, di disagio sociale e di nodi di reti associative e politiche. Nell’ottica di aumentare l’interattività, dovrebbe essere consentita a qualsiasi utente la possibilità di digitalizzazione di punti, linee e poligoni, ovunque si desideri segnalare la presenza di situazioni di interesse sociale o urbanistico. Se inizialmente non è possibile, dovrebbe comunque essere fornita almeno la possibilità di compilare semplici schede informative di un nuovo "conflitto", che poi, dopo essere state raccolte e verificate, permetteranno di inserire i relativi "oggetti geografici" nelle mappe; in alternativa si può permettere agli utenti di spedire semplici e-mail descrittive del problema. Un altro possibile strumento di partecipazione che arricchirebbe il futuro Web-Gis potrebbe essere costituito da un forum interno al sito, nel quale i cittadini possano confrontarsi, discutere e proporre idee, con la possibilità per tutti di creare nuovi argomenti di discussione. Questa “Mappa delle Idee” consentirebbe all’utente finale del sistema di esprimere un commento relativo ad una particolare localizzazione del territorio di sua scelta e al gestore pubblico di avviare discussioni e monitoraggi su base territoriale, per esempio in riferimento al funzionamento di un certo servizio, o alla realizzazione di un certo progetto di trasformazione territoriale, o alla localizzazione ottimale di particolari risorse. La disponibilità delle carte digitali al termine della realizzazione del GIS permette di impiegare questi dati nella realizzazione di un WebGIS a disposizione dei cittadini che sia anche uno sportello on-line per l’accesso ai dati del settore, in modo che gli stessi possano almeno eseguire direttamente l’emissione in bozza del certificato di destinazione urbanistica al fine di controllare la propria posizione. Dal punto di vista funzionale, il sistema dovrebbe permettere l’emissione completa della bozza di certificato di - 151 - destinazione urbanistica, composta dal documento testuale e dagli estratti di mappa catastale e della carta di azionamento. - 152 - APPENDICI APP. 1) LA GEOREFERENZIAZIONE Le caratteristiche fondamentali delle carte, cosi’ come dei sistemi informativi geografici e territoriali, sono il contenuto, l’attualità e la precisione. Il contenuto dipende in larga misura dalla scala e l’attualità dalla data del rilevamento, mentre la precisione ci dice quanto bene sono georeferenziati o georeferenziabili i particolari in un predefinito sistema di riferimento. La variegata gamma di possibili approcci al problema delle informazioni territoriali sconsiglierebbe di definire in forma esaustiva cosa si debba intendere con il termine georeferenziazione. Una possibile definizione che privilegia l’approccio topografico e metrologico, oggettivamente prevalente, consiste nell’intendere come georeferenziazione delle informazioni territoriali quel complesso di attività che consentono di stabilire una serie di corrispondenze biunivoche tra: • • • • un’informazione territoriale il fenomeno territoriale attraverso cui si manifesta l’informazione l’epoca del rilevamento del fenomeno la stima della posizione spaziale del fenomeno Oggi, con l’aumento vertiginoso delle informazioni che vengono raccolte e rese disponibili in svariate forme di banche dati, il ruolo prevedibile dei sistemi di rilevamento, di rappresentazione e dei sistemi informativi geografici è imponente. Tutti coloro che si occupano di tali sistemi evidenziano la necessità di una base geometrica omogenea, e in primo luogo l’adozione di un unico sistema di coordinate. Con la crescita delle applicazioni riferite ad osservazioni satellitari, il sistema di riferimento globale assume un’importanza sempre maggiore; soprattutto una sua corretta realizzazione consente di poter mettere in relazione dati riferiti a sistemi di riferimento locali riducendoli tutti ad un sistema comune. L’avvento della cartografia numerica e del posizionamento satellitare impongono dunque una revisione dei sistemi di riferimento in uso e la loro sostituzione con un unico sistema appropriato, completo e d’immediata utilizzazione. L’Italia è peraltro uno dei paesi più ricchi di sistemi di coordinate. La potenzialità di un sistema informativo è basata soprattutto sulla possibilità di correlare tra loro informazioni di vario tipo secondo logiche flessibili e adattabili alle specifiche esigenze dell’utente. La particolarità dei GIS consiste nel fatto che le informazioni, oltre ad avere una definizione quantitativa e/o qualitativa intrinseca, sono anche collocate spazialmente; è allora intuitivo che uno dei più immediati strumenti di correlazione tra le informazioni è costituito dalle coordinate. Il problema base delle georeferenziazione è dunque la determinazione di posizione e la valutazione della relativa affidabilità. Risulta quindi necessario esaminare i problemi posti dall’esistenza di differenti sistemi di riferimento rispetto ai quali sono referenziati i dati territoriali, ma tra i quali è spesso difficile, e talvolta impossibile, istituire delle metodologie di trasformazione generalizzate. Sistemi di riferimento La geodesia operativa è la branca della scienza che conduce le misure e i calcoli necessari per la descrizione geometrica della superficie della Terra; il suo scopo principale è dunque la determinazione di coordinate. Essa è stata tradizionalmente scissa in due - 153 - componenti: verticale ed orizzontale; ciò ha implicato che nel contesto classico sono definiti due sistemi di riferimento geodetico. La Terra assomiglia ad una sfera, ma in realtà non lo è e considerarla tale è un’approssimazione che può essere utile in certi casi, ma troppo grossolana per la maggior parte delle applicazioni. La superficie fisica della terra è invece molto vicina a quella di un’ellissoide di rotazione, superficie facilmente trattabile dal punto di vista matematico e proprio per questo diffusamente usata come superficie di riferimento per le coordinate planimetriche. L’ellissoide non viene invece usato per le coordinate altimetriche in quanto privo di significato fisico; al suo posto è utilizzato il geoide, definito come superficie equipotenziale nel campo della gravità che meglio approssima il livello medio del mare, anche se non coincidente con esso. Una carta topografica è quindi in realtà la rappresentazione bidimensionale di due distinte superfici a curvatura totale non nulla: l’ellissoide ed il geoide. Fig. A.1: coordinate sferiche, ellissoidiche e cartesiane La posizione geografica di un punto sulla Terra può dunque essere definita come la sua posizione relativa ad una superficie di riferimento utilizzata in sostituzione della reale forma della Terra. La posizione è solitamente definita per mezzo di una coppia di coordinate curvilinee come la latitudine, la longitudine e l’altezza sopra la superficie di riferimento. E’ consuetudine corretta e necessaria distinguere tra coordinate sferiche, ellissoidiche e geoidiche, a secondo che siano utilizzate rispettivamente la sfera, l’ellissoide o il geoide come superfici di riferimento. Le coordinate ellissoidiche sono anche dette geodetiche. La definizione di superfici di riferimento uniche per tutta la Terra, oggi indispensabile per l’utilizzo delle metodologie satellitari, è stata in passato di scarso interesse e di difficile realizzazione, a causa del carattere essenzialmente locale delle tecniche classiche di rilievo geodetico e topografico. Per questo motivo troviamo normalmente due superfici di riferimento definite in maniera diversa in ogni nazione: un geoide ed un ellissoide locali. L’ellissoide locale deve essere posizionato e orientato rispetto alla Terra; precedentemente all’avvento delle tecniche satellitari ci si collegava al sistema astronomico locale. I sistemi di coordinate geodetiche locali sono ancora utilizzati in diversi paesi: esistono più di 150 di tali sistemi e talvolta le carte hanno più di un reticolato ed ogni reticolato si riferisce ad un diverso sistema di riferimento o, meglio, ad un differente datum. Un datum planimetrico è il modello matematico della Terra che usiamo per calcolare le coordinate geografiche dei punti; esso è definito da un ellissoide e dal suo orientamento. In pratica esso è costituito da un set di otto parametri, due di forma dell’ellissoide e sei di - 154 - posizione ed orientamento, e da una rete compensata di punti di posizione nota, estesa sull’area di interesse, che lo materializza. In uno stesso datum si possono usare molti sistemi di coordinate: le trasformazioni tra questi ultimi sono sempre puramente matematiche. La trasformazione tra due datum può essere invece calcolata solo quando vi siano sufficienti misure che legano nei due sistemi. I sistemi geodetico-cartografici di interesse nazionale I rilevamenti effettuati e che si effettuano nel nostro paese hanno una base comune: l’inquadramento geodetico proveniente dai lavori dell’I.G.M. Dopo l’unificazione del Regno, l’ufficio tecnico dello Stato Maggiore dell’esercito ebbe l’incarico del rifacimento totale della triangolazione nazionale tramite l’unificazione delle reti parziali preesistenti. Nei lavori, completati alla fine del secolo scorso per la rete fondamentale, venne adottato l’ellissoide di Bessel con tre orientamenti differenti su tre punti di coordinate astronomiche note: Genova, Roma M. Mario, Castanea delle Furie. Ai primi del ‘900 fu affrontato il problema di compensare l’intera rete su un’unica superficie di riferimento. Nel contempo il Catasto iniziò i suoi lavori e per quanto riguarda l’inquadramento venne stabilita la derivazione dalle reti I.G.M., mentre per la rappresentazione sul piano venne adottata la proiezione di Cassini Soldner, avente caratteristiche di deformazione più idonee alle misura delle aree. In realtà tale sistema non è stato utilizzato per l’intero territorio nazionale. I lavori catastali si sono infatti svolti in molti casi prima del completamento dei lavori di triangolazione dell’I.G.M. ed hanno quindi spesso fatto riferimento a sistemi geodetici di definizione precedente e talvolta provvisoria. La rete catastale non è quindi del tutto congruente con quella nazionale, angoli e lati della rete non sono esattamente gli stessi. Sistema di riferimento catastale Definizione Ellissoide Bessel (1841): a= 6 377 397.155 ; f = 1/299.1528128. Orientamento : Genova IIM (def. astronomica 1902); φ= 44° 25’ 08.225”; λ=0°; azimut su Monte del Telegrafo α = 117° 31’ 08.91”. Realizzazione Rete di inquadramento costituita dalla triangolazione dell’IGM, affittita con la triangolazione catastale. Rappresentazione cartografica Cassini- Soldner, con suddivisione del territorio nazionale in zone. Riferita ciascuna ad una diversa origine. Nel 1940 la Commissione Geodetica Italiana decise di cambiare il sistema di riferimento. Come ellissoide fu scelto quello di Hayford (o internazionale), più vicino alla realtà fisica terrestre e per l’orientamento fu realizzata un’apposita stazione astronomica sul vertice di 1° ordine di M. Mario. Per inquadrare la rete nel nuovo datum non fu effettuata una nuova compensazione, ma semplicemente un “trasporto” dei vertici della rete geodetica fondamentale, i quali mantennero nel nuovo sistema tutte le loro inesattezze e disomogeneità. Questo sistema, che costituisce ancora oggi il riferimento ufficiale nazionale, è denominato Roma40. - 155 - Sistema di riferimento Roma40 Definizione Ellissoide Internazionale (Hayford): a= 6 378 338 ; f = 1/297. Orientamento : Roma M. Mario (def. astronomica 1940); φ= 44° 25’ 08.225”; λ=0° (12° 27’ 08.400” Est da Greenwich); azimut su Monte Soratte α = 117° 31’ 08.91”. Realizzazione Rete di triangolazione fondamentale IGM. Rappresentazione cartografica Conforme di Gauss; territorio nazionale compreso in due fusi, Est e Ovest, di 6° di ampiezza, con meridiani centrali a –3° 27’ 08.400” e 2° 32’ 51.600” di longitudine da M. Mario. Fattore di contrazione = 0.9996. Falsa origine per le coordinate Est: 1500 Km (fuso Ovest); 2520 Km (fuso Est). Nel dopoguerra venne inoltre adottata, anche su proposta del professor Boaga, la rappresentazione conforme di Gauss, non solo per la cartografia ma soprattutto per i calcoli geodetici. Il sistema geodetico-cartografico nazionale (Roma40 – Gauss-Boaga) è il sistema in cui sono calcolate le coordinate dei vertici della rete trigonometrica fondamentale italiana. La denominazione corrente Gauss-Boaga si riferisce esclusivamente alle coordinate piane (o cartografiche). y x Fig. A.2: La proiezione di Gauss Anche se il catasto ha ufficialmente adottato il sistema “Roma40 – Gauss-Boaga” da vari anni, in pratica solo in alcune si è passati effettivamente a tale sistema. La conseguenza più grave di questo mancato impegno è la non utilizzabilità, in molti casi, dei trigonometrici catastali nella formazione delle carte tecniche. Ai tre sistemi d’interesse nazionale prima esposti se ne aggiunse, negli anni ’50, un quarto. Infatti in Europa nel secondo dopoguerra fu sentita l’esigenza di uniformare le cartografie e quindi anche i sistemi di riferimento, anche perchè la diffusione delle macchine calcolatrici elettroniche permetteva di affrontare calcoli di mole prime impensabile. Molti stati europei concordarono di procedere ad un calcolo di - 156 - compensazione di insieme di una selezione delle rispettive reti geodetiche, onde riferire le coordinate dei punti ad un unico sistema. Fu scelta come superficie di riferimento l’ellissoide di Hayford ed il centro di emanazione fu stabilito a Potsdam. Fu anche stabilito di contare le longitudini dal meridiano di Greenwich, ed il sistema di riferimento fu denominato “European datum 1950”, in sigla ED50. Sistema di riferimento ED50 Definizione Ellissoide Internazionale (Hayford): a= 6 378 338 ; f = 1/297. Orientamento : European datum 1950 origine delle longitudini: Greenwich Realizzazione Non ha una rappresentazione propria, essendo nato per scopi di omogeneizzazione cartografica. Rappresentazione cartografica Di Mercatore Traversa Universale; territorio nazionale compreso in due fusi di 6° di ampiezza con meridiani centrali a 9°e 15° di longitudine est Greenwich. Fattore di contrazione = 0.9996. Falsa origine per le coordinate Est: 500 Km; L’ I.G.M., per ottemperare ad impegni internazionali, inseri’ nella propria cartografia i reticolati geografico e piano, relativi rispettivamente al sistema geodetico ED50 ed alla rappresentazione UTM associata. Un reticolato di paralleli e meridiani, cioè un reticolato geografico, è stato per lungo tempo lo strumento convenzionale per definire la posizione di un punto su una carta. Però le unità di latitudine e longitudine hanno dimensioni differenti e ciò comporta complessità e tempo per il posizionamento e la misura. Il reticolato geografico può essere sostituito da un reticolato cartografico, cioè un reticolato cartesiano, composto da rette ugualmente spaziate. E’ il reticolato N, E che conosciamo. Gran parte del mondo ha adottato il reticolato UTM come base per le proprie carte a grande scala. In Italia per il reticolato gaussiano relativo al sistema ED50 venne adottata la denominazione UTM, per distinguerlo da quello relativo al sistema nazionale, denominato di Gauss-Boaga, pur essendo identica la rappresentazione; la denominazione corretta è però UTM-ED50, oggi indispensabile per distinguerla dalla UTM-WGS84. L’I.G.M. quindi adottò il sistema ED50 per il taglio della nuova cartografia alla scala 1:50.000 ed il relativo reticolato UTM, per cui c’è omogeneità, in queste carte, tra le coordinate geografiche dei vertici e le cordinate gaussiane desumibili dal reticolato. Il sistema geodetico-cartografico europeo (ED50-UTM) è il sistema usato per il “taglio” (delimitazione degli elementi cartografici secondo trasformate di archi di meridiani e paralleli) della maggior parte della cartografia attualmente in produzione a livello nazionale; non è impiegato come sistema d’inquadramento. Uno stesso punto ha nel sistema UTM coordinate differenti da quelle nel sistema “Gauss-Boaga”; tale scostamento è dovuto al diverso datum geodetico. Il passaggio dalla coordinate UTM alle “Gauss-Boaga” è eseguibile solo con formule di corrispondenza di tipo empirico. I sistemi di riferimento continentali e mondiali I sistemi geodetici locali impiegati in geodesia e cartografia prima dell’avvento dei sistemi satellitari sono basati, come visto, su ellissoidi orientati in modo da approssimare - 157 - bene localmente la superficie geoidica. Ciò può ritenersi valido nell’ambito di una nazione di superficie limitata come l’Italia. L’esigenza di avere sistemi di riferimento sempre più estesi è però andata crescendo nel corso degli ultimi decenni in concomitanza con l’aumentare delle possibilità e della velocità di scambi di vario tipo fra ogni parte del mondo. Infatti sono intuitivi i molteplici vantaggi derivanti dal poter utilizzare un unico sistema di coordinate per tutta la Terra. L’avvento della geodesia satellitare ha reso poi indispensabile l’adozione di riferimenti unici e geocentrici che fossero in accordo con il moto dei satelliti che sono riferiti al centro di massa della Terra fisica. Negli ultimi decenni molti dati di posizione di elevata precisione si sono accumulati. Tutti questi fattori combinati hanno reso possibile definire e realizzare un nuovo sistema di riferimento di applicabilità mondiale e con origine coincidente con il centro di massa della Terra fisica. Un sistema orientato a tale scopo, per essere anche strumento di correlazione tra i differenti sistemi geodetici locali, deve essere geocentrico e solidale con la Terra. Tale sistema è denominato ECEF, acronimo di Earth-centered Earth-Fixed: è geocentrico poiché il centro del sistema coincide con il centro di massa della Terra; solidale nel senso che il sistema è “fissato” alla Terra e quindi la segue nei suoi grandi moti. Poiché la rapida evoluzione tecnologica ha reso migliorabili, alla luce delle nuove scoperte, le definizioni e le realizzazioni, siamo passati, nel giro di pochi anni, dal capostipite WGS60, al WGS66, al WGS72, fino al WGS84. WGS84 è l’acronimo di “World Geodetic System 1984” e definisce il sistema come geodetico, mondiale, riferito al 1984; esso costituisce un modello matematico della Terra da un punto di vista geometrico, geodetico e gravitazionale, costruito sulla base delle misure e delle conoscenze scientifiche e tecnologiche disponibili fino al 1984. Esso è il sistema di riferimento adottato nel posizionamento mediante satelliti GPS. La realizzazione italiana del WGS84 è la rete IGM95; essa è stata completata su tutto il territorio nazionale, è omogenea, ha distribuzione uniforme, è facilmente accessibile. La combinazione della rete IGM95, della rappresentazione UTM è associata e delle tecniche GPS, rappresenta il più consistente passo verso la precisione, la completezza, l’interscambiabilità e la piena utilizzazione delle informazioni territoriali. Sistema di riferimento WGS84 Definizione E’ costituito da una terna cartesiana OXYZ con origine nel centro di massa convenzionale della Terra ed asse Z rivolto secondo l’asse di rotazione terrestre. Alla terna è associato un ellissoide con centro nell’origine ed assi coincidenti (ellissoide geocentrico). Ellissoide WGS84: a= 6 378 137 ; f = 1/298.257223563 Realizzazione Globale: rete di stazioni permanenti DoD USA; costellazione satelliti GPS. Europea: rete EUREF89. Italiana: rete IGM95. Rappresentazione cartografica Non è ufficialmente associato nessun sistema cartografico, anche se è frequente l’adozione dell’UTM con inquadramento WGS84. - 158 - APP. 2) PRINCIPALI STANDARD DI METADATI FGDC – CSDGM La Federal Geographic Data Commitee (FDGC) promuove lo sviluppo coordinato, l’utilizzo, la condivisione e la divulgazione del dato geografico negli USA. L’esperienza americana è certamente la più consolidata; fu infatti la FGDC che diversi anni fa definì uno standard per la descrizione delle banche dati geografiche denominato “metadata”. Lo standard dell’FGDC oltre ad essere utilizzato nei progetti statunitensi di scambio di dati geografici (e avendo quindi ha una base di applicazioni pratiche che supera di gran lunga le altre), è estremamente simile agli standard australiani e neozelandesi. Anche la maggior semplicità teorica o formale mette in evidenza una rilevante semplicità nell’uso. Inoltre tale standard è stato scelto ed incorporato negli strumenti di documentazione dei dati geografici da parte dei più grandi produttori di software geografici, ponendo le basi per una dominazione di fatto della scena commerciale mondiale. Infine esso con le sue prossime evoluzioni verso lo standard ISO, contempla già oggi l’uso del linguaggio HTML ma soprattutto contempla la transizione verso l’XML, che viene universalmente considerato come la prossima frontiera dei sistemi su Internet. L’informazione inclusa nello standard è stata selezionata in base a quattro ruoli che il metadato deve giocare: • • • • disponibilità: insieme di dati esistenti per una determinata locazione geografica; utilizzabilità: per l’uso che l’utente si è prefissato; accesso: una volta identificato il dato che interessa come fare per accedervi; trasferimento: come fare per trasferirlo ed utilizzarlo. Una delle maggiori difficoltà nella comunità dei dati geospaziali è la scarsità di informazioni che possano aiutare l’utente a determinare quali dati esistano, quali tra i dati esistenti siano utilizzabili per le applicazioni che interessano l’utente, le condizioni per accedere, trasferire ed utilizzare tali dati. Questo standard fornisce un aiuto determinante alla soluzione di questi problemi. Lo schema CSGDM è uno schema relativamente complesso ed articolato che comprende circa 220 campi; è strutturato in 7 sezioni, delle quali la prima e l’ultima obbligatorie: Lo standard si presenta come un elenco di informazioni suddivise in 7 sezioni principali: 1. Identification Information: informazioni base sul set di dati (area geografica in esame, produttore dei dati, elenco dei contatti in caso di bisogno…..). 2. Data Quality Information: informazioni sulla qualità dei dati (accuratezza, completezza, consistenza, fonti, metodi usati per il reperimento dei dati). 3. Spatial Data Organization Information: informazioni sulla rappresentazione dei dati. 4. Spatial Reference Information: informazioni sulla scala, la proiezione, il sistema di coordinate, l’unità di misura usati. 5. Entity and Attribute Information: informazioni sul contenuto di dati e attributi. 6. Distribution Information: informazioni sul distributore dei dati (se e quali dati sono disponibili, quanto costano, quale è il supporto etc). 7. Metadata Reference Information: informazioni sugli enti preposti all’aggiornamento e documentazione dei dati. CEN/TC 287 CEN (Comité Europeen de Normalization) è l’organizzazione europea sovrintendente a tutti i processi di standardizzazioni per gli stati membri della Comunità Europea. - 159 - CEN/TC287 “Geographic Information” è la commissione tecnica (technical committee) sovrintendente allo sviluppo di un insieme di standard europei riguardanti l’informazioni geografica. In pratica CEN/TC287 norma a carattere europeo quello che ISO/TC211 norma a carattere internazionale. Nel 1999 ha pubblicato la Normativa relativa ai metadati geografici denominata Prestandard Europeo CEN/TC 287, ma che nel 2000 ha cessato la propria attività in funzione di una unificazione dello standard CEN con l’ISO. Sulla base dell’esperienza americana del FDGC e di altre esperienze internazionali, il Comitato Tecnico Europeo TC 287 “Geographic Information”, nella famiglia di standard che ha messo a punto, ha definito uno schema di metadati per descrivere le banche dati geografiche in tutte le loro caratteristiche. I metadati sono qui organizzati in 9 Sezioni di Metadati; le 9 sezioni comprendono poi circa 180 campi: lo schema risulta pertanto molto articolato e complesso. 1. Identification: identificazione del set di dati. E' obbligatorio definire il titolo dell'insieme dei dati; altre informazioni (titolo abbreviato, titolo/i alternativi, versione) sono opzionali. 2. Overview: descrizione testuale del contenuto dell'insieme di dati, esempi di dati, utilità dei dati, linguaggio, dataste correlati. 3. Quality elements: qualità dei dati e dei parametri, stato di aggiornamento dei dati. 4. Metadata reference: data di creazione dei metadati, data dell'ultima revisione e data della revisione successiva 5. Extent: riferimento spazio-temporale di validità dei dati 6. Spatial reference system: sistema di riferimento adottato 7. Data definition: caratteristiche dei dati, classificazione. 8. Classification: thesaurus di riferimento 9. Administrative metadata: organizzazioni coinvolte nella gestione dei dati e punti di contatto. Lo standard CEN/TC 287 è stato “interpretato” ed applicato da molti enti pubblici anche in Italia. Però con la scusa che la compilazione di questo standard richiede molto tempo e competenza, si continuano a presentare metadati “ridotti” dichiarando impropriamente che rispettano lo standard. DUBLIN CORE Nel campo dei dati documentali generali, lo standard più noto è quello proposto dal Dublin Core, una associazione formatasi negli USA a partire da un workshop tenutosi nel 1995 presso la sede di OCLC (Online Computer Library Center) a Dublin, nell'Ohio. Il Dublin Core è il risultato di una iniziativa volta a semplificare al massimo le possibilità di ricerca su Internet di meta-informazioni di qualsiasi tipo, ed è stato specificatamente ideato per essere ricercabile da motori di ricerca anche generici. La sua semplicità non lo mette forse in grado di sostituire completamente uno standard di metadati specificatamente nato per gestire informazione geografica, ma ne è invece un complemento. Proprio per queste sue caratteristiche, esso probabilmente verrà riassorbito all’interno del nuovo standard ISO/TC 211 Geomatics. Questo standard è composto da elementi: il set minimo proposto nel dicembre 1996 è costituito da 15 elementi di base: • • • • titolo; autore o creatore; soggetto e parole chiave; descrizione (descrizione testuale del contenuto della risorsa); - 160 - • • • • • • • • • • • editore (l'entità responsabile della diffusione della risorsa nella sua forma presente); altro responsabile (persona o ente che ha contribuito intellettualmente); data (data in cui la risorsa à stata resa disponibile, nella forma AAAA-MMGG); tipo di risorsa (la categoria cui appartiene la risorsa, secondo liste in via di sviluppo); formato (il formato dei dati, usato per identificare il software e hardware necessari per utilizzare la risorsa; è in corso di sviluppo una lista di formati); identificatore della risorsa (stringa di caratteri o numero univoci di identificazione della risorsa: ad es. l’URL); fonte (una stringa o un numero univoco di identificazione della fonte da cui la risorsa è derivata); lingua (lingua del contenuto della risorsa nella forma standard ANSI NISO Z39.53); relazione (esprime la relazione della risorsa con altre risorse); copertura (caratteristiche spaziali e/o temporali della risorsa); diritti (un link a una notizia di copyright o di diritti d'autore della risorsa). Ciascun elemento è definito usando un set di 10 attributi ricavati dalla norma ISO 11179. ISO/TC 211 L’International Organization for Standardization (ISO, http://www.iso.ch/index.htm) è l'ente normatore a livello mondiale. Per quanto riguarda l’informazione geografica il comitato interessato è l’ISO/TC 211. Tale standard per la creazione di metadati geografici dovrebbe essere una specie di summa dei principali standard. Il comitato tecnico ha adottato il linguaggio UML (Unified Modelling Language): quest’ultimo linguaggio si è sviluppato in ambito del software engeenering Object Oriented per cui risulta adatto a descrivere ogni Sistema Informativo, si è diffuso rapidamente e si sta imponendo come uno standard di fatto. Inoltre è stata realizzata un’implementazione dello standard attraverso l’XML, in modo da consentire una diffusione di tipo usuale per mezzo di Internet. L’ISO metadata standard è stato sviluppato selezionando gli elementi dei metadati che fossero in grado di adempiere a questi quattro ruoli principali: • • • • localizzare: gli elementi sono stati selezionati per fare in modo che gli utenti fossero in grado di localizzare la risorsa e i produttori di “pubblicizzarla”. Inoltre gli elementi sono stati selezionati per aiutare le organizzazioni a identificare i dati nella loro locazion; valutare: avendo gli elementi appropriati per descrivere un dataste, dopo averlo localizzato, gli utenti avranno quindi la possibilità di determinare se questa risorsa sarà utilizzabile per lo scopo di utilizzo che si sono prefissati; estrarre: dopo averlo localizzato e aver determinato se fa al caso suo, l’utente richiederà gli elementi del metadato; impiegare: alcuni elementi dei metadati ne faciliteranno l’uso appropriato indicando con quali dati si possono combinare ed in generale descrivendone proprietà e limiti. I documenti dello standard ISO/TC 211 sono di qualità notevole ed il loro contenuto altamente innovativo risulta adeguato anche a descrivere l’attuale stato evolutivo dei GIS. Lo standard ISO prevede un insieme minimo di 22 campi descrittivi: - 161 - N° Campo 1 Dataset title 2 Dataset reference date 3 Dataset responsible party 4 Geographic location of the dataset 5 Dataset language 6 Dataset character set 7 8 Dataset topic category Spatial resolution of the dataset 9 Abstract describing the dataset Distribution format 10 11 Additional extent information for the dataset 12 Spatial representation type 13 Reference system 14 Lineage statement 15 On-line resource 16 Metadata file identifier 17 Metadata standard name 18 19 Metadata standard version Metadata language 20 Metadata character set 21 Metadata point of contact 22 Metadata time stamp Descrizione titolo della Carta geografica data di pubblicazione o di riferimento della Carta. (Editore, insieme di informazioni relative al responsabile della carta Proprietario, ecc.). Riferimento spaziale espresso attraverso il bounding box, coordinate dei 4 vertici della Carta, o altro identificatore geografico codice ISO 639 che esprime la lingua in cui è scritta la Carta l'insieme di caratteri in cui è codificata la Carta insieme di parole chiave correlati alla Carta. è il numero che esprime il denominatore della scala di rappresentazione della carta o la risoluzione spaziale (ground sample distance). un testo descrittivo tendente a dare una spiegazione generale della Carta. il formato, e la sua versione, con cui viene distribuita la Carta (es. cartaceo, E00, DWG ecc.). ulteriori informazioni sull'estensione della Carta, riferimenti verticale e temporale. informazioni sul sistema di rappresentazione (raster, vector, ecc.) della Carta. informazioni sul sistema di riferimento (ellissoide, datum, ecc.). informazioni sulle fonti da cui è stata prodotta la Carta. eventuali informazioni on-line sulla distribuzione della Carta identificativo univoco che contraddistingue la Carta. nome dello standard utilizzato per i metadati. versione del suddetto standard codice ISO 639 che esprime la lingua in cui è scritto il file di metadati insieme di caratteri in cui è codificato il file di metadati. persona o organizzazione di contatto per i metadati. data di produzione dei metadati. - 162 - APP. 3) ALTRI RISULTATI DEL CENSIMENTO SIT Qui di seguito sono elencati i risultati del censimento sui SIT dei comuni medio – grandi non riportati nel capitolo 5. Agrigento Non è presente un ufficio SIT. Alessandria Esiste un ufficio dedicato ma il SIT è in costruzione. Ancona ( http://ww1.comune.ancona.it/comune/urbanistica/urbanistica.htm ) Esiste una Unità Operativa SIT con le seguenti funzioni di base: • Gestione della toponomastica • Gestione cartografie di base e gestioni delle banche dati • Relazioni e scambi di informazioni territoriali con enti esterni e municipalizzate Certificazione dei dati cartografici • Realizzazione di strumenti e panel statistici georeferenziati • Supporto allo sviluppo di progetti che hanno attinenza cartografica e territoriale. On line è presente solo una cartografia di base in formato Cad, oltre ai documenti del PRG. E’ possibile calcolare l’ICI on-line. Aosta Non è presente un ufficio SIT. On-line è possibile consultare la normativa del PRG e qualche stralcio cartografico.E’ possibile calcolare e pagare l’ICI on-line. Arezzo ( http://mapserver.ldpassociati.it/arezzo/ ) Il SIT è attualmente in costruzione. Per ora è presente on-line una cartografia di base che utilizza Autodesk Mapguide, oltre alle norme, ed è possibile pagare l’ICI on-line. Ascoli Piceno Non è presente un ufficio SIT. Asti Esiste un ufficio dedicato ma il SIT è in costruzione. E’ possibile calcolare e pagare l’ICI on-line. Avellino Non è presente un ufficio SIT. - 163 - Bari Non è presente un ufficio SIT. Sul sito internet, attualmente in rinnovamento; sono però consultabili normativa e alcune tavole in formato jpeg. Barletta Sul sito è presente un Web-Gis sviluppato con CITY TREK WEB di Core (vedi Bologna) che permette di consultare le seguenti cartografie: mappa tecnica, mappa turistica, mappa dei servizi, PRG. I tematisimi sono poco gestibili. Belluno Non è presente un ufficio SIT. Benevento Non è presente un ufficio SIT. Biella Non è presente un ufficio SIT. Bolzano (http://www.comune.bolzano.it/urb_default.jsp?ID_LINK=199&area=18 ) Esiste un ufficio SIT che dichiara occuparsi di: • • • • Sistema informativo territoriale; Toponomastica stradale; Assegnazione dei numeri civici; Gestione cartografica; On-line sono presenti informazioni di toponomastica e cartografia (PUC, aerofotogrammetrici e altre carte in formato Dwg). E’ possibile calcolare e pagare l’ICI on-line. Brescia Non è presente un ufficio SIT. Le tavole del PRG sono però scaricabili in vari formati, assieme alla normativa. Brindisi ( http://82.190.191.165/ ) On –line sono presenti una ampia cartografia dei piani e gli aerofotogrammetrici. Esiste un Web-Gis, ma i dati sono scarsi e non e possibile modificare i tematismi. Cagliari Non esiste un ufficio SIT, il settore urbanistica permette però la visualizzazione delle tavole del P.U.C. in formato dwf. - 164 - Caltanisetta Non esiste il SIT. Campobasso Non esiste il SIT, ma il sito è in rifacimento ed è prevista una sezione cartografia. Caserta Non esiste il SIT. Catania (http://www.comune.catania.it/portale/comct/direzioni/sistemi_informativi/sit.asp) Esiste un ufficio SIT, si dichiara gestisca una serie di funzioni e di livelli di informazioni (cartografia, assi stradali, edifici scolastici e comunali, elementi di reti tecnologiche ed altro).Sul sito è però presente solo il PRG in scala 1:5000 in formato Dwg. .E’ però possibile calcolare e pagare l’ICI on-line. Catanzaro Non esiste il SIT. Chieti Non è presente un ufficio SIT. Como Non è presente un ufficio SIT. Cosenza Non esiste il SIT. Cremona Non è presente un ufficio SIT, è presente solo l’inquadramento delle rete GPS. Crotone Non è presente un ufficio SIT, ci sono tavole di PRG in formato immagine. Cuneo Non è presente un SIT, ma il sito è in aggiornamento e mancano sezioni. Enna Non è presente un ufficio SIT. - 165 - Ferrara (http://ww3.comune.fe.it/suv/index.phtml?id=65&PRISCILLA_SESSION=eda8e329 38b1b461ffc955b177b24f84) Esiste un ufficio SIT. E’ presente un semplice Web-Gis sviluppato con ArcIms, che permette di interrogare la cartografia del PRG, anche se sono presenti solo 3 tematismi fissi, cioè uso del suolo, attività commerciali e categorie di intervento. Sono presenti anche altre cartografie (aree verdi…). Foggia Non è presente un ufficio SIT. Forli’ (http://www.comune.forli.fo.it/contenuti/sit/ ) L’Ufficio SIT ha finora messo on-line 3 tipi di cartografia sviluppate con ArcIms: la cartografia di base del territorio, il PRG e il piano del traffico. Ogni cartografia può essere interrogata e i tematismi possono essere gestiti, aggiungendo o togliendo layers. Frosinone Non è presente un ufficio SIT. Gorizia Non esiste un ufficio SIT, ma è presente un PRG on-line in formato CGM, ed inoltre la cartografia del patrimonio e del geologico. Grosseto Non è presente un ufficio SIT. E’ però possibile accedere a parte del data-base comunale. Imperia Non esiste un ufficio SIT. Isernia Non è presente un ufficio SIT. L’Aquila Non esiste un ufficio SIT. La Spezia Il Web-Gis sviluppato con ArcIms permette di interrogare solo alcune cartografie non gestibili, come azzonamento del PRG, vincoli, geologico, aree di interesse storico. Latina Non esiste un ufficio SIT. - 166 - Lecce Non esiste un ufficio SIT. Lecco Esiste un’Agenzia SIT, ma il sistema informativo è in costruzione. Livorno E’ presente un Web-Gis in costruzione che per ora permette solo l’interrogazione del PRG e della carta del sistema infrastrutturale. I tematismi sono però gestibili. Lodi Non esiste un ufficio SIT. Lucca Non esiste un ufficio SIT. E’ possibile calcolare e pagare l’ICI on-line. Macerata ( http://sit.comune.macerata.it/Content/main.asp?BrowserType=IE ) E’ presente un Web-Gis sviluppato con GeoMedia, ma solo del PRG e con i tematismi fissi. Massa Non esiste un ufficio SIT. Matera Non esiste un ufficio SIT. Messina Non esiste un ufficio SIT. Napoli Esiste un ufficio dedicato ma non ancora il SIT. On-line è presente la cartografia del PRG in formato pdf. Novara Esiste un servizio SIT in costruzione e la cartografia deve essere richiesta in comune. Nuoro Non esiste un ufficio SIT, sono presenti sul sito cartografie in jpg. E’ possibile calcolare e pagare l’ICI on-line. - 167 - Oristano Non esiste un ufficio SIT. Padova Pur essendo uno dei primi comuni ad aver utilizzato questa tecnologia in ambito nazionale, lo sviluppo del SIT è stato relativo e settoriale, in particolare si è fermato a cartografia e pratiche. Il SIT di Padova non è un sistema ad oggetti ma è basato sul numero civico: la carta toponomastica ne è uno dei fondamenti, mentre la carta tecnica comunale non è ciccabile. Sul sito è presente, oltre alla cartografia tecnica in formato pdf, ricercare vie, numeri civici, farmacie, scuole ecc. localizzate sulla cartografia del Comune di Padova attraverso una mappa toponomastica con comandi standard. Palermo Non esiste un ufficio SIT, sul sito è presente il PRG in formato Dwf. Pavia ( http://www.comune.pv.it/on-line/index.jsp?instance=1&node=269 ) Esiste un servizio SIT, ma sul web è presente solo la descrizione delle attività svolte. Il SIT di Pavia: • Immagazzina le informazioni come un insieme di strati tematici che, a loro volta, sono relazionati fra di loro tramite correlazioni geografiche. • Esplicita la locazione geografica delle varie pratiche • Crea esplicitamente entità geografiche, ad esempio gli interventi edilizi, da riferimenti impliciti, quali l'indirizzo. • Effettua ricerche ed analisi geografiche. • Migliora l'Integrazione all'interno dell'organizzazione comunale, attraverso un più razionale utilizzo delle risorse e un maggiore scambio di informazioni e visibilità fra gli uffici connessi. • Produce cartografie e sviluppa modelli. • Trova soluzioni ed aiuta a prendere decisioni (analisi e restituzione cartografica a supporto dei processi di pianificazione e decisionali). Perugia Esiste un ufficio SIT ma sul sito è presente solo la cartografia dinamica del PRG con software Autodesk Mapguide, con la maggior parte delle tavole in formato Pdf. Pesaro (http://urbanistica.comune.pesaro.ps.it/siti/sitphp.php) Esiste un ufficio SIT. On-line sono presenti, oltre alla normativa, le seguenti cartografie create con ArcIms: • • • • Prg Stradario comunale Mappa delle attività produttive Il Web-Gis permette l’interrogazione delle mappe, ma i tematismi gestibili sono pochi. - 168 - Pescara Esiste un ufficio SIT, ma sul sito sono presenti solo le tavole del PRG come files immagine. E’ possibile calcolare e pagare l’ICI on-line. Piacenza Non esiste un ufficio SIT, sul sito sono presenti alcune tavole del PRG in formato Pdf. Pisa ( http://www.comune.pisa.it/doc/sit-pisa/index.htm ) Il SIT comunale, oltre ad un’ampia cartografia in vari formati, mette a disposizione sulla rete un Web-Gis che permette di navigare le seguenti mappe: • Cartografia di base • Individuazione circoscrizioni • Piano Strutturale • Mappa parcheggi a pagamento • Mappa dei cassonetti • Mappa dei servizi • Mappa delle strutture alberghiere Tutte le mappe oltre all’interrogazione permettono la gestione di alcuni tematismi, anche se spesso non numerosi. Pistoia (http://213.188.207.38/pt/sito/Index_PRG.htm ) Esiste unicamente un Web-Gis interrogabile e con i tematismi gestibili che permette la consultazione di: • Cartografia di base • PRG • Mappa delle destinazioni d’uso • Mappa dei criteri di intervanto • Carta delle zone speciali Pordenone (http://www.pordenone.coresit.net/ ) Oltre alla consultazione di normativa e all’estrazione di cartografia in formato Dxf, è presente un Web-Gis realizzato da CORE che permette la consultazione e l’interrogazione del PRG comunale. I tematismi sono gestibili. Potenza Non esiste un ufficio SIT. Prato Non esiste un ufficio SIT, sono presenti numerosi servizi on-line ma la cartografia è solo in formato jpg. Ragusa Non esiste un ufficio SIT. - 169 - Ravenna (http://www.comune.ravenna.it/pagine/index.php?t=sit&ref=4 ) Il SIT comunale mette a disposizione su Internet un Web-Gis che permette di navigare la cartografia di base e il PRG. Le informazioni cartografiche e di normativa sono connesse ed è possibile formulare interrogazioni. I tematismi sono gestibili. Reggio Calabria Non esiste un ufficio SIT. Il PRG è visualizzabile sulla rete in formato Dwf. Reggio Emilia Il SIT è in costruzione, per ora on-line è possibile consultare una cartografia dinamica del PRG interrogabile ma non gestibile. Rieti Non esiste un ufficio SIT. Rimini (http://www.comune.rimini.it/servizi/sit/index.htm) Il SIT del Comune di Rimini è stato creato da Core in collaborazione con il Comune di Modena. On-line è presente l’elenco della cartografia SIT realizzata, ma non è possibile né visualizzare né scaricare niente. Per ottenere la cartografia, che viene rilasciata solo a pagamento, occorre compilare un modulo. Rovigo (http://siet.rovigo.it/ ) Esiste un Sistema Informativo dell'Economia e del Territorio (SIET) che permette la consultazione on-line della normativa e di mappe dinamiche. Esse sono: • • • • Mappa del turismo: Mappa interattiva della città per l'individuazione delle principali strutture turistiche e categorie collegate. Mappa servizi e cartografie tematiche specializzate: Mappa interattiva della città per l'individuazione delle principali strutture di servizio pubblico e privato e di altre informazioni di utilizzo più specifico. Piano Regolatore Generale Mappa della Zonizzazione Acustica: Piano della Zonizzazione Acustica del territorio Comunale. Il Web-Gis realizzato da CORE oltre all’interrogazione delle mappe permette la gestione dei tematismi. Salerno Non esiste un ufficio SIT, è presente solo una sintesi di PRG in formato Pdf. Sassari Non esiste un ufficio SIT. E’ possibile calcolare e pagare l’ICI on-line e ci sono altri servizi. - 170 - Savona (http://www.comune.savona.it/IT/Page/t01/view_html?idp=877) Esiste un Web-Gis fatto con Autodesk Mapguide che permette la consultazione e l’interrogazione del PRG, ma i tematismi sono quasi fissi. Siracusa (http://www.comune.siracusa.it/gismg/aretusa_sr/login.asp) Il Web-Gis è in costruzione con software Autodesk Mapguide. Per ora sono presenti tavole in formato dwf. Sondrio Non esiste un ufficio SIT. Taranto (http://www.taonline.it/taranto/intro.jsp ) Esiste un SIT e on-line sono interrogabili le seguenti cartografie, con tematismi non gestibili: • • • Mappa servizi PRG Ortofoto Teramo Non esiste un ufficio Sit, sul sito sono presenti le tavole del PRG in formato pdf. Terni (http://www.comune.terni.it/ambiente_territorio_urbanistica.asp ). Sul sito si trova un Web-Gis sviluppato con City Trek Web di Core che permette l’interrogazione del PRG, ma i tematismi sono fissi. Il SIT comunale è comunque in costruzione, per ora si limita ad un quartiere prototipo. Trapani Non esiste un ufficio Sit. Trento E’ presente un Web-Gis creato con software ArcIms che consente la consultazione della cartografia di base e del PRG. Le mappe sono interrogabili ed i tematismi sono facilmente gestibili. Treviso Esiste un ufficio SIT il sistema è ancora in costruzione ed on-line non è presente nulla. Trieste Non esiste un ufficio SIT. - 171 - Udine Non esiste un ufficio SIT. Ci sono però diversi servizi on-line come calcolo e pagamento dell’ICI. Varese Esiste un ufficio SIT, ma sul sito non è pubblicato niente. Venezia (http://www.comune.venezia.it/urbanistica/home.asp) Esiste un servizio SIT ma sul sito sono presenti solo alcune varianti di PRG non interrogabili. Gli altri servizi on-line sono numerosi, come calcolo e pagamento dell’ICI. Verbania Non esiste un ufficio SIT, sono presenti le tavole del PRG in formato pdf. Vercelli Non esiste un ufficio SIT. Vibo Valentia Non esiste un ufficio SIT. Viterbo Non esiste un ufficio SIT, il PRG è presente in formato Dwf. Ci sono diversi servizi online, come calcolo e pagamento dell’ICI. - 172 - BIBLIOGRAFIA AA.VV., CDU…contesto e problematiche, MondoGIS, n.24, 2001. AA.VV., La Carta del rischio del patrimonio culturale in Lombardia (Guida per la georeferenziazione dei beni storico-architettonici), Regione Lombardia, Guerini e associati, 2004. Acerbo, P., Botti, E. e Morelli M., Monitoraggio acustico per la caratterizzazione del territorio del Comune di Genova, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Bagatta, Andrea, Città digitali, città reali, Internet News, n.9, anno V, settembre 1999. Balloni, F., Conti, L., Magnarapa, C., Moradei, B., Renda, O. e Trevisani, M., Informazione geografica sul Web: problemi e soluzioni, Atti della 2° Conf erenza Nazionale ASITA, 1998. Baltsavias, E.P., Digital ortho – images, a powerful tool for the tial and geo – information, ISPRS Journal of Photogr. and R.S., 1996. Bernhardsen, Tor, Geographic information systems : an introduction, 3. ed., New York : John Wiley, 2002. Biallo, G., Ma i metadati dove sono?, MondoGIS n.19, 2000. Biallo G., GeoMetadati: qualità, disponibilità e diffusione dei dati geografici, MondoGIS, n.16, 1999. Biallo, G., Il Sistema Informativo Geografico nell’Ente Locale: da applicazione integrata a integratore di applicazioni, MondoGIS, n.19, 2000. Biallo, G., Il Comitato intenzionale ISO TC/211, MondoGIS, n.4, 1996. Biallo, G., CEN TC/287: la commissione europea di standardizzazione per l’informazione geografica, MondoGIS, n.2, 1996. Biallo, Giovanni, Il GIS e la Pubblica Amministrazione, MondoGIS, n.10, anno III, aprile 1998. Biallo, Giovanni, Il GIS per le Amministrazioni Comunali, MondoGIS, n.13, anno III, novembre 1998. Biallo, G., Il Sistema Informativo Geografico nell’Ente locale: da applicazione integrata a integratore di applicazioni, Speciale MondoGIS, Febbraio 2000. Biallo, G., Massari, M. e Onorati G., Il GIS nei comuni italiani: risultati del sondaggio di MondoGIS, MondoGIS, n.24 , 2001. Biallo G., Gargano, O., I metadati: lo strumento per descrivere le informazioni geografiche, MondoGIS, n.5, 1997. - 173 - Bocci, M., Fagiani, F., Fineschi, A., Giamello, M., Guasparri, G., Sabatini G. e Scala A., Il GIS per la conservazione dei centri storici e dei monumenti, Atti della 3° Conferenza Nazionale ASITA, 1999. Boemi, M.F., Mogorovich, P., Archivi aerofotografici: acquisizione, gestione e consultazione, Atti della 2° Conferenza Nazionale ASITA, 1998. Booth, Bob e Mitchel, Andy, Getting Started with ArcGIS, ESRI®, s.d. Broglia, Marco, Il sistema informativo territoriale : esperienze e metodi, Milano, Guerini e associati, 2004. Broglia, Marco, Sviluppo di servizi Web-GIS per l'accesso alle basi dati geografiche, s.l., DDD, s.d. Cavattoni, E., Utilizzo del GIS a supporto della modellazione delle reti tecnologiche, Atti della 2° Conferenza Nazionale ASITA, 1998. Cannarozzo, R., Cucchiaini, L. e Meschieri, W., Misure Rilievo Progetto, Ed.Zanichelli, 1998. Caprioli, M., Procedure per il rilascio di certificazione urbanistica comunale in tempo reale, Atti della Seconda Conferenza di MondoGIS, 2000. Cappa, Pietro Antonio e Daini, Moreno, Il SIT come strumento necessario per la pianificazione e la gestione delle trasformazioni territoriali", MondoGIS, n.12, anno III, settembre 1998. Carabus, C., Valsecchi, A., Brudaselli, L., Buizza, G., De Maron, E., Breve rassegna degli incontri – Cartografia tematica degli enti sovracomunali (dal Piano Paesistico ai Piani Territoriali della Provincia di Lecco), Lecco, Associazione Libere Professioni, 2003. Ciancarella, L. et al., La diffusione dei GIS nelle amministrazioni locali italiane : nuove opportunità per il governo del territorio, Milano, F. Angeli, 1998. Cipriano, P., Le informazioni gestionali come strumento per osservare le trasformazioni urbane, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Costa, G., Ferrarini, S. , Poggi, A., Realizzazione di un GIS per lo sviluppo di un sistema di gestione delle aree verdi del Comune di Genova, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Cristoforetti, G. e Ghiara, H., Capacità istituzionale e sistemi informativi territoriali, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Deligios, M., Fabrizi, C. e Gaspani R., SICA SitBg : a Bergamo c’è un Sistema Informativo Territoriale integrato Comune – Catasto, MondoGIS, n. 19, 2000. Demers, Michael, Fundamentals of geographic information systems, New York, J. Wiley, 1997. - 174 - Di Pace, R. e Guidi, M., S.I.T. e nuove forme di piano, Documenti del Territorio, n.40, gennaio-aprile 1999. Dolce, R., La cooperazione catasto enti locali visti da un grande comune, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Farruggia S., Il ruolo dell’ente locale a supporto dei lavoratori della conoscenza geografica, Atti della seconda conferenza di MondoGIS, 2000. Fiorucci, U., Simulazioni tridimensionali, in ambiente GIS, in alcuni aspetti della pianificazione urbanistica, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Geneletti, D., Dati rilevati, GIS e sistemi di supporto alla decisione applicati alla valutazione di impatto ambientale, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Jones, Christopher B., Geographical information systems and computer cartography, Harlow, Longman, 1997. Lo Brutto, M. e Franco, V. , Messana, A., Nuovi supporti cartografici come base geometrica di un SIT”, Bollettino SIFET, 1998. Maiellaro, N., A web-based free GIS for on-line permits, Computer in Urban Planning and Urban Management, Hawai, USA, 2001. Marchese, V., I nuovi standard europei nel campo dell’informazione geografica, MondoGIS, n.5, 1997. Margaria A., Pirrello G., Sozza A., Il Sistema Informativo Territoriale on-line della città di Torino per i servizi al cittadino, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Molteni, Silvia e Ratti, Massimo, Tesi di laurea: Dalla cartografia numerica al database topografico: adeguamento, aggiornamento e inserimento in un SIT, rel. Franco Guzzetti, Milano, Politecnico, 2002/03. Monti C. e Selvini, A., Storia del catasto dalle origini ai nostri giorni”, Bollettino SIFET, n.1, Milano, 1991. Moraschi, Marta, Tesi di laurea: Urbanistica e catasto : metodi e strumenti per le strategie territoriale, rel. Luca Marescotti, Milano, Politecnico, 2003/04 Oliviero, A. e Magliulo, G. : I sistemi informativi territoriali come strumento per una pianificazione territoriale dinamica, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Ottené, Henk e Harts, Jan Jaap, GIS e pianificazione urbanistica, Segrate (MI), Il Rostro, 1996. Panecaldo, V., Catasto rustico e urbano, s.l., Ed. Buffetti, s.d. Panzeri, Matteo e Gastaldo, Guido, Atti di congresso: Sistemi informativi geografici e beni culturali, Torino, CELID, 2000. - 175 - Pasquariello, Davide e Zorloni, Vincenzo, Tesi di laurea: Sperimentazione dei S.I.T. delle reti tecnologiche, rel. Franco Guzzetti, Milano, Politecnico, 2003/04 Pellegrino, C. et al., Integrazione di un sistema di supporto alle decisioni in un sistema informativo territoriale per la gestione della raccolta dei rifiuti urbani, Atti della 4° Conferenza Nazionale ASITA, 2000. Poletti, Angela, GIS : metodi e strumenti per un nuovo governo della città e del territorio, Rimini, Maggioli, 2001. Polvara, Marco, Tesi di laurea: Modalità e strumenti per l'implementazione di un sistema informativo per la gestione del patrimonio immobiliare di un Ente locale : il caso del Comune di Lecco ; rel. Alberto Giussani ; correl. Paolo Bossi., Milano, Politecnico, 2001/02. Reeve, Derek E e Petch, James R., GIS, organisations and people : a socio-technical approach, London, Philadelphia, Taylor and Francis, 1999. Ripamonti, Paolo e Zubiani, Matteo, Tesi di laurea: Realizzazione di un sistema di supporto alle decisioni (DSS) per la gestione delle emergenze nell'ambito del Comune di Lecco : definizione degli itinerari ottimali per pianificare e coordinare l'intervento dei mezzi di soccorso, rel. Roberto Maja, correl. Monica Papini, Giovanni Vescia, Milano, Politecnico, 2002/03 Ruggeri, C. e Di Massa, M., GIS per lo sviluppo e l’integrazione dei servizi pubblici urbani, Atti della 1° Conferenza Nazionale ASITA, 1997. Ruggiero, Miriam, Tesi di Laurea: Esperienze di formazione, gestione ed utilizzo di sistemi informativi territoriali in ambito comunale, Università degli Studi di Bologna, facoltà di ingegneria, 2000/01. Saaty, T.L., The Analytic Hierarchy Process, New York, McGraw Hill, 1980 Saaty, T.L., Vargas, L.G. and Wendell, R.E., Assessing Attribute Weights by Ratios, OMEGA, 1983 Servidio, Stefano, Tesi di laurea: Urbanistica in rete : la presenza di Regioni, Province e Comuni nell'informazione urbanistica, rel. Valeria Erba, correl. Andrea Arcidiacono, Massimiliano Innocenti, Milano, Politecnico, 1999/00. Vargas, L.G., “An overview of the Analytic Hierarchy Process and its applications”, European Journal of Operational Research, vol. 48, 1990 Vico, F., WebGIS e infrastruttura di dati geografici: due concetti convergenti, un nuovo paradigma?, MondoGIS, n.24, 2001. Wiley, John, Geographical information systems : principles, techniques, applications and management, 2ed, New York, 1999. - 176 - Zunino, Valerio, Tecnologia SIT-GIS per gli enti locali ed i Professionisti del Territorio, Milano, Il Rostro, 1998. Zunino, Valerio, Sistemi Informativi Territoriali e tecnologia . Mobile GIS, MondoGIS, n.9 . anno III, febbraio 1998. Web Bibliografia Evans, A. et al. Web-based GIS used to enhance public democratic involvement[on-line], http://www.geog.leeds.ac.uk/research/papers/99-1 Il SIT on-line del Comune di Bergamo, http://situ.comune.bergamo.it:8080/situnet/ Il SIT on-line del Comune di Bologna, http://sit.comune.bologna.it/sit Il SIT on-line del Comune di Firenze, http://sit.comune.fi.it/pianoregolatore/ Il SIT on-line del Comune di Genova, http://websit.comune.genova.it/main.asp Il SIT on-line del Comune di Jesolo, http://sit.jesolo.it Il SIT on-line del Comune di Mantova, http://sit.asimantova.it Il SIT on-line del Comune di Milano, http://www.comune.milano.it/sitecartografia/index.html Il SIT on-line del Comune di Modena, http://sit.comune.modena.it Il SIT on-line del Comune di Parma, http://www.servizi.comune.parma.it/sit Il SIT on-line del Comune di Pavia, http://www.comune.pv.it/on-line/index.jsp?instance=1&node=269 Il SIT on-line del Comune di Siena, http://mapserver.ldpassociati.it/siena/ Il SIT on-line del Comune di Torino, http://sit.comune.torino.it/sitt/login/dati.jsp Information about GIS technology, http://www.esri.com. Information about GIS software, http://www.autodesk.com. La Carta del rischio del patrimonio culturale, ttp://www.icr.beniculturali.it/rischio00.htm Legge 59/1997, http://www.parlamento.it/parlam/leggi/97059l.htm Legge Bassanini, http://centri.univr.it/ius/teletesi/bassanini.htm Legge Bassanini, http://www.rete.net/bassanini.htm - 177 - Sito web del Comune di Lecco, settore urbanistica e Agenzia SIT, http://www.comune.lecco.it/comunelecco/argomento.do?argomento=Ambiente%2C+Cas a+e+Territorio Sito web del SIRBEC, http://sirbec.itc.cnr.it/ Sito web del software GIS utilizzato, http://www.intergraph.it/geomedia Intesa GIS Stato-Regioni-Enti locali, http://www.intesagis.it/ Weidenbach, M., Multimedia GIS: A New Tool For Landuse Planning [on-line], http://www.lrz-muenchen.de/~lnn/daten/foram/index.htm - 178 - PRINCIPALI ABBREVIAZIONI UTILIZZATE AHP (Analytic Hierarchy Process) ANSI (American National Standards Institute) CEN (Comité Europeen de Normalization electronique) CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione) DBMS (Data – Base Management System) DC (Dublin Core) DEM (Digital Elevation Model) DIA (Denuncia Inizio Attività) DSS (Decision Support System) DTM (Digital Terrain Model) FGDC (Federal Geographic Data Committee) G-B (Proiezione Gauss-Boaga) GI (Geographic Information) GIS (Geographic(al) Information System) GPS (Geograpich Positioning System) HTML (Hyper Text Markup Language) IGM (Istituto Geografico Militare) ISO (International Organization for Standardization) IT (Information Technology) PRG (Piano Regolatore Generale) RDBMS (Relational Database Management System) ROMA40 (Sistema di riferimento nazionale) SIBA (Sistema Informativo Beni Ambientali) SIRBeC (Sistema Informativo Regionale Beni Culturali) SIT (Sistema Informativo Territoriale) SQL (Structured Query Language) UML (Unified Modeling Language) UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) URL (Uniform Resource Locator) UTM (Universal Transverse Mercator) TIN (Triangulated Irregular Model) VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) WAP (Wireless Application Protocol) WGS84 (World Geograpich System 1984) XML (eXtensible Markup Language) - 179 -