Il testo delle lettere da Laodicea in formato PDF

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Il testo delle lettere da Laodicea in formato PDF
Lettere da Laodicea
Dipingi la pace 09.05.06
La chiesa: Corpo Mistico di Cristo
Il sonno mi pesa addosso come il piombo. Forse nel cielo mi perdo. Mi
smarrisco dinanzi a tanta meraviglia, a tanta bellezza. Fermo. Mi scoppia
dentro il mistero. Fermo. Sono un bruco, mi trasfiguro in cielo. Sono il tuo
cielo. Non sono più un confine. Ho sfondato il limite della tua parola.
Manete in me ut fructum afferatis. E’ il tabernacolo della chiesa dei
Dehoniani a Trento. Quali frutti vuoi da noi, Signore? Non mi intossico di
incenso, né di preghiere del tempo. Non sono un dipendente di luoghi
comuni. Gesù Cristo non è un limite. Non ho visioni sulle nuvole. Non ho
fantasie nella mente. Apprendo dal suo pane spezzato dùlce et rècta
sapere. Noi crediamo in te, a noi ancora sconosciuto, perché tu stesso sei
ineffabile, non del tutto conoscibile. Non ho meccanismi di difesa da te.
Non fuggo i conflitti, le battaglie. Vi entro dentro fin in fondo. Resisto
all’ipocrisia. Resisto alle calunnie. Resisto per annunciare apertamente la
tua misericordia e le tue beatitudini. Lo Spirito di Dio abita i nostri cuori.
Lo spirito di verità dà fastidio a molti. Vogliono la morte di ogni profeta.
Vogliono che mi dimetta. Che fastidio si dà a donare un pane ai figli dei
carcerati? Il dolore inietta a volte la confusione, mai l’ambiguità. Esco dal
rifiuto e non sono affatto confuso. La scelta della coscienza è più chiara di
ogni via di convenienza. Scelgo lo spirito. Il dolore non mi limita l’anima.
Affronto con energia di volontà il male. Non mi sottopongo alle tentazioni.
Nulla può fare il maligno dentro di noi. Cristo lo ha vinto. Noi
apparteniamo a Cristo: La nostra fede vince il mondo. Adoro con tutti i
viventi. Adoro con tutti i secoli. Sceglie solo mezzi di debolezza per
vincere il male. Sceglie sulla terra solo la vulnerabilità. E’ tanto
vulnerabile che gli addossano la mors turpissima. La peggiore morte dei
secoli. Cristo ha compassione della gente oppressa e si schiera a
difenderla. “Splanchna” è il verbo greco che indica collera di aiuto e di
soccorso. Non accetta che la verità venga nascosta. Non accetta i
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compromessi. Non accetta la menzogna sulla Parola di Dio. E’ terribile il
grido: voi siete ladri e briganti. Ladri di Dio. Ladri del sacro. Mi sembra
che in certi nostri ambienti si abbia per padre, come sistema, il diavolo
della menzogna. E’ l’autodifesa del peccato. Vogliono chiudere l’accesso
alla coscienza. Vogliono chiudere il regno dei cieli ai piccoli e ai peccatori.
“ “Voi non vi entrate e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono
entrarci” (Mt 23,13). La chiesa di oggi appare giusta all’esterno, rischia
però al suo interno di essere piena di ipocrisia e di iniquità. Non voglio
mascherarmi di santità. Non voglio utilizzare le cose di Dio per il mio
proprio tornaconto. Cerco di dimenticare quello che sono stato nel limite.
Cerco di dimenticare il dolore e la vergogna. Non pretendo di essere ciò
che non sono. Voglio essere ciò che sono. Cristo è il mio maestro. Non
cederò in una profonda depressione. Mi aggrappo a lui come a una madre.
Sono contento di essere rifiutato. Sono colpevole di non avere amato tanto
e di non riuscire sempre a perdonare. I santi non si buttano a gesti suicidi.
Mi guidano e mi soccorrono. Sono felice di essere guidato e anche da
alcuni controllato, scopriranno chi sono davvero. Mi hanno ferito l’anima.
Se mi avessero colpito il cuore a morte con un’arma, sarebbe stato meglio.
Spesso la sofferenza deriva dalla fatica e dal vuoto in cui viviamo. Se la
fatica viene offerta per amore, diviene leggera più di una piuma. Non
fuggo in un mondo di sogni e di illusioni. Tuttavia non rigetto i sogni.
Spesso mi sento indegno di essere amato da Cristo. Muoio di spasimi al
pensare di averlo offeso. Voglio che lui si trovi bene dentro di me. Per
sopravvivere non mi distacco da chi mi ha offeso. Entro con attenzione e
con pazienza nelle persone che mi risvegliano questa sofferenza interiore.
A volte mentre cammino mi sento additato, provo nei loro sguardi ferite
mortali. Non mi stacco dal coraggio di vivere, di superare le lacrime. Il
pianto scende in cielo. So di non essere il centro del dolore, per questo
unisco la mia sofferenza all’oceano del patire della gente. Non mi
aggrappo al sangue delle mie ferite. Lo lascio scorrere a beneficio di tutti.
Mi porta all’unità con chi soffre e patisce cancri più laceranti di me. Gesù
in questa offerta entra in relazione con noi. Lui mi calma e mi equilibra.
Mi aggrappo al suo respiro. Non ho nessun sistema umano per proteggermi
dalla sofferenza. La soluzione è solo lui. Il dolore non ha mai fatto male
allo spirito. Sono con lui, qui e ora. Qui e ora negli eventi della storia. Qui
e ora nella mia esistenza. Qui e ora nel quotidiano. Lui non mi blocca di
paura. Dio non è assente in me. Ora non cerco me stesso, né i miei
progetti. Cerco ciò che lui vuole per me e ciò che fa bene per me. Non ho
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bisogno di dar prova di me, se vivo di Cristo. Canto la sua fiducia. Adoro
il suo amore. Gioisco della sua continua protezione e della sua presenza in
me. Non mi ha mai abbandonato, non visibile certo, ma reale, vero, con
tutti i suoi infiniti doni che macerano in me ogni difetto. In lui sono libero.
Non ho barriere interiori. Lui legge me, io leggo lui. Mi ha corretto, ora
penso positivamente. Ora c’è un flusso limpido tra me e lui. Ha una grande
sete di essere in me. Una sete di intimità, immutabile. E’ lui che mi
trasforma. Mi prende così come sono. Vado a lui con tutte le mie ferite.
Vado a lui, anzi lui viene a me, a soccorrermi, a sostenermi. In lui non ho
bisogno d’indipendenza. Sono vulnerabile ora senza di lui. Non mi ha
rigettato nel grido: “ Non ti voglio, sta lontano da me!”. Invece:” Venite a
me, voi oppressi e indifesi. Io vi ristorerò!” Ci chiudiamo a volta in false
immagini di Dio. Non abbraccio un dio di collera, un giudice che spia e
condanna. Non confido in una persona pronta a precipitarmi per punire.
Non è un dio della legge. Non si preoccupa dei riti e delle liturgie
apparenti. E’ stanco di offerte di sacrifici umani. Quanto sangue di animali
gli abbiamo offerto. Quante abluzioni che non lavano abbiamo operato
dinanzi a lui. Non si è stancato di amarci anche nelle nostre falsità e
ipocrisie. Vengo dalle sue acque. Vengo dal suo battesimo. Non smetto di
dire che ora penso positivo. Vengo da un paese dove le acque sono
trasparenti. La gente è assetata di Dio, tanto quanto Dio è assetato di tutti
noi. C’è una comunione perfetta tra Dio e il suo popolo. Non mi costruisco
barriere per non leggere la mia coscienza. Non fatico più a raggiungere il
cuore delle parole. Non sono prigioniero delle mie illusioni. Non sono
prigioniero del rancore che non ho mai avuto. E’ difficile perdonare un
prete, un monsignore, un vescovo. Ho purificato la nozione di padre, prima
di applicarla a Dio. Ogni padre precede suo figlio nel tempo. Normalmente
muore prima di lui. Dio Padre non precede il Figlio nel tempo. Il Figlio
procede eternamente dal Padre. E’ eterno e riceve il suo essere nell’unità
del suo essere al Padre. Il padre e la madre sono complementari l’uno
all’altro. Nella Trinità questa analogia è inadeguata, perchè l’uomo e la
donna hanno bisogno l’uno dell’altro, sono diversi e complementari,
mentre le Tre Persone nella Trinità sono un’unica sostanza, non hanno
bisogno l’uno dell’altro. Ognuno è pienamente Dio. La Trinità non è mai
una gerarchia di poteri, di sostanze, è una comunione di amore. Sono stato
sradicato come un albero dalla terra del Borgo della Pace. Preferisco
vivere in disparte, donando dolcezza, intelligenza e umiltà. E’ l’eroismo di
oggi. Vivo di debolezza e di continui spasimi e collassi fisici. Ogni giorno
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nella mia piccolezza celebro la Trinità, adorandola nella luce e nelle ansie
del giorno. Non impongo a nessuno questo mio punto di vista. Non sono
chiamato a rinnovare una chiesa, un ordine, una congregazione, che si
stanno rifugiando dietro le paure della società, con schemi di difesa e di
offesa. La chiesa ha la sua identità in Cristo. Non deve affatto rinnovarsi.
Cristo è la sua continua vita nuova. L’amore non ha bisogno di difendersi.
O piccoli del mondo difendete la chiesa. Ho trasgredito tutte le leggi degli
oppressori. Mi sono rivestito delle lacrime dei piccoli e dei poveri. E’
caduto il muro di Berlino ma non i muri mentali e religiosi. Non mi fondo
sulla paura. Non ho nemici da annientare. Ognuno di noi resiste a Cristo.
In fondo in fondo non accettiamo il suo principio di base: trasformare
l’odio in perdono, i nemici in amici. Io ho fatto un patto con lui, di soffrire
nel cuore, senza stimmate e manifestazioni esterne. E’ una sofferenza
intima, tra me e lui soltanto. La guarigione del corpo da una malattia è un
invito a cambiare il cuore e il modo di vivere. Nessuno è escluso da Dio.
Molti per apparire delle persone a posto, a modo, perdono la libertà
interiore. Sono schiavi dell’apparire. Chi giudica ha paura delle sue colpe.
L’autorità non ci può sradicare dall’essere noi stessi. Ci sono miriadi di
forze energetiche attorno e dentro di noi. Non le avvertiamo ancora. Viene
il tempo in cui possiamo mettere tutto in sintonia, per una grande forza
spirituale. La nostra unione di fede vince ogni cancro, ogni limite, ogni
male. Ora ancora siamo prigionieri delle strutture di peccato della nostra
società. Anche la chiesa rischia di essere schiava di tale sistema. Come può
il compromesso preparare la vittoria? Come può il peccato esplodere di
vita? La chiesa è il Sacramento di Cristo Risorto. Solo se resta fedele alla
mentalità del suo pastore, vincerà il mondo.
P. Paolo Turturro
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Padre,
E’ cosi per tanti di noi! Aiutare un fratello, significa aiutare
dieci, mille persone, se no siamo scoraggiati; a che cosa serve
aiutare un solo uomo, non cambia il dolore del mondo. A volte,
qualche persona preferisce aiutare e farlo sapere ed essere nelle
luce, per ricevere ammirazione dagli altri .....è umano ma dobbiamo
chiedersi: CHI CERCI ?
Qualche giorno fa, ho scoperto un diamante, che mi ha dato una
immensa, profondissima, luminosa lezione di vita, di carità!
Da due mesi faccio parte d'una associazione che si chiama "le
bluse rose" , volontari che danno del loro tempo per i malati all’
ospedale e sopratutto per i bambini e adolescenti; fanno piccole
cose, disegni con i bambini, leggono favole ecc. Durante l'ultima
riunione di gruppo, è arrivato un uomo un po’ freddo, "borghese"
che non conoscevo. Quest' uomo ha una ditta nelle mia regione e
cosa fa per i bambini, lui cosi impegnato? Ogni due giorni, per due
ore viene a cullare i neonati malati, i prematuri ... Viene solo, di
sera,
per dare affetto, pace ai più piccoli. Sono cinque uomi ni che
vengono, la sera ... Dio è grande! Non dimentica nessuno,
nessuno! Certo ci sono le guerre, la violenza, l'egoismo, il
consumismo nel mondo ma c'è anche quest'uomo, gioia del
Signore!
Cosi è la vita, fra disperazione e ammirazione, gioia
immensa !
CLAIRE
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La lampada dei martiri
Non “castigo corpus meum”. Il dolore non è buono per purificarci.
Affidarsi a Dio è la miglior offerta che ci rende limpidi e veri. Dio non
ama che l’uomo soffra. Non è affatto contento che la sua creatura patisca.
Il dolore è solo per essere attraversato e giungere finalmente alla grazia. In
me non c’è più posto che per l’essenziale. Ora vivo una sofferenza fertile.
Attraversando il peccato scopro che la grazia mi soccorre. Il mio corpo è la
casa di Dio ( naòs tou theu). Ogni giorno incontro Dio meditando e
pregando. Mi riempie di luce. Dio ha fatto abitare il suo nome nel mio
corpo. Noi vogliamo abitare templi e chiese, senza sapere che Dio vuole
essere in noi. Il nostro corpo è la chiesa di Dio, dove Egli consacra il suo
amore. Il dolore ha accumulato in me un bagaglio di conoscenza e di fede.
Il kerigma apostolico di oggi è l’umiltà che ci fa uscire definitivamente
dalle strutture di peccato. Ho lasciato dietro di me i giorni del peccato. Il
pensarci mi schiaffeggia un fiume di lacrime. Meditando discerno le cose
dello spirito. Sto sostituendo l’anima al tempio di pietre, alle chiese di
cemento. Costruisco dentro una liturgia vivente di canti e di confidenza.
Un memoriale fatto non da mano d’uomo (acheiropoìeton) (Mc 14,58).
Sto capendo quando è orribile il peccato. Non voglio vivere di errori. Mi
ha demolito per sempre lo scheletro del peccato. A volte si vive nel
peccato senza accorgersene. Ho distrutto da tempo il tempio della
superbia, dei miei pensieri ( naòs tou sòmatos autou). Ho incontrato un
buon architetto e ingegnere dell’anima. Anche la comunità di Qumran
interpretava se stessa come l’autentico tempio. Non rischiamo di
identificare la chiesa con tutte le sue pastoie e difese diplomatiche, quale
corpo di Cristo. Lo Spirito santo ci fa corpo di Cristo e non le nostre
interpretazioni o le nostre costruzioni. La chiesa è il corpo di Cristo; chiaro
non quella di pietra, non quella di potere, non quella di gerarchie, non
quella degli intrighi umani. La chiesa in camino verso quella escatologica.
Adoro Cristo – Croce. Tanto ci ha amati da trasformarsi in croce, il nuovo
albero della vita. Dall’albero secco di Adamo nasce la morte, dall’albero
verde di dolore nasce la Vita. Adoro il Crocifisso evento tante volte
narrato e ancora non del tutto conosciuto; tante volte udito e mai
compreso; tante volte visto e mai capito. Dubitando, cercando non solo nel
girone dell’inferno. Qui, in questo mio esilio sono passato dalla mentalità
degli uomini, a quella di Dio. Questi pensieri sono eterni, navigano oltre il
tempo. Mi affido alla risurrezione. Nelle mie cose pensaci tu e io non ci
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penso più. Solo Gesù Cristo ci può donare l’equilibrio della vita. Egli
stesso patì smarrimento e sangue e nel contempo Dio lo fortificava, così in
me i miei errori mi avviliscono al tal punto che ogni crimine del mondo
sembra che l’abbia fatto io e nello stesso tempo avverto la forza della
grazia che mi riempie di forza e di gioia. L’equilibro dell’uomo ci porta ad
affermare che l’uomo non ha un corpo, è il proprio corpo. Ubi homo, ibi
corpus. Il corpo è per la risurrezione, non per la morte. Come la gloria di
Dio ha risuscitato Cristo dalla morte, così risusciterà la carne dei cristiani (
1Cor 6,14 e 15,12). Il nostro corpo è di Cristo e Cristo è per il nostro
corpo. Ci ha comperati a caro prezzo. L’agonia della nostra anima è per
salvare il corpo che è di Cristo. La libertà del corpo non è assenza di
regole. La nostra regola è Cristo, noi apparteniamo a Lui. Nell’eucaristia
noi siamo già corpo spirituale ( sòma pneumatikòn). Gesù lavora dentro di
me e mi fa conoscere le regole dello spirito. Io che conosco appena le
regole della carne. L’eucaristia mi genera Cristo nel corpo e avverto nelle
mie viscere la sua risurrezione. Hai partecipato tanto alla mia passione, ora
partecipa alla mia risurrezione. Risorgi dalla tua situazione. Ciò che accade
in noi, accade in Dio. Nelle profezie i tempi futuri sono presenti. Mi
azzannano mentre sono crocifisso alla vergogna. Volete anche voi una
prova che Cristo patisce in me? Ha spezzato l’arco dei forti. Li ha colpiti
nei loro inganni. S. Agostino ci ricorda e ci rammenta: “Non mordetevi
l’un l’altro, vi distruggete a vicenda. Tu mi fai mangiare le carni immonde
dei loro pensieri, perché uccida in esse ciò che sono e si tramutano in ciò
che tu sei in me”. Si amano gli altri partorendoli nella salvezza di Dio. La
lampada dell’olio dei martiri splende per la salvezza dei carnefici stessi.
P. Paolo Turturro
Sono venuti a trovare i ragazzi/e del Borgo della pace: Eugenia e le sue
amiche a nome del Gruppo famiglie “Dipingi la pace “ di Castegnato
(BS).
Grande incontro con gli allievi delle Scuole Medie Statali di Acquedolci
(ME), al centro Dipingi la pace del Borgo Vecchio.
Un gruppo di ragazzi/e assieme ai loro insegnanti è venuto da Magenta a
trascorrere giorni assieme ai ragazzi del Borgo Vecchio di Palermo, con
visite alla città e incontri con personalità sui valori della legalità. Hanno
soggiornato al Borgo della Pace, Villafrati (PA)
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Un appello agli scout d’Italia.
Carissimi,
un invito dalla Sicilia, un invito da Palermo.
In questi anni sono venuti, al Borgo della Pace, presso Villafrati di
Palermo, circa 3000 giovani a costruire un Borgo di accoglienza e
di spiritualità per ragazzi e giovani della Sicilia.
Vogliamo continuare per far crescere i ragazzi sui binari della
legalità, della bontà, della fratellanza.
Chiedo a voi dunque di venire a Palermo dal 15 giugno al 15
settembre 2006.
Cosa fare al Borgo della Pace?
Ecco la nostra proposta.
1) Campo di animazione dei ragazzi/e del Borgo Vecchio
di Palermo. Ragazzi in crescita con disagi e in modo
particolare per ragazzi figli dei detenuti dell’Ucciardone di
Palermo.
2) Campo di servizi , assieme ai ragazzi per il giardinaggio,
per l’orto della solidarietà, per le cure della casa, per il pranzo.
Curare in modo particolare spettacolo, canti, liturgie, veglie sui
valori della giustizia e della pace.
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3) Campo di Formazione per i genitori e gli stessi
animatori che vengono da fuori, con la presenza serale di
persone, di sacerdoti, di parenti delle vittime della mafia.
4) Si può stare per una settimana in genere da sabato a
sabato.
5) Le spese? Il viaggio, si è vero! Palermo è lontano. L’amore
della bontà, della crescita, della legalità non ha distanze.
Tutto è dono e noi condividiamo le spese del vitto e alloggio.
6) Puoi contattarci per ulteriori informazioni: Rosi Conigliaro 349 2897568, oppure P. Paolo Turturro 339-2187764.
7) Non mancate a questo forte appuntamento!
P. Paolo Turturro - Dipax
Le buone notizie di Massimo di Bari
Il 31 maggio 2006 il grande evento: si sposano Massimo ed
Elisa a Giovinazzo (BA), presso la parrocchia sant’Agostino.
Per la prima volta in Brasile una donna e' stata nominata Presidente
supremo del Tribunale Federale. Ellen Gracie Northfleet, 58 anni, si e'
sempre battuta per i diritti delle donne, sostenendo che queste solitamente
sono punite più severamente dalla legge rispetto ai maschi.
(Fonte: Misna.org)
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In Mozambico saranno distribuite cure gratuite a oltre 5 milioni di malati
di malaria.
Nel 2005 questa malattia ha causato 4.209 decessi. Sono inoltre previsti
interventi casa per casa per disinfestare le abitazioni dalle zanzare e
progetti per l'eliminazione delle acque stagnanti.
Nella classifica dell'indice di sviluppo umano dell'Onu, il Mozambico e' al
171esimo posto su 177 paesi, con un'aspettativa di vita intorno ai 40 anni.
(Fonte Misna.org).
L'Africa che cammina.
Il Senegal ha stanziato un milione e mezzo di euro per
garantire la sanità gratuita ai propri anziani (650mila
persone, circa l'8% della popolazione). Il Progetto
Sesamo, così si chiama l'iniziativa, serve ad aiutare
tutti quei contadini che non avevano alcuna copertura
sociale sanitaria.
(Fonte: Misna.org)
L'Africa che cammina 2
La Nigeria ha saldato il suo debito estero (12,4 miliardi
di dollari) con il 'Club di Parigi, composto dai 19 paesi
più industrializzati del mondo, diventando così il primo
paese africano a esaurire il debito. Secondo il ministro
delle finanze, Ngozi Okonjo-Iweala, il governo ora potrà
dedicare maggiori risorse a infrastrutture, sistema
sanitario e istruzione, in un paese che e' tra i maggiori
produttori di greggio al mondo ma nel quale la
maggioranza della popolazione vive con meno di un dollaro
al giorno.
(Fonte: Misna.org)
E' nato nel Regno Unito un nuovo canale via cavo destinato ad africani ed
afro- caraibici. Si chiama 'The African Movie Channel' ed avrà in
programmazione anche molti film prodotti a Nollywood, la capitale del
cinema africano con sede in Nigeria, dove vengono realizzati centinaia di
film all'anno. Oltre ai film, molta attenzione sarà data alle notizie
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provenienti dal Continente Nero, che spesso viene trascurato dagli altri
media, i quali lo descrivono semplicemente come una landa povera e
affamata. Amc trasmetterà attraverso il servizio via cavo Homechoice, che
attualmente serve 2.4 milioni di abitazioni, tutte nella zona di Londra.
Signore Gesù,
Tu, che leggi il mio cuore, che comprendi più di me come sono fatta.
Lavami, purificami, salva la mia anima e il mio spirito.
Fa che il mio cuore sia vivo d’amore per tutti i fratelli;
Abbatti il muro dell’indifferenza, dell’ipocrisia, dell’orgoglio, della malizia, del non
perdono, dell’invidia e della gelosia.
Riempilo d’affetto, di bontà, di spiritualità
Affinché, possa donarmi agli altri senza riserve, vedere il Tuo volto Signore in chi mi
circonda.
E’ da tanto tempo, Signore, che mi sento sola e senza Amore.
Fammi diventare forte nella carità.
Rinnovami come l’aquila.
Affinché il mio avvenire sia diverso e nuovo.
Fa che sia una buona moglie
Fa che sia una buona madre
Fa che sia una buona figlia
Fa che sia una buon a serva.
Elena La Rocca
Flash sull’anima
Tante volte ho annaffiato siepi e alberi dei sentieri del Borgo della
pace. Ora sto irrigando le vie deserte dell’anima. Nessuno può
inquinare la serenità del mio spirito. Mi affido a te. Pensaci tu sulle
mie cose e io non ci penso più. Se è vero che la tua misericordia
brucia i peccati dei santi, in me farai molto più fatica. Allora è
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necessario che ti ami di più, che creda di più, che mi sacrifichi di più
e mi impegni a lavorare l’anima sempre di più, per te, nella
solidarietà verso gli altri, dato che mi hai amato, facendo più fatica
in questo abisso di miseria. Ti sei interessato di me fin dall’inizio di
questa mia avventura e ancor prima, in tutta la mia vita. Quaggiù
tutto è provvisorio: la luce, i giorni, gli affetti, il tempo. Quaggiù
l’unica cosa che l’uomo non può fare, è uccidere l’anima. Noi
nell’eucaristia mangiamo la vita di Cristo, per essere vita. Lo spirito
è il centro della nostra vita e come tale non è invisibile. E’ vitale, è
operante, è corpo che ama, è corpo che parla, è corpo che redime,
è corpo che canta, è corpo che esulta, è corpo che dà sussistenza.
De Foucauld ci entusiasma su Gesù: “ Egli ha scelto l’ultimo posto,
ma non per soffrire, fare penitenza, espiare, bensì perché questa
povertà scalza dalle fondamenta le costruzioni del potere dell’uomo.
Non si realizza la fraternità senza scalzare il potere dell’uomo
sull’uomo. La grande forza è rinunciare ad essere più degli altri.
L’eucaristia, nella sua estrema povertà di un povero pane per tutti,
è la dynamis per liberarci da ogni schiavitù. E’ la dynamis per
realizzare la fraternità, cioè l’uguaglianza, l’amicizia. L’eucaristia è il
corpo comune dell’umanità. Gesù Cristo ha portato nella sua carne
l’amore intero di Dio per l’uomo. Ha donato tutta la sua carne, tutto
il suo sangue, non perché Dio Padre avesse bisogno di sangue e di
martirio, ma perché l’uomo nella carne di Cristo trovare Dio.
Accettare la povertà o il sacrificio nel servizio verso gli altri, non si
tratta di offrire a Dio la nostra miseria o il nostro patire: Non è
questo il vero concetto della kenosis. Si tratta che il povero, o
ognuno di noi, prenda coscienza della propria dignità in Cristo che
povero ci riempie della sua potenza divina. Nell’adorazione ai piedi
del tabernacolo condivido concretamente, nella solidarietà, tutto
l’uomo. Solo Cristo mi insegna a donare me stesso agli altri. Cristo
davvero è il mio tarlo. La luce è il mio destino. E spesso mi dice
dentro l’anima: ”Forse il mio cuore non vale più degli affetti che
versi per il Borgo della pace? Forse il mio cuore non ti può
consolare più delle persone più care che hai? Forse la grazia è
meno importante delle cose che hai fatto sulla terra? La mia grazia
vale più della vita. Sta tranquillo nel mio cuore ci sono tutte le
persone che ami e puoi godere delle cose temporanee, ma voglio il
tuo cuore in me, tutto per me. Ti manderò tante persone a
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consolarti e a sostenerti. Forse non te ne sei ancora accorto? E poi
sappi che ci sono io sempre accanto a te. Forse non sono un buon
maestro o padre spirituale? Se tu ammiri e canti le meraviglie della
terra: le sorgenti, i monti, i mari, i paesaggi che tanto dipingi, le
vallate viste dall’alto, i viventi, le aquile: doni che io ho preparato
per te e tu pensi che io non ti ami, dopo che ho preparato per te
tutte queste meraviglie? Non è forse il mio amore più sublime di tutti
questi doni? Proprio tu che sei amato da noi e che vali più di tutte
queste bellezze, proprio tu che hai la stessa nostra dignità, dignità
filiale di Dio, mio Padre, proprio tu amato da noi, dubiti che ti
amiamo? Sta tranquillo. Sta saldo e fermo in me. Se abbiamo
preparato per te, tutte queste stupende bellezze, vuol dire che tu
non sei secondario per noi, anzi ti amiamo più di ogni altra cosa
esistente nel creato.
P. Paolo Turturro
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Castegnato(BS), Cagarella Lillo di Messina, Miceli Letteria Russo di
Messina, Bisi Anna di Quistello (MN), Lisciotto Antonio di
Roma,Colombo Tito di Cuggiono (MI), Zanini Elisa di Poggio Rusco
(MN), Todeschi Lucilla di Marmirolo (MN), Piovano Fernanda di
Torino, Rizzi Tina di Cornaredo (MI), Vaghi Edi di Como, Don Conti
Alberto, parroco di Castelguidone - Chieti, Garosio M. Fiorenza di
Castegnato (BS), Compagno Gaetano di Palermo, Di Maggio Maria
di Campofelice di Roccella (PA), Minocci Cicci di Griffa Verbania,
Parrocchia di Terme Vigliatore Messina, Comunità di Fondachelli e
Fantina di Messina.
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