Un grande fratello per i patrimoni storici

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Un grande fratello per i patrimoni storici
12 Internazionalizzazione
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■■ ITABC / L’istituto per le tecnologie applicate ai Beni Culturali, Consiglio Nazionale delle Ricerche
Un grande fratello per i patrimoni storici
Soluzioni per monitorare gli ecosistemi a livello locale, regionale, nazionale, europeo e internazionale
L’
Itabc è stato fondato nel
1981 e ha sede presso
l’Area di Ricerca di Roma 1
del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), dove si
è consolidato come polo di
eccellenza nel campo delle
ricerche sulle scienze e tecnologie per i Beni Culturali.
La visione che costituisce
il fondamento concettuale
e il presupposto operativo
dell’Istituto interpreta il
Patrimonio Culturale come
riferimento
dell’identità
collettiva, a livello locale,
regionale, nazionale, europeo, internazionale, contestualizzato sul territorio,
letto alla luce di molteplici
saperi e mestieri e, dunque,
come potenziale propulsore
di dinamiche sociali, economiche e culturali tali da
suggerirne un approccio sistemico unitario.
L’“Ecosistema Patrimonio
Culturale” è stato pertanto assunto come sistema
complesso di interazioni
tra diverse tipologie di processi (conoscenza, monitoraggio, conservazione e
valorizzazione-fruizione)
che operano su una rete di
diverse tipologie di Beni
Culturali e relativi contesti.
Sulla base di tali presupposti, gli obiettivi principali
dell’Istituto sono costitu-
iti dalla configurazione di
soluzioni innovative per la
gestione di tali interazioni
mediante azioni fortemente
coordinate di ricerca, nonché dalla formazione, sperimentazione e diffusione dei
risultati, basate su un sistema complesso e integrato di
tecnologie abilitanti, di ca-
rattere innovativo rispetto
allo stato dell’arte a livello
internazionale.
La vocazione interdisciplinare, esplicitata in una visione di “unicum”, la capacità
di porsi come modello e interlocutore privilegiato per
scienziati, amministrazioni
pubbliche, università, centri
di ricerca e di formazione,
rappresentativi del panorama europeo ed internazionale, hanno specializzato
le complesse e diversificate
attività dell’Istituto in ambiti che vanno dal territorio
all’architettura, dal singolo
reperto alla caratterizzazione materica dei beni, dall’archeologia al museo.
Un ruolo all’avanguardia a livello mondiale nell’utlizzo di soluzioni innovative per salvaguardare i beni culturali
Dal modeling multidimensionale per i siti archeologici, alle tecnologie 3D e WebGis, ai musei virtuali del futuro
(Fig. 1) Altopiano di
Arcinazzo, Roma.
Area archeologica,
Villa di Traiano.
Sovrapposizione
georeferenziata delle
mappe Georadar
sull’immagine di
Google-Earth
(Fig. 2) Analisi di
fluorescenza a raggi X
del cratere di Trebenište
(Museo Archeologico di
Belgrado)
Geofisica e tecniche
integrate di rilevamento
in ambiente Gis
per la conoscenza
di siti archeologici
Questa attività è finalizzata alla definizione delle tecniche di acquisizione,
a varia scala, di modeling multidimensionale, di rappresentazione e di
gestione dei dati relativi a porzioni di
territorio contenitori di siti archeologici ed edifici storici. Le diverse scienze
e tecniche (remote-sensing, tecniche di
geofisica applicata ad alta risoluzione, geologia, topografia, archeologia)
vengono applicate in situ per ottenere
informazioni complessive sugli spazi e
i volumi investigati (Figura 1). Esempi
significativi di tale attività, aventi rilevanza internazionale, riguardano i rilievi ad alta risoluzione delle strutture
archeologiche di Petra (Giordania) e
del sito di Chan-Chan (Perù), le indagini con metodi geofisici ad alta risoluzione di siti nazionali (Tarquinia,
Veio, Roma, Populonia, Selinunte) ed
internazionali (Parco archeologico
della Maalga, Cartagine in Tunisia,
Saitobaru Archaeological Park in
Giappone) e gli studi per la valutazione dei rischi geologici nei centri storici
e in aree archeologiche extraurbane.
dell’archeologia e della storia dell’arte,
e quelle delle scienze sperimentali, che
studiano la materia e la sua interazione con l’ambiente circostante. Tra
le ricerche condotte si segnalano lo
studio archeometrico e tipologico dei
materiali ceramici, la caratterizzazione delle fibre tessili e dei resti organici, lo studio delle antiche tecniche di
fabbricazione di manufatti metallici,
il monitoraggio dei processi di invecchiamento dei protettivi.
Alle ricerche di tipo conoscitivo si unisce lo sviluppo di strumentazione portatile di prestazioni sempre più spinte
per l’analisi non-distruttiva in situ dei
manufatti (Figura 2). I prototipi sono
immediatamente sperimentati e vali-
dati sul campo, anche al fine del loro
miglioramento e dell’adattamento alle
reali condizioni operative. L’esempio
più noto di tale approccio complessivo, a livello internazionale, è costituito dallo studio dell’enorme tesoro di
monete tardoromane (oltre 108mila)
scoperte nei pressi di Misurata (Libia).
Caratterizzazione 3D
morfometrica e WebGis
per il monitoraggio
Un percorso metodologico di “buona
pratica” ispira l’attività scientifica rivolta all’analisi dello stato di conservazione del patrimonio architettonico e
storico-artistico e configura strumenti
e strategie per la sua salvaguardia e
valorizzazione, in un’ottica di monitoraggio e di conservazione programmata.
Tale approccio applica e sperimenta
metodologie e tecnologie per la caratterizzazione 3D morfometrica e
radiometrica di manufatti di interesse
storico-artistico, demandando a un
Sistema Informativo Integrato WebGis 4D il monitoraggio assistito dei
beni materiali sul territorio, mediante
l’integrazione di dati eterogenei sulla
geometria 3D dei manufatti indagati
(Figura 3).
Il carattere innovativo, riferito al
panorama internazionale, è testimoniato sia dalle attività svolte in
collaborazione con svariati enti su
monumenti e siti nazionali di valore
mondiale assoluto (architetture romane in Aosta, aree archeologiche in
Veneto, Villa di Tiberio a Sperlonga,
affreschi medioevali a Siena, dipinti
murali nelle catacombe romane), che
Tecnologie
e strumentazioni analitiche
portatili innovative
per l’archeometria
Le attività di ricerca sui manufatti mobili di interesse archeologico e storicoartistico sono svolte a livello pienamente interdisciplinare. La caratteristica
principale è una forte integrazione
tra le metodologie di ricerca proprie
(Fig. 3) Porta Praetoria in Aosta: da sx due rappresentazioni del modello
3D a nuvola di punti e due screen-shot del sistema informativo Arkis
da progetti condotti con il Max Planck
Institut in Firenze (testimonianze di
arte medioevale in Italia), l’Università
di Mainz (Teatro Romano di Mainz e
Porta Nigra di Tier) e con la Provincia dello Hunan, Administration of
Cultural Relics e Autority of Beijing
(Templi Confuciani nella Provincia di
Hunan).
La sostenibilità per
la rinascita delle città
e la conservazione del
patrimonio architettonico
Nel campo della salvaguardia dei
monumenti e della rigenerazione dei
centri storici il settore Built Heritage
da anni sviluppa attività scientifiche
con fondi europei e dell’Onu in Asia
centrale, Medio Oriente e in area mediterranea.
I progetti spaziano dallo studio dei
monumenti Timuridi in Uzbekistan
al restauro della chiesa gotica di S.
Nicola a Nicosia (Cipro) (Figura 4)
premiato nel 2009 con l’Europa Nostra Award. Le attività e gli orizzonti
attuali di ricerca sono orientati ai temi
emergenti della sostenibilità ambientale, dell’adeguamento energetico del
patrimonio costruito e alla rinascita
intelligente delle città storiche, immaginate come “SmartPolis”.
Un recente progetto in Cina prevede
l’uso integrato di nuove tecniche di interferometria radar terrestre e LaserScanner3D, per il monitoraggio della
stabilità del Tempio buddista Fantiansi nella città di HangZhou.
Un accordo con l’Istituto indiano
Namgyal ha posto le basi per l’avvio di
studi e restauri del patrimonio del Ladakh, con la proposta di conservazione del monastero Tragkhung Kowache, uno dei più antichi monumenti
buddisti. A questo scopo sarà realizzato un innovativo “Laboratorio mobile
per la diagnostica e il monitoraggio
di monumenti” capace di operare in
condizioni logistiche di emergenza e
ambientali estreme.
(Fig. 4) San Nicola, Nicosia (Cipro).
Il modello 3D del progetto e una
immagine recente del monumento
adibito a centro concerti e museo
Musei virtuali del futuro
Una delle attività caratterizzanti è
incentrata sui musei virtuali: l’Istituto
coordina il più ampio progetto europeo esistente al riguardo, V-Must, una
rete d’eccellenza con 18 partner fra
l’Europa e il bacino mediterraneo. Si
tratta dello studio dei metodi e delle
tecnologie per i musei virtuali del futuro: le applicazioni di simulazione
che incrementano le potenzialità di
interesse e di apprendimento dei fruitori dei Beni Culturali attraverso esperienze immersive ed emotivamente
coinvolgenti (Figura 5).
Queste attività richiedono un team e
un approccio multidisciplinari e una
serie di competenze che spaziano dagli
strumenti più innovativi per il rilievo
digitale sul campo, ai sistemi informativi geografici, al telerilevamento,
alla modellazione tridimensionale,
ai motori di comportamento, con cui
realizzare applicazioni immersive di
realtà virtuale off line e on line (con
largo uso di strumenti open source)
e ambienti 3D interattivi in multiutenza. Tra i progetti più conosciuti: il
Museo Virtuale della Cappella degli
Scrovegni, il Museo Virtuale della Via
Flaminia Antica, I Colori di Giotto,
Etruscanning 3D, Aquae Patavinae.
(Fig. 5) Dalla Mostra “I Colori di
Giotto” (Assisi 2010): scena della
“conferma della regola” di Giotto
ricostruita in 3D