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Corriere del Ticino
MARTEDÌ 9 FEBBRAIO 2010
SPORT
25
VersoVancouver
Ecco Katrin la combattente
La giovane airolese Müller sarà in gara il 23 febbraio nello skicross
IL CAPO TECNICO DELLO SC AIROLO
Ferrari: «Era una promessa
anche nello sci alpino»
IL PREMIO Giordano Vendrame (presidente SC Airolo) e Fabrizio Ferrari (capotecnico) offrono a Katrin un assegno di 3.000 fr.
(Demaldi)
PRONTI, VIA! A 20 anni l’airolese Katrin Müller è lanciata verso la sua prima avventura olimpica.
Gìà nei quadri minori della Nazionale di sci alpino, la
rappresentante dello SC Airolo, si è convertita tre anni
fa alla disciplina che fa la sua prima apparizione alle
Olimpiadi. La storia di una ragazza con personalità
) Pericoloso, ma affascinante.
Così Katrin Müller definisce il suo
sport. Lo skicross, che appartiene alla categoria del freestyle, fa il
suo ingresso nelle discipline
olimpiche proprio in questa edizione dei Giochi. Una novità doppiamente gradita, perché tra i
rappresentanti elvetici c’è la simpatica e spigliata 20.enne, cresciuta nei ranghi dello SC Airolo.
Come è nata la passione per questo
sport?
«Quasi casualmente. Con la scuola, diversi anni fa sono stata in
Vallese. Lì mi hanno spiegato come si pratica. L’idea mi ha affascinato. Ho provato e ho iniziato
subito a divertirmi. Io arrivavo
dallo sci alpino, con il quale ho
avuto un rapporto di amore e
odio».
Per quali ragioni hai deciso di abbandonare lo sci tradizionale?
«Da piccola mi piaceva molto. Ho
riguardato un video pochi giorni
fa e mi sono rivista attorno ai due
anni con gli sci ai piedi. Più tardi
sarebbe arrivato il tempo delle
gare. E neppure tanto tempo fa
ero sulla soglia dei quadri mino-
ri della Nazionale di sci. Avevo risultati dignitosi, ma non sono mai
stata presa seriamente in considerazione. Volevo smettere completamente, ma per fortuna ho
scoperto lo skicross».
In tre anni hai fatto passi da
gigante e nel 2008 hai
conquistato il titolo nazionale. Ti saresti
aspettata una selezione olimpica?
« Francamente
no, anche perché
quando ho incominciato io, questa disciplina non
aveva lo statuto
olimpico. Fra gare nazionali, Coppa Europa e
CdM avrò disputato in tutto non
più di 25 gare. In un certo senso
potrei entrare nel Guinness Book dei primati come una delle
atlete che ha raggiunto la qualificazione olimpica col minor numero di competizioni».
La tua scorsa stagione è oltretutto
stata caratterizzata da un serio infortunio...
«È vero. C’è stato anche quello.
) LA SCHEDA
‘
(Nicola Demaldi)
Onestamente io pensavo che
questa fosse per me una stagione di transizione. L’8 gennaio
2009 sono stata operata al ginocchio per la rottura della cartilagine dietro la rotula. Ho iniziato a
camminare subito senza stampelle. Ma di sciare non si parlava
proprio, almeno fino al mese di
settembre. Ho lavorato tanto in
palestra a Biasca, nel centro Benefit di Mauro Foschi e Gilles Neuenschwander.»
Sul piano dei risultati ti sei
comunque meritata a tutti gli effetti il viaggio a Vancouver.
Sei po’ emozionata se pensi
ai Giochi?
«Confesso che
non
sapevo
neppure quali fossero i criteri di selezione. Bisognava ottenere un posto tra le
prime 8, oppure due tra i
primi 16 in gare di CdM. Vado in
Canada con tre risultati utili: il 6.
posto a Sankt Johann (Austria), il
5. a Les Contamines (Francia) e
il 7. a Blue Mountain (Canada).
Per quanto riguarda le emozioni,
attualmente sono tranquilla. Penso che la pressione salirà man
mano che mi avvicinerò all’appuntamento olimpico.
Magari già fra tre giorni, in occasione
-3
‘
della cerimonia di apertura?
«È molto probabile. La grande
differenza tra le Olimpiadi e le gare di Coppa del mondo, non è
tanto nella gara in sé, quanto nell’atmosfera particolare che si vive
attorno».
A Vancouver ci saranno anche i tuoi
familiari?
«No. E penso che sia meglio così. Si godranno l’evento in televisione e potranno gustarselo di
più. Sarebbe stato difficile vedersi: un po’ per le regole olimpiche,
un po’ per i miei impegni sportivi. Senza «pass» ai Giochi rischi
di mangiarti solo il fegato».
Com’è il clima con le due compagne
di squadra?
«In generale è molto buono. Fanny Smith ed io siamo certe di poter gareggiare. Gli altri due posti
se li contendono Sanna Luedi,
Emelie Serain e Franziska Steffen. Le prime due devono però
fare i conti con problemi ai legamenti, la terza si è qualificata con
i peggiori risultati, ma mi sembra
in ottima forma. Si giocheranno
il posto il 14 febbraio in una gara
di selezione.».
E tu, una volta a Vancouver, hai già
pensato di seguire qualche gara di altre discipline?
«Sicuro. Sono un’appassionata
di hockey su ghiaccio. In Ticino
il mio cuore batte per l’Ambrì
Piotta».
Raffaele Soldati
w Un’ariete nata a Zurigo
Katrin Müller è nata il 31 marzo 1989 a Zurigo da mamma Gerti e papà Bernd. Il fratello Lukas ha 2 anni più di
lei. Domiciliata ad Airolo. Segno zodiacale Ariete.
w A due anni sugli sci ad Airolo
Ha iniziato a sciare a due anni ed è entrata nel 1995 nei
cuccioli dello SC Airolo. Dal 2002 è nella FSSI.Tre anni fa
il passaggio allo skicross, scoperto in Vallese.
w La strada per Vancouver
6. a Sankt Johann, 5. a Les Contamines, 7. a Blue Mountain. Bastava un risultato tra le prime 8 in CdM.
w Il suo programma ai Giochi
Sarà in gara il 23 febbraio: 19.30 qualificazioni; 22.00
ottavi, quarti e semifinali; 23.00 finale.
w L’obiettivo
Ottenere il diploma olimpico (tra le prime 8).
Katrin Müller/1
Sogno il diploma olimpico,
ma per me è già una bella
sorpresa il fatto di essermi
qualificata per i Giochi. Solo
un anno fa sono stata operata al ginocchio. Prima di poter tornare alle gare ho lavorato molto in palestra
Katrin Müller/2
Sono particolarmente fiera di
far parte dei 30 giovani talenti sostenuti dal programma di promovimento dello
sport «Golden Talents». Anche grazie a questo contributo posso dedicarmi tutto l’inverno alla mia disciplina
) «Ho visto crescere Katrin sugli
sci. Posso garantirvi che è sempre stata una ragazza d’oro. Semplice e combattiva al tempo stesso. Un talento eccezionale. Sono
felice per la sua qualificazione
olimpica. Se qualcuno, a suo tempo, avesse creduto maggiormente in lei, avrebbe potuto andare
lontano anche nello sci alpino».
Ad esprimersi così è Fabrizio Ferrari, il capo-tecnico dello SC Airolo, che l’ha vista crescere nelle categorie OG. «Ricordo un episodio che risale al 2004. Eravamo
andati ad Adelboden per le qualificazioni del GP Migros. Tutti
guardavano i ticinesi con un’aria
di strafottenza. Mai avrebbero
pensato che i nostri giovani atleti potessero imporsi. Tra gli ultimi
juniores a partire c’erano Gioele
Fiori e Katrin Müller. Entrambi
lasciarono tutti di sasso: erano saliti sul gradino più alto del podio».
Si emoziona ancora Ferrari quando racconta le avventure competitive di una ragazza che definisce «una forza della natura, con
un solo difetto, la mancanza di
cattiveria in pista». Eppure Katrin
ha scelto una disciplina dove i
colpi non mancano, soprattutto
quando ci sono le sfide dirette
con più atleti in pista.
«Nello skicross ci sono due fasi spiega Katrin - : nelle qualifiche
(ndr: i Time Trial) i partecipanti
scendono ad uno ad uno. I 32 rider più veloci si qualificano per
gli Heat, dove si sfidano invece 4
atleti per ogni batteria. I due più
veloci passano al turno successivo. Il mio obiettivo ai Giochi?
Qualificarmi tra i primi otto. In
pratica ottenere il diploma olimpico». Ed è quello che le augurano tutti quelli che credono in lei,
a incominciare dai rappresentanti dei «Golden Talent», il programma di promovimento dei 30
talenti sportivi svizzeri, nel quale è stata inclusa la stessa Müller.
«Il sostegno mensile (ndr: 1000
fr.) di Golden Talents è per me
importante. Anche grazie a questo contributo, posso dedicarmi
tutto l’inverno al mio sport», ha
detto l’airolese.
«Sono davvero fiero di questa formidabile ragazza, che dopo Doris
De Agostini e Michela Figini ci
rappresenta alle Olimpiadi invernali», ha concluso raggiante il
presidente dello SC Airolo Giordano Vendrame.
Ra.S.